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ODe N°
CLIENT:
PROJECT:
UNIr:
L N G MEDGAS Tenninal
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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DATE:
28.10.2005
INDICE
1 INTRODUZIONE 3
1.1 PREMESSA 31.1.1 Motivazioni del progetto 4
1.2 SCOPO E CRITERI DI REDAZIONE DELLO STUDIO 10
~/2
3QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 13
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE 22
"---
"---
3.1 IL SISTEMA GNL 223.2 ALTERNATIVE DI SITO 243.3 DESCRIZIONE DELL'IMPIANTO 253.4 ATTIVITA' DI COSTRUZIONE E DI ESERCIZIO E RELATIVE INTERAZIONI
CON L'AMBIENTE 303.5 INTERVENTI DI OTTIMIZZAZIONE DELL'INSERIMENTO DELL'IMPIANTO
NELL' AMBIENTE CIRCOSTANTE 383.6 INTERVENTI DI COMPENSAZIONE 393.7 OPERE CONNESSE: Gasdotto 39
4 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENT ALE .40
4.1 DESCRIZIONE GENERALE DEL SITO E AMBITO DI INFLUENZAPOTENZIALE 40
4.1.1 Definizione dell'Ambito Territoriale (sito ed area vasta) e delle ComponentiAmbientali Interessate 40
4.1.2 Emergenze ambientali storiche e artistiche nell'area vasta 454.2 FATTORI E COMPONENTI AMBIENTALI PERTURBATI DAL PROGETTO
NELLE SUE DIVERSE FASI 484.2.1 Atmosfera 484.2.2 Alnbiente Idrico 534.2.3 Suolo E Sottosuolo o ••••• o ••••• o o o •••••••••• o o o ••••• o ••• o o o o. o ••••••••••••••••••• 0.58
4.2.4 Vegetazione Flora Fauna Ecosistemi 624.2.5 Rumore e Vibrazioni o ••••••••••••• o ••••••••••••• o ••••••••••••••••••••••••• o o o. o ••••••• o o o o •••••• o 72
4.2.6 Paesaggio o o" o ••••• o o o •••••••••••••• o o. o •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• o ••• 774.3 IMPATTO SUL SISTEMA AMBIENTALE COMPLESSIVO E SUA PREVEDIBILE
EVOLUZIONE o •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 0 ••••••••••• 89
5 MONITORAGGIO E STUDI AMBIENTALI 92
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CLIENT:
INTERCROSSPROJECf:
L N G MEDGAS Terminal
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
DOC N°
1
1.1
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INTRODUZIONE
PREMESSA
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Il presente. Studio di Impatto Ambientale, presentato da LNG MEDGAS
TERMINAL, riguarda il progetto di un impianto di ricezione e rigassificazione di
GNL. Vi è riportata la descrizione delle caratteristiche della opera, con
particolare riferimento agli aspetti di protezione e salvaguardia dell'ambiente e
lo studio dei suoi effetti sulle componenti ambientali interessate.
L'impianto sarà ubicato nel Comune di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno,
in Provincia di Reggio Calabria, nell' omonima Area di Sviluppo Industriale.
Nella figura 1 è riportata l'ubicazione e la rete viaria locale, nella figura 2 è
riportata l'area vasta in scala 1:50000, la corografia dell'impianto con il tracciato
del gasdotto di collegamento alla Rete Nazionale dei Gasdotti (SNAM) è
riportata in figura 3.
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di ricezione e rigassificazione
di GNL della capacità nominale di 12 miliardi di m3/anno.
L'opera è costituita essenzialmente dai sistemi principali seguenti:
• ponti le a mare per l'attracco e lo scarico delle navi metaniere;
• sistema di trasferimento del GNL;
• sistema di stoccaggio a terra del GNL;
• impianto di rigassificazione;
• sistemi ausiliari e opere accessorie.
" sistema di stoccaggio a terra è costituito da 4 serbatoi ci/indrici della capacità
di 150.000 m3 ciascuno per un totale di 600.000 m3
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l CLIENT:
L N G MEDGAS Tenninal!DATE:
l PROJECT: i 28.10.2005
i GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO l _
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L'immissione del gas naturale nella Rete Nazionale dei Gasdotti (SNAM) sarà
effettuata tramite una derivazione dalla linea che transita in prossimità del sito,
attraverso un gasdotto di raccordo.
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~
1.1.1 Motivazioni del progetto
Il progetto si inquadra nel nuovo scenario energetico nazionale che prevede:
• la graduale Iiberalizzazione del mercato del gas naturale, prevista dal
Decreto Legislativo del Governo n° 164 del 23/05/2000 (cosiddetto
"Decreto Letta"), in attuazione della direttiva europea 98/30/CE recante
norme comuni per il mercato interno del gas naturale;
• la graduale liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica, iniziata nel
febbraio 1999 a seguito dell'approvazione del decreto legislativo 79/99,
noto come Decreto Bersani, che ha segnato la fine del monopolio ENEL e
l'ingresso dei nuovi "Soggetti Produttori";
• la legge 23 agosto 2004, n.239 " Riordino del settore energetico nonché
delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di
energia"
• il raggiungi mento degli obiettivi del protocollo di Kyoto sulla riduzione
dell'immissione di CO2 in atmosfera. La combustione del Gas Naturale
immette in atmosfera circa la metà della CO2 mediamente immessa da altri
combustibili e comporta la riduzione delle emissioni degli Ossidi di Azoto e
l'annullamento di quelle degli Ossidi di Zolfo e delle Polveri;
• l'utilizzo di siti industriali per la sicurezza e l'approvvigionamento strategico
dell'energia ai sensi dell'art. 8 della legge n. 340 del 2000;
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L N G MEDGAS Terminai
PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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UNIT:i SHEET5/92I REV1 :0 iI l
SUBJECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
• l'adozione di misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico
nazionale e per la semplificazione delle procedure di autorizzazione degli
impianti di produzione di energia elettrica.
Per quanto riguarda i primi due punti, oltre all'apertura del mercato interno del
gas naturale e dell'energia elettrica, i decreti sono finalizzati anche
all'incremento dell'efficienza della generazione, della trasmissione e
distribuzione, ed al rafforzamento della sicurezza dell'approvvigionamento e
della protezione dell'ambiente.
Relativamente alla riduzione delle emissioni di CO2 dal settore energetico,
l'Italia, firmataria del protocollo di Kyoto, è impegnata a ridurre, tali emissioni,
complessivamente, di circa 4 - 5 milioni di tonnellate all'anno, con interventi
volti ad aumentare il rendimento medio del parco esistente.
L'incremento del rendimento dovrebbe essere realizzato anche mediante
dismissioni di centrali esistenti e loro sostituzione con centrali a ciclo combinato
alimentate a gas naturale.
Si ritiene che l'impianto di rigassificazione di Gioia Tauro sia in linea con gli
indirizzi di politica energetica nazionale richiamati.
La scelta dell'ubicazione è giustificata da:
• la presenza di un' importante infrastruttura già realizzata quale il porto di
Gioia Tauro;
• la prossimità ad una linea della Rete Nazionale dei Gasdotti con grande
capacità di trasporto, che consente di rendere disponibile ovunque il gas
naturale importato, senza necessità di costruire nuovi gasdotti;
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PROJECT:
L N G MEDGAS Terminai
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
DOC N° UNIT: REV 1
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• l'opportunità di incrementare l'occupazione industriale nella zona, tramite il
contributo che la costruzione e l'esercizio dell'impianto potranno dare in
modo diretto ed indiretto. A tale riguardo si sottolinea che sono previsti
circa 100 addetti per l'esercizio e la manutenzione dell'impianto e ulteriori
addetti nell'occupazione indotta (catering, sorveglianza, pulizie, alloggi
personale, giardinaggio,etc) ;
• la convenienza per le industrie presenti nell'area, per quelle di futuro
insediamento e per i Comuni del comprensorio di stipulare contratti di
fornitura del gas a costi inferiori agli attuali;
• la possibilità di mettere a disposizione "il freddo" per le imprese di
surgelazione, refrigerazione e commercializzazione di alimenti diversi, che
si insediano nell'lnterporto;
• la localizzazione in un' Area di Sviluppo Industriale in cui la presenza
industriale è da tempo consolidata, dotata di infrastrutture portuali, stradali,
autostradali e ferroviarie di prim'ordine, poco congestionata e caratterizzata
da una buona "ricettività ambientale".
/I Gas Naturale
La domanda di gas naturale a livello mondiale è incrementata nel decennio
1992 - 2002 da 2.091 miliardi di metri cubi a circa 2.638, il quale rappresenta
un incremento del 26%. (Fonte: Eni Dil and Gas Review)
Stime recenti indicano che il gas naturale resterà la fonte di energia in più forte
crescita nei prossimi 20 anni: il consumo quasi raddoppierà. La richiesta
aggiuntiva di gas naturale proverrà maggiormente dal settore della generazione
di energia elettrica. Gli impianti a ciclo combinato COnturbine a gas sono tra i
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INTERCROSS
L N G MEDGAS Terminai
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28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNODOC N°
UNIT: ISHEET7/92\ REV1 \0 I: !
SUBJECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
piu efficienti ed inoltre il gas naturale è preferibile dal punto di vista ambientale
per le minori emissioni di inquinanti rispetto al petrolio e al carbone.
Infatti, la stima di crescita mondiale di gas naturale al 2010 è del 101%,
prendendo come anno di partenza il 1997 (secondo il ODE).
Il futuro incremento della domanda di gas a livello mondiale verrà soddisfatta in
maniera crescente dal GNL, dove si stima un aumento dai 150 miliardi di metri
cubi (anno) del 2002 ai 205 - 274 miliardi nel 2010, aumento che corrisponde
tra il 36% - 82%.
Per quanto riguarda l'Italia, il gas naturale è l'unica fonte energetica
significativamente presente e sfruttabile sul territorio italiano. L'Italia è stata tra
i primi Paesi utilizzatori a impiegare su vasta scala il gas naturale.
L'Italia ha registrato un consumo di gas pari a circa 80,3 miliardi di metri cubi
nel 2004, con una crescita di circa il 3.8% rispetto al 2003.
Tale aumento è principalmente dovuto ai maggiori consumi nel settore
termoelettrico (+8.9%), dove si è verificata l'entrata in esercizio di alcune
centrali a ciclo combinato, nonché di un forte consumo nel settore industriale
(+3.4%).
Nel 2004, la domanda di gas in Italia è stata soddisfatta per il 84% (circa 67,3
miliardi di metri cubi) da importazioni di gas provenienti dall'Algeria, dalla
Russia, e dall'Olanda, mentre il restante 16% (circa 13 miliardi di metri cubi) è
associato a produzione interna. Si stima che la produzione interna scenderà
fino a 7 miliardi di metri cubi nel 2010 portando l'Italia a dipendere in maniera
maggiore dall'approvvigionamento di gas dal estero.
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L N G MEDGAS TerminaIPROJECT:
DATE:
28.10.2005
DOC N°
SU[BJECT
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SHEET 8/92
SIA - SINlflESI NON TECNICA
REV 1
Importazione di Gas nel 2003 secondo la provenienza
LDI Passo Gries
CI Tarvisio e Gorizia
o Panigaglia
o Mazara del Vallo
G
L
Fonte: AEEG
Inoltre, per "soddisfare i consumi di gas previsti al 2015 (circa 104 miliardi di
metri cubi) e conservare un margine di capacità del 15-16%, dovranno essere
realizzati la gran parte dei gasdotti e dei terminali di Gnl proposti. Questa è la
conclusione dello studio "La domanda di gas naturale e il sistema Italia:
prospettive al 2010 e al 2015", predisposto dall'Associazione Italiana
Economisti dell'Energia (AIEE) presentato ad Aprile, 2004. Perciò, la domanda
di gas naturale in Italia nei prossimi 10 anni, presenta prospettive di crescita
superiori sia rispetto a quelle degli altri paesi europei, sia alla domanda
complessiva di energia in Italia.
Le previsioni ricavate dai dati pubblicati dall'Unione Petrolifera lasciano ritenere
che la crescita del settore proseguirà nei prossimi cinque anni ad un ritmo di
circa il 4% annuo.
In previsione dell'aumento della richiesta di gas sopraindicata e tenendo conto
dei seguenti fattori:
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L N G MEDGAS TerminaI
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28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
Doe N°
UNIT:! SHEET9/92!REV1 i o il I
SUBJECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
• difficoltà a realizzare nuovi collegamenti internazionali;
• molti dei paesi in possesso di ingenti scorte di gas sono geograficamente
distanti e non collegabili con gasdotti;
• il collegamento attraverso tubazione si presenta estremamente vincolante
e strategicamente "debole";
sembra indispensabile ricercare metodologie di trasporto che consentano di
superare i vincoli strutturali determinati dal trasporto gas per gasdotto.
Per le sue caratteristiche il trasporto di gas naturale liquefatto (GNL) offre una
valida risposta alla esigenza di cui sopra.
Profilo del proponente
LNG MED GAS TERMINAL e' la Societa' Proponente e proprietaria del progetto
ed appaltatrice dei lavori. Ha sede a Roma in Via della Rotonda, 36 e ha tra isuoi principali azionisti il Gruppo Crossgas e la Compagnia Italpetroli del
Gruppo Sensi.
Unificazione progetti LNG TERMINA L e SOCIETÀ PETROLIFERA GIOIATAURO
La Società LNG MedGas Terminai ha incorporato in un'unica iniziativa i due
progetti proposti nella Zona Industriale della Piana di Gioia Tauro- San
Ferdinando e Rosarno; il progetto della Società LNG Terminai prevedeva un
pontile di attracco per le navi metaniere a nord del Porto di Gioia Tauro, in area
demaniale sulle coste del Comune di San Ferdinando, ed in Area Industriale
veniva ubicato l'impianto di rigassificazione; il progetto della Società Petrolifera
Gioia Tauro prevedeva un pontile per l'attracco delle navi metaniere in area
portuale e l'ubicazione del terminale nella lingua di terra dove sono stati
realizzati i depositi costieri della società stessa. Per queste iniziative erano
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L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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28.10.2005
DDe N° UNIT:
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1.2
state avviate le istruttorie autorizzative, ai sensi dell'Art. 8 della Legge n.340/00
con le Conferenze dei Servizi tenutesi in data 16 e 17 aprile 2003, presso il
MAP. Per tali iniziative si era in attesa delle modifiche progettuali che li
rendessero' compatibili con le caratteristiche del progetto di sviluppo del porto
Le Società Capogruppo dei due Proponenti hanno deciso di fondere le
iniziative di cui sopra, individuando nella società LNG MedGas Terminai il
nuovo Proponente.
Il progetto unificato così individuato, raccogliendo gli elementi per i quali vi era
stato apprezzamento e consenso ed allinenandosi alle previste modifiche
progettuali del Porto ed in sinergia con gli sviluppi futuri dello stesso, si ritiene
potrà rispondere più compiutamente ai requisiti richiesti a livello ambientale e di
sicurezza
SCOPO E CRITERI DI REDAZIONE DELLO STUDIO
Nello studio viene analizzato l'impatto dell'impianto proposto sulle componenti
ambientali interessate.
Sono evidenziate le motivazioni tecnologiche ed ambientali che hanno
condizionato le scelte progettuali.
E' stata inoltre considerata anche l'opera connessa, quale il gasdotto,
indispensabile per il funzionamento dell' impianto.
Relativamente all'iter autorizzativo dell'impianto, la legge 24 novembre 2000, n
340, "Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di
procedimenti amministrativi - Legge di semplificazione 1999" all'Art. 8 "Utilizzo
di siti industriali per la sicurezza e l'approvvigionamento strategico dell'energia"
prevede che l'autorizzazione venga rilasciata a seguito della presentazione da
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CLIENT:
PROJECf:
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L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO~, .._ ..._-_. __ ... _ ..._ .._.-
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TECNICA
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28.10.2005
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L
parte del richiedente del progetto preliminare e dello studio di impatto
ambientale
Lo Studio, çhe è strutturato secondo uno schema che ricalca le indicazioni
contenute nella vigente normativa, comprende le parti seguenti:
• Quadro di Riferimento Programmatico;
• Quadro di Riferimento Progettuale;
• Quadro di Riferimento Ambientale;
• Monitoraggio e Studi ambientali;
Nel Quadro di Riferimento Programmatico sono forniti gli elementi conoscitivi
sulle relazioni fra l'opera progettata e gli atti di pianificazione e programmazione
territoriale e settoriale, vigenti, ed analizzate le congruenze o discordanze con
tali atti.
Nel Quadro di riferimento progettuale sono descritte:
• le caratteristiche tecniche dell'opera;
• l'uso delle risorse come materie prime, combustibili, acqua, terreni, etc.;
• le interferenze ambientali come emissioni, rilasci, produzione di rifiuti;
• i malfunzionamenti, etc.
Nel quadro di riferimento ambientale, al fine di una più agevole lettura, il
rapporto è strutturato per singole componenti ambientali e per ciascuna di esse,
sono descritte lo stato attuale, le sue tendenze evolutive ed il previsto impatto
derivante dalle attività di costruzione ed esercizio. Sono stati altresì considerati
gli eventuali impatti indiretti e a tale scopo sono stati evidenziati gli opportuni
richiami alle varie componenti coinvolte.
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~Il L N G MEDGAS TerminaiINTERCROSS PROJECT:
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i UNIT: SHEET12/92 1
Per ciascuna componente la valutazione dei singoli impatti tiene conto, secondo
quanto richiesto dalle norme, della situazione attuale e della sua evoluzione
futura, con e senza l'intervento proposto, confrontandola con le prescrizioni
delle normafive vigenti in materia. Ciò per quanto riguarda sia la fase di cantiere
sia quella di esercizio.
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~INTERCROSS
DOC N°
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L N G MEDGAS Tenninal
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2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Il Quadro di Riferimento Programmatico fornisce gli elementi conoscitivi, sulle
relazioni tra l'opera progettata e gli atti di pianificazione e programmazione
territoriale e settoriale.
Il Quadro di Riferimento Programmatico considera innanzi tutto lo stato degli atti
e degli strumenti programmatici a livello europeo, nazionale, regionale,
provinciale e locale relativi al progetto in questione ed all'area interessata dalla
sua realizzazione; esamina poi il progetto sulla base degli strumenti
programmatici, al fine di verificarne la conformità agli indirizzi e alle prescrizioni
dei vari atti, anche alla luce di loro eventuali modificazioni.
L'elemento di riferimento per la pianificazione a livello europeo è il "Green
Paper" ossia il "Libro Verde - Verso una strategia europea di sicurezza
dell'approvvigionamento energetico", adottato dalla Commissione europea il 29
novembre 2000. Tale documento traccia quella che sarà la politica energetica
europea negli anni futuri.
Il Green Paper considera che l'obiettivo principale della strategia energetica
debba consistere nel garantire, per il benessere dei cittadini e il buon
funzionamento dell'economia, la disponibilità fisica e costante dei prodotti
energetici sul mercato, ad un prezzo accessibile a tutti i consumatori, nel
rispetto dell'ambiente e nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Non si tratta
di massimizzare l'autonomia energetica o minimizzare la dipendenza, bensì di
ridurre i rischi legati a quest'ultima.
Per quanto concerne l'assetto europeo dei settori dell'energia elettrica e del gas
che riguardano l'impianto in oggetto sono rilevanti le direttive comunitarie
recanti le norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica e del gas,
rispettivamente 96/92/CE del 19 Dicembre 1996, 98/30/CE del 22 Giugno 1998.
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L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
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L'Italia per il momento risulta essere priva di un documento di indirizzo di
programmazione energetica dal momento che il PEN è decaduto allo scadere
dell'anno 2000; le indicazioni programmatiche di questo piano, in buona parte in
linea con il Green Paper possono ancora essere utilizzate come riferimento per
quanto non sia in contrasto con il nuovo assetto della regolamentazione del
mercato dell'energia elettrica e del gas.
Infatti, modificazioni importanti alla regolamentazione di questi mercati sono
state apportate dai due Decreti di applicazione delle corrispondenti direttive
comunitarie. Il Decreto Bersani del 16 marzo 1999 per l'energia elettrica e il
Decreto Letta del 23 maggio 2000 per il gas.
Esse liberalizzano le attività di produzione, importazione-esportazione, e
vendita dell'energia elettrica e del gas con la conseguente rottura dei monopoli
che caratterizzavano i servizi a rete relativi e la conseguente apertura a nuovi
operatori.
Sono stati perciò esaminati questi Decreti e le relative direttive di onglne
nonché i successivi documenti istituzionali in materia al fine di cogliere indirizzi
o prescrizioni programmatiche aventi attinenza con l'impianto in oggetto.
Dall'insieme dei documenti considerati risulta che l'impianto in oggetto non
contrasta con nessuno degli indirizzi europei e nazionali ed anzi rappresenta
quanto di meglio oggi si possa fare per soddisfarli.
Per quanto concerne la programmazione nazionale in campo di infrastrutture,
alla fine del 2001 è stata approvata la legge 443/2001 (detta "legge obiettivo"),
divenuta operativa con l'emanazione del Decreto Legislativo 20 agosto 2002, n°
190, che delega direttamente al governo parte delle decisioni in merito.
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~Il L N G MEDGAS TerminaIINTERCROSS PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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UNIT: C:HFFT15/92
In particolare "regola la progettazione, l'approvazione dei progetti e la
realizzazione delle infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale,
nonché [...] degli insediamenti produttivi strategici e delle infrastrutture
strategiche private di preminente interesse nazionale [...l".
~Sulla base dei suddetti atti legislativi, il Comitato Interministeriale per la
Programmazione Economica (CIPE) ha deliberato alla fine del 2003
(deliberazione 89/2003) un programma delle opere strategiche contenente
anche l'approvazione del progetto preliminare per il cosiddetto Hub
interportuale di Gioia Tauro. L'implementazione delle attività legate al porto di
Gioia Tauro compresa la realizzazione dell'impianto di rigassificazione oggetto
del presente studio e l'annessa possibilità di insediare attività che utilizzino il
freddo generato durante il processo di rigassificazione ("piastra del freddo")
sono quindi espressamente contemplate tra le priorità infrastrutturali nazionali.
LLa materia riguardante la protezione e la vincolistica dei beni culturali e
ambientali è stata recentemente oggetto di un importante intervento legislativo
con l'emanazione del D.Lgs. 22/01/2004 n° 42, denominato "Codice dei beni
culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della Legge 06/07/2002 n°
137",
Questo decreto legislativo è costituito da un testo unico nel quale sono riunite e
coordinate tutte le disposizioni legislative vigenti in materia di beni culturali ed
ambientali e detta nuove procedure per il rilascio dei N.O. ambientali.
~
Nel caso specifico, il contesto territoriale di riferimento comprende un'area
vincolata come "Area panoramica costiera tirrenica caratterizzata da ricca
vegetazione sita nel comune di Gioia Tauro" (codice vincolo 180046). L'Opera
oggetto del presente studio ricade parzialmente all'interno di queste aree. Tale
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L N G MEDGAS Tenninal
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
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vincolo emanato con decreto del 11/10/1967, è modificabile previa apposita
autorizzazione ai sensi dell'Art. 146 del succitato D.Lgs 42/2004.
Lo stesso Decreto riconferma quanto già disposto dalla L. 431/1985 (Legge
Galasso) e dalla L. 1497/1939 a proposito dei vincoli paesaggistici in presenza
di determinati beni ambientali tra cui "i territori costieri compresi in una fascia
della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul
mare". Alcune opere connesse all'impianto oggetto del presente studio quali il
pontile d'approdo ed un tratto del gasdotto di collegamento ricadono in tale
fascia.
Si sottolinea al riguardo che la gran parte dell'Area di Sviluppo Industriale della
Provincia di Reggio Calabria entro la quale ricade l'intervento è sottoposta ai
suddetti vincoli. Le istallazioni industriali ivi previste, già realizzate o in corso di
realizzazione, incluso il Porto di Gioia Tauro, hanno tutte ottenuto il relativo
benestare.
Sulla scorta di quanto sopra si ritiene che, anche per l'opera in oggetto, sarà
possibile ottenere analoga autorizzazione.
A livello regionale, l'Amministrazione Regionale traccia con il Piano Operativo
Regionale 2000-2006 (P.O.R.) quello che sarà l'assetto economico,
prevedendo l'impiego dei Fondi Strutturali destinati dall'Unione Europea alla
Regione Calabria. La strategia regionale mira a rafforzare, con questo piano, gli
elementi della crescita per arrivare ad un abbattimento della disoccupazione e
del disagio sociale. AI centro di questa strategia di sviluppo sostenibile, si pone
la necessità di assicurare forte concentrazione agli interventi.
In questo quadro, la realizzazione del progetto d'impianto di rigassificazione
GNL proposto da LNG Terminai sembra del tutto congruente con il
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CLIENT:
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
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perseguimento delle finalità di stimolo per l'imprenditorialità, di potenziamento
dei sistemi produttivi locali e di valorizzazione del patrimonio tecnologico fatte
proprie dal P.O.R..
La Regione Calabria è tra le prime regioni ad essersi dotata di un Piano
Energetico Ambientale Regionale (P.E.A.R.) approvato a marzo scorso.
Sulla base della legge obiettivo commentata precedentemente e del presente
piano energetico ambientale, la Giunta Regionale, in data 8 marzo 2005, ha
espresso parere favorevole alla proposta di realizzazione del terminale per la
trasformazione del gas naturale liquefatto da allocare in prossimità del porto di
Gioia Tauro e oggetto del presente studio. Lo stesso P.E.A.R. cita anche i
previsti investimenti riguardanti la piattaforma del freddo. Si tratta, come già
accennato, della possibilità di insediare aziende agro-alimentari che si
occupano dello stoccaggio e della commercializzazione di prodotti da
conservare a bassa temperatura che possono sfruttare il freddo derivante dal
processo di rigassificazione raggiungendo così una migliore competitività.
AI fine di affrontare le problematiche della mobilità, la Regione Calabria si è
dotata di un Piano Regionale dei Trasporti, il quale prevede dei sistemi di
mobilità terrestre, marittimi, lagunari, lacuali, fluviali ed aerei che operano in
modo continuativo e ad accesso generalizzato e dei sistemi ferroviari di vario
livello.
Dalla lettura di questo strumento non emergono elementi di contrasto con
l'opera in esame. Essa non comporta, infatti, alcun percepibile aumento del
flusso veicolare in zona. In quanto ai sistemi di mobilità marittimi, va citata la
nave fornitrice di gas naturale liquido, che attraccherà nel tratto di mare
antistante il Porto di Gioia Tauro con frequenza circa bisettimana/e, utilizzando
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CLIENT:
PROJEcr:
L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
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peraltro i servizi di questa importante infrastruttura locale che a tutt'oggi risulta
non appieno utilizzata.
Per inquadrare il problema molto sentito, del rischio idrogeologico è stato
analizzato il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico recentemente aggiornato
dall'Autorità di Bacino della Regione Calabria.
Dallo studio degli elaborati allegati a tale strumento si evince che nell'area non
sono presenti zone a rischio. Soltanto lungo il lato settentrionale dell'area
d'intervento in esame, in coincidenza con l'alveo del Fiume Vena, all'interno
degli argini esistenti, essa è classificata come "zona di attenzione".
L'intervento in esame tiene conto di questa classificazione ubicando tutti
fabbricati ad una distanza minima di circa 500 m da tale zona. Un'analoga
classificazione è stata assegnata all'alveo del fiume Mesima, che si trova a nord
del sito ad una distanza maggiore (circa 2,5 km).
Da alcuni anni, l'Amministrazione Regionale ha avviato un processo di
programmazione territoriale che ha portato nel 1996 all'adozione di un Piano
Territoriale Regionale (P.T.R.) che contiene gli indirizzi pianificatori di
riferimento per gli interventi sul territorio regionale. È utile sottolineare che,
benché le indicazioni di questo strumento non siano vincolanti ai fini di legge, in
quanto non è stato approvato dal Consiglio Regionale, il progetto in esame non
contrasta in nessuna parte con le indicazioni finora pronunciate.
In questo processo si inserisce quanto disposto dalla nuova legge regionale
L.R. 19 del 2002 che regolamenta le questioni urbanistiche. In sintonia con
quanto sta avvenendo in altre regioni, questa legge individua il Piano
Territoriale di Coordinamento come strumento competente per la
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
DOC N° UNIT: REV 1
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programmazione territoriale. Questo strumento è di competenza provinciale e le
singole province sono chiamate a dotarsi di un tale piano.
Sempre a livello regionale, sono anche stati istituiti alcuni strumenti operativi in
materia, tra cui i Progetti Integrati Territoriali (P.I.T.) che permettono a livello
subregionale, di programmare, finanziare e quindi realizzare interventi territoriali
in coerenza con gli indirizzi territoriali sovraordinati.
Emerge dai rispettivi documenti analizzati una volontà dell'Amministrazione
Regionale di interloquire, molto più che in passato, con gli Enti ad essa
subordinata e di passare, da un semplice quadro prescrittivo, ad una
programmazione complessa ed efficace del territorio coordinando quest'ultima
con la già menzionata programmazione economica regionale.
Citiamo infine le aree protette istituite in Calabria. Nella Regione sono presenti
quattro parchi nazionali:
• il Parco del Pollino
• il Parco della Calabria (Sila grande e Sila piccola)
• il Parco della Sila
• il Parco dell'Aspromonte
Tutti questi parchi nazionali sono distanti più di km 15 dall'area in esame.
Nell'area vasta allargata interessata dall'intervento oggetto del presente studio
sono presenti alcuni Siti d'Importanza Comunitaria (SIC), ma non vi sono Zone
di Protezione Speciale (ZPS).
I SIC più prossimi al sito, di seguito elencati, si trovano ad un distanza tale da
non avere un nesso dì rilevanza con l'intervento in esame.
~INTERCROSS
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
DOC N° REV 1
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Essi sono:
• Costa Viola e Monte S.Elia (SIC IT9350158); distanza: 16,0 km
• Fossia - Maropati (SIC IT9350169); distanza: 15,2 km
• Vallone Fusolano - Cinquefrondi (SIC IT9350166); distanza: 17,8 km
A livello provinciale, si sta attendendo l'adozione di un Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.), strumento, che la Provincia di Reggio
Calabria così come molte altre province italiane, non ha ancora predisposto.
La Provincia di Reggio Calabria ha invece avviato la redazione di un Piano
Energetico Provinciale. Tra gli obiettivi di questo piano figurano:
• razionalizzazione dell'uso delle fonti energetiche;
• aumento del rendimento del sistema territorio in modo da ridurre gli
sprechi;
• mantenimento delle condizioni di benessere e più funzionale uso delle
tecnologie e dei sistemi costruttivi.
La pianificazione urbanistica locale del Comune di Gioia Tauro avviene
attualmente sulla base del Piano Regolatore Generale (P.R.G.) approvato nel
1994 che pur essendo ancora lo strumento vigente sta per essere sostituito dal
più attuale Piano Strutturale Comunale (P.S.C.).
Tra gli obiettivi strategici di questo piano troviamo quello di "realizzare un polo
logistico a supporto dell'hub portuale e dell'agglomerato industriale costituendo
un nodo strategico per il sistema dei traffici nazionali ed internazionali
attraverso la realizzazione ed il potenziamento della struttura interportuale."
~INTERCROSS
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PROJECT:
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
Doe N° UNIT: REV 1
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Come già accennato a proposito dei livelli nazionali e regionali, l'opera oggetto
del presente studio è già stata contemplata in chiave programmatica a tutti i
livelli amministrativi.
La pianificazione territoriale locale a San Ferdinando è affidata al Piano di
Fabbricazione del 1986 aggiornato con variante del 1990. Il Comune non è
dotato di Piano Regolatore Generale.
L'area prevista per l'intervento oggetto del presente studio ricade all'interno del
Nucleo di Industrializzazione per il quale è stato predisposto ed approvato un
piano urbanistico apposito a cura del Consorzio per l'Area di Sviluppo
Industriale della Provincia di Reggio Calabria. L'intervento andrebbe quindi ad
occupare un'area già destinata alla funzione industriale e le indicazioni di
progetto risultano congruenti con tutte le indicazioni tecniche richieste degli
strumenti analizzati.
L'intervento proposto risulta non solo essere in linea con quanto previsto dagli
strumenti di pianificazione analizzati ma, a tutti livelli amministrativi dal
nazionale al locale, è esplicitamente contemplata la sua realizzazione.
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CLIENT:
PROJEcr:
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
Doe N° UNIr: REV 1
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3.1
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
IL SISTEMA GNL
Il gas naturale liquefatto si presenta come un liquido alla temperatura di -161°C,
tensione di vapore di circa 1 bar e peso specifico pari a circa 465 kg/m3
trasportabile senza grossi problemi nei serbatoi criogenici di metaniere
appositamente attrezzate. Il processo di riconversione da liquido a gas avviene
per semplice somministrazione di calore a temperatura ambiente, senza
necessità di reazioni chimiche o apparecchiature meccaniche complicate:
durante la trasformazione il volume un metro cubo di liquido origina ben
seicento metri cubi di gas, giustificando in tal modo trasferimenti del liquido su
rilevanti distanze.
L'industria del GNL utilizza il gas naturale sia come materia prima sia come
prodotto : il passaggio intermedio del processo è proprio la liquefazione a GNL.
Gli elementi fondamentali dell'industria del GNL sono:
• I terminali di esportazione;
• Le navi metaniere;
• I terminali di importazione.
Una tipologia particolare degli impianti è destinata allivellamento dei picchi.
Terminali di esportazione
I terminali di esportazione si trovano per la loro natura sulle coste e sono
destinati a liquefare il gas naturale che viene successivamente caricato sulle
navi metaniere.
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CLIENT:
INTERCROSSPROJECf:
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DOC N° UNIT:
Navi metaniere
SIA -
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Il trasporto del GNL avviene per mare in apposite navi metaniere (aventi
solitamente una capacità di carico nell'intervallo 40.000-200.000 m3) che sono
imbarcazioni a doppio scafo e sono probabilmente i più sofisticati mercantili
attualmente in esercizio (aventi un costo anche doppio rispetto a quello di
petroliere di analoga dimensione.
Terminali di importazione
I terminali di importazione (o ricezione), quale quello in progetto, sono progettati
per ricevere il GNL dalle navi metaniere, scaricarlo, stoccarlo, trasformarlo in
fase gassosa e quindi immetterlo nelle reti di trasporto o di distribuzione.
Le funzioni essenziali di un terminale di ricezione sono le seguenti:
• Scarico e stoccaggio del GNL;
• Recupero e pressurizzazione del GNL;
• Rigassificazione del GNL;
• Regolazione della qualità del gas.
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PROJECf:
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Doe N° UNIT: REV 1
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3.2 ALTERNATIVE DI SITO
Per la individuazione del sito idoneo alla installazione di un terminale GNL della
potenzialità prevista sono state esaminate varie alternative sull'intero territorio.
Per la determinazione del sito si è innanzitutto preferito restringere la ricerca
all'area meridionale della penisola, sia perché le aree del nord che
corrispondono ai suddetti requisiti sono maggiormente congestionate, sia per la
presenza, nelle poche aree disponibili, di analoghe iniziative o di altre ipotesi di
utilizzazione, non compatibili con la presente.
La ricerca si è focalizzata in particolare sulla Calabria, che con i suoi 750 km di
coste e la presenza di numerosi porti, sembrava prestarsi alla realizzazione
dell'opera. Sono state individuate le seguenti aree, tutte sulla costa tirrenica
della regionePorto di Gioia Tauro, Polo di Lamezia Terme.
Tra le alternative prese in esame è risultato particolarmente rispondente ai
requisiti elencati in precedenza l'area ubicata a ridosso del Porto di Gioia Tauro,
e segnatamente nel Comune di Gioia Tauro e San Ferdinando.
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CLIENT: DATE:
INTERCROSS
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PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DOC N°
UNIT: REV1
3.3 DESCRIZIONE DELL'IMPIANTO
Il terminale consentirà lo scarico e l'immissione sulla rete di distribuzione
nazionale di 12 miliardi di Sm3/anno.
L'intera installazione in terra ferma occupa, con le sue aree di rispetto, una
superficie di circa 40 ettari( Fig 4).
I sistemi principali dell'impianto sono i seguenti:
Piattaforma di scarico e sistemi di ormeggio;
Serbatoi per la discarica e lo stoccaggio dei serbatoi del GNL;
Sistema di rigassificazione;
Sistemi di contenimento e trattamento degli inquinanti;
Sistemi ausiliari.
Piattaforma di scarico
Per l'accosto, ormeggio e discarica di navi metaniere fino a circa 280.000 DWT,
corrispondenti ad una portata utile di circa 200.000 m3 di GNL, è previsto che
venga realizzato un pontile nella zona antistante l'impianto (Fig. 4).
L'asse dell'ormeggio (asse piattaforma), assicura una distanza minima che può
essere considerata di totale sicurezza nei riguardi delle manovre di evoluzione
ed accosto da effettuare con l'assi-stenza di almeno due rimorchiatori di
adeguata potenza.
E' prevista la realizzazione di tre briccole di accosto poste ad un interasse di
100 m: esse hanno lo scopo di assorbire l'energia di accosto delle metaniere, di
evitare che le metani ere vengano a contatto con la piattaforma quando
sottoposte all'azione del vento e del moto ondoso, di costituire punti di
ormeggio per i cavi di ritenuta longitudinale ed infine di assicurare una corretta
posizione della nave con i bracci di carico situati sul pontile.
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CLIENT: DATE:
INTERCROSS
L N G MEDGAS Tenninal
PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DOC N°
UNIT:!SHEET26/92i REV1 i o iil
SUBJECT
SIA - SINTESI NON TECNICI ••
La piattaforma consentirà l'attracco delle metaniere e sarà dotata di tutte le
apparecchiature necessarie per garantire il rispetto di tutti i criteri di sicurezza e
di controllo delle operazioni secondo i più moderni standard internazionali
Collegamenti della piattaforma con /'impianto
Le metaniere, in fase di scarico, saranno collegate alle tubazioni di
trasferimento del prodotto a terra, attraverso quattro bracci di scarico da 16
pollici in grado di consentire una portata di GNL tramite pompe di bordo
dell'ordine di 10.000/12.500 m3/ora. Un quinto braccio da 16 pollici sarà
collegato alla nave per consentire il ricircolo dei vapori del GNL ai serbatoi della
metaniera per compensare il volume del liquido scaricato.
I bracci di carico saranno dotati di dispositivi di sicurezza per evitare rilasci del
prodotto o danneggiamenti alla nave e alla piattaforma in condizioni di
emergenza. In particolare nel caso vengano superati i campi operativi dei bracci
verranno ad un primo livello di intervento fermate le pompe di trasferimento e
chiuse le valvole sui bracci mentre ad un secondo livello verrà operato lo
sgancio rapido dei bracci. Permettendo,se necessario, alla metaniera di lasciare
l'ormeggio senza versamenti di GNL.
Serbatoi per la discarica e lo stoccaggio del GNL
Il sistema dei serbatoi sarà costituito da quattro serbatoi da 150.000 m3
ciascuno. Questa capacità è sufficiente a produrre 1.500.000 Nm3/h (capacità
nominale di spedizione del gas naturale vaporizzato) per una durata pari a circa
2,5 giorni alla massima capacità di produzione.
Secondo i più recenti indirizzi della tecnologia nel campo, i serbatoi saranno a
contenimento totale, con un serbatoio di contenimento interno metallico
(coibentato esternamente con lana di roccia, foamglass in pannelli, perlite in
noduli), in acciaio al Ni, cilindrico ad asse verticale ed un contenitore esterno in
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CLIENT: DATE:
INTERCROSS
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PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
Doe N°
UNIT:! SHEET27/92i REV1 l0 l; i
••••! n< ,~-l iSU" -, SINTESI NON TECNICA
cemento armato precompresso dotato di soletta di copertura di forma ellittica
progettata per sostenere le tubazioni del GNL ed il coperchio metallico del
serbatoio interno.
Sia le tubazioni di arrivo del GNL che le tubazioni di partenza entreranno nel
serbatoio dal tetto per garantire elevati margini di sicurezza contro perdite di
prodotto.
Ogni serbatoio sarà equipaggiato con strumentazioni e apparecchiature di
sicurezza.
Sistema di rigassificazione
L'operazione di rigassificazione del GNL, contenuto nei serbatoi di processo
allo stato liquido ad una temperatura di -160°C avviene somministrando il
calore per la trasformazione di fase in appositi scambiatori di calore
(vaporizzatori) ai quali il GNL viene inviato da pompe sommerse interne ai
serbatoi e successive pompe di spinta.
Il calore necessario viene fornito da acqua di mare, alla temperatura di presa,
spruzzata all'esterno dei fasci tubieri dei vaporizzatori. Il gas, inizialmente
liquido, cambia fase assorbendo calore dall'acqua di mare.
L'impianto di vaporizzazione sarà realizzato su due linee in grado di trattare la
portata di progetto.
L'acqua di mare necessaria per il funzionamento dei vaporizzatori sarà
prelevata da apposita presa collocata nello specchiO di mare antistante il porto
in prossimità del confine tra i comuni di S Ferdinando e Gioia Tauro e sarà
restituita in mare a temperatura inferiore di circa sette gradi a quella di presa.
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CLIENT: DATE:
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28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DOC N°
UNIT:ISHEET28/92TREV1 l0 \\ \
SUBJECT
SIA --SINTESI NOi\! TECNICA
La portata di acqua necessaria è di circa 4,2 m3/sec per linea per un totale di
8,3 m3/sec.
All'uscita degli evaporatori il gas prodotto sarà convogliato alla stazione di
misura fiscale e di lì al collegamento con la rete dei metanodotti nazionale con
le caratteristiche adatte per l'immissione in rete.
Sistemi ausiliari
Il terminale sarà corredato con i seguenti sistemi ausiliari:
• Sistema di scarico di emergenza del gas;
• Sistema acqua di mare ai vaporizzatori;
• Sistema antincendio;
• Sistema aria compressa;
• Sistema azoto;
• Sistema acqua potabile e servizi;
• Sistema trattamento acque reflue;
• Sistema di raffreddamento in ciclo chiuso;
• Sistema combustibili;
• Sistema di controllo e comando;
• Sistema di controllo sicurezza;
• Sistema alimentazione elettrica di servizio e di emergenza.
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DOC N°
CLIENT:
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
SHEET 29 / 92 REV
SIA - SINTESI NON TECNICA
DATE:
28.10.2005
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Sistemi Di Contenimento E Trattamento Degli Inquinanti
Nel progetto dell' impianto per la salvaguardia dell'ambiente sono utilizzati
sistemi di tecnologia tale da minimizzare l'impatto sul territorio sia per quanto
riguarda il trattamento di effluenti liquidi e gassosi, sia per quanto concerne il
rumore prodotto dalle apparecchiature. Ciò consente il pieno rispetto delle
norme di legge in materia.
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CLIENT: DATE:
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28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DOC N°
UNIT: i SHEEr30/92i REV1 lO iI !
SUBJECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
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3.4 ATTIVITA' DI COSTRUZIONE E DI ESERCIZIO E RELATIVE INTERAZIONICON L'AMBIENTE
Nel seguito sono descritte le azioni rilevanti che, in fase di costruzione e di
esercizio, génerano interazioni con l'ambiente esterno, nonché le quantità e le
caratteristiche delle risorse utilizzate. Sono quindi illustrate le scelte progettuali
e le misure adottate allo scopo di minimizzare le interazioni con l'ambiente.
Fase di cantiere
La costruzione prevede una fase di realizzazione delle opere civili ed una fase
dei montaggi elettromeccanici dei macchinari e componenti dell'impianto. Le
principali interazioni con l'ambiente nella fase di costruzione si riferiscono alle
seguenti azioni.
Livellamento fonda/i.
La scelta progettuale di costruire il pontile fino a circa 500 m dalla
battigia, ove i fondali sono a quota - 55 m., adatti quindi ad ospitare
anche le navi metaniere di maggiori dimensioni (200.000 m3), in luogo di
realizzare una struttura portuale nuova, più vicina alla battigia, evita la
esecuzione di consistenti operazioni di dragaggio per la realizzazione di
adeguati fondali.
/nfissione di pali
Saranno infissi pali d'acciaio per la realizzazione del pontile e delle
piattaforme d'attracco delle navi. L'infissione dei pali avverrà mediante un
batti palo che, date le dimensioni dei pali e la profondità di infissione, sarà
di adeguata potenza.
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PROJECf:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DOC N°
UNIr: SHEET31/92REV
SIA - SINTESI NON TECNICA
Movimenti di terra.
Per il livellamento del terreno,la realizzazione degli scavi di fondazione
sarà necessaria una movimentazione di circa 100.000 m3 di terra.
Rilasci gassosi.
Sono quelli emessi dalle macchine di cantiere e dagli autocarri per il
trasporto materiali e la movimentazione del terreno.
Rilasci liquidi.
Sono quelli di tipo civile connessi con la presenza del personale. Essi
saranno rilasciati all'esterno dopo opportuno trattamento;(oppure inviati
all'impianto consortile).
Rifiuti solidi.
Quali principalmente imballaggi di macchinari e apparecchiature e rifiuti
solidi urbani connessi con la presenza del personale.
Rumore.
La rumorosità ambientale indotta dalla costruzione dell'impianto varia in
funzione dello stadio dell'attività costruttiva. Considerata la distanza delle
opere, l'unico contributo di una certa significatività alla rumorosità
ambientale deriva dalla fase di infissione dei pali di sostegno per il
prolungamento del pontile e per la realizzazione della piattaforma di
attracco, a causa dell'uso di un martello batti palo.
Questo tipo di attrezzatura è caratterizzato dall'emissione di rumori
impulsivi orientativamente pari a 100 d8A a 10 m di distanza.
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CLIENT: DATE:
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L N G MEDGAS Terminai
PROJECf:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DOC N°
UNIr:\SHEET32/92i REV1 lO lI i
""'I IN ,ii-f !SIA " SINTESI NON TECNICA
Traffico
Per il trasporto del personale e dei materiali è previsto un incremento di
traffico durante la costruzione dell'impianto stimabile in un massimo di
circa '150-200 auto I giorno per il trasporto individuale del personale, 5
10 autobus I giorno per il trasporto collettivo e mediamente 15 - 20
mezzi pesanti I giorno per il trasporto di materiali e macchinari;
Altre eventuali interferenze ambientali
Durante alcune fasi della costruzione relative a movimenti di terra, potrà
verificarsi un aumento della polverosità dell'aria, peraltro circoscritto alla
sola area di cantiere.
Verranno a tale proposito adottati provvedimenti specifici per contenere
eventuali eccessi di polverosità quali ad esempio la riduzione della
velocità di movimento per i mezzi pesanti, l'annaffiatura periodica delle
strade e dei piazzali, etc.
Le lavorazioni e l'impiego dei mezzi saranno programmati in modo da
mantenere il più possibile costante il numero di addetti al cantiere (salvo
nella fase crescente di avvio cantiere ed in quella decrescente di fine
cantiere) così da limitare i fenomeni di punta e di concentrazione di
traffico e l'impatto sulle strutture ricettive limitrofe.
Le principali risorse utilizzate in fase di cantiere sono le seguenti:
• Terreni
Le aeree impegnate in fase di costruzione sono complessivamente pari a
circa 40 ha.
~INTERCROSS
Doe N°
CLIENT:
PROJECT:
UNIT:
L N G MEDGAS Tenninal
GIOIA TAURO 5 FERDINANDO ROSARNO....._•..__... ._._..__ ..•~•••..•._m._ .m__._•.._.__m_'__'''_r._.~''_ ..__' ' '' '_'_'._m..... "
33/92 REV
DATE:
28.10.2005
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• Acqua
I quantitativi d'acqua per gli usi potabile ed industriale ammontano a circa
80 m3/ giorno e saranno approvvigionati dalle esistenti reti idriche locali;
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• Materiali
impiego di 100.000 m3 di calcestruzzo per la realizzazione delle opere
civili; 10.000 t. di acciaio per l'armatura del calcestruzzo e circa 7000 t.
per i pali d'acciaio della piattaforma di attracco; sistemazione di 15.000
m2 di strade e piazzali. Per la fornitura di materiali inerti (120.000 m3) e la
confezione di calcestruzzo destinato ai serbatoi saranno necessari
materiali opportunamente selezionati, mentre per le strutture "tradizionali"
si farà ricorso a cave di prestito e a centrali di betonaggio locali;
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• Combustibili
Sono quelli (gasolio benzina ) necessari per l'alimentazione delle
macchine di cantiere (automezzi gru, battipalo, escavatori, natanti). Il loro
approvvigionamento sarà a cura delle imprese appaltatrici.
Fase di esercizio
In fase di normale esercizio le azioni rilevanti che generano interazioni con
l'ambiente sono le seguenti:
Rilascio effluenti gassosi
Consistono nelle emissioni saltuarie dei prodotti della combustione dei
dispositivi che utilizzano il gas naturale in situazioni di emergenza e/o
. transitorio: rigassificatori a fiamma sommersa; turbina a gas (o diesel)
per i generatori di emergenza e sistema di scarico di emergenza;
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CLIENT: DATE:
INTERCROSS
L N G MEDGAS TerminaI
PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DOC N°
UNIT:ISHEET34/92i REV1 :o iI ,
SUB.JECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
I rigasificatori a fiamma sommersa
vengono utilizzati soltanto in caso di indisponibilità del sistema di
rigassiticazione "open rack" ad acqua di mare. Per il loro funzionamento
viene" utilizzato parte del gas naturale già in fase gassosa. La portata di
gas ai bruciatori è di circa 3000 Nm3/h per ciascuno dei tre scambiatori
della linea. I gas combusti vengono fatti gorgogliare in acqua e quindi
sono rilasciati in atmosfera. Le emissioni inquinanti totali sono costituite
essenzialmente da ossidi di azoto NOx e sono pari a circa 10 Kg/h
/I generatore di energia eiettrica:
utilizza il gas naturale per la turbina a gas da 20 MW, con un consumo di
5000 Nm3/h di GN e rilasci di 160.000 Nm3/h di effluenti gassosi con una
concentrazione di NOx nei fumi pari a 50 mg/Nm3;
/I sistema di scarico di emergenza:
del gas consiste in una serie di scarichi in grado di emettere in zone
opportunamente isolate gli eventuali gas provenienti dai sistemi di
sicurezza dell'impianto. Il sistema è sdoppiato in due sottosistemi:
• Stiati di alta pressione provenienti sostanzialmente dal sistema di
rigassiticazione. Il suo funzionamento è previsto solo in condizioni
di indisponibilità del gasdotto di collegamento alla rete nazionale e
successivo intervento delle valvole di sicurezza per alta pressione.
La portata massima può raggiungere 3,2 ton./min per brevissimi
periodi (max 10 minuti);
'----
• Sistema scarico prodotti di combustione sfiati gas bassa pressione
che proviene, in condizioni di emergenza, dallo stiato in fase
vapore dalle tubazioni durante le operazioni di trasferimento del
GNL dalla nave all'impianto o dallo sfiato dai serbatoi o del
~
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CLIENT: DATE:
INTERCROSS
L N G MEDGAS TerminaI
PROJECf:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
Doe N°
UNIT:ISHEET35/92i REV1 ,o :i i
SUBJECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
condensatore dei vapori di boil off. La portata massima è di circa 1
t/min. I rilasci di NOx sono al massimo di circa 3 Kg/min per
brevissimi periodi (max 10 minuti);
Rilascio eff/uenti liquidi
Gli scarichi derivanti dall'impianto di trattamento delle acque reflue e dalle
acque meteoriche sono stimabili in circa 50.000 m3 / anno. La
restituzione dell'acqua di mare proveniente dal sistema di rigassificazione
"open rack" ammonta a 8,3 m3/sec;
Rifiuti solidi
Sono quelli prodotti dall'impianto di trattamento biologico ed ammontano
a circa 15 t / anno con contenuto di umidità di circa il 50%;
Movimento del naviglio
Eventuali effetti sull'ambiente marino, sono quelli derivanti dal movimento
del naviglio(incluse le imbarcazioni di servizio alla piattaforma operativa
per l'attracco delle navi metaniere);
Rumore
Le emissioni sonore in fase di esercizio sono dovute al funzionamento dei
macchinari principalmente costituiti da motori, pompe e compressori;
Presenza fisica delle opere:
in relazione alle caratteristiche percettive delle opere ed ai loro eventuali
effetti sul paesaggio.
Le principali risorse utilizzate durante l'esercizio dell'impianto sono:
~
• Terreni:
Le aeree impegnate in fase di esercizio sono complessivamente pari a
circa 40 ha;
~INTER(;ROSS
CLIENT:
PROJECT:
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DATE:
28.10.2005
Doe N° UNIT: REV 1
• Acqua
I quantitativi d'acqua per gli usi potabile ed industriale in fase di esercizio
sono così suddivisi:
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• acqua per usi industriali vari: il fabbisogno medio è pari a circa
10m3/h, quello di punta è di 15m3I h:
• acqua di mare per il sistema di rigassificazione "open rack" del
GNL la portata è di circa 8,3 m3/sec.;
• acqua potabile: fabbisogno di punta stimabile in circa 10
m3/giorno;
L'acqua potabile e quella per usi industriali saranno approvvigionati dalle
esistenti reti idriche locali;
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• Personale
Nella fase di esercizio è previsto !'impiego di 100 dipendenti per la
conduzione e la gestione dell'impianto.
I servizi quali mensa, amministrazione, operazioni marittime, pulizie,
vigilanza, etc. saranno forniti da Ditte esterne occuperanno ulteriori unità;
L
• Combustibile
E' il gas naturale necessario per l'alimentazione della turbina a gas del
generatore elettrico da 20 MW e dei bruciatori a fiamma sommersa, il cui
funzionamento è previsto soltanto in condizioni di emergenza per
indisponibilità del sistema di rigassificazione "open rack" ad acqua di
mare. A tale scopo sarà utilizzato parte del GNL evaporato. La portata
prevista sarà pari a circa 9000 Sm3/h.
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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Fase di fine esercizio
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Dal punto di vita economico industriale, la durata della vita dell'impianto è di 25
anni. Successivamente sarà possibile procedere o ad una prosecuzione
dell'attività produttiva, con revisione generale del macchinario, o ad una
cessazione dell'attività produttiva.
In ogni caso le caratteristiche dell'impianto sono tali da non compromettere in
modo irreversibile l'area impegnata.
LINTERCROSS
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PROJECT:
L N G MEDGAS Tenninal
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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28.10.2005
DOC N° UNIT: REV 1
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3.5 INTERVENTI DI OTTIMIZZAZIONE DELL'INSERIMENTO DELL'IMPIANTONELL'AMBIENTE CIRCOSTANTE
Sono stati adottati provvedimenti specifici per contenere al massimo l'impatto
ambientale sia nella scelta dei componenti dell'impianto, sia nelle modalità di
realizzazione quali:
• il sistema di trattamento degli effluenti liquidi;
• l'adozione di componenti a bassa rumorosità;
Come ulteriori interventi di mitigazione sono stati presi in considerazione:
• il trattamento delle superfici esterne degli edifici e dei componenti
dell'impianto per i quali si può ricorrere a colorazioni e pannellature,
opportunamente selezionate per un ottimale inserimento nell'ambiente;
• il ripristino di colture di agrumi tipiche della zona, quali arance, limoni,
mandarini, c1ementine etc. nelle aree libere ad ovest dell'impianto.
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28.10.2005
Doe N° UNIT:
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___________________~~_~~_~_.~~_:._~2- SINTESI NOf'l
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3.6 INTERVENTI DI COMPENSAZIONE
Il proponente si impegna a definire un protocollo di intesa con la Regione
Calabria circa le opportune compensazioni e ricadute per il territorio, così come
previsto nella Delibera della Giunta della Regione Calabria n. 249 del 3 marzo
2005.
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3.7 OPERECONNESSE:GASDOTTO
L'unica opera connessa necessaria per il funzionamento dell'impianto è
costituita dal gasdotto di collegamento alla rete nazionale di trasporto del gas
naturale. Esso sarà effettuato tramite un raccordo di circa 6,3 km a Est
dell'impianto (Fig. 3 ) L'opera sarà completamente interrata e a fine lavori
saranno ripristinate le condizioni geomorfologiche delle aree attraversate. Alla
fine dei lavori, lungo tutta la fascia interessata, nei terreni agricoli sarà possibile
effettuare le normali pratiche colturali mentre nelle altre aree potrà riprendere la
crescita della vegetazione erbacea ed arbustiva tipica della zona.
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Doe N°
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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4 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
4.1 DESCRIZIONE GENERALE DEL SITO E AMBITO DI INFLUENZAPOTENZIALE
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4.1.1 Definizione dell'Ambito Territoriale (sito ed area vasta) e delle ComponentiAmbientali Interessate
L'area destinata ad ospitare l'impianto di ricezione e rigassificazione è ubicata
nei comuni di Gioia Tauro e San Ferdinando in Provincia di Reggio Calabria
nell'area del Consorzio ASI di Reggio Calabria - Agglomerato di Gioia Tauro
Rosarno - San Ferdinando; essa si trova nella vasta Piana di Gioia Tauro incisa
da una fitta rete di corsi d'acqua.
Le zone adiacenti all'Area di Sviluppo Industriale sono utilizzate
prevalentemente per fini agricoli; data la natura del terreno e la disponibilità di
acqua vi sono praticate colture irrigue di tipo intensivo quali agrumeti frutteti e
colture in serra. I centri abitati più prossimi al sito sono: S.Ferdinando, Gioia
Tauro, Rosarno, Rizziconi, Taurianova, Polistena, e Melicucco.
L'area vasta è un cerchio di circa 5 km di raggio (Fig.2), ad ovest il cerchio è
tagliato dalla costa tirrenica. Essa appartiene al versante tirrenico della costa
calabra ed è inserita nella vasta pianura di Gioia Tauro - Rosarno. Quest'ultima
è contornata: da una zona d'entroterra pedemontana, disposta ad anfiteatro,
ove sorgono la maggior parte dei centri abitati dell'area e da una zona montana
che si estende fino allo spartiacque appenninico.
Lungo il tratto di costa sfociano a mare due corsi d'acqua a carattere perenne: il
fiume Mesima ed il fiume Petrace che drenano ampi bacini imbriferi con reticoli
molto fitti.
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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DOC N° UNIT: REV : 1
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La vasta piana di Gioia Tauro - Rosarno si presenta come una superficie
dolcemente inclinata verso il mare le cui quote medie sono intorno ai 100 m e
nelle zone più interne non superano i 300 m.
La zona pianeggiante è divisa da una scarpata, alta tra i 10 ed i 20 metri,
parallela alla costa; essa separa la zona terrazzata più interna da una fascia
costiera che orla parte del golfo di Gioia Tauro. In seguito ai lavori per
l'insediamento dell'area industriale la scarpata è stata rettificata tra Eranova e
San Ferdinando e arretrata rispetto alla sua posizione originaria.
La fascia costiera delimitata dalla scarpata è caratterizzata da una morfologia
sub-pianeggiante; le quote di piano di campagna si aggirano intorno ai 5 m.
La spiaggia termina in corrispondenza del Monte Poro a nord e di Monte S. Elia
a sud in corrispondenza degli affiora menti rocciosi. Localmente, al margine
della spiaggia sono presenti cordoni dunari ad andamento discontinuo.
La morfologia del litorale è stata comunque modificata nel tratto Eranova
Gioia Tauro in seguito alla costruzione del porto di Gioia Tauro.
Gli assi infrastrutturali che costituiscono l'armatura di comunicazione su terra,
sia per il trasporto su gomma che per quello su rotaia, sono posti
longitudinalmente sul limite estremo della fascia costiera, asse privilegiato di
collegamento tra Sicilia e continente e proprio su tale direttrice la maggior parte
del volume di traffico interessa il collegamento con l'isola, mentre solo una
esigua parte interessa localmente il territorio calabrese. Si tratta in particolare
(secondo la logica del Piano Nazionale dei Trasporti) del Corridoio Plurimodale
Tirrenico: Ventimiglia - Genova - Roma - Napoli - Palermo - Trapani (inserito
nell'itinerario Euro - Medio - Orientale).
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Le due dorsali tirrenica e ionica sono collegate da alcuni assi sia stradali, sia
ferroviari che, date le caratteristiche dei percorsi fortemente condizionati dalla
natura dei luoghi attraversati, servono unicamente le comunicazioni locali. Punti
di riferimento nell'area sono:
• l'autostrada A3, Napoli - Reggio Calabria;
• la SS n. 18 Tirrena Inferiore, parallela alla A3;
• la SS n.111 Jonica che partendo da Gioia Tauro, collega i maggiori centri
della Piana con il versante ionico della provincia.
L'esame della rete stradale nel suo complesso evidenzia, comunque, la
carenza di un interscambio dei flussi trasversali ed il prevalere della struttura
longitudinale dei traffici.
Il Sistema ferroviario è costituito dalla parte terminale della linea Battipaglia
Reggio Calabria, lungo il litorale tirrenico, accanto alla quale esistono due linee
locali delle Ferrovie Calabro Lucane con centro a Gioia Tauro.
Le infrastrutture portuali operanti nella provincia di Reggio Calabria sono
costituite dai porti del capoluogo e di Villa S. Giovanni. Il porto di Gioia Tauro,
realizzato recentemente, è utilizzato per la movimentazione delle merci a largo
raggio mediante navi portacontainer e ha acquisito grande importanza tra i
principali scali del Mediterraneo.
Esistono poi una lunga serie di piccoli approdi lungo i litorali.
I principali centri abitati presenti nell'area sono: Gioia Tauro, San Ferdinando,
Rosarno, Rizziconi, Taurianova, Polistena e Melicucco.
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Piccoli nuclei edificati sono presenti lungo la SS n. 18 e la linea ferroviaria sia a
nord sia a sud della stazione di Eranova.
A nord e ad ·est del porto è presente una vasta zona di sviluppo industriale, ove
sono previsti insediamenti energetici, che interessa i comuni dì San Ferdinando
e Gioia Tauro.
In linea con le tendenze nazionali, anche in quest'area si registra un notevole
incremento del patrimonio edilizio - abitativo. L'incremento comunque non è
omogeneo ma risulta più vivace nei centri costieri e di pianura, quale
testimonianza di uno scivolamento della popolazione verso valle alla ricerca di
più favorevoli possibilità di occupazione e di vita.
Altra componente caratteristica è l'uso del suolo ad andamento vegetazionale. I
seminativi (cereali, colture ortive, foraggere, leguminose) convivono con le
colture legnose, rappresentate principalmente da olivo, agrumi e in misura
minore da vite e da fruttiferi quali pesco, mandorlo, pomacee e uva da tavola.
La coltura dell'olivo predomina sia in collina che in pianura. L'agrumicoltura è
dominata dall'arancio seguito da mandarino, limone e pompelmo, presenti
soprattutto nelle zone collinari. Le colture ortofrutticole occupano le aree di
fondovalle e risultano in espansione.
La struttura industriale calabrese è ancora oggi alquanto debole con un elevato
distacco dalla realtà economica nazionale e da quella del mezzogiorno stesso.
Il tessuto industriale calabrese è composto in massima parte da aziende aventi
caratteristiche artigianali e stagionali; per la maggior parte sono concentrate
nelle aree industriali di Reggio Calabria, Sibari, Crotone, Lamezia Terme e nella
zona del golfo di Policastro. Ad esse si è aggiunta recentemente l'area portuale
di Gioia Tauro.
'--INTERCROSS
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28.10.2005
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO :
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Le industrie con maggiore numero di occupati sono quelle alimentari, tessili del
legno e delle costruzioni.
Ambito di influenza potenziale
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, il principale criterio per definire
l'ambito di influenza potenziale di un impianto, si basa sulla correlazione tra le
caratteristiche generali dell'area e le potenziali interazioni connesse alla
tipologia dell'impianto stesso.
Viene così individuata l'estensione del territorio circostante il sito entro la quale
gli effetti delle interazioni si esauriscono o diventano trascurabili.
Nel caso specifico, considerando le caratteristiche dell'area nella quale è
ubicato l'impianto, il tipo di intervento in progetto, sulla scorta dell'esperienza di
impianti analoghi è stata assunta cautelativamente un'area di circa 5 chilometri
di raggio, centrata sul sito, tenendo presente che, per alcune componenti, gli
effetti ambientali dell'impianto si esauriscono prima di giungere a tale distanza.
Riguardo alle interferenze prodotte dal progetto sono state individuate le
principali componenti ambientai i interessate e le cause di interferenza:
• atmosfera: per le emissioni saltuarie di gas naturale e dei prodotti della
combustione dei dispositivi che utilizzano il gas naturale in situazioni di
emergenza quali i rigassificatori a fiamma sommersa, gli sfiati della rete di
alta e bassa pressione, il generatore di emergenza ecc.;
• ambiente idrico: in relazione al rilascio delle acque fredde del sistema di
rigassificazione ed agli scarichi delle acque reflue trattate;
• suolo e sottosuolo: per la realizzazione delle opere di fondazione e
sottofondazione degli edifici, dei serbatoi del GNL e dei macchinari;
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PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
Doe N°
UNIT:\ SHEEf45/92\REV1 l0 \i :
SUBJECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
• vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi: per le emissioni atmosferiche
saltuarie e per la rumorosità;
• rumore,' per le emissioni in fase di costruzione e di esercizio;
• paesaggio: per l'influenza delle nuove opere sull'assetto paesaggistico
attuale.
Di seguito, per ciascuna componente ambientale saranno analizzate le
interferenze ambientali prodotte.
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4.1.2 Emergenze ambientali storiche e artistiche nell'area vasta
La Piana di Gioia Tauro è classificata, per la sua origine geologica e la
successiva evoluzione morfologica, come area "depressa". Essa si è generata
da un sollevamento tettonico differenziale. I due rilievi a nord e a sud, dove si
ergono rispettivamente Nicotera e Palmi, si sono sollevati più velocemente
rispetto agli altri versanti, condizionando i percorsi dei corsi d'acqua che hanno
assunto un andamento centri peto in direzione della Piana. Nell'area centrale
"depressa" si sono accumulati i detriti fluviali che hanno formato una "conoide"
che ha il suo apice su Cittanova.
L'intera area si presta ad una lettura visiva sintetica: l'ampia zona in pianura che
lascia immaginare l'antico golfo, offre un paesaggio fortemente antropizzato
formato da grandi aree coltivate e piccole aree urbanizzate. Essa è contenuta in
un anello formato da torrenti che confluiscono a nord nel fiume Mesima e a sud
nel fiume Petrace. I corsi d'acqua segnano l'inizio dei versanti che cingono la
Piana e su cui sorgono numerosi centri abitati.
L'intera area si inserisce in un contesto paesaggistico e culturale fortemente
segnato da eventi naturali e storici relativamente recenti, la cui evoluzione, per
gli aspetti di sviluppo produttivo, è ancora in atto.
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DOC N° UNIT: REV 1
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I terremoti avvenuti fra il febbraio e il marzo del 1783, causarono gravi danni
oltre che ai centri abitati, allo stesso territorio della Piana la quale, già in
notevoli condizioni di disordine idraulico, veniva ridotta a un vero e proprio
pantano.
Il recupero dell'intera zona data intorno al 1820 ad opera del marchese
Nunziante che iniziò i lavori di bonifica in cambio della proprietà di buona parte
del territorio. La stessa area fu colpita, di nuovo pesantemente, dal sisma di
Reggio e Messina del 1908 che causò gravi danni a molti centri abitati. In
seguito, grazie ai provvedimenti presi negli ultimi decenni, anche per effetto
delle gravi alluvioni del 1951-'53, il territorio sottratto alla sterilità si è allargato
alla vasta bonifica di Rosarno e del bacino inferiore del Mesima.
I centri abitati si ergono in bellissima posizione a ventaglio sui primi terrazzi che
si affacciano sul golfo, ad eccezione di Gioia Tauro e Rosarno, che invece si
estendono in pianura; essi sono stati ricostruiti dopo le calamità suddette.
Diffusamente si leggono i segni pesanti dell'eccessiva e disordinata
urbanizzazione degli ultimi decenni. Fa eccezione Nicotera che non è stata
distrutta dal sisma del 1783 e si distingue oltre che per la magnifica posizione
su un ripido pendio che scende al golfo, per il suo bell'aspetto di cittadina antica
e ben conservata.
Mediamente, quindi, il patrimonio architettonico esistente, ristretto agli edifici
pubblici o religiosi, rapportato al contesto italiano, non è di grande valore
artistico, ma spesso assume importanza nei luoghi specifici o per il ruolo che i
vari edifici svolgono, o perché essi stessi contengono antiche opere d'arte
scampate alla distruzione. In ogni caso l'intera area non è stata interessata in
modo diretto dall'architettura e dall'arte che nei periodi storici di benessere della
Calabria si sono sviluppate rigogliose, lasciando altrove bellissime
testimonianze. La ricostruzione protratta si dalla fine del '700 a tutto 1'800, a
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volte risente dell'influsso illuministico, come nella impostazione urbanistica di
Palmi, spesso dell'eclettismo e del neoclassico imperanti nell'BOO.
Per la sua posizione geografica e le sue condizioni climatiche la Piana è una
zona molto fertile caratterizzata dai percorsi di numerosi corsi d'acqua che si
raggruppano a nord nel fiume Mesima e a sud nel fiume Petrace. L'immagine
che se ne trae percorrendola è quella di una zona intensamente coltivata con
prevalenza però di poche colture. Guardando la Piana dall'alto si distinguono
infatti ampi agrumeti soprattutto presso la costa, e oliveti, formati da piante
spesso secolari alte fino a 15 metri, che dalla pianura salgono fino ai primi
terrazzi.
Alla vocazione agricola dell'area, nel quadro del potenzia mento economico
calabrese, si sono affiancate scelte politiche miranti all'industrializzazione di
una parte della Piana, che hanno determinato la creazione di un importante
porto industriale a Gioia Tauro e di una vasta area destinata ad accogliere
grandi complessi industriali, con relative infrastrutture, che va da nord di Gioia
Tauro fino a sud di San Ferdinando ed è chiusa ad est all'incirca dalla linea
ferroviaria Re-SA.
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L N G MEDGAS TerminaI!DATE:
28.10.2005
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4.2 FATTORI E COMPONENTI AMBIENTALI PERTURBATI DAL PROGETTONELLE SUE DIVERSE FASI
4.2.1 Atmosfera
Situazione Ambientale attuale
Climatologia
La regione Calabria occupa la parte estrema meridionale della penisola italiana
protendendosi, anch'essa, come una penisola per circa 250 km tra il mar
Tirreno e il mar Ionio. Il suo territorio è di circa 15.000 km2 dei quali il 9% di
pianura, il 49.2% di collina ed il 41.8% di montagna. Esso è pertanto quasi
completamente occupato da rilievi con pianure molto ristrette e limitate a brevi
tratti compresi fra questi ed il mare.
La Calabria come tutte le regioni meridionali italiane risulta caratterizzata da un
clima denominato "mediterraneo" i cui elementi caratteristici sono il divario
termico poco notevole tra estate ed inverno, la piovosità non eccessiva e venti
di mutevole provenienza. Più in particolare si rileva una rapida successione,
dalle coste alle cime più elevate, di climi che vanno da quello più mite costiero a
quello alpino che peraltro conosce mitigazioni insperabili in zone d'altitudine.
Per quanto riguarda la distribuzione annuale delle precipitazioni predomina un
regime con due soli estremi: un culmine più o meno lungo in inverno ed un
minimo in estate. Sul versante tirrenico tale minimo estivo è meno pronunciato
rispetto al versante ionico.
Analizzando la temperatura dell'aria, si può evidenziare come l'influsso
marittimo faccia sentire i suoi effetti prevalentemente lungo la costa e si
esaurisca procedendo nell'entroterra. La temperatura è comunque ed ovunque
mite, con valori medi annui di 17-18°C sulle coste e 10-11 °C sui rilievi.
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L'andamento generale dei venti risulta in gran parte determinato dalle particolari
caratteristiche orografiche locali specie nelle stagioni calde in cui prevalgono la
pressioni livellate con venti deboli a carattere di brezze di mare e di terra.
Il sito in studio si trova sulla costa occidentale tirrenica della Calabria, nel
settore mediano del golfo di Gioia Tauro che è delimitato a Nord da Capo
Vaticano e si estende verso SSW fino a Palmi. L'entroterra è costituito da una
pianura che si estende per circa 15-18 km ed è circondata da rilievi elevati;
caratteristica comune delle pianure costiere calabre. La pianura è attraversata
da due fiumi: il Mesima nella sua parte settentrionale che discende da NE
attraverso un'ampia valle ed il Petrace a Sud che porta al mare la acque di
diversi torrenti.
Le condizioni climatiche del sito seguono quelle generali della regione e del
versante tirrenico in particolare.
Stato attuale della qualità dell'aria e normativa di riferimento
L'area del sito prescelto è caratterizzata dalla presenza di alcune industrie, le
cui emissioni sono relativamente contenute, dell' Autostrada A3 Napoli
Reggio Calabria e della Strada Statale n. 18. Sono invece assenti, tra le
principali fonti di inquinamento, zone intensamente urbanizzate con le relative
emissioni da traffico e impianti di riscaldamento domestico. In base a tale
situazione si può ritenere che lo stato della qualità dell'aria sia comunque quello
tipico di zone rurali e quindi abbastanza buono.
L'unico inquinante di interesse emesso dall'impianto è il biossido di azoto
(N02), che è contenuto insieme al monossido (NO) nella miscela dei gas di
combustione. In tale miscela il monossido, che è molto meno rilevante ai fini
dell'inquinamento, è sempre in quantità maggiori rispetto al biossido.
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Normalmente infatti il biossido di azoto costituisce circa il 5-10% della miscela,
mentre nelle successive valutazioni è stato ipotizzato che tale valore
corrisponda al 10%.
La normativa sulla qualità dell'aria è stata recentemente aggiornata (D.M.
Ambiente - 2 aprile 2002 n. 60 - Recepimento della direttiva 1999/30/CE del
Consiglio del 22 aprile 1999 - G.U. 13 aprile 2002, n.8?). Sono stati introdotti
nuovi limiti sui valori medi annui per la protezione della salute umana (40 jJg/m3
di N02) e per la protezione della vegetazione (30 IJg/m3 di NOx). Mentre il
precedente limite del 98° percentile (il cui valore limite di 200 IJg/ m3 poteva
essere superato per circa 175 ore/anno), è rimasto uguale in valore assoluto
ma è stato elevato a circa il 99,8° percentile (con una conseguente possibilità di
superare il limite di cui sopra per 18 ore/anno). Comunque, la nuova legge
prevede che i nuovi limiti siano raggiunti con gradualità entro il 2010, ciò anche
per consentire un ragionevole lasso di tempo per i necessari adeguamenti.
La normativa prevede, per l'NOz, oltre ai valori limite già citati, validi su tutto il
territorio nazionale, anche soglie di attenzione ed allarme per le grandi aree
urbane.
Vale la pena di sottolineare come il legislatore, nel fissare i valori limite (98° o
99,8° percentile) abbia tenuto conto anche del verificarsi delle condizioni
meteorologiche più sfavorevoli ai fini della diffusione atmosferica. Infatti, per
dirla in altri termini, è stato stabilito che nella grande maggioranza dei casi (98 o
99,8% delle situazioni) la concentrazione di N02 debba essere inferiore al
valore limite (200 IJg/m3) e solo nei restanti casi, corrispondenti alle situazioni
più sfavorevoli, ma di scarsa frequenza, possa essere superato.
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Stima deali effetti dell'imoianto
Relativamente alla fase di esercizio, le emissioni gassose del terminale sono
dovute alla turbina a gas del generatore elettrico da 20 MW che utilizza il gas
naturale con un consumo di 5000 Nm3/h di GN e rilasci di 160.000 Nm3/h di
effluenti gassosi con una concentrazione di NOx nei fumi pari a 50 mg/Nm3.
Inoltre soltanto in condizioni di transitori e/o di emergenza sono possibili
emissioni dai seguenti sistemi:
• sistema di rigassificazione a fiamma sommersa del GNL;
• sfiati di alta pressione provenienti dal sistema di rigassificazione;
• sistema scarico prodotti di combustione sfiati gas bassa pressione.
In base alle caratteristiche meteorologiche del sito ed alla conoscenza delle
emissioni aeriformi dai camini e dagli sfiati dei suddetti sistemi è possibile
prevedere i contributi di questi alle concentrazioni al suolo di inquinanti.
A tale riguardo si sottolinea che, sia i valori limite, sia i valori guida (della
vecchia e nuova normativa) sono riferiti all'arco temporale di un anno, e quindi
più facilmente confrontabili con gli effetti di sorgenti di emissione continua come
centrali termoelettriche, impianti petrolchimici, ecc. Nel nostro caso le emissioni
avvengono, ad esclusione della turbina a gas del generatore elettrico da 20
MW, soltanto in condizioni di emergenza e per periodi molto limitati.
E' stata comunque effettuata, con ipotesi estremamente cautelative, una
valutazione delle concentrazioni al suolo degli ossidi di azoto ipotizzando un
periodo di funzionamento continuo di durata di gran lunga maggiore di
qualunque realistica ipotesi.
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DOC N°
UNIT:\ SHEET52/92\REV1 \0 \\ \
SIA. - SINTESI NON TECNICA
Per quanto riguarda i contributi dell'impianto nelle zone di massima ricaduta, si
può osservare che, relativamente al valore medio annuo di N02 e NOx essi
presentano un massimo inferiore ad 1 ~g/m3 (dell'ordine del 3 % circa rispetto
al limite di NOz per la protezione della salute umana e al limite di NOx per la
protezione della vegetazione). Si sottolinea che tali massimi si verificano nella
stessa area di impianto o in ristrette aree ad essa molto prossime scarsamente
popolate. Nelle altre zone circostanti, siano essi centri abitati, sia zone
scarsamente popolate, i valori risultano notevolmente più contenuti e dell'ordine
della frazione di ~g/m3 e quindi del tutto trascura bili.
Per quanto riguarda il 99,8° percentile delle concentrazioni al suolo di N02,
esso può raggiungere un massimo inferiore a 1O ~g/m3, sempre limitatamente a
ristrette aree molto prossime all'impianto e non abitate, in cui si ha la massima
ricaduta. Nelle zone circostanti e nei nuclei abitati più prossimi, tale valore
risulta ridotto di oltre un fattore 3 circa. Si tratta pertanto di un contributo
contenuto, anche alla luce dei nuovi e più stringenti limiti fissati dalla recente
normativa pari a 200 ~g/m3. Analoghe considerazioni sono valide anche per il
raffronto degli effetti dell'impianto con i livelli di attenzione e di allarme.
In conclusione, la qualità dell'aria complessiva dell'area, classificabile come
buona e che attualmente rispetta con buoni margini i valori stabiliti dalla vigente
normativa, non subirà modifiche di apprezzabile entità a seguito della
costruzione e dell'esercizio dell'impianto.
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DOC N° : UNIT:
4.2.2 Ambiente Idrico
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Situazione Ambientale attuale
Idrologia
La realizzazione dell'impianto non comporta interazioni con il sistema delle
acque interne; tuttavia, per completezza, sono qui presentate le principali
informazioni sulle caratteristiche idrologiche dei corsi d'acqua dell'area.
Fiume Mesima
Il fiume Mesima ha un bacino di circa 815 km2 esso drena le acque di una vasta
zona che va dal M.Poro a nord, alla Catena della Serre da est a sud est. I suoi
affluenti di destra (Cinnarello e Mammella) hanno un andamento parallelo, ma
sono poco sviluppati, data la modesta altezza del M. Poro (710 m), mentre gli
affluenti di sinistra hanno un notevole sviluppo sia lineare che areale ed un
andamento a raggiera. Questi sono tre, il Marepotamo, il Metramo ed il Vena.
Fiume Petrace
Il bacino del fiume Petrace drena il versante settentrionale dell'Aspromonte ed
ha una superficie di circa 460 km2 .
Il profilo in alveo del Petrace presenta un andamento regolare vistosamente
interrotto, fra quota 150 e 300, da un amplissimo gradino morfologico (circa 150
m di dislivello ed oltre 6 km di larghezza) seguito da un secondo gradino meno
marcato fra le quote 400-450, impostato nei terreni ghiaioso-sabbiosi del
Pleistocene, indice di un importante fase di ringiovanimento del fiume.
"--- INTERCROSS
CLIENT:
PROJECT:
L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
DOC N° UNIT:
Piana di Gioia Tauro
REV 1
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La Piana ha una forma ellittica, orientata SE-NW, profonda circa 16 km (fino
alla q. 200).e circa 230 km2 di superficie. La pendenza media è poco superiore
all'1%.
Fino all'inizio delle opere di bonifica idraulica nel 1818, la Piana era occupata
da ampie depressioni dove ristagnavano le acque pluviali e si depositavano
argille e torbe. Lo stesso T.Budello, a sud, costituiva l'emissario di ampie paludi
che si stendevano ad ovest di Rizziconi. Con il nuovo assetto idraulico imposto
dall'opera di bonifica, veniva assicurato il drenaggio della Piana, convogliando
le acque superficiali nei torrenti: Vacale, Parruni Vena e Budello.
L'unico corso d'acqua relativamente naturale è il T.Budello lungo circa 11 km,
che presenta una pendenza intorno allo 0.65% per oltre due terzi del suo corso
ed è completamente canalizzato dalla Foce fin sotto Drosi.
Acque costiere
Circolazione delle correnti marine
La corrente marina superficiale che, attraverso lo stretto di Gibilterra, diffonde
nel bacino algerino-provenzale del mediterraneo e da questo, attraverso il
canale di Sicilia, raggiunge il bacino levantino interessa marginalmente anche il
Tirreno meridionale.
Un ramo secondario di tale corrente passa più a N, attraverso il canale di
Sardegna, lambisce la costa settentrionale della Sicilia e quella delle penisola
italiana, dirigendosi prima verso NE, quindi verso N e NW e dando origine a un
movimento generale rotatorio, antiorario che caratterizza la circolazione del Mar
Tirreno.
L INTERCROSS
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PROJECT:
L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
DOC N° UNIT: REV il
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Su tale movimento generale si innesta, nella parte più meridionale del Tirreno,
nelle immediate vicinanze dello stretto di Messina, un campo di correnti
oscillanti, indotte dalla differenza di fase della marea che si verifica tra i bacini
tirrenico e ionico.
Stima deali effetti dell'impianto
Idrologia
Le esigenze idriche connesse con la realizzazione dell'impianto sono stimabili
durante la fase di costruzione in circa 80 m3/giorno.
In fase di esercizio, l'acqua per usi industriali vari è stimabile in circa 10 m3/h,
per un totale annuo di circa 80.000 m3. Il fabbisogno massimo di acqua potabile
è stimato in circa 10 m3/giorno. L'acqua dolce per gli usi del terminale sarà
derivata dall'acquedotto industriale presente; le acque reflue, previo
trattamento, saranno successivamente rilasciate al Mar Tirreno.
Per quanto riguarda gli effetti dell'impianto, il prelievo principale in normale
esercizio è costituito dal prelievo di acqua di mare per il sistema dei
vaporizzatori "open rack". La portata di acqua prelevata è di circa 8,3 m3/sec,
pari a circa 30.000 m3/h. Essa fornisce il calore di evaporazione al GNL
raffreddandosi di circa 6 - 7°C. Il prelievo sarà effettuato mediante una
condotta posta in vicinanza del pontile e restituita al mare senza subire ulteriori
modifiche chimico fisiche oltre al suo raffreddamento.
Qualità delle acque
Gli effluenti liquidi, prodotti durante la fase di costruzione, sostanzialmente di
tipo civile, sono stimabili in circa 25 m3/giorno. Essi saranno convogliati ad un
impianto di depurazione e quindi inviati al Mar Tirreno. Le acque piovane,
~INTERCROSS
Doe N°
CLIENT:
PROJECf:
UNIr:
L N G MEDGAS Tenninal
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO---_ .._._-~_.._-_.
56/92
SIA.-
DATE:
28.10.2005
REV \ 1
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sicuramente non inquina bili saranno inviate al Mar Tirreno previo passaggio in
una vasca di prima pioggia.
In fase di esercizio i rilasci liquidi dell'impianto sono quelli provenienti dal
sistema di trattamento acque reflue. I rilasci del sistema di trattamento delle
acque reflue ammontano a circa 50.000 m3/anno. Essi saranno
successivamente rilasciati al Mar Tirreno, previo controllo delle caratteristiche
chimico - biologiche.
Questi ultimi presenteranno nel loro complesso concentrazioni di inquinanti tali
da rispettare con congrui margini gli stringenti limiti della vigente normativa
(D.Lgs. 152/99 e D.Lgs 258/00 ).
Rilascio termico in mare
La sola sorgente di rilascio termico è l'acqua di mare proveniente dal sistema di
vaporizzazione "open rack" del GNL, la cui portata sarà di circa 30.000 m3/h
(8,3 m3/s). Essa viene raffreddata di circa 6 - r C per fornire il calore
necessario all'evaporazione del GNL.
Sulla base di valutazioni effettuate per impianti analoghi ed in presenza di
fondali meno profondi (Terminale GNL di Monfalcone, SIA) si può affermareche:
• la variazione di temperatura sul fondo marino indotta dallo scarico scende
al di sotto dei 30 C, a distanze inferiori ai 100 m dallo scarico;
• la variazione di temperatura è inferiore a 1°c a distanze inferiori a 700 m;
• entro il raggio di 1 km la variazione media è inferiore a 0,30 C.
L INTERCROSS
! CLIENT:;
i PROJECT:
L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
!DATE:
28.10.2005
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Si ritiene che dati gli ampi margini esistenti sui valori di normativa (variazione
< 3°C entro 1000 m dallo scarico),sia possibile assicurare il pieno rispetto della
normativa vigente.
"'jCLIENT:
INTERCROSSPROJECf:
L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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28.10.2005
Doe N° \ UNIr:
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4.2.3 Suolo E Sottosuolo
Situazione ambientale attuale
Lineamenti geologici e geomorfologici generali
L'area del progetto si trova lungo il tratto di costa tirrenica che delimita il
margine occidentale della pianura di Gioia Tauro-Rosarno (a SE di San
Ferdinando). Gli aspetti morfologici d'insieme di questa area sono connessi alla
depressione tettonica orientata NE-SO (estesa circa 60 km in lunghezza). In
particolare, l'area è ubicata al bordo occidentale di una vasta zona pianeggiante
terrazzata che digrada debolmente verso mare; a ridosso della pianura inizia la
zona collinare disposta ad anfiteatro che, a sua volta (verso E), si raccorda con
i rilievi granitoidi delle Serre.
A N il sito è delimitato dal promontorio Capo Vaticano-Monte Poro mentre verso
E la valle del F. Mesima separa il promontorio di Monte Poro dalle Serre. Verso
S-SE la piana e la zona collinare si raccordano con i rilievi granitoidi
dell'Aspromonte. Nell'area sono riconoscibili morfologie a gradinata formate in
prevalenza da lembi di terrazzi marini; questi corrispondono ad una decina di
antichi livelli marini dell'ultimo milione di anni che si ritrovano nel tratto di costa
compreso tra il Golfo di S. Eufemia e lo Stretto di Messina e marcano
significativi episodi di sollevamento avvenuti di recente nell'area.
Riguardo alla morfologia dei fondali marini antistanti il margine costiero della
piana, la piattaforma continentale risulta piuttosto stretta rispetto alla media
considerato che l'isobata -200 m si trova ad una distanza massima dalla costa
di 7-8 km (che si riduce fino a 1 km all'altezza di Capo Vaticano ed anche a
meno all'altezza di Palmi). A largo, la profondità aumenta fino a raggiungere
15001-2000 metri in corrispondenza del Canyon di Stromboli, disposto ad una
cinquantina di km dalla costa in direzione NE-SO. In corrispondenza
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CLIENT:
PROJECT:
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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28.10.2005
UNIT: REV : 1
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dell'isobata -50 m (compresa tra 200 e 700 m dalla costa), la continuità della
piattaforma risulta interrotta dalla presenza di alcune marcate incisioni
perpendicolari alla costa (canyon). Uno di questi si trova davanti l'imbocco del
porto di Gioia Tauro ed è caratterizzato da versanti con pendenze molto elevate
e da varie diramazioni verso l'apice.
Talora, settori sommersi del litorale compreso tra la foce dei Fiumi Mesima e
Petrace sono contraddistinti da una morfologia irregolare dei fondali anche in
zone piuttosto vicine alla costa. La batimetria di dettaglio nei settori contigui
risulta solitamente caratterizzata da una prima fascia a debole pendenza (5
15%) comprendente una barra principale posta a 100-150 metri dalla costa ed
una seconda fascia a maggiore pendenza (oltre il 20%) a profondità comprese
tra 10 e 30 m che si raccorda quindi a zone più profonde della piattaforma
aventi pendenze minori.
Nell'insieme, sulla base dei dati batimetrici ENEL (anni 1985-86) il litorale
sommerso risulta caratterizzato da una sostanziale stabilità a lungo termine
(nonostante alcune variazioni stagionali) ed è interessato da una modesta
tendenza all'arretramento della linea di costa.
Da un punto di vista della geologia, la piana di Gioia Tauro è ricoperta dai
sedimenti dei cicli marini plio-pleistocenici, a loro volta ampiamente ricoperti da
coltri sedimentarie di modesto spessore formate dai depositi continentali
olocenici-attuali; questi ultimi costituiscono i sedimenti a maggiore diffusione
areale.
L'assetto geologico-stratigrafico di questo settore della Calabria tirrenica
rappresenta il risultato di una serie di episodi tettonici che hanno provocato
dislocazioni nel substrato cristallino e nelle formazioni neogeniche. In
particolare la storia sedimentaria di quest'ultime è stata influenzata proprio dai
~ INTERCROSS
CLIENT:
PROJEcr:
L N G MEDGAS Tenninal
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
DOC N° UNIr: REV 1
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fenomeni di sollevamento differenziale che si sono qui verificati e che in parte
risultano ancora attivi. I principali sistemi di faglie che interessano e che
delimitano la depressione tettonica nella quale si è impostato il bacino
sedimentario di Gioia Tauro-Rosarno, sono orientati secondo direzioni NO-SE e
NE-SO.
Da un punto di vista idrogeologico, le formazioni presenti possono essere
raggruppate in differenti complessi idrogeologici ognuno dei quali caratterizzato
da proprie caratteristiche di permeabilità.
Secondo i dati di indagini eseguite fin dal 1984 per conto ENEL il complesso
delle formazioni sedimentarie più permea bili ospita una falda freatica il cui
andamento d'insieme delle isofreatiche indica una circolazione delle acque
sotterranee prevalentemente verso la costa, talora con locali perturbazioni
dovute a variazioni di permeabilità.
Nell'area d'interesse e nelle sue immediate vicinanze il livello della falda
principale si ritrova ad una profondità variabile solitamente tra i 10 ed i 30 metri
dal p.c. (le oscillazioni stagionali sono dell'ordine dei 2-3 m). Negli ultimi anni il
livello della falda è diminuito soprattutto a causa del costante emungimento per
usi agricoli dai pozzi sparsi nella piana.
Di norma la falda risulta in rapporti diretti con i corsi d'acqua presenti nella piana
che a quote più basse assumono la funzione di assi di drenaggio. Lungo la
costa la falda è soggetta ad intrusioni di un cuneo di acqua marina; in genere la
profondità dell'interfaccia tra l'acqua salata (sotto) e l'acqua dolce (sopra) risulta
direttamente proporzionale alla quota s.l.m. del livello libero della falda.
Con riferimento a quanto esposto finora, può essere affermato che la
realizzazione dell'impianto industriale non produrrà effetti di rilievo sull'assetto
~ INTERCROSS
DOC N°
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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geomorfologico e geologico in quanto le attività costruttive di tipo civile (in
prevalenza scavi e riporti) saranno realizzate all'interno dell'area dell'impianto.
Anche il quadro idrogeologico dell'area, proprio in considerazione di quanto
sopra esposto secondo cui il livello libero della falda nelle condizioni più
prossime al p.c. si trova ad una profondità attorno alla decina di metri, la falda
non subirà perturbazioni di rilievo durante le diverse fasi costruttive anche
tenuto conto che nel progetto dell'impianto non sono previste opere da
realizzare in parte o totalmente in profondità.
Occorre inoltre sottolineare che comunque durante il corso dei lavori il livello
della falda sarà costantemente monitorato. Tenuto conto infine della posizione
della falda si ritiene che possano essere esclusi eventuali intrusioni del cuneo
salino verso l'entroterra.
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CLIENT:
INTERCROSSPROJECT:
L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
Doe N° \ UNIT:
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4.2.4 VegetazioneFlora FaunaEcosistemi
Ambiente terrestre
Vegetazioné e flora
L'area di studio fa parte della Piana di Gioia Tauro. Una pianura costiera
formata da depositi alluvionali. È solcata dai fiumi Mesima e Petrace.
Gli ambienti più caratterizzanti gli aspetti vegetazionali nell'area di studio
rappresentati in Figura 5 sono i seguenti:
Aree boschive
Le formazioni tipiche sono la macchia che occupa le fasce mediterranea e
mediterranea-arida, caratterizzata dal carrubo e dall'oleastro, e la lecceta che
occupa la fascia mediterranea temperata e l'esemplare tipico è il leccio;
entrambi possono essere accompagnati da fillirea, lentisco, mirto, ginepro ecorbezzolo.
I singoli appezzamenti di bosco o meglio le formazioni a macchia presenti sono
ormai di limitata estensione; mentre le leccete si riscontrano nella zona più
strettamente collinare dell'area di studio.
Nell'area si ritrovano modeste pinete litoranee, che rappresentano ormai una
parte tipica del paesaggio mediterraneo. Le specie arboree rappresentate sono
il pino domestico, il pino marittimo e il pino d'Aleppo. Infine, sono presenti alcuni
rimboschimenti ad eucalipto e/o tamerici.
Aree agricole
Attualmente spiccano le coltivazioni ad agrumi, ulivi ed alcuni frutteti, che si
alternano ad aree destinate a vigneto anche se tale coltivazione è in regresso.
L N G MEDGAS Terminal
INTERCROSS ENGINEERING – S.I.A. IMPIANTO DI RIGASSIFICAZIONE GNL DI GIOIA TAURO
Fig. 5: Uso del suolo ad indirizzo vegetazionale (1:50000)
~INTERCROSS
DOC N°
CLIENT:
PROJECT:
UNIT:
Ambiti fluviali
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNOMM.M ••• •••••••••••••• h
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DATE:
28.10.2005
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Nell'area la maglia idrica è dominata dai fiumi Mesima e Petrace, sono presenti
alcuni torrenti minori come il Budello.
In genere, lungo i fiumi non s'incontrano dei veri e propri boschi ripariali, ma
sono le rive, a volte, ad essere bordate da filari alberati e arbusti per via della
richiesta da parte dell'uomo di terreni sfruttabili economicamente. Lungo il corso
del fiume Mesima è ancora possibile ritrovare lembi di vegetazione con aspetto
di bosco ripariale.
La vegetazione arborea e cespugliosa spondale è formata principalmente dai
salici e ontani, e meno prossimi all'acqua i pioppi. Inoltre, a stretto contatto con
l'acqua, laddove questa rallenta sono ben rappresentate la cannuccia di palude
e le tife.
Aree urbane ed industriali
L'urbanizzato comprende l'area urbana di S. Ferdinando, Gioia Tauro e diverse
frazioni minori, le aree industriali, e gli insediamenti sparsi per lo più di servizio
all'attività agricola con le relative infrastrutture viarie.
La vegetazione presente è costituita da formazioni di minimo interesse
vegetazionale comprendendo essenze ornamentali e/o produttive minori
(orticole).
L'evoluzione delle comunità vegetali che insistono nell'area oggetto di studio è
pressoché interamente condizionata dall'utilizzo del territorio da parte
dell'uomo. In assenza di intervento non si prevedono cambiamenti nell'uso del
suolo e quindi nella flora e vegetazione presente.
''-.-INTERCROSS
Doe N°
CLIENT:
PROJECf:
UNIT:
L N G MEDGAS Terminai
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO------"----------------- ..-------. 64/92! REV
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NON TECNICA
DATE:
28.10.2005
1
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E' prevedibile, dalle caratteristiche dell'area, che la realizzazione dell'impianto
non influirà in maniera apprezzabile su queste componenti biotiche, dato che
esso è di dimensioni limitate ed interesserà una porzione di territorio in cui non
sono presénti fitocenosi naturali, ma solo agroecosistemi con prevista
destinazione ad uso industriale.
Durante l'attività di cantiere vi possono essere interazioni dovute alla
formazione di polveri (movimento mezzi, attività di trivellazione, ecc.). La
produzione di polveri potrà interferire soprattutto con l'apparato fogliare della
vegetazione. Questo tipo di impatto può essere minimizzato con accorgimenti,
quali il frequente innaffiamento dei terreni dove si svolgono i lavori, e quindi si
può considerare ininfluente per la componente ambientale esaminata, anche in
relazione al fatto che tale interazione si esaurirà al termine della fase di
costruzione.
In relazione alle caratteristiche dell'opera non sono ipotizzabili interazioni in
fase di esercizio.
Fauna ed Ecosistemi
Per una migliore comprensione sulla distribuzione dei popolamenti faunistici, e
sulle loro esigenze ecologiche, la componente "fauna" è descritta per i diversi
ecosistemi presenti nell'area di studio.
Nell'area in esame sono individuabili 4 unità ecosistemiche (U.E.):
Unità Aree boschive
Le formazioni boschive presenti sono, seppur caratterizzate da una discreta
vegetazione, di limitata estensione; una superficie così frazionata limita il
numero delle specie ornitiche che occupano i vertici delle piramidi alimentari
(es. i rapaci), ma la percentuale degli altri uccelli è comunque importante.
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CLIENT: DATE:
INTERCROSS
L N G MEDGAS TenninalPROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DOC N°
UNIT:!SHEET65/92I REV1 i o II !
SUBJfCT
SIA - SINTESI NON TECNICA
Per gli Anfibi è da rilevare la presenza della raganella e tra i Rettili il biacco. Fra
i Mammiferi si possono ricordare l'istrice, la volpe, il tasso, la puzzola e il topo
selvatico.
Nel sistema delle Pinete Iitoranee, la fauna è nel complesso meno ricca che
quella presente nelle zone boscate o a macchia, ed annovera quasi specie
esclusivamente banali di scarso o nessun interesse conservazionistico; è
costituita principalmente da uccelli e mammiferi di piccola taglia.
Unità Colture agricole
Nell'area indagata l'agricoltura è praticata con tecniche di tipo intensivo che
generano un mosaico ambientale piuttosto povero. Negli ecosistemi delle
colture agricole va segnalato una generica riduzione del patrimonio faunistico.
Per quanto riguarda gli uccelli si segnalano la gazza, nonché per gli ambienti
più aperti alcune specie di rapaci, diurni come la poiana, il gheppio e notturni
come la civetta e il gufo, che utilizzano queste aree come territorio di caccia di
micromammiferi, rettili, ecc.; si segnalano il rospo comune e alcune specie di
rana tra gli Anfibi; tra i Rettili si ricordano la lucertola, il ramarro e il biacco tutte
specie a vasta distribuzione in ambito regionale ed in Italia. Per i Mammiferi,
sono presenti il riccio, la talpa romana, il topo selvatico, l'arvicola terrestre,
nonché la lepre, l'istrice, la volpe, la donnola e la faina.
Unità Rete idrografica
La presenza di ambienti umidi e ripariali costituisce un elemento di
diversificazione ecosistemica e paesaggistica nel territorio esaminato. Tali
habitat sono localizzati, lungo il percorso dei corsi d'acqua maggiori (Fiume
Mesima e Petrace), e di alcuni fossi minori.
INTERCROSS
CLIENT:
PROJECf:
L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
i DATE:
28.10.2005
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SUBJECT SIA - SINTESI NON TECNICA
I fiumi compresi nell'area di studio sono nel loro tratto finale con una qualità
dell'acqua tipicamente adatta a specie poco esigenti come carpe, tinche e
anguille; nei pressi delle foci si possono rinvenire cefali. Tra gli Anfibi si segnala
il tritone italiano come ormai sporadico, mentre sono presenti la rana verde e il
rospo comune. I Rettili sono limitati con ogni probabilità alla sola biscia dal
collare. I Mammiferi presenti sono all'incirca gli stessi dell'unità ambientale delle
colture agricole con le specie legate agli ambienti umidi più diffuse.
L'ecosistema della foce del fiume Mesima si distingue per la presenza
dell'avifauna, come le sterne, i gabbiani e le sule.
Unità Aree urbane ed industriali
L'area vasta include anche nuclei abitativi minori, per lo più di tipo rurale,
costituiti da abitazioni, rimesse agricole e stalle. Nell'intorno sono presenti il
centro abitato di S. Ferdinando e Gioia Tauro. Si segnala per le dimensioni
l'area di contorno al Porto di Gioia Tauro, area di sviluppo, attualmente incolta
e/o priva di vegetazione, assimilabile ad area industriale.
Gli ambienti urbani ed industriali ospitano una fauna legata alle coltivazioni, per
quanto riguarda l'alimentazione, e ai manufatti umani, per quanto concerne i siti
di costruzione del nido.
Tra i Rettili, è presente la lucertola muraiola ed il ramarro; per gli Uccelli le
specie presenti sono per lo più ubiquitarie come rondini, tordi, cince, fringuelli,
cornacchie. Per quanto riguarda i Mammiferi sono presenti soprattutto topi e
ratti.
In assenza di intervento, la tendenza generale, nell'area con marcati caratteri di
sfruttamento agricolo del suolo, è quella di una progressiva riduzione della
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CLIENT:
PROJECT:
DATE:
L N G MEDGAS TerminaI28.10.2005
oDe N° UNIr:
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO---------------; SHEET 67 /92 l REV ! 1
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SIA - SINTESI TECNICA
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"-~
diversità ambientale e di un conseguente depauperamento della ricchezza
faunistica.
Il sito proposto per la localizzazione si colloca nel!' ASI della Provincia di Reggio
Calabria, circondato dall'ambito agricolo. L'habitat sottratto è relativo all'U.E.
"Colture agricole" ed in parte incolto, quindi è relativamente banale e di
nessuna importanza, per quanto concerne le sue funzioni nei confronti della
flora e della fauna.
Il rumore prodotto dalle attività connesse al progetto interesseranno le fasce
circostanti il sito in alcuni periodi specifici della costruzione. Per gli effetti
prodotti dalla diffusione di rumori sul comportamento della fauna vertebrata
terrestre, osservazioni effettuate in situazioni analoghe a quella in esame,
inducono a ritenere, che la fauna locale reagirà alla presenza del cantiere
allontanandosi inizialmente dalle fasce di territorio circostanti il sito; in un
secondo tempo, per assuefazione ai rumori, tenderà a rioccupare tali habitat.
Occorre comunque considerare, che le unità ambientali interessate dalla
perturbazione sonora, presentano una diffusa presenza umana ed ospitano
comunità animali adattate alle attività dell'uomo.
L'impatto del rumore sulle componenti faunistiche, quindi, è previsto reversibile
e di modesta entità.
Le unità boschive di maggior interesse naturalistico, tenuto conto della tipologia
e delle dimensioni dell'impianto in oggetto, non è prevedibile che possano
risentire di effetti di apprezzabile entità, sia nella fase di costruzione sia in
quella di esercizio dell'impianto, in quanto situate ai margini dell'area e quindi a
distanze dell'ordine di alcuni chilometri.
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CLIENT: DATE:
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L N G MEDGAS Tenninal
PROJECf:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNODoe N°
UNIT:jSHEET68/92' REV1 IO iI I
SU8JECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
Da quanto sopra esposto, si può ritenere che l'insediamento dell'impianto
proposto non inciderà significativamente sugli equilibri generali e sulle tendenze
di sviluppo attuali delle componenti naturalistiche che costituiscono l'ecosistema
del territorio indagato.
Ambiente marino
L'ambiente marino è interessato soltanto per la realizzazione del pontile di
attracco delle navi, in quanto la maggior parte delle opere sarà effettuata in
ambito terrestre.
In generale, le acque costiere prospicienti l'area del Golfo di Gioia Tauro
complessivamente rientrano nello stato buono, tipico di acque moderatamente
produttive; mentre allontanandosi dalla costa (1000 m), le acque rientrano nello
stato elevato, tipico di acque scarsamente produttive.
Sotto l'aspetto igienico sanitario (dati Regione Calabria 1999) le acque ai sensi
del D.L. 470/82 sono risultate idonee alla balneazione, con un giudizio
generalmente sufficiente.
Il tratto di mare antistante il sito di S. Ferdinando, sotto il profilo della biologia
marina, presenta elementi comuni e diffusi in tutta la fascia della Calabria
tirrenica.
Nel complesso si osserva una normale successione di biocenosi, il cui
avvicendamento è strettamente connesso con la batimetria. Vengono di seguito
riportate le caratteristiche generali delle principali biocenosi bentoniche
potenzialmente presenti nell'area di studio.
'---INTERCROSS
CLIENT:
PROJECT:
L N G MEDGAS Terminai
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
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Biocenosi delle Sabbie Fini Ben Calibrate (SFBC)
Questa biocenosi, distribuita in tutto il Mediterraneo con caratteristiche simili, si
instaura su sabbie fini per lo più di origine terrigena, a profondità comprese tra i
2,5 e i 25 m. Essa è caratterizzata nella sua forma pura dalla scarsa presenza
di alghe o fanerogame marine. Il popolamento è esclusivamente animale.
BrocenosideiFanghiTerrigeniCosileri(VTC)
Proseguendo verso il largo, questa biocenosi diventa dominante nel
Mediterraneo e nell'area investigata, a partire dai 25 m di profondità fino al
limite della piattaforma continentale. Il popolamento di questa biocenosi èinteramente animale.
Le "azioni" che possono produrre effetti sull'ecosistema marino locale, durante
la fase di costruzione, sono il movimento del naviglio per il trasporto dei
materiali e del macchinario, per le operazioni di palificazione per la costruzione
del pontile e della piattaforma di attracco delle navi.
Gli effetti di queste "azioni" sulla comunità biologica della fascia marina costiera
si sviluppano attraverso influenze di vario ordine sulla rumorosità subacquea
(con trasmissione di vibrazioni al fondale), sulla qualità dell'acqua
(intorbidamento) e sulla disponibilità di spazio (occupazione da parte delle
opere), quest'ultima molto limitata perché la costruzione avviene su un ponti le
preesistente.
Le perturbazioni indotte, durante la costruzione, possono causare effetti
biologici di carattere limitato sia in termini spaziali che temporali; questi,
sostanzialmente, consistono in un impoverimento temporaneo della biomassa
delle aree direttamente interessate dalle operazioni, per l'azione combinata dei
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CLIENT:
INTERCROSSPROJECT:
L N G MEDGAS TenninalDATE:
28.10.2005
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GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
l SHEET 70/92 I REV._1..._ _ _.._._.._ __.__ _. L
SIA - SINTESI NON TECNICA
1 O
~
~
rumori sottomarini e dell'intorbidamento dell'acqua. L'ambito spaziale coinvolto
è relativamente modesto e gli effetti sono di tipo reversibile.
Durante la fase di esercizio, la biocenosi locale procede al progressivo recupero
degli impatti reversibili indotti dalle operazioni per la costruzione del terminale,
ed all'adattamento alla situazione ambientale che si crea per la permanenza
nell'ecosistema, dei manufatti marittimi e per la nuova attività che fa capo ad
essi.
Gli effetti legati all'esercizio derivano dal movimento del naviglio e dallo scarico
di acqua di mare utilizzata per la rigassificazione del GNL. L'influenza di queste
"azioni" sulla biocenosi marina locale si esercita per la rumorosità subacquea e
la perturbazione termica.
Per quanto riguarda gli effetti del movimento del naviglio, può valere quanto già
detto per la rumorosità delle imbarcazioni impegnate nella costruzione del
pontile; perciò si può ritenere che il disturbo arrecato alla biocenosi locale da
questa "azione" (allontanamento temporaneo di alcune specie dalla rotta delle
imbarcazioni) sia trascurabile.
Per quanto riguarda l'influenza della variazione termica, l'area perturbata, in cui
si ha un abbassamento della temperatura maggiore di 3°C, è inferiore a circa
100 metri dal punto di scarico, mentre a 1000 m la perturbazione è limitata ad
circa uno o due decimi di grado. Si sottolinea che in base alla vigente normativa
(D. Igs 152/99 e succ.), per gli scarichi in mare, la variazione di 3°C rispetto al
valore ambiente non deve verificarsi oltre i 1000 m dal punto di scarico.
Data la modesta estensione dell'area perturbata, anche nel caso di presenza
delle specie più sensibili, si ritiene che questa non possa innescare fenomeni
negativi per la comunità biologica locale.
L INTERCROSS
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L N G MEDGAS Tenninal
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28.10.2005
Doe N° UNIT: REV il
"'-j
"----
~
Si può concludere pertanto che la realizzazione delle opere in progetto può
indurre sulla biocenosi locale soltanto effetti di modesta importanza, ma non
può, comunque, influire significativamente sugli equilibri ecosistemici locali.
Emergenze naturalistiche
Nell'area di studio non sono presenti Siti d'Importanza Comunitaria (SIC) ai
sensi della direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat), e non vi sono Zone di
Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/409/CEE (Direttiva Uccelli);
(Fonte: D.M. 3 aprile 2000 "Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle
zone di protezione speciali, individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e
79/409/CEE").
Non sono inoltre segnalate specie di flora protette; né risultano presenti
elementi nel censimento degli alberi monumentali del Corpo Forestale dello
Stato.
In generale l'area non presenta, dal punto di vista f1oristico, entità di particolare
rilevanza.
"-'-------
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INTERCROSSPROJECf:
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28.10.2005
DOC N° l UNIT:
4.2.5 Rumore e Vibrazioni
La valutazione dell'impatto acustico è stata effettuata confrontando le stime dei
contributi alla rumorosità ambientale dell'impianto proposto con la situazione
preesistente. La caratterizzazione acustica dell'area potenzialmente influenzata
dalla costruzione e dall'esercizio dell'impianto, è stata effettuata sulla base di
~ esperienze in situazioni analoghe.
Per quanto riguarda i limiti di emissione/immissioni acustiche, nei Comuni di
San Ferdinando e di Gioia Tauro, la zonizzazione acustica non è ancora
disponibile. Comunque, relativamente all'area in esame, essa è contigua ad
aree a destinazione industriale e quindi dovrebbe essere classificata come "IV
Aree di intensa attività umana"; mentre l'area industriale del Porto può essere
considerata" VI Area esclusivamente industriale". Le aree circostanti esterne
all'area industriale, date le loro caratteristiche di zone rurali interessate da
attività che impiegano macchine operatrici, dovrebbero essere incluse nella
classe" 111Aree di tipo misto" od anche "IV Aree di intensa attività umana".
~
~
E' previsto inoltre il rispetto del limite differenziale di 5 dBA nel periodo diurno e
3 dBA (Leq) nel periodo notturno.
Le principali fonti di rumore nella zona sono dovute: al traffico veicolare della
S.S. 18 Tirrena Inferiore, alla Ferrovia Napoli-Reggio Calabria, dove il transito
dei convogli è particolarmente intenso (1 treno ogni 15' circa), alle attività
portuali ed alle macchine operatrici dei campi agricoli.
Da rilevare inoltre che il rumore del mare, sia per il moto ondoso sia per il
soffiare del vento costituisce una sorgente sonora di discreta importanza.
In periodo notturno, il traffico automobilistico cala sensibilmente e non vi sono
macchine agricole all'opera e questo incide sui livelli sonori, anche se
"--INTERCROSS
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PROJECf:
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Doe N° UNIT: REV 1
~
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L
permangono i rumori di origine industriale, e quelli dovuti al traffico ferroviario
anche se con una minore intensità.
In sintesi, si· possono assumere come riferimento per il rumore di fondo, sia
nella zona dove sorgerà l'impianto, sia nelle aree circostanti, i seguenti valori:
per il livello sonoro diurno 48-49 dBA e per livello sonoro notturno circa 40-42
dBA.
Si può ritenere che, in assenza di intervento, la situazione del rumore
ambientale resti stazionaria, o al più un leggero incremento dovuto al previsto
sviluppo industriale dell'area. L'analisi previsionale con intervento si può
distinguere in due fasi: costruzione ed esercizio.
Durante la fase di costruzione, nelle aree di cantiere opereranno mezzi diversi
come: escavatori, scraper, gru, pale, compressori, generatori, ecc., battipali.
La rumorosità ambientale indotta dalla costruzione dell'opera proposta varia in
funzione della fase realizzativa che si esamina. La fase di maggiore disturbo,
dal punto di vista dell'immissione acustica nell'ambiente, è quella relativa alla
realizzazione della piattaforma di scarico e di servizio ed in particolare
l'operazione di infissione dei pali di sostegno sul fondo marino, a causa della
necessità di utilizzare un maglio battipalo.
Per la stima previsiva del clima acustico durante le attività di cantiere, è stato
considerato il contemporaneo utilizzo di alcune macchine operatrici.
significativamente rumorose.
La valutazione dell'impatto acustico dell'opera proposta, in fase di cantiere,
nelle aree residenziali considerate, è stata effettuata adottando un approccio
semplificato che ha portato a esaminare l'attenuazione dovuta alla distanza,
quindi alla divergenza geometrica.
~INTERCROSS
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L N G MEDGAS Tenninal
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28.10.2005
DOC N° UNIr: REV 1
La valutazione è stata effettuata in corrispondenza degli edifici residenziali più
vicine al sito identificate nella Fig. 6
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R1, R2, R3: Aree residenziali
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~
Fig. 6 Schema semplificato dell'impianto e degli edifici residenziali più prossimi
Nella Tabella seguente sono mostrati i risultati della modellazione previsiva
nella fase di costruzione dell'opera in progetto, per le diverse aree residenziali
considerate.
LINTERCROSS
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L N G MEDGAS TerminaI
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DOC N° UNIT: REV 1
Risultati della modellazione previsiva del rumore diurno
~/
Punti di ricezione
RlR2R3
Contributo
(dBA)49,043.843.0
"-/
'~
Per quanto riguarda i limiti per la classe IV (65 dBA diurni e 55 dBA notturni)
come si può vedere dalla Tabella 4.2.5-IV, essi sono sempre rispettati con largo
margine. Il contributo durante la fase di costruzione è contenuto. In particolare,
l'area residenziale R1 registra valori più alti (intorno ai 52 dBA) rispetto alle altre
R2-R3 per la maggior vicinanza alla fonte di rumore.
Per quanto riguarda il rispetto del criterio differenziale, (5 dBA in periodo diurno
e 3 dBA in periodo notturno) si sottolinea che esso è sempre rispettato per il
periodo diurno, mentre per il periodo notturno, il contributo dell'impianto è nullo,
stante la cessazione dei lavori in tale periodo.
Concludendo, le immissioni stimate hanno in assoluto valori contenuti entro i
limiti della vigente normativa. In ogni caso il disturbo è limitato al periodo diurno,
stante la cessazione dei lavori nel periodo notturno. Inoltre, potranno essere
utilizzate delle misure mitigati ve in fase di costruzione, in modo da abbassare
ulteriormente il disturbo introdotto nell'ambiente. Inoltre, terminato l'uso del
batti palo, per le restanti attività della fase di cantiere il rumore si attesterà su
valori più bassi e corrispondenti a quelli già presenti nell'area.
Per valutare il rumore prodotto dall'impianto in fase di esercizio, il principale
macchinario preso in considerazione come sorgente sonora, che potrebbe
incidere sul rumore ambientale nelle zone circostanti /'impianto, è posto
all'interno di componenti e fabbricati chiusi, acusticamente e/o termicamente
"----INTERCROSS
CLIENT:
PROJECT:
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28.10.2005
DOC N° UNIr:
GIOIA TAURO 5 FERDINANDO ROSARNO----------SHEET 76/92 i REV--_._ __ ..~_._-----_._---_ _ __ ._-----
SIA - SINTESI NON TECNICA
1
"---
"-
"----
isolati, le cui caratteristiche di attenuazione sono tali da ridurre a valori
trascurabili illora contributo alla rumorasità ambientale esterna.
A conclusione possiamo pertanto affermare che l'impatto acustico in fase di
esercizio è praticamente trascurabile.
La componente vibrazioni è spesso associata all'inquinamento da rumore.
Considerate le caratteristiche del progetto sono ipotizzabili significativi fenomeni
vibratori solo nella fase di costruzione dell'impianto, dovuti in particolare alle
attività di palificazione e all'utilizzo delle trivelle. Inoltre, la tipologia del terreno
nell'area di studio è costituta da depositi alluvionali che tende a rendere difficile
la trasmissione del fenomeno vibratorio.
Per le suddette ragioni si è quindi potuto escludere qualsiasi impatto per le
vibrazioni.
"---
CLIENT:
INTERCROSS
Doe N°
4.2.6 Paesaggio
Metod%aia
L N G MEDGAS TerminaI
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DATE:
28.10.2005
~
~,
~-/
Il caso esaminato è piuttosto inusuale in quanto da un lato l'esiguità delle opere
in oggetto e la loro ubicazione in un contesto portuale ed industriale
porterebbero "a priori" ad escludere stravolgimenti paesaggistici e farebbero
propendere immediatamente per un giudizio di impatto limitato; dall'altro la
(potenziale) vocazione turistica della piana suggerisce di approfondire tutte le
labili interferenze anche su larga scala. Per questo motivo il raggio di azione
dell'area analizzata è stato (inusualmente per la tipologia di impianto) espanso
fino ad oltre 10 km dal sito di interesse.
Il procedimento di studio è diviso in 3 fasi successive:
• All'interno dell'area di indagine (raggio 10 km pari a oltre 300 km2) si è
eseguita una verifica della situazione territoriale ed una stima qualitativa
della vulnerabilità all'introduzione di nuove opere localizzate a notevole
distanza;
• Valutazione dell'impatto dovuto alle nuove opere nell'area di pertinenza
visuale (area vasta di raggio 5 km pari a circa 79 km2);
• Individuazione di vedute-chiave del sito da un'area più ristretta (fino a circa
2000 m di raggio) e verifica delle situazioni potenzialmente più critiche.
La metodologia per l'area vasta (raggio 5 km) si spinge alla determinazione
dell'impatto articolata su uno schema:
"-
CLIENT: DATE:
INTERCROSS
L N G MEDGAS TerminaI
PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
Doe N°
UNIr:,SHEET78/92IREV1 i o ij I
SUBJECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
"------
VULNERABILITÀ
DEL PAESAGGIO
(AREE OMOGENEE)
xPERCEZIONE VISIVA
DELL'OPERA
(punti panoramici,
frequentazione, assorbimento
visuale delle opere)
= IIIMPATTO
Vulnerabilita' Paesaggistica
Si intende per "vulnerabilità" la sensibilità del paesaggio (a livello di aree
omogenee) nei confronti delle perturbazioni prodotte dall'introduzione di
elementi estranei:
"---
CONTESTO
NATURALE
Situazione attuale
+EMERGENZE
STORICO
ARCHITETTONICHE
=VULNERA BILI TA '
DEL PAESAGGIO
L
Analisi degli aspetti paesaggistici e culturali della Piana attraverso la
individuazione di aree omogenee (unità paesaggistiche).
L'intera piana di Gioia Tauro è limitata a nord dall'altopiano del Poro, a nord est
dalla catena delle Serre, a sud est e a sud dall'Aspromonte, mentre a ovest è
aperta verso il Tirreno. La sua origine è dovuta al sollevamento del golfo di
Gioia Tauro avvenuto nel Terziario.
"------
"-..
'--
"------
CLIENT: DATE:
INTERCROSS
L N G MEDGAS Terminai
PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
Doe N°
UNIT:i SHEET79/92l REV1 IO I' l
SUBJECT
SIA - SINTESI NON TECNICA
L'area interessata dallo studio del paesaggio comprende l'intero territorio in
pianura e si allarga ai primi versanti che la cingono, sui quali sorgono tra i 200 e
i 400 metri numerosi centri abitati tra cui i centri di Taurianova, Polistena e
Cinquefrondi; a nord comprende il territorio di Nicotera e a sud quello di Palmi.
L'intera area si inserisce in un contesto paesaggistico e culturale fortemente
segnato da eventi naturali e storici relativamente recenti, la cui evoluzione, per
gli aspetti di sviluppo produttivo, è ancora in atto.
I terremoti avvenuti fra il febbraio e il marzo del 1783, causarono gravi danni
oltre che ai centri abitati, allo stesso territorio della Piana la quale, già in
notevoli condizioni di disordine idraulico, veniva ridotta a un vero e proprio
pantano.
Il recupero dell'intera zona data intorno al 1820 ad opera del marchese
Nunziante che iniziò i lavori di bonifica in cambio della proprietà di buona parte
del territorio. La stessa area fu colpita, di nuovo pesantemente, dal sisma di
Reggio e Messina del 1908 che causò gravi danni a molti centri abitati. In
seguito, grazie ai provvedimenti presi negli ultimi decenni, anche per effetto
delle alluvioni del 1951-'53, il territorio sottratto alla sterilità si è allargato alla
vasta bonifica di Rosarno e del bacino inferiore del Mesima.
Questi ultimi, che si ergono in bella posizione a ventaglio sui primi terrazzi che
si affacciano sul golfo, ad eccezione di Gioia Tauro e Rosarno che invece si
estendono in pianura, sono stati quasi tutti ricostruiti a seguito delle calamità
suddette, e diffusamente si leggono i segni pesanti dell'eccessiva e disordinata
urbanizzazione degli ultimi decenni. Fa eccezione Nicotera che non è stata
distrutta dal sisma del 1783 e si distingue oltre che per la magnifica posizione
su un ripido pendio che scende al golfo, per il suo bell'aspetto di cittadina antica
e ben conservata.
~ INTERCROSS
CLIENT:
PROJECT:
L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
Doe N° UNIT:
"--/
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~
Mediamente, quindi, il patrimonio architettonico esistente, ristretto agli edifici
pubblici o religiosi, rapportato al contesto italiano, non è di grande valore
artistico, ma spesso assume importanza nei luoghi specifici o per il ruolo che i
vari edifici svolgono, o perché essi stessi contengono antiche opere d'arte
scampate alla distruzione. In ogni caso l'intera area non è stata interessata in
modo diretto dall'architettura e dall'arte che nei periodi storici di benessere della
Calabria si sono sviluppate rigogliose, lasciando altrove bellissime
testimonianze. La ricostruzione protrattasi dalla fine del '700 a tutto 1'800, a
volte risente dell'influsso illuministico, come nella impostazione urbanistica di
Palmi, spesso dell'eclettismo e del neoclassico imperanti ne1l'800.
Per la sua posizione geografica e le sue condizioni climatiche la Piana è una
zona molto fertile caratterizzata dai percorsi di numerosi corsi d'acqua che si
raggruppano a nord nel fiume Mesima e a sud nel fiume Petrace. L'immagine
che se ne trae percorrendola è quella di una zona intensamente coltivata con
prevalenza però di poche colture. Guardando la Piana dall'alto si distinguono
infatti ampi agrumeti soprattutto presso la costa, e oliveti, formati da piante
spesso secolari alte fino a 15 metri, che dalla pianura salgono fino ai primi
terrazzi.
Alla vocazione agricola dell'area, nel quadro del potenzia mento economico
calabrese, si sono affiancate scelte politiche miranti all'industrializzazione di una
parte della Piana, che hanno determinato la creazione di un importante porto
industriale a Gioia Tauro e di una vasta area destinata ad accogliere complessi
industriali, con relative infrastrutture, che va da nord di Gioia Tauro fino a sud di
San Ferdinando ed è chiusa ad est all'incirca dalla linea ferroviaria RC-SA.
A tutt'oggi i programmi di industrializzazione non sono ancora completati.
,,---. INTERCROSS
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L N G MEDGAS Tenninal
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DATE:
28.10.2005
DOC N° UNIT: REV 1
"---
~--
~~
A tal proposito si può dire che l'infrastrutturazione dell'area di Gioia Tauro
rappresenta l'ultimo di quegli eventi di cui si parlava in precedenza, che hanno
fortemente segnato il contesto paesaggistico fino a modificarne, almeno
localmente,"i principali connotati.
Stima Deali Effetti Dell'impianto
L'intera installazione in terra ferma occupa, con le sue aree di rispetto, una
superficie di circa 40 ettari. Le opere a mare consistono nel Terminale marino,
destinato alla ricezione ed allo scarico di navi metaniere comprese fra 40.000
m3 e 200.000 m3 di GNL, per alimentare l'impianto di rigassificazione di GNL. Il
terminai GNL sarà ubicato nella zona retroportuale, facente parte del Consorzio
Asireg ed ha una superficie di circa 400.000 mq. Il Sito nel quale scorgerà
l'impianto è ad una distanza di circa 6,3 Km rispetto alla Rete Nazionale Gas
(RNG) costruita dalla SNAM.
I serbatoi per lo stoccaggio sono del tipo a contenimento totale fuori terra, con
diametro esterno di circa 80 metri e altezza di circa 45 metri.
La proposta della Società LNG MED GAS TERMINAL riguarda infatti la
costruzione di un terminale con potenzialità di rigassificazione da 12
miliardi/anno; pertanto l'accosto sarà impegnato da circa 145 navi / anno
(assumendo navi da 138.500 mc di capacità rispetto ad una potenzialità
massima di 200.000 mc), per una durata complessiva di occupazione di 145
navi / anno x 20 ore / nave = 3080 ore / anno, cioè 1/3 del tempo (sicuramente
meno di 3 giorni a settimana).
In relazione alle caratteristiche percettive delle nuove opere, i principali bersagli
visivi sono i 4 serbatoi di volumetria totale 600.000 m3. Le caratteristiche
pertinenti sono:
CLIENT: i DATE:
~.
IlINTERCROSSL N G MEDGAS Tenninal
PROJECT:
28.10.2005GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DOC N°
UNIT: SHEEr82/92 1TECNICA
Diametro 80 m
Altezza fuori terra
45 m
Volume
150000 m3
Numero serbatoi:
4
LAltitudine sopra il livello del mare,15 m
La Figura 7 mostra in maniera sintetica e per grandi aree le ostruzioni visive
che ostacolano la visibilità delle strutture. Dall'analisi d'insieme dell'area con le
coperture reali del suolo si riduce dunque fortemente la situazione di totale
visibilità dell'opera risultante dai bacini di visibilità teorica.
~f
Il territorio considerato, come già detto in analisi, è fortemente antropizzato, se
pure i centri abitati che si sviluppano in pianura sono pochi e di limitata
estensione se si escludono Rosarno e Gioia Tauro. Nella Piana si sviluppano
tutte le attività agricole che rappresentano attualmente l'economia primaria
dell'area e che comportano quotidianamente una certa presenza diffusa sul
territorio.
Con l'obiettivo di valutare la visibilità delle strutture si è arrivati alla scelta di
alcuni punti di vista "rappresentativi" delle aree maggiormente sensibili che
ricadono all'intemo dei bacini visuali individuati (Fig.8).
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"-----
CLIENT:
INTERCR055PROJECf:
L N G MEDGAS TerminaIDATE:
28.10.2005
\---..--
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DOC N°....... -- - - .
SU fBJlECfi
UNIT:
GIOIA TAURO 5 FERDINANDO ROSARNO-------------------------------SHEET 83/92
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SIA - SINTESI NO!'~TECNICA
NORD
lì
~
Legendaindice visibilità l colore
1 alto2 medio-alto3 medio-alto4 medio-basso5 basso6 trascurabile
Fig.7 Carta schematica della visibilità
~jINTERCROSS
CLIENT:
PROJECT:
L N G MEDGAS Terminai
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
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28.10.2005
Doe N° UNIr:
Impatto sull'area vasta
~
l,,---
./
LIVELLO DILIVELLO DI VISIBILIT A'
IVULNERABILIT A' DELL'AREAMEDIOALTOMEDIO-BASSO-NULLO
km213.5
MEDIOBASSOkm221
(alto km2 O)
km244(nullo km2 7.5)
iAL TO (kmZ O)
IAltoMedio-altoMedio
MEDIO (kmZ 8)Medio-alto
MedioMedio-Basso
BASSO (kmZ 71)Medio
Medio-BassoBasso
Nello specifico l'impatto dipende dalla visibilità più che dalla vulnerabilità di per
sé non eccelsa; condizioni di alta visibilità possono ricorrere fino a 2500 m dal
sito, condizioni di media visibilità nella fascia fino a 5000 m, ed infine condizioni
di visibilità praticamente nulla si hanno oltre i 5000 m.
Il giudizio di impatto delle opere in progetto nell'area di influenza potenziale
(raggio di 5 km dal sito, circa 79 km2) è:
IMPATTO Area (kmZ)
ALTO
O
MEDIO-ALTO
1
MEDIO
13
MEDIO-BASSO
23
BASSO
42
Area totale
79
"'-~ INTERCROSS
CLIENT:
PROJECT:
L N G MEDGAS Tenninal
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
oDe N° UNlT:
"'--
"'-
"---
Per i punti di impatto relativamente maggiore si è fatto riferimento a verifiche
puntuali in campo.
Verifiche puntuali
Si è proceduto a selezionare alcuni punti "chiave" da utilizzare come punti di
verifica approfondita che ricadono all'intemo dei bacini visuali individuati (Fig.8).
Considerando le caratteristiche del territorio, gli insediamenti residenziali, in
quanto rappresentano i luoghi di maggiore concentrazione umana,
costituiscono le aree più sensibili. Tuttavia, come evidenziato nella carta della
visibilità mediata, muovendosi all' interno dei centri abitati la vista degli elementi
esterni è ostacolata dagli edifici. Assumono quindi particolare rilevanza alcuni
luoghi interni agli abitati, quali i belvedere frequentati appositamente per
guardare dall'alto il panorama circostante ed alcuni insediamenti particolari,
quali quelli turistici, la cui frequentazione è strettamente legata alla qualità
dell'ambiente circostante.
Nell'area considerata i centri abitati più vicini al sito sono Gioia Tauro, San
Ferdinando e Rosarno, distanti da esso rispettivamente circa 5 km, 2 km e 4
km. I primi due si collocano a quota lievemente inferiore rispetto al sito (S
Ferdinando è a circa 30 m sotto il livello del pianoro su cui sorge l'impianto) con
la differenza che Gioia Tauro è divisa da esso da una fascia di territorio
coltivata ad agrumeto e oliveto che ostacola la vista delle strutture, mentre San
Ferdinando si affaccia direttamente sull'area industriale; è evidente quindi che
uscendo dal centro abitato ci si troverà in diretto rapporto visivo con tutte le
strutture che animeranno il sito. Considerando tale situazione e la minore
distanza si è preferito scegliere il lungomare di San Ferdinando come punto di
vista più vicino al sito e quindi rappresentativo, come caso peggiore, anche
degli insediamenti turistici che si susseguono verso nord fino alla Marina di
'-"]!
-'--'-jI
L
L
\~
L N G MEDGAS TerminaI
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Fig.8 Punti di vista ravvicinati
INTERCROSS ENGINEERING- S.LA. SINT.NT IMPIANTO DI RIGASSIFICAZIONE GNL DI GIOIA TAURO
LINTERCROSS
CLIENT:
PROJECT:
L N G MEDGAS TerminaI
GIOIA TAURO S FERDINANDO ROSARNO
DATE:
28.10.2005
Doe N° UNIT: REV : 1
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Nicotera, dai quali la vista è parzialmente ostacolata dal centro abitato di San
Ferdinando e dai quali la visibilità delle opere è comunque minore a causa delle
maggiori distanze. Si faccia riferimento a Figura 9.
Altre aree sensibili per fruibilità sono le linee di trasporto ed in particolare quelle
nazionali, che spesso consentono al viaggiatore di passaggio di guardarsi
intorno e ricevere un'impressione, seppur frettolosa, dei luoghi che si
attraversano.
Le linee principali di trasporto presenti nell'area sono la linea ferroviaria SA-RC
e la SS 18 che nel tratto che va da Gioia Tauro a Rosamo corrono affiancate e
parallele all'area industriale, e, a qualche chilometro di distanza verso l'interno,
l'autostrada A3. Tutte e tre le linee nel tratto suddetto si sviluppano al di sopra
della scarpata, immerse nell'area coltivata a frutteto ed oliveto.
Conseguentemente la percezione delle nuove strutture è ostacolata dalla
vegetazione circostante.
La viabilità secondaria, infine, che permette l'attraversamento della Piana e
l'accesso alle grandi aree coltivate, è costituita da un sottile reticolo di strade
che tagliano in modo irregolare la Piana. Percorrendole ci si trova anche in
questo caso immersi nel paesaggio agricolo circostante; quando la vista non è
completamente occultata dalla vegetazione, l'unica struttura visibile del nuovo
impianto sono serbatoi fra le chiome degli alberi.
La Fig. 10 dalla SS 18 (analoga vista dalla ferrovia SA - RC) è
cautelativamente rappresentativa di un insieme di circa 1 km lungo la SS 18; la
distanza dell'osservatore dall'impianto è circa 500 m. L'impianto è
completamente visibile solo da alcuni scorci in relazione all'andamento stradale
ed alla vegetazione. La maggiore "vulnerabilità" relativa, oltre che dalla
dimensione apparente dell'opera, dipende dalla qualità delle visuali in
L N G MEDGAS Terminal
INTERCROSS ENGINEERING – S.I.A. IMPIANTO DI RIGASSIFICAZIONE GNL DI GIOIA TAURO
Ante Operam
Post Operam
Fig. 9: Vista dal punto 1
L N G MEDGAS Terminal
INTERCROSS ENGINEERING – S.I.A. IMPIANTO DI RIGASSIFICAZIONE GNL DI GIOIA TAURO
Ante Operam
Post Operam
Fig. 10: Vista dal punto 2
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