UNIVERSIT DEGLI STUDI DI SALERNO FACOLT DI LETTERE E FILOSOFIA
CORSO DI LAUREA IN LETTERE CLASSICHE
TESI DI LAUREA
LE ISCRIZIONI LATINE DI VOLCEI
RELATORE: Ch.mo Prof. MARIO MELLO
CORRELATORE: CANDIDATO: Ch.ma Prof.ssa ROMINA LENZI ROMILDA CATALANO Matr. O31/100241
ANNO ACCADEMICO 2004/2005
SOMMARIO
Introduzione p. 1
Capitolo I - Epigrafi Sacre p. 6
Capitolo II - Epigrafi Imperiali p. 15
Capitolo III - Personaggi p. 27
Capitolo IV - Res Municipales p. 57
Capitolo V - Epigrafi Funerarie p. 87
Indices p. 148 I - Nomina et cognomina virorum et mulierum p. 148 II - Imperatores et domus eorum p. 158 III - Consules p. 162 IV- Res publica populi Romani p. 163 V - Res militares p. 164
A) Praetorium p. 164 B) Legiones p. 164 C) Officia militaria p. 164 D) Expeditiones p. 164 VI - Dii Deaeque et res sacra p. 165
A) Dii deaeque p. 165 B) Sacerdotes p. 165
I
C) Ad sacra et religiosa pertinentia p. 166 VII - Tribus p. 166 VIII - Geographica p. 167 IX - Res municipales p. 171
A) Res publica p. 171 B) Ordo populusque p. 171 C) Magistratus, apparitores, patroni p. 172 D) Augustales et similes ordines p. 172
X - Compendia scripturae Litterae singulares p. 173 XI - Grammatica quaedam p. 180
A) Litterae p. 180 B) Assimilatio praepositionum neglecta p. 180 C) Declinationes p. 181
XII - Notabilia varia p. 182 A) Aedificia cum suo apparatu p. 182 B) Artes et officia privata p. 182 C) Divisiones nummorum p. 182 D) Impensae p. 183 E) Parentelae et necessitudines p. 183 F) Sepulcra p. 184 G) Collegia p. 185
XIII - Index verborum p. 186
II
INTRODUZIONE
E stato preso in esame in questo lavoro un gruppo di
trentasette epigrafi, che coprono un periodo che va dal I
sec. a. C. al IV sec. d. C., rinvenute entro il perimetro
urbano dellantica Volcei.
La ricerca sui testi ha permesso di evidenziare particolari
aspetti e momenti della vita e della storia del piccolo
municipio della Lucania.
Le iscrizioni, gi edite dal Bracco in parte nelle
Insciptiones Italiae, in parte in Supplementa Italica 3,
sono state qui oggetto di uno studio pi accurato, con
lausilio delle nuove pubblicazioni e delle pi recenti
indagini archeologiche.
Giova ricordare il particolare processo per il quale
Volcei, da una fisionomia prevalentemente italica e
lucana, entr un poco per volta nellambito di Roma,
1
accogliendone lassetto amministrativo, la lingua e i
costumi.
Come scrive Livio ( XXVII 15, 2), nel 209 a. C., durante
la seconda guerra punica, il console Q. Flavio Flacco,
riceve la resa di Irpini, Lucani e Volceientes.
Il fatto che nel passo i Volceientes, pur essendo essi
stessi Lucani, siano ricordati a parte, mette in risalto il
carattere di zona di frontiera di Volcei in rapporto alla
Lucania propriamente detta.
Nel Liber coloniarum (209, 1) viene poi data notizia di
una Praefectura Volcentana, che potrebbe far supporre
una deduzione coloniaria di et graccana.
Citt federata di Roma fino alla guerra sociale, diventa
con la lex Plautia-Papiria dell89 a. C. municipium retto
da quattuorviri ed ascritto alla trib Pomptina1.
La prima parte del presente lavoro si occupa delle
iscrizioni sacre; sebbene molto esiguo sia il materiale a
1 A. RUSSI, in Diz. Epigr. di Ant. Rom., s. v. Lucania, p. 1908.
2
noi pervenuto, comunque esso contribuisce a darci
unidea della vita religiosa di Volcei e della devozione
della popolazione verso particolari divinit.
Seguono poi le epigrafi poste in onore di imperatori, in
cui particolare rilievo assume linteresse politico.
Sicuramente pi interessanti, dal punto di vista della
ricerca storica, sono le iscrizioni prese in esame nei due
capitoli successivi; oggetto della ricerca sono infatti le
dediche a personaggi, le testimonianze relative
alledilizia pubblica romana di Volcei ed una particolare
epigrafe redatta a scopo tributario nel IV sec. d. C.
Tra i personaggi si distinguono per il lungo cursus
honorum, P. Otacilius Rufus, che ricopr a Volcei
importanti cariche locali e C. Bruttius Praesens, illustre
esponente della gens Bruttia, console due volte e suocero
dellimperatore Commodo.
Degli edifici pubblici che dovettero caratterizzare il
centro urbano di Volcei a partire dallet augustea, gli
3
unici di cui ci pervenuto un ricordo epigrafico sono il
Caesareum, luogo di culto degli imperatori divinizzati,
identificato con il piccolo tempio a podio in via S.
Spirito, ed il teatro, sulla cui esistenza, per, non stata
finora trovata nessuna prova archeologica.
Essenziale, per una visione pi completa
dellorganizzazione dellager volceiano, , invece,
liscrizione catastale di epoca costantiniana, unica nel
suo genere in tutta la Lucania, in cui la citazione di
quattro pagi e dei relativi fundi, permette non solo di
testimoniare unutilizzazione agricola del territorio
ancora consistente nel IV sec., ma fornisce anche
importanti elementi per riconoscere la reale estensione
dellager Volceianus.
La parte finale e certamente anche la pi corposa del
presente lavoro rappresentata dalle epigrafi funerarie;
rinvenute per la maggior parte durante gli scavi realizzati
alla fine dellOttocento, esse hanno permesso di
4
individuare larea destinata alla necropoli sulle pendici
sud-occidentali dellaltura su cui sorgeva il municipium,
nei pressi di localit Tempone.
Queste stesse iscrizioni hanno rappresentato, inoltre, un
valido aiuto nel delineare il quadro dellonomastica
volceiana e, pur nellovvia incompletezza della
documentazione, hanno permesso di individuare le
gentes pi diffuse, quali la Allia, la Allidia, la Bruttia, la
Insteia e la Poppaedia.
Per dare un pi agile strumento di orientamento nella
vasta gamma di elementi offerti dalle epigrafi, si
ritenuto opportuno, infine, redigere una serie di indici il
cui schema si rif a quello generalmente adottato nel
C.I.L.
5
Capitolo I
EPIGRAFI SACRE
Le iscrizioni rinvenuta a Volcei che testimoniano il culto
a divinit sono solamente tre, una riguardante Giove
Conservatore e Marte Ultore, una Giunone ed una le
Ninfe, ma non possiamo dire quale di questi culti fosse il
pi intenso.
Delle tre epigrafi la prima stata pubblicata dal Bracco
nelle Inscrptiones Italiae, le altre due in Supplementa
Italica, 3.
La dedica a Giove Conservatore e Marte Ultore posta dal
senato e dal popolo volceiano dest i sospetti del
Mommsen, il quale tuttavia decise di riportarla tra le
iscrizioni autentiche.
Segue una piccola ara, priva della parte superiore, che
testimonia la devozione a Giunone da parte di Herennia Nella disposizione delle epigrafi si seguito il criterio dellordine alfabetico dei nomi delle divinit.
6
Syntaxis, questultima nota anche da unepigrafe
sepolcrale di et imperale (n. 29).
Di particolare interesse il piccolo frammento nel quale si
fa menzione di un culto alle Ninfe probabilmente
pertinente alluso dellacqua, sul quale non stata finora
rinvenuta nessunaltra testimonianza nelle valli del Sele e
del Tanagro.
7
1
C.I.L., X, 403; Insc. It. III, 1, n. 14
Iscrizione di et Augustea, riguardo alla quale lultima
testimonianza risale alla fine del XIX sec. da parte del
Canale Parola, che la vide presso piazza Amendola1.
IOVI CONSERVATORI
ET MARTI VLTORI
ORDO POPVLVSQVE VOLCEIANUS
Iovi Conservatori
et Marti Ultori
ordo populusque Volceianus
La dedica, posta a Giove Conservatore e Marte Ultore da
parte del senato e del popolo volceiano, suscit la
1 E. CANALE PAROLA, Peregrinazioni storiche nel territorio dei Lucani, Salerno, 1888, p. 15 sqq.
8
diffidenza del Mommsen, il quale pur giudicando la
magniloquenza delliscrizione poco consona alla piccola
Volcei, la riport tra quelle autentiche.
9
2
Ara di calcare priva della parte superiore, conservata
nellatrio di casa Bellelli, in via Quintino Di Vona;
pubblicata dal Bracco in Supplementa Italica, 3, n.1.
Misure: alt. m. 0,42; larg. m. 0,39; prof. m. 0,38.
La superficie iscritta, ruvida e lesionata in pi punti,
delimitata in basso da una cornice modanata che si
interrompe solo sulla faccia posteriore.
Sulla superficie di sinistra scolpito a rilievo un urceus,
su quella di destra una patera.
Le incrostazioni calcaree, assieme alla ruvidezza ed alla
porosit della pietra, rendono molto difficile la lettura del
testo.
Le lettere di forma allungata, appaiono non molto curate
nellesecuzione.
Altezza delle lettere: L. 1 cm. 5,0-5,3; L. 2 cm. 4,3-4,5;
L. 3 cm. 3,2-3,5. Punti: assenti.
10
[--- I]unoni [---]
Herennia Synta[xis]
v(otum) s(olvit) l(ibens) m(erito)
11
L. 1 Unaltra dedica a Giunone stata rinvenuta nel
vicino territorio di Atina ( I. I., III, I, 190).
Sebbene lintegrazione di tale linea non sia possibile,
possiamo tuttavia ipotizzare che essa contenesse o un
epiteto della dea o semplicemente il termine sacr(um).
L. 2 In nesso Y, N e T in Syntaxis.
Una Herennia Syntaxis testimoniata in unaltra
iscrizione a Volcei (C.I.L., X, 8110), il cognomen
Syntaxis di impronta greca lascia supporre che la donna
fosse una schiava affrancata.
12
3
Frammento di calcare murato capovolto di fronte a casa
Zinno, in via S. Nicola; pubblicato dal Bracco in
Supplementa Italica, 3, n. 2.
Misure: alt. m. 0,11; larg. m. 0,63.
Piuttosto rovinata dagli agenti atmosferici, la superficie
iscritta presenta un ampio foro irregolare di circa 8 cm.
di larghezza.
Le lettere, dallincisione non molto rifinita, sembrano nel
complesso di discreta fattura.
Altezza delle lettere: cm. 6,9-7,6. Punti: assenti.
[--- Ny]mpharum sacr[um ---]
13
Non potendosi accordare il genitivo Nympharum con il
termine sacrum, ipotizzabile che questultimo fosse in
relazione con un dativo, del quale per non rimasta
alcuna traccia.
E la prima volta che, lungo le valli del Sele e del
Tanagro, si abbia un accenno epigrafico alle Ninfe.
Bench non sia possibile fare ipotesi attendibili sul
contenuto dellintera iscrizione, sembrando essa
pertinente alluso di acqua, giova ricordare la presenza,
in localit Costa Santa Maria dei ruderi di una cisterna
romana, databile forse al I sec. d. C.1, nonch lesistenza
di unantica sorgiva, ancor oggi nota per le sue qualit
terapeutiche, presso il santuario ellenistico nella vicina
contrada S. Mauro2.
1V. BRACCO, Volcei, Firenze, 1978, p. 52. 2 Ibid., p. 53.
14
Capitolo II
EPIGRAFI IMPERIALI
Il culto degli imperatori rappresenta un aspetto della
religione romana fortemente influenzato dal sentimento
politico. Sebbene esso abbia avuto grande diffusione a
Volcei, come prova anche lesistenza di un Cesareo
citato nellepigrafe n. 16, solo quattro sono le basi
onorarie a noi pervenute poste in memoria di imperatori.
Tutte pubblicate dal Bracco nelle Inscriptiones Italiae
eccetto la n. 6 pubblicata in Supplementa Italica, 3.
E stato possibile datare, sia pure con una certa
approssimazione, tutte le iscrizioni, di cui la maggior
parte si colloca tra gli ultimi anni del I sec. a. C. e la fine
del I sec. d. C., solo la n. 7 risale ai primi anni del IV sec.
d. C.
Lordine con cui sono presentate le epigrafi quello cronologico degli imperatori ai quali sono dedicate.
15
Prima in ordine cronologico la dedica ad Augusto,
purtroppo andata perduta, in cui si menziona il suo
tredicesimo consolato e lassunzione del titolo di pater
patriae.
Particolarmente interessante lepigrafe n. 5 in quanto ci
presenta Agrippa Postumo dopo ladozione da parte di
Augusto, avvenuta nel 4 d. C.
Quasi certamente dedicata a Tito Flavio Vespasiano
liscrizione n. 6 posta intorno agli anni 80-81 d. C. da
Annius Rufus, quattuorvir iure dicundo.
Segue infine liscrizione in onore di Valerio Liciniano
Licinio, augusto dellOccidente dal 308 d. C.
16
4
C.I.L., X, 404; Insc. It. III, 1, 15
Titolo testimoniato a Volcei fino al 1540 secondo quanto
riportato dal Bracco in Inscriptiones Italiae; in seguito
andato perduto.
IMP CAESARI DIVI F AVGVSTO
PONTIFICI MAXIMO
COS XIII TRIBVNIC POTESTAT XX[---]
PATRI PATRIAE
Imp(eratori) Caesari divi f(ilio) Augusto
pontifici maximo
co(n)s(uli) XIII tribunic(ia) potestat(e) XX[---]
patri patriae
17
Dedica posta in onore dellimperatore Augusto; la
menzione del suo tredicesimo consolato1 e
dellassunzione del titolo di pater patriae, avvenuta
nellanno 2 a. C., ci consente di datare liscrizione in
quellanno o posteriormente.
L. 3 Sebbene non sia possibile stabilire con sicurezza a
quale tribunicia potestas si riferisca liscrizione,
possiamo affermare che essa fosse successiva alla
ventesima. Lo stesso Mommsen in rapporto a tale linea
ha affermato: hiatus non notatur; sed requiritur
tribunicia potestas minimum XXI .
1 Cfr. A. DEGRASSI, I Fasti consolari dellImpero Romano, Roma, 1952, p.5.
18
5
C.I.L., X, 405; Insc. It. III, 1, 16
Base di statua, forse originariamente ubicata nellarea del
foro, testimoniata a Volcei fino al 1540 come riferito dal
Bracco in Inscriptiones Italiae; oggi andata perduta.
AGRIPPA IVLIVS
AVGVSTI F DIVI N
CAESAR
Agrippa Iulius
Augusti f(ilius) divi n(epos)
Caesar
Dedica posta in onore di Agrippa Postumo (12 a. C.-14
d. C.), figlio di Agrippa e di Giulia, figlia di Augusto.
Insieme con Tiberio egli fu adottato da Augusto, il quale,
19
non avendo avuto figli maschi, vide in lui un possibile
successore, almeno finch si vide costretto ad esiliarlo
nel 7 d. C.
Liscrizione riveste un particolare interesse in quanto ci
presenta Agrippa dopo ladozione, avvenuta nel 4 d. C., e
proprio in base a tale dato possiamo supporre che la
lapide volceiana risalga agli anni compresi tra ladozione
ed lesilio.
20
6
Frammento calcareo di base onoraria, murato a circa
sette metri di altezza nellangolo nord-ovest della torre
del castello; pubblicato dal Bracco in Supplementa
Italica, 3, n. 3.
Non stato possibile misurare o studiare accuratamente
lepigrafe, avendo proceduto alla lettura della stessa
tramite rilevamento fotografico.
21
[Imp(eratori) Tito Caesari]
[Vespasiano Aug(usto) pon]tif(ici)
[max(imo) t]rib(unicia) potest(ate) X imp(eratori)
[XVI? c]o(n)s(uli) VIII p(atri) p(atriae)
5 [---] Annius Ruf[us]
IIIIvir i(ure) d(icundo)
[d(ecreto) d(ecurionum) p(pecunia)] p(ublica)
L. 3 e 4 Dedica posta in onore di Titus Flavius
Vespasianus, imperatore dal 79 d. C. all81 d. C. e unico
personaggio per il quale la decima tribunicia potestas
coincide con lottavo consolato1; ci impone anche il
supplemento XVI o XVII alla dicitura imp(eratori).
Decorrendo, inoltre, la tribunicia potestas dal 1 luglio
dell80, possibile datare lepigrafe o alla seconda met
di quellanno o alla prima met dellanno successivo.
1 Cfr. R. CAGNAT, Cours dpigraphie latine, Parigi, 1914, p.190.
22
L. 5 IL gentilizio Annius largamente testimoniato in
Lucania (C.I.L., X, 126, 148, 166, 186, 241, 242, 269)
noto a Volcei come cognomen del quattuorviro P. Allius
Annius, in rapporto al quale si veda liscrizione n. 22.
23
7
C.I.L., X, 406; Insc. It. III, 1, n. 50
Base onoraria in pietra calcarea, murata capovolta sul
lato ovest del fornice maggiore di porta Consina, sino
alla fine del XVIII secolo si trovava in contrada S. Paolo.
Misure: alt. m. 1,08; larg. m. 0,51-0,68; prof. m. 0,41.
Lo specchio iscritto, delimitato da modanature, presenta
profonde sfaldature e rotture principalmente nella parte
inferiore.
Le lettere appena visibili, data la corrosione della pietra,
appaiono di fattura non molto accurata; poco profonda
lincisione.
Altezza delle lettere: L. 1 cm. 6,3; L. 2 e 3 cm. 7,4; L. 4
cm. 6,2; L. 5 cm. 6,4-7,0.
Punti: non rilevabili.
24
Imp(eratori) Caes(ari)
Val(erio) Licin[i]
ano Licin[i]
o P(io) F(elici) Invic
5 [to] Aug(usto) d(evoti) V(ulceiani)
25
Dedica posta, agli inizi del IV sec. d. C., in onore di
Valerius Licinianus Licinius, nominato da Galerio
augusto dellOccidente nel 308 d. C.
L. 5 Si ritiene preferibile la lettura proposta dal Bracco di
V(ulceiani), in luogo di V(olceiani), come proposto dal
Mommsen, tenendo presente che la voce Volcei appare
trasformata nel corso del IV sec. d. C. in Vulcei, a tal
proposito si veda liscrizione n. 18, frammento B,
commento a L. 2.
26
Capitolo III
PERSONAGGI
In questo capitolo sono raccolte le epigrafi volceiane che
si ricollegano pi o meno direttamente allaspetto civile e
politico della vita di Volcei.
Si tratta in gran parte di dediche a personaggi, ma si
preferito includere anche alcune iscrizioni frammentarie
in cui si sono potuti riconoscere dei nomina o dei
cognomina che potessero contribuire a dare un quadro
pi completo delle gentes di Volcei.
Pubblicate dal Bracco nelle Inscriptiones Italiae le
epigrafi n. 8, 9, 10, 11, 12, 14, in Supplementa Italica la
n. 13 e la n. 15.
Le epigrafi sono state disposte seguendo lordine cronologico, quelle per le quali non si potuto seguire tale criterio seguono in fondo al gruppo, disposte tenendo conto della completezza e dellimportanza delliscrizione.
27
Prima in ordine cronologico liscrizione n. 8 risalente
alla fine del I sec a. C. in cui viene ricordato T. Statilius
Taurus, due volte console, augure e curione massimo.
Risale, invece, agli anni dellimpero di Adriano la lunga
dedica a Publius Otacilius Rufus, posta pecunia publica
dal senato locale. Tale personaggio viene ricordato non
solo per aver ricoperto a Volcei alcune importanti
cariche locali, ma anche perch fu flamine perpetuo del
divo Adriano, dal quale fu onorato equo publico, cio
ebbe lindennit di acquisto e di mantenimento per il
proprio cavallo.
Scolpita su un blocco di pietra calcarea, riutilizzato in
epoca medievale sulla torre del castello, lepigrafe n.
10 dedicata a C. Bruttius Paesens, databile, in base alla
citazione del suo secondo consolato, al 180 d. C.
Questo membro della gens Bruttia spicca tra gli altri non
solo per il lungo cursus honorum, ricostruibile purtroppo
solo parzialmente, ma anche per essere divenuto suocero
28
dellimperatore Commodo, cui dette in moglie la propria
figlia Bruttia Crispina. La dedica in Volcei di tale
iscrizione e lappartenenza del personaggio alla trib
Pomptina, fanno supporre che egli fosse proprio
volceiano di nascita, del resto nellager Volceianus
documentata la presenza di parecchi liberti della gens
Bruttia.
Sicuramente di epoca imperiale, ma non databili con
precisione sono le iscrizioni n. 11 e 12. La prima fu posta
dalla madre e dal Volceianorum arkarius in memoria di
C. Coelius Anicetus, un pretoriano gi singularis tribuni,
al quale fu conferito lonore del decurionato gratuito.
Dedicata a L. Haedinius Rufus, due volte quinquennale,
invece lepigrafe n. 12.
Concludono il capitolo tre frammenti che contengono
solo parte dellonomastica di personaggi.
29
8
C.I.L., X, 409; Insc. It. III, 1, n. 19.
Titolo testimoniato a Volcei fino al 1540, in seguito
andato perduto.
[---]TILIO T F TAVRO
[---]VRI COS ITER IMP TER
[---]RIONI MAXIMO
[T(ito) Sta]tilio T(iti) f(ilio) Tauro
[aug]uri co(n)s(uli) iter(um) imp(eratori) ter(tium)
[cu]rioni maximo
L. 1 La gens Statilia appare per la prima volta in un titolo
epigrafico volceiano.
30
L. 2 e 3 T. Statilius Taurus fu console due volte, la prima
nel 37 a. C., la seconda nel 26 a. C1. Liscrizione attesta
anche che fu imperator per tre volte, augure e curione
massimo, cio capo del collegio dei decurioni.
Lo stesso personaggio onorato anche in una lapide
(C.I.L., II, 3556) proveniente da Ilice, nella Spagna
Tarraconese, di cui egli era patrono.
Statilio Tauro ben noto anche per aver fatto costruire,
nel 29 a. C., il primo anfiteatro stabile in muratura nel
Campo Marzio2.
1 A. DEGRASSI, op. cit., p. 3. 2 P. DE ROHDEN e H. DESSAU, Prosopographia Imperii Romani saec. I-II-III, p. III, Berlino, 1898, p. 263 sqq.
31
9
C.I.L., X, 416; Insc. It. III, 1, n. 22
Base di statua del II sec. d. C., di cui ne da testimonianza
nel Cinquecento il Cittadini1, che la vide presso
labitazione di M. Ottavio de Nobilibus.
P OTACILIO L F PAL RVFO PAT/
IIII VIR [I] D II QQ FLAM PERPETVO/
DIVI HADRIANI AB EODEM EQVO PVBL/
HONORATO CVRATORI KALENDARI R P/
5 AECLANENSIVM ELECTO A DIVO PIO/
PATRONO MVNICIPI/
OB EXIMIAM MVNIFICENTIAM EIVS ORDO
DEC/
PECVNIA PVBLICA PONENDVM CENS
CVIVS/
1CITTADINI, Cod. Marc., p. 4 e Cod. Vatic., 5253, f. 356.
32
DEDICATIONE DEC X III AVG X II POP X I
DEDIT
P(ublio) Otacilio L(uci) f(ilio) Pal(atina) Rufo
pat(ri)/
(quattuor)vir(o) [i(ure)] d(icundo) (iterum)
q(uin)q(uennali) flam(ini) perpetuo/
divi Hadriani ab eodem equo publ(ico)/
honorato curatori kalendari r(ei) p(ublicae)/
5 Aeclanensium electo a divo Pio/
patrono municipi/
ob eximiam munificentiam eius ordo dec(urionum)/
pecunia publica ponendum cens(uit) cuius/
dedicatione dec(urionibus) (denarios) III
Aug(ustalibus) (denarios) II pop(ulo) (denarium) I
dedit
33
L. 1 Il Bracco ha proposto lidentificazione di Publius
Otacilius Rufus, patrono del municipio, con laltro
Otacilius testimoniato a Volcei (C.I.L., X, 415) legato
alla ricostruzione del Caesareum, condotta a sue spese ed
in ottemperanza ad una disposizione testamentaria del
padre.
Tra gli elementi che possono avvalorare tale tesi vi il
fatto che la stessa ricostruzione delledificio sacro
costituisse un gesto di straordinaria munificenza nei
confronti dellintera municipalit e che quindi potesse
essere alla base di un pubblico segno di riconoscenza da
parte del consiglio dei decurioni.
Va aggiunto, inoltre, che il nostro Otacilius, era flamen
divi Hadriani, la qual cosa ben si accorda con
lattribuirgli la ricostruzione di un tempio consacrato al
culto degli imperatori2.
2 V. BRACCO, Criteri e note per una cronologia della gentes in Lucania, >, XXI, 1966, p. 127.
34
La gens Otacilia si riscontra a Volcei, come abbiamo
visto, ad Atena (C.I.L., X, 346), a Sanvitella (C.I.L., X,
394), a Grumento (C.I.L., X, 224) e ad Auletta3, pur non
essendo originaria del posto, in quanto iscritta alla trib
Palatina.
L. 3 e 4 Publius Otacilius Rufus, che tenne a Volcei
alcune importanti cariche locali, fu onorato
dallimperatore Adriano equo publico, cio ebbe per il
cavallo lindennit di acquisto e di mantenimento, e fu
nominato da Antonino Pio curator Kalendari rei
publicae Aeclanensium.
Tali dati risultano interessanti anche perch ci
consentono di datare la base agli anni dellimpero di
Adriano e di Antonino Pio.
L. 6 Il patronus era in genere un personaggio autorevole,
scelto tra le persone pi importanti per censo e per
3 V. BRACCO, Valle del Tanagro - Altre varie antichit, , XIX, 1964, p. 19.
35
cariche pubbliche ricoperte, disposto a prendere a cura le
sorti del municipio che si metteva sotto la sua protezione.
La nomina del patrono avveniva per richiesta della
cittadinanza ed in seguito a deliberazione del senato
locale4.
4 E. MAGALDI, Lucania Romana, Napoli, 1948, p. 268.
36
10
C.I.L., X, 408; Insc. It. III, 1, n. 18
Base di statua onoraria, in pietra tufacea, di et
imperiale, di cui pervenuto a noi solo un frammento.
Murata, a circa tre metri di altezza, nellangolo sud-
orientale della torre del castello, dove tuttora visibile,
in origine era posta, probabilmente, nellarea del forum.
Misure: alt. max. m. 0,67; larg. max. m. 0,87; prof. max.
m. 0,20.
La superficie iscritta e quella laterale risulta nel
complesso abbastanza regolare, escludendo alcune
piccole rotture.
Lepigrafe, seppure mutila, mostra un ductus regolare,
con lettere ben marcate ed eseguite con cura.
Data limpossibilit ad accedere alliscrizione, non si
potuto procedere alla misurazione delle lettere.
Punti: rotondi.
37
L(ucio) Fulvio C(ai) f(ilio) Pom(ptina) [Rustico
C(aio)] /
Bruttio Praesenti Min[---] /
[Lab]erio Maximo Pompeio L(ucio) [---] /
Valenti Cornelio Proculo [---] /
5 Aquilio Veientoni co(n)s(uli) (iterum) pr[aef(ecto)
Urbi? patri] /
38
[C]r[is]pinae Aug(ustae) so[ce]ro imp(eratoris)
[Caes(aris) Commodi Aug(usti) sodali] /
[Ha]drianiali sodali An[t]onin[iano Veriano] /
Marciano comiti imp(eratorum) [A]nt[onini et
Commodi Aug(ustorum)] /
ex[pe]ditioni[s] Sarmaticae p[raet(ori) trib(uno)
pleb(is) quaes] /
10 tori A[ug(usti)] t[r](ibuno) mil(itum) leg(ionis) III
Gallic[ae adlec(to) inter patric(ios)] /
ab imp(eratore) divo Antonino Aug(usto) P[io ---]
L. 1 e 2 Tra le pochissime famiglie patrizie di Volcei
primeggia quella dei Bruttii Praesentes, con una nutrita
schiera di liberti i quali, secondo lusanza, prendevano il
nomen, Bruttius, ed il praenomen, Caius o Lucius, del
padrone.
La gens Bruttia aveva estesi possedimenti fondiari in
Lucania come ben testimonia sia una lettera di Plinio il
39
Giovane1 al nonno del personaggio qui ricordato, sia le
numerose iscrizioni rinvenute a Volcei (C.I.L., X, 408,
419, 420, 8107), a Polla (C.I.L., X, 372), a Marsico
Nuovo (C.I.L.,X,180,181), a Grumentum (C.I.L., X, 256,
249), a Potentia (C.I.L., X, 151) ed a Consilinum (C.I.L.,
X, 296)2.
A Volcei, il rinvenimento, negli scavi di una villa rustica
in contrada S. Nicola, di una zampa di cavallo in
bronzo3, evidentemente pertinente ad una statua
equestre, ha permesso al Solin di ipotizzare che tale
propriet appartenesse ai Bruttii4.
Il personaggio pi documentato di questa illustre
famiglia sicuramente C. Bruttius Paesens, oggetto della
1 PLIN., Epist. VII, 3: Tantane perseverantia tu modo in Lucania, modo in Campania? , inquis, . 2 V. BRACCO, Criteri e note per una cronologia della gentes in Lucania, art. cit. , p. 116 sqq. 3 V. BRACCO, Volcei, op. cit., p. 62. 4 H. SOLIN, Zu lukanischen Inschriften. Aus Anlass von: Inscriptiones Italiae, III, 1, Helsinki-Helsingfors, 1981, p. 26.
40
lunga dedica posta dai volceiani dopo il 180 d. C., anno
del suo secondo consolato5.
La presenza a Volcei di tale epigrafe e lappartenenza del
personaggio alla trib Pomptina fanno supporre che egli
fosse proprio volceiano di nascita.
Sebbene il cursus honorum sia solo parzialmente
ricostruibile, data la frammentariet dellepigrafe,
possiamo leggere che fu ascritto fra i patrizi da Antonino
Pio, fu tribuno della III legione Gallica, questore
dellimperatore, tribuno della plebe e pretore.
Nel 153 d. C. tenne il consolato per la prima volta.
Sodale degli imperatori Adriano, Antonino Pio e di
Marco Aurelio dopo la sua morte, fu anche comite, cio
della scorta, di questultimo e di Commodo nella
spedizione contro i Sarmati (173-175 d. C.).
Divenne suocero dellimperatore Commodo, a cui, nel
178 d. C., diede in moglie la figlia Bruttia Crispina6 la
5 A. DEGRASSI, op. cit., pp. 50 e 159.
41
quale prese il titolo di Augusta, il matrimonio tuttavia
dur appena nove anni, infatti Commodo dopo aver
relegato Crispina a Capri, con laccusa di adulterio, la
fece uccidere7.
Nel 180 d. C., infine, tenne il consolato per la seconda
volta.
L. 3 La pubblicazione del Torelli8 di due epigrafi che
menzionano Laberia Crispina e il conseguente
riconoscimento di questultima quale madre del nostro
personaggio, ha permesso lintegrazione di uno dei nomi
con il quale egli viene presentato in [Lab]erio Maximo9,
come il nonno materno, e non in [Val]erio Maximo,
come proposto dal Mommsen. 6 Cfr. CASSIUS DIO., 71, 33, 1 (XIFIL.): , ; I.CAPIT., M. Antoninus Philosophus, in Hist. Aug., 27, 8 seg.: Filio suo Bruttii Praesentis filiam iunxit nuptiis celebratis exemplo privatorum, quare etiam congiarium dedit populo.7 Cfr. CASSIUS DIO., 72, 4, 6 (XIFIL.): , ; E. LAMPRID., 5, 9: Quamdeprehensaminadulterioexegit,exactamrelegavitetposteaoccidit. 8 M. TORELLI, Laberia Crispina e un praefectus castrorum in due epigrafi inedite di Tremula Mutuesca, , 1962, pp. 55 sqq. 9 V. BRACCO, Criteri e note per una cronologia della gentes in Lucania, art. cit. , p.132.
42
Daltronde limportanza dellinserimento della gens
Laberia nella famiglia dei Brutii Praesentes attestata
dal fatto che Bruttia Crispina ed il fratello L. Bruttius
Crispinus assunsero il cognomen dellava10.
10 M. TORELLI, art. cit. , pp. 61 sqq.
43
11
C.I.L., X, 410; Insc. It. III, 1, n. 20
Cippo funerario di et imperiale in pietra calcarea.
Conservato nel chiostro dellex monastero degli
Agostiniani, in localit Tempone.
Misure: alt. m. 1,31; larg. m. 0,57; prof. m. 0,50.
La superficie inscritta, delimitata in basso da
modanature, riporta solo leggere abrasioni e presenta in
corrispondenza dellangolo in alto a sinistra un taglio la
cui funzione non chiara.
La faccia posteriore si presenta ruvida, tranne sul lato
sinistro in corrispondenza di tre fori di forma
quadrangolare, probabilmente utilizzati per il sostegno
dellara; lisce le facce laterali, di cui quella destra priva
di modanature.
Liscrizione risulta nellinsieme regolare ed abbastanza
accurata nellesecuzione.
44
Altezza delle lettere: L. 1 cm. 5,1-4,4; L. 2 cm. 4,9-3,9;
L. 3 cm. 5,6-4,2; L. 4 e 5 cm 4,6-4,1; L. 6 cm. 4,8-4,0; L.
7 cm. 5,0-4,2; L. 8 e 9 cm. 4,1-3,8; L. 10 cm. 4,2-3,5; L.
11 e 12 cm. 4,0-3,2; L. 13 cm. 3,2- 2,8.
Punti: triangolari.
45
C(aio) Coelio Aniceto
mil(iti) coh(ortis) II pr(aetoriae) sing(ulari)
trib(uni) spe ben[efic]iatu[s]
huic ordo sanctis
5 simus decur(ionum) ob spem
processus eius hono
rem decurionatus
gratuitum obtulit
qui vixit ann(os) XXIIII m(enses)
10 V d(ies) II Coelia Prima ma
ter filio dulcissimo
simul Nymphicus Vo
lc(eianorum) ark(arius) et sibi fecerunt
L. 1 Il gentilizio Coelius non testimoniato in altre
iscrizioni a Volcei e nel resto della Lucania.
L. 2 Le coorti pretorie furono istituite da Augusto come
guardia personale dellimperatore. Composte da fanti e
46
cavalieri, erano di stanza a Roma o dovunque egli
risiedesse seguendolo anche nei suoi viaggi1.
Per quanto riguarda la presenza di Italici in tale corpo
speciale, bisogna notare che il numero di elementi
provenienti dallItalia settentrionale o centrale era
maggiore rispetto a quelli provenienti dellItalia
meridionale2. Il Passerini3 spiega tale fenomeno
mettendolo in rapporto con la decadenza sociale,
economica e demografica del Mezzogiorno.
Il pretoriano testimoniato a Volcei definito singularis
tribuni, cio soldato scelto addetto ad un ufficiale
superiore, in questo caso al tribuno comandante della
coorte.
L. 7 e 8 A Celio Aniceto, prossimo a divenire
beneficiario quando mor, la citt tribut lonore di
decurianato gratuito, esentandolo dal pagare la tassa
1 Cfr. M. DURRY, Les cohortes pretoriennes, Parigi, 1938. 2 Cfr. O. BOHN, Milites praetoriani et urbaniciani originis italicae, >, vol. V, p. 250 sqq. 3 A. PASSERINI, Le coorti pretorie, Roma, 1939, p. 148 sqq.
47
dovuta dai decurioni al momento in cui entravano in
carica4.
Il decurionato era lordine pi importante del sistema
amministrativo municipale. Eletti dal popolo e scelti tra i
membri pi illustri della cittadinanza, i decurioni
deliberavano intorno alle questioni di maggior rilievo,
regolavano limpiego del pubblico denaro, conferivano
gli onori ai cittadini benemeriti5.
4 Ibid. p. 164 sqq. 5 Ibid.
48
12
C.I.L., X, 412; Insc. It. III, 1, n. 21
Base di statua onoraria, vista, nel corso del Cinquecento,
dal Cittadini1 nel Palazzo del Duca, l dove si dice lo
Vaglio.
L HAEDINIO L F
RVFO
QVINQ ITER
EX D D
L(ucio) Haedinio L(uci) f(ilio)
Rufo
quinq(uennali) iter(um)
ex d(ecreto) d(ecurionum)
1 CITTADINI, Cod. Marc., p. 5 e Cod. Vatic., 5253, f. 356.
49
L. 1 Il gentilizio Haedinius oltre che a Volcei attestato
a Ricigliano (I. I., III, I, 82 e 83) ed in unepigrafe
proveniente da S. Gregorio Magno (I. I., III, I, 74).
L. 3 Al vertice della costituzione municipale di Volcei
erano i quattuorviri, essi avevano potere giudiziario,
convocavano e presiedevano il senato locale, avevano il
potere esecutivo sulle deliberazioni di questo e
indicevano i comizi popolari2.
Ai quattuorviri era affidato anche il censo, che si
ripeteva ogni cinque anni, pertanto, coloro che erano in
carica quellanno erano investiti automaticamente della
potest censoria e assumevano il titolo di
quinquennales3.
2 E. MAGALDI, op. cit., p. 235. 3 Ibid., p. 237.
50
13
Frammento di marmo bianco con cornice, che
originariamente, forse, doveva essere murato in un
edificio sepolcrale.
Infisso nel terreno in Piazza Riginaldo Giuliani e
pubblicato dal Bracco in Supplementa Italica, 3, n. 9,
probabilmente andato perduto in seguito ai lavori di
restauro della piazza.
La cornice del marmo ed i caratteri epigrafici
suggeriscono una datazione al I sec. d. C4.
Misure: alt. m. 0,28; larg. m. 0,25.
Altezza delle lettere: cm. 5,5-4,5.
4 V. BRACCO, Volcei, op. cit., p. 38.
51
Corn[eliae ---]
Ta[llusae? ---]
L. 1 Una Cornelia priva del patronimico e del cognomen
testimoniata in unedicola di Teggiano (I.I., III, I, 249)
della fine della repubblica.
L. 2 E possibile ipotizzare che questa linea contenesse il
cognomen della donna, forse Tallusa, essendo
questultimo testimoniato in unepigrafe (I.I., III, I, 80)
proveniente dal vicino territorio di S. Gregorio Magno.
52
14
Insc. It. III, 1, n. 46
Grosso frammento di blocco calcareo; murato nello
zoccolo della torre del castello, sul lato ovest,
probabilmente pertinente ad un monumento pubblico o
funerario.
Misure: alt. m. 0,54; larg. m. 0,93.
Il blocco murato capovolto e piuttosto rovinato dagli
agenti atmosferici, presenta una profonda lesione a
sinistra.
Le lettere, dai tratti non molto regolari, corrono in alto a
destra.
Altezza delle lettere: cm. 5,4-4,9.
Punti: triangolari.
53
M(arcus?) Du[---]
Il punto che segue la M fa pensare che essa faccia
riferimento ad un praenomen, che potremmo intendere
come M(arcus), conseguentemente, ad M seguirebbe il
nomen del personaggio, sul quale tuttavia non possibile
fare ipotesi attendibili.
54
15
Frammento di iscrizione, in pietra calcarea; murato in via
Sacco, nel parapetto di una mangiatoia antistante
allabitazione di Giovanni Sacco.
Pubblicato dal Bracco in Supplementa Italica, 3, n. 14,
forse andato perduto.
Si tratta probabilmente di unepigrafe funeraria
attribuibile, sulla base dei caratteri epigrafici, al I-II sec.
d. C1.
Misure: alt. m. 0,29; larg. m. 0,40-0,29.
Altezza delle lettere: cm. 5.
1 V. BRACCO, Volcei, op. cit., p. 38.
55
[---]s C(ai) f(ilius) Po[m(ptina)---]
[---]alis et C[---]
[---Ce?]ladus
L. 1 Questa linea, quasi certamente, doveva contenere il
nome del personaggio a cui lepigrafe dedicata seguito
dallindicazione della trib di appartenenza.
L. 2 In questa linea erano forse precisati i genitori.
56
Capitolo IV
RES MUNICIPALES
Si raccolto sotto il titolo generico di res municipales un
gruppo di iscrizioni che ci presentano, sotto vari aspetti,
il panorama dalla vita municipale dal I al IV sec. d. C.
I testi, disposti seguendo in parte lordine cronologico, in
parte secondo un criterio di importanza, comprendono
sia testimonianze delledilizia pubblica romana di Volcei
sia unepigrafe redatta a scopo tributario nel 323 d. C.
Tra la fine del I e linizio del II sec. d. C. si verific,
probabilmente, un disastroso evento naturale, forse un
terremoto, che colp la citt distruggendone gli edifici e
provocando frane del banco roccioso su cui gli stessi
erano impostati.
A tale evento potrebbe far riferimento liscrizione
relativa al restauro del Caesareum, che definisce
ledificio canlapsum, cio crollato.
57
La ricostruzione del tempio, ormai fatiscente, fu messa in
opera da un Otacilius in ottemperanza ad una
disposizione testamentaria paterna.
Indagini archeologiche ci consentono di identificare,
anche se non con assoluta certezza, tale edificio con il
piccolo tempio a podio in via S. Spirito, che conserva
tuttora un gradino antico sormontato da frammenti di
cornice.
Lepigrafe n. 17, rinvenuta poco distante da Porta
Consina, testimonia, invece, la probabile esistenza a
Volcei di un teatro, tanto pi che, a conferme di tale
ipotesi, dalla vicina S. Gregorio Magno sappiamo di un
augustale insignito dellhonor biselli, cio del diritto di
sedere a teatro sopra un sedile a due posti.
Sempre forte stato il legame di Volcei con il proprio
territorio, ricco di documentazione archeologica e
caratterizzato da insediamenti sparsi fin dallet arcaica.
58
In et romana grandi ville, destinate essenzialmente alla
produzione di olio e vino e dei prodotti legati alla
pastorizia, costituiscono i centri di grandi latifondi legati
alle famiglie dominanti.
Limportante iscrizione catastale di epoca costantiniana,
conservata nel mastio del castello, attesta che ancora
nella prima met del IV sec. d. C. Volcei era una citt
ben organizzata con un territorio che si presenta, insieme
a quello di Atina, come il pi ricco di insediamenti
agrari.
La citazione di pagi, fundi e prati ci fornisce, inoltre,
preziose indicazioni topografiche per delineare i confini
territoriali di Volcei.
Dei due frammenti di iscrizione a noi pervenuti
conosciamo solo quattro dei pagi in cui si divideva il
territorio, e cio il pagus Forensis, il pagus Naranus, il
pagus Aequanus e il pagus Transamunclanus.
59
Mentre sicura appare la connessione del primo con il
Forum Annii (o Popilii) e del secondo con le Nares
Lucanae, dubbia invece la collocazione degli altri due
sui quali ci si deve limitare alla sola formulazione di
ipotesi.
60
16
C.I.L., X, 415; Insc. It. III, 1, n. 25
Due grossi frammenti, A e B, di calcare grigio, di cui A
composto da due pezzi.
Conservati nel chiostro dellex monastero degli
Agostiniani in localit Tempone, in origine, forse,
dovevano costituire larchitrave del Cesareo, allineati
con un terzo blocco non pervenuto1.
Lappartenenza alla stessa lastra dimostrata dalle
identiche caratteristiche della pietra, dal ductus
epigrafico, ma soprattutto dalla complementariet del
contenuto.
Differentemente dal Mommsen il quale riteneva che i
due blocchi fossero originariamente sovrapposti, si
preferisce qui, data laltezza delle lettere e la presenza di
1 V. BRACCO, Volcei, op. cit.,p. 41.
61
unidentica cornice, la proposta avanzata dal Bracco che
li vede affiancati e ne da una diversa lettura.
Prendendo in considerazione questultima ipotesi,
levidente anomalia nella disposizione del testo che
continua sul frammento B, forse spiegabile con la
mancanza di spazio nel blocco centrale delliscrizione
(A).
Misure: Frammento A: alt. max m. 0,49-0,50; larg. max
m 3,05; prof. max m. 0,45-0,47. Frammento B: alt. max
m. 0,50; larg. max m. 2,32; prof. max m. 0,43.
Lisce, in origine, le superfici iscritte, presentano ora,
data la particolare natura della pietra, sfaldature e lesioni
profonde in pi punti; listelli a guisa di cornice limitano
in alto liscrizione.
Non lavorate, in apparenza , le superfici posteriori, sono
per prive di grosse irregolarit; abbastanza levigate le
facce laterali, superiormente i frammenti presentano lievi
tracce di corrosione.
62
Liscrizione che presenta caratteri grandi e
profondamente incisi, non risulta essere molto accurata
nellesecuzione; lallineatura imperfetta e laltezza
delle lettere diminuisce sensibilmente verso destra.
Altezza delle lettere: L. 1 cm. 12,4-8,6, di cui, sul
frammento B, V misura cm. 8,2 e M cm. 8,5; L. 2 cm.
7,9-5,8; L. 3 cm. 5,0- 4,1; L. 4 cm. 6,2-7,4; L. 5 cm. 5,6-
4,5; L. 6 cm. 4,8-4,1.
Punti: rotondi.
63
[Otacilius --- ex tes]tamento Otacili Galli patris
Caesareum/
[terrae motu?] conlapsum p(ecunia) [s(ua)
r(estituit)] cuius oper(is) dedicatione/
[dedit decurionibus] (sestertios) XXX/
Augusta[l]ibus (sestertios) XX/
vicanis (sestertios) XII ux[oribus]/
decurionum (sestertios) XVI/
5 Augustalium (sestertios) VIII/
vicanorum (sestertios) IIII
L. 1 e 2 Sulla presunta identit dellOtacilius qui citato e
sulla diffusione della gens Otacilia in Lucania si veda
quanto detto nelliscrizione n. 9, commento a L. 1.
Nel corso del I sec. d. C. si affermarono i culti imperiali,
sorsero collegi di Augustali, si diffusero sacerdoti addetti
al culto di imperatori divinizzati.
64
In questo stesso periodo fu costruito a Volcei un tempio
a podio in via Santo Spirito2; si tratta di un edificio di
piccole dimensioni (m. 13 x 8,30) con fronte ad est, di
cui sono andati perduti gli elementi dellalzato, tranne il
podio in blocchi di calcare impostati su una cornice a
gola rovesciata, resti di alcuni rocchi di colonna e parti di
architrave.
Lo scavo ha messo in luce il sistema di fondazione
realizzato con una platea di conglomerato di pietre e
malta che livellava la naturale pendenza della roccia.
Sul lato sud, dove la pendenza era pi marcata, la platea
di fondazione fu contenuta da un muro di terrazzamento,
successivamente rinforzato con una galleria a volta che,
forse, aveva anche funzione di cisterna di raccolta delle
acque piovane.
Sebbene lindagine archeologica non abbia restituito
elementi certi per lidentificazione delledificio con il
2 V. BRACCO, La Valle del Tanagro durante let romana, , X, 1962, p. 447.
65
tempio dedicato al culto dei Cesari, la presenza di
unopera di ricostruzione cos rilevante quale la galleria a
volta, sembra richiamare i lavori di restauro del
Caesareum condotti da parte di Otacilius per
disposizione testamentaria3.
La possibilit, poi, di identificare questultimo con il P.
Otacilius Rufus, che visse sotto Adriano e Antonino Pio,
indurrebbe, quindi, a datare tale ricostruzione intorno alla
met del II sec. d. C.
Vale la pena di notare, infine, che il crollo parziale del
tempio, che rese necessario il restauro, potrebbe essere
attribuibile non tanto alla vetustate, come suggerito dal
Mommsen, ma ad un terrae motu, come sembra
suggerire il termine conlapsum secondo la formula,
spesso attestata dalle iscrizioni antiche, per identificare
gli effetti di un terremoto4.
3 A. LAGI, Il tempio di via Santo Spirito, in Parco Archeologico Urbano dellAntica Volcei, Napoli, 2003, p. 58. 4 V. BRACCO, Volcei, op. cit.,p. 41.
66
L. 3 e 4 Nel giorno della dedicatio, avvenuto molto
probabilmente il primo agosto, fu fatta una distribuzione
di sesterzi ai decurioni, agli Augustali, ai vicani ed alle
loro rispettive mogli.
Per quanto riguarda i vicani non si sa se siamo di fronte
agli abitanti dei vari quartieri della citt, ordinata in vici,
o piuttosto, data la modestia dellespansione urbana di
Volcei, agli abitanti di uno o pi borghi della campagna5;
a tal proposito, il Solin intendeva i vicani come gli
abitanti della parte della citt in cui viveva il
benefattore.6
5 V. BRACCO, La Valle del Tanagro durante let romana, art. cit., p. 465. 6 H. SOLIN, op. cit., p. 27.
67
17
Insc. It. III, 1, n. 26
Frammento del I sec. d. C., di blocco di calcare
biancastro. Rinvenuto nel 1970 nellorto dellavvocato
Umberto Pagnani, fuori Porta Consina, andato distrutto
in seguito al terremoto del 1980.
Misure: alt. m. 0,57-0,49; larg. m. 0.73; prof. m. 0,6.
La faccia iscritta si presentava profondamente lesionata
in alto ed in corrispondenza dei due lati.
68
[---]a Sal[---]
[scaenam? t]ribunalia gr[adus]
s(ua) p(ecunia)
Con molta probabilit liscrizione si riferisce ad un teatro
che si potrebbe forse ubicare nei pressi del luogo di
rinvenimento.1
Si potrebbe addurre come ulteriore prova dellesistenza
di un teatro a Volcei la testimonianza che un iscrizione
(C.I.L., X, 8104), proveniente dal contiguo territorio di
S. Gregorio Magno, fornisce di un honor biselli, cio
del diritto di sedere a teatro sopra un sedile a due posti, a
meno che la prerogativa suddetta debba essere intesa
solo come un titolo onorifico.
1 V. BRACCO, Volcei, op. cit., pag. 43.
69
18
Due grossi frammenti, A e B, di un blocco calcareo
affisso in origine, forse, sui muri del comitium o della
curia nellarea del foro1.
La sua destinazione non chiara, per lincompiutezza
attuale del testo, ma pare che si trattasse di un elenco
tributario redatto in base ad un decreto imperiale di
epoca Costantiniana.
Dati i caratteri epigrafici, la natura della pietra ma
soprattutto la compatibilit del contenuto, si deve
ritenere che i due frammenti appartengano alla stessa
lastra.
Non si pu precisare quale posto il frammento A
occupasse nelliscrizione, sebbene, in base allaltezza
delle lettere, sia ipotizzabile che si trovasse a destra di B;
inoltre evidente che le prime linee di A corrispondano,
1 V. BRACCO, Volcei, op. cit.,p. 20.
70
data la maggior altezza delle lettere, alle linee iniziali
del frammento B.
Frammento A
Iscrizione rinvenuta nel 1980 e pubblicata dal Bracco in
Supplementa Italica, 3, n. 5.
Murata sulla facciata di unabitazione privata in Piazza
Riginaldo Giuliani di fronte alla chiesa madre, oggi non
pi visibile a causa dei lavori di ristrutturazione.
Misure: alt. m. 0,39; larg. m. 0,18.
Altezza delle lettere: cm. 3.
71
[---] i [---]
[---p]retio [---]
[---] vae [---]
f(undus) Gentian[us---]
5 f(undus) Siccit[ianus---]
f(undus) Cagati[ianus---]
ff(undi) Silecia[ni---]
72
L. 2 Il presunto termine [p]retio di grande importanza
in quanto suggerisce di inquadrare lepigrafe come
imposizione fiscale2. Probabilmente limposizione fu
inerente il colonato, che veniva affermandosi in seguito
alla crisi dellantico sistema schiavistico3, cos che i
tributari dovevano essere i coloni iscritti al censo insieme
alla terra.
Se ci vero, evidente che lelenco non concerne tutto
il suolo coltivabile di Volcei, ma solo quella frazione che
era stata assegnata ai coloni vincolati alla terra,
trascurando la piccola propriet, ma anche parte della
grande che ancora era condotta per mezzo di actores e
servi4.
LL. 4, 5, 6 e 7 I gentilizi adombrati nei nomi dei fondi,
Gentius, Siccitius, Cagatius e Silecius, non sono
2 V. BRACCO, Regio III: Lucania et Brutii, , 3, Roma, 1987, p. 68. 3 Ibid. Cfr. F. DE MARTINO, Storia economica di Roma antica, II, Firenze, 1979, p. 412 sqq. 4 V. BRACCO, Regio III: Lucania et Brutii, art. cit., p. 68.
73
documentati prima n a Volcei, n in tutto il resto della
Lucania.
Non possibile, inoltre, localizzare la posizione dei
fondi, mancando per essi linquadramento nel pagus ed
essendo daltronde lager di Volcei molto esteso.
Frammento B
C.I.L., X, 407; Insc. It. III, 1, n. 17
Murato nellangolo sud-occidentale della torre del
castello, dove tuttora visibile.
Misure: alt. max. m. 0,73; larg. max. m. 1,69; prof. max.
m. 0,26.
La faccia anteriore, probabilmente gi in origine non
perfettamente liscia, presenta notevoli sfaldature;
profonde rotture interessano la superficie iscritta, in
particolare negli spigoli e nella zona centrale.
74
Il faccia destra, pi regolare, riporta tracce evidenti del
taglio per la successiva utilizzazione.
Liscrizione nel complesso poco accurata; le lettere,
appena visibili, data la porosit e irregolarit della pietra,
sono incerte e imprecise, laltezza e lo spazio che le
divide diminuisce sensibilmente verso destra a partire
dalla L. 4.
Altezza delle lettere: L. 1 cm. 6.2-5.8; L. 2 cm. 5.8-4.6;
L. 3 cm. 5.6-5.2; L. 4 cm. 4.0-1.8; L. 5 cm. 3.0-2.2; L. 6
cm. 3.2-1.8; L. 7 cm. 3.2-2.8; L. 8 cm. 2.6-2.3; L. 9 cm.
2.5-2.1; L. 10 cm. 2.8-2.1; L. 11 cm. 2.2; L. 12 cm. 3.1-
2.1; L. 13 cm. 2.2-2.0; L. 14 cm. 3.4-2.0; L. 15 cm. 2.8-
1.8; L. 16 cm. 2.3-1.9.
Punti: rotondi e un hedera distinguens alla linea 3.
75
[---princi]pio sacro d(ominorum) n(ostrorum)
Constantini Maxim[i] vener[andi et Licinii
Aug(ustorum)? /
nobilis]simorumque Caesarum Vulceianae ci[vitati-
-- /
Acilio Se]vero et [Vettio R]ufino cons(ulibus) per
Turci[um-/
---] MMDCCCCXC[I]
76
5 [---] X
[---] X
[---] X
[---]VI
[---]VIIII
10 [---]XV
[---]LXXX
[---]XVII
[---]XI
[---]XV
15 [---]IIII
[---XI]
[---]
5 f(undus) Maceriatus m(illenae) LVI
f(undus) Marcellianus m(illenae) LVI
f(undus) Micerianu[s m(illenae)] X
f(undus) Casinianu[s m(illenae)] X
77
k(asa) Oppiana [m(illenae) II]
10 k(asa) Postumia [m(illenae) I]
iug(era) quinquaginta p(ublica?) [m(illenae) I]III
pago Forensi [m(illenae) DCCCVIII]
f(undus) publica m(illenae) XI
f(undus) Pescianianus m(illenae) XIIII
15 f(undus) Pupianus m(illenae) VIIII
f(undus) agellus [m(illenae)] XIIII
[---]
f(undus) Vefeianus m(illenae) XVII
5 f(undus) Fuficianus c(um) sal(tibus) m(illenae)
XVIIII/
f(undus) Curianus m(illenae) XVIII
[f(undus)] Furianus m(illenae) XL
agellus sup(erior) m(illenae) X
agellus inf(erior) c(um) nob(ali?) m(illenae) X
10 f(undus) Mecianus m(illenae) XVI
78
f(undus) Donianus m(illenae) XLVII
[pago] Narano m(illenae) MCLXXXIII
[---] m(illenae) VIII
pr(atus?) Sicinianus c(um) p(ertinenciis?)
m(illenae) CXX/
15 f(undus) Viscifeianus m(illenae) XX
f(undus) [---]us [m(illenae)] XIIII
[---]
f(undus) Tuaenus m(illenae) XLV
5 [f(undus)] Ferocianus m(illenae) XII
f(undus) castra m(illenae) XXIII
f(undus) Dor[nian]us m(illenae) XXVI
f(undus) Modianus m(illenae) XXVIII
k(asa) Korviana m(illenae) XII
10 f(undus) Aequarica c(um) per(tinenciis) m(illenae)
[X]XVIII/
f(undus) Clo[d]ianus m(illenae) XXXVI
79
[f(undus) Sc]e[ta]nus m(illenae) XL
f(undus) Vene[r]ianus m(illenae) XXIIII
f(undus) Aur[i]cius m(illenae) XXVIII
15 f(undus) campu[s] Nar(anus) m(illenae) XL
f(undus) Cicerali[s] m(illenae) XL
pago Aequan(o?) [---]
[---]
f(undus) Muscianus m(illenae) [---]
5 f(undus) Euparia[n]us m(illenae) [---]
f(undus) Ceronianus m(illenae) [---]
f(undus) Oppianus m(illenae) X[---]
pago Tra[n]samunc(lano) m(illenae) I[---]
f(undus) Cefrianus m(illanae) X[---]
10 f(undus) Cesi[ni]anus m(illenae) [---]
f(undus) Vivianus m(illenae) X[---]
tab(ula) Augustaliana m(illenae) X[---]
f(undus) Visolitanus m(illenae) LX
80
f(undus) Pater[ia]nus m(illenae) X[---]
15 f(undus) Venat[ri]nus m(illenae) X[---]
f(undus) Cae[..]linus m(illenae) X[---]
f(undus) Da[su]vius m(illenae) X[---]
[---]
L. 2 Il nome romano Volcei, attestato in varie iscrizioni,
appare qui modificato in Vulcei, primo passo verso la
successiva volgarizzazione in Vulcino e quindi Buccino5.
L. 3 La menzione dei consoli in carica, Acilius Severus e
Vettius Rufinus6, sotto i quali liscrizione venne redatta,
ci consente di datarla con sicurezza nel 323 d. C.
Il Turcius citato nelliscrizione da identificare
probabilmente con Turcio Aproniano, futuro praefectus
Urbi, in quellanno forse corrector Lucaniae et
Bruttiorum7. In proposito E. Champlin8, fondando le sue
5 V. BRACCO, Volcei, op. cit.,p. 22. 6 A. DEGRASSI, op.cit., pp. 79, 144 e 237. 7 A. RUSSI, in Diz. Epigr. di Ant. Rom, s. v. Lucania, p. 1936.
81
conclusioni sul fatto che non sono enunciati nellepigrafe
i proprietari dei fondi, ritiene che Turcius fosse
menzionato non in qualit di corrector, bens di
proprietario.
Col. II, L. 5 Lo scioglimento della sigla M, riportata
accanto a ciascuna propriet, ha dato luogo a pareri
divergenti tra gli studiosi, il Mommsen proponeva
m(odii), il Dlage9 m(illenae). Si preferisce qui
questultima ipotesi soprattutto in vista della voce pretio
riportata alla L. 2 del frammento A, si veda a tal
proposito il relativo commento.
Col. II, L. 6 In nesso I, A e N, in Marcellianus.
Col. II, L. 8 Non facile supporre quale fosse la
collocazione dei fondi menzionati in questa colonna,
mancando per essi il nome del pagus, tuttavia poich il
gentilizio Casinius, deducibile dal fundus Casinianus,
8 E. CHAMPLIN, The Volcei Land-Register ( C.I.L., X, 407), , V, 1980, pp. 13-17. 9 A. DLAGE, La capitation du Bas- Empire, Macon, 1945, p. 220 sqq.
82
attestato solo a S. Gregorio Magno (I.I., III, I, 80), il
pago potrebbe essere individuato in quella zona10.
Col. II, L. 11, Tenendo per fermo che lentit di ogni
millena corrisponde a venticinque iugeri nei terreni
coltivabili di prima classe e cinquanta in quelli di
seconda, Solin11, attribuisce ai cinquanta iugeri qui
indicati un valore effettivo di due millene, accresciute di
altre due in relazione allinventario di uomini e animali.
Egli, inoltre, ritiene che il luogo denominato
genericamente, fosse cos contrassegnato
dallamministrazione volceiana, indipendentemente dalla
superficie agraria.
Col. II, L. 12 Il Pagus Forensis fa sicuramente
riferimento al Forum Annii (o Popilii), posto allestremo
limite meridionale dellager allimbocco del Campus
Atins, la cui costruzione commemorata dal famoso
Elogium di Polla (I.I., III, I, 272).
10 V. BRACCO, Volcei, op. cit.,p. 25. 11 H. SOLIN, op. cit., p. 24.
83
Labitato del foro sorgeva dove ora il Borgo S. Pietro si
raccoglie intorno alla chiesa omonima, mentre la
necropoli era sulla vicina collina detta del Tempio.
Il piccolo centro, oltre a carattere di stazione stradale,
doveva avere un aspetto eminentemente agricolo e
boschereccio, come appare evidente dallelenco di
svariati fondi12.
Col. III, L. 12 Il Pagus Naranus da mettere in
connessione con le Nares Lucanae, localit che, secondo
la proposta avanzata dal Nissen e oggi definitivamente
acquisita, corrisponde al valico dello Scorzo13.
Il nome Nares Lucanae pu essere stato suggerito
dallaspetto del valico, situato fra lalta parete
dellAlburno e unaltura pi modesta , chiamata Serra S.
Angelo, ma, pi che altro, esso riflette limportanza
naturale che il passo aveva nella comunicazione della
Lucania con la Campania.
12 V. BRACCO, La Valle del Tanagro durante let romana, art. cit., p. 465. 13 Cfr. H. PHILIPP, in Realencyclopdie, s. v. Nares, XVI, 2, col. 1715 sqq.
84
Nellelenco delle localit legate al pagus, compare un
pratus Sicinianus (Col. III, L. 14) da mettere in relazione
col paese di Sicignano, che si trova ad appena quattro km
dallo Scorzo, un fundus Aequarica (Col. IV, L. 10) che si
pu riconoscere nella contrada Acquara, ed infine un
campus Naranus (Col. IV, L. 15) la cui stessa
denominazione riporta ad una localit prossima alle
Nares.
Col. IV, L. 4 In nesso U, A ed E in Tuaenus.
Col. IV, L. 16 Riguardo al pagus Aequanus non abbiamo
nessuna notizia che ci possa aiutare nella sua
identificazione, noto solo unaltro pagus cos
denominato nel territorio dei Ligures Bebiani in Irpinia
(C.I.L., IX, 1455).
Col. V, L. 8 In nesso A e M in Transamunclano.
Sullubicazione del pagus Transamunclanus, il Radke ha
ipotizzato che si trovasse oltre il fiume Bianco,
85
supponendo che questultimo, di cui non noto il nome
antico, si chiamasse Amuncla14.
Col. V, L. 12 Una lettura diversa dal supplemento di
Bracco, potrebbe essere tab(erna) Augustaliana proposta
dal Mommsen.
14 Cfr. G. RADKE, in Realencyclopdie, XVII A, col. 760.
86
Capitolo V
EPIGRAFI FUNERARIE
Le epigrafi volceiane, certamente di carattere funerario,
rinvenute nei pressi dellabitato antico sono
complessivamente 19, tutte pubblicate nelle Inscriptiones
Italiae.
La documentazione disponibile, legata essenzialmente a
scavi realizzati alla fine dellOttocento, permette di
individuare larea destinata alla necropoli del
municipium sulle pendici sud-occidentali dellaltura,
lungo via Roma e localit Tempone.
Le sepolture dovevano essere disposte lungo la viabilit
principale che risaliva il versante della collina fino a
Porta Consina.
Le epigrafi sono state disposte seguendo lordine alfabetico dei nomina.
87
In alcuni casi invece, stele e cippi funerari sono stati
reimpiegati allinterno di strutture murarie sia medievali
che moderne nel centro storico.
La tipologia delle tombe, fossa rivestita da tegole, urna,
ara o stele, e il rituale funerario, inumazione e
cremazione, sembrano rispecchiare la variet di tipi e
rituali propria del mondo romano tra il I ed il pieno III
sec. d. C.
Allinterno della necropoli larea era probabilmente
divisa in lotti, con spazi riservati agli appartenenti a
singoli collegia.
Le iscrizione infatti menzionano collegia dendrofororum
(n. 26 e 27), sodales geniales (n. 23), membri di un
collegium probabilmente funeraticium (n. 30 e 31) e socii
(n. 29).
Sono pochi i titoli che accennano alle attivit, ai mestieri
ed alle cariche pubbliche dei vari personaggi: ricordiamo
un Pubblius Allius Annius, aedilis e quattuorvir (n. 22),
88
un Dionysius, actor (n. 24 e 25), un Quintus Poppaedius
Cato, questor e Quinquennalis (n. 349).
Per quanto riguarda lonomastica, le epigrafi funerarie
testimoniano i nomi delle pi note e ragguardevoli gentes
lucane quali la Allia, la Allidia, la Bruttia, la Insteia e la
Poppaedia.
Accanto a queste ve ne sono delle altre meno note o
scarsamente documentate come la Andria, la Casinia, la
Herennia, la Iulia, la Iuventia e la Postumia.
Le gentes sinora considerate, sono collocabili tutte,
grosso modo, tra il I ed il II sec. d. C.1 Ci induce a
supporre una successiva contrazione della popolazione
coerentemente con la crisi demografica generale
verificatasi nel corso del III sec. d. C.2
1 V. BRACCO, Criteri e note per una cronologia della gentes in Lucania,art. cit., p. 116 sqq. 2 Cfr. M. ROSTOVZEV, Storia economica e sociale dellimpero romano, trad. it., Firenze, 1953, p. 551.
89
A sostegno di tale tesi si pu citare lepigrafe tributaria
volceiana del 323 d. C. (C.I.L., X, 407), che ci mostra
una onomastica in gran parte rinnovata.
Sebbene non si abbiano epigrafi datate con esattezza, i
caratteri epigrafici, le caratteristiche ortografiche e il
quadro onomastico pocanzi illustrato, permettono di
inquadrarle, con sufficiente sicurezza, tra il I ed il III sec.
d. C.
90
19
C.I.L., X, 424; Insc. It. III, 1, n. 27
Ara sepolcrale di et imperiale, in pietra calcarea.
Vista da Mommsen in via Santo Spirito, ora si trova nel
piccolo giardino antistante Palazzo Forcella.
Misure: alt. m. 0.54; larg. m. 0.38-0.45; prof. m. 0.38-
0.43.
Lo specchio iscritto, delimitato da modanature, in parte
ricoperto da una patina brunastra. Modanate e lisce la
faccia posteriore e quelle laterali, che peraltro risultano
ora alquanto corrose.
Sebbene le abrasioni rendano meno facile giudicare, le
lettere appaiono di discreta fattura; il ductus irregolare.
Altezza delle lettere: L.1 cm. 3.1-3.3; L.2 cm. 3.8-4.0.
Punti: assenti.
91
Allidiae C(ai) f(iliae) St
[atu]tae matri
L. 1 Notiamo che il gentilizio Allidius, testimoniato in
altre iscrizioni lucane (I.I., III, I, 10, 84, 179 e 114),
rientra, a parere del Conway1, tra quei nomi che possono
celare unorigine non propriamente latina; si allude 1 R. S. CNWAY, The Italic Dialects, I, Cambridge, 1897, p. XXV. Cfr. E. PAIS, La persistenza delle stirpi sannitiche nellet romana e la partecipazione di genti sabelliche alla colonizzazione romana e latina, >, VI, 1918, p. 415 sqq.
92
quindi alla persistenza di gentilicia lucani in seno alla
regione gi romanizzata.
L. 2 Lintegrazione da ritenersi sicura in base al
rinvenimento, nel vicino territorio di Valva, di
uniscrizione in cui compare lo stesso personaggio.
Lindicazione della filiazione ci consente di affermare,
con sufficiente sicurezza, che la dedicataria fosse nata
libera.
Nel CIL la presenza del cognomen Statutus/a
testimoniata da 28 uomini, 8 donne ed uno schiavo2.
2 I. KAJANTO, The Latin Cognomina, Helsinki, 1964, p. 256.
93
20
C.I.L., X, 8113; Insc. It. III, 1, n. 28
Ara sepolcrale di et imperiale in pietra calcarea.
Rinvenuta nel 1880 nei pressi dellex monastero degli
Agostiniani in localit Tempone, durante i lavori di
costruzione dellomonima strada1; conservata nel museo
archeologico di Buccino.
Misure: alt. m. 1.07; larg. m. 0.45-0.51; prof. m. 0.54-
0.58.
Modanata la faccia anteriore, appare liscia nella sua parte
destra, meno in quella sinistra, il che potrebbe motivare
lasimmetria delliscrizione e potrebbe indurci a pensare
che lara sia stata riutilizzata.
Modanate e lisce le facce laterali, ora alquanto corrose,
ruvida e senza modanatura quella posteriore.
1G. FIORELLI, Notizie Scavi, 1880, p. 354.
94
Campo epigrafico sormontato da un piccolo frontone con
dischi acroteriali stilizzati.
Le lettere appaiono nel complesso di fattura mediocre
cos come lordinatio.
Altezza delle lettere: L.1 cm. 6.4-6.7; L.2 cm. 6.2-6.4;
L.3 cm. 6.3-6.6.
Punti: assenti.
95
C(aio) Allio
Cinna
Mo
L. 1 Il gentilizio ricorre in altre iscrizioni a Volcei
(C.I.L., X, 8105) e nel resto della Lucania (C.I.L., X,
147, 231, 449).
L. 2 Se questo personaggio fosse liberto o nato libero
non si pu dire. La mancanza di filiazione, come della
qualifica di liberto, un argomento senza valore, nella
fase tarda a cui si deve fare riferimento; ugualmente, la
possibilit di dedurre lo stato civile di un personaggio dal
cognomen, limitata ed i risultati tuttaltro che sicuri.
Tuttavia preferibile ritenere che si tratti di un liberto,
tanto pi che il cognomen Cinnamus, tra quelli derivati
dalla flora, particolarmente frequente tra servi e
liberti2.
2I. KAJANTO, op. cit., pp. 88-89.
96
21
Insc. It. III, 1, n. 43
Frammento di iscrizione di et imperiale in pietra
calcarea.
Murato sulla facciata della casa di Ciro Annunziata, in
via Santo Spirito1, probabilmente andata distrutta con il
crollo dellabitazione in seguito al terremoto del 1980.
Misure: alt. m. 0.37; larg. m. 0.20.
1 V. BRACCO, Trentadue iscrizioni inedite delle valli del Sele e del Tanagro, , XXIV, 1969, p. 227.
97
[---Cin]namo
[---opti]mo con(iugi)
[-----]
L. 1 E possibile integrare, con sufficiente sicurezza, il
cognomen del dedicatario in base al ritrovamento a
98
Volcei di unara sepolcrale che ne testimonia la presenza.
Si veda a proposito liscrizione n.20.
Probabilmente la linea doveva contenere praenomen e
nomen del dedicatario.
L. 2 Sul margine sinistro vi sono scarse tracce di un
segno verticale che potrebbe interpretarsi come M.
L. 3 In basso a destra, si vedono gli apici di due lettere
non identificabili che, probabilmente, sono da riferirsi al
nome della dedicante.
99
22
C.I.L., X, 8105; Insc. It. III, 1, n. 29
Ara sepolcrale di et imperiale in pietra calcarea.
Rinvenuta nel 1880 nei pressi dellex monastero degli
Agostiniani in localit Tempone, durante i lavori di
costruzione dellomonima strada1; conservata nel museo
archeologico di Buccino.
Misure: alt. m. 0.94; larg. m. 0.38-0.52; prof. m. 0.31-
0.37.
Modanate e lisce la faccia anteriore e quelle laterali, ora
alquanto corrose, lesionata la faccia posteriore.
Campo epigrafico sormontato da un piccolo frontone con
dischi acroteriali stilizzati, sul quale incisa la formula
rituale abbreviata di consacratio ai Manes.
1G. FIORELLI, art. cit.,p. 354.
100
Liscrizione presenta nellinsieme una certa cura e,
malgrado le abrasioni rendano meno facile giudicare, le
lettere sembrano abbastanza regolari.
Altezza delle lettere: L.1 cm. 3.2; LL.2 e 3 cm. 3.5-3.7;
L.4 cm. 3.8-4.0; L.5 cm. 3.2-3.4; LL. 6 e 7 cm. 3.0-3.2;
L.8 cm. 3.1-3.3; L.9 cm. 2.9-3.0.
Punti: rotondi.
101
D(is) M(anibus)
P(ublius) Allius Magnill
ianus vixit annis
XX et me
5 [n]sibus tribus. P(ublius) Alli
[u]s A[n]n[i]us, aed(ilis), IIIIvir,
et [.]ia Nucerina
se viv[o ben]e merent[i]
filio et sibi p[o]sueru[nt].
L. 2 Il dedicatario presenta una formula onomastica
completa. Il gentilizio ricorre in altre iscrizioni a Volcei
(C.I.L., X, 8113) e nel resto della Lucania (C.I.L., X,
147, 231, 449).
L. 3 Si noti la legatura delle lettere N ed I in annis.
L. 4 Sebbene la linea risulti incompleta nella sua parte
sinistra a causa della lesione del blocco, non si ritiene
necessaria una integrazione del numerale.
102
Infatti, essendo tale linea pi breve rispetto alle altre,
possiamo ipotizzare che il lapicida abbia voluto lasciare
uguale spazio vuoto a destra e a sinistra.
L. 7 Non possibile fare ipotesi attendibili sul gentilizio
della dedicante, sebbene possiamo calcolare, con
sufficiente sicurezza, che manchino quattro lettere,
considerato come esse risultano serrate le une alle altre.
Il cognomen, che ricorre anche in unepigrafe rinvenuta a
Pompei (C.I.L., X, 1075), pu rientrare nel quadro
onomastico di Nuceria Alfaterna.
L. 8 Si noti la legatura delle lettere M ed E in merenti.
Lara posta dal magistrato Publius Allius Annius e dalla
moglie Nucerina per se stessi ed in memoria del figlio
benemerito Publius Allius Magnillianus, morto
prematuramente.
103
23
C.I.L., X, 8109; Insc. It. III, 1, n. 30
Ara sepolcrale di et imperiale in pietra calcarea, andata
perduta.
Rinvenuta nel 1880 nei pressi dellex monastero degli
Agostiniani in localit Tempone, durante i lavori di
costruzione dellomonima strada1.
Misure: alt. m. 0,80; larg. m. 0,35.
D M
ANDRIAE AVCTAE
SODALES GENIALES
P
1G. FIORELLI, art. cit., p. 354.
104
D(is) M(anibus)
Andriae Auctae
sodales geniales
p(osuerunt)
L. 2 In nesso A ed N in Andriae ed V e C in Auctae.
Se la dedicataria fosse liberta o nata libera non si pu
dire, tanto pi che il cognomen Auctus, molto frequente a
Roma, in uso tanto tra schiavi quanto tra ingenui2.
Non ricorrono, a Volcei ed in altri centri della Lucania,
altre testimonianze del gentilizio Andria. A tal proposito
H. Solin si domanda se Andria non sia da vedere come
nome servile al maschile, simile ad Andrias, che dunque
risulterebbe servo di Aucta3.
L. 3 Si intende per sodales geniales il collegio dei
cultores Genii.
2 I. KAJANTO, op. cit., p.18. 3 H. SOLIN, op.cit., p. 28.
105
Il genio, nella religione romana, era lo spirito protettore
di un individuo, di cui costituiva anche il principio vitale
che nasceva e moriva con lui. In epoca imperiale, il culto
acquist una dimensione pubblica con listituzione del
culto del genio dellimperatore vivente e lattribuzione di
un genio anche a luoghi, a comunit, alla citt di Roma e
perfino agli dei.
Il collegio dei cultores nacque probabilmente con un fine
prettamente religioso; in seguito, il bisogno di procurare
agli associati una degna sepoltura, cominci a costituire
la principale ragione dessere degli stessi.
I cultores adempivano a tale scopo o disponendo di una
sepoltura comune, o pagando allerede del defunto una
certa somma per il funerale o provvedendo essi stessi al
seppellimento, come in questo caso.
Per quanto riguarda poi lammissione delle donne a tale
collegio, risulta dalle fonti epigrafiche che esse non solo
venivano accolte ma vi ricevevano anche cariche ed
106
onori. Tuttavia, in questo caso, non possibile
concludere se la donna, oggetto della dedica, facesse
effettivamente parte del collegio, perch la societ
poteva essere mossa dal desiderio di far cosa grata a
qualche socio o protettore4.
4 E. DE RUGGIERO, in Diz. Epigr. di Ant. Rom, s. v. cultores, pp. 1295-1317.
107
24
C.I.L., X, 419; Insc. It. III, 1, n.31
Ara funeraria di et imperiale in pietra calcarea.
Descritta per la prima volta nella seconda met del XVI
secolo, riutilizzata successivamente sulla porta dellex
monastero degli Agostiniani, ora conservata nel museo
archeologico di Buccino.
Misure: alt. m. 1.14; larg. m. 0.49-0.54; prof. m. 0.45-
0.50.
Lo specchio iscritto, delimitato in alto da una superficie
scabra ed in basso da modanature, misura cm. 49 x 57.
Sulla faccia destra scolpito a rilievo un cantaro, mentre,
su quella sinistra, leggermente lesionata in basso,
scolpito un urceo. La faccia posteriore risulta levigata
solo nella sua parte sinistra in corrispondenza di due fori
di forma rettangolare, probabilmente utilizzati per il
sostegno dellara.
108
Le lettere appaiono di discreta fattura; disposte in modo
non molto simmetrico le linee.
Altezza delle lettere: LL. 1 e 2 cm. 6.6-6.8; L.3 cm. 6.3-
6.5; L.4 cm. 5.8-6.0; L.5 cm. 5.5-5.7; L.6 cm. 5.3-5.5;
L.7 cm 5.4-5.6.
Punti: assenti
109
C(aio) Bruttio D[i]
onysio f(ilio) dul
cissimo vi
xit ann(os) VIII
5 mens(es) XI d(ies) XVI
Dionysius pat(er)
act(or)
L. 1 Il gentilizio largamente testimoniato a Volcei ed in
altri centri della Lucania, a tal proposito si veda quanto
detto nelliscrizione n. 10, commento a LL. 1 e 2.
Tra gli appartenenti a questa gens spicca per importanza
C. Bruttius Praesens, console due volte nellanno 153 e
180 e suocero dellimperatore Commodo1.
L. 2 Il dedicatario presenta una formula onomastica
completa. La sua condizione di liberto si rivela
agevolmente dal gentilizio a lui concesso con
1 PLIN., Epist. VIII, 3
110
laffrancamento dalla schiavit e dallaggiunta, come
cognomen, del nome del padre di condizione servile.
L. 6 Il nome servile Dionysius risulta avere una chiara
impronta greca. E verosimile inoltre, che egli fosse
anche il dedicante di unaltra epigrafe rinvenuta a Volcei
(C.I.L., X, 420), questa volta posta in memoria della
moglie.
L. 7 Lactor, qui indicato con formula abbreviata, era in
genere colui che amministrava gli interessi di un terzo;
per lo pi si occupava dellamministrazione dei fondi e
quindi anche delle industrie annesse ai medesimi.
Generalmente tale compito era svolto da servi, ma,
specialmente nei municipi, compaiono con funzione di
actor anche ingenui; rarissimi invece sono i casi di
liberti2.
2 E. DE RUGGIERO, in Diz. Epigr. di Ant. Rom, s. v. actor, p. 66.
111
25
C.I.L., X, 420; Insc. It. III, 1, n. 32
Ara sepolcrale di et imperiale andata perduta.
Descritta per la prima volta da Kaibel nel decimo volume
del CIL come: Cippus ingens litteris semipedalibus. Ad
Buccinum in massa Marii Mago.
D M
[.]RVTTIAE
HELICENI
[.]ONIVGI IN
5 [..]MPARA
[..]LI DIONYSIVS
ACT
112
D(is) M(anibus)
[B]ruttiae
Heliceni
[c]oniugi in
5 [co]mpara
[bi]li Dionysius
Act(or)
L. 2 Sulla diffusione del gentilizio a Volcei ed in altri
centri della Lucania si veda quanto detto nelliscrizione
n.10, commento a LL.1 e 2.
Dal cognomen di impronta greca della dedicataria,
possiamo dedurre che si trattasse di una liberta.
L. 6 Il dedicante risulta essere lo stesso di unaltra
epigrafe rinvenuta a Volcei (C.I.L., X, 419). A riguardo
si veda nuovamente liscrizione n.24, commento alle
LL.6 e 7.
113
26
C.I.L., X, 8107; Insc. It. III, 1, n. 33
Ara sepolcrale di et imperiale in pietra calcarea.
Rinvenuta nel 1880 nei pressi dellex monastero degli
Agostiniani in localit Tempone, durante i lavori di
costruzione dellomonima strada1; conservata nel museo
archeologico di Buccino.
Misure: alt. m. 1.22 circa; larg. m. 0.54 nella parte
mediana; la profondit, a causa delle gravi rotture della
parte posteriore dellara, non rilevabile con sicurezza,
ma supera certamente la misura minima di m. 0.28.
La faccia anteriore, ora alquanto corrosa, lesionata in
basso ed in alto a destra; non levigate le facce laterali.
Il campo epigrafico risulta sormontato da un piccolo
frontone con dischi acroteriali stilizzati, sul quale incisa
la formula rituale abbreviata di consacratio ai Manes.
1G. FIORELLI, art. cit., p. 354.
114
Liscrizione risulta nel complesso di buona fattura;
abbastanza simmetrica la disposizione delle linee.
Altezza delle lettere: L.1 cm. 5.6; L.2 cm. 5.2-5.4; LL.3 e
4 cm. 5.3-5.5; L.5 cm. 5.2-5.3.
Punti: rotondi
115
D(is) [M(anibus)]
L(ucio) Bruttio Hir
piniano colle(gium)
dendropho
5 rorum
L. 2 Sebbene il destinatario della dedica non sia ricordato
come liberto, dato che il cognomen Hirpinianus, come
del resto tutti quelli di derivazione etnica,
particolarmente frequente tra schiavi e liberti2, possiamo
dedurre che il gentilizio gli sia stato concesso con
laffrancamento dalla schiavit. Sulla diffusione del
gentilizio a Volcei ed in altri centri della Lucania si veda
quanto detto nelliscrizione n.10, commento a LL. 1 e 2.
LL. 3 e 4 Il collegio dei dendrofori, che ricorre anche in
unaltra iscrizione a Volcei (C.I.L., X, 8108), risulta
essere, durante il periodo imperiale, unassociazione
2I. KAJANTO, op. cit., p. 185.
116
professionale ed insieme religiosa attinente al culto della
divinit frigia Cibele e del suo paredro Attis. Compito
principale dei dendrofori era quello di portare, il 22
marzo di ogni anno, nel tempio della Magna Mater, un
sacro pino, albero sotto il quale Attis si era evirato. La
rievocazione della sua morte e della successiva
resurrezione, che costituiva il nucleo principale di tale
cerimonia, era legata alleterno morire e rinnovarsi della
natura. Per quanto riguarda poi lattivit industriale di
tale corporazione, sulla quale le fonti epigrafiche
tacciono, il significato del termine dendroforo (portatore
di alberi) e lattinenza al culto di Cibele, dea delle
montagne e della natura selvatica, ha indotto a credere
che tale attivit fosse legata al legname e che essi,
quindi, svolgessero il mestiere di tagliatori e
commercianti di legna3.
3 J. P. WALTZING, Etude historique sur les corporations professionnelles chez les Romains, Louvain, vol. I, 1895-1900, pp. 240-253.
117
E oggi opinione diffusa che i dendrofori, oltre alle
mansioni a cui abbiamo appena accennato, dovessero
prestare anche unoccasionale servizio in caso di
incendio. Ad avvalorare questa tesi il particolare
legame che risulta esserci con i due collegi dei fabbri e
dei centonari, i quali certamente erano impiegati come
pompieri4.
Quasi tutti i collegi professionali, inoltre, si occupavano
della sepoltura dei loro affiliati, contribuendo in tutto o
in parte alle spese dei funerali, o altrimenti offrendo loro
la sepoltura in un area di propria pertinenza, come
probabilmente avvenuto in questo caso, dato che sono
stati rinvenuti, nel medesimo luogo, due titoli sepolcrali
posti dal collegio dei dendrofori.
Cfr. G. MENNELLA G. APICELLA, Le corporazioni professionali nellItalia romana. Un aggiornamento al Waltzing, Napoli, 2000. 4 Ibid., vol. II, 1895-1900, pp. 193-207.
118
27
C.I.L., X, 8108; Insc. It. III, 1, n. 34
Ara sepolcrale di et imperiale in pietra calcarea.
Rinvenuta nel 1880 nei pressi dellex monastero degli
Agostiniani in localit Tempone, durante i lavori di
costruzione dellomonima strada1; conservata nel museo
archeologico di Buccino.
Misure: alt. m. 1 circa; larg. m. 0.39-0.50; la profondit,
a causa delle gravi rotture della parte posteriore dellara,
non rilevabile con sicurezza, ma supera certamente la
misura minima di m. 0.31.
Specchio epigrafico delimitato da cornice modanata; al
di sopra della cornice un piccolo frontone con dischi
acroteriali stilizzati, sul quale incisa la formula rituale
abbreviata di consacratio ai Manes.
1G. FIORELLI, art. cit., p. 354.
119
La faccia anteriore lesionata in basso a destra ed in alto
a sinista, modanate e lisce le facce laterali. Liscrizione si
presenta nellinsieme regolare ed abbastanza accurata.
Altezza delle lettere: L.1 cm. 5.6-5.7; L.2 cm. 4.3-4.4;
L.3 cm 4.8-5.0; L.4 4.2-4.4; LL.5 e 6 cm. 4.4-4.5.
Punti: assenti
120
D(is) M(anibus)
M(arco) Casinio
Firmo
collegius
5 dendrofo
rorum
L. 2 Il dedicatario presenta una formula onomastica
completa. Il gentilizio ricorre in altre due iscrizioni a
Volcei (C.I.L., X, 422, 8114).
L. 3 Se il personaggio fosse liberto o nato libero non si
pu dire con sicurezza, tuttavia, dato che il cognomen
Firmus, come del resto tutti quelli indicanti virt, si
presta bene ad essere inteso come un antico nome di
servo, sembra giusto credere che si tratti di un liberto2.