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OPERE DI MISERICORDIA PERCORSO DI RISCOPERTA DELLE 3 •CONSOLARE GLI AFFLITTI •VESTIRE GLI IGNUDI

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OPERE DI MISERICORDIAPERCORSO DI RISCOPERTA DELLE

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•CONSOLARE GLI AFFLITTI•VESTIRE GLI IGNUDI

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•CONSOLARE GLI AFFLITTI•VESTIRE GLI IGNUDI

Spunti di riflessione per un dibattito sull’opera di Misericordia corporale “Vestire gli ignudi” e su quella spirituale “Consolare gli afflitti”.

Iniziamo con un momento di preghiera.

Cel. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo

Canto d’introduzione

Dal Vangelo secondo Matteo (25,31-40)Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siede-rà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stan-no alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affa-mato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quan-do ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.Parola del Signore

Momento di riflessione

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Non dimentichiamoci mai che anche Dio, nel farsi uomo in Gesù come noi, è nato nudo ed è stato avvolto in fasce da Maria; che nel Giordano è stato spo-gliato da Giovanni per l’immersione del Battesimo; che nella trasfigurazione è stato rivestito con vesti sfolgoranti di luce; che nell’ora della passione è stato rivestito di porpora con disprezzo come gesto di derisione; che sulla croce è morto nudo fra due uomini nudi condividendo la nostra vergogna. Vestirsi, essere svestito, essere nudo è stato per Gesù, come per ogni uomo, il prezzo dell’umana fragilità.

•“CONSOLARE GLI AFFLITTI”

L’afflizione è uno stato dell’animo e l’essere afflitto è la condizione di chi è pro-fondamente triste, deluso, amareggiato, sconfortato, privo di fiducia e speranza che la propria situazione attuale possa migliorare.Consolare, invece, deriva dal latino “consōlor –āris” che significa “confortare, alleviare, compensare”.Nella prospettiva cristiana, la vera consolazione è sempre quella che viene da Dio, in modo diretto o per mezzo degli uomini; tanto è vero che Gesù, durante l’Ultima Cena raccontata dal Vangelo di Giovanni, promette ai suoi discepoli la venuta del Paraclito, il Consolatore. La pietà, infatti, è il dono dello Spirito Con-solatore che più ci predispone a “consolare gli afflitti” con la forza illuminante degli altri sei doni dello Spirito che sono sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza e timore di Dio.Intorno a noi, nella vita quotidiana, vi sono tante situazioni di sofferenza: una disgrazia, un dissesto finanziario, uno sfratto, una famiglia che si sfascia, geni-tori anziani e abbandonati; quando una persona vive in una di queste situazio-ni, molto spesso si sente sola con la propria sofferenza. Essere presenti al fianco di persone che vivono situazioni del genere, chiaramente, richiede impegno, tempo, concentrazione, a volte fatica; ma la ricchezza di un rapporto umano vero e autentico è insostituibile.

•“VESTIRE GLI IGNUDI”

Un tempo la gente povera e semplice per esprimere la propria felicità ripeteva queste parole: “Abbiamo pane, casa e vestiti”, ossia ciò che è necessario per vive-re come umani; questa era anche una sorta di, forse inconsapevole, esortazione apostolica: “Quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentia-moci” (1Tm 6,8).Cosa vuol dire essere “nudo”?“Nudo” significa togliere i vestiti. Essere “nudo”, quindi, è essere nella situa-zione di privazione dei propri vestiti e, proprio perché i vestiti richiamano la dignità dell’essere umano, Gesù ci chiede di vestire coloro che sono nudi.• La nudità può essere vista come una “vocazione alla cultura” in quanto questa può dare ai nostri corpi un linguaggio, un’eloquenza. Noi non ci esprimiamo solo con quello che esce dalla nostra bocca o con ciò che facciamo, anche at-traverso ciò che scegliamo di mettere sul nostro corpo nudo: un mantello, un bracciale, un anello, un vestito, un kimono o semplicemente un tatuaggio. Ab-biamo bisogno che la nudità ricevuta alla nascita diventi cultura e sia letta dagli altri, perché solo così esprimiamo veramente la nostra soggettività.• Parallelismo tra bambino e anziano. All’inizio del nostro venire al mondo siamo nudi ma subito ci sono mani pronte a ricoprirci ed anche al momento della nostra vecchiaia, stendiamo le mani e cerchiamo qualcuno che ci aiuti a vestirci. L’azione di vestire richiama una particolare debolezza, malessere o fragilità da parte di chi viene vestito.• È nudo colui che è povero, che ha pochi soldi, sufficienti appena per mangiare, e così è costretto a vestirsi di stracci, di abiti rotti, sporchi. Pensiamo ai milioni di migranti che sono sbarcati e ogni giorno sbarcano sulle nostre coste, vestiti con abiti inadeguati al nostro clima, spesso bagnati dalle acque del mare. Giun-gono nei nostri Paesi senza soldi, affamati, infreddoliti, impauriti. • È nudo chi viene spogliato per vendere il suo corpo o su di esso subire violen-ze; ma è nudo anche chi ama mostrare il proprio corpo e quindi i vestiti se li toglie di proposito.La nudità quindi assume il carattere della povertà, dell’umiliazione, dell’inde-gnità e chi è nudo si nasconde, cerca di sfuggire agli sguardi altrui. Il vestito connota, invece, lo status sociale, distingue il povero dal ricco, chi ha un posto nella società e chi è emarginato. È significativo che, secondo il racconto della Genesi, Adamo ed Eva, quando presero coscienza della loro condizione segnata da finitezza, hanno cercato di coprire la loro nudità con foglie di fico, spingen-do il Creatore a rivestirli con tuniche di pelli di animali.

PROVIAMO A CHIEDERCI…

Che cos’è per noi il “nudo”? Come ci relazioniamo a coloro che sono “nudi” perché poveri, anziani, migranti?Il nostre “essere” e “fare” in Misericordia comprende anche questo tipo di ser-vizio oltre che quello di 118?Abbiamo esperienza, nelle nostre Misericordie, di situazioni di questo tipo? Quale può essere la risposta delle nostre Associazioni a problematiche di que-sto tipo?

E…

Ci siamo mai messi in gioco “consolando gli afflitti” che ci erano vicini? Ci siamo accorti di loro?Abbiamo mai dato l’importanza che merita a questa Opera di Misericordia?

Spazio per proposte concrete

PREGHIERA FINALE

Fa, o Signore, che io abbia le mani pure,pura la lingua e puro il pensiero.Aiutami a lottare per il bene difficilecontro il male facile.Impedisci che io prenda abitudiniche rovinano la vita.Insegnami a lavorare duramentee a comportarmi lealmente quando tu solo mi vedi.Perdonami quando sono cattivoed aiutami a perdonare coloro che non mi trattano bene.Rendimi capace di aiutare gli altri,anche quando ciò mi è faticoso.

Mandami le occasioni di fare un po’ di bene ogni giornoper avvicinarmi al tuo Figlio Gesù.

Amen

Benedizione Finale

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