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a vivere in un ambientesalubre e sicuro, il dirit-to all’integrazione socia-le all’assistenza ed allacura dei membri dellafamiglia diversamenteabili o comunque inabilial lavoro». Lei ha parlatonel suo intervento anchedegli anziani: in che sen-so ritiene facciano partedella famiglia?«Vengo da una famiglianella quale i nonni sonotutti morti in casa assi-stiti da figli, nipoti, gene-ri e nuore quindi nonposso non tener contodegli anziani nel consi-derare la famiglia nelsuo complesso. Anzianiche hanno bisogno dicure, di assistenza, ditanto affetto e che han-no diritto ad un sistemaprevidenziale che gli ga-rantisca un’esistenza di-

di Sergio Procacci

rancesco, Marco, Giu-seppe, Sara, Elena,

nomi usuali per i sediciragazzi e le due ragazzeche stanno alla cascinaSan Pasquale della fon-dazione Exodus. Sono lo-ro gli artefici di Talenti,sono loro che hannopassato gli ultimi duemesi in prima fila perpreparare al meglio l’e-vento da poco concluso-si. Loro sì che hanno ti-rato fuori i loro talenti,idraulici, carpentieri,elettricisti, chef e came-rieri. «Non ci siamo im-provvisati manovali - cidice uno di loro - moltidi noi lavorano fuori dal-la Cascina e questi talen-ti fanno parte del me-stiere che affrontiamoquotidianamente. C’erapoi qualcuno che nonera abituato a questi rit-mi e lo abbiamo trasci-nato nella mischia, par-tendo dallo stesso pre-supposto che prevede ilprogramma di rieduca-zione cioè l’impegno la-vorativo e la responsabi-lizzazione». «Abbiamolavorato sodo, ma ci sia-

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un domani, quando saràdi nuovo ”solo” nella so-cietà, potrà reggere tran-quillamente gli stessi rit-mi e le stesse limitazio-ni. Lavoro, rispetto, one-stà. Qui ti insegnano a”cavartela”, se il giornoprima ti rimane del cibonella pentola, che non èstato mangiato, ma è an-cora buono, tu lo mettida parte e il giorno dopolo riutilizzi» sembra unabanalità ma... “così fa-cendo, impari anchefuori a comportarti nellostesso modo e quandonon hai i soldi per com-prarti altro cibo sai chete la cavi lo stesso, chesopravvivi, senza doverandare a rubare”. Devesempre scattarti unamolla dentro, sei tu chedevi cambiare. I primitre mesi te ne vuoi anda-re tutti i giorni, poi di-venta una sfida con testesso, sai che ce la puoifare, devi farcela... non

è semplice, ma si può fa-re. E poi più vai avanti,più ti senti parte di unafamiglia allargata e que-sto ti fa sentire bene, hairesponsabilità sì, ma an-che soddisfazioni, seiutile. Ti puoi sentirepronto anche dopo unanno, ma devi esserlodavvero. Al momentoopportuno te ne accorgianche tu. Alla fine deidue anni se c’è la possi-bilità si può rimanere alavorare in comunità,oppure andare pressoqualche ditta se vi sonoconvenzioni o iniziativeattivate dalla Fondazio-ne». Ringraziamo i ra-gazzi e li salutiamo conla speranza che i quattrogiorni di Talenti abbia-mo lascia,to brillare, trauna conferenza, unapreghiera, un pensiero eun panegirico; tra le tin-te accese e quelle fioche,la carica dinamitarda delcambiamento.

mo anche divertiti. Inol-tre i risultati si vedono ela soddisfazione c’è». Ta-lenti poteva sicuramenteavere un pubblico mag-giore, non è stato scarso,ma neanche un ”pieno-ne”. «E’ stato un succes-so. In ogni caso, senza see senza ma. Per la primavolta la gente ”pulita” èvenuta qui da noi. Exo-dus, un luogo che tutticonoscono a Cassino co-me posto da evitare. Og-gi, invece, le persone so-no venute da noi, li ab-biamo fatti stare bene,hanno mangiato bene, sisono sentiti a casa e so-no sicuro che torneran-no, che questo non è sta-to che un primo passoverso un’apertura deicancelli e una integrazio-ne più vera». A questopunto abbiamo volutoconoscere meglio i no-stri interlocutori e gli ab-biamo chiesto cosa pre-vede il programma a cui

si sottopongono. «Il pro-gramma dura due anni.La mattina sveglia alle 6e 30, poi attività fisica ein seguito si passa alleproprie mansioni o si se-guono le attività propo-ste dagli educatori. Lasera si dorme alle 11 e30. Non si possono berepiù di due caffé al gior-no e le sigarette sono li-mitate a 10. Lo scopo èproporre uno stile di vi-ta, magari severo, mache uno possa affrontarea testa alta, uscendonevincitore e sapendo che

tanto una politica seria èquella che guarda lonta-no e prevede in anticipoi possibili effetti negativiattrezzandosi per neutra-lizzarli e non rincorre,come avviene purtroppoattualmente, i cambia-menti della società arri-vando ad intervenire conanni di ritardo ed in mo-do ormai non più attua-le. Al centro dell’azionepolitica non c’è più l’in-dividuo in quanto sog-getto facente parte diuna collettività organiz-zata e, quindi, non c’è loscopo di realizzare il be-ne comune, ma interessidi parte per il soddisfaci-mento dei quali si passasopra tutto e tutti». «Iproblemi economicihanno nella vita di tutti igiorni un’importanza no-tevole - prosegue Tavia-no - che non si può nega-re ma quando si parla disostegno alla famiglianon si può ridurre tuttocon un mero calcolo dientrate e uscite risolto il

quale a favore delle en-trate si pensa che tuttosia sistemato. L’universofamiliare ha infattiun’infinità di bisogni dicarattere morale, psico-logico, umano, oltre chemateriali, che il più dellevolte non sono risolvibilicon i soldi, bisogni aiquali le istituzioni e lapolitica troppo spessonon forniscono rispostee che aggravano il sensodi disagio sociale dellefamiglie oltre a spaven-tare chi pensa di creareuna nuova famiglia».Pensa alla mancanza dilavoro stabile e di servi-zi? «Penso a tutti quei di-ritti costituzionali quoti-dianamente violati comegarantire il diritto al la-voro e ad una retribuzio-ne adeguata ad una esi-stenza decorosa del nu-cleo familiare del lavora-tore, come il diritto allacasa, il diritto all’assi-stenza ed all’istruzionedei figli, il diritto alla sa-lute ed alla vita, il diritto

Il giudice analizzaalcuni aspetti im-portanti di questasocietà

Paolo Andrea Taviano commenta la tavola rotonda a tema che si è svolta in comunità

«La famiglia ha bisogno di cura ed amore»

EXODUS Il bilancio di un evento di successo e di un’esperienza senza precedenti

«Talenti, il gran successoè dei ragazzi della cascina»

CASSINO

In comunità (foto Todisco)

Il giudice Taviano

gnitosa non dovendorappresentare più un pe-so da “scaricare” alla ba-dante di turno ma sianoinvece, grazie al loro ba-gaglio di esperienze,protagonisti della vita edelle scelte della famigliae della società, non do-vendoci mai dimenticareche il tempo passa e chetutti diventeremo “anzia-ni” e che potremmo esse-re “collocati”, nostro mal-grado, ad attendere la fi-ne dei nostri giorni senzadare “fastidio”, in qual-che struttura lontana da-gli affetti più intimi.Una proposta certamen-te interessante già appli-cata con un certo succes-so in alcuni paesi comela Francia, ma che do-vrebbe rappresentare so-lo un primo passo versoun deciso cambiamentodi rotta nell’approccio al-le politiche di sostegnoalla famiglia».

F.M.

ell’ambito della mani-festazione “Talenti”

organizzata dalla Fonda-zione Exodus e dalla Dio-cesi di Montecassino, èstato particolarmente sti-molante il dibattito tenu-tosi durante la tavola ro-tonda dal titolo “Si fapresto a dire famiglia”:ne parliamo con uno deiprotagonisti il GiudicePaolo Andrea Tavianopresidente dell’Associa-zione “Città futura”. «E’un aspetto particolar-mente grave delle ineffi-cienze e soprattutto deicosti sociali che la politi-ca fa ricadere sui cittadi-ni che rischia di scardi-nare l’intero sistema so-ciale che si fonda su quelnucleo base che è la fa-miglia. E’ un errore diimpostazione ritenereche le politiche economi-che, sulla sicurezza, sullatutela dell’ambiente o al-tro siano cose distinte eseparate dalle politiche asostegno della famigliain quanto famiglia e so-cietà sono talmente cor-relate che, sostenere lafamiglia nelle sue esigen-ze significa sostenerel’intera società, e che, vi-ceversa, le scelte politi-che di carattere generaledebbono avere comeobiettivo quello di nonavere ricadute negativesui nuclei familiari; per-

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Mercoledì 29

Settembre 2010 27

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