Ministero della Pubblica Istruzione I.I.S. Mario Rigoni Stern
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Classe: Revisione
AMBIENTI NATURALI E
AMBIENTI ARTIFICIALI
Ambienti artificiali e ambienti naturali
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UDA INTERDISCIPLINARE AMBIENTI NATURALI E AMBIENTI ARTIFICIALI
1. SCHEDA DI PROGETTAZIONE
TITOLO Ambienti naturali e artificiali: l’uomo e la sua influenza sulla biodiversità e sull’equilibrio degli ecosistemi.
CLASSE Prima professionale
PERIODO 1 quadrimestre
DURATA IN ORE
DISCIPLINA DI
RIFERIMENTOEcologia e Pedologia
DISCIPLINE
CONCORRENTI
Lab. di scienze e tec. agrarie, Scienza della terra, Italiano, Storia, Geografia, Inglese, Tec. dell’Informatica e della comunicazione, IRC, Diritto.
TEMATICA GENERALE L’ambiente deve essere inteso non soltanto come luogo fisico in cui
vivono gli organismi, ma anche come l’insieme delle relazioni che si
instaurano tra gli organismi stessi. In tale ottica è fondamentale
comprendere come l’uomo, attraverso le sue scelte, influenzi i continui
cicli di trasformazione della materia che avvengono negli ecosistemi,
trasformandoli in flussi che alterano gli equilibri esistenti in natura.
L’UDA ha come obiettivo quello di sensibilizzare gli studenti alla conoscenza di tali equilibri e stimolarli allo studio e alla ricerca di tecniche agronomiche innovative che rispettino i principi di sostenibilità ambientale e la vocazione di un dato territorio.
PRODOTTO DA
REALIZZARE
Realizzazione di mappe tematiche aventi per oggetto la descrizione dei principali ambienti naturali ed artificiali regionali.
2. COMPETENZE DI RIFERIMENTO
Regolamento recante la disciplina dei profili di uscita degli indirizzi di studio dei percorsi di istruzione professionale – Decreto 24 maggio 2018 n. 92
Area generale
Area di Indirizzo “Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione di prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane”
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Asse n. Competenze
Asse dei linguaggi 1
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Agire in riferimento ad un sistema di valori, contenuti con i principi della Costituzione, in base ai quali essere in grado di valutare fatti e orientare i propri comportamenti personali, sociali e professionali.
Utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici e professionali.
Utilizzare i linguaggi settoriali delle lingue straniere previste dai percorsi di studio per interagire in diversi ambiti e contesti di studio e di lavoro(2h).
Individuare ed utilizzare le moderne forme di comunicazione visiva e multimediale , anche con riferimento alle strategie espressive e agli strumenti della comunicazione in rete(2h).
Asse storico-sociale 3 Riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali, dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo.
Asse scientifico – tecnologico e professionale
3 Riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali, dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo.
8 Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento.
5 Descrivere e rappresentare le caratteristiche ambientali e agro produttive di un territorio, anche attraverso l’utilizzo e la realizzazione di mappe tematiche e di sistemi informativi e computerizzati.
6 Intervenire nei processi di per la salvaguardia ed il ripristino della biodiversità, per la conservazione e il potenziamento dei parchi, di aree protette e ricreative, per la prevenzione del degrado ambientale e per la realizzazione di strutture a difesa delle zone a rischio, eseguendo semplici interventi di sistemazione idraulico-agroforestale e relativi piani di assestamento.
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3. CONTENUTI DISCIPLINARI
Conoscenze Abilità
Italiano
● Strumenti per l’analisi di testi letterari-
narrativi: lo spazio e il tempo
● Strutture fondamentali della lingua
italiana: aggettivi qualificativi
● Riconoscere la tipologia testuale, la fonte,
lo scopo, l’argomento, le informazioni
● Esporre trame utilizzando un registro adeguato all’argomento e alla situazione
Inglese ● Conoscenza delle caratteristiche del
paesaggio antropico e naturale.
● Impatto delle attività umane
sull’ambiente e loro conseguenze.
● Saper comprendere e cogliere i contenuti
essenziali di un testo scientifico, sapere
sintetizzare ed approfondire i contenuti
con delle ricerche di immagini e contenuti
sul web.
Storia
● La rivoluzione neolitica
● Formazione, evoluzione e percezione dei
paesaggi naturali e antropici
● Collocare gli eventi storici nella giusta
successione cronologica e nelle aree
geografiche di riferimento
● Utilizzare semplici strumenti della ricerca
storica
Geografia
● Formazione, evoluzione e percezione dei
paesaggi naturali e antropici
● Essere in grado di cogliere le relazioni tra
lo sviluppo economico del territorio e le
sue caratteristiche geo-morfologiche e
letrasformazioni nel tempo
● Descrivere e analizzare un territorio
utilizzando metodi, strumenti e concetti
della geografia
Diritto ed Economia
● Il paesaggio e l’ambiente (art. 9 Cost)
● Lo sviluppo sostenibile
● Discutere e confrontare diverse
interpretazioni di fatti o fenomeni storici,
sociali ed economici anche in riferimento
alla realtà contemporanea
Ecologia e Pedologia
● Concetto di biodiversità ambientale.
● Importanza della salvaguardia della
biodiversità e cause di perdita della
stessa.
● Ecosistemi naturali e agroecosistemi.
● Individuare i livelli essenziali di
biodiversità degli ecosistemi e degli
agroecosistemi.
● Definire le modalità specifiche per un
approccio naturalistico ecologico
all’interpretazione del paesaggio.
Scienze integrate – Scienze della Terra e Biologia
● Aspetti basilari della dinamica endogena
ed esogena della terra
● Acquisire una visione unitaria dei
fenomeni geologici, fisici ed antropici che
intervengono nella modellazione
UDA
interd
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dell’ambiente naturale
Laboratorio di Scienze e Tecnologie Agrarie
● Significato di ecosistema e conoscenza
dei suoi componenti
● Comprendere gli elementi basilari del
rapporto tra cambiamenti climatici ed
azione antropica
Tecn. Informatica e della Comunicazione
● La rete Internet
● I motori di ricerca e il loro utilizzo
● Software free per creare mappe
concettuali
● Utilizzare la rete Internet per ricercare
fonti e dati
● Essere in grado di realizzare mappe
concettuali
IRC
● La biodiversità risorsa imprecindibile per
l’uomo: a partire anche dalle religioni.
● La terra deve essere conservata e
custodita, non depredata.
● La varietà delle specie già a partire da
Genesi
● Riscoprire che le religioni e ambiente non
sono avulse dalla vita dell’uomo.
● Riscoprire una vera spiritualità a servizio
della natura.
● Le religioni a servizio della biodiversità.
Scienze motorie
● Lo sport dell’orienteering: modalità di
svolgimento, regole e modifica delle
regole in funzione dei contesti
● riconoscere riferimento nell’ambiente e
sulle cartine
● leggere, comprendere, interpretare e
utilizzare carte didattiche e mappe
● sapersi orientare utilizzando riferimenti
certi naturali e antropici
● utilizzare strategie di gioco individuali e
collaborative
● saper utilizzare app di riconoscimento
piante
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4. PIANO DELLE ATTIVITÀ DIDATTICHE
Fase Descrizione ore Esiti attesi Evidenza Discipline
Presentazione dell’UDA
Presentazione della proposta didattica. Raccolta aspettative degli studenti.
1 Coinvolgimento degli studenti
Ecologia e Pedologia
Lezione Concetto di Ambiente. Importanza della salvaguardia della biodiversità ambientale. Lettura materiale tratto da “Le basi dell’Ecologia” (Slide Player)
(documento 1)
3 Conoscenza degli argomenti trattati.
Ecologia e Pedologia
Lezione
Analisi di testi
Lezione sulla
rivoluzione neolitica
Approfondimento sul
Neolitico come incipit della
creazione dei paesaggi
antropici.Lettura e analisi
dell’articolo “Iniziò nel Neolitico la
trasformazione umana del
paesaggio”
(documento 2)
2 Conoscenza
dell’argomento
Utilizzare semplici
strumenti della ricerca
Comprendere il
cambiamento in
un’ottica diacronica
Esercitazione Storia
Lezione
Analisi di testi
Lezione sugli aggettivi
qualificativi
Lezione sull’analisi di un testo
narrativo: spazio e tempo
Lettura e analisi del brano
narrativo estratto da “Il richiamo
della foresta”
(documento 3)
3 Comprensione di un
testo
Capacità di analizzare
spazio e tempo di un
racconto
Utilizzare le strutture
della lingua
adeguatamente
Esercitazione Italiano
Lezione
Analisi di testi
Lezione sull’Ambiente
Approfondimento sull’Ambiente della
Lombardia. Lettura e
commento dell’articolo
“Ambiente”
(documento 4)
2 Distinzione nei paesaggi degli elementi fisici e antropici e degli aspetti economici e
storico-culturali.
Osservazione, lettura e analisi di sistemi
territoriali vicini e lontani, nello spazio e nel tempo e
valutazione degli effetti delle azioni dell'uomo.
Geografia
Lezione
Lettura di un testo
La successione ecologica
Lettura di un testo “ La successione ecologica e la fase di climax”
(documento 5)
2 Conoscenza dell’argomento proposto
Rappresentazione tramite schemi, disegni, immagini, dell’evoluzione della successione primaria e secondaria
Lab. di scienze e Tec. agrarie
Lezione Lettura, analisi e commento dell’art. 9 della Costituzione.
2 Comprendere il concetto di principi fondamentali
Riflessione critica sulla necessità di
Diritto
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Fase Descrizione ore Esiti attesi Evidenza Discipline
(documento 6)
della Costituzione rispettare il territorio e l’ambiente quale dovere di un cittadino responsabile ai fini di benefici collettivi
Lezione “Anthropization”
(documento 7)
4 Conoscere la storia del processo di antropizzazione ed analizzare il suo impatto sull’ambiente.
Riflessioni, analisi ed approfondimenti sul web.
Inglese
Lezione Lettura e commento del brano
“ Aspetti Geomorfologici” Studiare dal libro di testo la struttura interna della terra e la teoria della deriva dei continenti.
(documento 8)
4 Conoscenza dell’argomento
Prova di verifica Scienze della Terra
Lezione La religione rappresenta una opportunità per la biodiversità.
La varietà delle specie: bellezza da tutelare.
Analisi messaggio “Secondo la propria specie” a cura della CEI.
(documento 9)
2 Comprendere che le religioni sono fondamentali per la salvaguardia della biodiversità.
Analisi e riflessione compartecipata.
IRC
Attività di laboratorio
Mappe concettuali con l’utilizzo di forme predefinite.
(documento 10)
3 Raccogliere, elaborare e rappresentare i dati con creatività
T.I.C.
Lezione l’orienteering utilizzando il riconoscimento delle piante
(documento 11) 6 Saper leggere una mappa Conoscere le regole dell’orienteering saper utilizzare
Scienze motorie e sportive
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5. CONSEGNA AGLI STUDENTI
Ambienti naturali e ambienti artificiali
Che cosa si chiede di fare
In che modo
Quali prodotti
Che senso ha
Tempi
Risorse
Criteri di valutazione
6.MATERIALI PER GLI STUDENTI
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DOCUMENTO 1 Ecologia e pedologia Sintesi tratta da “Le basi dell’Ecologia” (Slide Player)
L’ECOSISTEMA
In ecologia per biotopo si intende un'area limitata in dimensioni (ad esempio uno stagno,
una torbiera, un altipiano) di un ambiente dove vivono organismi vegetali ed animali di
una stessa specie o di specie diverse, che nel loro insieme formano una biocenosi.
Biotopo e biocenosi formano un’unità funzionale chiamata ecosistema. Il biotopo è
dunque la componente dell'ecosistema caratterizzata da fattori abiotici (non viventi),
come terreno o substrato, con le sue caratteristiche fisiche e chimiche, temperatura,
umidità, luce e così via, ma non considerata disgiunta dalla componente biologica.
In alcuni biotopi si ritrova un insieme di caratteristiche specifiche e particolari, non
facilmente riproducibili altrove. In tali casi, il biotopo può rivestire particolare importanza
in quanto può rappresentare l'unico luogo dove vivono specie autoctone.
In ogni ecosistema vi è un flusso di energia che parte dal sole (energia solare) e che
passa alle piante attraverso la fotosintesi clorofilliana. Queste ultime la trasformano in
energia chimica di legame e la immagazzinano nei loro tessuti, per tale motivo sono
classificate come organismi autotrofi o produttori. Successivamente questa energia
passa agli organismi eterotrofi o consumatori attraverso una fitta rete di catene
alimentari. I resti degli animali e piante sono infine trasformati prima in humus e poi in
sostanze inorganiche (processo di mineralizzazione) dai batteri e dai funghi che svolgono
il ruolo di decompositori chiudendo così la catena di trasformazioni della materia.
A seconda del tipo do ecosistema che prendiamo in considerazione, questa catena di
trasformazione può essere chiusa (ciclo di trasformazione) o aperta (flusso di
trasformazione).
Se osserviamo un ecosistema complesso come una foresta (ecosistema naturale),
possiamo incontrare migliaia di popolazioni diverse (animali, piante, microrganismi)
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formate da molti singoli organismi. Ognuno di essi produce, durante la sua vita, una
grande quantità di rifiuti organici che si depositano sul terreno e che vengono attaccati
dai microorganismi decompositori. In un ecosistema del genere, la biomassa che viene
prodotta rimane al suo interno e viene completamente riciclata. Per tale motivo una
foresta viene considerata un sistema chiuso, caratterizzato da un ciclo di trasformazione
della materia, che tende a raggiungere e mantenere nel tempo un equilibrio stabile.
In un campo coltivato (ecosistema artificiale o agroecosistema), invece, vive un numero
limitato di specie costituito prevalentemente dalle piante coltivate. In questo caso la
maggior parte della biomassa che viene prodotta è utilizzata dall’uomo come alimenti o
per altri scopi e al terreno ritornano soltanto i residui delle coltivazioni, come le paglie e
le radici. Quindi il campo coltivato viene considerato un sistema aperto caratterizzato
da un flusso di trasformazione della materia.
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La stabilità degli agroecosistemi dipende fortemente dalle diverse pratiche agricole
messe in atto e dalla sensibilità dell’agricoltore. Per questo si deve cercare di valorizzare
gli elementi di naturalità attraverso delle pratiche agricole sostenibili (agricoltura
sostenibile, agricoltura biologica, agricoltura biodinamica, permacultura), evitando di
sfruttare eccessivamente le risorse naturali quali suolo, acqua, aria e microorganismi,
che sono limitate.
"La Terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo
presa in prestito dai nostri figli”
citazione estratta dal discorso che nel 1852 il Capo Seattle fece al Presidente degli Stati
Uniti Franklin Pierce, da lui chiamato "Gran Capo di Washington.
ATTIVITÀ Domande relative alla comprensione del materiale proposto.
1. Quali sono le componenti di un ecosistema?
2. Perchè una foresta è considerato un ecosistema chiuso?
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3. Che cosa è una catena alimentare?
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DOCUMENTO 2 Storia Analisi del test o
INIZIÒ NEL NEOLITICO LA TRASFORMAZIONE UMANA DEL PAESAGGIO
La collina di Kaizer, a 35 chilometri da Gerusalemme, porta i segni di un'attività sistematica di
estrazione della selce e della roccia calcarea risalente a circa 11.000 anni fa, cioè all'epoca dell'inizio
dell'agricoltura. Secondo le conclusioni di una nuova ricerca archeologica, si tratta delle prime
testimonianze di trasformazione permanente del paesaggio da parte di esseri umani.
Circa 11.000 anni fa, una popolazione umana ha iniziato a trasformare per sempre il paesaggio in cui
viveva: la scoperta, fatta sulla collina di Kaizer, a 35 chilometri da Gerusalemme, da un gruppo di
archeologi della Hebrew University, è pubblicata su PLOS ONE.
Secondo quanto riferito da Leore Grosman e Naama Goren-Inbar, che hanno guidato la ricerca, i
segni prodotti nella roccia del sito, situato sulle pendici di una collina a una quota di 300 metri, nei
pressi della città di Modi'in, documentano un'attività di estrazione su ampia scala della selce e della
pietra calcarea, utilizzate come materiali per la fabbricazione di utensili.
“In cima alla collina abbiamo trovato
superfici rocciose danneggiate, che
forniscono la prova di un'attività di scavo
allo scopo di estrarre la selce e di sfruttare
gli spessi strati di caliche, una roccia
sedimentaria nota localmente con il termine
arabo di Nari”, ha spiegato Leore Grosman.
“L'antico popolo che abitava queste zone
trattava la pietra con utensili di selce, per
esempio asce”.
I resti del fronte di scavo nel sito sulla collina di Kaizer, nei pressi di Gerusalemme
(Cortesia Gabi Laron)
Le regioni meridionali del Medioriente
furono il contesto naturale in cui, nel Neolitico, per la prima volta fu introdotta l'agricoltura, compiendo
una svolte più significative della storia dell'umanità. La cava sulla collina di Kaizer, che risale alla
stessa epoca, è la prima di queste dimensioni a essere scoperta.
La concomitanza di attività agricole e attività estrattive ha portato gli autori a ipotizzare che la
transizione alla sussistenza basata sull'agricoltura, grazie alla quale l'uomo ha imparato come
produrre il cibo invece di raccoglierlo, è stata accompagnata da un più generale mutamento di
approccio al paesaggio e alle pratiche di sfruttamento delle risorse naturali.
“La transizione da un'economia basata sulla caccia e sulla raccolta a quella basata sull'agricoltura è
stata accompagnata da numerosi cambiamenti nell'ambito sociale e in quello tecnologico”, ha
concluso Goren-Inbar. “Diversi segni presenti nella cava dimostrano che l'estrazione delle rocce
presupponeva diverse strategie, quali l'identificazione delle vene di selce, l'apertura di un fronte di
scavo nelle rocce, la rimozione di blocchi di pietra, la creazione di discariche delle pietre di scarto,
nonché l'uso della perforazione e dello scalpello come tecniche primarie per l'estrazione di selce”.
(Fonte: http://www.lescienze.it/news/2016/04/01/news/neolitico_trasformazione_paesaggio-3036792/)
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ATTIVITÀ Esegui le attività proposte
1. Indicare se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE
L’agricoltura iniziò circa 11000 anni fa nel Neolitico VERO FALSO
Le tracce dell’attività estrattiva rinvenute sulla collina di Kaizer risalgono a
11000 anni fa circa
Sono stati gli archeologi dell’Università di Parigi a scoprire le tracce
estrattive sulla collina di Kaizer
La collina di Kaizer si trova presso la città di Modiˈin I segni nella roccia sulla collina di Kaizer dimostrano uno sviluppo nelle
tecniche adoperate, come l’uso dello scalpello e della perforazione
2. Come si chiamano gli archeologi a capo della spedizione che ha scoperto i segni nella roccia
rinvenuti presso la collina di Kaizer?
3. Grazie alla scoperta di Kaizer possiamo affermare che:
Indicare se le seguenti affermazioni sono VERE o FALSE
VERO FALSO
L’agricoltura e l’attività estrattiva iniziarono nella stessa epoca il
Neolitico
L’agricoltura e l’attività estrattiva iniziarono nello stesso luogo
Mediterraneo meridionale
Le prima trasformazioni del paesaggio iniziarono nel In età neolitica è avvenuto il passaggio da un'economia
basata,sulla caccia e sulla raccolta ad un’economia fondata
sull'agricoltura e cambiamenti sociali e tecnologici
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DOCUMENTO 3 Italiano Analisi del testo
IL RICHIAMO DELLA FORESTA
La sera Perrault portò un altro cane. Un vecchio eschimese, grande, grosso e gagliardo,
col muso pieno di cicatrici gloriose, e un occhio solo, che però fiammeggiava così
arditamente da imporre rispetto. Si chiamava Sol-leks, che significa rabbioso. Al pari di
Dave, non chiedeva nulla, non dava nulla, non si aspettava nulla e quando se ne venne
lentamente ma risolutamente in mezzo a loro, anche Spitz lo lasciò in pace. Aveva una
particolarità che Buck scoprì in modo piuttosto disgraziato: non voleva essere avvicinato
dalla parte del suo occhio cieco.
Buck si rese involontariamente colpevole di questa offesa e se ne accorse solo quando
Sol-leks si slanciò su di lui e gli lacerò la spalla fino all'osso per una lunghezza di tre
pollici. Dopo di allora Buck evitò di avvicinarsi a lui da quel lato e finché furono insieme
non ebbero più motivo di lite. Al pari di Dave, Sol-leks aveva un unico desiderio
apparente: quello di starsene per conto suo, ma entrambi, come Buck scoprì più tardi,
avevano un'altra e più profonda ambizione.
Quella notte Buck affrontò il gran problema di dormire. La tenda, illuminata da una
candela, risplendeva; tiepida in mezzo alla bianca pianura; e quando lui vi entrò, nel
modo più naturale, tanto Perrault quanto François lo scaraventarono fuori a forza di
improperi e a colpi di stoviglie, finché, riavutosi dallo sbigottimento, fuggì
ignominiosamente nel gelo di fuori. Soffiava un vento freddo che lo pungeva
dolorosamente specialmente sulla spalla ferita; si gettò sulla neve e cercò di dormire, ma
il freddo lo fece subito balzare in piedi. Triste e desolato, si aggirò intorno alle tende ma
dappertutto c'era lo stesso freddo.
Qua e là cani selvaggi gli ringhiarono, ma lui rizzò il pelo mugolando, come aveva
imparato a fare, ed essi lo lasciarono tranquillo.
Finalmente gli venne un'idea: sarebbe andato a vedere quello che facevano i suoi
compagni. Con suo grande stupore essi erano scomparsi. Si aggirò ancora per il vasto
campo cercandoli, ma tornò deluso. Erano forse nella tenda? No, non era possibile,
altrimenti non avrebbero cacciato via lui. E allora dove potevano essere? A coda bassa e
tutto intirizzito, veramente disperato, continuò a girare intorno alla tenda, senza meta.
Improvvisamente la neve cedette sotto le sue zampe ed egli affondò. Qualche cosa si
muoveva là sotto. Fece un salto indietro mugolando e ringhiando, pauroso di quella cosa
invisibile e sconosciuta. Un piccolo mugolio amichevole lo rassicurò e lo indusse a farsi
avanti per vedere meglio. Un soffio di aria calda giunse alle sue narici, e là, arrotolato
sotto la neve, come una soffice palla, vi era Billee. Guaiva amichevolmente agitandosi
per mostrare le sue buone intenzioni e, in segno di pace, giunse a leccare il muso di
Buck con la lingua umida e calda.
Un'altra lezione. Così dunque, facevano gli altri? Pieno di fiducia Buck si scelse un
posticino e, a forza di tentativi disordinati, riuscì a scavarsi una buca. In breve il calore
del suo corpo riempì l'angusto spazio ed egli si addormentò. La giornata era stata lunga
e faticosa, ed egli dormì profondamente e a suo agio, sebbene mugolasse e ringhiasse in
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sogno. Non aprì gli occhi finché non fu svegliato dai rumori del campo che si ridestava, e
a tutta prima non riuscì a capire dove si trovasse.
Durante la notte era nevicato e la neve lo aveva completamente sepolto. Da ogni lato lo
premeva una bianca copertura, e un gran terrore lo invase: il terrore dell'animale
selvaggio preso in trappola. Certo la sua esistenza si ricollegava ora, risalendo il tempo a
quella dei suoi antenati; perché lui era un cane civile, e non aveva mai conosciuto
trappole per sua propria esperienza, né poteva dunque temerle. Con i muscoli di tutto il
corpo spasmodicamente tesi, irto il pelo sul collo e sulla schiena, con un ringhio feroce
balzò fuori nella luce accecante del giorno, mentre la neve volava intorno a lui in una
nube fulgente. Prima di ricadere sulle quattro zampe vide il bianco accampamento
dinanzi a lui e capì dove era, ricordando tutto ciò che era avvenuto da quando era uscito
a passeggio con Manuel al momento in cui si era scavata la buca, la sera prima.
L'esclamazione di François salutò la sua comparsa. - Che dicevo? - gridava a Perrault il
conducente. - Quel Buck imparerà subito tutto.
Perrault assentì gravemente. Come corriere del governo canadese, incaricato di portare
importanti dispacci, egli voleva assicurarsi i cani migliori, ed era molto contento di avere
acquistato Buck.
Dopo un'ora, altri tre eschimesi furono aggiunti all'attacco che arrivò così a un totale di
nove; e prima che trascorresse un altro quarto d'ora tutti erano al loro posto e
trascinavano la slitta verso il cañon Dyea. Buck era contento di essere partito, e il
lavoro, sebbene faticoso, non gli dispiaceva affatto. Fu sorpreso dello zelo che animava
tutto il tiro e che si era comunicato anche a lui, ma ancor più lo sorprese il cambiamento
avvenuto in Dave e in Sol-leks: erano diversi, completamente trasformati dalla
bardatura. Avevano perso tutta la loro passività e la loro indifferenza, erano attivi e
solerti, pieni di zelo perché il lavoro procedesse bene, e profondamente irritati se
qualche cosa lo ritardava per qualche ostacolo o qualche confusione. Sembrava che la
suprema espressione del loro essere fosse il fare forza sulle tirelle, che vivessero solo
per questo, e che in questo lavoro consistesse l'unico loro piacere.
Dave era il cane di ruota, o meglio di slitta, Buck correva davanti a lui, e più avanti
ancora Sol-leks; il resto dell'attacco era disposto in fila indiana, fino al cane di testa, che
era Spitz. Buck era stato messo apposta tra Dave e Sol-leks perché imparasse. Era un
buono scolaro, ed essi erano non meno buoni maestri: non gli permettevano di rimanere
a lungo nell'errore e davano forza al loro insegnamento con i loro denti acuti. Dave era
buono e saggio, non mordeva mai Buck senza un motivo, ma non dimenticava mai di
farlo quando era necessario.
Poiché interveniva anche la frusta di François, Buck s'accorse che costava meno
correggersi che ribellarsi. Una volta, durante una breve sosta, aggrovigliò le tirelle
ritardando la partenza; e Dave e Sol-leks si avventarono su di lui somministrandogli un
duro castigo. Le tirelle si aggrovigliarono ancor più, ma Buck si preoccupò di tenerle
bene in ordine, in seguito. Prima che finisse il giorno si era così bene impadronito del suo
lavoro, che i compagni non lo rimproverarono più. La frusta di François colpì con minore
frequenza e Perrault gli fece l'onore di esaminargli i piedi molto attentamente.
(Fonte: J. Londona, Il richiamo della foresta, http://www.readme.it/libri/3/3030030.shtml )
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ATTIVITÀ Esegui le attività proposte
1. Assicurati di conoscere il significato di alcuni termini utilizzati nel brano, eventualmente
cercandoli sul dizionario o in rete
Improperi
Sbigottimento
Ignominiosamente
Mugolando
Intirizzito
Ridestava
Tirelle
2. Riporta nella tabella gli aggettivi qualificativi usati per ciascun personaggio
Sol-leks Dave Buck
3. Nel testo sono presenti vari riferimento al tempo in cui si svolgono i fatti racconti.
Trascrivi sotto tutti i riferimenti temporali che riesci a trovare, poi cerchia tutti quelli che
si riferiscono ad un momento preciso, evidenzia quelli che indicano la durata di un
avvenimento e sottolinea quelli che precisano dopo quanto accade un evento.
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4. Nella vicenda sono presentati vari ambienti e luoghi geografici. Riporta gli aggettivi
qualificativi che l’autore usa per descriverli.
Tenda
pianura
campo
spazio
accampamento
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DOCUMENTO 4 Geografia Analisi del testo
AMBIENTE
La Lombardia, pur avendo assunto la fisionomia tipica di una regione industrializzata e
tecnologicamente avanzata, conserva un patrimonio naturalistico di grande interesse e
notevole varietà.
Incastonato fra la catena montuosa delle Alpi e il corso del fiume Po, il territorio
lombardo alterna le ampie distese della Pianura Padana ai suggestivi scorci montani dei
paesaggi alpini, passando attraverso le valli di media montagna.
La regione può contare inoltre sul fascino delle zone immediatamente a ridosso del Lago
di Garda, del Lago Maggiore e del Lago di Como, con paesaggi che rappresentano
un’attrazione turistica per visitatori provenienti da ogni parte del mondo.
Una regione bella, in cui la qualità dell'ambiente è considerata un bene prezioso, da
tutelare attentamente.
Oggi l'insieme delle aree protette in Lombardia ricopre più del 25% dell’intero territorio
lombardo e comprende 24 parchi regionali, 105 parchi di interesse sovracomunale, 3
riserve naturali statali, 66 riserve naturali regionali, 33 monumenti naturali, oltre a una
parte del Parco Nazionale dello Stelvio, il più grande d’Europa.
Questo polmone verde diffuso conserva un patrimonio inestimabile di ricchezze naturali,
storiche e culturali e svolge la funzione di tutelare la biodiversità, l’ambiente, il
paesaggio, le attività agricole, silvicole e pastorali e di promuovere il recupero delle
colture tradizionali strettamente collegate al territorio rurale.
Sul fronte della tutela delle biodiversità la Lombardia, in accordo con le indicazioni
dell'Unione Europea, ha inoltre costruito sul territorio la propria "Rete Natura 2000", un
complesso di 242 siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia animali e
vegetali, con l'obiettivo di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità
presente sul continente europeo.
Altro grande "patrimonio verde" della Lombardia è quello rappresentato dalle 20 Foreste
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regionali che, dalle vallate alpine alle distese della pianura, offrono un importante
mosaico di ecosistemi naturali, abitati da una straordinaria varietà di fauna e flora, e
sono teatro di eventi e iniziative aperti a tutti per promuovere la conoscenza e la
passione dell'ambiente.
(Fonte: http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/scopri-la-lombardia/ambiete)
ATTIVITÀ Esegui le attività proposte
1. Tenendo presente come modello il testo appena letto, descrivi l’ambiente della tua provincia
2. Osserva il tuo territorio e descrivi gli elementi antropici che riesci ad individuare
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Ambienti artificiali e ambienti naturali
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DOCUMENTO 5 Lab. di Scienze e T. A, Lettura di un testo
LA SUCCESSIONE ECOLOGICA E LA FASE DI CLIMAX
L’ambiente naturale dà spesso a chi l’osserva una sensazione di immutabilità, anche
perché se viene considerato in relazione alla durata della vita umana quasi sempre
questa condizione è reale. A meno che intervengano particolari fattori che alterano
l’ambiente, come il degrado provocato da attività umane (realizzazione di opere civili,
come ad esempio autostrade) oppure in seguito a incendi spontanei o provocati per varie
ragioni dall’uomo stesso (cioè dolosi allo scopo di effettuare disboscamenti per ottenere
nuovo terreno coltivabile. Nella realtà,invece, molti ecosistemi fra quelli che conosciamo
sono tutt’altro che stabili, e si trovano in una fase della propria evoluzione, che li porterà
ad una condizione stabile, magari dopo centinaia di anni. Gli ecologi parlano di
successione per indicare l’insieme delle tappe che conducono un certo territorio alla
condizione di stabilità, detta climax. Naturalmente bisogna intendersi su un fatto:
quando si dice che la fase di climax è stabile, non si deve assolutamente pensare che
essa sia statica e definitiva.In realtà anche il climax può subire modificazioni.
Sicuramente la durata di un climax è molto lunga, prolungabile per diverse generazioni
umane. Esistono due tipi di successioni fondamentali:
la successione primaria, che parte da una condizione ambientale prebiotica, come
la roccia nuda o disgregata in ghiaia e sabbia;
la successione secondaria, che si determina in un territorio nel quale avvenimenti di
varia natura hanno fatto degenerare e scomparire gli organismi di climax ( per
esempio in seguito ad un incendio), e quindi ci si trova a prendere in considerazione
una condizione postbiotica. Alcuni ecologi vogliono riconoscere un terzo tipo di
successione, quella distruttiva, nella quale non si giunge alla fase di climax ( si tratta
ad esempio di microambienti come il tronco di un albero morto, che tende alla sua
lenta degenerazione).
Un esempio di successione primaria e secondaria
Si prende come territorio di riferimento la roccia nuda, alterata da fenomeni fisici o
chimici.In questo caso le prime forme di vita che vi si instaurano sono i licheni, tipici
organismi pionieri, in grado di vivere in tali condizioni estreme. Molte specie di licheni
producono inoltre acidi in grado di disgregare la roccia, liberando così sostanze minerali
utilizzabili da loro stessi e dagli organismi che seguiranno. La crescita dei licheni è molto
lenta, per cui questa prima fase può durare centinaia di anni, ma in ogni caso questi
organismi, grazie anche ai loro resti che si vanno accumulando progressivamente,
determinano la creazione di uno strato di materiale degradato, sul quale potranno
insediarsi altri organismi come i muschi. I muschi sono molto importanti per l’ambiente
in quanto mantengono compatto e stabile il suolo in formazione grazie ai loro rizoidi, non
ancora vere radici, ma molto simili quanto alle funzioni. Assieme ai muschi compaiono
anche piccoli organismi animali, come acari, e collemboli, e talvolta protozoi,come i
parameci. La serie successiva è rappresentata dalle piante erbacee, che dapprima sono
specie annuali, poi biennali e infine perenni (naturalmente questa sequenza è
conseguente al miglioramento delle caratteristiche del suolo, che diventa sempre più
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ricco di sostanze, inorganiche e organiche). In sintesi, in una successione primaria si
giunge quindi all’instaurarsi di specie vegetali arbustive e in seguito arboree a latifoglie,
naturalmente con un corrispondente incremento della popolazione animale. Nel casi di
una successione secondaria,quale potrebbe instaurarsi in un campo abbandonato, non
esistono le specie pioniere e i muschi, ma si parte da erbe annuali, in buona parte
graminacee, per passare a specie appartenenti alle composite e proseguire con le
conifere verso le latifoglie .
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ATTIVITÀ Esegui le attività proposte
1. In quale successione non si raggiunge mai la condizione di climax e perchè?
2. La successione secondaria parte da una condizione prebiotica V F
3. Quali sono le prime forme di vita che si instaurano in una successione primaria?
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4. Un campo agricolo abbandonato in cui temporalmente dopo l’abbandono si succedono erbe perenne, cespugli, alberi, che tipo di successione rappresenta? Perchè?
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DOCUMENTO 6 Diritto
Il Futuro della terra nelle nostre mani (pag. 100 libro di testo)
ATTIVITÀ Esegui le attività proposte
Individuazione delle modalità di riciclo nella scuola.
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DOCUMENTO 7 Inglese Analisi del testo
ANTHROPIZATION
An example of advanced anthropization: the cultivation of rice in terraces in Vietnam
In geography and ecology, anthropization is the conversion of open spaces, landscapes,
and natural environments by human action.
Anthropic erosion is the process of human action degrading terrain and soil.
An area may be classified as anthropized even though it looks natural, such as
grasslands that have been deforested by humans.
Causes
The earliest known stages of anthropization can be found as early as the Neolithic era
and the basic farmland created in that time. With the continually-growing population of
humans, the land that the Earth provides has been appropriated over the years. The
ecological footprint created by anthropization is continually growing despite efficiency
and technique improvements made in anthropization..
Whether anthropized or not, all land seldom a few locations has been claimed. Outside of
the largely inhospitable Arctic and Antarctic circles and large portions of other
uninhabitable landscapes, much of the globe has been used or altered in some direct
way by humans. Land has been appropriated for many different reasons.
Processes and effects
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An example of land that has been appropriated for cultivation in Hainan, China.
Agriculture
The root of many early forms of civilization, agriculture has been a primary reason for
anthropization. To cultivate food or breed animals, humans must alter land—till soil or
build structures—to facilitate agriculture. This can lead to soil erosion and pollution
(pesticides, greenhouse gas emissions, etc.), and subsequently habitat fragmentation
and overall an increased ecological footprint. Agriculture and industry often overlap, and
industry produces many of these effects too.
Urban development
Over the years, humans have built on land to meet their needs and wants. These actions
range from small villages to massive factories, water parks, and apartments.
Urbanization and development of human residences can significantly affect the
environment. Not only does the physical space of buildings fragment habitats and
possibly endanger species, but it fundamentally alters the habitat for any other living
being. For some species, this effect can be inconsequential, but for many this can have a
dramatic impact.
The Athabasca oil sands are an example of anthropization as a result of the harvest and
transport of a non-renewable resource, oil sands.
As well, within the last century, any urbanized area requires roads for transportation.
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This transportation is a continued source of pollution, and the roads can be a source of
soil erosion.
Industry and technology
To support humans, industrial buildings and processes are apparently essential. Urban
development and agriculture require that people produce, refined, or construct many
things. Key to this is that factories require that people gather the materials they need to
create a product. The wide range of products in this anthropological age use a plethora
of substances that must be harvested or produced. Many of these materials are non-
renewable (e.g., fossil fuel, metal ores, etc.) and the harvest of these results in
relatively permanent anthropization. For resources that depend on in high quantity, this
can also mean temporary depletion or damage to the source of the resource (e.g.,
depletion or pollution of fresh water reserves, improper or inefficient silviculture, etc.).
Even sustainable or renewable industrial anthropization still affects the environment.
Energy
To power the ever-growing human race, energy is needed. Power-harvesting structures
are built to harness energy, such as dams, windmills, and nuclear reactors. These
sources of energy ultimately fuel the rest of anthropological activity and are essential in
this way. However many of these methods have consequences. With dams, construction
aside, they can cause flooding, habitat fragmentation, and other effects. With nuclear
reactors, they have a lasting effect in that typically a lifespan of one of these is around
50 years and afterwards the nuclear waste must be dealt with, and the structure itself
must be shut down and cannot be used further.
ATTIVITÀ Esegui le attività proposte
1. What’s Anthropization?
2. Why do humans continually modify the natural environment?
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3. Describe the main human activities that modify the natural landscape
4. Describe the negative effects of human activities on the natural landscape.
5. Search for images on the internet and find out additional information on
anthropization.
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DOCUMENTO 8 Scienze della terra Analisi del testo
ASPETTI GEOMORFOLOGICI
Le Alpi sono il più importante sistema montuoso dell’Europa centro-meridionale, per
l’altezza e per il loro valore antropogeografico; coprono una superficie di circa 250000
Km2 sul territorio italiano, svizzero, francese, austriaco, tedesco e sloveno in parti
disuguali, separano l’Europa centrale da quella mediterranea.
L’intero sistema ha una lunghezza di 1200 Km e una quota media di 1300 metri,
raggiungendo però le punte di 4810 metri sul Monte Bianco, la cui vetta contesa da Italia
e Francia tra molti anni si sposterà completamente sul confine italiano, e 4634 metri sul
Monte Rosa.
Nel diciottesimo secolo, i naturalisti credevano che le montagne fossero cresciute come
gli esseri viventi, e che si nutrissero tramite radici rocciose dalla madre terra. La teoria
odierna è un po’ meno poetica, e prende origine dalla teoria tettonica. Geologicamente, il
sistema alpino fa parte del grande sistema alpino-hymalaiano dell’ età cenozoica, di
quell’immensa fascia di corrugamento della crosta terrestre che si estende ad arco
intorno al Mediterraneo, dallo stretto di Gibilterra al Bosforo, e che continua nell’Africa
settentrionale con l’Atlante, e nell’Asia con l’immensa e ininterrotta serie di alte terre,
che si stende a festoni dal mar Marmara allo stretto di Malacca.
Le Alpi presentano una struttura a pieghe e falde di ricoprimento, che è interpretata
come conseguenza dello scontro tra le placche europea ed africana che portò alla
chiusura dell’oceano della Tetide e al sollevamento del materiale sedimentario che ne
ricopriva il fondale. All’incirca tra 180 e 100 milioni di anni fa circa, l’Africa e l’Europa
erano divise da un oceano, la Tetide appunto, che si estendeva anche là dove ora ci
sono le Alpi. Intorno a 130 milioni di anni fa, però, i moti convettivi del mantello, dovuti
alle gigantesche correnti di roccia fusa all’interno della Terra, cominciarono ad avvicinare
i due blocchi continentali, facendo sì che la crosta oceanica della Tetide sprofondasse in
subduzione al di sotto della crosta oceanica.
Poi, tra 100 e 80 milioni di anni fa, la Tetide fu chiusa definitivamente, e le due placche
continentali giunsero a scontrarsi l’una con l’altra; i due margini si incastrarono e si
accavallarono uno sopra l’altro, provocando un corrugamento della crosta terrestre e la
formazione delle Alpi.
L’attrito della collisione ha suddiviso i due margini continentali in tante “fette” secondo
piani di taglio poco inclinati.
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L’intero massiccio delle Alpi viene suddiviso in quattro domini tettonici, a seconda delle
caratteristiche di formazione, della conformazione, delle tipologie litologiche presenti; si
tratta quindi di una suddivisione geologica. Tali domini sono solitamente definiti unità
elvetica, unità penninica, unità austroalpina, unità sudalpina.
L’unità austroalpina ricopre in parte anche l’unità penninica, ed è formata da falde di
scorrimento costituite da scisti cristallini archeozoici, accompagnate sia da rocce
vulcaniche che da terreni sedimentari paleozoici, mesozoici e cenozoici. L’unità sudalpina
è invece costituita da calcari e dolomie, prevalentemente. Il limite tra queste due unità è
la cosiddetta Linea Insubrica, una serie di fratture che scorrono dalle Prealpi piemontesi
lungo la Valtellina, fino alla Val di Sole e l’Alta Pusteria. Tale linea è chiamata anche
linea Iorio-Tonale, dal nome di due passi che attraversa, ed è anche considerata il punto
d’incontro tra la placca africana e quella europea. In ogni caso la Linea insubrica
costituisce senza ombra di dubbio una delle maggiori faglie di tutto l’arco alpino. Da ciò
si capiscono le differenze litologiche tra i due domini. Tale linea passa dunque
all’imbocco della Val Malenco, vicino Sondrio.
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Le Alpi funzionano da centri di condensazione dei vapori, che si riversano in pioggia nelle
valli e nelle pianure, in nevi sulle dorsali, formando ghiacciai che alimentano numerosi
torrenti, fiumi e laghi naturali e artificiali.
WWW.DISTA.UNINSUBRIA.IT/CAMPUSWEB/CORSI/SC_AMB/STAGE/STAGE_2003/ASPETTI_GEOMORFOLOGICI.HTM
ATTIVITÀ Esegui le attività proposte
1. L’astenosfera è uno strato A della crosta B del mantello C del nucleo D costituito dalla crosta terrestre e dallo strato più superficiale del mantello
2. Scegli l’alternativa corretta.
Se lo spessore della crosta aumenta, la porzione di crosta che affonda nel mantello aumenta/diminuisce proporzionalmente.
3. La crosta galleggia sul mantello in quanto
A il mantello è composto di materiale allo stato liquido B le rocce si comportano in modo plastico C è meno densa del mantello D è più sottile del mantello
4. Completa.
Le ............................................... sono strette depressioni dei fondali oceanici, in
prossimità delle quali si manifesta un’intensa attività .............................................. e
......................................... .
5. Scegli l’alternativa corretta.
La crosta oceanica è più spessa/sottile della crosta continentale e ha una densità media più alta/bassa di quella continentale.
6. Scegli l’alternativa corretta.
In prossimità delle fosse abissali, gli ipocentri dei terremoti sono superficiali/profondi.
7. La Moho separa
A nucleo e mantello B crosta e mantello C mantello e litosfera
8. I margini conservativi corrispondono
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A alle suture continentali B alle faglie trasformi C alle fosse oceaniche D alle dorsali oceaniche
9. Scegli l’alternativa corretta.
Il 95% dei vulcani attivi si trova all’interno/lungo i margini delle placche litosferiche.
10. Si forma nuova litosfera in corrispondenza di
A dorsali oceaniche B suture continentali C fosse oceaniche
11.La collisione tra i margini di due continenti può portare alla formazione di
A un nuovo oceano B un atollo corallino C un arco di isole vulcaniche D una catena montuosa
12. Scegli l’alternativa corretta.
La litosfera è allo stato fluido/solido ed è formata solo dalla crosta terrestre/dalla crosta e dalla parte più esterna del mantello superiore.
13. Scegli l’alternativa corretta.
I margini convergenti sono detti anche margini distruttivi/costruttivi.
14. Un arco di isole vulcaniche si forma quando si ha
A subduzione di litosfera oceanica sotto altra litosfera oceanica B subduzione di crosta continentale sotto crosta oceanica C subduzione di crosta oceanica sotto crosta continentale
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DOCUMENTO 9 IRC Analisi del testo
QUANDO LA RELIGIONE RAPPRESENTA UNA OPPORTUNITA’ PER LA BIODIVERSITA’
Il mondo è un ecosistema, la responsabilità è globale.
La scienza ha già dimostrato ampiamente che la biodiversità è una delle risorse più
preziose che abbiamo a disposizione per garantire la qualità del nostro futuro e la
resilienza del nostro sistema alimentare.
È proprio nel momento in cui la conoscenza scientifica ci consente una libertà di scelta
così ampia che le tradizioni culturali e religiose possono aiutarci.
Proprio ora, di fronte a grandi scelte e tante possibilità, diventa necessario aver ben
chiaro la nostra identità: solo conoscendo bene chi siamo e i nostri valori potremo fare le
scelte giuste per disegnare il mondo che vorremmo.
VIDEO Sorella Terra (Laura Pausini)
Il confronto tra diverse tradizioni religiose ci mostra subito che alcuni principi di base
sono comuni a tutti e non sono per niente scontati.
Analisi testo lettera del capo indiano Seattle https://www.peacelink.it/pace/a/1513.html
Riguardo alle modalità con cui dovremmo produrre il cibo che sfamerà noi e i nostri figli,
ad esempio, tutte le religioni concordano sul fatto che la terra ci è stata affidata per
essere custodita e conservata, non sfruttata e depredata.
Quindi l’agricoltura e i processi produttivi dovrebbero sempre rispettarne i cicli
rigenerativi e minimizzare agenti chimici e sostanze che sul lungo termine portano
all’impoverimento della terra stessa.
VIDEO Come mangiare per salvare il pianeta. Alimentazione sostenibile.
La varietà delle specie: bellezza da tutelare.
«Una delle ricchezza del nostro Paese è la grande varietà dei prodotti della terra cui
corrisponde un cibo di qualità».
Lo scrive la Commissione episcopale Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la
pace nel Messaggio per la 68ª Giornata nazionale del ringraziamento.
Una riflessione che mette al centro la varietà delle speciea partire dal Libro delle Genesi,
denunciando che la perdita delle biodiversità delle colture e della diversità genetica delle
piante mette a rischio la sicurezza alimentare in particolare dei poveri impegnati nella
lotta alla fame.
Da qui il richiamo alla necessità di un sistema economico capace di rinsaldare il legame
con il territorio.
VIDEO La creazione Genesi 1,1-30
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Messaggio Cei per la Giornata nazionale del ringraziamento.
Il titolo del Messaggio, ispirato al Libro della Genesi, è
«“...secondo la propria specie...” (Gen. 1,12): per la diversità, contro la disuguaglianza».
Quando la Scrittura parla del creato, lo fa sempre con un tono di ammirato stupore per
la varietà delle creature che vivono in essa.
Fin dalla prima pagina essa sottolinea come Dio benedica la bontà di questa vita plurale
e differenziata: «E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna
secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la
propria specie. Dio vide che era cosa buona» ( Gen.1,12). E dello stesso stupore risuona
il Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi: “ Laudato sì, mi Signore, per sora nostra
matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et
herba”.
La varietà della vita è dunque un dono prezioso, un valore intrinseco, che va tutelato.
Lo sottolinea Papa Francesco: … 'L’insieme dell’universo, con le sue molteplici relazioni,
mostra al meglio la ricchezza inesauribile di Dio' (Lettera enciclica Laudato Si’, n.86).
UN’AGRICOLTURA PER LA DIVERSITÀ.
Nel contesto della globalizzazione commerciale la varietà delle specie è stata
pesantemente ridotta con la coltivazione su grandi estensioni di poche varietà colturali
che meglio soddisfacevano le esigenze di una produzione alimentare industriale di
massa; in particolare nei cereali.
Si è progressivamente cercato di privatizzare la biodiversità agricola tramandataci dalla
tradizione contadina.
La Fao, ci ricorda che nel 20° secolo nell’indifferenza generale è stato perso il 75% della
biodiversità delle colture e come la perdita della diversità genetica delle piante, dei
'parenti selvatici' di quelle che coltiviamo, sia una grave minaccia per la sicurezza
alimentare; in particolare, per i più poveri impegnati nella lotta alla fame.
Siamo chiamati a riscoprire lo stupore della Scrittura quando parla della diversità e
varietà del creato, immagine tangibile della generosità del Padre Nostro.
La biodiversità non può essere sottomessa all’interesse prevalente di pochi, ma non può
neanche essere limitata ad un pacchetto di risorse a nostra disposizione, perché nella
bontà di quella vita plurale che Dio stesso benedice c’è il codice, l’impronta della
generatività del Suo amore.
Una delle ricchezze del nostro Paese è la grande varietà di prodotti della terra, cui
corrisponde un cibo di qualità (il 2018 è l’Anno del cibo italiano).
L’Italia dei mille borghi e dei mille campanili, con il mondo agricolo ha già reagito
all’omologazione dell’agroalimentare globale, impegnandosi per la rigenerazione di
un’agricoltura che vuole declinarsi in forme creative, valorizzando la ricca varietà di
specie vegetali presenti e contribuendo così alla cura del creato nella sua diversità. Così
facendo, infatti, essa promuove quella complessa relazione tra terra, territorio e
comunità, tra biologia e cultura, che costituisce una componente essenziale della realtà
del Paese.
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UN’AGRICOLTURA CONTRO LA DISEGUAGLIANZA
I processi di omologazione globale dei mercati agroalimentari hanno mortificato quel
contributo delle diversità culturali che, se ben indirizzato e nel rispetto dei diversi
patrimoni, avrebbe contribuito a determinare una inclusione partecipata, sussidiaria e
solidale dei popoli nell’unica famiglia umana.
… il declino inarrestabile del livello culturale, l’indifferenza per gli altri, gli effetti della
disoccupazione, la decisione sulla distribuzione delle risorse naturali, l’impatto della
recessione sulla qualità della vita.
L’associazionismo, la compartecipazione e la condivisione che caratterizzano il modello
agricolo italiano, costituiscono gli agganci necessari per rendere salda e robusta la
persona, la famiglia, la comunità che vive e opera in armonia nel contesto di
un’economia di mercato inclusiva che valorizza e promuove le distintività locali. Un
sistema economico capace di rinsaldare il legame degli agricoltori con il territorio e di
restituire fiducia al consumatore nella ricerca di maggiore tracciabilità e sicurezza degli
alimenti e nella domanda di conoscenza del cibo, della sua provenienza e delle sue
tradizioni, è anche capace di vivere e contemplare la biodiversità come ricchezza
naturale e genetica su cui investire al fine di garantire forme differenziate di accesso al
mercato. Un’economia civile che si oppone all’economia dello scarto è un’economia che
sa difendere il lavoro riconoscendo ad ogni individuo il proprio valore nel contributo
personale che rende alla cura e allo sviluppo del Creato non solo per ciò che produce ma
per i servizi che mette a disposizione della collettività, per il cibo - ma non per la merce
che offre e che riceve come dono.
L’agricoltura oggi più che mai è percepita come un bene collettivo, un mezzo di coesione
sociale, dove l’accoglienza, l’ospitalità e la solidarietà sono punti di forza per
l’abbattimento delle disuguaglianze di ogni genere.
Papa Francesco ci invita a valorizzare i preziosi beni della terra: 'Dio ha creato il cielo e
la terra per tutti; sono gli uomini, purtroppo, che hanno innalzato i confini, mura e
recinti, tradendo il dono originario destinato all’umanità senza alcuna esclusione'. Ecco,
allora, l’impegno costante a 'programmare un’agricoltura sostenibile e diversificata'
(Lettera enciclica Laudato si’, n. 164) capace di conciliare, nella sua dimensione morale,
il pieno rispetto della persona umana con l’attenzione per il mondo naturale, avendo cura
'della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato' ma
non uniforme, perché l’uniformità rende la natura fragile, rigida, poco adattativa e poco
incline alla sopravvivenza (Lettera Enciclica Laudato si’, n. 5). Ci guidi lo stupore della
Scrittura e la benedizione di Dio che vide che quella molteplicità era 'cosa buona', come
messaggio che, nel suo amore, c’è posto per tutti e tutto, perché solo l’insieme
dell’universo con le sue molteplici relazioni, mostra al meglio la ricchezza inesauribile di
Dio che cerchiamo di accogliere e da cui siamo rinnovati.
VIDEO Cura del creato Papa Francesco
Giovani, indigeni e religioni possono contribuire a salvare il pianeta e a promuovere uno
sviluppo sostenibile.
"I giovani sono la speranza del futuro, appoggiamo le loro iniziative e le loro proteste
ambientali.”
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"Gli indigeni sono pochi ma custodiscono la maggior parte della biodiversità della Terra;
le religioni mettono insieme l'80% dell'umanità".
padre Joshtrom Kureethadam
VIDEO Italia. Eccellenza della biodiversità
DOCUMENTO 10 TIC
DOCUMENTO 11 Scienze Motorie Esercitazione
Orienteering Spiegazione delle regole facendo riferimento al libro di testo (In perfetto equilibrio. pag. 237)
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7. AUTOVALUTAZIONE DELLE COMPETENZE
Al termine del lavoro svolto per il compito di realtà affidato, prova ad attribuire un valore
ad alcune delle competenze su cui hai lavorato e a descrivere il tuo percorso di
apprendimento.
Competenza n.
Indicatore
Livelli
Avanzato Intermedio Base Iniziale
Ho compreso il significato delle tematiche proposte e ho individuato senza difficoltà le informazioni richieste proposte
Ho compreso il significato delle tematiche proposte e individuato le informazioni richieste
Ho compreso gli elementi essenziali dell’attività proposta senza coglierne pienamente tutte le implicazioni
Ho partecipato in modo discontinuo alle attività e ho compreso parzialmente l’argomento compreso
8. RELAZIONE INDIVIDUALE DELLO STUDENTE
Nome e cognome Data Classe
1. Descrivi brevemente l’attività svolta 2. Hai trovato interessante l’attività svolta? Quali aspetti ti hanno maggiormente conivolto e perché? 3. Le lezioni seguite e i materiali forniti erano chiari? 4. Indica come avete svolto i compiti richiesti e cosa hai fatto tu 5. Indica quali difficoltà hai dovuto affrontare e come le hai risolte 6. Ritieni di esserti impegnato abbastanza per lo svolgimento dei compiti richiesti?
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