VIAGGIO NELLO SRI LANKA INCONTRO CON UN POPOLO …salesianesacricuori.it/sites/default/files/VIAGGIO...
Transcript of VIAGGIO NELLO SRI LANKA INCONTRO CON UN POPOLO …salesianesacricuori.it/sites/default/files/VIAGGIO...
VIAGGIO NELLO SRI LANKA
INCONTRO CON UN POPOLO ACCOGLIENTE E SORRIDENTE
ALCUNE NOTIZIE GEOGRAFICHE
ESTENSIONE
dell’ISOLA
66.000 Km²
l'Italia è circa 4.6 volte più grande POPOLAZIONE: 19.200.000 di abitanti * l'Italia è circa 3 volte più popolosa
DENSITA’: 290 abitanti per Km²
SOCIO-POLITICA
ORDINAMENTO:
Repubblica presidenziale
LINGUA:
Cingalese (ufficiale) - Tamil (ufficiale) - Inglese
RELIGIONE:
Buddisti theraveda 70% - Induisti 15% - Musulmani 8% - Cristiani 5% - Altri 2%
GRUPPI ETNICI
Cingalesi 75% - Tamil 16% - Mori 8% - Altri 1%
AATTTTEESSAA DDEEII SSEEGGNNII –– LLAA MMIISSSSIIOONNEE DDII SSAAMMUUEELLEE
Il viaggio in questa isola – definita lacrima dell’India, perla dell’Oriente - dura pochi giorni,
precisamente dal 9 al 13 novembre 2010, ma ha una grande valenza, per la Madre e per me che
l’accompagno; si tratta di esplorare il posto per orientare le scelte future della Congregazione in
terra di missione, nel continente asiatico.
Sento di definirlo il viaggio dell’attesa dei segni, al pari di Samuele che attende, nella sua
veneranda età, il segno della presenza del Messia nella storia degli uomini.
Il viaggio in sé comporta qualche sacrificio perché la partenza da Fiumicino, con la compagnia
del Qatar è alle ore 11.30 e il primo scalo è a Doha, capitale del Qatar, alle ore 19.15 (ora locale + 2
ore di differenza dall’Italia); poi la rapidità per l’ulteriore imbarco, sempre con la medesima
compagnia, alle ore 20.00 e l’arrivo a Colombo alle ore 3.45 del 9 novembre 2010.
Nulla di eccezionale nel viaggio, o meglio i sentimenti particolari che albergano nel cuore di
chi, per la prima volta, si reca in un posto nuovo non per turismo ma per missione: dove andiamo?
È veramente volontà di Dio?... Ancora riviviamo nel volo il timore per una perturbazione
atmosferica di elevata entità nel secondo tratto del viaggio, mentre si attraversa l’oceano indiano,
tanto che spontaneamente, afferrando il braccio della Madre, esclamo: “Signore, salvaci! Sii
misericordioso!”
Nonostante il viaggio viene compiuto nel nome del Signore, il timore per una minaccia alla
vita diventa una risposta riflessa, e alla paura superata seguono momenti di silenzio e di
ringraziamento al Signore per averci salvato dalla morte.
All’aeroporto di Colombo, procediamo con calma nel ritiro dei bagagli dal nastro meccanico,
convinte che nessuno ci attende a quell’ora perché, da accordi presi, dobbiamo incontrare l’ autista,
inviato dalle suore della
Provvidenza di Modena, alle
ore cinque. Uscite
dall’aeroporto, in questo
viaggio con pochi bagagli, -
cosa insolita - , un giovane ci
sorride e ci interpella con il
nostro nome. E di rimando:
“Sei Buddika?”. La risposta
chiara e pronta ci fa intendere
che si tratta della persona
inviata dalle religiose per
prelevarci. Un percorso
dall’aeroporto a Waikkala
lungo circa 35 km, fatto nel
buio della notte e con rapidità per il limitato traffico dell’ora. Alle 5.30 siamo al cancello
dell’Istituto “Severino Fabriani”, dove una religiosa delle suore della Provvidenza per l’educazione
dei sordi, Sr Delisia, (la responsabile della comunità) è ad attenderci con un sorriso che resterà
indelebile sia per la costanza nel periodo di permanenza sia per il momento particolare di arrivo in
un luogo sconosciuto.
Abbiamo bisogno di una camera e di un letto per riprendere le energie fisiche e in poche ore
siamo in cappella per l’incontro con il Signore. È la festività liturgica della dedicazione della
Basilica Lateranense. Poi, il breve momento della colazione e la visita alla scuola.
L’Istituto delle Suore della
Provvidenza prende il nome dal
loro fondatore, il servo di Dio Don
Severino Fabriani. Inaugurato
appena due anni fa si presenta
maestoso, moderno, funzionale,
un’oasi educativa nel verde
dell’appezzamento distribuito in
parte in giardino e in parte
coltivato a frutteto, in modo
particolare con alberi maestosi di
cocco. Si tratta di 7 ettari di terreno,
in cui è situata la scuola, la
residenza della comunità religiosa
e dei bambini sordi a regime convittuale, la casa di formazione, e, più lontano la casa del colono. Il
tutto confina con le sponde del fiume principale che attraversa il Paese. Suggestiva la natura,
funzionale ed estetica la
costruzione.
Nel complesso scolastico
funzionano due sezioni di scuola
materna per udenti, sei classi di
scuola primaria specializzate per
sordi; la scuola è diretta da una
religiosa del luogo.
La comunità è composta da
sei religiose, tutte singalesi, di cui
5 operano nel settore educativo e
una nella Casa di formazione.
Nella casa di formazione ci
sono tre novizie con la formatrice
- si tratta di una religiosa del
posto che ha studiato in Italia e che fa vita comune con le giovani, le quali incontrano la comunità
religiosa solo al momento della preghiera del mattino (Lodi e Santa Messa).Veniamo ad
apprendere che il Noviziato è stato chiuso per sette anni e che è stato riaperto con queste giovani
che sembrano sicure e convinte della scelta abbracciata.
Mercoledi 10 Novembre 2010
Questa giornata è da noi attesa per l’appuntamento con il Nunzio del posto, Mons. Joseph
Spiteri. Puntuali, dopo due ore di
viaggio nel traffico caotico del
percorso e, in modo particolare,
nelle vicinanze della città di
Colombo, capoluogo dello Stato,
alle ore 11.00, siamo vicino al
cancello della Nunziatura. Nel
percorso osserviamo il fenomeno
dell’inurbanesimo da parte delle
fasce povere che, con il miraggio di
trovare lavoro, costruiscono
residenze posticce agglomerate e
precarie alla periferia della città.
Veniamo a sapere dal conducente
della vettura che queste
“catapecchie” non sono regolari né permesse per cui, da un momento all’altro, la polizia può
intervenire e sfasciare tutto. Il fiume d’acqua torbida, in piena per le piogge dei giorni precedenti,
bagna la città. Siamo ricevute da una religiosa del posto nel salotto e, dopo pochi istanti, siamo
dinanzi alla persona del Nunzio, dai tratti caratteristici europei, con un fare cordiale e premuroso,
con una disponibilità totale ad
accoglierci e ad ascoltare i
nostri bisogni. Si passa dal
saluto alla conversazione sullo
Sri Lanka e sulle motivazioni
della visita. La Madre fa
presente che il viaggio è
esplorativo per conoscere i
bisogni dei sordi in questo
Stato, dopo il tentativo non
riuscito della missione in India
che si intendeva aprire
nell’anno 2008. Chiaro
l’intervento esplicativo del
Nunzio il quale riferisce che
nella diocesi di Colombo e in quelle viciniori risultano presenti due comunità religiose che si
occupano dell’educazione e riabilitazione e sono: le Suore della Provvidenza di Modena e una
congregazione locale. La Madre interviene affermando che non è nostra intenzione occupare
spazi pastorali educativi già serviti bene e con competenza, ma piuttosto conoscere se ci fosse tale
bisogno nella Chiesa locale.
Il Nunzio, presentandoci la cartina dell’isola, ci fa un excursus storico sulla situazione del
Nord dello Sri Lanka, dove si é svolta una guerra civile che da pochi anni è terminata con
l’assassinio del capo dei ribelli.
In che cosa è consistita questa guerra è facile intuirlo: si tratta di popolazioni indiane venute nell’isola
al tempo della colonizzazione inglese per la coltivazione del the. I singalesi che si dice provengano dall’India
del Nord si sono insediati nella parte centrale e meridionale dell’isola; i tamil, che si dice provengano
dall’India del Sud, si sono insediati nella parte settentrionale. Si distinguono perché parlano lingue diverse.
Dopo l’ indipendenza dell’isola dagli Inglesi, questo gruppo di tamil si è rinforzato, ha occupato altri spazi
nel Nord e ha cominciato a pretendere l’indipendenza. Oggi la situazione si è calmata e l’isola sta vivendo un
periodo che ci auguriamo sia di stabilità e di pace, governata da un Presidente della repubblica a regime
socialista.
In questa parte settentrionale ci sono due diocesi: la diocesi di Mannar, che comprende anche la penisola
di Jaffna, la parte più cattolica dell’isola, con la presenza di molte comunità religiose maschili e femminili, e
la diocesi di Trincomalee – Batticaloa che costeggia la parte est dove ci sono meno cattolici. A mio avviso il
posto dove si potrebbe pensare d’iniziare un lavoro di tal genere è nella diocesi di Mannar, la cui sede
vescovile si trova in una parte centrale e quindi consentirebbe di raccogliere i sordi dal nord, ovest ed est. In
questo posto penso che ci sia solo una scuola statale per sordi, gestita da protestanti, ma a livello ecclesiale
niente. Tuttavia - conclude il Nunzio – mi metterò a contatto con i Vescovi delle due diocesi settentrionali
per conoscere meglio la situazione, apprendere la disponibilità e tenervi informate.
Entusiasmante è l’incontro con il Nunzio; fraterna ed affettuosa l’accoglienza, disponibile e
premuroso l’ascolto; e prima di congedarci ci offre un buon caffè all’italiana che ci ristora. Sono le
12.00 quando usciamo e torniamo verso la vettura, accompagnate da S. Ecc.za , che posa per una
foto ricordo con la Madre, prima di ripartire per Vaikkala.
Riteniamo fondamentale questo incontro che si rivela informativo e fa nascere l’interrogativo:
forse il Signore ci chiama in questo posto, nel Nord dell’isola? Il primo segno ci viene dalle
indicazioni del Nunzio; adesso saranno le informazioni da parte dei Vescovi delle diocesi del Nord
isola a confermare o meno queste indicazioni. Pertanto l’attesa si fa preghiera di ascolto e
sacrificio.
Alle ore 14.00 (locali) - ricordiamo che ci sono + quattro ore e mezzo di differenza con il fuso
orario dell’Italia, quindi in Italia sono le 9.30 anti pomeridiane - arriviamo all’Istituto dove siamo
ospiti e consumiamo il pranzo.
Nel pomeriggio facciamo una camminata esplorativa del terreno delle Suore; esso è coltivato
per la maggior parte in alberi da cocco, i cui frutti sono venduti per estrarre l’olio di cocco, ed è
confinante con il fiume. A sera una pioggia torrenziale, scrosciante e prolungata, ci accompagna
tanto che le ore del sonno vengono interrotte per i numerosi rumori e versi degli animali. Facciamo
esperienza del clima tropicale e della piovosità in questi mesi (ottobre – novembre – dicembre).
Giovedi 11 Novembre 2010
Questa mattina, dopo la celebrazione eucaristica e la colazione, con il taxi tipico del posto (tre
ruote) raggiungiamo PALANGATURE, distante una 15 di km da Waikkala per visitare la prima
sede delle Suore della
Provvidenza. Esse operano
accanto alla Parrocchia, in
questo momento in restauro,
e gestiscono una scuola
materna, con il
funzionamento di varie
sezioni di udenti e di una
sezione di dodici sordi, i
quali vengono integrati in
tutte le attività manuali e
ludiche.
Si tratta di una scuola
antipomeridiana, dove non
c’è il servizio mensa. Ad
accoglierci c’è una religiosa
Sr Annuncia, perché le altre
sono andate insieme con le insegnanti laiche ad un seminario organizzato dallo Stato per la
formazione del personale docente e, quindi, non incontriamo i bambini, come sarebbe nostro
desiderio. La visita dura poco e alle dieci e mezzo siamo di ritorno pagando il servizio taxi con 150
Rs all’andata e altrettanti per il ritorno. E pensare che 150 Rs corrispondono a meno di 1 € che ha
un valore di conversione di 155Rs., mentre 1 $ vale 115 Rs.
Un gesto di cortesia ci viene manifestato dal conducente del taxi quando intende restituirci 50
Rs, che non vengono da noi presi perché coscienti che la richiesta si riduce ad un misero
compenso al lavoro prestato.
Venerdi 12 Novembre 2010
È la giornata che Sr Delisia, la Superiora delle Suore della Provvidenza, ha organizzato per
una visita nella parte montuosa dell’isola per farci conoscere il paesaggio, le bellezze e la musica e
la danza tipica del posto. Un paese in possesso di tutto, con una vegetazione lussureggiante,
cultura e templi e soprattutto elefanti da ammirare.
Il medico Chandana Rajapaksha può affermare che i suoi pazienti non solo hanno la pelle
spessa, ma sono anche i più alti di tutti. In fondo lavora dove 35 anni fa fu costruito un
orfanotrofio molto particolare. Lo «Pinnanawela Elefant Orphanage» vicino alla città di Kandy. In
origine era solo un centro di raccolta per elefanti orfani di madre, è diventato anche un ricovero
per animali anziani, malati e feriti. Chandana sostiene che oggi siano ospitati più di 80 elefanti. Un
luogo che già da tempo è divenuto attrazione turistica, soprattutto per il bagno quotidiano degli
elefanti nel fiume Maha Oya, a cui noi assistiamo.
Nel 1815, quando gli inglesi annessero l’allora Regno di Kandy, dovevano esserci circa 30000
esemplari di elefante allo stato
libero. Oggi si parla solo di circa
3000 esemplari. In una mezza
dozzina di parchi nazionali, i
visitatori possono tuttavia
osservare, con ogni probabilità,
elefanti allo stato libero. Nello Yala
Park, il più esteso con quasi 1300
kilometri quadrati di superficie, i
partecipanti ai safari hanno inoltre
la possibilità di fotografare orsi e
leopardi. L’animale più
importante nella storia dello Sri
Lanka è e resta sempre l'elefante.
La sua immagine è visibile ovunque, in particolare nei numerosi templi. Ad Anuradhapura, non
meno di 344 elefanti decorano la base dell’imponente Ruvanveliseya Stupa. Sebbene quasi nessuno
degli edifici, sparpagliati su più di 40 km, si trovi ancora nello stato originario, Anuradhapura, con
i suoi 2000 anni di storia, è uno dei luoghi più emozionanti del paese. Peter Achten, giornalista
radiotelevisivo ed esperto dell’Estremo Oriente, ha perfino definito Anuradhapura „una
meraviglia del mondo paragonabile a Angor Wat in Cambogia“.
Oltre alla vegetazione lussureggiante con ampi giardini di erbe aromatiche e altipiani dai
pittoreschi paesaggi con coltivazioni di tè, allo Sri Lanka non mancano certo le meraviglie create
dall’uomo. Per esempio a Sigiriya. Ogni anno numerosi turisti scalano il monolite alto 200 m, un
tempo circondato da fossati pullulanti di coccodrilli e serpenti velenosi. Nel V secolo, sulla sua
sommità, il re Kasyapa fece erigere una fortezza. Oltre alle rovine del palazzo, il cui ingresso è
decorato da gigantesche zampe di leone, attirano anche i 21 affreschi di donne, perfettamente
conservati. Altrettanto favolose sono le conquiste, non facilmente riconoscibili come tali: i laghi del
paese, tutti artificiali, costruiti per garantire l’approvvigionamento dell’acqua. Alcuni furono
costruiti già 2000 anni fa per ordine del re. Ad esempio il bacino idrico nei pressi di Polonnaruwa,
definito “il mare del grande Parakrama”. Con una superficie di 22,6 km quadrati è grande quanto
il lago di Morat. Non si sa esattamente quante persone abbiano lavorato agli scavi, né quanto
tempo ci sia voluto. Di sicuro però, per poter scavare una superficie del genere per 13 metri di
profondità sono stati impiegati anche gli elefanti. Purtroppo gli indispensabili animali da lavoro di
un tempo oggi non si vedono quasi più.
“Tanti anni fa, gli elefanti facevano ancora parte dell’immagine della strada" dice Buddika, il nostro
autista, e sostiene: «Un elefante necessita di 250 chili di cibo al giorno, le macchine sono più economiche».
Al contrario, gli elefanti impiegati per le numerose parate e feste religiose possono essere
molto costosi. Il giovane autista descrive le bellezze di Kandy, la sua città preferita: «Niente può
superare lo spettacolo degli elefanti sontuosamente bardati, che girano attorno al tempio al lume
delle fiaccole. Semplicemente fantastico.»– Elefantastico!
Terminato il bagno, gli elefanti incolonnati dai mahout (gli addomesticatori), ritornano
nell’orfanotrofio che noi andiamo a visitare. Siamo colpiti da un elefante cieco a cui gli addetti ai
lavori presentano i rami degli alberi per il pasto; come pure un elefante con un solo orecchio. Sono
tutte femmine “orfanotrofio femminile degli elefanti” - mi viene da pensare. I mahout spiegano il
comportamento del branco e come guidare questi tranquilli giganti.
Ritornando per la medesima
strada poco prima attraversata dagli
enormi animali, gli escrementi sono sul
pavimento a testimoniare il loro
passaggio, escrementi utilizzati per la
realizzazione di carta particolare “carta
di elefanti”. Visitiamo la fabbrica – il
ciclo di produzione della carta
particolare, che comincia con la secca,
la purificazione e la colorazione per
terminare con il prodotto: agende,
cornici, libri, fogli e tanti altri oggetti
che si vendono nel negozio attiguo alla
fabbrica. Veniamo a sapere che un
signore italiano dell’Associazione onlus
Vagamondo ha pensato di utilizzare gli escrementi degli
elefanti e ha messo su tale laboratorio. Intelligenza dell’uomo che si fa creatività!
Ma anche orgoglio nazionale – da parte nostra!
Si lascia la località di
Pinnanawela e ci si dirige alla città
di Kandy, un'antica città,
conosciuta anche con il nome di
Maha Nuvara o Senkadagalapura,
situata nel centro dello Sri Lanka,
famosa nel mondo per il Sacro Dente
di Buddha.
Un tempo capitale dello Sri
Lanka, la meravigliosa città fu
costruita nel XIV secolo sulle rive
del Lago omonimo, circondato da
montagne verdi. Sr Delisia ci dice
che, per entrare nel tempio di
Buddha occorre togliersi il velo, per cui è preferibile non andare.
Secondo la leggenda, alla morte di Buddha il suo corpo fu cremato su di una pira di legno di
sandalo a Kusinara in India, ma il suo dente canino sinistro fu recuperato da Arahat Khema che lo
affidò al re Brahmadatte. La reliquia divenne non soltanto proprietà del re, ma anche simbolo e base
di legittimazione del diritto del re di governare la sua terra, tanto che vi furono guerre per
assicurarsi il possesso della reliquia, che era
conservata nella città di Dantapuri (l'attuale città
di Puri nello stato indiano di Orissa. Nel IV
secolo la reliquia apparteneva al re Guhasiva di
Kalinga, il quale, temendo che potesse finire nelle
mani dei suoi nemici, l’affidò a sua figlia, la
principessa Hemamali, che insieme al marito
Dantakumara lo trasportò segretamente in Sri
Lanka.
Kandy è dichiarata Patrimonio dell’Umanità
UNESCO dal 1988, è l’ultima di una serie di
“dimore” in cui il “dente di Buddha” è stato
ospitato e protetto.
Non potendo visitare il tempio, né
desiderandolo, il nostro autista, ormai amico
Buddika, prende l’iniziativa di portarci a
visitare una sorta di “museo delle gemme”
(“trappola per turisti ″), in cui è possibile
imparare qualcosa sulle pietre semi-preziose di cui il sottosuolo di questo Paese è ricco. Questi
posti di solito hanno una sala
espositiva con raccolte di minerali
e pietre “locali” e ambienti che
ricreano le miniere, dove una
guida ci spiega i processi di
estrazione e lucidatura dei
preziosi.
Il tempo passa rapidamente e
siamo in ritardo per la visita del
Royal Botanical Garden di
Peradeniya, a pochi chilometri da
Kandy. Apprendiamo però che
questi giardini erano un tempo
adibiti allo svago dei re di Kandy
e oggi costituiscono il più vasto orto botanico dello Sri Lanka, che si estende su una superficie di
60 ettari. Non abbiamo perciò visto il grande prato dove si trova il fico gigante di Giava (una roba
che sembra uscita da Alice nel Paese delle Meraviglie), che copre un’area di ben 1600 m²
Lungo la strada che ci porta
al Seminario Diocesano di
Colombo, sostiamo in una
fabbrica di tè. Quante cose si
apprendono! In modo
particolare ci ha colpito la
macchina giapponese che
attraverso sensori differenti
divide i granelli di te per colore.
Il calore in questo stabilimento è
enorme; fuori ci sono 27 gradi di
temperatura, ma in
quest’ambiente 32 gradi.
Dopo la visita al Seminario e
il confortevole tè offertoci dal
Rettore, - siamo alle ore 16.30, dobbiamo correre nel centro di Kandy per assistere allo spettacolo di
danza e musica tipica del posto, che ha inizio alle ore 17.30 nel teatro della città. Arriviamo con un
po’ di anticipo e ciò che ci
colpisce sono i numerosi
turisti che occupano i posti
a sedere.
Fortunatamente all’ingresso
ci viene consegnato il
programma in italiano per
comprendere la cultura e la
religiosità del popolo. Durante il viaggio di
ritorno a Waikkala
riceviamo la telefonata del
Nunzio che ci comunica
d’aver parlato con i vescovi
delle diocesi settentrionali
dell’isola, i quali attendono che il nostro carisma sia presente nella Chiesa locale e considerano la
nostra presenza un dono per la comunità. Questa notizia ci conferma che il Nunzio ha preso con
immediatezza le informazioni dai vescovi delle diocesi del Nord ; altro segno perché la decisione
che il Consiglio generale dovrà prendere sia vagliata con attenzione.
Sabato 13 Novembre 2010
Giornata di riposo perché a sera dobbiamo partire per lo Stato delle Filippine e la notte è
lunga. Facciamo una
passeggiata per la strada non
asfaltata e la gente che ci
incontra ci sorride, ci chiede la
benedizione di Dio con il gesto
tipico che in questi giorni è stato
usuale: le mani giunte e
l’inchino della testa. Lo abbiamo
visto fare in Chiesa al momento
dello scambio della pace, lo
abbiamo ricevuto dai bambini
della scuola e della strada ad
ogni incontro, lo abbiamo visto
a sera quando i bambini
andavano a dormire curvandosi
fino a terra per darci il saluto e chiedere la benedizione di Dio dagli adulti.
Dopo cena il saluto e il vivo ringraziamento alla comunità religiosa che ci ha ospitate con calore
e ci ha fatto sentire in famiglia e alle ore 21.00 locali un taxi ci conduce all’aeroporto dove sostiamo
fino alle ore 1.40 del 14 novembre, ora di partenza per Doha e da Doha per Manila.
Valutazioni
Un viaggio caratterizzato dall’attesa dei segni, ma anche da grande libertà interiore per non
forzare la volontà di Dio con scelte legate a motivi umani. Un viaggio che ci ha permesso di
conoscere un popolo sorridente, accogliente e, soprattutto, rispettoso dello straniero. I bambini poi
sono stati la cosa più bella che abbiamo incontrato e che si ponevano davanti a noi con le manine
giunte e il capo chino per la benedizione di Dio. God blese you! – era la frase tipica continuamente
ripetuta dalla Madre che, in perfetto inglese, è riuscita a comunicare con tutti, mentre io dovevo
attendere il momento per venire a conoscenza del contenuto degli incontri.
VIAGGIO NELLE FILIPPINE
- INCONTRO CON UN POPOLO MERAVIGLIOSO -
Domenica, 14 novembre, alle ore 14.00, ora locale (+7 ore di differenza dall’Italia) arriviamo
all’aeroporto di Manila con il volo
della Malesya Airlines proveniente
da Kuala Lumpur, capitale della
Malesia. Non troviamo nessuno;
mentre aspettiamo Padre James dei
Missionari del Verbum Dei, siamo
assalite da un naturale panico,
perché il posto è nuovo e non
sappiamo dove andare.
Telefonicamente apprendiamo che
Padre James è ad attenderci a pochi
metri di distanza e il cuore si
rianima. Il saluto fraterno e
l’abbraccio ci fa superare ogni
timore: siamo in buone mani,
guidate da un Angelo che da tempo ha per noi organizzato il nostro breve soggiorno nelle
Filippine perché sia proficuo e realizzi gli obiettivi per cui è stato effettuato: l’esplorazione del
posto per conoscere se la Chiesa locale abbia a cuore e necessiti di operatori nel campo della
pastorale, educazione e promozione del sordo.
In macchina Padre James, lungo il percorso da Manila a Quezon City, ci informa del
programma delle giornate, denso di incontri e di visite. Non c’è traffico perché è domenica e,
inoltre, tutti sono vicino
alla televisione per la gara
di un atleta filippino,
Manny Pacquiao, l’unico
che ha raggiunto livelli di
campione e, quindi,
considerato un eroe.
In poco più di
mezz’ora arriviamo nel
quartiere di Pausol, un
quartiere popolato e
brulicante di persone,
specialmente di bambini
che sbucano dalle piccole
case abbarbicate l’una
sull’altra, per giocare lungo
la strada larga due metri. Passiamo
davanti al cancello dell’abitazione dei
Missionari del Verbum Dei e, dopo
appena 50 metri, la macchina sosta
presso la residenza delle Suore
Ministre della Carità di G.Battista
Leonardi, dove Padre James ha
trovato per noi ospitalità.
La Superiora, un’italiana da
lunghi anni nelle Filippine, Sr Renata
Strola, ci accoglie con un sorriso
meraviglioso e con un fare materno,
chiama le consorelle giovani a portare
le valigie in camera, ci offre una bibita
dal momento che non intendiamo consumare il pranzo
perché sono già le ore 16.30, ci indica la camera per riposare e rinfrancarci.
Padre James si allontana affermando che, dopo la Santa Messa in Parrocchia, alle ore 19.00,
sarebbe ritornato a prelevarci per andare a cena con le due Signorine del College Myriam, le quali
si sono dichiarate disponibili ad accompagnarci negli spostamenti o personalmente o attraverso
l’uso della macchina condotta dal loro autista di fiducia.
Alle ore 18.00, andiamo in Parrocchia per partecipare alla Celebrazione eucaristica festiva.
Siamo colpite dal numero dei fedeli presenti, dal fervore con cui partecipano, dalla preparazione e
animazione della liturgia. Alle 19.30 Padre James viene a prelevarci dall’Istituto e ci presenta la
Sig. CAROLYN UI, come la responsabile amministrativa di MIRIAM COLLEGE. Immediata è
l’empatia e la simpatia perché “Carol” – è questo il suo diminutivo - è una persona dal carattere
solare, pronta a facilitare la comunicazione, desiderosa di conoscere la situazione del sordo in
Italia. Della nostra attività in Italia conosceva molte cose perché P. James gliene aveva parlato. Con
la sua vettura raggiungiamo un ristorante tipico, dove troviamo ad attenderci e ad occupare il
posto la sorella più giovane, MARICAL UI, anche lei docente d’informatica ai sordi presso Miriam
College e Managing Director della Ong LINK CENTER FOR THE DEAF
Una cena amichevole, come se da tempo ci conoscessimo, e tanto calore umano e disponibilità
a darci le informazioni che desideriamo: situazione del sordo, scolarizzazione, legislazione in
merito, centri scolastici e di evangelizzazione.
Alle ore 21.00, stanche ma felici dell’incontro, ci ritiriamo in camera per un riposo rigeneratore
di energie.
Lunedi 15 Novembre 2010 Trascorriamo la giornata in visita ai sobborghi di Quezon City; è uno spettacolo di vita, di
laboriosità, di festa. Bambini puliti e sereni popolano le strade che hanno una larghezza di 2 metri
e mezzo; gente che ha casa e bottega; infatti dalle prime ore del mattino è intenta a preparare
il cibo per la colazione, poi quello del pranzo e infine quello della cena,
nel luogo pubblico, accanto alla propria bancarella
che funge da ristoro per molti, i quali
seggono ad uno sgabello per soddisfare i
bisogni della fame. Vedere questo
spettacolo è percepire l’idea di una grande
famiglia, in cui sembra tutto pubblico e,
invece, si nasconde il privato la sera, quando
chiusa la bancarella, il posto diviene casa per
dormire, in uno spazio minimo, per l’intera
famiglia. Osserviamo la pericolosità
dell’impianto elettrico pubblico e privato per
cui comprendiamo il perché di tanto in tanto
accadono incendi per corti circuiti.
Visitiamo la Casa famiglia delle Suore
Ministre della Carità di G.B. Leonardi, opera iniziata da
due anni, tra grandi difficoltà e che ospita otto bambine orfane o abbandonate.
Dice l’assistente sociale – presente alla nostra visita : “E’ difficile fare il bene perché l’iter
dell’autorizzazione stenta a venire. Sembra che i governanti siano più favorevoli a far vivere questi bambini
sulla strada, piuttosto che accettare l’ammissione in una Casa famiglia”.
Le bambine - la più piccola di tre anni - sono meravigliose, hanno preparato per noi un saggio
di attività canora e si cimentano a presentare i numerosi canti in lingua inglese e filippino,
accompagnate dal suono di una pianola eseguito dalla stessa assistente sociale.
Visitiamo gli ambienti e poi ritorniamo alla nostra “temporanea” residenza. Come? Facciamo
l’esperienza del mototaxi, aperto
da ambedue le parti, capace di
accogliere solo due persone, in
questo caso io e la Madre, e la
consorella che ci accompagnava
si pone sulla moto dietro al
conducente. La Madre, che non
si è accorta della presenza della
terza persona, dice: “Dov’è Sr<.?
Ci ha lasciato sole?”. Con un
sorriso, ma conscia solo perché
me lo ha riferito l’interessata,
indico che è seduta dietro al
conducente, mentre noi siamo
nel taxi guidato dalla moto e non
dalla bicicletta, come si vede
nella foto. Il fanciullino che è in noi e che resta inalterato negli anni viene a galla perché non ci si
sente controllate e una risata spontanea e contagiosa scoppia.
Nel pomeriggio, alle ore 13.30, viene Carol con la vettura e ci conduce al “Miriam college”;
lungo il percorso ci spiega che, inaspettatamente, è iniziato lo sciopero dei mezzi pubblici e i
bambini sordi sono andati a casa prima del tempo previsto per la conclusione delle lezioni.
Siamo nel College fino all’orario della Messa, impegnate in una piacevole conversazione
riguardante la tipologia e natura del College e, dopo aver partecipato alla Messa in parrocchia,
Padre James insieme con il suo Superiore P. Gerson Ortiz e la Sig.ra Carol ci offrono la cena in
un ristorante cinese. Lì ci attende Mary, sorella di Carol, e una delle interpreti del College. Che
bell’incontro con Padre Jerson, un venezuelano! Nel cammino, quando egli apprende il motivo
esplorativo della nostra visita nelle Filippine, profetizza:”la vostra è la missione di Caleb” (cfr Numeri,
13, 30) e spiega riferendosi al testo biblico.
Alcuni Israeliti erano stati inviati da Mosè ad esplorare la terra di Canan e tra questi Caleb,
figlio di Iefunne. Essi ritornando alla fine dei quaranta giorni di permanenza, raccontarono a Mosè:
“Noi siamo arrivati nel paese dove tu ci avevi mandati ed è davvero un paese dove scorre latte e miele; ecco i
suoi frutti. Ma il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e immense<.. Noi non saremo
capaci di andare contro questo popolo perché è più forte di noi<.Vi abbiamo visto i giganti, dinanzi ai quali
ci sembrava di essere come locuste<”.
Caleb e Giosuè, che avevano esplorato il paese parlarono così a tutta la cmunità < “Il paese che abbiamo
attraversato per esplorarlo è un paese molto buono. Se il Signore ci è favorevole, ci introdurrà in quel paese e
ce lo darà: è un paese dove scorre latte e miele. Soltanto non vi ribellate al Signore e non abbiate paura del
popolo del paese; è pane per noi< il Signore è con noi; non ne abbiate paura”.
Questo intervento è il primo segno che ratifica la motivazione del viaggio: solo affidandoci al
Signore possiamo comprendere dove ci vuole, quale nuovo spazio geografico occupare, quali
bisogni ha la Chiesa locale sempre però salvaguardando il carisma proprio. Essere animate dallo
“spirito” come Caleb, dallo spirito di Dio per scorgere i segni della sua volontà che rende possibile
tutto, pur tra mille difficoltà.
Al ristorante c’è un servizio all’americana; una tovaglietta di carta, su cui è scritta una frase,
allusiva anche in senso spirituale. C’è scritto: “Guarda, tocca, fai esperienza<...” Naturalmente allude
alla squisita cucina del posto, ma noi spontaneamente applichiamo le parole alla dinamica della
vita cristiana e apostolica: “Vedi e gusta quanto è buono il Signore”. Credere ai miracoli, ma molto più
riconoscere che la propria vita è un miracolo di Dio.
Con questi pensieri si gusta il cibo, naturalmente un piatto di riso mangiato con i tipici
bastoncini dagli altri, ma con la forchetta da noi.
Martedi 16 Novembre 2010
Oggi abbiamo la macchina di Carol a disposizione per i nostri spostamenti. Ella ci ha mandato
anche il suo autista, Angel di nome e di fatto, che ha guidato la vettura per tutta la giornata, Nella
mattinata, per appuntamento preso da P. James, andiamo a Manila insieme con lui, per incontrare
il direttore della Caritas diocesana, Fr. Luke Moortgat , a cui è affidata anche la pastorale degli
handicappati, dal momento che il Vescovo è assente perché in Italia. Puntualmente arriviamo in
un piazzale antistante la Cattedrale e adoriamo Gesù presente per tutta la giornata in una
cappellina attigua. Quanti giovani sui gradini della Chiesa! L’incontro avviene nello studio del
prelato, alla presenza della sua
segretaria.
Questi ha una dettagliata
conoscenza del problema della
situazione del sordo nelle Filippine,
lamenta il poco che si fa per questa
categoria di persona a livello ecclesiale
a motivo dell’impreparazione degli
operatori catechisti; riferisce sul
valido aiuto dato in questo settore da
Padre Savino Castiglione della Piccola
Missione dei Gualandi e afferma che
la nostra presenza in quella terra non
solo è utile ma necessaria perché sono
istruiti solo i sordi le cui famiglie hanno possibilità economiche e possono permettersi di mandare i
propri figli o al Miriam College, o alle Suore dei Gualandi. Alla domanda dell’eventuale spazio
di presenza da preferire, egli afferma che Manila e i suoi dintorni sono così popolati e sarebbe
opportuno fermarsi in questa zona.
Al termine dell’incontro, durato più di un’ora, c’invita a visitare il Centro per handicappati
funzionante presso la sede della Caritas diocesana, anzi ci accompagna. E qui si apre il cuore alla
commozione più grande perché gli
sforzi per aiutare i soggetti focomelici
o distrofici non sono sufficienti se
non si accompagnano alla
competenza e al trattamento
riabilitativo. In culle – gabbie sono
posti i casi più gravi. Non ho parole
per dire quello che ho provato alla
vista di questo spettacolo! È un mio
fratello in un corpo che non ha forme,
ma il cui spirito anela alla
liberazione, alla vita e all’amore.
In un’altra camerata ci sono
alcuni giovani sordi, accampati,
perché il giorno dopo devono partecipare ad un convegno; con loro è stato facile comunicare e
presentarci.
Sono le 13.00 e siamo vicine a Las Pinhas, paese dove le Suore dei Gualandi fanno funzionare la
scuola per sordi. Ci fermiamo un attimo in un motel per consumare un panino e soprattutto per
offrire il pranzo all’autista Angel; poi
telefoniamo alle Suore perché l’autista
non conosce il posto. Arrivano con un
pulmino due religiose dei Gualandi
che ci fanno strada. Visitiamo la scuola;
si tratta di ambienti utilizzati e
ristrutturati, in realtà molto piccoli,
capaci di contenere un numero limitato
di bambini. Usano il metodo orale e le
pareti sono tappezzate di un ricco
materiale didattico linguistico e logico.
La visita ai locali scolastici dura
poco perché le aule sono vuote in
quanto le lezioni sono solo
antipomeridiane e di lì ci precedono
con la vettura per accompagnarci nella
loro casa, situata in un quartiere
residenziale; si tratta di una
costruzione nuova e funzionale.
A sera torniamo a Quezon City stanche ma felici di aver ottemperato agli appuntamenti che
erano stati presi per noi, al fine di soddisfare gli obiettivi del viaggio.
Mercoledi 17 Novembre 2010
Oggi abbiamo l’appuntamento con Mons. Simon, il Cancelliere del Vescovo della Diocesi di
Quezon, una Diocesi nuova
voluta per far fronte alle molte
esigenze pastorali
dell’archidiocesi di Manila. In
mezz’ora arriviamo e alle nove
siamo ricevute. Viene ad
accompagnarci Padre Jerson. Gli
uffici della Curia vescovile sono
ubicati di fronte alla Cattedrale,
in un palazzo molto moderno.
Mons. Simon ci riceve
puntualmente, conosce il motivo
della visita preannunciatagli da
P. James. La Madre presenta la
Congregazione con il carisma
particolare dell’evangelizzazione dei sordi, il campo di azione apostolica dove lavoriamo e chiede
se tale carisma può aiutare la Chiesa locale. Mons. Simon, a questa richiesta, risponde
affermativamente e s’impegna a parlarne con il Vescovo e a risentirci anche telefonicamente.
Soddisfatte dell’incontro, ci rechiamo in visita alla Cattedrale e sostiamo per alcuni minuti nella
Cappella dell’adorazione perpetua, attigua alla Cattedrale.
Ritornando a Quezon ci fermiamo a
visitare la casa dei Padri Missionari Verbum
Dei e siamo colpite dalla ristrettezza degli
spazi, nonostante la comunità sia composta
da tre religiosi e da sette giovani in
formazione. I letti a castello per dormire
sono indispensabili per uno spazio così
ridotto.
Nel pomeriggio ci rechiamo al Miriam
College; finalmente abbiamo un incontro
con un gruppo di giovani sordi a cui
rispondiamo alle domande che ci pongono.
Visitiamo le classi dei sordi e degli udenti;
si tratta di un percorso integrale di studi,
dalla scuola materna all’università, si usa la
comunicazione totale e un ampio materiale didattico e informatico.
Di lì passiamo a visitare la sede della O.N.G. LINK CENTER FOR THE DEAF di
cui fanno parte le due sorelle Ui, Carolyn in qualità di Presidente, e Marical in qualità di tesoriere.
La passione con la quale affrontano i problemi dei sordi è evidente, ora stanno preparando dei
programmi per aiutare gli insegnanti a comunicare con il bambino sordo in lingua dei segni.
A sera l’invito a cena per il commiato.
Giovedi 18 Novembre 2010
Questa mattina è trascorsa in casa per i
preparativi della partenza e si approfitta per
incontrare il Signore più a lungo nella Cappella per
ringraziarlo e invocare l’aiuto sul viaggio da
intraprendere.
A mezzogiorno il pranzo con la comunità
composta da 5 religiose e 4 aspiranti e il vivo
ringraziamento per la fraterna ospitalità e la
squisita accoglienza.
Alle 14.30 arrivano gli amici incontrati per
il saluto di commiato; un saluto veramente
caloroso e sentito; viene Padre James, Marilin e
Carol con la nipotina, l’altra loro sorella e il
fratello che non avevamo conosciuto; ci
scambiamo l’abbraccio e il grazie per quanto
siamo riuscite a fare con il loro aiuto e < per
l’ultimo atto di generosità: mettere ancora una
volta la loro macchina con l’autista a nostra
disposizione per accompagnarci all’aeroporto.
Abbiamo sperimentato che nella missione non
ci sono forestieri perché nell’ideale cristiano vivere la fraternità è già una realtà su questa terra. Si
parte alle ore 16.30 locali e si arriva a Fiumicino alle ore 6.10 del 19 novembre.
Dio sia ringraziato nelle persone che abbiamo incontrato e che ci hanno reso più agevole la
permanenza in un luogo sconosciuto.
Sono questi i segni di un cammino che il Signore sta scrivendo per chiamarci al continente
asiatico?
Discernimento e preghiera restano come binari e gli incontri provvidenziali come stimolo ad
accogliere la chiamata. Resta vero che le difficoltà culturali e linguistiche del posto sono grandi
ma, come Caleb, il nostro personaggio biblico che è comparso nel cammino di riflessione del
viaggio, dobbiamo non aver paura perché il “Signore è con noi”. Sentire il bisogno di allargare gli
spazi della carità è come risvegliarsi al mattino con una nuova energia, che scaturendo dallo
spirito di Dio e dalla volontà del nostro San Filippo Smaldone, ci conduce verso siti nuovi con
l’ansia e la passione di raggiungere i fratelli là dove la voce di Cristo ci interpella.
Marical Ui
Carolyn Ui