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IL BILANCIO DEGLI ENTI LOCALI
LUCIANO GALLOPADOVA, 11 dicembre 2004
New Public ManagementIn Italia, sono più di quindici anni che è in atto un vasto movimento di modernizzazione della Pubblica Amministrazione.
Esso è a sua volta derivazione di un fenomeno di amplissima portata internazionale, noto come New Public Management
IL PROCESSO DI DECENTRAMENTO IMPLICA:
Revisione delle modalità attraverso le quali si: ORGANIZZA
GESTISCECONTROLLA Le attività del settore pubblico
Qui rientra il cosidetto processo di aziendalizzazione
LE COMPONENTI FONDAMENTALI DELLA MODERNIZZAZIONE
Il processo di Aziendalizzazione
Implica:
Modifica deiProcessi
decisionali
Rivisitazione deiModelli
Organizzativi
Rivisitazione deiModelli
Informativi
IL PROCESSO DI AZIENDALIZZAZIONE NEL NUOVO CONTESTO DELL’€URO COME FATTORE DI CAMBIAMENTO
COMPORTA:
Un vero e proprio riposizionamento dell’Ente.Ciò significa rivedere i processi decisionali, l’organizzazione e comporta la necessità di assumere ed organizzare maggiori e diverse Informazioni
La competizione è:Offrire un territorio più attraente degli
altri
Non solo competizione tra aziende.Non solo efficienza e produttivitàSempre più la competizione avviene tra sistemi territoriali localiIl soggetto è all’interno di una rete di servizi, di aziende, di soggetti economici, sociali
MODIFICA DEI PROCESSI DECISIONALI
Gli Enti Locali sono stati investiti da una radicale modificazione dei processi decisionali e quindi dei ruoli assegnati ai protagonisti di tali processi:
gli Organi politici ai due livelli(Consiglio ed Esecutivo) e la Struttura burocratica.
Una nuova visione dei rapporti tra Politica ed Amministrazione
L’INDIRIZZO POLITICO INCLUDE:La definizione degli Obiettivi dell'azione pubblica;L'individuazione dei programmi atti a perseguire questi obiettivi;L'emanazione di direttive generali alle quali l'attuazione dei programmi ed il perseguimento degli obiettivi devono obbedire.
I DUE COMPITI DELLA POLITICA SONO:
L'indirizzo, ovvero la Programmazione
Il Controllo politico, ovvero la Verifica dei risultati
Lo spazio, concettuale ed operativo, fra Lo spazio, concettuale ed operativo, fra la Programmazione e la Verifica dei la Programmazione e la Verifica dei risultati è occupato dalla risultati è occupato dalla GestioneGestione
La gestione è attribuita come responsabilità esclusiva alla struttura burocratica.Nella gestione la componente fondamentale è rendere conto dei risultati.
RiflessioneRiflessione
Sia per i Politici, sia per i Burocrati, i Risultati rappresentano la variabile-chiave.Per i Burocrati, i risultati sono la sintesi della gestione e, conseguentemente, l'oggetto fondamentale per la loro stessa valutazione. La natura del legame è tecnico-professionale.I Politici devono rendere conto dei risultati agli elettori, e devono avere la garanzia che tali risultati corrispondano a quanto programmato e definito attraverso l'azione di indirizzo. Il legame è legato al consenso tra politici e cittadini.
La razionalità politica e la razionalità La razionalità politica e la razionalità tecnica possono divergere. Vanno tecnica possono divergere. Vanno ricondotte a sintesi unitariaricondotte a sintesi unitaria
Ciò avviene attraverso un processo di confronto fra gli interessi conflittuali in gioco, che trovano il loro compromesso nelle scelte di Budget. Cioè nel Piano Esecutivo di Gestione
LLa modifica dei Modelli decisionali porta a modifica dei Modelli decisionali porta a sua volta ad una profonda rivisitazione a sua volta ad una profonda rivisitazione dei dei modelli organizzativi.modelli organizzativi.
Si supera il tradizionale modello burocratico, fondato sul coordinamento gerarchico, sulla rigida e minuta definizione di funzioni e compiti e procedure, sul predominio della norma.A favore del modello Manageriale, fondato sul coordinamento per obiettivi, sulla centralità dei risultati da conseguire, sulla delega gestionale come strumento di diffusione della responsabilità.
RiflessioneRiflessione
Il superamento del coordinamento gerarchico apre la strada ad una gestione partecipativa, nella quale gli organi politici ed i responsabili dei servizi interagiscono nella definizione delle variabili-chiave delle performance - obiettivi, programmi, risorse - dalla cui razionale combinazione derivano i criteri di efficacia ed efficienza.
La misura successiva che appare necessario La misura successiva che appare necessario riformare lungo il processo di riformare lungo il processo di modernizzazione sono i modernizzazione sono i Sistemi Informativi.Sistemi Informativi.
Come è noto il sistema informativo-contabile tradizionale negli EE.LL. è la contabilità finanziaria, le cui caratteristiche fondamentali possono riassumersi nel consentire al bilancio di previsione di svolgere la sua funzione autorizzatoria e nell'esprimersi in meri dati di natura finanziaria ovvero entrate ed uscite.
Appare evidente che occorre Appare evidente che occorre integrare il integrare il sistema informativo sistema informativo per per le decisioni.le decisioni.
Per poter decidere occorre conoscereAl riguardo le strategie di intervento sono di due tipi:
Il ricorso a rilevazioni di contabilità economico-patrimonialeIl ricorso a dati extra-contabili
Un nuovo modello organizzativo
Quale Organizzazione per esercitare il suo nuovo ruolo.Il Comune come una Holding
Sindaco e GiuntaConsiglio
Servizi gestiti In Economia
Servizi gestiti Attraverso l’Unione
Stu Spa
Spa
IL COMUNE: UNA HOLDING REGISTA DELLO SVILUPPO TERRITORIALE
Servizi sociali Gestiti attraverso
la delega ASL
Servizi Gestiti attraverso la concessione:
Metano e Pubblicità
Servizi Gestiti attraverso
la delega:Servizio rifiuti
Servizi Gestiti attraverso la convenzione:
Lo sport
Outsourcing
Investire in Innovazione Organizzativa
IL PIANO ORGANIZZATIVO
Scelte strategiche
Definire il proprio“Cuore degli affari”
In Economia
Esercizioassociato di
Funzioni
Gestioneassociata di
servizi
Gestione informa
privatisticadi servizi
L’organizzazioneComunale
La mappa dell’esercizio e della gestionedelle funzioni e dei servizi
StrutturaOrganizzativa
SistemiOperativi
Modello Divisionale
Attivitàrilevanza
Interna/Esterna
Dotazione Organica, OrganigrammaPianificazione triennale
Per non gettare con l’acqua sporca anche il bimbo
GUARDANDO ALL’INTERNOStrategie Organizzative. 4 piani d’azione
Per rispondere a quest’esigenza
e dare più efficienzae migliori servizi,
occorre agire in modocoordinato sui
seguenti Piani:
PIANOTECNOLOGICO
PIANOFORMATIVO
PIANONORMATIVO
PIANOORGANIZZATIVO
Risorsa UmanaModello organizzativo
I 7 COMUNI DELL’UNIONE:Strutture organizzative a confronto
Media Rapporto Abitanti per dipendente
292,08324,46
303,16 316,69
437,89
278,05
Borgoricco Camposampiero Loreggia S. Giustina in Colle Villa del Conte San Giorgio dellePertiche
I 7 COMUNI DELL’UNIONE:Strutture organizzative a confronto
Media dipendenti per cittadino per alcuni settori a confronto
1.2
45
92
8
1.0
71
2.0
80
2.7
90
3.0
62
3.3
39
2.7
49
4.1
60
3.6
05
3.7
20
2.0
41
2.3
57 2
.87
7
2.7
73
97
9
2.7
90
1.1
95
2.2
26
1.7
26
1.1
00
90
1
Borgoricco Camposampiero Loreggia S. Giustina inColle
Villa del Conte San Giorgio dellePertiche
Ufficio tecnico Ufficio Tributi Ufficio Ragioneria Ufficio Segreteria
I 7 COMUNI DELL’UNIONE:Strutture organizzative a confronto
Costo medio per dipendente
€ 26.787,62
€ 30.227,19
€ 28.551,46
€ 25.647,00
€ 26.781,80
€ 25.000
€ 26.000
€ 27.000
€ 28.000
€ 29.000
€ 30.000
€ 31.000
Borgoricco Camposampiero Loreggia Santa Giustinain Colle
Villa del Conte
I 7 COMUNI DELL’UNIONE:Strutture organizzative a confronto
Costo medio per dipendente:alcuni settori a confronto
€ 0
€ 2
8.3
46
€ 3
2.4
60
€ 2
9.8
40
€ 2
5.9
47
€ 3
0.0
64
€ 2
5.3
11
€ 2
3.9
71
€ 2
6.9
49
€ 2
8.6
64
€ 2
3.2
76
€ 2
8.8
64
€ 2
6.3
62
€ 2
6.6
65
€ 2
5.5
36
Borgoricco Camposampiero Loreggia Santa Giustina inColle
Villa del Conte
Ufficio Tecnico Serv.Demografici Uff. Tributi
I 7 COMUNI DELL’UNIONE:Strutture organizzative a confronto
Distribuzione percentuale del personale suddiviso per categorie
41
,38
%
41
,38
%
41
,03
%
28
,21
%
30
,77
%
35
,00
%
40
,00
%
25
,00
%
36
,84
%
10
,53
%
52
,63
%
13
,04
%
52
,17
%
30
,43
%
4,3
5%
16
,67
%
38
,89
%
38
,89
%
5,5
6%
17
,24
%
D/Tot. Dipendenti C/Tot. Dipendenti B/Tot. Dipendenti A/Tot.
Borgoricco Camposampiero Loreggia
San Giorgio delle Pertiche Santa Giustina in Colle Villa del Conte
I 7 COMUNI DELL’UNIONE:Strutture organizzative a confronto
Organigrammi in %
0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60
Borgoricco
Camposampiero
Loreggia
San Giorgio delle Pertiche
Santa Giustina in Colle
Villa del Conte
D/Tot. Dipendenti C/Tot. Dipendenti B/Tot. Dipendenti A/Tot. Dipendenti
Il modello organizzativo a piramide
Funzione esecutiva
Funzione di concetto
Funzione direttiva
1992
31
11
4
Il modello organizzativo a piramide
Funzione esecutiva
Funzione di concetto
Funzione direttiva
1997
32
11
8
Il modello organizzativo a piramide
Funzione esecutiva
Funzione di concetto
Funzione direttiva
1999
28
11
9
Il modello organizzativo a Rombo
Funzione esecutiva
Funzione di concetto
Funzione direttiva
2000
12
22
9
Il modello organizzativo a GEMMA
Funzione esecutiva
Funzione di concetto
Funzione direttiva
11
12
17Funzione dirigenziale
22004
Tradurre questi principi nella concretezza dell'azione Tradurre questi principi nella concretezza dell'azione amministrativa, esige la definizione di appropriati amministrativa, esige la definizione di appropriati meccanismi operativi meccanismi operativi capaci di fare "interiorizzare" questi capaci di fare "interiorizzare" questi principi all'organizzazione. Tali meccanismi sono:principi all'organizzazione. Tali meccanismi sono:
Fare clic qui per aggiungere o eliminare un obiettivo
Il Piano Esecutivo di Gestione
La modifica dei Bilanci e l'introduzione della Relazione Previsionale Programmatica.
L'introduzione del Controllo di Gestione
La nuova concezione dei documenti contabiliProgramma di Mandato
Relazione Previsionale Programmatica
Bilancio Pluriennale
Bilancio annuale
Piano Esecutivo di Gestione
Pianificazione
strategica
Attività di gestione e di controllo
Piano Generale di Sviluppo
Struttura del bilancio L’entrata
TITOLI
CATEGORIE
RISORSE
CAPITOLI
Le entrate sono ordinate in TITOLI secondo la Fonte di provenienza
Le entrate sono ordinate in CATEGORIE in Relazione alla tipologia (es: imposte,tasse ecc
Le entrate sono ordinate in RISORSE in Relazione alla specifica individuazione Dell’oggetto (es: ICI, TOSAP,ecc)
Le entrate sono suddivise in CAPITOLINel Piano Esecutivo di Gestione
Struttura del bilancio - La spesa
TITOLI
FUNZIONI
SERVIZI
INTERVENTI
Centro di costo
Capitolo
Le spese sono ordinate in Titoli in ragione dei Principali aggregati economici
Le spese sono ordinate in Funzioni in relazioneAlle funzioni degli Enti
In relazione ai singoli uffici che Gestiscono un complesso di attività
In relazione alla natura economica Dei fattori produttivi
Nel PEG le spese sonoSuddivise in centri di costo
Nel PEG le spese sono suddiviseIn capitoli
Il Titolo: individua la natura dell’entrata e
sono:
• Titolo I Entrate tributarie
• Titolo II Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e di altri Enti pubblici anche in rapporto all'esercizio di funzioni delegate
• Titolo III Entrate Extra-tributarie;• Titolo IV Entrate derivanti da alienazioni, da
trasferimenti di capitale e da riscossioni di crediti;
• Titolo V Entrate derivanti da accensioni di prestiti;
• Titolo VI Entrate da servizi per conto di terzi.
I Titoli della spesa I
Titolo I Spese correnti Titolo II Spese in conto capitale Titolo III Spese per rimborso di prestiti Titolo IV Spese per servizi in conto terzi
PARTE ENTRATA PARTE SPESA
Entrate CorrentiDirette al finanziamento di spese correnti TITOLO IEntrate tributarie TITOLO IIEntrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della regione o altri enti pubblici TITOLO IIIEntrate extratributarie
Spese CorrentiRelative alla gestione ordinaria dell’ente TITOLO ISpese correnti
Entrate in conto capitaleDestinate al finanziamento di spese di investimento TITOLO IVEntrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossione di crediti TITOLO VEntrate derivanti da accensione di prestiti
Spese in conto capitaleComprendono gli investimenti, le partecipazioni, i conferimenti e le concessioni di crediti TITOLO IISpese in conto capitale Spese per rimborso prestitiComprendono le quote di capitale delle rate di ammortamento dei mutui e di ogni altra operazione di prestito. TITOLO IIISpese per rimborso prestiti
Entrate da servizi per conto di terziRelative a servizi effettuati per conto di terzi TITOLO VIEntrate da servizi per conto terzi
Spese per servizi per conto di terziRelative a servizi effettuati per conto di terzi TITOLO IVSpese per servizi per conto di terzi
ANALISI DELLE COMPONENTI DEL BILANCIO DI PREVISIONE
Il bilancio di previsione si articola In quattro componenti
Bilancio corrente
Bilancio Investimenti
Movimenti di fondi
Servizi per conto terzi
L’analisi delle quattro componenti Individua le risorse rispettivamente
Destinate:
Al funzionamento dell’ente
All’attivazione di investimenti
Ad operazioni prive di Contenuto economico
Alle operazioni di giro effettuatePer conto terzi
LE FASI DELL’ENTRATA
ACCERTAMENTO
RISCOSSIONE
VERSAMENTO
LE FASI DELLA SPESA
IMPEGNO
LIQUIDAZIONE
ORDINAZIONE
PAGAMENTO
Entrate correnti: linee guida
Le Entrate correnti
15,29 15,00
27,18
77,41
8,63 9,06 7,25
14,67
26,64 25,16
33,85
54,39 55,50 55,34
61,4463,59
64,20
67,11
57,93
76,52
76,19 76,63
7,70 6,6711,44
10,5413,71 13,69 15,64
13,15 12,0512,04 12,60 11,76
13,30 13,45
13,26 13,39
63,40
55,61
77,63
66,70
31,90 30,81 29,0225,41 24,36
23,7620,29
30,30
10,18 10,35
10,12 9,20
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
70,00
80,00
90,00
1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
ANNO
PE
RC
EN
TU
ALE
Totale trasferimenti
Tributi comunali
Proventi servizi pubblici
Spese correnti: linee guidaContenimento e riduzione della spesa corrente sia “rigida” che “variabile” a beneficio degli investimenti.Contenimento dei costi ed il miglioramento della qualità dei servizi attraverso una politica di riorganizzazione dei servizi su processi di valorizzazione delle risorse umane (formazione-responsabilità-autonomia-controllo) implementazione tecnologica, esternalizzazione di servizi.
Spese correnti e Spese in conto capitale
€ 2.027.000
3.429.3813.153.135
4.115.516
4.412.972
7.106.507
4.963.978
9.241.461
6.855.613
€ 4.612.556
€ 5.072.883
€ 4.699.019€ 4.554.372
€ 4.720.461
€ 3.953.305
€ 1.075.428€ 1.273.212
€ 1.468.089€ 1.611.240
€ 1.933.040
€ 2.179.800€ 2.614.947
€ 2.796.351
€ 3.182.039€ 3.468.834
€ 3.795.356€ 3.959.401
€ 4.413.689
€ 4.363.507€ 4.392.202
€ 4.828.613
€ 4.861.977
€ 2.692.818
€ 4.521.000
€ 3.027.173
€ 1.978.131
€ 1.375.844
€ 1.464.073
1.460.000
€ 1.795.448 € 1.921.959€ 1.703.668 € 1.699.979
€ 1.496.340 € 1.500.569€ 1.608.777
€ 973.335 € 944.138 € 826.444
€ 1.486.791
€ 1.046.959
€ 1.201.010
€ 571.776
1.641.000
6.163.0925.453.2545.564.517
7.581.545
6.448.727
5.006.361
3.311.219
3.390.0482.976.881
2.870.876
0
5.160.169
5.440.096
4.621.8004.405.127
€ 0
€ 1.000.000
€ 2.000.000
€ 3.000.000
€ 4.000.000
€ 5.000.000
€ 6.000.000
€ 7.000.000
€ 8.000.000
€ 9.000.000
€ 10.000.000
1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005
ANNO
IMP
OR
TO
in e
uro
Investimenti
Parte corrente+quota capitale
Totale
Spesa personale – valori assoluti
PERSONALE
€ 1.180.000,00
€ 1.200.000,00
€ 1.220.000,00
€ 1.240.000,00
€ 1.260.000,00
€ 1.280.000,00
€ 1.300.000,00
€ 1.320.000,00
€ 1.340.000,00
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Acquisto Beni consumo e Materie prime
€ 210.000,00
€ 230.000,00
€ 250.000,00
€ 270.000,00
€ 290.000,00
€ 310.000,00
€ 330.000,00
€ 350.000,00
€ 370.000,00
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Prestazione di Servizi
€ 1.200.000,00
€ 1.300.000,00
€ 1.400.000,00
€ 1.500.000,00
€ 1.600.000,00
€ 1.700.000,00
€ 1.800.000,00
€ 1.900.000,00
€ 2.000.000,00
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
L’incidenza della spesa rigida
30,00
32,24
27,55 27,7829,10
27,68
31,79
28,7828,85
25,8325,89 26,9626,36
27,4426,18
22,5623,45
24,96
22,80
24,34
15,05
16,95 16,6615,81 16,11
14,62 15,93
19,40
20,25
14,82
10,85
7,749,05
7,937,02
5,64 6,00 5,83 5,46 5,40 5,54
6,34
6,25
6,11
6,07
0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
30,00
35,00
40,00
1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Personale
Annualità mutui
Utenze
L’incidenza della spesa rigida
49,1445,9847,39
50,0551,33
54,74
48,37
60,46 57,53
61,5663,42
59,49
66,16
63,41
51,87
48,60
52
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
70,00
1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Interessi sui mutui su entrate correnti
12,7911,82
12,69
10,36
11,76 11,5010,60
8,32
6,317,12
7,70
9,5310,03
0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
ANNO
%
LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI DEL PEG (Art. 169 TUEL)
Il Piano Esecutivo di Gestione viene adottato dalla Giunta sulla base dei Bilanci di Programmazione
LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI DEL PEG (Art. 169 TUEL)
Il Piano Esecutivo di Gestione è una ulteriore disaggregazione del Bilancio di Previsione:
Le risorse in CapitoliI servizi in centri di costoGli Interventi in Capitoli
LE CARATTERISTICHE ESSENZIALI DEL PEG (Art. 169 TUEL)
Il Piano Esecutivo di Gestione non è la “scatola dei Capitoli”La Funzione del PEG è:1. Dati gli obiettivi di gestione2. Definiti i Programmi per
realizzare gli obiettivi3. Affidare le Risorse
necessarie per realizzare i Programmi ai Responsabili dei Servizi e “Dire le Cose da Fare” e “controllare la gestione”
RIFLESSIONEE' indubbio che il Peg rappresenta un ulteriore passo verso la trasformazione del Bilancio di previsione in senso Budgetario (nella direzione della delega gestionale alla struttura organizzativa e della responsabilità economica).
Anche in sintonia a quanto previsto dall'art. 196 del TUEL in merito al controllo di gestione.
Affinchè si possa parlare correttamente di Budget, è indispensabile la costruzione del:
"Sistema Obiettivi-Programmi-Risorse"
COME COSTRUIRE IL SISTEMA OBIETTIVI-PROGRAMMI-RISORSE
Programmazione degli obiettivi
L'individuazione degli obiettivi: Pianificazione dei fini
Definizione delle risorse necessarie
IL CONTENUTO DEL PEG
PEG
IndicazioneOBIETTIVI operativi
DefinizionePROGRAMMA
LERISORSE
Finanziarie
Umane
Strumentali
CON IL PEG GESTISCE E SI FAORGANIZZAZIONE
CON IL PEG SICONTROLLA
Un Sistema diINDICATORI
Il ControlloDi Gestione
CON IL PEGSI PREMIA
DAL PEGAL BILANCIO SOCIALE
Il Patto per la Stabilità e la Crescita
Un Patto per l’Europa
LA COSTRUZIONE EUROPEAParigi, 18/04/1951: CECA
1951
1957
1986
1992
1997
• Roma, 25/03/1957: CEE e CEEA (EURATOM)
• Milano, 1986: Atto Unico Europeo
• Maastricht, 7/02/1992: Trattato di Maastricht
• Amsterdam, 2/10/1997: Trattato di Amsterdam
Dicembre 2000: Vertice di Nizza.L’allargamento ad Est Da 15 Paesi a 25 Paesi.
LA COSTRUZIONE EUROPEA
2000
L’EUROPA MONETARIA
1972: istituzione del “serpente monetario europeo”
• 1978: istituzione dello SME (Sistema Monetario Europeo);creazione dell’ECU (European Currency Unit)
• 1989: rapporto Delors
• 1992: Trattato di Maastricht (Olanda)
• 1994: istituzione dell’IME, sostituito dalla BCE nel 1998
• 01/01/1999: nascita dell’€uro
DIMENSIONI DELL’ECONOMIA EUROPEA
POPOLAZIONE (milioni)
PESO P.I.L. SU TOTALE MONDIALE
PESO EXPORT SU TOTALE
MONDIALE
UE (a 15) 374 23% 15%
U.S.A. 269 20% 14%
GIAPPONE 126 8% 7%
Fonte: UE
I PAESI “IN”
Il 2 maggio 19982 maggio 1998,al Consiglio Europeo
di Bruxelles,sono stati identificati
gli 11 paesi che partecipano sin dall’inizio all’€uro.
Belgio
Germania
Spagna
Francia
Irlanda
Italia
Lussemburgo
Paesi Bassi
Austria
Portogallo
Finlandia
I PAESI “IN”
1 paesesi è aggiuntoall’area €urodal 1/1/2001
formando così l’UEM a 12
Grecia
Gran Bretagna
Danimarca
Svezia
I PAESI “PRE-IN”
Altri 3 paesisi aggiungeranno dopo l’1/1/2002formando così
l’UEM a 15
Il Patto per la Stabilità e la Crescita:
Uno dei parametri per entrare in Europa
Il trattato di Maastricht 7/2/92
A Maastrcht vengono fissati i parametri macroeconomici per la partecipazione alla fase finale della moneta unica.
I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht)
STABILITÀ DEI PREZZI
• STABILITÀ DEI TASSI DI INTERESSE
• STABILITÀ DEI CAMBI
• STABILITÀ DELLA FINANZA PUBBLICA
I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht)
STABILITÀ DEI PREZZI
TASSO DI INFLAZIONE non superiore all’1,5% rispetto a quello medio dei tre Stati Membri con il tasso di inflazione più basso.
I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht)
STABILITÀ DEI TASSI DI INTERESSE
TASSO DI INTERESSE nominale a lungo termine non superiore al 2% rispetto a quello medio dei tre Stati Membri con il tasso di inflazione più basso.
I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht)
STABILITÀ DEI CAMBI
moneta aderente allo SME
• stabilità della moneta all’interno delle bande dello SME nei due anni precedenti l’ammissione
I CRITERI DI CONVERGENZA (parametri di Maastricht)
SANITÀ DELLA
FINANZA PUBBLICA
DISAVANZO/PIL non superiore al 3%
• DEBITO LORDO/PIL non superiore al 60%
(o in significativo avvicinamento a questa misura)
DEBITO LORDO/PIL1998 1999
Belgio 117,4% 114,4%
Germania 60,7% 61,1%
Spagna 64,9% 63,5%
Francia 59,3% 58,6%
Irlanda 55,6% 52,4%
Italia 116,3% 114,9%
Lussemburgo 6,4% 6,2%
Paesi Bassi 67,0% 63,8%
Austria 63,5% 64,9%
Portogallo 56,5% 56,8%
Finlandia 49,0% 47,1%
EURO AREA 73,0% 72,2%Fonte: ECB Annual Report
DEBITO/PIL - Tetto 60% PAESI NONNON IN REGOLA
Previsione 2004
Previsione 2005
Italia 106 106
Grecia 102,8 101,7
Belgio 97,4 94,3
Germania 65,6 66,1
Austria 65,5 65,3
Francia - 3,7 -3,6
Portogallo - 3,4 - 3,8
Previsioni della Commissione UE
DISAVANZO/PIL1998 1999
Belgio - 1,0% - 0,9%
Germania - 1,7% - 1,2%
Spagna - 2,6% - 1,1%
Francia - 2,7% - 1,8%
Irlanda 2,1% 2,0%
Italia - 2,8% - 1,9%
Lussemburgo 3,2% 2,4%
Paesi Bassi - 0,8% 0,5%
Austria - 2,5% - 2,0%
Portogallo - 2,1% - 2,0%
Finlandia 1,3% 2,3%
EURO AREA - 2,0% - 1,2%
Fonte: ECB Annual Report
DEFICIT/PIL - Tetto 3% PAESI NONNON IN REGOLA
Previsione 2004
Previsione 2005
Francia - 3,7 -3,6
Germania - 3,6 - 2,8
Olanda - 3,5 - 3,3
Portogallo - 3,4 - 3,8
Italia - 3,2 - 4,0
Grecia - 3,2 - 2,8
Previsioni della Commissione UE
Il patto di stabilità e crescita oggi è in crisi e si rilancia sbarazzandosi della
sua “stupidità”
L’Europa ha un disperato bisogno di crescita
Il Patto così com’è non serve a promuoverla, caso mai la allontana ancora di più.
La crescita è comunque basata su un fermo principio di stabilità finanziaria
Il Patto così com’è viene tranquillamente aggirato, addirittura violato.
Quale credibilità all’Europa che si affida a regole che sono nella migliore delle ipotesi farisaiche (esempio Grecia), nella peggiore controproducenti?
Affinché il Patto sia anche per la crescita, la finanza pubblica deve puntare a tre
finalità:
Garantire un quadro stabileSpendere in funzione di una crescente accumulazione dei fattori di sviluppoDare incentivi all’innovazione e allo stesso sviluppo.
Tutto questo oggi non c’è.Le uniche due cose che contano sono:
Si stia entro il 3% di indebitamento annuo
Si faccia scendere il debito totale se supera il 60% del PIL
Regole di Buona Qualità Finanziaria
Un gruppo di economisti sta lavorando per definire regole finanziarie che:
Identifichino le spese propedeutiche alla crescita;Indichino le misure contrarie alla crescita e alla stabilità;Assegnino un valore quantificato dando così un peso maggiore o minore per il superamento della soglia del 3%
Dal Patto di Stabilità e Crescitaal Patto di stabilità interno
Lo Stato chiede il concorso degli EE.LL. per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica che il Paese si è posto con l’adesione all’€ e aderendo al patto di stabilità e crescita; impegnandosi quindi a:
Ridurre progressivamente il finanziamento in disavanzo delle proprie spese;Ridurre il proprio rapporto Debito/Pil
Legge 448/98 art. 28 collegato finanziaria 1999
Patto di stabilità internoI° obiettivo (obiettivo primario)Saldo Finanziario. Ridurre il finanziamento in disavanzo delle proprie spese
• II° obiettivo (obiettivo derivato):
Riduzione del proprio rapporto tra Debito e Pil
Gli Enti locali che hanno l’obbligo di rispettare il patto di stabilità interno:
• Regioni a statuto ordinario;
• Regioni a statuto speciale ed enti locali dei rispettivi territori;
• Province;
• Province autonome di Trento e Bolzano;
• Comuni con più di 5.000 abitanti;
Come si calcola il disavanzo finanziario per il 2003, 2004 e 2005
• Si guarda sia la CASSA che la COMPETENZA;• PER IL 2003 il confronto è con il 2001: il saldo
del 2003 non può essere peggiore del 2001• Per il 2004 il confronto è con il 2003: il saldo
finanziario programmato nel 2004 fa riferimento a quello del 2003 incrementato dal tasso di inflazione programmato;
• Per il 2005: nel calcolo vanno comprese tutte le voce del bilancio quindi anche gli investimenti.
Chi non ha rispettato il patto di stabilità interno nel 2003, nel 2004:
• Non può assumere personale, nemmeno a tempo determinato;
• Non può procedere all’assunzione di mutui per finanziare investimenti;
• Ha l’obbligo di ridurre, almeno del 10% rispetto al 2001, le spese per acquisto di beni e servizi.
Un Patto per il Comune
EUROPA eSTATI MEMBRI
ITALIA ePUBBLICA AMM.NE
COMUNE e SETTORE
Patto di stabilità e crescita
Patto di stabilità interno
Un Patto in Comune
L’Unione dei Comuni del Camposampierese l’Ambito di Identità Territoriale
Un progetto per lo sviluppo del territorio
Unione a 7: superficie
La superficie in Kmqn Borgoricco 20,49n Camposampiero 21,07n S.Giorgio delle Pertiche 18,80n S.Giustina in Colle 17,83n Loreggia 19.03n Villanova di Camp.ro 12.00n Villa del Conte 17,32n TOTALE 126,54
1999 2000 2001 2002 2003 2004 (31 ott)
Borgoricco 6.599 6.759 6.939 7.076 7.210 7.376
Campos.ro 10.333 10.527 10.680 10.887 11.100 11.332
S.Giorgio 7.623 7.720 7.846 8.055 8.320 8.573
S.Giustina 6.281 6.399 6.397 6.432 6.678 6.812
Loreggia 5.534 5.622 5.754 5.923 6.128 6.295
Villanova 4.704 4.811 4.849 4.884 5.036 5.103
Villa del Conte
5.032 5.054 5.030 5.030 5.180 5.239
TOTALE 46.106 46.889 47.651 48.287 49.652 50.730
Popolazione
n Le Unità locali – industria e servizi – censimento 2001n Camposampiero 1.003n Borgoricco 609n Loreggia 524n S.Giorgio dle P. 644n S.Giustina in Colle 477n Villa del Conte 439n Villanova di CSP 370
n TOTALE 4.066
Economia: censimento 2001
Lo scenario economico: censimento 2001
primi nell’industria, ultimi nei servizi
Aree Territoriali Industria Commercio Altri servizi Istituzioni
U.L. Addetti U.L. Addetti U.L. Addetti U.L. Addetti
% % % % % % % %
Camposampierese 46,7 58,7 25,5 13,6 23,1 17,2 4,8 10,5
Cittadellese-Piazzola 38,3 54,5 29,2 16,0 27,2 18,1 5,2 11,3
Area dei Colli 29,8 52,9 26,0 16,2 39,4 23,8 4,6 7,9
Montagnanese 37,5 49,5 29,4 16,5 26,5 20,2 6,5 13,6
Piovese 39,8 49,3 28,8 17,4 26,8 21,8 4,3 11,3
Conselvano 34,6 49,3 29,4 15,7 30,2 24,2 5,6 10,6
Estense 27,0 40,4 33,0 17,5 33,8 24,8 6,0 17,1
Monselicense 24,5 37,7 36,5 22,0 32,8 25,0 6,0 15,2
Area Centrale 18,7 25,1 32,5 21,6 42,2 35,8 6,4 17,4
Media 32,9 46,3 30,0 17,3 31,3 23,4 5,4 12,7
Unità locali e addetti all’industria e servizi per settori economici ed aree territoriali della provincia di Padova
Economia: ditte attive in CC.AA.
26.1.04 12.07.04 28.10.04
Borgoricco 986 995 1.014
Campos.ro 1.555 1.581 1.590
S.Giorgio 993 1.014 1.030
S.Giustina 870 871 872
Loreggia 853 881 920
Villanova 603 607 622
Villa del Conte 726 720 726
TOTALE 5.983 6.669 6.774
Lo scenario economico: REDDITO LORDO PRO CAPITE 2003
PROVINCE VENETO 2003 (In €uro)
23
.20
3
23
.57
2
23
.05
4
22
.78
9
22
.52
3
22
.00
9
20
.23
2
20
.05
3
19.500
20.500
21.500
22.500
23.500
24.500
Venezia Vicenza Belluno Verona Treviso Padova ITALIA Rovigo
Lo scenario economico: REDDITO LORDO 2003
TOTALE PROVINCIA DI PADOVA % macrosettori
Industria; 31,3%
Agricoltura 2,1%
Servizi; 66,6%
•A trainare la scalata della ricchezza padovana, nel 2003, sono i servizi e le costruzioni. •Crolla il settore manifatturiero e l’agricoltura, •L’agricoltura assume un ruolo sempre più marginale.
Lo scenario economico: REDDITO LORDO PRO CAPITE 2003
PRODOTTO da Industria e Servizi 2003 (In €uro)N° CAMPOSAMPIERESE €URO
7 Campodarsego 26.400
9 Camposampiero 25.600
21 Piombino Dese 22.900
29 Villa del Conte 20.800
30 Borgoricco 20.600
31 Loreggia 20.500
43 Trebaseleghe 19.600
46 Massanzago 19.400
52 San Giorgio delle Pertiche 19.100
61 Santa Giustina in Colle 18.600
75 Villanova di Camposro 17.300
MEDIA CAMPOSAMPIERESE 20.982
MEDIA DELLA PROVINCIA 22.700
N° CITTADELLESE-PIAZZOLA €URO
5 Cittadella 26.600
16 Tombolo 24.400
18 San Giorgio in Bosco 23.600
20 Curtarolo 22.900
22 Galliera Veneta 22.500
24 San Martino di Lupari 22.000
28 Campo San Martino 21.400
34 Carmignano 20.100
56 San Pietro in Gù 18.900
59 Fontaniva 18.700
66 Villafranca 18.200
70 Vigodarzere 17.800
74 Piazzola sul Brenta 17.300
76 Grantorto 17.000
81 Gazzo 16.600
83 Campodoro 16.500
MEDIA CITT-PIAZZ 20.281MEDIA DELLA PROVINCIA 22.700Fonte: uff. studi CCIAA su dati registro imprese, ISTAT e Unioncamere
Area Piove di Sacco60.190Area Monselicense-
Conselvano99.146
Area Este-Montagnana
77.055
Area Cittadella-Piazzola sul Brenta
108.113
Area Camposampierese
83.274
Area Colli57.676
Area Cintura159.533
Padova 204.870
1.a La popolazione residenteLa popolazione residente nell’area di Camposampiero ammonta al 83.274 abitanti, pari al 10% della popolazione provinciale.
Fonte: ISTAT, Censimento 2001
1.a La popolazione residente
Fonte: ISTAT, Censimento 2001
Complessivamente, tra la rilevazione del 1991 e quella del 2001, la popolazione provinciale è cresciuta del 3,6%. L’area di Camposampiero è quella che ha registrato i tassi di crescita più elevati (11,2%).
11,2
9,38,3
5,14,3 3,9 3,6
-1,4
-5,0-7
0
7
14
Are
aC
am
po
sam
pie
rese
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a C
intu
ra
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olli
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-C
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selva
no
To
tale
Pro
vincia
Are
a Este
-M
on
tag
nan
a
Pa
do
va
1.b. Le proiezioni demografiche in provincia di Padova
-8,6 -12,6 -11,2-18,5
-24,7 -26,0
-11,6
-63,0
-31,4-38,9
+34,1
+140,8
+126,1
+170,5
-100
-50
0
50
100
150
200
Belluno Rovigo Treviso Vicenza Venezia Verona Padova
Province
Mig
liai
a d
i u
nit
à
Ipotesi tendenziale
Ipotesi assenzaflussi migratori
In ipotesi di crescita tendenzialecrescita tendenziale della popolazione (ovvero ipotizzando anche per il futuro le attuali tendenze di natalità e flussi migratori) la popolazione provinciale crescerebbe in venti anni all’incirca del 34%. Viceversa, in ipotesi di crescita naturale (a frontiere migratorie chiuse) la perdita stimata di popolazione ammonterebbe a quasi il 40%.
Fonte: Provincia di Padova, Osservatorio del Progetto strategico, Le proiezioni demografiche, marzo 2003
Camposampiero
Distribuzione territoriale delle variazioni demografiche per aree territoriali (2001-2020). Provincia di Padova
Le proiezioni di crescita demografica 2001 – 2020 evidenziano come l’area di Camposampiero sia quella a maggior crescita. In questo senso, le stime indicano una crescita fino a quota 103.000 per l’area (+25%) e sino a quota 13.540 per il Comune di Camposampiero (+28,6%). Questo, in continuità con quanto accade nei comuni limitrofi appartenenti alla provincia di Treviso.
1
9
10
11
12
13
1415
16
17
Tas s i d i variazione 2020 s u 2001 (% )A ree PTP della Prov inc ia di Padova
da 24,9% a 25% (1)da 5,3% a 24,9% (5)da 0,6% a 5,3% (2)da -7% a 0,6% (2)
Fonte: Provincia di Padova, Osservatorio del Progetto strategico, Le proiezioni demografiche, marzo 2003
Treviso
Asolo
Castelfranco
Conegliano
MontebellunaOpitergino
Quartier del Piave
Vittorio Veneto
Tassi di variazione 2020 su 2001 (%)Aree Territoriali della provincia di Treviso
superiore al 40%dal 22,7% al 40%dal 18,4% al 22,7%dal 12,4% al 18,4%
Treviso
Asolo
Castelfranco
Conegliano
MontebellunaOpitergino
Quartier del Piave
Vittorio Veneto
Tassi di variazione 2020 su 2001 (%)Aree Territoriali della provincia di Treviso
superiore al 40%dal 22,7% al 40%dal 18,4% al 22,7%dal 12,4% al 18,4%
Tassi di variazione 2020 su 2001 (%)Aree Territoriali della provincia di Treviso
superiore al 40%dal 22,7% al 40%dal 18,4% al 22,7%dal 12,4% al 18,4%
Distribuzione territoriale delle variazioni demografiche per aree territoriali (2001-2020). Provincia di Treviso
Fonte: Provincia di Padova, Osservatorio del Progetto strategico, Le proiezioni demografiche, marzo 2003
Distribuzione territoriale delle variazioni demografiche per comuni (2001-2020). Province di Padova, Treviso e Vicenza
Tasso di variazione 2020 su 2001 (%)
dal 27 al 83 (83)dal 10 al 27 (118)dal -7 al 10 (90)dal -69 al -7 (29)
Fonte: Provincia di Padova, Osservatorio del Progetto strategico, Le proiezioni demografiche, marzo 2003
Lo scenario
La caduta delle barriereSpazio Temporali
La competizionea tutto mondo
Il Processo di Omologazione
Il Processo diSviluppo Locale
Il Processo diInternazionalizzazion
e
La dilatazionedel mercato
I sistemi d’area el’identità territoriale
La promozione integrata a livello internazionale
La Centralitàdel Territorio
Lo scenario economico Lo scenario economico 2003:2003:
• In forte espansione i servizi, in flessione l’industria (manifatturiera e tessile) mentre l’agricoltura è residuale;
• Padova occupa l’undicesima posizione nel confronto nazionale come PIL. Nel biennio 2002-2003 c’è stato un incremento del PIL del 4,4% (in regione è stato del 3%). La Provincia di Padova da sola produce il 20% del PIL del Vento.
• La Provincia di Padova scende al 39° posto come reddito pro-capite
• Le dinamiche del reddito pro capite indica anche che la nostra area ha visto più di altre crescere la popolazione residente. Il dato indica che non c’è stata una creazione di ricchezza in proporzione al potenziale di forza-lavoro disponibile;
• Il numero delle imprese cresce ancora, ma tante sono anche quelle che chiudono e a cessare spesso sono aziende storiche che davano lavoro a tanti. Quelle nuove invece spesso sono deboli instabili.
Lo scenario economico Lo scenario economico 2003:2003:
Lo scenario economico 2003:il rapporto Censis 2004
• Un’Italia che ha paura di diventare povera e di regredire e non guarda più al futuro.
• Un’Italia che compra di meno ma spende di più per cose “solide”, che cerca sicurezza,
• Il 53% degli italiani sarebbe disponibile ad uno scambio meno tasse-meno servizi; allo stesso tempo non crede troppo né alle prospettive aperte dal federalismo, né alle novità della Costituzione europea, eventi passati senza lasciare segno. Gradirebbe piuttosto il vecchio amato welfare.
Lo scenario economico 2003: il rapporto Censis 2004
• Continua la tendenza di scegliere di lasciare il grande centro, la città, per andare a vivere nel borgo. Dove si è più “chiusi” ma si gode di una migliore qualità della vita.
• Non sogniamo più. Ce ne stiamo qui in piedi di piombo a presidiare un presente indeclinabile. Nessuna memoria del passato, nessuna idea di futuro.
• Il presidente del Censis conclude: “Dobbiamo trovare l’orgoglio di alcuni nostri valori, il coraggio di accettare la sfida, uscire allo scoperto. E correre il rischio”.
Lo scenario finanziario 2004
La Centralitàdel Territorio
34,43
36,6043,45
44,39
68,10
69,19
70,98
74,59 75,64
76,24
79,40
69,70
86,56
92,49
92,64
92,60
92,68
65,5763,40
56,55
55,61
31,90
30,81
29,02
25,41
24,36 23,76
20,60
30,30
13,44
7,51 7,36 7,40 7,32
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
70,00
80,00
90,00
100,00
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Entrate correnti proprie
Entrate correnti derivate
Lo scenario finanziario 2004
Tosap1,90%
Compart.IRPEF32,03%
Add. IRPEF10,6%
ICI 51,15%
Imp.Pubblicità1,1%
Add. ENEL3,22%
ICI per tipologia
ICI STIMA 2007 - PER TIPOLOGIA
58.233,33 60.708,38 59.011,6771.635,86 79.136,36 89.715,28
103.291,38
167.766,94
200.000,00 210.000,00
255.000,00275.000,00 280.000,00 285.000,00
508.427,33 512.209,60 514.662,60
577.870,45594.860,70
617.147,40
680.173,74
573.540,78600.000,00
633.000,00
690.000,00
720.000,00 730.000,00 740.000,00729.056,35
750.965,25
799.147,75815.128,09
846.924,28865.085,96
977.068,68
1.051.000,00
1.100.000,00
1.155.500,00
1.189.500,00 1.190.000,00 1.200.000,00
45.974,48
18.832,61
47.000,0028.080,08 27.216,05 37.024,82 45.373,14 45.974,48 46.069,67 47.000,00 47.000,00 47.000,00 47.000,00 47.000,00
910.287,82
15.000,00
115.000,00
215.000,00
315.000,00
415.000,00
515.000,00
615.000,00
715.000,00
815.000,00
915.000,00
1.015.000,00
1.115.000,00
1.215.000,00
1.315.000,00
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
anno
eu
ro
terreni agr. aree fabbr. abitaz.princ. altri fabbr.
aree fabbr.
terreni agric.
abitaz.princ.
altri fabbr.
90% - 95%del nostro “fatturato”
proviene dal nostro territorio
Da soggetti ed Aziende che:
Abitano,Vivono,
Transitano,Lavoranonel nostro
TERRITORIO
Cioè
Se noi fossimo un’aziendae guardassimo al
nostro bilancio
Il Territorioè
il nostroPRODOTTO
Un paragone per semplificare
Perché unCittadino
oun’Aziendadovrebbesceglierequesto
territorio?
Se ci mettiamodalla parte di chideve scegliere
Centrale nella sceltasono:•i Servizi•le Caratteristiche•il “Clima sociale”presenti nelTerritorio
Perché scegliere Questo Territorio”?
Si guarda ad un’area territoriale significativa, chenon è il singolo Comune di 6.000, 12.000 abitanti. E’ un’area vasta che interessa.
Perché scegliere il “Questo Territorio”?
Perché penso che questo territorio sia un ambiente favorevole per me e la mia famiglia per la realizzazione della nostra vita.Per il futuro della nostra azienda.
Scuole diogni ordine e grado
Sanità
Serviziall’infanzia
Verde Pubblicoorganizzato
Strutture e serviziper anziani
Un centrourbanovivibile
Un centroculturale
Attività sportive
Associazionieducative
Facilità dimovimento
Viabilità adeguata
Centri servizi
Un PaeseSicuro
Quartierivivibili
CaricoTributario
Lavoro
Ciò che suscita appeal, “simpatia reciproca”, è il Sistema Territoriale
Ciò che suscita “sympàtheia”: simpatia, un sentire condiviso, sentire la medesima influenza. Ciò che crea appeal:
• Sono i servizi di un territorio.
• E’ il sistema territoriale
• Un sistema territoriale di eccellenza
Implica• Comuni di eccellenza• Aziende di eccellenza, • Scuole di eccellenza • Servizi di eccellenza • Società civile di eccellenza• Territorio di eccellenza• Capitale Umano di eccellenza
……..
Diventare un territorio di Eccellenza
• Non basta diventare un territorio che suscita appeal;
• Occorre decidere Chi voglio che sia il “cliente ideale” di questo territorio.– Quali aziende;– Quali persone
La domanda si trasforma:
• Per attrarre ed orientare aziende e persone alla qualità è necessario prestare più attenzione alla qualità dello sviluppo: qualità dello sviluppo: • uno sviluppo orientato a
conferire più qualità alla vita e più qualità all’ambito locale;
• uno sviluppo capace di coniugare coesione sociale e sviluppo economico.
Un modello di sviluppo che va oltre il dualismo sviluppo-declino
In questi anni abbiamo affrontato prevalentemente problematiche di:• razionalizzazione di servizi;• miglioramento dei servizi• riduzione di costi;Aspetti necessari, ma non sufficienti per rispondere alle nuove esigenze delle nostre Comunità. Guardando al futuro servono nuove vie, occorre ripensare al nuovo ruolo del pubblico, serve un nuovo modello di sviluppo per il territorio.
•Dobbiamo assolutamente mantenere e migliorare il nostro grado di competitività come territorio;
•Per noi oggi è vitale concorrere per essere competitivi, non possiamo perdere posizione rispetto ad altri territori.
•Non siamo un’area d’aiuto comunitario ma anche da noi deve essere possibile parlare di progetti per lo sviluppo e abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una mano.
•Sviluppo significa capacità di competere.
L’Unione: un valore aggiunto per il territorio
La missione dell’UnioneSviluppo del territorioSviluppo del territorioRealizzare un livello di governolivello di governo ed un sistema di servizisistema di servizi capaci di
Mantenere un clima di fiducia
nel Cambiamento, nelle Istituzioni e nel Futuro
Rendere più competitivo il Territorio
“Alleanza per lo sviluppo”
Creare valore aggiunto, economia di scala e crescente
qualità nei servizi“Un patto per i bilanci”
Ambito di Identità
Territoriale
Visione dello Sviluppo
La Strategiadello
Sviluppo
Le 5 leve dello
Sviluppo
Politica peril consenso
Risorsefinanziarie
Competenze per
governareMetodo
Infrastruttu-razione
99 INGREDIENTI PER LO SVILUPPO
GLI INGREDIENTI PER LO SVILUPPOINGREDIENTI DESCRIZIONE
Ambito d’Identità TerritorialeAmbito d’Identità Territoriale L’Unione 50.000 abitanti, il Camposampierese 90.000 abitanti, la Provincia, Area metropolitana, Regione… “uno sviluppo a geometrie variabili con al centro il livello locale”.
Visione dello SviluppoVisione dello Sviluppo Un sistema territoriale leader in Europa e nel Mondo
Strategia: le tre colonne d’ErcoleStrategia: le tre colonne d’Ercole •La Cabina di regia per lo sviluppo
•I Servizi per lo sviluppo: per il buon governo; per il cittadino; per l’Impresa.
•La Valorizzazione e la Promozione del territorio
Un modello per Un modello per Conoscere, Conoscere, PianificarePianificare, , AgireAgire, , Verificare, Verificare, RendicontareRendicontare la competitività del la competitività del territorio: territorio: “Il Capitale territoriale “Il Capitale territoriale e le 5 leve dello sviluppo”e le 5 leve dello sviluppo”
Il Capitale Territoriale:• Il capitale Umano
• Il capitale Sociale
• Il capitale Economico
• Il capitale Sociale
• Il capitale Infrastrutturale
Infrastrutturazione dello SviluppoInfrastrutturazione dello Sviluppo Struttura leggera: Unione e Centro Servizi Territoriale e Cinque piattaforme di lavoro: Siat, Autonomy, pro-Clary, Capitale Umano, Space
Risorse FinanziarieRisorse Finanziarie Lo sviluppo si paga con lo sviluppo. Il Piano di Sviluppo Territoriale, il Piano Generale di Sviluppo, l’Intesa Programmatica d’Area, il Piano degli interventi.
Competenze per governare lo Competenze per governare lo SviluppoSviluppo
Quali Conoscenze (Sapere)
Quali Capacità (Saper Fare)
Quali Comportamenti (Saper Essere)
MetodoMetodo Conoscere, Pianificare (condividere), Agire, Valutare, Rendicontare.
Politica del ConsensoPolitica del Consenso Concertazione (le 4 C della Concertazione: conoscenza, competitività, compatibilità-sostenibilità, concorrenza per lo sviluppo), Credibilità, Responsabilità, Essere Squadra, Comunicazione: 5 ingredienti per un progetto che raccolga consenso
Il capitale territorialeun modello per Conoscere e misurare la competitività del territorio
CCapitaleSSociale
CCapitaleUUmano
CCapitaleAAmbientale
CCapitaleEconomico
CCapitaleIInfrastrutturale
CCTT
IL CAPITALE TERRITORIALELe Cinque Leve dello Sviluppo
LE INFRASTRUTTURE
MOBILITA’
VIABILITA’TECNOLOGIA
IL CAPITALEUMANO
CONOSCENZA(sapere)
CAPACITA’(saper fare)
COMPORTAMENTI(saper essere)
IL CAPITALE SOCIALELa coesione sociale
CAPITALE AMBIENTALE
SICUREZZA WELFARERIQUALIFICAZIONE
CENTRIURBANI
CAPITALE ECONOMICO
SISTEMAVALORIALE
CCTT
Il capitale territorialeun modello per Pianificare e condividere la direzione dello sviluppo del territorio
CCapitaleSSociale
CCapitaleUUmano
CCapitaleAAmbientale
CCapitaleEconomico
CCapitaleIInfrastrutturale
CCTT
PIANO DELLE
INFRASTRUTTURE
PIANO DI ZONA
PIANO DELLE
COMPETENZE
PIANO DEI LUOGHI DELLA QUALITA’ SOCIALE
PIANO DEI SERVIZI
Il capitale territorialeun modello per PianificarePianificare e condividere la direzione dello sviluppo del territorio
PIANO DELLE
INFRASTRUTTURE
PIANO DI ZONA
PIANO DELLE
COMPETENZE
PIANO DEI LUOGHI DELLA QUALITA’ SOCIALE
PIANO DEI SERVIZI
PPiano iano
SSviluppo viluppo
TTerritorialeerritoriale
P.A.T.I. I.P.A.
PIANO DEGLI INTERVENTI
PGS
Il capitale territorialeun modello per RENDICONTARERENDICONTARE delle politiche del territorio
CCapitaleSSociale
CCapitaleUUmano
CCapitaleAAmbientale
CCapitaleEconomico
CCapitaleIInfrastrutturale
BilancioBilancioSocialeSociale
Il capitale territorialeun modello per RENDICONTARERENDICONTARE: il Bilancio Sociale
Promozione dellaPromozione dellaPartecipazionePartecipazione
Sviluppo Sviluppo OrganizzativoOrganizzativo
Programmazione Strategica
BilancioSociale
Un approccio integrato
La Strategia di intervento
Le 3 Le 3 funzioni funzioni
per lo per lo svilupposviluppo
La cabina di La cabina di regia regia
dello sviluppodello sviluppo
Valorizzare Valorizzare e e
Promuovere Promuovere il territorioil territorio
Proporre di Vivere, Visitare, Investire e di
godere dei Servizi presenti nel territorio
•Pianificare: chech up – valutazione prospettica, tavoli dello sviluppo – stesura del piano – piano degli interventi –
•Agire: fonti di finanziamento – attivazione delle azioni/servizi, cruscotto
direzionale •Rendicontare: cruscotto di controllo, unioneinforma e bilancio sociale
I Servizi I Servizi per lo per lo
SviluppoSviluppo
• I servizi per il Buon Governo:
• I servizi per le Imprese
• I servizi per il Territorio
Le tre funzioni per lo sviluppo: la cabina di regia
La cabina La cabina di regia di regia
dello dello svilupposviluppo
RendicontarRendicontaree
• cruscotto di controllo,
• UnioneInforma
• bilancio sociale
AgireAgire
Pianificare Pianificare
• Chech-up territorio
• Valutazione prospettica
• I tavoli dello sviluppo
• Il Piano Strategico
• Il Piano degli interventi
• fonti di finanziamento
• attivazione delle azioni e dei servizi
• cruscotto direzionale
Le tre funzioni per lo sviluppo: i servizi per lo sviluppo
Per il Buon Per il Buon GovernoGoverno
• Networking
• Sit in web
• Servizi in web
Per le Per le ImpreseImprese
• Controllo di Gestione, organizzazione, analisi dei processi• Sportelli Integrati• Sistema Informativo Territoriale• Servizio Unico del personale. Il Bilancio delle competenze, • Service amministrativi• Servizio attività produttive• Sicurezza (polizia municipale)• Coesione Sociale (protezione civile, difesa civica) • Servizi di Tecnologie della Comunicazione e dell’Informazione
I Servizi I Servizi per lo per lo
SviluppoSviluppo
Per ilPer il TerritorioTerritorio
• Marketing promozione e gestione del business
• La gestione della filiera produttiva
• Sit in web
Le tre funzioni per lo sviluppo: la valorizzazione e la promozione
Marketing Marketing territorialeterritoriale
Il Sistema di rappresentazione virtuale Il Sistema di rappresentazione virtuale del territoriodel territorio
Valorizzare Valorizzare e e
PromuoverePromuovere il territorioil territorio
Il Sistema Integrato di Promozione: Il Sistema Integrato di Promozione: Il piano regolatore della comunicazione (Web; TV; Ufficio Stampa; Fiere e Incontri, eventi, manifestazioni, convegni, ecc)
UNO SVILUPPO AGEOMETRIE VARIABILIGEOMETRIE VARIABILI
Il Veneto
1
9
10
11
12
13
1415
16
17
Tas s i d i variazione 2020 s u 2001 (% )A ree PTP della Prov inc ia di Padova
da 24,9% a 25% (1)da 5,3% a 24,9% (5)da 0,6% a 5,3% (2)da -7% a 0,6% (2)
L’Unione La Provincia
Tasso di variazione 2020 su 2001 (%)
dal 27 al 83 (83)
dal 10 al 27 (118)
dal -7 al 10 (90)
dal -69 al -7 (29)
Il Camposampierese
1 Territorio
“GLI INGREDIENTI”
AMBITO DI IDENTITA’ TERRITORIALE
Sette Comuni in Unione
Fare Squadra
(Siamo interessanti perché siamo squadra)
Concertazione(I tavoli per lo Sviluppo)
1 Politicaper il
consenso
1 Metodo
ANALISI CONDIVISIONE AZIONE
Essere Credibili
Relazionidi Fiducia
ResponsabilitàSociale. Responsabili
delle proprie azioni
Rendicontazione (sociale)
VALUTAZIONERENDICONTA-ZIONE (sociale)
Il Progetto per lo Sviluppo e le TRE questioni aperte
Le competenze
per portare avanti il progetto
Le risorse per realizzare
e gestire il progetto
Le infrastruttur
eper consolidare
il processo
Regionali/Provinciali
Nazionali
Comunitarie
Da fondazioni
Da privati
SERVIZI
INFRASTRUTTURE
L’ottimizzazione dell’esistente
Aumento delle entrate tributarie con allargamento della base
imponibile
Rapporti di partenariato
Aumento delle entrate da servizi
al territorio
Contributi su progetti
Valorizzazione urbanistica territoriale
Le Risorse per il progettolo Sviluppo si paga con lo Sviluppo
Lo Sviluppo va infrastrutturato
IL PROGETTO
LE COMPETENZE
LE RISORSE
E’ UN PROCESSOCHE VA INFRASTRUTTURATO
AGENZIADI
SVILUPPO
CENTROSERVIZI
TERRITORIALE