PROTOCOLLO DI INTESAPATTO TERRITORIALE DELLA PEDEMONTANA DEL GRAPPA E DELL’ASOLANO
D I A P A S O N
Comunità Montana del Grappa (TV) 1
PROTOCOLLO D’INTESA
PATTO TERRITORIALEdella PEDEMONTANA DEL GRAPPA e dell’ASOLANO
DIAPASON
IC Equal DIAPASONMis 3.1. cod. IT – G – VEN – 039
Giugno 2003
PROTOCOLLO DI INTESAPATTO TERRITORIALE DELLA PEDEMONTANA DEL GRAPPA E DELL’ASOLANO
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Sommario
1. Il percorso di concertazione..................................................................................... 3
2. La perimetrazione del patto territoriale .................................................................... 5
2.1. Interrelazioni con la programmazione sovraordinata ………………………92.1.1 I Patti Territoriali in Regione Veneto…………………………………… .92.1.2 Il Patto territoriale nella programmazione regionale……………………..112.1.3 Il Patto territoriale nella Pianificazione Provinciale, PTP e PIANO STRATEGICO della Provincia di Treviso ………………………….141.2.4 Il Patto territoriale e gli altri strumenti di programmazione a livello locale……………………………………………..161.2.5 Il Patto territoriale e la programmazione nell'ambitodell'istruzione e formazione ……………………………………………….17
3. L’idea forza del patto territoriale: Restituire centralità al territorio.......................... 21
3.1 Dotare il territorio di reti e servizi di carattere metropolitano ............................ 233.1.1 Le reti infrastrutturali.................................................................................. 243.1.2 Le reti dell’intraprendere............................................................................ 243.1.3 Le reti delle forme di convivenza............................................................... 25
3.2 Valorizzare l’economia dell’esperienza........................................................... 274. Il percorso di implementazione del patto territoriale .............................................. 30
5. I criteri di priorità per la presentazione dei progetti del patto territoriale ................ 36
6. Gli assi dello sviluppo locale da perseguire con il Patto Territoriale ...................... 40
Asse 1: Sistema Amministrativo ........................................................................... 40Asse 2: Infrastrutture e assetto del territorio ......................................................... 42
Asse 3: Turismo 43Asse 4: Industria e artigianato .............................................................................. 45Asse 5: Agricoltura, ambiente e produzioni tipiche ............................................... 47Asse 6: Commercio ............................................................................................... 50Asse 7: Sistema formativo .................................................................................... 51Asse 8: Sociale ..................................................................................................... 55
6. Gli impegni dei firmatari....................................................................................... 58
ALLEGATO “B” alla DGR n. 1969 del 24/06/03...................................................... 66
Tipologia.................................................................................................................... 68
Allegato 1- Patto formativo/progetto SISTema 70
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1. Il percorso di concertazione
Il presente protocollo di intesa è il risultato di un percorso “coalizione” inserito in un
progetto approvato nell’ambito del programma comunitario EQUAL.
Il progetto geografico Equal “Diapason”1 si configura come strumento orientato allo
sviluppo del territorio dell’area pedemontana e come tale ha previsto un’attività di
ricerca-azione che ha coinvolto attivamente gli attori locali che a vario titolo
ricoprono funzioni di rilievo nelle dinamiche dello sviluppo socio-economico del
territorio e sta accompagnando alla costruzione della coalizione locale che risulterà
responsabile di un Patto territoriale sulle linee guida emerse e concordate con il
territorio attraverso incontri di confronto e concertazione pubblici.
Le attività di conoscenza e di concertazione iniziali sono state utilizzate per attivare
un sistema di monitoraggio, progettazione ed accompagnamento allo sviluppo del
territorio attraverso l’attivazione di agenzie aperte al territorio con l’obiettivo di fornire
sevizi integrati.
Nello specifico queste agenzie/sportelli DIAPSON, aperti al pubblico da febbraio
2003 sviluppano i seguenti contenuti a servizio del territorio: a. organizzazione del
servizio di informazione e di sportello territoriale; b. progettazione e servizio
consulenziale; c. sperimentazioni formative; d. sperimentazione di un laboratorio di
incubatore d’impresa.
La ricerca - azione, avviata da giugno 2002 ha realizzato in fase di avvio la
formazione dell’equipe operativa e da settembre a dicembre 2002 interviste
semistrutturate a circa 150 soggetti significativi dell’area rispetto alle problematiche
e potenzialità di sviluppo dell’area pedemontana del Grappa e dell’Asolano in ambito
economico-produttivo, socio-culturale e turistico delle tre Comunità Montane del
massiccio del Grappa.
1 Ente Gestore: Comunità Montana del Grappa;Partnership di Sviluppo che hanno sottoscritto l’accordo di cooperazione: Fondazione Opera Monte Grappa CFP Fonte; IstitutoCavanis Possagno; Cooperativa Nuova Sintesi Castelfranco; Confartigianato Asolo; AASTER; ALPAES; NET; ComunitàMontana Feltrino; Comunità Montana Brenta; Comune Castelfranco; Comune Montebelluna; Consorzio Provinciale Intesa delleCooperative sociali; UNINDUSTRIA Treviso; CNA Asolo.
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A fine gennaio è stato elaborato un primo rapporto “Dare qualità allo sviluppo” -
Rapporto sul potenziale coalizionale nell’area della Pedemontana del Grappa;
Rapporto di ricerca-azione redatto dal Consorzio A.A.STER. per conto della
Comunità Montana del Grappa nell’ambito del programma Equal Diapason- in cui si
sono iniziate a delineare le linee di azione del patto territoriale (disponibile sul sito
web della Comunità Montana del Grappa, www.cmgrappa.gov.it).
Si sono poi approfonditi i dati emersi nella ricerca attraverso l’organizzazione
di 5 forum che hanno riguardato 5 aree tematiche (TERRITORIO e ISTITUZIONI,
ECONOMIA, SOCIALE, FORMAZIONE e TURISMO), con l’obiettivo di individuare
le idee forti di sviluppo e le priorità di azione; censire le disponibilità a partecipare
ai lavori del tavolo di concertazione; definire una prima bozza del protocollo di
intesa.
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2. La perimetrazione del patto territoriale
L’ambito di intervento del “Patto territoriale della Pedemontana del Grappa” coincide
con i territori degli 8 comuni della Comunità Montana del Grappa : Borso del
Grappa, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Crespano del Grappa, Monfumo,
Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, e con i territori dei 4 comuni
dell’Asolano: Asolo, Fonte, Maser, S. Zenone degli Ezzelini.
Tale perimetrazione del patto territoriale è motivata da tradizionali fattori di identità
ambientale, storica e culturale. La specificità di questo territorio è quella di essere
una zona di grande interesse architettonico e storico collocata tra pianura e
montagna. Un’area ricca di cultura, di storia, di monumenti e risorse ambientali
caratterizzate dalla presenza del Massiccio del Grappa; un territorio che pur essendo,
anch’esso, coinvolto dal proliferante sviluppo della piccola impresa, ha mantenuto
importanti caratteri di ruralità e qualità del paesaggio che fanno emergere potenzialità
turistiche, in gran parte ancora inespresse. Si tratta di fattori che differenziano
quest’area dal resto della fascia pedemontana veneta, dove prevalgono i caratteri
della città diffusa.
Ma ancor più, a definire la perimetrazione del patto territoriale, sono quei processi
evolutivi riconducibili alla volontà dei soggetti locali di giungere a maggiori livelli di
integrazione sul piano dell’azione amministrativa e nelle dinamiche produttive del
territorio.
Sul piano dell’azione amministrativa, gli Enti Locali, i sottoscrittori del presente
protocollo d’intesa, concordano sulla necessità che il sistema politico - istituzionale
della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano trovi una propria unitarietà di intenti,
anche di fronte alle sfide future legate ai processi di riforma delle istituzioni locali.
La percezione di questo contesto come territorio unitario trova il riferimento più
coerente nella Comunità Montana del Grappa, riconosciuta come manifestazione
della comune volontà di proporre il territorio pedemontano del Grappa come soggetto
politico sovracomunale.
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L’impossibilità per i comuni dell’Asolano di essere compresi nella Comunità montana,
in quanto non dispongono dei richiesti parametri di “montanità”, non ha fino ad oggi
impedito, anche per questi comuni, il riferimento alla Comunità Montana per
l’elaborazione di politiche e la creazione di servizi di livello sovracomunale.
Un maggiore livello di coesione all’interno delle pubbliche amministrazioni locali
costituisce il presupposto fondamentale per la riuscita del patto territoriale ed il
comune riferimento alla Comunità Montana il primo passo per giungere ad una
effettiva e coerente rappresentanza istituzionale di questo territorio, da formalizzare
nella costituzione di una Associazione dei Comuni della pedemontana del
Grappa e dell’Asolano.
Sul piano delle dinamiche produttive si concorda sulla necessità di valorizzare i
livelli di integrazione esistenti tra i diversi comparti produttivi del territorio. Tali
integrazioni, al momento principalmente individuabili nei meccanismi di formazione
del reddito, devono in particolare rafforzarsi nell’interscambio di cultura e iniziativa
imprenditoriale tra il settore agricolo, il settore turistico ed il settore manifatturiero. E’
infatti attraverso una maggiore integrazione tra questi settori economici che possono
essere evitati quei processi di frammentazione che tendono a caratterizzare la
Pedemontana del Grappa e dell’Asolano come un ambito marginale nell’economia
provinciale.
A definire l’omogeneità dell’area vi sono, infatti, anche comuni problematiche di
carattere socio economico ed insediativo. Pur essendo caratterizzata da un elevato
benessere economico e da un vitale tessuto produttivo, quest’area fatica a trovare
una propria identità nella geografia definita dalle attuali dinamiche di sviluppo. Lo
spazio di posizione di questo territorio è disegnato da flussi e dinamiche che in gran
parte si originano da poli esterni che svolgono un forte ruolo attrattivo. L’essere al
centro di importanti realtà distrettuali e la conseguente proiezione esterna delle
relazioni produttive, hanno indotto certamente una crescita economica del territorio,
ma hanno anche determinato una mancanza di “centralità” politica (scarso peso
istituzionale) ed economica (i punti decisionali delle filiere economiche sono fuori
dall’area). Ciò non consente di governare in modo efficace le diseconomie connesse
ai processi di modernizzazione, quali: l’erosione di beni pubblici, lo spopolamento
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delle aree montane, i flussi migratori, il pendolarismo, il traffico di attraversamento, la
delocalizzazione di aziende, le forme di disagio sociale, ecc.
E’ evidente come tale configurazione delle dinamiche di sviluppo induca una sorta di
“spaesamento” nel tessuto locale, inteso come una sorta di perdita di comunità di
fronte ai temi della modernizzazione, e di conseguenza a una sensazione di
marginalità e perificità rispetto a processi di sviluppo considerati eterodiretti e non
sempre coerenti con le vere peculiarità e potenzialità del territorio
Il potenziale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano risiede nel fatto che le sue
attività economiche si fondano tutte, allo stesso modo, sulla valorizzazione della
comune risorsa territorio. E’ quindi in un’attenta e condivisa politica di gestione del
territorio che vanno ricercati quei meccanismi di integrazione capaci di rafforzare i
caratteri identitari, economici e sociali, della realtà locale e la sua competitività sui
mercati esterni.
Con la scelta di limitare l’azione coalizionale agli 8 Comuni della Comunità Montana e
ai 4 Comuni dell’Asolano, non si intende in alcun modo sottovalutare gli importanti
legami che la Pedemontana del Grappa ha storicamente strutturato con realtà
territoriali limitrofe. E’ per tale motivo che il patto territoriale deve essere inteso come
uno strumento di concertazione aperto a “protocolli aggiuntivi” da redigere con
queste realtà territoriali, su strategie e progettualità condivise.
In primo luogo, le potenzialità di sviluppo turistico, così come la gestione dei problemi
dell’area montana, portano necessariamente a considerare l’ambito del Massiccio del
Grappa nella sua unitarietà, promovendo, su questi temi, iniziative coalizionali di più
vasta portata da concertare con la Comunità Montana del Brenta e la Comunità
Montana Feltrina e le rispettive Province (TV, BL e VI).
Per dare maggior efficacia all’intervento ed esplicitare con chiarezza la
perimetrazione del patto turistico, l’asse di sviluppo “turismo” sarà oggetto di uno
specifico documento “Patto turistico del massiccio del Grappa” collegato al
presente, ma sottoscritto specificamente dalle realtà istituzionali e le parti sociali di
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interesse turistico di tutti e tre i territori (le tre Comunità Montane del Grappa e gli
assessorati al turismo delle province di competenza).
Analogo riferimento è alle realtà distrettuali che circondano l’area, inglobandola in
diversi e articolati sistemi produttivi, oggi costantemente ridefiniti in funzione dei
processi di globalizzazione. Principali interlocutori, in tal senso, sono le
Amministrazioni comunali di Bassano del Grappa e di Montebelluna con cui gli
Enti Locali della Pedemontana del Grappa si interfacciano costantemente,
condividendo l’interesse su importanti progetti infrastrutturali e di autonomie
funzionali volti a dare competitività al territorio; cosi come le coalizioni di distretto
industriale che, in virtù della nuova legge regionale sui distretti industriali,
assumeranno sempre maggiore protagonismo nell’accompagnare la crescita dei
sistemi produttivi locali.
In sostanza, la strategia del Patto territoriale è la valorizzazione dello spazio di
posizione della Pedemontana del Grappa, definito da questi sistemi di relazione,
senza per questo rinunciare alla affermazione e al rafforzamento di una propria
identità locale.
In questa strategia rientrano anche una serie di accordi e protocolli che il tavolo di
concertazione intende promuovere con istituzioni e rappresentanze di livello
provinciale e regionale. Oltre alla Regione Veneto e alla Provincia di
Treviso, naturali interlocutori del Patto Territoriale, sono l’Associazione dei
Comuni della Marca, per dare forza alla valenza istituzionale del patto, e la
Camera di Commercio di Treviso, il cui contributo al patto territoriale risulta
determinante nel definire azioni di accompagnamento dei processi di
internazionalizzazione dei comparti economici del territorio.
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2.1. Interrelazioni con la programmazione sovraordinata
2.1.1 I Patti Territoriali in Regione Veneto
Con la riforma del Titolo V della Costituzione, gli strumenti di programmazione
negoziata finalizzati allo sviluppo locale (Patti territoriali, Contratti d’area e Contratti di
programma) sono ormai da considerarsi rientranti tra le competenze esclusive delle
Regioni.
A partire dalla Legge 23 dicembre 1996, n. 662, e con Deliberazioni CIPE
successive, il Patto territoriale è divenuto un istituto giuridico di programmazione dello
sviluppo locale tipico dell’ordinamento nazionale e, attraverso la Legge regionale 6
aprile 1999, n. 13, anche di quello della Regione del Veneto.
Con la L.R. 13/99 («Interventi regionali per i Patti territoriali») si definiscono in
particolare il ruolo della Regione e specifici strumenti di promozione, quali la
possibilità per la Giunta Regionale (art. 5, co. 4 e art. 6), una volta sottoscritto il
protocollo di intesa, di:
1) attribuire un titolo preferenziale o di priorità ai soggetti dell'area interessata dal
Patto territoriale che inoltrano domanda per l'ammissione a agevolazioni,
contributi, sovvenzioni, incentivi e benefici per iniziative o azioni coordinate con il
Patto territoriale;
2) prendere in considerazione le iniziative previste dal Patto territoriale al fine di
valutare un eventuale inserimento delle stesse tra i programmi di rilevanza
comunitaria;
3) concorrere al finanziamento di azioni comprese nel Patto territoriale, per la quota
non finanziata da altre parti;
4) disporre di uno o più degli interventi specifici di sostegno previsti dal comma 1
dell’art.6, come modificato dall’art. 29 della legge regionale n. 3 del 14/1/2003
(finanziaria 2003), vale a dire:
• (lettera a) promozione di attività di animazione istituzionale economica nell’area
interessata dal Patto territoriale;
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• (lettera a-bis) sostegno alla promozione di piani o programmi di azioni settoriali
o plurisettoriali di sviluppo locale;
• (lettera b) sostegno e assistenza per la diffusione di reti e sistemi informativi tra
i sottoscrittori e gli attuatori del Patto territoriale;
• (lettera c) finanziamento della progettazione degli interventi previsti dai Patti
territoriali;
• (lettera d) cofinanziamento, con riferimento alla previsione di cui all'articolo 24,
comma 5, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, della gestione dello
sportello unico attribuita, per l'intero territorio del patto, al soggetto pubblico
responsabile del patto stesso.
La Regione del Veneto ha confermato ed incrementato l’impegno finanziario per le
azioni di sostegno ai Patti territoriali: con la Legge regionale 14 gennaio 2003, n. 4
(“Bilancio di Previsione per l’esercizio finanziario 2003 e pluriennale 2003-2005”),
infatti, sono stati stanziati � 2.500.000,00 al capitolo 20080 “Interventi regionali per i
Patti territoriali”.
Sarà data priorità ai programmi di animazione economica che prevedono
l’organizzazione di Tavoli di concertazione locale, finalizzati a creare momenti
decisionali e di coordinamento tra i soggetti locali e Regione, nell’ambito della
pianificazione e programmazione regionale in corso.
Con la Legge regionale finanziaria 2003 sono state introdotte modifiche alla L.R. n.13
del 6/4/1999, rivolte a favorire l’adeguamento delle forme di organizzazione dei Patti
territoriali, già costituiti o da costituire, alle modalità della Programmazione
decentrata, attraverso l’attuazione in tali aree (qualora ve ne fossero le condizioni) di
Intese Programmatiche d’Area, previste dall’art. 25 della LR 35/2001 “Nuove norme
sulla programmazione”.
Gli interventi di sostegno sono stati potenziati, quindi, prevedendo la possibilità di
finanziare programmi di “animazione istituzionale” e la formazione di “piani o
programmi di azioni settoriali o plurisettoriali di sviluppo locale”.
Un percorso nuovo, da sviluppare nei Patti territoriali interessati a cura dei Tavoli di
concertazione locale e di momenti di partenariato con la Regione.
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Un nuovo modello di definizione dei programmi di sviluppo locale, volto a coordinare
l’attività dei Patti territoriali all’interno della programmazione regionale e degli istituti di
riferimento previsti dalla L.R. n. 35/2001 (Piano Regionale di Sviluppo, PAS, ecc...).
L’obiettivo istituzionale è duplice: da una parte consentire una gestione coordinata
degli strumenti di programmazione “alta” (Programma regionale di sviluppo, Intesa
Istituzionale di Programma, Documenti di programmazione comunitaria), dall’altra
favorire e incoraggiare un processo di decisione “dal basso” di tutti i soggetti pubblici
e privati interessati ai problemi dello sviluppo territoriale, utilizzando come strumento
la concertazione tra i Soggetti pubblici, le parti sociali e le associazioni di categoria
interessate allo sviluppo locale del territorio.
2.1.2 Il Patto territoriale nella programmazione regionale
L’integrazione dei Patti territoriali nella programmazione regionale si configura come
un processo che colloca l’approccio programmatorio Bottom –up all’interno di uno
scenario condiviso, rappresentato dal Programma Regionale di Sviluppo (PRS).
Lo scenario del PRS ispira la costituzione del Piano d’Attuazione di Spesa (PAS),
nell’ambito del quale, proprio attraverso le Intese Programmatiche d’Area, i Patti
Territoriali potranno trovare un opportuno quadro di riferimento (programmatico,
temporale, finanziario) e diventare strumenti di sviluppo locale in attuazione delle
Politiche e delle strategie condivise con la Regione Veneto.
Ai sensi della legge regionale sulla programmazione (LR 35/2001) lo stesso PRS si
forma con momenti di concertazione generale e settoriale da parte della Giunta
Regionale, oltre che attraverso audizioni delle Parti sociali e Autonomie locali e
funzionali interessate da parte del Consiglio Regionale. Questo sistema di obiettivi
condivisi e di momenti di concertazione è il contesto ideale per la “regionalizzazione”
dei patti territoriali, ispitati ai principi di: parternariato, addizionalità, sostenibilità
ambientale, integrazione degli interventi e concertazione delle risorse nel rispetto
delle norme UE per la tutela della concorrenza.
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La regionalizzazione deve anche permettere di adeguare le procedure di
approvazione dei Patti territoriali coerentemente agli obiettivi strategici del sistema
regionale. In una realtà come il Veneto occorre, infatti, che siano premiati
maggiormente per le specificità che le Politiche regionali possono avere rispetto ad
altre aree, requisiti quali la reddività, la funzionalità, l’addizionalità o la capacità di
movimentare capitali privati, la validità economica del progetto e l’innovatività degli
stessi, piuttosto che il semplice indicatore, comunque importante, dell’incremento
occupazionale.
Requisiti, quelli appena elencati, che trovano piena coerenza negli indirizzi e nei
criteri definiti nel Patto territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano per
la selezione delle progettualità sia pubbliche che private.
Il Piano territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) costituisce il “supporto
territoriale” delle scelte e degli strumenti regionali di programmazione economica e
sociale. Le nuove strategie di pianificazione del territorio attivate in Regione Veneto
(“secondo PTRC” nuova legge urbanistica), tendono a superare l’impostazione
dirigistica che caratterizzava l’azione urbanistica del passato, per assumere un
“carattere contrattuale” capace di vincolare e orientare le componenti sociali verso
una visione comune. Il modello che sottende al nuovo PTCR è uno spazio di sviluppo
e sperimentazione nel quale convergono alcune sostanziali novità, in primo luogo, il
coinvolgimento attivo della parti sociali nel processo di costituzione del piano, con la
conseguente possibilità di arrivare in tempi brevi ad una visione condivisa. Le
garanzie per una corretta pianificazione non stanno più nel percorso di redazione e
successiva approvazione del Piano, ma nella partecipazione e gestione dello stesso.
E’ evidente che con questo orientamento il piano, attraverso il processo di
pianificazione, svolge il ruolo della concertazione istituzionale riconosciuta e
condivisa e, anche sulla base delle recenti esperienze acquisite con la pianificazione
di area vasta, viene re-interpretato come strumento per certificare le vocazioni
territoriali, coinvolgendo in un rapporto propositivo pubblico e privato, al fine di fissare
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nuovi target di sviluppo territoriale e definire azioni di buone prassi. La disciplina della
concertazione nel processo di pianificazione del territorio, e quindi il ruolo svolto dai
patti territoriali, è attualmente oggetto del processo di definizione della nuova legge
urbanistica regionale.
Gli indirizzi generali per un nuovo assetto territoriale sintetizzati nel Programma di
sviluppo regionale fanno riferimento alla necessità di:
� razionalizzare l’utilizzo della risorsa suolo, eliminando i fenomeni di diffusione
insediativi e crescita spontanea;
� ridurre la congestione stradale che caratterizza gran parte del territorio regionale;
� aumentare l’accessibilità delle diverse aree del territorio regionale;
� impedire una ulteriore erosione del paesaggio storico e delle risorse
naturalistiche;
� valorizzare il patrimonio architettonico e paesaggistico:
� elaborare la politica territoriale in base alle infrastrutture esistenti e a quelli
programmate;
� promuovere una organizzazione razionale delle aree industriali;
� rilanciare e sostenere le funzioni commerciali e residenziali dei centri storici e
delle aree urbane;
� tutelare il territorio agricolo e favorire la specializzazione delle produzioni.
Come è possibile verificare dagli obiettivi e dalle azioni previste nel presente
“protocollo di intesa” il patto territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano
si inserisce in un quadro di piena coerenza rispetto a questi obiettivi di
programmazione regionale.
Ad ogni modo le azioni previste dal presente Patto territoriale saranno conformi agli
orientamenti ed agli indirizzi della Programmazione regionale nei diversi settori da
esso contemplati, con particolare riferimento ai seguenti documenti programmatici:
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Aree tematiche e settoridi riferimento Riferimenti programmatici specifici sovraordinati
Programma Regionale di SviluppoDocup Obiettivo 2 2000-2006Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (Provv. Consiglio Reg. n.962/88)
Infrastrutture e assettodel territorio
Piano Regionale dei Trasporti (Provv. Consiglio Reg. n. 1047/90)
Piano triennale viabilità 2002-2004Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto (DGR n. 1688/2000)Piani d’Ambito L. 36/94: ambito territoriale Veneto OrientaleProgramma Regionale di SviluppoPiano Regionale triennale per la formazione e mercato del lavoro 2001-2003Istruzione e formazione POR Obiettivo 3 FSE 2000-2006Interreg III ITA/AUT 2001-2003Programma Regionale di SviluppoDocup Obiettivo 2 2000-2006Industria e ArtigianatoInterreg III ITA/AUT 2001-2003Programma Regionale di SviluppoDocup Obiettivo 2 2000-2006TurismoInterreg III ITA/AUT 2001-2003Programma Regionale di SviluppoDocup Obiettivo 2 2000-2006Norme di programmazione per l’insediamento di attività commerciali nel Veneto (L.R. 37/99)
Commercio
Nuove norme in materia di commercio su aree pubbliche (L.R. 10/01)Programma Regionale di SviluppoDocup Obiettivo 2 2000-2006Piano di Sviluppo Rurale del Veneto 2000-2006
Agricoltura, ambientee produzioni tipiche
Piano per lo sviluppo socio economico e ambientale per la montagna (Provv. Consiglio Reg.n.1025/94)Programma Regionale di SviluppoPiano Socio Sanitario RegionaleSocialePiano triennale per l’integrazione dei cittadini extracomunitari 2001/2003
2.1.3 Il Patto territoriale nella Pianificazione Provinciale, PTP e PIANO
STRATEGICO
Con la nuova legislazione sulle autonomie locali sono state completamente rivalutate
le funzioni delle province, in conformità a quanto disposto dall’art. 128 della
Costituzione, secondo il quale le attribuzioni di tali enti sono stabilite con legge
generale dello Stato. L’attribuzione di funzioni programmatorie e pianificatorie alla
Provincia costituisce proprio una delle novità introdotte dalla L. 142/90 che individua
in essa un ente intermedio tra le Regioni e i Comuni, dotato di proprie competenze e
non soltanto di funzioni delegate. E' da segnalare, innanzitutto, come nella nuova
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normativa venga tracciato (art. 15) per la prima volta nella legislazione statale un
primo raccordo tra programmazione economica e pianificazione del territorio.
Esso è attuato attraverso la previsione di strumenti in stretto collegamento, per una
più completa e razionale gestione del settore. Secondo la predetta normativa la
Provincia costituisce un tramite attraverso il quale i Comuni possono avanzare alla
Regione le proposte relative alla programmazione economica, territoriale e
ambientale della regione stessa. A tal fine, le province raccolgono e coordinano tali
istanze che presentano alla Regione (art. 15, comma I, lett. a). D’altra parte, l’ente
intermedio assume anche un proprio e autonomo ruolo nell’ambito del procedimento
relativo alla programmazione e pianificazione regionale, concorrendo a determinare il
contenuto del Programma Regionale di Sviluppo e degli altri piani e programmi
regionali (lett. b).
Va rilevato che il collegamento tra pianificazione e programmazione indicato come
indirizzo fondamentale della L. 142/90 era stato già anticipato dalla legge
urbanistica regionale attraverso alcune indicazioni contenute nell’art. 4, secondo il
quale gli strumenti territoriali (e urbanistici) sono soggetti a revisione comunque entro
6 mesi dal variare delle previsioni del Programma Regionale di Sviluppo, nonché
nell’art. 5, secondo il quale il PTRC è redatto sulla base del PRS, e nell’art. 7,
secondo cui il Piano Territoriale Provinciale è formato sulla base di una Relazione
Programmatica che stabilisce gli indirizzi per lo sviluppo economico e sociale della
Provincia, nel rispetto del PTRC.
Anticipando la riforma delle autonomie locali, la Regione del Veneto ha, con la
propria legge n. 61 del 27 giugno 1985, identificato nella Provincia “l’ente
intermedio” di pianificazione territoriale. Oltre alla completa gestione delle attività
di controllo sulla pianificazione comunale, essa prevede che la Provincia si doti del
Piano Territoriale Provinciale (PTP) secondo quanto previsto dall’art. 3 della citata
legge, e indirizzi quindi anche – in dettaglio – la pianificazione subordinata di livello
comunale.
I ruoli del contesto pianificatorio regionale sono quindi così attribuiti:
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� la Regione organizza, attraverso il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento
(PTRC), i grandi temi e le azioni strategiche che delineano il disegno di assetto
generale dei temi di livello regionale;
� la Provincia, facendo riferimento al PTRC, dettaglia i temi di sua competenza, si
dedica a predisporre indicazioni puntuali per i soggetti del secondo livello, i
Comuni, dei quali sarà successivamente l’Ente di controllo.
L’art. 7 della LR n. 61/85, nel definire i contenuti del PTP, pone a premessa di tale
operazione una “Relazione Programmatica” che stabilisce gli indirizzi per lo “…
sviluppo economico e sociale della provincia …”, e configura nella suddetta
“Relazione Programmatica” un vero e proprio documento di programmazione
economica della Provincia.
La previsione dei nuovi strumenti appena richiamati comporta, dunque, una sorta di
sovraordinazione della Provincia ai Comuni ai quali deve essere però consentito di
intervenire nel procedimento di formazione dei programmi e del piano territoriale in
modo da creare un sistema di governo del territorio e della programmazione che non
proviene esclusivamente dall’alto. Nello stesso tempo la Provincia costituisce un filtro
tra la Regione e i Comuni nell’attuazione, ma anche nella formazione, dei piani e
programmi regionali.
Il Piano Territoriale della Provincia di Treviso, in applicazione della L. n. 142/90 e LR
n. 61/85, le cui norme di attuazione sono state approvate dalla Provincia di Treviso
con DGP n. 9833/95 e modificate con DCP n. 22034/97, disciplina la trasformazione
e la gestione del territorio provinciale, in armonia con la programmazione regionale. Il
patto si è richiamato al PTP in particolare rispetto ai tre percorsi scelti come prime
linee progettuali (tutela e restauro del sistema ambientale, riordino e riqualificazione
del sistema insediativi, riordino e riqualificazione dei settori terziario, produttivo, delle
infrastrutture di mobilità ..).
Il PIANO STRATEGICO della provincia di Treviso
Attualmente la Amministrazione Provinciale di Treviso, in piena attuazione e
valorizzazione delle sovracitate leggi nazionali e regionali, nonché della LR 35/01
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(nuove norme sulla programmazione) e delle raccomandazioni europee, ha attivato
un programma di revisione del Piano Provinciale fondato sul metodo della
“pianificazione strategica” come modalità essenziale di governo delle aree:
Una programmazione negoziata che attiva un processo di cooperazione volontaria tra
attori territoriali pubblici e privati del contesto economico, produttivo, sociale e
culturale e l’interlocuzione con le varie aree del territorio provinciale.
Il PIANO STRATEGICO della provincia di Treviso, ha avviato il suo percorso di
concertazione innovativa nel 2002 (delibera di approvazione degli indirizzi n.
562/68776 del 13.11.02), con la successiva sottoscrizione di un protocollo di intesa
con la Camera di Commercio Industria ed Artigianato di Treviso nel gennaio 2003
(del. n. 15/2578, 13.01.03). In particolar modo l’Ente Provincia, titolare del percorso,
svilupperà in particolare fra tutti i temi che saranno oggetto di analisi, la qualità dello
sviluppo ed il nuovo welfare, garantendo il massimo livello di concertazione e
coinvolgimento degli attori di sviluppo e dei territori.. La Camera di Commercio, in
stretta relazione con il sistema di rappresentanza degli interessi delle imprese, si farà
carico del riposizionamento competitivo del sistema economico.
Questa pianificazione strategica del territorio consentirà alla collettività di promuovere
l’innovazione e lo sviluppo del territorio della provincia di Treviso, facendo della
competitività economica, della qualità della vita, della vivibilità, del sostegno ai settori
sociali più deboli, le componenti centrali e qualificanti del processo di sviluppo.
In tale ottica l’esistenza del Patto Territoriale della Pedemontana del Grappa e
dell’Asolano, fa di quest’area un importante ambito di sperimentazione per
l’applicazione di nuovi modelli di programmazione.
1.2.4 Il Patto territoriale e gli altri strumenti di programmazione a livello locale
A livello locale gli indirizzi di intervento del patto territoriale si raccordano con:
� P.P.S.C.M. 2001-2003, Piano Pluriennale di Sviluppo socio-economico della
Comunità Montana del Grappa, approvato nel dicembre 2000. Il presente patto
determina continuità con le strategie individuate per lo sviluppo sostenibile del
territorio (1. garantire elevata qualità dell’ambiente naturale, ….; 2. aumentare la
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competitività del sistema economico locale e valorizzazione turistica conforme alle
peculiarità del territorio; 3. migliorare i servizi e la qualità della vita della
popolazione residente nel territorio e la sua desiderabilità per i fruitori del sistema
turistico ed ambientale.
� PIANI REGOLATORI COMUNALI adottati dagli Enti Locali coinvolti:
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� Il Piano di Azione Locale sviluppato dal Gruppo di Azione Locale 3 negli
interventi Leader II. Nella individuazione delle priorità di intervento del patto gli
Enti Locali hanno fatto tesoro delle strategie indicate nel PAL del GAL 3 che si è
posto come obiettivi generali lo sviluppo integrato di zone rurali e la realizzazione
di progetti speciali tra cui lo sviluppo del massiccio del Grappa, ritenuta area di
importanza strategica in particolare rispetto al turismo. Le strategie indicate erano
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la “riscoperta della montagna tra innovazione e tradizione”, ..”ricerca di una
maggiore integrazione con i circuiti di globalizzazione dell’economia e
potenziamento del sistema relazionale”, “valorizzazione turistica..”, “interventi
mirati su aree strategiche..”
1.2.5 Il Patto territoriale e la programmazione nell’ambito dell’istruzione e
formazione
Infine, rispetto all’asse 7, il patto formativo individuato (denominato SISTema)
rappresenta una sperimentazione di quanto auspicato dall’attuale riforma scolastica
che fa riferimento ai seguenti ambiti normativi,
a livello nazionale:
a) Il Decreto del Presidente del Consiglio del 7 giugno 1995 sulla Carta dei Servizi nellascuola, che comprende cinque parti: area didattica; servizi amministrativi; condizioniambientali; procedure dei reclami e valutazione del servizio; attuazione.
b) La Legge 15 marzo 1997, n.59, “Delega al Governo per il conferimento di funzioni ecompiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per lasemplificazione amministrativa”, in particolare l’art. 21.
c) La Legge 18 dicembre 1997, n.440, riguardante la “Istituzione del Fondo perl’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi”.
d) Il D.M. n. 765 del 27-11-1997, sulla diffusione della cultura e della pratica dell’autonomia.
e) La Direttiva n. 238 del 19-5-1998, adottata in attuazione della L. 440 del 18 dicembre1997, con la C.M. n.239 del 19 maggio 98, per la trasmissione della stessa e l’indicazionedegli interventi prioritari.
f) L’ipotesi di sperimentazione da adottare nei primi due anni di Scuola SecondariaSuperiore, elaborato dalla Direzione Generale dell’Istruzione Classica, Scientifica eMagistrale, dell’Istruzione Professionale e dell’Istruzione Tecnica, Ispettorato per l’IstruzioneArtistica del Ministero della Pubblica Istruzione, nel luglio 1997.
g) Il “Progetto 2002” per l’Istruzione Professionale
h) La legge n. 425 del 10.12.97 “Disposizioni per la riforma degli Esami di Stato conclusividei corsi di studio di istruzione secondaria superiore”
i) Il D.P.R. 275 art. 11 del 1999, riguardante la sperimentazione degli ordinamenti
j) La legge n. 144 del 17/5/1999, n.69
k) Il D.I. n. 436 del 31/10/2000, che reca le norme di attuazione dell’art. 69 della legge17/5/1999, n. 144 concernente l’istruzione e la formazione superiore
l) Il D.I. istitutivo del comitato nazionale per il sistema dell’istruzione e formazione tecnica
m) Il D.D.L. sul riordino dei cicli scolastici del 24 gennaio 1997
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n) Le indicazioni formulate dalla “Commissione dei Saggi” in merito all’alleggerimento delcarico curricolare ed all’esigenza di una più forte motivazione.
o) L’ipotesi di riforma elaborata dal Ministero della P.I.
p) Gli ordini di studi delle facoltà universitarie
q) Il Protocollo di Intesa sottoscritto fra la Regione Lombardia, il Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel maggio2002
r) Il Protocollo di Intesa sottoscritto fra il Ministro dell’Istruzione e la Provincia Autonoma diTrento del maggio 2002
d) Legge 28 marzo 2003, nr. 53, per la riforma degli Ordinamenti della Scuola
a livello regionale:
a) La L.R. Regione Veneto n. 10 del 1990
b) Il Protocollo di Intesa fra la Regione Veneto, la Direzione Regionale Istruzione e Provincedel Veneto
c) La D.G.R. del VENETO n. 1723 del 28 giugno 2002, che istituisce la sperimentazione deipercorsi in obbligo scolastico per la Formazione Professionale
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3. L’idea forza del patto territoriale: Restituire centralità al territorio
Dall’analisi dei fattori di debolezza e di forza della realtà locale, individuati nel
percorso di ricerca azione e di concertazione, emerge la filosofia alla base del patto
territoriale.
Il rapporto di ricerca azione, elaborato nella fase di preparazione del patto territoriale,
definisce il territorio della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano come uno “spazio
inerziale”, intendendo con tale termine indicare processi di crescita sociale ed
economica, indotti principalmente dall’espansione di relazioni produttive che
nascevano in altri territori vicini. La prima modernizzazione di questo territorio, che ha
connotato il passaggio da un’economia agricola ad un economia di piccola impresa, è
avvenuta grazie al ruolo di attori locali fortemente impegnati a costruire reti di
relazioni produttive proiettate verso l’esterno, ed in ciò si è trascurato il rafforzamento
degli elementi di coesione interna. Ne risulta oggi un’identità frammentata, un
territorio che gravita su poli differenti, per quanto riguarda il lavoro, i servizi, le
relazioni produttive, il tempo libero.
Appare evidente come questo tendenziale processo di frammentazione dell’identità
locale, costituisca oggi un elemento di debolezza dell’area ed imponga politiche
volte al rafforzamento della coesione interna.
Nella seconda modernizzazione, che connota il passaggio da un’economia locale ad
un’economia globalizzata, ad assumere rilevanza è l’identità di un territorio. Se la
globalizzazione porta inevitabilmente con sé un aumento del clima competitivo e se si
assume la competizione come variabile imprescindibile di valutazione delle
dinamiche di sviluppo locale, occorre prendere atto di una grande trasformazione in
corso: la mondializzazione oggi non è più giocata solo come competizione tra
imprese per dimensione, densità e concentrazione di funzioni produttive, ma fra
“sistemi a rete” organizzati in forma variabile e flessibile.
Di conseguenza, la competizione diventa la diversa capacità dei sistemi locali di
combinare e organizzare le opportunità economiche e le risorse sociali, in vista del
posizionamento più vantaggioso nei processi di riorganizzazione territoriale. Vi è la
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Comunità Montana del Grappa (TV) 22
consapevolezza ormai generalizzata che, assumere la modernità come riferimento
per la definizione delle proprie strategie di sviluppo, non significa negare la
tradizionale identità di un territorio; al contrario, un’identità forte è oggi il
presupposto per stare nella modernità. La nuova economia dei flussi interconnette
i luoghi attraverso la mobilità di capitali, merci, persone, conoscenze, questo però a
condizione che i luoghi sappiano valorizzare le proprie “competenze distintive”, siano
luoghi sufficientemente ricchi di identità, densi di relazioni interne stabili ed articolate,
“vitali” dal punto di vista di chi ci vive e ci lavora. Siano in sostanza, luoghi capaci di
produrre valore aggiunto all’interno delle reti globali.
Questo significa che oggi, il territorio della Pedemontana del Grappa e
dell’Asolano deve lavorare sulla propria identità, favorendo processi di
integrazione istituzionale, economica e sociale. Un approccio, che non sottende
alcuna volontà di chiusura localistica, al contrario, si basa sulla convinzione che una
rinnovata identità territoriale è oggi il presupposto essenziale per aprirsi, con la forza
di strategie condivise, verso i meccanismi di competizione a livello globale.
Rafforzare le reti corte di territorio per essere più forti sulle reti lunghe di mercato,
fare patto a livello locale per definire più strette alleanze territoriali e funzionali con
realtà esterne, è la strategia perseguita del patto territoriale.
Strategia che trova i suoi elementi di forza nella valorizzazione delle risorse
dell’area, in primo luogo la risorsa territorio e la qualità dei suoi prodotti e processi
economici. Solo infatti diverse le “competenze distintive” di questo territorio, che
attraverso il patto territoriale possono trovare una loro valorizzazione.
La Pedemontana del Grappa:
� è un’area pluridistrettuale, diversificata sul piano delle specializzazioni produttive,
capace di rispondere con flessibilità agli andamenti dei mercati, in cui c’è una forte
vitalità imprenditoriale impegnata a disegnare stabili relazioni esterne;
� è un’area ricca di valori ambientali, storici, culturali, architettonici,
enogastronomici, che già richiamano consistenti flussi turistici il cui solo limite
risiede nel fatto di non trovare un adeguata struttura ricettiva e l’organizzazione di
pacchetti di offerta turistica flessibili ed integrati, ma che testimoniano il ruolo che
quest’area può svolgere nella nuova economia dell’intrattenimento.
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Comunità Montana del Grappa (TV) 23
� è un’area che trova una propria specificità nella ricca presenza di istituzioni
formative che con la loro azione culturale hanno accompagnato la prima
modernizzazione del territorio e che oggi costituiscono una risorsa strategica per
dotare la realtà locale di quei saperi complessi adeguati al nuovo clima
competitivo.
Tale strategia di valorizzazione delle competenze distintive del territorio può
essere concretizzata attorno a due obiettivi prioritari:
� dotare il territorio di reti e servizi di carattere metropolitano, oggi necessari
per reggere le sfide della competizione economica e garantire adeguati
standard di vivibilità del territorio;
� valorizzare l’economia dell’esperienza connessa alla fruizione turistica del
territorio ed al consumo dei suoi prodotti.
Entrambi questi obbiettivi fanno perno su una volontà di forte coesione
istituzionale che può trovare, proprio nell’applicazione del patto territoriale, ulteriori
elementi di rafforzamento.
3.1 Dotare il territorio di reti e servizi di carattere metropolitano
Sul piano delle politiche di organizzazione del territorio bisogna prendere atto
che la dimensione delle reti rappresenta una determinante fondamentale delle
trasformazioni in corso nelle economie locali. Solo una divisione del lavoro costruita
attraverso l’organizzazione di efficienti reti (materiali e immateriali) rende possibile
conseguire quelle economie di specializzazione e di scala che possono sostenere lo
sviluppo di competenze eccellenti e dunque di servizi competitivi.
I mutamenti dell’ economia locale sempre più incentrata su:
� la reticolarità dei sistemi produttivi;
� i processi di scomposizione del lavoro;
� il crescente ruolo dei fattori immateriali di produzione e delle funzioni cognitive;
pongono il grande problema dell’efficienza delle reti di livello metropolitano: dalle
reti telematiche alle strade, dai servizi alla reti formative e di consulenza, dai trasporti
locali alle aree di insediamento produttivo, ecc.
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3.1.1 Le reti infrastrutturali
Il punto critico, su cui non a caso si concentra buona parte della domanda di territorio
della Pedemontana del Grappa, è la costruzione di uno spazio metropolitano
efficiente, in grado offrire alle imprese e ai cittadini servizi di qualità. Si tratta di
servizi che sono essenziali non solo per le imprese, ma che contribuiscono in modo
rilevante alla vivibilità del territorio da parte dei singoli cittadini. La domanda che
oggi emerge è una domanda di reti e di nodi capaci di connettere il locale con il
globale, di saperi, competenze, servizi, infrastrutture, che consentano a questo
territorio di connettersi e di integrarsi con mercati sempre più vasti e di definire
un’offerta coerente alla crescente domanda di qualità.
Da quanto emerso dal lavoro di ricerca-azione e concertazione, ragionare sulla
qualità delle “reti infrastrutturali” di territorio sulla Pedemontana del Grappa e
dell’Asolano significa in primo luogo:
� recuperare il gap infrastrutturale rilevabile nel sistema viario;
� razionalizzare gli spazi di insediamento produttivo;
� dotare il territorio di reti telematiche e di telecomunicazione;
� promuovere l’integrazione dell’offerta formativa pubblica e privata
� accentrare e razionalizzare le reti di servizi di pubblica utilità di livello
comunale;
� realizzare le opere di infrastrutturazione rurale che garantiscono la vivibilità,
la manutenzione e lo sviluppo dei territori montani.
3.1.2 Le reti dell’intraprendere
Quando sono garantite le dotazioni infrastrutturali e la disponibilità di aree attrezzate,
ad assumere rilevanza è un contesto favorevole all’innovazione, non disgiunto da
aspetti di qualità ambientale. La competitività delle imprese, anche di quelle artigiane,
oggi si gioca principalmente sui fattori immateriali della produzione (innovazione,
design, commercializzazione, comunicazione, certificazione, finanza, ecc). La
localizzazione in aree pedemontane non ha impedito alle aziende di raggiungere
livelli di eccellenza e di assumere posizioni di leadership in nicchie di mercato di
livello internazionale. Ma allo stesso tempo la struttura produttiva di questo territorio
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si fonda su un diffuso tessuto di microimprese artigiane che lavorano in “conto terzi”
e che necessita di un’azione di accompagnamento per affrontare la transizione in
atto.
Rispetto alle “reti dell’intraprendere” emerge una domanda che mira a rafforzare
quegli aspetti di cultura imprenditoriale che aiutano a definire il proprio
posizionamento rispetto a mercati sempre più complessi e ad incrementare quelli che
sono i fattori immateriali del vantaggio competitivo:
� promuovere i caratteri di innovazione e collegamento ai mercati;
� favorire il ricambio generazionale;
� combattere il fenomeno dell’abbandono scolastico;
� rafforzare le connessioni tra scuola e impresa;
� garantire l’accesso ai servizi a più alto valore aggiunto;
� promuovere il benessere sociale;
� politiche attive di inclusione sociale;
� attenzione trasversale alla dimensione di genere.
3.1.3 Le reti delle forme di convivenza
Le politiche dello sviluppo comprendono necessariamente le economie sociali e
prevedono risposte mirate all’accessibilità dei servizi e ad una più alta qualità della
vita delle popolazioni.
In molte aree la modernità ha indotto processi di dissolvenza della comunità
originaria. L’invecchiamento della popolazione, il calo della natalità, il pendolarismo
sono al contempo causa ed effetto del lento scomparire di tante micro autonomie
funzionali comunitarie come gli uffici postali, le scuole, gli ospedali, o per scendere
più nel micro, del circolo, del bar, del negozio di paese.
L’apporto demografico positivo, indotto dall’arrivo di cittadini extracomunitari, si
concentra prevalentemente nei centri economicamente più dinamici in grado di offrire
maggiori opportunità di lavoro. Tale dinamica pone in evidenza la necessità di
concertare politiche abitative mirate e particolareggiate per i comuni a rischio di
estinzione e per le realtà di nuova immigrazione extracomunitaria.
Non vi è poi dubbio, che oggi lo iato più percepibile tra le aree interne e le aree
urbane, sia quello connesso alle occasioni di socialità, all’offerta di occasioni di
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scambi culturali, di eventi e servizi al tempo libero. L’aumento della disponibilità di
tempo libero e della domanda di qualità della vita è uno del fenomeni tipici della
modernità. Fenomeno che nelle aree metropolitane e di pianura trova spazi di offerta
e di mercato estremamente articolati, ma che spesso nelle aree montane e
pedemontane è motivo di frustrazione, (non solo per i giovani), e quindi di
trasferimento.
La sperimentazione di politiche di welfare community quale alternativa alla crisi del
presidio pubblico della sanità (es. la chiusura di piccoli ospedali) e delle tradizionali
politiche di accompagnamento dei soggetti svantaggiati (es. giovani, portatori di
handicap, anziani,…) è una delle specificità che caratterizza l’intervento pubblico in
aree come queste. Sul territorio l’interazione tra enti locali, strutture sanitarie,
scolastiche e organizzazioni del volontariato ha infatti permesso di attivare interventi
di grande innovazione, divenuti modelli di riferimento anche per altre realtà. Sui temi
dell’assistenza e valorizzazione dei disabili si evidenzia una sempre minore
separazione tra ambiti di trattamento istituzionale e il più ampio tessuto socio-
economico, sebbene vada ulteriormente valorizzata la questione dell’inserimento
lavorativo. Particolarmente significativa è la frequente assegnazione di compiti a
strutture del volontariato e del terzo settore. In queste aree l’azione amministrativa ha
infatti seguito la strada di un maggiore coinvolgimento diretto di strutture del privato
sociale, ritagliando per l’ente locale prevalenti compiti di coordinamento e verifica. Il
privato sociale rappresenta una ricchezza del territorio, sia per l’alto contenuto di
professionalità che ha saputo sviluppare, ma anche per gli alti livelli di partecipazione
di giovani che è riuscito ad attivare.
La domanda riferita alle “reti delle forme di convivenza” si presenta quindi
articolata e complessa e comprende iniziative volte:
� a garantire i servizi di prossimità e la vivibilità delle aree montane;
� all’integrazione, non solo abitativa, dei nuovi flussi migratori con particolare
attenzione alle donne straniere quale elemento strategico di integrazione;
� ad aumentare le occasioni di socialità e fruizione culturale in particolare
indirizzate alla componente giovanile;
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� a rafforzare le forme di welfare community date dall’intreccio dell’azione
degli enti locali, delle strutture sanitarie, scolastiche, formative e del privato
sociale.
3.2 Valorizzare l’economia dell’esperienza
Aumentare l’efficienza delle reti capaci di incrementare i flussi ha poco senso se non
si qualifica l’azione dei nodi che vengono connessi dalla rete e che a loro volta
connettono il territorio con il mercato. In tal senso assumono rilevanza tutte quelle
realtà (soggetti e risorse) che svolgono un ruolo di integrazione del territorio, che
danno immagine al territorio, che qualificano l’offerta di territorio svolgendo un ruolo
di interfaccia diretta con l’utente, il visitatore, il consumatore, il mercato. In particolare,
stiamo parlando di tutti quei nodi di offerta che qualificano il territorio come “luogo in
cui vivere esperienze”.
La pedemontana del Grappa e dell’Asolano con le sue risorse ambientali , con il suo
patrimonio di storia civile, religiosa e monumentale, esprime grandi potenzialità
nell’economia dell’ospitalità e dell’intrattenimento. Un’economia, dove sono le
relazioni ad essere al centro delle transazioni economiche, le relazioni non solo tra le
persone, ma anche delle persone con la cultura e con l’ambiente, con ogni genere di
hobby e di conseguenza anche con la fruizione della montagna e degli ambienti
naturali. L’ambiente è diventato un potente mezzo di comunicazione capace di
trasferire ai suoi fruitori coscienza ecologica, ma anche l’immagine di territorio e delle
sue offerte. La natura come luogo dell’esperienza e la natura come mezzo di
comunicazione: sono due concetti chiave, alla base del nuovo modo di fare
economia. La qualità ambientale ha assunto il valore di bene scarso e un crescente
numero di persone è disposto a spendere denaro per poter vivere esperienze nella
natura.
La ricchezza di valori naturali non esaurisce di certo il quadro dell’offerta del territorio,
come dimostra la ricchezza di prodotti gastronomici, del patrimonio architettonico
storico-culturale, di tradizioni ed eventi culturali, che possono trovare forma di offerte
turistiche specializzate come ad esempio il circuito agrituristico, il turismo del
benessere, le città d’arte, le fattorie didattiche, il turismo enograstronomico. Il filo
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conduttore che unisce e qualifica questo tipo di offerta è la valorizzazione della
qualità e della diversità.
Le Amministrazioni locali hanno avviato percorsi in tal senso: vale citare l’avvio di
esperienze realizzate con il programma Leader II, il “progetto Esagono”, i progetti di
sviluppo turistico, valorizzazione storica ed ambientale del massiccio del Grappa, la
valorizzazione dei prodotti locali, la creazione di una rete di siti castellani, la
creazione di circuiti turistici e culturali con Venezia e Verona. Il territorio è inoltre ricco
di produzioni tipiche, di ristoranti inseriti in circuiti di eccellenza, di eventi culturali
organizzati dalle Pro Loco.
Tutte realtà che possono offrire un’alternativa al turismo massificato della riviera,
sulla traccia segnata da altre realtà turistiche come la Toscana, l’Umbria, le Langhe,
che su questo modello ha costruito le proprie fortune e che comincia a presentare
fenomeni di saturazione. I processi di una crescente domanda sono visibili sul
territorio con la presenza di turisti stranieri, di cittadini che acquistano e ristrutturano
rustici. La sfida è quella di valorizzare e governare questa domanda impedendo che
si trasformi in svendita del territorio. Ecco che allora l’obiettivo del patto territoriale è
duplice: da un lato valorizzare le punte di eccellenza che già esistono ed operano
sul territorio, dall’altro fare emergere il potenziale ancora in gran parte
inespresso. Tali esigenze non sono disconnesse e possono trovare, in primo luogo,
una risposta nell’elaborazione di politiche municipali capaci di integrare i diversi
aspetti sociali, culturali, ambientali, economici, che qualificano i paesi della
pedemontana come “luoghi del buon vivere”.
Il problema è che la sola dimensione amministrativa si rivela ancora insufficiente ad
assicurare quelle risorse di comunicazione di cui un sistema locale ha bisogno.
Ancora debole è il ruolo dei privati, che al di là di alcuni casi di eccellenza, ancora
stentano ad investire su tale modello.
Se gli obiettivi di incrementare l’efficienza delle reti vede il ruolo centrale delle
istituzioni locali, a cui si affianca il ruolo delle rappresentanze economiche e
dell’associazionismo sociale, un progetto di valorizzazione turistica di questo
territorio, oltre al ruolo dei Comuni e delle tre Comunità Montane del Massiccio del
Grappa, e delle Province di competenza in applicazione alla legge quadro regionale
sul turismo, deve prevedere un forte investimento da parte degli operatori privati.
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Comunità Montana del Grappa (TV) 29
In particolare, la carenza di offerta ricettiva e di offerte turistiche articolate e connesse
a circuiti turistici consolidati, che si che si contrappone alla ricchezza di offerte
ambientali, enogastromiche, sportive e culturali, induce un modello turistico “di
transito” non i grado di valorizzare le potenzialità di questo territorio.
E’ pertanto necessario attivare un massiccio intervento di promozione rivolto ai
privati, che coinvolga i territori delle tre comunità montane del massiccio del Grappa
e che sia indirizzato a diffondere diverse forme di ricettività diffusa.
Le domande e le potenzialità evidenziate nella fase di ricerca azione in preparazione
del patto territoriale, sottolineano quindi un duplice livello di intervento: da un lato
proseguire e rafforzare il ruolo di integrazione e promozione svolto dal
soggetto pubblico (Comunità Montane e Comuni; Provincie) attraverso un
maggiore coordinamento dell’offerta locale ed il suo collegamento con i grandi
circuiti turistici; dall’altro incentivare l’investimento privato favorendo interventi
mirati:
� alla diffusione di forme di ricettività diffusa;
� alla creazione di nuove iniziative imprenditoriali in campo turistico e
agroalimentare da un lato (in risposta ad un’attenta lettura di bisogni
evidenziati);
� coordinamento e valorizzazione dell’esistente con l’organizzazione
dell’offerta turistica durante tutto l’arco dell’anno, dall’altro;
� alla formazione degli operatori dei consorzi turistici e di produttori agricoli;
� alla promozione dell’artigianato tradizionale;
� alla certificazione e alla definizione di marchi per le produzioni presenti
nell’area;
� alla promozione dei metodi di produzione biologica;
� alla diversificazione dell’attività agricola in campo turistico ed ambientale;
� alla valorizzazione e promozione delle attività commerciali locali attraverso
il miglioramento e la riqualificazione degli spazi e delle infrastrutture urbane.
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4. Il percorso di implementazione del patto territoriale
L’analisi dei punti di debolezza e di forza della realtà locale rimanda all’individuazione
di linee guida del patto che, nei successivi capitoli, vengono schematizzate secondo
una serie “criteri di priorità” e di “assi di sviluppo” (le “macro-aree” di intervento
ed i rispettivi sotto-obiettivi prioritari) da perseguire attraverso la completa
realizzazione del Patto Territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano.
Chiaramente gli “Assi di sviluppo” descritti di seguito costituiscono altrettanti
“contenitori” (o “linee strategiche” di sviluppo che permettono di sostanziare “l’idea
forza” del patto territoriale) in cui convogliare la progettualità locale, sia pubblica
che privata, che attualmente è in fase di maturazione e formalizzazione.
Attraverso un’ulteriore attività di animazione del territorio e assistenza alla
progettazione è necessario raggiungere due obiettivi prioritari:
1) aumentare la conoscenza e l’informazione intorno allo “strumento” Patto
Territoriale in modo da rendere sufficientemente cosciente la realtà locali (in
particolare i soggetti privati) dei benefici che si possono ottenere attraverso una
sua completa realizzazione;
2) mobilitare le risorse locali (progettuali, umane e finanziarie) con l’obiettivo esplicito
di giungere ad individuare un programma esecutivo di interventi pubblici e privati
(ed un relativo quadro finanziario) concordato, condiviso e coerente; in sostanza,
capace di giustificare le risorse che esso stesso permette di mobilitare.
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Allo stesso modo, attraverso un’attività di concertazione con il livelli istituzionali
superiori (Regione Veneto e Provincia di Treviso), nonché con l’Associazione
dei Comuni della Marca e Camera di Commercio, è necessario raggiungere altri
tre obiettivi prioritari:
� attivare eventuali risorse disponibili a livello istituzionale per la prosecuzione
dell’azione pattizia nelle sue fasi di promozione e assistenza tecnica alla
progettazione dei privati;
� definire il quadro di incentivi e dei vincoli riguardanti le progettuali private
presentate nell’ambito del patto territoriale
� realizzare gli accordi di programma finalizzati alla concreta realizzazione delle
progettualità pubbliche previste dal patto territoriale.
Al fine di raggiungere i suddetti obiettivi il Patto territoriale della Comunità Montana
del Grappa e dell’Asolano, che avrà durata fino al completo raggiungimento degli
stessi, si dota delle seguenti strutture di concertazione e rappresentanza:
1) Conferenza dei Sindaci: composta dai Sindaci, o loro delegati, degli 8 comuni
della Comunità Montana del Grappa : Borso del Grappa, Castelcucco, Cavaso del
Tomba, Crespano del Grappa, Monfumo, Paderno del Grappa, Pederobba,
Possagno, e dei 4 comuni dell’Asolano: Asolo, Fonte, Maser, S. Zenone degli
Ezzelini; la Comunità Montana del Grappa.
Obiettivo primario della Conferenza dei Sindaci è quello di giungere in tempi prefissati
alla definizione della realtà “Comuni associati dell’Asolano e della pedemontana
del Grappa” per la gestione delle materie del patto territoriale concertate dagli Enti
Locali del Territorio.
2) Tavolo di Concertazione: composto dalle rappresentanze istituzionali, sociali,
economiche e dagli Enti del territorio firmatari del presente Protocollo di intesa.
3) Soggetto Responsabile del Patto Territoriale della Pedemontana del Grappa e
dell’Asolano, individuato dalla Conferenza dei Sindaci e dal Tavolo di
Concertazione, è la Comunità Montana del Grappa.
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4) Tavolo per la “lettura di genere” del patto territoriale, organo consultivo con
parere obbligatorio, ma non vincolante composto da:
� 1 rappresentante della CPO provinciale
� 1 rappresentante della CPO regionale
� le consiliere di partità delle organizzazioni datoriali e sindacali
� le elette nei Consigli Comunali delle amministrazioni aderenti, eventuali
parlamentari e senatrici del territorio
� referenti di associazioni femminili del territorio
� responsabile istituzionale e tecnico del patto
5) Segreteria tecnica del patto composta da:
� Responsabile tecnico/direttore del patto territoriale Diapason
� 1 rappresentante istituzionale nominato tra i componenti della Conferenza dei
Sindaci
� 5 componenti del Tavolo di Concertazione, dallo stesso nominati
� personale di segreteria
� Personale amministrativo dipendente del Soggetto responsabile
La segreteria tecnica si avvarrà di:
� equipe di consulenti nominati dal tavolo di concertazione per lo sviluppo di
quanto previsto nei vari “assi” in cui è articolato il patto, a partire dalle risorse
umane presenti nelle realtà partner.
� un esperto di monitoraggio e valutazione del patto
� equipe operativa degli Sportelli territoriali DIAPASON e CALA per quanto
concerne le attività di reperimento, informazione e diffusione delle opportunità di
finanziamento locali, provinciali, regionali, nazionali ed europee.
Compiti della Conferenza dei Sindaci sono:
� organo con responsabilità istituzionale del patto, definisce il proprio regolamento
di funzionamento;
� nomina una propria rappresentanza nel tavolo di concertazione del Patto
Territoriale e nella segreteria tecnica;
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Compiti del Soggetto Responsabile sono:
� rappresentare in modo unitario gli interessi dei soggetti sottoscrittori;
� attivare le risorse finanziarie, tecniche e organizzative necessarie alla
organizzazione del patto;
� promuovere accordi, anche con soggetti esterni, volti al raggiungimento degli
obiettivi del patto;
� assicurare il monitoraggio e la verifica dei risultati raggiunti dal patto territoriale;
� verificare la coerenza delle iniziative col patto ed il rispetto degli impegni dei
soggetti sottoscrittori, assumendo i necessari provvedimenti in caso d
inadempienze e ritardi;
� assumere ogni altra iniziativa utile alla concreta realizzazione del patto.
Compiti del Tavolo di concertazione, organo di gestione del patto sono:
- definire obiettivi, strategie contenuti e campi di azione del patto, in relazione alle
politiche e priorità di sviluppo sottoscritte;
- sviluppare il regolamento di funzionamento delle strutture organizzative del patto
nel rispetto di quanto sottoscritto, entro tre mesi dall’avvio,
- nominare propri rappresentanti nella segreteria tecnica;
- definire gli impegni tra i contraenti;
- valutare ed approvare i progetti proposti dai partner con il supporto della
segreteria tecnica;
- nominare l’equipe dei consulenti per lo sviluppo di quanto previsto nei vari “assi”
in cui è articolato il patto, a partire dalle risorse umane presenti nelle realtà
partner;
- definire indicatori di qualità monitoraggio e valutazione del progetto/sottoaree di
intervento, implementando un sistema di qualità basato sul “miglioramento
continuo”;
- promuovere il patto nel territorio.
- curare il rinnovo delle strutture organizzative che avranno una durata massima dal
momento della nomina dei componenti, di due anni salvo eventuale rinnovo per
altri 2;
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- ciascun ente potrà venir meno agli impegni sottoscritti con modalità che andranno
definite nel regolamento successivamente alla sottoscrizione del presente
documento e comunque con 6 mesi di preavviso.
Compiti del Tavolo per la lettura di genere, sono:
- curare lo sviluppo del patto territoriale DIAPASON in sintonia con le direttive e
raccomandazioni europee, nazionali, regionali e provinciali nel contesto della
promozione delle pari opportunità uomo e donna2 e delle politiche e servizi di
conciliazione vita e lavoro in applicazione di quanto previsto dalle leggi vigenti (L.
53/00, L. 215/92 e L. 125/92, LR 1/00);
- Nominare un proprio rappresentante nel tavolo di concertazione;
- Verificare le proposte del tavolo di concertazione rispetto ad un corretto sviluppo
della dimensione di genere, emendarle ed eventualmente;
- Proporre al tavolo di concertazione sulle varie linee di finanziamento per la
promozione delle pari opportunità uomo e donna
- Curare il collegamento e l’attivazione di sinergie tra le aree di intervento del patto
territoriale DIAPASON e gli interventi promossi a livello provinciale e regionale da
realtà pubbliche e private rispetto alla valorizzazione della dimensione di genere.
2 Nel significato moderno di pari opportunità non solo tra uomo e donna, ma tra gli individui vittime delle diverseforme di discriminazione e marginalità sociale (cultura, razza, religione, disabilità, preferenza sessuale, etc.)
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Compiti della Segreteria tecnica sono:
� supportare l’attività del soggetto responsabile;
� coordinare le attività di promozione e animazione finalizzate alla diffusione delle
informazioni sul patto territoriale e a stimolare la presentazione delle progettualità
private in sinergia e con il supporto delle realtà aderenti al tavolo di concertazione;
� accompagnare i partner nella costruzione della finanza del patto (reperimento,
informazione e diffusione delle opportunità di finanziamento locali, provinciali,
regionali, nazionali ed europee con il sostegno degli sportelli DIAPASON e CALA)
� attivare i bandi per la presentazione dei progetti, coordinare le attività di
assistenza alla progettazione rivolta ai soggetti privati attraverso le equipe di
consulenti;
� svolgere una pre-istruttoria sui progetti privati presentati nel patto territoriale prima
di sottoporli al Tavolo di Concertazione per la verifica di coerenza con gli obiettivi
del patto territoriale;
� presentare a valere su leggi di settore, le proposte progettuali approvate dal
Tavolo di Concertazione e sviluppate dalle realtà componenti lo stesso;
� seguirne l’iter di approvazione prima, supervisionandone l’attuazione poi;
� gestire l’agenda del Tavolo di Concertazione;
� accompagnare l’iter autorizzativo dei progetti del patto territoriale.
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5. I criteri di priorità per la presentazione dei progetti del pattoterritoriale
Nella definizione dei criteri generali che dovranno istruire le fasi di elaborazione e di
valutazione dei progetti che sostanzieranno il Patto territoriale della Pedemontana del
Grappa e dell’Asolano, appare utile ricordare brevemente quanto previsto dalla
Commissione Europea in tema di Patti Territoriali.
La progettualità “dal basso” dovrà necessariamente presentare i seguenti caratteri
specifici:
• l’integrazione (i progetti approvati dovranno essere coerenti con gli obiettivi
generali e settoriali del patto territoriale e contribuire alla valorizzazione delle
risorse esistenti sul territorio)
• l’innovatività (i progetti approvati dovranno rispondere ad esigenze locali
insoddisfatte e alla valorizzazione di risorse sotto utilizzate);
• la concertazione (i progetti approvati dovranno risultare da un confronto diretto e
continuo tra gli attori pubblici e privati locali);
• l’occupabilità (i progetti approvati dovranno favorire direttamente o indirettamente
l’incremento e la qualificazione dei livelli occupazionali dell’area, favorendo la
permanenza in loco della popolazione).
• Le pari opportunità (i progetti approvati dovranno trasversalmente promuovere la
dimensione di genere ed opportunità di integrazione lavorativa e socio culturale
ad uomini e donne coinvolti in situazioni di discriminazione e marginalità).
Relativamente alla localizzazione dei progetti ed in relazione a quanto specificato
nel paragrafo 2 riguardante la “Perimetrazione del patto territoriale” si specifica che i
progetti dovranno essere finalizzati a consolidare i livelli di coesione e
competizione dell’economia locale anche attraverso il rafforzamento delle reti
di mercato esterne e delle sinergie con altri territori: A tal fine sono da ritenere
ammissibili al patto territoriale:
• gli investimenti localizzati nel perimetro definito dal patto territoriale (compreso
quello definito in eventuali protocolli aggiuntivi) presentati anche da operatori
economici non residenti nei comuni compresi nell’area del patto;
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• gli investimenti localizzati all’esterno del perimetro del patto territoriale (e protocolli
aggiuntivi) presentati da operatori economici residenti nell’area del patto,
purché finalizzati a rafforzare l’efficienza e la competitività delle filiere produttive
locali e le relative strategie di penetrazione dei mercati;
Non sono da ritenere ammissibili al patto territoriale, gli investimenti in campo
turistico realizzati al di fuori dei territori del patto (e protocolli aggiuntivi) a meno che
questi non abbiano un carattere prettamente promozionale.
Relativamente alle progettualità pubbliche l’obbiettivo primario del Patto territoriale
è quello di promuovere progettualità di carattere sovracomunale o comunque
tra loro integrate e finalizzate al raggiungimento di obiettivi strategici per
l’intera Pedemontana del Grappa e dell’Asolano.
Lo sforzo progettuale che le Amministrazioni Pubbliche si assumono, è quello di
elaborare proposte di competenza pubblica o pubblico/privata che convergano verso
i seguenti indirizzi generali:
� Promuovere l’efficienza della P.A., l’integrazione ed il coordinamento dei servizi
pubblici e delle politiche di promozione dello sviluppo (esempi di intervento: rete
informatica tra i comuni, razionalizzazione dei servizi, ecc.);
� Migliorare la viabilità sovracomunale e le infrastrutture di interesse collettivo;
� Promuovere una maggiore qualità della vita e l’integrazione sociale (esempi di
interventi: progetti per gli anziani, i giovani, gli immigrati, gli esclusi sociali,
interventi di formazione continua, interventi per supportare e coordinare le attività
di volontariato, ecc.);
� Promuovere in tutti gli interventi le pari opportunità e politiche di conciliazione tra
vita lavorativa e vita familiare per le donne e gli uomini del territorio;
� Promuovere negli statuti comunali l’istituzione di Commissioni Pari Opportunità
� Favorire la costituzione di “comitati pari opportunità” tra i dipendenti della PA
� Promuovere il recupero e la valorizzazione ambientale del territorio (esempi:
interventi di bonifica, disinquinamento, smaltimento, creazione di aree a parco,
recupero di vecchi nuclei e centri storici, gestione risorse idriche,ecc.);
� Promuovere la valorizzazione agricola del territorio (esempi: riordino fondiario,
recupero di incolti, viabilità rurale, gestione aree boschive e a pascolo, ecc.)
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� Promuovere la valorizzazione turistica del territorio (esempi: sentieri tematici,
segnaletica, attività promozionali, centri visitatori, musei territoriali)
� Supportare le attività produttive del territorio (esempi: sportello unico,
razionalizzazione delle aree artigianali, servizi logistici, ecc.)
� Promuovere un immagine unitaria dei prodotti e servizi della Pedemontana e del
Massiccio del Grappa (esempi strategie di promozione e marketing, promozione
di marchi di qualità di territorio di prodotto, ecc)
Relativamente alle progettualità private obiettivo primario del Patto Territoriale è il
rafforzamento, la qualificazione e l’integrazione del tessuto imprenditoriale. In
specifico, con la realizzazione del patto territoriale si intende:
� Favorire progettualità private che presentino un legame funzionale e diretto con le
progettualità pubbliche previste dal patto.
� Favorire la nascita e l’insediamento di nuove iniziative imprenditoriali con
particolare riferimento all’imprenditoria giovanile e femminile
� Favorire progetti imprenditoriali volti alla valorizzazione dei mestieri tradizionali e
delle produzioni tipiche locali.
� Favorire progetti imprenditoriali indirizzati alla manutenzione e valorizzazione
delle risorse ambientali
� Favorire progetti imprenditoriali volti alla valorizzazione turistica del territorio con
particolare riferimento all’integrazione tra turismo, agricoltura e ambiente
attraverso forme di ricettività diffusa.
� Favorire la qualificazione delle strutture produttive esistenti con l’obiettivo di
incrementare le logiche di filiera e la competitività dei sistemi produttivi sui mercati
� Favorire l’immagine unitaria nell’offerta di prodotti e servizi, in particolare
incentivando flussi di investimento tra i diversi comparti economici presenti nella
Pedemontana del Grappa e incentivando azioni di marketing e promozione dei
prodotti locali.
� Favorire progetti volti alla formazione di consorzi tra imprese ed accompagnare lo
sviluppo degli esistenti;
� Favorire la formazione e l’aggiornamento dei dipendenti e il miglioramento delle
condizioni di lavoro sul piano igienico sanitario ed ambientale.
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� Favorire la certificazione dei processi e dei prodotti in relazione agli aspetti di
qualità dei prodotti e di compatibilità ambientale
� Migliorare e ampliare la gamma di servizi reali alle imprese con particolare
riferimento ai servizi finalizzati alla conoscenza dei mercati, alla promozione e
commercializzazione dei beni, alla logistica e stoccaggio delle merci, alla finanza
e gestione aziendale, all’acquisizione di tecnologie avanzate .
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6. Gli assi dello sviluppo locale da perseguire con il PattoTerritoriale
Asse 1: Sistema Amministrativo
L’idea forza posta alla base del Patto territoriale della Pedementana del Grappa e
dell’Asolano sottolinea l’esigenza di delineare un progetto di sviluppo ancorato ad
una forte coesione istituzionale ed al pieno raccordo tra le singole autonomie locali.
Tale esigenza ha trovato una prima risposta nell’attivazione della “Conferenza dei
Sindaci della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano” quale organismo di
concertazione tra gli Enti locali dell’area (Amministrazioni Comunali e Comunità
Montana) che affianca l’attività del Tavolo di Concertazione del patto territoriale,
presso cui nomina una propria rappresentanza.
Obiettivo primario della Conferenza dei Sindaci, nell’ambito dei lavori del Patto
Territoriale, è quello di definire tutte le politiche di gestione concertata dagli Enti
Locali del territorio.
La “Conferenza dei Sindaci della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano”
(comprendente gli 8 comuni della Comunità Montana del Grappa ed i 4 comuni
dell’Asolano, nonché la Comunità Montana stessa) , rappresenta il primo passo per
giungere ad una effettiva e coerente rappresentanza istituzionale di questo territorio,
nei modi e nelle forme previste dal processo di riforma delle autonomie locali.
La realizzazione del Patto Territoriale rappresenta l’occasione per consolidare il
rapporto tra gli Enti Locali e cominciare a delineare politiche di gestione del territorio
e progettualità pubbliche di interesse sovracomunale.
In funzione di tale indirizzo generale il patto territoriale, per ciò che concerne l’asse
“sistema amministrativo”, intende promuovere la realizzazione delle seguenti azioni:
� Azione 1.1 Perseguire l’obiettivo prioritario di arrivare alla costituzione, entro la
fine del 2003, di una Associazione dei Comuni della pedemontana del Grappa e
dell’Asolano, denominata “Comuni associati dell’Asolano e della
pedemontana del Grappa”.
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� Azione 1.2 Promuovere forme di gestione associata dei servizi comunali.
� Azione 1.3 Promuovere la realizzazione di uno sportello unico per le imprese con
una sezione dedicata all’imprenditoria femminile in raccordo con le esperienze già
attivate da realtà pubbliche e private a livello provinciale e regionale, come
servizio inserito nella rete e sistemi informativi che si attiverà tra i sottoscrittori del
patto;
� Azione 1.4 Promuovere azioni di marketing di territorio volti ad incrementare
l’attrattività dell’area rispetto ai flussi turistici, all’insediamento di attività a basso
impatto ambientale e a promuovere le produzioni del territorio;
� Azione 1.5 Promuovere la costituzione di aziende pubbliche e pubblico-private
favorendo il coinvolgimento della cooperazione sociale nel campo della gestione
dei servizi di pubblica utilità quali: la gestione idrica, l’energia, lo smaltimento dei
rifiuti, ecc;
� Azione 1.6 Garantire la coerenza, collegamento ed attivazione di sinergie nelle
specifiche sedi istituzionali e nel territorio (Associazione dei Comuni, Consigli
Comunali, Conferenza dei Sindaci ULSS 8) del patto territoriale DIAPASON con il
PIANO DI ZONA del distretto n. 1, ULSS 8 geograficamente insistente sul
territorio degli stessi Enti Locali promotori del patto;
� Azione 1.7 Promuovere interventi di formazione dei dipendenti pubblici come
fattore di crescita e di acquisizione consapevole di competenze e responsabilità
da parte dei dipendenti perché le Pubbliche Amministrazioni assumano sempre di
più una valenza propositiva, programmatoria e di concertazione territoriale
(inizialmente si tratteranno i temi: e-government, la programmazione negoziata ed
il passaggio dallo “stato soggetto” allo “stato funzione”; le politiche e i servizi di
conciliazione vita e lavoro in applicazione alla L. 53/00).
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Asse 2: Infrastrutture e assetto del territorio
Il patto territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano, per ciò che
concerne l’asse “infrastrutture e assetto del territorio”, intende promuovere la
realizzazione delle seguenti azioni:
Azione 2.1 Promuovere il completamento del sistema viario ( con particolare
riferimento alla cosiddetta “Pedemontanina” ed alla SP 26) ed il miglioramento e la
sicurezza della viabilità esistente.
Azione 2.2 Promuovere lo sviluppo del servizio emergenza della pedemontana
(Servizio 118)
Azione 2.3 Promuovere la razionalizzazione delle aree di insediamento artigianale e
dei relativi servizi logistici;
Azione 2.4: Trovare un’adeguata sede per per la sistemazione definitiva per l’Istituto
Alberghiero Maffioli;
Azione 2.5 Promuovere la connettività e la creazione di reti e sistemi informativi per
la diffusione delle tecnologie dell’informazione e della semplificazione, accrescendo
le integrazione telematiche ed organizzative dei sottoscrittori del Patto;
Azione 2.6 Promuovere la certificazione ambientale del territorio;
Azione 2.7 Promuovere l’infrastrutturazione e la manutenzione dei territori montani e
collinari;
Azione 2.8 Promuovere interventi di bonifica, risanamento, recupero ambientale;
Azione 2.9 Promuovere il recupero del patrimonio abitativo, il mantenimento delle
attività commerciali e la presenza capillare di quei servizi - scuole, uffici postali,
trasporti, sanità - essenziali per garantire la qualità della vita nell’area;
Azione 2.10: Armonizzare le politiche comunali di gestione e utilizzo dei suoli agricoli
al fine di incentivare iniziative di riordino fondiario, il mantenimento delle
caratteristiche agricole del territorio, la qualificazione degli aspetti paesaggistici che
qualificano l’ambito rurale (siepi, filari di alberi, muretti a secco, viabilità interpoderale,
rete scolante, ecc.).
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Asse 3: Turismo
Il patto territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano, per ciò che
concerne l’asse “Turismo”, intende promuovere la realizzazione di azioni riguardanti
il territorio del patto territoriale DIAPASON e delle Comunità Montane Feltrina e del
Brenta che saranno oggetto con gli assessorati al turismo delle tre Province coinvolte
(TV, VI e BL), di un apposito protocollo aggiuntivo: “il patto turistico del massiccio
del Grappa”.
In questo intervento compito degli Enti Locali sarà di sostenere la creazione del
“prodotto turistico” (valorizzazione del patrimonio storico-culturale-ambientale,
ricettività, promozione e coordinamento manifestazioni, etc.); compito delle Province,
in applicazione alla LR 33/02 (testo unico delle leggi regionali in materia di turismo) è
la promozione turistica (…informazione, accoglienza, assistenza turistica e
promozione delle singole località..) anche attraverso i consorzi di promozione turistica
presenti nel territorio e le Pro loco.
In questa prospettiva saranno promosse le seguenti azioni:
� Azione 3.1: Promuovere modelli di ricettività diffusa . A fronte delle carenze di
ricettività turistica del territorio, il patto territoriale intende puntare su una vasta
azione di sensibilizzazione volta a promuovere modelli di ricettività diffusa presso
strutture private (bed & breakfast, garnì, affitto di appartamenti, baite, ecc.).
L’approvazione dei progetti sarà vincolata alla partecipazione a brevi azioni
formative riguardanti l’ospitalità, la normativa turistica, ecc.
� Azione 3.2: Promuovere la realizzazione di nuove strutture ricettive (alberghi,
ristoranti, ecc) privilegiando le iniziative in grado di valorizzare gli aspetti
tradizionali e più qualificanti della ospitalità e della cultura locale e di proporre i
prodotti e ricette del territorio.
� Azione 3.3: Promuovere la ristrutturazione, l’ampliamento, e la riqualificazione
delle strutture turistiche esistenti.
� Azione 3.4: Promuovere nuove iniziative imprenditoriali nel campo dei servizi
turistici con particolare riferimento ai nuovi servizi e modelli di offerta turistica nei
campi del turismo ambientale, culturale, sportivo, eno-gastronomico, del turismo
del benessere, ecc.
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Comunità Montana del Grappa (TV) 44
� Azione 3.5: Rafforzare la cultura imprenditoriale e la creazione di nuove
professionalità in campo turistico attraverso interventi di formazione riguardanti
le strategie di marketing turistico, la conoscenza delle lingue straniere, le nuove
domande di fruizione turistica, le nuove professioni in campo turistico,
l’innovazione tecnologica applicata alla gestione turistica, ecc.
� Azione 3.6: Promuovere l’integrazione tra agricoltura e turismo con
particolare riferimento a iniziative riguardanti: creazione e ampliamenti di aziende
agrituristiche, fattorie didattiche, affitti stagionali di baite, creazione di punti di
ristoro, di degustazione e vendita di prodotti tipici locali nelle aziende agricole,
fattorie didattiche, l’offerta di prod.oni locali nelle strutture turistiche dell’area, ecc.
� Azione 3.7: Promuove l’integrazione artigianato tradizionale e turismo con
particolare riferimento a iniziative riguardanti: creazione di punti vendita di prodotti
dell’artigianato tradizionale locale, apertura al pubblico di laboratori e botteghe
artigiane, mostre e fiere-mercato dell’artigianato locale, ecc.
� Azione 3.8: Promuovere interventi volti alla riqualificazione complessiva dei
centri storici (arredi urbani, servizi, aree a verde, chiusure al traffico, ecc.)
� Azione 3.9: Promuovere interventi di riuso e recupero funzionale del
patrimonio edilizio rispettosi dei caratteri dei materiali e delle tipologie originarie.
L’azione di riferisce a interventi sui manufatti edilizi, sia isolati che inseriti nei
tessuti urbani, che meglio esprimono i caratteri dell’architettura locale. Saranno
privilegiati i progetti che si inseriscono in interventi di riqualificazione complessiva
dei centri storici e che saranno destinati ad usi turistici.
� Azione 3.10: Promuovere interventi di valorizzazione turistica di proprietà di
Enti Pubblici.
� Azione 3.11 Promuovere interventi di infrastrutturazione turistica del territorio:
(segnaletiche, aree di sosta, punti di informazione, sentieri, musei, valorizzazione
di manufatti di carattere storico culturale)
� Azione 3.12 Promuovere un’ azione di coordinamento e informazione sulle
manifestazioni turistiche locali
� Azione 3.13. Sostenere i consorzi turistici esistenti e le Pro loco
nell’organizzazione e promozione dell’offerta turistica su tutto l’arco dell’anno
con la definizione di pacchetti turistici flessibili, integrati e concertati con le realtà
turistico-storico e culturali regionali.
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Comunità Montana del Grappa (TV) 45
Asse 4: Industria e artigianato
Il patto territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano, per ciò che
concerne l’asse “Industria e artigianato”, intende promuovere la realizzazione delle
seguenti azioni:
� Azione 4.1: Promuovere la modernizzazione dell’impresa favorendo progetti
aziendali indirizzati: all’innovazione tecnologica, alla creazione di nuovi canali di
commercializzazione, alla certificazione di qualità.
� Azione 4.2: Promuovere, in collaborazione con gli istituti bancari, i confidi delle
associazioni imprenditoriali e le imprese locali, un’ iniziativa di “rating di
territorio” in previsione delle scadenze connesse all’accordo “Basilea 2”.
� Azione 4.3: Promuovere progetti volti ad incrementare l’accessibilità ai servizi
per l’impresa a maggiore valore aggiunto. Tale azione viene in particolare modo
perseguita attraverso la piena attuazione e integrazione tra le iniziative attivate
nell’ambito dei progetti:
o Equal Diapason (incubatore di impresa e Sportelli Informativi
DIAPASON)
o Equal Cala (progetto incubatore di nuove professioni autonome)
o SISTema (Polo tecnologico).
� Azione 4.4: Promuovere una maggiore integrazione delle filiere produttive e
la formazione di strutture consortili finalizzate alla commercializzazione dei
prodotti e all’acquisto di prodotti e servizi.
� Azione 4.5: Promuovere progetti aziendali e territoriali finalizzati ad aumentare la
compatibilità ambientale delle produzioni e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
� Azione 4.6: Promuovere i progetti volti a incrementare l’internazionalizzazione
dell’impresa attraverso l’organizzazione di incontri e scambi di esperienze, la
promozione di partnership internazionali, ecc.
� Azione 4.7 : Promuovere la costituzione e l’insediamento di nuove imprese
con particolare riferimento all’imprenditorialità giovanile e femminile alle strutture
della cooperazione e ad attività con caratteri di innovazione e compatibilità
ambientale.
PROTOCOLLO DI INTESAPATTO TERRITORIALE DELLA PEDEMONTANA DEL GRAPPA E DELL’ASOLANO
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Comunità Montana del Grappa (TV) 46
� Azione 4.8 Promuovere il trasferimento delle attività manifatturiere
caratterizzate da lavorazioni che arrecano disturbo e da intensi flussi di traffico al
di fuori dei centri abitati
� Azione 4.9: Promuove la valorizzazione dell’artigianato tradizionale con
particolare riferimento a iniziative riguardanti: creazione di punti vendita di prodotti
dell’artigianato tradizionale locale, apertura al pubblico di laboratori e botteghe
artigiane, mostre e fiere-mercato dell’artigianato locale, ecc. (vedi asse “Turismo“
Azione 3.7)
� Azione 4.10 : Promuovere azioni volte a favorire il ricambio generazionale nella
conduzione delle imprese.
� Azione 4.11: Promuovere progetti volti ad incrementare il legame tra imprese,
scuola e istituti di formazione professionale.
� Azione 4.12: Promuovere un accrescimento della cultura manageriale,
commerciale e finanziaria dell’imprenditore artigiano attraverso interventi
formativi e scambi di esperienze.
� Azione 4.12: Promuovere azioni di formazione e aggiornamento professionale
dei lavoratori finalizzate al potenziamento dell’occupabilità.
� Azione 4.13: Promuovere la nascita di cooperative sociali finalizzate
all’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati in collegamento e sinergia con i
progetti di intervento realizzati nel settore da realtà pubbliche e della cooperazione
sociale della provincia.
� Azione 4.14: Promuovere azioni di certificazione dei prodotti e di garanzia per
i consumatori.
PROTOCOLLO DI INTESAPATTO TERRITORIALE DELLA PEDEMONTANA DEL GRAPPA E DELL’ASOLANO
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Comunità Montana del Grappa (TV) 47
Asse 5: Agricoltura, ambiente e produzioni tipiche
Il Patto territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’asolano, per ciò che
concerne l’asse “Agricoltura, ambiente e produzioni tipiche”, intende promuovere la
realizzazione delle seguenti azioni:
� Azione 5.1: Armonizzare le politiche comunali di gestione e utilizzo dei suoli
agricoli al fine di incentivare iniziative di riordino fondiario ed il mantenimento
delle caratteristiche agricole del territorio.
� Azione 5.2: Realizzare, tramite accordi tra privati e comuni, iniziative di riordino
fondiario al fine di assicurare alle imprese agricole adeguati spazi in cui poter
realizzare forme di razionalizzazione degli impianti. Si promuovono in particolare
interventi volti:
o all'accorpamento dei fondi agricoli
o all’ampliamento dei terreni irrigui,
o al recupero a fini agricoli degli incolti.
o alla realizzazione di una viabilità interpoderale.
o alla manutenzione e valorizzazione degli aspetti peculiari del paesaggio
agricolo locale (siepi, filari di alberi, muretti a secco, ecc.) con interventi
funzionalmente e strutturalmente adeguati alle esigenze di una moderna
agricoltura.
o alla gestione del patrimonio forestale, delle reti scolanti, dei fossi al fine di
prevenire il dissesto idrogeologico e l’utilizzo economico razionale,
programmato ed eco-compatibile del patrimonio forestale.
� Azione 5.3: Incentivare gli usi plurimi dell’azienda agricola e la diversificazione
reddituale attraverso la valorizzazione dello spazio rurale come sede dell’offerta
agrituristica, enogastronomica, culturale ed ambientale e di trasformazione e
commercializzazione dei prodotti agricoli.
� Azione 5.4: Promuovere la nascita di nuove imprese agricole in particolare
valorizzando il ruolo della componente giovanile e femminile, il recupero di aree
incolte e le forme di integrazione tra agricoltura, turismo, artigianato e commercio.
PROTOCOLLO DI INTESAPATTO TERRITORIALE DELLA PEDEMONTANA DEL GRAPPA E DELL’ASOLANO
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Comunità Montana del Grappa (TV) 48
� Azione 5.5: : Promuovere azioni volte a favorire il ricambio generazionale nella
conduzione delle imprese agricole.
� Azione 5.6: Promuovere l’accorpamento dei fondi agricoli e la
capitalizzazione delle imprese attraverso alleanze, fusioni, joint venture tra
imprese.
� Azione 5.7: Promuovere forme di integrazione commerciale e logistica tra
imprese produttrici, di trasformazione e di commercializzazione, al fine di
potenziare le filiere agroindustriali, saturare maggiormente gli impianti, abbassare
i costi e affrontare i mercati.
� Azione 5.8 : Favorire rinnovi colturali e varietali compatibili con le vocazioni del
territorio.
� Azione 5.9: Promuovere il potenziamento sia dei servizi tecnici all’impresa
agricola che dei servizi reali del settore agroalimentare attraverso la
stipulazione di protocolli d’intesa con i principali centri di ricerca e servizio tecnico
della regione.
� Azione 5.10: Promuovere progetti aziendali volti alla diffusione dei metodi di
produzione biologica e a metodi di coltivazione eco-compatibili mirati alla
riduzione dei prodotti chimici di sintesi, al ripristino delle sostanze organiche nei
terreni, alla protezione della biodiversità.
� Azione 5.11: Promuovere interventi volti alla certificazione e tracciabilità dei
prodotti agricoli dell’area ed alla loro promozione e commercializzazione, anche
attraverso la definizione di marchi di prodotto o di territorio che evidenzino la
vocazione agroalimentare dell’area.
� Azione 5.12: Promuovere interventi diretti ad un più razionale recupero e
smaltimento dei principali sottoprodotti dell’economia agricola ed
agroindustriale locale, con particolare riferimento alla produzione di compost di
qualità da utilizzare localmente come ammendante dei terreni agricoli.
� Azione 5.13: Promuovere un accrescimento della cultura manageriale,
commerciale e finanziaria delle imprese della filiera agroalimentare,
attraverso interventi formativi e scambi d’esperienze.
� Azione 5.14: favorire il mantenimento ed il potenziamento dell’attività
zootecnica in forme compatibili con le vocazioni del territorio e la protezione
ambientale.
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� Azione 5.15: Favorire la formazione di accordi e collaborazioni tra proprietari
(pubblici e privati) e aziende di lavoro boschivo per una più efficiente gestione
dei patrimoni forestali, la valorizzazione della risorsa legno ed un rilancio del
lavoro di boscaiolo in una chiave più moderna, legata a programmi di sfruttamento
pluriennali e all’introduzione di nuove tecnologie.
� Azione 5.16: Promuovere la realizzazione di impianti per lo sfruttamento
energetico delle biomasse tramite teleriscaldamento.
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Asse 6: Commercio
Il Patto territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano, per ciò che
concerne l’asse “Commercio”, intende promuovere la realizzazione delle seguenti
azioni:
� Azione 6.1 Riconoscendo il ruolo svolto dai piccoli esercizi commerciali nel fornire
un essenziale servizio sociale e nella qualificazione dell’offerta turistica dell’area,
con tale azione si intende promuovere politiche comunali volte a sostenere e
qualificare lo sviluppo delle imprese commerciali e alla facilitazione del
commercio nei centri storici attraverso iniziative riguardanti:
� Interventi di carattere urbanistico ( parcheggi e logistica, arredi urbani,
pedonalizzazioni, ecc.)
� la liberalizzazione degli orari di apertura, in particolare nei periodi di maggior
afflusso turistico;
� l’organizzazione di eventi e manifestazioni turistiche che prevedano il diretto
coinvolgimento dei commercianti;
� la classificazione delle botteghe storiche e la realizzazione di interventi volti a
salvaguardare sia le caratteristiche architettoniche sia la vocazione
commerciale di queste botteghe.
Azione 6.2: Nelle aree montane, rurali e nei nuclei abitati minori si promuove la
presenza di esercizi polifunzionali, nei quali l'attività commerciale potrà essere
associata a quella di altri servizi pubblici o privati (quali ad esempio sportelli postali o
altro).
Azione 6.3: Promozione di progetti volti alla qualificazione e specializzazione degli
esercizi commerciali di piccole dimensioni con particolare riferimento alle
specializzazioni riguardanti le produzioni tipiche dell’area;
Azione 6.4: Programmazione concertata a livello sovracomunale delle strutture di
medio e grade dettaglio.
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Asse 7: Sistema formativo
Il Patto territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano, per ciò che
concerne l’asse “Istruzione - Formazione”, fa proprie le azioni di sviluppo definite
nell’ambito del “Progetto SISTema: un patto locale per la formazione” il cui
documento di concertazione fornisce i contenuti del presente protocollo di intesa.
Le realtà formative del territorio, perciò, mettono a disposizione, con le associazioni
datoriali, sindacali, della cooperazione sociale del territorio e gli Enti Locali, le proprie
risorse e competenze con l’obiettivo di:
- sviluppare nel territorio l’esercizio di cittadinanza anche europea, la realizzazione
della persona e del BEN-ESSERE, nella prospettiva di un progetto personale di
vita che consenta un inserimento soddisfacente per sé e adeguato al territorio;
- ridefinire le proprie politiche nell’ambito dell’istruzione e formazione considerando
i mutamenti socio-culturali in atto e la praticabilità delle prospettive future,
concretizzando l’approccio coordinato ed integrato del progetto SISTema con
l’obiettivo di dar vita a uno strumento che coinvolga tutti gli attori dello sviluppo
locale in una attività di concertazione mirata a governare lo sviluppo del sistema
“istruzione scolastica formativa” .
La perimetrazione del patto formativo/progetto SISTema, coinvolgerà le realtà
scolastiche/formative e parti sociali del territorio dei Comuni della Pedemontana del
Grappa e dell’Asolano; enti dei territori limitrofi che hanno aderito alla prima
presentazione del progetto SISTema in qualità di partner.
Il progetto SISTema/patto per l’istruzione e la formazione DIAPASON nel territorio
di pertinenza intende promuovere le seguenti azioni riconducibili a vari livelli in cui si
articola il sistema dell’istruzione e formazione:
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Sistema educativo pre-scolare (asili nido e scuole dell’infanzia)
Azione 7.1. 1. Organizzazione di nuovi asili nido in attuazione della normativa
nazionale e regionale e promozione di politiche e servizi di conciliazione vita e lavoro
collegati a questa fascia di età.
Azione 7.12. Azioni positive per l’integrazione scolastica di alunni stranieri
Azione 7.1.3 Supporto da parte degli attori pubblici e privati del territorio allo
sviluppo delle scuole dell’infanzia.
Azione 7.1.4. Progetti tesi a sviluppare la condivisione curricolare per gli allievi delle
scuole dell’infanzia
Azione 7.1.6. Formazione degli insegnanti in ambito metodologico
Sistema dell’Istruzione di base (scuole elementari e medie)
Azione 7.2.1. Progetti tesi a sviluppare la condivisione curricolare per gli allievi
Azione 7.2.2. Formazione degli insegnanti in ambito metodologico
Azione 7.2.3. Reperimento fondi mirati (personale e strumentazione) allo sviluppo di
competenze nell’ambito della società dell’informazione e della lingua straniera
(inglese)
Azione 7.2.4. Azioni positive per l’integrazione scolastica di alunni stranieri
Azione 7.2.5. Sviluppo di progetti comunitari
Istruzione secondaria e formazione professionale
Azione 7.3.1. definizione di famiglie di profili professionali in relazione allo sviluppo
delle politiche territoriali e specifici curricula , anche con attivazione di laboratori di
sperimentazione
Azione 7.3.2. Azioni positive per l’integrazione scolastica di alunni stranieri
Azione 7.3.3. Progetto ALTERNANZA SCUOLA E LAVORO
Azione 7.3.4. Sviluppo progetti comunitari (Leonardo, Socrates, Comenium,
Gioventù per l’Europa, etc…)
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Università e Istruzione Formazione Tecnica Superiore
Azione 7.4.1. Promozione di collegamenti ed integrazione tra istruzione-formazione
ed università.
Azione 7.4.2. Attivazione di corsi I.F.T.S. in relazione alle politiche di sviluppo del
territorio
Formazione continua degli adulti
Azione 7.5.1. Attività di formazione finalizzata alla riqualificazione e al reinserimento
lavorativo dei lavoratori espulsi e/o interessati al rientro nel mondo del lavoro.
Azione 7.5.2. long life learning in accompagnamento e a promozione delle spinte
locali allo sviluppo.
Azione 7.5.3. Formazione degli adulti secondo lo sviluppo dei seguenti ambiti:
− 7.5.3.1.alfabetizzazione di base: alfabetizzazione linguistica degli stranieri;
alfabetizzazione strumentale e culturale per chiunque non abbia potuto, nel corso
della sua vita, accedere a percorsi formativi appositi o abbia interrotto la
formazione (ad es. corsi di scuola media);
− 7.5.3.2. formazione pre-professionale: mirata allo sviluppo di competenze
professionali di base soprattutto in quei soggetti che hanno bisogno di
integrazione socio-culturale oltre che lavorativa (ad esempio, corsi di badante o
collaboratrice domestica per donne straniere);
− 7.5.3.3. formazione culturale: mirata a garantire, a chi ne sentisse il bisogno, la
possibilità di approfondire la propria preparazione culturale (ad esempio, corsi di
letteratura, di storia dell’arte, di filosofia, ecc.) e/o di acquisire competenze, anche
elevate, in relazione ai sempre più rapidi mutamenti sociali (ad esempio, corsi di
lingue straniere o di informatica);
− 7.5.3.4. formazione degli adulti significativi del territorio in relazione al ruolo: tesa
a rendere gli adulti ‘significativi’ (amministratori, insegnanti, operatori parrocchiali,
operatori sportivi,…) maggiormente consapevoli del proprio ruolo e a far loro
acquisire o sviluppare ulteriormente le competenze necessarie all’adempimento
della funzione cui sono preposti.
Azione 7.5.4. costituzione entro fine anno del COMITATO LOCALE per la
formazione degli adulti (come previsto dal "Documento della Conferenza Unificata
Governo - Regioni - Province - Comuni - Comunità Montane del 2 marzo 2000" e
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dalla "Direttiva n. 22 del 6 febbraio 2001") per ottimizzare l’azione dei diversi soggetti
impegnati nella promozione, ampliamento e programmazione dell’offerta formativa, a
partire dall’analisi dei fabbisogni espressi dal territorio per poi definire le strategie e i
soggetti responsabili degli interventi.
Azione 7.5.6. Sviluppo di Incubatori
- di impresa;
- nuove professioni nel lavoro individuale;
- tecnologia e materiali
Aree di intervento di interesse trasversale
Orientamento
Azione 7.6.1.1. definizione del “portfolio” delle competenze
Azione 7.6.1.2. messa in rete e valorizzazione dei progetti locali di orientamento e ri-
orientamento scolastico e professionale, attivazione di interventi ad hoc
Azione 7.6.1.3. presentazione di progetti comunitari (Leonardo, Socrates,
Comenium, Gioventù per l’Europa, etc…)
Azione 7.6.1.4. costruzione dello strumento telematico per la gestione informatizzata
del “portaolio” (in collegamento con la specifica azione dell’Equal DIAPASON)
Polo Tecnologico
Azione 7.6.2 Creazione di un polo tecnologico quale struttura e strumento di
accompagnamento allo sviluppo (piattaforma telematica DIAPASON, connettività
territoriale, supporto tecnologico allo sviluppo dei progetti delle sottoaree).
Pari Opportunità
Azione 7.6.3. Inserimento in tutte le attività di istruzione formazione di
moduli/interventi di sensibilizzazione ed orientamento alle pari opportunità,
consapevoli che solo con un processo di crescita programmato su tutto l’arco della
vita possiamo pensare di tendere ad una fattiva e concreta uguaglianza di
opportunità.
PROTOCOLLO DI INTESAPATTO TERRITORIALE DELLA PEDEMONTANA DEL GRAPPA E DELL’ASOLANO
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Comunità Montana del Grappa (TV) 55
Asse 8: Sociale
Il Patto territoriale della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano, per ciò che
concerne l’asse “Sociale”, intende promuovere la realizzazione delle seguenti azioni:
Misura 8.1: Promuove azioni dirette ad un maggiore coordinamento dei soggetti
operanti nel terzo settore in rapporto alla politiche attivate dalle
amministrazioni locali. La ricchezza del tessuto del volontariato e delle esperienze
e della cultura sociale proposte dal mondo della cooperazione non profit operante sul
territorio, impone la realizzazione di azioni volte a valorizzare questo importante
capitale sociale attraverso un più efficiente dialogo con le Amministrazioni locali, teso
a sostenere l’azione di sviluppo dei servizi rivolti alle persone proposte e gestiti dalle
cooperative e dalle associazioni ed a strutturare un maggiore coordinamento tra le
stesse organizzazioni sociali. In tal senso si promuove la costituzione di una
“consulta del volontariato” volta a:
� rendere più efficace e costante il rapporto tra associazioni, mondo della
cooperazione sociale e Amministrazioni locali,
� coordinare le azioni e gli interventi nell’ambito di politiche di welfare
municipale, ed in relazione agli indirizzi definiti nella successiva azione 8.2
� ottimizzare le dotazioni di strutture e delle sedi di intervento.
Misura 8.2: Promuove azioni dirette all’integrazione sociale e a ridurre
l’isolamento rispetto all’accesso ai servizi sociali e al lavoro. Questa azione
intende promuovere progetti, anche di iniziativa privata, volti a garantire ed
accrescere i livelli di integrazione sociale e a garantire l’accesso ai servizi sociali e al
lavoro, con particolare riferimento a:
� politiche socio assistenziali per gli anziani (es. creazione di centri per anziani,
progetti di telesoccorso, progetti volti a valorizzazione del ruolo sociale ed
educativo degli anziani, ecc.)
� politiche volte alla valorizzazione del ruolo della donna nella società e
nell’economia locale (promozione di politiche e servizi di conciliazione vita
lavorativa e vita familiare, accordi sugli orari di lavoro, realizzazione di asili
nido aziendali e interaziendali).
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Comunità Montana del Grappa (TV) 56
� progetti a favore dei minori e giovani del territorio, volti a promuoverne il
benessere, prevenire forme di disagio e dipendenza, nonchè il fenomeno
dell’abbandono scolastico e facilitare l’inserimento lavorativo (piani di
intervento a favore dei minori e dei giovani di area e locali, azioni di
orientamento allo studio e al lavoro, iniziative in campo culturale musicale e
sportivo. ecc.).
� progetti volti a favorire il reinserimento dei lavoratori espulsi dai cicli produttivi
in collegamento con le azioni dell’area formazione /progetto SISTema;
� progetti volti all’inserimento lavorativo dei disabili e alla piena applicazione
della legge 12/03/99 n°68 in connessione con lo specifico piano di intervento
provinciale e le azioni positive in fase di sperimentazione realizzate dall’IC
Equal INTESA;
� progetti volti all’integrazione sociale e culturale degli immigrati (es. sportelli
informativi per cittadini stranieri, alfabetizzazione linguistica e culturale, servizi
di mediazione interculturale nelle scuole e nel territorio, ecc.)
� progetti volti a favorire il mantenimento e lo sviluppo dei servizi essenziali e del
commercio al minuto nei paesi.
� progetti volti a rafforzare i meccanismi di identità culturale e territoriale
(valorizzazione delle tradizioni e della cultura locale, attraverso interventi nelle
scuole e l’organizzazione di manifestazioni).
Misura 8.3. Attivare interventi formativi volti a favorire le pratiche di
socializzazione (in connessione con l’area formativa/progetto SISTema- azioni
riferite alla formazione continua degli adulti) . L’obiettivo prioritario del patto territoriale
di rafforzare i fattori di identità del territorio in un’ottica di apertura connessa ai
processi di globalizzazione, suggerisce di utilizzare lo strumento della formazione non
solo ai fini della qualificazione professionale, ma anche con l’obiettivo di accrescere
la cultura sociale dell’area attraverso l’analisi dei mutamenti in atto e l’acquisizione
degli strumenti di base per affrontare i processi di modernizzazione economica ed i
mutamenti del mercato del lavoro. In quest’ottica si individuano tre esigenze
principali:
� Promuovere interventi finalizzati alla diffusione di conoscenze relative alle
lingue straniere, all’uso degli strumenti informatici e di internet, alle
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Comunità Montana del Grappa (TV) 57
trasformazioni del mercato del lavoro con particolare riferimento al ruolo svolto
dall’autoimprenditorialità e dalle nuove forme di lavoro autonomo.
� Promuovere interventi finalizzati a diffondere la cultura dell’accoglienza, la
conoscenza delle tradizioni, delle risorse e delle produzioni locali, e a
valorizzare le pratiche e le prospettive di sviluppo ecompatibile dell’economia e
del territorio.
� Promuovere interventi finalizzati all’inserimento sociale e culturale degli
immigrati.
� Promuovere interventi di formazione continuata e aggiornamento
professionale dei lavoratori.
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Comunità Montana del Grappa (TV) 58
6. Gli impegni dei firmatari
In relazione agli interventi di sviluppo descritti nel presente protocollo di intesa, da
perseguire attraverso la completa realizzazione del Patto per lo sviluppo della
Pedemontana del Grappa e dell’Asolano, i firmatari del presente Protocollo di Intesa
DICHIARANO
formalmente di condividere gli indirizzi e gli impegni in esso contenuti, e
SI IMPEGNANO
• ad acquisire gli indirizzi di sviluppo definiti nel presente protocollo di intesa
nell’ambito delle proprie politiche di intervento e azioni di programmazione,
facendo chiaramente salve le rispettive competenze e vincoli istituzionali;
• a promuovere pratiche coalizionali permanenti finalizzate allo sviluppo del territorio
che coinvolgano Enti Locali, Parti sociali, Autonomie funzionali e Operatori
economici, sostenendo, ognuno nell’ambito delle proprie specifiche funzioni e
competenze, la definizione di indirizzi e progettualità finalizzate allo sviluppo
sociale ed economico della realtà locale;
• ad accompagnare le progettualità del patto territoriale verso una loro concreta
attuazione, attraverso una piena mobilitazione delle risorse locali disponibili;
• a supportare le attività del Soggetto responsabile e della Segreteria tecnica del
Patto Territoriale per una concreta attuazione dello stesso
• a promuovere la realizzazione di accordi e protocolli aggiuntivi anche con soggetti
esterni al patto territoriale finalizzati al perseguimento di comuni obiettivi di
sviluppo, alla realizzazione di infrastrutture di interesse sovralocale,
all’acquisizione di specifici servizi e competenze, alla promozione dell’economia
locale sui mercati esterni.
PROTOCOLLO DI INTESAPATTO TERRITORIALE DELLA PEDEMONTANA DEL GRAPPA E DELL’ASOLANO
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Comunità Montana del Grappa (TV) 59
IN PARTICOLARE
La COMUNITA’ MONTANA DEL GRAPPA si impegna a:(DG n. del 17/06/03)
� Assumere la titolarità di gestione del Patto Territoriale della pedemontana del
Grappa e dell’Asolano DIAPASON:
- in quanto richiesto negli incontri di concertazione dalle realtà che
sottoscriveranno il patto dopo approvazione della Giunta regionale
del Veneto, per i benefici rispetto allo sviluppo economico, sociale
e culturale che ne trarrà il territorio
- per l’alto livello di adesione raggiunto sia a livello locale e
provinciale da parte di realtà pubbliche e private
� in qualità di Soggetto Responsabile realizzare i seguenti compiti
- rappresentare in modo unitario gli interessi dei soggetti sottoscrittori;
- attivare le risorse finanziarie, tecniche e organizzative necessarie alla
organizzazione del patto;
- promuovere accordi, anche con soggetti esterni, volti al raggiungimento
degli obiettivi del patto;
- assicurare il monitoraggio e la verifica dei risultati raggiunti dal patto
territoriale;
- verificare la coerenza delle iniziative col patto ed il rispetto degli impegni
dei soggetti sottoscrittori, assumendo i necessari provvedimenti in caso
d inadempienze e ritardi;
- assumere ogni altra iniziativa utile alla concreta realizzazione del patto.
Gli Enti locali del territorio si impegnano:
� a perseguire l’obiettivo politico di costituire entro l’anno la realtà “Comuni
associati dell’Asolano e della pedemontana del Grappa”, che trova un primo
riferimento nell’istituzione della “Conferenza dei Sindaci dell’Asolano e della
Pedemontana del Grappa”;
� a promuovere la modernizzazione, l’ integrazione e la semplificazione delle
procedure della pubblica amministrazione, quali elementi fondamentali delle
politiche dello sviluppo economico in particolare attraverso l’integrazione dei
propri strumenti di programmazione territoriale, la messa in rete e gestione
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Comunità Montana del Grappa (TV) 60
associata di servizi comunali, secondo modalità che saranno concertate nel
costituendo Ente di governo sovracomunale ed in coerenza con i Piani di Zona
territoriali per quanto concerne l’ambito socio sanitario;
� a divulgare i contenuti del patto territoriale, garantendo a tutti i cittadini
l’accesso ai benefici previsti dal patto stesso; in particolare, nella fase di
pubblicizzazione del Patto territoriale si impegnano ad organizzare dei Consigli
Comunali aperti al pubblico in cui verranno illustrati i contenuti e le opportunità
offerte dal patto territoriale e ad attivare presso le Amministrazioni dei punti di
informazione alla cittadinanza;
� a finanziare la realizzazione delle progettualità pubbliche deliberate in sede di
concertazione del patto territoriale, nella misura prevista dalle diverse leggi di
settore e secondo i criteri di ripartizione del costi che saranno stabiliti in sede
di “Conferenza dei Sindaci” con la possibilità da parte dei Comuni di non
partecipare al singolo progetto, se non compatibile con le possibilità o
disponibilità del singolo Ente;
� a nominare un “soggetto capofila” per ogni progetto pubblico deliberato in sede
di concertazione del patto territoriale, che a sua volta si assume l’impegno a
procedere, in tempi brevi, alle produzione degli elaborati progettuali richiesti
per le procedure autorizzative;
� ad accelerare le procedure autorizzative di propria competenza necessarie alla
concreta attuazione dei progetti pubblici e privati previsti dal patto territoriale,
anche attraverso il ricorso allo strumento della conferenza di servizi. A tale
proposito le Amministrazioni si impegnano ad esprimere il loro parere entro 30
giorni, dalla data di formale presentazione dei progetti presso i propri uffici
competenti.
� ad introdurre, in tempi brevi, nei propri strumenti di programmazione territoriale
ed economica, le modifiche e le varianti necessarie alla concreta attuazione
dei progetti pubblici e privati previsti dal patto territoriale.
� a promuovere la certificazione ambientale dei propri territori quale essenziale
strumento di valorizzazione dei prodotti locali e della fruizione turistica della
Pedemontana del Grappa e dell’Asolano;
� a promuovere per quanto previsto di competenza le aziono del patto
formativo/progetto SIStema;
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Comunità Montana del Grappa (TV) 61
� a istituire la “consulta del volontariato”, al fine di coordinare e valorizzare le
attività degli enti di provato sociale operanti nell’area e attivare le politiche di
welfare municipale promosse dal presente protocollo di intesa;
� a supportare le nuove iniziative imprenditoriali giovanili presentate nel Patto
Territoriale fornendo un supporto all’individuazione e acquisizione delle aree e
sedi di attività e individuando modalità di contenimento di imposte e oneri
comunali per quanto concerne i primi tre anni di attività.
L’Associazione dei Comuni della Marca si impegna a:
• accompagnare e promuovere la realizzazione del patto
nell’adempimento dei propri compiti istituzionali, partecipando ai
momenti di coordinamento e ai gruppi di lavoro mediante propri
rappresentanti ed esperti;
• Fornire consulenza e supporto tecnico ai soggetti che lo richiedono
nella stesura dei regolamenti, provvedimenti di carattere generale, al
fine di dare attuazione al patto;
• Creare connessioni e sinergie tra le azioni del patto ed i progetti di
intervento promossi dall’Associazione per quanto di interesse del
territorio patrizio.
La Provincia di Treviso si impegna a :
L’Ente Provincia, nell’ambito del Patto per Treviso, riconosce l’intesa tra i
Comuni della Pedemontana del Grappa e dell’Asolano tra i fatti costitutivi del Piano
Strategico.
Gli altri firmatari riconoscono all’Ente Provincia il ruolo di punto di riferimento
istituzionale e per le politiche di coordinamento che svolge l’Ente medesimo nella
progettazione e nella realizzazione operativa del Piano Strategico.
Sulla scorta di tali premesse l’Ente Provincia si impegna:
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Comunità Montana del Grappa (TV) 62
• A sviluppare gli assi strategici del presente protocollo compatibilmente con quelli
che saranno gli indirizzi previsti all’interno del Piano Strategico in elaborazione
• A seguire, nell’ambito delle proprie competenze, lo sviluppo della progettazione e
delle ipotesi di fattibilità del sistema infrastrutturale
• Ad individuare le forme di coordinamento delle iniziative territoriali all’interno della
programmazione turistica e culturale
• Ad individuare le forme di rafforzamento necessarie per lo sviluppo delle politiche
formative
• A sostenere i percorsi concertativi e di progettazione unitaria per tutto il settore
dell’innovazione tecnologica e dell’e-government.
Resta inteso che quanto sopra viene assunto all’interno del Piano Strategico per le
parti adeguate alla progettazione e programmazione provinciale.
La Camera di Commercio si impegna a :
Provvedimento n. 102 del 9 giugno 2003
• accompagnare e promuovere la realizzazione del patto
nell’adempimento dei propri compiti istituzionali ed in conformità alla
propria programmazione strategica, partecipando ai momenti di
coordinamento e ai gruppi di lavoro mediante propri rappresentanti ed
esperti.
L’azienda ULSS n. 8 si impegna a:• accompagnare per quanto di competenza le azioni del patto,
partecipando ai momenti di coordinamento e ai gruppi di lavoro
mediante propri rappresentanti ed esperti;
• garantire la coerenza del patto territoriale con quanto previsto nei Piani
di Zona, in raccordo con la Conferenza dei Sindaci e con il Comitato dei
Sindaci di Distretto;
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• sviluppare le progettualità a valenza socio-sanitaria rivolte ai soggetti
deboli, promuovendo l’integrazione delle competenze professionali e
interistituzionali e l’apporto del privato sociale.
Le organizzazioni datoriali e sindacali, si impegnano:
� a promuovere gli obiettivi del patto, l’ideazione e la presentazione di progetti
nell’ambito del patto territoriale, la modernizzazione dell’apparato produttivo
locale favorendo l’innovazione tecnologica e organizzativa, la certificazione di
qualità di prodotto, di impresa e di filiera, la compatibilità ambientale delle
produzioni, la formazione imprenditoriale e professionale e la sicurezza nei
luoghi di lavoro;
� a promuovere e coordinare la presentazione di progetti da parte di soggetti
privati nell’ambito del patto territoriale, attraverso l’attivazione di sportelli
informativi presso le proprie sedi e l’organizzazione di servizi di assistenza alla
progettazione;
� a promuovere per quanto previsto di competenza le azioni del patto
formativo/progetto SIStema;
� a sostenere, attraverso il coinvolgimento dei propri enti di garanzia, la
realizzazione di investimenti da parte di soggetti privati;
� a promuovere una maggiore integrazione dell’economia locale favorendo gli
investimenti tra i diversi settori economici e favorendo una maggiore
integrazione all’interno delle singole filiere produttive dell’area;
� a promuovere una cultura di integrazione e coesione sociale finalizzata a
rafforzare e riprodurre le risorse umane, culturali ed ambientali presenti e ad
accrescere il capitale sociale dell’area.
Gli Istituti di formazione statali e non statali si impegnano a:� promuovere gli obiettivi del patto
� realizzare quanto previsto nel patto formativo/progetto SISTema in sinergia
con le parti sociali coinvolte (vedi allegato)
� nominare le sottocommissioni di lavoro entro settembre avviando la definizione
del piano di lavoro esecutivo entro ottobre 2003
� aumentare e qualificare le connessioni e le sinergie tra scuola, realtà
produttive e territorio
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Le realtà della cooperazione sociale e del terzo settore si impegnano a:
� partecipare a momenti di coordinamento e ai gruppi di lavoro e di
progettazione previsti mediante propri rappresentanti ed esperti
� partecipare e proporre la progettazione di interventi in aree di specifica
competenza
� promuovere l’attivazione di percorsi integrati di accoglienza, riabilitazione e
reinserimento socio-lavorativo per persone che vivono in contesti di disagio e
marginalità sociale.
� Confrontarsi con tutte le forze attive nel territorio per incidere sulla cultura del
territorio in un’ottica di apertura alla diversità, di raccordo delle differenze e di
riconoscimento della centralità della persona e della sua originalità.
Le Associazioni del volontariato si impegnano:
� favorire la costituzione di una “consulta del volontariato”, mettendo a
disposizione risorse umane per gestione organizzativa;
� a promuovere di concerto con le amministrazioni comunali e ai servizi socio
sanitari dell’ULSS in coerenza con quanto previsto dai Piani di Zona,
l’elaborazione di politiche e progetti di welfare municipale indirizzate ai servizi
socio assistenziali per gli anziani, alle pari opportunità, all’aggregazione
giovanile, all’integrazione degli immigrati, all’accesso ai servizi sociali, alla
valorizzazione della cultura locale, alla valorizzazione ambientale, alla
prevenzione e al recupero dei fenomeni di devianza.
Le Commissioni Pari Opportunità Regionale del Veneto e provinciale di Treviso
si impegnano a:
� accompagnare la realizzazione del patto territoriale promuovendo la
valorizzazione della dimensione di genere e partecipando ai momenti di
coordinamento e ai gruppi di lavoro mediante propri rappresentanti ed esperti;
� favorire ed accompagnare la costituzione del “tavolo di lettura di genere” nella
sua struttura organizzativa, decisionale ed operativa;
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� sostenere le progettualità volte a promuovere l’inserimento lavorativo e
stimolare esperienze di imprenditorialità femminile, di rappresentanza paritaria
delle donne nei contesti istituzionali e socio-culturali del territorio
� fornire il proprio apporto in percorsi di formazione attivati nel territorio sulle
tematiche di genere;
� valorizzare gli interventi di anlaisi socio-culturale della realtà femminile nel
territorio, analizzando e monitorando i fenomeni di genere in sinergia con le
parti sociali territoriali;
� promuovere in sinergia con i firmatari del patto politiche e servizi di
conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare delle donne ed uomini del
territorio in applicazione alla normativa europea, nazionale e regionale vigente.
Gli Istituti bancari firmatari del patto territoriale si impegnano a :
� fornire assistenza tecnica alla elaborazione dei progetti sia pubblici che privati,
in particolare per ciò che concerne l’elaborazione dei piani finanziari e la
valutazione della sostenibilità economica degli investimenti;
� analizzare, se del caso in collaborazione con le banche e/o le società collegate
o convenzionate, le iniziative per lo sviluppo locale che di volta in volta ci
verranno segnalate dal tavolo di concertazione, e qualora da noi validate
positivamente, intervenire finanziariamente con le migliori condizioni di
mercato applicabili agli investimenti della specie, a parità di merito di credito;
� a favorire l'accesso al credito dei soggetti imprenditoriali, soggetti pubblici e di
eventuali altri soggetti titolari dei singoli progetti previsti dal patto territoriale,
valutando con equilibrio le prospettive reddituali non meno che garanzie
offerte; particolari attenzioni e sostegno saranno rivolti alle iniziative promosse
da donne e da giovani.
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L’ A.S.CO. TLC firmataria del patto territoriale si impegna a :
- accompagnare la realizzazione del patto per quanto di competenza
impegnandosi a promuovere la connettività territoriale a costi competitivi
con le offerte pubbliche, assicurando il collegamento con i piani di
sviluppo del settore specifico promossi dalle istituzioni sovraterritoriali
(Provincia, Regione, Governo, UE);
- offrire supporto tecnologico e organizzativo alle compagini che si connetteranno in
modo da garantire omogeneita' di servizi nello sviluppo delle connettivita'.
Testo dell’Impegno della Regione del Veneto
ALLEGATO “B” alla DGR n. 1969 del 24/06/03
LA REGIONE VENETO
PREMESSO che la Programmazione regionale è disciplinata, nelle proprie modalità
procedurali, dalla Legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 “Nuove norme sulla
programmazione”.
PRECISA che l’attuazione del presente Patto dovrà essere effettuata secondo le
linee e le priorità definite nel Programma Regionale di Sviluppo e dei suoi progetti ed
articolazioni, ivi comprese quelle stabilite dal Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento e dagli altri piani settoriali e particolari, sempre, comunque, nei limiti
previsti dal Bilancio annuale e pluriennale vigenti.
PRENDE ATTO degli obiettivi e degli interventi previsti nel presente Patto, quali
elementi di riferimento attuativo nell’approntamento delle azioni e delle iniziative
attuative dei Programmi regionali, compresi quelli di rilevanza comunitaria.
SI IMPEGNA, pertanto, senza pregiudizio per il suo ruolo e le sue competenze, a:
- accompagnare il Patto nella sua attuazione, utilizzando i vari strumenti possibili per
sua la realizzazione, compatibilmente alle priorità stabilite dalla Regione stessa su
scala regionale;
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- promuovere, nell’ambito delle proprie competenze, eventuali altri interventi di
particolare interesse per il Patto;
- adoperarsi concretamente in tutti gli organismi pubblici a cui partecipa per facilitare
il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Patto;
- convocare e/o partecipare, per quanto di competenza, ad eventuali Conferenze di
servizi per l’attuazione del Patto.
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7. I Sottoscrittori del Protocollo di intesa del “Patto territoriale della Pedemontana del Grappa edell’Asolano”
COMUNITA’ MONTANA DEL GRAPPAEnte titolare
DG n. 60 del 17.06.03
REGIONE VENETODirezione Programmazione
Adesione con DG n. 1969 del 24 06 03Tipologia Tipologia TipologiaCOMUNI SINDACATI ASS. DI VOLONTARIATOASOLO UST CISL TREVISO ASS. CULT. SANT'EULALIA DEI
MISQUILLESIBORSO CGIL DI MONTEBELLUNA e Treviso ASS. ATTIVITA' SOLIDALECAVASO UIL DI TREVISO ASS. ANZIANI ATTIVI
CRESPANOCRESPANO COOP. SOCIALI PRO LOCO DI MONFUMOCASTELCUCCO COOP. NUOVA SINTESI SOLA IN DEO SORSFONTE COOP. OLIVOTTI ASS. DONNAMASER CONS. INTESAMONFUMO COOPERATIVA VALLORGANAPADERNOPOSSAGNO SCUOLE E REALTA' FORMATIVE BANCHEPEDEROBBA DIREZIONE DIDATTICA DI FONTE BANCA INTESASAN ZENONE DIREZIONE DIDATTICA DI
CORNUDABANCA POPOLARE DIMAROSTICA
DIREZIONE DIDATTICA DICRESPANO
CREDITO COOPERATIVOTREVIGIANO
PROVINCIA di Treviso SCUOLA MEDIA STATALE DI FONTE VENETO BANCASCUOLA MEDIA STATALE DIPEDEROBBA UNICREDIT
ASSOCIAZIONE COMUNI DELLAMARCA ISTITUTO COMPRENSIVO DI ASOLO Banca Verde MPS
CTI E CTP DI ASOLOCommissione Regionale PariOpportunità ISTITUTO CAVANIS ALTRE REALTA'
ISTITUTI FILIPPIN ALPAESCommissione Provinciale diTreviso Pari Opportunità FOND. OPERE MONTEGRAPPA A.E.S.A. - Accademia Europea
della Sostenibilità Ambientale
IPSSAR MAFFIOLI sede di Possagno GAL 3 C.A.R.G.AR. montagnaCAMERA COMMERCIO INDUSTRIAE ARTIGIANATO DI TREVISO
SCUOLA MATERNA BERNARDITORRETTO ASCO TLC
ULSS 8 ASS. CONSUMATORI
ADICONSUMALTRE REALTA' ADERENTI ALPATTO per Asse 7 ProgettoSISTema
ASS. DI CATEGORIA LICEO MARIA ASSUNTACASTELFRANCO
CONFARTIGIANATO DI ASOLO CONSORZI TURISTICI DELLAPEDEMONTANA IPSIA GALILEI DI CASTELFRANCO
CONFCOMMERCIO DI TREVISO(Asolo e Montebelluna) CONS. TUR. VIVERE IL GRAPPA CONS. STATALE DI MUSICA DI CF
CNA DI ASOLO COOP. TUTELA E SVILUPPOGRAPPA
ISTITUTO MUSICALE CANOVIANO
CNA INPROPRIO “TREVISO UNA PROVINCIAINTORNO”, Consorzio turistico provinciale
ISTITUTO MALIPIERO
COLDIRETTI DI TREVISO e ASOLO ASILI NIDO E SCUOLE MATERNEDEL VICARIATO DI ASOLO
CIA DI Castelfranco FONDAZIONE CANOVA DIPOSSAGNOSPINLAB DI ROMANO
Crespano del Grappa, 01 07 03
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