Valeria TappetiDottoranda in Filologia e Storia del Mondo Antico
Corso di Egittologia e civiltà copta, Prof.ssa P. Buzi
Lezione monografica
I sarcofagi nell’Antico EgittoUn’introduzione alla loro evoluzione stilistica ed
iconografica
09/05/2019
Qrsw e altri termini
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qrsw (Wb V, 65, 13-14): “sarcofago”, anche usato come determinativo. Indica la
tipologia di sarcofago più diffusa durante l’Antico Regno: modello architettonico con
coperchio voltato e barre finali. Nella mastaba di Senedjemib Inti (G 2370, V Din.) si
trova un rilievo con la scena del trasporto di un sarcofago qrsw, insieme al relativo
coperchio (‘ɜ), dalle cave di Tura.
ḏrwt (Wb V, 601, 3): in Pyr. 616 d.
ḏbɜt (Wb V, 561, 9-10): si riferisce a sarcofagi litici e
lignei, indica più probabilmente il “sarcofago esterno” in
contrapposizione a wt, letteralmente “involucro”, che
denoterà il sarcofago antropoide introdotto alla fine del
Medio Regno.
mn-‘nḫ (Wb II, 63, 1): possibilmente l’equivalente ramesside di nb ‘nḫ.
nb ‘nḫ (Wb I, 199, 14): il soprintendente all’Alto Egitto Uni fu inviato da
Merenra presso le cave di granito di Ibeht, a SE della II cateratta, per
prendere il sarcofago, nb ‘nḫ, hn n nb ‘nḫw, “signore della vita, cassa dei
viventi” (Urk. I, 106, 14).
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Funzione e aspetti religiosi
• Protezione: preservazione del corpo per assicurare al defunto
la sopravvivenza nell’aldilà. Questo aspetto/potere simbolico
e religioso era assicurato per mezzo della forma del sarcofago
e della selezione di testi e immagini ivi raffigurati (capacità
performativa di immagine e parola: protezione della mummia
conservata all’interno del sarcofago, letteralmente “avvolta”
dalle formule inscritte e dipinte).
• Dimora eterna: il sarcofago come estensione e sostituto della
tomba, dimora eterna del defunto. Per estensione il sarcofago
diviene anch’esso dimora eterna, i più antichi esemplari,
infatti riprendono l’architettura tombale (decorazione a
«facciata di palazzo» o a nicchie e lesene).
• Sostituto: il sarcofago antropoide come sostituto del corpo.
Assimilazione del defunto ad Osiride.
• Microcosmo: associazione del coperchio al cielo e alla dea
Nut e dell’alveo al mondo terreno e alla dea dell’Occidente.
“Oh mia madre Nut, diffondi te stessa sopra di me,
cosicchè io possa essere posto tra le stelle imperiture e
non morire mai”.
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Funzione e aspetti religiosi
Divinità del ciclo osiriano: identificazione del defunto con il dio
Osiride al fine di ottenere la resurrezione dopo la morte, come il dio
stesso. A enfatizzare tale associazione iscrizioni e raffigurazioni che
nominano Iside e Nefti sono poste ai piedi e alla testa del sarcofago, a
richiamo delle dee poste a protezione del corpo di Osiride.
Il defunto accede all’aldilà e accompagna Ra, divinità solare, nel suo
viaggio attraverso il cielo e l’aldilà. Sono comuni, soprattutto dal
Nuovo Regno, rappresentazioni del dio: spesso come Ra-Harakhti, a
testa di falco, il disco solare alato, la barca solare, o Khepri con il
disco solare (rinascita).
Concetto di rinascita.
Ulteriore protezione è data dai quattro figli di Horus –Imset, a testa
umana, Hapi, a testa di babbuino, Duamutef, a testa di canide, e
Qebehsenuf, a testa di falco, le cui parole e figure sono poste ai lati del
sarcofago. A volte sono rappresentate anche le divinità della seconda
e terza generazione della Grande Enneade Eliopolitana.
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Predinastico (4500-3300 a.C.) e
Protodinastico (I-II Din., 3150-2700 a.C.)
• Sepolture in fossa
• Vimini e «pots-burials»
• Primi sarcofagi lignei
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Predinastico (4500-3300 a.C.) e Protodinastico (I-II Din., 3150-2700 a.C.)
Sepolture in fossa: inumazione in
fosse ovali che riprendono la pianta
delle abitazioni, corpo in posizione
rannicchiata, coricato su di un
fianco, testa a S e volto a O.
Gerzeano (ca 4000-3300; Naqada II-III): appaiono i primi sarcofagi in
terracotta o legno. Uso di ceste di vimini -“panieri”- rettangolari,
coperti da stuoie e larghi vasi. In alcune necropoli è attestato l’uso di
sarcofagi fittili, tipi fondamentali: a forma ovale o a “tinozza”
(Wannenforme), rettangolare con angoli arrotondati o rettangolare.
Pots-burials o “sepolture a vaso”: durante il periodo Predinastico anche in siti del Basso
Egitto (Maadi). Dal Predinastico nelle necropoli dell’Alto Egitto, frequenti tra III Din.
(ca 2700-2625 a. C.) e IV Din. (ca. 2625-2510 a.C.): Kom el-Alimar, el-Kab, el-
Gebelein, Armant , el-Ballits, el-Amra, Abido , Nag el-Deir, Reqaqna, el-Mustagedda, el-
Matmar, Qaw e el-Badari nell’Alto Egitto, Hammamiya, Nuerat, Gerza, Gurob nel
Fayyum.
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Primi sarcofagi lignei: nel tardo periodo Predinastico con la lavorazione del rame si hanno i primi utensili per lavorare il legno.
I sarcofagi, in legno locale grezzo, sono rettangolari e brevi (corpo in posizione contratta), lunghi circa 1 m.
Tipo squadrato: semplici casse rettangolari
con coperchio piano.
Tipo qrsw: verosimilmente introdotto durante la II o III Din. (ca 2700-2625 a.
C.), ex. da necropoli di Saqqara, Tarkhan, Beni Hasan. Decorazione che
riproduce la tomba, con coperchio a volta e tavole rettangolari alle estremità,
pannelli laterali lavorati a nicchie e lesene (decorazione a “facciata di
palazzo”). Sarcofago come “dimora eterna”.
Dettagli di un
sarcofago con
decorazione a “facciata
di palazzo”
Mastaba della regina
Merneith,
I din., Saqqara
Antico Regno
(III-VI Din., ca 2700-2190 a.C)
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Dai Testi delle Piramidi, Pyr. 482 (1002a-1003c):
“Dire le parole: o mio padre Osiri Pepi,
levati sul tuo fiano sinistro, poniti sul tuo fianco destro,
verso quest’acqua nuova che io ti ho dato.
O mio padre Osiri Pepi,
levati sul tuo fianco sinistro, poniti sul tuo fianco
destro,
verso questo pane caldo che io ti ho fatto”.
L’orientamento del corpo è variabile fino alla III Din., in genere il
cadavere è coricato sul fianco sinistro con la testa a S ed il volto ad
O. Dalla III-IV Din. il defunto è posto sul fianco sinistro in
posizione distesa, con testa a N e volto ad E, probabilmente in
connessione agli avanzamenti nella tecnica dell’imbalsamazione
(esportazione viscere) e alla crescente dottrina solare. Aumenta,
dunque, la lunghezza dei sarcofagi.
Necropoli maggiori: Giza e Saqqara.
I più alti ufficiali sono provvisti di sarcofago litico
(sarcophagus;sarcophage) e cassa lignea (coffin; cercueil).
Altri posseggono due casse lignee posizionate l’una dentro l’altra,
mentre gli individui meno abbienti sono provvisti di un singolo
sarcofago ligneo costituito da frammenti irregolari uniti insieme per
mezzo di tasselli.
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Sarcofagi litici: famiglia reale e alti funzionari, dalla IV Din.
(ca 2625-2510 a.C.), soprattutto nelle necropoli intorno alle
piramidi.
Dall’autobiografia di Uni, VI Din.(ca 2460-2200) (Urk. I, 99, 10-16):
«Io ho chiesto alla maestà del mio signore che mi si portasse un sarcofago di
calcare bianco di Tura. Sua Maestà ha fatto in modo che un portasigilli del dio e
un equipaggio al suo comando traversassero il fiume per portarmi questo
sarcofago da Tura. Egli ritornò con esso, in una zattera grande della Residenza,
insieme con il suo coperchio…».
Mastaba di Ibi, V Din. (ca 2510-
2460 a.C.), Giza; parete E:
sn qrsw “per levigare un
sarcofago”
di mw di š‘(y) “dai (versa) acqua,
dai (metti) sabbia”
sš pw “il lucidatore”
Materiali e tecnica costruttiva: granito rosso, rosa e grigio (dalle cave di Assuan- mɜṯ, mɜṯ ɜbw “granito di Elefantina”), alabastro šś o
raramente bit (da cave nei pressi di Helwan, da el-Mina leggermente a S di Assiut, da Het-nub nei pressi di el-Amarna), calcare utilizzato
soprattutto dai privati (dalle cave di Tura), basalto.
Di solito costituiti da 2 monoliti, uno per il coperchio e l’altro per la cassa, dello stesso materiale.
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Sarcofagi regali:
-Primi esemplari rinvenuti nelle camere sotterranee della Piramide a Gradoni (Gioser,
Saqqara).
Rinvenuti 5 sarcofagi, 4 dei quali divisi in coppie e il quinto, frammentario, posto in una
terza galleria. In alabastro, hanno dimensioni modeste e posano su zoccoli in calcare. Due
sono del tipo qrsw , uno semplice, gli altri frammentari.
-Sarcofago in granito nero (Cheope) e rosso (Chefren), rettangolari con lati e coperchio
piani, privi di decorazione a pannelli, diversamente da quello di Micerino, decorato con il
motivo a «facciata di palazzo».
Sarcofagi litici di alti funzionari:
soprattutto del tipo qrsw, comuni dalla V
Din.(ca 2510-2460 a.C.), in calcare o granito
rosso, con o privi di decorazione a «facciata
di palazzo» e a volte inscritti.
Quelli della VI Din. presentano per lo più
una banda inscritta posta in alto o
nell’angolo orientale del coperchio, pochi
esemplari recano il “pannello degli occhi”.
Tipi: cassa rettangolare con pareti levigate o grezze o con decorazione a «facciata di palazzo»,
coperchio a volta con barre terminali, piano o raramente piano con bordi laterali a gola egizia.
A volte sono presenti bugne sui lati brevi utilizzate come prese per il posizionamento del coperchio.
Presentano poche iscrizioni: sarcofagi reali anepigrafi fino alla VI Din. Iscrizioni con nome e titoli
del defunto e formula ḥtp di nsw raramente presenti durante la IV Din., più diffuse con la VI Din.
Sarcofagi del tipo “piano” e del tipo qrsw si rinvengono dalla IV (ca 2625-2510 a. C.) alla
VI Din. (ca 2460-2200 a.C.), mentre il tipo semplice in pietra dura, quale granito nero o
rosso e basalto, diviene la forma prediletta per i sarcofagi dei sovrani della V e VI Din.
Il primo sarcofago reale inscritto è quello di Teti.
I sarcofagi reali della VI Din. sono privi del “pannello degli occhi”. I sarcofagi di Pepi I e di
Merenra hanno una banda di iscrizioni lungo il coperchio, quello di Teti presenta inoltre una
banda inscritta all’interno.
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Cassa rettangolare liscia e coperchio bombato.
In basalto grigio.
Iscrizioni dai Testi delle Piramidi:
• Coperchio: fascia centrale, Testi delle Piramidi (Pyr. 1).
• Cassa: iscrizioni solo sui lati interni.
Una banda orizzontale inscritta
corre sui pannelli laterali, E ed O
(lato E: Pyr. 6, Lato O: Pyr. 7)
Sul lato interno dei pannelli E ed O corre
una scanalatura verticale, probabilmente
l’alloggiamento delle corde o delle travi
lignee utilizzate per agevolare il
posizionamento del sarcofago ligneo
Un’unica colonna di formule dai Testi delle
Piramidi corre lungo il lato N, il fondo e il lato
S (fondo: Pyr. 3, lato N: Pyr. 4, lato S: Pyr. 5)
Sarcofago di Teti (VI Din.): collocato all’interno della piramide del re (Saqqara).
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Sarcofagi lignei: utilizzati come sarcofago interno o anche in coppia, uno dentro
l’altro.
Materiali e tecnica costruttiva:
• Legno locale: soprattutto il sicomoro nht (Ficus sycomorus), tamarisco iser o iseret e acacia šnḏ šnḏt.
• Legno importato dalla costa siro-palestinese e dalle regioni a S dell’Egitto: cedro libanese; cipresso,
abete, ginepro, limone, pino e tasso.
Raramente ottenuti da un unico tronco scavato. Più spesso i lati e il
fondo sono ricavati da un unico pezzo a cui sono poi aggiunte le due
estremità brevi
Di norma ogni lato è costituito da più tavole unite, regolari o non, sia
di legno locale che importato. Con l’intonaco si riempivano
accuratamente i buchi e i difetti del legno: nodi, tarli ecc…
Lati ed estremità sono realizzati con due o più tavole unite per mezzo
di linguette lignee inserite in fessure ritagliate nelle assi da unire, con
incastri abbastanza precisi: 2 per i lati brevi e 3 per quelli lunghi; al
posto delle lingue a volte erano usati cavicchi rotondi, inseriti in fori
praticati con trapano o cesello.
Gli angoli erano uniti tramite giunti tenuti da cavicchi cilindrici, in
genere lignei, infilati diagonalmente nel legno, e legami.
Coperchi a volta sono ottenuti per mezzo di assicelle sottili messe nel
senso della lunghezza e fissate su assicelle ortogonali, la cui curvatura
è ottenuta intagliando le stesse in un blocco massiccio.
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Tipi: rettangolare, con coperchio piatto o a volta (qrsw) e lati semplici o a «facciata di palazzo», in uso fino alla VI
Din. (ca 2460-2200 a.C.).
Primi esemplari con coperchio a volta II-III Din. nella zona di Tarkhan, Saqqara, Nuerat, el-Gebelein. Dalla IV Din.
diffuso soprattutto il tipo con coperchio a volta.
All’inizio della VI Din. è introdotto un nuovo tipo di decorazione, funzionale allo scopo del sarcofago di provvedere
ai bisogni del defunto e al mantenimento del suo corpo. L’arrangiamento di tale decorazione funzionale risente
dell’orientamento della mummia e del sarcofago stesso all’interno della camera funeraria.
Il sarcofago è rivolto con la testa a N e con il lato E verso la parete della falsa-porta, il defunto è disteso sul fianco
sinistro con lo sguardo verso E.
La cassa ha lati semplici e coperchio piatto con iscrizione centrale, che di solito riporta nome e titoli del defunto
(iscrizioni diffuse dalla V Din.). Intorno al bordo superiore della cassa, sia internamente che esternamente, corre, dalla
testa ai piedi, una banda orizzontale con la “formula di offerta” ḥtp di nsw, rivolta a Anubi e poi anche a Osiride.
Il lato sinistro del sarcofago, rivolto ad E (concetto di rinascita), è
simbolicamente il più importante: maggiormente decorato con
motivi e formule tratti dalla decorazione tombale.
All’esterno è raffigurato il «pannello degli occhi» e all’interno
una falsa-porta, con accanto una lista di offerte.
Alcuni esemplari (ex. Idu II da Giza, VI Din.) sulla parete N recano
la raffigurazione dei Sette Olii Sacri utilizzati per il Rituale
dell’Apertura della Bocca o geroglifici come tp “testa”, rdwi “piedi”
o rswt “sud” quali indicazioni per il collocamento del sarcofago
nella giusta posizione all’interno della camera funeraria.
• Sarcofago rettangolare, con coperchio piatto • Sarcofago del tipo qrsw
Decorazione funzionale (valore simbolico
del lato sinistro del sarcofago):
Iscrizione con formula di offerta, corre lungo il
bordo superiore della cassa, inizia in
corrispondenza della testa del defunto.
«Pannello degli
occhi»
Iscrizione con i titoli del
defunto
coperchio a volta
Pannelli laterali decorati a «facciata di palazzo»
Pannello sinistro, lato interno
(in corrispondenza del
«pannello degli occhi»):
raffigurazione della «falsa-
porta» e lista di offerte
Pannello N, lato interno:
raffigurazione dei Sette Olii
Sacri utilizzati per il Rituale
dell’Apertura della Bocca
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Medio Regno
(XII Din., ca 1991-1785 a.C.)
I sarcofagi del Primo Periodo Intermedio e Medio Regno
seguono l’evoluzione del tipo rettangolare dipinto e
inscritto introdotto durante la VI Din.
Durante il Primo Periodo Intermedio i sarcofagi dei dignitari
del Medio Egitto hanno decorazione più elaborata, con
colori brillanti, processioni funerarie e scene di offerte
dipinte all’interno. Recano iscrizioni con formule dai Testi
dei Sarcofagi in colonne fitte, scritte in geroglifico corsivo
con inchiostro nero.
Necropoli maggiori del Medio Regno: Saqqara, Dashur,
Medio Egitto Beni Hasan , el-Bersha, S Abido e Gebelein.
I personaggi più abbienti sono dotati di due sarcofagi
rettangolari in legno.
La produzione del periodo si caratterizza per la varietà stilistica
entro caratteristiche comuni.
Durante la fine del Medio Regno sono introdotti i sarcofagi
antropoidi.
A seguito del crollo monarchico di Menfi (ca 2181 a. C.), non
vi è più un’unica committenza regale ma il fiorire di scuole
provinciali di scultura e pittura con peculiarità locali.
Sono riconoscibili degli stili regionali entro uno schema
decorativo e architettonico comune.
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Materiali e tecnica costruttiva: continuità con la
produzione artigianale dell’Antico Regno, tecnica più
attenta e precisa.
Esemplari più poveri realizzati in pezzi irregolari di legno
locale assemblati insieme; esemplari più ricchi prodotti in
assi regolari e larghe di legname importato, assicurate agli
angoli da giunti angolari e tasselli lignei, a volte erano
tirate delle corde attraverso i fori dei tasselli per assicurare
insieme le tavole.
L’intera cassa poggiava su 4 travi trasversali che davano
maggiore forza e solidità.
Nei sarcofagi di alta qualità la decorazione era dipinta
direttamente sul legno, mentre su quelli di scarsa
manifattura era passato uno strato di intonaco prima della
decorazione, per coprire i difetti del legname.
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Forma e Decorazione: rettangolare, l’orientamento dell’iscrizione è determinato dalla posizione del corpo, che giace sul fianco sinistro (E),
con il volto in corrispondenza del pannello degli occhi. Insieme, testi e rappresentazioni, forniscono al defunto gli strumenti per la sua
sopravvivenza nell’aldilà. Tramite l’arrangiamento di vignette e formule il s. diventa modello dell’universo, un microcosmo.
Decorazione esterna: iscrizione centrale verticale sul coperchio, generalmente una formula
di offerta indirizzata ad Anubi, e banda orizzontale lungo il bordo superiore della cassa,
invocazioni ad Osiride, Anubi, Iside e Nefti, parte dalla testa e giunge ai piedi.
Pannelli laterali intervallati da iscrizioni in colonne, 4 sui lati lunghi, 1 o 2 su quelli corti, che
assicurano la protezione di altre divinità, notoriamente Geb e Nut sul retro, Shu e Tefnut lato
frontale, i 4 figli di Horus in prossimità degli angoli, Duamutef e Imset sul fronte, Hapi e
Qebhsenuf sul retro. Ex.: imɜḫw ḫr Dwɜmwt.f «il venerato al cospetto di Duamutef».
1) serie di brevi frasi, ognuna in una singola colonna, con invocazioni a divinità.
2) testi più lunghi, su più colonne successive, tratti dalle iscrizioni funerarie standard: testi
altamente formulari intesi a garantire offerte, inclusi cibo e bevande, al defunto.
Pannello degli occhi: funzione rinnovata, permettere al defunto
di guardare il sole nascente all’orizzonte. Iscrizione sul
pannello nel sarcofago di Sebekaa (XII Din.) “Aperta è la faccia
di questo Sebekaa, in modo che egli veda il Signore
dell’Orizzonte quando egli attraversa il cielo…”.
Di solito in combinazione (sullo stesso lato) con una falsa-porta.
Banda orizzontale: iscrizioni di norma standardizzate, sul fronte (lato sinistro, E), invocazione ad
Osiride quale apportatore di offerte:
ḥtp di nsw Wsir nb ḏdw ẖnty imnty nṯr ̒ɜ nb ɜbḏw di.f prt-ḫrw n kɜ n NN “un’offerta che il sovrano dà
ad Osiride, signore di Busiri, primo dell’Occidente, dio grande, signore di Abido, che egli faccia
un’invocazione di offerta per il kɜ di NN”.
Sul retro (lato destro, O) l’iscrizione si rivolge ad Anubi in connessione al deserto occidentale:
ḥtp di nsw ̒Inp tpy ḏw.f imy-wt nb tɜ ḏsr di.f qrs.t nfr.t m is m ẖrt-nṯr m tɜ ḫɜst n NN “un’offerta che il
sovrano dà ad Anubi, che è sulla sua montagna, egli che è nel Luogo dell’Imbalsamazione, signore
della terra sacra, che egli dia una bella sepoltura nella tomba nella necropoli, nella terra occidentale,
per NN”.
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Diversamente dall’esterno vi è grande uso della policromia e alto numero di elementi
decorativi, spesso organizzati in registri orizzontali sovrapposti, dall’alto verso il basso:
-cornice ornamentale: stretta banda con motivi geometrici ecc.., di norma delinea l’orlo e gli
angoli verticali dei lati;
-testi ornamentali: solo orizzontalmente, in registri sotto alla cornice, fanno da pendant ai testi
all’esterno. Diversamente da questi ultimi, sono generalmente policromi, dipinti e non incisi.
Come all’esterno, i testi corrono dalla testa ai piedi e dal fronte al retro sui lati brevi. Di norma
sono ristretti ad una formula d’invocazione ad Anubi per “una buona sepoltura
nell’occidente”, sul lato O, e una formula di invocazione d’offerta indirizzata ad Osiride, sul
lato E. Ai lati corti vi sono formule brevi e stereotipate che invocano varie divinità, soprattutto
Anubi e Osiride o Iside e Nefti;
-fregio degli oggetti: stretta banda raffigurante beni di vario genere: vestiti, gioielli, armi,
emblemi religiosi e regali, cibi e vasi, tutti meticolosamente dettagliati e denominati. Il fregio, a
volte, continua sulle altre pareti. Testa: olii sacri, granai, poggiatesta. Piedi: sandali.
-falsa-porta: per il libero passaggio del Ka del defunto. Posta sul lato E, in corrispondenza del
pannello degli occhi sul lato esterno;
-teoria di offerte poste a destra della falsa-porta;
-estratti dai Testi dei Sarcofagi e sul lato E lista delle offerte.
Decorazione interna: spesso accompagnata da formule dei Testi dei Sarcofagi.
Simmetria e orientamento: canoni per l’arrangiamento di formule e rappresentazioni.
Lato O: formule per costruire una tomba nella necropoli o rivolte alla protezione della schiena del
defunto.
Lati E ed O: connessi ad istanze solari.
Coperchio: formule che lo associano alla volta celeste (la dea Nut allunga il proprio corpo sopra il
defunto o lo protegge dal male).
Fondo: in opposizione al coperchio/cielo è visto come la terra o l’aldilà. I testi spesso si riferiscono alla
discesa negli inferi, il Libro delle due vie e le formule del traghettatore concernono il viaggio nell’aldilà.
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Sarcofago ligneo di Seni (XII Din.): Deir el-Bersha, Bristish Museum (EA30842).
Cassa rettangolare liscia e coperchio piano con iscrizione centrale verticale.
Esterno:
Fronte (lato sinistro, E):
Retro (lato destro, O):
banda orizzontale lungo il bordo superiore
della cassa con invocazioni ad Osiride
banda orizzontale lungo il bordo
superiore della cassa con invocazioni ad
Anubi
Iscrizione in tre colonne verticali con
invocazione alla dea Nut
Pannello degli occhi
e falsa-porta
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Sarcofago ligneo di Seni (XII Din.): Deir el-Bersha, Bristish Museum (EA30842).
Cassa rettangolare liscia e coperchio piano con iscrizione centrale verticale.
Interno:
cornice ornamentale
geroglifico
pt «cielo»
testi
ornamentali
con
invocazione
ad Osiride
fregio degli
oggetti
falsa-porta
e tavola
delle offerte
Testi dei Sarcofagi
Libro delle Due Vie
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Sono formule magiche derivate soprattutto dai Testi delle Piramidi, hanno lo
scopo di assicurare il benessere del defunto nell’aldilà. Includono le più
antiche versioni a noi giunte di molte formule del Libro dei Morti.
Alcune formule hanno lo scopo di fornire al defunto potere sugli spiriti
nell’aldilà, la conoscenza per attraversare il mondo sotterraneo o per
legittimare la sua richiesta di prendere posto tra gli dei e di essere riconosciuto
come tale. Insieme testi e rappresentazioni rappresentano gli strumenti di
una sorta di viatico per sopravvivere nell’aldilà.
Si riscontrano spesso preferenze regionali nella selezione delle formule,
alcune appaiono solo in specifiche aree geografiche e tendenzialmente
occupano la medesima posizione all’interno dello schema decorativo.
Sebbene non possa riconoscersi uno schema sistematico per la selezione e collocazione delle formule all’interno del sarcofago, certi
tipi di testi mostrano posizioni preferenziali. A tale riguardo risulta importante il concetto di simmetria: lati paralleli possono avere
formule correlate, o una formula che inizia su di un lato può terminare su quello opposto. Le facce di testa e piedi costituiscono un’unità
a parte rispetto a fronte e retro e spesso riportano testi associati alle vicine parti del corpo: testi concernenti sandali, il camminare e
calpestare i nemici sul lato S, riguardanti la testa a N. I lati brevi possono anche riportare il fregio degli oggetti legato al rituale delle
offerte di cibo e i Testi dei Sarcofagi al di sotto possono spesso essere collegati agli stessi rituali.
Formule con riferimenti al rituale d’offerta non sembrano avere collocazione determinata, ma più spesso si trovano sul lato E.
Testi dei Sarcofagi
Estratti dai Testi dei Sarcofagi si collocano preminentemente sulle pareti delle
camere funerarie e sulle pareti interne dei sarcofagi (in specie sul lato
frontale). Sono redatti in geroglifico corsivo, in inchiostro nero, ed arrangiati
in colonne strette e fitte.
B. Mathieu, 2004 «La distinction entre Textes des Pyramides et Textes des
Sarcophages est-elle légitime?»
All’interno della selezione dai Testi dei Sarcofagi, alcuni di questi estratti non hanno relazione né col fregio degli oggetti né con
altre decorazioni del sarcofago.
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Varianti regionali:
Tipo settentrionale
Ricca decorazione interna: 4 lati dipinti con colori
brillanti.
Parete E: Falsa Porta; parete O: comune il fregio degli
oggetti.
Testa: olii sacri, una fila di granai, uno o più
poggiatesta; piedi: sandali.
Sotto fregio degli oggetti formule dei Testi dei
Sarcofagi in geroglifico corsivo, arrangiati in strette
colonne.
El-Bersha: Libro delle due vie
Tipo meridionale
Necropoli: Assiut, Akhmim, Tebe, Gebelein,
El Moalla.
Vari tipi con peculiarità regionali. Decorazione
soprattutto esterna.
• Assiut, Gebelein, Tebe e Asswan riportano testi
astronomici sul lato interno del coperchio
• Akhmim: prominente pittura della lista di offerte sul
lato E, accanto al pannello degli occhi
• Area tebana: frequenti le scene domestiche, di vita
quotidiana.
Sarcofago litico della sposa di Mentuhotep II da
Deir el-Bahari, simili scene di acconciature in
sarcofagi lignei da Gebelein e El-Moalla (a S di
Tebe), qui anche scene di produzione di pane e birra.
• Assiut: banda con lista di offerta sul bordo superiore
esterno della cassa a volte anche su doppia riga e
testo verticale con doppia colonna. Lato O: a volte
estratti lista di offerta e scene figurate. Alle estremità
brevi i 4 figli di Horus: prima rappresentazione di
divinità su sarcofago.
Necropoli menfite: Beni
Hasan, El Bersha, Meir.
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Verso la fine della XII Din. sono introdotti i primi sarcofagi
antropoidi, in associazione con casse rettangolari policrome.
• Sarcofago antropoide come sostituto del corpo: è posto dentro la
cassa rettangolare, sul fianco sinistro.
• Materiale: in legno o cartonnage applicato alla struttura lignea.
• Decorazione: elementi presenti sulle mummie del periodo.
Maschera, collare. Volti anche dorati con occhi intarsiati, mani
non delineate.
Altri presentano bande trasversali, spaziate a intervalli regolari,
che appaiono sul coperchio e continuano nella cassa (riprendono le
bande di fissaggio della mummia).
• Iscrizioni: in alcuni una semplice colonna corre verticalmente al
centro del corpo.
Sarcofagi dei “Due Fratelli” (Der Rifeh), il corpo è
decorato con motivo reticolato molto brillante, derivato
dalle reti di perline che avvolgevano la mummia.
Sarcofago rettangolare con motivo decorativo molto complesso (tipico
della fine del Medio Regno): pannello degli occhi in combinazione ad
una falsa-porta, ripetizione della falsa-porta entro le bande inscritte.
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Sarcofagi litici
Permangono modelli dell’Antico Regno e se ne aggiungono dei nuovi.
Qrsw, tipo più diffuso. Vi sono anche esemplari privi di lastre finali e
sarcofagi del tipo semplice.
Tecnica di lavorazione: ricavati da un unico blocco litico o da più
lastre, rozze o ben lavorate, fissate con grappe di rame agli angoli.
Stili regionali: decorazione interna e iscrizione su banda orizzontale
all’esterno, Basso Egitto, decorazione esterna, Alto Egitto.
Vi sono esemplari che combinano le due tradizioni quali i sarcofagi
delle regine ‘Ashayet, Kawit e Kemsit, da Deir el-Bahari.
Sarcofagi regali XII Din.:
-Amenemhat II (inizio regno ca 1928 a.C.): rettangolare con
coperchio piatto, costituito da diversi blocchi in arenaria infissi nel
pavimento della camera funeraria della sua piramide.
-Sesostri II (inizio regno ca 1895a.C.): granito rosso, blocco unico,
larga tesa lungo il bordo superiore.
-Sesostri III (inizio regno ca 1878 a.C.), granito rosso, e Amenemhet
III (inizio regno ca 1842 a.C.), quarzite, coperchio voltato e lastre
finali, presentano uno zoccolo che ricorda le mura di cinta del
complesso di Gioser a Saqqara.
Sarcofago della regina Kawit (Mentuhotep II, XI Din.):
Deir el-Bahari, Cairo (JE 47397).
XVII Din. (ca. 1650-1570 a.C.): i sarcofagi rishi
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) «A Drah-bu-neggah […] i sarcofagi a forma di mummia […] hanno un modo di decorazione sui generis che li fa distinguere da
quelli di qualunque altra epoca […] due lunghe ali, a vari colori avviluppano
tutto il sarcofago (è perciò che gli Arabi gli danno il nome Rishi ossia a piume)» (Vassalli 1867)
Diversificazione individuale entro uno schema decorativo caratteristico dei s. rishi:
• Area tebana: Dra Nabu el-Naga (necropoli Nord e Sud) e Deir el-Medina (necropoli orientale).
• Forma antropoide. (Già nota dalla fine del Medio Regno).
• Piumaggio: spesso reso con un paio di ali sul coperchio che coprono il corpo dalle spalle ai piedi.
Raffigurazione delle ali di Iside e Nefti, a protezione del defunto, o rappresentazione antropoide con
piume in riferimento al Ba. (Piumaggio già noto ad es. dalle maschere funerarie di Mirgissa e Beni
Hasan).
• Nemes: (copricapo regale già usato in ambito privato per i sarcofagi «dei due fratelli» di Rifah) non
rappresentato con riferimento allo status sociale del defunto, reso con bande orizzontali colorate alle
estremità e spesso associato ad un motivo a piuma stilizzato.
• Volto non ben proporzionato, anche di colore nero.
• Collare wsekh: ampio, anche con estremità a testa di falco. All’estremità inferiore è legata una collana
di perline a forma di gocce tricolori -rosso, bianco e blu-.
• Avvoltoio (Nekhbet) e cobra (Uadjet): raffigurati al di sopra del collare.
• Iscrizione su colonna centrale: nome e formula ḥtp di nsw. In molti casi lo spazio del nome è lasciato
vuoto o occupato dal gruppo mn, espressione generica per indicare un destinatario qualunque
(produzione in serie). Iscrizione assente negli esemplari più umili.
• Iside e Nefti rappresentate sulla base.
Verso la fine del Secondo Periodo Intermedio è introdotto un nuovo tipo di sarcofago con specifici motivi
decorativi: piumaggio (rishi: «piuma» in arabo) e forma antropoide.
I sarcofagi rettangolari non sono abbandonati ex-abrupto, l’uso perdura parallelamente per un certo periodo ai
sarcofagi rishi.
La comparsa di questo modello, con epicentro in area tebana, esprime un processo di evoluzione già in fieri
durante l’ultima fase della XII dinastia, probabilmente in concomitanza con gli sconvolgimenti dell’epoca di
Sesostri III, e ormai in atto durante la prima parte della XIII dinastia.
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Sarcofago rishi di Nubkheperra Intef (XVII Din.): Dra Abu el-Naga, Bristish Museum (EA6652). Legno di sicomoro.
coperchio ricoperto con foglia
d’oro su base di intonaco,
lavorato con due ali a
piumaggio stilizzato
largo nemes
dettaglio del
piumaggio
collare wsek con
terminazioni a testa
di falco
rappresentazione di
Iside e Nefti sulle
gambe, con
iscrizione centrale
su doppia colonna
iscrizione centrale
verticale
figure alate, per lo
più distrutte
solco per il fissaggio
dell’ureo
cinghie della barba
posticcia dipinte
(barba posticcia
perduta)
occhi intarsiati in
pietra nera e
bianca
Nuovo Regno
(metà XVI-XI sec. a.C.)
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I tipi antropoidi rishi e rettangolari, di tradizione del Medio
Regno, sono soppiantati dal regno di Thutmosi III da un nuovo
tipo di s. antropoide con una decorazione che fonde quella dei
primi s. mummiformi e delle casse rettangolari. Le iscrizioni
Miglioramento delle proporzioni del s. antropoide – soprattutto
nel passaggio da s. bianchi a a. neri-, mani in alto rilievo in modo
sporadico a partire dal regno di Hatshepsut, fondo piatto: muta la
disposizione del s., non disteso sul fianco sinistro ma adagiato sul
dorso.
I set dei personaggi di altro rango possono comprendere fino a 4
s., il più esterno è in forma di cappella e montato su guide lignee
per il trasporto.
Dal periodo ramesside introduzione del mummy-board e
raffigurazioni del defunto anche in abiti della vita quotidiana.
Produzione di s. fittili nelle necropoli provinciali.
Necropoli maggiori: area tebana.
Sarcofagi di privati della XVIII Din. soprattutto da Tebe.
Poche necropoli ramessidi note in area menfita. Tomba della
famiglia di Sennedjem a Deir el-Medina.
-XVIII Din. fino Thuthmosi I: sfondo bianco, fondono la decorazione dei
primi s. antropoidi e di quelli rettangolari. Sulla cassa quattro bande verticali
inscritte corrono lungo i lati e si uniscono alle bande laterali del coperchio
combinando così il bendaggio dei primi s. mummiformi alle iscrizioni delle
casse rettangolari;
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Nut alata e inginocchiata
la preghiera a Nut è modificata
“Discendi o madre Nut, apri le tue
ali su di me…”
-da Hatshepsut all’inizio della XIX Din.: sfondo nero con testi e
decorazioni soprattutto in foglia d’oro. Appartengono a personaggi di rango
molto elevato.
Sequenza generale dei sarcofagi antropoidi del
Nuovo Regno:
sfondo bianco con decorazione policroma,
scene funebri o di offerta
Iscrizione verticale centrale: formula
d’offerta o preghiera a Nut
retro piatto
-seppelliti supini-
avvoltoio (Nekhbet?) sul
torace
-fine XVIII-inizio XIX Din.: sfondo giallo e decorazione
policroma. Sul coperchio Nut alata, scene funebri o di
offerta a divinità tra le bande inscritte. Ai lati della cassa
figure di Thot e dei figli di Horus. Braccia incrociate.
Copricapi con acconciature della vita quotidiana.
bande inscritte: parole delle
divinità raffigurate tra di esse
– in specie i 4 figli di Horus-
mani incrociate sul petto, in alto rilievo, spesso
stringono amuleti
Mummy-board (planche de momie): copertura mummiforme
posta a ricoprire per intero il corpo, direttamente sul
bendaggio. In cartonnage o in legno, in 2 pezzi o unico,
anche traforato.
Defunto rappresentato anche in abiti della vita quotidiana.
Uomini: gonna in lino bianco, a volte barba squadrata, con
braccia incrociate o lungo i fianchi; donne: complesso abito
plissettato e ricchi gioielli, un braccio piegato sul petto,
l’altro lungo il fianco. A volte queste decorazioni appaiono
sul coperchio del sarcofago; anche versioni più piccole per
bambini.
mummy-board
sfondo giallo e foglia
d’oro, colori brillanti,
soprattutto blu e rosso,
verniciatura chiara .
Sarcofagi di Henutmehyt (XIX Din.): Tebe, Bristish Museum (EA48001). Legno di cedro e sicomoro.
sarcofago internosarcofago esterno
porzione
inferiore
lavorata a
giorno, con
scene della
defunta in
adorazione di
divinità
Larga parrucca con
bande dorate e fiore di
loto (rinascita) sul capobraccia
incrociate
sul petto
Nut
inginocchiata,
con le ali
aperte
iscrizioni su bande
orizzontali e colonne
verticali
rappresentazioni dei 4 figli
di Horus, Iside e Nefti
entro i compartimenti tra
le iscrizioni
foglia d’oro
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Sarcofagi fittili Da necropoli provinciali, si ispirano ai motivi e all’iconografia dei s. lignei e litici dell’élite.
Produzioni in materiale poco costoso, generalmente destinate alle fasce meno abbienti.
Materiali e tecnica costruttiva: prodotti in argilla locale, con tecnica al colombino o tornio, soprattutto nella parte inferiore
dei tipi cilindrici.
Fattura grossolana, spesso non decorati e anepigrafi. Varietà di forme e decorazione: dipinta, applicata o modellata.
Decorazione modellata prima della cottura (anche al momento della lavorazione del s. stesso) o dipinta prima o dopo della
cottura. Un pezzo («plastron») alla testa del s. era tagliato prima della cottura e utilizzato come coperchio.
Tipo detto «à plastron» diffuso nell’area del Delta e quasi assente in Alto Egitto.
Dal NR il s. fittile diviene antropomorfo, dipinto con fasce di testo a imitazione dei contemporanei modelli in legno.
Alcuni del tipo antropomorfo sono diffusi in aree straniere di influenza egiziana: in Vicino Oriente (ex. Beth Shan) e in Nubia.
S. «à plastron» di Men (XVIII Din. (?)): Tell el-Yahoudiyeh, tomba 411, Musées royaux et Histoire, Bruxelles (E.4348). Terracotta
dipinta
Tipo a «pantoufle» (slipper) o «cigare»: pezzo
movibile nella porzione superiore, utilizzato
come coperchio per l’inserimento del corpo.
Antropomorfo, stile grottesco.
Alveo cilindrico realizzato
in un solo pezzo
Nefti sul segno neb
Plastron: parrucca tripartita
e volto dipinto di rosso
Bande d’iscrizioni dipinte in nero su
fondo bianco: formule destinate a
Nefti, Osiride e Anubi e formule di
offerta per il ka di Men
Motivi simmetrici su fondo
giallo: Iside e Nefti, occhio
udjat, 4 figli di Horus e Anubi
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I sarcofagi di Tutankhamon
A partire dalla metà della XVIII Din. i sovrani sono dotati di norma di
3 sarcofagi, posti l’uno dentro l’altro.
La mummia di Tutankhamon è stata rinvenuta nella sua tomba intatta
(KV62) all’interno di tre sarcofagi antropoidi, tutti rappresentano il
sovrano con lo scettro heqa e il flabello, sottolineando
l’assimilazione del sovrano con Osiride.
Il sarcofago esterno e quello mediano sono molto voluminosi, in
legno rivestito in foglia d’oro e intarsiato (rishi, Ahmosis).
Presentano iscrizione centrale e coppia di
avvoltoi.
Sarcofago interno in oro di perfette
proporzioni con figure alate di Iside e
Nefti sulle gambe.
Sarcofagi litici regali del Nuovo Regno
Materiali:-quarzite: Thutmosis I e III, Hatshepsut (come faraone), Amenhotep II e Thutmosis
IV; tutti rettangolari con parte superiore arrotondata a formare un cartiglio;
-granito: con i successori di Amenhotep III. Resti di sarcofago in granito nella tomba
di Akhenaton; sarcofago di Tuthankhamon in quarzite con coperchio in granito;
-granito rosso: prediletto dalla XIX e XX Din.
Da Hatshepsut in poi il sarcofago litico può contenere fino a 3 casse antropoidi lignee,
inserite l’una dentro l’altra e poste su di un letto funerario.
Sarcofagi a forma di cartiglio: Thutmosis I e III, Hatshepsut (come faraone),
Amenhotep II e Thutmosis IV.
Decorazione:
-lato sinistro: pannello degli occhi affiancato dalle figure di Hapi (a destra) e
Qebsenuef (a sinistra), con colonne inscritte; lato destro: Imset, una forma di Anubi e
Duamutef; testa: Nefti; piedi: Iside. Sempre maggiore l’uso di formule dal Libro dei
Morti.
Sarcofagi ramessidi
A forma di cartiglio.
Eccetto il sarcofago di Seti I (antropoide in alabastro, Soane Museum di Londra),
presentano sul coperchio la figura del sovrano come Osiride in alto rilievo.
Ai lati della rappresentazione del sovrano anche le figure delle dee Nefti e Iside, tra i
personaggi sono raffigurati serpenti e demoni apotropaici.
Varietà di composizioni decorative, con moltiplicazione di pannelli, testi e figure.
Scene ed estratti dal Libro delle Porte e dell’Amduat.
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Rettangolare con coperchio a forma di cartiglio.
Coperchio: iscrizioni e immagine della dea Nut.
Cassa: motivo del “pannello degli occhi”, iscrizione a banda lungo il
bordo superiore e iscrizioni su singola colonna centrale, nei lati brevi,
e su 4 colonne, sui lati lunghi. Rappresentazioni di divinità e loro
recitazioni formulate sui lati brevi.
Sul fondo: figura di Nut.
I testi delle iscrizioni sono tratti dai Testi delle Piramidi, Testi dei
Sarcofagi e dal Libro dei Morti.
Sarcofago di Hatshepsut (da regina):
rilavorato per Thutmosis I.
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Decorazione: numerose bande inscritte, registri per scene figurate, organizzate in un fregio orizzontale con iscrizioni in alto e in
basso.
Motivi iconografici tradizionali (es. figli di Horus), gradualmente ridotti e ristretti alla fine di ciascun lato o soppiantati da nuove scene.
Iscrizioni separate tra coperchio e cassa, i due alvei sono ora separati.
Sarcofagi di privati della XXI-XXII Din.
Evoluzione stilistica e datazione:
-Dal 1000 a.C.: collare ampio copre le braccia, al di sotto di esso sono
rappresentate due o tre divinità.
-Fine XXI Din.: sono dipinte le bretelle in pelle, decorazione più affollata.
-Introdotti motivi della decorazione tombale ramesside: passi dell’ Amduat,
offerte ai defunti, Amenhotep I deificato. Decorazione del fondo a volte
organizzata in registri. Pitture esterne mediocri rispetto a quelle interne.
-Fine XXI Din.: figure di Nut e della dea dell’Occidente rappresentate sul
fondo prive di ali, con intorno piccole immagini di divinità, anche sulle
pareti interne, spesso mummiformi e con più teste.
-Inizio XXII Din (fine X sec. a.C).: varietà di temi mitologici sostituita da
scene di offerte non descrittive.
Tra XI-X sec. a.C. anche produzione di sarcofagi e papiri anonimi, con spazi
vuoti per nome e titolo dell’acquirente.
Mummy-board: copia del coperchio del sarcofago, con bande o iscrizioni, in colori
brillanti e scene figurate.
Tebe.
Sarcofagi antropoidi con rappresentazione mummiforme, parrucca tripartita e braccia incrociate sul petto.
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Tebe, Deir el-Bahari. Sarcofagi dei sacerdoti di Amon, massima diversificazione
iconografica di papiri e sarcofagi (II Cachette di Deir el-Bahari - Bab el-Gasus).
Esemplari simili da Akhmim e Kom Ombo, uno da Amarna.
Decorazione: all’esterno motivi e colori simili al repertorio ramesside (scene in colori
brillanti su sfondo giallo).
Dalla fine XX Din. interno sempre decorato, spesso con scene dai colori brillanti su sfondo
nero.
Coperchio: figure modellate in gesso e dipinte, impressione di rilievo, forse imitazione
dell’intarsio.
Sarcofagi di uomini e donne sono molto simili, ad eccezione di parrucca, volto e mani
(incrociate uomo, aperte donne).
Nut alata sul torso e parte inferiore divisa in compartimenti con varie divinità, emblemi
religiosi, brevi testi.
Horror Vacui. Rinascita: mitologia osiriaca e solare.
Temi iconografici tradizionali: di norma sulle pareti esterne del sarcofago esterno (ex.: i
figli di Horus).
Tratti dalle maggiori composizioni funerarie: viaggio del defunto nell’aldilà, giudizio di
Osiride e demoni guardiani delle porte, il viaggio della barca solare ed estratti dalla Litania
di Ra.
Nuovi motivi, resurrezione (selezione di scene poste in una fascia orizzontale intorno alla
cassa): separazione di Geb e Nut, Osiride in trono su una doppia scala. Trionfo della barca
solare su Apopi, rigenerazione della mummia attraverso i raggi solari, dea del sicomoro che
disseta il defunto (cf. Cap.59 BD), Vacca Celeste che spunta dalla Montagna Occidentale (cf.
Cap 186 BD) scena del Giudizio dei morti (cf. Cap 125 BD): nuove iconografie in rapporto
con il Libro dei Morti.
S. interno di Butehamon
( XXI Din): Museo Egizio,
C. 2237/1.
XXI Din. (ca 1070-945 a.C.)
Tebe e necropoli del Medio Egitto.
Sarcofagi di privati della XXII Din. (ca 945-754 a.C.)
Inizio XXII Din.: dal regno di Osorkon I i sarcofagi gialli sono soppiantati da nuovi tipi.
Forma dei sarcofagi lignei semplificata, scompaiono le mani incrociate.
Sacerdoti tebani dotati di 1-2 o 3 sarcofagi, semplici a protezione dell’involucro in cartonnage,
poi sostituito con un sarcofago ligneo antropoide.
Involucro di cartonnage: tipico del periodo.
Il cartonnage, modellato precedentemente su di un involucro a forma di
mummia, era posto sul corpo ancora non decorato e chiuso con 2 stringhe
attraverso i fori posteriori, infine una tavola lignea era collocata al di sotto dei
piedi così da sigillare la mummia. La cassa era dunque decorata.
Iscrizioni: brevi formule di offerta e didascalie alle figure.
Decorazione: sommaria sui sarcofagi, particolareggiata sul cartonnage.
Ristretto repertorio iconografico, varietà di realizzazione.
Spesso la decorazione è limitata al collare e a iscrizioni su colonne, per il coperchio, e linee
orizzontali, sull’alveo. Scene ed iscrizioni non sono tratte da specifici testi funerari, iconografie più
generiche (rinascita).
Profusione di divinità alate, feticci divini, in gruppi simmetrici (motivo a rete) distinti da bande o
registri; frequenti anche raffigurazioni di grandi divinità e simboli. Si evitano rappresentazioni
sovraffolate.
Poche scene tradizionali: vacca hatorica, presentazione del defunto a Osiride o Ra.
Simbolismo solare: scarabeo sulla testa.
Preminenza divinità menfite: barca di Sokar e Apis sotto i piedi.
Sul cartonnage è popolare il motivo con due falchi, uno con testa di montone, con le ali oblique sulle
spalle e sulle gambe.
Nuova iconografia di Nut: rappresentata spesso sul pavimento, frontale, con le braccia allargate.
Varietà schemi di colori: molti recano una decorazione policroma su sfondo bianco, altri mostrano
uno sfondo nero con scene e testo in giallo o con bordo bianco.
Lo strato di gesso è spesso limitato alla zona superiore, testa e collare, con decorazioni dipinte
direttamente sul legno nelle altre aree.
Involucro e mummia di Meresamun
(XXII Din.): Tebe, Ashmolean Museum,
AN1960.1288
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Sarcofagi di privati della XXV Din. (747-656 a.C.)
Sarcofagi alti funzionari tebani XXII-XXVI Din.: 2 o 3 sarcofagi.
Periodo di transizione: sarcofagi con vari elementi antichi e innovativi.
Sarcofago interno del tipo antropoide, mediano ed esterno sia antropoide che del tipo rettangolare a
pilastrini (qrsw).
Mummie spesso ricoperte con rete a rombi di perline in faience e maschere in cartonnage con
scarabeo alato sulla testa.
• Sarcofagi esterni qrsw rappresentazioni più caratteristiche sui lati minori con occhi wdjat e
scimmie che adorano il sole, sul coperchio viaggio della barca solare. Sui 4 pilastrini e sulla parete
superiore della volta: figure in legno incise: Anubi sciacallo, falco sacro mummificato di Sokari e
gli uccelli Ba.
• Sarcofago interno: ligneo, in 2 alvei, raffigura la mummia su di un piedistallo
rettangolare e appoggiata a un pilastrino dorsale, deposto in posizione orizzontale. I più
antichi sono decorati come i cartonnage : con 2 grandi falchi sul petto, divinità alate e uno
scarabeo sulla testa.
Decorazione: nuovo stile, grandi aree inscritte, schema di colori più sobrio e schematico,
decorazione organizzata in registri a rete.
Arcaismo: pannello degli occhi, figli di Horus, Anubi e Thot sui lati dei sarcofagi antropoidi.
Dea alata Nut sul petto dei sarcofagi interni, spesso senza ali all’interno del coperchio.
Formule e vignette dal Libro dei Morti.
Sarcofago antropoide interno con corpo bianco, decorato con una costolatura a imitazione del
panneggio plissettato: molti in questo periodo da Illahun e El Hiba.
• Sarcofagi esterni antropoidi: pareti molto spesse e fondo piatto. Decorazione povera su fondo
bianco in contrapposizione a iscrizioni con grandi geroglifici.
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Sarcofagi di privati della XXVI Din. (664-525 a.C.)
Set di 2 o 3 sarcofagi: sarcofago interno con piedistallo, sarcofago mediano
antropoide e cassa esterna del tipo antropoide o a 4 pali aggettanti.
Esemplari dei sacerdoti di Amon e Montu e familiari.
Sarcofago esterno rettangolare: decorazione con iscrizioni e figure di divinità entro
santuari, sul coperchio la barca solare. Maggiore decorazione all’interno.
Sarcofago esterno antropoide: coperchio decorato in registri con scene come quelle
del giudizio di Osiride e della mummia stesa sul letto funebre, alternati a bande di
brevi testi. All’interno spesso è raffigurato Ptah-Sokhar-Osiride.
Coperchio 2 tipi decorativi. 1) Nut alata sotto il collare, stretta fascia con
scena del giudizio. Al di sotto colonne verticali di testo e piccole vignette dal
Libro dei Morti, affiancate da divinità e recitazioni.
2) Nut e scena del giudizio del defunto seguite da bande orizzontali di figure.
Retro sarcofago interno: pilastro djed o colonne di testo.
All’interno spesso estratti dal Libro dei Morti o figure di Nut e Hator. Nefti
(testa)/Iside (piedi). Ai piedi più spesso scena del toro Api che trasporta la
mummia del defunto sulla sua schiena.
A Tebe fino al VI sec. a.C., tipi analoghi anche in altri siti dell’Alto Egitto,
notoriamente Akhmim, e dell’area menfita.
Sarcofago mediano: riprende la decorazione sparsa del periodo libico,
collare e brevi iscrizioni dipinte direttamente sul legno.
Sarcofagi interno ed esterno: coperti con lino, gesso e dipinti in colori
brillanti su sfondo giallo.
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Sarcofagi litici della XXVI Din. (664-525 a.C.)
Dignitari tebani fine XXV-inizio XXVI Din.: grandi sarcofagi esterni antropoidi
litici ricoperti da elaborate decorazioni incise.
Sarcofago di Ibi, Grande Intendente della Divina Adoratrice Nitocris (inizio XXVI
Din.): antropomorfo, in basanite. Il defunto tiene in mano il pilastro djed. Varie
divinità realizzate ad incavo e ai piedi del coperchio Nut alata rovesciata.
XXVI Din.-periodo tolemaico: sarcofagi esterni massicci, in basalto, grovacca, granito.
Rettangolari o a cartiglio, raramente con coperchio a volta, più spesso con coperchio
piatto, superficie più agevole per la decorazione.
Sarcofago della Divina Adoratrice Ankhnesneferibra: figlia di
Psammetico II; Deir el-Medina, British Museum, EA 32.
Usurpato da un sacerdote di Montu, Pimontu all’inizio del periodo romano.
Siltite nera.
Figura della Divina Adoratrice sul coperchio, all’interno Nut/dea
dell’Occidente sul fondo.
All’interno e all’esterno colonne verticali di iscrizioni, anche estratti dai Testi
delle Piramidi.
Pagina 41
Sarcofagi di privati dal periodo persiano a quello tolemaico
Spesso mummie con maschera funeraria e cartonnage tenuti in posizione da
elaborati bendaggi.
Di solito un collare a falco, spesso con Nut alata, una sorta di grembiule sulle
gambe e una cassa per i piedi.
Molti sarcofagi databili XXX Din.-inizio periodo tolemaico.
Necropoli: Tebe e Akhmim, sarcofagi di alta qualità con 2 sarcofagi antropoidi e
cartonnage.
Caratteristiche sarcofagi antropoidi del periodo:
-corpo e testa sproporzionatamente grandi;
-collare molto ampio con terminazioni a testa di falco e spesso un medaglione centrale;
-maggiori temi iconografici: Nut alata, mummia su di un letto leonino, sciacalli su santuari,
file di geni dell’aldilà che stringono coltelli.
Dipinti con colori brillanti, a volte doratura sul volto.
Iscrizioni standardizzate: brevi estratti dai Testi delle Piramidi e dal Libro dei Morti.
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Età tolemaica e romana
Ipogei alessandrini e necropoli provinciali (ex. Tuna el-Gebel,
Hawara): commistione tradizione faraonica e apporti iconografici
ellenistici.
Sarcofagi rettangolari con coperchio a volta e pilastrini aggettanti.
Cartonnage: involucri con decorazione elaborata, spesso dorata, organizzata in
registri con scene di tradizione egiziana.
Maschera funeraria: priva di caratteri individuali, diviene una sorta di busto con
una fisionomia più dettagliata per il volto. In cartonnage, è lavorata in gesso in età
romana.
Ritratti del Fayyum: mummia collocata in posizione eretta, la maschera è sostituita dal ritratto
dell’individuo, a encausto su tavola lignea. Eseguiti ante mortem.
Protodinastico
(I-II Din., 3150-2700 a.C.)
Antico Regno
(III-VI Din., ca 2700-2190 a.C)
Medio Regno
(XII Din., ca 1991-1785 a.C.)
XVII Din.
(ca. 1650-1570 a.C.)Nuovo Regno
(metà XVI-XI sec. a.C.)
XXI-XXII Din.
(ca. 1070-754 a.C.)
XXV-XXVI Din.
(747-525 a.C.)
Dal periodo persiano a quello
greco-romano
Pagina 44
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