4-11 I - A mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. porgi l'orecchio, Dio di Giacobbe....

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4-11 RIMINI - LA VERNA Giovani Giovani in cammino in cammino

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4-11 RIMINI - LA VERNA

Giovani Giovani

in camminoin cammino

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Preghiera nella vigilia della

partenza dei giovani pellegrini 4 agosto 2018

Canto: Proteggi Tu il mio cammino (tratto dal Salmo 138 – 139) Questo mio cammino, ogni sentiero

la mia sofferenza, il riposo li presento a te, Maestro e Signore

fa che io non ceda, mi ristoro in Te

fammi indossare le ali dell’aurora

fammi raggiungere l’estremità del mare.

Non ho paura, dirigi Tu i miei passi. Non sono solo, Tu vegli su di me.

La Tua parola è il faro dei miei occhi

sul mio cammino è luce.

Sono con Te, mi scruti e mi conosci.

Proteggi Tu il cammino ed il riposo.

Ti sono note tutte le mie vie. Meravigliose le tue opere.

Ogni mio pensiero, le preoccupazioni

le mie delusioni, la felicità

io le porto in me, e quando sono solo

cerco Te Gesù, portami con te fammi indossare le ali dell’aurora

fammi raggiungere l’estremità del mare. Non ho paura...

(Intermezzo): Indicami il sentiero della vita Sia gioia piena nella Tua presenza Dolcezza senza fine alla Tua destra

Strada d’amore, sentiero di pace

Abbraccio dello Spirito, libertà

Seguo Te Gesù, via diritta

Fonte di speranza, portami con Te

Fammi indossare le ali dell’aurora Fammi raggiungere l’estremità del mare. Non ho paura…

+ Proteggi Tu il mio cammino. Meravigliose le Tue opere.

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C. Dio, che salva e consola, sia con tutti voi.

R. E con il tuo spirito.

MONIZIONE INTRODUTTIVA Carissimi, all'inizio del nostro pellegrinaggio richiamiamo alla mente

con quale animo abbiamo maturato questo proposito.

Abbiamo accolto un invito, quello che Papa Francesco ha fatto ai gio-

vani. E ora siamo pronti per partire:

Ci accompagna la Parola di Dio, da accogliere nel cuore, da meditare in silenzio, da custodire nel cammino, da pregare con gioia, da condi-

videre con i fratelli, da vivere in semplicità.

Ci sostiene l’amicizia di altri giovani che da mesi pensano a questo

“viaggio“ per viverlo nello spirito più profondo.

Ci proponiamo di visitare le comunità cristiane e i giovani che incon-

treremo nel nostro pellegrinare verso S. Pietro, facendo tappa alla Verna, accogliendo e offrendo umilmente, la testimonianza di una fe-

de gioiosa. L’angelo del Signore, ci difenda da ogni pericolo e ci pro-

tegga, perché i passi lungo la strada segnino una crescita d’amore

verso il Signore e verso i fratelli.

Canto: ALLELUIA

Dal Vangelo secondo Matteo (28, 1-9)

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu

un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si

avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto

era come folgore e il suo vestito bianco come neve.

Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rima-

sero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate

Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; ve-

nite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai

suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo

vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le don-

ne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne

loro incontro e disse: «Salute a voi!».

Salmo 83 (lo preghiamo a due cori)

Quanto sono amabili le tue dimore,

Signore degli eserciti! L'anima mia languisce

e brama gli atri del Signore.

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Il mio cuore e la mia carne

esultano nel Dio vivente.

Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i suoi

piccoli, presso i tuoi altari, Signore

degli eserciti, mio re e mio Dio.

Beato chi abita la tua casa:

sempre canta le tue lodi! Beato chi trova in te la sua forza

e decide nel suo cuore

il santo viaggio.

Passando per la valle del pianto

la cambia in una sorgente, anche la prima pioggia l'ammanta

di benedizioni. Cresce lungo il

cammino il suo vigore, finché

compare davanti a Dio in Sion.

Signore, Dio degli eserciti,

ascolta la mia preghiera,

porgi l'orecchio, Dio di Giacobbe. Vedi, Dio, nostro scudo,

guarda il volto del tuo consacrato.

Per me un giorno nei tuoi atri

è più che mille altrove,

stare sulla soglia della casa del

mio Dio è meglio che abitare nelle tende degli empi.

Poiché sole e scudo

è il Signore Dio;

il Signore concede grazia e gloria,

non rifiuta il bene

a chi cammina con rettitudine.

Signore degli eserciti, beato l'uomo che in te confida.

Gloria al Padre ...

Saluto del Vescovo

Preghiere dei fedeli

C. Con fiducia di figli, rivolgiamo a Dio la nostra preghiera:

Signore, benedici il nostro cammino e coloro che incontreremo,

sii per noi guida e protezione, fa’ che il nostro camminare insieme verso Roma, sia segno del cammino che compiamo ogni giorno verso Te attra-

verso le nostre scelte.

Signore, tu hai voluto donarci questo tempo di grazia. Donaci occhi capaci di riconoscere il tuo volto in coloro che incontrere-mo. Donaci orecchi che ascoltino la tua Parola. Donaci un cuore che ac-colga la tua chiamata.

Grazie, Signore, per i compagni di viaggio che ci dai, con i quali

ci chiami a vivere un’esperienza forte di fede, di amicizia e di

condivisione. Insieme ti affidiamo tutte le persone che fisicamente non sono qui con noi, ma che le portiamo nel cuore.

Ti affidiamo Papa Francesco e tutti i giovani convocati a Roma.

Concedi a tutti, coraggio e generosità per scegliere Te ogni giorno della nostra vita.

Padre Nostro...

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Consegna della Credenziale

Ora ci viene consegnata la credenziale, che per tradizione usano i

pellegrini a Santiago. Essa testimonia il percorso fatto e le tappe che lo compongono.

Canto: LE TUE MERAVIGLIE Ora lascia o Signore

che io vada in pace perché ho visto le tue meraviglie. Il tuo popolo in festa per le strade correrà a portare le tue meraviglie.

La tua presenza ha riempito d’amore

le nostre vite e le nostre giornate. In te una sola anima

un solo cuore siamo noi

con te la luce risplende

splende più chiara che mai.

Benedizione Dio onnipotente e misericordioso, tu provvedi a chi ti ama

e sempre e dovunque sei vicino a chi ti cerca con cuore sincero;

assisti i tuoi figli nel pellegrinaggio e guida i loro passi nella tua volontà,

perché, protetti dalla tua ombra nel giorno e illuminati dalla tua luce

nella notte possano giungere alla mèta desiderata. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Dio nostra salvezza ci guidi nella prosperità e nella pace. Amen.

Il Signore ci assista e ci accompagni nel cammino. Amen.

Con l'aiuto del Signore giunga felicemente a termine

questo pellegrinaggio che iniziate nel suo nome. Amen.

Canto: AVE MARIA Ave Maria, Ave. Ave Maria, Ave.

Donna dell’attesa e madre di speranza. Ora pro nobis.

Donna del sorriso e madre del silenzio. Ora pro nobis.

Donna di frontiera e madre dell’ardore. Ora pro nobis.

Donna del riposo e madre del sentiero. Ora pro nobis. Ave Maria...

Donna del deserto e madre del respiro. Ora pro nobis. Donna della sera e madre del ricordo. Ora pro nobis.

Donna del presente e madre del ritorno. Ora pro nobis.

Donna della terra e madre dell’amore. Ora pro nobis. Ave Maria...

Ora lascia o Signore...

La tua presenza ha inondato d’amore

le nostre vite

e le nostre giornate.

Fra la tua gente resterai

per sempre vivo in mezzo a noi

fino ai confini del tempo

così ci accompagnerai.

Ora lascia o Signore...

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« Cammino adatto, scegliere la via… cosa significa questo?

Non stare fermi – un giovane non può stare fermo! – e camminare.

Ciò indica andare verso qualcosa; perché uno può muoversi e non

essere uno che cammina, ma un “errante”, che gira, gira, gira per la

vita… Ma la vita non è fatta per “girarla”, è fatta per “camminarla”, e

questa è la vostra sfida!

Da un lato, siete alla ricerca di ciò che veramente conta, che rima-ne stabile nel tempo ed è definitivo, siete alla ricerca di risposte che

illuminino la vostra mente e scaldino il vostro cuore non soltanto per

lo spazio di un mattino o per un breve tratto di strada, ma per sem-

pre. La luce nel cuore per sempre, la luce nella mente per sempre, il

cuore riscaldato per sempre, definitivo. Dall’altro lato, provate il forte timore di sbagliare – è vero, chi cammina può sbagliare –, provate la

paura di coinvolgervi troppo nelle cose – l’avete sentita, tante volte –,

la tentazione di lasciare sempre aperta una piccola via di fuga, che

all’occorrenza possa aprire sempre nuovi scenari e possibilità. …

Questa provvisorietà non fa bene; non fa bene perché ti fa venire la

mente buia e il cuore freddo. … Questo alimenta la superficialità nell’assunzione delle responsabilità, poiché nel profondo dell’animo

esse rischiano di venir considerate come qualcosa di cui ci si possa

comunque liberare. Oggi scelgo questo, domani scelgo quell’altro…

come va il vento vado io; o quando finisce il mio entusiasmo, la mia

prima tappa: il camminoil cammino

Dal Vangelo di Luca (24,13ss) In quello stesso giorno due di loro erano in cammino

per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici

chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di

tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e

discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.

[…] Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò

la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si apri-

rono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla

loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse

in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusa-

lemme.

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voglia, incomincio un’altra strada… E così si fa questo “girare” la vita,

proprio del labirinto. Ma il cammino non è il labirinto! Quando voi vi

trovate a girare in un labirinto, che prendo di qua, prendo di qua, prendo di qua… fermatevi! Cercate il filo per uscire dal labirinto; cer-

cate il filo: non si può bruciare la vita girando. … L’essere umano

aspira ad amare e ad essere amato. Questa è la nostra aspirazione

più profonda: amare e essere amato; e questo, definitivamente. » Dal discorso del Santo Padre Francesco

ai giovani delle Diocesi di Abruzzo e Molise – 05.07.2014

Preghiera: “Camminare la vita, mai girare la vita”

Gesù, tu ci sei sempre vicino; di più: sei dentro di noi e ci rendi entusiasti; se ti lasciamo fare, diventiamo capaci di contagiare gli altri, di fare vedere che tu vivi in noi. La tua presenza ci apre alla speranza e a desideri di pienezza, a dare significato al nostro futuro, alla nostra intera vita; ci fa intravedere il cammino adatto per ciascuno di noi e scegliere la via che ci porti sereni alla nostra realizzazione umana.

Con te non possiamo essere degli erranti che girano, girano e rigirano, senza sapere che la vita non è fatta per girarla come in un labirinto, ma per camminarla, aperta al definitivo. O Maria, tu ci sei sempre vicino, ci soccorri sempre: quando lavoriamo e quando siamo in cerca di lavoro, quando abbiamo le idee chiare e quan-do siamo confusi, quando la preghiera sgorga spontanea e quando il cuo-re è arido. Come buona Madre ci guidi a “camminare” la vita, mai “girare

la vita”!

Per la riflessione

Gesù si fa mio compagno di viaggio. Penso alla mia vita e mi

chiedo: in quali momenti ho sentito che il Signore è stato con

me?

Il senso della vita è abbracciare l’Amore in maniera definitiva.

Questo cosa vuol dire per me?

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« Amici, Gesù è il Signore del rischio, è il Signore del sempre

“oltre”. Gesù non è il Signore del confort, della sicurezza e della como-

dità. Per seguire Gesù, bisogna avere una dose di coraggio, bisogna

decidersi a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a

camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate, su strade che

possono aprire nuovi orizzonti, capaci di contagiare gioia, quella gioia

che nasce dall’amore di Dio, la gioia che lascia nel tuo cuore ogni ge-sto, ogni atteggiamento di misericordia. Andare per le strade seguen-

do la “pazzia” del nostro Dio che ci insegna a incontrarlo nell’affama-

to, nell’assetato, nel nudo, nel malato, nell’amico che è finito male,

nel detenuto, nel profugo e nel migrante, nel vicino che è solo. Andare

per le strade del nostro Dio che ci invita ad essere attori politici, per-sone che pensano, animatori sociali. Che ci stimola a pensare un’eco-

nomia più solidale di questa. In tutti gli ambiti in cui vi trovate, l’a-

more di Dio ci invita a portare la Buona Notizia, facendo della propria

vita un dono a Lui e agli altri. E questo significa essere coraggiosi,

questo significa essere liberi!

Potrete dirmi: Padre, ma questo non è per tutti, è solo per alcuni eletti! Sì, è vero, e questi eletti sono tutti quelli che sono disposti a

condividere la loro vita con gli altri. Allo stesso modo in cui lo Spirito

Santo trasformò il cuore dei discepoli nel giorno di Pentecoste .

… Il tempo che oggi stiamo vivendo non ha bisogno di “giovani-

divano”, ma di giovani con le scarpe, meglio ancora, con gli scarpon-cini calzati. Questo tempo accetta solo giocatori titolari in campo, non

c’è posto per riserve. Il mondo di oggi vi chiede di essere protagonisti

della storia perché la vita è bella sempre che vogliamo viverla, sempre

che vogliamo lasciare un’impronta.

… Mi dirai: Padre, ma io sono molto limitato, sono peccatore, cosa

posso fare? Quando il Signore ci chiama non pensa a ciò che siamo, a ciò che eravamo, a ciò che abbiamo fatto o smesso di fare.

seconda tappa: andare in frettaandare in fretta

Dal Vangelo di Luca (1,39ss)

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la

regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella

casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta

ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel

suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed

esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e bene-detto il frutto del tuo grembo!».

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Per la riflessione

Provo a scrivere il “mio” Magnificat: sarà la mia lode al Signore

per i suoi doni, per la sua presenza nella mia vita, per l’opera

che compie in me.

Al contrario: Egli sta guardando tutto quello che potremmo fare,

tutto l’amore che siamo capaci di contagiare. Per questo, oggi Gesù ti

invita, ti chiama a lasciare la tua impronta nella vita, un’impronta che segni la storia, che segni la tua storia e la storia di tanti. »

Dal discorso del Santo Padre Francesco ai giovani riuniti a Cracovia - 30.07.2016

Preghiera: il Magnificat di Maria «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

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« Come sapere se una cosa viene dallo Spirito Santo o se deriva

dallo spirito del mondo o dallo spirito del diavolo? L’unico modo è il

discernimento.

Il discernimento è necessario non solo in momenti straordinari, o

quando bisogna risolvere problemi gravi, oppure quando si deve pren-

dere una decisione cruciale. È uno strumento di lotta per seguire me-

glio il Signore. Ci serve sempre: per essere capaci di riconoscere i tempi di Dio e la sua grazia, per non sprecare le ispirazioni del Signo-

re, per non lasciar cadere il suo invito a crescere. Molte volte questo

si gioca nelle piccole cose, in ciò che sembra irrilevante, perché la ma-

gnanimità si rivela nelle cose semplici e quotidiane. Si tratta di non

avere limiti per la grandezza, per il meglio e il più bello, ma nello stes-so tempo di concentrarsi sul piccolo, sull’impegno di oggi. Pertanto

chiedo a tutti i cristiani di non tralasciare di fare ogni giorno, in dialo-

go con il Signore che ci ama, un sincero esame di coscienza. Al tempo

stesso, il discernimento ci conduce a riconoscere i mezzi concreti che

il Signore predispone nel suo misterioso piano di amore, perché non

ci fermiamo solo alle buone intenzioni. Anche se il Signore ci parla in modi assai diversi durante il nostro

lavoro, attraverso gli altri e in ogni momento, non è possibile prescin-

dere dal silenzio della preghiera prolungata per percepire meglio quel

linguaggio, per interpretare il significato reale delle ispirazioni che

terza tappa: il discernimentoil discernimento

Dagli Atti degli Apostoli (1, 15 ss)

In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli e disse:

«Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per

tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi,

cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui

è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testi-mone, insieme a noi, della sua risurrezione».

Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, sopranno-

minato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signo-

re, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due

tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e

apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte

cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

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pensiamo di aver ricevuto, per calmare le ansie e ricomporre l’insieme

della propria esistenza alla luce di Dio. Così possiamo permettere la

nascita di quella nuova sintesi che scaturisce dalla vita illuminata dallo Spirito. Parla, Signore »

Dall’Esortazione Apostolica del Santo Padre Francesco Gaudete et exsultate - 19.03.2018

Preghiera Spirito Santo,

Spirito di conoscenza, Spirito di Amore

Tu solo conosci la Verità, Tu solo puoi scrutare l’essenza e il vero significato di ogni realtà. Tu solo sai perfettamente ciò che è bene e ciò che è male per me.

Spirito di Dio io mi abbandono a Te. Non voglio sapere più di quello che devo sapere. Non voglio dire più di quello che devo dire. Non voglio nulla più di quello che hai deciso per me. Tu mi ami e conosci il mio bene. Spirito di Amore, effondi su di me tutto quello che ora posso ricevere da Te. Sia lode a Te.

Per la riflessione

Avverto il bisogno di fermarmi a riflettere sulla mia vita e sulle

scelte che devo compiere? Ho mai pensato di farmi aiutare in

un accompagnamento spirituale?

Per fare discernimento alla luce della Parola di Dio: Questa

Parola, quale consolazione mi porta? Cosa mi chiede? Con

quali scelte concrete posso metterla in pratica?

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« Non si tratta solamente di un combattimento contro il mon-

do e la mentalità mondana, che ci inganna, ci intontisce e ci rende

mediocri, senza impegno e senza gioia. Nemmeno si riduce a una lot-

ta contro la propria fragilità e le proprie inclinazioni (ognuno ha la

sua: la pigrizia, la lussuria, l’invidia, le gelosie, e così via). È anche

una lotta costante contro il diavolo, che è il principe del male.

… Di fatto, quando Gesù ci ha lasciato il “Padre Nostro” ha voluto che terminiamo chiedendo al Padre che ci liberi dal Maligno.

… Lui non ha bisogno di possederci. Ci avvelena con l’odio, con la

tristezza, con l’invidia, con i vizi.

Per il combattimento abbiamo le potenti armi che il Signore ci dà:

la fede che si esprime nella preghiera, la meditazione della Parola di Dio, la celebrazione della Messa, l’adorazione eucaristica, la Riconci-

liazione sacramentale, le opere di carità, la vita comunitaria, l’impe-

gno missionario.

In questo cammino, lo sviluppo del bene, la maturazione spirituale

e la crescita dell’amore sono il miglior contrappeso nei confronti del

male. » Dall’Esortazione Apostolica del Santo Padre Francesco

Gaudete et exsultate - 19.03.2018

quarta tappa: il il combattimentocombattimento

Dal Vangelo di Luca (Lc 22, 39ss)

Gesù uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi;

anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse

loro: «Pregate, per non entrare in tentazione».

Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in

ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la

tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per

confortarlo.

Entrato nella lotta, pregava più intensamente e il suo

sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra.

Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dor-

mite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla;

colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva

e si avvicinò a Gesù per baciarlo.

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Per la riflessione

In quali circostanze capita anche a me di lasciarmi avvelenare

con l’odio, con la tristezza, con l’invidia, con i vizi?

Le “armi della fede” di cui parla il Papa, quanto sono impor-

tanti nella mia vita? Ce n’è una in particolare che vorrei ri-

prendere in questo pellegrinaggio?

Preghiera: Non abbiate paura di piangere!

Ci sono domande che sembrano non avere risposte, che spesso si dicono solo con le lacrime, e davanti alle quali tu stesso o Dio, resti senza Parole: solo quando il cuore piange possiamo capire,

solo con gli occhi lavati dalle lacrime possiamo vedere; solo quando tu, Gesù, sei stato capace di piangere hai capito i nostri drammi e le nostre sofferenze. Hai pianto per l’amico morto, hai pianto nel tuo cuore per quella famiglia che aveva perso la figlia. Abbiamo bisogno di imparare da te a piangere, per questo ti diciamo: “insegnaci Signore a Piangere” e saremo capaci di vera compassione,

“lava i nostri occhi con le lacrime!” e vedremo quanto bisogno c’è di prossimità e di accoglienza, di farci carico delle molte croci che si continuano a fabbricare e mettere sulle spalle degli innocenti. Alla tua scuola impareremo a rispondere alle domande più angoscianti con il Silenzio o con la Parola che nasce dalle lacrime.

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« Quello che vorrei ricordare con questa Esortazione è soprat-

tutto la chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi, quel-

la chiamata che rivolge anche a te: “Siate santi, perché io sono san-

to”. … Questo dovrebbe entusiasmare e incoraggiare ciascuno a dare

tutto sé stesso, per crescere verso quel progetto unico e irripetibile

che Dio ha voluto per lui o per lei da tutta l’eternità: “Prima di for-

marti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato” (Ger 1,5). Anche per te. Per essere santi non è

necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Molte volte

abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro

che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni

ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascu-

no la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si

trova. … Lasciati trasformare, lasciati rinnovare dallo Spirito, affinché

ciò sia possibile, e così la tua preziosa missione non andrà perduta. Il

Signore la porterà a compimento anche in mezzo ai tuoi errori e ai

tuoi momenti negativi, purché tu non abbandoni la via dell’amore e rimanga sempre aperto alla sua azione soprannaturale che purifica e

illumina. »

quinta tappa: il Sì di Mariail Sì di Maria

Dal Vangelo di Luca (Lc 1, 26ss)

Entrando da Maria, l’angelo Gabriele disse: «Rallégrati,

piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che

senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non

temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ec-co, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Ge-

sù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il

Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà

per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà

fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo,

poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà

con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sa-

rà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente,

nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e que-

sto è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è im-possibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Si-

gnore: avvenga per me secondo la tua parola».

Dall’Esortazione Apostolica del Santo Padre Francesco Gaudete et exsultate — 19.03.2018

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Preghiera: Salmo 138

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo

e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri,

mi scruti quando cammino e quando riposo.

Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora

sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano.

Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo.

Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza?

Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti.

Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là

mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»;

nemmeno le tenebre per te sono oscure,

e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce.

Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia

madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Non ti erano nascoste le mie

ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità del-

la terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto

nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva

uno. Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro nu-

mero, o Dio! Se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora. Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i

miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via

della vita.

Per la riflessione

Il Signore mi conosce fin dal grembo materno. Che effetto mi

fa pensare al suo sguardo di benevolenza che mi accompagna

da sempre?

C’è una missione che il Signore vuol compiere con me anche

in mezzo ai miei errori. Quale? C’è qualcosa che mi impedisce

di aprirmi al suo perdono?

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« … Il nostro Dio, è un Dio delle parole, è un Dio dei gesti, è

un Dio dei silenzi. Il Dio delle parole, lo sappiamo perché nella Bibbia

Dio ci parla, ci cerca. Il Dio dei gesti è il Dio che va. Pensiamo alla

parabola del Buon Pastore che va a cercarci, che ci chiama per nome,

che ci conosce meglio di noi stessi, che sempre ci aspetta, che sempre

ci perdona, che sempre ci capisce con gesti di tenerezza. E poi il Dio

del silenzio. Pensate ai grandi silenzi nella Bibbia: ...il più grande silenzio di Dio è stato la Croce: Gesù ha sentito il silenzio del Padre,

fino a definirlo “abbandono”: “Padre perché mi hai abbandonato?”. E

poi, è successo quel miracolo di Dio, quella parola, quel gesto gran-

dioso che è stata la Risurrezione. Il nostro Dio è anche il Dio dei si-

lenzi e ci sono silenzi di Dio che non si possono spiegare se tu non guardi il Crocifisso. Per esempio, perché soffrono i bambini? Dove tro-

vi una parola di Dio che spieghi perché soffrono i bambini? Questo è

uno dei grandi silenzi di Dio. E il silenzio di Dio non dico che si può

“capire”, ma possiamo avvicinarci ai silenzi di Dio guardando il Cristo

crocifisso. “Ma Dio ci ha creati per essere felici” – “Sì, è vero”.

Ma Lui, tante volte tace. Io non posso ingannarti dicendo: “No, tu abbi fede e andrà tutto bene, sarai felice, avrai una buona fortuna,

avrai soldi …”: No, il nostro Dio sta anche in silenzio. Ricordati: è il

Dio delle parole, il Dio dei gesti e il Dio dei silenzi, queste tre cose de-

vi unirle nella tua vita. Scusami. Non ho un’altra “ricetta”. » Dal discorso del Santo Padre Francesco

ai giovani di Napoli—21.03.2015

sesta tappa: fede e speranzafede e speranza

Dal Vangelo di Luca (Lc 5, 4ss)

Gesù disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre

reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo fati-

cato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua

parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità

enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fe-cero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad

aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche

fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro

si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allonta-

nati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti

aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pe-sca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli

di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone:

«Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, ti-

rate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

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Per la riflessione

Oggi per te cosa significa “gettare le reti” fidandoti della Parola

di Gesù?

Quali interrogativi mi porto nel cuore? Dio oggi ha una parola

per me o fa silenzio?

Preghiera: Tenete viva la speranza

Oggi tu bussi alla porta del nostro cuore, al cuore di ognuno, e ci chiami ad alzarci, ad essere pienamente desti e attenti, a vedere le cose che nella vita contano davvero. E ancora di più ci chiedi di andare per le strade e le vie di questo mondo e bussare alla porta dei cuori degli altri, invitandoli ad accoglierti nella loro vita. In questo nostro riunirci come giovani ci fai scorgere qualcosa di ciò che

la Chiesa è chiamata ad essere secondo il tuo eterno progetto, quello di adoperarsi a edificare un mondo in cui tutti vivano insieme in pace e amicizia, superando le barriere, superando le divisioni, rifiutando la violenza e il pregiudizio. Molti nostri amici e coetanei, anche se circondati da una grande prosperità materiale, soffrono di povertà spirituale, di solitudine e silenziosa disperazione; sono derubati della Speranza

e in troppi casi anche della vita stessa. Tu ci chiami a farci vicini, a farci loro prossimo per testimoniare il Vangelo della Speranza, il Vangelo di Gesù Cristo e la promessa del suo Regno. Facci dono del tuo Spirito perché Egli solo può portare nuova vita al cuore di ogni uomo e trasformare ogni situazione, anche quelle apparentemente senza Speranza.

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Arrivo alla VernaArrivo alla Verna

Rendiamo gloria a Dio che ci dona un particolare tempo di grazia.

Arrivati in questo luogo benedetto, ci impegniamo a rinnovare tutta la

nostra vita.

Questo santuario è segno di una casa non costruita da mano d'uo-

mo, cioè il corpo di Cristo di cui siamo pietre vive e scelte, edificate su di lui, pietra angolare.

Mentre proseguiamo verso Roma, desideriamo vivere in conformità

alla nostra vocazione, che ci fa figli e figlie di Dio, fratelli tra noi.

A noi egli affida la missione di diventare suoi discepoli per annuncia-

re le opere che Egli ha compiuto in noi. Il Signore benedica i passi finora compiuti e quelli futuri. Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Preghiera: Con le parole di S. Francesco, lodiamo Dio Altissimo

Tu sei santo, o Signore, unico Dio, che compi opere meravigliose. Tu sei forte,

tu sei grande, tu sei l’altissimo onnipotente, tu, Padre santo, Re del cielo e della terra, tu, unico Dio in tre persone, Signore Iddio degli dei. Tu il bene, ogni bene,

il sommo bene, Signore, Dio vivo e vero. Tu sei amore, carità, tu sei sapienza, tu sei umiltà, tu sei pazienza, tu sei bellezza,

tu sei riposo, tu sei sicurezza,

tu sei gioia e letizia, tu sei la nostra speranza, tu sei giustizia, tu sei comprensione,

tu ogni nostra sovrabbondante ricchezza. Tu sei splendore, tu sei mansuetudine, tu sei protettore, custode e difensore, tu sei fortezza,

tu sei sollievo, tu sei la nostra speranza, tu sei la nostra fede, tu sei la nostra carità, tu sei la nostra dolcezza, tu sei la nostra eterna vita, Dio onnipotente,

misericordioso, Salvatore. (San Francesco d’Assisi)

Consegna della pergamena

Canto: Proteggi Tu il mio cammino (pag. 2)

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« Il vero amore è amare e lasciarmi amare. E’ più difficile la-

sciarsi amare che amare. Per questo è tanto difficile arrivare all’amore

perfetto di Dio, perché possiamo amarlo, ma la cosa importante è la-

sciarsi amare da Lui. Il vero amore è aprirsi a questo amore che ci

precede e che ci provoca una sorpresa. Se voi avete solo tutta l’infor-

mazione siete chiusi alle sorprese; l’amore ti apre alle sorprese, l’amo-

re è sempre una sorpresa perché presuppone un dialogo a due. Tra chi ama e chi è amato. E di Dio diciamo che è il Dio delle sorprese

perché Lui ci ha amati per primo e ci aspetta con una sorpresa. Dio ci

sorprende. Lasciamoci sorprendere da Dio! E non abbiamo la psicolo-

gia del computer di credere di sapere tutto. Com’è questa cosa? Un

attimo e il computer ti dà tutte le risposte, nessuna sorpresa. Nella sfida dell’amore Dio si manifesta con delle sorprese. Pensiamo a san

Matteo: era un buon commerciante, in più tradiva la sua patria per-

ché prendeva le tasse dei giudei per darle ai romani, era pieno di soldi

e prendeva le tasse. Passa Gesù, lo guarda e gli dice: vieni! Quelli che

stavano con Lui dicono: Chiama questo che è un traditore, un infa-

me? E lui si attacca al denaro. Ma la sorpresa di essere amato lo vin-ce e segue Gesù. Quella mattina quando aveva salutato sua moglie

non avrebbe mai pensato che sarebbe tornato senza denaro e di fretta

per dire a sua moglie di preparare un banchetto. Il banchetto per co-

lui che lo aveva amato per primo. Che lo aveva sorpreso con qualcosa

settima tappa: l’Amorel’Amore

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 21, 15ss)

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro:

«Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispo-

se: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse:

«Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta:

«Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Si-gnore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie

pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni,

mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta

gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu cono-

sci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le

mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giova-ne ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vec-

chio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove

tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli

avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

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Dal discorso del Santo Padre Francesco ai giovani riuniti in Manila - 18.01.2015

di più importante di tutti i soldi che aveva.

Lasciati sorprendere dall’amore di Dio! Non abbiate paura delle

sorprese, che ti scuotono, ti mettono in crisi, ma ci mettono in cam-mino. Il vero amore ti spinge a spendere la vita anche a costo di rima-

nere a mani vuote. Pensiamo a san Francesco: lasciò tutto, morì con

le mani vuote ma con il cuore pieno. »

Per la riflessione

Oggi Gesù mi chiama per nome e rivolge a me la sua parola:

«mi ami?» Rimango con questa domanda e la faccio risuonare

nel mio cuore.

Quale risposta mi sento di dare?

Preghiera: Sospinti dall’Amore più grande

Signore, Tu ci insegni dandocene l’esempio, che l’amore è più nelle opere che nelle parole; l’amore è concreto non è dire semplicemente “Ti Amo!”, ma fare per amore, dare l’amore. Leggendo la Bibbia noi ci rendiamo conto che questo è il modo proprio di agire di Dio.

Quando ha incominciato a parlare dell’amore ha scelto e si è lasciato coinvolgere con il “suo” popolo, ha fatto alleanza con lui, l’ha salvato, l’ha perdonato tante volte, ha pazientato, non lo ha mai abbandonato a se stesso. L’Amore si è fatto attenzione, dialogo, ascolto, risposta; l’Amore non è né sordo né muto, si comunica. Gesù, fa crescere in noi questo modo di amare ed essere simili a te,

crescere nella comunione con Te e con quanti sono miei fratelli e sorelle.