SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE
ITALIANO
Emanuele Marconi Università degli Studi del Molise
2010 2011 2012
CO2 equivalent (Gg) CO2 equivalent (Gg) CO2 equivalent (Gg)
1. Energy 414,913.91 403,641.41 379,862.792. Industrial Processes 31,264.53 31,048.99 28,201.343. Solvent and Other Product Use 1,669.45 1,647.93 1,515.724. Agriculture 33,782.98 33,571.99 34,289.445. Land Use, Land-Use Change and Forestry(5) -31,119.38 -19,138.63 -18,556.306. Waste 17,727.73 16,690.81 16,214.177. Other NA NA NATotal (including LULUCF)(5) 468,239.23 467,462.50 441,527.15
GREENHOUSE GAS SOURCE AND SINK CATEGORIES
Total (excluding LULUCF) 499,358.60 486,601.13 460,083.45
Nell’Italian National Inventory Report (NIR) (ISPRA, 2014) si rilevano emissioni di GS pari a 460 Tg CO2e nel 2012.
Contributo del settore agro-alimentare alle emissioni GHG non possono essere direttamente ricavate dal NIR
e sono state per la prima volta stimate da Castaldi et al. (2007).
GHG Emissions Tg CO2e % kg CO2e from Agrofood Sector in 2007 per capita and yearAgricultural Production 47.1 45.3 805Enteric Fermentation 11.6 11.2 198Manure Management 6.9 6.6 117Transport 19.8 19.1 339Processing 5.5 5.3 94Packaging 13.1 12.6 224Overall AF GHG Emissions 104.0 18.8 1778TOTAL GHG EMISSIONS 553.0 100.0 9453
Il contributo del settore agro-alimentare alle emissioni globali italiane di GHG è in linea con quello (22-31% GWP) dei Paesi della EU-25 (Tukker et al., 2006), anche se risulta sottostimato non avendo incluso i seguenti contributi:
1) Trasporti degli alimenti dai dettaglianti alle abitazioni; 2) Consumi energetici per la conservazione degli alimenti in frigo/freezer e la cottura dei cibi; 3) Smaltimento dei rifiuti (organici e non) e degli scarti alimentari.
Nell’ottica della LCA del settore alimentare si deve considerare il contributo di tutte le fasi del ciclo di vita: dalla produzione delle materie prime alla trasformazione alle fasi d’uso e di smaltimento
Catena di approvvigionamento dell’industria alimentare
� Nell’ottica della LCA del settore alimentare resta fondamentale considerare il contributo di tutte le fasi del ciclo di vita.
� Non si possono considerare i soli contributi delle fasi di trasformazione e di confezionamento.
� Non si può prescindere dalla fase di campo come pure dalla fase di smaltimento dei rifiuti.
Regimi Alimentari � Si è studiato l’impatto di diverse razioni in linea con i LARN
della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU: (www.inran.it/INRAN_LineeGuida.pdf), che si rifanno alla dieta Mediterranea, ipotizzando un apporto energetico di ~2.000 kcal/d ed un apporto proteico di 75 g/d tramite carni rosse, bianche, pesce, uovo, legumi, etc.(Moresi & Valentini, 2010).
Si è stimato un GWP medio della dieta pari a 968 kg CO2e/(pro-capite –anno).
� L’estensione delle 8 razioni esaminate a tutta la popolazione italiana avrebbe ridotto le emissioni di GHG del sistema agro-alimentare a 57 Tg CO2e/anno anziché
104 Tg CO2e/anno.
Secondo i dati FAO, il fabbisogno energetico medio italiano si attesta intorno a 3370 kcal/d pro-capite. L’eccesso di calorie (+60%) è ritenuto correlato allo spreco alimentare.
. GLI SPRECHI IN EUROPA:
Secondo il Report finale della Commissione Europea, lo spreco alimentare ammonterebbe a ~180 kg pro-capite/a, con oltre il 40% dello spreco totale concentrato nella fase d’uso.
GLI SPRECHI IN ITALIA: Secondo il Barilla Center for Food and Nutrition (2012), gli sprechi ammonterebbero a 149 kg pro-capite/a. Secondo Segrè e Falasconi (Libro nero dello spreco in Italia, 2011), sono circa 333 kg pro-capite/a.
Questi dati sono discordanti, come evidenziato da La Pira del Fatto Alimentare, e l’effettiva entità dello spreco alimentare dovrebbe essere meglio valutata.
GLI SPRECHI NEL MONDO: Secondo la FAO, i beni commestibili (1/3 della produzione totale di alimenti nel mondo) annualmente sprecati ammonterebbero a ca.180 kg pro-capite/ag .
Quali attività di R&S
per pervenire ad
un’impresa alimentare sostenibile
e minimizzarne le emissioni GHG?
Sebbene non possa oggi essere sostenibile al 100%, l’industria alimentare dovrebbe puntare
sulla sostenibilità ambientale per caratterizzare la propria produzione.
L’industria alimentare potrebbe attivare il seguente approccio virtuoso:
1) Massimizzare le efficienze delle linee di processo e
minimizzare i consumi di energia, acqua, materie prime ed imballaggi.
Ciò richiederà nuove tecnologie pulite ed investimenti. 2) Sostituire gradualmente le energie fossili con energie
rinnovabili (acquisto od auto-generazione).
3) Estendere progressivamente le frontiere dell’intervento dal processo (fase 1) all’intero ciclo di vita dell’alimento sì da minimizzarne l’impatto ambientale globale:
fase 2) TRASPORTO delle MP dal campo all’impianto e del PF dall’impianto ai centri di distribuzione. fase 3) COLTIVAZIONE E ZOOTECNIA a ridotto Impatto Ambientale, aumentando l’efficienza idrica in rapporto all’adattamento al cambio climatico e monitorando la fertilità e l’erosione del suolo. fase 4) SMALTIMENTO degli scarti e degli imballaggi
Caso di studio: Carbon Footprint della produzione di
pasta di semola di grano duro tipo integrale
Methodology: PAS 2050
Time scope: April 2012-March 2013.
Diagramma di flusso del processo di macinazione del GD con produzione simultanea di SGD tq e tipo integrale (SGDI) e successiva conversione in PSGD tq o tipo integrale (PSGDI).
SPP
PSGD Magazzino SGD Pastificazione Confezionamento di
stoccaggio
SI RP RCC RL
SI RP RCC RL
GD SGDI PSGDI Magazzino TR Macinazione Pastificazione Confezionamento di
stoccaggio
FA MA SPP
StoccaggioFarina
TR
Stoccaggio MA
Stoccaggio Carta/Cartoni TR
Stoccaggio Legno TR
Stoccaggio Plastica TR
TR
Mangimistica TR
TR
Stoccaggio MA TR
CF della PSGDI + PSDG ai Centri di Distribuzione
UF: confezione catering da 3 kg
CF=0.81 kg CO2e/kg pasta0.29
0.030.14
-0.18
0.00
0.54
-0.6
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
MP TRASF TRASP-MPISC
TRASP-PF
URM SM
CF
(kg
CO
2e/k
g)
MPTRASFTRASP-MPISCURMSM
Materie PrimeTrasformazioneTrasportiUtilizzo residui in mangimisticaSmaltimento
A partire da 20 Mg di GD si ricavano: 12.043 kg di PSGD e 2.503 kg di PSGDI Emissioni di GHG | 11.770 kg CO2e, ssociabili per 82.8% alla produzione di PSGD 17,2% alla produzione di PSGDI. MMPISC= Materie prime,
Imballaggi e Scarti
Identificazione Hot Spots
1) Coltivazione del GD
2) Utilizzo in mangimistica degli scarti di macinazione
3) Energia elettrica rinnovabile
4) Energia termica da cogenerazione
5) GD a km 0
FASE D’USO
La cottura della pasta richiede:
a) Consumo di acqua: ~ 10 L/kg pasta
b) Consumo di energia: varia con il sistema di cottura (gas, elettrico), tipologia di fornello, etc.
Dall’analisi delle emissioni totali di GHG fino ai cancelli del pastificio relativamente ad una confezione per catering da 3 kg spaghetti di semola di GD (tq & integrale) in sacchetti in film PP accoppiato, si è stimato:
9 un CF di circa 0.81 kg CO2e kg-1 PE
9 la fase di campo contribuisce per il 54% del CF,
9 la fase di trasformaz.-confezionamento per il 29% del CF
9 la fase di trasporto del MP, IMB, SC per il 3% del CF
9 la fase di trasporto del PF per il 14% del CF.
La minimizzazione dell’impatto della fase campo rende prioritaria l’applicazione di tecniche colturali a minor impatto ambientale per la produzione del GD.
La gestione della fase di trasformazione e distribuzione si può ottimizzare:
• realizzando la fase di macinazione all’interno del pastificio ed evitando il trasporto della semola;
• ricorrendo al sistema di cogenerazione per produrre simultaneamente energia elettrica e termica, sì da ridurre le emissioni GHG in virtù di un rendimento nominale dell’80%.
• stipulando contratti di fornitura energetica da fonti completamente rinnovabili o installando un impianto fotovoltaico atto a coprire le esigenze aziendali di energia elettrica.
• accorciando la logistica di distribuzione del PF, o in alternativa delocalizzando i siti produttivi.
Il significativo contributo emissivo della fase d’uso dovrebbe spingere i pastificatori a sviluppare nuovi prodotti (precotti?, etc.) in modo da ridurre i consumi energetici della cottura della pasta.
CONCLUSIONI
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
1000 1200 1400 1600 1800 2000 2200Anno
Popu
lazio
ne (M
iliar
di)
Il sistema agro-alimentare moderno si basa sulla presunzione di una illimitata disponibilità di carburanti fossili a basso costo ed è ecologicamente insostenibile, già oggi con una popolazione mondiale di 7.2 miliardi di persone.
L’industria alimentare è quella più esposta ai rischi dei cambiamenti climatici attraverso: � l’alterazione dei cicli climatici tradizionali; � il degrado ambientale, � la siccità, � la salinizzazione e l’erosione dei suoli, � le infestazioni e le patologie fungine e virali, � la desertificazione!
e dovrà limitare il proprio impatto ambientale.
- Un’alleanza strategica tra le grandi imprese alimentari e le aziende meccaniche che stanno sviluppando sistemi innovativi per il precision farming (FIAT, New Holland Agriculture) potrebbe
- consentire interventi agronomici mirati secondo le effettive esigenze colturali e le caratteristiche biochimiche e fisiche del suolo ed
- implementare la sostenibilità farm-to-fork del comparto agroalimentare nazionale.
Determinazione del CF delle produzioni
alimentari quale linea guida per ridurre gli impatti ambientali (consumo di acqua ed energia e formazione di scarti) e per minimizzare le fasi campo, trasporto e consumo.
Sintesi delle emissioni di GS in 2012
2. Manufacturing Industries and Construction (Tg CO2e) 53.66 %a. Iron and Steel 15.42 28.7b. Non-Ferrous Metals 1.06 2.0c. Chemicals 6.89 12.8d. Pulp, Paper and Print 4.29 8.0e. Food Processing, Beverages and Tobacco 3.51 6.5f. Other (as specified in table 1.A(a) sheet 2) 22.48 41.9
GHG Emissions (Tg CO2e) CH4 N2O Total 4. Agriculture 13.92 20.37 34.29
A. Enteric Fermentation 10.67 0.00 10.67B. Manure Management 1.70 3.74 5.45C. Rice Cultivation 1.53 0.00 1.53D. Agricultural Soils NA 16.62 16.62E. Prescribed Burning of Savannas NO NO NOF. Field Burning of Agricultural Residues 0.01 0.00 0.02G. Other NA NA NA
Analisi di sensitività parametrica Variazione FEi CF Variazione CF
(%) FE Grano duro UdM kg CO2/kg (%)-33 Alhajj Ali et. (2013) 0.223 kg CO2/kg 0.523 -220 Notarnicola&Nicoletti (2001) 0.333 kg CO2/kg 0.675 0
175 EPD Barilla 0.916 kg CO2/kg 1.480 119Distanza di approv. GD
0 Campo Vigorita 45 km 0.675 0344 Taranto Flumeri 200 km 0.784 16709 PA-Flumeri 364 km 0.917 36
FE Energia Elettrica-90 Fotovoltaica 0.055 kg CO2e/kWh Elettr 0.506 -250 Comb. Fossili 0.545 kg CO2e/kWh Elettr 0.675 059 Spain, Hidrocantabrio 0.864 kg CO2e/kWh Elettr 0.785 16
FE Energia Termica -100 Cogenerazione EE+ET 0.000 kg CO2e/kWh Gas 0.573 -15
0 CH4 0.220 kg CO2e/kWh Gas 0.675 092 Lignite coke 0.422 kg CO2e/kWh Gas 0.768 14
Crediti CO2e
-276 Landfill decomposition 0.800 kg CO2e/kg 1.160 720 Polpe+Mangimi -0.454 kg CO2e/kg 0.675 0
40Produz. mangimi (low protein content) -0.637
kg CO2e/kg0.604 -10
-40Produz. polpe di barbab.zucch. (25.6 % ss) -0.271
kg CO2e/kg0.745 10
A B
Identificazione Hot Spots
-40
-20
0
20
40
60
80
100
120
-300 -150 0 150 300 450 600 750
Variation EFi [%]
Var
iatio
n C
F [%
]
DGD
ET
EE
GD
UT
1) Coltivazione del GD
2) Utilizzo in mangimistica degli scarti di macinazione
3) Energia elettrica rinnovabile
4) Energia termica da cogenerazione
5) GD a km 0
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