1
2
Gli indicatori della violenza
nelle relazioni affettive.
Analisi di un caso
a cura di Teresa Staropoli Psicologa clinica e psicoterapeuta del Cedav Onlus - Centro donne
antiviolenza di Messina
3
Premessa
Il fenomeno della violenza maschile contro le donne è un crimine e rappresenta una violazione dei diritti umani. Serve da parte di tutti - mondo istituzionale e società civile - una posizione chiara di condanna contro questo fenomeno.
Per questo l’ANCI e Di.Re (Donne in Rete contro la Violenza) hanno convenuto sulla necessità di collaborare per promuovere iniziative finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza e per la promozione di una cultura del rispetto della figura femminile.
4
La convenzione di Istambul
Capitolo III – Prevenzione
Articolo 12 – Obblighi generali……
Articolo 13 – Sensibilizzazione …..
Articolo 14 - Educazione……
.
5
Articolo 15 – Formazione delle
figure professionali
1 -Le Parti forniscono o rafforzano un'adeguata formazione delle figure professionali che si occupano delle vittime o degli autori di tutti gli atti di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione in materia di prevenzione e individuazione di tale violenza, uguaglianza tra le donne e gli uomini, bisogni e diritti delle vittime, e su come prevenire la vittimizzazione secondaria.
2 -Le Parti incoraggiano a inserire nella formazione di cui al paragrafo 1 dei corsi di formazione in materia di cooperazione coordinata interistituzionale, al fine di consentire una gestione globale e adeguata degli orientamenti da seguire nei casi di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione
6
Gli altri articolo del capitolo III
Articolo 16 – Programmi di intervento
di carattere preventivo e di trattamento
Articolo 17 – Partecipazione del settore
privato e dei mass media
7
Premessa
Con questo spirito il 16 maggio 2013 le due Associazioni hanno sottoscritto un importante Protocollo di intesa con l’obiettivo di promuovere e sviluppare azioni, progetti o iniziative volti alla prevenzione e al contrasto della violenza maschile contro le donne, con particolare riguardo ai temi delle azioni di sensibilizzazione e di informazione sulla violenza di genere ovviamente nel rispetto della normativa nazionale ed internazionale.
8
Premessa
Tra gli impegni del protocollo rientra anche la realizzazione delle Linee guida per l’intervento e la costruzione di rete tra i Centri Antiviolenza e i Servizi sociali dei Comuni, uno strumento, il primo a livello nazionale, dedicato alle operatrici e agli operatori sociali dei Comuni, che si pone l’obiettivo di costruire una rete di sostegno concreto alle donne vittime di violenza e ai loro figli: dagli effetti della violenza sulla salute delle donne (conseguenze fisiche, psicologiche e comportamentali), agli aspetti per riconoscere i casi di violenza (identificazione degli indicatori di rischio, valutazione dei sintomi fisici e psichici nella donna).
9
Premessa
Le Linee guida forniscono anche le modalità per intercettare la
violenza di genere e le buone pratiche per l’accoglienza.
riconoscimento delle situazioni di violenza domestica, un
fenomeno assai diffuso, e alle conseguenze sulla madre nel
suo rapporto con i figli e sull’equilibrio psicofisico del minore.
si indaga anche sui percorsi di supporto per l’uscita dalla
violenza, dai Centri Antiviolenza alle case rifugio e alle case di
semi-autonomia, con una disamina sui servizi pubblici e privati
del territorio dedicati alle donne vittime di violenza.
Il femminicidio deve rappresentare una priorità dell’agenda
politica e della futura attività di Governo. L’auspicio è che siano
garantite misure concrete e che si prosegua sempre con
maggiore impegno per l’affermazione dei diritti della donna
nella nostra società.
10
Equilibrio, sintonia, scambio reciproco,
rispetto di ruoli
Simmetria
Sostegno reciproco
Condivisione di obiettivi e mete
Presenza di conflitto che può essere anche
molto acceso, assenza di violenza
Rispetto dell’indole e dell’Autonomia
personale
Caratteristiche di una relazione affettiva
sana
11
Violenza versus conflitto
12
Caratteristiche di una relazione
affettiva patologica
Presenza di alcuni Indicatori tipici della relazione violenta
Incapacità di comunicare
Assenza di rispetto dell’altro (“Io sono reale. Tu non esisti” “Io ti amo e lo faccio per il tuo bene” “ quello che io penso è il bene per te perchìè ti amo”)
Assenza di autonomia personale e presenza di dipendenza ed attaccamento patologico non equilibrato.
Incapacità di rispettare l’indole dell’altro
Scarsa empatia
Incapacità di prevedere le conseguenze di scelte ed azioni
13
Descrizione e caratteristiche della
violenza domestica L’espressione “violenza domestica”
designa tutti gli atti di violenza
fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto
che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima.
L’espressione “violenza contro le donne basata sul genere” designa qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo
sproporzionato.
art. 3 Convenzione di Istanbul - 2011
14
E’ importante ricordare che la
violenza maschile contro le
donne
• Ha una dimensione mondiale ed è riconosciuta dalla comunità internazionale come una violazione fondamentale dei diritti umani
15
• è un fenomeno multifattoriale
composto da fattori politici, sociali,
culturali, internazionali, individuali
16
• Si sviluppa soprattutto nell'ambito dei
rapporti d’intimità perché si annida nello
squilibrio relazionale tra i sessi, nel
desiderio di controllo e di possesso
da parte del genere maschile sul
femminile
17
• la violenza contro le donne è un
fenomeno esteso, anche se ancora
sommerso e per questo sottostimato
18
• la violenza è un fenomeno trasversale
che interessa ogni strato sociale,
economico e culturale senza differenze
di età, religione e razza
19
• i luoghi più pericolosi per le donne sono
la casa e gli ambienti familiari, gli
aggressori più probabili sono i loro
partners, ex partners o altri uomini
conosciuti: amici, familiari, colleghi,
insegnanti, vicini di casa.
20
La violenza contro le donne incide
gravemente sul loro benessere
fisico e psicologico
21
22
PERCHÉ È CHIAMATA
VIOLENZA DI GENERE: E’ di genere non solo perché è agita
dagli uomini contro le donne ma
perché solo alle donne succede che
qualcuno ritiene di poter decidere per
loro su ogni aspetto della vita,
usando la forza in caso di resistenza
e volendo spesso definire:
23
Come devono vestirsi o truccarsi
Quando uscire di casa
Chi frequentare (a volte si impedisce anche di frequentare i genitori e i fratelli)
Di quanti soldi disporre (anche quando lavorano e hanno un proprio stipendio)
Le scelte professionali
Cosa e come cucinare
Quando prendere la parola……
Troppo spesso alle donne accade che qualcuno
ritienga di poter decidere per loro su ogni aspetto
della vita, usando la forza in caso di resistenza e
volendo spesso definire:
24
Violenza PSICOLOGICA
Comprende tutti quei comportamenti
che ledono la dignità e l’identità della
donna. La violenza psicologica ha un
grande potere distruttivo soprattutto
quando si manifesta in sottili meccanismi
comunicativi all’intero dei rapporti di
intimità.
Si manifesta in diversi modi….
25
• Dire alla donna che non vale niente
• Svalorizzare la sua femminilità e sessualità
• Offenderla “ sei stupida, sei brutta!
• Sottolineare gli errori che commette e definirla pessima
madre o madre incapace
• Fare leva sulle debolezze personali per farla sentire
inadeguata
• Criticarla continuamente
• Distruggere i valori e la rete amicale
• Gridare ed insultarla in pubblico o in casa o davanti in
presenza di familiari ed estranei
SVALORIZZAZIONE
26
• Attribuirle un sovraccarico di responsabilità
nell’organizzazione del menage familiare
• Costringere la donna a farsi carico di tutte le spese
economiche familiari
• Accusarla di tutte le difficoltà che possono avere i figli
ECCESSIVA ATTRIBUZIONE DI RESPONSABILITÀ
27
• Criticare continuamente la visione del mondo della donna
• Mettere in dubbio le cose che da lei vengono provate e
viste
• Negare i suoi sentimenti
• Far sentire la donna in colpa
• Far passare per normalità gli episodi di abuso e
maltrattamento
DISTORSIONE DELLA REALTÀ OGGETTIVA
28
• Privare la donna dei contatti sociali
• Privare o ridurre alla donna dei rapporti con la famiglia di
origine
• Mettere in atto un controllo esclusivo da parte del partner in
tutti i rapporti sociali
• Negare le risorse necessarie al soddisfacimento dei diritti
umani fondamentali
INDURRE SENSO DI PRIVAZIONE
ED ISOLAMENTO
29
IMPAURIRE ED IMPORRE
• Minacciare la donna di fare danni ai suoi beni personali
• Minacciare la donna di percosse
• Rompere gli oggetti e sbattere le porte
• Minacciare la donna di toglierle i figli, di lasciarla in
povertà
• Minacciare la donna di uccidersi se lei non fa quello che
lui vuole
• Minacciare la donna con armi
• Minacciare la donna di morte
30
• Richiedere di cambiare il proprio aspetto fisico per
compiacere il partner
• Manipolare lo stato psichico della donna e farle assumere
comportamenti e reazioni diversi dalla sua indole
• Avere una maniacale possessività, controllare cosa fa e i
luoghi che frequenta
• Impedirle di avere contatti autonomi con il mondo esterno
• Considerarla come una proprietà “tu sei mia!”
TRATTARE COME UN OGGETTO
31
Violenza spirituale
Distruzione dei valori e della fede religiosa di una donna attraverso la ridicolizzazione sistematica
Costringere una donna con la violenza o il ricatto a fare cose contrarie ai suoi valori, o a non fare cose obbligatorie nella sua religione
Fonte: Casa delle donne per non subire violenza, Bologna
32
Molti indicatori non sono una chiara prova
dell’esistenza di una violenza in ambito
familiare, ma possono essere interpretati come
segnali di allarme e portare ad una maggiore
attenzione. La presenza di manifestazioni fra
quelle elencate aumenta il rischio che ci si trovi
di fronte a situazioni di violenza.
L’importanza degli indicatori
33
Alcuni indicatori
Molte donne si vergognano delle violenze subite o che stanno vivendo e in genere non ne parlano, anche per paura e rischio delle conseguenze (“…lui verrà a saperlo – si aggraverà la violenza – mi farà passare per matta, moglie e madre inadeguata…!) .
34
Gli indicatori mascherati: i sintomi
Sintomi psichici
Valutazione psicologica e psichiatrica
Sintomi psicosomatici
Valutazione medica, psicologica e medico specialistica
Indicatori psicosiociali
Valutazione sociale
35
Sintomi psichici
agitazione, ipervigilanza, apatia, mutismo
intrusioni costanti
senso di vergogna e di colpa
comportamento autolesionista – abuso di alcool, droga, autolesionismo,
perdita di ogni meccanismo di auto-protezione
tentati suicidi, intenzioni suicidarie, irrequietezza, atteggiamento molto
pauroso
eccesso di adattabilità
disturbi del sonno, stati di paura, panico
disforia, umore negativo e altalenante
Cambi di umore repentini che rendono difficile relazionarsi e entrare in
empatia
Eccesso di agitazione
comportamento autolesionista – abuso di alcool, droga, cutting, perdita di
ogni meccanismo di auto-protezione
irrequietezza, atteggiamento molto pauroso
36
Sintomi psicosomatici
disturbi diversi in parti corporee diverse
disturbi al basso ventre
disturbi alla respirazione
disturbi dermatologici
disturbi gastro-intestinali
stati di esaurimento/stanchezza
Indicatori psico-sociali
Ricorso frequente a trattamenti sanitari presso istituzioni più diverse
richiesta frequente e non giustificata del trattamento medico specialistico
negazione, racconto contraddittorio dell’evento lesivo
comportamento iperprotettivo della persona accompagnante
comportamento di controllo
atteggiamento pauroso
37
ricorso frequente a trattamenti sanitari presso
istituzioni e professionisti
La presenza di un intervallo temporale di tempo
irragionevolmente lungo tra il momento della
lesione e la richiesta del trattamento
La presenza di negazione, racconto
contraddittorio dell’evento lesivo
Il verificarsi di comportamento iperprotettivo della
persona che accompagna , comportamento di
controllo
La presenza atteggiamento pauroso e diffidente
La manifestazione di reazioni fortemente difensive
rispetto a domande mirate
Indicatori psico-sociali:
38
Indicatori _Riconoscere la violenza
maschile contro le donne
Come si manifesta il Controllo
E’ spesso confuso con la preoccupazione per la salute della partner o per la sua sicurezza.
Il maltrattante può arrabbiarsi molto se lei arriva in ritardo, anche se ha avvertito. La necessità del controllo porta il partner a impedirle di prendere decisioni personali riguardanti la gestione domestica, l’abbigliamento, le spese e la libertà di uscire di casa. Quando permette alla partner di fare le sue scelte, poi la critica e la rimprovera per aver fatto la cosa sbagliata.
39
Affrettare la relazione
bruciare le tappe Molte vittime di violenza conoscevano il partner da meno
di un anno prima di sposarsi o di convivere.
Il partner maltrattante si aspetta spesso che la partner sia moglie, madre, amante e amica perfetta. Egli è molto dipendente da lei per tutti i suoi bisogni emozionali, materiali, finanziari e si arrabbia molto se non risponde alle sue aspettative. aspettative irrealistiche la colpa non è mai sua
Molto raramente un maltrattante accetta la responsabilità per gli accadimenti negativi. Se è senza lavoro o non riesce a trovare un lavoro, per esempio, è sempre colpa di qualcuno o di qualcosa d’altro.
I maltrattanti Si sentono sempre vittime, anche quando non lo sono.
40
La dinamica relazionale della violenza
41
Breve accenno alla violenza assistita
ed agli indicatori
“L’Esposizione dei bambini alla violenza tra i
genitori avviene quando i bambini vedono o
ascoltano aggressioni fisiche tra i loro
genitori, oppure ne osservano gli effetti”
(J.Wolak, D. Finkelor, 1997)
42
DEFINIZIONE DI VIOLENZA
ASSISTITA
(COMMISSIONE C.I.S.M.A.I)
43
Per violenza assistita si intende
qualsiasi atto di violenza fisica,
verbale, psicologica, sessuale ed
economica compiuta su figure di
riferimento o su altre figure
significative adulte o minori; di tale
violenza il bambino può fare
esperienza direttamente (quando
avviene nel suo campo percettivo),
indirettamente o può percepirne gli
effetti.
44
Le modalità con cui i bambini sono
esposti alla violenza tra i genitori
sono:
- bambini osservatori passivi (ma non per questo distanziati
rispetto a quello che vedono)
- bambini che partecipano agli scontri tra i genitori a vari livelli
- bambini bersaglio dell’aggressione insieme al genitore
aggredito
- bambini che assistono ad abuso sessuale
45
Indicatori DEI BAMBINI
ESPOSTI ALLA VIOLENZA
•COMPORTAMENTALI
•SOCIALI
•FISICI
•COGNITIVI
•EMOTIVI
46
COMPORTAMENTALI
•Aggressività
•Irrequietezza
•Immaturità
•Svogliatezza a scuola
47
• Delinquenza
•Isolamento
• Rifiuto dei pari
•Incapacità di empatizzare
• Scarse competenze sociali
SOCIALI
48
•Difficoltà nello sviluppo
•Insonnia
•Comportamenti regressivi
•Disturbi dell’alimentazione
•Scarse competenze
motorie
•Sintomi psicosomatici
FISICI
49
•Scarso rendimento
•Ritardo nel linguaggio
• Ritardo nello sviluppo cognitivo
• Deficit dell’attenzione
COGNITIVI
50
• Ansia
• Depressione
• Senso di impotenza
• Bassa autostima
• Rabbia
EMOTIVI
51
La violenza è un
comportamento appreso e può
essere disimparato
.
52
• Che chi ti ama è anche colui che ti picchia, per cui
tu puoi picchiare coloro che ami;
• Che esiste una gerarchia nel sistema familiare in cui
chi è più giovane e/o debole è più vulnerabile – i/le
bambini/e non hanno la possibilità di vincere in tale
sistema;
• A rispettare la violenza e ad usarla quando possono
prevalere all’interno della gerarchia;
• A venire a patti con il sistema violento spesso
reagendo in maniera disadattiva
I/LE BAMBINI/E CHE
ASSISTONO ALLA
VIOLENZA IN
FAMIGLIA
IMPARANO
53
•A “controllare” le emozioni poiché gli è stato insegnato che esprimere
le proprie sensazioni ed emozioni, a esclusione della rabbia, vuol dire
essere deboli
• Che è facile farla franca usando la violenza contro donne e bambini
•Stereotipi di genere : (ad es. che i “veri uomini” sono grandi e rudi e
che le “donne ” sono piccole e deboli).
54
Assistere alla violenza e
averne esperienza in casa
propria stabilisce il “diritto
morale” di picchiare coloro
che amiamo
Di conseguenza, se altri modi per
far valere le propri ragioni,
affrontare lo stress, o esprimere
se stessi non funzionano, è
permessa la violenza.
55
E’ importante sapere che...
56
Quando la donna inizia a ribellarsi e cerca di uscire dalla
violenza, la violenza aumenta di intensità.
Passata la fase acuta del maltrattamento, la persona
violenta mostra spesso segni di pentimento; soprattutto
nei primi episodi vorrebbe poter tornare indietro e promette di
cambiare il proprio comportamento, rinnovando dichiarazioni di
amore.
Durante la “fase della falsa riappacificazione”
gli uomini che esercitano violenza riescono a illustrare le loro promesse in
modo assolutamente credibile persino a terzi.
A volte anche i famigliari e gli amici fanno pressione sulla donna affinché
perdoni il partner e gli conceda un'altra chance.
57
Alcuni motivi per cui le donne decidono di non
lasciare il PARTNER violento
•Situazione di pericolo
•Mancanza di sostegno esterno
•Autobiasimo
•Tentativi di salvare il matrimonio
•Tentativi di cambiamento
58
• Situazione di pericolo: quando
una donna decide di lasciare il
partner violento la situazione
tende a diventare più pericolosa
per la sua incolumità.
59
• Mancanza di sostegno esterno:
familiare , amicale e da parte dei
servizi istituzionali.
60
• Autobiasimo: la donna tende a
ritenere sé colpevole della
violenza.
61
• Tentativi di salvare il matrimonio: la
donna per salvare la famiglia continua a
tentare di mantenere la relazione con il
coniuge violento sperando di poterlo
cambiare
62
• Tentativi di cambiamento: la donna può
sospendere e poi riprendere la relazione con il
partner violento molte volte per verificare la
possibilità di un cambiamento effettivo del
partner, per valutare oggettivamente le risorse
esterne ed interne disponibili, per osservare la
reazione delle/i figlie/i alla mancanza del padre.
63
o Paura del giudizio altrui
o Timore dell’abbandono sociale
o Timore di non essere creduta
o Adesione agli stereotipi di ruolo (al modello della moglie condiscendente, passiva e obbediente e del marito come risorsa e padrone
o Adesione agli stereotipi di genere (pazienza, disponibilità, abnegazione come qualità ideali per la donna
o Credenze familiari (rappresentazione sociale della famiglia e del matrimonio come inscindibili e unità coniugale indissolubile)
Fattori psicosociali che impediscono alla
vittima di riconoscere e fuoriuscire dalla
violenza
64
• Dipendenza emotiva
• Timore di ritorsioni da parte del partner
• Senso di colpa verso i figli o verso il partner stesso
• Apatia dovuta al trauma emozionale
• Senso di impotenza
• Speranza di cambiare il comportamento del partner
• Timore di eventuali situazioni sconosciute e meno controllabili
I fattori emotivi
65
Dipendenza economica Minacce da parte del partner(di non pagare
gli alimenti, di sottrarre i figli, ecc) Presenza dei figli e difficoltà
nell’accudimento e di gestione (per orari di lavoro, impegni ecc)
Difficoltà burocratiche (tutela legale inadeguata, scarsa assistenza da parte delle istituzioni)
Mancanza di un alloggio alternativo Scarso sostegno sociale e strumentale
I fattori di ordine pratico
66
IL PERCORSO DI RICERCA DI AIUTO…
CHIEDERE AIUTO ACCOGLIERE
LA RICHIESTA DI AIUTO
Inizialmente la donna, mantenendo la relazione con il partner, cerca in tutti i modi di
fermare la violenza, senza ricorrere all'aiuto esterno, facendo leva sulle sue risorse
personali.
Solo quando riconosce di non potercela fare da sola si decide a chiedere aiuto.
Ogni momento di comunicazione all'esterno del proprio vissuto è un momento
delicato, e spesso decisivo, rispetto alla possibilità di costruire un percorso di uscita
dalla violenza.
Teme di non essere creduta, prova vergogna, può rifiutarsi di parlarne pensando che
non la si prenderà sul serio, che sia "inutile", o perché pensa che lei sia meritevole
della violenza subita.
67
L’obiettivo di qualsiasi intervento a
sostegno alle vittime di violenza
dev’essere il superamento del senso
d’impotenza che si prova nei confronti
dell’aggressore e la promozione dell’
empowerment in modo da poter
ricominciare a condurre una vita
autodeterminata.
68
L'intervento offerto , che è di tipo relazionale, psico
sociale e, all'occorrenza, legale, consiste,
solitamente, in un percorso costituito da colloqui di
conoscenza, di aiuto, di sostegno e di supporto, a
cadenza periodica, la cui durata non può essere
stabilita a priori in quanto finalizzato a degli
obiettivi che la donna deve raggiungere.
69
È importante ricordare sempre che
• la violenza subita non è colpa sua;
• non c'è mai nessuna giustificazione alla
violenza ed è necessario condannarla sempre
ed in modo esplicito;
• credere alla donna quando esprime il suo
bisogno di sicurezza;
•sottolineare l'importanza della certificazione
medica in tutti i casi di aggressione ed informarla
sui termini della denuncia;
•fornire tutte le informazioni relative ai servizi
presso i quali potrà rivolgersi per ricevere aiuto.
70
“Vengo al Cedav perché mi hanno suggerito che se la mia
separazione venisse seguita dall ’avvocata del centro
antiviolenza mio marito la pagherà cara !”
La strumentalizzazione della
violenza e del centro
antiviolenza
71
“Quando me la rilascerete la relazione che
attesta che sono seguita dal voi come centro
antiviolenza, mi serve per dimostrare che è
colpa sua, la devo allegare alle note legali che
sta preparando il mio avvocato!”
Durante un primo colloquio con
operatrice all’ascolto:
72
Creare uno spazio alla certezza che si viene picchiate perché si è una vittima e non una colpevole (convinzione molto comune)
Cercare un forte sostegno psicologico
Rivolgersi ai centri antiviolenza e alla rete delle istituzioni preposte
Ascoltare e denunciare i casi
Creare la consapevolezza che non si è sole ed isolate
Come intervenire:
73
Saper ascoltare è il primo passo per poter
aiutare queste donne in difficoltà
Si tratta di problemi così delicati e di donne così provate e intimidite, che il primo
passo per poterle aiutare è proprio la capacità di ascoltarle e farle sentire al sicuro.
Non dimentichiamoci che in molti casi ci sono reticenze di tipo culturale che
ostacolano la denuncia e che per così dire imprigionano le donne nelle loro gravose
situazioni.
L’ ASCOLTO
74
La storia della violenza
L’operatore si trova di fronte ad un
racconto e deve accompagnare la vittima
a ripercorrere la sua storia personale per
gettare luce su angoli bui senza paura di
disseppellire mostri, ma per riconoscere,
capire, e dare senso a parti di sé
trascurate e abbandonate
Il primo contatto
75
Il problema della violenza e soprattutto della
violenza intrafamiliare è uno di quei temi
che nessuno di noi vorrebbe mai affrontare:
È brutto, è scomodo, è difficile…
76
È doloroso e crea impotenza ed attiva le
parti narcisistiche dell’operatore “Io ti
salverò” perché incontrare le vittime
significa offrire loro riparo, un alternativa
al confronto quotidiano con i “Mostri” che
lasciano a casa….
77
L’operatore prima deve avere il
coraggio e la forza di guardare in
faccia i mostri interni ed esterni e la
violenza delle loro azioni e poi
avvicinarli anche se sono molto
pericolosi
Il coraggio dell’operatore
78
Ecco alcune rappresentazioni e credenze
che possono avere una forte influenza
nelle percezioni degli episodi di violenza
Le Rappresentazioni e gli stereotipi
della violenza domestica
79
Si crede che la violenza verso le donne riguardi solo le fasce sociali svantaggiate, emarginate, deprivate. Invece è un fenomeno trasversale che interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenze di età, religione e razza.
Si crede che la violenza verso le donne sia causata da una momentanea perdita di controllo. Invece la maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati: basta solo pensare al fatto che le donne sono picchiate in parti del corpo in cui le ferite sono meno visibili.
Si crede che i partner violenti siano persone con problemi psichiatrici o tossicodipendenti. Invece credere che il maltrattamento sia connesso a manifestazioni di patologia mentale ci aiuta a mantenerlo lontano dalla nostra vita, a pensare che sia un problema degli altri. Inoltre la diffusione della violenza degli uomini contro le donne esclude che il fenomeno sia da imputarsi a situazioni eccezionali o di devianza.
Si crede che solo alcuni tipi di uomini maltrattino la propria compagna. Invece, come molti studi documentano, non è stato possibile individuare il tipo del maltrattatore: non sono determinanti né razza, né età o condizioni socioeconomiche o culturali. I maltrattatori non rientrano in nessun tipo specifico di personalità o di categoria diagnostica.
80
Si crede che gli uomini violenti siano stati a loro volta vittime di violenza nell'infanzia. Invece il fatto di aver subito violenza da bambini non comporta automaticamente diventare violenti in età adulta. Ci sono infatti sia maltrattatori che non hanno mai subito o assistito alla violenza durante l'infanzia, sia vittime di violenza che non ripetono tale modello di comportamento.
Si crede che alle donne che subiscono violenza "piaccia" essere picchiate,
altrimenti se ne andrebbero di casa. Invece paura, dipendenza economica, isolamento, mancanza di alloggio, riprovazione sociale spesso da parte della stessa famiglia di origine, sono alcuni dei numerosi fattori che rendono difficile per le donne interrompere la situazione in cui si trovano.
Si crede che le donne siano più a rischio di violenza da parte di uomini a loro estranei. Invece i luoghi più pericolosi per le donne sono la casa e gli ambienti familiari. Gli aggressori più probabili sono i loro partner, ex partner o altri uomini conosciuti: amici, familiari, colleghi, insegnanti, vicini di casa.
81
Si crede che la donna venga picchiata perché se lo merita. Invece nessun comportamento messo in atto dalle donne giustifica la violenza da loro subita ed inoltre gli episodi di violenza iniziano abitualmente per futili motivi.
Si crede che i figli abbiano bisogno del padre anche se violento. Invece gli studi a
questo riguardo dimostrano che i bambini crescono più sereni con un solo genitore piuttosto che in una famiglia in cui il padre picchia la madre.
Si crede che anche le donne sono violente nei confronti dei loro partner. Invece
una significativa percentuale di aggressioni e di omicidi compiuti dalle donne nei confronti del partner, si verifica a scopo di autodifesa e in risposta a gravi situazioni di minaccia per la propria sopravvivenza. Inoltre, quando esiste si configura in modo diverso e raramente assume le caratteristiche di sistematicità e lesività che caratterizzano il maltrattamento maschile.
Si crede che la violenza non incida sulla salute delle donne. Invece la violenza di genere è stata definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come un problema di salute pubblica che incide gravemente sul benessere fisico e psicologico delle donne e di tutti coloro che ne sono vittima.
82
Un caso risolto
83
LA STORIA DI PATRIZIA Nel 2005 aveva effettuato una serie di colloqui.
Poi interrompeva i contatti con il Cedav perché non aveva trovato il coraggio di andare avanti
Patrizia aveva anche effettuato presso i carabinieri una denuncia contro il marito. Lei stessa successivamente aveva deciso di ritirare la denuncia spinta dalla pressione del marito e dei familiari.
Alla fine del 2006 Patrizia chiedeva per la seconda volta aiuto al Cedav
84
LA STORIA DI PATRIZIA:
“ Ma come faccio a denunciare il
padre dei miei figli? Se poi andrà in
carcere? Se poi dovesse perdere il
lavoro? Mi sentirei in colpa, troppa
responsabilità sulle mie spalle!!”
85
LA STORIA DI PATRIZIA:
“Vorrei essere invisibile
quando mio marito viene dal
lavoro e mi fa le scenate di
gelosia, così nessuno potrà
ridere di me e neanche mio
marito potrà più
tormentarmi!”
86
LA STORIA DI PATRIZIA:
Mi sento come in prigione, sono
impotente, non so come devo
difendermi! Nessuno mi crede ”
87
“…Ieri mio marito è andato a parlare con il sacerdote che ci ha sposati: prima gli ha chiesto di aiutarlo a riconquistarmi, lui ha rifiutato e allora mio marito lo ha accusato di essere stato il mio amante!!”
LA STORIA DI PATRIZIA:
88
LA STORIA DI PATRIZIA:
Patrizia è una donna di 43 anni, sposata da
20 anni . È bella, alta, magra e con lo
sguardo smarrito e impaurito.
Giunge al Cedav (centro donne antiviolenza)
dopo anni di molestie e persecuzioni subite
dal marito.
Patrizia ha deciso di separarsi dal marito
perchè stanca di subire pedinamenti e
accuse di tradimento senza alcun
fondamento.
89
La presa in carico di Patrizia Lo staff legale insieme al Patrizia attiva un
percorso di separazione giudiziale
Patrizia denuncia il marito:
Nelle memorie presentate dal suo legale ci sono circa 850 sms
Numerose Testimonianze dei colleghi di lavoro
Alcune testimonianze di amici
La testimonianze del sacerdote che ha sposato la coppia
La testimonianza della sorella e dei genitori
90
La presa in carico di Patrizia: la
rete Lo staff di psicologhe, avvocate e
assistenti sociali ed educatrici discute
insieme del caso di Patrizia, valuta gli
indicatori che presenta, valuta le
potenzialità e la fase critica che
attraversa Patrizia…
91
La cura di Patrizia
Viene presa in carico dalla psicologa
per aiutarla:
1) a difendersi dalle molestie e
persecuzioni del marito
2)a prendere una decisione per
separarsi legalmente e denunciare il
marito molestatore
92
L’intervento sullo stalker
Il marito viene denunciato per stalking e si impaurisce.
Subisce prima l’ammonimento e poi l’allontanamento dalla casa della vittima, dal suo ufficio, dalla casa della famiglia di origine.
Il persecutore inizia a temere che la sua posizione nei confronti della giustizia si possa aggravare
In poco tempo smette di perseguitare Patrizia, ogni tanto si apposta sotto casa e le invia qualche sms pieno di minacce, ma non è più come prima.
93
Patrizia ha ripreso a sorridere!
Con il supporto dell’equipe del cedav
Patrizia ha seguito il percorso con la
soprattutto per gestire tutto l’iter e lo
stress del processo.
Patrizia alternava momenti in cui si
sente in colpa per avere denunciato il
marito e momenti in cui è serena
perché ha iniziato una nuova vita
94
Attualmente
Patrizia non si sente più intrappolata e
imprigionata dalle molestie del marito.
Ha concluso il percorso psicologico e da
qualche settimana ha ottenuto la
sentenza di separazione
95
Bisogna combattere la violenza. Il bene che
pare derivarne e' solo apparente. Il male
che ne deriva rimane per sempre. (Gandhi)
96
Grazie a tutte e a tutti
per l’ascolto e per l’attenzione!
Top Related