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________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it
Pag.1
Pubblicata da Sysform Editore 00131 Roma Via Monte Manno 23 - Direttore Responsabile Manuela Rosci
Edizione cartacea della rivista telematica www.lascuolapossibile.it
Iscrizione al Tribunale di Roma 63/2010 del 24/02/2010
N.23 maggio 2012 Web Content Manager Maurizio Scarabotti
Editoriale
Eppur (qualcosa) si muove! Approcci (mentali) nuovi per gestire l'esistente (che serve!) di Rosci Manuela - Editoriali
E' ancora presto per tirare le somme di un
anno scolastico che volge al termine perché
siamo ancora in un periodo molto fervido
per la scuola. La conclusione dell'attività di-
dattica con gli alunni prevista a breve per i
più, lascia aperte ancora tante operazioni di
differente natura.
La scuola primaria, non più coinvolta in
procedure "d'esame" di fine quinta, ha tut-
tavia la necessità di mettere in ordine le
carte, a volte anche un po' in fretta per la-
sciare del tempo di giugno alla preparazione
dell'anno nuovo, quello che prenderà via a
settembre. Registri e schede di valutazione
da completare, riordino di cassetti e arma-
di, eventuali "traslochi di aula" per chi pas-
sa dalla quinta alla futura prima elementare
... In parte lo stesso impegno è dedicato dai
prof della scuola secondaria di primo grado
-l'ex media- che non sono direttamente
coinvolti nelle prove d'esame di terza me-
dia.
Si ri-ordina!
Per la scuola secondaria di secondo grado
l'attenzione è puntata su coloro che do-
vranno partecipare alla commissione per
l'esame di stato, come membro nella pro-
pria scuola o in commissione esterna, men-
tre gli altri probabilmente hanno gli stessi
impegni di sempre: mettere in ordine le
carte.
Una riflessione sulla funzione dei documenti
ufficiali e sulla loro utilità è affrontata dalla
Dirigente scolastica Maretta Damiano
nell'articolo: "Adempimento burocratico o
strumento di lavoro?La compilazione dei
"documenti ufficiali" che introduce un ar-
gomento a me caro, il docente "ricercatore"
dentro una scuola che è un laboratorio con-
tinuo di ricerca psicopedagogica.
E' normale quindi pensare che la ricchezza
di azioni e di pensieri che si producono nella
scuola sia valorizzata come un bene inesti-
mabile che contribuisce alla crescita di un
paese, proprio perché avviene all'interno
dell'istituzione che si prende cura della pre-
parazione delle nuove generazioni.
Ma proprio perché la scuola si prende cura
dei più giovani ha la necessità di compren-
dere sempre meglio come "funzionano" oggi
i ragazzi, quali sfide lanciano ai docenti af-
finché questi continuino a ri-cercare il
modo migliore per insegnare, educare,
formare.
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Poiché, tuttavia, la capacità di fare ricerca,
meglio ricerca-azione, non è un habitus
sempre sperimentato dai docenti che, inve-
ce, spesso indossano lo stesso vestito di
sempre (stessa modalità di insegnamento
trasmissivo), per tutte le occasioni (nello
stesso modo per tutte le classi) e per tutti
gli incontri (per un lasso di tempo che me-
diamente dura quaranta anni!) si compren-
de la necessità di puntualizzare cosa fare e
come fare in un incontro dedicato, a cui ho
avuto il piacere di partecipare anche se solo
per un tempo parziale.
Mi riferisco alla Conferenza Nazionale
per la Scuola dei NATIVI DIGITALI che
si è tenuta a Roma venerdì 25 e sabato 26
maggio nella suggestiva cornice del Tempio
di Adriano a Piazza di Pietra , nel cuore di
Roma, a pochi passi dal Pantheon. Organiz-
zata dal Dipartimento Scuola del Partito
Democratico ha avuto i toni giusti e propo-
sitivi di chi si occupa di apprendimento e
giovani, formazione e innovazione, presente
in vista del futuro dei singoli e di una nazio-
ne.
UN NUOVO ALFABETO PER L'ITALIA, il sot-
totitolo.
Hanno partecipato persone del mondo poli-
tico e universitario, giornalisti e pedagogi-
sti, ricercatori.
E' intervenuto il Ministro Profumo ma anche
i precedenti, il Prof Luigi Berlinguer e Fioro-
ni. Significativa la lectio magistralis di Marc
Prensky, esperto in apprendimento e istru-
zione, colui che ha coniato il termine "nativi
digitali" in confronto con gli "immigrati digi-
tali" (noi che abbiamo appreso questo lin-
guaggio, non ci siamo nati!) e che ha pro-
vocato l'auditorio dichiarando di vedere or-
mai superata questa dicotomia in quanto
nativi o no, oggi il digitale è parte inte-
grante della vita di tutti, il presente e
non più solo il futuro.
L'intervento di Francesco Antinucci - Di-
rettore di ricerca dell'Istituto di scien-
ze e Tecnologie Cognitive del CNR- ha
continuato su questo filone affermando che
il computer e la tecnologia si relaziona per-
fettamente con un modo particolare di fun-
zionare del nostro cervello, con l'aspetto più
primordiale che avevamo messo da parte,
da quando cioè l'introduzione del libro e del
simbolismo hanno orientato il nostro ap-
proccio verso un versante più astratto. Il
computer invece sollecita l'apprendimento
percettivo motorio che è un sistema anti-
chissimo, che abbiamo in comune con i
primati, e che permette di apprendere in
maniera incosciente. E' il sistema di acqui-
sizione a cui fa riferimento ad esempio il
bambino quando gioca, quando tocca con-
cretamente l'oggetto o la situazione, quan-
do "simula" un'azione o un contesto. Anti-
nucci ha parlato molto del gioco, della sua
importanza, della "serietà" del gioco, ne ha
parlato benissimo! Ma il suo contributo è
stato di indicare il computer come una mac-
china che re-agisce, lo strumento oggi
più potente per "simulare" un ambien-
te visuo- motorio (che confina con il gio-
co!) e che favorisce quindi l'apprendimento,
in quanto permette di organizzare ambienti
di esperienza molto ricca.
I bambini imparano in questo modo espe-
rienziale.
I BAMBINI COSTRUISCONO LA LORO CO-
NOSCENZA.
E gli insegnanti, come funzionano? Quanto
sono in grado di gestire un apprendimento
che, proprio grazie alle tecnologie, sembra
recuperare quell'esigenza visuo-motoria in-
dispensabile per costruire appunto la cono-
scenza? La Conferenza è stata certamente
un ottimo stimolo seppur, con rammarico,
molte cose dette, di senso, erano state di-
chairate già vent'anni fa!
A quando il cambiamento reale?
Quando saremo sereni, noi persone di scuo-
la, di poter lavorare "concretamente" piut-
tosto che riempire la testa dei nostri alunni
di nozioni?
Certamente le conoscenze acquisite sono
una fonte di ricchezza personale e dell'u-
manità ma l'approccio all'insegnamento
nell'era "presente" (e non futuribile) del di-
gitale va ripensata da subito.
In che modo?
Certamente la formazione di base e la for-
mazione in itinere dovranno svolgere un
ruolo fondamentale, a detta dei più. E noi
concordiamo e intanto raccontiamo espe-
rienze concrete, di mani che si muovono e
di sensi che si utilizzano e sviluppano, come
nell'articolo di Antonia Melchiorre: non di-
menticate di guardare il photogallery, per
una integrazione di linguaggi (scritto e visi-
vo) oggi vitale più che mai.
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Intanto ...buona sistemazione di carte a
tutti noi!
Manuela Rosci
In questo numero di maggio 2012
Area Tematica Titolo Autore
Eppur (qualcosa) si muove! Rosci Manuela
Esperienze a...cinque sensi! Melchiorre Antonia
Un prisma di luce colorata di
eventi Riccardi Barbara
www.5xk.it Camicia Claudia
Fornero: privatizzare la disabilità La redazione
I seminari di Giunti Scuola La redazione
"Ristrutturazione" del corpo inse-
gnante ...... Melchiorre Simonetta
Quello che non ho Ansuini Cristina
Cosa mi porto via da quest'anno
scolastico?
Infantino Aminta Pa-
trizia
Pollicina e Pollicino Riccardi Barbara
Come fa un bambino affamato ad
aver voglia di studiare? Mancini Alessio
Adempimento burocratico o stru-
mento di lavoro?
Damiano Maria Anto-
nietta
Azioni di fine anno scolastico... tra
vecchie e nuove pratiche Presutti Serenella
Compiti per le vacanze Rossini Simonetta
Competenza: un concetto multi-
forme Maranzana Enrico
La certificazione delle competenze Agolino Simona Loret-
ta
La scuola in chiusura Nucera Roberto
I genitori che danno una mano ai
figli per andare ... lontano. Melchiorre Simonetta
Video Spot Net for Kids La redazione
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Video Spot Net For Kids
Un corto realizzato da Bruno Lomele per la presentazione di Net for Kids figlio di Netpupils un
progetto nato e pensato per ragazzi dagli 8 ai 14 anni per chè la consapevolezza dello stare in
rete, e di come straci, rappresenta un aspetto importante dell’azione educativa che svolgiamo
come genitori, come educatori, come insegnanti; come adylti che non vogliono abdicare alla
loro responsabilità formativa
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DDalla prima pagina
Dalla prima pagina
I genitori che danno una mano ai figli per andare ... lontano. NET for KIDS il social network under 14 di Melchiorre Simonetta - Scuola & Tecnologia
Sono un'insegnante di scuola primaria e
mamma di un ragazzo che ormai ha lasciato
il mondo dell'infanzia per entrare nel perio-
do dell'adolescenza. Nella mia professione,
così come nel mio ruolo genitoriale, sono
abituata a prendere decisioni che hanno
come obiettivo il raggiungimento dell'auto-
nomia e della libertà di scelta, senza dimen-
ticare l'importanza della ridefinizione dei
confini e senza mai abdicare al mio ruolo di
educatore, facilitatore, accompagnatore.
E' un lavoro di sintesi continuo, simile ad
una danza in cui bisogna comprendere
quando fare un passo indietro e quando
avanti, quando spingere e quando invece
fermarsi un momento per dare all'altro il
tempo giusto di arrivare.
In questo mio modo di vivere l'approccio
educativo, la proposta di NET for KIDS
arriva ad entusiasmarmi.
Il fatto che i nostri ragazzi siano "esperti"
nell'uso del computer più di noi, la loro faci-
lità nell'approccio alla navigazione e al lin-
guaggio informatico, il fatto che sappiano
trovare soluzioni tecniche, tanto da risultare
spesso i nostri "formatori" nell'utilizzo delle
nuove tecnologie, sia a scuola come a casa,
non deve farci perdere di vista un aspetto
fondamentale: sono bambini, ragazzi im-
preparati ad affrontare ciò che troppo spes-
so circola su internet, alle insidie, ai mes-
saggi non adatti a loro.
Il ruolo genitoriale, come quello della
scuola, sta vivendo un profondo muta-
mento: la famiglia da punto di riferimento
educativo e normativo sta assumendo sem-
pre più una connotazione emotiva. Se pri-
ma i nostri genitori si fermavano a "questo
si fa, questo non te lo permetto", ora os-
servo una grande difficoltà dei genitori a
gestire il limite e la frustrazione che ne de-
riva. Il risultato è un senso di smarrimento,
un'ansia che si affaccia sempre più preco-
cemente nella vita del bambino, un senso di
paura di non essere contenuto, accompa-
gnato, guidato.
Questi atteggiamenti opposti li ritroviamo
anche nelle decisioni dei genitori nei con-
fronti della richiesta, sempre più precoce e
sempre più pressante dei bambini, di navi-
gare in internet. Il genitore risponde, di so-
lito, adottando due strategie, entrambe mi
sembrano dettate dalla paura: la prima è il
rifiuto netto e categorico per paura che il
proprio bambino possa essere risucchiato
dal mondo virtuale; l'altra è l'accomodante
indulgenza che ha come risultato il falso
profilo, mentendo sulla propria età, di bam-
bini che già alle scuole primarie hanno un
proprio account sui social network più fa-
mosi, con i rischi che tutti possiamo preve-
dere.
Sono convinta che il lavoro prezioso di cia-
scun genitore non sia quello di non sbaglia-
re, l'errore non solo è umano ma rappre-
senta una grande, immensa possibilità di
crescita e trasformazione, un' occasione per
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ridefinire gli spazi e i confini e "aggiustare il
tiro" nel lavoro di conoscenza di sé e dell'al-
tro che dura tutta la vita e che la rende de-
gna di essere vissuta. L'impegno, semmai,
risiede nella capacità di trovare una sin-
tesi tra i due opposti atteggiamenti
(solo normativo/solo permissivo), nel-
la ridefinizione di uno stile genitoriale
nuovo, più adatto ai tempi.
NET for KIDS -il progetto realizzato dall'As-
sociazione Sysform Promozione di sistemi
formativi- si cala in questo bisogno di sinte-
si in modo interessante e attuale: rappre-
senta il primo social network dedicato ad
una fascia d'età "sensibile", bambini dagli
otto ai quattordici anni, in cui essi possono
svolgere tutte quelle attività che rendono
interessante ai loro occhi un social network:
chattare, scambiarsi foto, opinioni, video,
fare amicizia ma in tutta sicurezza perché
nessun adulto è ammesso, se non lo staff di
Net for KIDS (psicologi, insegnanti, counse-
lor, esperti di formazione) che, senza tenta-
re di ricostruire l'ambiente "scuola", forni-
sce ai ragazzi stimoli e sollecitazioni inte-
ressanti e divertenti: giocare a scrivere un
libro, imparare a suonare uno strumento,
imparare a "leggere" un film e tanto altro
ancora perché non c'è niente di più bello
che crescere insieme.
Parallelamente al social network dedicato
agli under quattordici, un sito pensato per i
genitori. www.genitoriattenti.it ha pro-
prio lo scopo di aiutare, sollecitare, accom-
pagnare i genitori che sentono il desiderio
di interrogarsi sul proprio ruolo, che non
danno nulla per scontato e che aspirano con
forza a costruire una genitorialità attenta
ma curiosa, che sa dare confini ma che al
contempo, per citare una frase dello spot
realizzato per far conoscere il progetto, dà
una mano al proprio bambino per insegnar-
gli ad andare lontano.
Melchiorre Simonetta, docente, counselor
dello staff di NET for KIDS
Per INFO:
www.netforkids.it
www.genitoriattenti.it
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Pollicina e Pollicino I nuovi adulti al passo dei nativi digitali di Riccardi Barbara - L'intervista
"Senza che noi ce ne rendessimo conto, e in
un breve intervallo di tempo, (quello che
separa i nostri giorni dagli anni Settanta) è
nato un nuovo tipo di essere umano. Que-
sto ragazzo, o questa ragazza, non ha lo
stesso corpo, né la stessa aspettativa di vi-
ta di chi lo ha preceduto, non comunica se-
condo le stesse modalità, non percepisce lo
stesso mondo, non vive nella stessa natura,
né abita il medesimo spazio. nato con l'epi-
durale e in data prestabilita, grazie alle cure
palliative non teme più nemmeno la morte.
E poiché la sua testa è diversa da quella dei
suoi genitori, conosce diversamente".
Michel Serres "Dalla parte dei (nuovi) bam-
bini. Inventiamo una nuova educazione per
gli studenti "Pollicino".
Michel Serres epistemologo e Professo-
re di Filosofia e di Storia della Scienza
alla Sorbona, classe 1930, parla quindi di
un'urgenza, quella di trovare una lingua
comune tra ragazzi, docenti e famiglie che
digitano, navigano sul web.
La sua è una riflessione sui cambiamenti
avvenuti in tempi brevissimi, cambiamenti
che il filosofo chiama ominescenti e che si
verificano molto raramente nella storia,
creano una spaccatura talmente estesa ed
evidente che solo in pochi ne sanno cogliere
la portata... per questo sottolinea la neces-
sità di un cambiamento di insegnamento. "I
nostri schemi sono vecchi siamo in un'epo-
ca di "rottura".
Alla domanda di chi ha la colpa di tanta di-
stanza? Serres la attribuisce proprio ai filo-
sofi: "il cui compito dovrebbe essere quello
di prevedere i mutamenti del sapere e delle
pratiche e che mi pare abbiano fallito impe-
gnati nella politica di tutti i giorni non han-
no colto l'arrivo della contemporanei-
tà...Vorrei avere l'età di Pollicina e Pollicino.
Vorrei che la vita mi lasciasse abbastanza
tempo da occuparmi di questo compito, in-
sieme a questi giovani a cui ho dedicato la
vita, perché li ho sempre, rispettosamente,
amati".
Noi di Sysform e della ScuolaPossibile una
soluzione la stiamo attuando e mettendo in
campo con l'innovativo ed unico, a livello
nazionale, primo social network fatto da/per
gli under 14. Come rispondono le Scuole a
questa sollecitazione/esigenza?
Ad aiutarci a capire, il Dirigente Scolastico
Lina Rita Volpe Rinonapoli della Scuola
Media Nistri/Respighi di Roma, una delle
sette Scuole che fanno parte fin dall'inizio
della cordata del primo Progetto "Netpupils"
tramutato nelle nuove vesti di NET for
KIDS, il social network under 14.
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1 Perchè in qualità di Dirigente scola-
stico ha accettato e scelto con la sua
scuola di far parte della rete del primo
progetto "Netpupils"?
Il progetto che ci fu proposto da Sysform
era molto stimolante ed innovativo, sia per
il tema, "Educare all'uso dei social network"
che ci chiamava ad intervenire in un ambito
piuttosto inconsueto per la scuola, a giocare
fuori casa una partita che sappiamo decisi-
va ma di cui stiamo ancora imparando re-
gole, codici, strategie; sia per il carattere
sperimentale della proposta, che comporta-
va l'attivazione contemporanea di tanti
soggetti - alunni, genitori, docenti - in un
sistema complesso tutto da costruire. La
qualità della proposta e il piacere della ri-
cerca ci ha spinto a fidarci: a fidarci della
risposta dei ragazzi, condizione indispensa-
bile per far partire il progetto; a fidarci di
noi stessi, della nostra capacità organizzati-
va, della nostra inclinazione ad apprendere
dall'esperienza, e di un certo spirito di av-
ventura che è un po' il sale del fare scuola.
Ovviamente la proposta di creare una rete
di scuole per affrontare insieme il tema del
social network, e in generale dei nuovi lin-
guaggi e modelli di comunicazione, è giunta
al momento giusto, quando tutti noi erava-
mo (e siamo) alle prese con questo tema
educativo davvero ineludibile
.
2 Qual è il valore e l'impegno da parte
della scuola nei confronti dei nativi di-
gitali?
L'impegno credo sia ancora inadeguato, non
perché non se ne riconosca l'importanza,
che è ormai un dato acquisito, piuttosto per
la difficoltà di individuare strategie e meto-
dologie scientificamente fondate. L'accele-
razione dei processi di cambiamento sociale
è molto elevata, ed anche se è in atto un
ampio sforzo di ricerca nei diversi ambiti di-
sciplinari coinvolti, è complicato per la scuo-
la mettersi in discussione, aprirsi al nuovo.
Sappiamo bene che i nativi digitali pensano,
ragionano, interagiscono in un modo diver-
so dal nostro, e noi, credo anche saggia-
mente, cambiamo lentamente. Siamo abi-
tuati a studiare, a capire, ad imparare pri-
ma di insegnare: per ora stiamo scoprendo,
di anno in anno, che l'esperienza che i no-
stri ragazzi vivono oltre la scuola, da quan-
do nascono, ha modificato le loro relazioni e
le loro strategie cognitive; a partire da
quelle dobbiamo reinventare un modello di
apprendimento. Per fare questo, non è suf-
ficiente, come tutti sappiamo, utilizzare una
LIM o Internet, che sono soltanto un magni-
fico strumento nelle nostre mani.
3 E' importante quindi che anche la
scuola se ne faccia carico?
Non solo è importante, è obbligatorio. Lo
spazio virtuale non può rappresentare il
"fuori" per la scuola, l'altra dimensione cui
si guarda talora con inutile supponenza.
I nostri bambini e ragazzi sono esposti quo-
tidianamente ad un continuo flusso di mes-
saggi e informazioni, e noi, come ci ha in-
segnato Edgar Morin, dobbiamo educarli ad
affrontare l'imprevisto, a navigare in un
oceano di incertezze appoggiandosi ad al-
cuni arcipelaghi di certezze. Le certezze so-
no i saperi, e la bussola per raggiungere
quegli approdi dovranno trovarla anche
(soprattutto?) nelle nostre aule. La prepa-
razione culturale come l'abbiamo concepita
fino ad un paio di decenni fa deve arricchirsi
dei nuovi linguaggi, e dei nuovi saperi sem-
pre più interdipendenti, affinché i giovani ne
fruiscano senza esserne dominati: è in gio-
co la loro autonomia, lo sviluppo del pensie-
ro critico, la capacità di scegliere, per le
quali la scuola ha più che mai un ruolo stra-
tegico.
il Dirigente Scolastico Lina Rita Volpe Rinonapoli
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4 In che modo e perché sponsorizza
questa iniziativa che ha lasciato la "re-
te" all'innovativo e unico nel suo gene-
re a NET for KIDS?
Cominciamo dal perché. Vedo un grande
potenziale educativo nell'offrire ai ragazzi
uno spazio piacevole, che per sue caratteri-
stiche strutturali è capace di rigettare la
volgarità, l'aggressività, la mediocrità ele-
vata a modello, come sempre più accade.
Ci accorgiamo che per la famiglia è diventa-
to più difficile vigilare e selezionare le fre-
quentazioni dei figli; notiamo nei ragazzi
una maggiore propensione ad atti di bulli-
smo e a varie forme di aggressività se agite
via web, quasi che nello spazio virtuale fos-
se lecito sospendere le regole, o venisse
meno la responsabilità personale; vediamo
madri - è capitato a me proprio ieri - strabi-
liate leggendo le parolacce che figlie dodi-
cenni educatissime avevano utilizzato in
una chat nei confronti di una compagna di
classe. NET for KIDS ci aiuterà a contrasta-
re questa tendenza, ad educarli quindi
nell'uso dei social network.
Ne stiamo parlando a tutti i ragazzi e ai loro
genitori, diciamo loro che lo consideriamo
davvero un servizio speciale. Per comuni-
carlo abbiamo usato il nostro sito, natural-
mente, lettere e varie occasioni di incontro.
Se le famiglie ci seguiranno, avremo offerto
ai nostri ragazzi davvero una bellissima op-
portunità.
Di nuovi adulti che sappiano guidare con
consapevolezza e coscienza i nativi digitali
in modo reale, di questo necessitano i no-
stri ragazzi, di una fattiva costruzione co-
municativa uguale per piccoli e grandi, atta
ad eliminare le distanze evolutive genera-
zionali, per un cammino insieme formativo,
educativo e culturale al passo con i tempi.
www.genitoriattenti.it
Grazie a Dirigenti Scolastici come la dotto-
ressa Lina Rita Volpe Rinonapoli, che spin-
gono e sentono di fondamentale importanza
la cooperazione tra Scuole e famiglie, si può
creare un cammino di crescita formativa dei
nostri ragazzi al passo con i tempi "parlan-
do la stessa lingua". Questo Gianni Rodari
già all'epoca l'aveva ben chiaro!
Una scuola grande come il mondo
Gianni Rodari
C'è una scuola grande come il mondo.
Ci insegnano maestri, professori,
avvocati, muratori,
televisori, giornali,
cartelli stradali,
il sole, i temporali, le stelle.
Ci sono lezioni facili
e lezioni difficili,
brutte, belle e casi così.
Ci si impara a parlare, a giocare,
a dormire, a svegliarsi,
a voler bene e perfino
ad arrabbiarsi.
Ci sono esami tutti i momenti,
ma non ci sono ripetenti:
nessuno può fermarsi a dieci anni,
a quindici, a venti,
e riposare un pochino.
Di imparare non si finisce mai,
e quel che non si sa
è sempre più importante
di quel che si sa già.
Questa scuola è il mondo intero
quanto è grosso:
apri gli occhi e anche tu sarai promos-
so.
Barbara Riccardi,
docente 143° CD "Spinaceto"- Roma
Responsabile Ufficio Relazioni e Comunica-
zione progetto Net for KIDS
In allegato
"Dalla parte dei nuovi bambini. Inventiamo
un'altra educazione per gli studenti "Pollici-
no"" di M. Serres su laRepubblica.it
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"Ristrutturazione" del corpo insegnante .... ovvero come uscire vive da un anno vissuto ... pericolosamente! di Melchiorre Simonetta - Dedicato a te
Questo è stato un anno particolarmente in-
tenso per me, ricco di passaggi, esperienze,
progetti e un grande successo: terminare
un percorso intrapreso quattro anni fa e che
mi ha profondamente coinvolto, professio-
nalmente ed umanamente.
Finalmente il 4 Maggio ho discusso la mia
tesi, dal titolo "Il Counseling di gruppo
secondo la metodologia di Cinemavve-
nire nelle situazioni di fragilità, paura,
ansie, fobie". E' stato un percorso di cre-
scita profonda, una ricerca fuori e dentro di
me, un lavoro di definizione del mio stile
d'insegnamento, della mia capacità di en-
trare in relazione, di allenamento all'ascolto
ma anche un periodo di grande fatica e
massima concentrazione.
Sicuramente ho potuto sperimentare un
implemento della mia sensibilità verso i
bambini della mia classe e le persone che
ho incontrato, un modo nuovo di affrontare
e gestire i conflitti e le risorse.
Ora sento che è il momento di godermi un
po' di meritato riposo, di gioire per questo
mio nuovo passaggio, per questa mia con-
quista e, inaspettato, è arrivato un regalo
che mi ha fornito subito l'occasione di alle-
narmi alla sospensione del tempo per rita-
gliarmi momenti di piacere e coccole.
La mia amica Manuela mi ha offerto un po-
meriggio di relax in un centro benessere in-
sieme a lei: due regali in uno! Mi ha parlato
di questo dono una sera al termine di una
riunione di lavoro, è uscita con me fuori
nella terrazza della sua casa e, come acca-
de quando si è giovanissime e spensierate,
mi ha invitata con un sorrisetto malizioso e
complice. E' stato un momento molto in-
tenso e tenero, mi commuovo sempre
di fronte allo splendore dell'amicizia!
Sono ap-
pena tor-
nata,
profumo
ancora di
scrub ai
cristalli di
zucchero
e sul mio
viso "il
siero di
vipera"
ha diste-
so le impronte della stanchezza e, spero,
quelle del tempo che inesorabilmente passa
e lascia percorsi disegnati sulla pelle.
Ma quello che è rimasto dentro di me, più
profondo di qualsiasi ruga centenaria, è un
intimo senso di gratitudine, un calore e un
affetto maestosi che mi fanno sentire una
privilegiata, direi una regina. Perché niente
è più prezioso di un confronto autentico, di
un gesto gentile, di un sorriso che è un do-
no e che ci ricorda quanto è bello vivere se
non ci dimentichiamo lo spazio per condivi-
dere intimità, calore e dolcezza con una
persona a cui vogliamo bene. Grazie Manu!
Melchiorre Simonetta, docente IC Viale
Adriatico – Roma
Dalla prima pagina
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Come fa un bambino affamato ad aver voglia di studiare? Notizie da Cuyultitán - El Salvador, America centrale di Mancini Alessio - Oltre a noi...
Carissimi amici,
vi scrivo dall'America centrale, esattamente
da), dove noi missionari di s. Gaetano ab-
biamo una missione.
Il Salvador é uscito da pochi anni da una
terribile guerra civile e sta cercando con
tanto sforzo di ritrovare l'unità e la pace.
Purtroppo l'esperienza di tanta violenza
brutale ha marcato profondamente il cuore
di questa gente semplice e lavoratrice. La
crisi economica, che giá ha reso difficile la
vita in Europa e negli Stati Uniti, qui ha re-
so la situazione drammatica. Forse anche
per questo la violenza ha raggiunto livelli
assurdi; pensate che in un Paese con una
popolazione leggermente maggiore della
regione Veneto c'è un tasso di 11-12 omici-
di al giorno.
Il paesino di Cuyultitán dove vivo conta
circa 6000 abitanti dei quali la metà
sono al di sotto dei 30 anni. La percen-
tuale di natalità continua ad essere molto
alta a causa della mancanza di un'educa-
zione alla sessualità e di politiche di pre-
venzione e di formazione sin dall'adolescen-
za.
C'è stato un cambiamento in questi ultimi
10 anni: siamo passati da una popolazione
che si reggeva sull'agricoltura a una popo-
lazione che lavora soprattutto in nero fuori
del paese, in città. Purtroppo la maggior
parte della popolazione é disoccupata; al
contempo - un po' come in tutta la zona del
Centro America - soffre di una elevata di-
sgregazione familiare dovuta ad alcuni fat-
tori come la violenza, l'emigrazione, la di-
suguaglianza di genere, la povertà, ecc.
Tutto ciò è aggravato dal fatto che molte
persone non hanno una educazione alla ba-
se, ossia non hanno avuto la possibilità di
formarsi, di imparare a leggere e a scrivere,
e non capiscono l'importanza di ricevere
una educazione adeguata per i loro figli.
La conseguenza di tutto ciò ha effetti deva-
stanti e complessi. In primo luogo, c'é un
forte assenteismo scolare, cioè gran parte
dei bambini abbandonano molto presto
la scuola (più o meno in terza elemen-
tare) o addirittura neanche comincia-
no. Tutto ciò li porta a vivere nella strada,
non protetti; è lì che cercano la loro identi-
tà, assumendo comportamenti che li porta-
no poi alla delinquenza, alla violenza, all'al-
colismo e alla droga.
Un altro grande problema è il numero dei
bocciati ogni anno, dato che molti genitori
sono analfabeti e non possono aiutare i loro
figli nel fare i compiti, oppure molti bambini
sono figli di genitori emigrati perciò abban-
donati.
Senza dubbio tutto ciò provoca delle conse-
guenze dal punto di vista psicologico che
toccano l'autostima poiché non c'è chi va-
lorizza il bambino o chi lo stimola a
crescere, proponendogli valori e ideali dif-
ferenti che lo aiutino a realizzarsi come per-
sona. La stessa società non offre opportuni-
tà di lavoro o strutture di svago e di incon-
tro affinché i bambini e i giovani si sentano
integrati, identificati con certi valori e pro-
mossi nel dare il meglio di sé.
In molti casi i giovani cercano protezione,
identità, senso di appartenenza e soldi e li
trovano nelle "maras" o altri gruppi ille-
citi che alterano il benessere pubblico.
La violenza all'interno della famiglia e il
maltrattamento dovuto al "machismo" pro-
vocano nei bambini anche difficoltà di inte-
grazione sociale e di relazione, manifestan-
do molta aggressività e difficoltà a esprime-
re le emozioni.
Questa complessa problematica danneggia
soprattutto i bambini perché non vedono
garantiti i loro diritti a svilupparsi piena-
mente come persone. Inoltre danneggia la
stessa famiglia perché molto probabilmente
il bambino riprodurrà gli stessi sistemi di
condotta (machismo, violenza, povertà
umana e di valori, ecc.) alimentando questa
struttura irresponsabile e ingiusta. Tutto ciò
ha delle ripercussioni dal punto di vista so-
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ciale in quanto queste persone diventa-
no un peso nella società più che una
ricchezza umana alterando ancor più la
struttura sociale (corruzione, narcotraffi-
co, prostituzione, una religiosità soggettiva
completamente separata dalla vita, ecc.). Ci
sono effetti devastanti in questi stessi sog-
getti sociali che rimangono vittime dello
scoraggiamento, dell'impotenza, della fru-
strazione per non poter anelare a una so-
cietà e a uno stile di vita più degno, provo-
cando così passività, irresponsabilità e di-
sinteresse verso il bene comune.
Ci rendiamo conto che dobbiamo lavorare
nella prevenzione, focalizzandoci soprattut-
to nell'aspetto educativo - formativo e di in-
tegrazione dei bambini.
Come fa un bambino affamato (c'è qualcu-
no che a fatica mangia una volta al giorno)
ad avere voglia di studiare? Come non sen-
tirsi attratto dalla ricchezza facile ed entrare
nella malavita?
Per dare un appoggio alle famiglie più pove-
re di uno dei villaggi della nostra parrocchia
abbiamo pensato a un progetto di ado-
zioni. Vorremmo dare ogni mese a queste
famiglie una borsa di alimenti e, per i bam-
bini in età scolare, la possibilità di frequen-
tare 3 giorni alla settimana il nostro centro
di appoggio scolastico "El Trapiche",
organizzato dalla nostra parrocchia. La quo-
ta include anche una merenda, che per
molti bambini risulta l'unico pasto giornalie-
ro.
Sappiamo che non risolveremo il problema
della fame, però vogliamo offrire la possibi-
lità di un futuro migliore a questi bambini e
alle loro famiglie. Nel nostro centro i bam-
bini hanno la possibilità di partecipare ai
corsi di teatro, di musica, danza folklotisti-
ca, computer e inglese; possono usufruire
anche di una piccola ludoteca, di uno spazio
ricreativo e di un'attenzione psicologica
specialistica.
Per non favorire l'assistenzialismo stiamo
chiedendo a tutti i genitori l'obbligo di man-
dare i figli a scuola e di partecipare a degli
incontri formativi che sono mensili. Affinché
sia un progetto integrale abbiamo inserito
l'utilizzo della medicina naturale, la sensibi-
lizzazione all'igiene, la produzione di un pic-
colo orto nelle case, ore di lavoro sociale a
beneficio della comunitá, ecc.
L'adozione ha un valore di 30 euro mensili
per la durata di un anno. Alla fine dell'anno
chi adotta riceverà notizie sulla crescita del
bambino adottato.
I soldi verrebbero inviati attraverso un bo-
nifico bancario a:
RETIS ONLUS
(valida per la detrazione fiscale)
Causale: adozione bambino/a -El Salvador-
Via Mora, 57 - 36100 Vicenza
CF 95094230240
Banca Popolare Etica
IBAN IT 30 S 05018 11800 000000513800
BIC CCRTIT2184E
Poste Italiane
Ccp 84764067
IBAN IT 2I 076011180000008476467
Il Signore benedica la vostra vita e tutto ciò
che realizzare in favore del bene comune.
Alessio Mancini,
missionario della Pía Società S.Gaetano- El
Salvador (America Centrale)
alessio.manc@gmail.com
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Cosa mi porto via da quest'anno scolastico? La parola ai ragazzi della scuola media di Infantino Aminta Patrizia - Integrazione Scolastica
La conclusione dell'anno scolastico è arriva-
ta. Una serie di riflessioni balenano in testa.
Cosa resterà nel cuore dei nostri ragazzi?
Sarà arrivato a loro il desiderio di non mol-
lare mai la vita scolastica?
Saremo riusciti a formarli in maniera olisti-
ca o siamo caduti nelle nozioni banali?
Non mi resta che chiederglielo per sondare
il terreno e capire quali momenti, hanno
toccato la loro sfera emozionale
Ripercorri con il pensiero l'anno scola-
stico e descrivi l'esperienza che più ti
ha cambiato e arricchito dal punto di
vista intellettuale, affettivo, sociale ed
emozionale.
Dario: E' stato un anno molto costruttivo
sia dal punto di vista sociale che intellettua-
le, abbiamo svolto molte attività che hanno
unito il gruppo e ci hanno fatto avvicinare
ad Elisa, una compagna speciale che riesce
a capirci e aiutarci con la sua tenerezza e la
sua voglia di relazionarsi. All'inizio eravamo
molto timidi e chiusi ma oggi con Elisa ci
divertiamo; si ride si scherza e con il suo
linguaggio del corpo ci fa capire le sue
paure e le sua tristezza. E' una persona
molto speciale e ha un grande cuore e non
è da tutti essere così simpatica e volentero-
sa di socializzare con i suoi occhi dolci che
riescono a guardarci dentro. Tra le tante
attività fatte per l'integrazione la mia prefe-
rita è il circle time perché tutti insieme
parliamo di argomenti che sono importanti
per noi e esprimendo le nostre opinioni
cerchiamo di aprirci il più possibile ai
nostri veri sentimenti. Ho imparato a
conoscermi meglio e a scoprire cose di
me che prima non conoscevo. Mi è pia-
ciuto anche il laboratorio creativo perché
mi ha permesso di uscire dalle noiose rego-
le scolastiche, ci siamo sbizzarriti un po'
nel mondo della fantasia. Elisa è bravis-
sima a disegnare, mescola i colori formando
figure astratte piene di forme e di vita. Ho
incontrato una persona speciale che mi ha
fatto capire che la vita è un dono spe-
ciale e che ci sono persone come lei
che la sfruttano al meglio e altre che la
buttano nella monotonia non pensando
che un mondo fantasioso ci aiuta a rilassar-
ci dai soliti problemi.
Gabriele: Per me quest'anno è volato e si
dice che solo quando ti diverti il tempo pas-
sa. In effetti mi sono divertito molto e sono
riuscito ad accompagnare allo studio e
all'impegno il divertimento e lo sport che
pratico circa 4 volte settimana, tra allena-
menti e partite di basket. Questi nove mesi
sono stati accompagnati da gite e da attivi-
tà integrative con Elisa che è tanto miglio-
rata dall'anno scorso. Mi sono arricchito in-
tellettualmente con le gite che abbiamo fat-
to: alla Reggia di Caserta, al museo degli
strumenti e al teatro dove abbiamo assistito
allo spettacolo dei Promessi Sposi. Gran
parte dell'arricchimento intellettivo che ho
avuto è stato lo studio, io ho il 90% della
voglia di studiare, quanto basta per essere
promosso e qualcosa in più. In questi mesi
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ci sono stati tantissimi momenti in cui mi
sono arricchito socialmente e affettivamen-
te, soprattutto quando stavo con i miei
compagni e con la prof di Sostegno. Lei mi
ha aiutato molto a capire chi sono vera-
mente, per quali studi sono portato ma so-
prattutto per come sono dentro. Insomma
sono cresciuto, ho imparato a capire
quello che voglio fare da grande ma
anche da subito, tramite la conoscenza
delle intelligenze multiple ho capito
meglio il mio tipo di intelligenza. Ho co-
nosciuto i lati della mia personalità e della
personalità dei miei compagni, perché co-
noscendo me, conosco meglio gli altri. Non
sono mancati i momenti con Elisa, anche
perché lei è venuta molto più spesso in
classe e noi siamo andati più spesso nel suo
laboratorio, dove abbiamo imparato il
suo linguaggio. Mi è capitato, in una oc-
casione particolare, di sentire Elisa parlare
e dire la parola mamma per più di una vol-
ta. Credo che Elisa abbia trovato la pace in-
terna (soprattutto), ma anche esterna:
convive meglio con gli altri. Conosco Elisa
dalle elementari e devo ammettere che i
primi giorni avevo paura di lei, ma poi col
passare del tempo il nostro rapporto è an-
dato sempre meglio. Ultimamente abbiamo
fatto un uscita per Elisa. Siamo andati a
prendere il gelato e poi siamo andati al par-
co della Cecchina, dove il gruppo dei ragaz-
zi, me compreso, ha giocato a pallone,
mentre quello delle ragazze, con Elisa, è
andato sui jumping. Con la nostra pre-
senza Elisa è migliorata tantissimo. E
tantissimo siamo migliorati noi. Rara-
mente piange, urla e si lamenta e posso di-
re che insieme abbiamo fatto un bel lavoro
per aiutare Elisa. È stato un buon anno e
sono contento del mio percorso fino ad ora
alle medie, anche se mi dovrò ancora impe-
gnare.
Simona: Quest'anno ho conosciuto tante di
persone e tutte hanno lasciato la loro firma
impressa nel mio cuore e il loro modo di fa-
re, così diverso dal mio, ha contribuito a
farmi diventare quella che sono...ho dovuto
affrontare tanti litigi a causa del mio carat-
tere che cambiava sempre e, sfortunata-
mente, non sempre in modo positivo. Allo-
ra ho deciso di ricominciare tutto da
capo. Ho iniziato a studiare decentemente,
cercando di recuperare tutto ciò che avevo
distrutto in poco tempo. La mia povera
autostima ormai a terra non ne voleva
più sapere di me e sono dovuta andare
avanti da sola. È stato a questo punto che
sono maturata e ho recuperato voti e co-
raggio. Ed è grazie alla mia proff che, con
tutta la pazienza del mondo, mi ha permes-
so di seguire il mio carattere, come dire
'variabile', che oggi sto ribaltando la si-
tuazione a mio favore...grazie a tutte le
persone che mi vogliono bene per quella
che sono, una ragazza migliore.
Francesca: Ho conosciuto un ragazzo e ho
capito che avere un'amicizia con lui è bellis-
simo!!!!Perdere un'amicizia del genere sa-
rebbe bruttissimo!!!...il prossimo anno lui
andrà al liceo e non sarà più nella mia stes-
sa scuola ma spero che rimarremo così co-
me siamo adesso. Passiamo momenti bel-
lissimi e indimenticabili come corse sotto la
pioggia, pianti, sorrisi, musi, baci, abbracci.
Condividiamo e siamo sempre presenti l'u-
no per l'altro. Lui mi ha fatto crescere sotto
molti punti di vista, grazie anche alle nostre
litigate. Mi ha fatto arricchire dal punto
di vista affettivo e sociale, mi ha fatto
diventare più sicura, mi ha fatto cre-
scere emozionalmente, mi ha insegnato
ad essere più seria quando serve esserlo e
più comprensiva e dolce nei momenti in cui
serve. Spero che la nostra amicizia non fini-
sca mai. Gli voglio troppo bene, come un
fratello!!!
Anonimo: una della attività che mi hanno
cambiata è stato il progetto 'Area a ri-
schio' al quale abbiamo aderito come clas-
se. Questo progetto mi sta cambiando mol-
to perché grazie ad esso mi incuriosisco, mi
da forza e mi permette di mettermi in gio-
co. Mi interessa la cultura di altri paesi e
l'intercultura è il tesoro di tutti i tesori.
Siamo in tanti in classi ad avere genitori
stranieri e/o ad essere nati in altri paesi e
oltre ad apprendere altre culture siamo
sempre più un solido gruppo. Realizziamo
piatti, impariamo poesie, è troppo diverten-
te.
Giacomo: una cosa che mi ha cambiato è
stato l'arrivo di Leo in classe, in seconda.
Lui viene da una scuola dove c'era tanta
sofferenza con padri narcotrafficanti e ma-
dri prostitute. Questo mi ha insegnato a
vedere le cose con un occhio diverso,
un occhio consapevole delle difficoltà
di ragazzi come me. Questo mi ha inse-
gnato a capire perché dei ragazzi sono mol-
to chiusi.
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Anonimo: ricordo diverse occasioni in cui
ho gioito e altre in cui ho provato tristezza
come il giorno in cui ho giocato la partita di
pallavolo ma avendo perso ho scaricato su
un amico, senza rendermene conto, tutta la
rabbia e la colpa per aver perso e questo
mi ha fatto capire che non si può incol-
pare nessuno senza chiedersi se ab-
biamo sbagliato anche noi.
Matteo: La maggior parte del tempo che
passo in classe sono fermo ma nella mia
mente immagino, vedo le cose con gli occhi
della fantasia, trovo nel
le più piccole cose un tesoro, un mondo da
esplorare. Credo di essere fortunato ad es-
sere ancora piccolo perché noi ragazzi dob-
biamo pensare solo poche cose alla volta.
Gli adulti pensano troppo e tutto insieme
ma sempre e solo al lavoro. La scuola ci
insegna, ci protegge, ci aiuta a pensare
a questa realtà che prima o poi dovre-
mo affrontare. Quest' anno con l'aiuto di
alcune professoresse sono riuscito a miglio-
rare la mia condizione. Anche gli amici
servono a crescere, a riempire i vuoti
che hai dentro, a 'capire', 'intendere',
'volere' e queste parole si capiscono me-
glio quando si ha un compagno di un'altra
nazionalità in classe e riesci a comprendere
come ci si sente a essere diversi, cosa si
prova ad entrare in un'altra classe, provare
le stesse emozioni di quella persona. È una
cosa meravigliosa che ho provato perso-
nalmente mettendomi nei panni di chi soffre
per la lontananza dei genitori o per l'allon-
tanamento dalla patria. Quest'anno è stato
un'esplosione di emozioni e nuove co-
noscenze che mi hanno arricchito e
aiutato a crescere.
Gualtiero: Tra le esperienze che più mi
hanno arricchito ricordo con fierezza le ga-
re di matematica, che mi hanno arricchito
dal punto di vista culturale e intellettuale.
Ma ciò che mi è rimasto ancora più impres-
so è stata la mattina che abbiamo passato
a ballare la salsa insieme alla nostra prof.
Io, che non posso fare alcun tipo di attività
motoria a causa di un problema a un ginoc-
chio sinistro, dopo un momento di incertez-
za, ho iniziato a "sciogliermi" e a ballare in-
sieme agli altri. Ogni tanto mi fermavo e mi
sedevo per fare riposare la mia gamba ma,
appena potevo riprendevo a ballare. Devo
ammettere che, tre le ore passate a scuola
è stata l'ora che mi ha arricchito di più dal
punto di vista sociale e emozionale. La
gioia che ho provato a ballare insieme
agli amici è stata immensa. Un esperien-
za stimolante e divertente.
Veronica: Anche quest' anno è finito. E'
passato molto velocemente. Amo la mia
classe e non smetterò mai di dirlo! Mi
hanno fatto passare due anni bellissimi,
stupendi, indimenticabili! Quando finirà la
scuola sarò da una parte triste dall'altra fe-
lice. Felice perché si andrà in vacanza, ci si
rilasserà e si incontreranno gli amici estivi.
Sarò triste perché non vedrò per tre mesi i
miei compagni di classe. Già so che mi
mancheranno. Amicizia è sinonimo di di-
vertimento ed amore, ed è la cosa che
provo per loro. Quest'anno, inoltre, ab-
biamo conosciuto una "nuova Elisa". La
chiamiamo così perché è cambiata un sacco
in confronto all'anno scorso. Lei stava sem-
pre nel suo laboratorio, mentre adesso vie-
ne molto volentieri in classe, lei non dialo-
gava con me, mentre ora ci chiama con il
linguaggio del corpo, si vuole sedere vicino
a noi e durante la ricreazione ci ''rubacchia''
anche la merenda. Mi sento realizzata
quando penso che lei sia così anche per
merito mio. L'uscita più bella e allegra è
stata sicuramente quella in cui abbiamo
portato Elisa a prendere il gelato e a saltare
ai jumping con tutta la classe. Siamo usciti
da scuola e ci siamo fatti due foto di grup-
po, poi ci siamo incamminati per la gelate-
ria dove abbiamo preso un cono medio...ce
lo siamo divorati!! E' stato un anno fanta-
stico e questo anche per merito di Elisa, la
"nuova Elisa".
Claudia: L'anno scolastico è ormai finito e
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credo che mi mancheranno molto i miei
compagni, compresa Elisa. Lei è una ragaz-
za disabile, ma come noi vuole essere
apprezzata, accettata ,e avere degli
amici; è speciale, dolce, sempre pronta a
scherzare con noi, ha degli occhini bellissimi
e sinceri e vuole sempre farci capire cosa
prova con il linguaggio dei segni. Elisa è
riuscita ad integrarsi benissimo con noi,
creando un rapporto di sincerità e amicizia.
Questo fatto mi rende felice e orgogliosa,
perché so che se lei è riuscita ad instaurare
un rapporto così bello è anche opera mia;
ora so capirla e so come aiutarla perché ho
imparato come lei comunica, cioè con il lin-
guaggio dei segni. Con lei c'è anche del
la complicità, soprattutto quando viene a
fare ricreazione: viene in mezzo a noi ci
"rubacchia" la merenda, si avvicina quando
chiacchieriamo... Una volta mi ricordo che
noi femmine stavamo parlando e ci erava-
mo messe in un angolino; lei è venuta ad
ascoltare e comunicare con noi e quando si
è avvicinata la prof. di sostegno che la se-
gue, Elisa l'ha respinta per farla allontanare
perché voleva stare sola con noi !!! Che
conquista!!! Vedere Elisa felice mi
riempie il cuore di gioia e il suo cam-
biamento dall'anno scorso a oggi ha
cambiato qualcosa anche in me, sono
più allegra, sono più sicura perché so
come comportarmi, mi diverto tantissimo
quando la vedo saltellare o correre o scher-
zare e sono contenta quando si avvicina
spontaneamente a noi come quando è en-
trata in classe, è andata dritta da Matteo e
gli ha dato un bacio sulla guancia ! Eh si,
credo proprio che sarà difficile lasciarla do-
po le medie perché ormai la sento come
parte di me.
Matteo: Durante quest'anno scolastico che
purtroppo è finito, ho imparato tante cose
nuove. Con le lezioni con la Professoressa di
Integrazione ho imparato come stare in-
sieme tra noi, avere cura di noi, amar-
ci. Ho imparato anche i gesti che Elisa fa
per comunicare con noi che prima non sa-
pevamo perché nessuno ce li aveva mai in-
segnati. Con la professoressa ho imparato
cose nuove perché spiega in modo semplice
e comprensivo e poi ha avuto un idea ge-
niale: abbiamo fatto delle attività creando
piccoli oggetti che abbiamo venduto per
andare a prendere un gelato con Elisa. Io,
grazie alle professoresse che hanno cura di
lei ho imparato i suoi gesti e prima non ne
sapevo niente. Ho imparato come com-
portarmi guardando l'esempio delle
professoresse. Queste sono le cose mi
serviranno nella vita!
Christian: L'anno scolastico è finito. Io so-
no molto contento che sia finito perché sin-
ceramente non ce la facevo più a svegliarmi
alle 7.00 e a fare sei ore di scuola. Quest'
anno la scuola mi ha dato sa emozioni ne-
gative che positive. Ho litigato con il mio
migliore amico per ben due settimane e
questo mi ha provocato molto stress, e poi i
compiti e le interrogazioni, ma è stato bello
ridere scherzare e stare insieme agli amici.
Ho imparato ad avere più fiducia nei
compagni e sentirmi più felice quando
faccio pensieri carini verso le persone a
cui voglio bene. Ho imparato ad acco-
gliere Elisa a braccia aperte. Con lei
abbiamo fatto molte attività di integra-
zione dove abbiamo imparato a fare
unione, ad essere un gruppo, ad avere
fiducia e ad essere sinceri tra di noi.
Andrea: Quest'anno scolastico è finito. Ab-
biamo svolto molte attività divertenti che ci
hanno anche fatto vivere diverse esperienze
utili e arricchenti. Poco tempo fa abbiamo
creato una presentazione in Power Point
sulla poesia "Se" R. Kipling. Ognuno di noi
ha scelto una frase della poesia che più ci
rappresentava spiegandone il motivo. Io ne
ho curato il montaggio rispettando le deci-
sioni dei miei compagni sull' aspetto che
doveva assumere la loro pagina. Lo sfondo
di ogni diapositiva era un disegno di Elisa,
ogni volta diverso. Questa esperienza di
tipo sociale mi ha arricchito soprattutto
dal punto di vista emotivo perché mi ha
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insegnato a stare con Elisa e a diver-
tirmi insieme a lei.
Monica: Adoro scrivere temi, mi piace
sin da piccola, quando scrivevo piccole sto-
rie di qualche pagina. Ma la cosa che più mi
fa sentire contenta è quando il professore li
legge ad alta voce e mi premia con un bel
voto. Questo è importante per me perché
da grande voglio fare la scrittrice famo-
sa e le medie sono la rampa d'inizio di que-
sto bel sogno. Leggo perché mi piace, ma
soprattutto per imparare a formulare me-
glio delle frasi e per ampliare il mio vocabo-
lario Quando scrivo i miei temi ci metto
l'anima. Quando lui li legge ad alta vo-
ce non posso non sorridere e avvampa-
re dall'emozione.
Aminta Patrizia Infantino,
Docente di Sostegno Scuola Superiore di
primo grado "SMS Pintor" e "Cecco Angio-
lieri" - Roma
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Esperienze a...cinque sensi! Il laboratorio di manipolazione di Melchiorre Antonia - Attività Laboratoriali
Con la collega Irma Ancona, insegnante di
sostegno delle classi prime, quest'anno ab-
biamo pensato di proseguire una valida
esperienza laboratoriale iniziata l'anno scor-
so da Sara, Laura e Federica, AEC che lavo-
rano nel nostro plesso, Angeli della Città,
dove però erano inseriti solo bambini certi-
ficati. Quest'anno invece abbiamo voluto
aprire l'esperienza anche ad alcuni bambini
delle classi prime.
Il laboratorio è partito a gennaio, con ca-
denza settimanale e si sta concludendo in
questi giorni. Purtroppo gli incontri sono
stati pochi, avremmo avuto bisogno di più
tempo per svolgere tutto quello che
avremmo voluto! Cercherò di raccontarvi
ciò che siamo riusciti a fare in questi pochi
incontri, spero di riuscirci nel miglior modo
possibile.
Durante il primo incontro abbiamo fatto
toccare, osservare e assaggiare alcuni
tipi di verdure, frutta e ortaggi (insalata,
cavolfiore, radicchio, prezzemolo, basilico,
zucchine, melanzane, peperoni, carote, pa-
tate, pomodori, cipolle, limoni, arance,
mandarini) con i quali poi i bambini, intin-
gendoli nel colore, hanno realizzato tutti in-
sieme un grande cartellone, utilizzando la
tecnica del timbro. Mi ha colpito la curio-
sità con la quale assaggiavano ciò che gli
veniva proposto, anche se crudo o con odo-
ri non proprio familiari, viste le difficoltà che
hanno in genere a mensa a mangiare ciò
che è verde!! Ed infatti alcuni bimbi non co-
noscevano ne i nomi, ne gli odori e i sapori
di certi vegetali!
Dopo aver realizzato tutti insieme questo
primo cartellone chiamato "pittura con
verdura", ognuno di loro ha fatto la stessa
cosa ma individualmente su uno o più fogli.
La volta dopo alcuni disegni sono stati
strappati e i vari pezzettini suddivisi per co-
lore. Il passo successivo è stato quello di
realizzare tutti insieme un mandala, par-
tendo dal centro fino ad arrivare alla perife-
rica incollando i vari pezzetti di carta, se-
condo i colori scelti.
Dopo aver lavorato con la frutta e la verdu-
ra fresca, abbiamo deciso di far conoscere
ai bambini i vari cereali e legumi secchi,
(lenticchie rosse e verdi, ceci, piselli, vari
tipi di fagioli, riso, mais, farro, orzo, sesa-
mo) utilizzando anche qui tutti i sensi tran-
ne il gusto (anche se alcuni di loro avrebbe
voluto assaggiarli crudi!): li hanno odorati,
toccati per sentire se erano lisci o ruvidi, ed
osservati per vedere le varie forme, gran-
dezze e colori.
Anche in questo caso erano pochi gli ele-
menti presentati che i bambini già conosce-
vano.
Dalla prima pagina
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Dopo aver suddiviso per forma e colore i le-
gumi e i cereali, abbiamo realizzato insieme
a loro un altro mandala utilizzando i vari
materiali mostrati, sempre partendo dal
centro. Per completarlo ci sono voluti alcuni
incontri. Visto che al mandala ci lavoravano
al massimo due bambini, abbiamo dovuto
trovare parallelamente attività che tenesse-
ro contemporaneamente impegnati gli altri.
Così mentre alcuni mettevano nel loro va-
setto, a scelta o i fagioli o le lenticchie con
un po' di cotone imbevuto d'acqua, altri in-
tanto coloravano il proprio mandala perso-
nale. In questo modo tutti i bambini sono
riusciti a rotazione a fare tutto.
Finito "il mandala del tatto" siamo passa-
ti all'ultimo step: costruire maracas con
bottigliette di plastica riempite sempre con
cereali o legumi, in modo che potessero
produrre suoni diversi. Qui la difficoltà per i
bambini è stata quella di individuare, tra 3
o 4 suoni effettuati scuotendo con la stessa
intensità le maracas, quello che facesse
meno rumore.
Tutto il materiale realizzato in questi mesi
verrà esposto in mostra per i genitori
nell'ultima settimana di scuola.
Non è facile riuscire a descrivere in poche
righe il lavoro fatto in questi mesi e proba-
bilmente non sono riuscita a passarvi le
emozioni che i bambini e noi adulti abbiamo
provato lavorando insieme. Per motivi di
privacy non posso mostrarvi le foto dei loro
volti scattate durante i vari incontri, mi limi-
to a farvi vedere ciò che hanno realizzato,
spero che almeno questo vi possa un po'
emozionare. Quando si chiude un'attivi-
tà si fa sempre il bilancio di ciò che ha
funzionato e quello che poteva andare
meglio. Purtroppo per mancanza di tempo
non siamo riusciti a lavorare molto sui suo-
ni, ci sarebbe piaciuto far suonare qualcosa
ai bambini, come anche cucinare qualcosa
di semplice insieme a loro...magari potreb-
be essere il punto da cui partire il prossimo
anno!
Sicuramente questo lavoro è stato una pic-
cola goccia, uno spazio ristretto ritagliato
alla didattica "classica" ma che ha dato a
questi bambini la possibilità di sperimentare
e conoscere in modo diverso e piacevole.
Spero tanto che si riescano a "proteggere"
spazi preziosi come questi anche in futu-
ro....per poter ancora VEDERE, SENTIRE,
TOCCARE, ODORARE E GUSTARE ...la
scuola divertendoci!!!
Antonia Melchiorre,
docente di sostegno, IC Perazzi – Roma
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Quello che non ho Riflessioni su un ciclo che sta per concludersi di Ansuini Cristina - Dedicato a te
Non amo molto fare bilanci, mi mettono
sempre un po' di tristezza, mi fanno avver-
tire un senso di perdita per qualcosa che
invece dà e continuerà a dare tanto.
Ma la trasmissione di Fabio Fazio e Roberto
Saviano "Quello che (non) ho", un pro-
gramma di parole e sulle parole - che non
sarei stata capace di immaginare neanche
nei miei sogni più rosei! - mi dà la possibili-
tà di raccontare nel modo che mi è più pro-
prio cosa significano cinque anni di lavoro
con un manipolo di imberbi creature.
Per prima voglio mettere la parola che ho
inviato al sito di Quello che (non) ho e cioè
storia. È una parola che amo molto perchè
con lei comincia e si evolve tutto, per tutte
le sue sfaccettature e che dà un po' un sen-
so a queste brevi riflessioni. Per storia in-
tendo non solo quella con la S maiuscola
che tanto mi appassiona, ma anche quella
del racconto, della fiaba da ascoltare, della
barzelletta che fa ridere, degli articoli da
leggere, dell'evento da commentare, della
trama di un libro.
Subito dopo mi viene in mente entusia-
smo: questi anni sono stati sempre e co-
munque all'insegna della "voglia di fare in-
sieme", del mettersi in gioco anche nelle
avventure più spericolate, dell'affrontare le
difficoltà con un sorriso, con la forza di una
battuta, con la luce scherzosa negli occhi.
Un'altra parola chiave è stata curiosità,
una ricerca continua di soluzioni originali e
condivise piuttosto che di risposte precon-
fezionate ha segnato i nostri percorsi lingui-
stici, le nostre indagini storiche, i nostri
racconti "a più mani", i nostri attacchi d'ar-
te, l'organizzazione delle nostre uscite di-
dattiche, l'assemblaggio dei cartelloni...
Comunicazione è l'altra parola irrinuncia-
bile ed ecco apparire i circle time, i racconti
delle vacanze, la cassetta della "posta in-
terna", la corrispondenza quinquennale con
la nostra classe gemella di Bologna, gli
esercizi di stile alla Queneau, la preparazio-
ne di lezioni per i genitori, gli spettacoli di
Natale, i circoli letterari, i laboratori di scrit-
tura creativa, lo scambio di poesie, le ras-
segne-stampa del lunedì mattina sulla do-
menica calcistica.
The last but not the least metto impegno,
in tutte le possibili sfumature che questa
parola può avere: dal cooperative learning
allo studio di argomenti nuovi e complessi,
dall'accoglienza di bambini nuovi e speciali
all'informazione su fatti ed eventi particolari
all'approfondimento di tematiche comples-
se, difficili da affrontare anche per noi adul-
ti, come lo studio che abbiamo fatto ulti-
mamente sul ventennale delle stragi di Ca-
paci e di via D'Amelio, aiutandoci con il libro
di Luigi Garlando "Per questo mi chiamo
Giovanni".
Dalla prima pagina
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Rispettando lo stile Fazio-Saviano, mi piace
concludere con un tipico decalogo "quello
che ho/quello che non ho":
quello che ho è una grande soddisfazione
per il lavoro fatto
quello che non ho è il rimpianto di non aver
"finito il programma"
quello che ho è la voglia di continuare a
tessere rapporti
quello che non ho è tagliare i ponti col pas-
sato
quello che ho è un serbatoio infinito di
emozioni e affetti
quello che non ho è un briciolo di rancore
quello che ho è il mio "essere" maestra
quello che non ho è "fare" la maestra
quello che ho sono gli occhi pieni di belle
immagini a colori
quello che non ho è la nostalgia
quello che ho è la voglia di ricominciare
Cristina Ansuini,
Psicologa, Docente presso la scuola "2 ot-
tobre 1870", I.C. Piazza Borgoncini Duca,
Roma
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La scuola in chiusura Un percorso avviato che (non) finisce di Nucera Roberto - Orizzonte scuola
Come ogni fine d'anno che si rispetti non
manca fare il resoconto di tutto un percorso
che oggi riusciamo a vedere in maniera più
chiara, liberi dai "se" e dai "ma" nei quali
alcune ipotesi di cambiamento e di crescita
si sono verificate, pur se non siamo comple-
tamente "pro-sciolti" da quelli che avremmo
potuto compiere. Ogni scelta compiuta e di
strategia ha fatto il suo decorso, altre un
po' meno, altre potevano essere fatte di-
versamente (lo dico oggi, però!), altre an-
cora non hanno dato i frutti sperati. Quello
che deve rimanere è la convinzione che il
nostro intervento, quando prendiamo
decisioni, scegliamo di percorrere una
strada anziché un'altra è sempre detta-
ta dalla possibilità di riuscita, che fa-
cendo così stiamo facendo bene e ope-
riamo per il bene dei nostri alunni, che
quella è la strada giusta.
Quello che mi fa pensare e (non) mi stupi-
sce e trovare ancora qualcuno in attesa dei
risultati in un tempo preciso, altrimenti è
come se andassero incontro ad una definiti-
va scadenza. Così facendo significa che l'at-
tenzione è spostata più sulle cose da fare,
sul fare, sul produrre, il risultato che ne de-
riverebbe. Mi da l'idea di una macchina se-
riale dove si eseguono determinati proce-
dimenti e sulla base del prodotto finale de-
termino se va bene o se va male.
L'attenzione, piuttosto, dovrebbe (deve) es-
sere orientata sul processo che sta dietro,
sul modo di lavorare e come viene costruita
quella cosa, l'ingranaggio, se c'è del pro-
prio, come era prima e com'è divenuta in
seguito, la manipolazione: il cambiamento
del "prodotto" insieme alla persona.
Qui subentra la fatidica valutazione che ri-
mane sempre un punto caldo e caro a noi
docenti, perché a prescindere tutti i para-
metri che possiamo concordare e inserire
dentro questa grande tematica, attesa e
dovuta. È difficile e non si deve standar-
dizzare un percorso, quando ogni sog-
getto è diverso, anche se si rende ne-
cessario trovare dei "focus" nei quali
puntare e azionare l'obiettivo. Questa
va fatto considerando chi, in quell'istante,
sta davanti alla macchina e cosa vuole im-
mortalare chi sta dietro.
La valutazione che analizza ed esamina un
determinato "modus operandi" e operato,
unita ai tanti scatti di persone diverse i
quali assemblati insieme raccontano e rive-
lano lo spaccato di un processo, deve met-
tere in evidenza almeno due momenti fon-
damentali: il momento passato e quello
presente. Il passato come condizione di
partenza, di conoscenza, di essere in un
certo modo, nel modo proprio; il presente
come un situazione (frangente) di arrivo, di
conoscente, di essere presente e pronto a
continuare.
La valutazione deve riportare più spesso il
cambiamento positivo del nostro alunno,
cogliere il buono che ha fatto e valorizzarlo.
Laddove questo viene meno bisogna com-
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prendere (e far comprendere) che non è né
conclusivo né immutabile.
Il cambiamento non è mai unilaterale e
credo non si possa esaurire in un tempo li-
mitato o che siamo noi a deciderlo. A me,
però, piace pensare che basta a volte
un semplice "tocco di mano" o di testa
per far si che le cose possano seguire
un altro corso.
E se non sarà quello giusto per noi, forse lo
potrà essere per qualcun altro.
Roberto Nucera,
docente di sostegno IC Carlo Levi, Roma
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Un prisma di luce colorata di eventi A fine anno scolastico di Riccardi Barbara - Attività Laboratoriali
Se ad un certo punto nel trantran di tutti
giorni, fatto di sincronismi di appuntamenti,
di affari da seguire e gestire, all'improvviso
dal plumbeo di pensieri appesantiti dalla
monotonia intravedete un barlume di luce
sbucare dal grigiore dei muri del quotidiano
vivere, non vi preoccupate, non siete dei vi-
sionari. Se vedete dei raggi colorati che
partono tutti insieme, nello stesso momen-
to, dallo stesso punto che attraversano un
prisma di cuori/menti, che arrivano e si di-
vidono e vanno a "colpire" ogni cosa al loro
passaggio, no, non vi agitate. Questi raggi
una volta ammantate cose e persone, poi si
ricongiungono fondendosi tutti insieme con i
colori vicini formando un "ARCOBALENO"?
Se poi questa visione/immaginazione conti-
nua nell'apparirvi come l'unione di questo
unico fascio di luce colorata che da "alla lu-
ce" un luogo dove poter passare il tempo,
dove potersi dedicare alle proprie passioni,
dove creare relazioni, imparare e studiare,
dove sentirsi parte di un insieme che va
verso lo stesso fine ... "fare per imparare a
fare con passione e dedizione", attenti, non
vi spaventate, siete entrati nella realtà di
un mondo che esiste veramente, un posto
così fatto, di tanti colori, dove bambini, ra-
gazzi e famiglie possono ritrovarsi è il mi-
crocosmo della Scuola, un "Raggio Verde",
un fenomeno fisico/atmosferico talmente
raro, l'atmosfera dev'essere tersa, nel suo
romanzo J. Verne dice: "Chi vede il raggio
verde quella persona è capace di vedere nei
sentimenti altrui e propri"
Una fucina di passioni e relazioni, dove
creare ed inventarsi, un luogo di incontro
tra conoscenza e crescita. La Scuola "luogo
di coccole di pensiero" che fanno crescere la
mente, contro l'apatia e l'insicurezza. I
bambini sono spugne, sanno tutto, ascolta-
no tutto e appunto ... "assorbono" tutto e
quando gli si trasmette passione e/con
Amore, loro SONO "AMORE"! Immaginiamo
ogni nostra Scuola come un Sole con i suoi
raggi, fonte di un "ARCOETERNO" di luce di
speranza, eterno perché mentre di solito
pur di non andare a scuola si trovano mille
scuse, qui invece, piccoli e grandi, non ve-
diamo l'ora di rincontrarci, soprattutto dopo
i weekend di separazione. Siamo strani,
non vorremmo che passassero mai le otto
ore di tempo pieno, ma è così, noi POSSI-
BILI nelle nostre Scuole ci divertiamo e ...
CONDIVIDIAMO! Di solito è alla campa-
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nella dell'uscita che si vedono flotte di
bambini "Ferrari" che si precipitano tra
le braccia dei loro genitori, invece acca-
de proprio il contrario, è con la campanella
di inizio lezioni, quando si aprono i cancelli
che i nostri ragazzi corrono all'impazzata
per raggiungere le loro aule, per ritrovarci
tutti insieme di nuovo. Certo è difficile da
immaginare, capisco il vostro stupore di
questa prova di AMORE che ci lega gli uni
agli altri, piccoli e grandi, felici/festosi di
riabbracciarci per raccontarci, per imparare
a/e fare!
Credo che questa si possa chiamare "RI-
COMPENSA", per noi educatori che lo fac-
ciamo per/con passione. Certo, non è pro-
prio per tutti così ... non è tutto oro ciò che
luccica, non è tutto rose e fiori, non è pro-
prio una passeggiata, ma per noi che non è
un dovere, ma è un piacere, una "Mission
Impossible" dove con dovizia ed Amore, su-
periamo fatiche e difficoltà, uniti e sempre
pronti a dispensare sorrisi!
Per salutarci prima delle vacanze e salutare
l'anno scolastico trascorso insieme, nel no-
stro Circolo Didattico il 143° "Spinaceto",
piccoli e grandi di ogni Plesso, abbiamo
preparato dei saluti un po' speciali.
Il Plesso Frignani, ormai veterano ed esper-
to Polo Scientifico dell'Università della Sa-
pienza alla XV Edizione del Musis ha propo-
sto la sua "Serata delle Stelle", venerdì 25
maggio ore 21. I ragazzi delle classi I II e
V "hanno guidato" il nostro pubblico alla
scoperta della volta celeste in compagnia
degli esperti astrofili dell'Ass. "Accademia
delle Stelle" armati dei loro potenti telesco-
pi, sulle note musicali di "flauti magici", con
coreografie e canti, coordinati dalla Refe-
rente del Progetto, la docente Liberati e
dalla docente "artistica" Pieroni insieme alla
collaborazione di tutti gli insegnanti di ogni
classe partecipante, tra cui la classe II del
Plesso Renzi. Ospiti d'eccezione, onorati di
averLi con noi e che ringraziamo: il Vice
Sindaco Belviso, il Presidente del Municipio
XII Calzetta, il Presidente Commissione
Scuola Municipio XII Alleori, il Presidente
Commissione Servizi Sociali Pezone, il Con-
sigliere Pollak.
Dal 25 maggio fino alla conclusione
delle lezioni, a suon di musica giungeran-
no i saluti da parte dei ragazzi del Plesso
Renzini che si esibiranno in una serie di
kermesse ogni pomeriggio, seguiti dalla di-
rezione dei maestri musicisti dell'Ass. Musi-
cale Sol Fa Mi. Grande richiamo soprattutto
per le classi IV che si esibiranno con uno
strumento al quanto insolito, il mandolino.
Le altri classi dimostreranno tutta la loro
bravura tra sfide a scacchi e opere d'arte
realizzate all'interno del Progetto "Laborato-
rio Arti e Mestieri", tutti i giovedì per classi
aperte, con laboratori di pittura, riciclaggio,
transformers, ceramica, creazione di burat-
tini, murales e giardinaggio.
Coordinatori dei laboratori i docenti Romeo
e Guercia.
Renzi in Festa inizia martedì 29 maggio
in cui le classi I, II, III e V si esibiranno al
Teatro del Torrino con lo spettacolo curato
dall'Associazione Teatrale che ha lavorato
durante tutto l'anno.
Come tradizione vuole anche quest'anno l'8
giugno alle ore 16,30 ogni classe darà il
meglio di sé in perfomance tra coreografie e
canti. Novità? Anche i genitori saranno
coinvolti, i "grandi" daranno sfoggio della
loro bravura con lo spettacolo "Genitori allo
sbaraglio", (questa non è proprio da perde-
re). Il saluto alla classe V a conclusione di
un anno scolastico e soprattutto del loro ci-
clo di cinque anni passati insieme, con lo
spettacolo "Gli aquiloni e l'Arcobaleno". La
parte coreografica sia dei piccoli che degli
adulti è curata dal docente Illiano. Spetta-
colo musicale da non perdere della IV con
l'Ass. Sol Fa Mi il 4 giugno ore 14,30.
Dal 23/25 maggio nel Plesso Avolio la II
Edizione della Mostra degli Amici diversa-
mente abili della Comunità di S. Egidio "Noi
l'Italia", Mostra che è stata in esposizione al
Quirinale. Questa Mostra raccoglierà anche
le testimonianze delle interviste realizzate
dai ragazzi delle classi IV e V ai nonni del
territorio di Spinaceto e Tor de' Cenci e
dell'opera artistica creata dai bambini delle
I, II e III durante il laboratorio "Diverso da
chi".
Dal 22 maggio al 7 giugno parte la ker-
messe con i Saggi di musica a cura della
poliedrica Maestra Michela dell'Ass. Sol Fa
Mi. Martedì 5 giugno ore 15,30 inaugu-
razione "Dalla Pianura alla montagna pas-
sando per la collina", Mostra interattiva
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conclusiva di un percorso laboratoriale che
ha visto coinvolte tutte le classi del Plesso
Avolio, ragazzi e docenti cooperatori di ope-
re artistiche, tra cui quelle regalateci dal io-
logo Prof. Francesco Petretti al suo passag-
gio, realizzate durante il suo intervento,
cartelloni esplicativi in collaborazione con la
biologa Prof.ssa Valeria Giacanelli, ricerche
e schemi che trattano animali e piante e i
loro prodotti derivati di ogni territorio. Il
tutto con il sottofondo musicale e canoro
dal vivo del Coro della Siae.
La Mostra è aperta tutti i giorni dalle
14,30/16,30 alle famiglie e alle perso-
ne del territorio fino all'8 giugno, giorno
in cui tutti insieme saluteremo le classi V
originale, insieme al Coro del Centro Anzia-
ni di Trigoria "Alberto Sordi", con un recital
dai toni originali, un saluto/ponte genera-
zionale di unione per consolidare ancor di
più l'importanza del legame con i nonni. Il
tutto grazie alla grande cooperazio-
ne/collaborazione di tutti i docenti, proprio
tutti, del Plesso, sotto la guida attenta e
scrupolosa del Referente di Plesso il docen-
te Franchina, la docente Monetti, la docente
Citro Calabrese e al "Pesce" che non dice
ma c'è!
Eccellente team di assalto positivo/fattivo.
Un ringraziamento a tutti, soprattutto agli
esperti biologi, ricercatori e tecnici, che
hanno contribuito con la loro passione, alla
realizzazione di ogni manifestazione. Un
grazie anche alla Protezione Civile dell'Ass.
Volontari A.V.P.C. Roma Eur, al Commissa-
riato della Polizia di Spinaceto e alla Caser-
ma dei Carabinieri di Tor de' Cenci per il lo-
ro essere presenti, vigilanti e attenti.
Una buona visione prismatica e un RAGGIO
VERDE a tutti!
Barbara Riccardi,
docente 143° CD "Spinaceto" – Roma
Il Raggio Verde J. Verne
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www.5xk.it Rivista multietnica e multiculturale rivolta agli alunni delle scuole primarie di Camicia Claudia - Attività Laboratoriali
Ognuno immagina, da fanciullo, di vivere le
proprie avventure: chi nel mare tempesto-
so, chi nella giungla, chi nello spazio, co-
munque e sempre imprevedibili, esaltanti e
sorprendenti.
Anche noi abbiamo fatto parte di questa in-
domita schiera e diventati adulti abbiamo
deciso di lanciarci in un'ulteriore avventura.
Abbiamo individuato quella che aveva un
maggior tasso di sfida culturale e un più al-
to fattore sociale d'indifferenza: la promo-
zione della lettura.
Dopo più di un anno di gestazione creativa
e pedagogica per ideare tutte le caratteri-
stiche necessarie a realizzare un progetto
innovativo, l'équipe di stolidi redattori ha
pubblicato a marzo 2011 il primo numero
della rivista multiculturale 5perché, per
bambini da 5 a 11 anni.
La redazione è formata da scrittori, giorna-
listi, bibliotecari, insegnanti, esperti di lette-
ratura giovanile che hanno fatto confluire le
loro competenze in un unicum per realizza-
re una rivista adatta ai bambini italiani,
stranieri, di seconda generazione.
Non la solita rivista, quindi, ma una rivista
che promuove la lettura, con diversi livelli
linguistici di comprensione e rielaborazione;
facilita l'inclusione sociale e l'integrazione
tra i bambini; aiuta la conoscenza dell'ita-
liano e di altre lingue straniere a confronto;
permette l'inserimento e il tutoring tra
bambini di diverse fasce d'età - grazie all'u-
so delle lingue straniere assieme all'italiano
- e stimola il recupero della cultura d'origine
dei genitori o del bambino, anche attraver-
so l'uso del sito interattivo. Queste caratte-
ristiche si sono dimostrate utili, anzi prezio-
se, durante gli incontri con i bambini sia
nelle scuole sia nelle Fiere del libro.
Nel corso di questo primo anno più di
10.000 bambini hanno avuto un contat-
to diretto con la rivista e molti hanno in-
contrato i redattori e gli illustratori in vivaci
incontri studiati ad hoc. Il sito interattivo
www.5xk.it contiene parte dei materiali
prodotti, altre tracce della comunicazione
tra i lettori e i redattori si riscopre nei blog
spontaneamente nati con le biblioteche.
Attività Laboratoriali
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Dopo queste iniziali esperienze di lettura e
laboratori possiamo considerare l'interesse
dei bambini come una cartina tornasole.
Abbiamo per esempio proposto incontri con
letture e laboratori sui proverbi dal mondo,
inserendo anche quelli italiani - in modo
specifico quelli romani e campani.
E' stato evidente come i bambini delle città
(Roma, Pisa, Torino) potessero solo recupe-
rare, grazie alla memoria, quelli pronunciati
dai nonni, mentre i bambini residenti in lo-
calità minori (Polla, Villa d'Agri, Treviolo) ne
avevano una percezione più diretta perché
anche loro li usavano in modo più diffuso,
quasi quotidiano.
L'impegno del GSLG è di promuovere la
lettura perché dà accesso alla cono-
scenza di sé e del mondo, ogni volta che
incontriamo gli adulti notiamo il loro deside-
rio di far parte del processo formativo che
avvicina i bambini alla lettura: nel progetto
della rivista 5perché abbiamo quindi ideato
un sussidio con consigli e materiali per ap-
profondire, adattare, inventare, compren-
dere gli argomenti di ogni numero.
Inoltre:
I COLORI DEL SOGNO è una mostra itine-
rante con una selezione di 30 illustrazioni
originali create per i primi 4 numeri della
rivista dagli artisti della Scuola Internazio-
nale di Sarmede (TV). La mostra è un otti-
mo strumento per l'educazione visiva per-
ché mette a confronto varie tecniche (ac-
quarello, acrilico, tecnica mista, collage, pa-
stello ecc.) Gli alunni in visita hanno realiz-
zato vari laboratori di disegno per creare le
loro tavole da inserire nella fiaba, con l'au-
silio di un illustratore.
COSA SCRIVO NEL BALOON? Anche i labo-
ratori di fumetto per il secondo ciclo di
scuola primaria hanno dato esiti positivi
perché hanno puntato sull'analisi del testo,
la sintesi e la realizzazione di brevi
script/sceneggiature. L'uso della lingua ita-
liana può ogni volta essere calibrato in base
alle effettive conoscenze linguistiche dei
bambini eliminando il senso di inadeguatez-
za dei più piccoli o degli stranieri. Molti
hanno usato le onomatopee o il gergo gio-
vanile dando vita a soluzioni simpatiche e
originali.
Claudia Camicia
redazione@5xk.it
Presidente
GRUPPO DI SERVIZIO PER LA LETTERATU-
RA GIOVANILE
www.gruppoletteraturagiovanile.it
riv. trim. PAGINE GIOVANI
Via dei Colli Portuensi,12
00151 Roma Italia
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Azioni di fine anno scolastico... tra vecchie e nuove pratiche Piccolo glossario semi-serio (nonché incompleto e assoluta-mente imperfetto) sulla valutazione di Presutti Serenella - Organizzazione Scolastica
Maggio: mese di azioni conclusive dell'anno
scolastico. Messa a punto generale del si-
stema valutativo dell'apprendimento,
dell'insegnamento e di tutta la "macchina"
SCUOLA!
Chi valuta chi? ...e cosa?
Insegnanti che valutano gli Alunni:
consigli di classe e scrutini. Priorità certa il
"rendimento " scolastico attraverso la misu-
razione "oggettiva" di quanto insegna-
to...l'oggettività però è possibile solo se se
ne accetta la "soggettiva oggettivazio-
ne"...vale a dire: è impossibile pensare ad
un sistema valutativo inaccattabile e tecni-
camente perfetto;
forse è più importante concentrare le pro-
prie energie sul concordare le priorità, i cri-
teri e i linguaggi con i quali riuscire a co-
municare valutazione, piuttosto che soffer-
marsi troppo su una visione del passato ...
OGGETTO DELLE VALUTAZIONI: ancora
troppo spesso il che cosa ( che va pur mi-
surato...) e forse ancora troppo poco il co-
me...
Alunni che valutano gli insegnanti: l'a-
zione più significativa è indubbiamente
quella "informale", al momento dei saluti
finali, che avviene attraverso sguardi più o
meno diretti, abbracci più o meno plateali,
pianti o urla di gioia, con i sentimenti più
contradditori possibili, nella mutevolezza di
chi ama e odia allo stesso tempo. La spen-
sieratezza dell'età della scuola, che quando
ritorna in mente niente avrà di oggettivo se
non il ricordo stesso, spesso condiviso in
gruppo... OGGETTO DELLE VALUTAZIONI:
e emozioni, cosa è importante per me..
Genitori che valutano insegnanti, colla-
boratori, dirigente, segreteria, men-
sa...tutta la scuola:
Customer satisfation: "La rilevanza della
Customer satisfaction come obiettivo stra-
tegico è sostenuta da alcune tendenze evo-
lutive del mercato. Tra le cause dell'orien-
tamento alla soddisfazione del cliente.....le
tendenze strutturali del rapporto domanda
e offerta" ( definizione da Wikipedia).
In realtà, più che della valutazione del
cliente rispetto all'offerta di mercato, la de-
finizione è presa in prestito per definire
maggiormente il concetto di "percezione"
della qualità del servizio; rimane la diffi-
coltà di inscrivere nella parola "servizio" la
scuola e la complessità delle relazioni che si
coltivano sia al suo interno che al suo
esterno, ma trovo certamente fondamenta-
le richiedere cosa pensano di noi e di quello
che facciamo, di come lo facciamo, diretta-
mente ai nostri fruitori... OGGETTO DELLE
VALUTAZIONI: La pratica ormai diffusa
dell'utilizzo di questionari di autovaluta-
zione e di customer satisfation hanno
customer satisfation
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senz'altro il merito di farci interrogare su
quello che si offre e come lo si fa...spesso
però i Genitori scambiano la preziosa op-
portunità per occasione di utilizzare i que-
stionari come se fossero moduli dell'Ufficio
reclami...
I Dirigenti scolastici che "valutano la
leadership": le azioni che sono richieste al
Dirigente in questa fase finale sono molte-
plici e tutte orientate alla "predisposizione"
della rendicontazione formalizzata, sia delle
ricadute educative che in termini di spesa
finanziaria.
Le relazioni che a vario titolo vengono stila-
te dal Dirigente dovrebbero rappresentare
una buona occasione per documentare le
azioni rese dalla scuola per gli Alunni e per
la comunità scolastica.
Il dirigente risponde dell' ACCOUNTA-
BILITY, definizione inglese di difficile fede-
le traduzione, che il dizionario traduce con
<<responsabilità>>. Nella cooperazione
allo sviluppo, il termine è utilizzato ogni
qualvolta si ha a che fare con
l'<<accountable>>, in altre parole, il re-
sponsabile, colui che dirige un progetto, un
programma o una misura d'intervento.
E dunque, tale <<accountable>> può esse-
re un governo o un ministero, così come la
Banca mondiale, la DSC, un manager o il
singolo responsabile di un progetto... quindi
il concetto di RESPONSABILITA' è al centro
delle azioni del Dirigente scolastico, per
cui...OGGETTO DELLE VALUTAZIONI è in-
dubbiamente il "Sistema" intero sotto-
posto alla gestione di quel Dirigen-
te...anche di quelle parti di quel Sistema
sulle quali il Dirigente non interviene diret-
tamente, anzi quasi ne è escluso se non
come referente ultimo di fronte all'utenza,
soprattutto per effetto dell'autonomia "in-
compiuta" di cui soffrono le scuole italiane
dal 1999, anno in cui l'autonomia fu pro-
mulgata con l'ormai datato DPR n° 275...
Anomalie di un sistema (molto autoreferen-
ziale) ormai troppo a lungo sofferente della
sindrome del quasi ...quasi autonomo, con
l'autonomia funzionale, quasi riformato,
con almeno tre Riforme incompiute in un
decennio, quasi Europeo (ma non troppo)
con l'adozione formali delle raccomandazio-
ni OCSE e la (quasi) valutazione nazio-
nale attraverso le Prove Invalsi...in ogni
caso non diminuisce l'intensità e il significa-
to dell'accountability a cui in primis è chia-
mato il Dirigente scolastico e la scuola che
rappresenta...
Non è certo con lo "sconto" sulle responsa-
bilità che potremmo pensare di parlare di
CRESCITA, SVILUPPO E CAMBIAMENTO...le
parole d'ordine di cui noi tutti abbiamo
estremamente bisogno per guardare al
futuro di tutti quei bambini, ragazzi e gio-
vani, che sono poi i nostri alunni e i nostri
figli...
Buon lavoro e accountability a tutti noi!
Serenella Presutti,
psicopedagogista, counsellor,
Dirigente scolastico del 143° C.D. "Spinace-
to" di Roma
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Adempimento burocratico o strumento di lavoro? La compilazione dei "documenti ufficiali" di Damiano Maria Antonietta - Organizzazione Scolastica
Il periodo tra il mese di maggio e quello di
giugno è per la scuola tempo di verifica, di
valutazione e coincide con il momento della
presentazione dei "documenti ufficiali".
Cosa significa questo per i docenti?
Giorni interi (spesso anche notti) a riempire
caselle, righe, ad improntare relazioni, a
stilare verbali.....
E, alla fine, l'adempimento burocratico è
rispettato.
Certo, agli atti della scuola rimarrà traccia
delle presenze, del tempo e del suo impie-
go, del lavoro svolto ma ... in maniera mec-
canica e infeconda.
La scuola, pur nella profonda crisi che sta
attraversando, continua a "sfornare alunni
istruiti ed educati", ad attivare buone prati-
che, a ricercare nuovi percorsi che spesso
danno risultati insperati e che raddoppie-
rebbero i loro frutti se fossero divulgati.
Ciò vuol dire che, nonostante tutto, contro
ogni nera previsione, contro ogni pronostico
da menagramo, i docenti continuano a
lavorare con impegno e ad attivare "
buone pratiche".
La Scuola però, da sempre, ha questo
grande limite: la documentazione, così co-
me è oggi redatta e vissuta, non è un vei-
colo di crescita professionale individuale e
collettiva.
Eppure la Scienza e tutte le scoperte ad es-
sa legate è riuscita a progredire proprio
perché ogni piccolo passo è stato scritto ed
offerto ad un altro ricercatore per avanzare,
e così di seguito: ipotesi, verifica, conclu-
sioni, documentazione, circolazione, divul-
gazione, confronto e....progressione.
Certo, lo spirito con il quale un docente si
appresta a completare un registro di classe
o di programmazione, difficilmente si avvi-
cina a quello di un ricercatore scientifico
che stila il suo rapporto informativo.
Eppure, a mio avviso, dovrebbe adottare
criteri scientifici.
Documentare la situazione di una classe,
descrivere gli alunni che ne fanno parte, le
sue dinamiche, gli avvenimenti che ne han-
no segnato la storia nell'anno, le strategie
attuate per ottenere il massimo da ogni
alunno, è alla fine di ogni anno scolastico il
documento che giustifica, sì, la stanchezza
del docente stesso ma accerta i successi e
gli insuccessi del suo operato prima a se
stesso e poi agli altri.
E sarà, l'anno successivo, punto di partenza
per non ripetere gli stessi errori, per appor-
tare correttivi, per rimodellare strategie, in-
tegrare la strumentazione, per avanzare.
Perché ciò non avviene?
Provo ad individuare alcune ragioni che, a
mio avviso incidono su questo costume.
In primo luogo la documentazione che l'in-
segnante elabora risponde ad una esigenza
di ordine burocratico e il docente è consa-
pevole che, una volta compilata, sarà confi-
nata nei cassetti del Dirigente prima e, ne-
gli archivi della scuola, poi, totalmente de-
potenziata di ogni valenza propulsiva.
Organizzazione scolastica
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Ma la ragione prima all'origine del problema
è che è tuttora da promuovere nel docente
l'abito alla ricerca, condizione imprescindibi-
le per attivare un processo di crescita pro-
fessionale e culturale in grado di emancipa-
re l'insegnante dalla funzione puramente
esecutiva cui oggi si condanna.
A conclusione di questa breve riflessione si
evince che, quale che sia l'angolazione da
cui si osserva e si analizza "l'universo scuo-
la", il dato inesorabile che emerge è che la
formazione in ingresso e in servizio del cor-
po docente deve essere rimodellata con cri-
teri di studio e di operatività conformi alla
complessità crescente della professione-
docente e che finalmente siano riservati in-
vestimenti di risorse congruenti allo scopo
perseguito e non solo declamato.
Maretta Damiano,
Dirigente scolastico
IC. Via Nobiliore – Roma
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Compiti per le vacanze Psicodramma estivo di Rossini Simonetta - Organizzazione Scolastica
Eccomi di nuovo a parlare di compiti: sta-
volta di quelli per le vacanze.
Già da qualche settimana i rappresentanti
delle varie case editrice propongono libri e
libretti dai titoli accattivanti, pieni di imma-
gini e colori, che rimandano ad un clima più
o meno vacanziero.
Ma perché proporli ai bambini ...anzi alle
famiglie che, quando si parla di compiti, ri-
vestono un ruolo fondamentale?
Qual è il senso dei compiti estivi? A cosa
servono effettivamente? E' meglio asse-
gnarli o no?
Come faccio spesso, ho rigirato la domanda
ai miei alunni.
Tutti ne hanno riconosciuto alcuni aspetti
utili: servono a non dimenticare quello che
si è imparato, a capire meglio alcuni argo-
menti, ad imparare cose nuove...
Tutti ne hanno individuato aspetti meno po-
sitivi: che vacanza è se devi fare i compiti?
Voglio pensare solo a divertirmi... mamma,
tutti i minuti, mi dice di fare i compiti (..di
nuovo si parla delle famiglie....).
Io non ho nessuna intenzione di assegnarli,
perlomeno nel senso classico del termine.
I compiti servono ad esercitare le abilità
che si possiedono e, soprattutto, verificarne
l'utilizzo corretto.
Ma fuori dalla scuola chi corregge eventuali
errori?
Le famiglie che non possono conoscere del
tutto la metodologia e il linguaggio dell'in-
segnante?
L'insegnante a settembre, quando ormai i
bambini non ricordano più il motivo di una
determinata scelta operativa?
Da non sottovalutare, inoltre, il tempo che
tale correzione richiederebbe, probabilmen-
te due-tre mesi del primo quadrimestre!
I bambini di una quarta non sono ancora in
grado di assumersi completamente la re-
sponsabilità dei compiti fuori da un contesto
scolastico e per un tempo così lungo.
Dovrebbero fare, in modo autonomo, sol-
tanto il lavoro che richiede una gestione
semplice secondo procedure consolidate da
tempo; la correzione dovrebbe essere "au-
tocorrezione".
Insegno italiano ma non assegnerò nessun
eserciziario. Inviterò i bambini a leggere per
il piacere di leggere.
Cercherò di stimolare la loro curiosità
tra i libri della nostra biblioteca scola-
stica. Li lascerò liberi di scegliere.
E quando assisterò negli spazi aperti delle
vacanze ai soliti psicodrammi tra genitori e
figli per i compiti da fare penserò: "Stavolta
i miei alunni sono stati più fortunati".
Simonetta Rossini,
docente IC Perazzi – Roma
Organizzazione scoalstica
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La certificazione delle competenze Una riflessione sul profilo culturale ed educativo del bambi-no alla fine della scuola Primaria di Agolino Simona Loretta - Orizzonte scuola
Non esistono limiti, per quanto mi riguarda,
né di età né di scuola, perché ognuno di noi
costruisca il proprio percorso di vita.
La necessità fondamentale di conoscere,
aprirsi e sperimentare sempre nuove espe-
rienze formative deve accompagnare l'inte-
ra esistenza di una persona.
Nella vita scolastica, in ogni fascia d'età,
occorre però saper stimolare l'indivi-
duo/l'alunno, cercando di tenere conto delle
caratteristiche della singola persona e natu-
ralmente delle sue capacità, per poi aiutarla
a trasformarle in vere e proprie "competen-
ze". Ed è per questo che tutti devono esse-
re messi in condizione di poter acquisire
competenze e, se necessario, recuperarle.
Un soggetto deve essere sottoposto a con-
tinue stimolazioni educative, molto ricche e
adeguate, soprattutto nei cosiddetti "periodi
sensibili" dello sviluppo. Il processo educa-
tivo individuale ha inizio con la vita e solo
con essa viene meno, e ogni giorno speri-
mentiamo, in modo continuo e dinamico,
strepitose conquiste e possibili involuzioni,
"dove nulla si guadagna una volta per tutte
e nulla è perduto per sempre".
Partendo da queste mie considerazioni, ri-
tengo il Primo Ciclo di istruzione, dai sei agli
undici anni, un passaggio fondamentale per
la costruzione del progetto di vita di ogni
persona perché si forniscono le basi per
affrontare tutte le esperienze positive o
negative della vita. Ovviamente le basi pos-
sono avere caratteristiche più o meno posi-
tive, essere più o meno "potenzianti" e fa-
vorire (e non ostacolare) uno status "com-
petente".
Un bambino è riconosciuto "competente"
quando, facendo ricorso a tutte le capacità
di cui dispone, utilizza le conoscenze e le
abilità apprese per:
• Esprimere un parere personale, anche con
spirito critico, sulle affermazioni in genere e
formulare delle considerazioni per prendere
una decisione;
• Distinguere i vari ambiti in cui è inserito,
porsi in modo "logico" le varie questioni che
incontra, senza mai perdere di vista il senso
della realtà;
• Sapere interagire con l'ambiente naturale
e sociale che lo circonda;
• Risolvere problemi che di volta in volta in-
contra nel suo percorso;
• Riflettere su se stesso, chiedendo quando
occorre l'aiuto dell'adulto;
• Avere consapevolezza delle proprie capa-
cità sia mentali che manuali;
• Avvertire interiormente la differenza tra il
bene e il male, sulla base di una coscienza
personale, e sapersi orientare nelle scelte di
vita che deve affrontare;
• Essere disponibile a collaborare con gli al-
tri e contribuire alla realizzazione di una so-
cietà migliore.
Le competenze sono dunque la risultanza di
esperienze, conoscenze e abilità sperimen-
tate e acquisite nei vari percorsi educativi,
e ogni docente, nel corso dei cinque
anni, contribuisce a creare contesti di
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apprendimento affinché gli allievi acquisi-
scano nuove conoscenze (saperi ) e abilità
(saper fare) ma anche modi di essere, di
agire e di sapere agire in un determinato
contesto. Il mix finale appunto dovrebbe
aiutare il discente a costruirsi un patrimonio
di ... competenze.
Attualmente nella scuola italiana è stato in-
serita la compilazione di un documento con-
tenente la "Certificazione delle competenze"
al termine della scuola Primaria, accompa-
gnato dal "Documento di Valutazione " rela-
tivo agli apprendimenti disciplinari, alle ma-
terie obbligatorie e alla rilevazione degli
obiettivi formativi proposti.
Personalmente ritengo di aver fatto un cer-
to percorso con i miei alunni in questi cin-
que anni, non solo a livello didattico, cer-
cando di fornire loro tutti gli strumenti per
affrontare le diverse materie studiate in-
sieme, ma anche di aver offerto loro tutta
una serie di sollecitazioni educative che do-
vrebbero aiutarli ad essere capaci a fare, a
stare, a risolvere situazioni...
Gandhi diceva "Sii il cambiamento che
vuoi vedere nel mondo".
Nella vita passano le mode e le persone e
anche gli alunni ma molto spesso le idee
restano, ed allora magari qualcosa che ho
insegnato resterà loro.
E quindi io continuo (e continuerò) nel mio
piccolo ad essere un'insegnante, in una
semplice aula, di una remota scuola, di un
qualunque luogo, e continuo a credere (e
continuerò a credere) che possiamo anche
cambiare e costruire un futuro desiderabile
per noi e per i nostri alunni, cercando di
renderli sempre più competenti sia a livello
didattico che educativo, competenti ... per
la vita.
Simona Loretta Agolino,
Giurista, Docente presso la scuola"2 Otto-
bre 1870", I.C.Piazza Borgoncini Duca, Ro-
ma
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Competenza: un concetto multiforme Le ragioni che impediscono una univoca interpretazione di Maranzana Enrico - Orizzonte scuola
Il concetto di competenza è stato introdotto
nell'ordinamento scolastico da molti decenni
ma, solo in questi ultimi tempi, ha assunto
rilevanza e centralità. Il fatto che sia stata
necessaria una sollecitazione dell'Europa
per innescare questo cambiamento di pro-
spettiva è carico di significato.
L'innovazione ha generato un acceso di-
battito che si è concentrato sulla ricer-
ca di analogie, differenze, conflitti tra
una scuola orientata alle conoscenze e
un'altra che mira alla promozione di
competenze.
Questo scritto vuole illuminare le ragioni
che hanno impedito l'univoca interpretazio-
ne del termine "competenza".
La modellazione del sistema solare è una
feconda chia-
ve di lettura
dei cambia-
menti che il
nuovo orien-
tamento della
scuola po-
trebbe indurre: Tolomeo e Copernico hanno
concepito il loro modello a partire da punti
di vista differenti ottenendo rappresenta-
zioni che, nonostante la loro diversità, sono
concettualmente e formalmente consistenti.
La scelta tra le due elaborazioni può
avvenire a condizione che si possieda
una chiara visione delle esigenze che si
vogliono soddisfare
Gli astronomi optano per la visione eliocen-
trica, caratterizzata da "geometrie regola-
ri": queste facilitano la dilatazione del loro
spazio di ricerca.
Gli astrologi motivano la scelta per quella
geocentrica postulando che i pianeti eserci-
tano forze capaci di condizionare la vita
umana. Conseguentemente studiano la po-
sizione dei pianeti rispetto alla terra otte-
nendo una rappresentazione che ricorda i
merletti. Essa mostra come i pianeti si
muovono, rallentano, tornano indietro, ri-
cominciano a muoversi ... e disegnino itine-
rari con anelli.
Generalizzando: i modelli sono delle rap-
presentazioni semplificate della realtà
concepiti a partire dal problema da ri-
solvere.
Al variare del problema ... varia il modello.
Le parole sono dei modelli: il contesto in
cui sono utilizzate determina il loro signifi-
cato. Ecco aprirsi il campo relativo al pro-
blema della non-univocità del contenuto di
"competenza", variabilità che ha portato
all'ambiguità di cui si è detto.
Il mondo contemporaneo
Negli anni 80 il ministero ha attivato speri-
mentazioni rivolte agli istituti tecnici. La lo-
ro divulgazione è stata preceduta dalla de-
Orizzonte scuola
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Pag.37
scrizione dei caratteri della società moder-
na:
• L'esplosione delle conoscenze: il loro vo-
lume raddoppia ogni sette anni;
• Le nuove tecnologie dell'informazione
hanno pervaso l'intera società producendo
significativi e duraturi cambiamenti;
• La dilatazione della dimensione dei pro-
blemi, con il corrispondente aumento delle
variabili in gioco, ha generato complessità e
incertezza;
• Il lavoro d'équipe è diventato una costan-
te dell'attività dell'uomo.
Il mondo del lavoro
• Responsabilità dirigenziali - La dinamicità
dei mercati richiede figure professionali in
grado di governare i cambiamenti. Le
aziende sono dei sistemi che, attraverso il
controllo, sono pilotate verso la conquista
della meta istituzionale;
• Responsabilità operative - Il lavoratore è
parte integrante dei processi aziendali:
questi definiscono il suo mansionario.
L'immagine delle discipline
• Statica: i libri di testo veicolano gli argo-
menti disciplinari e li presentano in sequen-
za, linearmente strutturati;
• Dinamica: l'evoluzione del sapere è il fon-
damento dei regolamenti di riordino del
2011. La sostanza delle discipline consiste
di problemi, di metodi e di argomenti. Si
tratta delle tre fasi del loro processo evolu-
tivo che ha inizio con la percezione e la de-
finizione di problemi [aspetto storico], pro-
segue con la rigorosa applicazione "dei me-
todi di indagine" per concludersi con l'ac-
quisizione di risposte, la piattaforma per la
cattura di nuove questioni.
Il Miur
Le indicazioni nazionali del 2011 esprimono
gli obiettivi specifici dell'apprendi-mento
intreccian
do cono-
scenze e
abilità.
I docu-
menti per
la certifi-
cazione
delle
compe-
tenze elencano i comportamenti oggetto di
valutazione e ne valorizzano gli aspetti
quantitativi [voto].
L'università
Ha una visione del mondo settoriale: le co-
noscenze che i diversi dipartimenti possie-
dono ed erogano rientrano in campi ben de-
lineati.
L'organizzazione concettuale del sapere di-
sciplinare è essenziale e, per realizzarla, si
devono sciogliere alcune questioni. Quali
sono i nuclei portanti? Quali le loro interre-
lazioni? Quale struttura li unifica? In quale
direzione muove la ricerca? ...
Il seminario religioso Le sacre scritture e
la tradizione sono il riferimento certo.
La legge
A partire dal 1969 il parlamento ha iniziato
a ruotare il timone del sistema scolastico
volgendolo alla promozione e al consolida-
mento delle capacità dei giovani: non più
una scuola ordinata alla trasmissione
della conoscenza ma un organismo
avente a cardine le potenzialità degli
studenti. A tal fine ha affrontato il proble-
ma organizzativo e ha disegnato una strut-
tura che si è mantenuta e rinvigorita nel
corso del tempo. Tale struttura consente ai
singoli istituti di dominare in sequenza, pro-
cedendo per raffinamenti successivi:
• il rapporto scuola società: i traguardi for-
mativi sono il risultato della "elaborazione e
adozione degli indirizzi generali";
• le problematiche educative. Queste consi-
stono nell'identificazione delle capacità ri-
chieste dall'ambiente con cui i giovani inte-
ragiranno, nella formulazione di ipotesi per
il relativo conseguimento, nel controllo
dell'efficacia dell'attività progettuale;
• l'unitarietà dell'istruzione: tutti gli inse-
gnamenti hanno il compito di favorire lo
sviluppo e il potenziamento delle qualità
che sono state identificate nei momenti de-
cisionali sovraordinati;
la progettazione di occasioni d'apprendi-
mento: la professionalità docente è valoriz-
zata dall'uso delle discipline come "stru-
mento e occasione" per la costruzione di
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palestre in cui i giovani sono chiamati a
esercitare le loro potenzialità.
Si tratta di una problematica poco percepi-
ta, perciò comunemente irrisolta: nella
scuola molti pensano che il proprio "senti-
re" sia quello corretto, pertanto non nego-
ziabile.
Si rivive quanto è avvenuto ai tempi di Gali-
leo: "i suoi contemporanei non erano dispo-
sti a guardare nel suo cannocchiale perché
non poteva esistere quello che lui afferma-
va di vedere nel firmamento".
Enrico Maranzana
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I seminari di Giunti Scuola A Roma nel mese di giugno di La redazione - Dalla redazione
Nel mese di Giugno 2012, a Roma, Giunti
Scuola organizza 7 corsi di formazione e
aggiornamento sui Disturbi specifici dell'Ap-
prendimento (DSA) e sull'Autismo. Le do-
centi, dott.ssa Alessandra Luce e dott.ssa
Rita Centra, sono psicologhe esperte di
DSA.
I corsi sono i seguenti:
- I Disturbi Specifici di Apprendimento.
Strumenti di identificazione precoce e
modalità di insegnamento efficace
http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-
e-formazione/corsi/strumenti-di-
identificazione-precoce-per-gli-insegnanti-
della-primaria
- Autismo: dalla valutazione funzionale
all'elaborazione del Piano Didattico In-
dividualizzato (PEI) nei bambini e negli
adolescenti
http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-
e-formazione/corsi/autismo-dalla-
valutazione-funzionale-all-elaborazione-del-
piano-didattico-individualizzato-pei-nei-
bambini-e-negli-adolescenti/
- Identificazione precoce: DSA e scuola
dell'infanzia
http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-
e-formazione/corsi/dsa-e-scuola-dell-
infanzia/
- I Disturbi Specifici di Apprendimento.
La legge 170/2010 e il Piano Didattico
Personalizzato (PDP)
http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-
e-formazione/corsi/dsa-cosa-fare-nella-
didattica-della-lettoscrittura/#1268377
-I Disturbi Specifici di Apprendimento.
Gli strumenti compensativi e le misure
dispensative
http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-
e-formazione/corsi/dsa-cosa-fare-nella-
didattica-della-matematica
- Autismo, che fare? Integrazione sco-
lastica e strategie di intervento
http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-
e-formazione/corsi/autismo-che-fare/
- La gestione dei comportamenti pro-
blematici nei bambini con Autismo, Di-
sturbo del linguaggio e con iperattività
(ADHD)
http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-
e-formazione/corsi/la-gestione-dei-
comportamenti-problematici-nei-bambini-
con-autismo-disturbo-del-linguaggio-e-con-
adhd/
I corsi si svolgeranno dalle ore 15 alle ore
18, presso ABC Libri, via Aurelio Cotta, 42 -
Roma.
La quota di iscrizione è di 40.00 euro.
Per maggiori informazioni, è possibile con-
sultare la sezione "Corsi" tramite il link
http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-
e-formazione/corsi/
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Fornero: privatizzare la disabilità Dalla FISH di La redazione - Dalla redazione
"Non si può pensare che lo Stato sia in
grado di fornire tutto in termini di trasferi-
menti e servizi''. Lo ha dichiarato il Ministro
del Lavoro Elsa Fornero durante il convegno
Autonomia delle persone con disabilità: un
nuovo contributo per assicurarla (Reatech,
Milano, 25 maggio).
Il Ministro ha poi aggiunto: "Sia il privato
che lavora per il profitto sia il volontariato
no profit sono necessari per superare i vin-
coli di risorse. Il privato, in più del pubblico,
possiede anche la creatività per innovare e
per creare prodotti che aiutino i disabili. La
sinergia tra pubblico e privato va quindi raf-
forzata".
I prodotti di cui si parla sarebbero quelli as-
sicurativi. Infatti la Fornero prosegue: "Per
evitare accuse di raggiro o frodi, il ruolo
pubblico dovrebbe dare credibilità inseren-
dosi nella relazione tra la persona e il mon-
do assicurativo. C'è bisogno di innovazione
finanziaria e creatività".
Parole che lasciano sconcertate le organiz-
zazioni delle persone con disabilità, per la
loro crudezza e per l'evocazione di una "cul-
tura" che non si pensava potesse penetrare
nel nostro Paese risalendo fino ai vertici di
un Governo che si appella ad ogni piè so-
spinto all'equità.
Con la prima affermazione la Fornero gela
qualsiasi ipotesi e speranza di innovazione
sociale, di garanzia dei diritti civili, di effica-
cia ed efficienza dei servizi sociali, di miglio-
ramento delle prestazioni per i disabili gra-
vissimi e per i non autosufficienti.
Tradisce il retropensiero che gli stanzia-
menti per l'autonomia personale delle per-
sone con disabilità siano una spesa morta,
un sovraccarico insostenibile, un capriccio
di pochi, e non già invece un investimento.
Ricorda tragicamente alcune brutali dichia-
razioni del Ministro Tremonti ("Come può
un Paese con due milioni e mezzo di disabili
essere davvero competitivo?").
"Lo Stato rinuncia ad attuare quanto previ-
sto dall'articolo 38 della Carta costituzionale
- annota Pietro Barbieri, presidente della
Federazione Italiana per il Superamento
dell'Handicap - e quanto sancito dalla Con-
venzione ONU sui diritti delle persone con
disabilità. Getta la spugna invocando un in-
tervento caritatevole (o interessato) dei
privati. Un lesto e mesto ritorno alle opere
pie... o a qualcosa di peggio".
Ma la seconda parte delle affermazioni del
Ministro ha risvolti non meno inquietanti.
Lo Stato, pur di liberarsi della spesa per la
disabilità e la non autosufficienza, diventa
procacciatore d'affari per le Assicurazioni e
le eventuali risposte assistenziali sarebbero
erogate in virtù di una polizza pagata in vita
dai Cittadini.
Una privatizzazione assicurativa del welfare
che inizia dalle persone con disabilità per
spingersi fin dove la "creatività" può con-
sentire.
A chi non giovi tutto ciò è presto detto: a
chi non può permettersi di pagare una po-
lizza assicurativa e a chi nasce con una
grave menomazione o la contrae in tenera
età.
A chi giova invece questa prospettiva oltre
che allo Stato? Sicuramente il giro d'affari
per le Compagnie assicuratrici è notevolis-
simo e, in periodo di crisi, un vero toccasa-
na. Nuovi introiti e nuove prospettive anche
sul fronte immobiliare. Tradiscono l'attesa
le stesse parole della Fornero: "Qualche
volta le persone anziane si trovano intrap-
polate in una casa che costa troppo e hanno
difficoltà ad ottenere aiuti". Un patrimonio
immobiliare che fa gola a molti.
Notizie dalla redazione
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"Sono dinamiche e logiche che, ovviamen-
te, non ci appartengono - conclude Barbieri
- ma che rischiano di stritolare ogni pro-
spettiva di reale inclusione sociale o di con-
dizionarla al censo, al patrimonio, all'età più
che ad un diritto costituzionale e, prima an-
cora, umano".
FISH - Federazione Italiana per il Supera-
mento dell'Handicap
www.fishonlus.it