La rivoluzione Francese1. La fine della monarchia
Alle origini della rivoluzione• Immobilismo politico della Francia: la
culla dell’illuminismo non conosce riforme.
• Esempio della rivoluzione americana.
• Malcontento dei ceti produttivi penalizzati dalla politica economica e fiscale.
• Cattiva congiuntura agricola e seguenti difficoltà alimentari per la popolazione.
• Difficoltà finanziarie dello stato.
Luigi XVI di Borbone (1774-1792).
Maria Antonietta di Asburgo-Lorena
Il problema fiscale• Necker (1778-81) e gli altri ministri delle
finanze propongono:
Riduzione delle spese (vita di corte, pensioni per gli aristocratici)
Riforma fiscale che estenda la tassazione anche agli aristocratici.
• La nobiltà difende i suoi privilegi.
• Luigi XVI (1774-92) è costretto a convocare gli Stati Generali (1788)
Il Terzo stato• La leadership del terzo stato (borghesia
intellettuale e imprenditoriale) vede negli Stati generali un’occasione per una riforma globale del regno di Francia.
• Il terzo stato ottiene una rappresentanza più numerosa degli altri stati.
• Nelle assemblee in cui si eleggono i delegati la discussione va ben al di là dei problemi fiscali.
• Incipit dell’opuscolo Che cos'è il terzo stato? Pubblicato nel gennaio del 1789 dall’abate Sieyès (1748-1836)
L’inizio della rivoluzione• Gli Stati Generali si aprono a Versailles
(5/5/1789); il Terzo stato chiede che si voti per testa e non per stato.
• Di fronte alla resistenza del re e dei privilegiati la borghesia (e alcuni esponenti di clero e nobiltà) si proclama Assemblea Nazionale Costituente (20/5).
• Luigi XVI finisce con l’accettare il fatto compiuto.
sJ.L. David: L’Assemblea Nazionale, riunita nella sala della pallacorda giura di non sciogliersi prima di aver dato una costituzione alla Francia.
Il 14 luglio
• Il popolo di Parigi, a seguito di notizie di movimenti di truppe contro l’Assemblea, si arma e assalta la prigione della Bastiglia.
• I parigini ottengono un organo di rappresentanza cittadino (la Comune).
• Si forma una forza armata popolare, la Guardia Nazionale, guidata da La Fayette.
La “grande paura”
• Nelle campagne, colpite dalla crisi agraria, si diffonde la suggestione di un complotto aristocratico che avrebbe armato bande di briganti.
• I contadini assaltano e saccheggiano i castelli.
• L’assemblea nazionale proclama l’abolizione dei diritti feudali (4-5/8).
I princìpi dell’89• Il 26 agosto l’assemblea approva la
Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Ispirata a Locke, alla rivoluzione americana
ma anche a Rousseau.
Sancisce l’uguaglianza e il diritto alla libertà (espressione e opinione), alla proprietà, alla sicurezza e alla resistenza all’oppressione.
Nonché il diritto di concorrere a formare le leggi, espressione della “volontà generale”.
La Costituzione del 1791• Mentre parte dei nobili fugge all’estero,
Luigi XVI fa resistenza, rifiutandosi di firmare i decreti dell’assemblea.
• Il popolo e la Guardia Nazionale costringono re e assemblea a trasferirsi a Parigi (5/10).
• Tra l’ottobre 1789 e il settembre 1791 l’Assemblea assolve il suo compito di dare una costituzione alla Francia.
Monarchia costituzionale
• Viene smantellato l’assolutismo dell’ “antico regime”:
Il potere legislativo va ad una Assemblea Legislativa (parlamento monocamerale), eletta dal popolo.
Il Re, sottomesso alla legge, conserva il potere esecutivo (nomina i ministri senza “fiducia” parlamentare) e un diritto di veto sulle leggi approvate dall’Assemblea.
Égalité?
• La maggioranza aristocratico-borghese della costituente intende difendere i propri privilegi politici e sociali:
Il voto e l’eleggibilità sono limitati sulla base del censo (i cittadini sono distinti in “attivi” e “passivi”).
Si aboliscono le corporazioni e si proibisce lo sciopero e le associazioni operaie.
Amministrazione
• Il territorio francese, tutto sottoposto alle medesime leggi, è suddiviso in 83 dipartimenti che cancellano gli antichi confini feudali.
• Si attua il decentramento: le funzioni amministrative passano ad organi eletti localmente
• che sostituiscono nobiltà e intendenti.
Emergenza finanziaria
• Per risolvere le difficoltà finanziarie si decide di utilizzare i beni ecclesiastici.
• In attesa di venderli lo stato emette titoli (gli “assegnati”) garantiti da tali fondi.
• La modalità della vendita favorisce chi ha grandi disponibilità finanziarie: si perde l’occasione per una ridistribuzione delle terre tra i contadini.
Assegnato da 50 lire emesso il 19 giugno 1791.
Politica ecclesiastica
• Con la Costituzione Civile del clero (1790) si riprende il “gallicanesimo”:
gli ordini religiosi sono sciolti;
vescovi e parroci sono stipendiati dallo stato e sottoposti al suo controllo.
• Il Papa Pio VI la rifiuta. Alla richiesta di un giuramento di fedeltà allo stato il clero si divide tra “refrattari” e “costituzionali”
L’atteggiamento del re• Per funzionare, il nuovo regime richiedeva
la collaborazione del re.
• Ma Luigi XVI mantiene un atteggiamento ambiguo: Sembra cedere alla Costituente, ma non
trascura tentativi controrivoluzionari (una sua fuga viene sventata a Varennes il 20/6/1791),
indebolendo la posizione dei filomonarchici di fronte ai repubblicani (giacobini, cordiglieri)
I Girondini e la guerra
• Nel parlamento del 1791 in maggioranza sono i “Girondini” (repubblicani moderati)
• che propongono la guerra contro Austria e Prussia (sostenitrici del vecchio regime) come mezzo per rafforzare la rivoluzione.
• Il re li appoggia sperando nella sconfitta e nella restaurazione.
• Solo i Giacobini si oppongono.
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