Il D.M. 20 dicembre 2012Il D.M. 20 dicembre 2012Regola tecnica di prevenzione incendi per gli Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di PROTEZIONE ATTIVA nelle attività impianti di PROTEZIONE ATTIVA nelle attività
soggette ai controlli di prevenzione incendisoggette ai controlli di prevenzione incendi
Ministero dell’InternoMinistero dell’InternoDipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa CivileDipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Comando Provinciale SASSARIComando Provinciale SASSARI
Direttore Ing. Giacomo TranchidaDirettore Ing. Giacomo Tranchida
PREVENZIONE INCENDI
L’opera deve essere concepita e costruita in modo che, in caso diincendio, sia garantita:
1. Stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare ilsoccorso agli occupanti;
2. Limitata produzione di fuoco e fumi all'interno delle opere;
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3. Limitata propagazione del fuoco alle opere vicine;
4. La possibilità che gli occupanti lascino l'opera indenni o che gli stessisiano soccorsi in altro modo;
5. La possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.
Obiettivo: Conseguimento della sicurezza contro gli incendi
RISCHIO = FREQUENZA X MAGNITUDO
Riducendo le occasioni di rischioMISURE PREVENTIVE
Contenendo le conseguenzeMISURE PROTETTIVE
PREVENZIONE PROTEZIONE PASSIVA
PROTEZIONE ATTIVA
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PASSIVA ATTIVA
Carichi di incendioImpianti di processoImpianti di servizio
Aree a rischio specifico
Caratteristiche costruttiveLayout vie di esodoStrutture e materiali
Presidi antincendio
Le misure PREVENTIVE e PROTETTIVE non sono alternative, ma complementari tra loro
PROTEZIONE ATTIVA
Attuare i provvedimenti di protezione attiva significa minimizzare gliEFFETTI di un incendio.Le misure di protezione attive sono concepite per operare subitodopo un innesco con lo scopo di:
• RILEVARE
• CONTRASTARE
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• CONTRASTARE
• RIDURRE LO SVILUPPO
• COMBATTERE UN INCENDIO
PROTEZIONE ATTIVA
Misure di protezione che richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di unimpianto, per la precoce rilevazione dell’incendio, la segnalazione e lospegnimento:
• Estintori
• Rete idrica antincendio
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• Impianto rivelazione incendio
• Impianti di spegnimento automatici
• Dispositivi segnalazione allarme
• Evacuatori di fumo e calore
PROTEZIONE ATTIVA PROTEZIONE ATTIVA
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D. M. 20 dicembre 2012 (G.U. N. 3 del 4.01.13)
Regola Tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
(in vigore dal 4 aprile 2013)
Disciplina la progettazione, la costruzione, l’installazione e lamanutenzione dei seguenti impianti:
• RIVELAZIONE INCENDIO
• SEGNALAZIONE E ALLARME INCENDIO
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• SEGNALAZIONE E ALLARME INCENDIO
• ESTINZIONE E CONTROLLO DELL’INCENDIO
• CONTROLLO DEL FUMO E DEL CALORE
Sia previsti da Regole Tecniche, sia richiesti dai Comandi Provinciali VV.F.
D. M. 20 dicembre 2012 Regola Tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro
l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
Si applica:
• AGLI IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA DI NUOVA COSTRUZIONE;
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• AGLI IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA ESISTENTI al 4 aprile 2013
oggetto di “modifica sostanziale”(trasformazione o ampliamento di oltre il 50% dell’impianto originale)
D. M. 20 dicembre 2012 Regola Tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro
l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
NON si applica agli impianti nelle attività:
• a rischio incidente rilevante di cui al D.Lgs n.334/99
• edifici di interesse storico-artistico destinati a biblioteche ed archivi DPR n. 418 del 30.06.95
• impianti distribuzione stradale GPL per autotrazione - DPR n. 340 del 24.10.2003
• edifici storico-artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre
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• edifici storico-artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostreDM n. 569 del 20.05.1992
• serbatoi fissi GPL capacità > 5m3 e recipienti mobili capacità > 5000kg DM 13.10.1994
• depositi di soluzioni idroalcoliche - DM 18.05.1995
• impianti distribuzione stradale gas naturale per autotrazione - DM 24.05.2002
• depositi GPL con capacità complessiva < 13 m3 - DM 14.05.2004
D. M. 20 dicembre 2012 Regola Tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro
l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
Obiettivi e responsabilità
Gli impianti sono progettati, realizzati e mantenuti a regola d’arte secondo prescrizionidelle specifiche regolamentazioni, norme di buona tecnica e istruzioni fornite dalfabbricante. Di preciso:
• Progetto elaborato secondo la regola dell’arte (punto 2.1, DM 20.12.12)
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• Progetto elaborato secondo la regola dell’arte (punto 2.1, DM 20.12.12)
• Installazione a regola d’arte seguendo il progetto, le vigenti normative e le regolamentazioni tecniche applicabili (punto 2.2, DM 20.12.12)
• Esercizio e manutenzione secondo la regola dell’arte (punto 2.3, DM 20.12.12)
D. M. 20 dicembre 2012 Regola Tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro
l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
REGOLA DELL’ARTE
Stadio dello sviluppo raggiunto in un determinato momento storico dalle capacitàtecniche relative a prodotti, processi o servizi, basato su comprovali risultati scientifici,tecnologici o sperimentali. Fermo restando il rispetto delle disposizioni legislative eregolamentari applicabili, la presunzione di regola dell'arte è riconosciuta alle normetecniche emanate da:
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• ENTI DI NORMAZIONE NAZIONALI
• ENTI DI NORMAZIONE EUROPEI
• ENTI DI NORMAZIONE INTERNAZIONALI
D. M. 20 dicembre 2012 Regola Tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro
l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
LE NORME TECNICHE RAPPRESENTANO LA REGOLA DELL’ARTE
– UNI: ente nazionale italiano di unificazione
– CEI: comitato elettrotecnico italiano.
– CEN: comitato europeo di normazione;
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– CEN: comitato europeo di normazione;
– CENELEC: comitato europeo di normazione in elettrotecnica.
– ISO: organizzazione internazionale per la normazione
– NFPA: National Fire Protection Association.
D. M. 20 dicembre 2012 Regola Tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro
l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
Valutazione Progetto VV.F.Attività soggetta
Presenza IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA?
SISI
Da realizzare secondo norme UNI?
NONO
SISI Nel progetto VV.F. devono essere riportate le SPECIFICHE TECNICHE di ogni impianto
di protezione attiva a firma di un TECNICO ABILITATO
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Da realizzare secondo norme STANDARD INTERNAZIONALI?
SISINel progetto VV.F. devono essere riportate le SPECIFICHE TECNICHE di ogni impianto
di protezione attiva a firma di un PROFESSIONISTA ANTINCENDIO
SPECIFICHE TECNICHE
• Sintesi dati tecnici
• Richiamo norma applicata
• Classificazione livello pericolosità
• Schemi e disegni planimetrici dell'impianto;
• Tipologia e caratteristiche dimensionali
(portate, pressioni, durate, ecc…)
• Componenti da utilizzare
(erogatori, tubazioni, sensori, ecc…)
• Attestazione idoneità impianto
DOCUMENTI DI PROGETTO
• Relazione tecnica
• Schemi e disegni planimetrici
• Calcoli di progetto
PROGETTO DI IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA
• Obbligatorio ai sensi del DM 37/08
• Consegnato al responsabile dell’attività e
tenuto a disposizione per i controlli
D. M. 20 dicembre 2012 Regola Tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro
l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
S.C.I.A. VV.F.Attività soggetta
Presenza IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA?
SISI
Da realizzare secondo norme UNI?
NONO
SISI Campo di applicazione
del DM 37/08?
SISI
DI.CO.
NONO
Realizzati ante
04/04/13?
SISI
CERT. IMP. dell’impianto a firma di un
PROFESSIONISTA ANTINCENDIO
NONO
DICH.IMP
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Da realizzare secondo norme STANDARD INTERNAZIONALI?
SISIDI.CO. (o DICH.IMP.) rilasciata da ditta installatrice
+ CERT. IMP. dell’impianto a firma di un
PROFESSIONISTA ANTINCENDIOLa ditta installatrice dell’impianto di protezione attiva rilascia
DI.CO.+
Manuale di uso e manutenzione
che devono essere consegnati al responsabile dell’attività e tenuta a
disposizione delle autorità competenti per i controlli
L’esercizio e la manutenzione devono essere effettuati a regola d’arte secondo le
Norme applicate e secondo il Manuale d’uso e manutenzione ed annotate su apposito
REGISTRO mantenuto aggiornato e reso disponibile ai
fini dei controlli
Reti di idranti nelle attività regolamentate da specifiche disposizioni di prevenzione incendi
Norma di riferimento UNI 10779
Il D.M. 20/12/2012 riporta DISPOSIZIONI INTEGRATIVE rispetto la UNI 10779
Pertanto per le reti idriche antincendio NON si devono adottare le indicazioni originariamente previste dalle regole tecniche verticali, bensì i parametri di progettazione indicati nel
D.M. 20/12/12 (TAB. 1) a secondo di:
- livelli di pericolosità;- tipologia di protezione;
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- tipologia di protezione;-caratteristiche dell’alimentazione idrica
La necessità di realizzare una rete idranti può inoltre essere stabilitanell’ambito della valutazione del rischio d’incendio di cui alla
normativa vigente.
Le attestazioni relative alla continuità dell'alimentazione idrica ed elettrica sono rilasciate dagli Enti erogatori o da professionista antincendio.
Reti di idranti nelle attività regolamentate da specifiche disposizioni di prevenzione incendi
Tabella 1(pt. 4.1 D.M. 20.12.2012)
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Reti di idranti nelle attività regolamentate da specifiche disposizioni di prevenzione incendi
Tabella 1(pt. 4.1 D.M. 20.12.2012)
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Reti di idranti nelle attività NON regolamentate da specifiche disposizioni di prevenzione incendi
I parametri della rete e i livelli di pericolosità sono stabiliti dal progettista sulla base della valutazione del rischio d’incendio
di cui alla normativa vigente
o dal Comando Provinciale VV.F.
Il D.M. 20/12/2012 riporta DISPOSIZIONI INTEGRATIVE rispetto la UNI 10779solo per la protezione esterna delle attività:
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a) Attività con livello di pericolosità 3 almeno un idrante esterno 300l/min per 90 min;b) Protezione esterna sostituita da rete pubblica con idranti a max 100 m dall’attività con prestazioni
idrauliche idonee
Le attestazioni relative alla continuità dell'alimentazione idrica ed elettrica sono rilasciate dagli Enti erogatori o da professionista antincendio.
Impianti sprinklernelle attività regolamentate da specifiche disposizioni di prevenzione incendi
Norma di riferimento UNI 12845Il ricorso ad altre norme implica l’adozione integrale dello standard internazionale e
l’impiego di prodotti “armonizzati”
Il D.M. 20/12/2012 (TAB. 2) riporta DISPOSIZIONI INTEGRATIVE rispetto la disposizioni tecniche che regolano le attività normate:
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Impianti sprinklernelle attività NON regolamentate da specifiche disposizioni di prevenzione incendi
Per le attività non regolamentate da regole tecniche di prevenzione incendi la protezione a sprinkler e la tipologia di alimentazione idrica
sono stabilite dal progettista sulla base della valutazione del rischio incendio di cui alla normativa vigente.
Anche il Comando Provinciale VV.F. può valutarne la realizzazione.
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Altri impianti di protezione attiva
Per la progettazione, installazione, esercizio e manutenzione possono essere usate:
SISTEMI SISTEMI DIDI RIVELAZIONE E ALLARME INCENDIRIVELAZIONE E ALLARME INCENDI
• UNI 9795 • UNI 9795 –– UNI EN 54UNI EN 54• UNI 11224 • UNI 11224 –– esercizio e manutenzioneesercizio e manutenzione• UNI ISO 7240 • UNI ISO 7240 –– sistemi di allarmesistemi di allarme
IMPIANTI AUTOMATICI IMPIANTI AUTOMATICI DIDI SPEGNIMENTOSPEGNIMENTO
• UNI EN 13565 • UNI EN 13565 –– schiumaschiuma
Sono le regole tecniche di prevenzione incendi che definiscono la necessità di prevedere
l’installazione degli impianti di protezione attiva in attività normate.
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• UNI EN 13565 • UNI EN 13565 –– schiumaschiuma• UNI EN 15004 • UNI EN 15004 –– gassosigassosi• UNI EN 12845 • UNI EN 12845 –– polverepolvere• UNI CEN/TS 14972 • UNI CEN/TS 14972 –– acqua nebulizzataacqua nebulizzata
EVACUATORI EVACUATORI DIDI FUMO E CALOREFUMO E CALORE
• UNI 9494• UNI 9494
Nelle attività non normate tale necessità può derivare dalla valutazione del rischio incendio di cui alla vigente normativa o essere valutata
dal Comando Provinciale VV.F.
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GrazieGrazie
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