Dall’e-government all’e-democracy? La comunicazione pubblica fra efficienza e
partecipazione
Franca Roncarolo
La duplice mission della comunicazione pubblica
1. Realizzare la trasparenza degli atti di governo e delle procedure istituzionali garantendo il diritto di informazione
2. Consentire l’ascolto dei cittadini
Le premesse
1. L’Italia come caso emblematico del modello “pluralista polarizzato” (Hallin e Mancini)
2. Il ritardo nello sviluppo del sistema mediale e delle relazioni fra media e politica
3. L’intreccio fra comunicazione politica e comunicazione pubblica
Andare al pubblico: le origini della comunicazione istituzionale negli anni 80
1. 1985: Avvio della Riforma della Presidenza del Consiglio e rafforzamento dell’apparato comunicativo
2. 1985 – 1995: Stefano Rolando viene nominato a capo della Direzione generale dell’informazione e della comunicazione a Palazzo Chigi (Il Principe e la parola. Dalla propaganda di Stato alla comunicazione istituzionale, Edizioni di Comunità, Milano, 1987).
Il ciclo delle riforme: l’istituzionalizzazione della comunicazione pubblica negli anni 90
• Due direttrici nel processo di istituzionalizzazione: – produzione di un corpus di norme nazionali: dalla L. 241/90 alla L. 150/2000 passando attraverso le Leggi Bassanini – empowerment delle Regioni come istituzioni guida del processo di governance territoriale sia dal punto di vista delle risorse politiche che della relazione con i cittadini
Comunicazione pubblica e nuovi media: le politiche del governo elettronico
• Il ritardo italiano • La matrice sovranazionale • Le caratteristiche:
– politiche (e retoriche) simboliche ma anche – distributive e costitutive (con la creazione, ad esempio, del CNIPA e di DigitPA poi)
Il modello top-down delle politiche del governo elettronico
• È opinione diffusa che – nonostante il ruolo strategico giocato dalla Presidenza - la via americana all’e-government rispecchi soprattutto un modello comunitario di tipo bottom-up (De Rosa, 2000 e 2007) • Al contrario, in Italia il timone della politica del governo elettronico è nelle mani della Presidenza del Consiglio, che a partire dal II governo Berlusconi introduce ad esempio un Ministro per l’innovazione e le tecnologie e in sostituzione dell’Autorità per l’Informatica nella PA crea un Centro nazionale per l’Informatica nella PA • Importante resta però il ruolo giocato da Regioni ed Enti locali che creano strutture di raccordo e gestione sul territorio
Modelli di democrazia elettronica (D. Pittèri, 2007)
1. L’e-government: informatizzazione della PA in vista di benefici sia per l’attività amministrativa (deburocratizzata e snellita) sia per i cittadini (che possono fruire dei servizi tradizionali secondo modalità d’accesso articolato);
2. L’e-democracy amministrativa: versione avanzata dell’e-government per la concezione che la sostiene e che
• Estende il principio di trasparenza (dall’accessibilità ai dati alla verificablità delle procedure)
• Introduce meccanismi estesi di feed-back attraverso la raccolta di opinioni
Modelli di democrazia elettronica
3. L’e-democracy consultiva: prevede processi decisionali inclusivi anche se top-down e a bassa interattività (è l’istituzione a stabilire l’agenda e le nuove tecnologie vengono sostanzialmente usate in modalità one to many);
4. L’e-democracy partecipativa: modello alimentato dall’esperienza delle comunità virtuali e dal tentativo di rivitalizzare il capitale sociale delle democrazie rappresentative (in crisi) attraverso la mobilitazione di reti
La diffusione dei nuovi media (Censis 2012)
La società della convergenza
• 1/4 degli italiani collegati a Internet (24,2%) ha l’abitudine di seguire i programmi dai siti web delle emittenti televisive e il 42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti di informazione o di intrattenimento su misura.
• I cellulari (utilizzati dall’81,8%) aumentano ancora la loro utenza (+2,3%), anche grazie agli smartphone (+10% in un solo anno), la cui diffusione è passata tra il 2009 e il 2012 dal 15% al 27,7% della popolazione e oggi si trovano tra le mani di più della metà dei giovani di 14-29 anni (54,8%).
• La penetrazione di Internet ha guadagnato 9 punti percentuali nell’ultimo anno e oggi l’utenza si attesta al 62,1% degli italiani (erano il 27,8% solo dieci anni fa, nel 2002). Il dato sale nettamente nel caso dei giovani (90,8%), delle persone più istruite, diplomate o laureate (84,1%), e dei residenti delle grandi città, con più di 500.000 abitanti (74,4%).
• Continua la forte diffusione dei social network. È’ iscritto a Facebook il 66,6% delle persone che hanno accesso a Internet, che corrispondono al 41,3% dell’intera popolazione e al 79,7% dei giovani. YouTube arriva a un’utenza del 61,7% delle persone con accesso a Internet (pari al 38,3% della popolazione complessiva).
Il modello di Twitter: pochi che parlano molto (19-26 gennaio 2013)
Cinguettare è bene, ascoltare è meglio…
• Secondo tutti gli osservatori nell’ultima campagna il ricorso ai social network e in particolare a Twitter è cresciuto esponenzialmente.
• Tra i politici che hanno twittato maggiormente non compare Grillo. In compenso ai primi due posti, fra quelli più citati e ritwittati ci sono Casini e Fini…
GRAZIE
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