una relazione lunga vent’anni … e non li dimostra!

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e non li dimostra! ANNO 35 • NUMERO 1 • FEBBRAIO 2009 Periodico della Comunità di Capodarco dell’Umbria Onlus C.E.A.S. Centro di Educazione alla Socialità - Aut. Trib. Perugia N. 470 del 14/10/1975 - Dir. Resp. Don Angelo M. Fanucci una relazione lunga vent’anni …

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e non li dimostra!

ANNO 35 • NUMERO 1 • FEBBRAIO 2009Periodico della Comunità di Capodarco dell’Umbria OnlusC.E.A.S. Centro di Educazione alla Socialità - Aut. Trib. Perugia N. 470 del 14/10/1975 - Dir. Resp. Don Angelo M. Fanucci

una relazionelunga vent’anni …

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Il destino degliemarginati e dei

poveri è quello di esseresempre assenti là dove si decide

del loro futuro. Ma la loromissione è quella di vivere inmodo tale da rivoluzionare lesituazioni di male causate dalpeccato e da indicare le vieattraverso le quali la Vita si aprefaticosamente il cammino nellastoria degli uomini. Essi diven-tano così il luogo privilegiato dovela storia delinea il destino di tuttigli uomini e formula le decisionida prendere per il futuro dell’u-manità.

Ma perché ciò avvenga ènecessario che gli emarginati, isofferenti, i dannati dagli uomininon siano lasciati al loro destino.È necessario che altri fratelli siuniscano a loro per accogliere leparole che attraverso di essi ilVerbo continua a sussurrare agliuomini e per esprimere l’amoreliberatore che Dio ha per loro.Poiché l’amore di Dio non puòmanifestarsi sulla terra se non

attraverso gesti amorosidi uomini, solo se gli

emarginati saranno circondatidall’oblatività di fratelli potrannocostituire luogo salvifico. La lorocondizione diventerà esplosionedi forza nuova per l’umanitàintera.

Quando Gesù moriva sullacroce, fuori della città, ai marginidi una festa pasquale, si compivaun delitto, un’ingiustizia siconsumava. Ma Gesù seppevivere in un modo così coerentela sua dannazione, da fare di undelitto degli uomini una riservadi grazia da parte di Dio. Unomicidio divenne un eventosalvifico.

Non c’era che poca gente acondividere quella tragedia. Mafu quella condivisione chegerminò una nuova umanità.Non è senza significato che traquella poca gente ci fosse anchesua Madre.Gli aveva insegnato ad amare,avvolgendolo di oblatività, e ilfiglio “imparò da ciò che soffrìl’obbedienza” (Ebrei 5, 8). Gliaveva insegnato a morire, datoche ogni gesto di amore èapprendimento dell’offertaradicale che un giorno la mortechiede ad ogni uomo. Sotto lacroce completò la sua maternitàcon l’ultimo gesto della sua

condivisione oblativa. Gli insegnòa morire fino all’ultimo respiro.E Gesù si consegnò al punto da“essere costituito da Dio Messiae Signore” (cfr. Atti 2, 36).

La croce era ai margini dellacittà, e divenne una frontiera perl’umanità intera. La frontiera èsempre marginale. Ma essa èl’unico luogo dove il futuro siintroduce nella storia: essa è ilcentro dell’invenzione della vita.La storia nuova non nasce certodove si scrivono le leggi, né dovei potenti programmano laspartizione dei beni della terra.La storia nuova nasce dove sisprigionano le forze sotterraneedella vita, dove esplodono leinvenzioni dello Spirito.

Là dove il margine diventafrontiera.Ma perché ciò avvenga ènecessario che:• chi si trova in emarginazione

viva la sua condizione in mododa sprigionare la forza nascostadella Vita,

• chi condivide la loro situa-zione metta in circolo taleoblat iv i tà da cambiare“l’ingiustizia in grazia, lasofferenza in salvezza”.

(don Carlo Molari)

Il suo volto:

ilvo

ltodi

tutti

I poveri,gli emarginati:

una risorsa per la società(una certa società),

una risorsa per la Chiesa(una certa Chiesa)

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Lettera aperta

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sommario

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ANNO 35 • NUMERO 1

FEBBRAIO 2009

Periodico della Comunità di Capodarco dell’Umbria Onlus

C.E.A.S. Centro di Educazione alla Socialità - Aut. Trib. Perugia N. 470 del 14/10/1975

Direttore Responsabile: Don Angelo M. Fanucci

Impaginazione e stampa: Tipografia Donati

lettera apertail giorno della giustizia

utopia, profeziaUna famiglia… utopica

gli iniziQuando partimmo. E perché

il clouLa consacrazione della Capilla

le immagini21 giugno 1998. La Sua casa oltre l’oceano

la grande illusionela grande illusione

il rilancio2007. Il rilancio

la fincaNasce la Finca Ciudad de Gubbio

Viaggio in EcuadorTurismo e solidarietà

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Non è affatto facile raccontare ciò che resta diun’esperienza importante della vita. Ancora menofacile è farlo a più voci, raccogliendo i segni e le radicilasciate in persone diverse che, seppur unite, vivonotappe distinte e possiedono sensibilità differenti.

Quasi sei anniNel nostro caso si tratta di raccontare l’esperienzafamiliare di 5-6 anni vissuti in America Latina, iniziatacome volontariato e diventata poi anche professionalitàe parte preponderante dei nostri interessi. Una sceltadi vita ‘comune’, a fianco dei poveri di uno dei Suddel Mondo, con gli strumenti ricevuti dall’Universitàitaliana degli anni ’90, ancora in grado di offrire qualitàanche a studenti di famiglie non ‘high class’ (nell’areadegli studi storici abbiamo avuto insegnanti del calibrodi Giuliano Procacci, Pietro Scoppola, Renzo DeFelice) e, soprattutto, nell’alveo dell’utopia comu-nitaria della Comunità di Capodarco, quell’utopiafiglia del ’68 cosiddetto minore, perché calata nellavita quotidiana, a partire dagli ultimi, per iniziare a

cambiare il mondo ma, allo stesso tempo, ‘globale ealternativa’ nella condivisione e nell’auto-gestione.

Gli antefattiL’esperienza ha un suo prologo: gli anni ’90 e la nostraconoscenza e frequentazione di Capodarco, comevolontari e comunitari in diversi gruppi della realtàromana e, in particolare, nella comunità di Grotta-ferrata nata da Milly e Memmo, una delle prime trecoppie di disabili che hanno fatto la storia dellaComunità. Unendo la nostra passione per il conti-nente latinoamericano e per le lotte di liberazionedel sud del mondo, un senso di ‘appartenenza’ allastoria dell’umanità attraverso la conoscenza e loscambio con le culture di altri luoghi, le letture come‘Tristi tropici’, ‘In Patagonia’, ‘Le vene apertedell’America latina’, ‘Cent’anni di solitudine’, tra letante, con gli stimoli di Don Franco Monterubbianesiche, proprio in quegli anni, rilanciava la sua idea dicomunità con i Sud del Mondo, ci siamo ritrovati aviaggiare in Africa, per conoscere l’esperienza dei

Una famiglia… utopica

Sta all’orizzonte – dice Fernando Birri –.Mi avvicino due passie lei si allontana due passi.Cammino dieci passie l’orizzonte si sposta dieci passi più in là.Per quanto io possa camminarenon la raggiungerò mai.A che serve l’Utopia?A questo serve: per camminare.

Edoardo Galeano

Nadia, Gianni, Irene: con i poveri, insieme, come famiglia

utopia, profezia

Nadia e Gianni, con la piccola Irene, insieme con alcuni soggettiproblematici dei quali si sono fatti carico negli anni.

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utopia, profezia

Bambini dappertutto. Sorridenti, bellissimi

bambini lavoratori, a mescolare momenti privatifondamentali con diverse ed importanti tappe dellavita di Capodarco nel suo aprirsi verso l’internazionale,fino a decidere di partire come volontari per seguirei progetti della CICa – Comunità Internazionale diCapodarco -, nel lontano Ecuador. Nel frattempoera arrivata una bambina, nostra figlia Irene Zoe, eil nostro viaggio doveva continuare con lei.

Il coraggio: doveSpesso non sappiamo cosa rispondere a chi,interrogandoci sulla nostra decisione di partire, cichiede dove abbiamo trovato il coraggio di lasciarel’Italia per andare in un posto ‘sconosciuto’ e, per dipiù, con una bambina di un anno e mezzo. Anche sepuò sembrare un gesto da giovani incoscienti (edeffettivamente eravamo entrambe le cose) la nostrascelta è stata ben ponderata e, soprattutto, era in lineacon le esperienze e i valori in cui credevamo e conl’idea di famiglia che avevamo progettato e sognatonegli anni in cui nasceva la nostra unione.Un’idea che affonda le sue radici nell’esperienza dicondivisione vissuta a Capodarco; un nucleo capacedi accogliere e di scegliere, di aprirsi e di trovare lapropria forza dentro di sé, di dare le ali ai propricomponenti e di rielaborare le complessità e le fragilitàdi ciascuno e ciascuna. In questo l’Ecuador è stato illuogo più alto della sperimentazione e dell’esperienzaperché ci siamo dovuti riconoscere profondamentel’uno nell’altra per superare le inevitabili difficoltà

che derivano dallo sradicamento dal nostro contestoculturale e, d’altra parte, ci ha ‘costretto’ ad aprircicon fiducia alle nuove relazioni con tutta la fatica ela gioia che questo comporta. Il nostro vivere, nelperiodo iniziale, in un Centro per bambini disabili,facendo vita comunitaria con loro.

Nostra figlia IreneQuesto ha dato a nostra figlia Irene la possibilità diavere tanti fratelli e comprendere sulla propria pellecosa significa, concretamente, dover dividere lamamma e il papà con gli altri. Una fratellanza che èdurata nel tempo, tanto che ancora oggi conservanella sua stanza le istantanee in cui appare un po’imbronciata, con la sua bambola stretta al petto, inmezzo ad una marea di ragazzini che sgomitano perapparire nella fotografia. Di tanti anni di lavoro, fatica,difficoltà ma anche di risate, sorprese, novità, ciò cherimane sopra ogni cosa sono le relazioni coltivate,un profondo ed intenso legame che ci unisce allepersone che hanno accompagnato il nostro percorso.Quando, anche adesso a distanza di 10 anni, ciritroviamo, basta una parola, una battuta, un nome,un luogo e tutti istintivamente, come una famiglia,ci ricordiamo: un fatto, una storia, una piccolaavventura. Abbiamo dei ricordi in comune, comeuna ‘vera’ famiglia.

Nadia Angelucci, Gianni e Irene Zoe Tarquini

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Quando partimmo. E perché

gli inizi

Alla metà degli anni ‘80, si rivolse a noi di Capodarco (Capodarcoè il paesino tra Fermo e Porto S. Giorgio dove negli anni 60 è natala comunità omonima) P. Jaime Alvarez, parroco in Ecuador, aPenipe. Aveva vinto la sua battaglia contro il Bocio, quella “malattiadel gozzo” che è dovuta a carenza di iodio e che provoca disabilitàgravissime quando mettono al mondo un figlio due soggetti che nesono affetti.I disabili a Penipe erano moltissimi. Venne in Italia, P. Jaime, e cichiese: Mi date una mano a fare qualcosa per loro? Come no! Sonotali e tanti i nostri problemi che, … sai, uno più, uno meno!Nacque il progetto “El pobre ayuda al pobre” (Il povero aiuta ilpovero).

Il primo viaggioNel novembre del 1990 Paolo Maranzano e don Angelo volano aPenipe e rimangono entusiasti della “Comunidad de Capodarco -Ecuador”: un formidabile gruppo di disabili, guidati da Juan Moreno,decisi ad andare in fondo nel proprio riscatto.Presto lavoreranno tutti nel Calzado Vinicio, una zapatería intitolataa don Vinicio Albanesi, nel galpón (il “capannone”) che la Diocesidi Gubbio nel 1992 costruirà con il ricavato della Quaresima diCarità; la fabbrichetta di scarpe nel 1993 produrrà 10.000 paia discarpe. Prodigioso! Oggi, 2009, lavora per Della Valle. Là dove nonesiste lavoro per nessuno, e la gente ricava con difficoltà dalla terrale 800-900 calorie necessarie per sopravvivere, un gruppo di invalidicrea lavoro anche per i sani.Da quel viaggio nascerà un libro/diario (Mi querido Penipe, viaggionella speranza), che le Edizioni Paoline pubblicheranno nel 1995,con prefazione di Sergio Quinzio. Senza alcun successo.

Il nostro ambitoNell’ottobre del 1992 nasce la CICa (Comunità Internazionale diCapodarco). Il Centro Lavoro Cultura (o Comunità di S. Girolamo:futura Comunità di Capodarco dell’Umbria) s’impegna ad Ibarra,capitale della Provincia di Imbabura, nel Nord dell’Ecuador.Due le realtà che stanno crescendo ad Ibarra: la Casaccia Angelofrancoe il Grupo familia de los Niños de Rua. 20 soggetti disabili, in unostabile denominato Casaccia dal nome di un’associazione di volontaridi Como, che li ha aiutati a “partire”, Angelofranco (secondo lapessima abitudine del luogo) dai nomi di don Fanucci e donMonterubbianesi, fondatore di Capodarco. E 32 bambini che nonhanno altra risorsa che la strada, dei quali si fanno carico P. FranciscoSantacruz, Ligia e Claudia: due infaticabili ragazze del popolo indio,queste due.

Giugno 1994: quattro più uno uguale a cinqueNel giugno del 1994 una piccola delegazione delle Comunità diCapodarco di Roma e di S. Girolamo di Gubbio si reca in Ecuador.Sono in 5: Antonietta ed Enrico di Gubbio, Iride e Annarita diRoma, più don Angelo: quattro invalidi ufficiali, al 100%, e unoufficioso.Prima di partire don Angelo ha saggiato il terreno per sapere se cifosse qualcuno che volesse tirare fuori un 700.000 lire. In moltihanno detto di sì. Il giorno prima della partenza un “ricoverato” di

P. Jaime Alvarez allora poco più che quaran-tenne. È di Medellín, in Colombia, ma è venutoin Ecuador perché attratto dalla linea pastoralesocialmente ricchissima di Mons. LeonidasProaño, Vescovo di Riobamba (nativo di SanAntonio di Ibarra). Nella sua Parrocchia diPenipe realizzerà un insieme di opere socialistraordinariamente ricco e articolato, fino ameritarsi, alla virata del III millennio, il PremioReina Sofia, attribuito dal Re di Spagna JuanCarlos di Borbone all’operatore sociale il cuiimpegno ha raggiunto il massimo livello in unodei tanti paesi di lingua spagnola. Sarà la ReginaSofia in persona a consegnarglielo, a Madrid.

A Penipe Paolo e don Angelo vengono ospitatinel grande edificio nuovo, che accoglie unaventina di disabili, e sulla cui facciata c’è scritto“Centro Comunitario Jesús Resucitado –Capodarco Ecuador”. “Centro ComunitarioGesù Risorto” era il nome originario della realtàche solo nel 1984 assunse il nome di “Comunitàdi Capodarco”.

La Zapatería Vinicio: le macchine vengonotutte dalla “Marca sporca”, le hanno messe adisposizione amici di Capodarco della Comunitàche lavorano le scarpe tra Macerata e AscoliPiceno. In Italia sarebbero di penultima gene-razione: qui sono avveniristiche.

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S. Girolamo (uno che di soldi ne ha molto pochi, enon è di Gubbio) ha infilato in tasca al prete una busta:5 milioni.Il viaggio è tribolato. Una serie di disavventureattendono i nostri eroi, a cominciare dalle sorprese cheriservano loro i bagni automatici dell’aeroporto diSchiphol (Amsterdam), dove il salame Fiorucci costa1.000 (mille) lire al grammo, e l’acqua minerale 10.000lire al litro.La prima settimana la passano a Penipe. L’edificio dellacomunità è stato pressoché terminato, anche il“comedor” (la sala da pranzo) è a posto. Manca deltutto l’arredamento: un abboccamento con il falegnameManuel Vallejo; va bene, fra un mese la sala da pranzosarà completa.La seconda settimana dovrebbero trascorrerla per interoad Ibarra, ma un imponente sciopero degli Indios,penalizzati da una legge assurda, blocca progres-sivamente la vita di tutto il Paese, dal nord verso sud.Gli Indios stanno tagliando, fisicamente, con scavilarghi più di 1 metro e profondi poco meno di 2, laCarretera Panamericana, la grande arteria che attraversatutto il Sudamerica.Penipe è al sud di Quito, che è irraggiungibile via terra;e Ibarra è al nord di Quito. I malcapitati fanno appenain tempo a noleggiare un pulmino e a raggiungereGuayaquil, sulla costa del Pacifico, e da lì raggiungere

in aereo Quito; la strada da Quito ad Ibarra è libera.Sono passati diversi giorni, ne rimangono pochi perconoscere la “nostra” realtà di Ibarra.La casa è molto bella, linda; arioso il patio quadrato,paesino spagnolesco ma misurato; intorno ad esso sisvolge tutta la vita del gruppo.Ma dentro casa… non c’è quasi nulla. L’arredamentoè allo stato di… progetto, nelle camere come in cucinae nel comedor (la sala da pranzo).Sono ragazzi splendidi, a cominciare dal presidenteCarlos Hurtado che, spostandosi con la sua barella, fada anfitrione. E noi contattiamo venditori di pentole,commercianti di lenzuola, contrabbandieri di trapunte,la “Falegnameria S. Rita”. Firmiamo impegni superioriall’entità del conto. Ma c’è caso che, quando torneremo,altri insieme con noi si bucinino…, ed effettivamentelo faranno.Ciao ragazzi, ciao. Quando torneremo in Ecuadortutt’e diciassette le camere saranno arredate, e la cucina,e il “comedor”.Torniamo dall’Ecuador appena in tempo per incrociareil Presidente Scalfaro che sta “regresando” a Roma daGubbio, dopo la semiufficiale celebrazione del 50.modella Liberazione. L’interrogativo che frulla in testa èuno solo: come strutturare, su quali basi, con qualimodalità, un rapporto stabile con la Comunità di Ibarra?Improvvisa come un lampo, l’idea: siamo nel pieno

gli inizi

A piedi o spingendo la carrozzina, i “comunitari” salgonoverso la Capilla de la Comunidad Jesús Resucitado Capodarco-Ecuador. Questa Capilla è stata costruita in ricordo del 25.modi Messa di don Vinicio Albanesi, Presidente di Capodarco, siaa livello nazionale che internazionale; è lui il più determinatoe determinante tra gli attori della grande avventura diCapodarco nel País de oro y de azul.

Arrivederci, Penipe. L’ultimo saluto è per le due “comunitarie”più piccole. In una comunità di vita la loro presenza è difondamentale importanza.

Ospiti del Cebycam… … con allegria

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L’ha donata Maurizio Fumanti. L’abbiamo portata… un po’per uno. Adesso tocca a Corrado.

dei festeggiamenti dei due “Centenari Ubaldiani”,quello della Canonizzazione (1192-1992) è passato dapoco, quello della Traslazione (1194-1994) è in pienosvolgimento. Il modo migliore per ricordare S. Ubaldoè quello di riproporre a tutti gli Eugubini il senso cheegli aveva della carità solidale e la prassi che, comevescovo, ne propugnava.

1994: Una pietra per la sua casa oltre l’oceanoGià nella Pasqua del 1994 era partita una letteraindirizzata alle Antiche Università Eugubine, alleFamiglie Ceraiole, al “Maggio Eugubino”.Vi si leggeva: Anche il Secondo Centenario Ubaldianosta passando. Più volte ci si è riproposti di “farequalcosa”. Che cosa?Qualcosa che S. Ubaldo riteneva necessario, lui che,una volta eletto Vescovo di Gubbio, trasformò in leggecanonica la consuetudine dei Canonici Regolari ai qualiapparteneva: nullum oratorium sine hospitio. Chiunqueavesse l’intenzione di aprire al pubblico un luogo dipreghiera (oratorium) era obbligato a dar vita adun’iniziativa di ospitalità dei poveri (hospitium).Gli “hospitia” a Gubbio si moltiplicarono; il dr.Menichetti ne ha contati una caterva.Il 4 settembre 1994 il Corpo di S. Ubaldo scende nellaCattedrale, aperta giorno e notte; gli Eugubini non lolasceranno solo nemmeno per un momento; vi rimarràfino all’11. Durante quei giorni di gloria un volantinoa 6 facciate viene fatto pervenire a tutte le famiglie delComune di Gubbio: oltre 12.000 copie.A ogni Eugubino il volantino chiede una pietra per lasua casa oltre l’oceano. Lo firma il neonato Comitato

pro S. Ubaldo-Ecuador . Tra qualche mese saranno in36: Giancarlo Baldinelli, Adolfo Barbi, don UbaldoBertinelli, Antonella Benedetti, Beatrice Bettelli, PietroBiraschi, Lucia Biscarini, Patrizia Francesca Blasi,Antonia Botta, Isabella Carletti, Corrado Carlucci,Massimo Ceccarelli, Raimondo Cuccaro, AntonioFania, don Angelo Maria Fanucci, Elvezio Farneti,Nicolina Grazia Farris, Enrico Frittelli, SimonettaGiovannini, Anna Lanuti, Barbara Minelli, PaolaMinelli, Pierluigi Minorini, Margherita Pinna, MatildePinna, Eugenio Procacci, Paolo Radicchi, GiampieroRampini, Elena Rosati, Zoe Mario Rossi, GiuseppeSebastiani, Paola Signoretti, Renata Squartecchia, M.Teresa Ubaldini, Rosangela Ubaldini, Araldo Vispi.

Al termine dei sette giorni si decide di costruire adIbarra, nel terreno immediatamente adiacente la sededella Casaccia, una Capilla dedicata a S. Ubaldo; le suelinee si ispireranno, sia all’interno che all’esterno, aquelle del Duomo di Gubbio. Vi lavoreranno gliarchitetti ecuadoriani Calderón e Maldonado, ma piùdi ogni altro (e del tutto gratuitamente) il nostro ZoeM. Rossi.

Gennaio 1995: La Casaccia rinnovata accoglieuna delegazione eugubinaNel gennaio del 1995 una folta delegazione da Gubbioviene accolta nella Casaccia rinnovata (ognuno si pagail proprio biglietto aereo e il soggiorno). Portano consé una bellissima statuetta di S. Ubaldo, alta un 80 cm,viva, in ceramica, a tutto tondo, realizzata e donata daMaurizio Fumanti. A rimettere a nuovo la Casaccia ciha pensato Mons. Bernardino Echeverría, Vescovo di

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Erano i terzini della squadra del Seminario Romano. Ora la partitache giocano, è … un’altra, e da sponde diverse, ma identica.

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Ibarra, che in Germania ha raccolto fondi per costruire 140 chiese.E l’ha benedetta insieme con il Nunzio Apostolico, Mons. FrancescoCanalini, antico compagno di studi di don Angelo (erano la fortissimacoppia di terzini della squadra del Seminario Romano).Un viaggio double face: turismo e solidarietà. In Ecuador ci sonolocalità bellissime e paesi dove il lavoro artigiano (lana, legno, cuoio)ha raggiunto la perfezione. La solidarietà ha un obiettivo preciso:come possiamo garantire un minimo di reddito a quei 20 disabili?“Non gli dare il pesce ma la canna da pesca, e insegnagli a pescare”.Le ipotesi sono due: o una fabbrichetta di fideos (spaghetti), o unafabbrichetta di scatole per le scarpe che si producono a Penipe.Con l’intento di verificare quelle due ipotesi partono da Gubbio perIbarra quattro “tecnici”: l’ing. Ricardo “Ique” Amador, l’avv. GiancarloBaldinelli, il dr. Massimo Ceccarelli e l’arch. Zoe Rossi; con loro cisono Beatrice Bettelli, Lucia Biscarini, Francesca Patrizia Blasi,Antonia Botta, Matteo Botta, Vito Botta, Corrado Carlucci, AntonioFania, don Angelo Fanucci, Rosangela Ubaldini, Nicolina GraziaFarris, Enrico Frittelli, Anna Rita Griffoni, Barbara Minelli, MassimoTosti. Le foto e le riprese televisive (biglietto e soggiorno a speseloro) sono affare di Pietro Biraschi e Andrea De Agazio.Prima sera, prima litigata. Il brodo della cena è molto lungo. Insuperficie galleggiano cautelose quantità di… pop corn. Scatta inpiedi Rosangela, sparisce, torna dopo mezz’ora con due buste maxi,piene di ali e di petti di pollo recentemente trucidati. Una volontariaitaliana fa: “Ma così si ferisce la loro dignità!”Rosangela (la grinta dei Nardi): “Io, per stasera, pensavo solo al lorostomaco.”Ma domani il pranzo ce l’offrirà il Nunzio Apostolico. In Nunziatura.Altra musica.

Il Parque Yuyucocha diventa “Centro Social San Ubaldo”I nostri quattro tecnici (a tema realizziamo: una fabbrichetta di fideos,o di scatole di cartone?) s’incontrano col Ministro del Lavoro, FaustoJordán. No, non è proprio il caso: manca il tessuto di base per unafabbrichetta di qualsiasi genere.Inatteso e grandioso, il coup de théâtre. In disarmo, alla periferia diIbarra, c’è il Parque Yuyucocha; proprietà della Provincia di Imbabura,62.000 mq; 2 campi da tennis, 3 di basket, 3 di volley, 1 di hockey,1 piscina di acqua sorgiva, 1 “laguna” (laghetto per la pesca) contanto di barchette. In disarmo. E se…Detto fatto: alcuni di noi contattano il Presidente della Provincia diImbabura, Louis Mejía Montesdeoca: la richiesta di affidare il Parqueai disabili della Casaccia viene accolta con un entusiasmo talmentegrande che il Presidente per la firma vuole la massima solennità: faportare all’interno del parco gli scranni del Consejo Provincial.La mattina del 12 gennaio 1995 firmano il Card. Echeverría, P. JaimeAlvarez e don Angelo. Per i portatori di handicap della Casaccia èl’occupazione che cercavano. E subito sbucano fuori un S. Ubaldo

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Il gruppo al gran completo. Al Centro la dr.Botta tiene l’effigie di S. Ubaldo, ai lati la scritta“Centro Social San Ubaldo”. Andranno muratesopra l’arco d’ingresso dell’Ex Parque Yuyu-cocha. Dono di Giampietro Rampini.

Pietro sul tronodel Vescovo. Ilsuo sogno nelcassetto di ogniautentico Maz-ziniano.

Nicoletta e Andrea dicevano tra di sé: speriamodi incontrare un po’ di calore umano, laggiù.

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Gli scranni del Consejo Provincial sono stati trasportati nelParque Yuyucocha, che oggi diventa Centro Social San Ubaldo:firmano il comodato d’uso, a vantaggio dei disabili dellaCasaccia, il Presidente Montesdeoca, il Card. Echeverría, P.Jaime e don Angelo. Sotto gli occhi vigili dei señores dellaspedizione 1995.

in piastrelle ceramiche, dono di Giampietro Rampini,con la scritta: “Centro Social San Ubaldo”: il ParqueYuyucocha è stato ribattezzato e nemmeno se n’èaccorto!

15 maggio 1995: il Cardinale Echeverría a GubbioIn quel torno di tempo Mons. Bernardino Echeverríaviene nominato cardinale, ad personam: è un segno digratitudine di Giovanni Paolo II verso un Francescanoche è stato vescovo per 40 anni in sedi diverse,ultimamente a Guayaquil, la seconda città dell’Ecuador,dove ha raggiunto l’età della pensione: ma la SantaSede (scherzi da prete!) l’ha nominato AmministratoreApostolico di Ibarra, sua città natale.L’11 maggio 1995 il Card. Echeverría è a Roma, per“prendere possesso” (come fanno tutti i neo cardinali)della chiesa che gli è stata assegnata come suo titulus,la bellissima basilica protocristiana dei Ss. Nereo edAchilleo alla Passeggiata Archeologica.Il 12 è a Gubbio: il Vescovo Bottaccioli concelebreràcon lui il Pontificale di S. Ubaldo.Ma, ahimé!, non ci siamo capiti: lui pensa che laSolennità di S. Ubaldo sia il 15 maggio, ha detto(secondo il sapido commento il don Bruno Pauselli):“E ce verrìa sì, il giorno giusto, a Gubbio, se vo’ mel’avéssivo fatto sape’”; insomma, il 16 maggio ilCardinale ha un appuntamento a Colonia:probabilmente il fiume di soldi che i Tedeschi gli hannodato continua…Come… “ripiego” il Card. Echeverría dice messa il 15

maggio, alle 8, nella Chiesa dei Muratori, all’aperto,in mezzo alla solita marea di ceraioli, sorpresi ma comesempre festanti.E, durante l’Alzata, lo speaker annuncia: “È presentealla nostra Festa l’ecuadoriano Bernardino Echeverría,cardinale di Santa Romana Chiesa e AmministratoreApostolico della Diocesi di Ibarra, dove, per iniziativadel popolo di Gubbio, è nato il primo Centro SocialeS. Ubaldo, un’iniziativa di grande significato umanoe civile… ; l’auspicio è quello che i Centri Sociali S.Ubaldo fioriscano in molte parti della terra, perrilanciare tra gli ultimi uomini il suo messaggio diciviltà e di santità”.

Ancora iniziativeNel 1995 il Comitato pro S. Ubaldo Ecuador rompegli zebedei a mezzo mondo.Ai Piccoli Ceraioli in giugno, e poi ai Soci delleUniversità Eugubine (Muratori, Fabbri, Falegnami,Sarti); al Cappellano, ai Capitani e ai Capodieci deiCeri; ai Consigli Direttivi delle tre Famiglie Ceraiole.Nasce e muore “Solidarietà ceraiola”, iniziativa che sipropone di estendere al di là del 15 maggio l’intensacarica di solidarietà che è nel cuore della nostra grandeFesta.Viene messo a punto uno schema di funzionamentodel Comitato, che prevede, accanto alla Presidenza,una Segreteria e otto Gruppi di lavoro (Gruppo Tecnico,Gruppo Informazione, Gruppo progetti, Gruppo “Imagnifici 100”, Gruppo Contributi Giovanili, Gruppo

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Come realizzarla, la Capilla de San Ubaldo? Ne parlano gliarchitetti Rossi e Calderón, e l’ingegner Ique Amador.

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gli inizi

Panettoni, Gruppo Pesca e Lotterie, Gruppo Impren-ditori), ognuno con il suo responsabile: lo schema difunzionamento… non funzionerà mai.Carlos Hurtado, il presidente della Comunità diCapodarco a Ibarra, a metà agosto è in Italia perl’aggravarsi delle piaghe da decubito; verrà operatoverso la fine del mese. Ci vorranno (viaggi di andatae ritorno compresi) una decina di milioni; un po’ tuttele comunità di Capodarco d’Italia si stanno bucinando;pare che anche a Gubbio ci siano ancora tasche…bucinabili.Il Circolo Culturale Solidarietà, Presidente GabrieleTognoloni, organizza un concerto rock a beneficiodella nostra iniziativa in Ecuador, il 7 ottobre, dalle 18alle 24, presso il parcheggio del vecchio seminario.Il 19 settembre arriverà a Gubbio, ospite del Comune,Luis Macas, presidente dell’Organizzazione delle Etniedell’Ecuador, per partecipare (dal 20 al 23 settembre,a Perugia) ai lavori del Forum Internazionale per laRiforma dell’ONU e, domenica 24, alla Marcia dellaPace Perugia-Assisi.Un buon successo riscuote l’iniziativa de “I MagnificiCento”: 100 Eugubini vengono invitati a farsi caricodi una “grossa pietra” (100.000 lire); rispondono in 51;ma qualcuno, di quelle pietre, ne manda più di una:10, 15, 26. Uno dei “ragazzi” del Movimento StudentiEugubino (anni 60) telefona a don Angelo: “Se passidomattina a casa mia, di pietrate te ne tiro 30!”.Garantite. Contate.Anche il Vescovo Bottaccioli (generosissimo) e ilPresbiterio della Diocesi di Gubbio firmano grossecifre.E il Comitato può annunciare che sono già iniziati ilavori di riadattamento del Centro Social San Ubaldo,già Parque de Yuyucocha e che stanno per iniziare prestoanche i lavori per la costruzione della Capilla de SanUbaldo.

In dicembre il Comitato stila il preventivo sulla basedi quanto dall’Ecuador ha inviato il volontario CarloBronzi. Grosso modo la cifra che il Comitato puòmettere a disposizione per il 1996 è di circa 70.000.000di lire (settanta milioni).La “Capilla” ha la priorità su ogni altra realizzazione.Occorre ritardare il più possibile i pagamenti, in modoche essi possano essere inclusi nel progetto suYuyucocha presentato in quei giorni dalla CICa; vieneautorizzata la liquidazione della somma di L. 1.500.000

per una mensilità ai due volontari Carlo e Giovanni,ma da qui in avanti nessun “volontario” verrà piùpagato.Non vengono autorizzate le spese di esercizio del parco,che vanno attinte agli introiti di gestione; e neppure lespese per carburante e le spese “per la pubblicità”.Il Comitato si fa carico solo delle spese per impiantie attrezzature, per un totale di L. 8.450.000(ottomilioniquattrocentocinquantamila).

E quattro!Nel febbraio del 1996 (dal 10 al 22) per la quarta voltauna delegazione si reca da Gubbio a Ibarra. Ma stavoltaessa è striminzita: con don Angelo ci sono solo ilDiacono Roberto Revelant, della Comunità di Rinascitadi Tolmezzo, e il fotografo dell’Agenzia ContrastoMarco P.Il lavoro della delegazione è molto intenso. Partecipiamoal’inaugurazione di una casa di riposo, una dellepochissime in tutto il Sudamerica, a Penipe; a Quitocontattiamo la Dirigenza dell’INNFA (Instituto Nacionaldel Niño y de la Familia); ci interessiamo del CENAPIA,una scassata iniziativa imprenditoriale dello scassatis-simo Parastato ecuadoriano, che qualcuno ha scaricatosulle generose e incaute spalle del Vescovo Corral;discutiamo del futuro della Fu.Co.Vi., quella Fundaciónpara Comunidades de Vida che Capodarco ha contribuitoa far nascere in Ecuador; a S. Isidro, parrocchia montana,non possiamo far altro che… confortare il povero P.Vicente, che con l’aiuto del “Gruppo 78” di Volano,TN, una delle Comunità locali di Capodarco, avevamesso su un bell’allevamento di animali, maun’epidemia li ha uccisi tutti, prima i polli, poi imaiali…; grande scoraggiamento; ma P. Jaime “chiude”il discorso prima che si apra: Los pollos murieron, murieronlos chanchos: ¿deseamos morir nosotros también? “Morironoi polli, morirono i porci: vogliamo morire anche noi?”In chiusura Roberto tira fuori una grande foto diGiuliana, una generosa volontaria di Volano mortal’anno precedente in un banale incidente stradale.“Mettetela nel posto d’onore”. I suoi genitori voglionoimpegnarsi con S. Isidro, nel nome di Giuliana.Consegniamo all’architetto Calderón il progetto dimassima della Capilla de San Ubaldo, redatto da ZoeRossi.Su, in alto, oltre i 3.000 metri di altitudine visitiamoalcune delle decine di comunidades nelle quali si articolala parrocchia di Penipe; e il punto da cui muove il ruego,

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la canalizzazione dell’acqua che il Cebycam da anni fagiungere in un numero sempre crescente di campidissodati a forza di muscoli dai “campesinos”.Contattiamo l’iniziativa delle madres solteras, un gruppodi ragazze-madri che stanno mettendo insieme unapiccola attività artigianale per dare ai loro figli un futurodecoroso.Consegnamo al Cebycam copia del progetto UE redattodalla CICa.A Penipe la Comunità ormai è ben solida; nella “casasulla collina”, in due appartamenti contigui, fannocomunità da famiglie e non più da solteras Rosita consuo marito e Nelly col suo; Nelly ci entusiasma, conil suo coraggio di disabile gravissima, determinata amettere al mondo quel bellissimo bambino che nonpuò permettersi di tenere in braccio. La zapatería vabene, vi si respira aria di lavoro “serio”, aria tutt’altroche diffusa da queste parti. È nato un laboratorio ditrapunte, che però vende poco.A Riobamba P. Juan Francisco Andrade, avvocato oltreche prete, ci fa conoscere le due realtà che lo vedonoimpegnato a fondo: la Asociación para los derechos humanos

e Mano amiga, iniziativa di sostegno a soggetti minorenniche sono in carcere per delitti gravissimi.In viaggio verso il Nord, verso Ibarra, ci fermiamo aLatacunga, dal Vescovo, ufficialmente per un cafesito,in realtà per verificare se la Fu.Co.Vi. può impiantareuna sua iniziativa a favore degli handicappati. Sei ettariin posizione quasi centrale, un valore di oltre 1.000milioni di sucres: “È il nostro contributo a quanto vorretefare in questa mia Diocesi”. Non se ne farà nulla.

Ad IbarraFinalmente, la sera di mercoledì 14 siamo ad Ibarra.Entriamo nel patio della Casaccia e puntiamo dirittoalla statua di S. Ubaldo, sistemata nella nicchia propriodi fronte all’ingresso. Ci dicono che c’è stato già ilprimo “pellegrino” da Gubbio. Ci dicono, che quandoha visto quell’effigie, gli hanno preso a tremare legambe, ha scattato un rullino intero di foto, ha lasciatoqualche buon bigliettone da 100 dollari, perché anchei ragazzi della comunità festeggiassero. Si chiamaRossano Marinelli, è nato a Gubbio, fa l’infermiere inBelgio.

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Poveri, poverissimi: difficile uscirne, ma l’allegria non manca

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La mattina di giovedì 15. Al Centro Social San Ubaldo,ex parque de Yuyucocha. Si è aperto, ma i lavoriproseguono. Il bar è stato terminato. Le docce sonostate terminate, ma ne hanno rubate un paio già laprima notte. Tenete presente che qui anche i citofoni,nella parte che si affaccia sulla strada, sono chiusi inuna gabbietta protettiva in ferro fissata col cementosul muro… Sono state acquistate sedie di plasticacolorata e barchette simpatiche.Decidiamo dove murare la scritta “Centro Social S.Ubaldo”, con l’effigie del Santo dipinta da Rampini.

Due operai stanno pulendo il letto della “laguna”, cheogni due settimane viene svuotata e ripulita. Nonpotrebbero farlo, questo lavoro, i ragazzi validi chevivono in comunità? A giorni è carnevale, quattrogiorni di vacanza, da Venerdì al Martedì grasso. Sistanno preparando ad accogliere nel Centro Social SanUbaldo una gran folla; hanno portato il bigliettod’ingresso da 200 a 500 sucres, ma l’affluenza sembranon averne risentito. Ci sono le premesse per un buonlavoro.Alle ore 10,30, assemblea plenaria per sviscerare i tantiproblemi della vita comunitaria.

Nel primo pomeriggio, posa della prima pietra dellaCapilla de San Ubaldo.Vengono incapsulati in un tubo di piombo tutti i nomidi coloro che hanno offerto una o più “pietre per laSua casa oltre l’oceano”; il tubo di piombo viene inseritoin un involucro di plastica. Il tutto viene calato dentrouna fossa quadrata di circa 60 cm per 60. Sopra il tubouna pietra rotondeggiante. Poi ognuno getta nella fossauna palata di malta cementizia: don Angelo a nome ditutti gli Eugubini (circa 800 i loro nomi sul foglioinfilato nel tubo di piombo), P. Jaime per la Fu.Co.Vi.,Roberto per le Comunità di Capodarco in Italia,Hannibal per la Casaccia Angelo Franco, l’arch. Ruizper lo studio Calderón, Carlo Bronzi per i volontari.

Visitiamo la casa dei Niños che la Fundación Cristo de laCalle ha restaurato.Il giorno dopo l’architetto Calderón ci illustra comeintende sviluppare il progetto approntato dall’architettoRossi. Circa 20 metri per 10, riproporrà le lineearchitettoniche del duomo di Gubbio nella facciata inpietra (stesse proporzioni, col rosone al centro, l’Agnelloe i quattro Evangelisti nelle formelle), intorno al rosonedue losanghe sporgenti; e all’interno dovrannoriconoscersi la splendida fuga di archi che mozza ilfiato ai turisti quando entrano nel nostro duomo.Nel pomeriggio… rimpatriata tra il Nunzio Canalinie don Angelo. Quando, nel 1977, don Angelo portò aNew York suo figlio Franchino, per una visitaultraspecialistica al Rusk Institute, Canalini era ilsegretario dell’Apostolic Delegation di Washington; vollecon sé per due giorni Franchino e don Angelo, li ospitònel prestigioso Trinity College; e volle… fare luil’assistenza a Franchino, di persona: a un Nunzio

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Ingresso dell’ex Parque Yuyucocha, ora Centro Social SanUbaldo, con l’effige del Santo dipinta da Giampietro Rampini.

Quando capita, qualsiasi lavoro è buono, anche insaccarepatatine per quattro soldi; ma se si rimane a questo livello,non si va lontano…

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Apostolico non capita molto di frequente la grazia dipulire gratis il sedere ad un handicappato…; poi, pertripudiare con il gruppo di Eugubini che erano laggiùper le feste di S. Ubaldo, volò a Jessup, dove venneaccolto dagli “Eugubini d’America” come se fosse ilPapa in persona, una fila di 30 automobili lunghe daqui a lì, per accoglierlo in Aeroporto; e il Parroco P.Addonizio entrò subito in trance, e smise di fare lacorte al più aitante degli Eugubini di stanza provvisorianella cittadina gemella di Gubbio, e buttò su un pranzodegno d’un Papa del Rinascimento.

A LimaAll’aeroporto della capitale peruana ci preleva (“ci”:Roberto, P. Jaime e don Angelo) personalmente unaltro Nunzio Apostolico, quello in Perù. È Mons.Baldelli, nativo di Casacastalda, altro compagno distudi di don Angelo (che è l’unico, della “covataLaterano 1961”, a non aver fatto carriera: non è riuscitonemmeno a diventare Cappellano dei Ceri). Le battutedi spirito non mancheranno in questi due giorni, nellaNunciatura di Avenida Salaverry. Come tanti anni fa.Ci riempie di attenzioni, don Fortunato. Le suore dellaNunziatura cucinano all’italiana. L’aperitivo non mancamai. Il dolce nemmeno.Il mattino dopo il Nunzio Baldelli si mette di personaalla volante della Opel nera della Nunziatura.Domattina, attraversando Miraflores, il quartiere/benedella città poverissima, ci porterà al Morro del Sol, unamontagna glabra e pelata come la tesa d’un calciatorepelato, e senza un filo d’erba, in faccia all’OceanoPacifico.Ma oggi ci porta alla Casa della Carità delle Suore diMadre Teresa di Calcutta, in uno dei quartieri piùpopolari di una pazzesca metropoli sterminata, ricca epoverissima, contraddittoria, inconcludente. La casadi Madre Teresa è come un’isola in un mare di testeche attendono un pasto caldo.Solo sei le suore. Tantissimi giovani volontari. Enemmeno un piccolo cattivo odore.Nel pomeriggio a S. Eulalia, nel profondo di una delleenormi valli che dalle Ande convergono verso Lima,l’incontro più significativo: Bernabé è un paraplegicodi 44 anni, che vive in carrozzina da quando ne aveva

19 ed ebbe un incidente d’auto. Vive con un fratelloche sta facendo chemioterapia, non si ferma unmomento, ha accolto un gruppetto di handicappati.Vivono allevando conigli, lì fuori ce ne sono un’infinità,bianchissimi.Gestiscono anche una piccola casa di ritiri spirituali esimili. La moglie l’ha piantato in asso, subito dopol’incidente, e il suo dileguarsi “è stata la miglioreopportunità che la vita mi ha offerto”.

E ritornoIl mattino dopo Lima-Quito, con scalo a Guayaquil,in due ore e mezza.A pranzo dal card. Bernardino Echeverría. Ha 84 anni,il Cardinale, e… comincia a dimostrarli. Ma in lui ilricordo dell’Appello ai Ceraioli che ha lanciato durantela Messa del 15 maggio, di fronte alla Chiesa deiMuratori, è vivissimo. E vivissimo è il ricordo dellagrande festa alla quale ha assistito dalla finestra centraledi Palazzo Ranghiasci.Dopo pranzo gli architetti Calderón e Maldonadofissano in 118 milioni di sucres (circa 65 milioni dilire) la somma che occorrerà per realizzare la Capilla.Calderón assicura un’oscillazione di non più del 5%.La spesa potrebbe aumentare se aumentassimo ilnumero degli archi (circa 2 milioni e mezzo di lireognuno).Il 21 febbraio siamo di nuovo in Italia. Però…: quant’èlontana l’America!

Un lutto che non ci volevaGià, e quando mai di un lutto si può dire che “civoleva”? Ma stavolta è particolarmente doloroso. MarcoP., poco dopo il nostro ritorno in Italia, muoreannegando in mare con la sua auto. Marco. Alto,riccioluto, sempre pronto alla battuta. Un concentratodi cordialità.Ci ha seguito passo passo con la sua macchinafotografica. Ma di quelle centinaia di foto non nepossediamo nemmeno una.Dicono che sia stato un suicidio. Noi non ci crediamo.No. È stata una disgrazia.Ti sia lieve la terra, Marco. E il Signore salvi per semprei tuoi riccioli scomposti e il tuo sorriso solare.

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L’Ecuador ha siti turistici di primaria grandezza. Questo èl’Ingapirca, uno spettacoloso complesso che testimonial’invasione dei Maya provenienti dal Perù.

¡Hola! Somos Mario, Sebastián, Juan Francisco, Willy, Jairo.Diego y Sara. (Juan Francisco è il figlio di Claudia Ibadango eFrancisco Santa Cruz)

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il clou

1996: Avanti con i lavoriLa preoccupazione è quella di far avanzare i lavori chedevono coordinarsi con P. Jaime Alvarez, che è ilDirettore Esecutivo della FU.CO.VI, con P. FranciscoSantacruz e gli altri boss; dei campi sportivi del CentroSocial San Ubaldo vengono inviati 5.000.000 di lirecome anticipo e altri 5.000.000 verranno allarendicontazione.All’arch. Calderón si chiede di dare inizio subito allacostruzione della Capilla, impiegando i 10.000.000 dilire che gli sono stati inviati tramite la CICa, un totaledi 30 milioni già conferiti alla stessa CICa: a Gubbioun numero speciale de Il Lato Umano ha dato queilavori come già quasi… compiuti!

VolontariPer la gestione di quel lavoro e un po’ di tutta la vitacomunitaria ci si affida a due volontari italiani, CarloBronzi di Fermo e Daria Giuiusa di Lecco; la lorosopravvivenza viene garantita con un contributo di300.000 lire mensili ciascuno.Una presenza particolare è quella di Paola Mencattini,che va ad Ibarra “per un’esperienza di servizio diqualche mese”: Paola è una giovane infermieraprofessionale di Perugia, ed è la figlia di Vittorio e LiaTrancanelli, “medici e coniugi esemplari perl’accoglienza che praticano nei confronti degliemarginati”; Vittorio Trancanelli (che tra l’altro curadiversi cardiopatici della Comunità di S. Girolamo,gratuitamente) morirà tra poco, giovane; e sarà unaformidabile lezione di vita cristiana per tutti; pocodopo la Diocesi di Perugia darà inizio alla sua causa dibeatificazione.

L’AINRaMDon Franco Monterubbianesi, esattamente 30 anni orsono, ha dato inizio alla Comunità di Capodarco, nelNatale del 1966, andando a vivere (unico soggetto nondisabile) nella fatiscente Villa Piccolomini, tra Fermoe Porto San Giorgio, insieme con una quindicina diinvalidi gravissimi. La villa è subito divenuta Casa PapaGiovanni: un bisonte stanco, che appartiene al CentroTuristico Giovanile del Prof. Enrico Dossi, che l’hasubito messa a disposizione e che qualche anno dopola “venderà” alla Comunità per una cifra sufficiente adacquistare un capanno di bandoni. Nel 1974 il prof.Dossi, a Gubbio, diventerà don Enrico Dossi.Ma non gli è bastato, e adesso, nel 1996 fondal’AINRaM (l’Associazione Internazionale Noi Ragazzidel Mondo), che in estate ha tenuto un entusiasmante

campo di lavoro a Santa Vittoria in Matenano: quarantaragazzi italiani, ecuadoriani, guatemaltechi, spagnoliche il 16 settembre passano per Gubbio, diretti a Roma.Con loro c’è Angela Volpini, la donna ligure che a suotempo la stampa nazionale definì la Veggente diCasanova Staffora, latrice di esperienze spiritualifortissime, autrice di due libri tra i più stimolanti chela letteratura religiosa del nostro tempo abbia prodotto:Resurrezione di Dio e La Madonna accanto a noi; Angelaparla ai presenti sul tema “La missione della donnaoggi, come compimento della civiltà occidentale”.E c’è anche Lina Di Diodoro, pittrice di fama crescente,grande esperta di pittura ad encausto, donna di grandesensibilità: farà dono alla Comunità di S. Girolamo diuno dei suoi quadri più significativi, in ricordo di suazia Ida Filipponi. Ida è morta proprio in questo 1996,il 2 febbraio, circondata dall’affetto intensissimo dellasua famiglia e di quella comunità alla quale ha datotutto, fino all’ultimo respiro, concentrando sempre ecomunque le sue preferna sui più disastrati, dopoesserne stata un’autentica colonna, prima (dallafondazione 1966 al 1978) a Capodarco, poi (dal 1978)a S. Girolamo.

Due collaboratori d’eccezioneLa Comunità di S. Girolamo ha sempre avuto molticollaboratori volontari, ma questi due…“Questi due” sono Augusto Ancillotti, ordinario diGlottologia presso la Facoltà di Lettere dell’Universitàdegli Studi di Perugia, (ed è un mostro di competenza,oltre che di simpatia) e Romolo Cerri, un Eugubino(di Castiglione Aldobrando) appartenente ad una razzanotissima alla nostra memoria storica: il dilettante digenio; è un funzionario della Regione Umbria che dasempre ha avuto come hobby preferito la glottologia.Ancillotti e Cerri hanno pubblicato (con una prefazionesuccinta ma entusiasta del Cap. Costantini, validissimotra i ricercatori di storia locale) un libro di grandissimoprestigio, Le tavole di Gubbio e la civiltà degli Umbri;hanno fatto parlare le Tavole Eugubine; e,adeguatamente sollecitate, le Tavole Eugubine hannodetto cose che tenevano nascoste da secoli. 464 pagine.Una parte scientifica ricchissima e una parte divulgativaesaltante. La vita dei nostri antenati vi viene ricostruitacon un’abilità e una precisione sorprendenti.70.000 lire è il prezzo di copertina, oltre la metà va alnostro Comitato. Collaborano alla vendita anche ilLions Club (presieduto dall’avv. Siena) e il Rotary Club(presieduto dal dr. Dino Clementi)

La consacrazione della Capilla

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il clou

Il top della “Campagna Panettoni”Da un paio di anni sotto Natale parte puntualmentela “Campagna panettoni”, destinata a finanziare lenostre iniziative in Ecuador.Ma quest’anno siamo al top. Marca “Perugina”, 10.000lire l’uno. Vengono acquistati per meno di 2.000 lirel’uno. Un 150 persone “amiche della Comunità” sonostate contattate, sollecitando la loro collaborazione perla “Campagna Panettoni”. La cooperativa sociale LaSaonda ne ha approfittato per invitarle a presenziaresabato 23 novembre, alle ore 17, all’inaugurazione delsuo negozio, in Via Elba 47, a S. Marco di Gubbio.“Volete collaborare”? Hanno risposto di sì in 103.Nel frattempo “I Magnifici 100”, che l’anno scorsoerano 51, sono diventati 108.

Un bilancio, anche economicoNel novembre del 1996 un numero speciale de Il LatoUmano traccia un bilancio dei primi due anni di vitadell’iniziativa, partita nel 1994.Un bilancio delle attività innanzitutto, e della loroqualità.La Comunità di handicappati che vive nella CasacciaAngelofranco è molto povera. Per farli uscire da questacondizione la Provincia ha concesso loro in comodatoil Parque de Yuyucocha, ribattezzato Centro Social SanUbaldo; Ibarra è piena di giovani (circa 16.000 nellescuole medie superiori!) che non dispongono di sommecospicue, ma qualche spicciolo in tasca se lo trovano:a prezzi molto contenuti hanno cominciato afrequentare quel luogo con buona assiduità.La Capilla dedicata a S. Ubaldo è arrivata al tetto,leggero, visto che a Ibarra non nevica mai e non fa maifreddo (l’escursione termica annuale è minima: latemperatura oscilla tra i 10° e i 25° sopra lo zero); laparte inferiore del tetto sarà in legno leggero: l’Ecuadorne produce una quantità di qualità egregia.Il resoconto economico: dal Natale del 1994 al 15novembre 1996 sono stati spesi 125.025.695 lire, cosìsuddivisi:

Titolo di spesa importo

Sopravvivenza 12.893.500

Lavori restauro parco 42.450.000

Costruzione Capilla di S. Ubaldo 30.800.000

Sostegno agli operatori 20.800.000

Viaggi aerei 7.965.000

Mobilità 9.837.759

Spese bancarie 0.279.445

Sostegno ai volontari. Inizialmente ci affidammo a duegiovani-adulti italiani, un insegnante elementaremarchigiano in congedo e un ex operaio del nord Italia,che incontrammo ad Ibarra e le cui discrete capacitàhanno permesso alla nostra iniziativa di decollare; ci

costarono, durante un’annata, l’uno 1 milione al mese,l’altro mezzo milione al mese; cifre notevoli, “laggiù”,non altrettanto “quassù” (dove i due avevano degliimpegni precedentemente assunti), ma comunque benimpegnate.Dall’inizio del 1996 i nostri referenti per portare avantitutto il discorso sono diventati il Presidente dellaCasaccia, Carlos Hurtado, e i coniugi Eduardo Andradee Daria Giuiusa (una giovane Lecchese che è vissutaper qualche tempo a S. Girolamo); al loro sosten-tamento provvedevano, per una cifra molto più modesta(300.000 lire al mese alla coppia, altrettante alPresidente), i Soci del Centro Lavoro Cultura -Comunità di S. Girolamo; ultimamente però i rapportifra la coppia Eduardo-Daria ed il resto della Comunitàsi sono deteriorati; noi abbiamo sospeso l’erogazionedi quella piccola cifra; una missione andrà presto aIbarra per chiarire la situazione.

I viaggi aerei ai quali fa riferimento questa voce sonoquello del card. Echeverría, che nel maggio del 1995venne con un suo accompagnatore e celebrò la Messadel 15 maggio di fronte alla Chiesa dei Muratori; quellodel presidente della Casaccia, Carlos Hurtado, e delsuo assistente; colpito da una violenta infezione dapiaghe di decubito, Carlos, paraplegico in carrozzina,dovette venire in Italia per curarsi, e ne approfittò perfare un’esperienza di qualche mese con noi.Le molte decine di viaggi che alcuni dei responsabilidel Comitato pro S.Ubaldo Ecuador hanno fatto adIbarra sono stati interamente a carico della loro tasca.La mobilità: è stato acquistato un “pick up” (auto consul retro il cassonetto scoperto), onde permettere aimembri della comunità che vi lavorano di recarsi ognigiorno al parco Yuyucocha (dista un paio di km).A queste spese vanno aggiunte 1.135.000 lire di spesepostali, 550.000 lire di spese tipografiche, più 700.000lire per attrezzatura informatica.

Disponibili alla data del 13 novembre 1996: 34.359.591lire sul ccb 20.000/91; 1.636.549 lire sul ccb 18018/04;sul cc postale 2.559.831 lire.

Parte l’espertoSul finire del 1996 si profila l’opportunità che unesperto di gestioni comunitarie vada ad Ibarra averificare quello che succede nella conduzione di tuttal’iniziativa.In dicembre partirà per Ibarra (a spese sue) il DirettoreAmministrativo della Comunità dr. Sandro Lombardini.

1997: defunge il comitato, emerge la CICaPiù volte preannunciata, la decisione di chiudere ilComitato Pro S. Ubaldo Ecuador viene attuata: chivuole continuare a collaborare può confluire nel CEAS(Centro di Educazione Alla Socialità), associazione di

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volontariato che come scopo sociale ha quello diappoggiare, ma in piena autonomia, la dimensioneculturale della Comunità di S. Girolamo il cui nomeufficiale è Centro Lavoro Cultura.

Lions e Rotary, insiemeSabato 22 febbraio presso il Centro Servizi SantoSpirito, viene rilanciata la presentazione, da parte degliautori Augusto Ancillotti e Romolo Cerri, de Le tavoledi Gubbio e la civiltà degli Umbri; la rete per la “vendita”del libro si è di molto ampliata.In apertura di riunione don Angelo illustra (L’economiasociale, quale chance per il futuro?) quale sia l’idea di“economia” che il Terzo Settore propugna.L’iniziativa è proposta, insieme, dal Lions Club e dalRotary Club. “Insieme”: non capita tutti i giorni.

Nasce la comunità di Capodarco dell’UmbriaonlusDefunge anche il Centro Lavoro Cultura, il nome che,nel 1984, nell’atto di darsi un assetto giuridico di fronteal notaio, ha assunto quella che tutti chiamano“Comunità di S. Girolamo”.Nasce la Comunità di Capodarco dell’Umbria; lalegislazione sociale che recentemente è entrata in vigorele suggerisce di chiedere la qualifica di ONLUS, chepuntualmente ottiene.Il Centro Lavoro Cultura ha avuto come presidentitre disabili di grande qualità: prima Silvana Panza(1984-1985), poi Sauro Magara (1985 – 1986), infine(dal 1987 al 1997) Francesca Bondì.In questo 1997, contestualmente al cambiamento delnome, la presidenza viene attribuita a don Angelo M.Fanucci.

Il progetto Ibarra al capo linea?Di ritorno dall’Ecuador, alla metà di dicembre del1996, Sandro Lombardini ha affermato che con circa100 milioni di sucres la Capilla de San Ubaldo può essereterminata. L’erogazione di quella cifra viene subitoautorizzata; e il primo bonifico di 50 milioni di lireviene deliberato il 18 gennaio.Esce un dépliant (molto bello, tra l’altro) che reclamizzagli impegni della CICa: le varie comunità di Capodarcolo diffondono nei rispettivi territori.A Gubbio viene allegata al dépliant una lettera di donAngelo, che comunica: il progetto-Ibarra èsostanzialmente terminato; a breve verrà completatala Capilla; se qualcuno ha pensato che la figura di S.Ubaldo nel nostro progetto fosse solo un éscamotagepubblicitario, l’equivalente del patetico Mulino Biancoche in TV ci fanno vedere un giorno sì e l’altro pure.Ma di ben altro si tratta: il progetto per la sistemazionedel Centro Social San Ubaldo è stato approvato, la UEha stanziato 240 milioni di lire: la sua aggregazione aiprogetti della CICa ha dunque sortito, come speravamo,un buon effetto moltiplicatore.

Ancora una voltaDon Angelo compie un altro viaggio in Ecuador, stavoltadi pochi giorni e in solitario.Al suo ritorno gli Eugubini vedono recapitarsi a casaun volantino intitolato Grazie, Gubbio!Probabilmente dovremo ancora sostenere la Casacciadi Ibarra, per integrare i guadagni del Parco che, seoggi possono coprire le necessità della Comunità,domani potrebbero non riuscire a farcela, a garantiresoprattutto uno sviluppo ulteriore della Comunità.Alla CICa si chiede di far propria, nelle forme idonee,la “Campagna panettoni” che nell’ultima edizione haportato nelle nostre casse 17.240.000 lire.In un campo diverso, ma più politicamenteimpegnativo, alla CICa viene girata la richiestadell’Amministratore Delegato della Nestlè Italia, dr.Saverio Ripa di Meana, che ci chiede di organizzare alivello nazionale un incontro pubblico nel quale lagrande multinazionale possa difendersi dalle accusegravissime che le vengono rivolte per le sue presuntemalefatte nel Terzo Mondo; ad onta del grande impegnoprofuso dalla CdCdU, non se ne farà nulla.

Se ne va anche DorettoIn luglio, dopo Ida Filipponi, se ne va un’altra colonnadella vita comunitaria a S. Girolamo, Aquino Doretto,54 anni, il disabile che a Gubbio ha costruito intornoa sé e alla Comunità, fin dagli inizi (dal 1974, conquell’inverno trascorso “al freddo e al gelo”, senzatermosifoni), un’ampia e tenace rete di amici. La suamole enorme ha simpaticamente indotto il dr. Bonellia paragonare il suo cuore ad un pompa che deve irrorare3 ettari di superficie.Quando il suo “50 cc”, con il pistoncino cromato, loriporta a S. Girolamo, dal motore super impegnatosulla salita ripida si leva verso a Gubbio sottostante unrumore acutissimo, e gli amici commentano: “È ilmotorino di Doretto che grida: Non era nato perquesto!”Ma sono davanti agli occhi di tutti la tenacia e la saggezzacon le quali porta avanti la gestione del gruppo chevive a S. Girolamo, e le delicatissime attenzioni dellequali si è rivelato capace nei confronti sia di personesingole che di soggetti autorevoli (soprattuttonell’organizzazione della Festa dei Ceri).

I conti della Capilla: e i suoi partcolariIn luglio l’Arch. Fabián Calderón viene sollecitato acompletare i lavori per la Capilla; in merito gli sonostati inviati 44.460 dollari; deve averne altri 21.806, main cassa ce ne sono 25.800.E dunque… Adelante, Fabián, naturalmente con juicio!L’importante è che, quando da Gubbio verremo, forsenel gennaio 1998, sia tutto pronto per l’inaugurazione.A fine anno verrà a Gubbio il vescovo di Ibarra, S. E.Mons. Antonio Arregui Yarza. Occorre affidare a luiil preventivo definitivo.

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il clou

Sempre in luglio, a don Vinicio che va in Ecuadorvengono affidate le foto delle tre vetrate collocate nellatrifora che chiude l’abside del Duomo di Gubbio:dovrebbero ispirare le tre vetrate che chiudono l’absidedella Capilla di Ibarra. Anche nella Capilla, la cuiinaugurazione è prevista per il gennaio 1998, oltre tuttoil resto (sacrestia, arredi essenziali, altare, il rosone infondo alla chiesa, ecc.) andranno realizzate tre vetratesu questo stile, con degli arabeschi sopra e sotto leimmagini dei Santi. S. Ubaldo al centro. Al suo fianconon S. Mariano e S. Giacomo (i titolari della Cattedraledi Gubbio), ma S. Giorgio e S. Antonio.Le tre vetrate della Capilla un giorno rappresenterannoS. Ubaldo al centro, S. Giorgio alla sua destra e S.Antonio alla sua sinistra. Un giorno. Sul rosone difondo dovrebbero intrecciarsi (un giorno) gli stemmidei due vescovi, quello di Bottaccioli di Gubbio quellodi Arregui di Ibarra.Sulle cinque finestrelle cieche predisposte sulla facciata

un giorno dovranno collocarsi in alto l’Agnello di Dioe sulle altre quattro gli Evangelisti: che sono quattroproprio per questo.“Un giorno” vuol dire che a tutt’oggi (2009) quei…“particolari” non sono ancor stati realizzati.

1998: Ancora un rinvio, ancora un grandecoinvolgimentoSfuma la possibilità di consacrare e aprire al culto laCapilla in questo gennaio 1998.Ma ancora una volta dalla Chiesa Santa di Dio che èin Gubbio il frutto della tradizionale Quaresima diCarità arriva alla Chiesa Santa di Dio che è in Ibarra.Nel volantino che promuove l’adesione dei fedeli siricorda che dall’altra parte del mondo, vivo e operantecome in mezzo a noi Ubaldo continua a proporsicome maestro di vita cristiana e padre dei poveri.Il complesso del Centro Social a Lui intitolato è in viadi completamento, e i disabili della Casaccia possono

Non hanno usato il collante giusto1998 - nuova, muy linda

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il clou

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pensare ad un futuro più sereno grazie a los ingresos (isuoi proventi).La struttura essenziale della Capilla de San Ubaldo, 200metri quadrati a fianco della residenza della Casaccia,è terminata.Ma il fatto veramente notevole è un altro: il VescovoArregui intende farne l’epicentro della pastoralesociale dell’intera diocesi (350.000 anime).La nostra Diocesi si gemellerà con Ibarra, nelle formepiù opportune. In presa diretta con la nostra storia dichiesa.

Finalmente!Finalmente il 30 marzo 1998 parte una missiva destinatain prima istanza al Vescovo di Gubbio, Mons. PietroBottaccioli e al prof. Ubaldo Corazzi, Sindaco diGubbio, e in seconda istanza a tutti gli Eugubini. Èufficiale: domenica 21 giugno 1998, a Ibarra (provinciadi Imbabura, Ecuador) verrà consacrata la Capilla erettain onore di S. Ubaldo e destinata ad essere il centrodelle attività di pastorale sociale della Diocesi.

Siete tutti invitati.Organizza la Oderisi Travel di via Perugina 17.Costo del biglietto (andata e ritorno) L. 1.684.000.È un momento di estrema importanza per noi Eugubini.Dal gemellaggio fra le Diocesi di Gubbio e di Ibarra,nella luce di S. Ubaldo, potrà nascere un gran beneper i poveri di laggiù. Ma tra i poveri ci siamo anchenoi, in un senso diverso ma non meno vero…Mons. Antonio Arregui Yarza, vescovo di Ibarra,organizzerà il nostro soggiorno in Ecuador.

Il 21 giugno 1998 la Capilla de San Ubaldo vieneconsacrata dai Vescovi di Gubbio, Pietro Bottaccioli,e di Ibarra, Antonio Arregui Yarza.Concelebrano con loro il Fondatore di Capodarco donFranco Monterubbianesi, il Direttore Diocesano dellaCaritas di Gubbio, don Benito Cattaneo e don AngeloM. Fanucci.In rappresentanza del Comune di Gubbio è presentel’Assessore dr. M. Antonietta Pierotti.

2008: più bella di prima

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le immagini

21 giugno 1998

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All’alba, la Festa del Sole. Suuna delle alture che circondanola valle verdissima nella qualesi estende Ibarra, si ripete l’anti-chissima festa degli Indios, checelebrano l’ingresso trionfaledell’estate.

Consacrano insieme la Capilla(la Sua casa oltre l’oceano) ilVescovo di Ibarra Mons. Arregui(sulla sua destra, don FrancoMonterubbianesi, fondatore diCapodarco) e il Vescovo diGubbio Mons. Pietro Bottaccioli.

Nella Capilla, che diventerà ilcentro della Pastoral Social,sono convenute molte persone,ben al di là delle venti cherisiedono nella contigua Casac-cia Angelofranco, futura Comu-nidad de Capodarco de Ibarra.

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La Sua casa oltre l’oceano

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Il “Tavolo d’onore”: da sinistrasi riconoscono don Angelo,Mons. Bottaccioli, Mons. Arre-gui, don Franco (capotavola),l’Assessore Antonietta Pierotti,don Benito Cattaneo, DirettoreDiocesano Caritas.

Nel patio della Casaccia Angelo-franco i festoni di carta coloratadicono che oggi è festa grande.E lo dice anche il menu cosìinconsueto. Quando sarà possi-bile, per i nostri amici, permet-tersene un altro, di pranzi così?

Foto ricordo. Disabili circondatida vescovi, preti, operatori,amici. Manca Zoe, architettogeneroso. Ci si augura chequesto abbraccio si riproponganella vita di ogni giorno.L’abbraccio secolare di Sant’U-baldo ai suoi.

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la grande illusione

La grande illusioneQuando pensavamo che potessero farcela da soli

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“La grande illusione”. Così potremmo definirel’evoluzione degli eventi ad Ibarra, dopo la grandegiornata del 21 giugno 1998.

“Sono a posto”Così ci diciamo in Italia ogni volta che parliamo dei“nostri” disabili della Casaccia Angelofranco, “sono aposto”.Abbiamo affidato loro una bella casa, restaurata direcente, dotata dell’arredamento necessario.Abbiamo procurato loro una decorosa fonte disostentamento con il Centro Social San Ubaldo, ex Parquede Yuyucocha; lo stiamo risistemando, ma da subito icittadini di Ibarra, giovani e meno giovani, pagandoun biglietto d’ingresso non trascurabile, hanno presoa frequentarlo, soprattutto per le bellissime acque diruscello che alimentano il laghetto e le piscine.Concentriamoci allora sui bambini della FundaciónCristo de la Calle.

Nuovi protagonistiEntra in scena Gianluca De Gennaro, notissimopromotore primo della Bottega Equosolidale di ViaCairoli e di “Altro cioccolato”; l’iniziativa che si svolgeogni anno, polemicamente, ai primi di novembre, incontemporanea con l’orgia perugina di Eurochocolat.Con l’AINRaM di don Franco Monterubbianesi, De

Gennaro aggrega un bel gruppo di ragazzi della Scuolad’Arte, li mette in contatto con il suo (e nostro) maestrodon Arturo Paoli, li rende protagonisti di un rapportomolto bello con i Muchachos solidarios di Monica SilvaRibadeneira, a Quito: una serie di belle iniziative,collaterali al filone che stiamo illustrando.

Entra o – meglio - rientra in scena Gianni Fiorucci.Gianni è partito per l’America Latina nel 1970 e in 30anni di volontariato l’ha girata… quasi tutta.L’America Latina l’ha “intostato” e (a parere di moltisuoi amici) l’ha reso pochissimo flessibile.Nel Consiglio direttivo dell’Associazione FondazioneBaldassini, che si è recentemente costituita anche perprovvedere al found raising necessario al nostro impegnoin Ecuador, sono tutti suoi amici personali.Nel febbraio del 2003 Gianni è stato ad Ibarra. In unasua comunicazione da Firenze, in novembre, ci informache tra i suoi compiti c’era quello di “elaborare unprogetto riguardante la ristrutturazione del Parque deYuyucocha - Centro Social San Ubaldo”.

Un fulmine a ciel serenoElaborare progetti per la ristrutturazione del Parque deYuyucocha - Centro Social San Ubaldo?Cosa è successo ai “nostri” disabili della CasacciaAngelofranco? Non dovevano camparci su, con

Finché fu Presidente Carlito Hurtado si progettava e si discuteva. E l’abuelo (il più anziano fra i disabili) poteva gridare la sua.

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l’utilizzo di quell’impianto per il tempo libero, anchea fini remunerativi?È successo che la Provincia ha revocato alla Casaccia ilcomodato gratuito, per inadempienza delle clausolecontrattuali. Soprattutto da quando è morto il Presidentedella Casaccia, Carlos Hurtado, tutto è andato a cartequarantotto. L’amministrazione è saltata. In certesettimane il numero dei biglietti venduti è stato inferioreai sucres registrati come incasso. Eppure ogni bigliettocosta (avrebbe dovuto costare) ben più di un sucre. Isoldi inviati per impermeabilizzare la parete della piscinasono stati spesi malissimo, le pareti perdono peggio diprima.All’impeccabile decisione della Provincia la FundaciónCristo de la Calle ha reagito dicendo al suo Presidente:“Affidatelo a noi, il Centro Social San Ubaldo!”: lorisistemeremo sul serio, e ci terremo anche dei corsidi formazione professionale.Il Governo della Provincia ha dato il suo genericoassenso.

Ma nel giugno del 2002 il clima politico si è arroventato:la fortissima CONAIE (Confederación de NacionalidadesIndígenas de Ecuador) ha ritirato tutti i ministri indiosdal governo, accusando il Presidente Lucio Gutierrezdi non rispettare gli impegni presi in campagnaelettorale.Da molti mesi la Fundación Cristo de la Calle non ricevenessuno dei contributi (minimi, peraltro) che perconvenzione il Governo le deve: rimane in piedi soloper gli appoggi dall’estero.Dice ancora Gianni: “Personalmente ho molta stimae fiducia delle persone che la fondarono e chee sono l’anima vitale e in loro ho rivisto la genuinitàdell’impegno sociale basata sul giocarsi la vita.”Ma…

Piove sul bagnatoMa le nuvole si fanno nere e minacciose. Nel gennaio2004 Claudia Ibadango e Juan Francisco Santacruz,rispettivamente Direttore e Presidente della Fundación

Cristo de la Calle, fanno sapere che rischia di saltarel’affidamento del Parque alla loro associazione.Da qualche tempo alcuni imprenditori privati, chehanno capito che il Centro Social San Ubaldo può tornaread essere Parque Yuyucocha e diventare remunerativo,fanno pressione sul Governo locale affinché recedadalla promessa di comodato con la Fundación, visto chenon è stata rispettata una delle clausole delcompromesso di massima, che prevedeva il sollecitoavvio del processo di risistemazione dell’impianto. Unprezioso lavoro decennale può essere buttato al ventoe tutte quelle famiglie e quei ragazzini che bene o maleoggi riescono a sopravvivere ed hanno trovato unriferimento per ricostruire la propria dignità verrannoributtati in strada.Per motivare la Fondazione Baldassini all’interventoGianni sottolinea che:1. il progetto Yuyucocha è uno dei pochi credibili che

ho conosciuto, in tanti anni;2. tecnicamente è un progetto che sta in piedi

benissimo;3. il progetto inoltre racchiude tutti gli elementi che

possono “aprire porte importanti”: infanzia, famiglia,multietnicità, donne, disagio giovanile, formazioneprofessionale…

È prevista la realizzazione di un piccolo ristorante, checonsenta anche formazione professionale.

Chi la dura la vinceLa situazione è tosta ma ad ottobre ci sono le elezioni…:presto arriva un primo rinvio della scadenza, ad ottobre;i lavori vanno iniziati il più rapidamente possibile,dando priorità a quelli a basso costo e a forte impattovisivo; e il nuovo comodato va definito prima delleelezioni; Gianni chiede a tutti lettere che dichiarinodisponibilità e volontà di appoggiare la Fundación,purché ci siano garanzie da parte del governo localeper il suo futuro.Arriva il nuovo comodato, anche grazie ai buoni ufficidell’Avv. Adriana, direttore generale della CONFIE;scadrà nel 2012; prevede due anni di tempo per iniziarei lavori di risistemazione del Centro Social San Ubaldo.Il Comandante Militare di Zona accetta di impegnareun gruppo dei suoi soldati (circa 800) nel drenaggiodegli oltre 4 km di canali del parco (pare che non abbiai soldi per dar loro da mangiare).Martedì 11 maggio il Consejo de la Provincia de Imbaburaprende visione di quanto ci è si è impegnati a realizzaree decide che a settembre verrà firmato un nuovocomodato: 15 anni di durata, automaticamenterinnovabile finché la Fundación manterrà gli stessiobiettivi. Nella discussione hanno preso brillantementela parola anche cinque dei ragazzi più grandicelli dellaFundación.Si riparte. Diventa fondamentale l’Arch. Acosta con lasua équipe; ha lavorato per l’ONU per la realizzazionedi case in zone rurali, recuperando le tecnichetradizionali di costruzione; è molto interessato alcoinvolgimento dei ragazzi.

“Lo giuro sul mio onore” sembra dire il dr. Massimo Ceccarellidurante la cerimonia di stesura del comodato con il quale laProvincia cede il Parco. Durante gli anni della “grande illusione”rimarrà fattivamente vicino alla Fundación Cristo de la Calle.

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Fondamentale il recupero del tradizionale sistema dellaMINGA, partecipazione volontaria di persone legatea coloro a beneficio dei quali va quella certa operasociale. Ci saranno i ragazzi della Fundación, le famigliebeneficiate dagli impegni della Fundación, i ragazzi inpremilitare, i vicini e quanti altri riusciremo acoinvolgere.

Fine di una collaborazioneGianni esagera. Nell’agosto di questo 2004,probabilmente gasato dal successo conseguito, presentaalla Fondazione Baldassini un piano di sviluppo per ilCentro Social San Ubaldo ben fatto, credibile,documentato, ma decisamente… faraonico.Il rifiuto da parte della Fondazione Baldassini segna lafine della sua collaborazione.

Il patratacNon sapremmo dire quando, non abbiamo mai avutoil coraggio di informarci. Certo è che a Ibarra succedeil patatrac.Il Vescovo Arregui, uomo di Chiesa di polso, in meritoal possesso di alcuni articoli (credo) di informatica,roba di un certo valore, pensa che quelli della Casacciaabbiano passato il limite. E chiede l’intervento dellaPolizia.E la polizia interviene. Con il suo cappellano, che è P.Gonzalo Flores, l’ottimo Responsabile della PastoralSocial, l’equivalente del nostro Direttore DiocesanoCaritas.Certi invalidi piangono sempre sulla propria situazionedi vittime del pietismo, ma se capita loro di… investiresul quel pietismo non si tirano indietro.L’occasione è succulenta: un Vescovo che è ancheesponente mondiale dell’Opus Dei, che chiedel’intervento della polizia in una comunità di “poveriinvalidi” invano sostenuti dall’Italia da certi bravi pretiche invece militano sotto le insegne della Teologia dellaLiberazione: una chicca!

E i “poveri invalidi” chiamano la stampa che accorrea spron battuto.Un polverone di questo genere a Gubbio si è verificatosolo quando, nella notte dei tempi, un meteorite dicirca 10 km di diametro è caduto nella gola delBottaccione, sollevando una colonna di polvere altauna decina di chilometri: il sole è scomparso, latemperatura è scesa di molte decine di gradi sotto lozero, i dinosauri sono morti.

E l’altro patatracNel frattempo un altro patatrac è avvenuto in Italia.La Comunità di Capodarco dell’Umbria è stata messasotto accusa da un’interpellanza avanzata in ConsiglioComunale dal Capogruppo di Alleanza Nazionale: neabbiamo parlato nella “lettera aperta” della prima paginadi questo fascicolo.Per quanto riguardava il nostro impegno in Ecuadorgli amici ci hanno riempito di consigli.Gli amici sinceri: «Rallentate un attimo. Tirate i remiin barca. Prendete un momento di respiro».Gli amici così/così: «Tenete presente la saggezzadell’antico detto: “Quando bonisce, da qualche partepiove:” continuare con l’Ecuador non è proprio il caso».Gli amici falsi: «Vi ci vorrà qualche anno per rifarvi laverginità, vedete un po’ se potete pensare ad altro!»Abbiamo replicato nel modo più… tradizionale (“tupensa alla verginità di tua sorella!”), ma il fiume degliaiuti si è disseccato e il nostro impegno in Ecuadorquasi scomparso.

Quando verrà il momento di riprendere in pieno ilnostro progetto ecuadoriano?Quando a Ibarra ci sarà un Vescovo nuovo. Quando aGubbio si sarà totalmente sgonfiato il sospetto diirregolarità amministrative da parte nostra.Il patatrac di Gubbio si chiuderà definitivamente (etrionfalmente, per noi) solo nel 2007.

L’abbandono:

tutto precipitò

alla morte di Carlos Hurtado.

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Il nuovo vescovoNel 2004 è Vescovo di Ibarra Mons. Julio Terán Dutari.Mons. Arregui è passato da Ibarra a Guayaquil, e daSegretario a Presidente della Conferenza EpiscopaleEcuadoriana.Il 13 novembre 2004 Mons. Terán è a Roma, per il40.mo anniversario del Decreto Conciliare UnitatisRedintegratio, sull’ecumenismo. Don Angelo lo incontrasotto il cupolone, celebrano insieme il Vespro presiedutocon enorme fatica da Giovanni Paolo II.All’uscita dalla Basilica sono attesi da don FrancoMonterubbianesi. I tre si appartano in un bar di BorgoPio e chiacchierano per un’oretta.Mons. Terán si rivela un interlocutore squisito, cordiale,dotto, mentalmente aperto. Oltretutto parla benissimol’italiano, per aver tenuto anni fa dei corsi all’UniversitàGregoriana di Roma; è un gesuita ed ha retto a lungol’Università Cattolica di Quito e Presiedutol’Associazione fra le Università Cattoliche.Ma per la “liberazione” di noi della Comunità diCapodaro dell’Umbria occorrerà attendere il 2007.

2007: Un attacco a testa bassaNel 2007 un ex operatore della Comunità di Capodarcodell’Umbria parte a testa bassa.Ne raccoglie la testimonianza Guido Giovagnoli su IlCorriere dell’Umbria del 30 marzo.“Solidarietà calpestata”: la basilica di S. Ubaldo in Ecuadore altre strutture nella comunità di Ibarra lasciate all’abbandono.Si tratta di opere che, costruite con il sostegno di tanti eugubini,attraverso raccolte fondi e molte altre iniziative, versano oggiin condizioni fatiscenti.Lacrimucce di coccodrillo, poi l’affondo: la CasacciaAngelofranco abbandonata; sporcizia ovunque; disabili lasciatia se stessi; … la basilica di S. Ubaldo, sul retro della comunità,fatiscente, con attorno erba alta un metro, con intonaco che sistacca e umidità non curata dappertutto. E pensare che costòcirca cento milioni delle vecchie lire una decina d’anni fa.Don Angelo risponde sullo stesso quotidiano il 4 aprile,all’indomani del “trionfo” che il Tribunale di Perugiaha tributato alla sua Comunità. Ripropone le cose cheha esposto qui sopra.Il piccoletto replica (Dove sono i nostri soldi?),chiedendo conto soprattutto dei 100 milioni di lirespesi per la Capilla, che non serve a nulla. E insinuando(alla Conte Zio) che la dedizione alla causa dellaFundación Cristo de la Calle (un luogo d’accoglienza perbambini abbandonati che non può non spezzarti il cuore avisitarlo: pensa un po’!) sia in realtà un diversivo.Lo stesso 4 maggio don Angelo risponde (I soldi sonostati tutti spesi per loro) con una Lettera aperta cheverrà pubblicata il 10.Dettagliando quanto i lettori di questo opuscolo giàsanno.

2007. Il rilancio

il rilancio

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Le bugie hanno le gambe corte. La Capilla “praticamente nonviene usata da nessuno”? Tutt’altro! Officiata settimanalmentedai PP. Cappuccini del vicino Convento, si presta egregiamenteda “Aula magna” per la parte teorica del corso.

Il nuovo Vescovo di Ibarra, S.E. Mons. Julio Terán Dutari, giàAusiliare di Quito. Un caballero de buena estampa. Un signoreautentico. Un vero uomo di Chiesa. Dottissimo. Laureato inTeologia a Monaco di Baviera, con Hans Küng. Già RettoreMagnifico dell’Università Cattolica di Quito. Segretario dellaConferenza Mondiale delle Università Cattoliche. Appassionatodai progetti di Capodarco.

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il rilancio

Impossibile il recupero? Lui dice di no. Don Angelorisponde: Forse, lo è per i giovani conigli, non certo per ivecchi leoni come me.

Da quel momento in avantiDa quel momento in avanti si rilancia alla grandel’iniziativa.In primavera parte la prof. Ninfa Jimbo Córdoba,un’Ecuadoriana molto colta che vive da decenni inEuropa: ad Ibarra farà un discreto lavoro iniziale, maalla lunga si rivelerà una programmista teoricaimpenitente e verrà pregata di farsi da parte.Don Angelo parte il 24 settembre: ci rimarrà fino al 1novembre; lo ospitano i Padri Cappuccini del Conventodistante 200 metri dalla sede della Casaccia, il cui nomecederà presto il passo a quello di Comunidad de Capodarcode Ibarra. Con don Angelo c’è l’educatore della Comu-nità di Capodarco dell’Umbria Matteo Catacchini.Il Vescovo Terán assegna a don Angelo come primocollaboratore il Lic.do Guillermo Jurado, sociologovalente, laureato a Lovanio, uomo di grande fede,comunicatore eccellente. Poco dopo il suo arrivo inEcuador lo aggiunge Jaime Oroczo, altro Ecuadoriano,quarantenne, che ha vissuto in Italia per diversi anni,ospite di varie Comunità di Capodarco. Farà vitacomune con i disabili dell’ex-Casaccia.

Il progetto CEC SanUbaldo – Mons.ProañoTutti insieme, prima cheMatteo Catacchiniritorni in Italia, mettonoa punto il Progetto CECSan Ubaldo - Mons.Proaño; controfirmatodal vescovo di IbarraMons. Terán e dalP r e s i d e n t e d e l l aConferenza EpiscopaleEcuadoriana Mons.Herrera. Il progettoverrà presentato alComi ta to per g l iInterventi Caritativi afavore del Terzo Mondod e l l a C o n f e r e n z aEpiscopale Italiana;registrato con il n.1327/2007, verrà finanziato con 35.000 euro. Finora(febbraio 2007) ne sono stati spesi e documentati circa15.000.Nota nigro signanda lapillo: le spese ammissibili sonosolo quelle di carattere sociale, non sono inveceammissibili quelle di carattere religioso: il restaurodella Capilla de San Ubaldo la CEI non lo paga. È statorealizzato con le offerte degli Eugubini.La prima parte del Progetto, di taglio valoriale, è stataportata a termine, così come l’introduzione alla parte

professionalizzante, della quale s’è fatto carico ilSECAM, un’articolazione del Ministero dell’Istruzionedell’Ecuador.

Per arrivare doveLa meta ultima del progetto è triplice: in ordine ditempo:• la realizzazione di un piccolo galpòn nei pressi della

Capilla de San Ubaldo, dove collocare l’ufficio dellafutura comunità (“futura”, perché quella attualenon lo è) e la lavorazione dei biglietti augurali, cheper adesso è il loro unico ingreso;

• la realizzazione di un’iniziativa di lavoro (strutturae attività), che, al termine del Corso di Formazioneche il SECAP riprenderà presto, accolga il tipo dilavorazione che verrà decisa;

• la successiva realizzazione di una comunità di vitaautentica, del tipo di quella che P. Jaime ha messoin piedi a Penipe.

Quale lavoro?Inizialmente si era pensato ad una fabbrichetta dimarmellate e di succhi di frutta; s’era anche approntatoun preventivo tramite la mediazione dei fratelli Lupatellidi Cantiano (“Quelli delle amarene”) e di GiambaldoUrbani, ma gli esperti locali, in prima fila quelli del

S E C A M , l ’ h a n n osconsigliato vivamente.Avrebbe un futuro soloper l’esportazione, vistoche gli Ecuadoriani lafrutta sovrabbondantedi cui dispongono se lamangiano fresca; mal’esportazione sarebbeun problema burocrati-camente insormon-tabile.

La documentazioneTutto quanto si è fattoe s’intende fare è statodocumentato in manie-ra addirittura pignola, inun fascicolone di circa100 pagine formato A 4,diviso (in relazione allecinque settimane dipermanenza di don An-

gelo) in tre parti:• Diario pre Euador• Diario dall’Ecuador• Diari post EcuadorStampato in una quindicina di copie, quel tomo è statoconsegnato al Vescovo, al Sindaco, alle FamiglieCeraiole, alle varie sedi della Comunità di Capodarcodell’Umbria, alle due grandi aziende eugubine(Colacem e Barbetti) che ci hanno sempre aiutato.

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Il Rappresentante del SECAP consegna ad un’alunna esterna allaCasaccia l’attestato di frequenza. Quelli esterni come lei sono lamaggioranza di coloro che acquistano professionalità lavorativa egestionale nel Curso de Capacitación (corso professionalizzante)

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ostenuta dalla Fondazione Baldassini e dallaComunità Capodarco dell’Umbria, la FundaciónCristo de la Calle accoglie oggi circa 280 bambini:abbandonati, denutriti, soli, picchiati, violentati,drogati con le colle…

Dove li accoglie? Un piccola minoranza in piccolecase/famiglia, gestite da una famiglia vera; tutti gli altriin più di 80 (ottanta!) in “famiglie accoglienti”, chesono anch’esse famiglie vere, che (con il sostegnocontinuo della Fundación: per la vivienda quotidiana,per la salute, per la scolarizzazione) si fanno carico, aparità di diritti e di doveri, sia dei propri figli che deicoetanei bambini accolti.Con quale tipo di attenzione? I bambini hanno tuttoquello che occorre per crescere sani e sereni: scuola,atención medica e una famiglia vera, intorno a loro.Per quanto tempo? Per il tempo che occorre a ricostruirela famiglia. Perché il massimo impegno viene riservatoalla loro famiglia di origine: papà in galera, tetto dellacasa sfondato, due fratelli ritardati, uno tossico-dipendente, mamma che si prostituisce… Quanto civorrà? Dipende. Un mese. Un anno. Dieci anni. Finoall’età adulta. Nel qual caso rimarrà in comunità finchénon si sposa. Dipende.Un modello pedagogicamente formidabile. E straor-dinariamente efficace.¡Hasta la vista! Alla fine del 2007 la Fundación Cristode la Calle ha presentato un Progetto a valere sull’ultimatranche dei fondi provenienti dal condono da partedell’Italia di una quota del debito che l’Ecuador avevanei nostri confronti.Il Progetto ha come oggetto lo sviluppo agricolo edecoturistico di una finca (un’azienda agricola) situataa Lita, sulla strada che da Ibarra porta ad Esmeraldas,sull’Oceano Pacifico.

Il Progetto:• sul piano produttivo prevede numerose piccoleattività lavorative, agricole e turistiche, e l’utilizzo deiprodotti alimentari;• sul piano sociale punta al sostegno di famiglie congravi difficoltà economiche e con figli in processo direcupero presso altre strutture della stessa Fundación;ne beneficeranno, oltre alla comunità di Lita, ben 235famiglie vulnerabili.Il finanziamento del fondo Italia - Ecuador sfiora i200.000 dollari.Ma per potervi accedere la Fundación Cristo de la Calledeve avere in proprietà il terreno su quale impiantarela finca. Juan Francisco Santacruz e Claudia Ibadango,splendidi animatori della Fundación, ci hanno chiestodi aiutarli, con urgenza. I terreni che avevanoindividuato (a 600 dollari l’ettaro) erano due: uno piùpiccolo (50 ettari) e uno più grande, e nettamente piùadatto alla bisogna (90 ettari).Dovendo dunque scegliere fra 30.000 o 54.000 dollari,in data 6 gennaio 2009, dopo aver compulsato i variccb e ccp che la Comunità di Capodarco dell’Umbria(come titolare dei progetti eugubini in Ecuador), e laFondazione Baldassini (che ne cure il found raising) s’èscelta la seconda ipotesi.Nel’imminenza della Festa del Battesimo del Signore(domenica 11 gennaio), nella quale la Chiesa celebrail grande evento del Signore che, dopo essersi rivelatocome il Dio di tutti davanti ai Magi venuti dall’oriente,mettendosi in fila per farsi battezzare da Giovanni, sirivela solidale fino in fondo con i più poveri. Franciscoe Claudia hanno avuto il nulla osta per l’acquisto deinovanta ettari: $ 54.000 et ultra (latino), oh yes! (inglese).E nella missiva diretta ai due splendidi coniugi è statoscritto: Lo meritano ampiamente il vostro coraggio eancora più la speranza di centinaia di bambini a rischioe delle loro vulnerabili famiglie.

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Nasce la

Ciudad de los niños libertadores

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finca ciudad de gubbio

A stretto giro di posta il leader della Fundación Cristo de la Calle ha scritto:

«La nostra gioia è stata talmente grande che sembrava un sogno. Mia moglie Claudia non potevacapacitarsi che esistano persone come voi Eugubini, persone che credono in noi, sapendo che non lideluderemo, che andremo avanti come sempre: questo progetto è anche loro, nella doppia dimensione:aiuterà direttamente le persone e le comunità povere di Lita; costituirà un grande beneficio perl’economia della nostra Fundación, per un’evoluzione di grande livello delle metodologie di presain carico di tutti i bambini di cui ci siamo fatti carico.Caro amico eugubino…: Dios le pague.»

Juan Francisco Santacruz y Claudia Ibadango

P.S. “Mia Moglie”. Sì, perché Santacruz da qualcheanno non è più Padre, ma padre. E Claudia (sposatasolo civilmente, Directora e factotum della FundaciónCristo de la Calle, stipendio di pura sopravvivenza)gli ha dato tre figli, due maschietti e una femmi-nuccia, uno più bello dell’altro. Una esperienzasofferta, che però ha maturato Francisco (Presi-dente della Fundación Cristo de la Calle, stipendiodi pura sopravvivenza) in modo definitivo.E quando il Vescovo di Ibarra Mons. Terán, reduceda una delle riunioni di governo mondiale dellaChiesa alle quali (con altri due vescovi, di altre

nazioni) rappresenta il Sudamerica, ci ha detto cheBenedetto XVI, nel quadro di quella OperazioneMisericordia che ha riportato (?) nel grembo diSanta Romana Chiesa i Lefevriani, ha deciso chepossono celebrare la loro unione in chiesa queisacerdoti che hanno abbandonato il ministero, esi sono sposati, e hanno avuto un figlio,… noiprima abbiamo detto “ULLALÀ”, poi abbiamospedito un’e-mail ai due piccioncini:Vi sposerete a Sant’Ubaldo.Da ist Befehl! I particolari… a suo tempo.

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È festa in una delle famiglie che accolgono, accanto ai loro figli, i bambini della “Cristo de la Calle”.Claudia Ibadango è l’ultima a destra. Nel riquadrato in alto, Francisco Santacruz.

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Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a:Gianni Tarquini, capo comitiva - tel. 06 71289053 (solo emergenze: 333 227 65 61) - [email protected] - [email protected]

o all’Agenzia di viaggio organizzatrice: Consul’Travel sas - tel. 075 9221470 - [email protected] (ref. Michele)

8 APRILEROMA FCO / QUITO

Partenza da Roma perMadrid con volo IB 3609

delle ore 08,00. Arrivo alle ore1 0 , 2 0 p r o s e g u i m e n t o i n

coincidenza per Quito con volo IB 6463delle 12,15. Arrivo a destinazione alle16,20 locali, incontro con i nostrirappresenanti e trasferimento all’hotelMercure Alameda. Pernottamento.

9 APRILE QUITOPrima colazione in hotel.Escursione guidata alla scoperta dellaCapitale equadoregna: Quito,Patrimonio Culturale dell´Umanità(UNESCO 1979).Pranzo e Caffè presso “La Cuchara deChocolate” – progetto dei MuchachosSolidarios (lustrascarpe del centrocoloniale).Fra le animate strade e piazze del piùgrande Centro Storico in America, sivisiteranno alcune delle chiese piùimportanti, come quella dedicata allaCompagnia di Gesù e quella di SanFrancesco, custodi di una stupefacenteeredità culturale e artistica multietnica.Si visiterà altresì il celebre MuseoGuayasamin. Rientro in hotel nelpomeriggio. Cena presso il ristorante“La Choza”. Pernottamento in hotel.

10 APRILE QUITO / IBARRAPrima colazione in hotel. Mattinatadedicata alla coinvolgente processionedel “Jesús del Gran Poder”. Tipico lunchpresso il ristorante “Mea culpa” e, nelpomeriggio, partenza alla volta di Ibarravisitando, in corso di tragitto, ilcomplesso “La Metà del Mondo”,ubicato a circa 18 Km. dalla Capitale:noto per il monumento alla lineaequatoriale o parallelo 0, latitudine 0º,0´, 00. Sistemazione presso l'HosteriaRancho Totoral, cena in hotel epernottamento.

11 APRILEIBARRA

Prima colazione elunch in hotel.

Giornata dedicataal la v i s i ta del la

Cattedrale di Ibarra edel villaggio di San

Ubaldo. La mattinapossibilità di visita del

mercato di Otavalo a 20 km.da Ibarra.

A scelta : Veglia pasquale conil vescovo Teràn e scambio degli

auguri. Pernottamento.

12 APRILE IBARRAPrima colazione in hotel. Giornatadedicata alla visita della Chiesa di SanUbaldo e del cimitero con il monumentof u n e b r e d i M o n s . P r o a ñ o .Pernottamento. Incontro e pranzo coni ragazzi della comunità – visita allaCapilla de San Ubaldo. Pomeriggio -Visita alla tomba di mons. Proaño(Pucahuaico), incontro con NidiaArrobo, Misa campesina.

13 APRILE QUITO / IBARRA /CUICOCHA - COTOCACHI / IBARRAPrima colazione in hotel. Escursioneguidata dell’intera giornata con visitadella Laguna di Cuicocha e del villaggiodi Cotacachi, conosciuto per le suemanifatture artigianali in pelle. Lunchpresso la tipica Hosteria Pinsaquì.Successivo rientro ad Ibarra. Pomeriggiofesta con i bambini di Cristo de la Calle.Pernottamento.

14 APRILE IBARRA / TONSUPAPrima colazione in hotel. In mattinatapartenza per la costa del Pacifico convisita al progetto “Finca Lita – Ciudadde Gubbio” oltre che alla visita dilarghe porzioni della provincia diEsmeraldas. Sistemazione pressol’Hosteria Castellmar di Tonsupa.Pernottamento.

15 APRILE TONSUPA / LASSOPrima colazione in hotel. In mattinataescursione con navigazione fluviale finoai boschi di mangrovie di Muisne. Aseguire, partenza alla volta di Lasso,dove è prevista la sistemazione pressola celebre Host . La Cienega.Pernottamento.

16 APRILE LASSO / SAQUISILI' -QUILOTOA / QUITOPrima colazione in hotel. In mattinatavisita del pittoresco mercato di Saquisilì,imperdibile appuntamento del giovedì,dedicato ai prodotti agricoli e albestiame ovino e bovino. A seguiretrasferimento al Parco Nazionale diQuilotoa, dove si avrà modo di scoprirela bellezza dell’omonima Laguna,ubicata nel cratere del vulcano.Successivo proseguimento per Quito,dove l’arrivo è previsto nel pomeriggio.Sistemazione nuovamente presso l’hotelMercure Alameda. Pernottamento.

17 APRILE QUITOPrima colazione in hotel.Giornata libera. Possibilità di visita aiprogetti della CICa – ComunitàInternazionale di Capodarco con pranzopresso la Caffetteria “La Cuchara deChocolate” – progetto dei MuchachosSolidarios (lustrascarpe del centrocoloniale). Cena di arrivederci presso ilt ipico r istorante “La Ronda”.Pernottamento.

18 APRILE QUITO / MADRIDPrima colazione in hotel. Mattinata adispos iz ione. Nel pomer iggiotrasferimento in aeroporto e partenzaper Madrid con volo IB 7756 delle 21,20.Pasti e pernottamento a bordo.

19 APRILE MADRID / ROMA FCOArrivo a Madrid al le 17,50 eproseguimento per Roma con volo IB3618 delle 19,45. Arrivo a destinazionealle ore 22,05.

QUOTE DI PARTECIPAZIONEbasate su di un tasso di cambio pari ad 1euro=1,32$)

BASE 4 / 9 personeEuro 1.900,00 per perona in camera doppia o triplaEuro 2.400,00 per persona in camera singola

BASE 16 / 25 personeEuro 1.750,00 per perona in camera doppia o triplaEuro 2.190,00 per persona in camera singola

I prezzi si intendono aggiornati al 15febbraio. Per evitare aumenti, dovuti al costodel biglietto, si prega, quanto prima, diconfermare la propria adesione.

LE NOSTRE QUOTAZIONI INCLUDONOI trasferimenti all´arrivo e partenza da ognilocalità, menzionati in descrizione; I bigliettidi ingresso ai siti di interesse menzionati;L’itinerario descritto, effettuato conconfortevoli mezzi turistici e guida di linguaitaliana; Prime colazioni e pasti principaliesattamente come da descrizione dettagliata;Pernottamenti negli hotel indicati oequivalenti; Voli di linea in classe economica;Assicurazione di Viaggio: copertura bagaglio,assistenza alla persona e rimborso spesemediche in corso di viaggio; Riccadocumentazione di viaggio.

LE NOSTRE QUOTE NON INCLUDONOBevande ai pasti; L´alimentazione ove nonespressamente indicata; Mance ed extra dicarattere personale negli hotel e ristoranti;Tasse aeroportuali obbligatorie; Tasse di usoaeroportuale in Ecuador all’uscita dal Paese(circa $ 45,00 per persona).

IMPORTANTELa presente quotazione è da intendersiorientativa e soggetta a possibili variazioniin base alle reali disponibilità aeree edalberghiere al momento della vs. richiesta diprenotazione. Per le visite menzionate nellarichiesta di quotazione e non contemplatedalla presente traccia di itinerario, il mezzodi trasporto e la guida resteranno adisposizione del gruppo.

Viaggio inEcu

ador

8- 1

9ap

rile

2009

Un’accoppiata vincente:

Page 32: una relazione lunga vent’anni … e non li dimostra!

È possibile far celebrare SS. Messe in suffragio dei propri defuntinella Capilla de San Ubaldo di Ibarra.

Rivolgersi alla Comunità di Capodarco in Corso Garibaldi 111(9222275), ai gruppi residenziali di San Marco (9229312) o diPadule (9291583); all’UNITALSI (Elce: 9273675 - Cricchi:9273232) o alla Chiesa di S. Maria, il sabato pomeriggio e ladomenica mattina.

Vuoi contribuire a restituirealla vita qualcuno di quei bambini?

Usa il conto corrente bancario n. 294 70 544 apertopresso la UNICREDIT Banca di Gubbio PG 06024Piazza 40 Martiri e intestato a FONDAZIONEBALDASSINI ONLUS(IBAN IT 69 P0 2008 38480 0000 294 70 544).Se hai un tuo conto corrente bancario, puoicomunicare alla tua banca: Vi prego di trasferire ogni mese(ogni due, quattro, sei mesi) la cifra di ………… dal mioconto corrente bancario n……………, al ccb (vedi quisopra).

Vuoi dare una mano alProgetto CEC San Ubaldo Mons. Proaño

a beneficio di 35 disabili graviche non hanno nulla di nulla?

Usa il conto corrente postale n. 17 04 50 63, allegatoe intestato a FONDAZIONE BALDASSINIONLUS.

N.B. Ogni offerta su uno dei conti correnti dellaFondazione Baldassini è deducibile dalladenuncia dei redditi: basta allegare alla denunciala ricevuta dei versamenti effettuati.