Resoconti Parlamentari — 8567 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 Luglio 1984
238° SEDUTA
mercoledì 25 LUGLIO 1984
Presidenza del Vicepresidente VIZZINI indi
dèi Vicepresidente GRILLO
I N D I C E
Commissioni legislative:
(Comunicazione di richiesta di parere) .(Comunicazione di pareri resi) . . . .
Disegni di legge:
(Annunzio di presentazione)
(Comunicazione di inviò alle competenti Commissioni l e g i s l a t i v e ) .........................................
(Votazione di richiesta di procedura d’urgenza con relazione orale) . .
Interrogazione:
(Annunzio) • • • • • •
IRFIS;
(Comunicazione di invio dell’elenco delle dC'- liberazioni adottate a valere sul fondo dicui alla legge regionale n. 26 del 1978) .
Mozioni:
( A n n u n z i o ) .................................• '(Determinazione delia data di discussione):
"PRESIDENTERUSSO (PCI) . . . - .
(Discussione) :
Pag.
85688568
8567
8567
8574
Sull’ordine dei lavori:
PRESIDENTE COLOMBO (PCI) CUSIMANO (MSI-DN) RUSSO (PCI)
8592859285928592
(’*') Intervento corretto dall’ oratore.
8568
8570, 8573, 8574 8570, 8574
Pr e s id e n t eVIZZINI (PCI)Sa n t a c r o c e * (PHDSa r d o , Presidente della Regione R usso (PCI) . . ■ •CUSIMANO (MSl-DN) .Er r o r e (d o ..................................PICCIONE PAOLO * (PSD
8574, 8589, 8591 8575 8579
8584, 8689 8586, 8589, 8590
858985908591
Resoconti, f. 1157
La seduta è aperta alle ore 17,30.
TAORMINA, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente che. non sorgendo osservazioni, si intende approvato.
Annunzio di presentazione di disegno di legge.
PRESIDENTE. Comunico che in data 24 luglio 1984 è stato presentato il disegno di legge: « Integrazioni alla legge regionale 30 maggio 1984, n. 37, recante ulteriori provvedimenti a favore delle cooperative di abitazione » (794), dall’onorevol'e Santacroce.
Comunicazione di invio di disegni di legge alle competenti Commissioni legislative.
PRESIDENTE. Comunico che in data 24 luglio 1984 sono stati inviati i seguenti di-
(500)
Resoconti Parlamentari 8568 — Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 Luglio ig§4
segni di legge alle competenti Commissionilegislative:
« Questioni istituzionali, organizzazione am- ministrativa, enti locali territoriali e istituzionali »— « Istituzione della comunità metropoli-
tana palermitana » (788), dì iniziativa parlamentare, parere quinta Commissione.
« Agricoltura e foreste »— « Provvedimenti urgenti per migliorare
la produzione e la commercializzazione dell ’uva Italia » (789), di iniziativa parlamentare.
« Pubblica istruzione, beni culturali, ecologia, lavoro e cooperazione »— « Provvedimenti straordinari per la sal
vaguardia dei livelli occupazionali nel territorio della Regione siciliana » (784), di iniziativa parlamentare.
Comunicazione di richiesta di parere pervenuta dal Governo alla competente Commissione legislativa.
PRESIDENTE. Comunico che in data 17 luglio 1984 è pervenuta da parte del Governo la seguente richiesta di parere assegnata in data 24 luglio 1984 alla competente Commissione legislativa:
« Questioni istituzionali, organizzazione amministrativa, enti locali territoriali e istituzionali »— Richiesta parere ex articolo 5 della
legge regionale numero 35 del 1976. Nomina componente del Consiglio di amministrazione dello « Stretto di Messina » S.p.a. (470/1).
Comunicazione di pareri resi dalle competenti Commissioni legislative.
PRESIDENTE. Comunico che in data 23 luglio 1984 sono stati resi i seguenti pareri dalla competente Commissione legislativa:
« Questioni istituzionali, organizzazione amministrativa, enti locali territoriali e istituzionali »
— Proroga gestione straordinaria Consorzi di bonifica e di bonifica montana (453);
— Proroga incarichi Consulte consorzi di bonifica e di bonifica montana (454).
Annunzio di interrogazione.
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura della interrogazione presentata.
TAORMINA, segretario:
« Al Presidente della Regione e all’Assessore per la cooperazione, il commercio, l’ar- tigianato e la pesca — ritenuto che la Fiera di Messina, giunta alla sua 45“ edizione, rappresenta una delle piu valide e rappresentative manifestazioni del commercio e del- Tartigianato siciliani; considerato che detta iniziativa rappresenta una occasione propulsiva di economia sana e non assistita; valutata la partecipazione mai negata dalla Regione siciliana a manifestazioni del genere, ed anche di importanza minore per conoscere i motivi che hanno indotto il Governo ad escludere la Fiera di Messina dal programma promozionale dell’anno 1984 ed a negare la partecipazione della Regione alla sua realizzazione » (1032).
G uerrera.
PRESIDENTE. L ’interrogazione testé annunziata sarà iscritta alTordine del giorno p'sr essere svolta al suo turno.
Armunzio di mozioni.
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle mozioni presentate.
TAORMINA, segretario:
« L’Assemblea regionale siciliana
Resoconti Parlamentari 8569 AssemMea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 Luglio 1984
rilevato che, per la quarta volta in quattro anni, il comune di Palermo è in crisi a causa delle laceranti risse di potere aH’in- terno della Democrazia cristiana, la quale, pur disponendo della maggioranza assoluta in Consiglio, paralizza Tattività amministrativa, con conseguenze devastanti per la città ed i suoi abitanti;
considerato che le amministrazioni che si sono succedute a Palazzo delle Aquile hanno reiteratamente violato il regolamento degli enti locali e che, fra le suddette violazioni, figurano la mancata approvazione del bilancio per l ’esercizio 1984, la espropriazione dei poteri del Consiglio comunale, la mancata attribuzione degli appalti per rilluminazìone e la manutenzione delle strade e delle fognature, la mancata realizzazione di opere pubbliche, la perdita di ingenti, finanziamenti pubblici, il mancato espletamento dei pubblici concorsi, eccetera;
rilevato che le inadempienze, l ’inefficienza e le violazioni di legge manifestano inequivocabilmente la « irregolarità di funzionamento » in base a cui va attuato lo scioglimento del Consiglio comunale,
impegna il Presidente della Regione
ad avviare le procedure previste dall’arti- colo 54 deU’Ordinamento degli enti locali onde procedere allo scioglimento del Consiglio comunale di Palermo, alla nomina di un connnissario ed all’urgente svolgimento di elezioni amministrative» (113).,
ViRGA - Tricoli - G r am m a tico - Paolone - Davoli - Cu-SIMANO.
« L ’Assemblea regionale siciliana
considerato che, in seguito aU’interpellanza numero 532 del 10 febbraio 1984 concernente lo ” scioglimento del Consigliò comunale di Catania” , l ’Assessor:^ per gli enti locali ha dato incarico ad alctmi ispettori di accertare le violazioni dì legge e le irregolarità denunziate dal Movimento sociale italiano - Destra nazionale;
rilevato che le gravi e reiterate violazioni
di legge sono state confermate dall’ispezion’e e contestate al Comune dallo stesso Assessore per gli enti locali;
considerato che a tutt’oggi, non solo non si è posto rimedio alle illegalità denunziate ed accertate, ma anzi la situazione si è ulteriormente aggravata con le dimissioni del Sindaco e di alcuni componenti la Giunta e l ’accentuazione della paralisi in tutti i settori della vita annninistrativa;
rilevato che tale situazione, frutto della ingovernabilità, della incapacità di governare e della irresponsabilità dei partiti della maggioranza e segnatamente della Democrazia cristiana, viene scaricata interamente sulla città di Catania, con gravissime conseguenze di natura economica, sociale e civile per i cittadini;
constatato che le violazioni di legge contestate al comune di Catania manifestano in maniera incontestabile la ” irregolarità di funzionamento” in base al quale, ai sensi del regolamento degli enti locali, va attuato lo scioglimento del Consiglio comunale,
impegna il Presidente della Regione
a dare l ’avvio alle procedure previste dal citato regolamento degli enti locali, al fine di procedere allo scioglimento del Consiglio comunale dì Catania, alla nomina di un commissario ed alla indizione di nuove elezioni amministrative », (114).
CusiMANO - Paolone - Davoli - Grammatico - Tricoli - V irga.
PRESIDENTE. Avverto che le mozioni testé aimunziate saranno poste all’ordine del giorno della seduta successiva perché se ne determini la data di discussione.
Comunicazione di invio da parte dell’Irfis del- Felenco dèlie deliberazioni adottate a valere sul fondo di cui alla legge regionale n. 26 del .
PRESIDENTE. Comunico che TIstituto re
Resoconti Parlamentari — 8570 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238* SEDUTA 25 L uglio 1934
gionale per il finanziamento alle industrie in Sicilia (Irfis), in conformità a quanto previsto daU’articolo 10 della convenzione stipulata tra la Regione siciliana e lo stesso Istituto per la gestione d-ei fondi di cui al- rarticolo 9 della legge regionale 4 agosto 1978, numero 26, ha trasmesso l ’elenco delle deliberazioni adottate a valere su detto fondo nella seduta del Comitato amministrativo nel trimestre aprile-giugno 1984.
Copia di detto elenco sarà trasmessa alla Commissione legislativa « Industria, commercio, pesca e artigianato ».
Determinaziane della data di discussione di mozioni.
PRESIDENTE. Si passa al secondo punto delTordine del giorno: Lettura ai sensi e per gli effetti degli articoli 83, lettera d) ,e 153 del Regolamento interno delle mozioni;
—■ numero 111: «Interventi dell’Assessore per gli enti locali presso il comune di Palermo », degli onorevoli Parisi Giovanni, Russo, Ammavuta, Bartoli, Colombo, Chessa- ri. Laudani, Vizzini, Aiello, Altamore, Amata, Bosco, Bua, Damigella, Franco, Ganci, Gentile Rosalia, Martorana, Risicato e Tusa;
— numero 112: « Scioglimento del Consiglio comunale di Catania e nomina di un commissario regionale », degli onorevoli Laudani, Russo, Bua, Parisi Giovanni, Damigella, Vizzini, Aiello, Altamore, Amata, Ammavuta, Bartoli, Bosco, Chessari, Colombo, Franco, Ganci, Gentile Rosalia, Martorana, Risicato e Tusa.
Invito il deputato segretario a darne lettura. ■
TAORMINA, segretario:
« L’Assemblea regionale siciliana
considerato che il funzionamento dell’Am- ministrazione comunale di Palermo ha raggiunto livelli di degradazione tali da suscitare giustificate preoccupazioni di un condizionamento sempre più pressante e capillare di forze affaristico-mafiose e sovversi
ve, e di una conseguente più accentuata separazione tra i cittadini e le loro istituzioni rappresentative;
rilevato che nella recente vicenda delle nomine degli amministratori delle aziende municipalizzate hanno fortemente pesato condizionamenti estranei agli interessi del comune, intesi a perseguire finalità che, nella migliore delle ipotesi appaiono di natura affaristica e rispondenti ad una mera logica di spartizione tra gruppi di potere politicoeconomici;
rilevato che, in questo quadro, proprio al fine di obbedire alle logiche di cui sopra, sono state macroscopicamente violate le norme di legge vigenti, le quali richiedono che ” gli amministratori delle Aziende municipalizzate siano scelti con criteri di prestigio, di competenza ed esperienza politico-amministrativa, di cui va data pubblica ragione del consiglio dell’ente locale, competente per la nomina ” ;
considerato che la nomina di persone non aventi i requisiti richiesti dalla legge contrasta con la possibilità di una gestione finalizzata al miglioramento dei servizi e al risanamento dei bilanci, specie in ima situazione di totale inadeguatezza dei servizi stessi a fronte delle esigenze della cittadinanza e di ingenti deficit di bilancio, per cui si renderebbe opportuna una accurata indagine sui criteri gestionali adottati;
rilevato che il Consiglio comunale, nonostante siano già trascorsi cinque mesi dal termine massimo previsto dalla legge, non è stato posto in grado di discutere ed approvare il bilancio di previsione per l ’esercizio finanziario 1984, e che tale gravissima inadempienza non solo rende impossibile la spesa per nuovi investimenti e servizi, compresi quelli realizzabili con finanziamenti statali e regionali, ma addirittura paralizza la stessa spesa necessaria per Fordiiiaria amministrazione;
considerato che l ’impossibilità di spesa, specie per quanto concerne i nuovi investimenti, si riflette negativamente suU’econo- mia generale della, città e, in particolare, sulla occupazione;
ritenuto incomprensibile il fatto che, mentre per piccoli comuni la inadempienza della approvazione del bilancio è stata più ce
Besoconti Parlamentari 8571 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 Luglio 1984
lermente rilevata e presso gli stessi sono stati nominati appositi commissari che hanno provveduto all’approvazione dei documenti finanziari, per Palermo, invece, l ’Assessore regionale per gli enti locali non ha ancora provveduto;
rilevato che la continua illegalità nel settore degli appalti per la manutenzione degli impianti di illuminazione, nonché della rete viaria e fognante ha condotto ad una drammatica situazione di carenza dei servizi e di disoccupazione dei lavoratori;
considerato che tale situazione di illegalità è da ricondurre alla voluta inerzia, dettata da intuibili interessi (basta pensare che i lavori eseguiti, dalla Lesca nel 1979 sono stati collaudati nel 1983), che si è opposta alla tempestiva e doverosa indizione delle gare per il rinnovo degli appalti suddetti;
rilevato che tale disegno è da ascriversi al tentativo di aggiudicare tali appalti attraverso procedure non consentite dalla legge e che non offrono adeguate garanzie di trasparenza e di convenienza, specie ove si tenga conto della enorme sproporzione esistente tra il costo di tali servizi a Palermo e quello di altre grandi città italiane, ubicate non solo in regioni settentrionali;
rilevato, infatti, che attorno alla questione degli appalti suddetti sembrano muoversi interessi di dubbia natura, come evidenzia il non dissimulato scontro che è in atto nella maggioranza consiliare, della quale stanno interessandosi la magistratura^ e l’alto commissario antimafia ed è stata investita la stessa Commissione parlamentare antimafia, e che ha condotto aU’ennesima crisi della Giunta municipale;
ritenuto, pertanto, che la necessità di intervenire con urgenza per ripristinare servizi talmente essenziali per la comunità e per scongiurare il definitivo allontanamento delle maestranze dal posto di lavoro, non consente di attendere la soluzione della attuale crisi e che, di conseguenza, si rende iraprocrastinabile Tassunzioiie ' dei poteri sostitutivi da parte del Governo della Regione;
considerato che la permanente conflittualità dei gruppi di potere della maggioranza ha determinato necessariamente sistematiche inadempienze del Consiglio, con conseguenti
nomine di commissari ad acta, specie nei numerosi casi nei quali il Consiglio avrebbe dovuto procedere a nomine o designazioni di propri rappresentanti negli organi di amministrazione di altri enti o in commissioni o collegi;
considerato che l ’endemico stato di paralisi al quale è stato costretto il Consiglio comunale ha condotto ad una permanente situazione di illegalità, caratterizzata dal fatto che centinaia di deliberazioni di competenza del Consiglio stesso sono state assunte dalla Giunta senza che esse siano state fin qui ratificate nei termini di legge;
rilevato che il comune di Palermo annovera il più alto indice di annullamento di deliberazioni adottate dalla Giunta, per vizi di legittimità scaturenti dalla oggettiva intenzione di protrarre condizioni di palese illegalità nell’azione amministrativa;
rilevato, ancora, che gli enormi ritardi nella realizzazione di opere pubbliche e di organici interventi hanno comportato e comportano, oltre all’evidente danno sociale, 1’ assottigliarsi delle risorse finanziarie dovuto aH’inflazione o, in alcuni casi, alla perdita dei finanziamenti statali o regionali, nel quadro di una gestione della spesa pubblica reiteratamente censurata nelle relazioni annuali della Corte dei conti;
considerato che tali colpevoli ritardi hanno riguardato e riguardano importanti settori di notevole rilievo civile e sociale come quelli deH’edilizia scolastica, dell’edilizia abitativa, del recupero del centro storico, di opere igienico-sanitarie, di impianti sportivi, di impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;
rilevato, inoltre, che importanti disposizioni legislative della Regione, come quella per l ’assistenza agli anziani e quella per il- recupero e l ’assistenza ai soggetti portatori di handicaps, sono state totalmente inapplicate o solo parzialmente attuate;
rilevato che la situazione di gravissima inadeguatezza dell’apparato tecnico-burocratico, che mal si concilia con Tesigenza della rapidità p della trasparenza dell’azione amministrativa, apre rilevanti spazi ad una pratica clientelare, contribuendo a distoreere, anche moralmente, il rapporto tra le istitu
Resoconti Parlamentari 8572 Assemblea Regionale Siciliana I
IX L egislatura 238" SEDUTA 25 L uglio 1984
zioni e i cittadini e non consente una erogazione di efficienti servizi, anche elementari;
ritenuto che la permanente inadempienza deir Amministrazione comunale in ordine alla politica del personale non ha consentito, attraverso il tempestivo espletamento dei pubblici concorsi:
1) il reclutamento del personale necessario per colmare i paurosi vuoti dell’organico;
2) la qualificazione della macchina burocratica a fronte della delicatezza e della complessità dei compiti del comune di una grande città come Palermo;
3) una adeguata risposta al gravissimo problema della occupazione, con particolare riguardo a quella giovanile;
considerato che, in tale contesto, è da stigmatizzare la mancata assunzione, che era possibile sin dal dicembre 1982, di ben quattrocento invalidi civili per posti della carriera ausiliare, che non si è concretata soltanto perché, avendo la Commissione provinciale di controllo di Palermo, in ossequio alla legge regionale mrmero 125 del 1980, annullato la previsione delPespletamento della prova pratica e dovendosi provvedere soltanto mediante la valutazione di titoli obiettivi, è venuta a cadere in tal modo la possibilità, se non il disegno, di realizzare una ennesima operazione clientelare e discriminatoria;
considerato che la precaria funzionalità della macchina burocratica è resa più grave dalla sistematica, ritardata applicazione dei contratti di lavoro;
ritenuto, pertanto, che a fronte di una tale situazione di illegalità, di inadempienze, di immobilismo e di inefficienza si rende indilazionabile una approfondita attività di indagine da parte degli organi regionali, anche al fine di valutare se non ricorrano le condizioni previste dalla legge per avviare le procedure per lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale;
visti gli atti trasmessi dal sindaco di Palermo al Presidente delFAssemblea regionale siciliana relativi alle dichiarazioni rese, in occasione delle proprie dimissioni, dall ’Assessore alla manutenzione;
Tutto ciò premesso,
impegna l ’Assessore regionale per gli enti locali
1) a nominare presso il comune di Palermo, ai sensi dell’articolo 91 dell’Ordina- mento regionale degli enti locali, un commissario ad acta al fine di provvedere alla approvazione del bilancio di previsione di quell’ente per l ’anno finanziario 1984, nonché degli atti preliminari e connessi, quali richiesti dalla legge numero 730 del 1983, laddove gli stessi non siano stati già adottati dal Consiglio comunale;
2) a nominare altri conmiissari ad acta con il compito di provvedere all’affidamento degli appalti per la manutenzione degli impianti di illuminazione, nonché della rete viaria e fognante di Palermo;
3) a disporre, ai sensi dell’articolo 90 dell’ordinamento sopra citato:
a) una indagine ispettiva sulle aziende municipalizzate del comune di Palermo, al fine di accertare la regolarità dei criteri gestionali adottati presso quelle aziende e a riferire, in ordine alle risultanze della ispezione, entro un mese all’Assemblea regionale siciliana;
b) una indagine ispettiva presso il comune di Palermo per accertare, oltre alle cause generali delPelevato costo dei servizio, come siano stati regolati e gestiti i rapporti tra il comune e l ’impresa Icem S.p.a.,. in carenza di titolo contrattuale, se da tale anomalo rapporto siano derivate responsabilità di varia natura giuridica, e a riferire entro un mese all’Assemblea regionale;
c) una indagine ispettiva presso il comune di Palermo per accertare, oltre alle cause generali dell’elevato costo del servizio di manutenzione, la natura e le modalità dei rapporti intercorsi con Timpresa Lesca, particolarmente in ordine al computo della revisione prezzi e alle ragioni per le quali normalmente la collaudazìone dei lavori è intervenuta in termini di tempo scandalosamente lontani dalla data del loro completamento, tale da non consentire alcuna possibilità di verifica della quantità e qualità dei lavori effettuati,
impegna altresì l ’Assessore regionale per gli enti locali
Resoconti Parlamentari 8573 Assemblea B.egionale Siciliana
IX L egislatura 238“ SEDUTA 25 L uglio 1984
a disporre un’organica e generale indagine ispettiva, ai sensi dell’articolo 90 dell’Ordinamento regionale degli enti locali, al fine di accertare se alla luce delle illegalità ed inadempienze esposte in premessa e di ogni altra ulteriore riscontrata, non ricorrano i termini previsti dall’articolo 54, lettera a) del suddetto Ordinamento per avviare le procedure di scioglimento del Consiglio comunale di Palermo, riferendo, comunque, sulle risultanze dell’attività ispettiva entro il termine improrogabile di un mese all’Assemblea regionale siciliana» (111).
Parisi G iovanni - Russo - A m MAVUTA - Bartoli - Colombo - Chessari - Laudani- VizziNi - A iello - A ltamore- A mata - Bosco - Bua - Damigella - Franco - Ganci - Gentile Rosalia - Martorana Risicato - T usa .
« L ’Assemblea regionale siciliana
premesso che in data 19 maggio 1984, 1̂ Assessore regionale per gli enti locali, ai sensi dell’articolo 4 deirOrdinamento degli enti locali, ha contestato al comune di Catania le gravi e reiterate violazioni di legge, accertate in occasione dell’ispezione ̂disposta dallo stesso Assessore ed in particolare la violazione degli articoli 47, 51, 51 bis, 52, 63, 64, 75, 95, 96, 103, 109, 116, 120, 214;
premesso che tra le suddette gravi e reiterate violazioni rientrano la mancata, approvazione del bilancio di previsione, la espropriazione del Consiglio comunale ̂dei poteri attribuitigli per legge attraverso l ’uso costante e sproporzionato da parte della Giunta dèiradozione di delibere con i poteri spettanti all’organo consiliare, il mancato espletamento dei concorsi per le assunzioni di nuovi dipendenti, eccetera;
premesso che la grave situazione di illegalità riscontrata in sede dì ispezione da quella data ad oggi non solo è proseguita ma si aggrava ogni giorno com’è attestato dal fatto che il Consiglio comunale di fronte alle contestazioni mosse, ha, prima fatto trascorrere il termine assegnato per le contro
deduzioni e poi non è stato in grado di opporre alcunché di sostanziale, né di lasciare prevedere un ripristino del normale funzionamento dell’organo, tanto che la Giunta ad oggi non ha ancora esitato la proposta di bilancio di previsione per il 1984;
considerato che l ’acuirsi dello scontro interno alla maggioranza ed alla Democrazia cristiana ha indotto il sindaco e tre assessori a rassegnare le dimissioni, determinando la quinta crisi dall’inizio della legislatura;
ritenuto che le gravi e reiterate violazioni di legge contestate al comune di Catania, ai sensi dell’articolo 54 dell’Ordinamento degli enti locali, provano ampiamente ”la irregolarità di funzionamento ” in ragione della quale, ai sensi del nostro ordinamento va disposto lo scioglimento del Consiglio comunale;
ritenuto altresì, che il perdurare di tale stato di illegalità, paralisi e crisi della istituzione comunale, penalizza gravemente 1’ interesse della città e delle sue forze sane e produttive, e pone a repentaglio il funzionamento delle fondamentali regole democratiche,
impegna il Presidente della Regione
a dare immediato impulso agli atti ed alle procedure previste dagli articoli 53, 54, 55 dell’Ordinamento degli enti locali al fine di pervenire nei tempi più brevi allo scioglimento del Consiglio comunale di Catania ed alla nomina del commissario regionale » (112).
Laudani - Russo - Bua - Parisi Giovanni - Damigella - VizziNi - A iello - A ltamore- A mata - A m m avuta - Bar- toli - Bosco - Chessari - Colombo - Franco - Ganci - Gentile Rosalia - Martorana- Risicato - Tusa .
PRESIDENTE. Faccio presente che la conferenza dei capigruppo riunitasi oggi ha stabilito che le mozioni numeri n i f 112 vengano ^discusse nella seduta antimeridiana del 2 agósto.
RUSSO. Chiedo di parlare.
Resoconti Parlamentari 8574 — Assemblea Regionale Siciliana
IX L egislatura 238’ SEDUTA 25 Luglio 1984
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUSSO. Signor Presidente, noi avevamo insistito sulla data di venerdì prossimo perché nella mattinata era circolata la voce che si potesse chiudere la sessione entro questa settimana; avendo la conferenza dei capigruppo riconfermato la data del 3 agosto come data di chiusura, noi non abbiamo nulla in contrario acché le mozioni su Palermo e Catania vengano discusse nella seduta antimeridiana del 2 agosto. Voglio ancora ricordare, che sull’argomento avremo modo di ritornare nel corso di questa stessa seduta quando discuteremo il disegno di legge relativo al turno autuimale di elezioni amministrative. Dobbiamo, però, ricordare che la discussione della mozione non avrebbe effetti pratici se non si varasse precedente- mente detto disegno di legge e se le date previste per questo turno di elezioni non fossero tali da consentire che, almeno per il comune di Catania, si possa votare, nel caso di scioglimento, nel turno autunnale.
PRESIDENTE. Resta stabilita la data del 2 agosto per la discussione delle mozioni numeri 111 e 112 e delie altre mozioni testé annunziate che trattano analogo argomento.
Propongo, a causa della difficoltà a proseguire i lavori in assenza del Governo, di sospendere la seduta. Non sorgendo osservazioni, resta cosi stabilito.
La seduta è sospesa.
Presidenza del Vicepresidente GRILLO
(La seduta, sospesa alle ore 17,40 è ripresa alle ore 18,20)
Votazione di richiesta di procedura d’urgenza con relazione orale per l’esame di un disegno di legge.
PRESIDENTE. Si passa al terzo punto delTordine del giorno: Richiesta di procedura d’urgenza con relazione orale per il disegno di legge numero 791: « Applicazio
ne in Sicilia delle misure fiscali per lo sviluppo dell’edilizia abitativa, già previsto dalla legge statale 22 febbraio 1982, numero 1968 e successiva proroga » (791).
La pongo in votazione.Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.(E’ approvata)
Discussione della mozione numero 110: « Revoca della nomina del Commissario straordinario dell’Ircac e ricostituzione degli organi di amministrazione ordinaria del suddetto Istituto » . I
PRESIDENTE. Si passa al quarto punto deU’ordine del giorno: Discussione della mozione numero 110: « Revoca dèlia nomina del commissario straordinario deU’Ircac e ricostituzione degli organi di amministrazione ordinaria del suddetto Istituto », degli onorevoli Russo, Vizzini, Parisi Giovanni, Martorana, Bartoli, Laudani e Chessari.
Invito il deputato segretario a darne lettura.
TAORMINA, segretario:
« L’Assemblea regionale siciliana
considerato che nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana numero 27 è stato pubblicato il decreto del Presidente della Regione numero 45 del 18 giugno 1984 con il quale il dottor Silvestre Liotta è stato nominato commissario straordinario delTIstitu- to regionale per il credito alla cooperazione (Ircac);
rilevato che non risulta che ai fini della nomina suddetta siano state osservate le disposizioni di cui alla legge regionale numero 35 del 1976 recante ” Norme per la nomina di amministratori e rappresentanti della Regione negli organi di amministrazione attiva e di controllo di enti di diritto pubblico, in organi di controllo e giurisdizionali ” , il cui articolo 1 dispone che sulle nomine suddette deve essere acquisito il preventivo parére della Commissione legislativa permanente deH’Assemblea regionale siciliana per le questioni istituzionali, con
Resoconti Parlamentari — 8575 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatuha 238“ SEDUTA 25 Luglio 1984
esclusione di quelle vincolate per legge e di quelle effettuate nell’esercizio del potere sostitutivo;
rilevato, inoltre, che non risulta che siano state osservate le determinazioni adottate dalla Giunta regionale con la deliberazione numero 140 del 19 ottobre 1976, con la quale s i. precisava, tra l ’altro:
1) che i provvedimenti riferiti all’esercizio dei poteri sostitutivi vanno identificati nelle nomine di commissari ad acta e nelle nomine di commissari, scelti tra i funzionari regionali, che conseguono a provvedimenti di scioglimento degli ordinari organi di amministrazione degli enti;
2) che debbono essere sottoposti, in ogni caso, al parere della Commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana le nomine, le designazioni o le proposte di nomina di cui all’articolo 1 della legge numero 35 concernenti persone estranee all’Am- ministrazione regionale;
considerato che per il - commissario nominato non ricorrono le possibilità di deroga alle procedure previste daU’articolo 1 della citata legge numero 35 del 1976, né dalle determinazioni della Giunta regionale, essendo lo stesso chiamato all’incarico suddetto — come si evince dal dispositivo del decreto di nomina — quale esperto giuridico- amministrativo, senza che, peraltro, siano forniti per tale asserita qualificazione oggettivi elementi dimostrativi e di verifica;
considerato che una siffatta macroscopica violazione delle norme di legge e delle determinazioni della Giunta regionale appare particolarmente grave per chi sembra dare mostra di una attenzione quanto meno formale alle disposizioni di legge;
considerato, inoltre, che la illegittima procedura che si è voluta inopinatamente adottare non può neppure essere giustificata dalla urgenza di far fronte, eccezionalmente ed Urgentemente, al venir meno degli organi fli amministrazione ordinari e, naturali del- l’Ircac, dal momento che le dimissioni delle componenti di estrazione sindacale era- Uo state preannunciate almeno un mese prima, senza che nel periodo intercorso tra tale annuncio e le concrete dimissioni il Precidente della Regione abbia avvertito la do
verosa necessità di considerare, anche raccordandosi con le organizzazioni sindacali, il significato e le finalità della annunciata decisione e di fornire, non solo alle stesse organizzazioni, formali assicurazioni sulla immediata ricostituzione dei nuovi organi ordinari di amministrazione dell’Ircac;
tutto ciò premesso, considerato e rilevato,
impegna il Presidente della Regione
a revocare immediatamente il decreto menzionato in premessa con il quale il dottor Silvestre biotta è stato nominato commissario straordinario dell’Istituto regionale per il credito alla cooperazione (Ircac);
impegna il Governo della Regione
a provvedere alla ricostituzione, entro il 31 luglio 1984, degli organi di amministrazione ordinaria del suddetto Istituto» (110).
Russo - VizziNi - Parisi Giovanni - Martorana - Bartoli - Laudani - Chessari.
VIZZINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
. VIZZINI. Signor Presidente, onorevoli colleglli, l ’Assemblea ha esaminato nei giorni scorsi le questioni che . noi abbiamo riproposto con la mozione che viene oggi discussa. Questo mi consentirà di accennare schematicamente alla vicenda senza ricostruire tutti i passaggi, senza rifare tutti i ragionamenti, senza parlare a lungo, e questo spero che non vi dispiaccia. Abbiamo presentato la mozione perché, e lo abbiamo detto, siamo fortemente insoddisfatti delle risposte fornite dal Governo alle nostre osservazioni, alle critiche che abbiamo illustrato in sede di svolgimento deH’interpellan- za, e per questo chiediamo che l ’Assemblea torni a valutarle e che questa discussione si concluda con un voto. Dico, non c’è, onorevole Presidente, non C’è da parte nostra nessun particolare accanimento. Non vogliamo dare al fatto un rilievo eccessivo, un rilievo particolare, più di quello che intrinsecamente ha nella vita difficile della Regione.
Resoconti, f. X158 (500)
Resoconti Parlamentari — 8576 Assemblea Regionale Sicilmna
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 L uglio 1934
Noi siamo interessati a dilatare oltre il giusto la discussione, ma chiediamo al Governo, onorevole Presidente, di cogliere in modo pacato, in modo sereno, senza ritenersi inseguito dall’opposizione, l ’opportunità offerta dall’Assemblea di ritornare su queste questioni, per correggere un comportamento che è contrario alla legge e che interviene negativamente nella vita politica della Regione. Questo è l ’appello che noi rivolgiamo al Governo: che possa trovare, a conclusione di questo dibattito, l ’occasione per introdurre qualche novità nel proprio comportamento; ed io sono convinto che •—■ se l ’esecutivo riterrà di farlo — acquisterà in prestigio, mentre invece si logorerà ulteriormente se vorrà insistere in un comportamento che è fortemente criticato, e non solo da noi. Non so se questo sarà possibile, non so se c’è una predisposizione da parte del Presidente della Regione, perché le osservazioni che noi abbiamo avanzato e documentato e che non sono confutate dalla risposta che il Presidente della Regione ha dato alla nostra interpellanza sono tali da indurre a riflettere e a modificare un comportamento sbagliato. Una prima osservazione, lo voglio ricordare, onorevole Presidente, è che il Governo ignora deliberata- mente le leggi della Regione. Io credo che questa osservazione deve impegnarla, onorevole Sardo, in una risposta, una risposta politica chiara, perché noi non la facciamo a cuor leggero. C’è la preoccupazione che si possa deteriorare sempre di più questa sessione politica siciliana con guasti irreversibili.
Io credo che im governo debba sentirsi impegnato, debba sentire come proprio dovere quello di rispettare, di applicare rigorosamente le leggi della Regione e le leggi dello Stato. Io vorrei su questo punto fare una mia riflessione: non c’è dubbio, onorevole Presidente, che il Governo ha violato le norme della legge 35, stante la motivazione del decreto, stante il fatto che il dottore Liotta è chiamato a fare il commissario deirircac in qualità di esperto e per i compiti che gli vengono affidati questa nomina andava sottoposta alle procedure che la legge indica. Vorrei fare rilevare che responsabile del protrarsi di questa discussione e quindi di questo comportamento è ir Governo; non escludo infatti che se fosse
giunta in commissione la proposta di nomina del dottor Liotta noi avremmo potuto votarlo. Cioè, noi facciamo, come a qualcuno è sembrato, una discussione sulla persona del commissario dell’Ircac, noi parliamo di fatti politici, e solo eli questo. Indubbiamente, avremmo valutato con attenzione la proposta del Governo (lei ricorderà che anche per la Cassa di Risparmio e per il Banco di Sicilia questa discussione, in Commissione è stata molto seria, nonostante i tentativi di turbarla e di portarla su un terreno non giusto.10 credo che ci ha guadagnato la Regione,11 Governo, rimmagine della Regione).
Ma perché il Governo viola la legge? Non perché è credibile che qualcuno dei consiglieri giuridici del Governo abbia potuto seriamente ritenere che questa nomina si potesse fare seguendo procedure diverse. Io a questo non credo. Non lo credo perché non ho l ’abitudine di considerare gli altri, in particolare i miei avversari, sciocchi o impreparati ai loro compiti. Non lo sono. Vorrei soffermarmi, brevemente, sul dato politico. Il Governo, anzi la Democrazia cristiana, ha realizzato, con la nomina del commissario all’Ircac, un’altra operazione di occupazione, si fa per dire « temporanea » — come è temporanea tanta parte delle decisioni politico-amministrative della Regione (10-15 anni, 20 anni), non per l ’eternità, in questo senso temporanea — ! Il Governo, il Presidente della Regione ha messo il cappello su una attività molto importante. Le ragioni per le quali ha scelto un certo candidato sono quelle spiegate nel decreto: riconosce a questo candidato delle qualità, ma sono anche, soprattutto, quelle, dell’affinità politica. L ’esperto non è stato scelto fra i tanti competenti che vi sono in Sicilia, à stato scelto fra i collaboratori del Presidente della Regione, ripeto, per ragioni di affi' nità politica e di fiducia politica. Questa opC' razione onorevole Presidente, è una operazione interessante, perché è una delle manifestazioni del disagio esistente attualmente nella maggioranza; è un’operazione effettuata dalla Democrazia cristiana, almeno nella pe '̂ sono del Presidente della Regione, contro il Partito repubblicano, realizzata con la copertura di parte del Partito socialista e di parte del Partito socialdemocratico, ma ® un’operazione non indolore!
Onorevole Presidente, lei non poteva pattare questa proposta in Giunta perché su
Resoconti Parlamentari 8577 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 Luglio 1984
questa proposta lei non avrebbe avuto l ’assenso del Governo. Tutti ricordano che l ’onorevole Lo Turco le ha indirizzato una lettera pubblica, una delle tante lettere che l ’assessore Lo Turco ha inviato ultimamente, e che, nel frattempo, altri rappresentanti del Partito socialdemocratico italiano regionali e nazionali hanno espresso parere contrario a questa operazione che fa venir fuori anche un elemento di conflittualità fra i partiti della maggioranza, che si manifesta sul terreno dello spazio di potere che i vari partiti, le varie forze debbono occupare. Questa è la ragione per cui, secondo me, lei non ha ritenuto di potere decidere pubblicamente questa misura, di poterla discutere nella Giunta con gli assessori, di poterla presentare, come era giusto, alla approvazione della Commissione, perché se cosi avesse fatto, sarebbero emersi pubblicamente quei contrasti, quel disaccordo che pure è affiorato; quindi per un elemento anche di debolezza politica che lei ha voluto superare con una fuga in avanti ma intanto facendo qualche cosa che è utile al suo partito e utile anche alla forza che nel suo partito lei stesso rappresenta. Questa è la spiegazione, onorevole Presidente, non c ’entra niente l ’interpretazione della legge 35, che è stata data dalla Giunta di governo, non è stata mai smentita e a nulla servono i vari pareri che si possono formulare per l’occasione, perché sono sforzi che, invece di chiarire, confondono la situazione e contribuiscono a dare alla nostra discussione toni sbagliati.
Vorrei, a conforto di questa mia interpretazione, ricordare ai colleghi che questa iniziativa del Presidente della Regione è stata criticata non soltanto dal Partito socialdemocratico (che, secondo gli accordi esistenti, avrebbe dovuto esprimere il presidente dell’Ircac che era già nel ’79 socialdemocratico e cosi via; naturalmente si tratta di accordi tutti, contrari ai principi di buon governo e agli interessi della Sicilia) ma questa nomina è stata criticata apertamente e durainente, con à\pgomenti molto forti, dall’Assessore per. la cooperazione, che, Onorevole Presidente della Regione, ha contestato il suo operato.
Onorevole Presidente, se è necessaria la votazione segreta per attirare l ’attenzione
noi la possiamo chiedere, visto che l’Assemblea vive solo di questo...
SARDO, Presidente della Regione. Onorevole Vizzini, le assicuro che io sono attentissimo, ho preso anche puntuali appunti su tutto quanto lei ha detto.
VIZZINI. Signor Presidente, me ne rendo conto, l ’ho visto, anche io preferirei fare altro ma purtroppo devo fare, questo, alla fine mi appellerò anche alla clemenza della Corte come si fa sempre. {Commenti). L’Assessore per la cooperazione, che è l ’Asses- sore che ha la competenza di merito su queste questioni ha partecipato alla assemblea dei presidenti di cooperative tenutasi alla Camera di commercio delle tre organizzazioni cooperative, presenti centinaia di cooperatori e numerosi deputati di questa Assemblea, democristiani, socialisti e di altri partiti, criticando con parole di fuoco questo atto del Governo e dicendo che era stato subito dal Partito repubblicano. Relatore a questo convegno era un repubblicano, il vice presidente dell’Ircac dottore Michele Gia- calone; le centrali cooperative hanno parlato, prodotto documenti e denunciato apertamente e con argomenti molto precisi e validi questa soluzione respingendola, quindi io credo che tutto questo porti a confermare l ’interpretazione da noi data.
Resta da fare una valutazione amara; è destino del Partito repubblicano che la critica che i repubblicani muovono al Governo si avverta alla periferia della vita politica della Regione, si senta in certe riunioni pubbliche ma non si senta in quest’Aula; sarebbe un atto di chiarezza che l ’Assessore Mezzapelle affermasse qui quello che ha detto alla Camera di commercio di Palermo, che il Partito repubblicano dichiarasse qui le cose che ha detto tramite il massimo dirigente del movimento delle cooperative. Questo per un fatto di chiarezza, altrimenti c’è il sospetto che si faccia il gioco delle parti, che fra i cooperatori si dica che si vuole una corretta amministrazione, si vuole il consiglio di amministrazione, eccetera e che poi invece, operando nel Governo e nelle ■sedi istituzionali in cui queste critiche possono avere un risultato, si tace, si preferisce tenere la candela, come si dice, per coprire l ’operato dì altri. Questo è un elemen
Resoconti Parlamentari 8578 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 L uglio 1984
to equivoco della discussione o almeno un impaccio, una difficoltà. Perché non parlano i repubblicani, perché non parlano i democristiani di questo convegno? C’era Ni- cita, c’erano colleghi democristiani di Catania, c ’erano numerosi deputati della Democrazia cristiana, c ’erano diversi consiglieri. Li erano d’accordo!
SARDO, Presidente della Regione. Ho rischiato di esserci anch’io. E’ stata una questione di orari.
VIZZINI. Anche lei? Sarebbe stata una riunione molto interessante. Qui avete difficoltà a parlare. Dovete liberarvi di questo impaccio se volete essere credibili, altrimenti la gente ascoltandovi avrà sempre la riserva che non stiate dicendo quello che realmente pensate.
Io penso che dobbiamo considerare il fatto sostanziale che è stato richiamato da noi, dall’onorevole Russo che ha illustrato l ’interpellanza. L’Ircac, che è un istituto al quale la Regione ha affidato compiti molto importanti, è senza presidente dalla primavera del ’79, quando il presidente di allora, il dottor Ma- daudo, diventò deputato. E’ stato retto nel corso di questi anni, forse con qualche forzatura dello statuto, dal vicepresidente che era di nomina del movimento cooperativo. Ha funzionato in una condizione precaria, di difficoltà, di disagio. Ha garantito un servizio al movimento cooperativo che, onorevole Presidente, ha il merito di avere sollecitato la nomina del consiglio di amministrazione non soltanto facendo un documento, un telegramma e facendosi ricevere, magari, ogni tanto e presentando questa richiesta tra le tante, ma ha unitariamente compiuto un atto particolare, quello delle dimissioni preannunciate. Lei e il suo Governo avete perduto questa opportunità di collegarvi a questa spinta che è una spinta positiva di un movimento, che non ha ritenuto di dovere approfittare della situazione nella quale si trovava, cioè di gestire un ente per la incapacità del Governo di procedere alle nomine. E il Governo avrebbe dovuto rispondere alla sollecitazione del movimento cooperativo positivamente, concordando i tempi della nomina del consiglio di amministrazione. Potevano anche non essere i tempi indicati dal movimento cooperativo, mi pare evidente;
il problema non consisteva nel fatto che il consiglio di amministrazione si dovesse eleggere entro il 30 giugno o entro il 10 luglio; il punto importante è che un governo attento avrebbe dovuto approfittare di questa opportunità che gli si presentava e collegarsi positivamente alla spinta proveniente dal movimento cooperativo, per normalizzare in modo democratico, con la nomina deU’organismo, il consiglio di amministrazione.
Onorevole Presidente, che cosa è che rende cosi rilevante, sul piano politico, questa discussione sulle nomine? Non il valore in sé; in altre situazioni queste discussioni non avrebbero una rilevanza politica come quella che hanno in Sicilia. Diventano invece, fatti importanti politicamente e difficili per il Governo perché siamo in presenza della incapacità del suo, come dei governi precedenti, compreso il Governo Mat- tarella, di procedere alle nomine; cioè di compiere adempimenti di normale amministrazione. Perché le nomine sono per voi occasione per ridiscutere gli equilibri interni, gli spazi di potere che ciascuna corrente, che il quadro politico di ciascun partito della maggioranza deve occupare, e questo vi paralizza.
Se la Sicilia non si libera da questa situazione, che è caratterizzata e fortemente condizionata dalla crisi della Democrazia cristiana e del pentapartito, la Sicilia non vive. Se non si restituisce la normalità .a questa situazione, aprendo alle competenze, aprendo a gente perbene, senza tessera e a gente che deve essere espressa dalla società siciliana, se non . si fa questo non c ’è salvezza,- signor Presidente. Si andrà sempre come ad una gara ad ostacoli; si salterà, si supererà l’ostacolo di una mozione, di una interpellanza, ma ce ne sarà dietro rango- io un’altra o altre dieci. E’ inevitabile. Io mi rendo conto che dico delle cose su cui lei è d’accordo, che lei ’ comprende (non pretendo che lei lo dica o lo affermi, non sono cosi ingenuo). Capisco che guidare una compagine come il pentapartito è più un fatto di coabitazione che un fatto politico; perché si sta assieme in politica se si ha una linea politica comune 0 si può coabitare, ed ognuno ha un piccolo spazio di questa residenza che attualmente condividete tutti insieme. Certamente questo non lo ammette-
Resoconti Parlamentari 8579 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 Luglio 1984
rete, non chiedo tanto, però questo segnerà fortemente il dibattito politico di questigiorni.
Onorevole Presidente, io non voglio quindi insistere. Lei era partito da una sottolineatura che noi abbiamo apprezzato; il dovere di governare. Ricordo i primi tentativi che lei fece e anche i primi condizionamenti che subi, comunicati dai segretari del pentapartito, che le dissero di non procedere alle nomine. Lei tentò di fare qualche cosa in modo pasticciato ed in modo confuso. Ebbene, questa è una questione che può qualificare un governo oppure affossarlo definitivamente, ma non solo qui in Assemblea, anche nella società siciliana, riconfermando una impossibilità, una incapacità di governare che, mi pare, sia la caratteristica fondamentale della politica del pentapartito.
Quindi, in conclusione, io ho sentito circolare la voce che qualcuno vi avrebbe consigliato di proporre la questione pregiudiziale, la questione di improponibilità della mozione. Mi creda, ha fatto bene a non accogliere questo suggerimento; stia molto attento, perché con la nostra mozione chiediamo una cosa molto precisa e ribadiamo critiche che ho cercato di richiamare motivate ed argomentate, e la invitiamo formalmente a rispettare le leggi.
So che lei oggi ha detto che l ’unica guida per il Governo sono le leggi della Regione. Bene, questa mozione richiama, per le due questioni che pone, in conclusione, il rispetto delle leggi della Regione. Noi non le chiediamo nient’altro. Nominare il consiglio di amministrazione dell’lrcac, come di altri enti, è un suo dovere; invece, inviarvi un commissario, e in particolare un commissario che politicamente la possa rappresentare è cosa ben diversa; significa soltanto fare l’interesse della sua corrente, del suo partito, cercare di ottenere un risultato che può interpretarsi, come io ho cercato di dire. Con la volontà di occupare uno spazio di potere e nient’altro.
SANTACROCE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SANTACROCE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che non avendo potuto esprimere la posizione del mio partito nel
corso del dibattito svoltosi in quest’Aula, per la mozione Ipab, possa rompere il muro del silenzio oggi, silenzio allora determinato da due considerazioni. La prima per non dare la sensazione che un intervento su quella materia potesse essere inteso come un atteggiamento pregiudizialmente ostruzionistico contro un provvedimento legislativo, quello relativo alla legge sulle aziende in crisi, verso il quale noi avevamo espresso le nostre preoccupazioni e le nostre perplessità; la seconda perché ritenevo di potere riprendere l’argomento nel corso del dibattito sulla mozione numero 591 presentata dal Gruppo comunista, sulla nomina del commissario straordinario alTIrcac che presenta parecchi elementi assimilabili con la precedente mozione per Tlpab.
D’altra parte ritengo di non essere fuori tema, riprendendo una considerazione fatta dall’onorevole Michelangelo Russo nel corso del suo intervento e che vi rileggo; « ... che cosa cambia » — dice l ’onorevole Russo « che cosa cambia tra la moglie di Barrino e il commissario che voi avete nominato al- rircac? Non lo avete nominato con lo stesso spirito, con lo stesso criterio? ». Se questa sera, riprendo quell’argomento, qualcuno potrà obiettare che il mio intervento è viziato da un risultato già acquisito, quindi facile, perché dedotto col « senno del poi »; ma farei un torto alla mia coscienza, alla mia sensibilità e al mio modo di fare politica, se oggi io non esprimessi il mio punto di vista, prescindendo dagli effetti scaturiti da quel dibattito, aggiungendo che non modificherei di una sola virgola la tesi che avrei sviluppato allora. Potrà sembrare strano, ma io dico, che il collega Lo Turco in quella vicenda è stato coraggioso a metà, perché non ha saputo trarre tutte le conclusioni dopo le cose dette e le motivazioni addotte per legittimare i suoi provve-, dimenti. Egli infatti ha spiegato a questa Assemblea che il suo comportamento nasceva da motivazioni di ordine funzionale e da motivazioni di ordine giuridico, e pertanto aveva adottato precisi criteri sulle scelte, avendo applicato rigorosamente lalegge. . .
A sostegno di queste motivazioni aveva sottolineato che la sostituzione dei commissari in alcune opere pie della Sicilia sono, com’è noto, avvenute per diverse cau
Resoconti Parlamentari 8580. Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatum 238” SEDUTA 25 L uglio 1984
se; « le più ricorrenti sono da ricollegare a molivi strettamente d’ordine funzionale e soprattutto di correttezza patrimoniale », ha detto Lo Turco, tenuto conto che molti commissari si erano dimessi e che per numerosi Ipab erano state accertate obiettive cause di disfunzione, essendo incorsi i relativi consigli di amministrazione in gravissime inadempienze; molti di questi bilanci non sono stati presentati da circa sette anni; la scelta di nove amministratori straordinari è caduta nella quasi totalità fra i dipendenti di enti pubblici e in ogni caso per tutti è stata esperita la procedura per l ’accertamento del possesso dei requisiti civili e morali indispensabili per l ’esercizio della carica pubblica affidata. Ha aggiunto poi che la nomina dei commissari nelle opere pie era stata fatta a norma dell’articolo 46 della legge 17 luglio, che conferisce all’Assessore per gli enti locali, in casi specificamente previsti, il potere di sospendere le amministrazioni deU’Ipab e nominare un commissario, e che l’adozione del provvedimento — ecco il fatto interessante e sotto certi aspetti da non sottovalutare — era avvenuto a seguito di un motivato parere richiesto ed ottenuto dall’ufficio legislativo e legale della Regione.
Per quanto riguarda i criteri delle scelte, dice l ’onorevole Lo Turco, « ho tenuto in grande considerazione due elementi: la scelta di persone residenti in loco, tenuto conto che trattasi di enti di modeste dimensioni con attività laddove la presenza si è limitata a compiti di assistenza, per realizzare notevoli economie nelle spese di gestione; i funzionari commissari in queste opere pie è accertato che incassavano diverse missioni al mese, il che vuol dire più di un milione in moneta contante, considerando anche il compenso mensile fìsso ». Conclude il collega Lo Turco: « credo di avere applicato la legge numero 1 del 1979, perdurando il carattere di precarietà riguardante la gestione delle opere predette ».
E’ chiaro, onorevole Presidente e onorevoli colleghi, che dopo queste motivazioni io non mi sarei sentito di scagliare una pietra nei confronti dell’Assessore regionale per gli enti locali, perché come si evince da queste dichiarazioni, che sono in linea con la legge, ha operato secondo scienza e coscienza. Ha operato, io mi permetto di aggiungere, per mettere in mo
to un meccanismo volto a normalizzare enti pubblici sotto la giurisdizione del suo Assessorato, di questi enti pubblici di cui maggioranza e opposizione, non da que- sat legislatura ma anche dalle legislature precedenti, reclamano la normalizzazione. Dopo queste considerazioni io mi sarei aspettato dal collega Lo Turco una decisione diversa, più aderente alla sua linea. Egli avrebbe dovuto difendere il suo operato, e per difendere il suo operato, per essere conseguente con quella impostazione avrebbe dovuto rifiutare qualsiasi compromesso. Certo, sono lontani i tempi in cui il comandante non abbandonava la nave che affonda, ma dopo le sue dichiarazioni avreb- ve dovuto rassegnare le dimissioni per affidare ad altri la responsabilità di sanare questo provvedimento che, cosi come è stato sottolineato dall’onorevole Lo Turco, mi pare che fosse ineccepibile sia sotto il profilo giuridico e istituzionale sia sotto il profilo morale.
Ho fatto questa premessa perché oggi noi siamo chiamati a discutere su un provvedimento quasi analogo. Un provvedimento che ha le stesse caratteristiche di quello precedente.
E’ stata presentata da parte del Gruppo comunista una interrogazione che ripete (quasi in fotocopia) le motivazioni per le quali si chiedeva all’Assessore Lo Turco l ’autoesclusione dall’organo attivo del Governo regionale. Si ripropongono, e l'ha ripetuto poc’anzi il collega Vizzini, le stesse premesse, le stesse considerazioni. Solo le conclusioni sono diverse. Le conclusioni sono diverse perché — viene detto — « se non ritenga di dovere prestare ossequio alle disposizioni di legge e alle determinazioni della Giunta regionale, sopra richiamate, sottoponendo al vaglio e al parere della Commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana per le questioni istituzionali, l ’esame e gli accertamenti per i requisiti affermati per il dottore Silvestre Liotta, ai fini della nomina dello stesso a commissario dell’Istituto regionale per il credito alla cooperazione ».
Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, è chiaro che io non ripeterò in questa sede, anche perché il Presidente della Regione nella seduta precedente ha chiaramente
Resoconti Parlamentari 8581 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 Luglio 1984
spiegato le ragioni di ordine politico, istituzionale, ed io, aggiungerei, _ morali per le quali il Presidente della Regione ha fatto questa scelta. Il problema, lo pongo, _ in questa sede, invece sotto l ’aspetto politico, oltre che sotto l ’aspetto squisitamente morale. E’ stato detto, e noi siamo d’accordo, che rircac è un ente creato per la gestione del credito per le cooperative. Sappiamo che rircac è acefalo da sette anni, dal momento in cui il suo presidente, onorevole Madaudo, è stato eletto deputato al Parlamento nazionale. Sappiamo che il cori- siglio di amministrazione deH’Ircac è costituito da due componenti rispettivamente prescelti dalle tre associazioni delle cooperative; è presente un esperto, un rappresentante dell’Assessorato del lavoro. Sappiamo che da quando questo organismo è acefalo, la gestione è stata affidata esclusivamente alle organizzazioni delle cooperative. Abbiamo il dubbio, e vorremmo essere tranquillizzati sotto questo profilo, che nella gestione di questo ente che, aggiungo, trattasi di ente preposto per la gestione del credito per le cooperative, i superstiti, i reduci di c[uesto consiglio di amministrazione abbiano svolto il loro compito nella duplice veste di controllati-controllori. Perché? Mi risulta che le ispezioni ordinarie sono state adottate e disposte dalle stesse organizzazioni: Agci,Uci, Lega delle cooperative. Mi risulta che l’istruttoria delle pratiche è stata adottata dagli stessi organismi, che le stesse organizzazioni hanno disposto i finanziamenti, che tutte le decisioni adottate, in ordine alla , richiesta dei contributi, sono state prese con un voto espresso all’unanimità. Mai una astensione!
Di fronte ad un organismo acefalo, con più della metà dei suoi componenti dimissionari, io crédo che il Presidente della Regione aveva il dovere, l ’obbligo morale, di sanare una situazione anomala, di operare una scelta, e questa scelta non poteva essere in un regime di transizione, se non la gestione commissariale. Ebbene poiché su questa scelta non poteva essere applicato il bollo della lottizzazione, ropposizìone comunista ha scoperto . altre incompatibilità sulle quali io ritornerò. Si parla spesso di lottizzazione di posti per fini elettorali da pai te di chi ha responsabilità di governo negli enti locali, nella provincia, nelle regioni. Se vo
lessimo fare una indagine sul comportamento delle maggioranze, di tutte le variopinte maggioranze su questa materia, ci accor- gereimno che la regola dominante nelle scelte è sempre eguale. Le scelte non sfuggono mai a logiche di partito.
Questa è purtroppo la morale corrente. Una morale discutibile, funesta per le istituzioni ma purtroppo terribilmente vera. Orbene, detto questo, io credo che la scelta operata dal Governo di affidare la gestione commissariale dell’Ircac, ad un elemento di provata competenza, di provata capacità professionale, da un elemento che certamente fa onore alla burocrazia di questa Assemblea regionale quale è il dottore Liotta, non può non essere che oculata e responsabile, non si è lottizzato nulla perché non possiamo, amici deH’opposizione, ad un certo momento fare l ’esame istologico « in vivo » per accertare quale cellula del dottore Liotta presenta caratteristiche che possano farci rilevare 1’ appartenenza al Partito repubblicano o al Partito socialdemocratico o al Partito socialista o al Partito della Democrazia cristiana.
Io dico invece che questo provvedimento è legittimo non solo sotto il profilo giuridico ma anche sotto il profilo morale. Legittimo perché sana una situazione di carenza che andava colmata, onorevole Presidente, che dovrà essere colmata in tempi brevissimi. Non può quindi essere interpretato come un atto di prevaricazione da parte del Presidente della Regione, perché mira a restituire àll’ente capacità operativa. E siccome non sono sostenibili argomentazioni valide per caratterizzare il provvedimento come fatto ìottizzatorio, sono riemerse in Aula argomentazioni per le quali si è sviluppato un lungo ed approfondito dibattito in sede di Consiglio di Presidenza, dove ogni forza po-' litica presente, ha espresso senza reticenze il proprio punto di vista.
Io non ripeterò le motivazioni giuridico- ìstituzionali per le quali ritengo che il provvedimento sia legittimo. Aggiungo invece, che se il dottore Liotta, per le grosse responsabilità che gli competono, legate alla sua attività di funzionario delLAssemblea, per le altre che gli derivano dal fatto che è anche consulente del Presidente della Regione sarà costretto ad impegnarsi auAe in questo lavoro di grande responsabililità, col suo noto zelo può correre il rischio del-
Resoconti Parlamentari — 8582 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238" SEDUTA 25 L uglio 1984
rinfarto. Siamo quindi di fronte ad un problema esorbitante dalle competenze del Governo. Siamo di fronte ad un problema legato alla resistenza fisica del dottore Liotta.
Ma è un problema suo, esclusivamente suo. Detto questo, a me pare che sotto il profilo politico e morale questa scelta sia una scelta valida perché sana una situazione ano- profilo politico e morale questa scelta sia una scelta valida perché, ripeto, sana una situazione anomala insostenibile per la efficienza stessa dell’ente e giuridicamente ineccepibile! Quando io esamino, onorevole Presidente, onorevoli colleghi, il comportamento del gruppo parlamentare del Partito comunista italiano su questa vicenda, mi viene alla memoria il ricordo di quella favola di Fedro, quella del lupo e dell’agnello, o forse in maniera più aderente a questo comportamento il ritornello di quella nota canzonetta, che noi abbiamo cantato sette od otto anni or sono, ad un festival di Sanremo, quella delle « pietre ». Voglio dire, se la maggioranza adotta un provvedimento le minoranze tirano le pietre, se non lo fa si comportano allo stesso modo. Io dico, nella situazione drammatica che vive il Paese, di fronte a questo scollamento fra società civile e classe politica noi non possiamo consentirci, nel rispetto che abbiamo per le istituzioni, il lusso di strumentalizzare tutte le situazioni, gridare allo scandalo quando avvengono questi fatti.
Non si può parlare di lottizzazione quando incarichi di responsabilità amministrative vengono affidate a cittadini che hanno i titoli per assolverli prestigiosamente. Non si può parlare di lottizzazione, quando, chi ha responsabilità politica fra i partiti della maggioranza o dell’opposizione, assolve ai suoi doveri chiamando ad incarichi di prestigio chi ha i titoli necessari. Questa regola vige in Emilia Romagna, vale nel Veneto, e non si comprende perché non possa valere anche per la Sicilia! Questo non significa che noi vogliamo legittimare illegittimità o illegalità! (Interruzioni) Se lei ha seguito il mio intervento, si renderà conto che era finalizzato ad altre conclusioni. Se dobbiamo procedere a queste nomine, se riteniamo di potere rinnovare questo consiglio di amministrazione da tempo scaduto, io dico: diamoci un codice di comportamento. .Cioè, diamo la possibilità a persone che hanno certi
requisiti al di fuori e al di sopra del colore della tessera di partito, senza esorcizzare ì partiti, perché i partiti sono un fatto istituzionale in quanto previsti nella carta costituzionale, di assolvere a questi compiti. I partiti di maggioranza o di opposizione si assumano le loro responsabilità, indichino cittadini che abbiano, oltre al requisito della integrità morale, quello tecnico, della competenza e della professionalità, solo cosi avverrà il cambiamento.
Io dico che il risanamento è possibile senza strumentalizzazioni. Il problema della normalizzazione degli enti interessa tutta l ’Assemblea. Interessa la maggioranza ed interessa l ’opposizione, per cui non. credo sia necessario dividersi su falsi problemi. Non si può gridare allo scandalo se l ’Assessore Lo Turco, e ritorno su questo aspetto, fa alcune nomine. Può accadere che anche in un momento di debolezza l ’Assessore per gli enti locali abbia potuto dare un’indicazione forse più congeniale ai suoi interessi di partito, può essere accaduto anche questo; se è accaduto è censurabile siffatto comportamento, ma ciò non può indurci ad ogni pie’ sospinto a gridare allo scandalo.
« Chi di voi non ha peccato scagli la prima pietra ». Certo, amici deU’opposizione, se suscita scandalo una scelta operata dal Governo, che nella sua responsabilità ha poteri di decisione, quale reazione abnorme dovremmo avere nei confronti, ad esempio, di funzionari, di commissari, di presidenti di enti pubblici, che si sostituiscono agli organi' istituzionali, al Governo, all’Assessore, ed imprudentemente fanno delle nomine? Mi risulta •— e su questo argomento presenterò una interrogazione per avere tutti i chiarimenti necessari — che il direttore generale di un ente, uno degli enti, di quelle macchinette mangia soldi, un ente da sopprimere, il dottore Piazza, in dispregio di tutte le norme, di tutte le procedure, di tutte le regole politiche, morali ed istituzionali, ha nominato —- è di qualche giorno fa la nomina — il presidente del consiglio di amministrazione della Gecomeccanica e ramministratore delegato.
CHESSARI. Il dottore Piazza non è il direttore. E’ il presidente dell’Espi.
SANTACROCE. Il presidente dell’Espi. Io mi domando, ho chiesto con angoscia e con
Resoconti Parlamentari — 8583 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238" SEDUTA 25 Luglio 1984
preoccupazione, poteva il signor Piazza farlo scavalcando l ’Assessore per l ’industria? L’Assessore per l ’industria mi risulta non sia a conoscenza di questo provvedimento, che non mi pare sia stato adottato con la sua, non dico complicità, ma con il suo benestare. Né questo provvedimento è stato sottoposto al vaglio della. prima Commissione legislativa.
MARTINO, Assessore -per l’industria. C’è stato. -
SANTACROCE. Non c ’è stato. Nessuno ne sa niente, non ne sa niente l ’Assessore, salvo che l ’Assessore...
MARTINO, Assessore per l ’industria. Non c’è complicità. Manca la conoscenza del problema. Non c’è complicità.
: SANTACROCE. Sapeva l ’Assessore di ciue- sto provvedimento? .
MARTINO, Assessore per l'industria. Il provvedimento è stato fatto tre-quattro mesi fa. ■'
SANTACROCE. Va bene, d’accordo, allora...
MARTINO, Assessore per l’industria. E’ arrivata la delibera soltanto qualche giorno fa.
SANTACROCE. Onorevole Assessore, questo rafforza la mia. posizione: e il mio discorso non voleva essere interpretato come un fatto provocatorio, voleva invece stigmatizzare il comportamento di un amministratore che per disinvoltura supera la stessa classe politica, confermando la norma che la classe burocratica non sia più virtuosa della classe politica, specialmente quella classe burocratica che assurge ad alti livelli nella pub- hlica amministrazione facendo il portaborse.
Ma è chiaro che su questa, vicenda, vogliamo vedere fino in, fondo daVdove vengono le responsabilità e chi ha operato questo colpo di mano.
RUSSO. Onorevole Santacroce, in fondo alla borsa!
SANTACROCE. Non, lo so. Ma lo sa, onorevole Russo, che di gente che porta la borsa ai partiti di governo e il borsone ai partiti di opposizione, n,e troviamo in ogni angolo?
La borsa si può portare per tanti motivi, c ’è chi riesce a portarla con dignità, senza rin,unciare alla propria individualità, c’è invece chi tiene il sacco, anche nelle operazioni più squallide, pur di conquistare mete prestigiose. Sulla nomina del presidente e del consiglio alla Gecojneccanica io domando al Presidente della Regione ed all’Assessore notizie precise, perché se sul piano politico è reato se l ’Assessore Lo Turco nomina, un componente del consiglio di amministrazione, nessuno si preoccupa se il signor Piazza, anche se è il presidente di un ente decotto, un ente sul quale mi riservo di fare precisi addebiti al momento in cui parleremo degli enti, continui a fare il monarca senza dar conto a nessuno del suo operato e delle sue personali responsabilità! Io non griderei allo sean,dalo quando alcuni provvedimenti vengono adottati per dare efficienza e dinamicità, per mettere in moto meccanismi inceppati condannati alla paralisi. Io dico, e concludo, che non si fanno battaglie, tutte le battaglie in nome di un nloralismo che spesso nasconde zone d’ombra, sulle quali, è opportuno fare luce, sradicare la mala pianta del malcostume.10 dico che i provvedimenti adottati e dall ’Assessore. Lo Turco e dal Presidente della Regione sono provvedimenti legittimi sul piano giuridico e su quello morale. Io dico che11 dottore Liòtta, con la sua competenza, può sanare una situazione di grave crisi istituzionale nella quale si sono mossi i reduci, 1 superstiti del consiglio di amministrazione deirircac. Il reghne di prorogatio del consiglio di amministrazione dell’Ircac è durato oltre i limiti del lecito. Io credo che una gestione commissariale affidata ad un tecnico di provata capacità, ad un tecnico di provata competenza, — ed insisto su questa convinzione — onori la burocrazia di questa Assemblea, possa liberare questo organismo, questo ente dalle zone d’ombra che purtroppo ancora lo avviluppano e dare ai cittadini, alle categorie interessate agli artigiani, ai commercianti, quelle rispostè concrete che dal punto di vista istituzionale è chiamato dare.
Resoconti, f. 1159 (500)
Resoconti Parlamentari 8584 — Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238” SEDUTA 25 L uglio 1934
SARDO, Presidente della Regione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SARDO, Presidente della Regione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho avuto modo di chiarire in termini, penso, plausibili le motivazioni giuridiche che hanno sostenuto e sostengono il provvedimento adottato dal Presidente della Regione. Ma io penso che queste motivazioni e le argomentazioni svolte non siano state sufficienti e quindi vorrei aggiungere ancora qualche considerazione; questo perché da parte dell’onorevole Vizzini è stato detto che avendo egli rivisto, riguardato, riconsiderato e forse anche meditato su quanto da me esposto 0 sulle parti più significative del mio intervento è giunto alla conclusione che il Governo ignora le leggi della Regione. Se cosi fosse, in effetti, il richiamo che insistentemente ha voluto proporre l ’onorevole Vizzini in ordine al dovere non di questo Governo ma di tutti i governi (e non solo dei governi ma anche dei cittadini) di rispettare le leggi della Regione, è un richiamo, oltre che utile, addirittura necessario prima di arrivare a considerare che alla critica per un atteggiamento di questo genere si dovrebbe aggiungere la constatazione che ci troviamo di fronte a delle illegittimità.
Onorevole Vizzini, io mi sono sforzato di dire in quella occasione (e potrei qui, ripetendomi, aggiungere forse qualche argomentazione 0 qualche considerazione) che l ’interpretazione della legge, l ’ermeneutica non è un fatto che può essere ricondotto a deformazioni di carattere politico, è una scienza che ha le sue radici innanzitutto nel sistema logico e nelle coereniie deduttive é anche nella proposizione delle disposizioni normative, cioè nel modo in cui sono proposte lè disposizioni normative. E quindi, solo per richiamare a me stesso alcune cose che ho già detto, e che pensò non siano state sufficientemente chiare, mi permetto di ripetere quanto è contenuto nell’articolo 1 della leggé 20 aprile 1976, numero 35. Questo articolo detta una disposizione generale in base alla quale tutte le nomine e le designazioni devono essere sottoposte alla « competente commissione ».
Qui c’è una competenza attribuita per legge; non so fino a che punto sia validal Co
munque abbiamo ritenuto che la prima Cora- missione fosse competente perché è l ’organo che valuta le questioni istituzionali e quindi per ragione di affinità di materia a questa Commissione vengono deferiti i giudizi sulle persone...
VIZZINI. Potrebbe essere un esperto.
SARDO, Presidente della Regione. Ma potrebbe essere anche un altro organo dell’Assemblea, quindi non è una questione nominalistica.
Presidenza del Presidente LAURICELLA
Questa Commissione deve esprimere un parere sulle nomine e sulle designazioni; innanzitutto si dovrebbe dire: sulle propo- volte le leggi vengono fatte affrettatamente, quindi si manifesta un certo strider lessicale; comunque non è un fattore molto importante, onorevole Vizzini, abbiamo ingoiato rospi ben più grossi!
« Per tutte le nomine e le designazioni », tranne che per « le nomine e le designazioni che riguardano persone individuate e nell esercizio del potere sostitutivo ». Sono le due eccezioni. Quando poi nelle conclusioni si dice che « comunque, tutte le proposte devono essere sottoposte », evidentemente, questa disposizione non può che liguardare il primo Gomfna dell’articolo, cioè la norma di Carattere generale, perché, altrimenti, che senso avrebbe aver fatto quelle due eccezioni? Io non intendo aggiungere altri argomenti né fare uno sforzo nella direzione di una chiarificazione che nom aggiungerebbe nulla al problèma che è di per sé, estremamente chiaro.
Ma, fatto questo apprezzamento di carattere politico, l ’onorevole Vizzini è andato al sodo, cioè il problema è di carattere poli' tico, quindi io penso che la premessa che è stata fatta, era una premessa di cornice, perché, evidentemente, chi difende una mozione come proponente non può non dire che il valore di essa risiede nel fatto della illegalità, della illegittimità dalla quale poi derivano i problemi politici: invece non e
Hesoconti Parlamentari 8585 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 L uglio 1984
cosi. La illegittimità non c’è, la illegalità non esiste; e’è un problema. di carattere politico e l’onorevole Vizzini con la consueta onestà iatellettuale lo lia dichiarato. Io gli riconosco questa onestà intellettuale. Intanto l ’aver fatto salvo il problema di carattere personale è ancora un elemento per confermare che problemi di illegittimità non ce ne sono.
Sostanzialmente l ’onorevole Vizzini ha detto: noi ci lamentiamo del fatto che c’è stata da-' parte del Presidente della Regione, che è un esponente politico, pur avendo carica istituzionale e magistràturà Costituzionale, una occupazione di potere e questo fatto che non ci può lasciare passivi, perché riteniamo che dare spazio al Presidente della Regione che è, in quésto caso, rappresentante di un partito politico e non di una magistratura istituzionale, è un fatto politico che, certamente, un partito di opposizione non può far passare sotto silenzio. Vede, onorevole Vizzini, come i problemi diventano chiari; non esiste illegittimità, non. c’è illegalità, : esiste un problema di carattere politico!
Se l ’opposizione, ronorevole Vizzini o qualunque altro deputato, ritiene che vi sia stato un fatto di occupazione del potere politico, evidentemente vi è una censura all’operato del Presidente della Regione. Ma cosi non è. E io mi sforzerò brevemente di dare dimostrazione, -— se ci riuscirò, se mai sarò c a p a c e d i questa . considerazione, ̂ dopo di che il mio intervento si concluderà.
Innanzitutto, a questo proposito vorrei soffermarmi su una dichiarazione dell onorevole Santacroce che parla di occupazione di potere politico, di lottizzazione; quando queste nomine, impropriamente dette, o conferimenti di incarichi, vengono fatti dalle forze di .maggioranza, cioè dai poteri istituzionali che sono gestiti dalle forze di maggioranza, allora è lottizzazione, occupazione di potere politico, o anche, di potere amministrativo, ancora meglio — perché il potere politico senza il potere amministrativo non ha senso, non. ha validità di incidenza nella vita del sociale e quindi nella, vita di relazione è quindi nella comunità —■ ma quando queste cose per caso, o per avventura, fossero fatte da rappresentanti di un potere che non fosse incardinato nella maggioranza o nei partiti, che reggono il Governo, tutto questo non sarebbe più ovviamente lottizzazione e
occupazione di potere politico, sarebbe un fatto normale.
VIZZINI. Date a Santacroce quel che è di Santacroce, è un repubblicano pentito. Io non l ’ho detto.
SARDO, Presidente della Regione. Lei non l ’ha detto, onorevole Vizzini, né io glielo ho fatto dire.
Che cosa è allora l ’atto amministrativo posto in essere in questa, come in qualunque altra occasione in cui si tratta di dare valenza o di dare efficienza a un organismo amministrativo? E’, innanzitutto, un dovere. Onorevole Vizzini, lei diceva: « questo Governo che si è interpretato, si è interpretato da se stesso nel segno del dovere »; guarda caso, nonostante le sue critiche, al momento in cui entriamo nel vivo della questione e centriamo il problema nel politico (come si dice — perché adesso abbiamo terminologie un po’ di moda; il politico, il sociale, il privato — vediamo che il Governo ha fatto puramente ed esclusivamente il suo dovere, perché in carenza assoluta di organi di amministrazione dell’Isti- tuto regionale credito alle imprese artigiane, un solo dovere aveva il Governo: quello di assicurare la continuità amministrativa, e lo ha fatto.
L’esecutivo ha compiuto quello che, non in base alla prassi, ma alla legge doveva essere fatto, effettuando un apprezzamento circa la opportunità dell’atto; ha quindi agito nell’esercizio di un potere discrezionale, pienamente legittimo che è il fondamento del potere amministrativo (questo tante volte lo dimentichiamo, onorevole Vizzini) perché non c’è anmiinistràzione senza pote- nale pienamente legittimo che è il fondate volte lo dimentichiamo, onorevole Vizzini), re discrezionale.
L ’ordine costituzionale dello Stato italiana queste cose stabilisce, ci piaccia o meno, e dovendosi esprimere un atto amministrativo si esercita un potere discrezionale. Quindi si opera una scelta, una valutazione. e nel fare questo si arriva —— l ’ho detto, onorevole Vizzini, onorevoli colleghi che '.mi ascoltate con fanta pazienza e amabilità, quando ho risposto alla interpellanza sullo stesso oggetto — al rapporto di fiducia che inevitabilmente lega chi ha il
Resoconti Parlamentari 8586 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 L uguo 1984
potere discrezionale di conferire l ’incarico e chi è il destinatario della carica; si crea in quel momento il funzionario di fatto, temporaneo, che ripete la ragione delle sue funzioni dal conferimento che gli viene dal potere discrezionale di chi ha il diritto-dovere di esercitare il potere amministrativo; in quel momento questo rapporto di fiducia si va a incentrare — e non l ’ho detto io — in un funzionario di altissima qualificazione funzionarle, bella parola, funzionariale...
VIZZINI. E’ polivalente.
SARDO, Presidente della Regione ... ma anche di altissima qualificazione specifica oltre che di altissima qualità morale. E se il Governo ha fatto questo...
VIZZINI. Viva il Governo!
SARDO, Presidente della Regione. Viva il Governo, lei lo ha detto, onorevole Viz- zini...
RUSSO. Viva il Governo e abbasso Sardo!
SARDO, Presidente della Regione. Viva il Governo e non mi permetto di dire viva Sardo perché sarebbe una piaggeria per me stesso, un po’ eccessiva!
Vorrei evidenziare un ultimo concetto già da me espresso in occasione dello svolgimento deH’interpellanza, e cioè la nomina di un commissario è sempre un fatto eccezionale; rileggo un brano del mio precedente intervento « Sgombrato dunque il campo da qualunque problema in ordine alla legittimità della designazione del dottor Silvestre Liotta, il Governo, con riferimento al punto due del- rinterpellanza, (quindi adesso della mozione) ribadisce che alla gestione amministrativa deirircac si è fatto ricorso unicamente. per sovvenire alla necessità e all’urgenza di assicurare il funzionamento deiristituto i cui organi ordinari saranno tempestivamente nominati non appena esaurita la fase di raccolta delle necessarie indicazioni e di definizione delle conseguenti procedure ». Aggiungo che il signor Assessore, nella sua responsabilità e nel suo prudente apprezzamento politico, queste procedure non .solo le ha avviate, • ma le ha portate a compimento per quanto riguarda la sua responsabilità, urve-
stendo l ’organo collegiale che è là Giunta, di apprezzamenti, di giudizi, di raccordi al- rinterno stesso della Giunta che saranno fatti con la più celere tempestività ».
Onorevoli colleghi, io ho concluso e non voglio tediarvi ancora anche se tante cose potrebbero essere dette.
Signor Presidente, confido che in questa Aula si possa stabilire un momento di serenità e che anche su queste cose che possono essere di non grosso spessore, ma che sono altamente significative, si possa ritrovare una comune via di percorrenza, perché, onorevole Vizzini, non se ne dispiaccia, il comune interesse non è solo che il Governo rispetti la legge, perché questo è un fatto pre- supposizionale, ma è che il Governo possa fare le cose che servono alla Assemblea, alla Sicilia, alla cornunità e l ’ayere assicurato la gestione amministrativa corretta, indiscutibilmente corretta a questo delicato organismo, è un fatto che serve alla Sicilia.
PRESIDENTE. Si passa alla votazione.
RUSSO. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUSSO. Signor Presidente, onorevoli cOl- legM, intervengo . non solo e non tanto per continuare una polemica sulla vicenda, della nomina del commissario àU’Ircàc; credo che il discorso che abbiamo fatto fino ad ora è un discorso fra sordi e quindi mi limiterò soltanto ad alcune brevi considerazioni, anche per rispondere a qualche argomento che è stato introdotto nel corso deh dibattito. Innanzitutto, onorevole Presidente della Regióne, mi sarei aspettato da ella che annunziasse in questa sede il giorno, la data in cui intende nominare il consiglio di ammi- histrazioné deirircac, ma non Tha fatto e non lo farà.
SARDO, Presidente della Regione. Io ho rimpressione che Tei abbia il com plesso del giorno.
RUSSO. No, guardi, onorevole Presidente della Regione, io non hb il complesso. Spesso però mi domando, quando lei parla ®
Resoconti Parlamentari 8587 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 L uglio 1984
quando- lei interviene in questa Assemblea, se mi trovo all’Assemblea regionale siciliana oppure mi trovo di fronte al video ad assistere alla nota rivista « A l Paradise». ,
SARDO, Presidente della Regione. Non la conosco.
RUSSO. Io la conosco invece. E’ condotta brillantemente da un attore che si chiama Oreste Lionello.
s a r d o , Presidente della Regione. Voglio considerare questo suo riferimento un coin- plimento. Non mi dispiace che lei faccia questi riferimenti, all’Assemblea, non a me.
RUSSO. Se ne compiaccia allora. A lei, a lei li faccio.
SARDO, Presidente della Regione. No, a me no! Fuori, uno!
RUSSO. Ora, onorevoli colleghi, certamente, può anche darsi che richiamarsi ; alla p i - genza di nominare il consiglio di amministrazione o i consigli di àmniinistrazione sia diventato un complesso. Per noi è diventato un còmplesso chiedere la nomina, e per lei, onorevole Presidènte dèlia Regione, sarà diventato certamente un complesso non fare le nomine. Perché se le fa è. come la scritta che c’é nelle centrali elettriche: «C hi tocca muore ». E lei, se fa le nomine, salta. E non ■vuole, saltare, da quella sedia non vuole saltare!. . . :
SARDO, Presidente della: Regione. Piccole debolezize umane, cosa vuole?
RUSSO. No, queste debolezze umane credo che abbiano qualche ' altra origine e poi non sono tanto debolezze.
Comunque, ripeto, mi sarei aspettato che almeno questo tema fosse-ripreso.
Vorrei ricordare inoltre ai colleghi, ài Governo e al’ Presidente dellq Regione quando in maniera abbastanza leggera si parla di lottizzaziorie, di interessi che le centrali cooperative possono avere in tutta quésta vicènda, che i rappresentanti delle cooperative si sono dimessi e vorrei ricordare che con la vecchia legge i rappresentanti delle coo
perative sono sei, con la nuova legge saranno tre. Quindi io voglio dire...
SARDO, Presidente della Regione. Io ho parlato di questo, onorevole Russo?
RUSSO. Non sto parlando con lei, non è che i miei interventi si riferiscono sempre all’onorevole Sardo, per carità...
SARDO, Presidente della Regione. Succede tanto spesso che mi sono creato il complesso.
RUSSO. Lei pretende troppo, onorevole Presidente della Regione. Io affermo che rargomento introdotto qui dall’onorevole Santacroce ed introdotto in altri momenti da altri colleghi e cioè che l ’atto compiuto dai rappresentanti delle cooperative fosse un atto per acquisire chissà quali poteri, non risponde al vero e che i rappresentanti delle cooperative nel momento in cui si sono dimessi hanno lasciato un potere sapendo di ritornare al consiglio di amministrazione del- rircac (secondo la legge approvata nel 1979 e mai applicata) tre quando invece attualmente sono in sei, e, guarda caso, tutti gli altri si erano già dimessi. Quindi questo argomento mi pare quanto meno ingiurioso ed io, onorevpli colleglli, vorrei cogliere questo momento per introdurre e per dare una risposta alla questione che spesso come ^ji-0 —_ eccheggia in questa Aula e fuori di questa Aula, dei rapporti che ci sarebbero tra noi comunisti e il movimento cooperativo. Innanzitutto occorre tenere presente che il movimento cooperativo è un organismo abbastanza composito in cui, fino a prova contraria, ci siamo tutti, ma a parte questo quando da parte di qualche esponente democristiano, come si è fatto recèntemente da parte del segretario provinciale della Democrazia cristiana di Palermo, credo che si chiami Graffagnini 0 Graffagnetti...
■ s a r d o , Presidente della Regione. Graf-iagnini. . .. .
R U S S Ò ... si afferma ch e questo rapporto nostro con le cooperative è un rapporto discutibile e sì dice anche che noi attraverso il movimento delle cooperative, attravei-
Resoconti PaTlamentari 8588 Assemblea Regionale Siciliana
IX L egislatura 238“ SEDUTA 25 L uglio 1984
SO le cooperative rosse, come spesso si ripete, possiamo influire e influiamo sulle opere pubbliche, io rispondo testualmente questo: a noi non interessano i messaggi mafiosi e respingiamo qualsiasi messaggio mafioso. Se il dottore Graffagnini conosce fatti, cose che riguardano opere pubbliche, che riguardano affari fatti da cooperative e da imprese private, il dottore Graffagnini ha il dovere di indicare nome, cognome, paternità, luogo di nascita e domicilio delle cooperative, delle imprese private che sono interessate a questi traffici; secondo: ha il dovere di indicare quali amministratori e a quale livello (a livello comunale, a livello provinciale, a livello regionale) hanno sancito con atti amministrativi questi traffici esistenti a livello delle opere pubbliche. Perché i 'privati o le cooperative si possono mettere d’accordo sulla spartizione delle opere pubbliche, ma le opere pubbliche vengono assegnate da sindaci, da assessori regionali o da assessori comunali o provinciali, vengono assegnate da amministratori. Io sfido da questa tribuna, chiunque, e intanto il dottor Graffagnini, indicare nome, cognome, paternità, luogo, data di nascita e domicilio, (il domicilio serve per l ’autorità giudiziaria) delle cooperative, dei consorzi di cooperative, delle imprese private che si ■ sono messi d’accordo su opere pubbliche e— lo ripeto —̂ le amministrazioni o gli amministratori che hanno consentito questi accordi e che hanno sancito con atti amministrativi questi accordi. Quando mi si faranno questi nomi, se ci sono responsabilità che possono riguardare anche cooperative nostre si prenderanno i provvedimenti conseguenti.
I messaggi mafiosi per dire: noi siamo tutti nella stessa barca perché ladri siamo noi e ladri siete voi, carissimi amici e carissimi colleghi, noi li respingiamo al mittente e il mittente, essendo stato segretario provinciale della Democrazia cristiana, queste cose le deve sapere, se non altro perché le ha gestite. Questo volevo dire, onorevoli colleghi, perché questa storia delle cooperative, questa storia di chissà quali accordi e quali misfatti si possono commettere a questo li-- vello — lo ripeto — non ci riguardano, non ci interessano. Se si vuole fare chiarezza, si facciano — lo ripeto i nomi delle persone che, nella qualità di imprenditori, nella qualità di cooperatori e nella qualità di am
ministratori, sono interessate a queste vicende.
Per ritornare, invece, alle questioni che abbiamo posto con la nostra mozione, ritengo che l ’onorevole Vizzini abbia ripreso le motivazioni che erano già state svolte in sede di discussione della interpellanza che abbiamo presentato a suo tempo.
Onorevole Presidente, qui le questioni sono — mi pare — abbastanza precise. Noi riteniamo che la legge 35 (se non vado errato è la 35) debba applicarsi per tutte le nomine che riguardano persone estranee aU’Amministrazione regionale.
Riteniamo che ih dottore Liotta, pur essendo consulente del Presidente della Regione, è una persona estranea aU’Amministra- zione regionale. Quindi, ritenevamo e riteniamo tuttora, che il Governo aveva il dovere di chiedere il parere previsto dalla legge 35. Secondo punto: ritenevamo, e riteniamo, che, di fronte ad un atto che — lo ripeto — è un atto politicamente e civilmente corretto, quale è stato quello dei rappresentanti delle cooperative, che si sono dimessi non per attribuirsi un potere ma per lasciare un potére e per richiedere anche attraverso questo loro atto (che del resto avevano annunciato un mese prima) la nomina del consiglio di amministrazione, sarebbe stata cosa dove- l'osa, da parte del Governo, tenendo conto che, indipendentemente da tutti i ritardi di altra natura, certamente dal momento delle dimissioni al momento della nomina del consiglio di amministrazione un po’ di tempo doveva passare, stabilire un accordo con il movimento cooperativo sulla persona da indicare come commissario dell’Ircac.
Ho detto precedentemente che per me è un fatto spiacevole dovere discutere in quest’ Aula di funzionari dell’Assemblea regionale siciliana (tuttavia abbiamo posto anche altri problemi); certamente se fosse stato richiesto il parere della prima Commissione è chiaro che noi avremmo espresso la nostra opinione anche nel merito delle persone, ma — ripeto — non mi pare che sia il caso di continuare una polemica o di accentuare una polemica che riguarda le capacità di una persona. Io ctedo che intanto l ’atto compiuto dal Presidente della Regione sia politicamente sbagliato e vorrei dire anche non molto corretto perché, onorevole _ Presidente della Regione, l ’ho detto allora e glielo ri-
Uesocónti Parlamentari ' — 8589 — Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238“ SEDUTA 25 L uglio 1984
peto questa sera, è sempre cosa spiacevole nominare i propri consulenti in posti di responsabilità. Io non le ripeterò l ’esempio di Caligola che ha nominato senatore il suo cavallo.
SARDO, Presidente della Regione. Lei lo sa perché Caligola ha nominato il suo cavallo senatore?
RUSSO. Non mi interessa, onorevole Presidente della Regione, io sto parlando dei suoi collaboratori.
SARDO, Presidente della Regione. Eh, ma la storia insegna tante cose, onorevole Russo.
RUSSO. Onorevole Presidente della Regione, 'ritengo i suoi consulenti indubbiamente delle bravissime persone, delle persone capaci, ma affermo che politicamente è sbagliato nominare i propri consulenti commissari0 nei consigli di amministrazione. E’ un modo di procedere, se mi consente, che deve essere considerato poco ortodosso, senza entrare nel merito delle qualità delle persone.
Abbiamo posto inoltre un altro problema (riguardante non il Presidente della Regione ma l ’Assemblea regionale siciliana); onorevole Presidente della Regione, onorevole Presidente dell’Assemblea, noi crediamo che sarebbe stato corretto e politicamente giusto che un funzionario nominato in im posto di responsabilità come quello dell’Ircac—- sempre sottohnendo la necessità di tenere lontano1 funzionari dell’Assemblea da responsabilità sabilità come quello dell’Ircac — sempre sottolineando la necessità di tenere lontano i funzionari dell’Assemblea da responsabilità amministrative per le polemiche che. .le responsabilità amministrative possono suscitare — avesse avanzato la richiesta di essere messo in aspettativa o che da parte del Consiglio di presidenza fosse intervenuta la decisione di porlo in aspettativa in modo tale da non mettere in difficoltà il dottore Liotta, che reputo ■ una persona rispettabilissuna e mi dispiace veramente che possa essere al centro di una polemica. Io al posto del dottore Liotta avrei continuato a fare il consulente del Presidente della Regione, onorevole Sardo, e non avrei mai accettato di fare il commissario dell’Ircac, proprio per evitare le polemiche che sarebbero inevitabilmen
te sorte su una nomina che politica è e politica resta.
Queste, onorevole Presidente, sono le considerazioni che noi abbiamo voluto svolgere. Rispetto a queste considerazioni, onorevole Sardo, lei ritorna ad insistere con le sue argomentazioni pseudo giuridiche, con le sue elucubrazioni di carattere lessicale, che, ripeto, possono anche fare divertire, fare distendere l ’Assemblea in momenti di tensione, ma io ritengo che non si può, di fronte ad una argomentazione che abbiamo portato qui, continuare a ripetere le stesse cose senza che nulla venga modificato. In queste condizioni, onorevole Presidente e onorevoli colleghi, noi insistiamo sulla nostra mozione nel senso di chiamare il Governo a prendere i provvedimenti che sono indicati nel dispositivo della mozione stessa.
PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione numero 110 « Revoca della nomina del Commissario straordinario dell’Ircac e ricostituzione degli organi di amministrazione ordinaria del suddetto istituto.
RUSSO. Chiedo la votazione a scrutinio segreto.
SARDO, Presidente della Regione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. :Ne ha facoltà.
SARDO, Presidente della Regione. Su questa questione, avendo noi estrema certezza del buon diritto e della legittimità del provvedimento e soprattutto perché la questione travalica il momento, il Governo pone la questione di fiducia.
(Proteste del settore di sinistra)
' CUSIMANO. Chiedo di parlare per dichiarazióne di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CUSIMANO. Onorevole Presidènte, onorevoli colleghi, il gruppo del Movimento sociale itajiano - Destra nazionale non ha preso parte al dibattito perché pensava di potere votare apertamente sul documento presentato dal Partito comunista. Il gruppo
Resoconti Parlamentari 8590 Assemblea .Regionale SicilìaTm
IX Legislatura 238* SEDUTA 25 L uglio 1984
del Movimento sociale italiano avrebbe votato contro la mozione presentata dal Partito comunista ritenendo tutta l ’azione strumentale e riconoscendo, alla luce dei fatti, che andava comunque risanata una situazione airinterno deirircac, riconoscendo altresì al dottore Liotta capacità e competenza tali per potere gestire come commissario l ’Ircac. Evidentemente avendo posto il Governo la questione di fiducia, il fatto passa in secondo ordine: non si vota più sul documento cioè sulla revoca della nomina a commissario del dottor Liotta, ma si vota sulla fiducia. Per cui il gruppo del Moviménto sociale italiano, partito di opposizione non può votare la fidùcia perchè tradirebbe tutta la propria impostazione che è di opposizione é di alternativa a questo Governo. Ho voluto fare questa dichiarazione di voto per assumere apertamente le nostre responsabilità. Quindi il nostro voto si intende come voto di sfiducia al Governo, non di accettazione delle tesi sostenute dalla mozione del Partito comunista.
RUSSO. Chiedo di paidare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUSSO. Signor Presidente, solo per dire questo: noi riteniamo che sia semplice-mente vergognoso che il Governo chieda la fiducia su un fatto di questo genere e la chieda perché ha paura che da una votazione segreta possa essere sconfitto; è un atto di meschinità, sotto tutti i punti di vista, che caratterizza questo Governo. Quando un Governo chiede la fiducia sulla nomina di mi commissario aU’Ircac, francamente siamo al di fuori di qualsiasi logica e al di fuori di qualsiasi situazione di normalità. A parte le considerazioni che noi abbiamo svolto, onorevole Presidente, noi riteniamo come gruppo comunista, di non dovere partecipare alla votazione di fiducia per il Governo, di non dovere partecipare perché ci ver’gognia- ino di partecipare ad una votazione di fiducia al Governo nella quale è in discussione la nomina del dottor Liotta a commissario dellTrcac.
Onorevoli coll'éghi della maggioranza, date la fiducia pure alTonorevole Sardo; naturalmente sé la votazione si fosse fatta in piena
libertà molti di voi avrebbero condiviso le nostre opinioni. Ma ripeto, siccome Tonore- vole Sardo ha chiesto la fiducia sulla nomina del commissario dell’Ircac dategliela pure, tm to voi stessi sapete benissimo che siete disponibili a toglierla domani mattina e or- rnai voi stessi, sapete di avere da fare non più con un Governo ma con una situazione che rasenta, anzi, che ha superato il ridicolo. E francamente noi non ci sentiamo di essere persone che possono, in, qualche modo, dare una mano o consentire che fatti di questo genere si possano verificare in quest Aula. Quindi l ’onorevole Presidente della Regione si faccia dare la fiducia dal’Assem- blea, si faccia dare la fiducia dalla sua maggioranza, mantenga il dottor Liotta all’Ircac, faccia tutto quello che ritiene di fare. Credo che, in molte occasioni, non ci sia bisogno di parole: sono i fatti che qualificano i Governi e le persone. Noi., non ci sentiamo,, ripeto, di partecipare a' questa votazione; usciamo daH’Aula é ritorneremo quando continueremo a discutere di altri argomenti.
ERRORE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERRORE. Onorevole Presidente, intervengo brevemente per stigmatizzare con forza il comportamento del capogruppo del Partito comunista italiano, onorevole Michelangelo Russo. Credo infatti che tutte le battaglie politiche possono avere un senso, una linea ed alcuni obiettivi, strumentali o no, ma non è consentito, in un consesso di cosi alto livello, assumere giudizi che certamente non appartengono ad uomini che hanno la propria dignità e un niandato popolare da difendere. Credo che il ' Governo, proprio nel momento in cui punta alla nomina di un commissario per risanare uno dei settori che certamente richiede notevole attenzione da ‘parte di tutte le forze politiche,' proprio si qualifichi. E nel momento in cui queste cose vengono utilizzate strumentalmente per tentare di mettere in difficoltà il Governo mi corre l ’obbligò di affermare che se Tesecu- tivo dovrà còncludère la propria funzione non sarà a causa del tipo di opposizione che viene instaurata in quest’Aula, ma dalle condizioni politiche generali, per il superamento delle
Resoconti Parlamentari — 8591 Assemblea Regionale Siciliana
IX Legislatura 238* SEDUTA 25 Luglio 1984
quali dovrebbe manifestarsi Timpegiio di tutti noi per il buon nome della Sicilia.
E non è consentito, ripeto, questo modo volgare di affrontare le questioni. Noi interveniamo proprio per porre un problema di metodo perché non possiamo consentire l ’utilizzazione da parte del Partito comunista di una linea di aggressione che, certamente può essere sopportata da quanti hanno linee compromissorie con il Partito comunista, non certamente da parte di uomini liberi che anche a questo livello, vogliono condurre le proprie battaglie politiche.
PICCIONE PAOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. 'N b ha facoltà.
PICCIONE PAOLO. Onorevole Presidente e onorevoli colleghi, in questi ultimi tempi abbiamo seguito con particolare curiosità l ’atteggiamento della opposizione in generale e quello aggressivo, con tutte le caratteristiche che questo comporta, dell’opposizione del Partito comunista. E ci siamo trovati davanti ad una serie di proposizioni ispettive, qualche volta interessanti, tra l ’altro non prive di qualche contenuto in quanto alla curiosità sollevata. Stasera abbiamo trattato una stranissima interpellanza-mozione, che in realtà non può essere compresa da chi è al di fuori di quest’Aula, dove già noi comprendiamo assai poco. Ma che cosa può capire l ’opinione pubblica? Soltanto chi è dentro e parzialmente conosce il dottore biotta cosi come i personaggi, le personalità palermitane, quelle deU’Assemblea regionale. Una mozione ad personam, come si dice. Una mozione diretta a colpire una persona; perché mi pare del tutto ovvio che il Governo avesse il diritto di nominare provvisoriamente per la funzionalità deU’ente un commissario o un presidente alTIrcac.
Il Governo ha posto correttamente la « questione di fiducia ».
Nel corso del dibattito e per questo ho chiesto di parlare, Tonorevol^ Russo si è lasciato trascinare e devo dire inconsuetamente, anche per Tonorevole Russo, che è particolarmente prorompente, in una sorta di « turpiloquio », che può essere anche nocivo per la stessa dignità delTAssemblea regionale; tal che mi permetterei di chie
dere di cancellare quelle espressioni dal verbale perché domani, chi fosse tanto curioso, (lettore, storico o studioso) di rileggere questi verbali, non pensasse il peggio dell’Assemblea e dello stesso onorevole Russo. E un’altra annotazione desidero fare, che attiene aneli’essa alla dignità di quest’Assemblea.
Io ho avuto occasione di scrivere sui giornali della nostra Isola, per dire che il senso che il Partito comunista sembra attribuire al cosiddetto « voto segreto » delTAssemblea non è condivisibile; non è per nulla condivisibile. Quando Tonorevole Russo si lascia andare a questa testuale, o pressoché testuale espressione « Se vi fosse stata stasera la libertà di voto il Governo poteva essere battuto », identifica libertà o manifestazione di essa e voto segreto.
Ora io mi domando se la libertà del deputato coincida col voto segreto, o se, per caso, non sia questo un modo surrettizio per ingannare l ’elettorato. Perché l ’elettorato in generale non dà al deputato il diritto di votare segretamente, qualche volta contro la sua stessa parte politica, ma gli conferisce piuttosto il compito, che diviene dovere, di esprimere con chiarezza quali sono le sue posizioni politiche, anche all’interno delTAssemblea elettiva; tanto ciò è vero che l ’Assemblea regionale, qualche anno fa, ha abolito il voto segreto sul bilancio, e lo ha fatto per la ragione semplicissima che non poteva essere il voto segreto l'occasione della « trappola »._ A mio avviso l’opposizióne deve manifestarsi in modo palese, in maniera soprattutto che ne esca garantito l ’elettorato. Ora mi sembra curioso che un partito — almeno quello comunista e quello italiano, fra i partiti cornu-
— cosi geloso delle libertà costituzionali, che ha contribuito a riconquistare per il nostro Paese, attribuisca Una occasione di particolare liberazione del deputato che vota segretamente, possibilità questa che è finita col diventare in quest’Aula una sorta di perfida trappola per i governi e nello stesso tempo di inganno per l ’elettore che ha mandato qui il deputato, che lo ha eletto.
Ecco, su questo punto forse varrebbe la pena di aprire tra di noi un sereno dibattito per giungere alla abolizione del vóto segreto, e comunque ad una forte limitazione
; di esso, è cioè perché nessuno dei deputati
Resoconti, f. 1160(500)
Resoconti Parlamentari 8592 Assemblea Regionale Siciliana
IX L egislatura 238" SEDUTA 25 L uglio 1084
che segretamente vota in modo diverso da come la sua coscienza, il suo mandato gli dovrebbe suggerire, ha mai avuto il coraggio di denunciare di avere votato contro una determinazione o un giudizio politico del Governo, e questo è profondamente disdicevole.
Votazione per appello nominale.
PRESIDENTE. Si procede alla votazione per appello nominale della mozione numero 110.
Chiarisco il significato del voto: si, esprime fiducia al Governo; no, il contrario.
Invito il deputato segretario a procedere all’appello.
TAORMINA, segretario, procede all’appello.
Rispondono si: Alaimo, Avola, Brancati, Campione, Canino, Capitummino, Caraglia- n,o, Coco, Costa, Culicchia, D’Alìa, Di Caro Eri'ore, Fasino, Ferrara, Ganazzoli, Gentile Raffaele, Giuliana, Gorgone, Granata, Grillo, Grillo Morassutti, Guerrera, locolano, Leanza Salvatore, Leanza Vincenzo, Lo Curzio, Lo Giudice, Lo Turco, Macaiuso, Man- tione. Martino, Merlino, Mezzapelle, Muratore, Musetto, Nicita, Nicoletti, Nicolosi, Orbile, Petralia, Piccione Nicolò, Piccione Paolo, Pisana, Pizzo, Piacenti, Plumari, Ravidà, Rosane, Santacroce, Sardo, Sardo Infirri, Ste- fanizzi. Stornello, Taormina, Trincanato.
Rispondono no: Cusimano, Davoli, Grammatico, Paolone, Tricoli, Virga.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Prego il deputato segretario di procedere al computo dei voti.
{R deputato segretario procede al computodei voti)
Risultato dèlia votazione.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione per appello nominale:
Presenti . . . .Astenuto . . . .Votanti . . . .Maggioranza . . .Hanno risposto sì .Planno risposto no .
{L’Assemblea approva la fiducia al Governo)
Sull’ordine dei lavori.
COLOMBO. Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
COLOMBO. Signor Presidente, propongo, dato il gran numero di deputati presenti in Aula, di procedere alla votazione finale dei disegni di legge all’ordine del giorno, che attendono dal 1983 di essere votati.
CUSIMANO.. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CUSIMANO. Signor Presidente, mi richiamo alla decisione della conferenza dei capigruppo. Se la Commissione finanza volesse stasera licenziare una parte di quei disegni di legge che dovrebbero far parte del pacchetto conclusivo della sessione, dovremmo interrompere subito la seduta per consentire alla Commissione stessa dì lavorare. Se si vuole procedere oltre, ̂ si faccia pure. Evidentemente non credo e non penso che il pacchetto dei disegni di legge che dovrebbero essere esaminati dalla Commissione finanza potrebbero essere- p ron tip er l ’Aula per la chiusura della sessione.
PRESIDENTE. Onorevoli colleglli, in effetti era stabilito nella conferenza dèi capi- gruppo che avremmo dovuto dare la possibilità alla Commissione finanza di 'lavorare- Quindi, ritengo di dovermi attenere alla linea già stabilita. Pertanto, onorevole Colombo, si procederà alla votazione finale dei disegni di legge nella seduta di domani, per consentire alla seconda Commissione di riunirsi.
Hesoconti Parlamentari 8593 Assemblea Regionale Siciliana
238“ SEDUTA 25 L uglio 1984
RUSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RUSSO. Signor Presidente, per ricordare soltanto che sulla questione delle piattaforme delTEni vi era un impegno abbastanza consolidato, preso in Aula, nel senso di affrontare l ’argomento.
Comprendo Tosservazione dell’onorevole Cusimano ma bisognerebbe trovare il momento adatto per affrontare il problema. Basterebbe un dibattito molto stringato con la risposta del Governo. Non abbiamo nulla in contrario, purché si inizi alle ore 9 iscrivendo gli atti ispettivi sulle piattaforme al primo punto.
PRESIDENTE. D’accordo. La seduta è rinviata a domani giovedì 26 luglio 1984 alle ore 9,00, con il seguente ordine del giorno:
I — Comunicazioni.
n — Svolgimento unificato delle interpellanze:
numero 556: « Utilizzazione di imprese siciliane e di manodopera locale per la costruzione delle piattaforme petrolifere nel canale di Sicilia », degli onorevoli Tusa, Russo, Bosco, Chessari;
numero 558: « Interventi immediati presso il Governo nazionale peicne siano fatti valere i diritti della Regione sui giacimenti petroliferi ̂scoperti nel canale di Sicilia », deb onorevole Lo Curzio;
numero 562: « Interventi per assicurare alla Sicilia la costruzmne delle piattaforme di ricerca petrolifere progettate da Montedison ed Eni », dell ’onorevole Lo Curzio;
numero 599: « Iniziative per assicurare alla Sicilia la costruzione^ delle piattaforme petrolifere commissionate da Eni e Montedison », degli onorevoli Parisi Giovanni, Russo, Tusa, Bosco, Altamore, Aiello, Amata, Ammavu- ta, Bartoli, Bua, Chessari, Colombo, Damigella, Franco, Ganci, Gentile Ro
salia, Laudani, Martorana, Risicato, Vizzini;
numero 6Ò0: « Partecipazione diimprese siciliane alla costruzione delle piattaforme petrolifere Eni e Montedison », degli onorevoli Gentile Raffaele, Granata, Di Caro, Ganazzoli, Leanza Salvatore, Musetto, Petralia, Piccione Paolo, Stefanizzi, Stornello.
n i — Discussione dei disegni di legge:1) « Modifiche agli articoli 53, 54 e 56 deirOrdinamento amministrativo degli enti locali » (768-777-779/A);
2) « Interpretazione autentica della legge regionale 26 luglio 1982, numero 69, concernente proroga delle supplenze conferite alle insegnanti ed alle assistenti delle scuole materne, nonché degli incarichi e supplenze al personale docente e non docente in servizio presso gli istituti regionali d arte » (452/A);
3) « Norme riguardanti gli enti economici regionali, interpretazione autentica dell’articolo 6 e modifiche alla legge regionale 9 maggio 1984, numero 27 » (753/A);
4) « Costruzione di un bacino di carenaggio di 150.000 TPL nel porto di Palermo e intervento straordinario per il completamento del secondo bacino di carenaggio nel porto di Trapani » (644-372/A);
5) « Norme modificative della legge regionale 27 dicembre 1978, numero 71 e scioglimento delle assemblee consortili dei comprensori urba- nistici di cui alla legge regionale 3 febbraio 1968, numero 1 e successive modifiche » (593-657-745/A);
'6) « Piano di intervento contro T uso non terapeutico delle sostanze stupefacenti e psicotrope » (661/A);
IV __ Proroga, ai sensi del primo commadell’articolo 68 del Regolamento interno, del termine già scaduto per la presentazione delle relazioni su disegni di legge da parte delle competenti Commissioni legislative.
Resoconti Parlamentari 8594 Assemblea Regionale Siciliana
IX L egislatura 238'‘ SEDUTA 25 Luglio 1984
V — Votazione finale dei disegni dì legge:1) « Istituzione di corsi di qualifi
cazione professionale e provvidenze straordinarie a favore di lavoratori dipendenti da aziende in crisi » (601- 630/AW s);
2) « Sussìdio straordinario in favore della cooperativa Radar S.r.l. editrice de ” I Siciliani” » (744/A);
3) « Interpretazione autentica delle leggi regionali 29 febbraio 1980, numero 7 e 18 aprile 1981, numero 70, concernenti il riordino urbanistico- edilizio » (636/A);
4) « Costruzione di una stazione radioastronomica nel comune di Noto » (646/A);
5) « Ulteriore proroga dei termini di cui all’articolo 5 della legge regionale 30 maggio 1983, numero 45, concernente il personale delle unità sanitarie locali » (758-782/A);
6) « Norme finanziarie per l ’Ente acquedotti siciliani » (680/A).
La seduta è tolta alle ore 20,25.
DAL SERVIZIO RESOCONTI Il Direttore
Doti. Loredana Cortese
Arti Grafiche A. RENNA - Palermo
Top Related