Intervento di: Nando Pagnoncelli
Bergamo, 10 maggio 2014
Gli italiani ieri e oggi: metamorfosi antropologichePrepared for: Convegno Preti operai
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Indice degli argomenti
1. Il punto di svolta: quando inizia il cambiamento?
2. L’indebolimento dello stato nazione e l’affermarsi delle dimensioni locali e globali
3. La qualità della vita come priorità
4. Soggettivismo, familismo e socialità ristretta
5. Frammentazione identitaria e multi appartenenza
6. La dieta mediatica
7. La crisi attuale
8. I cattolici
9. Riflessioni conclusive
Ipsos Public Affairs 3
1.Il punto di svolta: quando inizia il cambiamento?
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1. Il punto di svolta: quando inizia il cambiamento?
Gli antefatti “lunghi”: Boom economico crea una “nuova Italia” processo di contaminazione e di
trasformazione culturale
Il punto di svolta: 1974, l’anno del referendum sul divorzio
La società contadina lascia spazio alla società industriale la crisi della comunità va di pari passo con l’affermazione della soggettività
Gli antifatti “brevi”: Lo sbocco del boom sarebbe stato un processo di riforma modernizzante del Paese
(governi centrosinistra 62-64), ma la reazione è pesante rottura tra un paese che, in aree e ceti consistenti, chiede profondi cambiamenti e una
classe dirigente che non risponde alle richieste il divorzio simboleggia questo processo
Fino al 1989 la spaccatura si approfondisce e cresce il disincanto individualistico (anni ‘80) Assenza direzione politica, economica e soprattutto culturale l’egemonia culturale
comunista viene sostituita dal crescere delle TV commerciali Il 1989 chiude il percorso. Cadono le “grandi narrazioni”, le ideologie della salvezza (cristiani
e comunisti) che dentro la società secolarizzata non riescono a dare prospettive. Nessuno parla al soggetto che nasce e che (erroneamente) viene tradotto come esasperazione individualistica negativa.
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2. L’indebolimento dello stato nazione e l’affermarsi delle dimensioni locali e globali
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2. L’indebolimento dello stato nazione e l’affermarsi delle dimensioni locali e globali
Finanziarizzazione e mondializzazione dei mercati, prima della vera e propria globalizzazione,
rendono la politica nazionale sempre meno capace di incidere, decidere, governare.
Progressiva messa in mora della capacità di incidere degli Stati Nazione, fondamento del vecchio continente.
La risposta è il localismo, una sorta di nuovo modello identificativo se non connesso
all’aprirsi al mondo il localismo diventa reazione di paura
Dall’altro lato, la globalizzazione è una grande opportunità liberatoria i cittadini globali
agiscono ponendosi in una visione cosmopolita
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3. La qualità della vita come priorità
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3. La qualità della vita come priorità
Total quality e suoi effetti sui comportamenti e l’auto-percezione degli individui:
Qualità delle relazioni, del contesto territoriale, dei consumi, del tempo libero.
Utilitarismo e tornaconto: le conseguenze sul valore della dimensione temporale (hic et nunc)
Omologazione: si affievoliscono le tradizionali differenze di opinione, di comportamento e di stile
di vita nei diversi segmenti sociali
Consumi di massa e personalizzazione dei consumi , segmentazione dei consumi e moltiplicazione dell’offerta
Ascolto del consumatore, dei suoi bisogni (reali o latenti)
Comunicazione al consumatore e cambiamento della relazione aziende-consumatori
Centralità dell’individuo-consumatore
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Importanza e soddisfazione a confronto
Base: totale casi
9,4
8,7
7,3
6,4
6,2
5,9
5,2
5,2
4,3
4,0
3,9
3,4
3,3
7,8
8,7
8,3
7,2
8,1
7,6
7,1
7,8
7,2
7,3
7,2
7,3
6,9
5,96,5
salute
famiglia
amore
lavoro
amici
studio
reddito
zona di residenza
abitazione
tempo libero
colleghi di lavoro
rapporto con i vicini
colleghi di studio
beni
Importanza Soddisfazione
Ranking di importanza e soddisfazione su una scala da 1 a 10
Fonte: Banca dati sondaggi Ipsos 9
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Importanza e soddisfazione a confronto
Base: totale casi
IMPORTANZA su una scala da 1 a 10
famigliaamore
lavorosalute
amici
studio
reddito
zona di residenza
abitazione
tempo liberocolleghi di lavoro
rapporto con i vicini
colleghi di studio
beni
1
2
3
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5
6
7
8
9
10
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
SOD
DIS
FAZI
ON
E su
una
sca
la d
a 1
a 10
Beni immateriali
Beni materiali
Fonte: Banca dati sondaggi Ipsos 1
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Quanto sei felice?
Base: totale casi
D12. Lei quanto si ritiene felice? Mi risponda sempre con un voto da 1 a 10 dove 1 significa “per niente felice” e 10 “molto felice”
estremamente felice (voto 10);
15%
molto felice (voti 8-9); 46%
abbastanza felice (voti 6-7); 30%
non indica; 1%
poco felice (voti 4-5); 6%
per nulla felice (voti 1-3); 2%
DECISAMENTE FELICI (voti 8-10)
61%
Fonte: Banca dati sondaggi Ipsos 1
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I fattori che incidono sulla felicità: il ranking
Base: totale casi
1° REDDITO SUO E DELLA SUA FAMIGLIA
2° RAPPORTI CON I FAMIGLIARI
3° TEMPO LIBERO
4° AMORE E VITA AFFETTIVA
5° RAPPORTI CON VICINI E PERSONE DEL QUARTIERE
6° SALUTE
7° RAPPORTI CON AMICI E PERSONE CHE FREQUENTA
8° ZONA IN CUI VIVE
9° QUALITÀ DELLA SUA ABITAZIONE
10° I BENI CHE POSSIEDE
Fonte: Banca dati sondaggi Ipsos 1
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trend
Quanto ritiene importanti questi aspetti per la sua vita? (% molto importante)
91,9
86,5
80,2
79,6
76,0
74,3
68,1
28,6
27,1
25,7
25,6
21,7
17,4
6,2
Salute
Famiglia
Pace
Libertà
Amore
Amicizia
Istruzione
Impegno sociale
Fare carriera
Patria
Guadagnare
Religione
Prestigio
Politica
Più importantiMeno importanti
Fonte: Rapporto giovani IARD
Ipsos Public Affairs 14
4. Soggettivismo, familismo e socialità ristretta
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4. Soggettivismo, familismo e socialità ristretta
Lo strabismo nella valutazione noi - gli altri
Doppia frattura sociale.
Tramonto dell’impegno
Cambiamento nel rapporto con la politica
Regole e anomia
Prevalenza della dimensione individuale nelle scelte che hanno anche impatto sociale
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Quattro segmenti che riassumono il rapporto fra italiani e istituzioni (trend)
Media delle fiducie
35,534,233,132,431,032,2
41,541,840,742,741,438,244,4
40,3
28,7
29,330,028,029,030,1
31,4
28,829,229,329,729,9
31,7
29,531,9
32,2
24,725,025,726,726,4
25,9
21,920,822,419,821,721,117,719,0
27,9
10,510,813,311,912,510,57,88,27,67,87,09,08,48,811,2
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
apr-14feb-14dic-13set-13giu-13mar-13feb-13nov-12set-12giu-12apr-12feb-12dic-11set-11mag-11
molto FIDUCIOSI
abb. FIDUCIOSI
abb. SFIDUCIATI
molto SFIDUCIATI
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Base: totale casi
Secondo lei nel nostro Paese ci sono più cose che uniscono o dividono gli italiani? trend
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Se dovesse citarmi un aspetto che unisce gli italiani, quale mi direbbe? risposte spontanee
Base casi: 1.000
9%8%
7%7%
6%6%6%
4%4%
3%3%3%3%
2%2%
1%1%
6%
13%5%
9%9%9%
4%6%
4%6%
4%3%3%3%
2%3%
1%1%
4%
0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% 14,0%
il senso di unità nazionale
lo sport, i campioni sportivi italiani
la storia d’Italia, la cultura, l’arte
la lingua
l’altruismo, la generosità
le stesse difficoltà economiche
l’attitudine al lavoro, l’operosità
la cucina, il cibo
la libertà, la democrazia, i valori della resistenza
la volontà di migliorare
i costumi, le tradizioni
la religione cattolica
la bandiera italiana, il tricolore
il desiderio di pace, il rifiuto della guerra
la sfiducia nella politica, negli uomini politici
le calamità naturali
la famiglia
altre citazioni
TOTALECAMPIONE
Intervistati che ritenmgono che ci siano più cose cheuniscono
Non indicano nessun elemento di unione: 19%
Fonte: Banca dati sondaggi Ipsos
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Se dovesse citarmi invece un aspetto che divide gli italiani, quale mi direbbe? risposte spontanee
Base: 1.000
21%20%
11%7%
4%3%3%3%
2%2%
1%1%1%1%1%1%1%
5%
23%22%
12%4%4%
2%3%
2%2%
1%1%
0%2%
0%2%2%
1%4%
0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0%
la politica
le differenze tra nord e sud del paese
le differenze di reddito
la mancanza di senso civico
il localismo, il campanilismo
la presenza crescente degli stranieri
lo scontro fra stato centrale e autonomie locali
lo scontro fra tradizione e progresso
la storia passata
lavoro/crsi
il tifo calcistico
il tifo più contro l’avversario che a favore della propria squadra
le lingue locali, i tanti dialetti
il conflitto fra cattolici e laici
razzismo
egoismo
mentalità/carattere
altre citazioni
TOTALECAMPIONE
Intervistati che ritenmgono che ci siano più coseche uniscono
Non indicano nessun elemento di divisione: 12%
Fonte: Banca dati sondaggi Ipsos
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716766,6
49,342,8
37,536,7
26,325,1
8,72,8
71,174,9Il nostro patrimonio artistico e culturale
La bellezza del nostro territorio
La cucina, i prodotti alimentari
Ascoltare l'inno italiano
Vedere sventolare la bandiera italiana
I valori civili del passato: la Resistenza, il Risorgimento
La moda e lo stile
La nostra Costituzione
La musica, i cantanti
Il livello dello sport e dei campioni
Il cinema, gli attori, i registi
La nostra economia e i nostir imprenditori
La politica e i politici
Ci può dire in che misura ciascuno dei seguenti aspetti la rende orgoglioso di essere italiano?
Fonte: sondaggio Demos & PI per Intesa Sanpaolo, marzo 2011 (base: 1044 casi)
Valori percentuali di quanti si dichiarano “molto” orgogliosi
Ipsos Public Affairs 22
5. Frammentazione identitaria, multi appartenenza
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5. Frammentazione identitaria, multi appartenenza e … ambivalenze
Relativismo etico
La complessità ed eterogeneità del vivere quotidiano ci
proietta in dimensioni multiple, difficilmente riconducibili ad
una visione unitaria e coerente del Sé
Inconsapevoli ambivalenze e conflitti di volontà
Ipsos Public Affairs 24
6. La dieta mediatica
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Negli ultimi anni si è moltiplicata l’offerta informativa: digitale terrestre e reti satellitari (moltiplicazione dei canali tv), radio, stampa, free press, internet, ecc.
I vecchi media (tv in primis, che rimane la fonte prevalente di informazione) coesistono con i nuovi media e le forme di fruizione cambiano significativamente (interazione, circolarità, diffusione)
Necessità di orientarsi in un ecosistema digitale affollato di fonti “always on”, perlopiù gratuite
Crescita del comportamento “selettivo”, crescente abitudine alla mediazione tra
mezzi e testate differenti
Rischi di minore approfondimento con la perdita di rilevanza della carta stampata come fonte informativa, si allenta anche la sua funzione unica e distintiva di strutturazione dell’informazione, che difficilmente può provenire dai mezzi a flusso
Come si informano i cittadini?
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Aumento della quota di cittadini “informati” Riduzione della quota di cittadini “consapevoli”
Impatto sulla formazione delle opinioni (percezione vs. realtà;
emotività vs. razionalità; volatilità delle opinioni) Impatto sulla “fiducia” (minore importanza degli aspetti cognitivi,
crescita di quelli affettivi/valoriali)
Quali effetti della nuova dieta mediatica?
Ipsos Public Affairs 27
7. La crisi attuale
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L’Italia invecchia!
Stranieri
L’Italia invecchia!
Età
Numerosità
FONTE: Istat , popolazione, al 1° gennaio 2013
Età
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L’Italia invecchia! Come sarà l’Italia nel 2050 dal punto di vista demografico?
Un paese più multietnico ma più anziano: nel 2050 saremo 61milioni e gli ultrasessantacinquenni supereranno il 30% della popolazione, dal 20% attuale – e gli ultraottantenni cresceranno dall’attuale 5,8% al 15%.
Il numero totale di stranieri passerà dall’attuale 7% al 17% (nel Nord Ovest il 25%, nelle Isole il 3%).
FONTE: Istat, ‘previsioni demografiche’ e ‘natalità e fecondità della popolazione residente’
Il numero medio di figli per donna in Italia è 1,4 , pressocchè stabile negli ultimi 4-5 anni, mentre la speranza di vita aumenta fino a 79,4 anni per gli uomini e 84,5 per le donne (quasi un anno in più in confronto al 2006). Le donne straniere residenti mediamente partoriscono 2 figli: continua ad aumentare il peso dei nati da almeno un genitore straniero: 6% nel 1999, oggi sono il 19% (nel Nord si supera il 25%)
0
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
nati stranieri
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L’Italia invecchia! Ma la popolazione straniera raddoppia in 10 anni
FONTE: Istat , popolazione, residente , al 1° gennaio di ciascun anno
Crescita complessiva della popolazione 2003-2013*: +4,5% - cittadini italiani -0,7%
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…cambiano le tipologie di famiglie del Paese.
FONTE: Istat, Eurostat
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Dati Banca d’Italia 2012
Famiglie italiane: 24 milioni Ricchezza netta (no mutui e prestiti) 2012: 8.542 miliardi Abitazioni: circa 4.800 miliardi Investimenti finanziari: circa 3.670 miliardi
• oltre 42% in conti titoli banche ITA (azioni, obbligazioni) • di cui 31% in depositi conti corrente banche ITA • di cui il 19% in riserve tecniche di assicurazione
% Famiglie % Ricchezza
12 milioni di famiglie versus 683 milioni: in media 57mila €
CETI POPOLARI
CETI MEDI BENESTANTI
9.6 milioni di famiglie versus 3.844 miliardi: in media 400mila €
2.4 milioni di famiglie versus 4.015 miliardi in
media 1milione 670mila €
CETI RICCHI
L'Italia era un paese più egualitario negli anni '70-'80, nei '90 sono aumentati gli squilibri sociali. Negli ultimi 20 anni la situazione generale è rimasta più o meno stabile, tuttavia 2 fattori hanno modificato la piramide sociale italiana: travaso progressivo di ricchezza, dai lavoratori dipendenti agli
autonomi lungo ristagno dei redditi, che ha affondato i ceti medi
…così come la distribuzione del patrimonio
46% nel 2010
10% nel 2010
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Negli anni è aumentata l’aliquota sui redditi più bassi, è diminuita invece quella sui redditi più elevati
Anni Scaglione di reddito inferiore
Aliquota minima
Scaglione di reddito superiore
Aliquota massima
Numero di scaglioni
1976-1982 Fino a 1.550 10 Oltre 284.051 72 32
1983-1985 Fino a 5.681 18 Oltre 258.228 65 9
1986-1988 Fino a 3.099 12 Oltre 309.874 62 9
1989 Fino a 3.099 10 Oltre 154.937 50 7
1990 Fino a 3.305 10 Oltre 164.388 50 7
1991 Fino a 3.512 10 Oltre 174.407 50 7
1992-1997 Fino a 3.719 10 Oltre 154.967 51 7
1998-1999 Fino a 7.746 18 Oltre 69.722 46 5
2000 Fino a 10.329 18 Oltre 69.722 46 5
2002 Fino a 10.329 18 Oltre 69.722 46 5 2003 Fino a 15.000 23 Oltre 70.000 45 5
2005 Fino a 26.000 23 Oltre 100.000 39+4 4
2007-2011 Fino a 15.000 23 Oltre 75.000 43 5
ALIQUOTE E SCAGLIONI DI REDDITO 1976-2011
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Famiglie povere e non povere in base a diverse linee di povertà in Italia
La classificazione delle famiglie in povere e non povere, ottenuta attraverso la linea convenzionale di povertà, può essere maggiormente articolata utilizzando soglie aggiuntive, come quelle che corrispondono all’80 % e al 120% di quella standard. Tali soglie permettono di individuare diversi gruppi di famiglie, distinti in base alla distanza della loro spesa mensile equivalente dalla linea di povertà.
Linea Standard: 990,88 €.
Linea all’80% (-20% di quella standard): 792,70 €.
Linea al 120% (+20% di quella standard): 1.189,06 €.
NON Povere SICURAMENTE NON Povere
QUASI Povere
Povere APPENA Povere
SICURAMENTE Povere
87,3%
12,7%
81,7%
5,6% 7,5%
5,2%
dati ISTAT 2012
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Il PIL Italiano ha subito una violenta contrazione…
Note: PIL in valori concatenati con anno base 2005 in milioni di
euro
CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI Anno 2013, valori in milioni di euro
2012 2013
Debito 1.989.469 2.068.948
Debito/PIL(%) 127,0 132,6
2014: +0,6
36
90,00
92,00
94,00
96,00
98,00
100,00
102,00
104,00
106,00
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
PIL reale: valori concatenati (base 2005=100) e crescita annua (%)
dato 2014: stima
+ 3,7
+ 1,9 + 0,5
0
+1,7
+0,9
+2,2
+1,7 -1,2
-5,1
+1,5 +0,4
-2,4
-1,9
+0,6
Dopo un anno di recessione… …c’è una timida ripresa nel 2014
ma ATTENZIONE ALLE STIME… «durante la Grande Recessione la crescita, in particolar modo quella a medio termine, è sempre stata abbondantemente sovrastimata» (Thomas Manfredi - studio sulle stime OECD Economic Outlook 2008-2013)
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Variazioni % mese su stesso mese anno precedente
variazioni % tendenziali, al lordo dei tabacchi
Diminuisce ulteriormente l’inflazione, ormai prossima allo zero
FONTE: Istat
Il potere d'acquisto delle famiglie è stabilmente basso ma si attende una ripresa nel 2014
Anno di riferimento per il potere di acquisto 2005
Valori trimestrali destagionalizzati in milioni di Euro
* Il potere di acquisto è il reddito lordo disponibile delle famiglie in termini reali, ottenuto utilizzando il deflatore della spesa per consumi finali (valori concatenati con anno di riferimento 2005)
Famiglie totali
38 FONTE: Istat
PREVISIONI ISTAT 2014: «Il reddito disponibile è previsto crescere
in misura superiore all’inflazione al consumo e il potere d’acquisto delle
famiglie tornerebbe a migliorare per la prima volta dal 2007.»
Andamento del tasso di disoccupazione mensile – DATI DESTAGIONALIZZATI
TASSO DI DISOCCUPAZIONE: Rapporto tra persone in cerca di occupazione e il totale di persone occupate o in cerca di occupazione
Il tasso overall si riferisce alla popolazione di 15 anni o più
Tasso di disoccupazione in crescita in Italia: il confronto con l’Europa sottolinea la criticità della situazione giovanile
40 FONTE: Istat, Eurostat
34,535,5 34,6
36,1 36,137,6 37,6 38,2 38,3
39,6 4038,2
39,3 40,1 40,6 40,8 41,6 42,1 41,742,9 42,8 42,7
22,7 22,8 22,9 23,0 23,1 23,3 23,4 23,5 23,4 23,3 23,4 23,3 23,3 23,4 23,3 23,2 23 23 22,9 22,8 22,7 22,6
10,4 10,4
10,5 10,5 10,6 10,7 10,8 10,9 10,9 10,9 10,9 10,9 10,8 10,8 10,8 10,8 10,7 10,7 10,6 10,5 10,5 10,510,8 10,8
10,7 10,9 11,3 11,3 11,5 11,8 11,9 11,9 12,0 12,2 12,1 12,1 12,4 12,5 12,5 12,8 12,7 12,9 13,0 13,0
4
8
12
16
20
24
28
32
36
40
44
Italia 15-24
EU 27 15-24
EU 27 overall
Italia overall
PREVISIONI ISTAT:
2014: 12,7 2015: 12,4
Il numero di disoccupati di lunga durata
(in cerca da oltre 1 anno) è il più alto tra i principali
Paesi europei ed è in crescita (+6% nel 2013). Questo rallenta la ripresa.
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2012 overview sul mercato del lavoro: lavora meno del 50% pesano disoccupati, part time e sfiduciati … ma non bisogna dimenticare gli inattivi !
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Disoccupati2.744
Altri occupati Sottoccupati part time Disoccupati Disponibili a lavorare ma non cercano lavoro
Cercano lavoro ma non disponibili
Altri inattivi
22.238 605 2.744 2.975 111 17.193
Forze lavoro
22.843 20.280
Forze lavoro potenziali
Popolazione 15-74 anni per condizione - Anno 2012 (migliaia di unità)
Popolazione
45.866
Occupati Inattivi
Si stimano più di 6,5 milioni di individui in sofferenza!
Uno sguardo al 2012 con overview sul mercato del lavoro: pesano disoccupati e inattivi ma non bisogna dimenticare tra gli occupati, i part-time e i precari!
Per avere un quadro generale chiaro sul mercato del lavoro sono utili i valori assoluti del 2012: considerando i 15-74enni, il numero di inattivi è molto ampio, ma ciò è normale data anche l’età considerata la fascia di sofferenza comprende – oltre ai disoccupati (2.744) e gli inattivi disponibili a lavorare (2.975+111) – anche gli occupati sottoccupati part-time,
senza dimenticare gli occupati in cassa integrazione e gli occupati precari.
(49,8%) (6%) (44,2%)
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I giovani italiani per condizione occupazionale/di studio TREND 2011-2012
38,9%
38,3%
13,4%
13,9%
33,8%
32,1%
58,8%
57,2%
10,6%
13,3%
8,9%
10,9%
16,8%
16,2%
18,9%
18,0%
2011
2012
2011
2012
20-2
425
-29
Studiano Lavorano disoccupati inattivi
NEET
27,4%
29,5%
27,8%
28,9%
FONTE: Istat, Eurostat 4
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In aumento i NEET - giovani che non lavorano, non studiano e non si formano
TREND per età
Valori %
Giovani NEET di 15-29 anni per
regione
Istat 2012
Ipsos Public Affairs 45
8. I cattolici
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La segmentazione dei cattolici
A partire da tre informazioni (credo in una religione, partecipazione alle funzioni religiose, partecipazione alle attività parrocchiali o di organizzazioni religiose) Ipsos individua sei segmenti:
1. I praticanti impegnati: fedeli cattolici che partecipano tutte le settimane alla messa e sono impegnati in parrocchia o in organizzazioni religiose
2. Gli assidui/partecipanti scarsamente impegnati: fedeli cattolici che partecipano tutte le settimane alla messa pur non essendo direttamente impegnati in parrocchia o in organizzazioni religiose, oppure partecipano una o due volte al mese alla messa ma sono direttamente impegnati in parrocchia o in organizzazioni religiose
3. I saltuari: fedeli cattolici che partecipano meno di due volte al mese alla messa e non sono impegnati in parrocchia o in organizzazioni religiose
4. I non praticanti: si dichiarano cattolici ma non partecipano alla messa, né sono impegnati in parrocchia o in organizzazioni religiose
5. I non credenti: si dichiarano non credenti in alcun culto religioso
6. Credenti in altre religioni: si dichiarano credenti in altri culti religiosi
4
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Dimensioni dei segmenti trend 2006 - 2014
15,2%
14,5%
13,5%
12,8%
11,9%
11,4%
12,3%
13,3%
18,4%
18,4%
18,8%
20,0%
20,4%
20,7%
22,6%
20,8%
21,2%
37,8%
37,4%
37,2%
37,5%
37,0%
38,8%
40,6%
40,3%
40,9%
10,7%
13,5%
12,6%
12,4%
12,0%
11,3%
16,8%
14,5%
14,2%
11,4%
13,0%
11,6%
2,3%
2,5%
2,5%
2,5%
2,3%
1,8%
1,6%
1,6%
1,7%
13,7%
11,2%
9,9%
11,6%
16,5%
16,4%
15,6%
febbraio 2014
2013
2012
2011
2010
2009
2008
2007
2006
impegnati assidui/ partecipanti saltuarinon praticanti non credenti credenti in altre religioni
Fonte: Banca dati sondaggi IPSOS 2006-2014 (circa 5500 interviste mensili)
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Profilo socio-demografico dei segmenti febbraio 2014
Fonte: Banca dati sondaggi IPSOS (circa 5500 interviste mensili)
impegnatiassidui/
partecipanti saltuari non praticanti non credenti altre religioni totale
% % % % % % %Totale 15,2 18,4 37,8 9,9 16,4 2,3 100,0Genereuomini 10,8 14,7 39,1 11,4 21,9 2,1 100,0donne 19,2 21,7 36,6 8,5 11,6 2,4 100,0Età18-24 anni 9,3 10,4 37,4 9,8 30,7 2,4 100,025-34 anni 9,7 11,2 42,8 10,8 22,8 2,7 100,035-44 anni 15,6 16,6 40,9 9,6 14,8 2,5 100,045-54 anni 16,0 17,2 41,0 8,7 14,4 2,7 100,055-64 anni 15,6 20,3 37,9 10,4 13,6 2,2 100,065 anni e + 19,9 27,0 30,1 10,1 11,5 1,4 100,0Titolo di studiolaureati 15,3 17,3 32,8 8,9 23,7 2,0 100,0diplomati 15,0 15,1 38,9 9,3 19,4 2,3 100,0licenza media 13,2 16,5 41,6 10,8 15,4 2,5 100,0licenza elem., nessuno 18,8 25,7 32,8 9,6 11,0 2,1 100,0
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Profilo socio-demografico dei segmenti febbraio 2014
Fonte: Banca dati sondaggi IPSOS (circa 5500 interviste mensili)
impegnatiassidui/
partecipanti saltuari non praticanti non credenti altre religioni totale
% % % % % % %Totale 15,2 18,4 37,8 9,9 16,4 2,3 100,0Professioneimprenditori, professionisti… 11,5 14,9 39,2 9,2 22,9 2,3 100,0autonomi 12,2 14,0 41,8 10,9 18,3 2,8 100,0impiegati, insegnanti 14,9 15,2 40,1 9,4 18,3 2,1 100,0operai e affini 8,9 12,0 45,1 11,7 18,8 3,5 100,0disoccupati, inoccupati 11,9 14,9 40,1 10,7 19,2 3,2 100,0studenti 10,1 10,9 35,3 9,4 32,4 1,9 100,0casalinghe 23,1 24,6 37,3 6,8 6,1 2,1 100,0pensionati 18,8 25,5 31,4 10,4 12,4 1,5 100,0Aree geopolitichenord ovest 15,0 18,4 35,8 10,7 17,8 2,3 100,0triveneto 15,2 18,5 37,9 9,0 17,2 2,2 100,0regioni rosse 12,0 14,9 37,9 11,0 21,5 2,7 100,0centro sud 15,2 18,9 39,3 9,6 14,8 2,2 100,0sud e isole 17,8 20,5 38,7 8,8 12,2 2,0 100,0
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Profilo socio-demografico dei segmenti febbraio 2014
Fonte: Banca dati sondaggi IPSOS (circa 5500 interviste mensili)
impegnatiassidui/
partecipanti saltuari non praticanti non credenti altre religioni totale
% % % % % % %Totale 15,2 18,4 37,8 9,9 16,4 2,3 100,0Ampiezza dei centrifino a 10 mila abitanti 16,6 18,7 38,4 9,4 14,9 2,0 100,0da 10 a 30 mila abitanti 15,7 18,7 38,8 9,0 15,4 2,4 100,0da 30 a 100 mila abitanti 15,5 19,0 37,5 10,0 16,0 2,0 100,0oltre 100 mila abitanti 12,5 17,0 36,3 11,3 20,0 2,9 100,0Autocollocazione politicasinistra 10,3 13,2 30,8 12,4 30,8 2,5 100,0centrosinistra 14,3 16,8 39,2 10,0 18,0 1,7 100,0centro 21,4 20,5 37,2 7,2 11,5 2,2 100,0centrodestra 15,7 21,1 41,2 9,3 11,3 1,4 100,0destra 15,7 18,9 40,5 10,6 12,1 2,2 100,0non collocati 15,7 19,8 36,4 9,7 14,5 3,9 100,0
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Fiducia nella Chiesa Cattolica (trend % positivi su voti validi)
84
9391
94
91
81
8987
94
90 8987
8486
85
89
9495
78
86
79
87
83
87
8381
7779 79
8284
8587
86
6566
65
68
6261 61
64 64
61 6058
56
67 6869
70
89
86
83
808283
70
54
64
50
60
70
80
90
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mag-12
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nov-12
feb-13
mag-13
ago-13
nov-13
feb-14
praticantiimpegnati
assidui/partecipanti
TOTALEPOPOLAZIONE
Fonte: Banca dati sondaggi IPSOS 2009-2014 (circa 1000 interviste per ciclo)
Elezione Papa
Francesco
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Il voto dei cattolici praticanti: la tendenza di lungo periodo (elettori con partecipazione settimanale alla messa)
Fonte: Banca dati sondaggi IPSOS 2005-2014 (circa 5500 interviste mensili)
centro desta: PDL (FI fino a feb-08 e da dic-13, + AN fino a feb-08) + NCD (da dic-13) + Lega + Fratelli d’Italia (da dic-12) + MPA (fino a nov-09 e da set-12) + Grande SUC (da set-12) centro sinistra: PD (DS+Margherita fino a ott-07)+ SEL + PSI + IDV (fino a set-12) + PRC, PDCI e Verdi (fino a dic-08) + UDEUR (fino a gen-08) + Centro Dem. (da gen-13) centro: UDC + API (da dic-09 a set-12) + MPA (da dic-09 a set-12) + FLI (da set-10) + Lista Fare Futuro per Monti (da ott-12 a giu-13) + Popolari per l’Italia (da gen-14)
0
10
20
30
40
50
60
dic-
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b-06
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ago-
06ot
t-06
dic-
06fe
b-07
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07gi
u-07
ago-
07ot
t-07
dic-
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b-08
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08gi
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ago-
08ot
t-08
dic-
08fe
b-09
apr-
09gi
u-09
ago-
09ot
t-09
dic-
09fe
b-10
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10gi
u-10
ago-
10ot
t-10
dic-
10fe
b-11
apr-
11gi
u-11
ago-
11ot
t-11
dic-
11fe
b-12
apr-
12gi
u-12
ago-
12ot
t-12
dic-
12fe
b-13
apr-
13gi
u-13
ago-
13ot
t-13
dic-
13fe
b-14
totale centro sinistra
totale centro destra
totale centro
altri - non voto - non indica
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9. Riflessioni conclusive
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Riflessioni conclusive: SOCIETA’
2. Decade il ruolo delle agenzie di mediazione sociale (partiti, sindacati, ecc.)
1. Con il tramonto delle grandi narrazioni cresce un soggettivismo atipico, chiuso nel guscio protettivo della famiglia e delle relazioni sociali ristrette
3. L’appartenenza è sempre più ricercata nella realtà immediatamente circostante, da cui i fenomeni localistici che convivono con le dinamiche globali
4. Gli individui sono prigionieri del presente
5. La politica non sa più definire un quadro di valori e obiettivi che tenga insieme le diverse spinte
6. L’individuo si frantuma e molecolarizza, fatica a trovare una definizione univoca di sé
7. L’opinione pubblica alterna spinte individualistiche e ricerche di garanzie
8. Gli elementi di diffidenza e di chiusura tendono a prevalere rispetto alle aperture e alla solidarietà
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9. Persistono problemi strutturali nell’economia italiana che ostacolano la ripresa del Paese: asimmetrica distribuzione della ricchezza, disoccupazione giovanile elevata, carico fiscale iniquo
10. In particolare il mercato del lavoro vive un momento di grandissima sofferenza: tra disoccupati, inattivi disponibili a lavorare, sottoccupati, cassa-integrati e precari, si stimano più 6.5milioni di individui in difficoltà economica
11. Nel medio periodo si è allargata la forbice tra potere d’acquisto e reddito disponibile: nel complesso negli ultimi anni alcuni aumenti nominali del reddito non sono bastati per sostenere il potere d’acquisto
12. Sempre meno italiani riescono a migliorare la propria situazione, in molti hanno conservato il proprio tenore di vita grazie al decumulo di risparmio passato; tuttavia, il risparmio è un ancoraggio per la propria sicurezza; continua ad essere alta la preferenza per la liquidità, mentre il “mattone” continua a scendere quale investimento ideale
13. Non si può parlare di semplice riduzione dei consumi, ma di un vero e proprio cambio di paradigma generato dalla contrazione del potere d’acquisto e dalla volontà di ricostruire gli stock di risparmio
Riflessioni conclusive: ECONOMIA
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14. Persistono una preoccupazione elevata e un senso di incertezza sul futuro che inducono pessimismo, atteggiamenti di chiusura e di ripiegamento difensivo
15. Il rapporto con la politica e con le diverse forme di rappresentanza è entrato in crisi: privilegi, casta e corruzione sono solo la punta di un iceberg
16. Alla politica si imputa di non risolvere i problemi (ma è questo il compito della politica?) e di fare i propri interessi anziché quelli del paese (ma è diversa dai cittadini o rappresenta lo specchio di un paese che ha smarrito il senso di appartenenza e di comunità?) .
17. Destra e sinistra non sembrano essere più considerati dai cittadini come termini utili a “leggere il presente” e ad affrontare il cambio di paradigma prodotto dalla crisi economica
18. Dopo aver sperimentato governi che si sono succeduti pur senza riuscire a cambiare il Paese prevale la disillusione
19. Il rinnovamento annunciato dal Governo Renzi sta alimentando aspettative di cambiamento che, se deluse, determineranno ulteriori atteggiamenti di disaffezione e accentueranno le spinte individualistiche
Riflessioni conclusive: POLITICA
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1. I cattolici praticanti sono una minoranza in Italia e sono fortemente caratterizzati : donne, anziani, forte presenza di casalinghe e pensionati, basso livello di istruzione, piccoli centri, regioni meridionali
2. I valori cristiani conformano solo in parte i modelli di vita, i comportamenti e le scelte dei cattolici: si afferma la tendenza ad accettare o rifiutare del messaggio evangelico e dei pronunciamenti della Chiesa quanto è più o meno in sintonia con il proprio stile di vita, in una sorta di religione «fai da te»
3. Tutto ciò determina forte omogeneità tra credenti e non credenti in termini di percezioni, opinioni, atteggiamenti e comportamenti riguardo ai temi sociali e, in misura minore, etici che attraversano la nostra epoca.
4. La Chiesa gode di una fiducia elevata e in forte crescita grazie alla figura di papa Francesco e ai giudizi positivi nei confronti della propria parrocchia
5. La Chiesa viene giudicata ed apprezzata prevalentemente in base alle “opere buone” e alla testimonianza
Riflessioni conclusive: I CATTOLICI
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6. La frammentazione identitaria e la forte spinta pragmatico-individualista impediscono
una visione sintetica dell’individuo; viene meno il bisogno di coerenza, non si avverte dissonanza tra valori professati e comportamenti.
7. Viene meno il senso del “peccato” (“tutto ciò che è possibile è lecito”) e sparisce il senso di colpa; tra i cattolici si dà per scontata la possibilità del perdono (e, paradossalmente, il sacramento più in crisi è quello della riconciliazione).
8. In questa fase di disillusione e di disorientamento nella quale emerge una forte domanda di «senso» si apre uno spazio importante per il mondo cattolico
9. È uno spazio che riguarda anche la dimensione politica sempre più bisognosa di una cornice valoriale e di una focalizzazione sul concetto di bene comune
Riflessioni conclusive: I CATTOLICI
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In conclusione: i nodi da affrontare
Ridefinire il rapporto persona-famiglia-società alla ricerca di un nuovo equilibrio.
Se consumo e benessere si riducono e perdono di importanza quali valori sostitutivi stanno emergendo?
Rinnovamento del ruolo della politica in termini progettuali e valoriali.
Le forme di rappresentanza: può esistere una politica senza partiti?
“la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono
sperimentate finora”. Winston Churchill
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IPSOS S.r.l. – Via Tolmezzo 15/c, 20132 Milano Tel.+39 02361051 www.ipsos.it
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