Una breve scheda geo-crono-biografica del Cardinale Bartolomeo Pacca

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Servizio di formazione all’impegno civile e politico, ispirato all’opera di don Tonino Bello Associazione DITAUBI Fondata il 27 gennaio 2003, giornata della Memoria della Shoah con sede in Vico Noce 8 - 82100 Benevento ditaubi@gmail.com skype ditaubi Progressivo e data n° 7 | 19 IV 2012 Titolo IBP | Indice Bartolomeo Pacca 2012 Soggetto QS3 - Servizio di formazione all’impegno civile e politico Ditaubi Argomento Una breve scheda geo-crono-biografica del Cardinale Bartolomeo Pacca Uno speciale ringraziamento a Luigi Mastromarino, per la condivisione delle proprie fonti bio-bibliografiche, che raccontano la vicenda storica e la figura di Bartolomeo Pacca Categoria QS3 Contatto Attilio Ievolella Fonte http://issuu.com/qs3sj/docs/biobp Ditaubi social link https://twitter.com/#!/ditaubi/status/192728420793331713 Responsabile d’area Attilio Ievolella visto Biografia Bartolomeo Pacca nacque a Benevento nel 1756 da Orazio Pacca, Marchese di Matrice e Crispina Malaspina. Fu educato dai Gesuiti a Napoli e poi a Roma presso l'Accademia de'Nobili Ecclesiastici. Era uomo brillante e dotato di grande carisma, qualità che lo misero in luce presso papa Pio VI, il quale nel 1785 lo nominò nunzio apostolico a Colonia, in piena area protestante, proprio durante le agitazioni anti- issuu.com/qs3sj/docs/indexbp

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Uno speciale ringraziamento a Luigi Mastromarino, per la condivisione delle proprie fonti bio-bibliografiche, che raccontano la vicenda storica e la figura di Bartolomeo Pacca.

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Associazione DITAUBI Fondata il 27 gennaio 2003, giornata della Memoria della Shoah

con sede in Vico Noce 8 - 82100 Benevento ���� [email protected] skype ditaubi

Progressivo e data n° 7 | 19 IV 2012

Titolo

IBP | Indice Bartolomeo Pacca 2012

Soggetto QS3 - Servizio di formazione all’impegno civile e politico Ditaubi

Argomento Una breve scheda geo-crono-biografica del Cardinale Bartolomeo Pacca

Uno speciale ringraziamento a Luigi Mastromarino, per la condivisione delle proprie fonti

bio-bibliografiche, che raccontano la vicenda storica e la figura di Bartolomeo Pacca

Categoria QS3

Contatto Attilio Ievolella

Fonte http://issuu.com/qs3sj/docs/biobp

Ditaubi social link

https://twitter.com/#!/ditaubi/status/192728420793331713

Responsabile d’area Attilio Ievolella

visto

Biografia

Bartolomeo Pacca nacque a Benevento nel 1756 da Orazio Pacca, Marchese di Matrice e Crispina

Malaspina. Fu educato dai Gesuiti a Napoli e poi a Roma presso l'Accademia de'Nobili Ecclesiastici.

Era uomo brillante e dotato di grande carisma, qualità che lo misero in luce presso papa Pio VI, il quale nel

1785 lo nominò nunzio apostolico a Colonia, in piena area protestante, proprio durante le agitazioni anti-

issuu.com/qs3sj/docs/indexbp

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romane divampate in Prussia. In questa carica si distinse riportando notevoli successi diplomatici,

soprattutto nei tentativi di distensione nei rapporti Vaticano/Monarchia Prussiana � http://bit.ly/IVjmKp

Nel 1801, dopo un breve periodo da nunzio in Portogallo � http://bit.ly/IVkj5e fu creato Cardinale da papa

Pio VII, con ruoli di rilievo presso la Curia romana.

Quando nel 1808-9 le truppe di Napoleone Bonaparte entrarono a Roma, nel tentativo di azzerare il potere

temporale del Papa Pio VII, ne arrestarono tutti i principali collaboratori e membri di governo e li espulsero

dal territorio vaticano. In tale circostanza il cardinale Pacca fu nominato pro-segretario di stato vaticano. In

tale importante ruolo fu costretto ad assistere nel 1809 all'annessione di Roma alle provincie napoleoniche

ed all'arresto di Pio VII, che Pacca seguì in prigione per tre anni.

Nel 1813, in vista di un concordato tra il Papa e Napoléon Ier, venne scarcerato nonostante l'avversità dello

stesso imperatore, che usava dire spesso: "il mio vero nemico è Pacca". Poi Bonaparte cadde e subito dopo

si rialzò, col risultato che il papa fu esiliato di nuovo a Savona e Pacca finì un'altra volta in prigione per

qualche mese � http://it.wikipedia.org/wiki/Bartolomeo_Pacca

Nella primavera del 1814 poté finalmente fare rientro a Roma al fianco di Pio VII, ove fu nominato

Cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa.

Durante gli anni della restaurazione si distinse per la durezza della repressione, arrivando al punto di voler

cancellare del tutto le tracce del passaggio di Napoleone, fino al gesto di abolire l'illuminazione pubblica

nella città di Roma, promossa per iniziativa dell’imperatore francese.

Svolse poi negli anni successivi vari incarichi e fu nominato Cardinale-vescovo prima di Frascati (1818), poi

di Porto e Santa Rufina (1821). Alla morte di Pio VII, nel 1823, presiedette da Camerlengo il conclave che

designò Papa Leone XII: Camerlengo è il cardinale che cura la transizione della Sede vacante, dopo la morte

del pontefice e fino alla fine del conclave che ne elegge il successore.

La sua casa a Roma sulla via Aurelia era molto frequentata da artisti e uomini di cultura dell'epoca e il

cardinale, a sue spese, intraprese diverse campagne di scavo archeologico ad Ostia antica.

Il Cardinale Bartolomeo Pacca morì a Roma il 19 aprile del 1844, all'età di 87 anni, dopo aver intrapreso

durissime battaglie contro i carbonari, su diretto mandato di Leone XII, il pontefice che reagì col Terrore al

primo Risorgimento.

L’Editto Pacca (1820) � vedi anche: Salvatore Settis, http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getintervento&id=30

Nello Stato Pontificio viene emanato uno degli editti più importanti nella storia della prima legislazione di

tutela dei Beni Culturali, il cosiddetto Editto Pacca che prende il nome dal Cardinale Pacca, beneventano,

Camerlengo di Santa Romana Chiesa. La nuova normativa supera la semplice elencazione delle opere che

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fino a questo momento era stata prioritaria nelle leggi di tutela ma parte da una precisa, sistematica

catalogazione delle opere presenti negli edifici pubblici e nelle dimore private, include il vincolo che è

automaticamente esercitato su questi beni, giunge alla disciplina degli scavi, al diritto di prelazione dello

stato e alla tutela di quelle che saranno chiamate arti minori.

L’editto del cardinale Pacca viene esteso a tutte le province dove vengono istituiti degli organismi di

controllo che costituivano il referente locale dell’amministrazione centrale. Ai proprietari dei monumenti

fu fatto obbligo di presentare un dettagliato elenco dei beni posseduti dei quali potevano disporre soltanto

entro i confini dello stato. Alle commissioni toccò l’onere di ispezionare gli scavi prima che vi venisse

praticato “il minimo ritocco o restauro sia in marmo sia in stucco” e l’editto, pur riconoscendo al

proprietario del fondo la titolarità degli oggetti rinvenuti, vietò la demolizione delle antiche fabbriche e, allo

scopo di evitarne l’esportazione, vietò che dalle chiese fossero spostati tele oggetti e arredi sacri. Le dette

norme imposero la redazione di inventari ed elenchi degli oggetti d’arte e di antichità sottolineando la

natura pubblica di essi. Si disposero rilievi accurati degli edifici scoperti, evitando l’integrazione poiché

“colle supposizioni si fanno disegni più belli ma non più veri”.

L’editto del cardinale Pacca parte dal seguente presupposto:

“Gli antichi monumenti hanno reso e renderanno sempre illustre, ammirabile, ed unica quest'alma città

di Roma», «attraggono gli Stranieri ad ammirarla (...) ed infiammano la nobile emulazione di tanti

Artisti”, superava la semplice elencazione delle opere e stabiliva l’obbligo di un precisa e sistematica

catalogazione delle opere presenti negli edifici pubblici e privati; le opere catalogate erano sottoposte a

vincolo ope legis. I papi, aggiunge, furono sempre, e sempre più vogliono essere, “sommi proteggitori e

vindici degli antichi monumenti”, sempre curandone la “conservazione e riparazione”, sempre vigili a

trasferire in proprietà pubblica (del Comune o del pontefice) ogni bene che fosse in pericolo o che fosse di

valore eminente. Per garantire l’osservanza dell’editto, che fu esteso a tutte le province dello Stato

Pontificio, fu istituita una Commissione di Belle Arti e degli organismi di controllo che costituivano il

referente locale dell’amministrazione centrale .

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Al Camerlengo fu affidata “un'assoluta giurisdizione, e vigilanza, e presidenza” su tutti i monumenti e gli

oggetti d'arte dello Stato Pontificio, tanto quelli di proprietà pubblica che privata, inclusi quelli

appartenenti ai cardinali. Norme minuziose prescrivevano vincoli e limiti a qualsiasi intervento su

monumenti e opere d'arte.

1756, 25 dicembre

Bartolomeo Pacca nasce a Benevento da nobile famiglia beneventana. La madre era dei Malaspina, potenti signori della Lunigiana. Educato dai Gesuiti a Napoli e poi al Clementino dei Somaschi a Roma, si distinse per la storia e le belle lettere. Fu annoverato tra i membri dell'Arcadia. Studiò filosofia e scienze legali e sacre presso l'Accademia de’Nobili Ecclesiastici.

1796 Napoleone Bonaparte con l’armistizio di Bologna impone allo Stato Pontificio di cedere alla Francia cento opere d’arte e cinquecento manoscritti.

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1797, 19 febbraio

Il Trattato di Tolentino inasprisce le richieste precedenti: Napoleone pretende 2.000 codici vaticani e 200 opere d’arte. Nonostante la levata di scudi di artisti e intellettuali francesi contro questa disposizione, tra i quali Quatremère de Quincy (“l’oeuvre n’est rien si elle n’est relative à un tout”), opere eccelse come l’Apollo del Belvedere prendono la strada di Parigi il successivo 9 maggio. Papa Pio VI fa eseguire calchi delle sculture portate in Francia e sistemate al Luovre che allora si chiamava “Musée Napoleon”. L’opera di spoliazione continua anche negli anni seguenti, dal 1798 al 1801 e dal 18011 al 1814.

1801

Poiché Bartolomeo Pacca aveva condiviso le traversie dell'esilio con Pio VI, Pio VII (1800-23), appena salito al soglio pontificio, lo elevò alla porpora cardinalizia all'ordine dei preti con il titolo di S. Silvestro in Capite. Data l'aria tuttaltro che benevola ed anzi tempestosa che tirava, specialmente a Parigi, il Papa lo nominò suo Pro-segretario di Stato.

1802 Antonio Canova è nominato Ispettore generale alle antichità e belle arti per volontà di Papa Pio VII.

1809 La notte del 6 luglio il Papa venne catturato dal generale Radet per ordine di Bonaparte, ed insieme al cardinale Pacca si avvia verso l'esilio. Separato dal Papa, il cardinale Pacca è rinchiuso nella fortezza di Fenestrelle, ove rimase tre anni.

1812 Il Papa e il Pacca sono condotti a Fontainebleau.

1814 Il cardinale Pacca e Pio VI fanno ritorno a Roma. Al cardinale venne conferita la carica di Camerlengo di Santa Romana Chiesa e di Pro-datario. Dopo la prima pace di Parigi il cardinale Consalvi avanza una richiesta di restituzione alla Francia delle opere sottratte allo Stato Pontificio. Dopo il congresso di Vienna, con il card. Rivarola, il Cardinale Pacca si adoperò per eliminare quanto l'era napoleonica aveva creato. Questo loro fanatismo per ogni innovazione li spinse però ad opporsi perfino all'istallazione dell'illuminazione stradale.

1815

Il ritorno in Francia di Napoleone permette a Murat di invadere di nuovo l’Italia: il cardinale Pacca e Pio VI si recano in esilio a Genova. Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, il cardinale Consalvi incarica l’Ispettore generale alle antichità e belle arti, Antonio Canova, di recarsi a Parigi per recuperare i beni richiesti. Missione difficile poiché sia Luigi XVIII che Talleyrand si oppongono a questa restituzione invocando le norme del Trattato di Tolentino.

1816 Appoggiato da Metternhic, Canova riesce a compiere la sua missione ma trentanove delle opere incluse nel Trattato di Tolentino rimangono a Parigi per ragioni diplomatiche. Sulla base di questi avvenimenti il papa Pio VII, che avverte la vulnerabilità del patrimonio culturale, promuove una legislazione ancora più ampia e puntuale.

1818 Il cardinale Bartolomeo Pacca è nominato Cardinale Vescovo di Frascati.

1820

Nello Stato Pontificio viene emanato uno degli editti più importanti nella storia della prima legislazione di tutela, il cosiddetto Editto Pacca che prende il nome dal Cardinale Pacca, beneventano, Camerlengo di Santa Romana Chiesa. La nuova normativa supera la semplice elencazione delle opere che fino a questo momento era stata prioritaria nelle leggi di tutela ma parte da una precisa, sistematica catalogazione delle opere presenti negli edifici pubblici e nelle dimore private, include il vincolo che è automaticamente esercitato su questi beni, giunge alla disciplina degli scavi, al diritto di prelazione dello stato e alla tutela di quelle che saranno chiamate arti minori. L’editto del cardinale Pacca viene esteso a tutte le province, ove vengono istituiti degli organismi di controllo che costituivano il referente locale dell’amministrazione centrale. Ai proprietari dei monumenti fu fatto obbligo di presentare un dettagliato elenco dei beni posseduti dei quali potevano disporre soltanto entro i confini dello stato. Alle commissioni toccò l’onere di ispezionare gli scavi prima

Servizio di formazione all’impegno civile e politico, ispirato all’opera di don Tonino Bello

Associazione DITAUBI Fondata il 27 gennaio 2003, giornata della Memoria della Shoah

con sede in Vico Noce 8 - 82100 Benevento ���� [email protected] skype ditaubi

che vi venisse praticato “il minimo ritocco o ristauro sia in marmo sia in stucco” e l’editto, pur riconoscendo al proprietario del fondo la titolarità degli oggetti rinvenuti, vietò la demolizione delle antiche fabbriche e, allo scopo di evitarne l’esportazione, vietò che dalle chiese fossero spostati tele oggetti e arredi sacri. Le dette norme imposero la redazione di inventari ed elenchi degli oggetti d’arte e di antichità sottolineando la natura pubblica di essi. Si disposero rilievi accurati degli edifici scoperti, evitando le integrazione poiché “colle supposizioni si fanno disegni più belli ma non più veri”.

1844 Il cardinale Pacca si spegne a Roma il 19 aprile. L’editto del cardinale Pacca partendo dal presupposto che: “Gli antichi monumenti hanno reso e renderanno sempre illustre, ammirabile, ed unica quest'alma città di Roma», «attraggono gli Stranieri ad ammirarla (...) ed infiammano la nobile emulazione di tanti Artisti”1, superava la semplice elencazione delle opere e stabiliva l’obbligo di un precisa e sistematica catalogazione delle opere

presenti negli edifici pubblici e privati; le opere catalogate erano sottoposte a vincolo ope legis2. I papi, aggiunge, furono sempre, e sempre più vogliono essere, “sommi proteggitori e vindici degli antichi monumenti”, sempre curandone la “conservazione e riparazione”, sempre vigili a trasferire in proprietà pubblica (del Comune o del pontefice) ogni bene che fosse in pericolo o che fosse di valore eminente3. Per garantire l’osservanza dell’editto, che fu esteso a tutte le province dello Stato Pontificio, fu istituita una Commissione di Belle Arti e degli organismi di controllo che costituivano il referente locale dell’amministrazione centrale4. Al Camerlengo fu affidata “un'assoluta giurisdizione, e vigilanza, e presidenza” su tutti i monumenti e gli oggetti d'arte dello Stato Pontificio, tanto quelli di proprietà pubblica che privata, inclusi quelli appartenenti ai cardinali. Norme minuziose prescrivevano vincoli e limiti a qualsiasi intervento su monumenti e opere d'arte.5

1 SETTIS S., Il bello dei Borboni…cit. 2 L'idea di arginare l'emigrazione delle opere d'arte mediante la redazione di un accurato catalogo, viene probabilmente da Venezia, dove già nel 1773 il Consiglio dei Dieci ordinò la redazione di «un catalogo di tutti quei quadri che sono opere di celebri e rinomati autori», e che fosse «tratta dal medesimo una nota a luogo per luogo di dette pitture». SETTIS S., Conservare perché, 23-01-2004, www.patrimoniosos.it 3 SETTIS S., Conservare….cit. 4 Alle commissioni toccò l’onere di ispezionare gli scavi prima che vi venisse praticato “il minimo ritocco o restauro sia in marmo sia in stucco” e l’editto, pur riconoscendo al proprietario del fondo la titolarità degli oggetti rinvenuti, stabiliva il principio che il materiale archeologico fosse oggetto del “sovrano diritto di regalia”. Per questo gli scavi erano soggetti a “licenza” che stabiliva le norme secondo cui si dovevano svolgere le operazioni in modo da evitare danni ai resti archeologici; una parte degli oggetti rinvenuti spettava, di norma, alla camera apostolica. Il commissario sopra le antichità si occupava della vigilanza; egli doveva essere immediatamente avvisato in caso di ritrovamenti in modo da esaminarli subito e dare prescrizioni per la loro conservazione. Inoltre egli doveva eseguire un disegno delle cose che non si potevano conservare. I reperti non potevano essere venduti, prima che il commissario li avesse ispezionati e che i periti li avessero stimati per stabilire quali spettassero allo stato. GUERRIERO L., op. cit., p. 38; SETTIS S., Conservare … cit.; SETTIS S., Il bello…cit. 5 Allo scopo di evitarne l’esportazione vietò che dalle chiese fossero spostati tele, oggetti e arredi sacri. Prevedeva la tutela di quelle che saranno chiamate arti minori. Si disposero rilievi accurati degli edifici scoperti, evitando le integrazione poiché “colle supposizioni si fanno disegni più belli ma non più veri”. Inoltre, fu creato l’istituto del fedecommesso con il quale venivano congelati i patrimoni familiari: tutti i beni, anche quelli culturali, erano ereditati dal primogenito della famiglia per evitarne la dispersione. GUERRIERO L., op. cit., p. 39

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Il Palazzo Pacca a Benevento, da via Arcivescovo Pacca � http://trionfo.altervista.org/Monumenti/archiviobn.htm

Sulla facciata di accesso a quella che era la sede della Biblioteca Pacca [oggi trasferita al palazzo arcivescovile insieme al portale, rimosso e poi incastonato nella moderna struttura di settorizzazione del cortile dell’arcivescovado] vi sono motivi stilistici a cartoccio, voluta interrotta. La forma della voluta più tipica è l'arco spezzato detto anche torto e ritorto, combinazione di 2 segmenti di voluta l'uno concavo, l'altro convesso separati da una frattura o interruzione di forma rettangolare. è di provenienza islamica di età gotica che riappare nel ‘500 con il manierismo. si trova frequentemente nei supporti laterali posti ai lati di cornici, epigrafi, quadri, ecc.

Palazzo dell'ex Seminario Arcivescovile di Benevento, da via Giovanni De Vita [oggi accesso all’Archivio di Stato]

L’edificio è stato sottoposto nel corso dei secoli e più volte a ricostruzione e interventi di restauro e, per questo motivo, presenta nella sua struttura l’impronta delle sovrapposizioni architettoniche che maggiormente lo hanno caratterizzato: il manierismo secentesco di una delle facciate, quella che si sviluppa su via De Vita, ed il neoclassicismo ottocentesco dell’altra, prospiciente il Corso, in via Arcivescovo Pacca.

Il nucleo più antico, ancora ben conservato, è quello che ha ospitato la cosiddetta “Biblioteca Pacca”, la cui struttura architettonica risale all’epoca della fondazione del Seminario, voluta dal Cardinale Arcivescovo Giacomo Savelli nel 1565. Il Seminario Arcivescovile di Benevento fu eretto subito dopo il Concilio di Trento:

la data della sua fondazione è ricollocabile tra l’11 e il 25 aprile del 1567.