8/6/2019 Compendium [G.Marciani] - Filosofia
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FILOSOFIA
TERZO ANNO
di Giacomo Marciani
a.s. 2008/2009
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FILOSOFIA
TERZO ANNO
HEGEL
PRIMO BLOCCO DIDATTICO:
- La Vita e Le Opere
- LAmbiente Post-Kantiano
- La Dialettica
- Il Sistema
- LEnciclopedia
- LAssoluto
- Il Reale Razionale
- La Scienza della Logica
- La Filosofia della Natura
- La Fenomenologia dello Spirito
- Lo Spirito Soggettivo e Lo Spirito
Oggettivo
- Lo Spirito Assoluto
- LArte
- La Religione, La Filosofia ed Il Concetto
- La Filosofia Hegeliana nellOttocento- La Destra e La Sinistra Hegeliane
La Vita e Le OpereGeorg Wilhelm Friedrich Hegel il maggior rappresentante dellidealismo tedesco, e si
presenta come erede, sintesi e rielaborazione grandiosa, del nucleo di verit di tutte le posizioni
filosofiche precedenti nella tradizione del pensiero occidentale. Con Hegel la filosofia non ha
pi il compito di annunciare e preparare una nuova epoca, ma solo quello di riconoscere il
presente, in polemica col moralismo di chi contrapponga al reale degli ideali astratti. Essa
pertanto simile alluccello di Minerva (la civetta), che si leva solo al crepuscolo: coscienza
storica, dello spirito del tempo, piuttosto che promotrice di un progresso inesistente.
Nato a Stoccarda nel 1770 da una famiglia piccolo borghese, si forma nel seminario protestante
di Tubinga, dove studi filosofia e teologia insieme a Holderling e Shelling. Si nutre di cultura
settecentesca, dellentusiasmo per la rivoluzione francese, dellinteresse per lantichit greca,
ma soprattutto della filosofia morale e religiosa di Kant. Addottorandosi nel 1793, insegna
come precettore privato a Berna e Francoforte. Gli scritti di questi anni verranno pubblicati nel
1907 (nel Novecento il filosofo venne generosamente rivalutato) con il titolo Scritti TeologiciGiovanili. Dal 1801 al 1807 si trasferisce alluniversit di Jena, su consiglio di Shelling. Nel1801 pubblica Differenza fra il Sistema Filosofico di Fichte e quello di Shelling e nel 1802numerosi saggi che verranno pubblicati sul Kritisches Journal der Philosophie, fondato da
Shelling e dallo stesso Hegel. A questo periodo risalgono inediti che verranno pubblicati solo
nel Novecento: alcuni frammenti di Costituzione di Germania e Sistema dellEticit, ed unaserie di abbozzi legati ai corsi universitari di Logica e Metafisica, Filosofia della Natura e Filosofia dello Spirito. Alla fine del periodo di Jena risale Fenomenologia dello Spirito.Lasciata Jena a causa delloccupazione francese, si trasferisce per breve tempo a Bamberga, del
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1. Georg Wilhelm Friederich Hegel
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cui giornale locale diviene direttore, per poi stabilirsi a Norimberga come rettore e professore di
filosofia ginnasiale. Di questattivit didattica sono documento gli scritti raccolti in
Propedeutica Filosofica, ma intanto si occupa della pubblicazione di Scienza della Logica,uscita in pi edizione tra il 1812 ed il 1816. Nel 1816 viene chiamato alla cattedra di filosofia
delluniversit di Heidelberg e nel 1817 pubblica la prima edizione di Enciclopedia delle
Scienze Filosofiche in Compendio. Dal 1818 alla morte insegna a Berlino, divenuta capitaledella Prussica, occupando la cattedra precedentemente appartenuta a Fichte. Nel 1821 esce
lultima opera, Lineamenti di Filosofia del Diritto, nel 1827 e nel 1830 la seconda e la terza
edizione di Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in Compendio, nel 1831 la revisione del
primo libro di Scienza della Logica. Subito dopo la sua morte i discepoli pubblicheranno i suoi
corsi diFilosofia della Storia,Estetica,Filosofia della Ragione e Storia della Filosofia.
***
LAmbiente Post-KantianoLopera kantiana Critica del Giudizio aveva alimentato un grande dibattito fra i maggiori
pensatori dellOttocento, i quali mossero numerose critiche alla filosofia del pensatore tedesco.
In primis Kant volle distinguere il proprio idealismo da quello dellantimaterialista ingleseBerkeley. Lidealismo trascendentale di Kant si asteneva dal confutare o meno lesistenza delmondo reale, limitandosi a distinguere lambito dello scibile (fenomeni) dal non scibile (cose in
s); mentre lidealismo dogmatico di Berkeley sosteneva radicalmente linesistenza del mondoreale, concepito come semplice percezione illusoria individuale.
Lantirazionalista tedesco Jacobi volle criticare il sistema kantiano, distinguendo verit comecorrispondenza e verit come coerenza. La prima, appartenente alla tradizione filosofica che
intercorse da Aristotele a Tommaso, conferisce una semplice immagine della realt (la penna
esiste perch c). La seconda, di derivazione cartesiana, si basa invece sul principio di non
contraddizione (la penna esiste per una serie di rapporti causali). Secondo Jacobi il
razionalismo illuminista pu solo portare ad un nichilismo distruttivo. Kant quindi, non solo
annullerebbe la realt, ma cadde persino in contraddizione enunciando la dicotomia dualisticadella realt in fenomeni e cose in s, senza aver definito le cose in s. Queste ultime si
ridurrebbero ad essere vaghe rappresentazioni mentali. Per questo si cap che si sarebbero
dovuti superare i dualismi kantiani.
Lidealista tedesco Fichte si accorse di questa necessit e decise di perfezionare il sistema
kantiano eliminandone i dualismi e conferendovi cos un maggiore dinamismo mentale. DallIo
trascendentale spurio e limitato di Kant si passa ad un Io trascendentale puro autolimitante,intuitivo e divino. Non bisognava limitare le facolt dellintelletto, come aveva fatto Kant, macomprendere quanto lIo possa essere vicino a Dio, concependolo tanto libero da rendergli
necessaria lautolimitazione. Questo procedimento viene chiamato movimento di scissione. LIoinfatti per essere veramente libero deve prima concepirsi come tale, ma per poterlo fare deve
avere coscienza di s e quindi autolimitarsi per guardarsi dallesterno.
La triade dellidealismo tedesco, formata da Fichte Shelling ed Hegel, si era posta lobbiettivo
di abbracciare lAssoluto, fondamento unitario del reale, nel tentativo di sanare le
contraddizioni e i conflitti che affliggono il mondo. Per portare a termine una conoscenza totale
e sistematica dellAssoluto si sarebbero dovuti superare, come suddetto, i dualismi kantiani e i
diversi aspetti che la tradizione kantiana e la filosofia illuminista si erano portate appresso.
Fichte aveva perfezionato il sistema kantiano passando dallIo spurio limitato allIo puro
autolimitante. Concepiva lAssoluto come qualcosa di esterno, di cui luomo autolimitazione
necessaria per la coscienza di s dello stesso Assoluto, il quale non quindi conoscibile.
Reintrodusse un concetto appartenente alla tradizione platonica: temere di proferire parolasullAssoluto, sia che si debba o non debba dire, in quanto non appena viene proferita parola su
di esso non si pu far altro che limitarlo.
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Shelling concepiva la natura organica come manifestazione dellautolimitazione dellAssoluto
inorganico, che voleva prendere coscienza di s. Si passa quindi da un Assoluto radicalmente
trascendente e non conoscibile, ad un Assoluto pi immanente e per questo conoscibile.
Tuttavia lAssoluto shellinghiano, sarcasticamente paragonato da Hegel alla notte, nella quale
tutte le vacche sono nere, non solo fa perdere ogni autonomia e specificit degli opposti,
divenendo quindi tutta la realt senza potervi ammettere alcuna peculiarit interna, non pu
essere conosciuto attraverso procedimenti razionali, basati sul rigido principio di non
contraddizione, ma intuito da qualcosa che riesca ad unire oggetto e soggetto, cio larte.
***
La DialetticaLa dialettica ci che aveva portato Hegel al vertice della triade dellidealismo tedesco. Non fu
solo la nota idiosincrasia per le definizioni ad impedirgli di esplicare una precisa
determinazione di essa, ma anche laverla concepita, non come strumento escogitato per
comprendere e prevedere la realt, ma bens come movimento stesso della realt, di cui noi
stessi facciamo parte. Vedendo la storia segnata da contraddizioni, cap che essa si muoveva
secondo un ritmo binario di stagnazione e regresso seguiti da una nuova evoluzione. Vi dunque un elemento negativo: prima concepito come semplice accidente, poi come motore
della storia. Hegel definisce in seguito un processo di scansione triadica, basata sul susseguirsi
di tesi, antitesi e sintesi. La sintesi viene intesa, non come mediazione e annullamento delle
contraddizioni fra tesi ed antitesi, ma come unit delle due: 1 + 2 non diviene quindi 3, ma
(1+2). I tre fattori vengono indicati come momento astratto o intellettuale (tesi), momentonegativo (antitesi) e momento speculativo o intellettuale (sintesi). E utile notare che ladialettica hegeliana differisce dalla logica aristotelica in quanto si valorizza in base ai contenuti.
***
Il SistemaIn una lettera indirizzata a Shelling Hegel scriveva di voler edificare una filosofia che fosse un
sistema, poich solo cos la filosofia avrebbe acquisito un valore scientifico. Lintento era stato
gi precedentemente formulato dagli stoici e dai razionalisti moderni: si erano proposti di
realizzare una spiegazione organica e completa delluniverso partendo da un unico principio (in
Cartesio la relazione fra materia e movimento). Bisognava creare un organismo il cui crescere,
come aveva asserito Kant, non aggiungesse nuove entit, ma proporzionasse diversamente
quelle esistenti. Lopera doveva essere concepita come una creatura viva che si sviluppa nel
tempo, che si accresce dallinterno e non dallesterno.
LaFenomenologia dello Spirito era stata concepita come apprendistato del sistema, la Scienzadella Logica come nucleo concettuale del sistema e lEnciclopedia delle Scienze Filosofiche inCompendio come scienza della scienza, sistema del sistema, testo che comprendesse linterezza
della logica del sistema.
***LEnciclopedia
Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in Compendio la massima realizzazione dellidealehegeliano di filosofia come sistema. Essa si articola in tre grandi momenti (o sezioni): la
Scienza della Logica, che la scienza dellidea in s e per s (idea pura), commistione dimetafisica e logica nella riflessione sul pensiero in quanto tale; la Filosofia della Natura, che
lascienza dellidea nel suo alienarsi da s, cio nel suo farsi altro da s; ed infine la Filosofiadello Spirito, oscienza dellidea che dal suo alienamento torna in s, che discute i fondamentidei saperi e delle discipline che riguardano luomo in quanto individuo (Spirito Soggettivo), eluomo inserito nella collettivit (Spirito Oggettivo), trovando infine la sintesi dei due momenti,
soggettivo ed oggettivo, nello Spirito Assoluto, spostando quindi la riflessione sul significato esulla funzione dellArte, della Religione e della Filosofia. l movimento triadico contrassegna
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tanto il sistema complessivo (Logica-Natura-Spirito, necessit-accidentalit-sintesi degli
opposti), quanto lo sviluppo interno di ogni momento.
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LAssolutoHegel definisce lAssoluto come identit dellidentit e della non identit. Questa risulta essereuna definizione logicamente inconcepibile, in quanto incongruente al principio di non
contraddizione, ma dialetticamente accettabile. LAssoluto non pu essere pensato nei termini
della vecchia metafisica, che, concependolo prima come insieme delle parti e poi comeimmensa parte, porta al tipico prodotto dellIntelletto: un Tutto Astratto, limitato, impotente difronte alle contraddizioni e del tutto isolato dal Tutto Reale. Bisogna arrivare al Tutto Reale
come prodotto della Ragione, superando le incongruenze fra determinazione (tesi) e
contraddizione (antitesi).
Le ulteriori determinazioni, puntualmente contraddette e sintetizzate, producono un insieme di
movimenti a spirale in cui ogni finito sopprimer s medesimo e che avr termine solo quando
il suo totale dispiegamento avr abbracciato la totalit del reale, producendo ci che Hegelchiama lUniversale Concreto. Solo ora si potr parlare di Spirito Assoluto: non come
risultato, ma come insieme inscindibile del risultato e del suo percorso (il risultato il
cammino) e come realt che include anche le differenze; non solo come sostanza, ma anchecome soggetto vivente che esce da s, si fa altro da s, negandosi, e, attraverso "il dolore, la
pazienza e il travaglio del negativo", ritorna a se stesso arricchendosi delle contraddizioni cheora fanno parte del suo essere. Per questo il Vero lIntero, cio il completo dispiegarsi
dellAssoluto nei suoi moti di scissione e sintesi.
***
Realt e RazionalitDobbiamo ora cercare di chiarire una celebre espressione di Hegel, presente nella Prefazione diLineamenti della Filosofia del Diritto (1821): "Ci che razionale reale, ci che reale razionale".
Il significato di tale espressione potrebbe essere frainteso se si confonde il reale con il
semplicemente esistente. Hegel non vuole dire che tutto ci che esiste deve necessariamente
esistere bens che tutto ci che ha in s una razionalit assoluta non pu non esistere. Hegel si
riferisce qui a quelle che lui chiama le "determinazioni universali dello Spirito Oggettivo"ciole istituzioni, i costumi e soprattutto lo Stato. Ora, chi non vede che le istituzioni e gli Stati sono
ben lungi dallessere perfetti e razionali? Ma Hegel non vuole dir questo. E banale osservare
che "le cose non vanno bene", "lo Stato ladro" e simili; ma chi pu negare che la famiglia, la
societ, lo Stato siano istituzioni concrete e, ancor pi necessarie, e quindi razionali? Ed
proprio questo che vuole dire Hegel. Egli ha voluto cos affermare la necessaria identit fraRagione e Realt. La Ragione non pura astrazione, idealit, bens governa il mondo e lo
costituisce; la Realt non che il dispiegarsi della Ragione che si manifesta in una serie di
passaggi, i quali rappresentano, ognuno, il risultato di quelli precedenti e il presupposto diquelli seguenti. Cos la realt intera da Hegel accettata e giustificata, visto che, dal punto di
vista dello Spirito Assoluto, tutto ci che , , necessariamente quello che deve essere . Ilcompito della filosofia, per Hegel, non quello di modificare o trasformare la realt indicando
un modello di cambiamento, come hanno fatto tutte le filosofie precedenti ad Hegel (in
particolare quella kantiana, per la quale permane il divario fra lessere e il dover essere, traquello che o si pu conoscere e quello che si dovrebbe fare o si pu arrivare a conoscere), ma
quello di prendere atto della realt cos com, essa deve cio "mantenersi in pace con larealt" e deve solo elaborare in concetto il contenuto reale che le offre lesperienza,
dimostrandone lintrinseca razionalit.
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http://www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/Kant.htmhttp://www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/Kant.htm8/6/2019 Compendium [G.Marciani] - Filosofia
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La Scienza della LogicaLopera esce in tre volumi: pubblicati a seguito di un profondo lavoro speculativo nel 1812,
1813 e 1816. La logica non viene qui intesa nel senso formale o aristotelico, ma come
esposizione di Dio come egli nella sua eterna essenza prima della creazione della natura .Si tratta di unopera di metafisica, che rompe con la vecchia metafisica in quanto il filosofo non
si pone come esterno al proprio pensiero, ma vi partecipa: sperimenta cio attraverso il proprio
pensiero loggettivarsi del pensiero stesso. Lopera consta di tre sezioni: dottrina dellEssere,
riguardo le categorie della qualit e della quantit, dottrina dellEssenza, riguardo le categoriemodali (realt, possibilit, necessit) e di relazione (sostanza, causalit, reciprocit) e dottrinadel Concetto, riguardo le forme logiche tradizionali (concetto, giudizio, sillogismo) edeterminazioni scientifiche e metafisiche (meccanismo, chimismo, teleologia, vita, idea del
vero, idea del bene ecc).
La dottrina dellEssere lo studio del pensiero in s, nella sua immediatezza e semplicit:vengono quindi analizzate le nozioni dellontologia tradizionale: cio lindeterminatezza, la
determinatezza e le discriminanti qualitative e quantitative dellessere.
La Logica comincia con la nozione di essere, che la pi semplice ed astratta di tutte. Poichindeterminati, lessere ed il nulla sembrerebbero identici. Ci non possibile, in quanto tesi
antinomiche. Dovr quindi esserci un discriminante tra lessere ed il nulla, in modo da poterne
ammettere lantinomia e quindi, per il movimento dialettico, una conseguente sintesi. Il
discriminante la qualit: l'essere indeterminato (tutte le cose sono, ma nessuna cosa tutto)
si distingue infatti dal nulla determinato (tutte le cose sono, ma differenziandosi luna
dallaltra, racchiudono nel loro essere il non essere qualcosaltro) in quanto la qualit determina
un ente, differenziandolo dagli infiniti altri enti. Ora lessere indeterminato ed il nulla
determinato rappresentato la tesi e lantitesi, la cui sintesi si esplica nel divenire.
Tuttavia la dottrina dellEssere si dimostrer limitata, in quanto, determinando lessere
qualitativamente, entrer in crisi nel tentativo di determinarlo al passaggio da una qualit
allaltra. Si ritorna quindi ad una assenza di determinazioni, al puro essere: subentra quindi una
pi profonda considerazione dellEssere, cio lEssenza.
Con la dottrina dellEssenza, si passa alla riflessione sul fondamento dellEssere, che
appunto la sua Essenza: sebbene nella Dottrina dellEssere pensare ed essere erano stati presi
come punto di partenza, ora sono visti come risultato, cio come pensiero per s. La domanda
non sar pi che cosa , ma da che cosa stato generato. La dottrina dellEssenza presentacategorie bipolarmente oppositive, le quali verranno progressivamente superate e riconciliatelun laltra, con il passaggio al Concetto.
La dottrina del Concetto lo studio del pensiero in s e per s, ed in essa limmediatezza
dellEssere e la ricerca del fondamento dello stesso, cio lEssenza, si riconoscono come
manifestazioni di ununica attivit: il pensare.
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La Filosofia della NaturaLa Natura viene definita da Hegel come idea che si estrania da s o anche idea che si
manifesta nella forma dellessere altro. LIdea, che libert che si da da s, vuolesperimentare il suo opposto, cio laccidentalit, nella dispersiva ed ingiustificata accidentalit
della Natura. Prefigurandosi come assenza di consapevolezza, la Natura hegeliana si pone agli
antipodi della tradizione romantica, la quale esaltava la Natura come organismo dotato di
anima, in posizione antimaterialista e contraria al panteismo shellinghiano. La Natura
sperimenta la massima accidentalit nella morte delluomo, soggetto autocosciente in cui il
Concetto trova la sua massima realizzazione, in quanto la realt umana lunica a svilupparsinella storia, realizzando gradi differenti e via via pi elevati di razionalit. Nel momento
delladdio alla vita il Concetto esce dalla materia, cio dalla Natura, e torna allo Spirito, capace
di permanere al succedersi delle generazioni, dei secoli e dei millenni. Hegel aveva infatti
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scritto Con la morte la Natura trapassa nella sua Verit, cio nello Spirito. Anche lo Spirito
si articola secondo una serie di gradi: lo Spirito Oggettivo, Soggettivo ed Assoluto.
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La Fenomenologia dello SpiritoLopera tratta delle modalit in cui si manifesta lo Spirito nel mondo, narrando il tormentatocammino di emancipazione della coscienza comune dai propri limiti per divenire coscienza
filosofica, atta ad abbracciare lAssoluto. Va detto che mentre in Kant lo spirito si identificava
con il genio artistico, in Fichte come qualcosa di tanto trascendentale da non poter essere
appreso (sembra avere una parentela con il logos ordinatore delluniverso della dottrina stoica),
e in Shelling come qualcosa che potesse essere determinato intuitivamente attraverso larte, per
Hegel invece dire che lAssoluto lo Spirito, la pi alta definizione dellAssoluto ecomprenderne il significato e il contenuto lo scopo di ogni filosofia.Il percorso della coscienza viene generato da continue scissioni, che danno luogo a sei tappe
fondamentali: Coscienza, Autocoscienza, Ragione, Arte, Spirito e Religione.
Nel momento della Coscienza vengono distinti altri tre momenti: certezza sensibile, percezioneed Intelletto. La coscienza cerca la percezione immediata di un oggetto al di fuori di s, ma
comprende che eliminando lazione dellIntelletto, mediatore della percezione, si potr
concepire loggetto non come fenomeno, ma come cosa: la determinazione spazio-temporale,
unica certezza immediata, porta la coscienza a concepire un Questo al di fuori di s, e quindi
diverso da un Questi, cio essa stessa. La coscienza avr concepito un oggetto esterno al
soggetto. Tuttavia, essendo Questo/Questi un concetto vanescente, tanto pi la coscienza si
affaccender intorno alloggetto, tanto pi comprender la sua dipendenza dal soggetto, il quale
sar divenuto perci tanto indipendente da potersi concepire come soggetto e come oggetto. La
coscienza avr quindi preso coscienza di s, potr quindi autoconcepirsi.
Il momento dellAutocoscienza pu essere suddiviso nei momenti: Io Desiderante, Servo-
Padrone, Stoicismo e Scetticismo, Coscienza Infelice, Coscienza Religiosa ed Ascetismo. Unavolta autoconcepitosi, lIntelletto comincia ad interrogare se stesso, guardando se stesso come
soggetto/oggetto autocontemplante. Diviene quindi Io Desiderante e dovr combattere per
laffermazione sulle altre Autocoscienze/Io Desideranti. Vigendo la legge del pi forte, vi
saranno alcuni che per rifuggire ad una morte violenta e dolorosa preferiranno sottostare ad
altri: si vengono cos a creare i rapporti Servo/Padrone. Il Servo capisce che il Padrone non
potrebbe esistere senza di lui, ma non trovando a tale potere un riscontro pratico cercher di
consolarsi in altri modi. Prima tenter con lo Stoicismo: isolandosi e dando valore solo alla
propria interiorit capir che, raggiungendo la libert di pensiero, nessun accadimento esternopotrebbe infelicitare la sua esistenza. Tuttavia si tratta di una libert molto apparente. Si affida
quindi allo Scetticismo, ma nel tentativo di distruggere la realt circostante al fine di
raggiungere la totale libert del pensiero, finir per distruggere s stesso: non avendo pialcuna certezza infatti si crea una coscienza paralizzata. E il momento della Coscienza
Infelice, durante il quale regnano massimamente la paura della morte e del divenire. Nel
momento in cui ci si rende conto dellinsopportabilit della paura e dellincertezza si cerca di
riporre nelle mani di qualcosa di superiore la propria esistenza: cos che da Coscienza Infelice
si passa alla Coscienza Religiosa, la quale pu sfociare nellAscetismo, in cui si abbandona
tutto pur di avvicinarsi a Dio. Nel momento in cui ci si rende conto che, liberatisi dalla
sensibilit e dalla materialit, cercando Dio dentro se stessi non si pu trovar altro che la
Coscienza, si comprende lonnipresenza della Coscienza. Ora la Coscienza ovunque e come si
passati dal Medioevo al Rinascimento, cio da una trascendenza assoluta ad una immanenzaindiscussa, dallAutocoscienza si passa alla Ragione, che superamento dellopposizione tra
coscienza, per la quale la verit tutta nelloggetto, e lautocoscienza, per la quale la verit
tutta nel soggetto e loggetto diviene semplice strumento di soddisfazione personale. LaRagione inoltre la certezza della coscienza di essere ogni realt.
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Nel momento della Ragione si distinguono due momenti: Ragione Osservativa e Ragione
Operativa. La Ragione Osservativa cerca se stessa nel mondo, ma si render presto conto di
essere una ragione fine a se stessa, in quanto non basta guardarsi e ritrovarsi, ma c bisogno di
agire. Si passa quindi alla Ragione Operativa, suddivisibile in quattro momenti: Edonismo,
Legge del Cuore, Virt ed Arte. NellEdonismo si cerca lappagamento dei propri piaceri e la
ricerca della felicit personale, ma ci si render conto della sua inadeguatezza nel momento in
cui ci si concepir come schiavi del proprio piacere. Nella Legge del Cuore si cerca la propria
felicit nella felicit della collettivit, ma poich ognuno presenta una Legge del Cuore
differente si viene a creare uno scontro che rende impossibile la realizzazione di una Legge del
Cuore unica ed universale. Hegel critic Rousseau per essere un frustrato ingannato dallo
Spirito del Tempo e per questo abbandonato ad una Legge del Cuore che pu solo renderlo
frustrato per lirrealizzabilit dei propri progetti. Nel momento della Virt regna laltruismo,
che tuttavia si render ben presto conto di dipendere dal riconoscimento altrui: la Ragione
quindi schiava di un qualcosa che non pu essere garantito universalmente. Una volta affrontati
tutti questi impedimenti ci si render conto della necessit di un qualcosa che abbatta le barriere
che separano il pensiero dallazione: il momento dellArte, in cui possibile realizzare tutto
ci che si pensa e godere della vera libert, concepita come estrinsecazione di ci che
proprio quando il pensiero e lazione coincidono.
Nel momento dellArte lopera concreta incarna il rapporto di immediatezza fra idea ed atto.
Lartista un passo avanti al virtuoso perch non prova frustrazione per lattrito fra il mondo da
lui immaginato ed il mondo reale, ma colora di mondo reale ci che immagina; e diviene parte
di questo mondo, non estraneo ad esso. Tuttavia lartista deve poter dare un senso alla propria
opera, e per farlo deve renderla universale. Lopera si estrania dallartista perch diviene
propriet, non di chi l ha scritta, ma di chi la legge. Lartista si perde nella propria opera poich
essa si dilegua nel corso del mondo, cio lo Spirito, caricandosi di quei significati, non pi
legati alla primitiva soggettivit, che la renderebbero necessaria ed universale. Dileguandosi
nello Spirito diviene opera di tutti e di ciascuno, e la Coscienza diviene capace di riconoscersi
nello Spirito.
Nel momento dello Spirito si passa alloggettivit storica, in cui lo Spirito viene quindi
storicizzato. Si distinguono in esso cinque momenti: Grecit, Romanit, Medioevo,
Rivoluzione, Terrore e Stato Prussiano. Nel momento della Grecit o dellEticit Greca
lunit tra il singolo e lo stato si realizza nella polis, coincidenza del particolare con
luniversale. Tuttavia ci si render conto dellinstabilit di questo legame nel momento in cui il
singolo vorrebbe assecondare la propria coscienza, la quale sembra dettata da qualcosa di pi
alto, quasi divino, ma la legge universale, quella della polis, glielo impedisce. Portando
lesempio di Antigone spiega come sia necessario passare dalla certezza della legge alla
percezione della stessa. Nel momento della Romanit o del Diritto si comprende come non sia
possibile ammettere la mediatezza della legge: la legge non pu infatti accettare la mediazione
della percezione individuale. Non potendo quindi sottostare al singolo, dovr imporsi su di
esso. E da questa cultura del rispetto per listituzione che deriva la forza della Religio romanadi cui parlava tanto Cicerone, nella quale la dimensione collettivo-istituzionale e quella
spirituale-individuale coincidono. Nel momento del Medioevo la legge si abbatte
sullindividuo, il quale, trovandosi a sottostare allarbitrio dei forti (luniversale non esiste),
ripone le proprie speranze nella giustizia divina e nella Legge del Paradiso. Per questo il
poveruomo soggetto ai soprusi del potente perviene alla fede; una fede non mediata dal
magistero della Chiesa e che valorizza quindi linteriorit (se una cosa invisibile e non
mediata pi vicina poich potrebbe essere ovunque, e tale vicinanza valorizza linteriorit.).
Quando la coscienza decide di voler plasmare il mondo luomo decide di far scendere il
Paradiso in terra e, nel tentativo di avanzare diritti del particolare da imporre sulluniversale,
porta avanti la Rivoluzione. Il momento della Rivoluzione rappresenta la completa
emancipazione dellartista: egli vuole farsi Spirito e non la sciare che questultimo ne determini
le qualit. Si tenta di cercare limmediatezza nellaffermazione dei diritti portati avanti dalla
Rivoluzione, ma la necessaria mediatezza del processo di affermazione corrompe la
Rivoluzione in Terrore, prova del fallimento della dialettica rivoluzionaria, la quale delega il
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compito della sua realizzazione allepoca presente. Lo stessoIlluminismo diverrebbe simbolo di
Terrore in quanto, esasperando la razionalit porta alla morte la Ragione stessa. Posta la
Rivoluzione come tesi ed il Terrore come antitesi, lo Stato Prussiano incarnerebbe la sintesi
dialettica dei due momenti contraddittori. Lo Stato Prussiano (si riferisce al governo di Federico
II, quindi prima dellunificazione tedesca) prova dellentrata di Dio nel mondo in quanto,
sintetizzando in s linterezza delle tappe precedenti, dimostra di poter essere lunico effettivo
garante della Libert.
Nel momento della Religione lindagine sullo Spirito passa dalla forma alla sostanza dello
stesso. Nelle tappe precedenti infatti si era cercato di definire le modalit di esplicazione dello
Spirito nella storicizzazione dello stesso e delle modalit in cui la Coscienza potesse
abbracciarlo. Ora invece lindagine si focalizza sul contenuto dello Spirito, che Dio.
Particolarit di questo momento, aggiunto come appendice nelle seconde pubblicazioni, il
fatto che la Religione entri in gioco in un momento positivo, lo Stato Prussiano, piuttosto che in
uno negativo, come era stato per la Coscienza Infelice o per il momento del Medioevo. La
ragione risiede nellemancipazione della Coscienza: emancipandosi essa passata dal rapporto
immediato con la Religione, ingenuamente considerata alla stregua di una Superstizione, ad un
rapporto mediato, pi maturo, che permette di scandagliarne la sostanza.
***
Lo Spirito Soggettivo e Lo Spirito OggettivoLo Spirito Soggettivo, che corrisponde alla considerazione delluomo in quanto individuo,
comprende tre momenti: Antropologia (o dottrina dellAnima, in quanto motivo dellemergeredello Spirito dallesteriorit della Natura), Fenomenologia dello Spirito (o dottrina dellaCoscienza, in quanto cammino di emancipazione della coscienza, da coscienza comune acoscienza filosofica) e Psicologia (o unione della dottrina dello Spirito Teoretico, una sorta dignoseologia, e dottrina dello Spirito Pratico, riguardo istinti, passioni ecc).
Lo Spirito Oggettivo, che corrisponde alla considerazione delluomo nei suoi rapporti con glialtri, il regno dellintersoggettivit, lo Spirito del Tempo a cui ognuno partecipa senza poter
dire di appartenervi. Anchesso articolato in tre momenti: Diritto Privato (o di Propriet),
Morale ed Eticit (o Morale Concreta). Il Diritto Privato nasce dalla concezione della Libert
nel diritto piuttosto che nellassenza di regole; per questo Hegel parlava del diritto non comelegge, ma come determinazione di libert. Poich il Diritto Privato trova la sua controparte
nellIllecito (lAltro Io che, non riconoscendosi nel Diritto Privato, mosso dallegoismo, ne
viola le fondamenta) si perverr alla Morale, momento in cui il Diritto viene interiorizzato e
quindi riconosciuto come proprio. In realt altro non che un egoismo pi universale, in cuilostacolo non pi quello di riuscire a rendere proprio il Diritto Privato e riconoscersi in esso,
ma abbattere il confine fra interiorit particolare ed esteriorit universale. Si verr a creare unlimite invalicabile tra lessere ed il dover essere. Per questo la Morale il mondo di un soggetto
che si eleva a misura del mondo e lo giudica non allaltezza: si tratta per questo di un egoismo
ancor pi ipocrita del precedente, proprio di chi vorrebbe un mondo a propria immagine e
somiglianza. Si avvertir il bisogno di passare da una Morale Astratta ad una Morale Concreta,
cio allEticit, in cui viene abbattuta la scissione fra interiorit ed esteriorit. Ci implica
linserimento attivo dellindividuo in una comunit e la sua collaborazione con gli altri, in vista
del bene comune: per questo il momento si dispiega prima nella Famiglia, la cui comunione ispirata allAmore, e poi nello Stato, massima manifestazione dellAmore e della RagioneAssoluta.
La teoria dello Stato di Hegel si pone in radicale controtendenza rispetto alla tradizionecontrattualistica del pensiero politico moderno. In particolar modo Hegel rifiuta di considerare
lo Stato nato da un patto stipulato da privati, in quanto egli non concepisce lesistenza di diritti
con la relativa possibilit di esercitali senza lo Stato. Per questo, rovesciando la convinzione delpensiero politico liberale, ribadiva che non sarebbe stato lo Stato in funzione del cittadino, ma
sarebbe stato tanto il contrario, da motivare un individuo a dare la propria vita per lo Stato. Lo
Stato Prussiano viene preso ad esempio in quanto manifestazione massima dellunione fra
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Interiorit e Ragione Divina. In seguito Norberto Bobbio avrebbe asserito in Studi Hegeliani
che Hegel altro non era che "un conservatore, in quanto pregia pi lo stato chelindividuo, pi lautorit che la libert".
Lo Spirito Assoluto
Essendo lo Spirito libert, lo Spirito Assoluto lo Spirito che, liberatosi dai vincolidellindividualit (Spirito Soggettivo) e del pragmatismo collettivo (Spirito Oggettivo), si pu
finalmente manifestare per ci che , per ci che, dopo il suo cammino di emancipazione, ha
capito di essere: diventa ci che , cio libert che si da da s, che non deve avere a che farecon altro se non con se stesso. Lo Spirito Assoluto pensiero che si manifesta e si oggettiva,
divenendo sempre pi consapevole di s: la sintesi dellin s (tesi, pensiero soggettivo) e del
per s (antitesi, pensiero oggettivo), ossia unit di puro pensiero e manifestazione dello stesso.
Il primo modo in cui lo Spirito Assoluto pu manifestarsi lArte. Vediamo come.
***
LArteAvendo accolto con qualche ritrosia il termine Estetica, Hegel aggiunge che il vero e propriotermine per la nostra scienza filosofia dellarte e pi specificamente filosofia della bellaarte. Hegel stravolge il significato semantico del neologismo (Estetica) coniato daBaumgarten e reintrodotto da Kant in Critica della Ragion Pura e Critica del Giudizio. Il
primo, Baumgarten, voleva indicare con il termine Estetica le pratiche conoscitive che si
fondano sullintuito e sullistinto. Mentre Kant aveva utilizzato il termine, prima per parlare
della conoscenza sensibile (Critica della Ragion Pura), poi per definire quei giudizi che hannoil loro fondamento nel sentimento di piacere e dispiacere riguardo il bello e il sublime della
natura e dellarte (Critica del Giudizio). Hegel ritiene che il sentimento, essendo affezione deltutto accidentale della soggettivit, non possa fondare il Bello n tanto meno lArte. Ilcontenuto dellArte infatti lo Spirito Assoluto, tanto che lArte priva del rapporto con esso
non pi Arte. Per questo il Bello non pu essere Bello Naturale, come affermava Kant, masolo Bello Artistico poich, essendo la Natura pura esteriorit dello Spirito estranea a qualsiasi
contenuto dello stesso, la superiorit dello Spirito e della sua bellezza artistica di fronte allaNatura inequivocabile. Si deve inoltre discernere fra lArte Strumentale e lArte Libera,poich solo lArte svincolata da finalit pratiche, libera tanto nei suoi fini quanto nei suoi mezzi
pu essere definita Arte, in quanto attivit tanto libera da poter rispecchiare la Libert stessa,
che lo Spirito Assoluto. LArte Libera ci che materializza lo Spirito e spiritualizza lamateria, tanto da condurla alla Libert. Senza di essa lo Spirito potrebbe farsi materia e
prendere coscienza di s solo nella Natura, quindi in una realt con forme prestabilite, legatead una necessaria accidentalit. Nella Natura non vi quella Libert che invece si piega allacreativit dello Spirito.
Una volta chiarito cosa si debba intendere per Arte, Hegel passa alla storicizzazione dellastessa, il cui iter di oggettivizzazione consta di cinque momenti: Arte Simbolica, Arte Classica,
Primo Superamento dellArte, Arte Romantica e Secondo Superamento dellArte ( o PresuntaMorte).
LArte nasce, alla luce di tutto ci che stato detto precedentemente, nel momento in cui inizia
ad incrinarsi lidentificazione dello Spirito con la Natura; cio nel momento in cui luomo siinterroga su una modalit di manifestazione dello Spirito, che prescinda dalla Natura. La prima
chiara manifestazione di questa incrinatura si ha con gli Egizi, le cui piramidi, sfingi e
tradizioni riguardo limbalsamazione dei corpi risultano essere infatti sintomi evidenti
dellansia di superare il naturale. Per questo motivo lArte Egizia il caso esemplare dellArte
Simbolica. Hegel crede che il simbolo non sia una costante dellArte, come sostenevano i
Romantici, ma la costante tipica di un momento artistico in cui lArte non ha ancora presocoscienza di s: in cui quindi lo Spirito non riesce ancora ad esprimersi nella sua interezza per
mezzo della materia, ed il simbolo diviene sintomo del suo disagio. Le piramidi rappresentano
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infatti linaccessibilit dello Spirito, che, attraverso limbalsamazione dei corpi, tenta di
preservarsi dalla caducit della materia. Tuttavia vi un simbolo ancor pi eloquente, ilsimbolo del simbolico stesso: la sfinge. Simboleggiando lo spirito umano che tende a venirfuori dalla forza ottusa e brutale della bestia, senza giungere a manifestare completamente lapropria libert []poich deve restare associato ad altro da se stesso, la sfinge mette inscena il desiderio delluomo di abbandonare i vincoli della materia. Tuttavia la bestialit, cio il
corpo del leone, talmente radicata nella materialit, che si riesce a stento a tirar fuori la testa,
simbolo dello Spirito che, restandone quanto al resto intrappolato, si stacca quel tanto che basta
dalla bestia per comprenderla in quanto tale, ma non quanto basta per prendere coscienza di s
in quanto Spirito. Infine questa inaccessibilit di un Autocoscienza dello Spirito trova il suo
climax nellenigma della sfinge, la cui risoluzione da parte di Edipo comporta il simbolico
passaggio ad un successivo momento artistico, in cui lArte passa dal vincolo al simbolo perlincapacit di autoconcepirsi, alla sua funzione compiuta grazie allautocoscienza.
LArte Classica diviene la rappresentazione concettuale adeguata dellideale [] maggiore
bellezza non pu esserci nel divenire. Questo perch nellArte greca gli dei riescono a trovarela propria esistenza: il divino viene legato allArte e questultima ne permette lesistenza, legata
alla rappresentabilit, e laccrescimento. Senza la poesia di Erodoto ed Omero o senza lastatuaria classica difatti non ci sarebbero state divinit: non si sarebbe potuto cogliere il senso
dello Spirito, poich non si sarebbe giunti alla sintesi dello Spirito con la materia, e si sarebbe
per questo rimasti ancorati al vincolo del simbolo. Di certo bisogna aggiungere che la periziadei Greci nel modellare la materia ai contenuti dello Spirito va di pari passo con larappresentabilit materiale della divinit greca. Nel momento in cui la divinit, cio lo Spirito,viene accresciuto dalla filosofia al punto da rendere impossibile la sua rappresentabilit
materiale, dallArte si perverr ad unArte Inferiore, non pi legata allo Spirito, ma
allaccidentalit ed esteriorit della materia. Questo passaggio avviene per Hegel nel momento
in cui si assiste alla decadenza della tragedia, che esaltando gli uomini fuori dal comune
avvicina la materia alla Spirito, e alla rispettiva affermazione della commedia, la quale,
canzonando la quotidianit, diviene celebrazione dellaccidentalit comune sopra lo Spirito.
Il PrimoSuperamento dellArte avviene nel momento in cui la Religione Rivelata ne cambia
il senso. Sebbene infatti nellArte Classica si riuscisse a plasmare, come non sar mai pi fatto,
la materia secondo lo Spirito, essa non sarebbe mai risultata del tutto spiritualizzata, proprio
perch materia e non Spirito. Ci riduce lArte Classica ad una immagine dello Spirito,
ammettendone ambivalentemente la presenza e lassenza. Non potendosi pi accontentare di
questo tipo di manifestazione, lo Spirito decide di manifestarsi in quanto Spirito che sa loSpirito e si sa come Spirito. Per questo lo Spirito si fa Uomo e si incarna in Cristo, superandoogni tipo di mediazione (artista) e trasmigrando dalluniversale ad un particolare non
accidentale, ma saputo e voluto dallo Spirito stesso. Cristo pura ed immediata
materializzazione dello Spirito, egli non dice la verit, la incarna.
LArte Romantica (intesa in senso tedesco, cio lArte dalla venuta di Cristo in poi)rappresenta una paradossale inversione rispetto allArte Simbolica. Se prima lo Spirito tendeva
alla propria materializzazione, e non potendo trovava rifugio nel simbolo, ora lo Spirito stato
tanto accresciuto dalla venuta di Cristo e dalla Filosofia Trascendentale da non poter pi stare
in una forma, e da non sentire pi il bisogno di una parvenza artistica. Per questo Hegelscrive che con il Cristianesimo gli dei sono distrutti perch c un solo Dio, uno Spirito conuna autonomia assoluta senza pi caratteri e funzioni particolari. Quando poi lArte nonriesce pi ad ispirare quel desiderio di inginocchiarci, ma una mera riflessione estetica econcettuale, ridotta quindi a semplice teoresi, in virt del processo dialettico della realt, dovr
superare lelemento negativo, cio la perdita della propria funzione, per la conquista di un
ulteriore superamento di se stessa.
Il Secondo Superamento dellArte, da molti critici assimilata alla morte della stessa e quindi
prova inconfutabile della miopia hegeliana in ambito artistico, sottrae allArte il compito
precedentemente affidatogli: non potr pi infatti rendere manifesto lo Spirito Assoluto,
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compito storicamente spettato al Luteranesimo e allIdealismo (in quanto vertici della Religione
Rivelata e della Filosofia), ma approdare a nuove forme. Hegel dice infatti che Nella suaseriet, lArte per noi qualcosa di passato. Per noi altre forme sono necessarie per renderemanifesto il divino. Noi abbiamo bisogno del pensiero.
La Religione, La Filosofia ed Il ConcettoNel momento in cui lo Spirito Assoluto non pu pi manifestarsi nellArte, in cui la mediazionesensibile diviene vincolo che ne riduce la forza, subentra la Religione, in cui la manifestazione
interiore stabilisce un rapporto pi completo ed immediato con lo Spirito stesso.
Tuttavia nella Religione sussiste ancora una scissione fra lo Spirito e la sua rappresentazione.
Essa pu essere superata solo dalla Filosofia, terza ed ultima determinazione dello Spirito
Assoluto. Infatti ci che nella Religione dato in forma rappresentativa bisognacomprenderlo nel suo proprio elemento []nel concetto e nella sua libert che sono lanimadella Filosofia []: e questo il compito della Filosofia, cio conoscere il contenuto delloSpirito Assoluto, il pensiero, in forma concettuale: porlo quindi come oggetto di riflessione. La
Filosofia, in due parole, dovr quindi pensare il pensiero stesso. Il Concetto hegeliano non
tuttavia ci che si intende nelluso comune: non si tratta di un concepimento della mente atto adastrarre dalla superficie le peculiarit, in modo che nella loro totalit possa sorvolare sulla
particolarit stessa ed innalzarsi alluniversale. Il Concetto il germe della realt. nel germe[] in questa unit in cui non c ancora nulla da distinguere o che mostra solo unadistinzione insignificante sono contenute tutte le determinazioni che mostrer lalbero. Dunquelintero albero contenuto nel germe in modo ideale soltanto in s [] Il germe il Concettodellalbero [] lalbero non altro che lesplicazione del Concetto. Il Concetto di Hegelviene prima delle cose: la possibilit concreta delle stesse. Per dirla aristotelicamente la
realt in potenza. Mentre il concetto in senso comune tanto irreale da non poter esistere, n
concretamente n a livello di pensiero, il Concetto di Hegel cos massimamente reale da
essere la potenzialit del concepimento dellEssere, ancor prima del suo concepimento da parte
di Dio: il concepimento dellEssere da parte di Dio, il principio logico che concepisce, ordina
lUniverso, dispiegandosi in esso e lasciando dispiegare lo stesso, prima di essere atto deveinfatti essere potenza dellatto stesso. Questo il Concetto.
***
La Filosofia Hegeliana nellOttocentoCon la morte di Hegel, avvenuta nel 1831, si apre una questione di gran rilievo per la storia del
pensiero: il sistema hegeliano, organico ed estremamente compatto, trova nel fatto stesso di
essere un sistema un punto di forza ma anche di debolezza. Infatti, non appena ne venga messa
in discussione una parte, anche il resto entra inevitabilmente in crisi. Ed proprio quel che
avviene negli anni Trenta dell'Ottocento. L'Hegelismo si manifesta pertanto, dopo la
scomparsa del filosofo che l'aveva elaborato, in differenti forme e correnti, di cui se ne possonoindividuare essenzialmente tre: hegeliani, prosecutori del sistema elaborato dal filosofo, ma
divisi in Destra e Sinistra a causa del dibattito in ambito politico e religioso; anti-hegeliani
irrazionalisti schieratisi contro il panlogismo del suo sistema; ed infine gli anti-hegeliani
razionalisti, filone di pensiero che andr poi a costituire le basi del Positivismo, schieratisi
contro la scienza dialettica. La prima corrente quella che si muove, sia pur criticamente,
nell'ambito dell'hegelismo, rimanendo fedele ad esso. Questa corrente seguace del sistema
hegeliano si divider, a sua volta, in Destra e Sinistra hegeliana. Il motivo di tale scissione tra
i sostenitori del sistema hegeliano sar essenzialmente dato dal fatto che in Hegel convivono
tranquillamente lasfera rivoluzionaria (ci che razionale reale ), secondo la quale tuttoci che giusto deve essere realizzato, e lasfera conservatrice (ci che reale razionale),secondo la quale le cose cos come sono vanno bene, in quanto manifestazioni di una
razionalit profonda. La Sinistra coglier nella filosofia di Hegel il continuo cambiamentodialettico della realt, leggendo in chiave progressista e spesso rivoluzionaria il motto tutto ciche razionale reale. La Destra, invece, guarder con maggior simpatia al motto tutto ci
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che reale razionale, dandone una lettura fortemente stagnante e conservatrice, ostile a
cambiamenti di ogni sorta. E' per opportuno ricordare che la scissione tra Destra e Sinistra
nacque, ancor prima che sul versante politico, su quello religioso: la Destra, legata ai valori
della religione e della Chiesa, tenter di fondare una scolastica hegeliana, ovvero un tentativo di
apologizzare la religione cristiana attraverso i concetti dell'hegelismo. Hegel aveva, infatti,
insistito sul fatto che i contenuti della sua filosofia e quelli della religione cristiana
coincidessero. Tuttavia, aveva anche sottolineato la superiorit della filosofia sulla religione,
sostenendo che la filosofia esprime gli stessi contenuti della religione cristiana, ma ad un livello
incommensurabilmente superiore. Ed su questo che si basa la Sinistra hegeliana, convinta che
ormai la religione fosse stata definitivamente superata dalla filosofia. Abbracceranno la causa
della Sinistra hegeliana pensatori del calibro di Feuerbach, Engels e Marx, sicch non sbagliato affermare che il marxismo una sorta di eresia dell'hegelismo. Ma, accanto a questacorrente (divisa in Destra e Sinistra) che segue criticamente gli insegnamenti di Hegel, vi
anche un nutrito gruppo di pensatori che si ribella al panlogismo hegeliano, alla sua esasperata
ricerca della razionalit, rivendicando la natura irrazionale della realt: aderiranno a questa
corrente di pensiero Schopenhauer,KierkegaardeNietzsche. Sul versante opposto, vi poi unanti-hegelismo di stampo razionalistico: in sostanza, questa terza corrente di pensatori rinfaccia
ad Hegel di aver elaborato una filosofia razionale in cui per la ragione in questione non quella della scienza illuminista, ma quella dialettica, in grado di dimostrare solo e soltanto
che " il vero l'intero " o che " il negativo insieme anche positivo ". Questo terzo filonecostituir quella corrente di pensiero passata alla storia con il nome di Positivismo, la cui tesi
portante l'identificazione totale della ragione e, in generale, di ogni conoscenza, con la
scienza, a cui Hegel non aveva dato molto peso.
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MARX
SECONDO BLOCCO DIDATTICO:
- La Vita e Le Opere
- La Critica della Filosofia Hegeliana del
Diritto
- La Filosofia, Il Proletariato e La
Rivoluzione
- Il Lavoro, LAlienazione e La
Riappropriazione
- La Critica dellIdeologia- I Rapporti di Produzione
- Storicismo
- La Lotta di Classe
- Manifesto Comunista
- LAnalisi della Societ Capitalistica
- Il Capitalismo come Mondo di Merci
- La Valorizzazione del Capitale e Il
Plusvalore
- Il Feticismo della Merce
- Profitto e Sfruttamento della Forza
Lavoro- Genesi e Destino del Capitale
La Vita e Le Opere
La Critica della Filosofia Hegeliana del DirittoLattenzione al rapporto tra la filosofia e la realt rintracciabile sin dalla tesi di laurea di
Marx. In essa latomismo di Epicuro viene giudicato superiore a quello di Democrito per il
concetto di clinamen come affermazione dellautocoscienza individuale sul mondo (si vedaanche il concetto epicureo di atarassia) e sulla trascendenza (si veda la dottrina della liberazione
delluomo dagli dei). Inoltre linteresse per quelle filosofie post-aristoteliche della crisi fanno
crescere in lui linteresse per una filosofia dallo spiccato interesse pratico e critico.
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2. Karl Marx
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In Critica della Filosofia Hegeliana del Diritto Pubblico del 1843 Marx, facendo riferimento ai
paragrafi 261-303 della Filosofia del Diritto di Hegel, critica lantiliberalismo delle istituzioni
prussiane e, in accordo con la sinistra hegeliana, il divario tra razionalit e realt. Il reale non
pi necessariamente razionale: Hegel avrebbe infatti attuato uninversione di soggetto e
predicato dando corpo politico alla sua logica, ma non la logica del corpo politico,
analizzando quindi la realt solo al fine di valorizzare la propria logica, creando cos un sistema
tautologico, volatilizzato in astratti pensieri. Questo empirismo acritico non nega tuttavia
ad Hegel il merito di aver distinto la sfera privata del bourgeois da quella civile politica e
statale del citoyen. Marx ritiene sia tuttavia impossibile realizzare una efficace mediazione fra
le due sfere negli Stande (ordini o stati) teorizzati da Hegel. Collocandosi nel filone dei
radical-democratici e riecheggiando Rousseau, vede nella democrazia fondata sul suffragio
universale lunica sintesi concretamente realizzabile delle due sfere oppositive.
La distinzione tra uomo e cittadino viene ripresa in Questione Ebraica, un articolo pubblicato
negli Annali Franco-Tedeschi del 1844, a critica della tesi di Bauer, secondo la quale la
laicizzazione dello stato avrebbe risolto il divario tra religione cristiana ed ebraica. Marx si
oppone a tale visione semplicistica distinguendo emancipazione umana ed emancipazionepolitica. Cos come alla laicizzazione statale non segue il superamento dei divari confessionali a
causa della persistenza dellalienzazione religiosa, allemancipazione politica non pu seguire
lemancipazione umana, tanto che gli stessi diritti delluomo e del cittadino si fondano sun un
profondo egoismo e nellinteresse privato che trova nellaltro non la propria realizzazione ed
attuazione , bens il limite della propria libert.
***
La Filosofia, Il Proletariato e La RivoluzioneIn Per la Critica della Filosofia del Diritto di Hegel.Introduzione, altro articolo inserito in
Annali Franco-Tedeschi, Marx dichiara quale dovrebbe essere il ruolo della filosofia, definito
in relazione ai concetti di proletariato e rivoluzione. Esauritasi con Feuerbach lindaginefilosofica sulla religione, la filosofia sarebbe difatti dovuta passare dalla critica del cielo alla
critica della terra, al fine di determinarne una sostanziale rivoluzione. Preso luomo come
essere supremo, compito della filosofia dovrebbe essere quello di rovesciare tutti quei rapporti
di produzione che hanno come effetto diretto od indiretto lumiliazione delluomo. Non si tratta
di una filosofia del rischiaramento illuminista, ma di una filosofia critico-rivoluzionaria
basata sul consenso delle masse, venendosi a creare cos un legame indissolubile tra filosofia e
proletariato, in quanto unico a poter attuare una reale emancipazione umana. Essendo infatti il
proletariato una classe gravata da catene radicali e rappresentando la totale perdita
delluomo, pu ritrovare se stessa col totale riscatto delluomo cosicch: come la filosofia
trova nel proletariato le sue armi materiali, cos il proletariato trova nella filosofia le sue armi
spirituali. Tali considerazioni lo spingono a leggere gli scritti dei socialisti francesi e degli
economisti classici, allo scopo di superare la limitata istanza filosofica del proletariato e direalizzare una approfondita ed impeccabile analisi socio-economica della societ capitalistica.
***
Lavoro, Alienazione e RiappropriazioneTra il marzo ed il settembre del 1844 Marx da inizio in Manoscritti Economico-Filosofici a
quella critica delleconomia politica, che sfocer nellimponente opera Il Capitale.
Partendo dalle contraddizioni interne, cio il disinteresse per luomo in quanto tale ed il suo
sfruttamento alla stregua di bestia da soma, considera leconomia politica in quanto scienza, e
ne critica il giusnaturalismo rivolto alla propriet privata. La realt economica deve essere
analizzata dialetticamente, impedendole di supporre tutto ci che deve spiegare. Concependocome un innatismo la struttura capitalistica delleconomia, il capitalismo chiude gli occhi su un
problema di fondamentale importanza: lalienazione, la quale pu sussistere in relazione al
prodotto, per cui loggettivazione diviene espropriazione, in relazione al lavoro, il quale da fine
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realizzante diviene mero mezzo nelle mani dal capitalista, in relazione alluomo, per cui
loperaio viene espropriato della propria vita riducendosi allo stato di bestia, ed infine in
relazione agli altri, in quanto il principio della concorrenza produce un inimichevole
competizione ai danni daltri. La propriet privata leffetto di questi processi di alienazione e
solo attraverso la riappropriazione operaia si potr pervenire ad una reale emancipazione
umana. Marx prende poi le distanze da quel comunismo rozzo ed irriflessivo che non
abolisce la propriet privata, ma la generalizza, considerando fondamento dellesistenza il
possesso immediato. Il recupero del rapporto uomo-natura e uomo-uomo non si attua attraverso
la generalizzazione dellavere immediato, ma attraverso quel comunismo che tale negazione
della negazione da non sentire neanche la necessit di ateismo, in quanto luomo si talmente
emancipato dallalienazione religiosa da non sentire pi il bisogno di negarla.
***
Il Materialismo Storico, La Critica dellIdeologia e La Lotta di ClasseIn Ideologia Tedesca (1845-46), La Sacra Famiglia (1845), Tesi su Feuerbach (1848) e
Manifesto del Partito Comunista (1848) Marx esprime il proprio materialismo storico, che altro
non se non una metodologia anti-volontaristica dialetticamente critica ed anti-ideologicaapplicata alla storia, al fine di svelare i nessi tra struttura e sovrastruttura nella dterminazione
del reale. Vediamo di cosa si tratta. In primis bisogna superare la concezione di uomo in quanto
essenza (critica dell uomo sensibile di Feuerbach), approdando alla concezione di uomo in
quanto ente naturale sociale e storico, cio concretamente determinato dai rapporti
empiricamente constatabili uomo-natura uomo-uomo in un determinato contesto storico.
Poich la storia fatta da uomini e gli uomini non possono prescindere dalla storia, dovremo
partire dai bisogni primari delluomo, i quali sono il primo presupposto del reale. I bisogni
primari inducono alla produzione di mezzi di sussistenza, che , secondo Marx, la prima
azione storica specificamente umana. La produzione di mezzi di sussistenza implica forze
produttive, mezzi di produzione e rapporti di produzione. Questi tre fattori determinano
lattivit lavorativa che, mutando nel corso delle epoche, determina differenti modi di
produzione, cio differenti sistemi economici, cio differenti modi di vita, e quindi ci che gliuomini sono. A queste condizioni storiche originarie Marx ed Engels aggiungono la
produzione e la soddisfazione di nuovi bisogni, la riproduzione e la famiglia, ed infine la
cooperazione fra individui. Dipendendo dal rapporto uomo-uomo, la coscienza non sar altro
che un prodotto sociale non prescindente dalle trasformazioni dei mezzi di produzione. In un
primo momento la coscienza riconosce il mondo intorno a se attraverso una sensazione
immediata, poi riconosce gli altri e vi si unisce socialmente per una pura coscienza di gregge.
La trasformazione della natura, del conseguente rapporto uomo-natura e uomo-uomo, e
dellattivit lavorativa con gli annessi e connessi sistemi di produzione comportano la divisione
del lavoro. Questultima comporta una ripartizione ineguale dei beni e quindi la propriet
privata. A questo punto solo la differenziazione di lavoro manuale e mentale pu far
emancipare la coscienza, la quale sar spinta a creare forme culturali nelle quali pu realmente
figurarsi di essere qualcosa di diverso dalla coscienza della prassi esistente.Possiamo quindi dire che lindicazione metodologica del materialismo storico di Marx
(differente Da quello engelsiano) altro non se non lindagine della totalit dellessere sociale a
partire dalla sfera della vita produttiva, che struttura (termine usato per la prima volta nel
1859 in Per la Critica dellEconomia Politica), e le produzioni culturali, che non conservando
oltre la parvenza dellautonomia sono solo sovrastrutture dipendenti. Per questo il materialismo
storico si oppone drasticamente allidealismo storico: in quanto non la coscienza che
determina la vita, ma la vita che determina la coscienza.
Lideologia altro non se non il tentativo della coscienza della classe dominante di negare la
propria dipendenza dalla struttura delle dinamiche produttive, al fine di giustificare e preservare
i propri rapporti di potere.
In Manifesto del Partito Comunista si sviluppa la visione dialettica della storia, basata sul
movimento dialettico delle lotte di classe fra proletari e borghesi. Nellopera viene portato alle
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estreme conseguenze laffermazione dellundicesima Tesi su Feuerbach: I filosofi hanno
soltanto diversamente interpretato il mondo; ma si tratta di trasformarlo. La filosofia trova
quindi la sua massima realizzazione nella rivoluzione condotta dalla classe gravata da catene
radicali, da coloro che non hanno nulla da perdere se non le catene, cio dalla classe
antagonista creata dalla stessa borghesia: il proletariato. Marx non nega che la borghesia ha
avuto nella storia una funzione sommamente rivoluzionaria sviluppando le forze produttive a
tal punto da creare un epoca di continuo rivoluzionamento come condizione della propria
esistenza, laicizzando la societ ed unificando i mercati mondiali. Le crisi economiche indicano
tuttavia un cancro in seno alla societ borghese capitalistica: le forze produttive risultano
talmente potenti per i rapporti di produzione esistenti da portare a continue ed inevitabili crisi di
sovrapproduzione.
***
Il Programma ComunistaCon Manifesto del Partito Comunista Marx ed Engels distinsero il proprio comunismo dai
socialismi esistenti. Si distaccarono infatti sia dal socialismo reazionario, feudale e piccolo-
borghese atto a ristabilire le rispettive condizioni pre-borghesi di aristocraticismo ecorporativismo; sia dal socialismo conservatore borghese di Proudhon, atto a realizzare una
societ borghese che non soffrisse della minaccia rivoluzionaria del proletariato.
Marx ed Engels criticarono anche i teorici del socialismo e comunismo critico-utopistici, i
quali, pur illuminando gli operai mancarono di individuare nel proletariato la classe
rivoluzionaria.
I comunisti non vengono definiti come un partito, ma come la parte pi risoluta dei partiti
operai di tutti i paesi aventi il comune scopo di abolire la propriet privata, intesa come
potenza sociale capace di determinare le dinamiche di produzione. Il proletariato dovr quindi
impossessarsi del potere politico, e poich con lavvento della dittatura del proletariato il potere
politico non si prefigurer altrimenti se non come potere organizzato di una classe per
loppressione di unaltra, il potere pubblico perder il carattere politico e al posto dellavecchia societ borghese con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe subentra
unassociazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno la condizione per il libero sviluppo
di tutti.
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Analisi della Societ CapitalisticaA partire dal 1850 Marx concentr la sua ricerca teorica sulleconomia politica e sulle strutture
di funzionamento del sistema capitalistico. Questo lavoro, iniziato con i Manoscritti Franco-
Tedeschi, proseguito in Miseria della Filosofia del 1847, culmin in Il Capitale, il cui primo
libr usc nel 1867. Le tematiche che prenderemo in analisi sono: il valore della merce, la
valorizzazione del capitale, il feticismo della merce, la determinazione del profitto e dello
sfruttamento della forza lavoro, ed infine la genesi ed il destino della societ capitalistica.
La merce in quanto forma elementare del capitalismo come immane raccolta di merci ha
una duplice esistenza: naturale e sociale, dalle quali dipendono rispettivamente il valore duso
ed il valore di scambio. Il valore duso, caratteristico delleconomia pre-capitalistica dipende
dalle sue caratteristiche qualitative, cio dalla sua potenzialit di soddisfare bisogni effettivi, e
si realizza nel consumo della merce. Il valore di scambio dipende invece dal lavoro incorporato
e si realizza esclusivamente nella proporzione in cui avviene lo scambio.
La valorizzazione del capitale avviene solo se si passa dal sistema di circolazione semplice
della merce M-D-M al sistema delleccedenza sul valore originario D-M-D*, dove D* ilplusvalore, cio uneccedenza che non va cercata nella sfera della distribuzione della merce, ma
in quella della produzione. Il plusvalore il guadagno dellinvestimento avente per fine e non
per mezzo leccedenza di capitale. Il plusvalore il ricavato del pluslavoro, cio quelle ore che
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il capitalista non retribuisce alloperaio. Essendo infatti la manodopera una merce che nel
consumarsi produce una quantit di lavoro, e quindi di valore, maggiore di quello necessario a
riprodurla, il salario concesso alloperaio non retribuir il suo lavoro, ma la sua forza-lavoro,
cio la sua capacit produttiva. Il suo valore di scambio bassissimo, in quanto si deve
accontentare dei mezzi di sussistenza per mantenersi in vita, e quindi il minimo indispensabile
per essere ulteriormente consumato.
Per feticismo della merce Marx intende quella religione della vita quotidiana di cui la merce
il feticcio, cio la religione di quel mondo rovesciato, quello capitalistico, in cui la
lavorazione, che dovrebbe essere realizzazione dellindividuo e produzione delle merce
secondo il sistema della circolazione semplice M-D-M, subordinata alla valorizzazione del
capitale, secondo il sistema delleccedenza sul valore originario D-M-D*.
Lideologia politico-economica della classe borghese vorrebbe spacciare lidentit della
lavorazione e della valorizzazione, nascondendo la controproducenza insita nel capitalismo:
lalienazione e la reificazione, cio lalienazione dellessere umano da se stesso, dagli altri, dal
proprio lavoro e dal proprio prodotto a causa del paradossale dominio della merce su di esso; il
capitalismo altro non che il dominio della merce sul produttore.
Distinguendo tra capitale costante, cio linvestimento sui mezzi di produzione, e capitale
variabile, che linvestimento sulla manodopera, e chiamando composizione organica il
rapporto tra le due grandezze, Marx calcola il saggio di sfruttamento (s = Pv/v; dove s il
saggio di sfruttamento, Pv il plusvalore e v il capitale variabile) ed il saggio di profitto (p =
Pv/c + v; dove p il saggio di profitto, Pv il plusvalore, c il capitale costante e v il capitale
variabile), facendo derivare questultimo direttamente dallo sfruttamento della forza-lavoro, e
non direttamente dal capitale, come invece voleva spacciare lideologia dominante della classe
borghese.
La separazione dei lavoratori dai mezzi di produzione e la conseguente necessit di vendere la
propria forza-lavoro nelle citt ha creato quelle condizioni storiche per le quali denaro, merce,
mezzi di produzione e sussistenza divenissero capitale ed il capitale si trasformasse, con ilmonopolio di mezzi di produzione, in pluslavoro e plusvalore. Accumulazione ed
espropriazione sono i due momenti in cui il capitale si afferma nella societ e si radica in essa.
Tuttavia le contraddizioni interne al capitalismo porteranno alla sua inevitabile autodistruzione,
dovuta alla caduta tendenziale del saggio medio sul profitto. La necessit di rivoluzionare
continuamente le proprie produzioni, che caratteristica (come gi detto) dellaffermazione
della societ borghese, implica investimenti tecnologici sempre maggiori, con un conseguente
aumento del capitale costante rispetto a quello variabile. In preda ad una anarchia della
produzione la crescente accumulazione porter inevitabilmente a crisi di sovrapproduzione
capillari, sanate da concentrazioni di capitali con conseguente creazione di monopoli produttivi,
cadute dei profitti, dissoluzione della concorrenza, e dissoluzione del capitalismo.
XVIII
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19/21
DARWIN E IL POSITIVISMO
TERZO BLOCCO DIDATTICO
XIX
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20/21
NIETZSCHE
QUARTO BLOCCO DIDATTICO
- La Vita e Le Opere
- La Concezione Tragica
- Apollineo e Dionisiaco
- Il Prospettivismo e La Concezione della Storia
- La Fase Illuminista
- La Morte di Dio
- Il Superuomo- LEterno Ritorno
- La Volont di Potenza
- La Distruzione della Tradizione Occidentale
- La Trasvalutazione dei Valori
La Vita e Le OpereFriederich Wilhelm Nietzsche nasce il 15 ottobre 1844 a Rocken; figlio del pastore protestante
Karl Ludwig e di Franziska Oehler. Nel 1846 nasce la sorella Elisabeth e due anni dopo ilpadre, per il quale provava una profonda ammirazione, muore a causa di una grave malattia al
sistema nervoso. La formazione umanistica delle scuole di Naumburg e Pforta, lo scarso
interesse per le arti figurative e per gli studi scientifici, lincontro con la musica di Wagner,
lindebolimento del legame con il cristianesimo (nonostante la riconferma luterana del 1861),
lo portano alluniversit di Bonn nel 1864, dove presto decide, spinto dagli studi di filologia
classica del professorRitschl, di abbandonare gli studi di teologia per approdare interamente aquelli di filologia. Negli anni seguenti studia filologia classica a Lipsia, Teognide, Eschilo e
Diogene Laerzio, si avvicina alla filosofia studiando i preoscratici e Kant. Importanti sonoanche lincontro con lopera di Schopenhauer, lamicizia con il filologo Erwin Rohde e con
Richard Wagner(con il quale rafforza i legami recandosi spesso a Tribschen), che rafforza la
sua passione musicale e filosofica, indebolendo quella filologica.
Annoiato dalla vita mondana, logorato da sempre pi gravi problemi di salute, rattristato dainsoddisfazioni sentimentali (soprattutto il matrimonio tra una sua ex-amante russa, Lou vonSalom, ed il dottor Andreas nel 1887), dalla partenza della sorella per il Paraguay al seguito diun fanatico razzista, demotivato dalla morte di Wagner nel 1883, Nietzsche vede davanti a s
una vita errabonda, fatta di solitudine e un misto di depressione e follia progressiva. Nel 1888
da Nizza raggiunge Torino e qui attende alle sue ultime opere. Nella stessa citt, a partire dal
1889, d gravi segni di squilibrio, tanto che, dopo linvio di lettere esaltate agli amici,
Burckhardt invia lamico Overbeck ad assistere Nietzsche a Torino. Scoperto in preda allafollia pi totale viene ricoverato a Jena, dove morir il 25 agosto 1900, dopo esser stato
prigioniero per undici anni della propria pazzia lancinante. Nel 1894 Elisabeth, tornata dal
Paraguay per il suicidio del marito, fonda a Weimar ilNietzsche-Archiv.Il corpus nietzscheano caratterizzato da una grande produttivit: in meno di ventanni scrive
una messe di opere periodicizzate tripartiticamente. Al periodo giovanile, cio al periodo diinsegnamento presso luniversit di Basilea, appartengono: La Nascita della Tragedia dalloSpirito della Musica (1872), Considerazioni Inattuali (1873-1876). Alla fase illuminista, cio al
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4. Friederich Wilhel Nietzsche
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passaggio dal discepolato di Schopenhauer e Wagner alla propria emancipazione,
appartengono: Umano Troppo Umano (1878), Il Viandante e la sua Ombra (1880), Aurora(1881),La Gaia Scienza (1882). Allultimo periodo, che lo vede contraddistinto come filosofodelleterno ritorno appartengono: Cos Parl Zarathustra (1883-85), Al di l del Bene e delMale (1886), Genealogia della Morale (1887), Il Caso Wagner(1888), Il Crepuscolo degli
Idoli (1888),LAnticristo (1889)Ecce Homo eNietzsche contra Wagner(pubblicati postumi).Infine la massa di Frammenti Postumi non superflua, in quanto necessaria chiave di letturadelle opere pubblicate in vita.
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La Concezione Tragica