© 2000 by Arvan s.r.l. Mira–Venezia tel +39 041 5609273 [email protected] Le schede di sicurezza...
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Le schede di sicurezza
Riccardo Calzavara
Dottore in scienze ambientaliARVAN s.r.l. Via Gramsci 59, Mira–Venezia
tel. 041.569273 – [email protected]
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Un problema sottovalutato
• in agricoltura si registrano più di 100.000 incidenti sul lavoro all’anno
• negli ultimi anni sono state registrate più di 200 morti di lavoratori
• in confronto al numero di addetti, tali valori sono del tutto analoghi a quelli dell’industria, generalmente considerata più pericolosa
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Alcune cause• una parte rilevante degli incidenti e
delle malattie professionali sono legati all’impiego di prodotti chimici
• tra questi i fitofarmaci sono sicuramente i più dannosi
• ma anche i fertilizzanti non sono privi di pericoli, che possono essere prevenuti solo se si dispone di adeguate conoscenze
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La normativa• Normativa europeaa: direttiva CEE 92/32
• Recepita in Italia con D.Lgs. 3 febbraio
1997, n. 52
• Disciplina la classificazione, l’imballaggio
e l’etichettatura delle sostanze
pericolose
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Art. 25 del D.Lgs. 3/2/97, n.52
• Per consentire agli utilizzatori
professionali di prendere le misure
necessarie per la protezione
dell'ambiente, nonché della salute e
della sicurezza sul luogo di lavoro
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Art. 25 del D.Lgs. 3/2/97, n.52
• il fabbricante, l'importatore o il distributore che immette sul mercato una sostanza pericolosa deve fornire gratuitamente, su supporto cartaceo o per via elettronica, al destinatario della sostanza stessa, una scheda informativa in materia di sicurezza in occasione o anteriormente alla prima fornitura; egli è tenuto altresì a trasmettere, ove sia venuto a conoscenza di ogni nuova informazione al riguardo, una scheda aggiornata.
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Classi di sostanze pericolose
Classe di pericolo Sim. Classe di pericolo Sim.
Esplosivo E Corrosivo C
Comburente O Irritante X o Xi
Estremamente infiam. F+ Sensibilizzante
Facilmente infiam. F Cancerogeno
Infiammabile F Mutageno
Molto tossico T+ Tox ciclo riproduttivo
Tossico T Pericol. per l’ambiente N
Nocivo X
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Art. 25 del D.Lgs. 3/2/97, n.52
• La scheda deve essere redatta
in lingua italiana,
nell'osservanza delle
disposizioni da adottarsi con
decreto del Ministro della sanità
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Il Decreto• Il decreto del Ministro della Sanità
che dispone come vanno redatte le schede di sicurezza è del 4 aprile 1997 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 luglio 1997, n. 169
• Le schede di sicurezza vanno obbligatoriamente articolate in 16 punti
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I 16 punti• Elementi identificativi della
sostanza o del preparato e della società/impresa
• Composizione/informazione sugli ingredienti
• Indicazione dei pericoli• Misure di pronto soccorso• Misure antincendio• Misure in caso di fuoriuscita
accidentale• Manipolazione e stoccaggio• Controllo
dell’esposizione/protezione individuale
• Proprietà fisiche e chimiche
• Stabilità e reattività• Informazioni
tossicologiche• Informazioni
ecologiche• Considerazioni sullo
smaltimento• Informazioni sul
trasporto• Informazioni sulla
regolamentazione• Altre informazioni
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1.1 Elementi identificativi della sostanza o del
preparato
• La denominazione utilizzata per l’identificazione deve essere identica a quella figurante sull’etichetta. Nel caso di concimi, correttivi o ammendanti va quindi indicata la denominazione secondo dalla legge 748/1984. Se esistono altri elementi identificativi, questi possono essere riportati.
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1.1 Esempio•NITRATO AMMONICO
•1.1. Identificazione del preparato:
•Denominazione Legge 748/1984: Nitrato ammonico
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1.2 Elementi identificativi della società/impresa
• È necessaria l'identificazione del responsabile dell’immissione sul mercato, di cui va riportato l'indirizzo completo ed il numero di telefono, sia che si tratti del fabbricante, dell’importatore o del distributore.
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1.2 Esempio• 1.2. Responsabile dell’immissione
in commercio:• Mario Rossi s.r.l.• Via Roma 141• 30034 Mira VE (041)1234567
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1.3 Chiamate d'emergenza
• Per completare le informazioni summenzionate, indicare il numero telefonico di chiamata urgente della società e/o di un organismo ufficiale di consultazione.
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1.3 Esempio• 1.3. Per chiamate di emergenza:
(041)1234568
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2. Composizione/informazione sugli ingredienti
• L’informazione fornita deve permettere al destinatario di identificare agevolmente i rischi rappresentati dalla sostanza o dal preparato.Vanno indicati il nome chimico della sostanza o delle varie sostanze componenti il preparato, il loro numero di registro C.A.S ed EINECS, gli eventuali sinonimi, i simboli di pericolo e le frasi di rischio (frasi R)
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Le sigle• C.A.S. = Numero di Chemical
Abstract Service, designazione numerica che indica il n° di registro assegnato ad una sostanza (o ad una miscela). Utilizzato nella gestione di banche dati delle sostanze chimiche dalla CEE e da Organismi Internazionali per definire, in maniera inequivocabile, l'identità di una sostanza chimica. Viene assegnato dalla American Chemical Society's Chemical Abstract Service.
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Le sigle
• EINECS = European Inventory of Existing Commercial Substances. È l'inventario Europeo delle sostanze commerciali esistenti. Esso contiene l'elenco definitivo delle sostanze considerate presenti sul Mercato Comunitario alla data del 18 Settembre 1981
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Le sigle
• Frasi R = Frasi di contenuto standard definite dalla Comunità Europea ed indicanti i rischi particolari che derivano dal pericolo insito nell'uso di una sostanza o di un preparato pericolosi. Note come "frasi di rischio"
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2. Esempio• Nome chimico: Nitrato ammonico• N° Registro C.A.S.: 6484–52–2• N° Registro EINECS: 229–347–8• Nomenclatura C.A.S.: Ammonium
nitrate• Sinonimi: Ammonio nitrato, sale
ammonico dell’acido nitrico• Simboli di pericolo: O comburente – Xi
Irritante• Frasi di rischio: R8; R36/37/38
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3. Indicazione dei pericoli
• È necessario riportare in modo chiaro e succinto i rischi più importanti che presenta la sostanza o il preparato, in particolare i principali rischi per la salute e per l’ambiente.
• Vanno descritti gli effetti dannosi, più importanti per la salute dell’uomo (effetti acuti e cronici) ed i sintomi che insorgono in seguito all’uso e al cattivo uso ragionevolmente prevedibile.
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3. Indicazione dei pericoli
• L’informazione deve essere ripartita in diversi paragrafi in funzione delle varie vie di esposizione, vale a dire inalazione, contatto con la pelle e con gli occhi e ingestione.
• Queste informazioni devono essere compatibili con quelle che figurano effettivamente sull’etichetta senza però ripeterle.
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3. Esempio• ATTENZIONE! Forte ossidante. Il contatto
con altri materiali può provocare l’incendio (cfr. 10).
• Può provocare metaemoglobinemia, caratterizzata da vertigini, sonnolenza, cefalea, difficoltà respiratorie, cianosi, tachicardia e colorazione bruna del sangue. Può produrre irritazioni degli occhi e della pelle. Può provocare gravi irritazioni degli apparati respiratorio e digestivo con possibili ustioni.
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3. Esempio• Organi colpiti: globuli rossi.• Effetti potenziali sulla salute:• Contatto con gli occhi: Può
causare irritazione degli occhi. Provoca rossore e fastidio.
• Contatto cutaneo: Può causare irritazione della pelle. Provoca rossore e fastidio.
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3. Esempio• Ingestione: L’ingestione di notevoli quantità
può causare irritazione gastrointestinale e metaemoglobinemia
• Inalazione: Può provocare metaemoglobinemia, cianosi, convulsioni, tachicardia, dispnea e morte. Può provocare gravi irritazioni del tratto respiratorio, con tosse, difficoltà respiratorie ed edema polmonare. L’inalazione di elevate quantità provoca acidosi sistemica e metaemoglobinemia
• Effetti cronici: Informazioni non disponibili.
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4. Misure di pronto soccorso
• Bisogna descrivere le misure di pronto soccorso ricordando comunque di specificare se è necessaria un’immediata consultazione medica.
• L’informazione sul pronto soccorso deve essere breve e di facile comprensione per l’infortunato, per le persone a lui vicine e per coloro che prestano i primi soccorsi. I sintomi e gli effetti devono essere descritti succintamente e le istruzioni devono indicare cosa si debba fare subito in caso di infortunio e quali effetti ritardanti siano da attendersi a seguito dell’esposizione.
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4. Misure di pronto soccorso
• L’informazione deve essere ripartita in diversi paragrafi in funzione delle varie vie di esposizione, vale a dire inalazione, contatto con la pelle e con gli occhi e ingestione.
• Indicare se è necessaria o consigliabile la consultazione di un medico.
• Per taluni prodotti può essere importante sottolineare che devono essere messi a disposizione sul posto di lavoro dei mezzi speciali per consentire il trattamento specifico ed immediato.
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4. Esempio• Occhi: Irrigare immediatamente e
abbondantemente con acqua corrente per almeno 15 minuti sollevando di tanto in tanto le palpebre superiori ed inferiori. Richiedere l’intervento medico.
• Pelle: Richiedere l’intervento medico. Lavare immediatamente la pelle con abbondante acqua e sapone per almeno 15 minuti e nel frattempo rimuovere abiti e scarpe contaminati.
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4. Esempio• Ingestione: NON indurre il vomito. Se
la vittima è conscia e vigile, fargli ingerire 2–4 tazze di latte o acqua. Non far ingerire nulla a persone in stato di incoscienza. In caso di vomito tenere la testa bassa, in maniera da prevenire l’aspirazione del vomito stesso nel tratto respiratorio. Richiedere l’intervento medico.
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4. Esempio• Inalazione: Allontanare dalla fonte di
esposizione e portare l’infortunato all’aria aperta. Se non respira, praticare la respirazione artificiale. In caso di respirazione difficoltosa, somministrare dell’ossigeno. Richiedere l’intervento medico.
• Note per il Medico: Sotto la responsabilità di personale medico qualificato, somministrazioni per indovena di blu di metilene possono essere utili nel trattamento della metaemoglobinemia.
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5. Misure antincendio• Vanno indicate le prescrizioni per la lotta contro gli
incendi causati dal prodotto chimico e che si sviluppano nelle vicinanze della sostanza o del preparato precisando:
• i mezzi di estinzione appropriati;• i mezzi di estinzione che non devono essere usati per
ragioni di sicurezza;• eventuali rischi fisici di esposizione derivanti dalla
sostanza o dal preparato stesso, dai prodotti di combustione, dai gas prodotti;
• l’equipaggiamento speciale di protezione per gli addetti all’estinzione degli incendi.
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5. Esempio• Informazioni generali: Forte ossidante. Il
contatto con materiali combustibili può provocare l’incendio.
• Indossare appropriati abiti protettivi per prevenire contatti con la pelle e gli occhi. Utilizzare idoneo autorespiratore per prevenire il contatto con i prodotti della decomposizione termica.
• Può esplodere in presenza di temperature elevate, soprattutto se contaminato con sostanze ossidabili
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5. Esempio• Mezzi di estinzione: Per incendi
limitati utilizzare acqua, Non impiegare segatura, acqua salata, polvere chimica, sabbia, anidride carbonica, schiuma o estintori a secco. Utilizzate acqua per raffreddare il prodotto esposto al fuoco. Assicurarsi che l’ acqua utilizzata per spegnere l’incendio non defluisca nelle acque superficiali.
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5. Esempio• Temperatura di
autoaccensione: non nota.• Punto di infiammabilità: non
applicabile.• Limiti di esposizione:• Inferiore: non disponibile.• Superiore: non disponibile.
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6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale
• A seconda della sostanza o del preparato in questione, possono essere necessarie informazioni in merito:
• alle precauzioni individuali: rimozione delle fonti di ignizione, predisposizione di un’adeguata ventilazione o di una protezione respiratoria, lotta contro le polveri, prevenzione del contatto con la pelle e con gli occhi;
• alle precauzioni ambientali: tenere il prodotto/materiale chimico lontano da scarichi, dalle acque di superficie e sotterranee e dal suolo, eventuale necessità di dare l’allarme al vicinato;
• ai metodi di pulizia: uso di materiale assorbente (ad es. sabbia, farina fossile, legante acido, legante universale, segatura, ecc.) riduzione di gas/fumi sviluppatisi mediante acqua, diluizione.
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6. Esempio• Informazioni generali: Utilizzate un adatto
equipaggiamento protettivo personale, come indicato nella Sezione 8.
• Precauzioni ambientali: tenere lontano da scarichi, dalle acque di superficie e sotterranee e dal suolo.
• Sversamenti e perdite: Aspirare o raccogliere il materiale e porlo in un contenitore adatto per avviarlo allo smaltimento (cfr. 13). Evitate di provocare polvere. Utilizzare acqua nebulizzata per disperdere gas/vapori e polveri. Provvedere alla ventilazione. Lavare la zona inquinata con acqua, evitandone la dispersione nelle acque superficiali o sul suolo. Non mescolare il prodotto con segatura o altri prodotti infiammabili.
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7. Manipolazione e stoccaggio
• Vanno descritte le precauzioni per una manipolazione sicura comprendenti informazioni sugli accorgimenti tecnici quali: la ventilazione locale e generale, le misure per prevenire la formazione di aerosol e polveri nonché il fuoco e qualsiasi altra prescrizione specifica o norma relativa alla sostanza o al preparato se possibile con una breve descrizione.
• Vanno indicate le condizioni per uno stoccaggio sicuro fra cui la progettazione specifica dei locali e dei contenitori, i materiali incompatibili, le condizioni di stoccaggio impianto elettrico speciale, prevenzione dall’accumulo di elettricità statica. All’occorrenza indicare i limiti quantitativi in condizioni di stoccaggio. Fornire in particolare eventuali indicazioni quali il tipo di materiale utilizzato per l’imballaggio ed i contenitori della sostanza o del preparato.
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7. Esempio• Manipolazione: Utilizzare in presenza
di adeguata ventilazione. Evitare di respirare le polveri, i vapori o i gas. Evitare il contatto con gli occhi, la pelle e i vestiti. Evitare l’ingestione e l’inalazione. Lavarsi accuratamente dopo l’uso. Non esporre il prodotto a fiamme libere o fonti di calore ed evitarne la contaminazione con sostanze incompatibili
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7. Esempio• Stoccaggio: Conservare in un area non
accessibile a persone non autorizzate. Conservare in un area fresca, asciutta, ben ventilata, lontana da sostanze incompatibili o da combustibili (cfr. sezione 10). Evitare lo stoccaggio in prossimità di fonti di calore e fiamme libere. Nei locali di deposito o lavorazione prevedere impianti elettrici di sicurezza e antincendio conformi alle norme vigenti. Stoccaggi superiori alle 1250 tonnellate sono soggetti al D.Lgs 334/1999.
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8. Controllo dell’esposizione protezione individuale
• S’intende per mezzo di controllo dell’esposizione tutta la gamma di misure precauzionali da adottare durante l’uso onde ridurre al minimo l’esposizione del lavoratore. Prima che si renda necessario l’equipaggiamento di protezione individuale, dovrebbero esser presi provvedimenti di natura tecnica. A tale fine occorre dare informazioni in merito al progetto del sistema, ad esempio confinamento. Indicare, con il loro riferimento, eventuali parametri specifici di controllo quali valori limite forniti da ACGIH, NIOSH, OSHA o standard biologici.
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8. Controllo dell’esposizione protezione individuale
• Nel caso in cui occorra una protezione individuale, specificare il tipo di equipaggiamento in grado di fornire l’adeguata protezione:
• protezione respiratoria: in caso di gas, vapori o polveri pericolosi, prevedere la necessità di adeguate attrezzature di protezione quali autorespiratori, maschere e filtri adatti;
• protezione delle mani: indicare il tipo di guanti da indossare durante la manipolazione del prodotto chimico. Se necessario, indicare eventuali accorgimenti supplementari per la protezione della pelle o delle mani;
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8. Controllo dell’esposizione protezione individuale
• protezione degli occhi: specificare il tipo di dispositivo richiesto per la protezione degli occhi, quali: occhiali di sicurezza, visiere, schermo facciale;
• protezione della pelle:ove non si tratti della pelle delle mani, specificare il tipo e la qualità dell’equipaggiamento di protezione richiesto, quale: grembiule, stivali, indumenti protettivi completi.
• Se necessario, indicare le misure di igiene particolari.
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8. Esempio• Dispositivi di sicurezza: I locali di
stoccaggio o impiego del materiale devono essere attrezzati con lavaocchi e lavandini di sicurezza. Utilizzate adeguati impianti di ventilazione per mantenere basso il livello del prodotto nell’aria.
• Limiti di esposizione: Non elencato da ACGIH, NIOSH e OSHA. Nessun limite ammissibile di esposizione (PEL) è previsto dall’OSHA per questo prodotto.
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8. Esempio• Equipaggiamenti di protezione personale• Protezione respiratoria: Utilizzare una mascherina o
altra attrezzatura che filtri le polveri.• Protezione delle mani: Indossare guanti
impermeabili.• Protezione degli occhi: Indossare appropriati
occhiali protettivi di sicurezza e schermi protettivi per la faccia.
• Protezione della pelle: Indossare abiti impenetrabili completi per minimizzare il contatto con la pelle.
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9. Proprietà fisiche e chimiche
• Aspetto: indicare lo stato fisico (solido, liquido, gassoso) ed il colore della sostanza o del preparato all’atto della fornitura.
• Odore: qualora sia percepibile, descrivere succintamente.
• pH: indicare il pH della sostanza o del preparato al momento della fornitura o di una soluzione acquosa; in quest’ultimo caso indicarne la concentrazione.
• Punto/intervallo di ebollizione
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9. Proprietà fisiche e chimiche
• Punto/intervallo di fusione• Punto di infiammabilità• Infiammabilità (solidi, gas) • Autoinfiammabilità• Proprietà esplosive• Proprietà comburenti• Pressione di vapore• Densità relativa• Solubilità• Coefficiente di ripartizione: n–ottanolo/acqua
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9. Esempio• Aspetto solido, perle biancastre• Odore leggermente ammoniacale• pH 5,4 (soluzione 0,1 M)• Punto di ebollizione si decompone prima• dell’ebollizione• Punto di fusione 169°C• Temperatura di decomposizione 210°C• Autoinfiammabilità non nota• Proprietà esplosive non note
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9. Esempio• Proprietà comburenti cfr. sezioni 5 e 10• Densità relativa (acqua=1) 1,725• Solubilità in acqua 1870 g/l (20°C)• Solubilità nei principali
solventi organici in alcol 38 g/l (20°C)• Coeff. ripart. n–ottanolo/acqua non noto
• Formula molecolare NH4NO3
• Peso molecolare 80,04
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10. Stabilità e reattività
• Questa voce riguarda la stabilità della sostanza o del preparato chimico e la possibilità che si verifichino reazioni pericolose in determinate circostanze. Vanno descritte:
• le condizioni da evitare quali temperatura, pressione, luce, urti, ecc. che possono provocare una reazione pericolosa e, se possibile, darne una breve descrizione.
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10. Stabilità e reattività• le materie da evitare quali acqua, aria, acidi, basi
ossidanti o altre sostanze specifiche che possono provocare una reazione pericolosa e le sostanze pericolose prodotte in quantità pericolose in seguito a decomposizione e, se possibile, darne una breve descrizione. In particolare vanno considerate la necessità e la presenza di stabilizzanti, la possibilità di una reazione esotermica pericolosa, l'eventuale rilevanza per la sicurezza di un mutamento dell’aspetto fisico della sostanza o del preparato, gli eventuali prodotti di decomposizione pericolosi in seguito a contatto con acqua e la possibilità di degradazione con formazione di prodotti instabili.
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10. Esempio• Stabilità chimica: Stabile a temperature e
pressioni ordinarie. Può decomporsi se riscaldato.
• Condizioni da evitare: Temperature elevate, contatto con fiamme libere, combustibili, materiali incompatibili, forti riducenti, acidi forti, polveri metalliche.
• Prodotti di decomposizione pericolosi: Ammoniaca, ossidi di azoto.
• Polimerizzazioni pericolose: Non avvengono.
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10. Esempio• Materie da evitare: Incompatibile con
combustibili, acido acetico, cloruro ammonico, carbonio, cloruri, solfato di rame, clorato potassico, sostanze organiche, solfato ammonico e di potassio, ipoclorito di sodio, perclorato di sodio, solfato ammonico, zolfo, sostanze riducenti, acidi forti, polveri metalliche (alluminio, rame, piombo, magnesio, sodio, cadmio, ecc.). A contatto con tali materiali può dare reazioni esotermiche pericolose, soprattutto in presenza di fonti di calore.
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11. Informazioni tossicologiche
• Questa voce tiene conto della necessità di una descrizione concisa ma completa e comprensibile dei vari effetti tossicologici (sulla salute) che possono insorgere qualora l’utilizzazione entri in contatto con la sostanza o il preparato.
• Vanno riportati il numero di RTECS della sostanza o delle varie sostanze componenti il preparato, gli effetti tossici e nocivi che possono derivare dall’esposizione alla sostanza o al preparato (tossicita acuta e cronica), sulla base dell’esperienza o di conclusioni tratte da esperimenti scientifici, le informazioni sulle diverse vie di esposizione (inalazione, ingestione o contatto con la pelle o con gli occhi), unitamente alla descrizione dei sintomi legati alle caratteristiche fisiche, chimiche e tossicologiche.
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11. Informazioni tossicologiche
• Vanno, inoltre, riportati gli eventuali effetti ritardati e immediati in seguito a esposizione breve o prolungata: ad esempio effetti sensibilizzanti, cancerogeni, mutageni, tossici per la riproduzione compresi gli effetti teratogeni, nonché narcotizzanti.
• RTECS Registry of Toxic Effects of Chemical Substances. Registro edito dal NIOSH che indica gli effetti tossici delle sostanze chimiche
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11. Esempio• Registry of Toxic Effects of Chemical
Substances (RTECS) CAS 6484–52–2: BR9050000
• Tossicità acuta: DL50 orale = 2.217 mg/kg (ratto).
• Carcinogenicità: non elencata da ACGIH, IARC, NIOSH, NTP, o OSHA.
• Tossicità cronica: non riferite evidenze di tale effetto.
• Teratogenesi: non riferite evidenze di tale effetto.
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11. Esempio• Effetti sulla riproduzione: non riferite
evidenze di tale effetto.• Neurotossicità: non riferite evidenze di tale
effetto.• Potere sensibilizzante: non riferite
evidenze di tale effetto.• Corrosività/potere irritante: • Pelle: può dare blanda irritazione• Occhi: può dare irritazione per contatto
prolungato
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12. Informazioni ecologiche• In questa voce bisogna tenere conto degli
effetti, del comportamento e della trasformazione nell’ambiente della sostanza o del preparato a seconda della loro natura e dei relativi metodi di utilizzazione ragionevolmente prevedibili. Analoghe informazioni debbono essere fornite per i prodotti pericolosi derivanti dalla degradazione di sostanze e preparati.
• Alcuni esempi alla prossima diapositiva
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12. Informazioni ecologiche• Mobilità: distribuzione per comparto
ambientale nota o stimata, tensione superficiale, ecc.
• Degradabilità: degradazione biotica e abiotica, persistenza;
• Accumulazione: potenziale di bioaccumulazione, bioamplificazione;
• Ecotossicità: organismi acquatici, piante e animali terrestri, organismi del terreno,
• Altri effetti negativi
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12. Esempio• Mobilità: Facilmente trasportato in soluzione
dall’acqua. Nel terreno lo ione ammonio viene trattenuto dai colloidi. È assorbita da microrganismi e vegetali superiori.
• Persistenza e degradabilità: Nell’acqua e soprattutto nel terreno i prodotti di decomposizione sono rapidamente assorbiti dai microrganismi e dai vegetali superiori.
• Tossicità acquatica ed ecotossicità: Negli ecosistemi acquatici può favorire l’eutrofizzazione.
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13. Considerazione sullo smaltimento
• Se lo smaltimento della sostanza o del preparato (eccedenza o residui risultati dall’utilizzazione prevedibile) comporta un rischio, bisogna fornire una descrizione di detti residui e l’informazione relativa alla loro manipolazione sotto l’aspetto della sicurezza.Indicare metodi di smaltimento idonei, compresi quelli per i contenitori contaminati (riciclaggio, messa in discarica, ecc.). È necessario fare riferimento ad eventuali normative comunitarie in merito ai residui. In loro mancanza, è opportuno ricordare all’utilizzatore che possono essere in vigore disposizioni nazionali o regionali.
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13. Esempio• Smaltire le eccedenze e i residui in
conformità delle normative comunitarie, nazionali e regionali.
• Il prodotto anche se inumidito, impaccato o imbrattato con prodotti non pericolosi (cfr. sezione 10), può essere comunque utilizzato in agricoltura come fertilizzante.
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13. Esempio• Lo smaltimento può essere effettuato per
deposito in discarica o trattamento in ambiente terrestre.
• I residui sono classificabili come rifiuti pericolosi ai sensi del D.Lgs. 22/1997 e della direttiva 91/689/CEE, codice 02 01 05.
• Il contenitore usato non dev’essere disperso nell’ambiente. Il contenitore usato può essere riciclato, incenerito o utilizzato per la produzione di energia in impianti autorizzati.
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14. Informazioni sul trasporto
• Vanno indicate tutte le precauzioni particolari di cui un utilizzatore deve essere consapevole e che deve seguire per quanto concerne il trasporto o la movimentazione all’interno o all’esterno dell’azienda.
• Possono anche essere fornite informazioni complementari conformemente alla raccomandazione delle Nazioni Unite e agli accordi internazionali concernenti il trasporto e l’imballaggio di prodotti pericolosi, indicando l'eventuale appartenenza della sostanza ad una delle classi ADR o RID
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Le sigle• ADR = Accordo Europeo relativo al
trasporto Internazionale su strada di Merci Pericolose. Stabilisce le regole da seguire per la classificazione, l'imballaggio, l'etichettatura e la sicurezza durante il trasporto dei Chemicals negli Stati ad esso aderenti
• RID = Reglement International Concernant le Trasport des Marchandises Dangereuses par Chemin de Fer. Regolamenta il trasporto di merci pericolose per ferrovia
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14. Esempio• Trasporto stradale e ferroviario (RID/ADR): • Denominazione per la spedizione:
Nitrato ammonico con non più dello 0,2% di sostanze combustibili e senza altre sostanze aggiunte.
• Classe di pericolo: 5.1 – 21° c)• Numero di identificazione del pericolo
(Klemer): 55• Numero ONU: 1942
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15. Informazioni sulla regolamentazione
• È necessario riportare le informazioni che figurano sull’etichetta in applicazione delle direttive sulla classificazione, sull’imballaggio e sull’etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi. Vanno, quindi, indicate i simboli di pericolo, le frasi di rischio e le frasi di sicurezza (frasi S).
• Frasi S = Frasi di contenuto standard definite dalla Comunità Europea ed indicanti le norme di sicurezza da seguire nell'uso di una sostanza o di un preparato pericolosi. Note come "consigli di prudenza"
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15. Informazioni sulla regolamentazione
• Se la sostanza o il preparato di cui alla presente scheda di sicurezza è oggetto di specifiche disposizioni comunitarie in relazione alla protezione dell’uomo o dell’ambiente (ad. es. restrizioni di commercializzazione ed uso, valori limite di esposizione negli ambienti di lavoro), tali disposizioni dovrebbero, se possibile, essere indicate. Si dovrebbe ugualmente attirare l’attenzione del destinatario sull’esistenza di legislazioni nazionali che mettono in applicazione le suddette disposizioni.
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15. Esempio• Etichette di pericolo:O Ossidante Xi Irritante • Frasi di rischio:• R8 Può provocare l’accensione di materie combustibili• R36/37/38 Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle
• Frasi di sicurezza:• S17 Tenere lontano da sostanze combustibili• S26 In caso di contatto con gli occhi, lavare
immediatamente ed abbondantemente con acqua e consultare il medico.
• S37/39 Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
• S41 In caso di incendio non respirare i fumi
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16. Altre informazioni• Vanno indicati qualsiasi altra informazione che
potrebbe essere rilevante per la sicurezza e la salute e per la protezione dell’ambiente, ad esempio:
•indicazioni sull’addestramento;•raccomandazioni per l’uso ed eventuali
restrizioni;•fonti dei dati principali utilizzati per redigere la
scheda di dati.• Indicare inoltre la data dell’emissione della scheda
di dati se non compare altrove.
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16. Esempio• Le informazioni sopra riportate sono il più
possibile accurate e rappresentano le migliori e più aggiornate di cui disponiamo, ma non si assume alcuna responsabilità relativamente al loro uso. Gli utilizzatori sono tenuti ad effettuare idonee indagini per determinare l’idoneità delle informazioni per le loro specifiche esigenze.
• Scheda n. 0103/. Versione 1.02.• Data dell’emissione della scheda: 27 agosto 1997• Data dell’ultimo aggiornamento: 25 novembre
1997