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LYASIS EDIZIONI
IL TRENINO ROSSODEL BERNINA
Giovanna PedranaLaura Valli
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TIrANO POSchIAVO ST. MOrITZ
IL TRENINO ROSSO DEL BERNINA
LYASIS EDIZIONI
Giovanna Pedrana Laura Valli
Tirano PoschiavoSt.Moritz
“Dal gelato al limone alle nevi eterne”
È così che la Ferrovia Retica pubblicizza il viaggio che ci accingiamo a compiere partendo da Tirano,
cittadina al centro della Valtellina, a 429 m sul livello del mare, per raggiungere St. Moritz, la nota località
turistica, cuore dell’Alta Engadina, situata a 1770 m. Più che di un viaggio possiamo parlare di un’avventura.
Attraversando regioni di confine così diverse, ma per certi versi molto simili, potremo cogliere gli aspetti più suggestivi di un tragitto che non si limita ad essere un
semplice collegamento tra Italia e Svizzera, ma si rivela un’occasione per un diretto confronto tra due realtà
che presentano una certa affinità sia dal punto di vista geografico che culturale. Un’avventura unica nel suo
genere a bordo di un mezzo unico in Europa. Il Trenino Rosso del Bernina che, senza l’aiuto della cremaglie-ra, ma esclusivamente per adesione, “si arrampica”
sulla montagna raggiungendo la stazione ferroviaria dell’Ospizio Bernina, a 2253 m, fermata che prende il nome dall’omonimo rifugio, situato sul valico della
carrozzabile del passo del Bernina a 2309 m.Questo è anche il punto più alto raggiunto in Europa
da un treno senza cremagliera.
INDICE
St.Moritz
PoschiavoTirano
Introduzione Dati tecnici Locomotori e carrozze Cartine
LE fErmatETirano Campocologno Brusio Miralago-Le Prese Poschiavo Cavaglia Alp Grüm Ospizio Bernina Lagalb-Diavolezza Morteratsch Pontresina Punt Muragl Celerina St. Moritz
LE sChEDELe ragioni di un grande successo La Valtellina Mangiar bene in ValtellinaLa Basilica della Madonna di Tirano La RiformaCanton Grigioni e Valposchiavo Allegra Engiadina! Il ghiacciaio e la sua leggenda Lo stambecco Giovanni Segantini Badrutt’s Palace Hotel
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Da oltre cent’anni il trenino collega la raffinata St. Moritz all’antica cit-tà di Tirano. Dalle nevi quasi eterne dell’Engadina all’atmosfera quasi mediterranea della Valtellina. È il Trenino Rosso del Bernina, che però divenne di questo colore solo dopo la metà del Novecento. Inizialmen-te infatti la sua livrea era gialla, e questo per un motivo ben preciso. Nei tempi in cui tutti i treni erano a vapore, la Ferrovia del Bernina ave-va già impostato il futuro sviluppo sull’energia elettrica, a impatto zero e che soprattutto non sporcava di fuliggine treni e viaggiatori. Ecco perché la scelta coraggiosa di un giallo fiammante per i propri treni!All’inizio del Novecento St. Moritz,
insieme a Zermatt, era la località di villeggiatura più alla moda del-le Alpi, frequentata esclusivamente da un turismo d’élite, abituato alle comodità di alberghi di lusso e che viaggiava in carrozza o meglio an-cora in treno. Da qui l’idea geniale di collegare l’Engadina all’Italia attraverso una linea ferroviaria in grado di funzionare tutto l’anno, anche con i rigori dell’inverno e i molti metri di neve che rendevano pressochè impraticabile il Passo del Bernina per diversi mesi l’anno. Così, oltre a risolvere l’annoso problema del trasporto di merci con l’Italia, i turisti che stazionavano a St. Mo-ritz avrebbero avuto la possibilità di scendere facilmente in Valtellina
LE RAGIONI DI UN GRANDE SUCCESSO
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compiendo un bellissimo viaggio sul treno. Ecco anche perché venne di-segnato un tracciato completamen-te nuovo e panoramico, che univa Pontresina a Poschiavo passando attraverso l’Alp Grüm e Cavaglia. Proprio fra queste due stazioni gli ingegneri dell’epoca disegnaro-no un tracciato mera-viglioso, con splendide viste sul ghiacciaio del Palù e su tutta la Val Poschiavo. Se aggiun-giamo la forza motrice pulita - fornita dalle centrali elettriche di Brusio costruite fra il 1904 e il 1907 – il gio-co era fatto! Alla rea-lizzazione della ferrovia del Bernina lavorarono circa 2.500 operai, in gran parte italiani, spesso in condi-zioni ambientali veramente difficili:
con grandi sforzi e volontà ferrea la linea da St. Moritz a Tirano venne comunque ultimata in soli quattro anni, nel 1910. I costi totali di co-
struzione per i 61 km della linea vennero preventivati in 12 mi-lioni di franchi svizzeri (200.000 CHF al km).Oggi possiamo davve-ro dire che il Trenino Rosso del Bernina sia nato da una sinergia più unica che rara fra tecnica, cultura, natu-ra ed economia. Inol-tre in chiave politica si configura come “traît d’union” fra due Stati e - all’interno del Can-ton Grigioni – come
legante fra le numerose realtà cul-turali e linguistiche. Un esempio di come la montagna unisca, anziché dividere, i popoli che la abitano!
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DatI tECNICIInizio costruzione: luglio 1906
Inaugurazione Tirano - St. Moritz: 05.07.1910 Sistema di corrente: continua 1.000 V
Lunghezza totale: 60,688 km Altitudine minima: Tirano 429 s.l.m
Altitudine massima: Ospizio Bernina 2253 s.l.m. Pendenza massima: 7% (70 ‰) Curva con minor raggio: 45 m Gallerie: 13 per totali 4.072 m
Tunnel più lungo: 839 m Ponti: 52 (21 oltre i 10 m) per totali 722 m
Ponte più lungo: 116 m
Dipendenti della Ferrovia Retica: ca. 1.250 Numero corse giornaliere:
normalmente 9 corse da Tirano a St. Moritz (circa ogni 2 ore), 9 corse da St. Moritz a Tirano (di pomeriggio circa ogni ora);
luglio e agosto: 14 corse da Tirano a St. Moritz, 13 corse da St. Moritz a Tirano
Movimento annuale merci in tutta la Ferrovia Retica: circa 813.000 tonnellate
Movimento annuale passeggeri in tutta la Ferrovia Retica: circa 10.700.000 unità
Movimento annuale passeggeri alla stazione di Tirano: circa 500.000
CUrIOsItÁ
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• Elettromotrice tipo ABe 4/4 (Tw II) serie 41-49, costruita negli anni ‘60, è in grado di trainare fino a 70 tonnellate di carico e può trasportare 24 viag-giatori in 2° classe e 12 in 1° classe. Potenza oraria 680 KW; Massa in servizio 41-43 ton.
• Elettromotrice tipo ABe 4/4 (Tw III) serie 51-56, costruite a fine anni ‘80 con componentistica elettronica. Possono trainare 95 tonnellate di peso e trasportare 16 viaggiatori in 2° classe e 12 in 1° classe. Hanno tutte un nome proprio e presentano uno stemma identificativo. Particolare è la Tw 51 “Po-schiavo”, di colore azzurro, raffigura il simbolo dell’ “UNESCO”. Potenza oraria 1016 KW; Massa in servizio 47 ton.
• Elettromotrici tipo ABe 4/4 (Tw I) serie 30-35, di cui la 30 e la 34 nella livrea storica “Bernina” di colore giallo del primo perio-do. Sono motrici del 1908-11, in grado di trainare 40 tonnelate di peso e trasportare 12 viaggiatori in 1° classe e 30 viag-giatori in 2° classe sui caratteristici sedili di legno dell’epoca. Po-tenza oraria 382 KW.
LOCOMOTORI E CARROZZE
Il potente spazzaneve a vapore Xrotd 9213, entrato in servizio nel 1910.
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Funivia
Funicolare
Ovovia
Seggiovia
Rifugi-Hotel
Chiese
Aeroporto
Campeggio
Bernina Express
Ferrovia Retica
Itinerariescursionistici
L’antica povertà della Valtellina ha condizionato la cucina locale, una cucina umile ed essenziale. Latte, mais, grano saraceno, segale, orzo, miglio, patate, castagne, verdure e cacciagione erano gli unici prodotti disponibili. I piatti tradizionali sono tuttora presenti sulle tavole valtel-linesi e costituiscono le specialità della sua gastronomia. La polen-ta taragna (un miscuglio di farina gialla e nera a cui vengono aggiunti burro e formaggio grasso), gli sciatt (bignè di farina di grano saraceno con all’interno del formaggio, fritti nell’olio), le manfrigole di grano sa-raceno (piccole crespelle arrotonda-te con formaggio e burro, originarie
di Grosio), sono sempre più richiesti dai buongustai. Passando da Tira-no il viaggiatore rimane incuriosito nell’osservare dei caratteristici pan-nelli indicanti la “Confraternita del Chisciöl e dei vini del tiranese”. La confraternita, nata nel 2006, ha lo scopo di promuovere il chisciöl, (dal francese quiche)ossia una frittella bassa e grande che deve cuocere a fuoco lento in poco burro o olio o strutto per diventare croccante e as-sumere un bel colore dorato (www.confraternitadelchisc iol .com) . Il fiore all’occhiello della cucina valtellinese sono però senza dubbio i famosi pizzoccheri, tagliatelle pre-parate con farina di grano saraceno,
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MANGIAR BENE INVALTELLINA
con l’aggiunta di un pizzico di farina bianca e acqua, cotte con patate e verze e condite con formaggio se-migrasso, abbondante burro in cui viene dorato uno spicchio di aglio. Ai pizzoccheri, specialità di Teglio, dal 2002 difesi e tutelati dall’acca-demia del pizzocchero (www.acca-demiadelpizzocchero.it), si abbinano egregiamente la bresaola di manzo, di cervo o di cavallo, gli altri gustosi salumi e gli ottimi formaggi, quali il Bitto e il Casera, accompagnati dal caratteristico pane di segale. Non mancano nella gastronomia valtel-linese i profumati funghi porcini, la selvaggina, le mele,
le castagne e il miele con cui ven-gono preparati dolci tipici quali la bisciöla e la cupeta.“Poche squisite cose di eccelsa umil-tà; cibi offerti con civiltà vicino alla raffinatezza” (Gianni Brera). I piatti valtellinesi, pur presentando a volte un aspetto un po’ rustico, nascondo-no delicati sapori e, accompagnati dagli eccellenti vini locali, quali il Valgella, il Sassella, il Grumello ed il famoso Sforzato, vino d’uva pas-sita, permettono anche ai palati più sopraffini di apprezzarne la qualità.
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Il viaggio comincia da Tirano, cittadina situata al centro della Valtellina. È un borgo di origine romana. Nel corso del Medioevo vennero erette sul suo territorio fortificazioni e castelli che ne attestano l’importanza strategica. È proprio da Tirano che si dipartono le strade per il Bernina, il Bormiese, la Bassa Valtellina e l’Aprica. Alla fine del 1400 Ludovico Sforza, detto “Il Moro”, fece cingere l’abitato da mura per proteggerlo dalle incursioni dei vicini Gri-gioni. Consapevoli dell’importanza della Valtellina quale territorio d’accesso verso la Pianura Padana, essi miravano ad impossessarsene. Qualcuno sostie-ne che il probabile architetto delle mura tiranesi, delle quali oggi possiamo ammirare la Porta Milanese, la Bormina e la Poschiavina, possa essere stato
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il grande scienziato Leonardo Da Vinci. Nonostante la cinta muraria, Tirano e l’intera Valtellina caddero sotto i Grigioni nel 1512. Iniziava in quell’anno la lunga dominazione grigione in Valtellina, che durò per oltre due secoli, du-rante i quali furono smantellate le principali costruzioni fortificate. La citta-dina, che conta più di 9.000 abitanti, racchiude nella parte più antica, intorno alla chiesa Parrocchiale di San Martino, un interessante centro storico.La presenza della Ferrovia Retica ha sicuramente contribuito ad incrementare lo sviluppo turistico di questa località. Migliaia di visitatori arrivano e parto-no da Tirano attratti proprio dalla presenza del Trenino Rosso del Bernina. Lasciando la stazione, dalle carrozze rosse del Trenino vediamo sulla sinistra, in direzione di marcia del treno, il principale monumento tiranese, che ogni anno richiama migliaia di fedeli. È lo splendido edificio rinascimentale della Basilica della Madonna di Tirano, una delle più importanti architetture reli-giose dell’arco alpino che connota in modo inconfondibile il paesaggio, tra
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agglomerato urbano e vigneti. Guardando sulla sinistra verso l’alto, lasciata alle spalle la Basilica, la nostra attenzione è catturata dall’antica chiesetta di Santa Perpetua, del XI sec, recentemente restaurata. I ruderi nelle vici-nanze testimoniano la presenza di un piccolo convento-xenodochio, dove i viandanti potevano trovare ospitalità. La chiesa, un tempo punto nodale del sistema di comunicazione che, attraverso il Bernina, univa le valli del Reno e dell’Inn con la Valtellina e il Bresciano, è situata su un promontorio molto impervio. “Se hai mal di denti, fa il giro della chiesa di S. Perpetua e vedrai che ti passa!”; questa è una simpatica battuta del luogo. Infatti è del tutto
impossibile girare attorno alla chiesa, data la sua posizione sul ciglio di uno strapiombo. Oggi è raggiungibile a piedi da Madonna di Tirano o da Piattamala percorrendo la strada sterrata (passeg-giata di 30 min. circa).
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Da VIsItarEIl Palazzo Sertoli-Salis nel centro storico (per visite e prenotazioni Tel +39 0342 71 03 56).
La Cantina vinicola del Palazzo Sertoli Salis (per visite e prenotazioni Tel +39 0342 71 04 04).
La chiesa parrocchiale di San Martino (XV-XIX sec.) con campanile romanico-lombardo, nel centro storico.
Il Museo Etnografico Tiranese, a lato della Basilica della Madonna di Tirano, a 25 min. circa dalla stazione della ferrovia Retica. (Tel. +39 0342 70 11 81).
I palazzi: Marinoni, Parravicini, Quadrio, Merizzi e Torelli, a 10 min. circa dalla stazione della Ferrovia Retica, nel centro storico.
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INfOstazione ferrovia retica: tel. +39 0342 70 13 53
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