PARROCCHIA DI SANT’ANDREA APOSTOLO – UDINE/PADERNO
Piazza Paderno 1 – 33100 UDINE Tel. 0432 42809 /email: [email protected]; [email protected] Anno III – n. 75/12/16
PASQUA DI RISURREZIONE E OTTAVA DI PASQUA 27 marzo – 2 aprile 2016
Quel seme di Risurrezione che si scorge in un sorriso
Il primo giorno della settimana, Maria di
Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando
era ancora buio, e vide che la pietra era stata
tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro
discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro:
«Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non
sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si
recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e
due, ma l’altro discepolo corse più veloce di
Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò,
vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò
i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli,
ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e
credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva
risorgere dai morti.
Maria di Magdala, in quell'ora tra il buio e la luce, tra la notte e il giorno, quando le cose non si vedono ma supplisce il cuore, va' sola, e non ha paura. Come la sposa del Cantico: lungo la notte cerco l'amato del mio cuore. L'alba di Pasqua è piena di coloro che più forte hanno fatto l'esperienza dell'amore di Gesù: Maria di Magdala, il discepolo amato, Pietro, le donne. Il primo segno è così umile: non un'apparizione gloriosa, ma un sepolcro vuoto nel fresco dell'alba. È poco e non è facile da capire. E Maria non capisce, corre da Pietro non per annunciare la risurrezione del Maestro ma per denunciare una manovra dei nemici, un ulteriore dolore: hanno portato via il Signore. Non abbiamo più neanche un corpo su cui piangere.
Tutti corrono in quel primo mattino: Maria, Pietro, Giovanni... Non si corre così per una perdita o per un lutto. Ma perché spunta qualcosa di immenso, fa capolino, urge il parto di una cosa enorme, confusa e grandiosa. Arrivano al sepolcro e li aiuta un altro piccolo segno: i teli posati, il sudario avvolto con cura. Se qualcuno avesse portato via il corpo, non l'avrebbe liberato dai teli o dal sudario. È stato altro a liberare la carne e la bellezza di Gesù dal velo oscuro della morte. La nostra fede inizia da un corpo assente. Nella storia umana manca un corpo per chiudere in pareggio il conto delle vittime, manca un corpo alla contabilità della morte. I suoi conti sono in perdita. E questo apre una breccia, uno spazio di rivolta, un tuffo oltre la vita uccisa: la morte non vincerà per sempre. Anche se adesso sembra vincente: il male del mondo mi fa dubitare della Pasqua, è troppo; il terrorismo, il cancro, la corruzione, il moltiplicarsi di muri, barriere e naufragi; bambini che non hanno cibo, acqua, casa, amore; la finanza padrona dell'uomo mi fanno dubitare. Ma poi vedo immense energie di bene, donne e uomini che trasmettono vita e la custodiscono con divino amore; vedo giovani forti prendersi cura dei deboli; anziani creatori di giustizia e di bellezza; gente onesta fin nelle piccole cose; vedo occhi di luce e sorrisi più belli di quanto la vita non lo permetta. Questi uomini e queste donne sono nati il mattino di Pasqua, hanno dentro il seme di Pasqua, il cromosoma del Risorto. Perché Cristo non è semplicemente il Risorto. Egli è la Risurrezione stessa, è l'azione, l'atto, la linfa continua del risorgere, che fa ripartire da capo la vita, la conduce di inizio in inizio, trascinandola in alto con sé: forza ascensionale del cosmo verso più luminosa vita. E non riposerà finché non sia spezzata la tomba dell'ultima anima, e le sue forze non arrivino a far fiorire «l'ultimo ramo della creazione» (M. Luzi). (Letture: Atti 10, 34.37-43; Salmo 117; Colossesi 3, 1-4; Giovanni 20, 1-9)
p. Ermes Ronchi
CC AA LL EE NN DD AA RR II OO LL II TT UU RR GG II CC OO SS EE TT TT II MM AA NN AA LL EE Ottava di Pasqua e Liturgia delle Ore propria
PASQUA: RISURREZIONE DEL SIGNORE (s) At 10,34a.37-43; Sal 117 (118); Col 3,1-4 Gv 20,1-9 Egli doveva risuscitare dai morti. R Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.
27 DOMENICA
LO Prop
Ore 8.00 Santa Messa Ore 10.30 Santa Messa solenne Ore 19.00 Santa Messa
OTTAVA DI PASQUA At 2,14.22-33; Sal 15 (16); Mt 28,8-15 Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno. R Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
28 LUNEDÌ
LO Prop
Ore 8.00 Santa Messa Ore 10.30 Santa Messa Ore 19.00 Santa Messa
OTTAVA DI PASQUA At 2,36-41; Sal 32 (33); Gv 20,11-18 Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose. R Dell’amore del Signore è piena la terra.
29 MARTEDÌ LO Prop
Ore 19.00 Santa Messa
OTTAVA DI PASQUA At 3,1-10; Sal 104 (105); Lc 24,13-35 Riconobbero Gesù nello spezzare il pane. R Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
30 MERCOLEDÌ
LO Prop
Ore 19.00 Santa Messa
OTTAVA DI PASQUA At 3,11-26; Sal 8; Lc 24,35-48 Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno. R O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
31 GIOVEDÌ
LO Prop
Ore 19.00 Santa Messa
OTTAVA DI PASQUA At 4,1-12; Sal 117 (118); Gv 21,1-14 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo die R La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo
1 VENERDÌ
LO Prop
Ore 14.30 Catechismo Ore 15.30 Canto per i fanciulli Ore 19.00 Santa Messa
OTTAVA DI PASQUA At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15 Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. R Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai risposto.
2 SABATO
LO Prop
Ore 14.30 Catechismo Ore 15.30 Canto per i fanciulli Ore 19.00 Santa Messa
2ª DI PASQUA – Della divina Misericordia At 5,12-16; Sal 117 (118); Ap 1,9-11a.12-13.17-19; Gv 20,19-31 Otto giorni dopo venne Gesù. R Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
3 DOMENICA
LO Prop
Ore 8.00 Santa Messa Ore 10.30 Santa Messa con Battesimi Ore 19.00 Santa Messa
ORARI DELL’UFFICIO PARROCCHIALE: in mattinata dalle ore 11 alle ore 12. Martedì e venerdì anche dalle ore 16 alle ore 18. EMAIL: [email protected]; [email protected].
VITA CHE RISORGE!VITA CHE RISORGE!VITA CHE RISORGE!VITA CHE RISORGE! «Egli doveva risorgere dai morti» Gv 20,9
Davanti al sepolcro vuoto, allo sconvolgimento dei discepoli e alla nostra gioia, si illuminano, come fossero scene di un film, alcune immagini che paradossalmente uniscono passato e presente. Il Cenacolo e le nostre liturgie; il Golgota e gli innumerevoli volti dei crocifissi di ogni epoca; la madre che sostiene il corpo martoriato del figlio e le madri ai capezzali di letti e dietro ai fili spinati; le donne al sepolcro vuoto e la delusione di popolazioni in fuga che vedono spegnersi ogni speranza.
Oggi non riesco a cantare l’Alleluia di sempre, festoso e a squarcia gola, perché vorrei che quel canto unisse il cielo e tutta la terra. Non riesco a vivere la festa della risurrezione perché in questo preciso momento la vita nuova è negata a milioni di persone sulla terra.
Credo sinceramente che noi cristiani saremo dei risorti solo quando saremo capaci di non ignorare il grido della terra e di ogni suo figlio.
Credo decisamente che potremo annunciare la risurrezione solo quando sentiremo fratelli tutti i popoli.
Credo instancabilmente che l’augurio di Pasqua si svestirà di ipocrisia solo se sapremo generare vita bella per chi ci
vive accanto, coinvolgendoli nella nostra esistenza e accogliendoli nella nostra vita.
Cristo, oggi, è veramente risorto, ma noi riusciremo a convincere il mondo? Saremo capaci di “inventare” gesti di risurrezione?
Il Vangelo della risurrezione sia la nostra via!
ALLENIAMOCI IN MISERICORDIAALLENIAMOCI IN MISERICORDIAALLENIAMOCI IN MISERICORDIAALLENIAMOCI IN MISERICORDIA
Quale può essere l’esercizio di misericordia da vivere nella settimana di Quale può essere l’esercizio di misericordia da vivere nella settimana di Quale può essere l’esercizio di misericordia da vivere nella settimana di Quale può essere l’esercizio di misericordia da vivere nella settimana di Pasqua? Inventare gesti di risurrezione. Cos’altro se no?Pasqua? Inventare gesti di risurrezione. Cos’altro se no?Pasqua? Inventare gesti di risurrezione. Cos’altro se no?Pasqua? Inventare gesti di risurrezione. Cos’altro se no?
3 APRILE – OTTAVA DI PASQUA
Ore 10.30 – Celebrazione comunitaria del Battesimo
10 APRILE – TERZA DI PASQUA
Ore 10.30 – Celebrazione della Cresima presieduta
dall’Arcivescovo di Udine: mons. Andrea Bruno Mazzocato
Cristo è risortoCristo è risortoCristo è risortoCristo è risorto
Se dovessimo sintetizzare il cristianesimo in una sola frase, in una sola idea, probabilmente basterebbero tre parole: «Cristo è risorto». La Pasqua non è soltanto la festa più grande per i credenti. È l’evento più importante della storia umana. La chiave di volta della realtà. L’esperienza dalla quale nulla può essere più come prima. «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?». La domanda degli uomini dagli abiti sfolgoranti da quel giorno si può allargare a tutti gli esseri umani. Il male, il peccato, la morte hanno perso il loro potere di distruggere la vita. Per questo la liturgia ha un tripudio di parole d’esultanza: l’esortazione continua alla gioia, lo splendore di un’inondazione di luce, i suoni dei cori angelici che inneggiano alla gloria di Dio, finalmente svelata e vittoriosa. La riconoscenza giunge al punto di benedire la «felice colpa» del peccato originale, che «meritò di avere un così grande redentore!». Dio ha fatto la sua parte, attraverso la scelta libera e coraggiosa di suo Figlio Gesù. E noi sappiamo fare la nostra? Sappiamo vivere alla luce di questa notizia meravigliosa, che può spazzare via paure, preoccupazioni e titubanze, ma anche metterci in guardia dagli obiettivi riduttivi della vita terrena? Sappiamo vivere, conseguentemente, nella fede che non si lascia sconfiggere dalle ombre del male, sapendo che Dio avrà sempre l’ultima parola? Sappiamo ogni giorno sentirci vivi, gioiosi e sereni, aperti alle sorprese che il dono dell’esistenza porta con sé, nelle molteplici dimensioni della realtà? Sono proprio questi i frutti della Pasqua, se vogliamo cogliere la salvezza che ha spalancato davanti a noi.
IL RISORTO CI LIBERA DALLA MORTE
L’ intenso cammino della Quaresima ci ha condotti alla gioia di Pasqua. Una gioia
che, per essere vera e significativa, deve ancorarsi fermamente alla realtà del nostro
vissuto quotidiano. Molte delle giornate che viviamo, infatti, sembrano segnate da
fatti e sentimenti più consoni al Venerdì e al Sabato Santo che alla Pasqua. Dolore,
odio, violenza, prevaricazione, povertà, solitudine, tante ferite che ancora “fanno
sanguinare” l’umanità.
Ma, nonostante tutto, noi siamo qui a celebrare la Pasqua! Siamo qui a cantare
l’Alleluja! Perché lo facciamo? Forse perché non ci accorgiamo dei guai e delle
difficoltà che ci circondano? No! Celebriamo la Pasqua per dire che la forza con cui è
stata rotolata via la pietra “molto grande” della tomba di Cristo non si è esaurita! Con
la Pasqua vogliamo annunciare che la realtà non si esaurisce nel tragico realismo del
Venerdì e Sabato Santo, né nel radicale scandalo della morte. L’ultima parola, infatti,
spetta al Cristo Risorto che ha vinto la morte, ogni “morte” che affligge l’uomo.
Celebriamo Pasqua perché crediamo vero quel grido che Epifanio di Salamina mette
sulla bocca del Cristo che discende agli inferi: «Svegliati tu che
dormi! Non ti ho creato perché rimanessi prigioniero! Usciamo di
qui».
UNA NUOVA FORZA.
Ma per “uscire” dalle nostre tombe (simbolo di ogni sconfitta
umana), abbiamo bisogno di farci “prendere per mano” da Gesù
Risorto, come Adamo ed Eva nell’icona bizantina della Discesa agli
inferi, e da lui farci sollevare, per la vita nuova! La forza e la
speranza della fede nella Pasqua sta proprio qui: egli che ha
veramente conosciuto la morte nella sua carne, ci trasmette una forza nuova,
rivoluzionaria, capace di ribaltare le tante pietre tombali che ci tolgono il respiro e ci
impediscono di godere della luce!
Proprio come è accaduto a coloro che, sulla Via della Croce, intorno al sepolcro o a
partire dal sepolcro, hanno fatto esperienza di Pasqua. Innanzitutto Pietro, che
mosso dallo Spirito, “prese la parola”. Eppure era reduce da un’avventura poco
esaltante: il tradimento di Gesù. Ecco il miracolo della Pasqua! Il suo peccato è vinto,
le sue lacrime di pentimento gli hanno ottenuto il perdono.
E poi le donne. L’esperienza della tomba vuota le costringe a uscire da una logica di
mero affetto e pietà, la logica di chi pensa che “tutto è finito”. La pietra ribaltata e le
parole degli angeli insegnano loro che non è possibile, e neppure giusto, cercare di
incontrare Gesù come un morto, che appartiene ormai al passato. No! Gesù Risorto
vive, e continua a stare con noi nella sua Parola, nei sacramenti nella vita
comunitaria, nei più poveri.
E ora tocca a noi! Che questa possa essere la nostra Pasqua, l’inizio di una
vita nuova vissuta, mano nella mano, con Gesù Risorto, per testimoniare
al mondo la sua vittoria sulla morte.
In questi ultimi giorni sono morti: il 19 marzo, Urbano Serafini, di anni 85;
il 23 marzo, Franca Gottardo, di anni 68.
Il Signore conceda loro il riposo eterno.
Ai familiari assicuriamo la nostra vicinanza
e la nostra fraterna preghiera, affidando
questo nostri defunti alla Misericordia di
Dio.
RIPOSINO IN PACE
«Tutti i problemi di questo mondo, sebbene continuino a sussistere, sono per chi crede nella Risurrezione, misteriosamente già risolti». (J. P. Abrahamowicz)
Indubbiamente la fede nella Risurrezione è difficile da professare,
ma è l’unica strada che possiamo percorrere per ri-salire alla luce, per ri-donare un senso alla nostra esistenza, per ri-prendere il cammino in questo tempo in cui, forse più del solito, sentiamo
forte l’esigenza di Dio, che è giustizia, misericordia, verità,
consolazione.
La pasqua (= passaggio) ci è necessaria… ma, se pensassimo di
farcela soli, saremmo già sconfitti. Dunque, non ci è necessaria
una pasqua qualsiasi, ma la vera Pasqua, la Pasqua di Cristo: con
Lui morti, viviamo la nuova Vita, facciamo esperienza della
figliolanza divina e della dignità cui questo Mistero di Grazia ci
eleva.
E, poi, non ci resta che contagiare il mondo, diffondere a tutti i
fratelli, con amore e sollecitudine, ciò che Dio ha compiuto per
noi!
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