CORSO ALLENATORE DI BASE
QUADERNO TECNICO
Pesaro-Marotta
31/05/2010 – 6/06/2010
STAFF DEL CORSO:
Pres. Com Reg.Resp. Amm. Presidente: PAOLINI DAVIDE
Presidente CNA Regionale: CARLETTI MAURO
Direttore: VAGNINI ROBERTO
Formatore : PECCHIA ANDREA
Assistente: IURLARO FRANCESCO
Istruttore CIA: PAZZAGLINI MARCO
Docente Scuola Dello Sport: BALDUCCI FRANCESCO
Preparatore Fisico: VENERANDI ROBERTO
Medico Dr. : PELONI GIUSEPPE
ELENCO CORSISTI:
CAMPETTI FRANCESCO
CIARONI GIOVANNI
DE GRANDIS CHIARA
FERRI DENIS
GIULIANELLI MASSIMO
MAIDANI MILTON
NICOLINI MASSIMILIANO
PISCONTI SALVATORE
POLETTI LUCIANO
RENZONI TOMMASO
SERAFINI ANDREA
SILVESTRINI MICHELE
SORCINELLI NICOLA
VENTURI FILIPPO
SANTINI PAOLO
INDICE
1C1 CON PALLA (ATTACCO) 1
METODOLOGIA (Prof. Balducci) 5
1C1 SENZA PALLA(ATTACCO) 9
COLLABORAZIONI OFFENSIVE 12
MEDICINA: L’alimentazione. (Dr. Peloni) 17
PROGRAMMA DI ALLENAMENTO 19
REGOLAMENTO CIA (PAZZAGLINI) 21
1C1 DIFESA UOMO CON PALLA 24
PREPARAZIONE FISICA 28
1C1 DIFESA SU UOMO SENZA PALLA 32
COLLABORAZIONI DIFENSIVE 36
PRINCIPI DI DIFESA ED ATTACCO ALLA ZONA 41
PREPARAZIONE E GESTIONE DI UNA GARA 44
1
“Those who work the hardest are the
last to surrender”
Rick Pitino
“Quelli che lavorano più duramente
sono gli ultimi ad arrendersi”
1C1 CON PALLA (ATTACCO)
Si può iniziare affermando che senza ombra di dubbio l’uno contro uno con palla
rappresenta l’essenza del basket, è la più eccitante e stimolante delle situazioni di gioco,
quella più galvanizzante e spesso determinate e questo la rende molto motivabile.
OBIETTIVO:
Acquisire un vantaggio di spazio e tempo sull’avversario, mantenerlo e concretizzarlo.
COME SI VERIFICA:
L’uno contro uno può essere giocato in grandi spazi (situazione di contropiede in campo
aperto e recupero del difensore), o in piccoli spazi (dentro l’area dei tre punti oppure
all’interno dell’area dei tre secondi) .Esso può verificarsi in due situazioni: in forma statica
(difesa schierata) e in forma dinamica (difesa sbilanciata).
QUALI FONDAMENTALI USARE:
Per riuscire a gestire le situazioni di cui sopra abbiamo parlato è necessario possedere una
grande padronanza dei fondamentali con palla quali : palleggio, tiro, arresti, partenze, uso
del piede perno e l’uso del passaggio in un contesto più ampio come alternativa al tiro e di
relativa lettura di aiuti difensivi.
REQUISITI FISICI:
Per fare in modo che tutto questo sia attuabile il giocatore deve possedere reattività,
equilibrio e forza attraverso quest’ultima potrà gestire la resistenza e la velocità.
ASPETTI PSICOLOGICI:
2
Per affrontare l’avversario sarà necessaria la sicurezza, che si ottiene sviluppando e
perfezionando i requisiti tecnici.
I requisiti tecnici saranno l’abilità nel trattamento della palla , perché ci aiuta a gestire tutti
i movimenti in situazioni di pressione;la visione periferica che ci permette di avere più
informazioni su quello che accede sul campo di gioco; le finte poiché aiutano a disorientare
l’avversario.
Un altro aspetto molto importante è la fiducia che viene in parte trasmessa del rapporto con
l’allenatore, dal rapporto con i propri compagni di squadra e dal rapporto con la famiglia.
Sarà altresì importante lo stimolo che deriva dal miglioramento del gesto e dal favorire
l’iniziativa personale.
COME ORGANIZZO L’ALLENAMENTO:
Partiremo da situazioni facili per poi evolvere verso situazioni sempre più difficili,
aumentando la difficoltà in modo graduale, attraverso per esempio la limitazione del
palleggio, limitando l’utilizzo di una mano, riducendo gli spazi , il tempo di esecuzione di
un esercizio ecc.
Sarà importante realizzare un programma di lavoro adeguato alla realtà che andremo ad
allenare, e sarà altresì importante dare una progressione all’allena mento durante l’anno in
modo tale che all’inizio della stagione l’allenamento abbia una durata lunga e una intensità
bassa, per poi arrivare a fine stagione ad avere allenamenti più corti con un intensità alta.
Riassumendo si può dire che per l’efficacia di questo gesto che rappresenta il basket stesso,
interagiscono molteplici fattori sia di natura fisica che psicologica, che non possono
trascendere dalla conoscenza di fondamentali tecnici , attraverso una adeguata e pianificata
programmazione .
PROGRESSIONE DIDATTICA :
3
1C0: da autopassaggio tre soluzioni: 1)strappare a dx; 2) tiro; 3) partenza sul centro
(lavorando per ogni soluzione variando le conclusioni di tiro).
CON ASSISTENZE CHE SIMULA LE LETTURE: in questo diagramma mentre
l’attaccante riceve la palla dall’autopassaggio, l’assistente chiude il centro.
4
CON ASSISTENTE CHE SIMULA LE LETTURE : in questo digramma mentre
l’attaccante riceve la palla dall’autopassaggio , l’assistente chiude il fondo.
CON ASSISTENTE CHE SIMULA LE LETTURE: in questo diagramma mentre
l’attaccante riceve la palla dall’autopassaggio, l’assistente arretra.
5
1C1 AGONISTICO DA AUTOPASSAGGIO: letture della difesa mentre ricevo la palla
con 3 palleggi max. per concludere.
METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO
Per organizzare una corretta didattica negli allenamenti, soprattutto a livello di settore
giovanile, è necessario aver la possibilità di programmare un lavoro pluriennale, nel quale
definire obiettivi di maturazione e di crescita dei ragazzi, da misurare poi anche nel periodo
annuale, mensile, settimanale o giornaliero.
1. Definizione Obiettivi gli obiettivi si definiscono:
- Osservando il livello motorio, il livello di prestazione, il livello psicologico e la
situazione “ambientale”
- Differenziando i p rogrammi a seconda dell’eterogeneità dei gruppi
2. Presentazione compito
- Verbale (deve essere chiara e semplice)
- Visiva (è molto più efficace e permette un apprendimento migliore, soprattutto
nei ragazzi, per i quali l’apprendimento per imitazione è molto importante)
3. Organizzazione pratica l’organizzazione pratica dell’allenamento può essere:
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- Blocked (a segmenti); caratterizzato dalla ripetitività e dall’uniformità
dell’allenamento, per creare la base del gesto tecnico alla stessa velocità, con gli
stessi spazi e nelle stesse condizioni
- Random; presenta situazioni con variabili, dopo che la base del gesto tecnico è
stata creata. La variabilità è data da: limitazione degli spazi, limitazione di tempo
disponibile, lavoro simmetrico di entrambi i lati del c orpo, aumento della velocità
d’esecuzione e complessità dei movimenti
- Seriale; propone tante situazioni variabili in sequenza continua.
4. Feedback il feedback è il ritorno che i ragazzi hanno dall’allenatore; la correzione
dell’allenatore deve dare una so luzione chiara e precisa che faccia vedere il risultato,
poiché in questo modo la memorizzazione e l’apprendimento saranno maggiori ( se
la situazione proposta ad esempio fa arrivare il ragazzo a fare canestro o battere
l’uomo in modo più veloce o efficien te il ragazzo se lo ricorderà molto di più ). Il
sistema nervoso misura la cinestesi (quanta velocità e quanta forza utilizzata) e la
precisione della scelta fatta utilizzando quel singolo gesto tecnico, memorizzando la
situazione ottimale. L’ausilio dell e tecnologie attuali (es. videocamere) per proporre
un feedback visivo sono molto consigliate. La correzione poi dovrà sfumare mano a
mano che il miglioramento sarà evidente, non intervenendo troppo spesso, ma
solamente in caso di errori grossolani o dopo ‘N’ ripetizioni dell’esercizio (lasciando
così un margine di tollerabilità e di capacità decisionale all’atleta)
5. Osservare sapere osservare i propri giocatori è fondamentale. Bisogna osservarli
sotto diversi punti di vista: osservare le capacità motorie e la postura, le capacità
tecniche, le caratteristiche comportamentali, la creatività, l’adattamento a situazioni
diverse. Bisogna allenare agli atleti per aumentare la visione periferica e l’acuità
visiva, portandoli a sviluppare quell’anticipazione moto ria (feed forward) per essere
pronti a reagire alle situazioni in continua evoluzione.
6. Valutazione e Verifica la valutazione non deve essere fatta né in breve termine né
in modo approssimativo e superficiale, ma gli obiettivi di maturazione e di cre scita
dei ragazzi devono essere valutati nel medio -lungo periodo.
VALUTAZIONE DI UN TALENTO
Fino a pochi anni fa si considerava un talento colui che aveva esclusivamente più abilità
tecniche; ultimamente si è convenuto che molto di quella capacità sopra la media dipende
dal background qualitativo e quantitativo dell’attività svolta dai ragazzi. Oggi la valutazione
di un talento si basa su diversi principi:
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- La velocità di elaborazione dell’informazione (Ackermann) per valutare le
potenzialità del talento (quindi è fondamentale evitare la noia ed il disinteresse con la
ripetitività e la monotonia degli esercizi, proponendone sempre di nuovi per
stimolare l’atleta)
- la velocità di sviluppo della prestazione
- chi, a parità di altre condizioni , riesce meglio a d utilizzare il suo potenziale motorio
generico di base , e molto di più ancora quello specifico
- chi ha maggior tolleranza al carico
Lo sviluppo dei talenti è favorito da:
- Un ambiente favorevole (sociale o società sportiva)
- Una famiglia motivata
LE CAPACITA’ COORDINATIVE
In età giovanile è molto importate lavorare sulle capacità coordinative , difatti l’allenamento
delle capacità coordinative dovrà divenire sempre più specifico e personalizzato. Le
capacità coordinative si formano e perfezionano con mol ti e diversi esercizi che
incrementino la motricità di base. Dopo aver raggiunto un buon grado di controllo del gesto
tecnico, bisogna utilizzare esercizi nuovi, insoliti, complicati, variati,difficili, anche con
attrezzi inusuali; infatti l’aumento del gr ado di familiarità con gli esercizi e lo stadio della
raggiunta automatizzazione riducono l’efficacia dei mezzi coordinativi.
I mezzi per allenare le capacità coordinative sono:
- Aumento delle difficoltà coordinative rispetto alle condizioni \base della tecnica
- Elevata quantità di ripetizioni variate
- Maggiore precisione richiesta
- Più pressione temporale ( sia come velocità del movimento sia di scelta)
- Maggiore variazione nella presa di informazioni ( non solo visiva, ma tattile,
cinestesica ..)
- Incremento della complessità esecutiva
Ai ragazzi devono essere insegnati una serie di programmi motori generici, che poi verranno
memorizzati dall’atleta ed utilizzati in partita. Quindi è necessario ripetere in sequenza tutti i
singoli movimenti, apportando poi dell e variabili, aumentando le difficoltà e creando delle
situazioni che dovranno essere gestite in partita. Variando così i parametri di utilizzo del
gesto tecnico si raggiunge l’obiettivo di aumentare la precisione e la velocità di esecuzione
del gesto tecnico.
METODI D’ISEGNAMENTO
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Nell’insegnare nuovi esercizi e nuove abilità ci sono la fase di acquisizione (quella iniziale
di apprendimento mentre viene mostrato) e la fase di ritenzione (che si verifica quando
osservo che lo stesso movimento o esercizio viene utilizzato in un contesto diverso). Per
favorire l’apprendimento di nuovi programmi motori esistono due metodi:
- vecchio metodo è quello a blocchi, con una serie di movimenti uniformi e ripetitivi
- nuovo
metodo è quello
random, con
movimenti
sempre
diversificati e
con nuove
situazioni create
durante gli
esercizi.
La capacità di
apprendimento a
parità di
condizioni
(omogeneità di
gruppo di lavoro
e stesso tempo
dedicato) è
maggiore quando
utilizzato il
metodo random
che stimola
maggiormente i
giocatori.
Il grafico ci mostra come, da studi fatti, il metodo random è più efficace per il
miglioramento dei ragazzi e per lo sviluppo delle loro capacità.
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“I’ve failed over and over and over and
over again in my life and that is why I
succeed”
Michael Jordan
“Ho fallito più e più volte nella mia vita,
ecco perché ho raggiunto il successo”
1C1 SENZA PALLA (ATTACCO)
OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE:
- Costruire e mantenere un vantaggio per sé e per la squadra
- Impegnare la difesa
- Creare una linea d i passaggio
DOVE SI VERIFICA:
-Vicino alla palla
-Lontano dalla palla
-Fronte, spalle a canestro
PRESUPPOSTI PER ESSERE EFFICACI:
- Conoscenza dello spazio (campo)
- Conoscenza della posizione degli altri compagni
- Buona preparazione atletica del gi ocatore
- Buona conoscenza ed utilizzo dei fondamentali senza palla
- Leggere la difesa e capire dove si può battere “vedere il
difensore e giocare la palla”
-rapidità piedi
-forza esplosiva
-visione periferica
-capacita di anticipazione
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STRUMENTI UTILIZZATI:
- Taglio davanti al difensore
- Back-door
- Taglio in allontanamento
-cambi di direzione, di senso e di velocità
-uso del perno
-arresti a un tempo e due tempi
PROGRESSIONE DIDATTICA
CON DIFESA GUIDATA prima scelta: (Giocatori disposti come da diagramma)
l’assistente in difesa dopo il passaggio non “salta alla palla” , quindi l’attaccante in ala taglia
davanti al difensore con un cambio di velocità.
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CON DIFESA GUIDATA seconda scelta: (Giocatori disposti come da diagramma)
l’assistente in difesa dopo il passaggio salta in anticipo , quindi l’attaccante punta il piede il
piede sinistro verso il giocatore con palla ed esegue un cambio di direzione e velocità
tagliando dietro al difensore (back-door)
CON DIFESA GUIDATA terza scelta: (Giocatori disposti come da diagramma) l’attaccante
mentre effettua il back-door si accorge di uno spazio occupato ( l’assistente sotto canestro
può entrare ed uscire dal campo) quindi compie un cambio di direzione in allontanamento
dalla palla.
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1 C 1 AGONISTICO Max 2 palleggi: (Giocatori disposti come da diagramma) La
progressione didattica termina con 1 C 1 senza palla agonistico. In questo esercizio di
verifica finale è prevista anche la possibilità da parte dell’assistente di entrare e occupare
uno spazio in area in modo da sviluppare nell’attaccante la visione periferica e la
conoscenza di spazi liberi e spazi occupa ti.
COLLABORAZIONI OFFENSIVE
INTRODUZIONE
Collaborare significa rispettare l’iniziativa ( con o senza palla ) del compagno e qui ndi
sapersi muovere all’interno degli spazi che si creano.
Allenare le collaborazioni è utile per creare iniziative ed autonomie nei giocatori, affinché
imparino a rispettare al meglio gli spazi da utilizzare col timing giusto.
E’ da sottolineare l’importanza della relazione che lega i giocatori sul campo, con e senza
palla; le collaborazioni devono essere costantemente allenate affinché la lettura delle
situazioni di gioco diventi sempre più familiari ai giocatori con reazioni e scelte quasi
automatiche.
OBIETTIVI:
- Mantenere le spaziature:
in base alla palla
in base ai compagni
- Acquisire un vantaggio
- Mantenere un vantaggio e concretizzarlo.
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FATTORI DETERMINANTI:
- Fondamentali dell’1c1 con palla e senza palla.
- Qualità del passaggio
- Visione perife rica
ESEMPI DI COLLABORAZIONE A 2
ALTO BASSO: (Giocatori disposti come da diagramma) 1 effettua un taglio verso la palla
portandosi in post alto, 2 effettua un taglio sul fondo verso il canestro; 1 rivece da 3 e passa
la palla a 2.
ESEMPI DI COLLABORAZIONE A 3
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REGOLA DELL’OROLOGIO: (Giocatori disposti come da diagramma) 3 si sposta in
palleggio verso la posizione di ala, nel contempo 1 và in angolo e 2 taglia verso il canestro
ed esce in punta, affinchè sia mantenuta la corretta spazia tura.
3 si sposta in palleggio in angolo, 1 effettua un taglio verso il canestro, 2 rimpiazza in ala
ESEMPI DI COLLABORAZIONE A 4
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(Giocatori disposti come da diagramma) 3 passa a 2, 1 taglia in post basso,
contemporaneamente 4 si sposta in angolo .
COLLABORAZIONI SULLE PENETRAZIONI:
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Sulla penetrazione verso il centro i giocatori senza palla si muovono come da diagramma.
Dopo lo scarico il giocatore 1 libera l’area e occupa spazi liberi.
Sulla penetrazione verso il fondo i giocatori senza palla si muovono come da diagramma.
Dopo lo scarico il giocatore 1 libera l’area e occupa spazi liberi.
Sulla penetrazione verso il fondo i giocatori interni si muovono come da diagramma.
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Sulla penetrazione verso il centro i giocatori interni si muovono come da diagramma.
ALIMENTAZIONE
CHE COSA E’:
L'alimentazione consiste nell'assunzione da parte di un individuo, delle sostanze
indispensabili per il suo metabolismo e le sue funzioni vitali quotidiane; è quindi un
argomento complesso poiché viene determinato da un serie di varianti, come l’età , il sesso ,
l’attività giornaliera, il luogo dove viene svolta l’attività ecc. sulla base di tutte queste
informazioni sarà poi possibile elaborare un regime alimentare corretto all’attivit à svolta che
viene comunemente chiamato dieta.
FIBRE BIANCHE E FIBRE ROSSE:
Le fibre bianche a contrazione rapida (velocità), intervengono nelle azioni muscolari
rapide ed intense la velocità di contrazione e la forza sviluppata sono però dalle due alle tre
volte superiori.
Le fibre veloci vengono reclutate durante esercizi di breve durata che richiedono un grosso
impegno neuromuscolare. Esse si attivano soltanto quando il reclutamento delle fibre a
contrazione lenta è massimo.
Le fibre rosse a contrazione lenta (resistenza) vengono reclutate in azioni muscolari di
scarsa entità ma di lunga durata.
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Sono più sottili delle bianche, . e la loro ridotta dimensione facilita la diffusione
dell'ossigeno ,a causa della minor distanza che le separa.
ATP:
letteralmente sta per adenosin trifosfato e serve ad innescare le reazioni chimiche che
hanno bisogno di energia di attivazione immediata nella cellula di qualsiasi essere vivente.
in sostanza è una riserva di energia velocemente spendibile, ma che ha u na durata massima
di 15”.
CARBOIDRATI – GRASSI – PROTEINE:
i carboidrati (zuccheri) hanno numerose funzioni biologiche tra cui quella di riserva
energetica e trasporto dell'energia (amido, glicogeno, glucosio, fruttosio),possiamo quindi
affermare che rappresentano la benzina necessaria allo svolgimento della nostra attività
giornaliera, e inoltre rappresentano il nutrimento per il nostro cervello
Anche i lipidi (grassi) possono essere utilizzati del nostro organismo come risorsa
energetica , ma sono molto lenti ad intervenire.
Mentre le proteine rappresentano il nutrimento per le nostre fibre muscolari, sono infatti
esse che aiutano la ricostruzione fibrosa del muscolo dopo uno l’attività fisica.
In una dieta giornaliera standard di un atleta si dovreb bero assumere le seguenti percentuali :
PROTEINE 15%
LIPIDI 20/30%
GLUCIDI 65/55%
Partendo dal presupposto che in una dieta giornaliera di un giovane atleta che svolge attività
fisica regolare sarà necessario introdurre circa 5000 calorie ; questo calcolo deriva
dall’analisi del suo metabolismo basale, che rappresenta il consumo mino di energia
dell’organismo a riposo.
A questo andrà aggiunto il calcolo del consumo derivato dall’attività fisica che si ottiene
analizzando la massa muscolare, la mas sa grassa,ecc ecc.
Ora guarderemo una proposta di regime dietetico per i nati nel 93 che sostengo attività
fisica regolare
PRANZO
- verdura
- spaghetti
- formaggio
- spinaci cotti
- bistecca ai ferri
- pane – frutta di stagione
- dolce
il totale delle calorie assunte sarà di 1612. ripartite in percentuale in
PROTEINE 15,24%
LIPIDI 20,25%
GLICIDI 58.60%
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“Talent wins game, but teamwork and intelligence
wins championships”
Michael Jordan
“Il talento ti fa vincere la singola partita, ma il
lavoro di squadra e l’intelligenza ti fanno vincere i
campionati”
PROGETTARE IL PROGRAMMA DI
ALLENAMENTO
La relazione qui di seguito presentata ha quale argomento la progettazione del programma
di allenamento giornaliero.
L’elemento fondamentale che guida tutta l’ideazione, lo sviluppo e la verifica di un piano di
allenamento è il TEMPO:
tempo destinato alla progettazione, un buon programma di allenamento non può
essere ideato frettolosamente ma è frutto di tutto uno studio off-line da parte
dell’allenatore e dei suoi assistenti in seguito a valutazioni tecniche, valutazioni
fisiche dei giocatori a disposizione e valutazioni tattiche
tempo di durata dell’allenamento, la sequenza degli esercizi proposti deve essere
organizzata in base ad una corretta distribuzione del tempo a disposizione
tempo di esecuzione degli esercizi, fondamentale assegnare il giusto tempo agli
esercizi per permettere al giocatore di apprendere il gesto tecnico, assimilarlo e
renderlo automatico
I principi basilari da seguire per la progetta zione del programma giornaliero di allenamento
sono costituiti dai seguenti passaggi:
fissare gli obiettivi specifici da raggiungere (tiro, palleggio, 1c1 etc…)
organizzare i contenuti, con la proposta di esercizi funzionali, semplici, adatti alle
capacità dei giocatori e coinvolgenti
valutare materiale e strumenti a disposizione, palestra a disposizione, nr. di palloni e
altre attrezzature
applicare il metodo ogni allenatore ha il suo e nel seguirlo si pone sempre i seguenti
quesiti
o cosa: in funzione dell ’obiettivo attività a tutto campo o a metà campo,
fondamentali individuali con o senza palla, collaborazioni
o come: variando gli esercizi passando da una forma didattica ad una più attiva
fino all’agonistica; proponendo un allenamento che non sia ripetitivo e noioso
e stimolando sempre l’entusiasmo dei ragazzi.
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o quando: con una corretta organizzazione del tempo a disposizione e precisa
indicazione dei tempi di ogni esercizio
o quanto: con un nr. congruo di ripetizioni per ciascun giocatore e intensità da
rendere l’esecuzione allenante dal punto di vista fisico.
Per poter ottenere la massima prestazione nello svolgimento degli esercizi da parte dei
giocatori, l’allenatore deve conoscere concetti di base della fisiologia necessari per
distribuire nell’organizzazi one dell’allenamento del carico di lavoro atletico e poterlo
distribuire sulla durata del programma alternando fasi di carico a fasi di scarico (molto
importante la fase di recupero)
La preparazione del programma di allenamento consiste nello scrivere in maniera chiara,
precisa e sintetica la sequenza degli esercizi proposti in funzione della categoria di
appartenenza della squadra, del periodo dell’anno, del luogo di allenamento e dell’orario.
Fondamentale è la rappresentazione grafica dei movimenti che s i sviluppa attraverso
diagrammi con simboli codificati.
Le macrofasi principali da sviluppare per un corretto piano di allenamento sono:
l’Attivazione (prima fase), con o senza palla;
la parte Centrale, in cui verrà trattato l’argomento principale;
la parte Finale, basata soprattutto su fasi di gioco per la verifica;
Qui di seguito presentiamo una proposta di piano di allenamento quando in palestra
abbiamo, per cause maggiori, un numero ristretto di giocatori (4 o 5). Esso prevede quale
obiettivo l’1c1 e il 2c2
Tempo
Esercizio Note
20’ 1c0 Questa fase contiene anche l’attivazione
10’/20
’
1c1 Metà campo, aumenta l’intensità dello sforzo, aumentano le
correzioni in frequenza e durata
10’ passaggio Non sovraccarica molto e viene sviluppato dopo un lavo ro intenso
1c1. Per renderlo stimolante può essere proposto a terzetti 0X0
3’/5’ 2c2 senza
palleggio
Quale evoluzione dell’esercizio precedente si effettua senza
palleggio con la regola di andare a concludere solo dopo un nr. di
passaggi
5’ pausa Bere e recuperare
5’ Tiro 1’ didattica con 1 mano – 4’ a due mani con 1 fila al centro e 2
laterali posizionate in area, con il giocatore che ad ogni canestro
realizzato si allontana della distanza di 1 piede
5’ 2c0 Fase di riattivazione per aumentare il ca rico di lavoro fisico
20’ 2c2 Fase di gioco agonistico
5’ Defaticamento Gara di tiro o gara di tiri liberi
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REGOLAMENTO CIA
STATUS DELLA PALLA
La palla da regolamento può essere:
VIVA quando:
durante il salto a 2, la palla viene legalmente to ccata da uno dei due giocatori;
l’arbitro consegna la palla al giocatore sia per la rimessa in gioco da fuori campo che per
eseguire i tiri liberi
MORTA quando:
si realizza un canestro su azione o tiro libero;
l’arbitro fischia interrompendo il gioco;
la sirena suona la fine del periodo o de i 24” secondi;
la palla, mentre è in aria per un tiro a canestro, viene toccata da uno dei giocatori delle due
squadre dopo che l’arbitro ha fischiato, la sirena suona la fine del periodo o dei 24”
NON DIVENTA MORTA e il canestro, se realizzato, viene convalidato quando:
la palla è in aria, cioè che un giocatore ha tirato a canestro su azione e l’arbitro fischia,
oppure la sirena suona la fine del periodo o dei 24”;
la palla è in aria per un tiro libero e l’arbitro fis chia per una infrazione commessa da
qualcuno dei giocatori in campo che non sia il tiratore;
l’arbitro fischia un fallo e il giocatore che lo ha subito aveva già effettuato un’azione con un
tiro a canestro.
POSSESSO DELLA PALLA:
Per un giocatore, è quando ha il pieno controllo della palla o con entrambi le mani o
saldamente con una mano.
Per una squadra, quando uno dei giocatori ha il possesso della palla; nel momento in cui c’è
il tiro non c’è più il controllo della palla e quindi il possesso.
SALTO A DUE:
si effettua all’inizio di ogni gara e consiste che l’arbitro lancia la palla in alto tra due
giocatori avversari posti nel cerchio centrale del campo, i quali possono solo toccare la palla
(massimo due volte) e dopo che ha raggiunto il suo punto più a lto, senza impossessarsene.
POSSESSO ALTERNATO:
è un metodo per far diventare viva la palla con una rimessa in gioco, piuttosto che con il
salto a due;
la squadra che non ha il possesso della palla, dopo il salto a due iniziale, darà inizio al
possesso alternato.
VIOLAZIONI SUL PALLEGGIO:
PASSI:
è una violazione cioè un’infrazione delle regole di gioco che si ha quando:
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un giocatore che ha il possesso della palla si sposta in una qualsiasi direzione senza
palleggiare, quindi muovendo entrambi i piedi, opp ure muovendo il piede perno che è
quello che tocca per primo il terreno di gioco in un arresto a due tempi oppure potrebbe
essere il piede che non viene sollevato dopo un arresto ad un tempo.
DOPPIO PALLEGGIO è quando:
il palmo della mano del giocatore ch e stà palleggiando è sotto la palla, detto “Palming”;
il giocatore palleggia contemporaneamente con entrambi le man;i
il giocatore dopo aver palleggiato e dopo aver fermato il palleggio riparte palleggiando.
VIOLAZIONI DI TEMPO:
3”: un giocatore non può sostare per più di 3 secondi consecutivi nell’area dei 3 secondi
avversaria, mentre la sua squadra ha il controllo di una palla viva in attacco, neanche con un
piede dentro e uno fuori;
si tollera se sta palleggiando per tirare a canestro;
5”dalla rimessa fuori campo: il giocatore ha tempo 5” per passare o lasciare la palla;
5” in fase di gioco: un giocatore fermo nel campo che ha il possesso della palla deve
passare, tirare o palleggiare la palle entro 5 secondi se subisce una difesa attiva, cioè se è
marcato ad una distanza di non più di un metro;
8”: un giocatore che ha il possesso di palla nella sua zona di difesa, la sua squadra a tempo
8 secondi per far arrivare la palla nella zona di attacco e si può dire che la palla è nella zona
di attacco quando: tocca la zona di attacco, tocca un giocatore o un arbitro che ha parte del
corpo a contatto con la zona di attacco e, nel caso del palleggiatore, quando quest’ultimo ha
entrambi i piedi il contatto con la zona di attacco.
24”: un giocatore che ha il possesso della palla, la sua squadra ha 24 secondi per effettuare
un tiro a canestro che è considerato valido quando la palla lascia la mano prima del suono
della sirena dei 24”;
se la palla entra nel canestro, non c’è alcuna violazione, la sirena deve esse re ignorata e il
canestro è convalidato,
se la palla tocca l’anello, ma non entra nel canestro, non c’è violazione, la sirena deve essere
ignorata e l’azione prosegue,
se la palla tocca il tabellone o non tocca l’anello,si verifica una violazione, ma se gl i
avversari né ottengono un vantaggio, la sirena deve essere ignorata e il gioco prosegue.
RIMESSA IN GIOCO DA FUORI CAMPO
RIMESSA LATERALE quando:
l’arbitro consegna o mette a disposizione la palla al giocatore che effettua la rimessa nel
punto più vicino all’infrazione o dove il gioco è stato fermato o nel punto indicato
dall’arbitro; il giocatore ha tempo 5” per passare o lasciare la palla; inoltre può spostarsi
lateralmente in entrambe le direzioni, ma non più di un metro, mentre indietro ci può
andar,e se il campo lo consente.
RIMESSA DIRETTA quando:
dopo un canestro su azione, un ultimo o un unico tiro libero realizzato, un giocatore della squadra
che ha subito il canestro effettua la rimessa in gioco da qualsiasi punto dietro la linea di fondo
campo dove è stato realizzato il canestro.
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RIMESSA IN GIOCO DALLA LINEA CENTRALE ESTESA SUL LATO OPPOSTO
AGLI UFFICIALI DI CAMPO quando:
all’inizio di ogni periodo di gioco tranne il primo
a seguito di un tiro (i) libero per fallo tecnico, antisportivo o da e spulsione
durante gli ultimi due minuti del quarto periodo di gioco e durante gli ultimi due minuti dei
tempi supplementari a seguito di una sospensione concessa alla squadra che avrà diritto al
possesso di palla nella propria zona difensiva.
Il giocatore deve avere i piedi a cavallo della linea di metà campo e può passare la palla ad
un compagnoni squadra in un qualsiasi punto del campo.
CONTATTI FALLOSI:
un giocatore commette un fallo quando nel contrastare un avversario non mantiene una
corretta posizione legale cioè deve rispettare i criteri di:
CILINDRO: è definito come lo spazio all’interno di un cilindro immaginario occupato da
un giocatore sul terreno di gioco ed è delimitato: davanti dal palmo delle mani, dietro dai
glutei e lateralmente dai marg ini esterni delle braccia e delle gambe.
VERTICALITA’: si intende il prolungamento del cilindro in alto, all’infinito, e che questo
spazio risulta inviolabile.
POSIZIONE LEGALE DI DIFESA quando:
un difensore sta fronteggiando il suo avversario ed ha entr ambi i piedi sul terreno di gioco.
FALLO ANTISPORTIVO E’:
un contatto falloso di un giocatore che, ha giudizio dell’arbitro, non gioca secondo le regole
e che commette un’azione violenta nei confronti dell’avversario; tutti i falli commessi a
gioco fermo viene considerato antisportivo.
24
“The best teams have chemistry. They
communicate with each other and they
sacrifice personal glory for the common
goal.”
Dave DeBusschere
“La migliore squadra ha la chimica. Loro
comunicano e sacrificano la gloria personale
per l’obbiettivo comune.”
1C1 DIFESA UOMO CON PALLA
INTRODUZIONE
Allenare la difesa non è semplice, perché bisogna riuscire a convincere i giocatori che
possono trovare gratificazione nel difendere bene, cosa molto più difficile rispetto
all’attacco. Tutti vedono un bel canestro in sospensione, una schiacciata… Nessuno, o
pochi, un buon tagliafuori o una difesa tecnicamente corretta ed aggressiva. Quando
l’attaccante fa canestro ha “segnato un tiro difficile”, se sbaglia “ha sbag liato!”, la difesa?
Magari il tiro sbagliato è il risultato di un’ottima difesa, generalmente poco gratificata.
A questo proposito, soprattutto con i giovani (under 13 in giù), quando si insegna la difesa
non bisogna punire l’insuccesso, ma gratificare il successo e far capire alla squadra che il
giocatore che difende bene ha sempre la gratificazione del coach. Le punizioni non le
vorrebbe nessun giocatore, la gratificazione la VOGLIONO tutti!
OBIETTIVI:
L’obiettivo principale della difesa 1c1 è togliere vantaggio all’attacco, che possiamo
riassumere nei seguenti punti chiave:
Difendere il canestro;
Recuperare la palla;
Togliere lo spazio e il tempo all’attaccante;
Mantenere un equilibrio migliore rispetto all’attaccante;
Togliere l’iniziativa, allenando l a difesa ad “attaccare”, rimanendo sempre reattivi;
Studiare i punti forti dell’avversario e non permettergli di utilizzarli.
Inoltre, se l’attaccante dovesse comunque prendere un vantaggio, l’altro obiettivo è di non
farglielo mantenere, cercando di recu perare.
DOVE SI VERIFICA?
25
Vicino/Lontano
Conversione
Fronte/Spalle
In tutte queste situazioni esistono situazioni più specifiche:
1c1 statico;
ricezione in movimento dell’attaccante;
rimbalzo (tagliafuori);
successivamente alla chiusura del palleggio d ell’attaccante;
situazione di difesa sul tiro;
Da un recupero difensivo.
Requisiti per essere efficace in difesa
Spazio
Conoscere lo spazio e adattare la difesa alle diverse zone del campo.
REQUISITI TECNICI:
Posizione fondamentale di difesa;
Uso mani e piedi;
Tecnica dello scivolamenti, corsa in recupero e salto;
Aggressività
Contenere l’uomo in palleggio;
Tagliafuori difensivo;
Ostacolare il tiro.
REQUISITI FISICI:
Posizione dinamica attivata con piedi in movimento per accorciare i tempi di reazio ne:;
Reattività nei movimenti;
Forza reattiva: consente di effettuare azioni di grande intensità in tempi brevi e con
guadagni di potenze;
Torsioni del corpo nel cambio di direzione e negli scivolamenti;
Rapidità d’azione;
Equilibrio.
Mentalità
IL DIFENSORE DEVE CONOSCERE:
Caratteristiche dell’attaccante:
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individuare la mano forte;
posizione;
piede perno;
tecnica di tiro;
posizione della palla in relazione al corpo e della mano su di essa (per esempio: palla alta
sopra la testa o in basso);
posizione dei piedi e delle gambe;
velocità d’esecuzione dei movimenti d’attacco;
psiche (aspetto mentale);
posizione preferita in campo.
Zona del campo in cui si trova il difensore;
Posizione del canestro;
Posizione dei compagni e degli avversari.
Il difensore può :
Aspettare un errore (difendere) o indurre all’errore (attaccare);
Fare muro o chiudere un lato.
Proposte didattiche
1
Una fila fondo campo e 8 palloni
posizionati in posizione di angolo, ala, post
basso (in entrambi i lati) punta e post alto
centrale.
Ad ogni segnale del coach X1 parte ed
esegue uno skip sul posto tenendo la
posizione di difesa a muro, urlare "ci
sono!", al secondo segnale X1 cambia
posizione ed entra X2, cos di seguito per
tutte le posizioni, ultime tre le posizioni di
post.
Progressione:
- utilizzare anche le mani e cambiare
guardia;
- contestare, tornare;
- tagliafuori.
27
2
Giocatori con palla fuori dalla riga,
difensori dentro il campo davanti alla palla.
Gli attaccanti spostano la palla da una
mano all'altra ed i difensori si muovono a
specchio mantenendo sempre il naso
davanti alla palla.
Progressione:
- balzo di scivolamento;
- palleggio e cambio mano;
- skip e scivolamento;
- due palleggi e ritorno, difesa a muro;
- l'attaccante corregge il difensore .
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LA PREPARAZIONE FISICA
La pallacanestro rientra negli insieme degli sport di situazione, i quali vanno intesi come un
sistema complesso di processi tra loro integrati fondati su varianti di ordine:
- Temporale: periodizzazione
- Metodologico: percorso ritenuto più idoneo per lo sviluppo di uno o piu’ aspetti
- Valutativo: quali parametri e come valutarli
Il metabolismo
La pallacanestro è una disciplina aerobico -anaerobico mista alternata con altre richieste di
velocità ed esplosività muscolar e. Durante l’attività ci sono vari metabolismi che entrano in
gioco:
- Metabolismo anaerobico alattacido (ATP -PC): avviene in assenza sia di ossigeno
sia di acido lattico ma per mezzo della fosfo -creatina.
- Metabolismo anaerobico lattacido (glicolisi anaerobi ca): compare la presenza
dell’acido lattico.
- Metabolismo aerobico: in questa situazione compare l’utilizzo dell’ossigeno
derivato dall’ambiente esterno e la possibilità di protrarre ulteriormente il tempo
dell’attività
Il 70 % delle azioni ha una durata in feriore ai 20 secondi. All’aumentare del tempo
consecutivo di gioco, aumenta anche il tempo di pausa successivo. I tempi di gioco e di
pausa devono essere IN RAPPORTO 1:1.
Nel corso degli anni la preparazione fisica per la pallacanestro si è evoluta in ma niera da
sviluppare un allenamento funzionale, visto che questo sport presenta sforzi intermittenti
come:
- Accelera e frena
- Cambio direzione e senso
- Deve gestire situazioni di contatto fisico
- Deve gestire situazioni di disequilibrio
- Salta e ricade
- Effettua rotazioni e tensioni
Per allenamento funzionale si intende un metodo di lavoro che individua nello sviluppo
delle funzioni operative specifiche, il corpo nella sua interezza sfruttando:
- La gravità
- La quantità di moto acquisita e necessaria per ottimizzar e il gesto
- L’utilizzo del suolo come ancoraggio del corpo (pendolo)
- L’utilizzo di ampi gradi di movimenti
L’allenamento funzionale ha come finalità:
- Favorire la coordinazione
- Incrementare l’efficienza del movimento
29
- Migliorare la stabilità
- Sviluppare la forza delle articolazioni
In conseguenza di ciò la preparazione fisica moderna pone particolare attenzione alla “core
ability” (allineamento posturale e gestione dell’equilibrio).
In seguito a queste considerazioni possiamo riassumere il concetto di prepar azione fisica
nella pallacanestro con il seguente schema:
I Principi della preparazione fisica
- Allenare i movimenti e non i singoli muscoli.
- Mobilità e stabilità devono coesistere per creare un movimento efficiente
- Eseguire movimenti poliarticolari tenendo conto delle catene miofasciali e poliassali
inserendo movimenti di torsione
- Le proposte di allenamento vanno inserite in un progetto pluriennale di
miglioramento considerando le differenze cronologiche e biologiche di ogn i
individuo.
Proposte pratiche viste in palestra
Core
Trainin
g
Stability
Hips Muscles
Pre –
rehabilitation
Mobility
Training
Key
Words
Balance
Trainin
g
Functional
Training
Specific
Endurance
Individual
Skills
Strengh
t
Tatics
Perfomanc
e
Conditional
Trainer
Sanitary
Staff
Head
Coach
Functional
movement
Postural
habits
Flow
motion
30
Esercizi per allenare la CORE STABILITY
Esercizi per allenare l’equilibrio
31
Conclusioni
- Prestare la medesima attenzione sia allo sviluppo tecnico che fisico del l’atleta
- Riconoscere e lavorare sulla struttura atletica dell’atleta
- Lavorare sullo sviluppo di equilibrio, rapidità e forza
- Adattare e personalizzare i metodi di lavoro alla situazione personale ed al livello
della squadra.
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“You can't win unless you learn how to
lose.”
Kareem Abdul-Jabbar
“Tu non puoi vincere a meno che hai
imparato a perdere”
1C1 DIFESA SU UOMO SENZA PALLA
OBIETTIVO:
prendere l’iniziativa sull’attacco costringendolo a riceve la palla in una situa zione a lui
svantaggiosa. Togliendo quindi spazi e tempi di azione all’attaccante.
COME SI VERIFICA:
statico-dinamico.
vicino-lontano dal canestro e dalla palla.
fronte-spalle a canestro.
QUALI FONDAMENTALI USARE:
Tecnica di anticipo, cambio guardia (chiusa o aperta).
Tecnica per spezzare i tagli.
Tecnica per il posizionamento (vicino e lontano dalla palla).
REQUISITI FISICI:
Reattività e velocità piedi.
Equilibrio
Forza e resistenza
Di fondamentale importanza saranno la visione periferica e la capacità di anticipazione.
COME ORGANIZZO L’ALLENAMENTO:
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Dal facile al difficile.
Variando spazi e tempi.
Dando obiettivi raggiungibili tramite esercizi funzionali.
PROGRESSIONE DIDATTICA:
1c1 DIDATTICO SU ¼ DI CAMPO. Il difensore effe ttua il “salto alla palla” e poi lavora
per l’anticipo e la visione periferica. Al secondo anticipo sulla linea dei 3p, sporca il
passaggio e sprinta in palleggio fino la metà campo.
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1c1 AGONISTICO SU ¼ DI CAMPO IN POGRESSIONE:1) Dando un limite di tempo
(5”) all’attaccante per smarcarsi.2) Dando 2 soli palleggi all’attaccante. 3) 1c1 senza
limitazioni di tempo e palleggi.
1c1 DIDATTICO SOLO PER POSIZIONAMENTO: salto alla palla, staccarsi sul lato
debole, muovendosi mentre la palla è in volo.
Prima senza saltare i passaggi e poi anche con passaggi skip.
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Come l’esercizio precedente, ora si richiede all’attaccante di eseguire un taglio in area
quando la palle è in ala. La difesa lavora per spezzare il taglio e sul cambio di guardia.
1c1 agonistico sulla falsa riga dell’esercizio didattico precedente.
36
“Great players and great teams
want to be driven. They want to be
pushed to the edge. They don't
want to be cheated. Ordinary
players and average teams want it
to be easy.”
Pat Riley
“I grandi giocatori e le grandi
squadre vogliono essere guidati. Loro vogliono essere spinti al limite.
Loro non vogliono essere ingannati. Giocatori e squadre di media
caratura vogliono le cose semplici…”
COLLABORAZIONI DIFENSIVE
OBIETTIVI:
- Togliere spazio agli avversari
- Spezzare il timing dell’attacco
- Prendere iniziativa per no n far prendere vantaggio all’attacco
I RIFERIMENTI IMPORTANTI PER COLLABORARE IN DIFESA SONO:
- Palla, uomo, canestro
- Linee di passaggio
- Linee di palleggio
- Linea della palla
LE SCELTE DI COLLABORAZIONI DIFENSIVE POSSONO ESSERE:
- Aiuto e recupero
- Aiuto, cambio e rotazioni
- Raddoppi difensivi
I difensori devono sempre essere bassi sulle gambe, attivi con le mani, pronti a scivolare
decelerare e contenere. Una collaborazione ha come punto di partenza l’1contro1 con e
senza palla. Per le collaborazioni difen sive sono molto importanti i concetti di lato debole e
37
lato forte. Con la palla che si muove i difensori si devono quindi muovere per mantenere un
equilibrio difensivo (difesa sulla palla, difesa in anticipo sulla linea di passaggio, difesa su
palla a dis tanza di uno o più passaggi). Come punti di riferimento avere palla, uomo e
canestro, ed in ogni momento dell’azione guardare la palla e “vedere” tutto con la visione
periferica, per cercare di anticipare l’attacco e togliergli eventuali spazi e vantaggi.
PROGRESSIONE DIDATTICA:
2c2 handicap più appoggio. Aiuto e recupero.
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2c2 handicap con appoggio. Aiuto e recupero.
3c3 handicap. Aiuto, recupero e rotazione : X2 “vola” sul passaggio d’uscita X3 e X1
recuperano come da diagrammi successivi.
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4c4 handicap. Aiuto,recupero e rotazioni
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4c4 handicap. Sulla penetrazione di 1 aiuti come da diagramma. Sugli eventuali passaggi
d’uscita X4,X3 e X2 recuperano come da diagrammi successivi:
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PRINCIPI DI DIFESA E ED ATTACCO ALLA ZONA
Nella difesa a zona il difensore deve seguire i movimenti della palla e non dell’uomo, controllando
la propria zona di competenza.
Le zone si dividono in zone a fronte pari (es.2-3) o a fronte dispari (es.3-2); con la zona 2-3
solitamente si cerca più di proteggere l’area vicino a canestro, mentre con la 3-2 si cerca più di
difendere sul perimetro.
Ogni movimento della palla provoca un movimenti in adeguamento dei difensori; se la palla arriva
ad un attaccante schierato nella propria zona, il difensore inizia praticamente a difendere “a muro”
sulla palla (come se fosse una difesa a uomo), mentre gli altri scalano la loro posizione di
conseguenza.
L’attacco solitamente si posiziona a schieramento contrapposto alla difesa (dispari contro zona pari
e viceversa), proprio per cercare di attaccare i buchi e gli spazi lasciati dalla difesa.
L’attacco utilizza solitamente le seguenti tattiche per cercare di battere la difesa a zona:
Circolazione di palla per far muovere più possibile la difesa e per rompere il suo equilibrio.
IN-OUT (passaggio dentro-fuori, con uscita della palla verso il lato debole per cercare un
tiro comodo) utilizzando spesso un uomo all’interno della zone e posizionandolo in post-
basso vicino alla linea di fondo, per far schiacciare la difesa
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Skip-pass, passaggio filtrante sopra la difesa per arrivare con la palla nell’angolo basso
opposto (molto rischioso farlo al contrario, col rischio di una palla persa che si tramuti in un
facile contropiede avversario)
Penetra e scarica, cercando sempre di entrare in palleggio nei buchi e negli spazi lasciati
vuoti dalla difesa a zona.
SCHIERAMENTO DIFESA A ZONE 2-3:
43
SCHIERAMENTO DIFESA A ZONA 3-2:
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PREPARAZIONE E GESTIONE DI UNA GARA
“Success is peace of mind attained only through self-
satisfaction in knowing you made the effort to do the
best of which you're capable”
John Wooden
La citazione introduttiva è una frase utilizzata da John Wooden
per spiegare la sua idea di motivazione, egli parla di p ace
mentale raggiungibile esclusivamente attraverso la consapevolezza di aver fatto lo sforzo di
fare del proprio meglio dando tutto quello che si è capaci di dare. Ogni giocatore deve dare
sempre il 100%, perché se in un allenamento da il 60%, l’allenamen to successivo non può
dare il 140% (più del suo massimo), quindi quel calo non sarà più recuperabile.
Gestione psicologica
Le motivazioni di un allenatore, i valori che sottendono, si riflettono nel suo modo di
allenare, di gestire la squadra, di creare obiettivi, in una parola si riflettono sulla squadra.
L’allenatore deve riuscire a provocare emozioni ai propri giocatori attraverso la propria
motivazione e le proprie capacità, sia tecniche che pedagogiche. Però non deve fare l’errore
di attribuire le proprie motivazioni ai ragazzi o supporre e/o pretendere che tutti i ragazzi
siano spinti dalle stesse motivazioni. Ogni giocatore è unico, quindi è necessario gestire i
singoli giocatori e, allo stesso tempo, fargli capire di essere un gruppo, una squadra.
Pertanto la gestione psicologica può essere:
- di squadra;
- del singolo giocatore.
Nella pratica non esiste un’unica
psicologia dello sport. Come nel
basket ci sono diversi modi di
interpretare questo sport, diverse
metodologie di insegnamento,
diverse tattiche di gioco, così nella
psicologia ci sono diverse idee sul
funzionamento delle persone a
seconda del modello teorico a cui
si fa riferimento.
l’atleta, è un sistema composto di
diverse parti che interagiscono tra
loro (livello intrapsichico: come
quella persona pensa, sogna, che
emozioni prova, come le sperimenta, come le incarna nel corpo) e con altri sistemi formati
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dalle stesse parti che interagiscono tra loro in modi differenti (livello interpersonale: come
interagisce con gli altri, che ruoli assu me?). tradotto nella pratica sportiva questo modello
mi permette di focalizzare le differenze individuali nella fase di apprendimento e di
prestazione, sia a livello intrapsichico (come funziona sotto stress, come memorizza il
compito, come gestisce le emozioni e come queste influenzano i suoi compiti motori) sia
interpersonale (come si relaziona questo giocatore alla squadra, all’allenatore ecc.).
un istruttore che si centra solo sul “cosa” far apprendere, attraverso un allenamento “tipo”,
calibrato su caratteristiche generali dell’allievo (età, sesso, peso, ecc.) dimostra una
mentalità chiusa, quindi risultati diversi rispetto ad un istruttore consapevole che due
persone hanno esperienze di vita diverse (che li spingono a vedere il mondo secondo due
ottiche diverse, ad assegnare significati diversi alla realtà che li circonda), che si assume la
responsabilità di vedere “chi” è il soggetto che ha di fronte, come lui stesso ci si relaziona,
ed il modo migliore per motivarlo.
L’allenatore è il leader della squadra e come tale
deve assolvere diverse funzioni con l’obiettivo
ultimo di aiutare il giocatore e la squadra a crescere
come persone, e come professionisti. L’allenatore è
contemporaneamente un: insegnante che ha lo
scopo di insegnare la pallacanestro n elle sue
componenti tecniche; educatore: il cui compito è
quello di educare alla pallacanestro e tramite questo
sport, alla vita; psicologo: i cui compiti vanno in
direzione di comprendere le singole soggettività (i
giocatori) per creare un gruppo coeso (la squadra), e
di saper gestire la squadra da un punto di vista
emotivo-relazionale sia in situazioni di
apprendimento che di prestazione; allenatore: che
deve saper impostare piani di allenamento calibrati
sull’età, le competenze dei suoi ragazzi, deve
prepararli tatticamente.
Motivazione di squadra
Un allenatore deve essere un gran motivatore, nel senso che deve tirare fuori il massimo dai
propri giocatori gestendoli come squadra. L’allenatore deve alternare varie “strategie” (tono
di voce, posizione, distanza, gestualità) a seconda del momento (partita facile o difficile,
vittoria o sconfitta…ecc) e del livello di attivazione dei propri giocatori (giocatore carico,
giocatore “spento”). Inoltre deve decidere se rivolgersi a tutta la squadra o se (e quando)
rivolgersi ad un singolo giocatore. L’obiettivo è di ottenere un livello di attivazione
ottimale, soprattutto prima di una partita. Tale livello non dovrà essere ne troppo basso
(giocatore non abbastanza attivo, poco pronto) ne troppo alto (giocatore con livello
dell’ansia troppo alto, perdita di lucidità).
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A cosa vi serve sapere di motivazione?
• Reclutamento: l’allenatore dal minibasket all’agonismo avrà sempre il problema di
reclutare nuove leve; per l’atleta questa è la delicata fase di “approcc io” alla pallacanestro.
• Insegnamento: l’allenatore deve porsi il problema di trasmettere conoscenze; l’atleta deve
iniziare ad apprendere nuovi movimenti, diverse abilità;
• Prestazione: l’allenatore ha il compito di gestire la squadra prima durante e do po la gara;
l’atleta fa i conti con la difficoltà ma anche il piacere, di mettersi in gioco in prima persona,
di valutare le proprie competenze e confrontarle con quelle altrui.
• “Transizione”: l’allenatore del settore giovanile si ritrova ad accompagnare gli atleti o al
settore agonistico, o a quello amatoriale o all’abbandono dell’attività; l’atleta affronta il
passaggio a nuove responsabilità, nuove soddisfazioni o delusioni.
La motivazione di una squadra è influenzata e strettamente legata a diversi a spetti:
- economica, non è compito dell’allenatore bensì della dirigenza, è comunque un aspetto
influente da tenere in considerazione;
- sportiva;
- confronto, (es. tra 2 città rivali) puntare sulla rivalità, per esempio in un derby, per
motivare la squadra;
- storica, (es. “questa squadra non ha mai raggiunto questo risultato”);
- tattica (“Luca fai bene i blocchi, ci servono i tuoi blocchi per fare dei buoni tiri”).
Motivazione del singolo giocatore:
- responsabilizzare (“dovrai marcare il giocatore più forte, non deve ricevere”)
- confronto
- leadership, suddivisa in:
tecnica
carisma
relazionale (quello che fa gruppo)
Preparazione di una partita
La preparazione di una partita inizia circa 4 giorni prima, provando la difesa sui giochi
avversari, le contromosse, gli attacchi…ecc. Per preparare una partita al meglio bisogna
tenere in considerazione queste variabili:
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1 - Tattica
- attacco
- difesa
- contropiede
- situazioni speciali
2 - Tecnica: é la valutazione del singolo giocatore
Esempio: il gioca tore Rossi
ruolo
analisi antropometrica (veloce, alto, esplosivo…ecc)
lateralità (destro/sinistro)
statistiche (valutazione se possibile delle statische)
caratteristica psicologiche (LEADER squadra ?Se lo provochi s’innervosisce …ecc)
tecniche (Fondamentali individuali ? Con e senza palla…ecc)
Nel settore giovanile si preparano le partite, però bisogna sempre considerare il livello e la
categoria, per esempio: con una squadra under 13 è prematuro parlare di “cosa facciamo
contro questi avversari che hanno queste caratteristiche e che giocano così”, in queste età è
meglio farglielo scoprire da soli . Discorso completamente diverso se alleniamo un’under 19.
In questi gruppi possiamo utilizzare un tipo di scouting molto più approfondito , valutando
appunto tutte le componenti elencate sopra.
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