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Corso di Introduzione alle Scritture

Prof. don Davide Arcangeli

Il corso di Introduzione alle Scritture ha l'obiettivo di costruire una competenza di base dello studente per una lettura sensibile ai diversi approcci letterari e scientifici e alla dimensione canonica e teologica dei testi biblici. Tale corso intende anche suscitare il desiderio di leggere a approfondire la Bibbia, per fondare su solide basi la maturazione spirituale, biblica e teologica dello studente all'inizio del suo percorso di scienze religiose.

La forma letteraria utilizzata quella del commento - con applicazione ai testi biblici - dei principi teologici ed ermeneutici contenuti nella Costituzione dogmatica conciliare Dei Verbum e dei metodi ed approcci esegetici presentati nel documento della Pontificia Commissione Biblica, intitolato Interpretazione della Bibbia nella vita della Chiesa (1993).

Bibliografia obbligatoria

Conc. Vat. II, Dei Verbum. Costituzione Dogmatica sulla divina rivelazione, 1965.

Benedetto XVI, Verbum Domini. Esortazione apostolica postsinodale, 2010.

Pontificia Commissione Biblica, Linterpretazione della Bibbia nella vita della Chiesa, 1993.

G. FISCHER, Conoscere la Bibbia. Una guida all'interpretazione, EDB 2013 (solo le pagine indicate nel programma).

L. MAZZINGHI, Storia di Israele dalle origini al periodo romano, EDB 2007.

INDICE

1. COMMENTO A DEI VERBUM 13: PAROLA DI DIO IN PAROLE UMANE5

1.1 Il mondo del testo e l'atto del leggere come rifigurazione. La struttura comunicativa del testo (cfr. G. Fischer Conoscere la Bibbia. Una guida all'interpretazione. EDB 2013, 117 - 128).5

1.1.1. la prefigurazione6

1.1.2 la configurazione8

1.1.3 la rifigurazione9

1.2 Parola di Dio in parole umane10

2. COMMENTO A DV 7: SCRITTURA E SCRITTURE13

3. IL CANONE DELLE SCRITTURE17

3. 1 Canone Ebraico17

3. 2 Canone greco18

3.3. Canone del Nuovo Testamento19

3.4 Significato degli aggettivi seguenti: anonimo, apocrifo, autentico e pseudoepigrafo in rapporto agli scritti del NT.19

3. 5 Cenni di critica del testo e problema della traduzione (G. Fischer Conoscere la Bibbia. Una guida all'interpretazione. EDB 2013, 20 25).20

4.COMMENTO A DV 16. AT E NT: MODELLI DI RAPPORTO.22

5. COMMENTO A DEI VERBUM 15: FIGURA CHRISTI28

5.1. Gn 6, 1 22: la giustizia di dio e lobbedienza del servo28

5. 2 Analisi narrativa.Commento a Interpretazione della Bibbia nella Chiesa (P.C.B. 1993; 1281 1284 Enchiridium Biblicum 1305 - 1309).30

5.3. Il sacrificio di Isacco in Gn 22 dal punto di vista narrativo32

5.4. Coda su senso letterale e senso spirituale34

6. COMMENTO A DV 12: LA CRITICA STORICA35

6. 1 Il metodo storico-critico. Interpretazione della Bibbia nella Chiesa (P.C.B. 1993; 1281 1284 Enchiridium Biblicum)35

6. 2 Esempio: Esodo 13, 17 14, 21.35

6.2.1 Premesse37

6.2.2 Confini del racconto e problemi interni37

6.2.3 Narrazione e teologia38

6.2.4. Conclusione39

7. COMMENTO A DEI VERBUM 14 ALLA LUCE DI OSEA 2, 4 25: L'ECONOMIA DELLA SALVEZZA NELL'AT40

8. COMMENTO A DV 12: I SALMI E I GENERI LETTERARI43

8.1 Commento al Salmo 13643

8. 2 scheda sui generi letterari dei Salmi46

9. APPROCCIO CANONICO. COMMENTO A INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA NELLA CHIESA ( P.C.B. 1993; 1328 1332): MOS, PROFETI E ALTRI SCRITTI, VERSO UNA TEOLOGIA DEL CANONE VETEROTESTAMENTARIO.48

10. APPROCCI ARCHEOLOGICI E STORICI ALLA BIBBIA (CFR. G. FISCHER CONOSCERE LA BIBBIA. UNA GUIDA ALL'INTERPRETAZIONE. EDB 2013, 97 - 103)53

11. COMMENTO A DEI VERBUM 11: ISAIA E LISPIRAZIONE53

12. COMMENTO A DEI VERBUM 17: IL VANGELO DI PAOLO E IL NT.56

13. COMMENTO DEI VERBUM 18 A PARTIRE DA MT 13, 1 51. LA SAPIENZA PROFETICA E PARABOLICA DI GES.59

13. 1 Cristologia dal basso e dallalto.61

14. INTERTESTUALIT E COMPIMENTO IN Gv 19, 16b-4263

15. LA CHIUSURA DEL CANONE NEOTESTAMENTARIO. L'ESEMPIO DELLA PRIMA LETTERA DI GIOVANNI.68

15. 1 Cenni di Analisi Retorica. Commento a Interpretazione della Bibbia nella Chiesa (P.C.B. 1993; 1294 1304).68

15. 2 Lesempio di 1 Gv: I cristiani dellultima ora, tra amore del Padre e desideri del mondo (1 Gv 2, 7 - 28) da Parole di Vita, Anno LVII n. 5. 25-30.69

1. COMMENTO A DEI VERBUM 13: PAROLA DI DIO IN PAROLE UMANE

DEI VERBUM 13

13. Nella sacra Scrittura dunque, restando sempre intatta la verit e la santit di Dio, si manifesta l'ammirabile condiscendenza della eterna Sapienza, affinch possiamo apprendere l'ineffabile benignit di Dio e a qual punto egli, sollecito e provvido nei riguardi della nostra natura, abbia adattato il suo parlare (27). Le parole di Dio infatti, espresse con lingue umane, si son fatte simili al parlare dell'uomo, come gi il Verbo dell'eterno Padre, avendo assunto le debolezze dell'umana natura, si fece simile all'uomo.

1.1 Il mondo del testo e l'atto del leggere come rifigurazione. La struttura comunicativa del testo (cfr. G. Fischer Conoscere la Bibbia. Una guida all'interpretazione. EDB 2013, 117 - 128).

Che cos la Bibbia? Questa domanda il punto di partenza del nostro percorso di introduzione. Quando abbiamo il libro in mano, ci sembra di sapere esattamente cosa sia una bibbia. Eccola qui in mano, se unedizione tascabile pu tranquillamente essere tutta contenuta nel palmo della mia mano. Tuttavia possiamo approfondire un po questo oggetto, magari aprendolo e leggendo le prime pagine.

Leggere: non si pu parlare della Bibbia senza far riferimento ad un lettore e ad un atto di leggere, proprio perch si tratta di un libro, e un libro non coincide mai con un insieme di pagine di carta, quello solo un supporto mnemonico. Infatti se dicessimo che il libro coincide sol supporto mnemonico di carta, un libro letto su un kindle non pi tale. Inoltre una stessa edizione di un determinato libro, come ad esempio i fratelli karamazov di Dostoevskij, pu avere centinaia di migliaia di copie.

Allora il libro non pu banalmente coincidere con un supporto cartaceo o informatico. Un libro molto di pi. un evento di comunicazione che coinvolge un autore e pi lettori, reso possibile da un insieme di riferimenti (lettere, parole, segni grafici, grammatica, sintassi, retorica, scelte narrative) che costituiscono la scrittura. Allora c un autore, che con le sue scelte narrative e stilistiche intende coinvolgere il lettore, fargli fare un percorso, suscitandogli sentimenti e comprensioni nuove, per trasformarlo. Naturalmente si tratta di un lettore che lautore stesso ha in mente (implicito), lettore dotato di un bagaglio di conoscenze e di una mentalit precisa. Poi c un testo che un insieme di riferimenti, che contengono un mondo (il mondo del testo), al quale si pu accedere solo decodificandoli. E c un lettore reale che nella misura in cui si lascia coinvolgere in questo mondo del testo, lo comprende e si comprende davanti ad esso. Attraverso cosa avviene tale comprensione? Attraverso latto di lettura. Il problema, specie con i testi antichi, che il lettore spesso non dotato di tutti i requisiti che lautore vorrebbe che egli avesse per capire la sua opera (scarto tra lettore implicito e lettore reale). Qui tutta la difficolt della lettura che un interpretazione, sempre pi complessa a mano a mano che i mondi culturali di autore e lettore sono distanti.

Vedete allora che cosa complessa un libro, esso sempre un evento di comunicazione!

Riassumendo: un libro non si identifica con il suo supporto cartaceo (tra laltro se cos fosse, gli e-book non sarebbero libri!), ma qualcosa di pi, un evento di comunicazione che avviene tra un autore e una comunit di lettori.

Questo evento di comunicazione viene iniziato dallatto della scrittura da parte dellautore e si compie con latto della lettura da parte del lettore.

C infatti un autore reale, storico, che noi conosciamo come persona fisica, ma c anche un autore che noi conosciamo solo e limitatamente alle scelte che egli fa allinterno del testo che ha scritto. Si tratta dellautore implicito.

Il lettore pu essere costituito dalle persone che leggono il libro, ma anche, anzitutto, dallidea di lettore che lautore ha in mente quando scrive il suo libro. Ogni autore ha in mente, anche inconsapevolmente, un destinatario, quando scrive un opera. Questultimo il lettore implicito.

Perch levento di comunicazione tra autore reale e lettore reale accada occorre che il lettore reale si avvicini sempre pi al lettore implicito, alle sue conoscenze e aspettative, per poter comprendere lintenzione dellautore.

Per fare un esempio allinizio del Vangelo di Luca levangelista dichiara di rivolgersi ad un certo Teofilo, che un nome simbolico, indicante colui che ama Dio. Dunque il lettore implicito di questautore deve avere una caratteristica: quella di essere alla ricerca amorosa di Dio. Quei lettori reali che si conformano a questa caratteristica, non importa se siano giudei o greci o appartenenti alla cultura moderna, avranno la chiave di accesso pi importante per entrare nel Vangelo.

Quali altre condizioni comuni tra autore e lettore sono necessarie perch si accenda levento comunicativo? Ricoeur ne descrive tre: prefigurazione, configurazione, rifigurazione.

1.1.1. la prefigurazione

Il lettore pu approcciarsi al testo, perch condivide con il testo stesso e con il suo autore reale e implicito alcuni livelli profondi di significato, che possono essere descritti nei termini della semantica dellazione, del simbolismo e della temporalit.

Semantica: ogni racconto presuppone da parte del narratore e del suo uditorio una familiarit con termini quali agente, fine, mezzo, circostan