Luoghi(poco)comuni

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Luoghi (Poco) Comuni: Protezione del lavoro, Occupazione,

Capitale Umano

A. Stefano Caria Oxford University

Partecipazione, disoccupazione, produttività

1. Tasso di partecipazione al mercato del lavoro tra i più bassi d’Europa e OCSE

2. Tasso di disoccupazione moderato, ma alto tasso giovanile e di lungo periodo

3. Produttività del lavoro e dei fattori stagnante

Indicatori del mercato del lavoro per il 2010

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Crescita annuale della produttivita’ del lavoro

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Dati OCSE

La protezione del lavoro è politica chiave

• Employment protecion legislation (EPL): tutte le restrizione che regolano il licenziamento degli impiegati

• Agisce sul mercato del lavoro, attraverso due componenti: – Trasferimenti (liquidazione, periodo di notifica, etc..) – Costi amministrativi (procedure legali, etc …)

• Strumento chiave per intervenire sui nostri 3 problemi – In particolare su disoccupazione e produttività – E a costo zero per il governo!

Di quale politica di protezione del lavoro abbiamo bisogno?

• Questa è la domanda a cui vuole provare a rispondere questa presentazione – In termini di efficienza nel risolvere i problemi

identificati – E in termini di equità

• Parleremo di: 1. La teoria della protezione del lavoro 2. Il quadro normativo esistente 3. Gli effetti delle politiche italiane 4. Una proposta di riforma

OCCUPAZIONE E CAPITALE UMANO

Quali gli effetti dell’EPL?

Meno flussi e effetto ambiguo sull’occupazione

• I costi amministrativi riducono i flussi: assunzioni e licenziamenti (Boeri e van Ours 2008)

– Il costo atteso dell’assunzione aumenta, così come il costo del licenziamento

– Bassi flussi in uscita aumentano la percentuale di disoccupati di lunga durata e la disoccupazione giovanile

• I trasferimenti hanno un effetto ambiguo sull’occupazione (Garibaldi e Violante 2005)

– Se i salari di entrata sono flessibili e i lavoratori non avversi al rischio, riduzioni salariali mantengono i livelli di impego costanti

– Se sono inflessibili, i livelli di impiego si riducono

Più investimento in capitale umano

• La formazione sul lavoro è importante per il capitale umano specifico – E un pò anche per il capitale umano generale (Stevens 94)

• Aziende che usano molto i contratti a termine tendono a investire di meno in capitale specifico

• Ma poca flessibilità impedisce la riallocazione dei lavoratori verso attività più produttive – La relazione con la disoccupazione è una U invertita: un

livello medio di protezione è ottimale (Belot et al. 2007) – I paesi che più hanno liberalizzato i contratti a termine

hanno avuto una crescita della produttività dei fattori più bassa (Damiani et al 2011)

La protezione non è uguale per tutti

• Riforme del mercato del lavoro degli anni 90 hanno sopratutto abbassato la protezione dei contratti temporanei – Questo sposta il peso delle riforme verso un gruppo più piccolo

e poco organizzato politicamente (Saint-Paul 2002)

• Si è creata quindi una vera e propria dualità nel mercato del lavoro: lavoratori protetti alcuni, precari altri – Il primo problema è l’equità di questa politica

• Per misurare il livello di protezione dobbiamo quindi studiare: – Il livello medio – La distribuzione della protezione tra vari tipi di contratti

La luna di miele delle riforme duali finisce presto

• Riforme che aumentano la dualità del mercato hanno un effetto positivo sull’occupazione

– I datori di lavoro impiegano più persone durante i boom con contratti temporanei

• Ma l’effetto è temporaneo (Boeri e Garibaldi 2007)

– Lo stock di occupati permanenti viene però ridotto nel tempo: quindi gradualmente aumentano anche i licenziamenti durante le crisi

• Durante la transizione, la produttività si abbassa

I lavoratori danno un alto valore alla sicurezza del posto

• La protezione del lavoro può anche funzionare come assicurazione contro la disoccupazione (Pissarides 2001)

– I lavoratori sono più preoccupati della probabilità di uno shock negativo (come il licenziamento) che del livello del reddito (Kahneman 2003; Caria e Falco 2011)

– I lavoratori nei mercati del lavoro più protetti si sentono meno sicuri del proprio posto (Clark e Postel Navy 2009)

• Gli italiani sembrano preferire un mercato dove si aspetta di più per un posto di lavoro stabile, a uno dove è facile sia trovare che perdere il posto (Boeri e Garibaldi 2008)

LA PROTEZIONE DEL LAVORO IN ITALIA

Quale quadro normativo?

Le leggi Treu e Biagi introducono e incoraggiano i contratti atipici

• Basi normative: Codice Civile; legge 604 1966 (giusta causa); Statuto dei Lavoratori 1970 (obbligo reintegro); part time e contratti formazione lavoro 1983-84

• Negli anni recenti varie riforme – Il “pacchetto Treu” (1997, governo Prodi): co.co.co.;

legalizzazione lavoro interinale; rinnovo più flessibile contratti temporanei

– La legge Salvi (2000, D’Alema): riforma del lavoro part-time – La legge Biagi (2003, Berlusconi): nuovi tipi di contratto

sono introdotti per facilitare la flessibilità di entrata – La monvra bis (2011, Berlusconi): contrattazione tra parti

sociali sulle conseguenze del recesso del rapporto di lavoro

Ma quanto è protetto il lavoro in Italia?

• Nel 2008 la protezione del lavoro in Italia è in linea con la media OECD di 2.1

• Ma i livelli di protezione dei contratti permanenti (individuali o collettivi) sono rimasti invariati

• Mentre la protezione dei contratti temporanei è scesa velocemente – La distribuzione della

protezione è più iniqua

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Indice OCSE protezione lavoro

Indice OECD della protezione del lavoro 2008

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Ma non basterebbero le politiche attive?

• Le politiche attive sono quei programmi che aiutano i disoccupati a trovare lavoro – Così facendo, riducono le frizioni tra domanda e

offerta nel mercato, e quindi la disoccupazione

• L’Italia spende lo 0.4% del GDP , contro una media OECD dello 0.6

• Queste politiche vanno indubbiamente incoraggiate

• Ma non è chiaro che quantitativamente (e nel breve periodo) possano avere lo stesso impatto dell’EPL (Nickell et al. 2002)

Curva di Beveridge per l’Italia: 2007-2009

Dati ISTA elaborati da voce-.nfo

ALTI E BASSI DELL’ESPERIENZA ITALIANA

Quali risultati?

L’esperienza italiana conferma la teoria

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Cambi percentuali annuali Dati Istat

Disoccupati

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La disoccupazione scende drasticamente...

...anche con poca crescita

...ma cresce di nuovo durante la crisi

Più atipici, ma un mercato più dinamico

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Occupazione atipica Dati Istat

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Composizione disoccupazione Dati OCSE

Disoccupazione giovanile

Disoccupazione di lunga durata

L’ ingresso è più facile, ma con poche prospettive

• Solo il 10 percento dei lavoratori dipendenti a termine ottiene un contratto indeterminato alla scadenza del contratto (Boeri e Garibaldi 2008)

– E solo il 5 percento dei lavoratori a progetto – Il 50 percento delle assunzioni di giovani usano queste forme

contrattuali

• C’è anche la questione del diverso trattamento di contributi pensionistici – “se dovessimo dare la simulazione della pensione ai

parasubordinati, rischieremmo un sommovimento sociale” Antonio Mastrapasqua, presidente INPS, 6/10/2011

• Il problema dell’equità à quindi accentuato

IL CONTRATTO UNICO A TUTELE CRESCENTI

Quali soluzioni?

Il dualismo non è la via d’uscita

• 3 problemi: 1. poca partecipazione

2. alta disoccupazione giovanile e di lungo periodo,

3. bassa crescita produttività

• Riforme duali hanno attenuato i primi due problemi, ma: – hanno introdotto un’inequità non desiderabile

– hanno abbassato gli incentivi per la crescita della produttività

– (e acuito l’effetto della crisi sul mercato del lavoro)

Un contratto unico per risolvere il dualismo

• Proposto dagli economisti Boeri e Garibaldi e dal giurista Ichino (Boeri e Garibaldi 2008)

• Si deve individuare un insieme unico di diritti minimi che si applicano a tutti i lavoratori – Trattamento pensionistico – Sicurezza sul lavoro – Ferie, etc.. – Salario minimo?

• Il nuovo contratto unico (e anche le forme atipiche esistenti) devono garantire questi diritti

Tutele crescenti per garantire flessibilità e investimenti

• Il contratto prevede due fasi: inserimento e stabilità – La fase di inserimento dura tre anni: la liquidazione

cresce con l’anzianità e non c’è obbligo di reintegro

– Nella fase di stabilità si applica la dottrina vigente oggi

• Il meccanismo delle tutele crescenti garantisce: 1. Una sufficiente flessibilità per le imprese (e quindi un

mercato del lavoro dinamico)

2. Incentivi per investire in formazione e capitale umano specifico

Servono politiche complementari

• Politiche attive di reinserimento per i disoccupati di lungo periodo

– E di inserimento per i gruppi vulnerabili

• Una estensione degli ammortizzatori sociali

– Che consentirebbe un’ulteriore abbassamento della protezione media del lavoro, senza diminuire “l’assicurazione” contro la disoccupazione

• Politche sui salari (salario minimo?)

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

Bibliografia

• Belot M., Boon J. e van Ours J., 2007 Welfare Improving Employment Protection, Economica (74) 381/396

• Boeri T., Borsch-Supan A. E Tabbellini G., 2001, Would You Like to Shrink the Welfare State? A Survey of European Citizens, Economic Policy 16 32(04): 7-50

• Boeri T. E Van Ours G., 2008, The Economics of Imperfect Labour Markets, Princeton University Press

• Boeri T. E Jimeno, 2005, The Effects of Employment Protection: Learning from Variable Enforcement, European Economic Review 49 (8):2057-2077

• Boeri T. e Garibaldi P, 2008, Un Nuovo Contratto per Tutti, Chiarelettere Editore

• Boeri T. e Garibaldi P.,2007, Two-Tier Reforms of Employment Protecion: a Honeymoon Effect?, the Economic Journal, 177(521) 357-385

• Cahuc P. E Zylberberg A., 2004, Labour Economics, MIT Pres

• Caria A.S. e Falco P.,2011, Poverty and Vulnerability: What Hinders Happiness? New Evidence from Ghana, Working Paper

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• Damiani M., Pompei f. e Ricci A., 2011, Temporary Job Protection and Productivity Growth in EU Economies, MPRA paper no. 29698

• Garibali P. e Violante G., 2005, The Employment effects of severance payments with wage rigidities, the Economic Journal 115(506) 799-832

• Kahneman D, 2003, A Psychological Perspective on Economics, American Economic Review, 93, 162-168

• Nickell, Nunziata, Ochel, Quintini, 2002, The Beverdoge Curve, unemployment and wages in the OECD from 1960s to 1990s

• Pissarides C., 2001, Employment Protecion, Labour Economics (8): 131-159 • Stevens M., 1994, An Investment Model for the Supply of Training by

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