Vivere Lavagno giugno 2010

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Vivere Lavagno Notiziario periodico dell’Università Popolare di Lavagno - Anno I - Numero 1 - Direttore responsabile Alberto Menini - Editore Università Popolare di Lavagno - Reg. Trib.VR n° 1871 - Progetto grafico Federico Zenari - Stampa Arti Grafiche Studio 83 Srl, Vago di Lavagno (VR) L’editoriale Cari lettori, è nato “Vivere Lavagno”, il no- tiziario dell'Uni- versità Popolare che racconta la vita del nostro paese con l'intento di condivi- dere le problematiche legate alla quotidianità. Abbiamo il desiderio di diven- tare parte di una comunità in cammino, trovando nel presente i segni della nostra storia e delle nostre tradizioni. Proprio per questo saremo attenti a dare il giusto riscontro ad ogni vostra segnalazione. Con impegno concreto, costante e metodico, l’Università popo- lare di Lavagno, ha fatto negli anni cultura con la “C” maiu- scola, cercando di essere sem- pre all’avanguardia nelle sue proposte formative, di socializ- zazione e di solidarietà, trac- ciando così un segno indelebile nella realtà culturale del nostro Comune. Lavagno è un paese ricco di storia , di tradizioni, di antichi saperi legati alla civiltà agricola, che le nostre ricerche svolte negli anni hanno per- messo di far conoscere alla co- munità. In “Vivere Lavagno”, quello che era il nucleo storico del no- tiziario dell’Università popo- lare, ovvero “Sottovoce”, si fonde con alcune pagine dedi- cate alle notizie di attualità e di intrattenimento riguardanti il nostro territorio. Sempre in que- sto periodico troverete le infor- mazioni relative alle numerose attività culturali e formative che da ottobre a maggio la nostra università offre giornalmente, con impegno e dedizione, al proprio paese e ai propri concit- tadini. Maria Grazia Belli [email protected] Il lavatoio è sempre stato un punto di riferimento, quasi quanto il campanile della chiesa o la piazza. In questo luogo le donne socializzavano: commen- tavano, spettegolavano, soprat- tutto quando il lavoro o la guerra portavano lontano i loro mariti, figli o innamorati. PAG 10 E 11 Quando ai lavandàri si socializzava Tradizioni In un libro di prossima pubblicazione la storia dei lavatoi pubblici Smottamento Iniziati i lavori in via Casetta, disagi per i residenti di San Briccio PAG 3 Giovani Nasce il CreAttivo Lab, il forum dell’Unionvalli che organizza eventi PAG 5 Gemellaggio Le Università di Lavagno e Illasi sanciscono il loro sodalizio PAG 7 I GIOVANI E IL LAVORO A Lavagno gli under 35 sfidano la crisi e aprono nuovi negozi Primo piano

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Vivere Lavagno giugno 2010

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Page 1: Vivere Lavagno giugno 2010

Vivere LavagnoNotiziario periodico dell’Università Popolare di Lavagno - Anno I - Numero 1 - Direttore responsabile Alberto Menini - Editore Università Popolare di Lavagno -Reg. Trib.VR n° 1871 - Progetto grafico Federico Zenari - Stampa Arti Grafiche Studio 83 Srl, Vago di Lavagno (VR)

L’editorialeCari lettori,è nato “VivereLavagno”, il no-tiziario dell'Uni-versità Popolare

che racconta la vita del nostropaese con l'intento di condivi-dere le problematiche legate allaquotidianità.Abbiamo il desiderio di diven-tare parte di una comunità incammino, trovando nel presentei segni della nostra storia e dellenostre tradizioni. Proprio perquesto saremo attenti a dare ilgiusto riscontro ad ogni vostrasegnalazione.Con impegno concreto, costantee metodico, l’Università popo-lare di Lavagno, ha fatto neglianni cultura con la “C” maiu-scola, cercando di essere sem-pre all’avanguardia nelle sueproposte formative, di socializ-zazione e di solidarietà, trac-ciando così un segno indelebilenella realtà culturale del nostroComune. Lavagno è un paesericco di storia , di tradizioni, diantichi saperi legati alla civiltàagricola, che le nostre ricerchesvolte negli anni hanno per-messo di far conoscere alla co-munità.In “Vivere Lavagno”, quelloche era il nucleo storico del no-tiziario dell’Università popo-lare, ovvero “Sottovoce”, sifonde con alcune pagine dedi-cate alle notizie di attualità e diintrattenimento riguardanti ilnostro territorio. Sempre in que-sto periodico troverete le infor-mazioni relative alle numeroseattività culturali e formative cheda ottobre a maggio la nostrauniversità offre giornalmente,con impegno e dedizione, alproprio paese e ai propri concit-tadini.

Maria Grazia [email protected]

Il lavatoio è sempre stato unpunto di riferimento, quasiquanto il campanile della chiesao la piazza. In questo luogo ledonne socializzavano: commen-tavano, spettegolavano, soprat-tutto quando il lavoro o laguerra portavano lontano i loromariti, figli o innamorati.

PAG 10 E 11

Quando ai lavandàri si socializzavaTradizioni In un libro di prossima pubblicazione la storia dei lavatoi pubblici

SmottamentoIniziati i lavori invia Casetta, disagiper i residenti diSan Briccio

PAG 3

GiovaniNasce il CreAttivoLab, il forumdell’Unionvalli cheorganizza eventi

PAG 5

GemellaggioLe Università diLavagno e Illasisanciscono illoro sodalizio

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I GIOVANIE IL LAVOROALavagno gli under 35 sfidanola crisi e aprono nuovi negozi

Primo piano

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Crisi economica? A Lavagnoi giovani aprono nuovi negozi

A Lavagno i giovani non sem-brano essersi accorti della crisi.Gli under 35 mostrano di averecoraggio aprendo in paesenuove attività e negozi. Un fe-nomeno che emerge dai dati for-niti dallo Suap, lo SportelloUnico Attività produttive del-l’Unionvalli. È proprio grazie aigiovani che si registra un trendpositivo tra le attività avviate equelle chiuse.I numeri parlano chiaro. Dal2009 sono state aperte dieci atti-vità, di cui ben sette sono di pro-prietà di giovani con meno di 35anni. C’è il negozio di camicie,quello di computer, la tabacche-ria, la parrucchiera, l’estetista,l'agenzia di viaggio. A fronte didieci nuove attività sul territorioaperte in poco più di un anno,solo tre hanno chiuso i battenti.Se si parla di bar, ristoranti etrattorie, invece, nelle statistichedello Suap questo dato negativonon compare neppure. Nessunlocale pubblico, infatti, è statochiuso, mentre sei sono statiquelli inaugurati nel 2009.«In zona non esiste un centro di-benessere come il nostro», sot-tolineano con soddisfazioneFederica e Margherita di Aura

2 Primo piano Giugno 2010 Vivere Lavagno

Tamellini, Confcommercio:«Sono loro i veri protagonisti»

Spei. «Per il momento nonstiamo risentendo della crisieconomica - affermano le gio-vani -, abbiamo una clientelache ci segue da anni». Stefano eMarco di Computer Househanno aperto un negozio di as-sistenza informatica a Vago: «Iclienti chiedono finanziamentiper acquistare e prorogano i pa-

Se da un lato però i dati delloSuap sembrano essere confor-tanti, dall’altro rimangono an-cora aperte alcune “ferite” per iltessuto sociale ed economicodel paese, come quella di CasaMercato.«Il mercato è stagnante», evi-denzia Giorgio Tamellini, presi-dente della Confcommercio diLavagno. «Sono sorti nuoviquartieri nel comune, ma lon-tano dai centri delle frazioni diLavagno; ciò impedisce al citta-dino di conoscere i servizi delluogo in cui vive. Ben vengano,quindi, manifestazioni e fiere at-traverso le quali i piccoli com-mercianti, molti dei quali sonogiovani, possono mettersi inmostra.Secondo Tamellini, inoltre, «c’èun ritorno al commercio al det-taglio: il cliente preferisce il rap-porto umano e la fiducia nelvenditore. E in questo quadro igiovani a Lavagno stanno di-ventando protagonisti».

Federico Zenari

Suap, «I ragazzi hanno più coraggio»

gamenti. Le banche faticano aconcedere i crediti e le tasse ele-vate costituiscono un grossoostacolo». Parole condivise daAlessia Ruggeri, del bar DolciTentazioni di Vago, che ag-giunge: «Nel paese mancanoluoghi e strutture che permet-tano il ritrovo e l’aggregazionedegli abitanti».

Confcommercio Tamellini

I dati dello Suap dimostrano che gli under 35 investono di più

Lo Suap (Sportello Unico Attività Produttive), istituito dal-l’Unionvalli, l’alleanza amministrativa dei comuni di San Mar-tino Buon Albergo e Lavagno, è già un punto di riferimento perle aziende del territorio.Lo Suap, il cui responsabile è Claudio Prando, si occupa di ot-tenere le licenze per conto degli imprenditori che intendonoaprire un’attività produttiva o commerciale. I funzionari delloSuap hanno seguito da vicino anche le pratiche dei giovani chenegli ultimi due anni hanno aperto le attività in paese. «I dati aLavagno sono in controtendenza rispetto a quello che accade alivello nazionale, anche in relazione all’attuale crisi economica»,spiega Prando, che sottolinea: «I giovani sono gli unici che inquesto momento rischiano e si buttano sul mercato».

F.Z.

AttivitàVia Provinciale(sopra) e viaRoma (a sini-stra) sono lestrade in cui igiovani hannoaperto la mag-gior parte deinuovi negozi

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Attualità 3Giugno 2010 Vivere Lavagno

Frana a San Briccio, chiusa lastrada. Disagi per i residenti

A distanza di circa quattro mesidal primo smottamento, via Ca-setta, la strada che collega SanBriccio a Marcellise è stata to-talmente chiusa al traffico conun’ordinanza firmata dal sin-daco Simone Albi. La pioggiacaduta nelle ultime settimaneaveva riacutizzato il problema,costringendo i vigili del fuocoad intervenire il 17 maggio permettere ancora una volta in si-curezza la strada. Di fronte almaltempo l’amministrazionecomunale aveva più volte allar-gato le braccia, sostenendo cheprima di intervenire occorreva

aspettare che il terreno si asciu-gasse del tutto. E mentre negliultimi giorni la banchina si“sbriciolava” ulteriormente, leauto continuavano a viaggiare asenso unico alternato. Fino a lu-nedì 24 maggio, quando è en-trata in vigore l’ordinanza che

vieta il transito in via Casetta, inattesa della partenza dei lavorifissata ai primi di giugno.Secondo una prima valutazionedei tecnici comunali potrebbeessere necessario almeno unmese di tempo prima che il traf-fico possa essere riaperto. L’in-tervento studiato dalle ditteincaricate dal Comune preve-dono la messa in sicurezza divia Casetta attraverso dei mi-cropali e un muro di conteni-mento eretto a valle, per uncosto di circa 80mila euro.Intanto i residenti si dicono esa-sperati per una situazione che sitrascina da mesi. «Ma vera-mente non si poteva intervenireprima?», si chiedono alcuni cit-tadini che vivono nella zona.«Occorreva intervenire primache sorgesse il problema, è risa-puto che il terreno è argilloso eche quindi può franare facil-mente». Al disagio della stradachiusa si aggiunge anche il man-cato accordo tra il Comune el’Atv: il servizio autobus, infatti,sarà interrotto finché via Casettanon sarà riaperta.

Alice Turri

Fermo immagineDopo la partenza in sordina, sa-bato 17 aprile, a causa delle av-verse condizioni meteo, sabato15 maggio al mercatino a km 0si è registrato un successo dipubblico: i cittadini si sono re-cati in pizza Vischi per acqui-stare direttamente dalle aziendeagricole le produzioni locali.Questi mercatini rappresentanoormai una realtà consolidata,che offre una valida alternativaalle logiche della grande distri-buzione, portando la qualità e lagenuinità sulla tavola di tutti.

F.C.

Servizio autobus interrotto, il Comune e l’Atv non trovano l’accordo

Anche a Lavagno si tiene il mer-catino a km 0, organizzato epromosso da Coldiretti, in colla-borazione con il Comune. I ga-zebi sono presenti ogni terzosabato del mese in piazza Vi-schi, a San Pietro.

ASan Pietro il mercatino a km 0

Assessore Daniele Papa

«Era diventata unpericolo. Ora icittadini devonoavere pazienza»

Assessore allaViabilità Da-niele Papa, perquale motivo ilavori per met-tere in sicurezza

la strada partono solo ora?Si sono prolungati i tempi acausa delle avverse condizionimeteo. La perizia geologica cheabbiamo richieso, inoltre, è arri-vata solo una settimana fa.Che tipo di opera realizzereteper mettere in sicurezza lastrada? Quanto tempo sarànecessario per ultimarla?Verranno messi dei micropalisui quali sarà eretto un muro dicemento a valle. Auspichiamodi terminare i lavori entro unmese, sperando che le condi-zioni meteo siano favorevoli.I residenti si dicono esaspe-rati. Anche il servizio auobusè stato interrotto.Siamo consapevoli dei disagiche ci sono stati e ci saranno, mai cittadini devono avere pa-zienza. Purtroppo non è statotrovato un accordo con l’Atv: iragazzi che vanno a scuola perora dovranno prendere il bus aBarco o a San Martino.

A.T.

I lavori per la messa in sicurezza di via Casetta dureranno oltre un mese

Gazebi In Piazza Vischi

Off limitsSopra ilfronte dellafrana di viaCasetta.A fianco ildivieto ditransito

Una rotonda pericolosa. E’ quanto ci segnalano alcuni compae-sani in merito alla recente rotonda stradale realizzata in localitàBarco. Il manufatto sembra limitare gli spazi di manovra. Manca,inoltre, tutta la segnaletica stradale necessaria. Se volete segna-lare altri disagi o pericoli, scrivete a: [email protected]

F.Z.

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A lezione di... sicurezza4Attualità Giugno 2010 Vivere Lavagno

Un pieghevole illustra come proteggere la propria casasistema di difesa attiva e quindiaffidarsi ad un esperto. A chinon è mai successo poi di per-dere le chiavi di casa? In quelcaso la prima cosa da fare èprovvedere a far cambiare im-mediatamente la serratura dellaporta.Nel corso dell’incontro è statasottolineata inoltre l’importanzadi un’altra buona norma, quelladi non aprire mai la porta a chinon si conosce, anche se indossauna uniforme e dichiara di es-sere addetto alla manutenzioneper conto del condominio, op-pure dipendente dell’aziendadell’acqua, del gas o della luceelettrica.La truffa o il raggiro, in questicasi è sempre dietro l’angolo. Seinsiste bisogna chiedergli il nu-mero di telefono dell’ente di ap-partenenza e fare le opportune

Si comincia con l’ingresso, cheandrebbe reso sicuro con unaporta blindata; si prosegue poicon le finestre che, soprattuttose si abita ai più piani bassi, an-drebbero poste in sicurezza condelle persiane rinforzate o condelle inferriate. È consigliabile,poi, dotare l’appartamento di un

Nel corso dell’incontro avve-nuto lo scorso 1 aprile nella salacivica di Vago, chi scrive, utiliz-zando un pieghevole redatto conil collega Pasquale Marchetto,ha tentato di fornire alcune indi-cazioni pratiche per aumentarela sicurezza domestica.

verifiche telefoniche.Cercare di instaurare un buonrapporto con i vicini ed avvisarliquando si esce di casa, comun-que, rimane uno dei rimedi mi-gliori per sentirsi più tranquilli.In ogni caso, anche solo perpochi minuti, è consigliabilechiudere sempre la porta achiave e lasciare qualche luceaccesa nell’appartamento o laradio in funzione.

Antonio Mazzei(Coordinatore provinciale CislFp)

Cisl Fp Antonio Mazzei

Videosorveglianza

L’Unionvalli attiva le telecamereE’ stato attivato a Lavagno il sistema di videosor-veglianza, il cui progetto è stato realizzato dal-l’Unionvalli grazie a un finanziamento dellaRegione Veneto. Le 10 telecamere sono state di-sposte nei luoghi di aggregazione del paese e neisiti di proprietà comunale. Precisamente in viaPiazza, via Palazzina, via Brolo Vecchio, via Ca-stello, via Volta, Via Vaghetto, via della Scienza,via della Tecnica e infine sul campanile della chiesa di via XXVAprile.

A.T.

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Società 5

Un forum per i giovaniHa preso forma il CreAttivoLab, il forum dei giovani del-l’Unionvalli che ha lo scopo diorganizzare e promuovere delleattività che incentivino l’aggre-gazione giovanile nei Comuni diLavagno e San Martino BuonAlbergo. Nelle scorse settimane,nella sala consigliare del Co-mune di San Martino Buon Al-bergo, è stato nominato ildirettivo composto da cinque ra-gazzi e ragazze, tra i 15 e i 35anni, ed è stato eletto il presi-dente. Nel percorso che ha por-tato all’elezione del direttivo edel presidente, i giovani del Cre-Attivo Lab sono stati seguiti davicino dal presidente del-l’Unionvalli, il sindaco di SanMartino Valerio Avesani, e dagliassessori alle Politiche Giova-nili del Comune di Lavagno Ste-fano Ridolfi e del Comune diSan Martino Buon AlbergoLuigi Bertacco.«Quella del forum dei giovani èuna grande opportunità per i ra-gazzi, che possono finalmentecontare su un organo di rappre-sentanza, oltre che luogo diascolto e punto di incontro»,sottolinea Ridolfi, che sottolineacome «questa nuova realtà servaanche per maturare nei giovani,che costituiscono una risorsafondamentale per il nostro fu-turo, la consapevolezza di esserei veri protagonisti». Nel corsodella riunione tenutasi nella sala

consigliare del Comune sanmar-tinese è stato eletto il presidenteCarlo Grossule e il direttivo,composto da Elisabetta Conter,Alessandro Zaghi, Elisa Casta-gna, Elena Tomelleri e CarloGrossule. «Dopo una prima fasein cui è stato necessario cono-scersi, abbiamo iniziato a con-frontarci su ciò che mancava neidue paesi dal punto di vista dinoi giovani e su quali fossero leidee per colmare questo vuoto.

In seguito abbiamo stilato unprimo programma composto daeventi e iniziative che sarannorealizzati nei due paesi», spiegail presidente del CreAttivo LabCarlo Grossule.Il forum ha bruciato le tappe,tanto che i giovani dell’Union-valli hanno già realizzato di-verse iniziative. Dopo alcuneuscite promosse prima di tuttoper incontrarsi e conoscersi, ilCreAttivo Lab ha organizzatoun laboratorio di pittura ad ac-querello.In programma ci sono il raftingsull’Adige e il corso di fotogra-fia. E ancora un concorso dipoesia, previsto durante il pros-simo anno scolastico. Inoltre ilCreAttivo Lab sarà impegnatoin prima linea nell’organizza-zione della festa del patrono diSan Pietro.

F.Z.

Giugno 2010 Vivere Lavagno

Il CreAttivo Lab organizza e promuove eventi

Scacciapensieri

Laboratorio Pittura ad acquerello

Immagino vi starete chiedendocos’è lo Scacciapensieri. Pre-sto detto: si tratta di un angolodedicato a voi, una rubrica incui volta per volta cercherò dirispondere in maniera sem-plice e diretta ai problemi chevorrete condividerete con mee gli altri lettori. Anche se ilmio lavoro principale è quellodi psicologa, questo spazionon vuole essere una consu-lenza psicologica, quanto unparere su questioni di caratterepersonale, emotivo, sentimen-tale (ma non solo), che spessosono comuni a molte persone.Scrivere nero su bianco unproprio problema è un eserci-zio semplice, ma “liberatorio”,in grado di per sé di togliereun po’ d’ansia dalle persone.Perciò prendete carta e pennae scrivetemi, io sarò felice dirispondervi in questo angolodi “Vivere Lavagno”. Fatelopure in forma anonima, anchese noi garantiremo sempre lavostra totale riservatezza qua-lora invierete delle lettere fir-mate.Potete contattarmi via e-mailall’indirizzo di posta elettro-nica [email protected].

Alice Turri

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6 Cultura Giugno 2010 Vivere Lavagno

San Pietro festeggia il patrono

Anche quest'anno l’associazioneculturale Officina Fotonica, consede in via Brolo Vecchio, con-tribuisce alla riuscita della festadel patrono di San Pietro, che siterrà dal 25 al 29 giugno. Il pro-gramma della kermesse, comegli scorsi anni, è ricco e prevedevenerdì 25 giugno il concerto

Nel libro viene raccontata unamalattia vera, senza speranze,che si è accanita sulla giovi-nezza di Vincenzo, un ragazzodi Lavagno di 17 anni, traboc-cante di progetti e di aspettativee con grande voglia di vivere.La narrazione, che ti prende permano da subito, è ancora piùstraziante perché le parole cheraccontano la malattia di Vin-cenzo sono quelle di sua madre,attenta e desiderosa di cono-scere il mondo sconosciuto dellaleucemia acuta, di cui apprendeogni sfumatura, nel desiderio di

trovare qualche spiraglio di gua-rigione per suo figlio. Annotatutto, dal rapporto con i mediciall’esperienza del trapianto dimidollo e delle chemioterapie,alla quotidianità nel repartoematologico, ai pensieri e alleragioni del figlio ammalato, chenon si vuole arrendere, nono-stante tutto. Pur trattando il temadella sofferenza e della “mortegiovane”, queste pagine si pos-sono definire un inno alla vita ealla speranza, o meglio alla spe-ranza di vita. È infatti questo loscopo del libro: sostenere la ri-

La sagra si svolgerà dal 25 al 29 giugno. Protagonista la musicaprima linea nell’organizzazionedella kermesse, è un'associazio-ne culturale che gestisce unasala musica a San Pietro di La-vagno dal 2006, aperta a tutticoloro che abbiano bisogno diuno spazio per suonare e diver-tirsi.La sala è insonorizzata e prov-vista di strumenti: batteria, am-plificatori per chitarra e bassoelettrici, impianto voce, video-proiettore e possibilità di audioregistrarsi. Obiettivo dell'asso-ciazione è fornire un luogo incui i giovani del paese, ma nonsolo, possano convivere e con-frontarsi apertamente.

Federico Zenari

cerca e la disponibilità a donarele cellule staminali da midolloosseo e sangue, affinché si pos-sano salvare altri “Vincenzo”.

Maria Pia Eliodeni

dei Tre Allegri Ragazzi Morti,preceduto dall’esibizione di al-cune band locali e da un torneodi calcetto. La musica circensefarà da sottofondo all’esibizionedei giocatori di fuoco sabato 26giugno, mentre il giorno succes-sivo il programma si fa piùricco: dal motoraduno, all’esibi-zione del gruppo fuoristradaJambo, alle danze e al liscio lasera. Lunedì, invece, la PiazzaVischi, dietro il Municipio, di-venterà un grande mercato conun’apposita zona dedicata al li-bero baratto. La festa del Pa-trono si concluderà martedì 29giugno con i fuochi pirotecnici.Officina Fotonica, impegnata in

Un libro per salvare altri Vincenzo

Band La sala prove a San Pietro.

Pino Boldrin in mostraSabato 15 maggio la Professo-ressa Maria Grazia Belli ha pre-sentato a Vago l’artista PinoBoldrin e le sue opere (a fiancoCromosoma Femminile), nel-l’atelier del pittore.Boldrin si accosta all’arte comemusicista e compositore, suc-cessivamente si dedica alla pit-tura. Si diploma pressol’Accademia di Belle Arti Ci-gnaroli ed inizia ad esporre sin

dagli anni ’70. I suoi quadrisono frutto di una ricerca nelcampo dei fenomeni percettivi edegli effetti ottici ad essi corre-lati. L’artista adotta raffinate va-riazioni di effetti luminosi,ottenute tramite calcolate ste-sure di colore e segni calligraficiripetuti. Nella sua più recenteproduzione il suono musicaletrova un’eco amplificata nellestesure cromatiche. I pigmentidiluiti rievocano suoni acuti osoffusi, i segni ripetuti e interca-

lati ritmicamente suggerisconosuoni timbrici di strumenti apercussione.La composizione informale ed ilcolore suscettibile di infinite va-riazioni si espande all’infinito. Isegni calligrafici riempiono viavia la superficie, entrano nellatela sino ad immedesimarsi conlo sfondo, paiono messaggi incodice, provenienti dall’intimodell’autore e rivissuti in un’at-mosfera di rarefatta poesia.

Annalisa Orsato

Il racconto di una madre che affronta il tema della sofferenza

La recensione

AssociazioniCircoli Parrocchiali NoiIl Circolo Parrocchiale Noi diSan Pietro di Lavagno orga-nizza anche quest’anno ilGruppo Estivo (GREST), chesi svolgerà durante il mese diluglio dal lunedì al venerdì.I responsabili Alice, Eleonora,Filippo e Stefania hanno pre-visto spazi per i compiti dellevacanze, molti momenti digioco e di attività manuali eogni settimana un’uscita alleTerme di Caldiero. Il GRESTè aperto a tutti i bambini chehanno frequentato dalla primaelementare alla seconda mediacomprese, con precedenza peri residenti di Lavagno.I Circoli Noi fanno partedell’Associazione NazionaleNoi, che ha sede a Verona ed èa servizio degli oratori e deicircoli ricreativi. Scopi del-l’organismo sono la partecipa-zione associativa e lapromozione sociale. Anche aVago ne esiste uno, che operadal 1992 per volontà di donRoberto Lonardoni. Il “Noi”lavora da sempre per tenereviva la nostra comunità coniniziative educative, invitandoi genitori a mettersi in giocosecondo nuove prospettive vi-cine allo stile di vita dei ra-gazzi e incoraggiando i nuoviresidenti ad avvicinarsi e dareun prezioso contributo di idee.Il circolo è aperto tutti i giornidalle 15 alle 18,30; il lunedìpomeriggio ha luogo il giocodella tombola, un’iniziativa ri-volta agli anziani.

F.Z.

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Giugno 2010 Vivere Lavagno Università Popolare 7

Le Università si gemellanoDurante un incontro Lavagno e Illasi hanno sancito il sodalizioDomenica 18 aprile alla pre-senza del sindaco GiuseppeVezzari e dell’assessore allaCultura Silvio Pagliarini, a co-ronamento di una proficua col-laborazione sul pianometodologico e nella sceltadegli argomenti trattati durantel’anno, Maria Grazia Belli pre-sidente dell’Università Popolaredi Lavagno e Daniela Mizzon,coordinatrice dell’Auser (Uni-versità Itinerante) di Illasi,hanno sancito il gemellaggio frale due Università Popolari.Queste scuole sono destinateagli adulti e alla terza età, ov-vero segmenti di popolazioneche stanno diventando semprepiù numerosi e molto motivatia lasciarsi coinvolgere in mo-menti di aggregazione, di cre-scita culturale e di benesserepsicofisico.

L’Università Popolare di Lava-gno programma di anno in announ corposo progetto di Informa-tica, con corsi settimanali, in-contri pomeridiani e serali,tenuti da validissimi insegnanti:Ubaldo Pernigo, Francesco Bat-taglia e Federico Zenari, che,con linguaggi chiari e immaginiappropriate, aiutano gli adulti atenersi informati sulla gestionedel pc e ad apprendere le ultimenovità sul mondo dell’informa-tica in continua e veloce evolu-zione.

Le lezioniIl corso di informatica, che sitiene nella scuola media, èfrequentato da anziani, maanche da giovani mamme

I corsi al computer si svolgononell’aula Informatica dellascuola media e sono frequentaticon ammirevole entusiasmoanche da molte giovani mamme,

Queste istituzioni di volontaria-to ormai dispongono, grazie al-l’impegno di tutti gli associati,di una buona organizzazione,riescono ad essere vicine a tutticoloro che nel tempo libero dallavoro o dagli impegni familiari,vogliono consolidare o aggior-nare la propria cultura.Alla cerimonia, svoltasi nellasede dell’Auser di Illasi, ha fattoseguito una visita culturale, perfar conoscere le bellezze pae-saggistiche ed architettoniche diquesto paese così ricco di storiae di civiltà.La giornata si è conclusa con lacelebrazione della messa nellachiesetta di Giara, famosa per-ché in questo luogo di grandespiritualità, San Gaspare Ber-tone, duecento anni fa, celebròla sua prima messa.

M.P.E.

Internet, la sfida vinta dagli over 60L’Università organizza corsi per imparare ad utilizzare il computer

spinte dall’esigenza di acquisireo perfezionare le proprie cono-scenze informatiche per sestesse, ma anche per sintoniz-zarsi meglio col mondo dei figli.In una fase della vita in cui l’etàe la perdita di ruolo dovuta al-l’allontanamento dal lavorospingono l’individuo all’isola-mento, internet e il computer loaiutano a sentirsi attivo. Hannosostituito parte del tempo dellatelevisione, ed è un bene.Alla domanda per quali motiviun anziano debba preferire il pc,Ubaldo Pernigo afferma: «La tvè passiva, mentre il computer ri-chiede una partecipazione cheallena la memoria e mantieneelastico il cervello, presupponela ricerca, pone domande, ri-chiede abilità».Concordano con lui anche glistudiosi del settore, i quali so-stengono che, «senza nuoveesperienze stimolanti, ci sonoparti del nostro cervello che re-

sterebbero mute per sempre»,continua Pernigo. Apprendere,creare, inventare le potenziaanche a 70 anni. Inoltre impa-rare ad usare il computer èun’enorme gratificazione peruna persona anziana, è la viad’accesso ad un mondo total-mente nuovo che le sembravaprecluso: grazie ad alcune le-zioni è già possibile riuscire dasoli a mandare e-mail, cercareinformazioni, fare videotelefo-nate, acquistare i prodotti prefe-riti.E’ come vincere una sfida.

M.P.E.

Palestina, terra

www.lavagnounipop.it

Il conflitto

Pc C’è sempre più interesse

La cerimoniaSopra, MariaGrazia Belli eDaniela Miz-zon, con ilsindaco di Il-lasi GiuseppeVezzari. Afianco, i com-ponenti delledue Univer-sità Popolari

La professoressa Rita Falezzaha tenuto, nella sala civica diVago, un incontro dedicatoalla Palestina. Terra santa pertutti, la Palestina è teatro diuno dei più lunghi e tormen-tati conflitti della storia con-temporanea, iniziato all'indo-mani della proclamazionedello Stato d'Israele e maigiunto a una soluzione defini-tiva. Tra le ferite inferte aquella Terra, e a tutti coloro,sia israeliani sia palestinesi,che si adoperano per costruirela pace, è la mancanza diun'informazione completa eimparziale sulla genesi storicadi quel conflitto e sugli osta-coli che ancor oggi ne impe-discono la risoluzione. Duran-te la lezione la relatrice hainoltre raccontato il viaggioche ha effettuato in quei luo-ghi con l'associazione PaxChristi.

santa, terra ferita

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La bioedilizia offre ambienti salutariL’architetto Veronese: «La casa sostenibile ottimizza il consumo energetico»

campo elettromagnetico del-l’area, infine l’orientamento peruna maggiore irradiazione so-lare. «L’edificio sostenibile otti-mizza il consumo energeticoattraverso l’utilizzo di impianti

a valenza bioclimatica con unrisparmio nella bolletta del gas»,ha evidenziato l’architetto Vero-nese.Si possono così ricavare alcunivantaggi diretti, ad esempio sipuò aumentare l’efficienza deitermosifoni o del caminetto, ri-durre le spese del riscaldamento,il consumo di acqua potabile einfine anche quello dell’energiaelettrica.Si possono, inoltre, riciclare i ri-fiuti domestici, recuperare l’ac-qua piovana in piccole cisterne,migliorare l’utilizzazione deglispazi condivisi.

M.G.B.

Affettuosi, comprensivi, pa-zienti, attenti ascoltatori, autor-revoli quanto basta, fonteinestimabile di sapere.Questa la ricetta dei nonni perconquistare il cuore dei loro ni-potini e diventare, nel con-tempo, un prezioso punto diriferimento per tutta la famiglia.Un corso di pratiche filosofiche,condotto dalla dottoressa Lavi-nia Furlani e altri due professio-nisti del settore, con l’obiettivodi affrontare l’importante rap-porto tra nonni e nipoti, è stato

Nell’ambito dei giovedì cultu-rali dell’Università Popolare siè parlato di bioedilizia con l'ar-chitetto Mario Veronese. Lemodalità progettuali di questonuovo modo di edificare si ispi-rano a principi filosofici e mo-rali, allo scopo di realizzareambienti di vita salutari e con-fortevoli.«Per riuscire in questo intento siutilizzano tecniche costruttive emateriali ecologici, che non in-quinano l’ambiente ed evitanosprechi di materie prime - haspiegato Veronese -. I valorifondanti della bioarchitettura,legati al benessere e alla salute,

ci aiutano a mitigare gli effettidei fattori inquinanti interni edesterni delle costruzioni». Lemodalità progettuali e costrut-tive scelgono: il sito dove ubi-care la casa, la misurazione del

sapere dell’esperienza” e “l’av-ventura della narrazione comerisorsa educativa” sono i tretemi che sono stati trattati du-rante le lezioni.

M.P.E.

Essere nonni, l’importanza di comunicare

programmato dall’UniversitàPopolare.Le tre lezioni sono state tenuteil 29 aprile, il 13 e il 20 maggiodal team di esperti, che si occu-pano in particolare di pratichefilosofiche riguardanti i gruppi,sia nella prevenzione del disagiogiovanile che nella valutazionedi persone e imprese, prestandoparticolare attenzione agliaspetti comunicativi.Il “senso, valorizzazione ed uti-lità di una relazione autentica”,“l’importanza di comunicare il

L’associazione Il Cigno Onluspropone E...STATE CON NOI!,un’iniziativa per bambini condifficoltà di apprendimento dai5 agli 11 anni che prevede unsupporto didattico in tutte le ma-terie scolastiche, attività ludico-creative, training linguistici conprogrammi informatici, ed eser-

Un corso ha trattato il tema del rapporto con i nipoti

Il Cigno diverte i bambinicizi di potenziamento della lin-gua inglese.Il servizio si svolgerà dal 16 giu-gno presso la sede dell’associa-zione, in via Miglio 7, dalmartedì al giovedì dalle 14.30alle 17.30, e il venerdì dalle 9.30alle 12.30.

F.Z.

8 Università Popolare Giugno 2010 Vivere Lavagnowww.lavagnounipop.it

All’Opera

Esperti I relatori delle tre lezioni

L’Università Po-polare di Lava-gno organizza,

per i suoi iscritti, la partecipa-zione allo spettacolo Turandotall’Arena di Verona per ilgiorno Giovedì 1 luglio 2010.Dramma lirico in 3 atti, ultimagrande opera di G. Puccini, ri-masto incompiuto alla scom-parsa dell’autore avvenuta nelnovembre del 1924.La regia e le scene saranno diFranco Zeffirelli, fra gli inter-preti Giovanna Casolla nelpersonaggio della triste princi-pessa cinese.

F.C.

Page 9: Vivere Lavagno giugno 2010

All’acquedotto la gente è in festaA San Briccio il canto scritto da Alfonso Chiaffoni risuona ancora

Lo scorrere dell’acqua diventa poesia

mezzo dei festeggiamenti per ilcentenario dell’opera. È il «corodell’ acquedotto», parole delgiovane Alfonso Chiaffoni emusica di Tito Dal Dosso e Sci-pione Ruffo. Fu appositamentescritto per essere cantato cen-t’anni prima, il 12 luglio1896,giorno dell’ inaugurazione del-l’acquedotto.Prima di allora in piazza esi-steva un “laghetto”, poco più diuna pozzanghera che racco-glieva le acque piovane dellestrade che lì confluivano. Ledonne vi lavavano la biancheria,i contadini vi conducevano adabbeverare gli animali, i bam-bini vi sguazzavano dentro as-sieme alle anatre e alle oche, egli insetti se ne servivano permoltiplicarsi a dismisura favo-rendo l’origine di pestilenze.L’acqua potabile si andava adattingere alle fonti di San Roccoo al Dugale di Turano distantientrambe due chilometri dalpaese. Era una tribolazione re-carvisi con i secchi a spalle e,anche nelle case, si consumava

con parsimonia un bene cosìprezioso. La situazione igienicaera critica e provocava morti,specialmente nei periodi estivi.Fu l’avvocato Bernardo Bene-

detti che nel 1888 si interessòper la realizzazione dell’acque-dotto. Il progetto venne affidatall’ingegner Balconi. La con-dotta dell’acqua era di circa 5chilometri e l’opera verrà ulti-mata in soli 150 giorni.Gli uomini si prestarono gratui-tamente alla escavazione deltracciato. Questo acquedottoavrebbe fornito acqua agli abi-tanti di San Briccio per lunghianni.

Fausta Croce

Clof, clop, cloch,cloffete,cloppete,clocchette,chchch......E' giu',nel cortile,la poverafontanamalata;che spasimo!sentirlatossire….La Fontana malata di Palazze-schi ci ha fatto ridere da bam-bini quando la imparavamo ascuola, e ci siamo chiesti, comepotesse essere considerata unapoesia, con tanti suoni onoma-topeici e curiosi. Mi viene qual-che dubbio, se penso al soloaspetto letterario, ma mi risulta,invece, assai più comprensibile

se guardo alla sua sostanza:l’acqua.Oggi l’acqua è uno dei malatipiù gravi del pianeta, oltre chepoca, è in certi paesi oggetto dipotere, tanto da farci temere chesi voglia privatizzarla anche danoi, quando si decide riguardoalla semplice gestione dellecondutture. I mari sono spessoinquinati. I laghi sono diventati

un pericolo per i bagnanti, nonpiù specchi d’acqua dolce, gra-devoli . Dei fiumi meglio nonparlare e anche le acque sorgivenon sono sempre potabili, im-pregnate di diserbanti, metallipesanti e non so più quant’altro.Eppure senza acqua la vita è im-pensabile.All’inizio, nel Paleolitico, sonopoche le cose di cui l’uomo pare

aver avuto bisogno: acqua, ciboe fuoco. Vagava alla ricerca diqualcosa da mangiare a dabere, mentre il suo cervello ini-zia a rielaborare le esperienzeche lo circondano.Cosa potrebbe succedere sedavvero tutta l’acqua potabiledel mondo si riducesse a pochirivoli? Se ci trovassimo costrettia bere da pozze fangose e a pre-cipitare nuovamente nel rischiodi malattie quali tifo, colera epestilenze di ogni genere comepurtroppo succede in varie re-gioni povere del mondo?Consoliamoci, noi per ora nonrischiamo questo, forse, ci am-manniscono però metalli pe-santi e altre amenità del genere;non pestilenze, ma cancro.La fontana è davvero malata ele sue gocce cadono tristi, rim-piangendo il tempo in cui eranopiù chiare, più, pulite, più sane.

Giuliana Borghesani

Quando si riuniva il gruppettoper cantare vicino all’acque-dotto - accade sempre a SanBriccio, perché ogni occasioneè buona (un ritrovo collettivo,una festa, un incontro) - io sen-tivo questo coro: “Che bel dìch’è questo qua, l’ è il più beloche sul monte de Lavagno siaspuntà, popolo godete e canta esona no ghe sarà festa più splen-dida de questa qua”. Allora mi siaccendeva una forte curiosità.Non tanto per il significato delle

parole, che dicono di una festadavvero speciale, ma per l’ in-tensità partecipativa dei can-tanti. La voce ben posta, lacompostezza, lo scambio in-tenso dei sorrisi, ma soprattuttoi duri sguardi di rimproveroverso noi ascoltatori che nonmettevamo in atto il giusto at-teggiamento relativo alla solen-nità del pezzo. La mia curiositàfu ampiamente soddisfatta nelluglio del 1996, quando il cantovenne eseguito per intero nel bel

Racconti e tradizioni 9Giugno 2010 Vivere Lavagno www.lavagnounipop.it

In piazza La vecchia fontana

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In un libro le fatiche delle lavandaieL’acqua corrente nelle case fu inmolte zone d’Italia un sogno ir-realizzabile sino ad una sessan-tina d’anni fa. Fare il bucato,visto anche il numero dei com-ponenti delle famiglie di allora,era per le donne un lavoro mas-sacrante svolto in parte in casa ein parte nei pubblici lavatoi.Gli strumenti del mestiere dellelavandaie erano la cenere, lacreta e il sapone, che venivacreato in casa utilizzando ilgrasso del maiale, l’olio e lasoda. La cenere veniva prepa-rata secondo una ricetta anti-chissima. era raccolta e messada parte con cura dalle donne;doveva essere di carpino, faggioo rovere, mai di castagno perchémacchiava la biancheria e do-veva essere priva di grossi car-boni.Un altro strumento di lavoro erala spazzola di saggina (el bru-schin) e infine si usava tanto“olio di gomito”, ovvero faticaallo sfinimento. Il lavatoio, co-munque, rappresentava un pro-gresso rispetto allo stare chinatesulla riva di un fossato. Neipaesi il lavatoio è sempre statoun punto di riferimento, quasiquanto il campanile della chiesa,la piazza con il monumento aicaduti e il cimitero. In questoluogo le donne socializzavano:commentavano, spettegolavano,soprattutto quando il lavoro o laguerra portavano lontano i loromariti, figli o innamorati. I lava-toi erano detti anche scherzosa-mente “l’osteria delle donne”,per il fatto che erano uno deipochi luoghi per le donne, doveritrovarsi insieme a “lavare ipanni sporchi di casa” e ciaco-lare degli eventi lieti o tristi delpaese, mentre rasentavano la lis-sia, e sbattevano i panni sul-l’asse di pietra inclinata.

I lavandari di San BriccioI lavandari di San Briccio sonodelle grosse vasche di pietra che

venivano riempite di acqua fre-sca e limpida ogni mattina e allasera venivano svuotate e ripu-lite. Quelli della foto (in basso)sono composti da tre vasche. Laprima, da sinistra, era destinataad abbeverare il bestiame,quella più grande al centro, ser-viva per risciacquare la bianche-ria e la terza per il lavaggio degliindumenti colorati o quelli mag-giormente sporchi. Si trovano alcentro del paese, in piazza Ri-membranza, da circa un secoloe ricevevano acqua dall’acque-dotto, inaugurato nel 1896.

I lavandari di VagoNon ci sono testimonianzescritte od orali riguardanti i la-vatoi nel centro di Vago. La si-gnora Attilia racconta che difianco al suo negozio c’era soloun grande arbio per abbeverare icavalli. Si sa che a Vago c’erauna stazione di posta e unostallo per i cavalli, i quali lì ave-vano anche la possibilità di dis-setarsi. Per fare la lissia ci sidoveva arrangiare, attingendosecchi e secchi di acqua dalpozzo più vicino a casa. E d’in

do di una grande fatica delledonne del passato. È invece an-cora visibile il pilastrino cheproteggeva la canaletta dell’ac-qua, spostato ai margini dellavia Monticelli, direzione Quat-tro Strade.

I lavandari di San PietroDei vecchi lavatoi di San Pietrosembra non sia rimasta alcunatraccia, solo i ricordi talvolta ap-pannati di qualche anziano delluogo. Un tempo, racconta il si-gnor Toni Rama, i lavatoi eranodietro al Municipio, dove oggic’è il cortiletto recintato del-l’Asilo. Lo ricorda bene perchélui ci giocava, quando furono di-smessi perchè l’acqua era arri-vata nelle case. C’erano trevasche come a San Briccio: duegrandi e una piccola: la primaserviva da abbeveratoio, la se-conda era riservata alle lenzuolae la terza per i capi piccoli emolto sporchi. Qualche anzianodelle Preare ricorda che nell’av-vallamento vicino alla casa Mo-scardo, c’era, sin dai primi delNocevento, una vasca quadrata,con un rubinetto che portaval’acqua per l’uso domestico, persciacquare i panni e per abbe-verare il bestiame.

Maria Pia Eliodeni

verno gelavano sia l’acqua chela catena per tirare su i secchi.Alcuni anziani del luogo, fra cuiCesare Chiaffoni, mi raccontanoinvece che per rasentare la lissiale donne di Vago si recavano inun corso d’acqua in fondo al Va-ghetto. In via Monticelli, pro-prio vicino alla curva dell’anti-

Mentre facevano il bucato le donne commentavano ciò che accadeva a Lavagno

quario Leardini, fino a pochesettimane fa, si poteva vedere unmuro con due antiche e lunghepietre incastonate nel basa-mento: erano le pietre dei lava-toi. Una fontanella riforniva diacqua fresca e limpida le vaschedei “lavandari” per permetterealle donne della contrada di farela lissia. Attualmente un nuovoprogetto edilizio ha smantellatoil vecchio muro con le storichepietre, cancellando così il ricor-

Giugno 2010 Vivere Lavagno10 Racconti e tradizioni www.lavagnounipop.it

«Le lavandaie» Un’immagine neorealista scattata nel 1956 dal fotografo

Nel brano che pubblichiamo in anteprima, Maria Pia Eliodeni ripercorre la storia dei lavandàri

RepertiSopra i lava-toi di SanBriccio, inpiazza Ri-membranza.A fianco, ciòche rimanedel lavatoioai Monticelli.

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E in primavera si faceva la lissiabollente per favorirne il filtrag-gio, fino a coprire completa-mente la biancheria. La silasciava riposare così per unanotte intera. Il giorno dopo si to-glieva il tappo (el cocòn) al foro,posto sul fondo del brentòn - dacui il termine “bucato” – e da lì

usciva e cadeva nel secchio unliquido marrone denso e nause-ante. L’operazione, che potevadurare anche due giorni, venivaripetuta più volte sino a ottenereun liquido limpido. Il liquidousato non veniva buttato, mariutilizzato per lavare a manoaltri capi di vestiario colorato.Il terzo giorno era riservato al ri-sciacquo. La biancheria bagnataveniva trasportata ai lavatoipubblici per essere rifinita, ra-sentà, ossia risciacquata abbon-dantemente nella vasca appositae poi strizzata.Ricordo la strizzatura delle len-zuola: a doppia avvolgitura,fatta da due donne, una perparte. Le lenzuola di una volta,infatti, erano molto pesanti per-

In passato solitamente il bucatominuto si sbrigava ogni setti-mana o mese, mentre, in prima-vera, con le pulizie di Pasqua, oin autunno, si faceva il bucato“grosso”, la lissia vera e pro-pria. Questa biancheria sporca,ma tutta rigorosamente bianca,veniva conservata anche permesi ammucchiata in un localeapposito della casa.Arrivato il momento buono,preferibilmente un giorno se-reno e ventoso, la massaia, aiu-tata da qualche vicina o parente,programmava il lavaggio deipanni di tutta la famiglia. Venivaallestito nel cortile di casa unfornello e acceso il fuoco, ali-mentato con legna di ogni ge-nere; sopra veniva posto ungrosso contenitore, la brenta dialluminio o di rame, riempito diacqua che si portava ad ebolli-zione. Si prendeva un’altrabrenta di legno, molto grande, elbrentòn, che, nella parte bassaaveva un foro, chiuso ermetica-mente con un tappo (el coccòn)e uno straccio, lo si posava su unalto treppiedi di legno con sottoun secchio. Dentro al brentònvenivano disposti i panni spor-chi a strati: sul fondo quelli piùrustici e sporchi, poi le foderedei stra-massi (materassi) dicrine o di scartossi, sopra le len-zuola di canapa ruvida ed infine,asciugamani, traverse, tovagliatie la biancheria intima, di cotonepiù delicato.Il cumulo di biancheria, prece-dentemente bagnato (messo inmoja) e ben insaponato, venivapigiato fortemente nel brentòn,facendo in modo che non rima-nesse alcun vuoto; poi venivacoperto con un drappo di telamolto resistente e su questo siversava la cenere di legna, pre-cedentemente bollita e in quan-tità proporzionale a quella delbucato: questa cenere faceva dasbiancante. Infine, sulla cenere,si versavano litri e litri d’acqua

Giugno 2010 Vivere Lavagno Racconti e tradizioni 11www.lavagnounipop.it

ché tessute a mano sul telaio.E attenzione: chi prima arrivavaai lavandari, più limpida trovaval’acqua! Infatti una signora diSan Briccio, Maria Chiaffoni,mi raccontava che già alle 4 delmattino accompagnava la suamamma a rasentare le robe in

piazza. Si procedeva poi allastenditura.Quando il tempo era bello, ipanni venivano sciorinati suiprati oppure gli uomini tende-vano delle lunghe soghe (grossecorde di canapa bianca-avorio)sulle quali le donne potevanostendere le loro robe.Quando le lenzuola erano quasicompletamente asciutte, le mas-saie le tiravano giù dalle soghe ele piegavano, mettendosi unaper lato nel senso della lun-ghezza, le sbattevano più volteenergicamente per dare loro lagiusta piega; poi le riponevanosul cavalletto e le riportavano incasa.Che odore di buono, alla fine!

M.P.E.

Panni al soleDipinto di E.Savini

o Nino Migliori

La poesiaAvesa lavandaraTe vedarè piegarse da partuto,

schene de done zòvane astrussiar

coi brassi forti, ma colsen distrutto

su la riva de un fosso asbataciar……

Berto Barbarani

Il bucato “grosso” era tenuto per mesi in un apposito locale della casa

I panni sporchi venivano lavati nel brentòn. L’operazione durava giorni

SforzoA fianco labrenta in cuisi metteva inmoja la lissia.Sotto le pietrescomparsedei lavatoi aMonticelli

Page 12: Vivere Lavagno giugno 2010

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