NewsletterBaNkiNg&FiNaNce Lab
novembre-dicembre 2012 | Numero 1 www.bankingandfinancelab.it
IN QUESTO NUMERO
Attualità dall’estero
Laboratori di ricerca Segnalazioni
Good news
Save the date
Benvenuti alla nostra newsletter bimestraleVarare una nuova newsletter e un nuovo strumento di condivisione della conoscenza su tematiche relative a intermediari e mercati fi-nanziari è, in questo periodo storico iniziato nel 2007 e non ancora concluso, una sfida importante.
La crisi finanziaria, nelle sue varie origini e manifestazioni, ha portato pro-
fonda sfiducia nei confronti del mondo della finanza e dei vari soggetti che
ne fanno parte. Noi che operiamo nel mondo della ricerca e degli studi acca-
demici, in università anch’esse colpite da una crisi profonda e preoccupante,
riteniamo che la fiducia si possa ricostruire, oltre che attraverso le azioni e i
comportamenti degli operatori del sistema finanziario, economico e politico,
anche mediante uno sforzo di comunicazione corretta, chiara, stimolante. Ciò
vale sia per il modo della finanza
sia per quello dell’università, a cui
sin da questo primo numero dedi-
chiamo particolare attenzione.
La comunicazione accademica e
divulgativa in campo finanziario
ha molti protagonisti, variamente
qualificati, nel nostro Paese e a liv-
ello internazionale.
(Segue a pagina 2)
Editoriale
3
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14
Company Newsletter
2
Benvenuti alla nostra newletter bimestrale
La nostra ambi-
zione consiste nel
voler fornire op-
portunità di comunica-
zione corretta, chiara
e stimolante a diversi
soggetti che fanno parte
a tutti gli effetti del mon-
do degli intermediari e
dei mercati finanziari.
Innanzitutto, data la nos-
tra attività di ri-
cerca e didattica
in ambito univer-
sitario, intendia-
mo valorizzare gli
sforzi di ricerca dei
giovani colleghi – dotto-
randi, dottori di ricerca,
ricercatori – dando ad
essi visibilità e opportu-
nità di confronto. Offri-
amo inoltre opportunità
di comunicazione a tutti
i colleghi accademici e
a persone operanti in
autorità, associazioni,
banche e intermediari
finanziari che vogliono
presentare lavori di ri-
cerca, riflessioni, stimoli
sui diversi temi che in-
teressano il mondo fi-
nanziario. Siamo consci
che con il contributo di
tutti potremo offrire un
buon serviizio, e favorire
l’apprendimento di molte
persone interessate a
questi temi. E’
compito di tutti,
oltre che mio
e della redazi-
one, far crescere
questa comunità
Il periodico bimestrale di banca e finanza
(continua dalla prima)
La nostra ambizione consiste nel voler fornire opportunità di comunicazione corretta,
chiara e stimolante a diversi soggetti
che sta nascendo in nuo-
va veste “in rete”: benve-
nuti dunque, cari lettori
e autori, senza distinzi-
one di genere, di ruolo,
di anzianità. E grazie, sin
d’ora, per i contributi che
ci fornirete a partire da
settembre! !
Daniele Previati
Company Newsletter
3
Il simbolo della Banca Centrale indiana
Attualità dall’esteroDOMINANT FINANCIAL INTERMEDIARIES IN INDIA
di Abhishek Gon
Indian Banks, the dominant financial intermediaries in In-
dia, have made good progress over the last five years, as
is evident from several parameters, including annual cred-
it growth, profitability, and trend in gross non-performing
assets (NPAs). While the annual rate of credit growth was
23% during the last five years, profitability (average return
on net worth) was around 15%, and gross NPAs fell from 3.3%
as on March 31, 2006 to 2.3% as on March 31, 2011. Good in-
ternal capital generation, reasonably active capital markets,
and governmental support ensured good capitalization for
most banks during this period, with overall capital adequacy
touching 14% as on March 31, 2011. At the same time, high
levels of public deposit ensured most banks had a comfort-
able liquidity profile. The Indian financial sector (including
banks, non-banking financial companies (NBFCs) and Hous-
ing Finance companies (HFCs) compounded annual growth
rate (CAGR) of 19% over the last three years and the credit
portfolio stood at close to `49 trillion (62% of 2010-11 GDP)
as on March, 2011. Banks accounted for nearly 86% of the to-
tal credit, NBFCs for around 10% and HFCs
for around 4%. Within banks, public sec-
tor banks (PSBs), on the strength of their
country-wide presence, continued to be
the leader, accounting for around 76% of
the total credit portfolio, while within the
NBFC sector, large infrastructure financ-
ing institutions accounted for more than
half the total NBFC credit portfolio; NBFCs
that are into retail financing took up the
rest. The top 10 banks accounted for a sig-
nificant 57% share of the total credit as on
March 31, 2011. Total banking credit stood
at close to `39 trillion as on March 25,
2011 and reported a strong 21.4% growth
in 2010-11, led by credit to the infrastruc-
ture sector and to NBFCs. Over the years,
credit growth has outpaced deposits
growth. The higher growth in credit could
be achieved because of the slower growth
in investments and the increase in capital.
In 2010-11, while deposits growth for SCBs
slowed down to 17% credit growth main-
tained at 21% with the growth in invest-
ments being just 13%. The higher credit
growth versus deposits growth led to an
increase in the credit deposits ratio from
72.2% as in March, 2010 to 75.7% as in
March 2011. !
Abhishek Gon
Company Newsletter
4
Criteri di valutazione della ricerca: il punto di vista dell’Economia AziendaleDI ALESSANDRO CARRETTA
E’ stato recentemente pubblicato il documento su
“Criteri per la valutazione dei prodotti di ricerca”, che
descrive l’organizzazione del Gruppo di Esperti della
Valutazione di Scienze Economiche e Statistiche (GEV
13) ed i criteri che il Gruppo utilizzerà per valutare i
prodotti di ricerca. Analoghi documenti relativi alle
altre Aree della ricerca scientifica sono disponibili sul
sito dell’’ANVUR. La valutazione dei prodotti di ricerca
nel quadro dell’esercizio di valutazione della qualità
della ricerca in Italia nel periodo 2004-2010 (VQR)
costituisce un tema di grande rilievo, che ha impatto
sulle Strutture di ricerca e conduce alla valutazione di
merito complessiva del sistema nazionale della ricer-
ca, articolata per aree, ed alla valutazione di merito
delle Strutture e dei Dipartimenti, nella prospettiva
della ripartizione della quota premiale del Fondo di
finanziamento ordinario delle Università. In consider-
azione di questi effetti, occorre quindi grande cautela
nell’adozione dei criteri e nella loro applicazione.
L’Accademia italiana di eco-
nomia aziendale (AIDEA), è fa-
vorevole ai principi generali
che governano la valutazione
della ricerca e consapevole che
l’approccio bibliometrico-citazi-
onale e quello con la peer re-
view sono complementari e coerenti con il principio
che la conoscenza prodotta dalla ricerca scientifica
debba essere soggetta a valutazione intersoggettiva
ex ante e/o ex post. Da molto tempo, infatti, la nostra
comunità scientifica è impegnata in numerose inizia-
tive, già consolidate (Journal Rating delle riviste in-
ternazionali e Accreditamento delle riviste italiane)
oppure a carattere sperimentale (Accreditamento di
collane di working paper e di monografie), nella con-
vinzione che i principi suddetti debbano essere diffusi
e recepiti, al fine di migliorare la qualità della produzi-
one scientifica. Non è questo il punto in discussione.
Mi riferisco qui piuttosto al fatto che l’impostazione
del GEV13 risulti o meno coerente con le caratteris-
tiche attuali dell’Area 13. Il Documento del GEV13 pre-
senta, infatti, a mio avviso, diversi, importanti punti
critici, che dipendono da un esame congiunto delle
caratteristiche delle discipline comprese nell’Area sci-
entifica in oggetto e delle scelte
compiute dal GEV. Tali criticità
comportano rischi concreti di
distorsioni, non giustificabili, nei
risultati della valutazione e, di
conseguenza, nell’allocazione
delle risorse tra le diverse Aree
di ricerca e tra le diverse Strutture e Dipartimenti, che
vedono la coesistenza di Aree di ricerca differenti.
Regole geneRali e specificità delle aRee di RiceRca
La valutazione della ricerca deve mantenere un equi-
librio soddisfacente tra regole generali e specificità
delle aree di ricerca, che presentano tradizioni, ap-
procci metodologici e percorsi anche molto diversi tra
loro. E’ quindi certamente opportuno, come si sottolin-
L’Accademia italiana di economia aziendale è
favorevole ai principi generali che governano la valutazione
della ricerca
Company Newsletter
5
ea nel documento ANVUR di accompagnamento dei
criteri, prevedere elementi comuni a tutti i GEV così
come anche elementi specifici. Ogni GEV è dunque
tenuto a rispettare le regole generali ma al tempo
stesso deve mettere a punto criteri adeguati in rap-
porto ai prodotti da valutare ed alla tradizione nella
quale essi sono stati formati. Non vi è dubbio cioè che
nelle Aree nelle quali non vi sono oggi le condizioni
indispensabili per applicare in modo affidabile e con-
solidato gli indicatori di tipo bibliometrico, quale cer-
tamente il macrosettore dell’Economia Aziendale nel
suo complesso, è opportuno utilizzare approcci diver-
si, pur nella unitarietà dei principi di valutazione (cfr.
ancora il documento ANVUR prima citato a pag. 2).
Tale impostazione è stata esplicitamente seguita,
come risulta dall’esame dei documenti pubblicati sul
sito dell’ANVUR, per i GEV dal 10 al 14 (per il GEV 11
nella maggior parte), ad esclusione del GEV 13, così
come per par-
te del GEV8. Il
GEV13 ha se-
guito una strada
simile a quella
dei GEV dall’1 al
9 (ad esclusione
di parte del GEV8 appunto, e compresa parte del GEV
11), sia pure con un algoritmo di valutazione diverso
(pesi relativi tra indicatori bibliometrici e citazionali),
nell’ipotesi che la propria area di riferimento (la 13)
disponga di informazioni bibliometriche affidabili e
consolidate (condizione esplicitata dal documento
ANVUR sopra citato), provenienti da basi di dati ali-
mentate ed utilizzate in modo sistematico e diffuso
dalle comunità scientifiche di riferimento.
A mio avviso, tale ipotesi non è verificata per l’Economia
Aziendale e non riflette quindi la realtà dell’intera Area
13. Quest’ultima si presenta piuttosto articolata, in re-
lazione alla natura eterogenea delle aree disciplinari
che la compongono, caratterizzate da tradizioni e
percorsi scientifici anche assai diversi. Tali diversità
sono evidenti anche ad una analisi delle performanc-
es bibliometriche e citazionali proprie degli apparte-
nenti ai diversi macro settori disciplinari. Ciò mette in
evidenza l’importanza, soprattutto nel caso specifico
dell’Economia aziendale, di un approccio alla valuta-
zione della ricerca che mantenga un equilibrio sodd-
isfacente tra regole generali e specificità delle aree di
ricerca. Anche in questo caso, alcuni GEV hanno reso
conciliabile nel concreto un’impostazione concettual-
mente unitaria con le differenti tradizioni scientifiche
presenti nella propria Area, riconoscendo esplicita-
mente che alcuni macrosettori hanno una tradizione
di analisi bibliometrica sufficientemente sviluppata,
mentre altri, per diversi motivi, riconducibili alla diver-
sità tra macrosettori, alla maggiore varietà tipologica
dei prodotti di ricerca, alla tradizione pubblicistica,
alla ancora limitata presenza nelle basi di dati, ne dis-
pongono in misura limitata, richiedendo quindi criteri
di valutazione e mix valutativi differenziati (cfr. ad es-
empio il GEV8 oppure il GEV 11). Il GEV13 non sembra
invece riconoscere attualmente tale importante arti-
colazione almeno tra i diversi macrosettori dell’Area 13
e le ragioni sottostanti e dunque propone un approc-
cio alla valutazione della ricerca, almeno da quanto
risulta nel Documento, indifferenziato ed improntato
principalmente al ricorso alla valutazione bibliomet-
rica e citazionale, che non è certo attualmente affida-
bile e consolidata in diversi importanti macrosettori
riconducibili al GEV13, risultando così poco coerente
con l’impostazione attuale della ricerca in tali ambiti.
i peRcoRsi di valutazione dei pRodotti di RiceRca
Per la valutazione degli articoli su rivista, il GEV13 in-
tende preparare un elenco iniziale di riviste basato
su WoS, successivamente ampliato (+20-30%) per
includere riviste tratte da altri più ampi repertori/
basi di dati, arrivando così a comprendere “ogni altro
possibile elenco di riviste in cui hanno pubblicato i
ricercatori italiani” dell’Area 13”; per le riviste italiane,
solo qualora non già comprese in un numero minimo
(orientativamente 5 per ogni SUBGEV), si procederà
ad un ampliamento dell’elenco, previa selezione sulla
base di indicatori bibliometrici, con una collocazione
È importante un approccio alla valutazione della ricerca che mantenga un equilibrio soddisfacente tra regole generali e specificità delle aree di ricerca
Company Newsletter
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in classe C. In ogni caso almeno il 10% degli articoli
verrà valutato con la peer review, in base ad un cam-
pione casuale stratificato, che terrà conto anche delle
segnalazioni previste a cura degli Atenei. Un amplia-
mento della peer review potrà essere deciso in relazi-
one all’esito di un’analisi di concordanza tra analisi
bibliometrica e peer review. La soluzione prescelta
dal GEV13, anche in questo caso, sembra discostarsi
in modo significativo dalle scelte compiute dagli altri
GEV, molti dei quali hanno già pubblicato liste e clas-
sificazioni di riviste, anche italiane (che talvolta arriv-
ano a comprendere “tutte” le riviste espressione delle
discipline) ed esplicitato criteri per l’inclusione, in tutte
le classi di merito, di riviste, non presenti nelle basi di
dati prescelte (in relazione alle
caratteristiche specifiche delle
discipline di riferimento), anche
sulla base delle indicazioni for-
nite dalle società scientifiche
(cfr. ad esempio GEV1). In diversi
GEV, inoltre, tutti i prodotti di ri-
cerca non presenti nelle basi di
dati prescelte e privi di indicatori bibliometrici ver-
ranno direttamente valutati con la peer review (cfr.
ad esempio GEV3, GEV 4 e GEV6). Per la valutazione
dei prodotti di ricerca diversi da articoli su riviste, il
GEV13 intende effettuare una prima valutazione in-
terna basata sui criteri di rilevanza, originalità, in-
ternazionalizzazione, tenuto anche conto della dif-
fusione della pubblicazione, del prestigio dell’editore,
della presenza di procedure editoriali adeguate, della
presenza di citazioni e recensioni in riviste internazi-
onali. Solo se il prodotto verrà giudicato dal GEV13
adeguato (e cioè non assegnabile preventivamente
alle classi D oppure E) verrà inviato alla peer review
per la valutazione. Anche in questo caso, la soluzione
prospettata dal GEV13 si discosta da quanto previsto
da diversi altri GEV, i quali non sembrano voler effet-
tuare alcuna preselezione a propria cura e dichiarano
l’intenzione di trasmettere tutti i prodotti in questione
alla peer review, ai fini di una valutazione finale del
GEV che certamente potrà successivamente tenere
conto anche dei criteri sopra ricordati.
il contRibuto della comunità scientifica
La complessità della valutazione della ricerca sug-
gerisce l’utilizzo di tutte le risorse disponibili per con-
seguire i molteplici obiettivi, diretti ed indiretti, della
valutazione stessa. Le società scientifiche, espressione
delle comunità e delle aree della ricerca, sono una di
queste risorse, come riconosciuto anche dall’ANVUR.
Tale risorsa può risultare particolarmente importante
specie nei casi in cui, in relazione alle caratteristiche
delle Aree di ricerca, non si dispone, allo stato, di ap-
procci alla valutazione riconducibili alla disponibil-
ità di indicatori bibliometrici generalmente condivisi
all’interno delle comunità scien-
tifiche (come segnalato anche
nel documento ANVUR di ac-
compagnamento dei criteri).
In effetti, diversi GEV (segna-
tamente quelli dall’area 10 alla
14, ma anche in alcuni casi per i
GEV da 1 a 9, ad esempio GEV1 e
GEV8) fanno un ricorso più o meno ampio, talvolta con
percorsi condivisi già avviati da tempo, al contributo
delle società scientifiche e di altri organismi delle co-
munità di riferimento, per la individuazione e classifi-
cazione delle riviste e per la individuazione delle case
editrici e delle collane di volumi, soddisfacenti deter-
minati criteri di qualità e rigore. Nel caso del GEV13,
il contatto con le società scientifiche dell’Area 13, e
segnatamente con AIDEA, si è limitato ad un unico in-
contro con il Presidente ed alcuni esponenti del GEV
- nel quale abbiamo da parte nostra espresso la dis-
ponibilità a collaborare, in modo coordinato e con un
approccio condiviso tra le varie Società scientifiche,
all’impianto dei criteri per la valutazione dei prodot-
ti di ricerca per l’Area 13, analogamente a quanto è
accaduto per altri GEV - ed alla richiesta di fornire
proposte per l’individuazione di revisori esterni. Non
esiste nel Documento del GEV13 alcun riferimento,
anche generico o indiretto, all’utilizzo della risorsa
Allo stato attuale il Documento GEV13 non
consente di rappresentare in modo adeguato lo stato complressivo della ricerca
dell’Area 13
Alessandro Carretta è professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari
all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e presidente dell’Accademia Italiana di
Economia Aziendale.
Company Newsletter
7
Alessandro Carretta
costituita dalle società scientifiche, né all’utilizzo dei
repertori, in diversi casi già consolidati, di riviste in-
ternazionali ed italiane e di altre tipologie editoriali
prodotti dalle società scientifiche.
Ritengo che allo stato attuale il Documento del GEV13
non consenta di rappresentare in modo adeguato lo
stato complessivo della ricerca dell’Area 13, e seg-
natamente dell’Economia aziendale, nel periodo
2004-2010 in esame, visto che i criteri introdotti per
la valutazione dei prodotti di ricerca non risultano
aderenti alla realtà della nostra comunità scientifica
e non sembrano in grado di tenere conto delle differ-
enze, di particolare rilievo, almeno tra i macrosettori
che compongono l’Area. L’adeguatezza dei criteri di
valutazione dei prodotti della ricerca alle caratteris-
tiche delle aree scientifiche che tali prodotti hanno
espresso nel periodo 2004-2010 è stata invece al cen-
tro dell’attenzione di molti altri GEV. Tale diversità di
comportamento comporta un rischio concreto di dis-
torsioni, non giustificabili, nei risultati della valutazi-
one e, di conseguenza, nell’allocazione delle risorse
che la normativa prevede a valle dell’esercizio VQR,
tra le diverse Aree di ricerca e tra le diverse Strutture
e Dipartimenti, che vedono la coesistenza di Aree di ri-
cerca differenti. Si tratta di un effetto particolarmente
grave, conseguenza dell’orientamento assunto dal
GEV13, il quale assume, al fine del disegno dei criteri
da adottare, la possibilità di valutare la ricerca con un
ricorso diffuso ad approcci bibliometrici e citazionali,
che non sono neanche oggi affidabili e consolidati in
diversi importanti macrosettori riconducibili al GEV13,
tra i quali certamente l’Economia Aziendale, e certa-
mente non potevano esserlo nel periodo 2004-2010.
Alla luce delle considerazioni che precedono, ritengo
importante che il GEV 13, in considerazione della natu-
ra dell’Area 13, che comprende macrosettori scientifici
tra loro assai diversi, e delle specifiche caratteristiche
del’Economia Aziendale, introduca esplicitamente nei
propri criteri per la valutazione della ricerca le oppor-
tune differenziazioni, atte a tenere conto delle speci-
ficità e differenze almeno a livello dei macrosettori,
che attengono ad esempio al mix tra pubblicazioni
su riviste ed altre tipologie editoriali, all’equilibrio tra
pubblicazioni in italiano ed in inglese, all’oggettivo
grado di diffusione storica delle pubblicazioni della
comunità dell’Economia aziendale nelle basi di dati
internazionali, evitando così una valutazione dei
prodotti di ricerca distorta e non coerente con la natu-
ra della comunità scientifica dell’Economia aziendale.
E’ altresì auspicabile che il GEV 13 coinvolga le società
scientifiche, e tra queste AIDEA, nella predisposizione
degli elenchi delle riviste, acquisendo ed utilizzando
le classificazioni delle riviste italiane ed internazionali
e delle altre tipologie editoriali già disponibili presso
le stesse società scientifiche, con l’obiettivo di perve-
nire, ben prima della scadenza del termine per la pre-
sentazione dei prodotti, ad una sintesi bibliometrica e
reputazionale, che assicuri la necessaria neutralità di
trattamento. !
Company Newsletter
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Il Duomo di Parma, fondato nel 1046.
Laboratori di ricercaIL LABORATORIO DI RICERCA IN CORPORATE GOVERNANCE
E CONTROLLI INTERNI NELLE BANCHE E IL LABORATORIO
DI RICERCA SUL CREDITO ALLE FAMIGLIE HANNO
ORGANIZZATO IL CONVEGNO “RISK GOVERNANCE E RISK
APPETITE: MISURARE E GOVERNARE LA PROPENSIONE AL
RISCHIO” DI SCENA A PARMA L’8 E IL 9 MARZO.
Si è svolto il 9 marzo scorso nell’Aula Mag-
na dell’Università di Parma il convegno an-
nuale di presentazione dei lavori dei due
Laboratori di Ricerca dedicati rispettiva-
mente alla corporate governance e con-
trolli interni e al credito alle famiglie (vedi
sezione dedicata). L’iniziativa congiunta
ha consentito di approfondire alcuni pro-
fili di governo del rischio in diverse aree di
business e di evidenziare i numerosi aspet-di Paola Schwizer
Le banche che hanno reagito meglio sono state quelle che hanno saputo coinvolgere l’alta dirigenza e i propri organi di governo nella definizione della propensione al
rischio
Company Newsletter
9
ti problematici legati alle recenti
innovazioni normative di Basilea
3 e al ruolo di alcuni stakeholder
chiave, quali le agenzie di rating.
I consigli di amministrazione delle
banche e degli altri intermediari
finanziari vigilati deliberano an-
nualmente i propri orientamenti
in materia di assunzione di rischio.
Il parametro di riferimento, disci-
plinato anche dalla normativa, è
il risk appetite, ossia la soglia di
rischio accettabile e quindi il capi-
tale che si è disposti a mettere a
rischio al fine di sfruttare le op-
portunità di business presenti sui
diversi mercati. Il rispetto di tale
parametro richiede processi orga-
nizzativi e meccanismi di controllo
interno efficaci e commisurati alla
complessità dell’attività e alle di-
mensioni aziendali, ma anche una
cultura pervasiva del rischio che
renda tutti i livelli della struttura
consapevoli delle proprie respon-
sabilità in materia di presidio dei
rischi. Il tema è stato affrontato,
nella giornata di studio, da un
panel di relatori, esponenti di pri-
mo piano del mondo accademico,
del sistema finanziario e delle is-
tituzioni. Il convegno si è aperto
con i saluti del Magnifico Rettore
dell’Università di Parma, prof. Gino
Ferretti, del Direttore della Scuola
di Dottorato in Economia e Diritto,
prof. Francesco Daveri, e del Diret-
tore della Sede della Banca d’Italia
di Bologna, dott. Francesco Tri-
marchi, che hanno sottolineato
l’elevato interesse e l’attualità del
tema. In particolare, Trimarchi ha
aperto con alcune considerazioni
di fondo sulla crisi, rappresentata
come un’opera in due atti, con
un solo autore e un unico palco-
scenico, sul quale tra il primo e il
secondo atto sono un po’ cambiati
gli attori. Se le banche sono state
presenti in entrambi gli atti, nel
secondo è entrato in scena il de-
bito sovrano. La crisi è stata una
straordinaria prova di stress su tre
fronti: per le politiche monetarie
e per l’azione delle banche cen-
trali, per la regolamentazione e la
vigilanza, e infine per i sistemi di
risk management. Di una simile
prova di stress – ha sottolineato
Trimarchi – avremmo dovuto fare
a meno, se ne fossimo stati capaci.
Le banche che hanno reagito meg-
lio sono state quelle che hanno sa-
puto coinvolgere l’alta dirigenza
e i propri organi di governo nella
definizione della propensione al
rischio e nelle strategie di gov-
erno dei rischi assunti, alla ricerca
di un punto di equilibrio tra paura
ed euforia. I lavori della mattinata
sono stati aperti da Paola Schwiz-
er, con una presentazione delle at-
tività del Laboratorio in corporate
governance e controlli interni, e
da Alessandro Carretta, Direttore
del Dottorato in Banca e Finanza
dell’Università di Roma Tor Ver-
gata.
Secondo Carretta, sono da consid-
erare con particolare attenzione
i risultati di alcuni studi recenti
che mettono in luce il ruolo chiave
svolto dalle persone nei sistemi di
governo del rischio, aspetto spes-
so trascurato negli studi sui siste-
mi di risk management. In partico-
lare, sta emergendo una relazione
positiva tra efficacia della gover-
nance interna e omogeneità del
management di diverso livello
(top e middle) in termini di oriz-
zonti temporali, obiettivi, interessi
e culture. La presenza di una inter-
azione forte tra le varie categorie
di management, fino a relazioni
basate su logiche cooperative,
rendono l’internal governance più
efficace e meno onerosa rispetto
ai controlli esterni.
Maria Pierdicchi, Managing Di-
rector di Standard and Poor’s, ha
presentato il nuovo modello di at-
tribuzione del rating alle banche,
rivisto di recente anche per rece-
pire le lezioni apprese dalla crisi,
per tener conto dell’importanza
di fattori macroeconomici quali il
legame tra rischio sovrano e siste-
ma bancario, e per incorporare
una serie di elementi analitici più
sofisticati sviluppati dall’Agenzia
negli ultimi anni. Rainer Masera,
Professore di Politica Economica e
Preside dell’Università Marconi di
Roma, ha sottolineato i problemi di
azzardo morale e di incentivi con-
nessi con la regolamentazione in
materia di risk management e di
corporate governance. Partendo
dalla distinzione tra rischio esoge-
no e rischio endogeno l’intervento
di Masera ha dimostrato come i
modelli di misurazione dei rischi
alla base di Basilea 2 sono fallaci
quando si entra in condizioni di
rischio sistemico, perché si basano
solo un concetto di rischio esoge-
no. Gli interventi
delle Autorità e,
in generale, la
vigilanza mac-
roprudenzia l e,
dovrebbero con-
siderare il fatto
che i modelli di
previsione del
rischio, usati a fini regolamentari
e in condizioni di stress, possono
diventare inaffidabili, fornire in-
formazioni distorte riguardo al
livello effettivo di rischio assunto
dalle banche e creare stress ad-
dizionali sui mercati. Un ruolo
determinante, ai fini dell’efficacia
della risk governance, è svolto dal
responsabile dell’attività di risk
Gli interventi delle Autorità di vigilanza
dovrebbero considerare il fatto che i modelli di previsione del rischio
possono diventare inaffidabili
Company Newsletter
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Paola Schwizer
Paola Schwizer è Professore ordi-
nario di Economia degli Intermedi-
ari Finanziari all’Università di Par-
ma e Professor presso SDA Bocconi
School of Management
management, il Chief Financial
Officer (CRO). Giampaolo Gabbi,
professore ordinario di Econo-
mia degli intermediari finanziari
nell’Università di Siena, ha evi-
denziato però alcune incoerenze
nelle caratteristiche di tale ruolo,
come disegnato dalla normativa.
Gabbi ha sottolineato la necessità
di un recupero di indipendenza e
di efficacia strategica da parte del
CRO, che potrebbe passare da una
soluzione di dipendenza diretta
di tale figura da un soggetto che
incorpora gli interessi più ampi
del l ’equil ibrio
del sistema
bancario, quale
ad esempio la
stessa Autorità
di Vigilanza e, in
ultima istanza
da una nuova
cornice giuridi-
ca che permetta alla governance
sociale di dominare la governance
dell’impresa.
Nel pomeriggio, una tavola roton-
da condotta da Luciano Munari,
professore di Economia degli inter-
mediari finanziari nell’Università
di Parma, ha messo a confronto
opinioni e modelli operativi alter-
nativi in materia di misurazione e
controllo dei rischi. Gli interventi di
Bertrand Cord’homme, responsa-
bile risk management di Caripar-
ma, Paolo Palliola, CRO di Cassa di
Risparmio di San Miniato e consi-
gliere di AIFIRM, Valeria De Mori,
Head of Risk Integration and Capi-
tal Adequacy di Unicredit Group,
Tommaso Giordani Responsabile
Credito al Consumo di Barclays e
Stefano Azzali, professore di Eco-
nomia Aziendale nell’Università di
Parma, hanno consentito di rap-
presentare le numerose opzioni
a disposizione degli intermediari
per l’impostazione dell’assetto or-
ganizzativo dei controlli e i diversi
punti di vista in materia di misura-
zione, integrazione e presidio dei
diversi rischi. !
Company Newsletter
11
SegnalazioniCALL FOR PAPER
The Journal of Financial Management, Markets and In-
stitutions is delighted to announce a Call for Papers
for the first issue of the Journal. The Editorial Board
welcomes submissions of papers to be considered for
publication. Please note that the submission deadline
for the First Issue (June 2013) is the 7th of January
2013.
For further details: http://jfmi.univpm.it
The EURAM Track on Darwinism, Organizational Evolu-
tion, and Survival and the Journal of Management and
Governance promote a special issue dedicated to:
ORGANIZATIONAL EVOLUTION, DARWINISM, ENVI-
RONMENTAL FIT, AND SURVIVAL. Please note that the
deadline for the submission of the full articles is Janu-
ary, 31st, 2013.
For further details:
Il 18 settembre è stato pubblicato da Routledge il volume “Financial Systems
in Troubled Waters. Information, Strategies, and Governance to Enhance
Performances in Risky Times” a cura di Alessandro Carretta, Professore
ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari, e Gianluca Mattarocci,
Ricercatore di Economia degli Intermediari Finanziari. Il volume è una raccolta
di contributi di accademici provenienti da diverse università italiane e considera
la crisi finanziaria da un punto di vista manageriale, focalizzandosi sulle
implicazioni di business per l’industria finanziaria. I temi trattati includono la
governance, le esigenze informative e la strategia degli intermediari finanziari
e degli investitori.
Il volume fa parte della serie: Routledge International Studies in Money and
Banking. Per ulteriori informazioni: http://www.routledge.com/books
VOLUMI
Company Newsletter
12
Premiazione giovani aziendalisti AIDEA
In occasione del Convegno AIDEA,
tenutosi a Fisciano il 4 e 5 ottobre,
è stato conferito il premio “Giovani
Aziendalisti AIDEA” alla dott.ssa
Elvira Anna Graziono, dottoranda
di ricerca in Banca e Finanza
all’Università degli Studi di Roma
“Tor Vergata”, autore del paper “La
crescita delle imprese attraverso
operazioni di spin-off: l’impatto dei
media sul comportamento degli
investitori”.
EMERALD JPIF Prize - ERES 2012
Gianluca Mattarocci, ricercatore
di Economia degli Intermediari
Finanziari, e Georgios Siligardos,
dottore di ricerca in Banca
e Finanza, hanno ottenuto
il riconoscimento grazie al
contributo “Investor attention for
retail and institutional investors:
A test on the real estate market”,
presentato durante il convegno
annuale della European Real Estate
Society svoltosi a Edimburgo dal
14 al 16 giugno.
Best paper award for Finance Education
Massimo Caratelli, professore
associato di Economia degli In-
termediari Finanziari, e Ornella
Ricci, ricercatore all’Università
di Roma Tre, sono stati premiati
alla 19esima conferenza annuale
dell’American Society of Business
and Behavioral Sciences, tenutasi
a Las Vegas dal 23 al 26 febbraio,
grazie al contributo “The relation-
ship between everyday practices
and financial literacy. An empirical
analysis”. !
Premi e riconoscimenti
Company Newsletter
13
Nomine
Claudio Giannotti, Professore
Straordinario di Economia
degli intermediari finanziari
nell’Università LUM Jean Monnet (Bari), è
stato nominato “Prorettore con delega a
responsabile della ricerca” nell’Università
LUM Jean Monnet e Direttore Scientifico
del Centro Studi di Sorgente Group.
Massimo Caratelli, Professore as-
sociato di Economia degli Inter-
mediari Finanzari all’Università
di Roma Tre, è stato nominato membro
dell’Organo decidente dell’Arbitro Ban-
cario Finanziario e membro dell’Editorial
Board del Journal of Financial Manage-
ment, Markets and Institutions.
Gianni Nicolini, Ricercatore
all’Università degli Studi di Roma
“Tor Vergata”, è stato nominato
membro dell’International Committee of
the American Council on Consumer Inter-
est.
Franco Fiordelisi, Professore asso-
ciato all’Università Roma Tre, è sta-
to nominato Editore associato del
Journal of Banking and Finance. !
Dal 7 al 9 dicembre si terrà a Brighton (UK), presso l’University of Sussex, la 38esima conferenza annuale
dell’European International Business Academy (EIBA). Tra gli altri, parteciperà Federica Sist, ricercatore
all’Università LUMSA di Roma, con il contributo “Financial needs of international firms”.
Dall’11 al 13 gennaio si terrà a Roma, presso l’Università La Sapienza, la conferenza Eurasia Business and
Economics Society (EBES). Tra gli altri, parteciperà Angelo Marinangeli, dottorando di ricerca in Banca e Finanza
all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, con il contributo “The Italian Rating Downgrade Announcements:
Which Effects?”.
Nella foto in alto:
Claudio Giannotti
B&F On The Road
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14
banking and finance lab
periodico bimestrale
Proprietario ed editoreUniversità di Roma “Tor Vergata”
Via Orazio Raimondo 18
00173 Roma
www.bankingand financelab.it
Direttore responsabileAlessandro Carretta
Direttore di redazioneDaniele Previati
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n.450/2007 del 20/09/2007
Save the date!Il prossimo 14 Dicembre a Bologna
presso la sede dell’Accademia Ital-
iana di Economia Aziendale (AID-
EA) (Piazza Dè Calderini, 2 – 40124
Bologna), il prof. Paolo Biffis e il
prof. Emilio Tagliavini presenteran-
no l’iniziativa “Self-publishing: EIF-
e.Book Editore”. La partecipazione
all’evento è gratuita ma per fini or-
ganizzativi è richiesto l’invio della
conferma (entro il 1 dicembre) al
prof. Paolo Biffis ([email protected]).
Il programma dettagliato della
giornata verrà inviato a coloro
che confermeranno la loro parte-
cipazione.
Per maggiori informazioni si veda:
http://eifebook.blogspot.it/.
Il prossimo 7 e 8 febbraio 2013 si
svolgerà a Bologna il Convegno in-
vernale ADEIMF.
I lavori cominceranno il 7 feb-
braio pomeriggio con l’Assemblea
dell’Associazione e proseguiranno
il giorno successivo con il Conveg-
no.
Il 4 dicembre si svolgerà a Roma,
presso la sede di Palazzo Altieri, il
convegno “Basilea 3, CRD4 e Bank-
ing Union. Dove siamo oggi, dove
saremo domani?” organizzato
dall’ABI.
Università degli Studi di Bologna, sede del prossimo convegno invernale ADEIMF
Nel prossimo numeroTime to reorganise the UK (and
the European) banking sector
The Egyptian Capital Market be-
tween National and Global Crisis
In uscita il volume pubblicato da
Palgrave “Asset Pricing, real estate
and public finance over the crisis
Conferenze internazionali
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