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Parlare in Pubblico
Manuale avanzato di public speaking
Riccardo Agostini
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"I migliori oratori danno l'impressione di improvvisare,
ma in realtà si preparano tutto"
J.F. Kennedy
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DEDICA
Quando mi fermo ad osservare la strada percorsa ed i
traguardi raggiunti mi rendo conto che non sono mai stato solo.
Caro lettore, ti auguro di circondarti di persone
eccezionali che ti stimolino, motivino e credano in te.
Dedico questo libro a Ana, Domitilla e Gabriella. Tre
scalatrici d’eccezione, tre maratonete instancabili, tre donne che
non mollano mai.
Con affetto
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INDICE
IL LIBRO E L’AUTORE
COSA TI ASPETTI DA QUESTO LIBRO?
CHI SONO
LA MIA CARRIERA DI ORATORE
COSA IMPARERAI DOPO AVER LETTO IL LIBRO
PRIMI PASSI DI PUBLIC SPEAKING
ALLE PERSONE NON INTERESSA CHI SIAMO
SELEZIONA L’ARGOMENTO
PAURA DI PARLARE IN PUBBLICO
IL DISCORSO PERFETTO
LA STRUTTURA DEL DISCORSO
TITOLO
INTRODUZIONE
CORPO
CONCLUSIONE
VARIANTI DI STRUTURA DEL DISCORSO
GIOCHI
SALUTI
L'AUTORE
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IL LIBRO E L’AUTORE
“Tutti i grandi oratori furono all’inizio pessimi parlatori”
Ralph Waldo Emerson
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COSA TI ASPETTI DA
QUESTO LIBRO?
Ferma la tua mente! La risposta che stai per dare è
sbagliata. Ogni volta che presento un corso di Public Speaking
domando “cosa vi aspettate da questo corso?” ed ottengo queste
risposte:
Imparare a parlare in pubblico
Superare la paura di parlare in pubblico
Comunicare in maniera efficace
Devo ammettere che sono le aspettative di chi segue un corso
per parlare in pubblico ma spero di non deluderti dicendo che
non fanno parte del mio programma di formazione. La mia
esperienza mi ha insegnato che per diventare un buon oratore
bisogna seguire un cammino differente.
Proverò ad aiutarti. C’è uno sport di cui sei innamorato e che
è entrato a far parte della tua vita?
Calcio
Tennis
Golf
...
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È da quando avevo tredici anni che gioco a calcio. La
prima volta che mi misero un pallone tra i piedi non riuscivo a
palleggiare ne calciare la palla in direzione del compagno.
Nonostante questi piccoli insuccessi ho continuato a giocare ed
oggi questo sport rappresenta un punto fermo nella mia vita.
Qualsiasi sport tu abbia praticato ti avrà richiesto uno
sforzo necessario a dominare la tecnica. Qualsiasi sport tu abbia
praticato ti avrà dato qualche delusione e la sensazione che non
fosse adatto a te. La mia domanda è... “perché hai continuato a
praticarlo fino a quando non sei migliorato?”. Esatto, perché ti
stavi divertendo.
Ogni forma di apprendimento passa attraverso il
divertimento.
Quindi la risposta alla domanda “cosa ti aspetti da questo
libro?” è... Divertimento! Solamente se riuscirai a divertirti
mettendo in pratica i miei consigli, potrai:
Imparare a parlare in pubblico
Superare la paura di parlare in pubblico
Comunicare in maniera efficace
Sei pronto a divertirti? Iniziamo!
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CHI SONO
Il mio nome è Riccardo e sono un pendolare
internazionale. Per amore vivo a Barcellona e per lavoro viaggio
in Spagna ed Italia. Amo la mia professione!
Ho ricevuto il certificato di Esperto in Coaching presso
l’Istituto Europeo di Barcelona e due titoli come Campione
Nazionale di Public Speaking.
Ad oggi ho collaborato con:
Ericsson
Bnl
Alphega
Istituto Gestalt Girona
Istiuto superiore “Leoanrdo da Vinci” di Acquapendente
Istituto superiore “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di
Montefiascone
Istituto superiore “Tosi” Busto Arsizio
Rotaract Roma
We debate Regione Lombardia
Forland e Regione Puglia
Learning week Lombardia
Ma sono certo che mi aspettano nuove ed emozionanti
avventure!
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LA MIA CARRIERA
DI ORATORE
La mi carriera di oratore è iniziata per sbaglio.
Settembre 2010, ore 19:30. La chiave gira nella porta che
si apre e chiude rapidamente. Passi svelti si avvicinano. Faccio
appena in tempo a girarmi che mi salta in braccio tutta entusiasta
e, fissandomi con occhi innamorati, mi dice "Riccardo!
Riccardo! Mira, mira que suerte que tenemos” e poi
mostrandomi lo smartphone aggiunge “en este mail nos aceptan
para ir como invitados a una sesión de oratoria". Se una donna,
persa tra le tue braccia, ti guarda e ti dice che siete stati fortunati
perché vi hanno invitato ad un club di oratoria, tu non puoi
deludere le aspettative "woow Ana come siamo stati fortunati!".
Ti assicuro che non lo stavo pensando!
Ho visto uomini che per amore fanno bungee jumping, ne
ho visti altri trascorrere ore davanti una vetrina e poi ci sono io,
seduto in un’aula e costretto ad ascoltare quattordici persone che
parlano ed applaudono. La mia mente rimane in piedi fino al
terzo round, ma con l’ingresso sul ring del quarto oratore cade al
tappeto.
Dopo un’ora e trenta minuti, un rumoroso applauso mi fa
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tirare un sospiro di sollievo. Penso “ce l’ho fatta, è finita! È
finita!! È finita!!!” ed invece scatta il domandone. "Riccardo
come ti è sembrata la sessione di oratoria del nostro club?".
Uno dei miei difetti è la sincerità... “mi sono annoiato e non
tornerò”... ma è sempre necessario essere così sinceri?
Lo sguardo della sala si è fatto minaccioso, così aggiungo
qualche parolina magica “mi sono annoiato perché la sessione
era in inglese e non riuscivo a seguire i vostri discorsi, ma voi
siete stati fantastici”. In quel momento credevo di essermi
liberato dei fanatici dell’oratoria ed ero pronto a tornare a casa
ma, mi sbagliavo.
All’improvviso un uomo in giacca e cravatta prende la
parola “Riccardo non ti preoccupare, le nostre riunioni sono una
volta in inglese e l’altra in spagnolo. Ti aspettiamo il prossimo
mercoledì, avrai modo di conoscerci meglio”.
È così che iniziai. Presentai di fronte al club uno, due, tre
discorsi durante i quali imparai le tecniche base del public
speaking. Un discorso deve avere:
o Introduzione
o Corpo (con tre punti)
o Conclusione
Ma un giorno, mentre annoiato stavo preparando il mio
quarto discorso, mi ricordai la formula matematica che mi
ripeteva mia sorella artisti:regole=uccelli:gabbia (gli artisti
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stanno alle regole come gli uccelli stanno alla gabbia) e così
pensai “me ne frego delle regole di oratoria, oggi scrivo un
discorso che mi faccia e faccia divertire”.
Mi presentai davanti alla sala con giacca bianca a righe
grigie ed un cappello rosso con un fiore giallo, pronto per la mia
performance di public speaking. Ti assicuro che non fu una
semplice presentazione ma un vero e proprio show. “A quante
donne piacerebbe ricevere una rosa?”. Il discorso parlava di
come conquistare una donna con una rosa. Tutti si divertirono,
me compreso, ma devo confessarti che Ana, la mia compagna,
non era dello stesso parere ma poi capì. Ana capì che ero riuscito
a individuare la differenza tra parlare in pubblico e parlare per il
pubblico.
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Le tecniche per parlare in pubblico sono necessarie per
creare un discorso, ma ciò che non devi mai dimenticare è la
sala. Se tu sei in piedi sul palcoscenico, non è per soddisfare il
tuo ego ma per regalare un sorriso, una riflessione,
un'informazione o una dose di energia a chi ti sta ascoltando.
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COSA IMPARERAI DOPO
AVER LETTO IL LIBRO
Non so se hai mai giocato a calcio.
Fin da bambino mi schieravano in campo con il numero
uno sulla maglia e mio padre mi regalava riviste dove venivano
spiegati allenamenti per i portieri che io seguivo alla lettera.
Credi che sarei potuto diventare un buon portiere
limitandomi a leggere un manuale?
Credi di poter diventare un buon oratore limitandoti a
leggere questo libro?
Ho quattro anni di formazione in Public Speaking e due
primi posti al campionato Nazionale. Sono fondatore del club di
oratoria Sagrada Familia, presento regolarmente seminari di
oratoria, ho ascoltato migliaia di discorsi ma non ho conosciuto
una persona capace di parlare in pubblico in modo efficace e
convincente dopo aver letto un libro.
Ti assicuro che in queste pagine troverai: esempi;
tecniche di oratoria efficaci e collaudate; ricette per preparare il
tuo discorso ma... non ti dimenticare di metterle in pratica! Se
alla teoria non associ la pratica i tuoi sforzi risulteranno vani. A
tal riguardo ho preparato dei giochi che ti permetteranno di
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trascorrere divertenti serate in compagnia dei tuoi amici
imparando a parlare in pubblico.
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PRIMI PASSI
DI PUBLIC SPEAKING
“Ogni luogo richiede una forma particolare e uno stile di
eloquenza appropriato”
Quintiliano
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ALLE PERSONE NON
INTERESSA CHI SIAMO
Da bambino eri riservato o estroverso? Io amavo
starmene da solo e giocare con i Masters ma mia madre voleva
che mi aprissi al mondo, così mi faceva scendere in strada per
fare nuove amicizie. Contrariato uscivo di casa e mi avvicinavo
ad un gruppo di ragazzi “ciao mi chiamo Riccardo”. Loro per un
attimo interrompevano la partita di pallone, mi guardavano ma
poi riprendevano a giocare.
Questa scena si ripeté per diverse volte fino a quando
cambiai strategia. Aprii la porta, scesi in strada, mi avvicinai al
gruppo e “ciao mi chiamo Riccardo e sono un portiere, posso
giocare a calcio con voi?”.
Non è “chi siamo” ad interessare le persone ma “ciò che
possiamo fare per loro”.
Perché stai leggendo questo libro? Non lo stai facendo
perché sei interessato al mio nome ma perché ritieni che i miei
consigli possano aiutarti nel public speaking. Questa regola vale
anche quando ti trovi a parlare in pubblico. Ogni volta che ti
troverai a preparare un discorso dovrai domandarti “Cosa si
aspetta la sala?”
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SELEZIONA L’ARGOMENTO
Il primo passo da fare al momento di creare un discorso è
stabilire di cosa vuoi parlare. È importante scegliere un tema che
interessi te ed il pubblico.
Ad Esempio:
Un Argomento di cui parlare potrebbe essere lo “sport”.
Se io avessi un figlio che gioca a calcio e mi invitassero a
partecipare ad un seminario sullo “sport” non parteciperei. Non
voglio stare un ora ad ascoltare una persona che mi parla di
tennis, golf, volley o basket quando ciò che mi interessa è il
calcio.
Se vuoi interessare il pubblico dovrai concentrarti su un tema
specifico. Potremmo dire “Calcio settore giovanissimi. Tre
regole per una buona relazione allenatore/giocatori”. Beh, in
questo caso parteciperei!
A questo punto domandati:
“Di quanto tempo dispongo per presentare il discorso?”
“Nel tempo concesso quante informazioni posso
comunicare?”
“Quali aspetti potrebbero interessare il pubblico?”
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PAURA
DI PARLARE IN PUBBLICO
Il mese passato ad un incontro di Life Coaching è venuto
a trovarmi Mario, un ragazzo di diciotto anni. Non assume
droghe ne alcool, pratica sport e le analisi dimostrano che è in
perfetta salute. Aveva deciso di giocarsi quest’ultima carta prima
di andare da un medico per farsi prescrivere non prozac, non
xanax ma... viagra!
Sussurrando mi disse “Riccardo, non riesco a mantenere
l'erezione” ed io “Beh Mario! È una cosa normale, capita a
molti uomini. Cosa ti fa pensare che hai bisogno del viagra?”,
lui “Mi succede ogni volta che mi avvicino ad una ragazza.
Credi che dovrei prendere il viagra?” ed io “quando ti masturbi
riesci a mantenere l'erezione?”, lui “si, senza alcun problema”
ed io: “ti è mai capitato di perdere l'erezione mentre ti
masturbi?”, lui: “no” ed io: “e quale è la differenza tra fare
sesso con te stesso o con una ragazza?”
Adesso rivolgo a te questa domanda, quale è la differenza
tra parlare davanti allo specchio o di fronte al pubblico? Esatto,
l'unica differenza si trova nella tua mente! Al momento di parlare
in pubblico sono molti i sentimenti di paura che ci travolgono:
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“se mi dimentico il discorso?”
“se le persone si annoiano?”
“se non riesco a rispondere ad una domanda?”
“se si addormentano o lasciano la sala?”
Questi interrogativi
disegnano nella tua
mente un’immagine o un
film di quello che sarà il
tuo insuccesso. La tua
mente è così brava nel
dipingere questa
immagine che tu inizierai
a credere che questo è
ciò che si verificherà.
Non è la realtà a
trasmettere la paura di parlare in pubblico, ma l’immaginazione.
In molti ritengono che la paura sia un elemento da
eliminare, io non sono d'accordo. La paura rappresenta un alleato
che ti da consigli per evitare futuri errori.
Qualche giorno fa, mentre guidavo per Barcellona, alla
radio stavano trasmettendo un'intervista datata 1995 dove
Montserrat Caballé, cantante di opera spagnola conosciuta in
tutto il mondo, confessava che a sessantadue anni continuava a
provare stress e forte emozione ogni volta che doveva salire su
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un palco.
Il nervosismo, il tremore, il sudore, le palpitazioni e ogni
altro sintomo che sperimenti al momento di parlare in pubblico
sono una reazione normale. È la dimostrazione del tuo desiderio
di parlare e dello sforzo che impieghi nel tentativo di farlo bene.
Ti potrà sembrare strano ma il pubblico si identifica con
l'oratore, capisce lo stress che sta soffrendo e fa il tifo per lui.
Accetta la possibilità di commettere errori e concentrati sulle tue
qualità. Mantieni un'attitudine positiva e ricorda che non esistono
discorsi perfetti ma ciò che conta è che tu riesca a trasmettere il
messaggio!
Per fare in modo che la paura non ti blocchi dovrai passare
per due fasi:
1. Individuare la paura
2. Reinterpretarla
Individuare la paura Reinterpretarla
Che il pubblico si
addormenti
Come puoi fare in modo che resti
sveglio?
(Ciò che faccio io: rendere la
presentazione dinamica ed
interattiva, varietà vocale, cambio
di scena, usare immagini, proiettare
video)
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Dimenticarmi il discorso Come puoi fare in modo di
ricordarti il discorso? Quali tecniche
puoi usare per memorizzarlo?
(Ciò che faccio io: praticare il
discorso molte volte, imparare
l’introduzione a memoria,
memorizzare il discorso per
immagini)
Non essere credibile In che modo potresti risultare
credibile? Quali sono le
caratteristiche di una persona
credibile?
(Ciò che faccio io: preparare
approfonditamente il tema che
andrò a presentare, usare un tono
di voce sicuro, guardare negli occhi)
Non saper comunicare in
modo chiaro
Cosa significa per te comunicare in
modo chiaro? Cosa vuoi che si
ricordi il pubblico?
(Ciò che faccio io: preparare il
discorso seguendo la tecnica:
introduzione, corpo e conclusione)
Non saper usare il corpo Come vorresti usare il tuo corpo?
Cosa dovrebbe trasmettere? (Ciò
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che faccio io: stabilire ciò che voglio
comunicare, come dovrò muovere il
corpo in determinati momenti del
discorso e provare davanti ad uno
specchio)
Non sapere dove
mettere le mani
Cosa vuoi che trasmettano le tue
mani?
(Ciò che faccio io: stabilire i gesti
che farò ed in quale momento del
discorso, praticare questi gesti
davanti ad uno specchio)
Non essere divertente Cosa significa per te essere
divertente? Come vorresti esserlo?
(Ciò che faccio io: stabilire ciò che
dirò o farò per generare questa
reazione nel pubblico)
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IL DISCORSO PERFETTO
Tua nonna sa distinguere un buon oratore da uno
improvvisato?
Mia nonna ha questa grande abilità. Osserva, ascolta e dopo un
minuto mi da la sua opinione “Riccardo non ho capito!”. Un
buon oratore è quella persona capace di presentare un tema
complicato in una formula semplice e lineare, comprensibile ad
una signora di ottanta anni.
La prossima volta che ti troverai a presentare un discorso
pensa a tua nonna e dividilo in tre parti:
Introduzione
Corpo (composto da tre punti)
Conclusione
Con questa semplice struttura potrai preparare una
presentazione professionale, capace di captare l’attenzione e
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l’interesse della sala. Il pubblico si aspetta di ricevere
informazioni presentate in forma logica ed ordinata, poiché i
discorsi preparati in forma logica ed ordinata offrono numerosi
vantaggi:
Semplici da capire
Semplici da ricordare
Credibili. L’oratore viene percepito come esperto in
materia.
Gradevoli. Guidano l’ascoltatore durante la
presentazione.
Utili per l’oratore. Guidano l’oratore durante la
presentazione.
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TECNICA PER
IL “DISCORSO PERFETTO”
Di seguito ti presenterò le due fasi che ti aiuteranno a creare
il Discorso Perfetto:
A. Sequenza
B. Struttura
A) Sequenza
Quando leggi un libro e non capisci un passaggio puoi
tornare indietro ed approfondire il tema, ma se questo accade
mentre stai ascoltando un oratore rischi di perdere il messaggio
che vuole trasmetterti. Un buon oratore si avvale dell’uso della
“Sequenza” quale strumento di diffusione e memorizzazione del
messaggio.
La “Sequenza” consiste nell’anticipare, presentare e ripetere
al pubblico il messaggio che vogliamo venga memorizzato:
1. Dirò
2. Dico
3. Ho detto
B) Struttura
Oltre ad essere memorizzato il messaggio dovrà risultare
gradevole e lineare, per questo dovrai avvalerti della “Struttura”.
La “Struttura” di un discorso può essere suddivisa in:
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1. Introduzione
2. Corpo
3. Conclusione
Il Discorso Perfetto
Adesso non ti resta che fondere le tecniche della Sequenza e
della Struttura per ottenere il Discorso Perfetto:
1. Introduzione – Anticipa (Dirò) il messaggio, stabilendo
il tema ed i punti che lo supporteranno
2. Corpo – Consegna (Dico) il messaggio diviso in punti
o Punto uno
o Punto due
o Punto tre
3. Conclusione – Ripete (Ho detto) il messaggio
riassumendo i tre punti del corpo e chiamando all’azione.
Quella che hai appena visto è una tecnica di public speaking
semplice ed efficace, utilizzata per creare non solo discorsi ma
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anche favole, romanzi, films, giochi, breafing ed email.
FAVOLE CHE USANO LA TECNICA DEL
“DISCORSO PERFETTO”
I tre porcellini
In prossimità di un bosco, vivevano tre porcellini. Per
mettersi al sicuro da un certo lupo che abitava nei paraggi,
decisero di costruirsi una bella casetta.
Si avviarono sulla collina.. dopo un po’ il più piccolo dei
tre, esclamò: - “Fratellini miei facciamoci una casetta con le
canne. Qui ce ne sono tante!”. Il più grande rispose “No una
casa di canne non è sicura!”, ma il fratello minore replicò “E’
sicura! E poi non voglio lavorare tanto!”. Così il piccolo si
fermò e in un momento costruì una bella capannuccia di canne.
Poco più avanti, il secondo porcellino disse: “Fratello
mio fermiamoci qui e facciamo una casa con il legno. Guarda
quanti alberi ci sono!”. Il fratello maggiore rispose “Una casa di
legno non è abbastanza sicura”, ma l’altro replicò “certo che è
sicura e poi non voglio lavorare tanto”.
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Solo il maggiore proseguì il cammino fino a raggiungere
la cima della collina. Qui cominciò a costruire una solida casa di
mattoni. Lui lavorava, e i fratelli giocavano spensieratamente
nella vallata.
Ma un giorno, ecco arrivare il lupo cattivo. Vide la
capanna di canne e chiese al porcellino di uscire; questi si rifiutò.
Il lupo con un soffio buttò giù la casetta, il porcellino fece
appena in tempo a correre verso la casa di legno del fratello. Ma
il lupo arrivò anche lì e intimò ai due fratellini di aprire la porta, i
porcellini non aprirono; il lupo raccolse tutto il fiato che aveva e
soffiò più forte che mai: in un attimo la porta cedette e ai due
malcapitati non restò che correre dal fratello maggiore. Il lupo
arrivò anche lì, e soffiò, soffiò… ma la casa rimase ben salda.
Il lupo innervosito, capì che questa volta non sarebbe
bastato soffiare sulla casa per aprirsi un varco, provò ad entrare
dalle finestre, ma queste erano chiuse ermeticamente. Allora il
lupo pensò di penetrare nella casa passando dal camino. Ma il
saggio porcellino maggiore, come lo vide avvicinarsi con la
scala, comprese le sue intenzioni e ordinò ai fratelli di accendere
un gran fuoco. Così quando il lupo s’intrufolò nel camino, cadde
proprio sulle fiamme. Urlando per il dolore, il lupo cattivo
scappò dalla finestra e da quel giorno non si fece vedere mai più.
Riccioli d’oro e i tre orsi
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C’erano un volta tre Orsi che vivevano in una piccola
casa nel bosco. C’era Papà Orso grosso grosso, con una voce
grossa grossa; c’era Mamma Orsa grossa la metà, con una voce
grossa la metà; e c’era un Orsetto piccolo piccolo con una voce
piccola piccola. Una mattina i tre Orsi facevano colazione, ma
visto che la zuppa d’orzo era troppo calda, Papà Orso propose di
fare una passeggiata nel bosco mentre si raffreddava.
Mentre erano via, arrivò una piccola bimba chiamata Riccioli
d’oro. Quando vide la casetta, si domandò chi mai potesse vivere
là dentro, bussò più volte alla porta, nessuno rispose: la bimba
allora aprì la porta ed entrò.
Vide una tavola apparecchiata per tre. C’era una ciotola
grossa grossa, una ciotola grossa la metà e una ciotola piccola
piccola. Assaggiò la zuppa nella ciotola grossa, ma era troppo
calda; quella della ciotola media, era troppo fredda; infine la
ciotola piccola, vide che andava bene e se la mangiò tutta.
Poi entrò in un’altra stanza e vide tre sedie: una era
grossa grossa, un’altra la metà e c’era una sedia piccola piccola,
l’unica che poteva andare bene per lei. Vi si sedette con tanta
forza, che la ruppe.
Entrò in un’altra stanza dove c’erano tre letti: uno grosso
grosso e duro, un secondo grosso la metà ma troppo molle e un
letto piccolo piccolo che faceva proprio al caso suo: si accomodò
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per bene, si rimboccò le coperte e subito prese sonno.
Mentre Riccioli d’oro dormiva i tre Orsi tornarono dalla
passeggiata nel bosco. Guardarono la tavola e Papà Orso disse
con la sua grossa voce: “Qualcuno ha assaggiato la mia zuppa!”.
Anche Mamma Orso disse la stessa cosa. L’orsetto piccolo
invece, disse con la sua piccola voce: “Qualcuno ha assaggiato
la mia zuppa e se l’è mangiata tutta!”. Entrarono poi nella
seconda stanza; Papà Orso guardò la sua sedia e disse:
“Qualcuno si è seduto sulla mia sedia!”. Anche Mamma Orso
disse lo stesso. L’orsetto piccolo anche stavolta, con la sua
piccola voce, disse: “Qualcuno si è seduto sulla mia sedia e l’ha
rotta!”. I tre Orsi entrarono infine nella camera da letto. Papà
Orso disse con la sua grossa voce: “Qualcuno si è steso sul mio
letto!”. Anche Mamma Orso disse lo stesso. L’orsetto piccolo
gridò con la sua voce piccola: “Qualcuno si è steso sul mio letto,
ed è ancora qui che dorme!”. Riccioli d’oro sentendo quelle voci
attorno si svegliò, e si spaventò nel vedere i tre Orsi che la
guardavano. Subito l’orsetto gli disse: “Sei stata tu a bere la mia
zuppa e a rompere la mia sedia!”. Riccioli d’oro capì di aver
sbagliato a fare tutte quelle cose senza chiedere il permesso a
nessuno, e se ne vergognò molto. Gli Orsi che avevano visto che
la bambina era sincera, la perdonarono subito e le permisero di
giocare per il resto del pomeriggio con il piccolo orsetto. Si
divertirono molto e alla sera Papà Orso e Mamma Orsa le
regalarono un barattolo pieno di orzo, in modo che ogni volta
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che avesse mangiato la zuppa, avrebbe potuto pensare un po’ ai
suoi nuovi amici.
Il buon samaritano
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò
nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne
andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima
strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò
oltre.
Invece un samaritano, che era in viaggio, passandogli
accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli
fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il
suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede al
locandiere, dicendo: «Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più,
te lo rifonderò al mio ritorno».
Analizzando favole e parabole
Adesso ti invito a fare questa prova per vedere se la struttura
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utilizzata nelle favole rimane impressa nella mente.
Quanti erano i porcellini?
Come erano le case che costruirono?
Perché costruirono le case?
Come finisce la storia?
Sono convinto che avrai una risposta per ogni domanda.
Utilizzo la storia dei “tre porcellini” anche durante i miei
corsi, dove invito le persone a salire sul palco e raccontarla. La
prima reazione che ottengo è “no Riccardo, io non vengo perché
non me la ricordo!” ma dopo qualche invito compare un
volontario “Riccardo io vengo ma non sono sicuro di ricordare
la trama!” ed io “ok, non ti preoccupare, racconta quello che ti
viene in mente”. Ti posso assicurare che ogni persona è stata
capace di raccontare la storia dei “tre porcellini”!
In questo paragrafo voglio dimostrarti come la tripartizione
del discorso (Introduzione; I° punto del Corpo, II° punto del
Corpo, III° punto del Corpo; Conclusione) conferisca forza ai
racconti ed un alto grado di memorizzazione da parte del
pubblico.
I tre porcellini
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o Introduzione: I tre porcellini si difendono
dall’attacco di un lupo che viveva nei paraggi
costruendo tre case.
o Corpo:
Punto1) Il primo costruisce una casa di
paglia
Punto 2) il secondo una casa di legno
Punto 3) il terzo una casa di mattoni
o Conclusione: Il lupo scappa
Riccioli d’oro e i tre orsi
o Introduzione: Per colazione la zuppa è calda ed i
tre orsi decidono di fare una passeggiata. Riccioli
d’oro sta passeggiando nel bosco quando sente
l’odore di zuppa e decide di entrare.
o Corpo:
Punto 1) Riccioli d’oro prova la zuppa. La
prima zuppa è troppo calda, la seconda
zuppa è calda, la terza zuppa è perfetta.
Punto 2) Riccioli d’oro si siede. La prima
sedia è troppo grande, la seconda sedia è
grande, la terza sedia è perfetta ma con il
suo peso la rompe.
Punto 3) Riccioli d’oro è stanca e decide di
riposarsi. Il primo letto è troppo grande, il
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secondo letto è grande, il terzo letto è
perfetto.
o Conclusione: Gli orsi rientrano e vedono che
qualcuno ha mangiato la loro zuppa, si è seduto
nelle loro sedie e sta dormendo nel loro letto.
Perdonano Riccioli d’oro e le regalano l’orzo per
prepararsi la zuppa del mattino affinché la
ragazzina non si dimentichi dei nuovi amici.
Il “Discorso Perfetto” viene utilizzato anche nei racconti
della Bibbia.
Il buon samaritano (dal vangelo secondo Luca)
o Introduzione: un uomo camminava da
Gerusalemme a Gerico ed incappò in alcuni
briganti che lo malmenarono
o Corpo:
Punto 1) Il sacerdote, anche lui diretto a
Gerico, vede l’uomo malmenato per strada
ma passa oltre
Punto 2) il levita, anche lui diretto a
Gerico, vede l’uomo malmenato per strada
ma passa oltre
Punto 3) il samaritano si ferma ed aiuta
l’uomo portandolo in una locanda.
o Conclusione: Il giorno seguente estrae due denari
e li da al locandiere dicendo: «Abbi cura di lui e
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ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio
ritorno»
FILM CHE USANO LA TECNICA DEL
DISCORSO PERFETTO
... e alla fine arriva Polly
Trama: Reuben è un tranquillo agente assicurativo,
specializzato nel calcolare rischi. Metodico e preciso, Reuben
nella sua vita ha sempre valutato scrupolosamente ogni mossa,
compreso il matrimonio con Lisa, con la quale pensa di aver
finalmente trovato la felicità. Ma quando la neo-moglie lo
tradisce con un istruttore di sub francese addirittura il primo
giorno della loro luna di miele a St. Barth, tutto quello che aveva
costruito negli anni crolla miseramente.
Tornato subito a casa, distrutto e solo, Reuben incontra
per caso Polly, una vecchia compagna di scuola, una ragazza
carina ma eternamente indecisa nella vita. I due, nonostante
siano diversi come il giorno e la notte, iniziano a frequentarsi ed
a piacersi. Pur di stare con Polly, Reuben si spingerà a prendersi
rischi un tempo impensabili per uno come lui.
Quando la nuova relazione sembra pronta a decollare
ecco ricomparire Lisa. Reuben si troverà ad un bivio. Scegliere
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la nuova compagna o riprendere la relazione con la moglie?
Analizzando il film “... e alla fine arriva Polly”
I. Nell’Introduzione del film Reuben si sposa ma durante il
viaggio di nozze viene tradito dalla moglie Lisa
(Avvenimento1).
II. L’Avvenimento improvviso causa un cambio di direzione
nella storia che porta al Corpo. Il protagonista ritrova la
ex compagna Polly e tra di loro inizia una divertente
storia d’amore.
III. Quando tutto sembra andare per il meglio, la moglie
pentita torna a casa (Avvenimento 2). Questo
Avvenimento imprevisto causa un nuovo cambio di
direzione nella storia che introduce alla Conclusione.
Reuben dovrà decidere quale donna scegliere.
I tre ingredienti dei film di successo
La struttura tripartita, precedentemente presentata nelle
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favole e passi della Bibbia, garantisce il successo anche nelle
sceneggiature di Hollywood. La dinamica di un film segue
queste tre fasi più semplici da individuare guardando lo schema
in alto:
Introduzione - Introduzione alla storia (durata
approssimativa 30’)
Corpo - Sviluppo della storia (durata approssimativa 60’)
Conclusione - finale della storia (durata approssimativa
30’)
È interessante vedere come il passaggio dall’Introduzione al
Corpo ed il passaggio dal Corpo alla Conclusione si sviluppi
come conseguenza di un “Avvenimento”. Quest’ultimo è un
imprevisto che rompe il ritmo della storia richiamando
l’attenzione dello spettatore/ascoltatore.
Se ti capiterà di guardare un film giallo, ti invito ad
analizzarne la struttura. Noterai come presenti numerosi
“Avvenimenti” che cambiano la dinamica del racconto.
La struttura che ti ho presentato non è efficace solamente
nei film ma può essere applicata anche ad un discorso.
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LA STRUTTURA DEL
DISCORSO
“Tutti i grandi oratori furono all’inizio pessimi
parlatori”
Ralph Waldo Emerson
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TITOLO
È il titolo del tuo discorso a determinare il tasso di
partecipazione alla tua conferenza, seminario, corso o video.
Questo è ciò che mi è successo quando nel 2010 pubblicai su
Youtube il discorso dal titolo “Cambiare vita in sette minuti”
registrato presso la EAE Business School di Barcellona.
Dopo qualche mese ricevetti una email da Google:
“Gentile Sig. Agostini,
il video ‘Tecniche per parlare in pubblico in modo efficace e
convincente’ da lei pubblicato, sta ottenendo numerose
visualizzazioni, nel caso fosse interessato la informiamo che può
monetizzare il suo traffico dandoci il consenso ad aggiungere la
nostra pubblicità.
Cordiali saluti
Google”
Il potere di un buon Titolo!
Un Titolo che funziona
Nel Gennaio 2014 mi trovavo presso l’Università di
Padova e, mentre attendevo di essere ricevuto per discutere un
progetto formativo in Public Speaking, iniziai ad osservare le
locandine appese alle mura dell’edificio. In una si pubblicizzava
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una conferenza utilizzando questo titolo: “L’universitario ed il
mondo del lavoro”. Il titolo non chiariva il tema presentato ma
trasmetteva la sensazione di una conferenza dove si analizzavano
statistiche sui laureati alla ricerca di lavoro. Così iniziai a cercare
dei titoli alternativi e quando fui certo di aver trovato quello
corretto presi un pennarello e scrissi sulla locandina “Laureato?
Tre consigli per trovare lavoro”.
In questo caso il titolo funzionava perché esordiva con
una domanda “Laureato?...” che, oltre ad obbligare il lettore a
dare una risposta, definiva il pubblico a cui era diretta (il
laureato). Inoltre, nella seconda parte del titolo, informavo il
lettore che in questa conferenza sarebbero stati presentati tre
consigli per trovare lavoro. Ottimo lavoro Riccardo!
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INTRODUZIONE
o Introduzione – Anticipa il messaggio, stabilendo
il tema ed i punti che lo supporteranno.
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i
tre punti del corpo e chiamando all’azione.
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CARATTERISTICHE
DELL’INTRODUZIONE
L’Introduzione anticipa il messaggio contenuto nel Corpo
del discorso, presentando il tema ed i punti che lo
supporteranno.
L'Introduzione serve al pubblico per abituarsi al tono
della voce, all’aspetto, alla pronuncia ed alla presenza
dell’oratore.
L'Introduzione deve essere interessante e captare
l'attenzione della sala in 30/60 secondi.
L’Introduzione aiuta l’oratore a rilassarsi e prendere
confidenza con il pubblico.
L'Introduzione (le prime due righe) deve essere imparata
a memoria per rompere l’imbarazzo iniziale che potrebbe
farti dimenticare il discorso.
L’Introduzione non va modificata prima della
presentazione perché si rischia di compromettere la
struttura del discorso e dimenticare la frase iniziale.
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STRISCIA LA NOTIZIA
L’INTRODUZIONE CHE FUNZIONA
Evitare le introduzioni banali e prevedibili, “Buongiorno
a tutti, il mio nome è Riccardo ed è un piacere essere qui con
voi”, è il primo passo per inaugurare un buon discorso. Adesso
che sei consapevole che creare una presentazione convenzionale
non funziona, possiamo passare alla fase “Striscia la Notizia”.
Striscia la Notizia è un telegiornale satirico, a metà strada tra
varietà e giornalismo che va in onda dal lunedì al sabato su
Canale 5.
1. Striscia la Notizia apre con un’anticipazione su politica,
cronaca o tema di attualità.
2. Lo show continua con titoli di apertura e l’ingresso dei
presentatori che iniziano ad introdurre i temi della serata.
L’apertura di Striscia la Notizia è coinvolgente e puoi
utilizzarla per:
Ottenere l’attenzione dal momento in cui pronunci la
prima frase.
Sorprendere con un’ingresso innovativo, differente e
divertente.
Catturare l’interesse nei primi 30/60 secondi.
Anticipare il tuo discorso.
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Assicurarti che le persone capiscano in che modo li
aiuterai.
Un’apertura come quella di Striscia la Notizia infiamma il
pubblico avvalendosi delle seguenti tecniche:
Testimonianza
Esempio
Domanda
Aneddoto
Oggetto/fotografia
Città
Caratteristiche comuni
Chiarire l’obiettivo
Sorriso
Problema/soluzione
Pericolo/salvezza
Tre parole
Frasi celebri
Visualizzazione
Testimonianza
Potresti portare come Testimonianza il comportamento di
una celebrità o una persona influente che il pubblico conosca.
Ad Esempio:
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Immagina di dover presentare un discorso che dimostri
l’importanza di saper parlare in pubblico.
o Introduzione - "La persona che può pensare e non sa
esprimersi è al livello di colui che non può pensare.
Buongiorno e benvenuti. Il mio nome è Riccardo, sono un
esperto in Public Speaking e con questa frase di Pericle,
oratore greco, voglio inaugurare questo incontro dove vi
spiegherò quali sono i tre pilastri del Public Speaking"
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Esempio
La tecnica dell’Esempio ti permette di usare un’idea che
il pubblico può facilmente assimilare.
Ad Esempio:
o Introduzione - “L'Università del Michigan ha condotto
un sondaggio su 1.290 alunni delle scuole di business. È
stato chiesto quale argomento li prepara al massimo per
il loro successo commerciale. Più del 70% ha citato la
comunicazione efficace come motivo di successo
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mettendola davanti alla preparazione finanziaria!
Buongiorno e benvenuti. Il mio nome è Riccardo e sono
un esperto in Public Speaking. In questo incontro vi
spiegherò come saper parlare in pubblico possa aiutarvi
in ambito finanziario, commerciale ed imprenditoriale"
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Domanda
La Domanda costituisce un ottimo strumento per
richiamare l’attenzione del pubblico, indipendentemente che si
tratti di una domanda chiusa o aperta.
Le domande chiuse ti consentono di giungere rapidamente,
ed in maniera inequivocabile all'informazione di cui hai bisogno.
Esse implicano risposte brevi, precise e vincolate. Generalmente
pongono l'alternativa: sì/no. Ecco degli esempi:
Sai giocare a tennis?
Sei uscito ieri?
Ti piace questo caffè?
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Le domande aperte sono più "colloquiali", consentono
all'interlocutore di esprimersi liberamente e di far emergere ciò
che desidera comunicare. Servono a sciogliere il ghiaccio, ad
avviare una conversazione, ma anche ad approfondire il livello di
confidenza che si ha con l'altro.
Fondamentalmente si distinguono tre tipi di domande aperte:
1. domande aperte dirette (che mirano direttamente ad una
questione), ad es.: perché non sei venuto alla riunione
ieri?
2. domande aperte indirette (che fanno parlare
genericamente di qualcosa), ad es.: cosa pensi delle
riunioni che stiamo facendo?
3. domande aperte stimolo (che genericamente invogliano a
parlare), ad es.: come va oggi?
Usare la domanda nell’introduzione del discorso è una buona
tecnica per focalizzare l’attenzione sul tema che andrai a
discutere.
Ad Esempio:
Immagina di trovarti di fronte ad una sala a cui dovrai
presentare il tuo progetto per un nuovo modello di depuratore
delle acque.
o Introduzione - “Sareste disposti a bere l’acqua del
fiume Po?
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Signori e signore buongiorno, il mio nome è Riccardo ed
in questo incontro vi spiegherò come il nuovo depuratore
della società Acquarium riuscirà a purificare le acque
del fiume Po con grandi benefici per le vostre famiglie,
campagne ed industrie”
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Aneddoto
L’aneddoto deve essere in linea con il discorso che andrai
a presentare. In una conversazione fai ricorso ad un aneddoto
quando vuoi rafforzare la credibilità del messaggio che stai
comunicando e la stessa tecnica puoi utilizzarla nell’introduzione
di un discorso. Potendo scegliere è preferibile raccontare
aneddoti personali, poiché tutto ciò che è stato vissuto è più
credibile alle orecchie della sala.
Ad Esempio:
Un discorso sull’importanza del controllo dei pneumatici.
o Introduzione - “130Km/h, autostrada A1, giornata di
pioggia. Bummm! All’improvviso un rumore tremendo e
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perdo il controllo dell’auto.
Buongiorno signore e signori. Il mio nome è Riccardo ed
oggi vi racconterò come avrei potuto evitare un incidente
automobilistico controllando i pneumatici della mia
auto”
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Oggetto/fotografia
L’immagine o l’oggetto mostrati devono essere in linea
con la presentazione, attirare l’attenzione del pubblico e
introdurre al discorso. Questi elementi, oltre ad essere di
supporto, ti permettono di entrare sul palco senza sentirti
osservato.
Ad Esempio:
Se il discorso parla di “calcio nel settore giovanile”,
potresti proiettare l’immagine di un bambino con un pallone
sotto braccio. Nel caso volessi utilizzare un oggetto, potresti
entrare in sala con il pallone in mano e dire:
o Introduzione - “oggi non parleremo di rugby, non
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parleremo di tennis e non parleremo di volley ma (a
questo punto mostrerai il pallone) parleremo di calcio
nel settore giovanile.
Buongiorno a tutti, il mio nome è Riccardo e sono un
esperto di calcio giovanile, certificato dalla FIFA”.
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Città
La priorità di chi si trova a parlare in pubblico è entrare in
empatia con la sala. Un modo per ottenere questo risultato è
facendo riferimento alla Città, la sua storia ed i ricordi che ti
legano a questo centro. Il pubblico ti sentirà vicino, avrà la
sensazione di condividere con te una parte della vita e questo ti
permetterà di entrare in empatia e godere della sua attenzione.
Ad Esempio:
Ogni volta che presento un seminario nella città di
Perugia inizio con questa frase:
o Introduzione - “Ricordo quando da bambino mia madre
mi portava a Perugia ed io mi divertivo a correre attorno
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alla fontana di Piazza IV Novembre nel disperato
tentativo di catturare un piccione.
Signori e signore benvenuti. Il mio nome è Riccardo e
sono un Public Speaker. Per me è emozionante tornare
nella città che mi ha adottato per presentare il mio corso
di Public Speaking”.
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Caratteristiche comuni
Un altro modo per creare un’introduzione empatica, che ti
permetta di entrare in connessione con la sala, sarà trovare delle
caratteristiche che vi accomunano. Per utilizzare questa tecnica è
importante conoscere il profilo del pubblico. Con il termine
“caratteristiche” mi riferisco a: lingua, nazionalità, interessi, età,
sesso, sport, ecc.
Ad Esempio:
Potremmo dover presentare una campagna elettorale a
livello nazionale e trovare nella nazionalità italiana il punto di
connessione:
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o Introduzione - “Basta rimanere in silenzio per ascoltare
le voci che della platea giungono sul palco. In sala
abbiamo lombardi, siciliani, toscani, laziali. I nostri
accenti possono sembrare differenti ma in fondo
parliamo tutti la stessa lingua, la lingua di Dante, siamo
tutti italiani!
Cari amici ed amiche benvenuti a questo incontro, il mio
nome è Riccardo e sono candidato alle elezioni con il
partito XXX perché come voi credo che per migliorare
l’Italia servono gli italiani”
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Le caratteristiche che accomunano la sala sono una
variabile. Ad esempio: in un raduno di auto d’epoca saranno i
motori l’elemento di unione, in un club di letteratura saranno i
libri ed in un ospedale la cura delle malattie.
Ci sono delle caratteristiche comuni, come politica e
religione, che possono creare degli attriti nel caso in cui non si
conosca la sala. Con questo voglio invitarti a valutare
attentamente il profilo del pubblico prima di preparare il
discorso.
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Chiarire l’obiettivo
Ciò che faremo sarà anticipare il finale del discorso
attraverso un’introduzione panoramica. In questo modo
susciteremo curiosità ed interesse nel pubblico.
Ad Esempio:
Qualche tempo fa ho partecipato ad una conferenza dove
si parlava della vita di Totò. L’oratore esordì anticipando quello
che sarebbe stato l’obiettivo dell’incontro ovvero dimostrare
come amore, arte ed amicizia avevano influenzato le scene dei
suoi film.
o Introduzione - “Amore, arte ed amicizia.
Buongiorno a tutti, il mio nome è Ennio Bispuri e sono
filosofo, scrittore, Direttore di vari Istituti Italiani di
Cultura nel mondo, autore televisivo, è tra le altre cose
anche un attento conoscitore del comico napoletano,
avendo scritto vari libri su di lui.. Inizieremo questa
conferenza rivedendo degli estratti di alcuni film di Totò
che già conoscete ma che nascondono un segreto. Dopo
aver visto questi estratti vi spiegherò come amore, arte
ed amicizie abbiano influenzato la produzione dei film
del famoso attore napoletano”
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
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Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
L’oratore conclude dicendo che “dopo aver visto questi
estratti vi spiegherò come amore, arte ed amicizie abbiano
influenzato la produzione dei film del famoso attore napoletano”.
In questo modo fa nascere nel pubblico la curiosità di rivedere i
film ed aspettare il suo intervento finale.
Sorriso
Potrà sembrarti scontato ma nell’80% dei casi basta un
sorriso per entrare in sintonia con il pubblico. Il sorriso genera
empatia e trasmette la sensazione che il discorso o l’oratore che
andremo ad ascoltare sarà piacevole. Ogni volta che entrerai sul
palco non dimenticare di mostrare il miglior sorriso.
Problema/Soluzione
Un’altra tecnica consiste nel presentare il problema di cui
si andrà a discutere per poi invitare il pubblico, attraverso una
domanda, a dare la soluzione.
Ad Esempio:
o Introduzione - “Molti giovani cadono nel tunnel della
droga perché non sanno cosa fare nel tempo libero.
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Credete che potremmo offrire loro delle alternative?
Signore e signori benvenuti a questo incontro, il mio
nome è Riccardo sono un assistente sociale ed oggi
voglio dimostrarvi come attività ricreative, centri di
incontro e società sportive possono tenere lontano i
nostri giovani dal mondo della droga”
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Pericolo/Salvezza
Un’altra tecnica per ottenere un’introduzione efficace è
informare il pubblico che sta correndo un pericolo. Questo
aziona l’istinto di sopravvivenza dei presenti che presteranno
maggiore attenzione.
Ad Esempio:
o Introduzione -“Statisticamente il 45% degli italiani
soffre di ipertensione. Questo significa che voi
[indicando il 45% delle persone della sala] avete
un’inferiore aspettativa di vita.
Buongiorno a tutti, il mio nome è Riccardo e sono medico
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dell’ospedale XXX specializzato nella cura
dell’ipertensione. Nei prossimi minuti vi spiegherò come
alimentazione, sport e farmaci possano aiutarvi a
combattere questo disturbo ed allungare la vostra vita”.
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Tre parole
Una formula coinvolgente per inaugurare un discorso è
esordendo con tre parole che andranno a rappresentare i punti del
corpo. Questa apertura è d’impatto, sintetica e suscita la curiosità
del pubblico dalle prime battute.
Ad Esempio:
Ipotizziamo di dover presentare un discorso il cui tema è
“la sicurezza nelle scuole”.
o Introduzione - “Tabacco [pausa], alcool [pausa], armi
[pausa] le tre cause della criminalità scolastica.
Buongiorno e benvenuti a questo incontro, il mio nome è
Riccardo e sono un esperto in criminalità scolastica.”
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
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Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Un’introduzione come questa produrrà un forte impatto sul
pubblico perché:
Utilizza la tripartizione. Tabacco, alcool ed armi.
Utilizza pause che destano attenzione ed interesse.
La frase utilizzata per l’introduzione è composta da poche
parole ed è semplice da ricordare.
Le tre parole rappresentano ed anticipano i tre punti del
corpo.
Frasi celebri
Utilizzare frasi celebri ti aiuta a dare risonanza
all’introduzione.
Ad Esempio:
o Introduzione - “I have a dream! [pausa] Io ho un
sogno! [pausa]
Signore e signori benvenuti. Il mio nome è Riccardo e
lavoro come Oncologo presso l’ospedale xxx. Il sogno
che mi ha spinto a svolgere questa professione è stato
quello di sconfiggere il cancro. Oggi sono qui per dirvi
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che il mio sogno si è realizzato. In questo incontro vi
dimostrerò come alimentazione, tisane e bagni di sale
siano un valido aiuto per la medicina moderna nel
sconfiggere questa malattia”.
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
Avendo utilizzato una frase in inglese (I have a dream),
mi sono preoccupato di fare una pausa ed offrire le traduzione
italiana. Esiste la possibilità che non tutte le persone a cui mi sto
rivolgendo conoscano la lingua inglese ed è mio compito
assicurarmi che tutti i presenti capiscano il messaggio.
Visualizzazione
Quando parli al pubblico comunica utilizzando il canale
visivo. Il tuo compito sarà dipingere un’immagine nella mente di
chi ascolta.
Ad Esempio:
o Introduzione - “L’economica italiana ricorda la vicenda
del transatlantico Titanic. Ci troviamo e pochi metri
dall’iceberg, se lo colpiremo inizieremo ad imbarcare
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acqua e finiremo in mare rischiando di annegare.
Signore e signori benvenuti a questo incontro, il mio
nome è Riccardo, sono un economista ed in questa
presentazione vi spiegherò quali sono i rischi che corre
la nostra economia e cosa possiamo fare per salvarla da
un affondamento certo”.
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
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CORPO
o Introduzione – Anticipa il messaggio, stabilendo il tema
ed i punti che lo supporteranno.
o Corpo – Consegna il messaggio diviso in punti:
Punto uno
Punto due
Punto tre
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i tre
punti del corpo e chiamando all’azione.
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IL NUMERO TRE
NELLA CULTURA OCCIDENTALE
Le triadi abbondano nella cultura occidentale in molte
discipline. Un campione memorabile di triadi include:
Cristianità:
Padre, figlio e spirito santo
Paradiso, inferno e purgatorio
I tre re magi che portano: oro, incenso e mirra
Film:
Il buono, il brutto e il cattivo
Pane, amore e fantasia
Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi
Pugni, pupe e pepite
In senso più generale vi è il fascino di trilogie come:
Indiana Jones
Il Padrino
The Matrix
Star Wars
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Libri:
Tre Porcellini
Riccioli d'oro e i tre orsi
I tre moschettieri
Politica:
Rami di governo U.S.: esecutivo, giudiziario e legislativo
Motto francese: Liberté, Egalité, Fraternité
Discorsi storici e politici:
Giulio Cesare: veni, vidi, vici (sono andato, ho visto e
conquistato)
Giulio Cesare di Shakespeare: Amici, romani,
concittadini... ascoltatemi
Abraham Lincoln: Non possiamo dedicare, non possiamo
consacrare, non possiamo santificare questo terreno
UN “CORPO” CHE FUNZIONA
Usando una delle seguenti strutture aiuterai il pubblico a
seguirti e capire il messaggio che vuoi trasmettere.
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Cronologico
Spaziale
Causa/Effetto
Comparativo
Attualità
Problema/Soluzione
Problema/Soluzione/Esempio
Tre storie
Pro/Contro/Consiglio
Geografica
Chi/Cosa/Perché
Poco/Molto
Cronologico
L’argomento viene presentato ed ordinato in base al
tempo: passato, presente, futuro.
Ad Esempio:
Un discorso presentato in un’azienda che sta soffrendo un
momento di crisi.
o Introduzione - Anticipa il messaggio, stabilendo il tema ed i
punti che lo supporteranno.
o Corpo (diviso in tre punti)
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Passato – Si identifica il problema
dell’Azienda dimostrando come si è verificato
Presente – Viene indicata la decisione da
prendere
Futuro – Vengono mostrati i risultati che si
otterranno
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i punti del
corpo e chiamando all’azione.
Spaziale
Questo di discorso si sviluppa seguendo una direzione.
Ad Esempio:
Un discorso su come pianificare la distribuzione di fiori
in un giardino. Puoi iniziare parlando dei tulipani che si trovano
ad un metro da casa, quindi passare alle rose che si trovano a due
metri da casa, per finire con le margherite che si trovano a dieci
metri.
o Introduzione - Anticipa il messaggio, stabilendo il tema ed i
punti che lo supporteranno.
o Corpo (diviso in tre punti)
Ad un metro – da casa si trovano i tulipani
A due metri – da casa si trovano le rose
A dieci metri – da casa si trovano le
margherite
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o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i punti del
corpo e chiamando all’azione.
Causa/Effetto
Questo discorso mette in relazione la causa che ha
generato un evento e l’effetto che questa ha prodotto.
Ad Esempio:
Un discorso sugli uragani. Si può iniziare descrivendo le
cause che li generano e concludere dimostrando la loro forza
distruttiva.
o Introduzione - Anticipa il messaggio, stabilendo il tema ed i
punti che lo supporteranno.
o Corpo (diviso in due punti)
Causa – I venti caldi e umidi generati dal
mare si scontrano con l'aria fredda e umida
sovrastante. L'aria calda scende e crea la
turbolenza.
Effetto – I venti possono soffiare a velocità
tanto alte da distruggere le case, strappare le
linee dell'alta tensione e trascinare via barche,
automobili e qualunque altra cosa non sia
pesantissima e solidamente assicurata al suolo.
o Conclusione – Ripete il messaggio riassumendo i punti del
corpo e chiamando all’azione.
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