CCAALLEENNDDAARRIIOO LLEETTTTEERRAARRIIOO Quarta Edizione
a cura di Giovanna Esse
con la partecipazione di:
AANNNNAA MMAARRIINNOO
BBAARRBBAARRAA CCOOMMEELLEESS
BBAARRBBAARRAA PPEEDDRROOLLLLOO
DDEESSIIRRÈÈEE CCHHAARRMMAANN
EEMMMMAA CCAANNNNAAVVAALLEE
FFEEDDEERRIICCAA GGAASSPPAARRII
FFEEDDRRAA CCAAMMPPII
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LLIILLIIAANNAA TTUUOOZZZZOO
LLIINNDDAA LLEERRCCAARRII
MMAARRTTIINNAA SSEEMMIILLIIAA
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YYLLEENNIIAA BBAAGGAATTOO
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PPrreesseennttaazziioonnee Cari amici, pian pianino siamo arrivati alla 4° edizione del Calen-dario. Quest’anno gli Scrittori partecipanti erano talmente tanti che abbiamo dovuto optare per un sistema di pubblicazione di-verso e, magari, anche più funzionale. Infatti, il Calendario diven-ta... mensile. In appositi “contenitori” web, come meetale, Sway, Google+ e forse altri, pubblicheremo tutta la mole di materiale che arriva dalla nostra creatività e suggerito dalla nostra passio-ne: racconti, poesie, ricette, consigli, disegni... persino un piccolo Oroscopo personalizzato. L’altra caratteristica di questo nostro Calendario è il tema: l’Eros, in quanto componente fondamentale dell’Amore, raccontato nella sua connotazione al femminile. Questo calendario celebrerà la Donna ma non con i classici slogan o i consunti luoghi comuni: bensì quella vera, piena di passioni e incertezze, attenta e frivola; oggi di fuoco, domani glaciale. Quella Donna che a volte viene fraintesa, in questa società “mordi e fuggi”, dove tanti sono dispo-sti a credere che tutto si può comprare e in certi casi, purtroppo, ottenere anche ricorrendo alla violenza. Le donne, gli Amori e... i Cavalieri che troverete nel Calendario sono un ritratto, un piccolo contributo alla comprensione del com-plicato e affascinante universo femminile, raccontato da chi ha fatto della comunicazione artistica più che un hobby, una Passio-ne... (speriamo apprezzata e contagiosa). Buon Anno nuovo e Pace a tutti.
Date alle donne occasioni adeguate ed esse potranno fare tutto.
Oscar Wilde
GGeennnnaaiioo 22001166,, iinn ccoommppaaggnniiaa ddii::
Due bellissimi racconti trattati con la maestria di due dei nomi più conosciuti e apprezzati nel nostro gruppo di ap-passionati: Ulisse (Giusy) che ammanta di poesia e di emozioni ogni argomento trattato nelle sue composizioni. Antonio Borghesi (Tony the sub) con la sua abilità a tra-sformare in un appassionato reportage ogni esperienza, arricchendola col suo punto di vista, ironico e sferzante.
Vladimiro Merisi con una delicata e preziosa poesia. Mela e il suo piccolo spazio al femminile, con una ricettina
golosa ma semplice, ideale per chi non vuole rinunciare al dolce, persino dopo le Feste natalizie.
L’oroscopo per tutti, elaborato a grandi tratti da Pakal, per il mese di gennaio.
I palpitanti ed erotici disegni di Mauro A. concessi in e-sclusiva per il nostro Calendario 2016.
Per i lettori più attenti ed esigenti, appassionati dell’Eros a tinte forti, ricordo che il File Integrale di questo calendario si può scari-care in PDF dal sito:
http://giovannastory.altervista.org/
TThhee WWhhaallee
di Ulisse
Acab oscillava da mesi sospinto fra inferno ed estasi, aveva
perso la pace e forse stava perdendo anche la ragione. Lui
lo odiava quel mostro, ne era sicuro. Era diventata
un’ossessione, un assillo che nascondeva la verità di un se-
greto inconfessabile. Un desiderio malato.
Ogni notte sognava la balena, immane smisurata e bianca,
eppure nel sogno lui la amava. Era invaghito della sua car-
ne pallida e soda, desiderava toccarla, circondare la sua e-
normità, possederla. Ma come si può desiderare di possede-
re un mostro? Per liberarsi da questa insania, doveva averla
a qualsiasi costo. Fantasticava di trafiggerla col suo arpione
una, due molte volte, per donarle una giusta morte. Solo in
questo modo, anche lui sarebbe morto e avrebbe finalmente
ritrovato la serenità.
Di giorno si esibiva nella parte del capitano astuto, spietato
e tutti lo credevano autentico. Ma il vile segreto che porta-
va nascosto in sé, ingigantiva la sua ansia di possesso così,
ad ogni avvistamento diventava sempre più crudele verso
di lei, supportato dal fedele equipaggio. Moby Dick, appa-
riva indifferente verso quel gruppetto di uomini e insensibi-
le alla loro malevolenza. Bastava la sua mole a difenderla,
li scorgeva solo quando riemergeva per respirare, necessa-
ria funzione vitale, dopo tornava a inabissarsi nelle profon-
dità del mare, al sicuro.
La fantasia del capitano divenne follia, la balena era sem-
pre sfuggente e questo lo portò a scegliere una strategia di-
versa. Ci furono fra lui e il mostro lunghi scambi di sguardi
indecifrabili, lanci di arpioni leggeri che lei, scambiò per
carezze.
Ad ogni tiro, una cima sottile e robusta si avvolgeva stretta
intorno al suo grande corpo... aspettava Moby Dick , lui era
cambiato, qualcosa doveva accadere.
Una notte, sicuro che neanche uno dei suoi marinai lo a-
vrebbe visto, Acab si scaraventò con un rampino su di lei.
Nessuno dei due ebbe paura delle conseguenze, così im-
mediatamente si ritrovarono avvinghiati, in una danza di
morte e liberazione, in un’alienazione di possesso, presso-
ché simile all’amore.
La balena si fece docile e lui la trafisse finalmente. Una
volta sola ma in profondità, quasi fino al cuore. Godettero
insieme di quell’ordalia fra sangue, lamenti sommessi e la-
crime.
Il capitano si sistemò dentro il suo universo bianco, fu as-
sorbito completamente e desiderò che fosse per sempre.
Lei lo racchiuse come un’offerta, con un colpo di coda lo
incollò meglio al suo corpo, in quel momento sentì che a-
veva smesso di essere per lui un mostro.
Acab ora era la balena e lei era il capitano. Tremavano en-
trambi per questa rivelazione inattesa, un’osmosi totale che
durò il tempo di una notte.
All’alba con le prime luci, qualcuno si accorse, li vide e ur-
lò - Il capitano, correte!- Capirono... Forse intuirono qual-
cosa, ma non vollero crederci, non potevano.
Tutto l’equipaggio intervenne nel salvataggio. Tagliarono
le cime per liberare Acab, divenuto ormai pazzo e uccidere
il mostro.
Ci fu una gran lotta, un ribollire di schiuma, grida e be-
stemmie, si lanciarono uncini e arpioni, ma lo scontro fu
impari perché la balena non reagiva, si era arresa.
Acab l’aveva abbandonata nelle loro mani, in balia del loro
terrore cieco. La guardava solo da lontano, ormai in salvo,
senza dare ordini, senza muovere un dito per difenderla. Lo
sguardo triste e impotente.
Era una cosa contro natura, come poteva persuaderli che si
poteva amare anche un mostro?
Fu quello sguardo e non le ferite a centinaia sulla pelle
spessa, a infliggerle la morte, presa come una liberazione.
Emerse svogliata solo due volte, gli ultimi respiri. Poi si la-
sciò scivolare giù. Tutti la guardarono sollevati, mentre
scompariva in fondo al buio dell’oceano.
La notizia fece grande scalpore, “A diciassette anni si to-
glie la vita lanciandosi dal balcone di casa. Non si spiega-
no i motivi di questo insano gesto. Isabella, frequentava
con profitto la scuola, era stata una brava figlia, usciva
poco. Da grande voleva diventare biologa marina. Pesava
centotredici chili, gli amici affettuosamente la chiamavano
Moby Dick”.
Acab cioè Massimo, smise di essere capitano. Scelse di di-
ventare un mozzo, e tale sarebbe rimasto per tutta la sua vi-
ta, lo sguardo triste non lo avrebbe lasciato più.
Nel giro di un mese comunque, altri avvenimenti più pic-
canti e scabrosi ebbero il posto d’onore nei talk show e sul-
le testate dei giornali.
VVoogglliioo iinnvviittaarrttii aa uunn bbaalllloo
di Vladimiro Merisi
Voglio invitarti
a un ballo:
― qualcosa di esclusivo,
che lasci senza fiato ―
senza effetti speciali
luci multicolori…
per orchestra
un violino
nel salone deserto.
Il tuo fiato sul collo
le dita sui tuoi fianchi
le caviglie sottili
che calpestano l’aria,
e le mani intrecciate
con garbata energia
e il tuo cuore che
al mio
sussurra i suoi pensieri.
Certo, è occorsa una
Vita
per giunger fino a
qui,
ma in fondo cosa importa:
io volteggio,
Tu accogli.
segue
E si realizza il Sogno,
certo il più
inaspettato,
in una dimensione
che distilla euforia,
quello a cui Tu aspiravi
quando ansiosa scrivevi:
“Vorrei andare a un ballo,
vorrei andarci
con Te.”
DDiivvaaggaannddoo 22
di Tony the sub
«Ha sentito quello che è successo?» «Ho anche visto e non
ho parole» «No! No! Le parole ci sono eccome. E ci sareb-
bero anche i fatti. Sa che farei? Io, a quei vigliacchi terrori-
sti che sparano sulla folla uccidendo gente inerme, li sbat-
terei a Guantánamo e li torturerei ogni giorno, in modo tale
che vivano nel terrore di quello dopo. Tutti i santi giorni
della loro vita sciagurata.» «Sì, ma non si può dar tutta la
colpa a loro …» «Perché? Non sanno quello che fanno? Lo
sanno benissimo! Ha visto le loro foto di quando sgozzano
i cosiddetti infedeli?» «Beh sì, ma se lei crede alle foto…»
«A Parigi non ci sono solo foto, ci sono fatti.» «Ma se la
sono cercata! Che bisogno c’era d’andare a distruggere i
loro villaggi solo per ottenere del petrolio e le loro terre. E
poi anche quei giornalisti di Charlie Hebdo che hanno sbef-
feggiato il loro Dio. Dai che se lo meritavano. La religione
non si tocca. Lo dice anche il proverbio: “Scherza coi fanti
ma lascia stare i santi”» «È solo una stronzata italiana.
Come quella tipica nostra di tergiversare quando c’è in atto
una vera guerra.» «Ma loro a noi non la farebbero se non li
attaccassimo. Guardi al passato. Non ci hanno mai attacca-
to.» «Sicuro? Quanto indietro vuole andare? La prima volta
fu l’invasione araba del 711 della penisola spagnola, ai
tempi occupata dai visigoti? È da lì che hanno cominciato a
voler impossessarsi dell’Europa. Meno male che furono
fermati a Poitiers nel 732 da Carlo Martello che impedì lo-
ro d’occupare anche le Asturie. Nel resto della Spagna però
ci rimasero fino al 1085 quando, essendosi suddivisi in tan-
te piccole taife (bande), gli asturiani, i castigliani e i navar-
resi ne approfittarono e, riuniti sotto Alfonso VI di Catalo-
gna, li rimandarono a quel paese.» «A quei tempi avevano
portato benessere e cultura» «In un certo senso sì. Quando
erano tutti uniti. Poi si divisero in taife e iniziarono a litiga-
re tra di loro. Chi seguiva alla lettera il loro libro, chi inve-
ce lo interpretava.» «Proprio come oggi.» «Esattamente.
Sempre e solo per la propria convenienza. I più intransi-
genti (adesso li chiamano fondamentalisti) con la scusa di
seguire alla lettera la parola di Dio scritta nel libro, che
quindi diventa Dio stesso, vogliono prevaricare su quelli
che tacciono non potendo far altro, altrimenti dovrebbero
abiurare e diventare infedeli, col pericolo di farsi sgozzare
secondo gli ordini di Allah sull’apostata: “Messo a morte o
crocefisso o mani e piedi amputati da parti opposte (sura
5:34)” e anche: “Instillerò il terrore nel cuore dei non cre-
denti, colpite sopra il loro collo e tagliate loro la punta di
tutte le dita” [Sura 8:12].» «Allora non c’è scampo né per
noi né per loro» «No una soluzione ci sarebbe»
«Un’unione di tutti i potenti che mandino le truppe sul ter-
reno e li distruggano una volta per tutte?» «Sarebbe una
possibilità, però difficile da attuare. Tra i potenti ci sono le
stesse divisioni che nelle taife» «E allora?» «Io sarei
dell’opinione di lasciar fare alle loro donne.» «Ma che di-
ce? Se sono ancora più estreme degli uomini!» «Solo alcu-
ne e son così poche che non contano. Ma prendiamole tutte
insieme. Sa quante sono?» «A spanne credo siano poco
meno di settecento milioni» «Bravo! Visto che quando
vuole non spara cazzate. Comunque è nel giusto. Sono leg-
germente meno della metà della popolazione musulmana di
un miliardo e quattrocento milioni. Quindi ci siamo. Sa co-
sa dice il Corano a proposito della donna?» «Certo. Deve
essere considerata uguale all’uomo.» «Credevo avesse fini-
to con le cazzate! Le cito solo un brano: “Sahih Al-Bukhari
Hadith 3.826 Narrato da Abu Said Al Khudri - Il Profeta
disse: "Non è vero che la testimonianza di una donna equi-
valga alla metà di quella di un uomo?" - La donna rispose:
"Sì." -Lui disse: "Il perché sta nella scarsezza di cervello
della donna." Potrei riferirne moltissimi altri ma basta
guardare come vengono trattate le donne musulmane e co-
me le obbligano (lo so che alcune di loro dicono di no ma
che altro potrebbero dire?) a nascondersi sotto
quell’opprimente nero hijab. E adesso divento cruento. Lo
sa che i gloriosi Boko Haram (fondamentalisti jihadisti
sunniti del Camerun) quando trovano una donna infedele
incinta, prima la stuprano poi al guerriero bambino gli fan-
no aprire il ventre con un machete per scommettere sul ses-
so del feto?» «Ma è tutta propaganda!» «Dunque lei crede
che tutto quello che viene detto sia farlocco? Certo forse lei
non l’ha visto, ma purtroppo è stato documentato e sa da
chi? Dagli stessi gloriosi guerrieri coi moderni telefonini
che poi hanno messo quelle spietate immagini sul web»
«Dove? Dove?» «Curiosa morbosità. Le hanno già oscura-
te.» «Ah! Ecco! M’immaginavo» «Quindi se lei non tocca
con mano non ci crede?» «Ovviamente. È tutta una mani-
polazione dei poteri occulti» «Ah Sì. Certo. I famosi poteri
occulti. Che lei conosce senz’altro.» «Beh. Personalmente
no, ma tutti ne parlano» «Così lei fa diventare vera la frase:
“A furia di dirla una menzogna si trasforma in realtà”»
«…» «Ritorniamo alle nostre donne musulmane. Conosce
la loro condizione di schiavitù. Beh certo non tutte sono
schiave ma, se hanno un marito che segue il Corano con
fervore, con quello lo sono senz’altro. Possono anche far
parte di un piccolo harem. Fino a quattro, i musulmani le
possono avere in moglie per legge (sempre il Corano) e
questo fa capire quanto un uomo le tenga in considerazio-
ne. Si devono coprire completamente quando escono per
strada per non suscitare il desiderio di altri uomini che non
siano il marito. E questo fa capire come la pensino gli uo-
mini musulmani sul possesso e la parità dei sessi. Cito:
“L’islam permette al marito di picchiare la moglie o aste-
nersi dall’avere rapporti sessuali, quando lei non gli obbe-
disce (Sura 4:34).” Il viceversa non è contemplato… e qui
sta il punto. Se fossero le loro donne a effettuare il famoso
sciopero di Lisistrata son sicuro che cesserebbero tutte le
guerre.» «Lisistrata?» «Ma sì! Nella famosa omonima
commedia di Aristofane, le donne avrebbero proclamato
uno sciopero del sesso se gli ateniesi non avessero cessato
la guerra in corso con Sparta.» «E come va a finire?» «Che
anche le donne di Sparta partecipano allo sciopero e tra le
due città s’installa la pace.» «Allora sarebbe questo il vero
potere occulto?» «E bravo! Finalmente l’ha capita? La sa-
luto.» «Anch’io. Torno a casa da mia moglie. È da un po’
che… Adesso però vado e … la saluto anch’io caro signo-
re.»
TToorrttiinnoo
aallllee
MMeellee I mesi invernali sono quelli in cui l’organismo ama coccolarsi di più, godendo del piacere di un buon dolcetto. Le feste sono appena passate, con mille leccornie ma anche con tantissime calorie, spesso si è abusato anche di dolci di produ-zione industriale che, per ovvi motivi, non rappresentano il Top in quanto a genuinità. Per questo, per una merenda semplice o un dopo pasto sfizioso, vi consiglio questi facilissimi Tortini, arricchiti dal gusto della me-la, un frutto delizioso e leggermente peccaminoso... sarà per il suo profumo inebriante o per il colore, spesso rosso acceso... come la Passione.
Per l’impasto: 300 gr farina"00"
100 gr di zucchero
150 gr burro
un pizzico di sale
una bustina di vanillina
una bustina di lievito per dolci
un uovo fresco.
Per il ripieno: 4 mele (se possibile Annurca)
80 gr di zucchero di canna
un pizzico di polvere di cannella
il succo di un limone
Preparazione: pulite le mele, tagliatele a dadini e passatele
velocemente in un pentolino col succo di limone. Aggiun-
gete lo zucchero, la cannella e mettete a cuocere, a fuoco
lento, per circa venti minuti.
Intanto preparate l’impasto, mescolando bene prima gli in-
gredienti farinosi, poi aggiungete l'uovo e il burro. Impa-
stare rapidamente fino a ottenere un composto sbricioloso.
Infilare nei pirottini un po’ di impasto, poi un po’ di ripieno
alle mele e di nuovo briciole di impasto, a coprire.
Si otterranno circa 15 tortini. Infornare a 180°C. per 15 –
20 minuti.
LLaa MMeellaa AAnnnnuurrccaa CCaammppaannaa Di dimensioni ridotte rispetto alle altre tipologie, l'annurca è celebre per la sua polpa croccante e soda, molto succosa e dal sapore piacevolmente acidulo e aromatico, è molto profuma-ta, e considerata un frutto assai gu-stoso. La coltivazione e antichissima: filari di alberi di queste mele sono raf-figurati persino negli affreschi rinvenu-ti nelle ville romane, durante gli scavi di Pompei e di Ercolano.
OOrroossccooppoo ddii GGeennnnaaiioo
di Pakal
Questo gennaio riserva tante emozioni per chi è nato nei
segni di fuoco, come l’Ariete e il Leone. Specialmente
all’inizio del mese i sentimenti sono favoriti dal transito di
Venere in Sagittario.
Al contrario, Venere rappresenta un fattore di contrasto per
i nati sotto il segno dei Gemelli; attenzione nelle coppie o
nelle amicizie, soprattutto a metà del mese potrebbe provo-
care delle vere e proprie crisi. Mantenere i nervi saldi nella
metà di gennaio sarà importante anche per i nati in Vergine
e Pesci.
Sentimentalmente il mese si presenta altalenante per gli
amori e le relazioni.
Marte in scorpione darà forza ai segni d’acqua, come Can-
cro, Pesci ma pure allo Scorpione stesso; questa positività
si concentra soprattutto nell’ambito del lavoro e della rea-
lizzazione delle proprie mete.
Anche il segno del Sagittario potrebbe attraversare un peri-
odo d’oro sotto l’aspetto operativo e della carriera.
La sosta di Mercurio in Capricorno favorisce, particolar-
mente negli affari, i segni di Toro, Pesci e Capricorno, so-
prattutto se svolgono attività commerciali, ne trarranno be-
neficio.
L’eros in gennaio sarà sopito per molti segni, con cenni di
ripresa e nuove fantasie, dopo le prime settimane. Il mese
dell’Inizio e della porta (Janua) suggerirà. ai partner in cri-
si, nuovi, stuzzicanti obiettivi: attenzione, non è tutt’oro
quello che luccica.
Naughty Pencil di Mauro A.
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