Post on 02-Feb-2019
Linea e sfumato in
Leonardo da Vinci
interlinee di ecfrastica
per la costruzione di
artefatti
C.GILY REDATEORETICA ESTETICA
OSCOM FEDERICO II
UNIVERSITA’ DI NAPOLI
Altro/i Sapere/i TESI
Il conoscere estetico va per sassetti, dice Giordano Bruno
È il conoscere della mano – è il metodo del finito infinito che rimbalza tra due
Si costruisce l’intero conoscendo le parti minime
Democrito parlava di atomi Bruno parla di monadi – un sol punto di fuga
Rinascimento fu Arte e Scienza in un sol moto
Logica Analogia sono due logiche – la definizione, l’ipotesi: non è un aut aut
Ogni quadro è una ipotesi finita con opportune tecniche (in figura) o logiche (in
parole)
Il processo digitale, numerico, analitico, lineare, è un conseguente sistema
logico.
Il processo analogico cerca somiglianze e formula ipotesi, d’arte e di scienza
(Popper)
arte e scienza sono oggi tutt’uno nel computer come sono uno nella
sezione aurea
La dimostrazione filosofica è in Giordano Bruno, quella in figura in
Leonardo
• UN ORNATO INCANTEVOLE
• Leonardo da Vinci (Vinci, 15
Aprile 1452 – Castello di Clos-
Lucé, 2 Maggio 1519) artista e
scienziato, incarnò lo spirito
rinascimentale, portandolo alle
maggiori forme di espressione
nei più disparati campi dell'arte
e della conoscenza. Fu pittore,
scultore, architetto, ingegnere,
matematico, anatomista,
musicista e inventore, ed è
considerato uno dei più grandi
geni dell'umanità.
• Leonardo fu scienziato prima
che artista, le sue opere
scrivono la ricerca metafisica
nei canoni percettivi indagati
nel Trattato della Pittura:
• DICE GIORGIO VASARI
Verrocchio Il battesimo di Cristo
Altro sapere
Linea e sfumato in Leonardo da Vinci
Il percorso di Leonardo offre la migliore possibilità per
indagare un problema sempre attuale, il rapporto della
conoscenza umanistica – la bellezza, la verità – con il
sapere scientifico e matematico.
Come i Pitagorici, Leonardo costruisce la sua visione del
mondo nella collaborazione intima della mente, che solo
con entrambi i suoi lati sa essere originale.
In Leonardo ciò si compie nell’evidenza del pensare
visivo, senza richiedere anni di studio filosofico per
essere chiaro: è il potere dell’immagine, mostrare.
GIOTTO
Mario Ceroli 1965
L’ESEMPIO SCELTO :
L’ULTIMA CENA
IL TRATTATO DELLA PITTURA
LA LINEA SERPENTINA
DEL MODERNO
La Ultima Cena En Tema Árabe Tallada En Madera De Cedro Rojo
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La Ultima Cena En Tema Árabe Tallada
En Madera De Cedro Rojo 6000 $
DUCCIO DA BONINSEGNA
ca. 1255, Siena - 1319, Siena
C’è uno stacco tra queste ieratiche pose e iI poi
Come dice il commento di questa:In this historic cathedral in the heart of Cusco, Peru, hangs a one-of-a kind religious and
cultural painting that depicts a very unordinary twist on an otherwise common image.
Il Cenacolo è il più grande tra i dipinti di Leonardo ed il suo unico dipinto murale visibile ancora oggi. Come è noto non si
tratta di un affresco, in quanto Leonardo non ha mai realizzato affreschi nel senso esatto del termine.
QUESTA ERA STATA LA SCELTA DI LEONARDOL'opera si trova nel Refettorio della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, è stata eseguita per il patrono di Leonardo, il duca di Milano Lodovico Sforza, come attesta una
lettera del duca 19 giugno 1497 e confermano le tre lunette con le insegne ducali.
L'affresco si caratterizza da una pittura stesa su uno strato di intonaco ancora fresco dove, a seguito del fenomeno di
carbonatazione, il pigmento della pittura diventa parte dell'intonaco stesso garantendo una grande resistenza alla pittura. Leonardo,
invece, a causa dei suoi lunghi tempi realizzativi, prediligeva dipingere su muro come dipingeva su tavola; usò quindi una
tempera grassa, un'emulsione di olii siccavi e sostanze proteiche. Purtroppo la tecnica impiegata ben presto determinò un degrado
dell'opera. Stupisce nel Cenacolo la presenza di dettagli molto precisi visibili solo da distanza ravvicinata e non fruibili dallo spettatore
comune.
Patrimonio dell'umanità
Chiesa e Convento Domenicano di Santa Maria delle
Grazie con "L'Ultima Cena" di Leonardo da Vinci
(EN) Church and Dominican Convent of Santa Maria
delle Grazie with "The Last Supper" by Leonardo da
Vinci
Tipo Architettonico
Leonardo da Vinci
1494-1498
tempera grassa su intonaco
460×880 cm
Santa Maria delle Grazie, Milano
Cosa guardare ? La domanda dell’ecfrastica sulle basi offerte dalla storia dell’arte
Le figure degli apostoli con semplici espedienti prospettici sono in un ambiente che sfonda la parete (la quadratura del pavimento, il
soffitto a cassettoni, le tappezzerie alle pareti, le tre finestre del fondo e la posizione della tavola) IN QUADRAMENTO ERMETICO
Il tre come numero perfetto della Trinità, ma sempre rappresentato come somma di due più uno: Figlio e Spirito Santo da un lato e Padre dall'altro, tesi I antitesi e sintesi, in una sorta di triade Hegeliana "ante litteram"; d'altra parte è noto come questo numero perfetto ricorra spesso nella storia della Filosofia e della Religione.
Il quattro come numero del quadrato: sono 4 i triangoli, 3 persone, alcentro la M la somma di questi due numeri dia il 7 3 X 4 12 : numero degli apostoli, dei segni zodiacali, dei mesi dell'anno. È il Rinascimento di Ermete Trismegisto e di Ficino che alita nell’aria ovunque
Tutti confermano il pessimo stato delle grandi figure, sbiadite sino a confondersi con l’umido.
L’opera rappresenta la scena dell'Ultima Cena di Gesù Cristo, come descritta nella Bibbia. Il dipinto si basa sul Vangelo di Giovanni 13:21
Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi discepoli: "Uno di voi mi tradirà«
gli apostoli si animano drammaticamente con gesti che li svelanochi si alza perché non ha sentito, chi si precipita, chi si sente chiamato in causa.
È DALLA FINE DEL ‘500 UN
RUDEREPare che
un’alluvione già allora rendesse
il dipinto danneggiato.
Ma allora come dopo tutti lo
ammiravano e se ne vantavano
Goethe lo visita nel viaggio in
Italia
fu restaurato sulla base del lavoro
commissionato dal viceré al Bossi
1726 e nel 1770
1799
La sala fu usata come caserma e come stalla – poi anche da
Napoleone che però…
1800 Fu danneggiato da un’alluvione
Fu tagliato nell’angolo in basso per ricavarne una porta
1821 Ci fu un tentativo di rimuoverlo dalla parete
1854-55 Fu restaurato di nuovo e successivamente nel: 1907-08, 1947-
48, 1951-54 e durante tutti gli anni ‘80 e ‘90
Non sarebbe rimasto abbastanza dei volti per poter trarre
conclusioni serie senza le copie fatte per primi dagli allievi
Il bombardamento della seconda guerra mondiale distrusse anche la
copia… ma restano i lucidi, i libri del Bossi come racconta Goethe
LONGHI E
MORGHEN
INCISORI A
BRERA
MORGHEN
REALIZZò
QUESTA
INCISIONE
DA ESSA
ALLORA
E DALLE TA TE
COPIE
FURONO
TRATTI I LUCIDI
Eugenio di Beauharnais commissionò a Giuseppe Bossi, segretario dell'Accademia di Brera, di
eseguire una copia del Cenacolo in dimensioni reali, affinché il capolavoro potesse essere
ammirato dai posteri. Bossi studiò a lungo gli scritti di Leonardo e le altre copie dell'affresco: frutto
furono l’opera in quattro volumi e i lucidi preparatori mandata al granduca di Sassonia – il restauro
EGLI SA PRESENTARE IL MOTO Più
IMPETUOSO DI INTRICATI EVENTI
L’opera quindi fu ricostruita non sulla base
della tracce improbabili. Sono figure di tre
quattro metri disegnate da un cesellatore,
dove un piccolo tratto segnala atteggiamenti
da miniaturista, dice Goethe… E lo studio per
Filippo, qui a fianco, lo di mostra.
Dalle copie fatte dagli allievi, Goethe pregia
Marco Oggiono soprattutto, si crea la base
delle incisioni con le tracce rimasta in una
stanza più volte allagata, collocata a Nord,
refettorio sempre e adibita a stalla nelle
guerre… quindi piena di fumi sempre
Il lavoro di Bossi rimase dopo che la copia fu
bombardata nella II guerra, e si ricostruì il
restauro
Goethe parla delle figure: Bartolomeo è giovane e l’unico in piedi, se ne vede l’energia
Giacomo minore somiglia a Cristo Andrea si arrende a Dio Giovanni è del tutto
coinvolto: non dorme come in altri dipinti Tommaso punta l’indice alla fronte
Giacomo maggiore è sgomento Filippo è pieno di grazia
Matteo si arrabbia e discute, Taddeo mostra timore e sdegno, Simone fastidio e
pensosità SONO 4 GRUPPI DI TRE
L’opera restaurata quindi non ha nulla o quasi di mano di Leonardo, ma erano i suoi
allievi fedeli gli autori delle copie, fatte con migliore consistenza ma non con egual mano
Ci sono poi i disegni di Leonardo, in gran parte a Londra – Bossi sceglie le cose migliori
GOETHE SCRIVE GUARDANDO I LUDICI E LE OPERE CHE SONO DAL DUCA DI
SASSONIA – AVEVA Già SEGNALATO L’IMPORTANZA DEL DIPINTO E DELLA COPIA
DI OGGIONO NEL VIAGGIO IN ITALIA: è UN PALCOSCENICO TUTTO ITALIANO
GIAMPIETRINO
DALLE COPIE SI è
RICOSTRUITO IL
TUTTO
copia del dipinto leonardesco di Santa
Maria delle Grazie, è un'opera di Giovan
Pietro Rizzoli, detto il Giampietrino, artista
documentato tra il 1508 e il 1549. L'opera è
oggi di proprietà della Royal Academy di
Londra ma in prestito al Magdalen College
di Oxford, dove è attualmente esposta.
Non si conosce nulla della sua origine, su
chi commissionò il dipinto o sulla sua
collocazione iniziale. La prima volta che fu
menzionato, da Bartolomeo Senese, il
dipinto si trovava nella Certosa di Pavia nel
1626, ma è difficile che questa fosse la sua
collocazione iniziale.
Bartolomeo, Giacomo Minore, Andrea Giuda, Pietro, Giovanni
4 SERIE DI TRIANGOLIIl triangolo
rappresentato dal Cristo prosegue e
attraversa i 4 gruppi di apostoli. I numeri sono il linguaggio di
misurazione dell'ordine cosmico, e
quindi manifestazione della divinità. Con questa visione i numeri non sono solo strumenti
utili all'uomo per misurare e decifrare
lo spazio, ma rientrano tra i
simboli dell'assoluto.
Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo Matteo, Taddeo, Simone
visual thinkingRuskin Arnheim
169 Per ciò, quando tu avrai imparato bene prospettiva, ed avrai a mente tutte le
membra ed i corpi delle cose, sii vago spesse volte nel tuo andare a spasso di vedere e
considerare i siti e gli atti degli uomini nel parlare, nel contendere, nel ridere o
nell'azzuffarsi insieme, che atti sieno in loro, e che atti facciano i circostanti, spartitori o
veditori di esse cose, e quelli notare con brevi segni in questa forma su un tuo piccolo
libretto, il quale tu devi sempre portare teco, e sia di carte tinte, acciò non l'abbia a
scancellare, ma mutare di vecchio in nuovo; ché queste non sono cose da essere
scancellate, anzi, con grandissima diligenza serbate, perché sono tante le forme e gli
atti delle cose, che la memoria non è capace a ritenerle; onde queste riserberai come
tuoi adiutori e maestri.
176 Il buon pittore ha da dipingere due cose principali, cioè l'uomo ed il concetto della
mente sua. Il primo è facile, il secondo difficile, perché si ha a figurare con gesti e
movimenti delle membra; e questo è da essere imparato dai muti, che meglio li fanno
che alcun'altra sorta d'uomini.
UN QUADRO IN PAROLE
Se tu vuoi figurar bene una fortuna, considera e poni bene i suoi effetti, quando il
vento, soffiando sopra la superficie del mare o della terra, rimove e porta seco quelle
cose che non sono ferme con la universale massa. E per ben figurare questa fortuna,
farai prima i nuvoli spezzati e rotti drizzarsi per il corso del vento, accompagnati
dall'arenosa polvere levata da' lidi marini: e rami e foglie, levati per la potenza del
furore del vento, sparsi per l'aria ed in compagnia di molte altre leggiere cose: gli
alberi e le erbe, piegati a terra, quasi mostrar di voler seguire il corso de' venti, con i
rami storti fuor del naturale corso e con le scompigliate e rovesciate foglie: e gli
uomini, che lí si trovano, parte caduti e rivolti per i panni e per la polvere, quasi sieno
sconosciuti, e quelli che restano ritti sieno dopo qualche albero, abbracciati a quello,
perché il vento non li strascini; altri con le mani agli occhi per la polvere, chinati a
terra, ed i panni ed i capelli dritti al corso del vento. Il mare turbato e tempestoso sia
pieno di ritrosa spuma infra le elevate onde, ed il vento faccia levare infra la
combattuta aria della spuma piú sottile, a uso di spessa ed avviluppata nebbia. I
navigli che dentro vi sono, alcuni se ne faccia con la vela rotta, ed i brani d'essa
ventilando infra l'aria in compagnia d'alcuna corda rotta; alcuni alberi rotti caduti col
naviglio attraversato e rotto infra le tempestose onde; ed uomini, gridando,
abbracciare il rimanente del naviglio.
La mente avverte nello sfumare della voce il suggerimento di una
configurazione – che bisogna accettare. Anche il grande Leonardo
come risulta dalle analisi moderne, accetta l’evolversi delle figure a
mano a mano che si sviluppano le somiglianze. La metamorfosi
sembra indicare con chiarezza come l’unità del tutto si presti alle forme
seguendo l’analogia: nella ricerca dell’intrinseca forma (NF p. 89) si
trova di certo la matematica, come dice Galilei, come vuole Dürer, ma è
una matematica che in Leonardo diventa l’arte del levando e ponendo,
una geometria che è proporzione: “il piacere del pittore esemplifica la
deità, chè la scientia del pittore”. L’arte segue le jeu de Dieu, come dice
Francois Euvé; ma lo dicevano già la Bibbia e Plotino, immergendosi
nell’idea di Creazione. L’arte ne rivela il magma, la difficoltà a
determinarne i momenti.
OSSERVA CON ATTENZIONE LE POSIZIONI DELLE MANI
GOETHE INTERPRETA OGNI GESTO E POI
GOETHE
Ricorda la
leggenda:
LEONARDO
NON RIUSCIVA
A ‘FARE’
CRISTO E
GIUDA
Salvator MundiCARLO PEDRETTI AUTENTICA L’OPERA
DELLA OLLEZIONEDE GANAY SOGGETTO DI MOLTE
COPIE NON COSì ESPRESSIVE
DICE CHE è DI SICURO UNA ESPRESSIONE FEDELE DI
CONCETTI LEONARDESCHI
uno di voi mi
tradirà
SALVATOR MUNDI – OGGI IN ESPOSIZIONE A DONNAREGINA: sembra LA FACCIA
GIUSTA DELL’ULTIMA CENA – CHI SA E NON VORREBBE MA DEVE
Nel cenacolo è il mistero della
linea e dello sfumato• Scheletro carne anatomia e perfezione di
muscoli animano il gesto con gli affetti
• non è contraddizione ma VITA
• vivere vita e morte, mistero dell’esistenza ha
configurazione magica perché il sapere è
confronto col mistero, non suo annullamento
• Linee precise ha il disegno
• Lo sfumato dipinge - disegna l’aria, l’aura, il
mancamento, l’amore - l’invisibile
Il metodo -Trattato della Pittura
• Attraverso una superficie piana il pittore crea l’effetto tridimensionale
• colori, prospettiva di matematica e geometria, contrasto luce/ ombra
sono alcune categorie dell’armonia
• l’unione della moltitudine, il finito infinito, primo problema metafisico e logico,
tornato di attualità – finita la scolastica e l’aristotelismo – sono argomento di
ogni quadro
• Così la scelta – il problema morale principe vive nelle scelte percettive (la
mano : Bruno dice…)
• Per Leonardo chi intende ciò è pittore: “L’ingegno del pittore vuol essere a
similitudine dello specchio, il quale sempre si trasmuta nel colore di quella
cosa ch’egli ha per obietto, e di tante similitudini si empie, quante sono le
cose che gli sono contrapposte” p.53
• “L’opera del pittore immediate è compresa da’ suoi risguardatori” ivi
• Ciò rende la pittura l’arte somma (era anche musico, scultore e poeta,
architetto di macchine da guerra)
Il disegno : 185 precetto per comporre
O tu, componitore delle istorie, non membrificare con
terminati lineamenti le membrificazioni d'esse istorie, ché
t'interverrà come a molti e varî pittori intervenir suole, i quali
vogliono che ogni minimo segno di carbone sia valido. E
questi tali ponno bene acquistare ricchezze, ma non laude
della loro arte, perché molte sono le volte che l'animale
figurato non ha i moti delle membra appropriati al moto
mentale, ed avendo egli fatta bella e grata membrificazione
ben finita, gli parrà cosa ingiuriosa a trasmutare…
Invece componi grossamente le membra delle tue figure, e
attendi prima ai movimenti appropriati agli accidenti mentali
degli animali componitori dell'istoria che alla bellezza e
bontà delle loro membra.
935 – quando l’aria grossa si fa rossa
Si fa l'aria rossa così all'orizzonte orientale come all'occidentale,
essendo grossa, e questo rossore si genera infra l'occhio ed il
sole. Ma il rossore dell'arco celeste si genera stando l'occhio infra
la pioggia ed il sole; e la causa dell'uno è il sole e l'umidità
dell'aria; ma del rossore dell'arco sono causa il sole, la pioggia e
l'occhio che il vede. Il qual rossore, insieme cogli altri colori, sarà
di tanto maggiore eccellenza, quanto la pioggia sarà composta di
più grosse gocciole. E quanto tali gocciole sono più minute, tanto
essi colori sono più morti; e se la pioggia è di natura di nebbia,
allora l'arco sarà bianco integralmente scolorito; ma l'occhio vuol
essere infra la nebbia ed il sole.
Degli alberi e delle verdure, parte VI
I quattro accidenti delle ramificazioni delle piante sono questi,
cioè: lustro, lume, trasparenza ed ombra;
Si risale a Michelangelo per questa forma del
manierismo di cui Bronzino è l’esempio con l’allegoria
della felicità
"Non è l'angolo retto che mi attira. Neppure
la linea retta, dura, inflessibile, creata
dall'uomo. Quello che mi attira è la linea
curva, libera e sensuale. La linea curva
che ritrovo nelle montagne del mio paese,
nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle
nuvole del cielo, nel corpo della donna
amata. L'universo intero è fatto di curve.
L'universo curvo di Einstein ......" (Oscar
Niemeyer)
partito da una formazione lecorbusiana, ha
poi scelto elettivamente la linea curva
Ma ha tanta parte oggi anche prima di Niehmayer
la linea è il segreto del design
l’intrinseca forma – dice Leonardo
È l’arco… William Hogarth (1697-1764) creò la "linea della
bellezza", William Morris (1834-1896) l’art art art di "Art & Craft",
rivisitando il gotico coi preraffaeliti e generando l’Art Nouveau in
Francia, Secessione in Austria, Jugendstil in Germania, Liberty in
Italia, Modernismo in Spagna..
Fregio di Palazzo Stoclet è un mosaico realizzato da Gustav Klimt tra il 1905 e il 1909
CONCLUDIAMO
con l’Estetica di Croce(edizione nazionale 2014 in 3 voll) vol. I: pp. 34-5
• “è stato osservato da coloro che hanno meglio indagato la psicologia degli artisti che,
quando dal vedere con sguardo rapido una persona ci si dispone a intuirla davvero
per farle, per esempio, il ritratto, quella visione ordinaria, che sembrava così vivace e
precisa, si rivela per poco e meno che nulla: ci si accorge di possedere tutt’al più
qualche tratto superficiale, non bastevole neppure per un pupazzetto: la persona da
ritrarre si pone innanzi all’artista come un mondo da scovrire.
• E Michelangelo diceva che “si dipinge col cervello, non con le mani”, e Leonardo
scandalizzava il priore del convento delle Grazie con lo star giorni interi aventi al
Cenacolo senza mettervi il pennello, e diceva che “gl’ingegni elevati talor che manco
lavorano più adoprano, cercando con la mente l’innovazione”. Il pittore è pittore
perché vede ciò che altri sente solo, o intravede, ma non vede. Un sorriso crediamo
di vederlo, ma in realtà ne abbiamo solo qualche vago accenno, non scorgiamo tutti i
tratti caratteristici da cui risulta, come, dopo averci lavorato intorno, li scorge il pittore
che perciò può fermarlo compiutamente sulla tela… ognuno di noi insomma è un po’
pittore, scultore, musico, poeta, prosatore, ma quanto poco rispetto a quelli che son
chiamati così…”
IL SEGRETO E’
IL SAPERE VISUALE
MENTE E MANO
"L'occhio è la finestra dell’anima".
CONSIDERARE LA TERRA E L’UOMO COME UN
ORGANISMO (GEA): è IL RINASCIMENTO PERENNE
che impone di dare Più SPAZIO AL PENSARE
ANALOGICO. Dice il vero Codice da Vinci, Leicester Code
o Codice Hammer – oggi di Bill Gates pensa le cose come
la tua vita e le tue cose (pensare abduttivo; costruttivo):
"La sua carne sia la terra, li suoi ossi gli ordini dei
sassi, il suo sangue le vene delle acque"
Leonardo non sa di lettere e non sa di latino: sa di numeri,
come Giordano Bruno nella SINTESI DELRINASCIMENTO
PIU BELLA OGGI CHE MAI
Hans Belting propone per la conoscenza
estetica la figura di Giano, ianua e ianus
(portico), aperto e coperto.
L’erma bifronte è intertemporale
nell’immagine ma tutto muta
interrogare il medium è la via, il percorso è
occasione
L’immagine rende necessaria, dice, una
generale scienza dell’immagine (eine
allgemeine Bildwissenschaft)
≠ scienza dei media
≠ storia dell’arte
è una Bildfrage, una domanda vichiana
sul luogo dell’immagine simbolica e virtuale,
quotidiana e artistica
È sempre un artefatto, come un libro
Art art art come art&craft
L’arte mediale - Medienkunst - avvicina
l’arte all’uomo – e diventa linguaggio
quotidiano.
altri saperi
Saggi filosofici e artistici
• Leonardo, Trattato della pittura (in rete)
• E.Gombrich, Immagini simboliche,
Einaudi, Torino 1978
• K.Jaspers, Leonardo filosofo a cura di
F. Masini, SE, Milano 1988 (1953
• J.W.Goethe, Il cenacolo di Leonardo,
Abscondita, Milano 2004
Francesco I, presso la cui corte Leonardo trascorse gli
ultimi anni della sua vita, citate dal Cellini: “Io non voglio
mancare di ridire le parole che sentii dire al re di lui, le quali
disse a me, presente il cardinale di Ferrara e il cardinale di
Lorena e il re di Navarra; disse che non credeva mai che
altro uomo fusse nato al mondo che sapessi tanto, quanto
Lionardo non tanto di scultura, pittura e architettura, quanto
che egli era grandissimo filosofo”.
“La virtù è vero nostro bene ed è vero premio del suo
possessore: lei non si può perdere, lei non ci abbandona,
se prima la vita non ci lascia”. “L’atto del coito e li membri a
quello adoprati son di tanta bruttura che se nun fussi la
bellezza dei volti e li ornamenti delli opranti e la frenata
disposizione la natura perderebbe la spezie umana”. “Chi
non raffrena la volontà con le bestie s’accompagni”.
“Leonardo apparve in quel momento, e come per abilità innata gli fu
facile imitare la natura, cos’ la sua profondità di pensiero avvertì ben
presto dietro al fenomeno esterno, la cui riproduzione gli riusciva tanto
bene, si nascondevano altri segreti, alla scoperta dei quali doveva
dedicarsi instancabilmente. Studiò quindi le leggi della struttura
organica, il fondamento della proporzione, si affannò intorno alle regole
della prospettiva, della composizione, di posizione e colore degli
oggetti inseriti nello spazio circostante, insomma tentò di setacciare
con discernimento tutte le esigenze dell’arte; ma quello che gli stava
particolarmente a cuore era la varietà della fisionomia umana, nella
quale si rivela all’occhio sia il carattere innato sia l’emozione del
momento.” J.W.Goethe, Il cenacolo di Leonardo