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Consumo combinato (l/100 km) 4,8 - Emissioni CO2 (g/km) 126

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“L’Eco dell’Agricoltore - Cultura e Sapori” è un progetto editoriale creato da un gruppo di imprenditori collegati al mondo dell’”agri-cultura”, una finestra sul mondo agricolo a 360° attraverso la stampa di un maga-zine cartaceo con una tiratura di 11.000 co-pie e un portale web:

www.ecoagricoltore.it che rappresenta un mezzo di in-formazione e confronto attraverso l’interazione con una redazione di esperti del settore agricolo e non solo. Un tempo parlare di agricoltura significava limitarsi alla sola fase di produzione di beni, con attività che si ripeteva-no sempre uguali di stagione in stagione. Oggi quando si parla di agricoltura si affronta un settore moderno con un alto contenuto di innovazione spesso collegato alla tra-dizione, in cui alla produzione si affiancano la gestione e la salvaguardia delle risorse ambientali e del territorio, la sicurezza alimentare e la tutela del consumatore.

I processi di trasformazione dei prodotti agricoli sono mu-tati passando da un mercato locale a un mercato globale con tutte le opportunità, i rischi, i vincoli normativi e le nuove esigenze qualitative. Da tutto questo nasce l’esi-genza di valorizzare una cultura millenaria come quella agricola che è arte, storia e curiosità di luoghi e sapori del nostro territorio che sono unici al mondo. La crescente industrializzazione della produzione agrico-la alimentare, cui si accompagna il crescente peso della grande distribuzione, la perdita del rapporto diretto fra l’agricoltore produttore e il consumatore sono problemi sentiti soprattutto dai consumatori che ricercano la diver-sificazione dei prodotti, la ricchezza di una sperimentata qualità, la possibilità di assegnare una provenienza di luo-go a quanto giunge sulla nostra tavola. L’eco dell’agricoltore attraverso il collegamento diretto con gli imprenditori del mondo agricolo che producono, tra-sformano in proprio e vendono prodotti tipici d’eccellenza, rappresenta una risposta concreta a questo crescente ri-schio di una discesa di qualità, di una standardizzazione, in una banalizzazione dei suoi prodotti che, perdendo di connotazione, portano a una sorta di “civiltà di massa a tavola”.

l’editorialedi Stefano Pasquino

in copertinaTitolo: “Tra le risaie”Stampa su tela pittorica, 60 x 40 cm (è una particolare tecnica di stampa fotografica che permette di ottenere un quadro che è una esatta riproduzione di una immagine fo-tografica). La tela sarà esposta all’ Agora Gallery di New York dal 7 al 27 luglio 2012 ed inseguito sarà messa in vendita sul sito www.art-mine.com, al prezzo di 650,00 $.www.agora-gallery.com

Autore: Max GiannottaMax Giannotta è nato a Vercelli il 12 giugno 1968 dove tuttora vive e lavora come fotografo professionista. L'artista ha svilup-pato il suo stile pittorico di manipolazione digitale nel corso di una lunga pausa dal lavoro, inseguito ad un grave incidente stradale che lo ha portato alla scoperta della “pittura digitale”. Giannotta usa il computer come stru-mento per distillare le sue immagini e trasformare le sue foto in parte, con le stesse modalità che gli artisti usa-no quando dipingono, lasciando alcu-ni dettagli della fotografia reale nelle opere. La fusione della fotografia con la pittura porta due mondi e due forme d'arte verso un obiettivo comune.www.maxgiannotta.com

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www.ecoagricoltore.it

Editore

Lorenzo [email protected]

Direttore Responsabile

Lorenzo [email protected]

Caporedattore

Stefano [email protected]

Grafica e Impaginazione

[email protected]

Fotografia

Max [email protected]& Fotolia

Stampa

CPZ [email protected] Landri, 37Costa di Mezzate (Bg)

Hanno collaborato

Carlo Felice Balduzzi, Luca Bonzanni, Andrea Mariano, Luca Pacchiani, Stefano Pasquino, Enea Zampoleri

Anno 01 | Numero 00 | 24 Febbraio 2012Distribuzione Gratuita

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in questo numero

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35^ Fierain CampoL’agricoltura in campo a Vercelli per coltivare progetti: sinergie e multifunzionalità

Vi presento la nuo-va rivista di settoreIl direttore de “L’Eco dell’Agricol-tore” racconta dove è nata l’idea del nuovo progetto editoriale

Soland: energierinnovabiliUna realtà imprenditoriale del Piemonte

L’energia elettrica a costo zeroL’impianto fotovoltaico

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Sì alla tassa sui cibi spazzaturaUna tassa su patatine e bibite gassate per togliere l’Imu alle aziende agricole

Azienda AgricolaLodigianaTecnologie moderne,ma rispettose della tradizione

Dai rifiuti al compostDue domande a Costanzo Borda, amministratore unico di Koster

Il Piemonte divora mille ettari l’annoLa Regione aggiorna i dati: il suolo “consumato” sale al 7,2%

L’informatica dalla tua parteGlocal Value è Information and Communication Technology nel vercellese e non solo

greeneconomyFotovoltaicoe Biomasse

l’albuminserto fotografico

il principato di lucedioleggende e misteri

trovi questa rivistaanche sul sito web!www.ecoagricoltore.it

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35^ Fiera in Campo L’agricoltura in campo a Vercelli per coltivare progetti: sinergie e multifunzionalità

I ncontriamo Gian Mario Fra, il Pre-sidente dell’A.N.G.A., l’Associazio-ne Nazionale Giovani Agricoltori di Vercelli, alla vigilia dell’apertura

della Fiera in Campo 2012, edizione numero 35: per gli addetti ai lavori una tre giorni imperdibile, sono atte-si 20.000 visitatori. Gian Mario Fra ci parla della novità di questa edizione.

Ogni edizione della Fiera in campo ha uno slogan, quello del 2012 mentre si vive un periodo di transizione del mondo agrico-lo verso nuovi scenari è?«Lo slogan di questa edizione è “Fieraincampo 2012... coltiva pro-getti: sinergie & multifunzionalità”, le sinergie sono rappresentate dalle collaborazioni che abbiamo realiz-zato con i partner storici, Provincia di Vercelli, Camera di Commercio e BPN che hanno reso raggiungi-bili tutti gli obiettivi che di anno in anno ci siamo preposti, per ampliare le prospettive di Fiera in campo. La multifunzionalità è invece rappresen-tata dal progetto “Eu-Rice”. Un pro-getto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma “Europe for citizens” che ha come obiettivo la creazione di una rete di coopera-zione tra le aree risicole europee per garantire lo scambio di informazioni, esperienze, iniziative e per valutare assieme come affrontare gli effet-

ti del cambiamento climatico nelle aree del progetto. Il partenariato europeo è composto da Italia (Pro-vincia di Vercelli- Capofila), Spagna (Federacio Valenciana de Municipis e Provincies), Grecia (Dimos Thessalo-nikys), Portogallo (Cluster Agroindu-strial do Ribatejo) e Bulgaria (Marita Municipality) e noi giovani di Anga Vercelli come supporters. La nostra delegazione in occasione della pe-nultima tappa di EU-Rice in Bulgaria ha elaborato in collaborazione con i partners del progetto un documento sulla riforma della Politica Agricola Comune che verrà presentato a Bru-xelles con il proposito di stimolare le politiche agricole europee almeno per quanto riguarda il settore Riso».

Il mondo delle energie rinnova-bili è una delle possibili linee di sviluppo e diversificazione del mondo agricolo?«Gli argomenti legati alle biomasse e al fotovoltaico sono molto sentiti dal settore agricolo, io stesso nella mia azienda ho realizzato un impian-to da 240 kWp abbinato alla boni-fica delle coperture in amianto. Si cerca di diversificare le entrate alla ricerca di garanzie nel tempo che con il fotovoltaico sono garantite dagli incentivi. Tutto l’opposto di ciò che sta accadendo nel mercato del riso, dove dobbiamo confrontarci costantemente con il mercato este-ro. Nell’ultimo periodo in particolare con il mercato dell’America del Sud. Dall’Argentina viene importato riso di qualità pari al nostro al costo di 16 dollari al quintale, mentre noi ven-diamo il nostro riso al costo di 30 euro al quintale, una differenza no-tevole. Questi prezzi bassi sono do-vuti al minore costo della manodo-pera, all’utilizzo di mezzi aerei da noi vietati per legge e soprattutto all’uso

di principi attivi per quanto riguarda i diserbi che in Italia non si utilizzano più da anni. Ma tutto questo in gene-rale poco importa alla maggioranza dei consumatori finali».

Quali sono le novità della Fiera in Campo 2012?«A dimostrazione della continua in-novazione e dinamicità della nostra Fiera, in questa edizione vi saranno due novità inedite: piazzale test drive dove i visitatori potranno apprezzare i nuovi cambi dei maggiori produttori di trattori e una nuova area esterna tutta da scoprire».

L’A.N.G.A, acronimo di Associazione Na-zionale Giovani Agricoltori, è l’organizza-zione sindacale dei giovani imprenditori agricoli di cui tutela gli interessi favoren-done l’inserimento nel tessuto economi-co nazionale ed internazionale e stimo-lando il processo di sviluppo dell’impresa che opera in agricoltura sia come entità economica, produttrice di beni ed occu-pazione, che come soggetto della gestio-ne del territorio e dell’ambiente.

di Stefano Pasquino

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®

Main Sponsor Si ringrazia per la collaborazione

Banca Popolare di Novara

35Aedizione

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIOVANI AGRICOLTORISezione Provinciale di Vercelli

...coltiva progetti

Caresanablot - VercelliVercelli Fiere

Fiera in Campo 2012

®

Sabato e Domenica “prove in campo”Area TEST DRIVE

Orari: venerdì, sabato e domenica dalle 8,30 alle 18,00Ingresso Euro 5,00

Ingresso gratuito ai minori di 14 anniParcheggio gratuito

Servizio Bar e RistoranteVenerdì Convegno finale

Progetto EU-RICE, ore 9,30Sabato e Domenica

mostra di Modellismo Agricolo

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Una lunga tradizione al servizio dell’agricoltura.

Agenzia di assicurazione operante nel nord ovest d’Italia fondata nel 1958 da Vittorio Mazzeri, padre di Alberto e Giovanni Mazzeri.Da oltre 15 anni l’Agenzia è specializzata nell’offrire soluzioni assicurative al mondo dell’agricoltura con uno staff di dieci esperti.

via Ariosto,16 - VercelliTel. e Fax 0161.210200/260863/250998

via Roma, 9 - Borgo d’Ale (Vc)Tel. 0161.468068

Prima sede Mazzeri Assicurazioni a Vercelli (1958)

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www.ecoagricoltore.it

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Vi presento la nuova rivista di settoreIl Direttore de “L’Eco dell’Agricoltore” racconta dove è nata l’idea del nuovo progetto editoriale

nasce “L’Eco dell’Agricoltore”, Cultura e Sapori. Una nuova rivista di settore destinata a dare una comunicazione

globale e pertinente a chi da sempre vuole informato e stare al passo coi tempi. I nuovi investimenti da fare, tecnologie e sipari sull’efficacia del prodotto di ciascun addetto ai lavori. Uno staff di giornalisti, sul “pezzo”, è pronto a dare voce anche ai pro-tagonisti che mirano sempre di più all’eccellenza del proprio mestiere. A tal riguardo, la Redazione de “L’Eco dell’Agricoltore” ha intervistato il Di-rettore, Lorenzo Casalino, giornalista bergamasco nonché noto anche a Vercelli per la conduzione editoriale del giornale dedicato alle vicende sportive della F.C. Pro Vercelli, cioè www.tuttoprovercelli.com.

Da dove nasce l’idea di questa rivista?«è un giornale che parte in via speri-mentale con la trentacinquesima Fiera in Campo che si terrà a Vercelli - spie-ga - Ho avuto la fortuna, attraverso l’apertura di TuttoProVercelli.com, di

capire meglio il territorio piemontese e il settore, oltre allo sport cui mi riverso quotidianamente, che valesse la pena approfondire dando una prospettiva diversa rispetto ad altri contributi d’in-formazione presenti».

Sfogliando il giornale notiamo subito una grafica di un certo impatto.«Ho volutamente scelto un aspetto che potesse, per certi versi, stupire il destinatario di questa rivista. C’è chi avrebbe pensato di certo che la semplicità, colori tenui e una format-tazione a mo’ di giornale cartaceo fosse più indicata ad esaminare cer-te tematiche, invece, ho voluto dare un’impronta fresca, di un certo ap-peal e che potesse allo stesso tempo portare con colori accesi il lettore a ciò che potrà essere il domani...».

Approfondendo il progetto, no-tiamo che “L’Eco dell’Agricol-tore” non si limita ad uscire a livello cartaceo con le 11.000 copie stampate.«Dice bene, perchè ormai l’informa-zione corre online in maniera accele-rata ed efficace. Nel momento in cui ho voluto investire con progetti pret-tamente web, ho pensato che anche una rivista di questo tipo necessitava di un suo habitat anche in rete con il rispettivo sito internet (www.eco-agricoltore.it), dedicato alla ripresa dei contenuti affrontati, nonchè del-la possibilità di poter scaricare diret-tamente l’intero giornale sul proprio computer o i-pad».

Ma ci sarà un seguito per questa rivista? «Stiamo già lavorando in prospettiva fu-tura, considerando l’eventualità di dare una cadenza trimestrale al progetto».

Sul territorio ha comunque su-scitato interesse. «Siamo felici di questo e il nostro au-gurio è quello di poter ospitare partner o realtà del settore che possano sfrut-tare questo indotto e canale per fare business e nuove pubbliche relazioni: insomma un vero e proprio b2b».

Dove sarà possibile trovarlo poi?«L’obiettivo primario è quello di ar-rivare nelle aziende e in tutte le ca-scine del ramo, oltre a soddisfare poi la richiesta del territorio e di realtà interessate».

Avrà un costo?«Assolutamente no, la rivista arrive-rà gratuitamente».

Un nuovo progetto interessante quindi per Vercelli...«Non solo».

Cioè?«Il nostro intento è quello di arrivare nelle principali città del settore agri-colo, in Piemonte e Lombardia».

Insomma, chi ben incomincia...«Incrociamo le dita - sorride e con-clude Casalino - l’imperativo è quel-lo di poter dare comunicazione e un servizio in più, di certo lavoriamo con idee e proposte per dare un prodotto di qualità».

Riceviamo e pubblichiamoInvia a [email protected] i tuoi commenti, impressioni o soluzioni di tematiche che desideri siano affrontate sulla rivista. La nostra Redazione, nei prossimi numeri, provvederà a pubblicare i più significativi nel nostro angolo dedicato alla posta e ad approfondire quelli più interessanti segnalati da Voi.

di Enea Zampoleri

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Papà coltivaenergia.

Vercelli - 77,40 kWp Novara - 40,32 kWp

SOLAND ENERGIA FOTOVOLTAICA | S.S. 11km 46,500 Borgo D’Ale (Vc) - Italy | t. +39 0161 49537 | f +39 0161 427254 | [email protected]

Biella - 70,56 kWp

Oltre 220 impianti e 25 MWp di potenza installata

Impianti aziendali chiavi in mano

Assistenza tecnico-burocratica in ogni fase del progetto

Manutenzione e garanzia di prestazione per tutta la vita dell’impianto

Un simpatico gadget FV per chi viene a trovarci con

questa pagina per valutare 1 impianto sui tetti dei

suoi capannoni agricoli.

Se hai spazio, è ancora tempo diinvestire nel fotovoltaico.

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di Stefano Pasquino

Soland: energie rinnovabiliUna realtà imprenditoriale del Piemonte

La redazione de ”L’Eco dell’Agricol-tore” ha visitato la società Soland - divisione fotovoltaica con sede a Borgo d’Ale (VC). L’azienda certi-

ficata ISO 9001 è nata dall’integrazione delle esperienze di imprenditori prove-nienti da settori quali energie rinnovabili, impiantistica elettrica industriale e finan-za; un team altamente specializzato in cui le diverse professionalità confluiscono per garantire al Cliente un servizio e una collaborazione completi, sicuri e duraturi. Durante la nostra visita presso l’azienda a Borgo d’Ale (VC) abbiamo visitato gli uffici tecnici, il campo prove con installa-zioni di modelli pilota e intervistato Luca Bassi responsabile dell’ufficio commer-ciale di Soland.

Soland è una realtà ormai consoli-data del settore fotovoltaico, avete creduto nel settore delle energie rinnovabili in tempi lontani, quando è iniziata la vostra attività?«Il gruppo Soland è presente nel merca-to da circa 30 anni, proviene dal settore dell’automazione industriale ed ha avvia-to attività nelle fonti rinnovabili da circa 10 anni: non solo fotovoltaico, ma anche geotermia (Geonovis Srl) e partecipazio-ne nell’eolico (Fonteolica Srl)».

Quanti sono i tecnici che compon-gono la struttura di Soland?«Siamo un team di quasi 50 persone per fornire impianti completamente “chiavi in mano” e seguire il cliente in ogni fase del progetto: progettazione (elettrica e strut-turale), burocrazia per la messa in ser-vizio dell’impianto, gestione dei cantieri con personale interno tramite squadre

proprie di elettricisti e carpentieri esclusi-vamente impegnati nella realizzazione di impianti fotovoltaici».

Quanti sono gli impianti fotovoltaici che avete realizzato in questi dieci anni di attività?«Ad oggi sono oltre 220 impianti (azien-dali) realizzati e 25 MWp di potenza in-stallata; tra questi anche investimenti diretti per la realizzazione di impianti di proprietà, crediamo nella tecnologia, nella bontà dell’investimento e pensia-mo che avere impianti di proprietà sia un elemento di sicurezza anche per i clienti. Negli ultimi anni abbiamo installato pa-recchi impianti per le aziende agricole (anche grazie a collaborazione con le as-sociazioni di categoria), soprattutto nelle zone di Novara, Vercelli e Biella».

Soland è sinonimo di affidabilità, serietà e garanzia grazie anche al servizio post-vendita, cosa offrite? «Forniamo un servizio di post-vendita completo e professionale garantendo assistenza e manutenzione ovunque per mezzo di una equipe di tecnici specializ-zati in grado di risolvere qualsiasi proble-ma. Il cliente Soland viene assistito da tecnici e consulenti commerciali di eleva-ta competenza sia in fase di realizzazio-ne che in fase post-impianto garantendo anche assistenza burocratica/fiscale. Di norma un impianto fotovoltaico funziona in maniera completamente autonoma e sono infrequenti i guasti nel corso degli anni. La manutenzio-ne, quindi, consiste soprattutto nel verifi-care il buon funziona-mento dell’impianto e la sua resa nel corso del tempo. Tutti gli impianti fotovoltaici nel corso degli anni hanno un decadi-mento naturale sulla produzione di energia e grazie alla nostra maturata esperienza sul campo da oltre 10 anni siamo in grado di garantire la produzio-

ne minima dei nostri impianti conoscen-do con certezza la percentuale di decadi-mento. Un’altro intervento necessario è la pulizia periodica dei pannelli fotovoltai-ci, soprattutto nell’evenienza di giornate ventilate o nevose, quando accumuli di sporcizia o di ghiaccio potrebbero causa-re cali nel rendimento se non vengono rimossi. Oltre ad offrire una manutenzio-ne ordinaria Soland è in grado di verifica-re con il proprio cliente se l’impianto sta funzionando correttamente e in modo ottimale o se necessita di una manuten-zione straordinaria. Soland fornisce, su richiesta, sistemi elettronici di monito-raggio remoto. Tali sistemi consentono di acquisire, analizzare e documentarsi continuamente sui dati di funzionamen-to dell’impianto fotovoltaico installato. I nostri Clienti ricevono automaticamente e periodicamente un dettagliato report contenente i dati e le statiche di produ-zione del proprio impianto, utile anche per effettuare un’analisi economica».

Oggi Soland però non è più solo fo-tovoltaico, quale altra fonte energe-tica rinnovabile state sviluppando?«L’ultima società nata nel gruppo è Geo-novis che si occupa della realizzazione di impianti geotermici chiavi in mano per la generazione di energia termica (acqua cal-da sanitaria e riscaldamento degli edifici). Soland e Geonovis interagiscono tra loro per realizzare edifici completamente auto-nomi dal punto di vista energetico, elettri-co (fotovoltaico) e termico (geotermia)».

Papà coltivaenergia.

Vercelli - 77,40 kWp Novara - 40,32 kWp

SOLAND ENERGIA FOTOVOLTAICA | S.S. 11km 46,500 Borgo D’Ale (Vc) - Italy | t. +39 0161 49537 | f +39 0161 427254 | [email protected]

Biella - 70,56 kWp

Oltre 220 impianti e 25 MWp di potenza installata

Impianti aziendali chiavi in mano

Assistenza tecnico-burocratica in ogni fase del progetto

Manutenzione e garanzia di prestazione per tutta la vita dell’impianto

Un simpatico gadget FV per chi viene a trovarci con

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L’energia elettrica a costo zeroL’impianto fotovoltaico

L’impianto fotovoltaico, or-mai ampiamente diffuso, consente di trasformare in energia elettrica la luce del

sole. Il suo funzionamento è sempli-ce: i pannelli fotovoltaici producono energia (a corrente continua) dai raggi solari e la inviano ad un ap-parato elettronico chiamato “inver-ter”, che serve a trasformare questa energia in corrente alternata, cioè a renderla utilizzabile per i normali usi domestici. Poiché i pannelli produco-no energia esclusivamente durante il giorno, l’elettricità non immediata-mente utilizzata viene, per così dire, immagazzinata nella Rete pubblica, dalla quale potrà essere prelevata durante la notte.

Come funziona il meccani-smo, chiamato tecnicamente “scambio sul posto”?

DURANTE IL GIORNO

• viene consumata direttamen-te parte dell’energia prodotta

• la parte di energia non consu-mata viene immessa nella rete pubblica

DURANTE LA NOTTE

• l’energia necessaria viene pre-levata dalla rete pubblica (nel-la quale è stata immessa)

Secondo le normative in vigore, se la quantità di energia immessa nel-la Rete pubblica risulterà superio-re all’energia prelevata, il titolare dell’impianto realizzerà un ricavo in denaro corrispondente alla quanti-tà di energia non prelevata. Un im-pianto fotovoltaico di buona qualità, correttamente dimensionato, può tranquillamente produrre l’energia necessaria per almeno trent’anni. L’energia così prodotta (che darà ovviamente diritto a percepire gli in-centivi economici previsti dal Conto Energia a favore di chiunque installi un impianto fotovoltaico) potrà esse-re utilizzata in due modi:

A) una parte sarà destinata a sod-disfare al 100% le esigenze dell’a-bitazione, che sarà quindi del tutto autonoma;

b) un’altra parte verrà immessa nel-la rete elettrica e darà diritto a per-cepire un ulteriore ricavo annuale, commisurato alla quantità di energia immessa e non consumata.èancora importante sottolineare che i pannelli fotovoltaici sono sicuri e rispettano l’ambiente: non generano campi elettromagnetici, non produ-cono emissioni di alcun tipo e non attirano i fulmini. Il loro eventuale smaltimento, in base a quanto pre-vedono le normative vigenti, può es-sere effettuato senza problemi, alla stregua di normali apparecchi elettri-ci o elettronici.

di Stefano Pasquino

Tabella incentivi del Conto EnergiaPer ogni kWh prodotto, il proprietario dell’impianto riceverà dal GSE (Ge-store dei servizi energetici) per la durata di vent’anni, la somma stabilita al momento dell’entrata in funzione dell’impianto.

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greeneconomyFotovoltaico e Biomasse

Sarà pur stato, sotto tantissimi aspetti, un annus horribi-lis per l’economia, ma il 2011 appena andato in archivio ha saputo evidenziare - in un mare magnum di difficoltà - elementi che fanno ben sperare. In Piemonte, la scorsa rivoluzione terrestre ha segnato il boom delle energie rin-novabili. nello spazio di 365 giorni, sono sorti ben 11.390 - secondo i dati diffusi da enel - nuovi impianti da energie rinnovabili. Il che, calcolatrice alla mano, significa un dato interessantissimo: il doppio rispetto alla situazione del 2010. Un anno d’oro, almeno sotto questo punto di vista.La parte del leone la recita l’energia solare, che hanno rag-giunto e ampiamente superato, al 31 dicembre 2011, quota 22mila impianti. Tra le province più intraprendenti si se-gnalano Torino e cuneo. capoluogo e hinterland hanno attivato lo scorso anno 3.566 nuovi impianti, mentre nel cuneese ne sono sorti 3.039. oltre al fotovoltaico, un peso sempre crescente lo stanno acquisendo le centrali a bio-gas e biomasse. Sul territorio piemontese si contano ora oltre un centinaio di impianti che sfruttano queste tecnolo-gie, uno dei cui vantaggi è un’emissione contenuta, limitata di anidride carbonica.A proposito di questa nuova frontiera, sono fresche di de-libera le nuove linee guida della Regione Piemonte circa le aree non idonee all’installazione di impianti alimentati, appunto, con biomasse. Una prima delibera, approvata a fine gennaio dalla Giunta Regionale sulla proposta de-gli assessori casoni, cavallera, Giordano, Ravello e Sac-chetto, ha indicato come non idonee, tra le altre, le aree inserite o candidate a patrimonio mondiale dell’Unesco, i comuni inseriti nella “Zona di Piano”, ovvero con criticità

nella qualità dell’area, comuni a elevato carico zootecnico, i tenimenti dell’ordine mauriziano, aree agricole e naturali ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo, terreni agricoli irrigati con impianti irrigui a bas-so consumo idrico realizzati con finanziamento pubblico, i boschi da seme o costituenti habitat di interesse comunita-rio e le zone soggette a rischio di esondazione dei fiumi e gravi dissesti idraulici e idrogeologici.Sempre il 30 gennaio, un’altra delibera della Giunta re-gionale ha definito il percorso circa il “rilascio dell’auto-rizzazione alla costruzione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile”. Il provvedimen-to pone l’obiettivo di attuare le Linee guida emanate dal decreto ministeriale del 10 settembre 2010, con l’obiettivo di una semplificazione generale del procedimento, unifor-mando e superando le difformità presenti tra province e province. Si ha quindi la trasposizione, anche sul territorio piemontese, della mission delle linee guida nazionali, ov-vero l’evitare “duplicazioni di atti ovvero di valutazioni in materia ambientale e paesaggistica”, “la possibilità di indi-viduare le più opportune forme di semplificazione e coor-dinamento tra i procedimenti per il rilascio di concessioni di derivazione d’acqua pubblica ovvero di concessioni per lo sfruttamento delle risorse geotermiche”. La delibera regionale indica poi la documentazione da allegare alla richiesta di autorizzazione, gli oneri istruttori, le modalità d’esame delle richieste di autorizzazione, la valutazione del cumulo degli interventi, i poteri comunali nell’ambito del procedimento unico e la compatibilità paesaggistica dell’opera.

Torino

cuneo

Alessandria

novara

Asti

Biella

Vercelli

Verbanocusioossola

7.221

6.179

2.448

2.065

1.815

1.098

1.046

536

53

79

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PIEMONTE 22.408 217 7 71 34

impiantisolari idraulica eolico biogas biomasse

numero impianti da fonti rinnovabili in Piemonte al 31/12/2011

3.566

3.039

1.308

1.129

886

588

576

298

11.390

nuoviimpiantinel 2011

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mazzeriassicurazioni

La nostra cultura rifugge da logiche economiche tese al profitto, offrendo garanzie elevate.

Obiettivo della Mazzeri Assicurazioni è quel-lo di offrire polizze assicurative tarate sulle reali esigenze del cliente.Ci impegniamo a predisporre tutti gli ele-menti utili al nostro cliente per compara-re le nostre offerte assicurative rispetto a quelle del mercato che aiutino a capire le scelte e le implicazioni liquidative.

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l’albuminserto fotografico

a cura di Max Giannotta

#01il principato di lucedio

leggende e misteri

www.ecoagricoltore.it

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luc

edio

Lucedio, luogo estremamente suggestivo e di antichissime origi-ni, sorge nel cuore della campagnadi Vercelli in prossimità del comune di Trino Vercellese. La sua storia e le sue leggende sono famose a livello europeo e la fama del luogo ha varcato l’oceano tanto che, verso la fine del 2000, gli america-ni della Triagenic sono arrivati nel principato per girare una puntata di “The Scariest Placet on Earth” per conto della Fox Family Channel.La data di costruzione di Lucedio è l’anno 1123, ad opera di Ranieri marchese del Monferrato, il quale vi chiamò i monaci Cistercensi, che iniziando la coltivazione del riso, fecero un’opera grandiosa e geniale da un punto di vista econo-mico e sociale che molti definirono (e definiscono) miracolosa. Nel medioevo la pianura vercellese era malsana, inospitale e vi cresceva una fitta boscaglia. I monaci, con grande fatica e dedizione, disbo-scarono e dissodarono il terreno, incanalarono l’acqua per permet-tere la coltivazione del riso, pianta allora semisconosciuta, che in seguito andò persino a sostituire il grano, molto più costoso e con un minor apporto nutritivo. Inuti-le ribadire che questo lavoro fu di fondamentale importanza per l’economia di Vercelli. (fonte: www.teses.net)

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l’albumwww.ecoagricoltore.it

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Colleziona tutti gli inserti fotografi-ci, li puoi trovare su ogni numero de “L’eco dell’Agricoltore” oppure comodamente scaricare dal sito:www.ecoagricoltore.it

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Sì alla tassa sui cibi spazzaturaUna tassa su patatine e bibite gassate per togliere l’ImU alle aziende agricole

Veni, vidi, ICI. Anzi, IMU. Ov-vero l’Imposta Municipale Propria (o Unica), refrain-tormento per tanti, dopo

le recenti introduzioni del Governo Monti. Non sono mancate, ovvia-mente, le polemiche. E in campo sono scesi anche le aziende, in parti-colare quelle che operano nel settore dell’agricoltura. Già, perché l’imposta andrà a incidere parecchio su fabbri-cati e terreni agricoli. Gli aumenti? Alti: tra il 100 e il 400%, secondo quanto risulta anche alla Coldiretti, che ha già dissotterrato l’ascia di guerra. Insostenibili, secondo molti. Due le diverse aliquote i cui calcoli faranno passare notti insonni a chi si occupa di agricoltura. Per i terreni agricoli si applica lo 0,76%, passibile di un aumento o diminuzione - che

dovrà essere deliberata dai Consigli comunali - dello 0,3%. La base im-ponibile la si otterrà moltiplicando il redditto dominicale (al 1° gennaio) per la categoria catastale, con una rivalutazione del 25% (in quanto si tratta di terreni). Il moltiplicatore sarà 130, che scende a 110 per i col-tivatori diretti iscritti alla previdenza agricola. Il secondo aspetto, come già accennato, riguarda i fabbricati rurali, quelli classificabili nella cate-goria catastale D/10. Qui l’aliquota è dello 0,2%, con un margine di ridu-zione fino allo 0,1% applicabile dai comuni. Anche in questo caso, l’im-posta andrà calcolata moltiplicando la rendita per una rivalutazione del 5%, il tutto nuovamente moltiplicato per il coefficiente 60 (che è destinato ad alzarsi a 65 a partire dal 1° gen-naio 2013). Le proteste non posso-no mancare. Una doppia tassazione, secondo i critici: da un lato perché, sui terreni, vengono già pagati Irpef e Ici; dall’altro, il nuovo, aspro prov-vedimento. Come andare in contro alle nuove difficoltà che le aziende agricole si sobbarcheranno? C’è chi invoca un contributo, un incentivo da parte dello Stato. Di riflesso, la do-manda è però atavica: da dove pren-dere i soldi? Una corrente di pensie-

ro, interessante e che sta arricchen-do le sue fila, in-voca la Fat tax. Ovvero la tassa sui cibi-spazzatura: patatine fritte, bi-bite gassate, fast food et similia. Lo ha proposto anche Claudio Sacchetto, assessore all’Agri-coltura della Re-gione Piemonte, che ha sostenuto

la linea davanti alla Commissione Politiche Agricole del Parlamento. Ri-torna così in voga un provvedimento che fece discutere nello scorso di-cembre, ma che è al vaglio in altri paesi, Inghilterra e Francia su tutti, come arma per contrastare la cre-scente obesità. Insomma, il motto è questo: tassare il junk food per sal-vaguardare l’agricoltura. E, magari, pagare qualche centesimo in più le patatine fritte, ma sovvenzionare un settore che rischia. Per non rischiare, invece, di perdersi i prodotti di Ma-dre Terra, certamente più salutari di un pranzo al fast food.

di Luca Bonzanni

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di Stefano Pasquino

Azienda Agricola LodigianaTecnologie moderne, ma rispettose della tradizione

Da ben tre generazioni le ter-re dell’Azienda Agricola Lo-digiana sono coltivate dalla famiglia Eusebione che si

dedica con passione alla coltivazione del riso, curando in particolar modo la qualità del prodotto, sia sul campo che durante la trasformazione.La redazione de ”L’Eco dell’Agricolto-re” ha incontrato Antonio Eusebione che circa 20 anni fa, decise di trasfor-mare il riso all’interno della sua azien-da, di confezionarlo e di rivenderlo direttamente al pubblico, avendo così creato tutta la filiera all’interno dell’azienda. L’Azienda Agricola Lodi-giana ha istituito un Sistema Qualità Aziendale conforme alle norme UNI EN ISO 9001-2008 (Vision) e i suoi prodotti sono assoggettati al sistema di autocontrollo HACCP, garantendo la provenienza e la tracciabilità del prodotto. L’obiettivo della visita all’ Azienda Agricola Lodigiana situata sulla strada delle Grange a Ronsec-co (VC) è quello di scoprire come si crea un modello vincente di azienda moderna rispettosa della tradizione e della lavorazione artigianale.

Sono ormai diversi anni che i prodotti dell’Agricola Lodigiana sono apprezzati in Italia e all’e-stero, cosa vi distingue dalle al-tre aziende agricole?«Grazie all’esperienza maturata e alla disponibilità di alcuni terreni, 12 anni fa si scelse la via del biologico

dalla quale nasce la nuova linea “La Lodigiana”. Questa linea comprende confezioni di riso bianco e integrale da 500 g. e una vasta gamma di con-fezioni da 250 g. di risotti pronti».

Quali sono gli elementi fonda-mentali per sviluppare l’eccel-lenza dei vostri prodotti?«La qualità del prodotto dell’Azienda Agricola Lodigiana ha origine da un equilibrio ideale fra tradizione e in-novazione: tradizione perché l’azien-da opera nel massimo rispetto della natura, innovazione perché grazie ai sofisticati macchinari presenti nel-la riseria dell’azienda, si seleziona chicco per chicco per avere la più alta qualità del prodotto. Il riso della Lodigiana è infatti privo di rottura e

consente quindi una cottura omoge-nea, per risotti sempre perfetti».

Si sa che le aziende devono pro-porsi sul mercato per trovare nuove opportunità, cosa state sviluppando attualmente?«Circa 5 anni or sono abbiamo lan-ciato una nuova linea di produzione di gallette di riso soffiato prodotte con riso integrale, stiamo crescendo notevolmente e a breve avvieremo un nuovo stabilimento di 2500 metri quadri per la produzione delle cialde di riso”.

Quali sono i paesi esteri dove esportate maggiormente i vostri prodotti?«Francia, Spagna, Portogallo, Sviz-zera, Australia, Giappone e Cana-da. Oggi stiamo cercando di coprire anche tutto il territorio italiano con particolare riguardo verso il settore della ristorazione».

Presso l’Azienda Agricola Lo-digiana si possono acquistare direttamente i vostri prodotti e visitare i vostri laboratori di produzione?«Si certo, sono diverse le visite del-le scolaresche in primavera e spesso ospitiamo comitive provenienti dalla Svizzera e dalla Germania, abbiamo in previsione a breve di creare un sa-lone attrezzato con un locale cucina per insegnare ai nostri ospiti come si preparano i risotti con il nostro riso.Crediamo molto nel turismo eno-gastronomico, è un nuovo modo di viaggiare che sta conquistando un numero sempre crescente di ap-passionati, alla ricerca di sapori e di tradizioni autentiche. In questo con-testo, infatti, il cibo assume un ruolo nuovo, diventando il medium di un territorio, di una cultura e dei valori legati alla terra ed alle proprie radi-ci». (www.lodigiana.it)

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La Qualità Garantita

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Dai rifiuti al compostDue domande a Costanzo Borda, amministratore unico di Koster

Quando dei rifiuti non si but-ta via niente. Un ossimoro che fa rima con riciclaggio, risparmio e tutela dell’am-

biente. Al giorno d’oggi, più che mai, la questione riveste un ruolo prima-rio nel dibattito. Se ne discute pure in politica, se ne discute ovunque. Una delle tecniche più innovative, e pure interessanti, è il compostaggio.Dagli scarti delle nostre cucine ai nostri giardini: riciclare è la parola d’ordine. Il compost viene appunto incontro a queste esigenze. Esistono aziende specializzate nel processo di compostaggio, ma assai diffuso è pure il fai-da-te. I vantaggi sono noti: un fertilizzante nutriente, ricco di elementi nutritivi, costi relativa-mente contenuti. Una compo-nente essenziale delle nuove tecniche sostenibili dell’agri-coltura, in cui si trovano ele-menti come azoto, calcio, fo-sforo, magnesio e potassio.

Un successo e un impiego sempre più crescente? «Il prodotto offerto che noi offriamo è ampiamente uti-lizzato come fertilizzante e per reintegrare la sostanza organica del suolo - ci spiega Costanzo Borda, amministra-tore unico di Koster, che con il suo impianto di compostaggio

rappresenta una realtà consolidata -, arricchendolo e rendendolo più pro-duttivo. Ma non solo, perché il suo uso può essere ricondotto anche nel giardinaggio, in cui il compost, ade-guatamente miscelato col terriccio, si rivela un valido substrato validissimo per il manto erboso».

Anche il Piemonte, da questo punto di vista, presenta strutture e poten-zialità notevoli. A partire dalla raccol-ta differenziata, base essenziale da cui partire: le statistiche più recenti attestano la Regione nelle prime tre posizioni in Italia, con una percentua-le di differenziata superiore al 50%.

«E a Novara si arriva al 70% - chiosa Borda, che ben conosce il territorio novarese, in cui Koster si è ritagliata un ruolo importante -. Fondamentale è, appunto, la raccolta differenziata, sia per la salvaguardia dell’ambiente che per il corretto processo di com-postaggio: l’umido viene raccolto porta a porta e trattato nel nostro impianto».

Il percorso del compostaggio in-dustriale si snoda attorno a diversi

step. Si parte quindi dai rifiuti orga-nici, che vengono triturati e a cui si aggiungono scarti di potature, «così da avere un materiale non inqui-nante e soprattutto prezioso», pro-segue Borda. Il processo naturale di decomposizione aerobica diventa così un elemento preziosissimo per l’agricoltura. Tutto il materiale viene depositato in apposite vasche, in cui sul fondo sono installate grate per il riciclo del percolato. Successivamen-te, si assiste all’aumento della tem-peratura, causato dai batteri presenti nella massa, e si entra nella seconda fase - detta termofila -, durante la quale si raggiungono temperature al di sopra dei 60°C. Conseguente a ciò è l’evaporazione dell’acqua e la diminuzione dell’umidità. Nella fase di maturazione si assiste allo svilup-po di funghi che rilasciano enzimi indispensabili per la disgregazione di sostanze come la cellulosa. Per accelerare il processo, ci spiega in-fine Borda, «la massa viene rivoltata più volte e insufflata d’aria. Il tutto si conclude con l’ultima tappa del per-corso: la vagliatura e raffinazione, in cui si eliminano le ultime, residue tracce estranee».

di Luca Bonzanni

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Il Piemonte divora mille ettari l’annoLa Regione aggiorna i dati: il suolo “consumato” sale al 7,2%

Un terreno che se ne sta an-dando. Consumato, man-giato, eroso, dalla fame dell’uomo. è fresco di stam-

pa il rapporto elaborato dalla Regio-ne Piemonte sul consumo del suolo che ripercorre una arco di tempo di quasi vent’anni, dal 1991 al 2008. E i dati sono significativi: una cresciu-ta annua del consumo pari all’1,2%, per una media di circa mille ettari l’anno inghiottiti dall’urbanizzazione, e tutto al netto delle infrastrutture.

Infrastrutture che rappresentano un quinto del suolo consumato. Il tota-le, tra abitazioni, insediamenti indu-striali e, appunto, edilizia pubblica, sfiora i 183mila ettari di superficie “consumata”, ovvero il 7,2% dell’in-tero territorio regionale. Pallottoliere alla mano, sottratte le infrastrutture, la percentuale scende al 5,9. Quale futuro per il Piemonte? Si cerca di contenere il fenomeno, tramite piani regolatori che lo limitino. L’esempio più lampante lo fornisce il Piano ter-ritoriale di coordinamento partorito dalla Provincia di Torino (tra i terri-tori più colpiti), che impedisce l’edi-ficazione nelle aree ancora “vergini”. Già, perché è proprio questo uno dei nodi fondamentali. C’è crisi, già, e ai comuni servono soldi. E le concezio-ni urbanistiche, in questi anni, han-no spesso rappresentato una manna per le assetate casse comunali: nel solo 2008, i comuni hanno incassato oltre 3 miliardi di euro in oneri di ur-

banizzazione. A farne le spese, poi, ecco l’agricoltura, messa sull’altare sacrificale.Le fette più consistenti di terreno impermeabilizzato riguarda-no suoli a uso agricolo, soprattutto pregiati, di prima, seconda e terza classe, per un totale che sfiora di 117mila ettari. Una vastissima por-zione di terreno così alla coltivazione diretta. Si mobilitano gli agricoltori, ma anche comuni cittadini con a cuore l’ambiente e il territorio. Pri-vilegiando quindi il recupero delle costruzioni edilizie già in essere, ma-gari inutilizzate, e evitare una pro-liferazione eccessiva e spesso fuori luogo. In mano, a mo’ di spada, il diritto: quella legge urbanistica re-gionale del ‘77, datata ma ancora im-portante. E che all’Articolo 1 sanciva una “razionale utilizzazione delle ri-sorse e delle aree agricole, evitando ogni immotivato consumo del suolo”.

(lu. bon.)

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L’informatica dalla tua parteGlocal Value è Information and Communication Technology nel vercellese e non solo

Il mondo dell’Ict (Information & communication technology) è uno degli ambiti più vitali e in continua evoluzione nelle moderne eco-

nomie. Tra i soggetti più interessanti in questo settore si annovera, senza dubbio, la vercellese Glocal Value Srl, una società costituita proprio al fine di consolidare una realtà specializzata nei servizi professionali per il mercato Ict e riconosciuta in ambito nazionale per le sue competenze sulle soluzioni di Print Management (maggiori detta-gli su www.glocalvalue.it) Lo slogan associato al logo dell’azienda è “L’in-formatica dalla Tua parte”, poche pa-role con cui Glocal Value intende espli-citare il suo vero valore aggiunto, la sua caratteristica distin-tiva. L’azienda si propo-ne come interlocutore o anche unico interlocuto-re per le problematiche legate all’informatica: dalla consulenza alla for-nitura hardware e sof-tware, dalla installazio-ne alla configurazione, dall’assistenza e suppor-to alla manutenzione, dai servizi web a quelli finanziari. Il tutto per il privato come per il pro-fessionista, per l’azien-da agricola come per lo studio professionale, per

la piccola come per la grande impre-sa, per le associazioni come per l’ente pubblico. Glocal Value nasce dall’ini-ziativa dei due soci fondatori Lorenzo Gozzi e Savio Avilia (foto) che forti dell’esperienza ventennale nel merca-to dell’Information & Communication Technology hanno deciso di creare una realtà “a casa” nel vercellese per dare servizi e soluzioni informatiche anche alle aziende locali e non solo a multinazionali e ad altre società sul territorio nazionale. Una realtà che oggi conta una decina di risorse tra tecnici, sistemisti e programmatori. La dimensione corretta per portare al cliente il meglio del mercato senza i limiti della grande azienda che snobba le piccole esigenze o del bravo free-lance che è pur sempre una singola risorsa senza il dono della ubiquità.

In cosa si differenzia Glocal Va-lue? In estrema sintesi nel suo ap-proccio semplice e pragmatico ma attento alla reale esigenza e budget del cliente. Un approccio fondato su competenza, esperienza, professio-nalità, flessibilità e cultura del lavoro apprezzato già da molti clienti a Ver-celli, tra cui alcune aziende agricole

(in particolare quelle che hanno scel-to il software AgriViù www.agriviu.it sviluppato ad hoc da Glocal Value per le aziende agricole). Lorenzo e Sa-vio sono orgogliosi di aver creato una

realtà come Glocal Value che seppur con grande fatica continua a crescere anche in un momento molto partico-lare per l’economia nazionale ed in un territorio non semplice come quello vercellese. Cosi come sono orgogliosi del valore e dei valori della “squadra” dei propri dipendenti ricca di compe-tenze e qualità umane senza la quale non sarebbe stato possibile raggiun-gere gli attuali traguardi e porsi ovvia-

mente quelli futuri. Dal 2010 Glocal Value ha sede operativa presso il Centro Fiere e Con-gressi di Caresanablot dove in ampi e moder-ni locali può accogliere quei clienti che vogliono non solo conoscere me-glio l’azienda ed i suoi componenti ma testare e provare con mano al-cune delle soluzioni pro-poste o semplicemen-te portare a riparare il computer guasto o poco performante.

di Stefano Pasquino

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