Via$Mambro96$,$44124FERRARA$ $$ … · Pro-memoria sulla celebrazione della Messa secondo...
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Parrocchia S. Agostino Vescovo e Dottore Via Mambro 96 -‐ 44124 FERRARA Tel. 0532 975256; e-‐mail: [email protected] www.parsagostino.it
8 novembre 2015 – XXXII Domenica del Tempo Ordinario Tutta intera la sua vita
Gesù è quasi al termine del suo itinerario verso la Pasqua. Gli ultimi giorni prima dell’evento cruciale li passa nel tempio di Gerusalemme: insegna, ascolta, discute con la gente, con i discepoli, con gli scribi, i farisei, i sadducei. Il brano che ascoltiamo oggi (Mc 12,38-‐44) è immediata-‐mente precedente il suo ultimo grande discorso (quello cosiddetto ‘escatologico’). Nel suo insegnamento, il Signore continua a manifestare premura e insieme grande chiarezza e profondità. Mette in guardia (‘guardatevi!) i suoi ascoltatori di allora e di oggi: lo stile di vita degli scribi non va bene. È fondato sull’apparire, sul farsi vedere, sul cercare il consenso degli altri. ‘Amano’ fare così. C’è proprio un senso di compia-‐cimento, che Gesù ci aiuta a smascherare in noi stessi: nessuno è esente da questa tentazione, che lui stesso, il Signore, aveva affrontato nei quaranta giorni di deserto all’inizio della sua missione. La tentazione dell’avere, del successo del potere, nella quale pensiamo di star bene, di essere forti e sicuri. In realtà è una illusione. È una ri-‐sposta sbagliata ad un bisogno vero. Tutti abbiamo biso-‐gno di sentirci forti e sicuri, perchè abbiamo bisogno di essere amati. Perché abbiamo paura di non essere amati. E cercare il consenso, e l’applauso, e il dominio sulle cose e sulle persone ci dà l’impressione di compensare il biso-‐gno e la paura. Gesù dice che bisogna guardarsi da que-‐sto: la risposta vera è un’altra! Marco continua a raccontare che Gesù «stava seduto di fronte al tesoro». Il tesoro era una grande sala costruita da Erode nella parte settentrionale del tempio di Gerusa-‐lemme, che conteneva 13 cassette per le offerte, fatte a forma di imbuto, ristretta verso l’alto, dette ‘trombe’. Set-‐te erano per le imposte stabilite, cinque per un qualche scopo specifico, una per offerte spontanee. Gesù si è di-‐vertito a star lì a guardare come la gente gettava la sua offerta. Luogo pubblico, sacerdoti che controllano, rumo-‐re sonante delle monete che scivolavano nelle trombe… Possiamo immaginare anche noi la scena: i volti compia-‐ciuti di chi gettava manciate di monete; il volto dimesso dei poveri che avevano poco da offrire. E in particolare il volto sereno e pieno di dignità di quella vedova povera, che ha gettato solo due monetine. Quel gesto così semplice non sfugge agli occhi e al cuore buono di Gesù, che chiama apposta i suoi discepoli per farlo notare anche a loro. E per fare notare un duplice contrasto: quello fra le tante e le poche monete, ma so-‐prattutto quello fra la falsa e la vera generosità. Anche qui il Signore è veramente radicale. Anche noi siamo im-‐mediatamente d’accordo con lui (cioè siamo schifati dalla ostentazione e ammirati dall’umiltà), ma qui non basta
fermarsi all’insegnamento morale. C’è di più. Gesù preci-‐sa che quella vedova ha gettato «tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Allude certo alle cose es-‐senziali che servono per vivere, ma allude forse anche al-‐la vita stessa. Si potrebbe tradurre letteralmente: «tutta intera la sua vita». Quella vedova ha capito tutto. Ha ca-‐pito che tutto ciò che ha è un dono. La sua stessa vita è un dono. E la rimette nelle mani del donatore, senza te-‐nere nulla per sé. Si sente figlia del Padre pieno di miseri-‐cordia e provvidente, che viene in soccorso degli orfani e delle vedove. Quella vedova è forse anche l’immagine in cui possiamo riconoscere lo stesso Gesù, il Figlio di Dio che riceve tut-‐to dal Padre e che riconsegna tutto al Padre. Che si dona senza riserve, che «dà la sua vita» fino all’ultima goccia di sangue. In quella vedova, povera in spirito, Gesù ci aiuta a ricono-‐scere la risposta di Dio al nostro bisogno di sicurezza: non solo il dono delle cose che ci servono per vivere, ma soprattutto e prima di tutto il dono di una relazione di comunione indistruttibile. Su questo fondamento si posa la fortissima provocazione a verificarci nella scelta della povertà, che non è un op-‐tional per i discepoli di Gesù. E nella scelta della condivi-‐sione dei beni e della nostra stessa vita. Forse siamo an-‐cora al livello di quei ricchi che condividono solo ‘parte’ del loro ‘superfluo’? Sarebbe già molto decidere di con-‐dividere ‘tutto’ il superfluo. Ma il Signore ci vuol dare la grazia di donare tutto quel che abbiamo e perfino la no-‐stra vita, nella sicurezza dell’amore del Padre, che vuole muovere in sintonia con Lui ogni nostro desiderio e ogni nostra scelta: «ma già volgeva il mio disio e ‘l velle, sì come rota ch’igualmente è mossa, l’amor che move il sole e l’altre stelle» (Par XXXIII, 143-‐145).
AGENDA SETTIMANALE
8 Domenica – XXXII del Tempo Ordinario 8 S. Messa 10 Visita Pastorale della Comunità di Santa Francesca Romana 10 Catechismo: ANNUNCIO 11 S. Messa (def. Gilberto) 21 Lectio Divina sul Ciclo di Abramo (Gen 18) 9 Lunedì -‐ Dedicazione Basilica Lateranense 17 S. Vincenzo 18 S. Rosario 18.30 S. Messa (deff. Angela, Bruno, Isabella) 21 Incontro genitori ACR 10 Martedì -‐ S. Leone Magno Papa 18 S. Rosario 18.30 S. Messa 20.30 Giovanissimi 21 Consiglio Pastorale Parrocchiale 11 Mercoledì -‐ S. Martino di Tours Vescovo 18 S. Rosario 18.30 S. Messa 20 Consiglio dell’AC parrocchiale 12 Giovedì -‐ S. Giosafat Vescovo 17 Adorazione eucaristica e Lectio divina 18 ACR (al Corpus Domini) 18,30 S. Messa Adorazione eucaristica fino alle 22 21 Formazione Giovani 13 Venerdì 18 S. Rosario 18,30 S. Messa 19 Riunione gruppo liturgico 21 Prove dei canti: In coro con Rosaria 14 Sabato 15 Corso di chitarra per ragazzi 16,15 S. Messa alla Residenza Caterina 18 S. Rosario 18,30 S. Messa prefestiva (def. Ivo e famiglia) 15 Domenica XXXIII del Tempo Ordinario 8 S. Messa 10 Catechismo: CONDIVISIONE 11 S. Messa 19 Immissione canonica di don Nicola Morcavallo al servizio delle comunità di Villanova ed Albarea
AVVISI E APPUNTAMENTI
ADORAZIONE EUCARISTICA. Ogni giovedì, alle ore 17, il SS.mo Sacramento sarà esposto in chiesa fino alle ore 22 per la preghiera silenziosa personale. Al-‐le ore 17, subito dopo l’esposizione dell’Eucaristia,
sarà dettato qualche punto di meditazione sul van-‐gelo della domenica. LECTIO DIVINA. Domenica sera, alle ore 21, terzo appuntamento della lectio divina sul ciclo di Abra-‐mo: in particolare su Gen 18. Si tratta di un impor-‐tante momento formativo per i giovani e gli adulti della Parrocchia. Ogni incontro è così strutturato: invocazione allo Spirito, presentazione del testo bi-‐blico, silenzio per la riflessione personale, dialogo di condivisione e di approfondimento. Gli spunti della meditazione saranno poi di volta in volta condivisi con tutta la comunità. S. VINCENZO. La distribuzione delle sportine in questo mese avrà luogo lunedì 9 e lunedì 16. CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE. Il CPP si riunisce il 10 novembre per discutere sul seguen-‐te ordine del giorno: 1)verifica sulla festa di Sant'A-‐gostino e individuazione di alcuni criteri su cui svi-‐luppare la programmazione per la festa patronale del 2016, anche in vista della riunione del Comitato Festa programmata per il 7 marzo. 2) Riflessione sul futuro della casa di Forno di Zoldo e sulle modalità organizzative e pastorali dei campi scuola. 3) programmazione e preparazione al Tem-‐po di avvento. FORMAZIONE GIOVANI Inizia giovedì 12 alle 21 anche la formazione dei giovani che si svilupperà secondo un calendario definito successivamente. DOMENICA DELLA SOLIDARIETA’. Domenica 15, terza domenica del mese, raccogliamo, come di con-‐sueto, offerte per far fronte ai bisogni delle famiglie che bussano alla nostra porta per necessità varie. DON NICOLA MORCAVALLO sarà ufficialmente presentato dal Vescovo alla comunità di Villanova domenica 15 novembre alle ore 19. ARCOBALENO. Sabato 21 novembre alle 20, presso la mensa della Rivana, si terrà una Cena di solidarie-‐tà in favore dell’Associazione Arcobaleno per dare un aiuto concreto ai ragazzi che la frequentano ANTITRATTA. Venerdì 27 novembre alle 20,45, nella Sala parrocchiale, serata di sensibilizzazione sulla tratta di esseri umani: ‘Qui non smerciamo persone’, con interventi dell’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Ferrara e del consulente lega-‐le dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. ANSPI – E’ tempo di rinnovare la propria associa-‐zione per l’anno 2016. La quota annuale di Euro 15 (socio ordinario) e di Euro 30 (socio sostenitore) comprende l’assicurazione per tutte le attività or-‐ganizzate dall’Oratorio (Gite, Campi, Festa patrona-‐le, ecc.) ed è un modo per sostenere tali iniziative.
PER LA S. VINCENZO: OLIO
Pro-memoria sulla celebrazione della Messa
secondo intenzioni particolari
Anche nella nostra Parrocchia si vive la buona prassi di celebrare le SS. Messe secondo le intenzioni particolari dei fedeli, per i vivi o per i defunti. Può essere utile ri-cordare che:
IL VALORE INFINITO DELLA MESSA. Ogni S. Messa è la celebrazione della Pasqua di Gesù, ed ha un va-lore infinito perché attua la salvezza di tutto il genere umano! Ciò significa che la Messa vale per le intenzio-ni di tutti i fedeli che la stanno celebrando con fede. Non ha senso quindi dire ‘Questa è la mia Messa’, an-che se si prega per una particolare intenzione.
CELEBRARE CON FEDE SECONDO UNA INTEN-ZIONE PARTICOLARE. La Chiesa ha sempre ritenuto cosa buona celebrare o far celebrare una Messa se-condo una intenzione particolare (pregare per sé, o per una o più persone, vive o defunte): l’efficacia non è le-gata all’offerta pecuniaria, ma alla fede e all’amore con cui si vive personalmente la Messa. Infatti, vivere bene la Messa significa accogliere l’amore di Gesù Cristo e crescere in questo amore, per il bene nostro e dei fratelli (vivi o defunti) per cui preghiamo.
PERCHÈ L’OFFERTA? La prassi di dare un’offerta ai sacerdoti perché venga celebrata una Messa secondo le proprie intenzioni è motivata dalla opportunità di contribuire al bene della Chiesa, al sostentamento dei suoi ministri e delle sue opere. Le disposizioni canoniche sulla applicazione secondo le intenzioni personali dei fedeli hanno lo scopo di te-nere lontana anche l’apparenza di contrattazione o di commercio. L’offerta consigliata dal Vescovo di Ferrara-Comacchio per la celebrazione di una S. Messa se-condo una particolare intenzione è di € 10,00. Chi fos-se in difficoltà economica può comunque chiedere tranquillamente la celebrazione secondo le proprie in-tenzioni!
UNA MESSA, UNA INTENZIONE. Ogni messa può essere celebrata secondo le intenzioni di una sola persona che ha dato un’offerta (cf. Can. 948). Quindi la regola è che per ogni Messa si prega in particolare secondo una sola intenzione, e non si possono riceve-re offerte per altre intenzioni.
MESSE CON PIÙ INTENZIONI: UNA ECCEZIONE. Secondo quanto sabtilito dal Decreto Mos iugiter della Congregazione per il Clero (22 febbraio 1991), ecce-zionalmente, il prete può celebrare la S. Messa secon-do una intenzione ‘collettiva’ (cioè secondo più in-tenzioni per le quali riceve una offerta), a condizione: - che i fedeli siano esplicitamente avvertiti
- che sia pubblicamente indicato il giorno e l’orario del-la celebrazione, non più di due volte per setti-mana
- che il prete trattenga per sè solamente l’elemosina stabilita dalla Diocesi
Nella Parrocchia di S. Agostino, le S. Messe in cui si possono cumulare le intenzioni sono: - il sabato alle ore 18.30 - la domenica alle ore 11.00
MESSA PRO POPULO. La S. Messa delle ore 8 della domenica verrà sempre applicata ‘pro populo’, cioè per tutta la comunità parrocchiale: è un modo per edu-carci a pregare per tutti i parrocchiani (cf. canone 534 § 1, sugli obblighi del parroco).
La presentazione dei doni nella S. Messa
Nell’ultima riunione del gruppo liturgico, si è precisato il modo nel quale vivere, durante la Messa, il momento della presentazione dei doni. Dice l’Ordinamento generale del Messale Romano:
La preparazione dei doni
73. All'inizio della Liturgia eucaristica si portano all'altare i doni, che diventeranno il Corpo e il Sangue di Cristo. Prima di tutto si prepara l'altare, o mensa del Signore, che è il centro di tutta la Liturgia eucaristica, ponendovi sopra il corporale, il purificatoio, il Messale e il calice, se non viene preparato alla credenza. Poi si portano le offerte: è bene che i fedeli presentino il pane e il vino; il sacerdote, o il diacono, li riceve in luogo opportuno e adatto e li depone sull' altare. Quantunque i fedeli non portino più, come un tempo, il loro proprio pane e vino destinati alla Liturgia, tuttavia il rito della presentazione di questi doni conserva il suo valore e il suo significato spirituale. Si possono anche fare offerte in denaro, o presentare altri doni per i poveri o per la Chiesa, portati dai fedeli o raccolti in chiesa. Essi vengono deposti in luogo adatto, fuori della mensa eucaristica. 74. Il canto all'offertorio accompagna la processione con la quale si portano i doni; esso si protrae almeno fino a quando i doni sono stati deposti sull'altare.
Normalmente, dunque, nelle messe domenicali, al termine della preghiera dei fedeli, tutti sono invitati ad alzarsi per portare la propria offerta (in denaro o in generi alimentari) negli appositi cesti. Intanto si esegue il canto di offertorio. Terminata la raccolta, si portano all’altare il pane e il vino per il sacrificio eucaristico e i cesti con le offerte dei fedeli, che vengono depositati ai piedi dell’altare. Termina pure il canto e il sacerdote offre il pane e il vino a nome di tutti con le parole «Benedetto sei tu, Signore…».
Tra il 9 e il 13 novembre 2015 si terrà a Firenze il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale. Dopo Evangelizzazione e promozione umana (Roma 1976), Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini (Loreto 1985), Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia (Palermo 1995) e Testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo (Verona 2006), titoli dei convegni ecclesiali precedenti, i Vescovi italiani hanno voluto questo nuovo Convegno In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. Il 5° Convegno affronterà il trapasso culturale e sociale che caratterizza il nostro tempo e che incide sempre più nella mentalità e nel costume delle persone, sradicando a volte principi e valori fondamentali per l’esistenza personale, familiare e sociale. L’atteggiamento che deve ispirare la riflessione è quello a cui richiama quotidianamente papa Francesco: leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell’amore che Gesù ci ha insegnato. Solo una Chiesa che si rende vicina alle persone e alla loro vita reale, infatti, pone le condizioni per l’annuncio e la comunicazione della fede. In tale cammino di rinnovamento non è difficile scorgere alcune costanti che complessivamente delineano il percorso delle nostre Chiese. Al centro dell’attenzione è sempre rimasta l’evangelizzazione, attuata in spirito di dialogo con il contesto sociale italiano. Rispetto a questa missione, dopo il Vaticano II, le nostre comunità si sono interpretate come segno della presenza salvifica del Signore sul territorio. Di conseguenza, sempre desta è stata anche l’attenzione nei riguardi dell’humanum, chiamato insistentemente in causa: nella prospettiva della promozione umana a
Roma; nell’orizzonte comunitario e in quello sociale rispettivamente a Loreto e a Palermo; infine, a Verona, sotto le cifre esistenziali degli affetti, del lavoro e della festa, della fragilità, dell’educarsi vicendevolmente e del convivere nel rispetto di regole stabilite democraticamente. Il Vangelo annunciato dalla Chiesa illumina di senso il volto dell’uomo e permette di intuire le risposte meno scontate ai suoi interrogativi più profondi (cf. Gaudium et spes 41).
Si può discutere – come del resto s’è fatto – su modalità, contenuti ed esiti di questi Convegni ecclesiali, ma non si può non riconoscere che essi hanno contribuito a delineare il volto storico delle nostre Chiese, innescando una serie di reazioni virtuose utili a dare vitalità alle nostre Diocesi. La stagione dei Convegni nazionali esprime tutto ciò in un rinnovato stile ecclesiale, che porta a convenire, traduzione permanente del paradigma sinodale rappresentato dal Concilio. Questa prassi realizza la Chiesa quale esperienza di comunione, allenandola a vivere la sua vocazione di «sacramento dell’unità del genere umano» in cammino verso Dio (Lumen gentium 9).
(Dalla presentazione di Mons. Nosiglia)
Visita pastorale della parrocchia
di S. Francesca Romana Ospitiamo oggi gli amici della Comunità parrocchiale di S. Francesca Romana. Già da molti anni c’è un legame particolare tra le nostre Parrocchie, nato in un primo tempo con lo ‘scambio dei parroci’ che nel mese missionario di ottobre celebravano nelle comunità sorelle e sviluppatosi con la partecipazione di tutti i parrocchiani di una comunità alla celebrazione eucaristica dell’altra.
Si tratta di una piccola ma significativa esperienza che ci richiama l’appartenenza all’unica Chiesa diocesana di Ferrara-‐Comacchio e ci aiuta a condividere il cammino dei fratelli cristiani al di là dei confini parrocchiali.
I ragazzi della catechesi di S. Francesca si ritrovano questa domenica alle ore 10 in chiesa assieme ai ragazzi della nostra parrocchia: dopo un momento di preghiera tutti insieme, si divideranno nei gruppi del catechismo per condividere un tratto del cammino di formazione e per approfondire la conoscenza reciproca. Alle ore 11, la S. Messa sarà presieduta da don Michele e don Andrea Zerbini (il parroco di S. Francesca) con le due comunità riunite per pregare insieme. Al termine della celebrazione ci sarà uno scambio di valigie da viaggio: sarà il segno del desiderio di ‘Camminare insieme’, come un unico popolo di Dio.