ORGANIZZAZIONE DI RETI
COS’E’ UNA RETE
Una rete può essere descritta come un grafo,ossia un insieme di nodi connessi da link
PERCHE’ LE RETI SONO IMPORTANTI ?
• Dal riduzionismo alla complessità: dal capire i “singoli pezzi” al capire le connessioni
• Le reti sono ovunque• L’analisi formale delle reti evidenzia molte
caratteristiche comuni a contesti molto diversi• La forma della rete implica vincoli e possibilità
Affinché tutti abbiamo una opportunità di contattocon tutti serve molto meno tempo del previsto.
Il ricevimento Paul Erdós e Alfréd Rényi, 1950
Il ricevimento
• Si parte con pochi piccoli cluster isolati;• sono sufficienti pochi link “meno timidi”
(ponti sociali) per costruire una unica grande rete.
• È sufficiente un link per ogni nodo per collegare tutti (e normalmente i link sono molti di più!)
Mondi piccoli e legami deboli
Mark GranovetterLa forza dei legamideboli1973
Mondi piccoli e legami deboli
• Le reti comprendono spesso cluster (gruppi di amici) al loro interno
• I legami deboli (le conoscenze) sono più importanti delle amicizie forti e radicate nel capitale sociale individuale!
La comparsa degli hub
• Gli studi su Internet hanno evidenziato la presenza di un ridotto numero di nodi con un numero di link molto alto (hub o connettori)
• Gli hub sono nodi che fanno simultaneamente parte di molti grandi cluster
• Nelle reti reali la maggioranza dei nodi ha pochi link, mentre pochi nodi ne hanno molti.
• pochi grandi hub definiscono in misura determinante la topologia.
CHE TIPO DI RETI VOGLIAMO PROMUOVERE ?
Viviamo l’era della complessità.
…….. Culturalmente non possiamo più prescindere da una prospettiva sistemica, né dalla consapevolezza della centralità dell’elemento relazionale. La rete è una forma organizzativa insita nella complessità.
MA…. noi siamo “ adeguati” all’organizzazione di
rete ?..........
Il ruolo dei ‘ponti sociali’
Importante il presidio delle capacità di‘manutenere’le reti edell’autocontrollonon leaderisticodei ponti sociali
La dimensione meta Investimento “ META”: sulla scelta della
struttura organizzativa e del modello decisionale ( = gestione del potere) sulla lettura dei processi( gestione dei conflitti) in modo che siano coerenti con il fine
Il modello di rete possibile
Nel tentativo di contrastare le tendenze ‘aristocratiche’ tipiche delle reti complesse, Rete Lilliput ha praticato interessanti metodi di ‘governo’:
1. la facilitazione delle riunioni e il ‘consenso’ per quanto riguarda la presa di decisioni,
2. la rotazione degli incarichi di responsabilità a tutti i livelli,3. la delega per fiducia e competenza a ‘luoghi’/nodi deputati
all’elaborazione delle specifiche ‘campagne’/iniziative o alle prese di posizione sui temi di intervento,
4. l’autonomia dei nodi,5. il prevalere tendenziale del livello locale su quello nazionale, ecc
ORGANIZZARE LA PARTECIPAZIONE
Quali sono i passaggi perché un processo consenta la partecipazione ?
• analizzare il contesto• Far emergere i problemi più sentiti dai diversi
soggetti della comunità ( esplicitare le diversità, gli interessi di cui si è portatori)
• Favorire la relazione tra le varie parti della comunità in modo da generare connessione emotiva sui problemi.( quando si tratta di bisogni non si può priorizzare).
………………..progettazione e valutazione
• Solo dopo questa fase definire gli obiettivi e i metodi dell’azione. E’ importante non cercare soluzioni senza avere condiviso problemi e bisogni, senza avere consentito alla gente di condividere una visione del contesto; di visualizzare il processo collettivo. La partecipazione di facciata non crea appartenenza
• Attivare processi di valutazione della comunità in relazione ai progetti che si realizzano
PROSPETTIVA SISTEMICA
Kurt Lewin
1939 Teoria del campo
Persona e ambiente sono considerati come un insieme interconnesso che va a formare lo spazio vitale di ogni soggetto.
“ The Life space”, lo spazio di vita è un campo di forze. Esistono forze attrattive e repulsive che creano spazi di congelamento e di scongelamento.
Prussia 1890- Newton ville 1947Pioniere della psicologia sociale
Ricerca-azione ; dinamiche di gruppo; teoria di campo
Ogni persona è inevitabilmente condizionata
dal sistema di forze attrattive e repulsive del proprio contesto di vita
C = f (P, A) in cui si mette in risalto che
il comportamento (C) di un individuo è una funzione regolata da fattori interdipendenti
costituiti dalla sua personalità (P) e dall'ambiente (A) che lo circonda.
IDENTITA’ RELAZIONALE E TEORIA DEI SISTEMI
Gregory Bateson
• La relazione precede l’individuo. Gli individui sono filtri creativi. Gli individui sono relazioni
• nulla ha significato se non è visto in un contesto
(9 maggio Granchester 1904 – 4 luglio San Francisco 1980Biologo,antropologo, linguista, semiotico,Cibernetico, scienziato sociale,terapeuta sistemico..
La sua teoria dei sistemi sottolinea
l’irriducibile molteplicità dei punti di vista e sposta l’accento
dal problema del controllo a quello dell’ interconnessione reciproca tra
sistemi.
E LE RETI…..?• Le reti esistono. Vanno riconosciute
• Prima competenza per un animatore di rete è quella di saper leggere il contesto, di “saper tessere le storie”
• Presuppongono una competenza relazionale già molto evoluta. La rete presuppone “il sapersi concepire come soggetto plurale che esprime e attualizza la modalità dell’essere con” S. Foulkes
Top Related