Gruppoanalisi
Gruppo
Dmt
Vincenzo Bellia 2011
Il contesto storico
• Una pressante emergenza sociale: la fine del secondo conflitto mondiale, il rientro dei veterani di guerra, le situazioni traumatiche post-belliche
• L’approccio comunitario nelle grandi istituzioni sanitarie: l’ospedale militare, l’ospedale psichiatrico
• Un fondamentale background scientifico-culturale: il movimento psicoanalitico
Individuo e gruppo
• Il gruppo come insieme di individui in relazione
• L’individuo come insieme di “gruppi in relazione”, della sua storia di
esperienze relazionali
L’individuo e il sociale Il gruppo, la comunità è l’unità primaria ultima da considerare, e i processi
interni dell’individuo sono interiorizzazioni delle forze che operano nel
gruppo al quale egli appartiene (1971)
Ciò che ha bisogno di essere spiegato non è l’esistenza dei gruppi, ma
quella degli individui. Il fenomeno di un individuo che vive in relativo
isolamento dal gruppo è qualcosa che ha cominciato a svilupparsi solo in
tempi storici (1957)
Mondo
esterno
Klein
Mondo
interno
Foulkes
Il sociale non è tra le persone, ma ovunque (F. Dalal 1998)
Matrice
• Rete = Nexus = (com)Plexus: un numero relativamente piccolo di persone,
che comprende la famiglia, si raggruppa dinamicamente … intorno alla
persona centrale … soprattutto in connessione ai suoi conflitti
• Matrice di fondo: basata sulle proprietà biologiche della specie, ma anche
sui valori e sulle reazioni saldamente radicati dal punto di vista culturale
• Matrice dinamica: la rete di gruppo artificiale della situazione terapeutica,
artificiale ma potenzialmente molto intima, creata come teatro di operazione
per il cambiamento in atto
La matrice è l’ipotetica trama di comunicazione e relazioni in un dato gruppo
… lo sfondo comune condiviso che determina in ultima analisi il significato e
l’importanza di tutti gli eventi e su cui poggiano tutte le comunicazioni e le
interpretazioni, verbali e non verbali… la rete di tutti i processi mentali
individuali, il medium psicologico in cui si incontrano, comunicano e
interagiscono… [processi] non meramente interpersonali ma transpersonali
La psicopatologia
• Localizzazione del disturbo nella rete comunicativa e nei gruppi “naturali”, non reificazione della malattia nell’individuo
• Matrici sature: irrigidimento dei significati nel pensiero familiare/culturale e difficoltà o impossibilità di evoluzione, adattamento, differenziazione, creatività
• Pratica psichiatrica: studiare e trattare l’individuo nei gruppi naturali
La cura tra individuo e contesto
Auto
analisi
“Il mondo della realtà, il corpo e la comunità sono
le coordinate di tutta la terapia” (Foulkes 1948)
Scopi della terapia (Foulkes 1948)
Insight Adattamento
Insight Centrato sul “lì e allora”, promuove l’adattamento
è più importante dal punto di vista scientifico
Senza l’adattamento “non va molto lontano”
Adattamento Centrato sul “qui e ora”, facilita l’insight
è più importante dal punto di vista terapeutico
Senza l’insight “è incompleto ma può funzionare”
Gruppo... Analisi ?
Analisi in gruppo
(= degli individui in gruppo)
Slavson, Wolf, Schwartz
Analisi attraverso il gruppo
(il processo, che include il conduttore,
si focalizza sull’individuo e/o sul gruppo
in un gioco figura/sfondo)
Foulkes et Al.
Analisi di gruppo
(= del gruppo come un tutto)
Bion et Al.
Perché la terapia di gruppo?
È possibile mettere insieme un numero di pazienti e, sebbene tutti
rappresentino, per così dire, un “gruppo malato”, lasciare che formino da
soli il loro gruppo terapeutico.
Se doveste lavare un certo numero di camicie sporche insieme e l’acqua
non fosse nemmeno pulita e non ci fosse neppure sapone? Perfino in
quella occasione potrete ottenere camicie abbastanza pulite, sebbene
aggiungiate sporco a sporco, usandole per sfregarle l’una con l’altra
La parte sana dell’individualità, del carattere, è fermamente radicata nel
gruppo e interamente approvata da esso.
Un buon trattamento di gruppo, tramite lo sviluppo di un buon gruppo,
manda avanti entrambi i processi contemporaneamente: il rafforzamento
del terreno comune e lo sviluppo più libero delle differenze individuali.
Il conduttore del gruppo
• È un membro del suo gruppo
• È il primo servitore del gruppo
• Dirige il gruppo quasi continuamente, incoraggiandone il
processo mediante una “attività discriminante” (sta
“dietro le quinte” o con la “testa fuori dall’acqua”)
• Offre il minimo di regole per il massimo di libertà di:
- partecipazione attiva
- comunicazione
- (auto)osservazione
I livelli del transpersonale
1. Biologico-genetico
2. Etnico-antropologico
3. Trans-generazionale
4. Istituzionale
5. Socio-comunicativo
6. Politico-ambientale
Un modello ...
Bellia 2001, rif. Lo Verso 1994
Mente Corpo
Relazione
Terapie analitiche
Terapie cognitive
Terapie somatiche
Terapie relazionali
Terapie espressive
… per la cura multimodale
Disturbi psicotici
Dissociazione, concretizzazione
Corpo frammentato e narcisisticamente
disinvestito
Autismo, fusionalità, isolamento Psicoterapia
di gruppo
Psico- educazione
Farmaci
Int. relazionali
Formazione, lavoro
Dmt, arteterapia…
Bellia 2001, rif. Lo Verso 1994
Gruppo Elementi Riferimenti
antropologici
Fenomenologia
Piccolo 4-9 famiglia
processo interpersonale
transfert multiplo
risonanza mirroring
Mediano 10-30 tribù nomade
polarizzazione, conflitto,
dialogo, produzione
culturale
Grande più di 30 comunità
fenomeni imitativi
oscillazione tra
membership individuale
e collettivizzazione
emotività arcaica
Piccolo, medio, grande gruppo
… nella prassi clinico-applicativa
Gruppo Applicazioni Conduzione Ma attenzione:
Piccolo cliniche
bassa-media
direttività (promuovere il
processo
interpersonale)
…alla deriva intimistica o
regressiva
Mediano
formative,
psicosociali,
cliniche
(multimodali)
media direttività (garantire il setting)
… all'escalation
conflittuale
Grande psicosociali
modulare il setting
ritualizzando i
fenomeni di
assunto di base
… alla
spersonalizzazione, alla
frammentazione, alla
regressione
… e inoltre:
In Dmt disponiamo di opzioni tecniche che ci permettono di modulare il setting in modo da:
• Promuovere anche in un piccolo gruppo la fenomenologia collettiva dei gruppi grandi (giochi con forti vincoli transpersonali)
• Consentire l’interazione intersoggettiva anche in gruppi di grandi dimensioni (giochi con forti vincoli interpersonali)
• Attivare in ogni formato gruppale la risorsa della polarizzazione dialogica (intrinseca nella stessa dinamica motoria del corpo danzante)
I tempi del gruppo
La seduta di Dmt ha l’andamento di una parabola:
Il percorso del gruppo a termine ha
anch’esso andamento parabolico:
Il percorso del gruppo continuativo
ha invece un andamento a spirale:
La fondazione del gruppo
La fase fondativa rimanda al concepimento e all’infanzia del gruppo.
Le scelte tecniche (uso del movimento nello spazio e nel tempo) devono promuovere la coesione (di un corpo gruppale frammentario), quindi la differenziazione (di un corpo gruppale coesivo e fusionale).
Gli interventi istitutivi del terapeuta, perciò, privilegeranno valenze empatiche e pedagogiche, la ritualizzazione, il supporto e il contenimento, senza però contrastare il processo protomentale, preziosa risorsa creativa della Dmt.
La storia del gruppo
La fase intermedia del percorso del gruppo rimanda all’infinita varietà dei possibili sviluppi evolutivi della sua matrice dinamica.
Dal protomentale emerge un gioco di dinamiche identificatorie e transferali. Il processo creativo dà forma ad uno spazio simbolico e relazionale.
Le scelte tecniche devono promuovere il gioco espressivo e la ricerca personale/interpersonale: in una dialettica tra continuità e cambiamento, privilegeranno valenze esplorative, empatiche e integrative, interventi ridistributivi, riconnettivi e riformulativi.
La fine del gruppo
La fase conclusiva del percorso del gruppo rimanda alla maturità e alla difficile evenienza della separazione, che una diffusa cultura clinica tende a negare quale icona del tabù della fine e della morte.
Saper finire è la maturità di dare un senso all’autonomia, ma anche alla vecchiaia: elaborare realmente la dipendenza e il distacco.
In Dmt ciò si esprime in una conduzione tutta improntata alla valenza integrativa e giocata su interventi contenitivi, equilibratori e riconnettivi.
La fine della terapia
Nei gruppi a termine:
• non inserire nuovi membri
• lavorare su consegne già sperimentate
• privilegiare danze transpersonali o di restituzione reciproca
• passare dal cerchio allo spazio lineare
• privilegiare codici ritmici ed extratensivi
Nei gruppi continuativi semiaperti:
• ritualizzare le uscite individuali
• reinvestire nel gruppo le danze di membri che hanno concluso il percorso e hanno lasciato il gruppo
• contrattare con molto anticipo la conclusione del gruppo o il “passaggio di consegne” di un conduttore che lascia
Il setting
Il setting traduce
il dispositivo operazionale,
il campo mentale e la struttura culturale
in cui si svolge il trattamento
Le interazioni che si producono all ’interno di un dispositivo tecnico si inscrivono in un’operazione di costruzione del senso
indotta dal dispositivo stesso (T. Nathan)
Il setting in Dmt • Il setting comprende tutti gli elementi che devono
restare costanti per permettere le trasformazioni del processo (terapeutico, formativo…)
• Ogni applicazione della Dmt deve prevedere un setting specifico, modellato in funzione dei protagonisti e degli obiettivi del lavoro
In Dmt il setting vincola il movimento del corpo nello spazio e nel tempo,
ma
in Dmt lo spazio, il tempo e il corpo sono anche le coordinate lungo le quali si svolge il processo!
Le dimensioni della Dmt
• lo spazio (utilizzato liberamente, o secondo disposizioni determinate…)
• il tempo (ritmi collettivi e/o individuali, alternanza…)
• il corpo (movimenti liberi o codificati, globali o segmentari, con o senza contatto, voce, oggetti intermediari…)
I livelli della Dmt
• transpersonale (gli aspetti collettivi del movimento che attraversano il gruppo e il soggetto)
• interpersonale (la rete delle interazioni tra i diversi soggetti che avvengono nel gruppo mediante il movimento)
Il diagramma di campo…
Spazio transpersonale
Tempo transpersonale
Corpo transpersonale
Spazio interpersonale
Tempo interpersonale
Corpo interpersonale
… per considerare gli aspetti specifici
senza perdere di vista l’insieme
Le consegne
CONSEGNE MOLTO VINCOLANTI POCO VINCOLANTI
ESPLORAZIONE Focale, canalizzata Ad ampio raggio
PERCEZIONE Cinestesica profonda Multisensoriale
IDENTIFICAZIONE Collettiva Individuale
PROCESSO Outsight Insight
APPLICAZIONI Fasi fondative
Pazienti fragili o inibiti
Fasi successive
Pazienti autonomi
Alcune regole pratiche
• consegne molto vincolanti per canalizzare, contenere, attivare, extravertire
• consegne poco vincolanti per esplorare, sviluppare consapevolezza, introvertire
• consegne vincolanti gli stessi livelli che si intende esplorare (consegne interpersonali per favorire l’interazione;
transpersonali per promuovere esperienze collettive e individuali)
• consegne vincolanti dimensioni diverse da quelle che si intende esplorare (ad esempio, vincoli corporei e temporali
per favorire l’investimento dinamico della dimensione spaziale)
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