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Indice generale
INTRODUZIONE....................................................................................................3CAPITOLO I............................................................................................................4I.1. Alcuni cenni di zooantropologia .......................................................................4I.2 Zooantropologia Didattica.................................................................................7I.3 Zootropia...........................................................................................................12CAPITOLO II .......................................................................................................14
II.1 Il progetto(teoria).............................................................................................14II.1.1 Le valenze educative del progetto...........................................................15II.1.2 Le valenze didattiche del progetto...........................................................15II.1.3 Le valenze formative del progetto ..........................................................16II.1.4 Obiettivi del progetto...............................................................................17II.1.5 Utilità del progetto...................................................................................17II 1.6 Le gradualità del progetto........................................................................18II 1.7 La metodologia del progetto...................................................................19II.1.8 Quali progetti?........................................................................................21
MATERIALI E METODI.....................................................................................22II .2 Il progetto ( pratica).......................................................................................22
II 2.1 Temi trattati.............................................................................................22II.2.2 Che cosa si fa con i bambini?.............................................................25CAPITOLO III.......................................................................................................28I progetti nel dettaglio............................................................................................28III.1 Il cucciolo e la comunicazione......................................................................29III.2 L'incapacità di pensare al singolare ( La relazione con il cane).....................32III. 3 Monitoraggio ...............................................................................................37Risultati e Analisi dei questionari prima del progetto ...........................................39Risultati e Analisi dei questionari dopo il progetto ..............................................41Analisi Statistica.....................................................................................................43
Scuola media ...................................................................................................44
Scuola elementare..............................................................................................47DISCUSSIONE......................................................................................................50CONCLUSIONE....................................................................................................55Bibliografia............................................................................................................56APPENDICI...........................................................................................................58
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“Quando il cane sale incattedra”
Educare ad un corretto rapporto con gli animali
“ La vita con un animale scelto e amato è una esperienza straordinaria
capace di regalarci momenti indimenticabili che portano in superficie
ciò che di meglio c'è in noi e parallelamente ci donano un forte senso
di benessere.”
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INTRODUZIONE
"Quando il cane sale in cattedra" non è semplicemente un titolo che pretende di
introdurre come soggetto il cane, ma in realtà vuole estendersi a tutte quelle
specie animali dalle quali l'uomo da sempre appare affascinato e dalle quali ha
imparato moltissimo ed ancora apprende.
Quindi si potrà parlare del cane ma anche del gatto, si potrà discutere degli
animali della fattoria, oppure anche di animali non comuni, ma che in un qualche
modo ruotano attorno alle nostre giornate , nelle nostre case, nelle strade del
paese o nelle scuole.
Lo scopo di questo lavoro è quello di illustrare i benefici che derivano dalla
relazione uomo-animale che l'uomo ed in particolare il bambino, riesce ad
ottenere quando si imposta una informazione corretta dal punto di vista etologico.
L'ambiente dove si può realizzare questo tipo di lavoro sarà la scuola primaria
attraverso progetti didattici mirati .
La famiglia del bambino, prima ancora di essa, gioca un ruolo molto importantee fondamentale dal punto di vista educativo . La famiglia è la sede dove esiste la
prima scuola di vita, dove vengono date le prime conoscenze e anche le prime
regole. Non sempre però le conoscenze apprese in casa sono corrette o complete.
Per questo motivo la figura del medico veterinario nella scuola avrà lo scopo di
portare ad integrare e completare le informazioni su quelle che sono le necessità e
i bisogni etologici dei nostri animali fornendo i presupposti per una corretta
relazione con essi."Salire in cattedra" non significa guardare dall'alto al basso, ma anzi ha il sapore
della condivisione, della giornata vissuta insieme, del gioco e del prendersi cura
dell'altro poiché sta con noi. Come proprietari degli animali ne siamo
responsabili mentre essi possono dettare semplici esempi di pazienza e amore,
imprevedibili, ma sempre apprezzabili . Questa è la scuola che ci viene offerta.
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CAPITOLO I
I.1. Alcuni cenni di zooantropologia
L'insieme delle discipline che si occupano del comportamento animale in
relazione con l'uomo prende il nome di Scienze comportamentali applicate .Si distinguono tre branche principali : la medicina comportamentale, l'etologia
applicata e la zooantropologia.
La zooantropologia in particolare ha il compito di studiare il significato della
relazione uomo- animale allo scopo di migliorare la partnership tra i due soggetti.
L'amicizia tra animali e uomo ha radici molto profonde che nascono da vere e
proprie necessità esistenziali in termini di preda e predatore, col tempo e con il
processo di domesticazione si è raggiunto un accordo di reciproco vantaggio per cui avere un animale e prendersi cura di lui ha permesso all'uomo di scoprire
aspetti nuovi di una vicinanza che portava benefici inaspettati. Questa relazione
sarà poi destinata a continue modifiche legate ai cambiamenti di vita degli uomini
e quindi il passaggio dalla vita rurale a quella urbana farà nascere un nuovo modo
di rapportarsi dell'uomo moderno.
Esistono oggi contesti nuovi che portano l'uomo ad impostare una relazione con il
proprio pet che gli permetta di superare difficoltà individuali .L’uomo di oggi, ha bisogno di sfogarsi con un interlocutore attento, trova nell’animale domestico un
instancabile ascoltatore, mai polemico e incapace di giudicare, a cui da'
un’estrema importanza. Vivendo nelle case i cani e i gatti hanno imparato la
lingua etologica dell’uomo, ovvero a tradurre con proprietà i suoi segnali
comportamentali e a capire come comportarsi per trarre il massimo vantaggio.
Oggi, sempre più, ci si rende conto che l’animale “rappresenta un bisogno forte e
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profondo nella fisiologia e nello sviluppo globale della persona” (Marchesini,
1996): il suo allontanamento dalla nostra vita quotidiana perciò può solo portare a
un forte impoverimento.
Accade però che esistano alcuni fattori che rendono difficile un avvicinamento.
Ad esempio molti medici tendono a considerare la presenza degli animali
domestici come fonte di allergie e di zoonosi, dimenticando, nel primo caso, che
i nostri progenitori, pur vivendo a stretto contatto con gli animali e le piante, non
soffrivano di queste patologie e, nel secondo caso, che oggi gli animali domestici
hanno un controllo medico-veterinario estremamente qualificato sia a livello
preventivo che diagnostico.
Oggi le città dispongono di spazi riservati agli animali per non farli accedere ad
altri luoghi dove possano dare fastidio evitando così il problema della
zoointolleranza. Questo concetto si riferisce al fastidio avvertito da alcune
persone relativo non tanto alla semplice presenza dell'animale, quanto ad una non
corretta gestione. Alcuni proprietari di cani lasciano i loro animali chiusi per
intere giornate in recinti senza curarsi se abbaiano insistentemente, altri non si
preoccupano di raccogliere le loro deiezioni, altri ancora li lasciano vagare
liberamente. Se il proprietario si impegnasse a vivere un rapporto migliore con il
suo cane insegnandogli le regole di buona convivenza ( socializzazione ,
l'educazione e l'autocontrollo), anche per gli intolleranti diventerebbe più facile la
sua accettazione.
Marchesini (1997) suggerisce che solo riconoscendo il ruolo educativo
dell’animale, possiamo riscoprire l’importanza di comprendere la diversità e
imparare ad accettarla.
Come la produttività performativa dell'animale ha richiesto lo sviluppo di uno
specifico campo disciplinare di ricerca: la zootecnia; allo stesso modo l'analisi
della relazione con l'eterospecifico e la produttività che ne deriva da questa
relazione richiedono una disciplina ad hoc: la zooantropologia. ( La professione
Veterinaria 2008 ).
La zooantropologia ha l'obbiettivo di rendere più chiaro il rapporto con l'alterità
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animale. Per alterità si intende che l'animale verrà riconosciuto nella sua
soggettività, nella sua diversità cioè la non antropomorfizzazione e nella sua
singolarità di specie o di individuo. La zooantropologia intende superare la
visione strumentale dell'animale e quella dell'animale come oggetto di conoscenza
per inaugurare l'idea dell'animale non umano come partner di conoscenza
( Marchesini, 2000). Solo così si può parlare di relazione altrimenti sarà
interazione (cfr.scheda1) oppure fruizione ( l'animale come mezzo) o
surrogazione ( animale come sostituto).
Da punto di vista pratico si lavora sulla relazione uomo-animale cercando di
costruirla, di rimodellarla a seconda delle necessità. L'approccio zooantropologico
al pet training sempre secondo l'autore consiste in una vera e propria pedagogia,
nella quale non ci si preoccupa di semplificare il cane (come nel concetto di
addestramento) ma di arricchirlo, dandogli più strumenti per vivere accanto
all'uomo. Il cane avrà un aiuto nella formazione del suo carattere, sarà più
equilibrato e adottabile lavorando sulle sue motivazioni, sul suo stato emozionale,
sulle sue conoscenze, sulle sue capacità di mettersi in relazione all'interno di un
gruppo sociale. In questo modo l'approccio zooantroplogico è l'opposto di quello
tradizionale, che punta invece alle performance.
SCHEDA 1
La zooantropologia teorica (che precede la nascita della zooantropologia
applicata) si presenta come una disciplina scientifica descrittiva dell'interazione
uomo-animale grazie all'ausilio dell'indagine etologica (disciplina che studia il
comportamento animale).
La zooantropologia applicata opera in tre aree ben specificate ( Callegari, 2003):
1) la consulenza nei problemi di interazione/relazione dedicata ai proprietari
di animali domestici,
2) la didattica zooantropologica dedicata ai ragazzi e i bambini nelle scuole,
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3) le attività assistenziali e terapeutiche coadiuvate dalle presenza animale
(Pet -therapy).
La zooantropologia applicata ha come obiettivo di intervento non il partner
(umano e animale) preso singolarmente, ma il rapporto uomo-animale come
realtà emergente capace di liberare nel bambino, nell'anziano, nel malato, nel
disabile - risorse interiori che ordinariamente vengono represse nell'ambito
dell'interazione interumana. A questo proposito risultano molto importanti gli
incontri fatti anche per realtà diverse da quelle scolastiche, come per esempio
incontri organizzati nell'ambito di attività divulgative di zona, dove il messaggio
possa essere passato ad un livello di popolazione adulta; quindi di incontri nei
circoli o nelle associazioni che hanno sempre come fondo comune lo scopo di
divulgare la relazione uomo animale . In questo ambito è molto utile
l'interessamento dell'uomo adulto o anziano e lo scopo del beneficio sarà diverso,
ma non meno utile, poiché queste informazioni a loro volta potranno essere
trasmesse ai figli o nipoti.
Sensibilizzare il mondo degli adulti alla relazione con l'animale porta ad
accrescere il valore dell'informazione in sé e il valore educativo ad essa
correlata.
I.2 Zooantropologia Didattica
Fare zooantropologia didattica nelle scuole significa migliorare le conoscenze
del bambino ma anche favorire un percorso di avvicinamento al pet che gli
permetta di capire meglio la comunicazione uomo-animale, l'etologia e la
diversità animale ottenendo gli strumenti per raggiungere un buon livello di
accettazione dell'altro.
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Le lezioni sviluppate attraverso percorsi teorici, attraverso attività di gioco o di
osservazione, permettono al bambino di accrescere le sue conoscenze, ma anche
di essere preparato ad affrontare la diversità animale.
L'interesse dei bambini nei confronti del mondo animale rende più facile il lavoro
dell'insegnante nel coinvolgere la classe verso un argomento di cui tutti hanno
qualcosa da dire per esperienza personale vissuta dal bambino, per informazioni
ricevute da amici, parenti, o vicini di casa.
Tutti possono partecipare attivamente, anche il più timido degli allievi non si
sentirà mai così imbarazzato” da fare scena muta “, ma sarà attento alle parole
del compagno che riferisce la propria esperienza. Si crea così una dialettica
propositiva e aperta all'ascolto.
I bambini dai progetti di zooantropologia didattica ottengono in effetti dei
benefici quali:
L'empatia ossia la capacità di identificarsi nell'altro . Gli animali vengono visti
come pari , attraverso le esperienze descritte i bambini comprendono meglio ciò
che provano gli altri e più spontaneamente riescono a trasferire la loro capacità di
entrare in empatia con gli animali alle esperienze con gli altri esseri umani.
I bambini sono stimolati a comprendere i bisogni delle altre creature e anche di se
stessi perché si prendono cura di un altro essere vivente.
Gli animali possono favorire le relazioni cioè possono aprire un canale di
comunicazione tra bambino e insegnante.
L'accettazione è tipica degli animali , accettare senza riserve gli altri, non
preoccuparsi di come una persona appare o di ciò che dice , l'animale non utilizza
i giochi psicologici che spesso utilizzano gli esseri umani.
La socializzazione in classe e fuori viene favorita e incoraggiata dalla presenza
dell'animale.
La stimolazione mentale si verifica grazie all'aumento di comunicazione con gli
altri bambini, ai ricordi di storie passate con altri animali. Se il clima in classe è
teso, parlare, ridere e giocare, aiuta a rasserenare l'atmosfera. Diminuiscono
anche le situazioni di isolamento di alcuni bambini .
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Per quelli problematici che non accettano il contatto fisico con le persone, al
contrario accettano quello con un animale .
Ci sono infine benefici fisiologici dei bambini sulle funzioni di base del corpo,
molti si rilassano quando l'animale è presente.
La scuola
Parlare della vita animale nell'ambito scolastico porta sempre a pensare
all'insegnamento di scienze del tutto onorevole , ma non ci si è mai soffermati a
quanto questo argomento possa aiutare gli insegnanti nei confronti dei loro alunni.
La vita animale porta alla conoscenza del bambino e all'elaborazione di strategie
educative e pedagogiche.
Prima di tutto il bambino acquisisce delle conoscenze poi, attraverso esse, la
comprensione dei fenomeni della vita animale analoghi a quella dell'uomo. Anche
concetti difficili riescono in modo naturale ad arrivare al bambino. Importante
sarà allora la figura dell'insegnante che potrà guardare i suoi alunni con occhi
diversi cambiando anche l'opinione che si era fatto di loro.
A prescindere dall'interesse suscitato lo psichiatra americano Levinson (1969,
1985) e il veterinario Condoret (1973, 1983), hanno scoperto e analizzato le
modificazioni che gli animali d'affezione possono apportare nel comportamento e
nello psichismo del bambino in difficoltà. Questi bambini quando si trovano in
presenza di un cane , cavallo, coniglio... riescono a manifestare delle emozioni e
a partecipare a delle interazioni con l'animale là dove evitano il contatto e la
comunicazione con le persone. Sempre bambini in difficoltà sociale secondo
l'americano Ross , scoprono attraverso questa esperienza di essere in grado di
prendersi cura di qualcuno, di comunicare, di affezionarsi e di acquisire il senso
di responsabilità, fiducia e stima in se stessi (Montagneur 1995).
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Il bambino insegnante
Se un gruppo di bambini in classe avesse la possibilità di allevare un animale
scopriremmo che ogni bambino incomincia a percepire quali siano le sue capacità,
le sue risorse nascoste o poco manifeste.
Boris Levinson, nel 1960 osservò che la partecipazione del suo cane alle sedute
con i suoi piccoli pazienti aveva effetti positivi sulla terapia e documentò come la
presenza dell'animale da compagnia poteva favorire e sviluppare il rapporto tra
terapista e paziente e come incrementava le motivazioni di questi ultimi a curarsi.
Secondo Condoret e Levinson, l'animale assume un ruolo di catalizzatore di
reazioni nel bambino in difficoltà, l'animale diventa un mediatore per instaurare
un dialogo e il discorso diventa ben strutturato.
Non solo, se il bambino instaura dei giochi che includono un'intensa attività
fisica, anche le sue abilità motorie ne vengono sviluppate con consapevolezza di
applicare delle regole per arrivare ad un autocontrollo ed evitare di farsi male .
Toccando l'animale il bambino è invitato ad osservarlo in modo da percepire le
differenze morfologiche , anatomiche e fisiologiche del soggetto rispetto altre
specie e la specie umana.
I risultati saranno ancora più rapidi se le specie scelte sono animali di piccola
taglia( es pesci, criceti..) o più grande (come cani e gatti) in quanto avrà la
possibilità di vedere i tempi di crescita e anche di riproduzione e sperimentare le
qualità delle cure che riesce a dare (A.Echerlin, JC.Filiatre).
Quindi il bambino può constatare avvenimenti lenti o veloci, ritmi che si ripetono
a carattere continuativo o sequenziale a seconda della specie, tempi di
predazione, di alimentazione, di difesa del territorio e di riproduzione: ogni
specie ha una sua organizzazione temporale ( Montagneur 2001).
Le informazioni che i bambini avranno ottenuto nell'attività didattica saranno
oggetto di scambio nelle diverse classi all'interno delle stessa scuola ma anche
fuori. Attraverso le esperienze fatte, i bambini diventano competenti su come si
deve prendere cura , nutrire e proteggere gli animali , quindi si sentono
valorizzati davanti a tutti.
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Gli animali a scuola
Quello che occorre sapere è se veramente la presenza reale o evocata dell'animale
in classe abbia un effetto positivo sulla funzione psicologica del bambino in età
evolutiva .
Stare con gli animali fa bene, i bambini giocano, sono attratti da questi perché
esercitano un certo fascino, perché sono piacevoli da accarezzare, perché hanno
la sensazione di conoscerli da sempre. Secondo le teorie sulla relazione uomo-
animale ( Marchesini 2000-2002) questo rappresenta per l'uomo un "valore
referenziale"cioè un essere diverso da sé con cui avere uno scambio importante.
La zooantropologia afferma che l'uomo ha tra le sue motivazioni di base quella di
avere delle relazioni con gli animali, poiché trova in questi soddisfazione a quel
desiderio di prendersi cura degli altri che sta dentro di lui . Lo sviluppo
psicologico del bambino può essere favorito dal contatto con gli animali e la
scuola sembra riconoscerne l'importanza accanto agli altri suoi compiti educativi
più tradizionali. L'educazione all'affettività verso gli altri diventa un importante
aiuto per gli insegnanti che si trovano a fare attività di gruppo e se i bambini sono
emotivamente equilibrati lavoreranno sicuramente meglio.
Fin dalla nascita il bambino possiede già le competenze necessarie per instaurare
una relazione, ascolta le voci, osserva i volti, i movimenti ed è in grado di fare
come loro. Crescendo, sarà poi in grado di affrontare anche le relazioni sociali
interpersonali, presupposto essenziale è che il bambino abbia intorno a sé un
ambiente che lo stimoli attraverso le esperienze con il mondo ( fratelli, amici,
animali...). Il bambino, a contatto con il mondo animale, ha più possibilità di
diventare un individuo flessibile, aperto alla diversità e completo ( Corona 2007).
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I.3 Zootropia
La Zootropia ( andare verso gli animali) viene intesa per Marchesini come una
specifica appartenenza verso l'alterità animale che porta l'individuo a cercarli e ad
essere esposto a loro in fatto di “elicitazione” comportamentale. Questa viene
intesa come una specifica tendenza di noi uomini di volgerci verso gli animali e di
riconoscerli come controparti sociali, l'animale non è interessante in quanto
essere vivente , ma in quanto rispondente a caratteri di riconoscibilità sociale.
Sembra che l'uomo, come essere umano, sia particolarmente sensibile ad
individuare i segnali giovanili e sia anche vulnerabile nei confronti di questi
segnali in altre specie . Questo concetto era già stato trattato da K.Lorenz che
riconosceva alcune caratteristiche morfologiche e comportamentali sovrapponibili
tra le diverse specie come testa ed occhi voluminosi, arti raccorciati, frontale
sporgente. Questi segnali giovanili pare sollecitino il comportamento epimeletico
nell'uomo( prendersi cura, adottare, proteggere), che diventa il primo passo ad
allargare i rapporti sociali tra la comunità umana e gli animali. La zootropia è
quindi quel processo che fa differire l'uomo dalle altre specie senza allontanarlo
da esse ma conducendolo verso l'eterospecifico, l'animale non è per l'uomo un
interesse ma un suo costituente ( Marchesini 2004 ).
Bowlby (1969 ) sostiene che nell'interazione si debba prevedere quali saranno le
risposte prevedibili dell'altro, formulare cioè un modello operativo interno; anche
la relazione con l'animale può essere un modo per creare dei modelli operativi
interni di come ci si deve rapportare con gli altri esseri viventi. Vivere accanto agli
animali è un modo per arricchirsi sempre più di questi modelli.
Nell'esperienza clinica con bambini provenienti da famiglie problematiche vissuti
in ambienti difficili dove le emozioni non erano chiare, si evidenzia come questi
individui abbiano carenze proprio nelle competenze emotivo-sociali. Si tratta di
bambini che non sanno dare un nome a ciò che provano, che sono aggressivi, che
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riproducono lo stesso caos nel quale sono cresciuti, bambini privati della loro
palestra emotiva che vanno aiutati a recuperare l'esperienza socio emotiva
attraverso il contatto con gli animali con percorsi specifici di pet therapy. In
questo caso la relazione assume un ruolo terapeutico specifico ( Corona 2007).
Chi poi avesse la fortuna di possedere un animale può anche vivere in prima
persona un rapporto vero dove si osserva, si sperimenta l'amicizia, la
conoscenza della diversità e il rispetto dell'altro.
Negli ultimi trent'anni il rapporto uomo animale si è modificato in quanto l'uomo
spostandosi verso le città non ha più avuto la possibilità di vivere strettamente
accanto all'animale come era nel contesto rurale. I bambini di città
conseguentemente hanno avuto meno contatti con la natura e la diversità animale,
l'ambiente urbano ha favorito l'antropomorfizzazione dell'animale da compagnia,
spesso il cane viene considerato come fosse un bambino e spesso viene a vivere
esperienze che non rispondono alle sue esigenze etologiche. Anche alcune
patologie comportamentali del cane e del gatto nascono da questo rapporto
alterato. Quello che preme ricordare è che i bambini possano essere privati della
ricchezza di una autentica relazione e di qui i contributi formativi ad essa
correlata, per questo motivo fare attività con progetti nelle scuole può aiutare a
colmare in parte alcune carenze (Marchesini2001).
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CAPITOLO II
II.1 Il progetto(teoria)
Esistono precisi protocolli che vengono proposti agli insegnanti che prevedono un
certo numero di incontri, da quattro a dodici a seconda del tema da trattare, della
durata di circa un ora e rivolti ad ogni singola classe. Ogni percorso va preparato
con gli insegnanti con i quali si concordano i temi e gli obiettivi da raggiungere.
Il progetto non lavora mai da solo ma si completa con altre attività presenti , da
qui la multidisciplinarietà del progetto. Tutti gli insegnanti nella loro specifica
materia di lavoro possono entrare far parte di un argomento comune ( italiano ,
matematica, musica, inglese, teatro e danza e non solo le materie scientifiche).
Il lavoro finale dei ragazzi sarà quello di presentarlo agli insegnanti ma anche ai
genitori o altri, al fine di promuovere la conoscenza del mondo animale . L'ultimo
incontro di solito è quello in cui si rilascia un attestato di partecipazione ai
bambini che sono stati coinvolti.
I bambini del primo ciclo sono quelli più piccoli fino alla terza elementare,
mentre quelli del secondo ciclo vanno dalla quarta elementare alla scuola media,
naturalmente ci saranno diversità di interessi . Nel primo ciclo essi saranno
rivolti alla parte che cura la nascita, l'accudimento, le relazioni genitore e figlio,
le interazioni della cucciolata. Nel secondo ciclo l'interesse sarà per come
interagire meglio, prendersi cura, come educare e conoscere gli animali e
approfondire il tema della comunicazione e dei sensi .
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II.1.1 Le valenze educative del progetto
Consistono nell'indurre o facilitare i processi di educazione propri della referenza
animale intesa come valore assunto dall'animale nel processo relazionale capace
di stimolare l'uomo ad essere più sensibile all'altro. L'interlocutore animale gli
darà un effetto beneficiale. Il bambino che vive l'esperienza del progetto
avvicinandosi al mondo animale avrà la possibilità di comprendere e valorizzare
l'animale come momento di conoscenza e comunicazione, così situazioni di
intolleranza , zoofobie o semplicemente paure verso gli animali potranno essere
allontanate o meglio gestite.
Studiare con gli animali a scuola, gioca un ruolo importante nello sviluppo e
nella regolazione dell'affettività e dei sistemi emozionali , dei sistemi di
comunicazione , di socializzazione, dei sistemi cognitivi di apprendimento, della
creatività e dell'immaginazione . Grazie a questo sono facilitati le interazioni tra le
classi ( Montagneur 2001).
II.1.2 Le valenze didattiche del progetto
Consistono nel facilitare la partecipazione del bambino alla vita scolastica, nell'
aiutare i processi di apprendimento , organizzare le conoscenze ricevute e la loro
assimilazione. Nella valenza didattica il bambino diventa partecipe alla vita di
classe, avrà maggior collaborazione, mentre prima si teneva in disparte, parlarecon l'insegnante sarà più facile perché si viene a rompere una barriera. Il ragazzo
impara divertendosi e soprattutto comunica , l'aiuto dato sarà anche per i soggetti
difficili, questo fa comprendere il significato dell'alterità. Ci sarà più
comprensione e accettazione delle regole comportamentali verso gli altri.
Studiare gli animali permette al bambino di apprendere un nuovo linguaggio
( termini che prima erano sconosciuti diventano chiari), l'anatomia ( branchie dei
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pesci, ghiandole salivari ….) , la morfologia ( squame, pinne dei pesci, vibrisse
dei topi e gatti....), la fisiologia ( ciclo estrale dei mammiferi, la digestione, la
minzione e la defecazione), il comportamento ( marcare, difendere il territorio,
accoppiarsi, allattare...), i modi di comunicare, i fenomeni vitali ( mangiare,
riprodursi , mimetizzarsi....) .
Osservando la vita degli animali il bambino arriva a porsi delle domande che
possono permettere all'insegnante di introdurre temi anche difficili come la
morte, la predazione, la sessualità, le differenze di status degli animali, gli
animali nelle varie religioni a seconda dei paesi ( Montagneur 2001).
II.1.3 Le valenze formative del progetto La classe in cui si opera è formata da bambini con personalità diverse che
andranno valorizzate nella loro diversità. Non esiste una intelligenza unica ma
tante intelligenze differenti come bambini con capacità artistiche, narrative,
matematiche, posturali. Compito del progetto sarà quello di potenziare edemendare il singolo.
L'animale aiuta il bambino a comunicare, lo tranquillizza e sostiene nei momenti
critici, non entra mai in competizione con il bambino e non lo giudica. stimola la
sua fantasia , la sua curiosità , stimola la calma, l'interazione con la diversità.
L'animale aumenta la sicurezza del bambino: cambiare prospettiva nel guardare
gli altri può portare a cambiare prospettiva anche nel guardare se stessi. Il
bambino acquista fiducia in sé e si innesca così una dinamica di riuscita esuccesso.
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II.1.4 Obiettivi del progetto
-Obiettivo educativo può essere rafforzare l'area della cura dell'affetto, della
gestione, dell'autostima, bisogna offrire al ragazzo occasioni di crescita.
-Obiettivo didattico è creare un centro di interesse: se il bambino è motivato sarà
coinvolto, si divertirà e potrà tradurre ciò che impara in una sua esperienza
personale. Centro di interesse, per permettere esperienze di gioco-studio, nella
capacità di connettere ambiente domestico e ambiente scolastico, nel facilitare
percorsi interdisciplinari, nel rendere più facilmente comprensibili alcuni concetti
descrittivi e alcuni valori (Montagneur 2001).
-Obiettivi speciali possono essere quelli di coinvolgere tutta la classe o un
bambino particolare .
-Obiettivi rieducativi consistono nel portare un miglioramento ad un certo
comportamento, migliorare la relazione all'interno del gruppo sociale , mitigare la
competitività, il rifiuto e le situazioni di aggressività. Lavorare sull'autostima e
far scoprire al bambino le risorse nascoste per agire, intervenire sul
decentramento favorendo il collegamento tra il bambino e il mondo esterno.
Sempre tra gli obiettivi rieducativi ci potrebbero essere interventi anche di ordine
cognitivo volti ad aiutare bambini in difficoltà o ritardati ( Marchesini 2004 ).
Qualsiasi progetto non va trasmesso come una informazione ma deve essere
trasformato in progetto didattico, ai bambini vanno date delle conoscenze utili al
loro comportamento e ad eventuali modifiche.
II.1.5 Utilità del progetto
I progetti sostenuti nelle scuole hanno lo scopo di valutare quali siano i benefici
che i bambini della scuola primaria ottengono attraverso percorsi didattici
educativi cioè in classe si fanno attività che lo coinvolgono facendo educazione,
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formazione e didattica senza fare solo semplicemente informazione.
Fare informazione si intende acquisire specifiche conoscenze, fare un progetto
didattico significa fare un 'insieme di attività che coinvolgono in modo globale il
ragazzo apportando modificazioni in tutta la sua sfera cognitiva anche al di fuori
dell'influenza specifica delle conoscenze.
Sono stati svolti argomenti che erano rivolti alla dimensione epimeletica con
attività impostate sulla cura, bisogni, educazione , giochi e attività diverse. lo
scopo è quello di arricchire le conoscenze del bambino sull’animale, nella sua
diversità e specificità percettiva, cognitiva, comunicazionale e comportamentale.
I temi introdotti contribuiscono ad insegnare al bambino il giusto approccio e la
giusta interazione, il bambino apprende i segnali inviati dall’animale, vengono
date indicazioni e suggerimenti sulla sua gestione (alimentazione, sanità,
arricchimento ambientale e sociale …) e sul rispetto degli animali . Attraverso la
conoscenza della specie animale trattata, il bambino può apprendere l'etologia
del cane e del gatto, dalla nascita all'adozione e la comunicazione come mezzo
indispensabile per creare i presupposti di una buona relazione.
II 1.6 Le gradualità del progetto
I progetti sono sempre indirizzati a determinate fasce di età in quanto la
percezione dell'animale nel bambino è diversa a seconda delle fasi del suo
sviluppo.
Per i bimbi più piccoli (nido) c'è una pulsione aspecifica per tutto ciò che simuove, un interesse per le forme animali con tendenza all'imitazione, ma non c'è
capacità di gestire l'interazione. Dai quattro ai sei anni ( materne ) c'è un desiderio
di interazione , l'animale viene antropomorfizzato e non c'è comprensione di quali
siano i bisogni e le reazioni dell'animale.
Solo verso i sette – otto anni (Elementari) l'animale comincia ad essere visto come
un amico facente parte del gruppo, i bambini possono mostrare aspetti
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competitivi , possono raccontare le loro esperienze e cominciano a comprendere
la diversità animale. A nove- dieci anni il bambino ha un interesse esplorativo,
può maltrattare l'animale mentre a undici-dodici anni l'animale è come una sorta
di fratello minore , si interessa della sua educazione e del suo mondo . Più avanti
con l'età, invece, l'animale rischia di essere dimenticato, gli interessi del
bambino sono legati alla sua crescita con curiosità inerenti la sfera sessuale,
qualcuno lo sfrutta per far colpo sugli amici , qualcun altro ha dei reali interessi
sull'etologia o sulla comunicazione.
L'età migliore per sviluppare il concetto della diversità animale corrisponde al
secondo ciclo della scuola elementare, l'animale come un compagno, un rifugio,
un interesse di ricerca, luogo di confronto.
Il bambino si sente vicino all'animale, pensa di trasformarsi in un animale,
osserva gli aspetti che ha in comune con lui e ciò che lo differenzia. Egli ammira
l'animale e sogna di poter fare come lui, gli chiede protezione e sicurezza, da una
parte si identifica e dall'altra esplora la diversità. Le attività del bambino rafforzate
dalla sua presenza sono quelle di condividere con gli amici questa esperienza,
vivere un avventura, avere la stima dei compagni che ascoltano, saper insegnare
qualche cosa dopo aver appreso, ricavare delle regole e dei modelli, saper
comunicare ciò che prova.
II 1.7 La metodologia del progetto
Il giocoVivere il progetto attraverso il gioco permette al bambino di fare cose
divertendosi. Nei più piccini il momento ludico riproduce situazioni a loro
familiari come vestire , dar da mangiare , pettinare, essi assumono un ruolo e
fingono una certa situazione. Più avanti nel tempo, le esperienze di gioco si
trasformano in vere interazioni, il bambino costruisce situazioni con gioco di
drammatizzazione. Il passo successivo sarà quello di utilizzare il gioco come
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simbolo o referente ( es. usare una scopa come un cavallo). Fino a quattro anni il
bambino non ama giocare con i coetanei, ne ha paura , preferisce i ragazzi più
grandi o gli adulti, crescendo comincia ad apprezzare il gioco sociale, il
decentramento lo aiuta a costruirsi delle regole, nasce la relazione sociale e la
comunicazione attraverso anche i giochi di imitazione, di interazione, di
relazione, di squadra.
I giochi sono parte integrante dei progetti di zooantropologia , si parla di gioco-
studio, anche la drammatizzazione serve al bambino che viene ad interpretare con
coerenza una parte , cioè fare l'animale lo porta a fare una vera interazione con
lui.
Il disegno
Ai bambini piace disegnare perché provano il piacere di vedere un prodotto finito,
di dargli un significato, dare una imitazione della realtà, esprimere uno stato
d'animo. Tutti i bambini accettano di disegnare gli animali anche quelli che sono
più riluttanti, si tratta di animali un po' di tutti i tipi.
Nella esperienza riportata da Marie-Josè Duboscq gli animali più rappresentati
sono il cane, il gatto , il coniglio, spesso tanti insieme tipo l'arca di Noè dove c'è
una pacifica coesistenza di più specie. Il contesto ambientale è sempre la natura ,
terra, aria e acqua sono gli elementi sempre presenti anche se l'animale è tenuto al
guinzaglio, gli animali sono disposti vicino senza una specifica relazione tra loro
tranne quando si tratta di mamma e cuccioli, spesso sono animali di specie
diverse, spesso associati a figure umane di solito però si tratta di animali
domestici. Il gatto viene rappresentato accanto a uomini , topi , uccelli e cani. Il
coniglio a uccelli e gatti. L'elefante a serpenti , all'uomo o giraffa. La scimmia a
giraffa e cavallo. In pratica si possono avere tutti i tipi di associazioni e si può
avanzare l'ipotesi che la maggioranza dei bambini avverta la necessità di far
coesistere specie diverse.
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Scritto e parlato
Anche i discorsi dei bambini assumono delle modifiche poiché vengono arricchiti
da termini nuovi e prendono coscienza del loro significato, durante il progetto
compaiono parole come accudire, educare, socializzare, comunicare...
L'insegnante attraverso esso può raggiungere nuovi obiettivi nelle materie
umanistiche, la descrizione e la narrazione di storie portano a una migliore
esposizione verbale e scritta .
Il tutto porta a migliorare il linguaggio, gli scritti, la conoscenza di concetti di
biologia, la conoscenza del tempo e anche degli esseri umani con i quali ci sarà
un costante confronto.
Se da un lato sono tante le materie scolastiche coinvolte, dall'altro l'esperienza
della scuola viene vissuta come un momento piacevole attraverso la figura
dell'animale che si pone come mediatore tra il bambino e la scuola. Da qui la
necessità di riconciliare il bambino con la scuola prima ancora di trasmettere delle
conoscenze (Marie-Josè Duboscq 2001).
II.1.8 Quali progetti?
Nella mia personale esperienza sono stati moltii i progetti presentati , gli incontri
con i bambini erano di solito cinque: quattro in classe e un ultimo in presenza del
cane nel cortile della scuola. A volte non è sempre possibile seguire questo
schema perché le insegnanti preferiscono un incontro unico con lezione di tipofrontale come ad esempio succede nella scuola media. Anche i ragazzi stessi lo
preferiscono perché si sentono grandi e meno propensi a lasciarsi andare in attività
di gioco, conseguentemente a ciò l'incontro diventa discussione libera con
dialogo aperto. Esempi di attività svolte sia nel primo che nel secondo ciclo di
scuola elementare e scuola media sono state:
Avere un animale, i sensi degli animali, il cucciolo, cani e canili, l'educazione
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del cane, il gatto, amici animali, adozione, gli animali e il gioco , abbandono...
perché?, come comunicano gli animali.
MATERIALI E METODI
II .2 Il progetto ( pratica)
Il progetto che è stato svolto, è rivolto ai bambini della scuola primaria secondo
ciclo, precisamente di quarta elementare, in tutto si tratta di due classi con
quarantuno bambini in totale. Lo stesso progetto opportunamente modificato è
stato fatto anche a ragazzi di prima media sempre in tre classi di sessantotto in
totale. Mediante l'ausilio di questionari compilati prima e dopo lo svolgimento
del progetto si è valutata l'utilità di intervenire nella scuola e di confrontare il
beneficio ottenuto dai ragazzi dopo tale esperienza ed individuare i punti doveintervenire più chiaramente.
II 2.1 Temi trattati
Il cucciolo
Prima di adottare un cucciolo è bene conoscere il più possibile cose che lo
riguardano in particolare quelli che sono i suoi bisogni e necessità e per
comprenderli meglio occorre conoscere pure come comunica con noi . L'incontro
alle scuole elementari è stato accolto con gioia dai bambini e le maestre hanno
provveduto a preparare l'aula con la lavagna interattiva dove si è collegato il
computer. Quindi oltre a sentire i bambini hanno potuto vedere delle immagini e
dei filmati.
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Gli obiettivi formativi del progetto “ il cucciolo” sono riferiti all'area
dell'affettività , sono state date informazioni sul modo corretto per costruire una
relazione con il proprio animale presentando ai bambini la sua etologia, le sue
esigenze di base e la sua gestione.
Nell'incontro si è parlato prima della mamma con i cuccioli e del grande compito
educativo che svolge nei primissimi giorni di vita. La mamma che li alimenta , li
accudisce , li protegge con affetto e li educa. Poi si è parlato del periodo in cui
aprono gli occhi e gli orecchi, periodo in cui si accorgono di non essere soli, ma
insieme a dei fratelli con cui socializzare. Si è parlato del periodo in cui devono
esplorare il mondo che li circonda spostandosi dalla madre per conoscere altri
animali, persone , cose e infine del periodo giusto per essere adottati senza
problemi .
Nella seconda parte si è parlato dei bisogni del cucciolo come mangiare, bere,
riposare, esplorare giocare e fare amicizia e di come assolverli da bravi
proprietari perché responsabili di un essere vivente che si affida totalmente alle
nostre cure.
La terza parte comprendeva le cure gestionali generiche come lavarlo,
spazzolarlo porgergli la ciotola, metterlo al guinzaglio, portarlo in passeggiata e
dare il premio con un bocconcino. Il tema era di far capire il bello di stare
insieme al proprio cucciolo che impara con noi mentre gioca e fa amicizia.
La comunicazione
Sempre nelle classi di quarta elementare il contenuto del progetto “la
comunicazione del cane” è stato uno strumento indispensabile per interpretare
ciò che dice il nostro cane e ciò che dicono i cani che i bambini incontrano fuori,
magari per strada o a casa di amici.
Nel processo comunicativo esistono dei componenti da considerare molto
importanti che partono da segnali che sono di partenza ( emissore) , segnali in
arrivo da parte di chi riceve ( ricevente) , un messaggio , un codice , cioè il
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vocabolario che serve a tradurre il messaggio, una interpretazione ( cioè il lavoro
mentale che serve a tradurre il messaggio e un contesto nel quale avviene
l'incontro dei segnali comunicativi.
Sono due le modalità attraverso cui scambiarsi i messaggi: la comunicazione
verbale con l'uso della parola e la comunicazione non verbale che utilizza il
linguaggio del corpo e i gesti. Nel mondo animale sarà quest'ultima la più
utilizzata , mentre per un cane scodinzolare con la coda alta è segno di festa , per
un gatto lo stesso segnale equivale ad un messaggio di aggressione: meglio non
avvicinarsi troppo. Non va sottovalutato poi che non è tanto importante il
messaggio che si trasmette , quanto come questo venga inteso ed interpretato da
chi lo riceve.
Ogni comunicazione ha poi un aspetto di contenuto racchiuso nel messaggio e un
aspetto di relazione relativo alle emozioni , alle sensazioni, agli stati d'animo e ai
sentimenti di chi sta comunicando e di solito questo aspetto è più importante
perché è quello che induce la risposta.
Da questa riflessione si deduce l'importanza di dare una corretta informazione ai
bambini su come avvicinarsi al cane e quindi di riflettere prima di intraprendere
iniziative che potrebbero causare danni tragici.
Come comunicano i cani ? Dalla comunicazione verbale a quella del corpo
osservando le posture, le espressioni facciali , testa , coda, zampe, groppa,
orecchie, il cane parla all'uomo ed esprime i suoi stati emotivi. Conoscere ciò che
l'animale dice al bambino diventa quindi un mezzo per prevenire incidenti con
ferite gravi.
La relazione con il cane
Nella scuola media invece lo stesso argomento è stato svolto con il tema
" Incapace di pensare al singolare" ( la relazione con il cane) dove il cucciolo
dalla nascita mostra da subito quel legame con la madre, poi con i fratelli e infine
con il proprietario nel momento dell'adozione.
Comunicare diventa la maniera migliore per comprendere meglio questo legame
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forte con il cucciolo attraverso la conoscenza delle sue necessità etologiche poi
attraverso un percorso educativo capace di far nascere una vera amicizia .
“ Incapace di pensare al singolare “ è stato anche il tema di un incontro pubblico
svoltosi sempre in città e organizzato per l'AMMI ( associazione mogli dei medici
italiani) . Il pubblico adulto ha risposto molto bene ai contenuti proposti con un
interesse personale e maturo da trasmettere poi nella vita quotidiana a contatto con
i propri animali e famigliari.
Nell'incontro fatto ai ragazzi di prima media la lezione è stata prevalentemente di
tipo frontale . Siamo partiti dal titolo per parlare della socialità del cane che si
sviluppa fin dai primi giorni della sua vita anche nell'utero. Il cucciolo con la
mamma sono stati spunto di discorsi sullo sviluppo comportamentale e del ruolo
educativo insostituibile della figura materna. Si è parlato dei sensi degli animali
come olfatto, gusto, tatto, vista , udito, specificando la loro funzione e relativa
comparsa durante la crescita. Abbiamo parlato della comunicazione tra mamma e
cuccioli, tra fratelli e con l'uomo e dell'importanza del gioco come palestra di vita
e socializzazione con l'uomo e l'ambiente. Infine l'adozione del cucciolo che
arriva al nuovo proprietario suggerendo cosa fare per aiutare questo cucciolo a
crescere come elemento equilibrato con una corretta gestione
II.2.2 Che cosa si fa con i bambini?
Parlando del cucciolo in altri progetti realizzati, ho iniziato il lavoro
trasformando il dialogo ad attività vere e proprie in classe da fare a gruppi.Di solito il cartellone è il primo strumento che viene utilizzato. Pennarelli, colla e
forbici e tante figure di animali da ritagliare hanno permesso ai bambini di
cooperare e scambiarsi consigli per poi ricordare le tappe più importanti dette a
lezione e fissarle sul foglio. Il cartellone è stato completato da tutti e lasciato in
aula per tutto l'anno scolastico .
I sensi degli animali sono stati lo spunto per verificare anche i nostri sensi così
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attraverso il gioco i bambini hanno attuato una sorta di ginnastica sensoriale
capace di stimolarli e di condurli ad un reale contatto con gli altri compagni. Le
attività di gioco consistevano nell'inibire ad esempio il senso della vista al fine di
rafforzare gli altri sensi .
Abbiamo fatto anche giochi di imitazione dove i bambini trovavano il modo di far
indovinare ai compagni quale animale rappresentavano, questa attività
permetteva di esercitare la memoria del bambino e anche il suo spirito di
osservazione . Fare muovere il proprio corpo in maniera buffa e divertente era una
cosa che ognuno sapeva fare senza correre il rischio di essere ridicolizzato dai
compagni.
Queste semplici attività hanno lo scopo di aumentare il legame di confidenza e di
amicizia tra i singoli elementi della classe anche per i più timidi. Divertendosi di
diventa amici ci si dà una mano , ci si ascolta, e si osserva ciò di cui hanno
bisogno gli altri perché non c'è competizione.
Un'altra attività che è piaciuta è stata quella di ricalcare i comportamenti degli
animali come imitare un gatto che fa la marcatura facciale o ambientale, una
gattina che si rotola quando si trova nel periodo di calore, due cani che si
incontrano e si annusano. I bambini si sono trasformati per l'occasione in
fantasiosi animali, si sono divertiti e sempre prima di attuare un comportamento
ripassavano velocemente ciò che era stato detto per diventare poi gli attori della
classe.
Con le scenette invece sono state evocate le tipiche situazioni quotidiane in cui
passeggiando per strada si poteva incontrare un cane al guinzaglio con il suo
proprietario. L'esercizio alla corretta maniera di approccio è stato spiegato al
bambino al fine di evitare l'affronto diretto e frontale e passare lateralmente al
cane senza fissarlo negli occhi, facendogli annusare la mano sempre chiedendo
prima al proprietario se fosse possibile avvicinarsi per accarezzare il suo cane.
Sono modi questi che permettono un approccio corretto e lo proteggono da
eventuali incidenti, ma attraverso il gioco hanno la possibilità di fissare nella
loro memoria ciò che imparano per lungo tempo.
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Ampio è stato il lavoro artistico dei ragazzi che con disegni bellissimi
riassumevano concetti importanti , i disegni sono poi stati esposti nell'atrio della
scuola dove anche i genitori li potevano vedere. Il disegno per il bambino è
divertimento , trasmette un messaggio , una emozione. I bambini provano
piacere nel disegnare, nel vedere il prodotto finito e sono gratificati nel mostrarli.
In alcuni progetti fatti negli anni precedenti l'ultimo incontro veniva svolto
all'esterno nel giardino della scuola. Incontro davvero desiderato in quanto
finalmente non si parlava soltanto di cani o gatti visti in immagini, disegni,
scenette, ma il cane entrava a scuola.
Di solito chiedo l'intervento di una educatrice cinofila che porta il cane e mostra
ai bambini alcuni semplici esercizi di gestione di base , il seduto, il resta e il
vieni, poi mostra il guinzaglio con la pettorina e la condotta in passeggiata .
Questi esercizi poi li facevano anche loro, uno alla volta, con pazienza e felicità
del cane che riceveva tanti bocconcini.
Il cane protagonista per la giornata veniva visto con occhi diversi , quando
ritornavo in classe le settimane successive, i bambini raccontavano con ricchi
particolari ciò che facevano i loro animali a casa, descrivendo gli atteggiamenti o
i comportamenti trattati in classe.
Incontrare i ragazzi più grandi della scuola media comporta invece una
preparazione didattica diversa , si tratta di preadolescenti che già si trovano ad
imitare gli adulti per cui l'interesse è spesso nel dialogo che facciamo dopo una
lezione di tipo frontale .Gli insegnanti desiderano contenuti scientifici poi spesso
loro stessi si trovano ad ascoltare interessati argomenti che non conoscevano .
Non abbiamo svolto attività pratiche ma parlato di temi che catturavano la loro
attenzione e invitavano sempre domande nuove, anche qui tutti avevano qualcosa
da raccontare o chiedere .La sorpresa è stata quella di incontrare alcuni bambini
che già avevo conosciuto alla scuola elementare e che hanno accolto con
entusiasmo l'attività proposta spiegando ai compagni di che cosa si trattava e
rispondendo anche ai quesiti.
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CAPITOLO III
I progetti nel dettaglio
Premessa
L'incontro con i bambini di quarta elementare è stato fatto al mattino nella loro
classe in una unica mattinata e purtroppo non si sono potute organizzare i classici
quattro – cinque incontri per motivi interni alla scuola.
Ogni volta che inizio un progetto, prima di vedere i bambini, concordo insieme
alle insegnanti alcuni punti importanti come l'argomento da trattare . Chiedo di
quanti bambini è formata la classe, se ci sono problematiche particolari tipo
situazioni di handicap o altro, se ci sono bambini stranieri, se c'è a disposizione
una classe spaziosa, oppure se si può usufruire della palestra per fare attività con
giochi. Chiedo se posso raccogliere materiale fotografico con il permesso dei
genitori, se si può avere la collaborazione del personale ausiliario , se è possibilealla fine del progetto incontrare il cane negli spazi esterni della scuola.
Tutto questo lavoro di preparazione di solito permette la riuscita del progetto.
L'unico vantaggio ottenuto in questo ultimo progetto è stato incontrare i bambini
nell'aula dove c'è la lavagna interattiva, nuovissimo strumento operativo che ha
permesso un collegamento diretto del mio computer portatile senza l'uso di
videoproiettore e schermo. I bambini sono rimasti nei loro banchi leggermente
spostati ai lati per far spazio davanti e tutti attentissimi con i loro quaderni per gliappunti hanno ascoltato ciò che dicevo loro.
Le insegnanti a volte sono molto collaborative, al contrario alcune proprio se ne
stanno da parte parlottando tra di loro, altre invece ci tengono a non perdere il
loro potere rendendo il dialogo molto rigido e serio .
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III.1 Il cucciolo e la comunicazione
Nella prima parte dell'incontro ho parlato della mamma cagna che deve avere i
piccoli, della gravidanza che ha una durata di due mesi, che è un periodo molto
importante per la cagna , ma anche per i proprietari e per i cuccioli che si trovano
dentro l'utero. Il cucciolo si trova nel liquido amniotico e percepisce quello che
avviene nell'ambiente esterno come il battito del cuore della mamma, i rumori
dell'intestino oppure se la mamma si sente in pericolo. Il cucciolo respira
attraverso il cordone ombelicale e si nutre attraverso il sangue della mamma, inquesta fase il cucciolo si identifica in qualcosa di uguale al corpo della madre.
Ho spiegato ai bambini che verso la fine della gravidanza, quando i cuccioli sono
quasi pronti, essi già possono percepire se qualcuno accarezza la pancia della loro
mamma e ciò è dovuto al fatto che il senso del tatto è il primo a comparire.
Quando nascono invece non sentono e non vedono però hanno già sviluppato il
senso dell'olfatto, ciò permette ai piccoli di dirigersi verso le mammelle e il
capezzolo per succhiare e stare al caldo. Gli occhi li aprono verso i quindici giorni
e poi a tre settimane anche i condotti uditivi..
Grande è il lavoro della mamma che li allatta , li lava e li aiuta a fare feci e urine,
la mamma che è la prima cosa che sentono, ma anche che vedono, crescendo si
accorgono di non essere più soli ma di avere dei fratellini con cui giocare.
Ho spiegato che i cuccioli non si muovono bene da piccolissimi, sembra che
rotolino, poi passando il tempo iniziano a camminare perché crescendo si
sviluppa sempre più il loro sistema nervoso.
Abbiamo parlato del sonno dei cuccioli che dormono tantissimo nei primi giorni
fino al 90% della giornata poi sempre meno fino al 50% , non è importante fare
silenzio mentre dormono, ma bisogna lasciarli stare e non svegliarli. Il cucciolo
dorme e sogna e intanto cresce.
Quando iniziano a camminare fanno le prime esplorazioni senza mai allontanarsi
troppo dalla mamma che dà loro sicurezza. In questo periodo imparano ad
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osservare l'ambiente e le persone che li circondano cioè socializzano tra loro e
con le persone, se poi ci sono altri animali avviene la socializzazione
interspecifica. Uno dei modi migliori per socializzare è il gioco che diventa il
modo per imparare a diventare grandi .
Giocando a volte possono mordicchiarsi e piangere e la mamma in questa
circostanza assume un ruolo educativo molto importante in quanto li separa ed
interviene ogni volta fino a quando i piccoli capiscono che possono giocare solo
se non si mordono e se non si fanno male. Questo processo viene chiamato”
inibizione del morso “e la stessa cosa viene applicata ad altre azioni non gradite
dalla mamma come correre sfrenatamente o non fermarsi ai suoi stop. La mamma
insegna quindi l'autocontrollo ai cuccioli in particolare l'inibizione del morso, la
postura di sottomissione e l'assetto emozionale..
Il cucciolo deve imparare anche le regole gerarchiche per comunicare con gli altri
elementi della famiglia , dopo lo svezzamento essi perdono il diritto di accesso
prioritario al cibo. Davanti alla ciotola piena la mamma li respinge ringhiando
fino a quando non ha finito di consumare la sua parte, rapidamente i cuccioli
imparano l'ordine di accesso al cibo: gli adulti( sia cani che umani ) hanno diritto
di servirsi per primi.
Infine abbiamo parlato del distacco che la mamma effettua allontanando i
cuccioli che sono cresciuti, essa inizia dal momento in cui i dentini da latte
cominciano a farle male durante le poppate poi li richiama solo quando concede
loro il permesso. Il cucciolo passa poi dall'attaccamento alla madre
all'attaccamento al gruppo sociale oppure alla figura di accudimento. Di solito
questo periodo coincide con il momento dell'adozione e precisamente verso i
sessanta giorni.
Con i bambini ho poi trattato di quali siano i bisogni del cucciolo una volta
arrivato nella famiglia di adozione parlando prima di che cosa significa adottare
un cane e di pensare bene con i genitori se siamo in grado di soddisfare le sue
necessità. E' importante essere responsabili del nostro cucciolo e prima di portarlo
a casa pensare che resterà con noi tanto tempo ( la sua vita varia dai 12 ai 20
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anni), bisogna vedere se abbiamo lo spazio adeguato e non dimenticare anche i
costi che bisogna affrontare.
Una volta portato a casa questo cucciolo i bambini hanno suggerito quali cose
organizzare per lui , come trovare un posto per dormire, cosa dare da mangiare
e come insegnare a sporcare fuori. Queste necessità di base sono state lo spunto
per parlare delle modalità corrette per gestire il nuovo arrivato. Abbiamo parlato
dell'importanza di sfruttare il periodo che va dalle otto alle sedici settimane perché
in questa fase il cucciolo apprende meglio ciò che gli viene trasmesso.
Grazie all'esplorazione del nuovo ambiente avviene la memorizzazione di oggetti,
suoni e odori che andranno a costituire la “banca dati”, tutte le esperienze
effettuate fino alla dodicesima sedicesima settimana di vita ( come ad esempio il
contatto con gli umani o altri cani, il rumore di auto, motorini, camion )
vengono “ classificate” come conosciute nella memoria del cucciolo.
Abbiamo chiarito che il cane non va lasciato solo tanto tempo nel giardino
pensando sia sufficiente dargli molto spazio, ma che è importante avere momenti
dove possa correre, esplorare, annusare , giocare e che ogni giorno egli deve
fare delle attività . I bambini spesso vedono il cane come un grande gioco vivente
e sicuramente giocare fa molto piacere al nostro cucciolo però bisogna utilizzare
delle regole precise come non agitarlo troppo , non essere violenti e non sfidarlo.
Se il cane morde, meglio interrompere il gioco o ignorarlo.
Parlare del proprio cane non significa che tutti i cani siano uguali al nostro e
questo argomento ha introdotto una serie di consigli su come ci si deve
comportare quando si vede un cane straniero, cosa si fa se il nostro cane lo
incontra, oppure come ci dobbiamo avvicinare ad un cane non conosciuto se
vogliamo accarezzarlo.
Le dieci regole per prevenire incidenti con morsicature gravi , come non correre
verso un cane, ma aspettare che sia lui ad avvicinarsi, non avvicinarsi mai
frontalmente ma di lato, non infilare le mani dentro al cancello dove c'è un cane,
fare attenzione se il cane sta mangiando o se tiene molto a qualche oggetto o
gioco, non disturbarlo mentre dorme, non fissare gli occhi , non disturbare una
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femmina con i cuccioli, non avvicinarsi ad un cane ferito ma chiamare aiuto, fare
attenzione ai cani che non conosciamo perché non sappiamo prevedere le loro
reazioni e non abbracciare il cane per lo stesso motivo.
Queste regole presuppongono che il bambino sappia capire che cosa il cane cerca
di comunicare e come lo fa. Parlare della comunicazione del cane sarebbe stato un
lavoro lungo da fare in una mattinata, per cui ci siamo limitati a parlare delle sue
espressioni facciali e del movimento del corpo. Testa, occhi , orecchie , bocca ,
corpo, coda zampe sono stati descritti nelle varie situazioni con immagini e
filmati. Ogni espressione vista è stata commentata ed interpretata.
Dopo una mattina così impegnata i bambini hanno fatto domande e riflessioni sui
temi trattati.
Tradotto in termini di beneficio, il bambino arriva a capire che le cure si
possono allargare anche sul piano umano versi i compagni di classe, incentivando
così la dimensione collaborativa e favorendo i comportamenti prosociali e
facilitando la capacità di integrazione. Anche la trattazione dell'aspetto
comunicativo raggiunge l'obiettivo di far conoscere ai bambini il linguaggio del
cane per prevenire situazioni di pericolo ma soprattutto per vivere più
serenamente in loro compagnia.
III.2 L'incapacità di pensare al singolare ( La relazione
con il cane)
I ragazzi incontrati sono quelli di prima media, si tratta di tre classi di 26,21e 21
elementi. L'insegnante che mi ha contattato è stata molto collaborativa mettendo a
disposizione il salone centrale della scuola e permettendo di restare insieme due
ore abbondanti. Anche qui purtroppo l'incontro è stato unico ma direi molto
partecipato, i ragazzi erano entusiasti , hanno ascoltato attentamente e visto
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immagini e filmati attraverso una presentazione specifica con video proiettore e
schermo.
In questo progetto ho iniziato parlando del cucciolo che crescendo diventerà un
compagno per il ragazzo e per far partire bene questa relazione ho ripercorso in
parte il progetto “Il cucciolo “ di cui ho trattato precedentemente per poi
considerare che cosa desidera l'uomo moderno quando decide di adottare un
cane. Oggi chi ha un cane vuole vivere al massimo questa storia infatti vediamo
sempre più cani nelle case , nelle famiglie , nelle strade e anche in tanti luoghi
pubblici. Questa scelta comporta però informazioni ben precise, precedenti
l'adozione, che partano da una serie di riflessioni inerenti il tipo di cane, il luogo
dove andrà a vivere , il tempo che il proprietario ha a disposizione per stare con
lui. Con queste premesse sarebbe utile rivolgersi al proprio veterinario per avere i
consigli migliori .
Il titolo del progetto è stato lo spunto per parlare del cane e delle sue
caratteristiche e siamo giunti a capire che egli ama stare con il suo padrone, che
ama la compagnia delle persone e degli altri animali e che invece non ama stare
solo tante ore della giornata. Il rapporto speciale che nasce da una buona relazione
presuppone un buon percorso educativo che coinvolge tutti.
La socialità del cane viene a manifestarsi già da piccolissimo , abbiamo parlato
dello sviluppo comportamentale , quindi ho accennato alle varie tappe compreso
il periodo prenatale dove già il cucciolo sta in relazione con la mamma e i fratelli
e anche indirettamente con il mondo esterno. Accarezzando la pancia della cagna
gravida il cucciolo percepisce il contatto con noi perché i suoi sensi si stanno
sviluppando e il senso del tatto è già presente. Il piccolo una volta nato sembra
che sia più tollerante alle manipolazioni da parte dell'uomo. Dopo aver accennato
alle fasi successive dello sviluppo comportamentale ( neonatale, transizione,
socializzazione) ho parlato in particolare del delicato periodo della socializzazione
che se non correttamente seguito dalla mamma e in futuro dal proprietario rischia
di portare a problematiche comportamentali future . Il rapporto mamma – cucciolo
è essenzialmente di tipo orale avviene attraverso la suzione del latte, il calore e
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l'odore , della mamma stessa, molto appagante. Con l'apertura degli occhi e dei
condotti uditivi inizia la vita di relazione, attraverso i sensi il cucciolo inizia a
percepire il mondo , inizia l'apprendimento, la locomozione, inizia a percepire la
madre, non solo come fonte di cibo e di calore o piacevole al tatto, ma anche
come elemento sociale.
Il legame tra cuccioli e mamma viene favorito dai feromoni e con i ragazzi mi
sono soffermata sul significato di questa parola . Si tratta dei segnali chimici che
sono il più antico mezzo di comunicazione utilizzato dal mondo animale. Tra le
sostanze ad azione intraspecifica incontriamo i feromoni che vengono riconosciuti
attraverso un particolare organo che si apre nel cavo orale.
Le principali strutture che producono queste sostanze sono delle ghiandole poste
in diverse parti del corpo , le ghiandole del solco intermammario che producono i
feromoni di appagamento, poi ci sono le ghiandole periorali diffuse sul mento e
nelle labbra, le ghiandole ceruminose poste nel padiglione auricolare, le
ghiandole anali e quelle podali che si trovano nei cuscinetti plantari e nella cute
della regione interdigitale. I feromoni sono presenti anche nell'urina e nelle feci.
Questi sono strumenti indispensabili per comunicare .
Prima di essere adottato dall'uomo il cucciolo deve restare con la mamma per i
primi due mesi della sua vita, la madre ha un ruolo insostituibile per porre le basi
etologiche del cane soprattutto per quanto riguarda le competenze sociali, qualità
che il cucciolo non solo applicherà con gli altri cani ma anche con gli esseri
umani. Oltre al ruolo di educatrice come già descritto precedentemente la mamma
cagna è per i suoi cuccioli come la connessione con il mondo, attraverso le sue
emozioni essa dà al piccolo un significato per i diversi eventi che capitano, ad
esempio se lei è felice vedendo l'uomo anche il cucciolo assegnerà alla presenza
umana questo stato emotivo. La mamma è sempre la base sicura non solo per
proteggere ma anche per sostenere l'esplorazione del cucciolo quindi la sua
socializzazione, sempre pronta ad insegnare qualcosa attraverso un processo di
imitazione passiva per cui il cucciolo ne ricalca i ritmi e le abitudini.
Il cucciolo impara dalla mamma le regole sociali cioè insegna loro a rassegnarsi e
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gestire la frustrazione con la calma, a rispettare i ruoli all'interno del gruppo, ad
avere autocontrollo, ad agire non in modo diretto ed individuale ma a cercare
sempre nell'altro un ' intesa. Essa ha un progetto educativo per il suo piccolo che
persegue con costanza e coerenza e chi si occupa in prima persona del cucciolo
adottato deve essere coerente al progetto educativo della madre per permettergli di
crescere in modo equilibrato.
A questo punto ho introdotto il tema dell'adozione responsabile con tutti i consigli
che un proprietario deve sapere quando porta a casa il cane. Non solo il cucciolo è
il protagonista del tema “adozione” ma anche il proprietario e così sono state
individuate le qualità che deve avere . Quando si interagisce con un cucciolo egli
deve essere paziente, costante e coerente in tutte le occasioni . Anche la
chiarezza è una dote necessaria perché il cucciolo impara molto in fretta anche
quello che a noi non piace ma che può essere il risultato di una nostra reazione
errata di fronte ad un determinato evento. Un esempio: non si può sgridare un
cane e subito dopo andare a fargli le coccole perché ci fa tenerezza.
Il proprietario deve aiutare il cucciolo nella sua crescita attraverso un processo
educativo che non sarà inibire o ammaestrare, ma indirizzare ad un corretto
sviluppo. Il cane sarà poi in grado di adattarsi meglio alle varie situazioni, sarà
più soddisfatto e in grado di vivere meglio la prosocialità, saprà integrarsi in
maniera adeguata alle situazioni complesse del mondo.
Una volta adottato il cucciolo trasferisce il legame di attaccamento dalla madre al
proprietario, di solito è la persona che si occupa di più di lui, spesso è la donna.
Abbiamo parlato del periodo “sensibile” e che va dalla settima, ottava
settimana , alla sedicesima circa. Durante questo periodo, il cucciolo deve fare
tante esperienze diverse per apprendere le varie situazioni, con persone diverse.
Dai bambini, agli adulti e anziani, dagli oggetti ad ambienti vari, dal frequentare
altri cani, ad altri animali di specie diverse e sentire mille rumori differenti. In
questo modo il cucciolo si abitua ad interagire con stimoli diversi, impara a
conoscerli e a non temerli, si costruisce una banca dati che gli sarà utile nel futuro
e continua la socializzazione iniziata con la mamma .
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Il proprietario deve essere una guida, deve indicare al cucciolo i comportamenti
corretti e a lui graditi e premiando questi vengono chiariti i ruoli tra loro.
La relazione nasce con la comunicazione, l'uomo comunica con le parole, il
cane interpreta i suoni; quelli acuti indicano paura, diffidenza, preoccupazione,
quelli gravi sicurezza, assertività, ostilità. Anche il nostro corpo trasmette dei
messaggi e il cane normalmente usa questo linguaggio, è consigliabile quindi
usare la prossemica, le posture i gesti e la mimica facciale.
L'incapacità di pensare al singolare è una caratteristica intrinseca nel cane,
animale sociale che vive bene vicino all'uomo e che si dà continuamente a lui
indipendentemente dai suoi cambiamenti di programma, dai suoi umori e dalle sue
mancanze .
In questo progetto sono molti i messaggi trasmessi ai ragazzi che partono dal
valorizzare le diversità del cane rispetto all'uomo, incrementare i concetti di cura
estesa anche all'ambito educativo dell'animale e indirettamente rivolta anche a
loro che quotidianamente vivono a stretto contatto in classe e fuori.
Saper aspettare, rispettare i ruoli, avere autocontrollo, cercare l'intesa, adattarsi,
integrarsi, imparare a conoscere, imparare ad essere flessibili, riflessivi ed
equilibrati. Sono tutti questi obiettivi pedagogici dell'educazione sociale che
passano ai ragazzi nei progetti poiché coincidono anche con quelli che sono
vissuti dal cucciolo, prima con la mamma, poi con il proprietario.
Promuovendo una migliore conoscenza di alcuni aspetti del comportamento del
cane, i ragazzi acquisiscono la maniera per instaurare una buona relazione con
lui, ma anche una migliore capacità di rapportarsi nei confronti della diversità.
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III. 3 Monitoraggio
Le classi in cui il progetto è stato eseguito sono due nella scuola elementare
( scuola primaria secondo ciclo) . Si tratta di due classi di 18 e di 23 bambini .
I questionari erano due, rispettivamente uno sul ” Cucciolo” e uno sulla
“Comunicazione” e sono stati consegnati sia prima che dopo il progetto. Le
domande erano dieci più dieci.
Le prime cinque inerenti la conoscenza da parte dei bambini sul tema del cane,
dalla sua nascita fino all'adozione, in particolare sul cucciolo e la mamma.
Le cinque successive erano domande rivolte a dopo l'adozione con informazioni
sui bisogni del cucciolo e come rapportarsi con esso.
Nel questionario “ la comunicazione “ le domande erano tre su come comunica il
cane attraverso le espressioni facciali e le posture del corpo e sette su come noi
dobbiamo comunicare con il cane ( come avvicinarci, come accarezzarlo, come
rivolgersi a lui e che cosa non fare) .
L'altro progetto è stato eseguito nella scuola media ( scuola secondaria di primogrado) in tre classi di prima e il tema era “ La relazione con il cane”.
Il questionario comprendeva 24 domande che ricalcavano le stesse dei due
questionari precedenti ( questionario “Il cucciolo” e questionario “La
comunicazione”) più quattro domande specifiche alla relazione . I questionari
sono stati consegnati prima del progetto e dopo esso.
Il modello per l'esecuzione del test è stato suggerito seguendo il lavoro fatto da
altri ricercatori nei progetti presentati nelle scuole.
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Risultati e Analisi dei questionari prima del progetto
Scuola media di Porotto (FE)
Il progetto “Incapace di pensare al singolare” ( La relazione con il cane) è stato
fatto in tre classi di prima media per un totale di 68 ragazzi.
Prima A : Questionario 24 domande
alunni 26 (ma di questi sono stati assenti 6) .
risposte totali 480 (cioè 624 meno 144 )
352 risposte corrette 56, 4%
128 risposte sbagliate 20,5%
domande a cui non hanno risposto perché assenti 23,1%
Prima L: Questionario 24 domande
alunni 21
risposte totali 504
369 risposte corrette 73,2%
135 risposte sbagliate 26,8 %
Prima M : Questionario 24 domande
alunni 21 ( meno 1 perché assente)
risposte totali 480
352 risposte corrette 73,3 %
128 risposte sbagliate 26,7%
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Scuola elementare di Bondeno ( FE) classe IV
I progetti ” il cucciolo” e “la comunicazione” sono stati fatti in due classi di quarta
con un totale di 41 bambini con due questionari .
Quarta A
Questionario Il cucciolo :domande 10
bambini 18
risposte 180
risposte corrette 110 61%
risposte errate 70 38,9%
Questionario La comunicazione :domande 10
bambini 18
risposte 180
risposte corrette 104 57,8%
risposte sbagliate 68 37,8%
risposte incerte 8 4,4%
Quarta B
Questionario Il cucciolo :domande 10
bambini 23
risposte 230
risposte corrette 143 62,2%
risposte sbagliate 87 37,8%
Questionario La comunicazione :domande 10
bambini 23
risposte 230
risposte corrette 138 60%
risposte sbagliate 84 36,5%
risposte incerte 8 3,5%
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Risultati e Analisi dei questionari dopo il progetto
Scuola media di Porotto (FE)
Il progetto “Incapace di pensare al singolare” ( La relazione con il cane) è stato
fatto in tre classi di prima media per un totale di 68 ragazzi.
Prima A : Questionario 24 domandealunni 26
risposte totali 624
485 risposte corrette 77,7%
95 risposte sbagliate 15,2%
44 risposte incerte 7,1%
Prima L: Questionario 24 domande
alunni 21
risposte totali 504
442 risposte corrette 87,7%
62 risposte sbagliate 12,3%
Prima M : Questionario 24 domandealunni 21
risposte totali 504
442 risposte corrette 87,7 %
62 risposte sbagliate 12,3%
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Scuola elementare di Bondeno ( FE) classe IV
I progetti ” il cucciolo” e “la comunicazione” sono stati fatti in due classi di quarta
con un totale di 41 bambini con due questionari .
Quarta A
Questionario Il cucciolo :domande 10
bambini 18
risposte 180
risposte corrette 140 77,8%
risposte errate 28 15,6%
risposte incerte 12 6,7%
Questionario La comunicazione :domande 10
bambini 18
risposte 180
risposte corrette 149 82,8%
risposte sbagliate 25 13,9%
risposte incerte 6 3,3%
Quarta B
Questionario Il cucciolo :domande 10
bambini 23
risposte 230
risposte corrette 183 79,6%
risposte sbagliate 33 14,3%
risposte incerte 14 6,1%
Questionario La comunicazione :domande 10
bambini 23
risposte 230
risposte corrette 196 85,2%
risposte sbagliate 28 2,2%
risposte incerte 6 2,6%
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Analisi Statistica
Al fine di valutare l'incidenza statistica della validità del progetto si è deciso di
analizzare tramite il test del Chi-quadrato la presenza di una differenza fra il
numero di risposte corrette, ottenute prima del progetto, ed ottenute dopo la
partecipazione al progetto.
Si è provveduto a effettuare un raggruppamento dei dati per “categoria” di classe,
ovvero medie ed elementari; per ogni domanda sono stati calcolati i
corrispondenti valori di Chi-quadro e P..
Nel caso in cui p sia minore di 0,05 significa che c’è una probabilità inferiore al
5% che la differenza riscontrata tra il “pre” ed il “post” progetto sia dovuta al
caso. In altri termini, si può dire che la differenza è dovuta al fattore che è stato
analizzato, cioè la partecipazione al progetto stesso.
Come si evince dai dati in Appendice 2, sono state riportate in colore rosso le
domande la cui differenza è statisticamente significativa, mentre viceversa sonostate indicate in giallo quelle per cui il valore è vicino alla significatività, per cui
si può parlare di una “tendenza”.
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Scuola mediaLa relazione con il cane : Il cucciolo e la comunicazione
dom1 chi-quadrato= 0.383 con1 grado di libertà; P=0.536 dom2 chi-quadrato= 17.093 con1 grado di libertà; P= 0.000
dom3 chi-quadrato= 3.159 con1 grado di libertà; P=0.706
dom4 chi-quadrato= 3.134 con1 grado di libertà; P=0.077
dom5 chi-quadrato= 1.428 con1 grado di libertà; P=0.232
In questa prima sezione il dato significativo è il 2 e il 3 e il 4 tendenzialmentesignificativi
43
dom1 dom2 dom3 dom4 dom5
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0% 95,1%
60,7%
49,2%
65,6%
75,4%
98,5%92,6%
66,2%
80,9%85,3%
tot pre %
tot post %
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dom6 chi-quadrato=0.083 con 1 grado di libertà; P=0.774
dom7 chi-quadrato=19.889con 1 grado di libertà; P=0.000
dom8 chi-quadrato=0.935con 1 grado di libertà; P=0.334dom9 chi-quadrato=3.340con 1 grado di libertà; P=0.068
dom10 chi-quadrato=2.652con 1 grado di libertà; P=0.103qui l'item 7 è significativo e il 10 tendenzialmente
dom11 chi- quadrato=0.325 con 1 grado di libertà; P=0.568dom12chi- quadrato= 0.043con 1 grado di libertà; P=0.836
dom13chi- quadrato= 0.444 con 1 grado di libertà; P=0.505dom14chi- quadrato= 0.405 con 1 grado di libertà; P=0.525
dom15chi- quadrato=4.089con 1 grado di libertà; P=0.043
Il dato significativo qui è alla domanda 15
44
dom11 dom12 dom13 dom14 dom15
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0%
90,2% 88,5%
21,3%
,
68,9%
85,3% 91,2%
27,9%
97,1%
85,3%
tot pre %
tot post %
dom6 dom7 dom8 dom9 dom10
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0%
80,3%
50,8%
70,5%
95,1%
45,9%
83,8%88,2%
79,4%
97,1%
61,8%
tot pre %
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dom16 chi-quadrato= 0.015 con 1 grado di libertà; P=0.901
dom17 chi-quadrato= 2.198con 1 grado di libertà; P=0.138
dom18 chi-quadrato= 0.253con 1 grado di libertà; P=0.615dom19 chi-quadrato= 14.082con 1 grado di libertà; P=0.000
dom20 chi-quadrato= 0.000con 1 grado di libertà; P=0.983
alla 19 il dato è significativo (chi-quadro=14.082)
Significativa e la 22 e tendenzialmente la 24
dom 21 chi-quadrato =1.136 con 1 grado di libertà; P= 0.287 dom22 chi-quadrato = 5.395 con 1 grado di libertà; P= 0.020
dom23 chi-quadrato =0.015 con 1 grado di libertà; P= 0.901
dom24 chi-quadrato = 3.749 con 1 grado di libertà; P= 0.053
45
dom21 dom22 dom23 dom24
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0%
85,2% 83,6%
95,1%
59,0%
92,6%97,1% 97,1%
76,5%
Riga 49
tot post %
dom16 dom17 dom18 dom19 dom20
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0% 95,1%
78,7%83,6%
36,1%
85,2%
97,1%89,7% 88,2%
70,6%
83,8%
tot pre %
tot post %
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Scuola elementare
Il Cucciolo
Significativi 1-3-5
dom1 chi-quadrato= 27.111 con 1 grado di libertà; P=0.000
dom2 chi- quadrato= 1.220 con 1 grado di libertà; P=0,269
dom3 chi-quadrato= 11.531 con 1 grado di libertà; P=0,000
dom4 chi-quadrato=2.365 con 1 grado di libertà; P= 0,124dom5 chi-quadrato=4,070 con 1 grado di libertà; P=0,044
46
dom1 cuc dom2 cuc dom3 cuc dom4 cuc dom5 cuc
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0%
31,7%
43,9% 41,5%
90,2%
29,3%
90,2%
58,5%
80,5%
,
53,7%
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dom6 chi-quadrato=0.512 con 1 grado di libertà P=0,474
dom7 chi-quadrato=10.686con 1 grado di libertà P=0,001
dom8 chi-quadrato=sono ugualidom9 chi quadrato=18.997 con 1 grado di libertà P=0,000
dom10 chi-quadrato=2.365 con 1 grado di libertà P=0.124
significativi il 7 e il 9
La comunicazione
dom1 chi-quadrato=6.201 con 1 grado di libertà; P=0,013
dom2 chi-quadrato=1.220 con 1 grado di libertà; P=0,269
dom3 chi-quadrato=11.531 con 1 grado di libertà; P=0,000
dom4 chi-quadrato=20.571 con 1 grado di libertà; P=0.000
dom5 chi-quadrato= 0,699 con 1 grado di libertà; P=0,403
Significative la 1-2-3-4
47
dom1 com dom2 com dom3 com dom4 com dom5 com
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0%
46,3% 48,8% 51,2%56,1%
75,6%75,6%80,5%
75,6%
,
85,4%
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Riga 41
dom6 cuc dom7 cuc dom8 cuc dom9 cuc dom10 cuc
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0% 95,1%
36,6%
,
58,5%
90,2%
,
49,0%
, , ,
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dom6 chi-quadrato=2.365 con 1 grado di libertà; P=0.124dom7 chi-quadrato=4.496 con 1 grado di libertà; P=0.034
dom8 chi-quadrato= 0,884 con 1 grado di libertà; P= 0.347 dom9 chi-quadrato= 6.201con 1 grado di libertà; P=0.013
dom10chi-quadrato=15.843con 1 grado di libertà; P=0.000
significative la 9 e la 10
48
dom6 com dom7 com dom8 com dom9 com dom10 com
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0%90,2%
85,4%
61,0%
46,3%
29,3%
, ,
73,2% 75,6% 75,6%
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DISCUSSIONE
I questionari utilizzati nei diversi progetti consegnati in fase iniziale e finale
hanno permesso di fare uno studio sperimentale in un gruppo di 41 bambini di
anni 9 della scuola elementare e di 68 ragazzi di anni 11 della prima media, per
un totale di 109 bambini.
Dall'analisi statistica dei dati si deduce che globalmente il test finale presenta
maggiori risposte corrette rispetto il test iniziale.
Analizzando nello specifico il numero dei risultati significativi alle scuole medie ealle scuole elementari, si nota che in queste ultime l'apprendimento è sicuramente
determinante, ma il maggior numero di risposte corrette ottenuto nelle scuole
medie prima del progetto, dimostra che il livello di conoscenza da parte dei
ragazzi cresce con l'aumentare dell'età . I fattori che concorrono al risultato
possono derivare dal fatto che in una classe i ragazzi avevano già fatto progetti
nella scuola elementare, i ragazzi di famiglie che già possiedono animali hanno
maggiore sensibilità a tale tema e a livello sociale le molte informazioni vengono
maggiormente interiorizzate dagli alunni.
Va considerato poi che la lezione è stata unica e di tipo frontale con dialogo finale,
per cui il miglioramento riscontrato è stato in effetti buono. Se il progetto fosse
stato svolto in più incontri, i bambini avrebbero avuto la possibilità di lavorare e
di fare molte esperienze pratiche, vivendo pienamente le diverse attività proposte.
La comprensione dei ragazzi della prima media e l'apprendimento su dinamiche
così importanti quali gestire e vivere un buon rapporto con gli animali denota un
buon livello di maturità. Ciò non può essere legato solo ad un periodo di crescita
ma anche ad una sensibilità vera nei confronti del tema trattato. L'insegnante ha
mostrato con entusiasmo i risultati dei test, quasi perfetti dopo l'incontro,
denotando soddisfazione per i suoi alunni. I risultati ottenuti prima e dopo il test
offrono l'evidenza di un significativo cambiamento che rafforza l'idea di
continuare questo tipo di attività nell'ambito scolastico.
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In questi progetti l'animale non era presente in classe, ma la semplice attività
referenziale, ha permesso di sperimentare il clima di serenità traducibile nei
benefici sopra elencati.
Sono molti i progetti che vengono fatti nelle scuole e ognuno ha contribuito ad
apportare benefici. Uno di questi si riferisce ad uno studio fatto in sette scuole
elementari di Pisa , precisamente in dodici classi con un totale di 201 bambini. La
completezza del progetto realizzato in quattro incontri di quaranta minuti
ciascuno, nei quali il tema trattato comprendeva diverse specie animali ( cane,
gatto, coniglio), ha permesso un ampio studio sulle conoscenze del bambino
sulla vita animale, sulla paura che i bambini hanno degli animali e il loro grado di
miglioramento dopo l'attività fatta in classe.
Il beneficio raggiunto comprende pure una migliore percezione degli animali e un
diverso modo di rapportarsi ad essi con maggiore senso di responsabilità ( Mariti
e coll 2011).
Quindi i risultati sono stati raggruppati per trattazione degli argomenti con
confronto del livello di conoscenza iniziale e finale .
Il progetto ha dimostrato che a livello educativo era migliorata la conoscenza e il
modo di interagire con gli animali. Il bambino imparava a riflettere prima di agire
impulsivamente poiché in base alle nuove conoscenze riusciva ad interpretare in
modo corretto ciò che l'animale gli comunicava con le sue posture ed espressioni
facciali.
Far conoscere ai bambini quali sono le situazioni di rischio aiuta a prevenire
infortuni e incidenti e questo fatto stimola a proseguire sulla strada dei progetti da
fare in futuro.
In uno studio fatto all' università di Pisa, sono stati dati ai ragazzi test a due vie
ed è stato stato analizzato se gli alunni che possedevano un animale domestico
avessero fornito più risposte corrette ai due test rispetto agli alunni che non
possedevano animali. La risposta è stata affermativa infatti l’interazione dei
fattori “lezione” comparata e fattore “presenza dell’animale” è risultata
statisticamente significativa. Inoltre risulta che i bambini senza animali a casa in
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un ultimo test mostravano un miglioramento proporzionalmente maggiore rispetto
agli altri, a dimostrazione che le lezioni avevano permesso un notevole recupero
nella conoscenza di questi animali.( Mariti C. 2011)
Certamente il fatto che nelle famiglie ci sia già la presenza di un animale,
permette un effetto benefico che potrebbe essere di maggiore entità. Ciò consente
di migliorare la comunicazione dei bambini con gli altri, aumentare la formazione
morale della persona ed educare al rispetto del prossimo.( Serpell 1999)
Esistono altri importanti elementi che formano il bambino sul mondo animale e
fra questi Bjerke (2001) ha evidenziato come, su 62 adolescenti fra i 9 e i 15 anni,
l’83% avesse imparato cose sugli animali dalla scuola e l’80% da programmi
televisivi, mentre solo il 66% avesse letto un libro sugli animali. Da ciò si capisce
quanto aiuto i progetti di zooantropologia didattica potrebbero dare ai bambini
delle scuole primarie.
Per quanto riguarda il problema degli incidenti con cani e morsicature Love e
Overall (2001) riportano che negli Stati Uniti avvengono dai 3 ai 4, 5 milioni di
morsicature canine rivolte all’uomo in un anno, e di queste il 50% colpisce
ragazzi al di sotto dei 14 anni. Inoltre, statisticamente si rileva che l’età scolare
compresa tra i 5 e i 9 anni è caratterizzata da un aumento di incidenza di
morsicature, probabilmente a causa della minore attenzione da parte dei genitori
in questa fascia di età. Promuovere l’aspetto della relazione tra bambini e animali,
sarebbe la base di un mutuo rispetto e di migliore convivenza. Le autrici dunque
esortano alla conoscenza preventiva del rapporto bambini-animali per evitare
incidenti.
Marchesini (2011) ribadisce la necessità di attuare dei piani di prevenzione
comportamentale che in futuro dovranno assumere la stessa importanza della
profilassi sanitaria. La competenza sociale del cane si misura soprattutto
nell'interazione con l'uomo, non proviene invece da presunte liste “nere” di razze
potenzialmente pericolose, ma solo agendo sugli eventi che anticipano la
relazione: occuparsi dell'allevamento dei cani, ricordare l'importanza della
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consulenza comportamentale, evitare il maltrattamento e creare dei supporti che
possano adottare la famiglia adottiva ad impostare una corretta crescita del
cucciolo Attraverso i progetti didattici i bambini vengono a conoscere cosa
significa essere responsabili nei confronti del proprio animale.
È proprio tra i compiti primari dell’educazione zooantropologica quello di
prevenire ogni sorta di maltrattamento, affrontando l’aspetto della custodia e
della cura verso l’ambiente e gli organismi che ne fanno parte. Il progetto
potrebbe essere utile per gettare le basi per un’educazione alla socialità, vale a
dire le capacità di rispettare l’altro, di prendersene cura, di capire l’importanzadella collaborazione, che secondo alcuni autori (Marchesini, 2005) sono aspetti
insiti in questo insegnamento.
Queste prime esperienze sul mondo animale hanno per il bambino un'importanza
notevole poiché possono influenzarlo ed indirizzarlo nella sua crescita e capacità
di rapportarsi al mondo esterno.
Alcuni studi hanno rilevato che un animale da compagnia, spesso trattato come
un membro effettivo della famiglia, può contribuire al benessere degli adolescenti(Bodmer, 1998) .
Su un campione di 752 ragazzi svizzero-tedeschi di circa 12 anni di età è stato
indagato, attraverso l’uso di questionari, sia il rapporto che avevano con gli
animali che lo status socio-economico della famiglia di origine. L’importante dato
che ne è emerso è che, combinando il fattore “possesso dell’animale” per “risorse
familiari”, il benessere non risulta legato alle risorse familiari ma al clima
familiare, reso più sereno dalla presenza dell’animale.Gli effetti positivi della comunicazione non verbale con gli animali, secondo Olin
(2002) sono stati trattati evidenziando la difficoltà dei bambini nei rapporti
interspecifici e il fatto che la presenza dell’animale, a casa come a scuola,
aumenti l’autostima e l’autocontrollo.
Sembra inoltre che l’interesse per gli animali declini dai 15 anni in poi (Bjerke,
2001), per cui sarebbe opportuno sfruttare l’interesse per gli animali su cui la
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zooantropologia didattica si basa nel periodo precedente all’adolescenza, come
avvenuto nel presente studio.
Hubert Montagner ha evidenziato come il rapporto con gli animali sia utilizzato
dal bambino anche per rapportarsi agli altri bambini e se vissuto nei primi anni di
vita rafforza la sua autostima, l'affettività, la sicurezza e l'equilibrio emotivo e
favorisce importanti processi formativi. I bambini potranno utilizzare queste
esperienze come risorse a cui attingere durante le attività scolastiche ma anche
altrove.
L'autore riporta miglioramenti nei confronti di bambini iperattivi incapaci di prestare attenzione. Nel momento in cui osservano l'animale essi diventano più
stabili e l'animale dà a loro l'occasione di strutturarsi come individui attenti che
possono organizzare delle risposte adattate alle informazioni ricevute .
Prendendosi cura di questi esseri viventi essi scoprono di essere persone capaci di
gesti che assicurano la vita, la buona salute e il benessere di altri individui.
Per i bambini molto timidi, l'insegnante nota il desiderio di fare domande, di
cercare il contatto in presenza dell'animale. Essi si rivolgono in modo schietto e
sereno a lui rivelando un desiderio di interazione nascosto.
Per quelli reputati aggressivi, distruttori e instabili gli insegnanti notano la
comparsa di gesti delicati , di un linguaggio gentile e carezze quando
interagiscono con l'animale.
Per i bambini maldestri ed impacciati l'insegnante nota un cambiamento nel fare le
cose con più cura rivolgendosi all'animale, essi sono stimolati ad aumentare il
livello di attenzione e cura. Infine anche i bambini poco espansivi e pococollaborativi partecipando al progetto che prevedeva il gioco delle imitazioni di un
gatto o di un cane, si lasciavano coinvolgere mentre a scuola erano bloccati con
insegnanti e compagni.( Montagneur 2001)
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CONCLUSIONE
La sperimentazione condotta per questa ricerca, basata su un unico incontro
inerente l’etologia del cane ( il cucciolo e la comunicazione) ha dimostrato di aver
apportato influenze positive nei bambini delle scuole primarie dell'età di 9 anni e
della scuola media di 11 anni. I progetti sono stati indirizzati ad una fascia di età
abbastanza recettiva dal punto di vista dell’apprendimento.
Fare progetti nella scuola contribuisce alla crescita individuale di ciascun alunno e
questa esperienza dimostra che l'intervento è stato fruttuoso. Le insegnanti stesse,
chiedendo di poter proseguire il percorso intrapreso anche per l'anno successivo,
indicano che l'iniziativa ha avuto un beneficio negli alunni.
Non possiamo dire però che nella scuola tali progetti siano sentiti in egual modo
poiché non tutte le persone possiedono questo tipo di interesse per il mondo
animale e nella mia esperienza solo insegnanti veramente motivati hanno favorito
questa attività.
Se, come ormai è noto, è venuto a cambiare il modo di vivere la relazione con l'
animale da compagnia, anche il lavoro del veterinario deve evolvere andando
incontro ai cambiamenti della nostra società che tende a valorizzare sempre più
l'animale facendolo vivere pienamente nella dimensione moderna , condividendo
sempre più momenti quotidiani con lui.
Fare zooantropologia didattica allora diventa un compito importante nella realtà
della scuola che da sempre mantiene il dovere di educare i ragazzi oltre a
trasmettere informazioni..
Una simile avventura per i bambini della scuola primaria porta a migliorare il
loro rapporto con gli animali, vivendo una esperienza guidata , prima dalla
famiglia, poi dagli insegnanti, che, tramite il cane e il modo animale , trovano
una grande facilitazione educativa.
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Marchesini R. Il galateo del cane Giunti editore 2011
La professione veterinaria 2008 Riflessioni di zooantropologia
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APPENDICI
Scuola elementare classe Quarta
QUESTIONARIO “Il cucciolo”
Nome e cognome:__________________________________ Data: _________ Scuola: __________________________________________ Classe: _________
1) Prima della nascita i cuccioli:
a) Possono giocare tra di loro b) Possono sentire se viene accarezzata la pancia della mammac) Possono sentire le voci
2) Dopo quanto tempo i cuccioli aprono gli occhi?
a) 2 giorni b) 15 giornic) 60 giorni
3) Fino a che età i cuccioli dovrebbero rimanere con la propria mamma?
a) 10 giorni b) 2 mesic) 1 anno
4) Perché è importante che un cucciolo socializzi?
a) Perché impara a stare con gli altri cani e le persone
b) Perché così facciamo bella figura con gli amicic) Perché così diventa aggressivo
5) Quanto dura il periodo di socializzazione nel cucciolo?
a) da 10 giorni ad 1 mese di età b) da 3 settimane a 4 mesi di etàc) da 6 mesi a 12 mesi di età
6) Cosa dobbiamo fare trovare ad un cucciolo quando arriva a casa?
a) Niente di particolare
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b) Una ciotola per l’acqua, una ciotola per il cibo ed un posto comodo dovedormire
c) Un sacco di gente ad accoglierlo
7) Quando è bene giocare con un cucciolo?
a) Quando il cucciolo ce lo chiedeb) Quando ne abbiamo voglia e possiamoc) Sempre
8) Cosa è bene fare mentre un cane sta mangiando?
a) Levargli la ciotola b) Assaggiare cosa sta mangiandoc) Lasciarlo tranquillo
9) Come possiamo farci amico un cane che non conosciamo bene?
a) Abbracciandolo stretto b) Andandogli incontro per accarezzarloc) Rimanendo immobili senza guardarlo ed aspettando che venga ad
annusarci
10) Cosa è bene fare quando si vede un cane dietro un cancello?
a) cercare di accarezzarlo attraverso il cancello b) tirargli i sassi se abbaia
c) non avvicinarsi e lasciarlo tranquillo
QUESTIONARIO “La comunicazione nel cane”
Nome e cognome:__________________________________ Data: _________ Scuola: __________________________________________ Classe: ________
1) I cani possono comunicare con i bambini?a) Sì
b) Noc) Non so
2) Quando un cane è tranquillo:
a) Ha la bocca aperta, le orecchie appiattite e la coda tra le zampe b) Ha la bocca chiusa, le orecchie ritte ed in avantic) Ha il muso arricciato, i denti in mostra e la coda sollevata
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3) Quando un cane ha paura:
a)Ha la bocca aperta, le orecchie appiattite e la coda tra le zampe
b)Ha la bocca chiusa, le orecchie ritte ed in avantic)Ha il muso arricciato, i denti in mostra e la coda sollevata
4) Quando un cane è pericoloso:
a)Ha la bocca aperta, le orecchie appiattite e la coda tra le zampe b)Ha la bocca chiusa, le orecchie ritte ed in avantic)Ha il muso arricciato, i denti in mostra, la coda sollevata
5)Il modo migliore per avvicinarsi ad un cane è:
a) Corrergli incontro per fargli vedere che vogliamo diventare suoi amici b) Fare un semicerchio ed abbassarsi quando gli siamo di fiancoc) Abbracciarlo ed accarezzarlo
6) Quando si chiama un cane sarebbe bene:
a) urlare b) usare un tono della voce calmo ed amichevolec) fargli dei versi
7) Se un cane ci viene incontro la cosa migliore da fare è:
a) Rimanere immobili senza fissarlo negli occhi b) Scappare
c) Gridare forte per spaventarlo8)Il cane ama essere accarezzato:
a) Sulla testa b) Sulla codac) Ai lati del collo e sulle spalle
9)Al cane è giusto parlare molto, muovendo molto le mani?
a)Si b)Noc)Qualche volta
10) Il cane può spaventarsi per degli oggetti che abbiamo indosso?
d) Sìe) Nof) Non so
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