Post on 16-Jan-2017
Intervento scientifico: evoluzione ed integrazione alimentare
I MILLE VOLTI DELLA NUTRIZIONEUniversità degli Studi di Milano - Bicocca | Auditorium ‘Guido Martinotti’
www.digitalforacademy.com
Andrea Poli
Alimentazione, evoluzione e benessere
• Che bisogno ho di integratori, se seguo un’alimentazione ricca e variata?
• “Se uno mangia correttamente, ottiene dal cibo tutto quello che gli serve”
Perchè è diventato così importante, negli ultimi decenni, che cosa mangiamo?
Solo 100 anni addietro il problema era molto più semplice:
• un apporto di calorie adeguato
• alimenti salubri (non contaminati da batteri o sostanze tossiche)
• equilibrio tra i macronutrienti
• adeguato apporto vitaminico.
Stamler J et al. JAMA 1986;256:2823-2828
Castelli WP et al. JAMA 1986;256:2835-2838
0
140 180 220 260 300
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Colesterolemia (mg/dL)
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Colesterolemia (mg/dL)
≤204 206
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235
-264
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Multiple Risk Factor Intervention
Trial (MRFIT) (n=356.222)Studio di Framingham (n=5.209)
Colesterolemia e rischio coronarico
• Perché la “natura” non ha selezionato meccanismi più efficaci per mantenere il tasso serico di colesterolo (o i livelli pressori, o il BMI) al livello ottimale per il benessere delle nostre arterie?
• Il motivo, probabilmente, è che è successo qualcosa che la “natura”non aveva previsto…
L’aumento della speranza di vita alla nascita in Europa
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An ongoing process...
16 yrs
5 yrs
An ongoing process...
2002 6,0002010 15,000
Centenarians in Italy
ADN Kronos salute, 2011
Persons reaching 100 years of age (n)
Year of birth
M
F
L’altra faccia della medaglia
Viviamo molto più a lungo, in media
Ma l’invecchiamento della popolazione si associa spesso alla comparsa di malattie cronico degenerative (aterosclerosi, neoplasie, demenze).
Il motivo, probabilmente, è semplice. L’evoluzione non ha “progettato”l’organismo umano per vivere così a lungo.
L’evoluzione è preoccupata della continuazione della specie e non del singolo individuo
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Darwin, C 1850 e Poli, A 2013
L’evoluzione è preoccupata della continuazione della specie e non del singolo individuo
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Darwin, C 1850 e Poli, A 2013
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L’evoluzione è preoccupata della continuazione della specie e non del singolo individuo
Darwin, C 1850 e Poli, A 2013
0 20 40
Fase da proteggere “a tutti i costi”
Fase “non critica”
L’evoluzione è preoccupata della continuazione della specie e non del singolo individuo
Darwin, C 1850 e Poli, A 2013
0 20 40
Fase da proteggere “a tutti i costi”
Fase “non critica”
Infarto, Ictus, Tumori, Demenze
L’evoluzione è preoccupata della continuazione della specie e non del singolo individuo
Darwin, C 1850 e Poli, A 2013
In un’ottica evoluzionistica, le malattie degenerative non sono rilevanti (colpiscono l’individuo “troppo tardi” per essere pericolose per la specie)
Di conseguenza, non è rilevante che noi diventiamo sovrappeso o obesi (come non è rilevante che diventiamo ipercolesterolemici o ipertesi)
I nostri meccanismi di difesa da queste condizioni, pertanto, non sono stati probabilmente selezionati in modo efficiente (principio di economia).
Avere il “colesterolo alto” o fumare non sarebbe di fatto pericoloso se la durata media della vita fosse di 40-50 anni.
Più la vita si allunga, più un fattore di rischio ha tempo di “fare danni”
L’allungamento della vita aumenta progressivamente le nostre “responsabilità personali” nei confronti di noi stessi e della società in termini di salute
Le reponsabilità dei “professionisti della salute” (medici, farmacisti ecc.) su questi temi, e sull’educazione del pubblico in proposito, sono del tutto evidenti.
Il ruolo dei fattori di rischio si
modifica se varia la durata della vita
Avere il “colesterolo alto” o fumare non sarebbe di fatto pericoloso se la durata media della vita fosse di 40-50 anni.
Più la vita si allunga, più un fattore di rischio ha tempo di “fare danni”
L’allungamento della vita aumenta progressivamente le nostre “responsabilità personali” nei confronti di noi stessi e della società in termini di salute
Le reponsabilità dei “professionisti della salute” (medici, farmacisti ecc.) su questi temi, e sull’educazione del pubblico in proposito, sono del tutto evidenti.
Il ruolo dei fattori di rischio si
modifica se varia la durata della vita
Ma torniamo all’evoluzione ed alle sue “scelte”…
… che non vanno necessariamente nella direzione desiderabile per gli uomini e le donne del XXI secolo.
Per esempio…
Meccanismi biologici
Effetti a breve
Effetti tardivi
Aggregazione piastrinica
Riduz. rischio emorragie
Trombosi (infarto, ictus)
Ritenzione sodica
Vantaggio nelle aree dove il sodio è scarso
Ipertensione
Ipercolesterolemia
Produzione di vit. D nei paesi a bassa insolazione?
Aterosclerosi ed Infarto
Meglio un uovo oggi o una gallina domani? (1)
Meccanismi biologici
Effetti a breve Effetti tardivi
Iperalimentazione dei bambini
Protezione dalle carestie
Obesità infantile ed adulta
ObesitàProtezione dalle carestie/fertilità
Diabete Aterosclerosi
InfiammazioneControllo infezioni
Mal. autoimmuni Aterosclerosi
Meglio un uovo oggi o una gallina domani? (2)
Donne
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Interazione tra valore della PCR e di Col Tot/HDLc nella determinazione del rischio coronarico
I dati epidemiologici
Circulation 2001
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Uomini
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Ma anche a questo proposito, L’evoluzione ha fatto qualche scelta “discutibile”.
Il gusto, che guida le nostre scelte alimentari, e che è almeno in parte selezionato geneticamente, ci orienta verso i dolci e verso i grassi, e ci fa rifuggire l’amaro.
La moderna scienza nutrizionale, invece, attribuisce grande importanza agli (amari) polifenoli antiossidanti
Inappropriatezza genetica a gestire la nostra “lunga vita”
Crescente effetto dei fattori di rischio delle malattie degenerative
Presenza di una “zavorra evoluzionistica” non più favorevole ed utile
Difficoltà di controllare i meccanismi che danno “piacere”
In sintesi, i principali termini del problema
sono i seguenti:
Cosa possiamo concludere?
Che la natura non è necessariamente nostra amica.
Cosa possiamo concludere?
Che la natura non è necessariamente nostra amica.
Ovvie conseguenze (non ci si pensa spesso):
Gli alimenti (con la sola eccezione del latte) non sono stati progettati per essere mangiati da noi
Il loro contenuto di molecole bioattive è funzionale alla loro fisiologia, non a quella del nostro organismo
E’ plausibile che aspetti del nostro metabolismo si siano modellati sulle caratteristiche biochimiche degli alimenti di facile reperibilità…
…ma non c’è motivo che questo riguardi i fattori che correlano con lo sviluppo o la protezione dalle malattia degenerative.
Il concetto del “triage”
Il piacere
Bruce Ames, The Triage Theory of Aging, 2006
L’esempio dell’acido folico
Acido folico della
dieta
Enzimi della
sintesi dell’eme
Produzione di
emoglobina e quindi di
sangue
L’esempio dell’acido folico
Acido folico della
dieta
Enzimi della
sintesi dell’eme
Produzione di
emoglobina e quindi di
sangue
Enzimi della trans-
metilazione
Riduzione dell’
omocisteina e quindi del rischio di infarto ed
ictus
E quindi
Non è sorprendente che non ci siano quote di folati sufficienti per prevenire la spina bifida e gli altri difetti del tubo neurale o l’iperomocisteinemia
Che non ci siano quote di fitosteroli sufficienti per ridurre significativamente la colesterolemia
Che gli antiossidanti di frutta e verdura non siano sufficienti per controllare lo stress ossidativo dei fumatori (e non solo)
Ecc. ecc. ecc.
In altre parole:
Molte delle sostanze che possono aumentare l’efficienza di vie metaboliche utili per controllare i fattori di rischio delle malattie degenerative tipiche dell’età avanzata possono non essere presenti in quantità adeguate negli alimenti di uso quotidiano.
Lo studio HORUS
Thompson RC et al, Lancet 2013
Lo studio HORUS
Thompson RC et al, Lancet 2013
Lo studio HORUS
Thompson RC et al, Lancet 2013
Lo studio HORUS
Thompson RC et al, Lancet 2013
Lo studio HORUS: conclusioni
Thompson RC et al, Lancet 2013
Cosa concludere, da tutto ciò?
…che esiste uno spazio concettuale importante per
Integratori, nutraceutici, nuovi alimenti funzionali
Ma con alcuni presupposti ben chiari:
Solido back-ground fisiopatologico
Solide evidenze sperimentali di efficacia
Solide evidenze di sicurezza d’uso
Appropriata formulazione farmaceutica
Senza cadere nel rischio opposto…
L’ uso di molecole o formulazioni non adeguatamente studiate, o di efficacia non provata può comportare
La non utilizzazione di interventi o principi di efficacia documentata
Una scarsa attenzione alla dieta (“tanto prendo gli integratori…”)
Una caduta della fiducia (già non troppo elevata) nella scienza e nella comunità scientifica.
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