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S.r.l
ULTRAGAS C.M. SpA
Deposito di GPL
di Lecce
Rapporto di Sicurezza
(art. 8, comma 7, lettera a del D. Lgs. 334/99)
Ottobre 2010
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE I
INDICE
A PREMESSA pag 2
A.1 Finalità dell’aggiornamento pag 2
A.2 Contenuti dell’aggiornamento pag 2
A.3 Sistema di Gestione della Sicurezza pag 3
SEZIONE 1.A.1 DATI IDENTIFICATIVI ED UBICAZIONE
DELL’IMPIANTO pag 4
1.A.1.1 DATI GENERALI pag 5
1.A.1.1.1 RAGIONE SOCIALE ED INDIRIZZO DEL
FABBRICANTE pag 5
1.A.1.1.2 DENOMINAZIONE ED UBICAZIONE DEL
DEPOSITO - DIRETTORI RESPONSABILI pag 6
1.A.1.1.2.1 Ubicazione pag 6
1.A.1.1.2.2 Direttore Responsabile pag 7
1.A.1.1.3 RESPONSABILE DELLA PROGETTAZIONE
ESECUTIVA pag 7
1.A.1.1.4 RESPONSABILE DELL’ESECUZIONE DEL RAP-
PORTO DI SICUREZZA pag 7
1.A.1.2 LOCALIZZAZIONE E IDENTIFICAZIONE DELLO
STABILIMENTO pag 9
1.A.1.2.1 COROGRAFIA DELLA ZONA pag 9
1.A.1.2.2 POSIZIONE DELL’IMPIANTO pag 10
1.A.1.2.3 ALTRI DISEGNI pag 10
SEZIONE 1.B.1 INFORMAZIONI RELATIVE ALL’IMPIANTO pag 11
1.B.1.1 STRUTTURA ORGANIZZATIVA pag 12
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE II
1.B.1.1.1 GRAFICO DELL’ORGANIZZAZIONE pag 12
1.B.1.1.2 ENTITÀ DEL PERSONALE pag 14
1.B.1.1.3 QUALIFICA AZIENDALE E PROFESSIONALE DEL
PERSONALE pag 15
1.B.1.1.3.1 Requisiti di addestramento pag 15
1.B.1.2 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ pag 16
1.B.1.2.1 ATTIVITÀ SOGGETTE ALL’ART. 8 DEL D.L.VO
334/99 pag 16
1.B.1.2.2 CODICE DI ATTIVITA’ pag 16
1.B.1.2.3 TECNOLOGIA DI BASE ADOTTATA NELLA PROGETTAZIONE DEL PROCESSO
pag 17
1.B.1.2.3.1 Impianti similari pag 17
1.B.1.2.4 FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO pag 18
1.B.1.2.4.1 Descrizione dello schema a blocchi pag 18
1.B.1.2.4.2 Regimi di temperatura, pressione e portata pag 21
1.B.1.2.4.3 Caratteristiche principali dell’impianto pag 22
1.B.1.2.4.3.1 Serbatoi di stoccaggio GPL pag 24
1.B.1.2.4.3.1.1 Connessioni dei serbatoi pag 26
1.B.1.2.4.3.1.2 Coibentazione dei serbatoi pag 28
1.B.1.2.4.3.2 Area pompe e compressori GPL pag 29
1.B.1.2.4.3.2.1 Dislocamento pag 30
1.B.1.2.4.3.3 Punti di travaso pag 31
1.B.1.2.4.3.4 Locale adibito alle operazioni di riempimento e de-
posito delle bombole pag 32
1.B.1.2.4.3.5 Descrizione delle apparecchiature utilizzate per
l’imbottigliamento GPL pag 35
1.B.1.2.4.3.6 Verniciatura, granigliatura, e collaudo bombole pag 38
1.B.1.2.4.3.7 Locale pompe antincendio e riserva idrica pag 38
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE III
1.B.1.2.4.3.8 Deposito vernici pag 38
1.B.1.2.4.3.9 Palazzina uffici e abitazione custode pag 39
1.B.1.2.4.3.10 Altri edifici pag 39
1.B.1.2.4.3.11 Viabilità interna pag 39
1.B.1.2.4.3.12 Distanze di sicurezza pag 40
1.B.1.2.4.3.13 Cabina elettrica e diesel generatore di emergenza pag 40
1.B.1.2.5 CAPACITÀ PRODUTTIVE DELL’IMPIANTO pag 40
1.B.1.2.6 INFORMAZIONI RELATIVE ALLE SOSTANZE
TRATTATE pag 45
1.B.1.2.6.1/1.B.1.2.6.1.1 Identificazioni e dati delle sostanze pag 45
1.B.1.2.6.2 Fasi dell’attività in cui le sostanze possono
intervenire pag 45
1.B.1.2.6.3 Quantità massime effettive previste pag 45
1.B.1.2.6.4 Comportamento fisico-chimico nelle condizioni di
normale utilizzazione pag 46
1.B.1.2.6.5 Forme in cui il GPL può presentarsi o trasformarsi
in caso di anomalia pag 46
1.B.1.2.6.6 ALTRE SOSTANZE IN DEPOSITO E LORO
COMPORTAMENTO pag 46
1.B.1.3 ANALISI PRELIMINARE PER L’INDIVIDUAZIONE
DELLE AREE CRITICHE pag 47
Metodo indicizzato per la categorizzazione
dei depositi GPL pag 48
1.B.1.3.1 CLASSIFICAZIONE DEL DEPOSITO E
OSSERVAZIONI SUI RISULTATI DELL’APPLICA-
ZIONE DEL METODO INDICIZZATO
pag 153
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE IV
SEZIONE 1.C.1 SICUREZZA DELL’IMPIANTO pag 154
1.C.1.1 SANITÀ E SICUREZZA DELL’IMPIANTO pag 155
1.C.1.1.1 PROBLEMI NOTI DI SANITÀ E SICUREZZA pag 155
1.C.1.1.1.1 Odorizzazione e denaturazione pag 156
1.C.1.1.1.2 Rischio per tossicità pag 156
1.C.1.1.1.3 Rischio di asfissia pag 157
1.C.1.1.1.4 Rischio criogenico pag 158
1.C.1.1.1.5 Rischio da prodotti di combustione pag 159
1.C.1.1.2 DATI STORICI SU IMPIANTI SIMILARI pag 159
1.C.1.1.2.1 Cause iniziatrici di eventi incidentali pag 159
1.C.1.1.2.2 Eventi principali all’origine dei rilasci pag 173
1.C.1.1.2.3 Identificazione delle ipotesi incidentali mediante
metodi deduttivi pag 175
1.C.1.2 REAZIONI INCONTROLLATE pag 176
1.C.1.2.1 I FENOMENI CONNESSI CON IL RISCHIO GPL pag 176
1.C.1.2.1.1 Flash Fire e esplosioni da nubi di vapori pag 177
1.C.1.2.1.2 Incendi da pozza (pool-fire) pag 178
1.C.1.2.1.3 Dardi di fuoco (jet-fire) pag 179
1.C.1.2.1.4 Bleve e fireball pag 180
1.C.1.3 DATI METEOROLOGICI E PERTURBAZIONI
GEOFISICHE, METEREOMARINE E CERAUNICHE pag 182
1.C.1.3.1 DATI METEOROLOGICI pag 182
1.C.1.3.2/1.C.1.3.2.1 DATI SULLE PERTURBAZIONI NATURALI pag 182
1.C.1.4 INTERAZIONE CON ALTRI IMPIANTI pag 183
1.C.1.4.1 INTERAZIONE IMPIANTO – ALTRE AREE pag 184
1.C.1.5 ANALISI DELLA SEQUENZA DEGLI EVENTI
INCIDENTALI pag 185
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE V
1.C.1.5.1 STIMA DELLE PROBABILITà DI OCCORRENZA
DELLE IPOTESI INCIDENTALI pag 185
1.C.1.5.1.1 Gli eventi incidentali marginali pag 185
1.C.1.5.1.2 Gli eventi incidentali non credibili pag 185
1.C.1.5.1.3 Dati statistici pag 188
1.C.1.5.1.4 STIMA DELLE PROBABILITà pag 195
1.C.1.5.1.4.1 Rilascio da piping pag 195
1.C.1.5.1.4.2 Rilascio da PSV pag 196
1.C.1.5.1.4.3 Rilascio da PSV per sovrapressione pag 197
1.C.1.5.1.4.4 Rilascio da PSV per sovrariempimento pag 197
1.C.1.5.1.4.5 Rottura compressore per sovrariempimento
serbatoio pag 198
1.C.1.5.1.4.6 Rilascio dal serbatoio per rottura a freddo pag 200
1.C.1.5.1.4.7 Rilascio dagli organi di collegamento con i serbatoi
mobili ai PT pag 206
1.C.1.5.1.4.8 Bleve del serbatoio mobile pag 215
1.C.1.5.1.4.9 Rilascio per rottura catastrofica macchinario di
movimentazione pag 216
1.C.1.5.1.4.10 Riepilogo delle frequenze di accadimento pag 217
1.C.1.5.2 UBICAZIONE DEI PUNTI CRITICI DELL’IMPIANTO pag 218
1.C.1.5.3 COMPORTAMENTO IN CASO DI INDISPONI-
BILITÀ DELLE RETI DI SERVIZIO pag 220
1.C.1.5.3.1 Mancanza energia elettrica pag 220
1.C.1.5.3.2 Indisponibilità aria compressa pag 220
1.C.1.5.3.3 Indisponibilità acqua di processo pag 221
1.C.1.5.3.4 Altre reti di servizio pag 221
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE VI
1.C.1.6 STIMA DELLE CONSEGUENZE DEGLI EVENTI
INCIDENTALI pag 222
1.C.1.6.1 CRITERI DI VALUTAZIONE DEL DANNO pag 222
1.C.1.6.2 MODELLISTICA INFORMATIZZATA pag 222
1.C.1.6.2.1 La dispersione di gas neutri e pesanti pag 224
1.C.1.6.3 DETERMINAZIONE DELL’ENTITà DEI RILASCI pag 228
1.C.1.6.3.1 Premessa pag 228
1.C.1.6.3.2 Rilascio da PSV per scatto intempestivo pag 228
1.C.1.6.3.3 Rilascio da perdita da tenuta flangia pag 228
1.C.1.6.3.4 Rilasci al punto di travaso pag 231
1.C.1.6.3.5 Rilasci per rottura pompa pag 232
1.C.1.6.4 STIMA DELLE AREE DI DANNO pag 235
1.C.1.6.4.1 Rilascio da PSV da serbatoi di stoccaggio pag 235
1.C.1.6.4.2 Rilasci per perdita da tenuta flangia pag 235
1.C.1.6.4.3 Rilasci ai punti di travaso pag 236
1.C.1.6.4.4 Rilasci in sala pompe/compressori pag 242
1.C.1.6.5 COMPATIBILITÀ TERRITORIALE pag 248
1.C.1.7 DESCRIZIONE DELLE PRECAUZIONI ASSUNTE
PER PREVENIRE GLI INCIDENTI pag 249
1.C.1.7.1 PRECAUZIONI IMPIANTISTICHE E OPERATIVE pag 249
1.C.1.7.1.1 Organi di intercettazione pag 249
1.C.1.7.1.1.1 Valvole manuali di intercettazione pag 249
1.C.1.7.1.1.2 Valvole di non ritorno pag 250
1.C.1.7.1.1.3 Valvole di eccesso di flusso pag 250
1.C.1.7.1.1.4 Valvole pneumatiche ON/OFF GPL pag 250
1.C.1.7.1.1.5 Valvole pneumatiche su sistema antincendio pag 251
1.C.1.7.1.1.7 Valvole a blocco meccanico tipo Flip-Flap pag 252
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE VII
1.C.1.7.1.1.8 Valvole a blocco meccanico tipo “dead man” pag 253
1.C.1.7.1.1.9 Valvola di fondo installate sui vettori pag 253
1.C.1.7.1.2 Pulsanti di emergenza pag 255
1.C.1.7.1.3 Controllo automatizzato pag 255
1.C.1.7.1.4 Sistema di iniezione acqua ai serbatoi pag 257
1.C.1.7.1.5 Misure operative pag 258
1.C.1.7.2 MISURE PER PREVENIRE RISCHI DOVUTI AD
ERRORE UMANO pag 259
1.C.1.7.3 PRECAUZIONI E COEFFICIENTI DI SICUREZZA ASSUNTI NELLA PROGETTAZIONE DELL’IMPIANTO IN PREVISIONE DEGLI EVENTI DI CUI AL PUNTO 1.C.1.3.2 CRITERI DI PROGETTAZIONE DI COMPONENTI CRITICI
pag 260
1.C.1.7.3.1 Premessa pag 260
1.C.1.7.3.2 Perturbazioni geofisiche pag 261
1.C.1.7.3.3 Perturbazioni meteomarine pag 261
1.C.1.7.3.4 Perturbazioni cerauniche pag 261
1.C.1.7.3.5 Inondazioni pag 261
1.C.1.7.3.6 Criteri di progettazione per la protezione al fuoco pag 262
1.C.1.8 PRECAUZIONI PROGETTUALI E COSTRUTTIVE pag 263
1.C.1.8.1 CRITERI DI PROGETTAZIONE DI IMPIANTI ELETTRICI, DI STRUMENTAZIONE, CONTRO SCARICHE ATMOSFERICHE ED ELETTROSTATICHE
pag 263
1.C.1.8.2 CRITERI DI PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI
SCARICO DELLA PRESSIONE pag 264
1.C.1.8.2.1 Valvole di sicurezza dei serbatoi pag 264
1.C.1.8.2.2 Valvole di sicurezza per tubazioni pag 264
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE VIII
1.C.1.8.3 UBICAZIONE DEGLI SCARICHI FUNZIONALI pag 265
1.C.1.8.4 POSSIBILITÀ DI CONTROLLO DELLE VALVOLE DI
SICUREZZA pag 267
1.C.1.8.5 CRITERI DI PROGETTAZIONE SERBATOI,
RECIPIENTI E TUBAZIONI pag 268
1.C.1.8.5.1 Progettazione dei serbatoi pag 268
1.C.1.8.5.2 Altri recipienti a pressione pag 268
1.C.1.8.5.3 Progettazione delle tubazioni pag 268
1.C.1.8.6 PROTEZIONE DEI CONTENITORI DA AZIONI DI
SOSTANZE CORROSIVE pag 269
1.C.1.8.7 DEPOSITO DI SOSTANZE CORROSIVE pag 269
1.C.1.8.8 SOVRASPESSORI DI CORROSIONE pag 269
1.C.1.8.9 CONTROLLO DELLE APPARECCHIATURE PER
SOSTANZE CORROSIVE pag 269
1.C.1.8.10 DESCRIZIONE DEI SISTEMI DI BLOCCO PER LA
MESSA IN SICUREZZA DELL’IMPIANTO pag 270
1.C.1.8.10.1 Sistemi di blocco automatico del riempimento pag 270
1.C.1.8.10.2 Blocco per presenza fughe gas pag 271
1.C.1.8.10.3 Blocco per intervento pulsanti di emergenza pag 271
1.C.1.8.10.4 Blocco per rilevazione incendio pag 272
1.C.1.8.10.5 Sistema Flip-Flap pag 272
1.C.1.8.10.6 Blocco di messa a terra al punto di travaso pag 272
1.C.1.8.10.7 Frequenza di prova dei sistemi di blocco pag 273
1.C.1.8.11 PRECAUZIONI PER LUOGHI CHIUSI pag 273
1.C.1.8.12 VENTILAZIONE INTERNA DEI FABBRICATI pag 273
1.C.1.8.13 PROTEZIONE CONTRO URTO DI VEICOLI pag 273
1.C.1.9 SISTEMI DI RILEVAMENTO pag 275
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE IX
1.C.1.9.1 SISTEMI DI RILEVAMENTO DI GAS INFIAMMABILI pag 275
1.C.1.9.1.1 Allarme gas pag 275
1.C.1.9.1.2 Sistemi di rilevazione incendi pag 276
SEZIONE 1.D.1 SITUAZIONI CRITICHE, CONDIZIONI DI
EMERGENZA E RELATIVI APPRESTAMENTI pag 277
1.D.1.1 SOSTANZE EMESSE IN CASO DI ANOMALIE DI
FUNZIONAMENTO O D’INCIDENTE pag 278
1.D.1.1.1 SOSTANZE EMESSE IN CASO DI PERDITA O DI
ANOMALIE DI FUNZIONAMENTO pag 278
1.D.1.1.2 SOSTANZE EMESSE IN CASO DI INCENDIO pag 278
1.D.1.2/1.D.1.2.1 INTERAZIONE TRA GLI EFFETTI DELL’INCENDIO O
ESPLOSIONE E LE ZONE DI DEPOSITO GPL pag 280
1.D.1.3 SISTEMI DI CONTENIMENTO pag 280
1.D.1.3.1 SISTEMA DI ALLONTANAMENTO E RACCOLTA
RILASCI LIQUIDI DI GPL pag 281
1.D.1.4 MANUALE OPERATIVO pag 282
1.D.1.4.1 Contenuti del manuale operativo pag 282
1.D.1.5 SEGNALETICA DI EMERGENZA pag 283
1.D.1.5.1 Segnalazioni delle zone pericolose pag 283
1.D.1.5.2 Segnalazione dei fluidi nelle tubazioni pag 283
1.D.1.5.3 Segnalazione degli impianti per l’emergenza pag 284
1.D.1.6 FONTI DI RISCHIO MOBILI pag 285
1.D.1.6.1 TIPI DI FONTE DI RISCHIO pag 285
1.D.1.6.2 RECIPIENTI MOBILI PIENI pag 285
1.D.1.6.3 AUTOCISTERNE SOTTO TRAVASO OPPURE IN
ATTESA DI TRAVASO pag 286
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE X
1.D.1.6.4 FONTI SECONDARIE MOBILI DI RISCHIO pag 286
1.D.1.7 PRECAUZIONI CONTRO CEDIMENTI CATASTROFICI pag 287
1.D.1.7.1 Distanze di sicurezza interne pag 287
1.D.1.7.2 Muri di schermo pag 287
1.D.1.8/1.D.1.8.1 SISTEMI DI PREVENZIONE ED EVACUAZIONE IN
CASO DI INCIDENTE pag 288
1.D.1.9 RESTRIZIONI PER L’ACCESSO ALL’IMPIANTO pag 289
1.D.1.9.1 NORME DI ACCESSO pag 289
1.D.1.9.2 GUARDIANIA pag 289
1.D.1.9.3 RECINZIONI pag 289
1.D.1.9.4 ILLUMINAZIONE pag 290
1.D.1.9.5 IMPIANTO DI ALLARME ESTERNO pag 290
1.D.1.10 MISURE CONTRO L’INCENDIO pag 291
1.D.1.10.1 DESCRIZIONE IMPIANTI, ATTREZZATURE ED
ORGANIZZAZIONE ANTINCENDIO pag 291
1.D.1.10.1.1 Impianto di pompaggio pag 291
1.D.1.10.1.2 Riserva idrica pag 292
1.D.1.10.1.3 Rete idrica antincendio pag 292
1.D.1.10.1.4 Impianti fissi di irrorazione acqua pag 293
1.D.1.10.1.5 Verifica di proporzionamento sistema idrico
antincendio pag 293
1.D.1.10.1.5.1 Caratteristiche degli impianti fissi di
raffreddamento pag 294
1.D.1.10.1.5.2 Definizione della massima portata d’acqua e del
sistema di pompaggio pag 298
1.D.1.10.1.6 Automazione e supervisione rete antincendio pag 299
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE XI
1.D.1.10.1.7 Programma di addestramento degli operatori e
degli addetti all’emergenza e verifiche periodiche
delle attrezzature antincendio
pag 301
1.D.1.10.2 DRENAGGIO ACQUA ANTINCENDIO pag 302
1.D.1.10.3 RISERVA IDRICA ED ESTINGUENTI pag 302
1.D.1.10.3.1 Riserva idrica e fonti di approvvigionamento pag 302
1.D.1.10.3.2 Attrezzatura mobile di estinzione pag 302
1.D.1.10.4 CERTIFICATO DI PREVENZIONE INCENDI pag 303
1.D.1.10.5 ALTRI IMPIANTI DI ESTINZIONE pag 303
1.D.1.11 SITUAZIONI DI EMERGENZA pag 304
1.D.1.11.1 PLANIMETRIA DI RIFERIMENTO pag 304
1.D.1.11.2 MEZZI DI COMUNICAZIONE pag 304
1.D.1.11.3 PRESIDI SANITARI pag 305
1.D.1.11.4 PROGRAMMA DI ADDESTRAMENTO PER
L’EMERGENZA pag 305
1.D.1.11.5 VIE DI FUGA ED USCITE DI SICUREZZA pag 305
1.D.1.11.6 PIANO DI EMERGENZA INTERNO pag 305
1.D.1.11.7 IDENTIFICAZIONE DEI RESPONSABILI IN CASO
DI EMERGENZA pag 306
SEZIONE 1.E.1 IMPIANTI DI TRATTAMENTO,
SMALTIMENTO E ABBATTIMENTO pag 307
1.E.1.1 TRATTAMENTO E DEPURAZIONE ACQUA pag 308
1.E.1.1.1 RACCOLTA ACQUE E IMPIANTO DI DEPURAZIONE pag 308
1.E.1.1.2 RETE FOGNARIA E SBOCCHI pag 309
1.E.1.2 SMALTIMENTO E STOCCAGGIO RIFIUTI pag 310
1.E.1.2.1 SMALTIMENTO RIFIUTI TOSSICI E NOCIVI pag 310
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – RdS/2010 INDICE XII
1.E.1.2.2 STOCCAGGIO PROVVISORIO pag 310
1.E.1.3 ABBATTIMENTO EFFLUENTI GASSOSI pag 311
SEZIONE 1.F.1 MISURE ASSICURATIVE DI GARANZIA PER I
RISCHI pag 312
1.F.1.1 MISURE ASSICURATIVE E DI GARANZIA PER I
RISCHI pag 313
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 1
ELENCO ALLEGATI
Allegato n. 1: “Indice del Sistema di Gestione della Sicurezza”
Allegato n. 2: “Mappa scala 1:25000”
Allegato n. 3: “Mappa in scala 1:2000 della zona con individuazione degli
insediamenti al contorno dello stabilimento”
Allegato n. 4: “Planimetria generale con distanze di sicurezza e viabilità interna”
Allegato n. 5: “Schema di flusso”
Allegato n. 6: “Schede di sicurezza propano e butano”
Allegato n. 7: “Schede di sicurezza gasolio, vernici e solventi”
Allegato n. 8: “Schede Analisi Storica”
Allegato n. 9: “Mappa in scala 1:1000 con indicazione delle aree di danno”
Allegato n. 10: “Posizionamento rilevatori fughe gas, rilevatori d’incendio e dispositivi di emergenza”
Allegato n. 11: “Planimetria percorso tubazioni GPL e scarichi funzionali”
Allegato n. 12: “Planimetria area antincendio”
Allegato n. 13: “Schema funzionale sala pompe antincendio”
Allegato n. 14: “Planimetria rete fognaria”
Allegato n. 15: “Polizza assicurativa”
Allegato n. 16: “Elementi per la pianificazione territoriale”
Appendice I “Valutazione del rischio ai sensi del DM 15/05/96”
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 2
A) PREMESSA
A.1) Finalità dell’aggiornamento
Il presente documento è emesso ai sensi dell’art. 8, comma 7, lettera a ) del D. Lgs.
334/99, come modificato dal D.Lgs 238/05, essendo trascorsi 5 anni dal precedente
Rapporto di Sicurezza, datato Ottobre 2005.
A.2) Contenuti dell’aggiornamento
Il Rapporto di Sicurezza è strutturato in accordo ai contenuti del DPCM 31/03/89 ed
attualizzato alla luce dei contenuti del D. Min. Ambiente 15/05/96.
Rispetto al precedente RdS, emesso nel Ottobre 2005, si riassumono nel seguito le
varianti intervenute:
� sono stati aggiornati i nominativi del gestore e del Responsabile del Deposito.
Rispetto all’RdS/2005, ed in conformità ai contenuti del Sistema di Gestione della
Sicurezza, la Valutazione del Rischio connesso con il deposito è stata sviluppata sia
secondo il DPCM 31/03/89 che secondo i contenuti dell’Appendice III del D.Min.
Ambiente 15/05/96.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 3
Considerato che le aree di danno associate al deposito e valutate secondo il D.Min.
Ambiente 15/05/96 risultano più estese rispetto a quelle valutate secondo il DPCM
31/03/89, la Verifica di Compatibilità Territoriale del deposito, ai sensi del DM. LL.PP.
09/05/2001, è stata sviluppata, con esito favorevole, con riferimento alle aree di
danno di maggior estensione.
A.3) Sistema di Gestione della Sicurezza
La Ultragas CM SpA ha adottato ed attuato il Sistema di Gestione della Sicurezza a
sostegno della propria Politica di prevenzione degli incidenti rilevanti, in
ottemperanza a quanto disposto dall'art. 7 del D. Lgs. 334/99.
Alla luce di quanto sopra, sono omessi nel seguito i dettagli in merito alle misure
gestionali adottate, rinviando per approfondimenti al Sistema di Gestione della
Sicurezza della Sicurezza (SGS) di cui si rimette l’indice all’allegato n. 1.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 4
SEZIONE 1.A.1
DATI IDENTIFICATIVI ED UBICAZIONE DELL’IMPIANTO
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 5
1.A.1.1 DATI GENERALI
1.A.1.1.1 RAGIONE SOCIALE ED INDIRIZZO DEL FABBRICANTE
La ragione sociale del deposito di cui al presente rapporto è :
ULTRAGAS C.M. SpA.
Indirizzo dello Stabilimento:
Ultragas C.M. SpA
Zona Industriale
Località Surbo stazione - LECCE
Gestore:
Dott. Ing. Attilio Fontana.
Sede Legale:
Via Sicilia , 66
00187 ROMA
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 6
1.A.1.1.2 DENOMINAZIONE ED UBICAZIONE DEL DEPOSITO
DIRETTORE RESPONSABILE
1.A.1.1.2.1 Ubicazione
Lo stabilimento insiste su di un’area del Comune di Lecce classificata industriale
secondo il PRG .
Lo stabilimento costruito su una superficie di circa 25000 m2 è recintato con muro
continuo alto 2,50 m.
Lungo il muro di cinta del deposito, sul lato che si sviluppa parallelamente alla strada
provinciale Varano-Lecce, esiste un ingresso principale, per il transito del personale e
delle autobotti, e un ingresso secondario destinato ad uscita di emergenza.
Entrambi i cancelli sono muniti di cancello motorizzato.
In relazione all'ubicazione del deposito si rimanda all'allegato n. 2 evidenziante su un
rilievo aereofotogrammetrico IGM in scala 1:25.000 il perimetro del deposito e l'area
avente raggio di 5 Km intorno all'installazione.
Coordinate
Latitudine : 40° 22’ 59” N
Longitudine : 18° 6’ 49” E
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1.A.1.1.2.2 Direttore Responsabile
Il Direttore del Deposito è il P.I. Giuseppe Persano.
1.A.1.1.3 RESPONSABILE DELLA PROGETTAZIONE ESECUTIVA
La costruzione dell’impianto è stata realizzata tra gli anni 1967 e 1968 e la
progettazione esecutiva dello stesso è stata curata, a suo tempo, dall’Ufficio Tecnico
della Ultragas SpA.
Di contro i lavori di ristrutturazione ed adeguamento sono stati progettati da primarie
Società con il coordinamento dell’Ufficio Tecnico della Ultragas C.M. SpA e sulla base
del basic design approvato dalle competenti autorità.
1.A.1.1.4 RESPONSABILE DELL'ESECUZIONE DEL RAPPORTO DI
SICUREZZA
In accordo all’art. 8, comma 3 del D. Lgs. 238/2005, e come meglio precisato dalla
Lettera Circolare Min. Interno Prot. n. DCPST/A4/RS/1000 del 26 Marzo 2007, si
dichiara che il presente documento è stato redatto dalla:
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 8
IN.SI. Srl
Ingegneria di Sicurezza
Via Traccia a Poggioreale, 607
80143 – Napoli,
sulla base delle informazioni e della documentazione tecnica resa disponibile da
Ultragas CM SpA nella persona del Gestore, che sottoscrive il presente documento ai
sensi del DPR 445/2000.
Sulla base di quanto sopra il presente documento è anche firmato dall’ Ing. C. F.
Incorvaia, iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Avellino al n. 1525,
come Responsabile Esecutore del RdS.
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1.A.1.2 LOCALIZZAZIONE E IDENTIFICAZIONE DELLO
STABILIMENTO
1.A.1.2.1 COROGRAFIA DELLA ZONA
Nella mappa I.G.M. (allegato n. 2) in scala 1:25.000 è evidenziato il perimetro del
deposito e sono visibili le aree circostanti entro un raggio di 5 km dal perimetro
stesso.
Gli elementi corografici abitativi, industriali e strutturali sono individuabili dalla
mappa.
Tenuto conto che la mappa non risulta aggiornata si è ritenuto opportuno procedere
ad un aggiornamento della situazione al contorno del deposito esteso all’ambito delle
aree di danno valutate al punto 1.C.1.6.5.
Si rinvia per dettagli alla verifica di compatibilità territoriale di cui al punto 1.C.1.6.5.
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1.A.1.2.2 POSIZIONE DELL'IMPIANTO
Nella mappa (allegato n. 3) in scala 1:2.000 è evidenziata la posizione dell’impianto e
sono visibili le aree circostanti entro il raggio di 1000 m con riferimento al baricentro
geometrico dell’impianto stesso. Si rinvia all’allegato n. 3 ed in particolare alla
legenda che riporta l’individuazione delle attività circostanti.
1.A.1.2.3 ALTRI DISEGNI
Si rimanda all'elenco allegati per le ulteriori planimetrie dell'impianto.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 11
SEZIONE 1.B.1
INFORMAZIONI RELATIVE ALL’IMPIANTO
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1.B.1.1 STRUTTURA ORGANIZZATIVA
1.B.1.1.1 GRAFICO DELL’ORGANIZZAZIONE
Nella figura di pagina seguente è indicata la struttura organizzativa del deposito.
Il grafico mostra le linee di comunicazione e di interazione delle persone incaricate
della conduzione dell’impianto.
Il Responsabile del Deposito è in possesso dei requisiti di cui al Titolo XIII del D.M.
13/10/94.
Al Responsabile del Deposito fanno capo anche le attività di manutenzione, ispezione,
prevenzione e sicurezza nell’ambito dei compiti, ruoli e responsabilità definite nel
Sistema di Gestione della Sicurezza.
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Organigramma dello Stabilimento Ultragas C.M. SpA di Lecce
SEDE ROMA
Resp. Servizio Costruzioni e Gestione Ing. Luigino
Antonelli
Responsabile del Deposito
Resp. Emergenza P.I. Giuseppe Persano
Capo Rampa Assistente Emergenza Eugenio Sparapano
Operai
Addetti Squadra di Emergenza
Capo Area
Michele Terracciano
Ufficio Commerciale e Operativo
Addetti Evacuazione
Autisti
Ufficio Amministrativo
~
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1.B.1.1.2 ENTITÀ DEL PERSONALE
L’organico presso lo stabilimento è così suddiviso tra Responsabili ed Addetti ai vari
reparti :
� Responsabile del Deposito n. 1
� Impiegati commerciali ed amministrativi n. 6
� Capo rampa n. 1
� Operai n. 9 Totale personale in organico n. 17
Di queste, 10 lavorano in campo e le rimanenti negli uffici o all’esterno.
Le funzioni di custodia durante le ore silenti, sono svolte da un operaio residente
nell’interno del deposito.
Al personale operativo sono demandate le seguenti funzioni:
� Trasporto con ATB
� Carico/scarico ATB
� Riempimento bombole
� Prevenzione e sicurezza
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1.B.1.1.3 QUALIFICA AZIENDALE E PROFESSIONALE DEL PERSONALE
La qualifica del personale in organico risulta diversificata a seconda delle
responsabilità e delle competenze specifiche svolte.
In particolare il Responsabile del Deposito ha partecipato al corso di addestramento
per la direzione dei depositi superando, con esito positivo, l’esame finale.
Pertanto, alla luce della normativa di cui al Titolo XIII del DM 13/10/94, il Sig.
Giuseppe Persano possiede i requisiti richiesti.
1.B.1.1.3.1 Requisiti di addestramento
Il personale addetto agli impianti viene informato, formato ed addestrato in accordo
ai contenuti del DMA 16/3/98.
Periodicità e contenuti dei corsi costituiscono parte integrante del Sistema di Gestione
della Sicurezza che prevede peraltro modalità particolari di addestramento nel caso
dei nuovi assunti e/o cambio di mansioni.
Tutto il personale addetto alla lotta antincendio è in possesso dell’abilitazione ai sensi
del D.M. del 13/10/94 del Ministero dell’Interno.
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1.B.1.2 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’
1.B.1.2.1 Attività soggette all’art. 8 del D. Leg.vo 334/99
L’attività svolta nello stabilimento consiste nella ricezione, stoccaggio, miscelazione,
imbottigliamento e spedizione (sfuso ed in bombole) di gas di petrolio liquefatti.
La quantità di GPL potenzialmente presente nel deposito è superiore a quanto
previsto all’Allegato I – Parte I – colonna 3 – GPL del D. Leg.vo 334/99, come
modificato dal D. Leg.vo 238/2005, ovvero superiore a 200 t.
1.B.1.2.2 Codice di attività
Secondo la classificazione dell’allegato IV del D.M. 21 febbraio 1985 del Ministero
della Sanità il codice dell’attività è:
5.02 - Produzione e distribuzione del gas
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1.B.1.2.3 TECNOLOGIA DI BASE ADOTTATA NELLA PROGETTAZIONE
DEL PROCESSO
Il processo di lavorazione svolto nello stabilimento, finalizzato alla
commercializzazione del gas di petrolio liquefatto, consiste essenzialmente nella
esecuzione delle seguenti operazioni:
� ricezione e stoccaggio;
� miscelazione;
� carico ATB;
� riempimento spedizione e manutenzione bombole.
La tecnologia di base adottata è pertanto relativamente semplice, sperimentata e
conosciuta.
1.B.1.2.3.1 Impianti similari
La Ultragas C.M. SpA è una società che opera dal dopoguerra nell’ambito del
territorio nazionale nelle attività di commercializzazione del GPL
(approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione).
E’ quindi una struttura che ha avuto modo di acquisire una profonda conoscenza in
materia di sicurezza realizzando ed esercendo n. 10 depositi di GPL, distribuiti sul
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 18
territorio nazionale, ed adeguando continuamente gli stessi alle misure tecnico-
gestionali che la tecnologia ha reso disponibili nel corso dei decenni.
1.B.1.2.4 FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO
1.B.1.2.4.1 Descrizione dello schema a blocchi
Le attività che si svolgono presso il deposito con riferimento allo schema a blocchi di
pagina seguente sono le seguenti:
� rifornimento di GPL nei serbatoi di stoccaggio da autobotti dalla capacità media
di 20 tonnellate.
L’operazione avviene mediante travaso con l’uso di compressori che, aspirando
la fase gassosa da un serbatoio fisso, la inviano nella parte alta dell’autobotte
da scaricare;
� eventuali stoccaggi di propano e butano possono essere miscelati per dare
luogo ad una miscela desiderata;
� travaso in bombole idonee al contenimento del GPL allo stato liquido, della
capacità da 10 a 25 Kg. Le bombole vengono riempite a mezzo di giostra a
bilancia o bilancia fissa, mediante macchinario installato in sala pompe ed, a
riempimento ultimato, immagazzinate temporaneamente nell’apposita area
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 19
designata nel locale imbottigliamento o confezionate in pallets e stoccate
nell’area antistante il capannone imbottigliamento;
� caricamento di autobotti della capacità media di 6 t destinate al rifornimento di
piccoli serbatoi installati presso la clientela.
Le operazioni avvengono a mezzo pompe installate in sala pompe GPL;
� manutenzione e collaudo bombole;
� spedizione bombole piene, a mezzo autocarri.
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Schema di processo a blocchi
Stoccaggio e
miscelazione in serbatoi A
B
Carico/Scarico Sala pompe e
ATB compressori
C
Giostra pesatura e Deposito
riempimento bombole bombole piene
Manutenzione Scarico Spedizione
bombole vuote bombole vuote bombole
Arrivo
bombole
NOTA : Per i regimi di pressione, temperatura e portata si rimanda alla tabella seguente.
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1.B.1.2.4.2 Regimi di temperatura, pressione e portata
Si rimanda alla tabella seguente che fa riferimento allo schema a blocchi di cui al
punto precedente.
Regime di pressione, temperatura e portata
Riferimento schema a blocchi
Servizio
P (bar)
T (°C)
Q (mc/h) massima
A
Stoccaggio GPL
Tensione di vapore
-10/+50
N.A.
B
Carico GPL 9 Ambiente 60
Scarico GPL 9 Ambiente 75
C
Riempimento
bombole
18
Ambiente
15
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1.B.1.2.4.3 Caratteristiche principali dell’impianto
Lo stabilimento, rappresentato in planimetria in allegato n. 4, comprende le seguenti
principali installazioni :
� parco serbatoi cilindrici orizzontali fuori terra coibentati per lo stoccaggio di GPL,
composto da n. 5 serbatoi fuori terra di cui n. 3 da 150 mc e n. 2 da 100 mc;
� n. 1 sala pompe/compressori GPL per la movimentazione del prodotto;
� n. 2 punti di travaso GPL per le operazioni di travaso;
� capannone d’imbottigliamento e deposito bombole piene e vuote, sopraelevato
di circa 1 m sul piano stradale;
� uno stoccaggio pallettizzato bombole piene;
� un’area destinata al parcheggio temporaneo delle ATB in attesa di travaso;
� catena aerea per il trasporto delle bombole tra il capannone d’imbottigliamento
e l’area di collaudo/verniciatura/granigliatura;
� un capannone in cui sono presenti l’impianto di collaudo bombole, la
granigliatrice, un’area per la verniciatura delle bombole e l’impianto di
depurazione acqua;
� n. 1 edificio adibito ad uffici, archivi e abitazione del custode del deposito;
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� cabina elettrica di trasformazione;
� n. 1 locale sala pompe antincendio;
� riserva idrica d’acqua antincendio, costituita da due vasche da 415 m3 cadauna
e da una vasca interrata da 100 m3 sottostante il locale officina;
� locale compressori aria;
� locale generatore DIESEL d’emergenza;
� deposito vernici e rifiuti speciali;
� locali vari adibiti a magazzino.
Ulteriori dettagli su infrastrutture presenti si rimanda alla planimetria e legenda di cui
in all’allegato 4.
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1.B.1.2.4.3.1 Serbatoi di stoccaggio GPL
Il parco serbatoi è costituito da n. 5 serbatoi fuori terra coibentati le cui
caratteristiche sono riportate nella tabella che segue :
N.
serbatoi
Ditta
costruttrice
Anno
costruzione
Diametro
(mm)
Lunghezza totale (mm)
Volume totale (mc)
Pressione progetto (bar)
T
progetto
(°C)
S1
CAVAZZA
1968
2850
24650
150
18
-10/+50
S2
CAVAZZA
1968
2850
24650
150
18
-10/+50
S3
CAVAZZA
1968
2850
24650
150
18
-10/+50
S4
MARALDI
1963
2620
19600
100
18
-10/+50
S5
MARALDI
1963
2620
19600
100
18
-10/+50
La capacità totale geometrica è di 650 m3.
La superficie sottostante i serbatoi come riportato in planimetria di allegato n. 4 è
costituita da una platea in cemento con pendenza non inferiore all’1,1 % per
convogliare eventuali perdite di GPL liquido verso un sistema di raccolta costituito da
una vasca della capacità di 30 m3.
Ciascun serbatoio è provvisto di valvole di sicurezza del tipo a molla con le
caratteristiche dettagliate nella tabella che segue, calcolate secondo le “Norme
ISPESL Gennaio ‘79” e tale che una di esse sia sempre di riserva, così come richiesto
dal DM 13/10/94.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 25
Caratteristiche valvole di sicurezza
Sigla
serbatoio
Numero valvole sicurezza
Sezione di scarico (cmq)
Quote di scarico (m)
Tipo di valvola
S1
4
22,13
∼ 7
A molla
S2
4
22,13
∼ 7
A molla
S3
4
22,13
∼ 7
A molla
S4
2
22,13
∼ 6
A molla
S5
2
22,13
∼ 6
A molla
Nota : Tutte le PSV’s hanno pressione di scatto pari a 18 bar e sono state certificate
nel 2010.
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1.B.1.2.4.3.1.1 Connessioni dei serbatoi
a) Connessioni di processo
Le connessioni ai serbatoi sono le seguenti come si evince dallo schema di flusso
riportato in Allegato n. 5:
� generatrice inferiore : aspirazione/immissione liquido e sistema di spurgo del
serbatoio.
� generatrice superiore : n. 2 collegamenti per fase vapore; n. 1 tronchino di
collegamento valvole di sicurezza (serbatoio da 100 m3) e n. 2 tronchini per le
due coppie di PSV (serbatoi da 150 m3); strumentazione installata su passo
d’uomo come da punto b) che segue.
È presente un sistema di iniezione acqua onde limitare i rilasci di GPL liquido per
perdita a monte della valvola pneumatica ON/OFF, realizzato con un collegamento
sulla tubazione di movimentazione fase liquida.
Al fine di garantire una immediata intercettazione di eventuali perdite, sulle
connessioni di processo sono installate le seguenti valvole :
� aspirazione/immissione liquido: n.1 valvola di intercettazione manuale e n. 1
valvola a comando pneumatico;
� aspirazione/immissione gas: n. 1 valvola di intercettazione manuale e n. 1
valvola a comando pneumatico;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 27
Tutte le valvole sono progettate per pressioni di 40 bar e tali da non consentire
apprezzabili perdite verso l'esterno se investite dal fuoco.
Le valvole pneumatiche sul GPL sono del tipo pneumatico a semplice effetto
"mancanza aria chiude" ed alimentate da una rete pneumatica in tubicino
termofondente in modo da chiudersi automaticamente in caso di incendio.
Le valvole pneumatiche sulle linee di immissione acqua sono del tipo “mancanza aria
apre”.
Ad evitare l’apertura di più valvole in caso di incendio, la rete pneumatica è realizzata
con tubo di rame.
Ogni valvola pneumatica è inoltre dotata di volantino tale da garantire la manovra
manuale della valvola anche in assenza di aria dalla rete.
Su ogni linea di movimentazione GPL da/a serbatoio è inoltre posta una valvola di
eccesso di flusso.
Dalla linea di fase liquida a ciascun serbatoio è realizzato uno stacco, con tubazione
per lo spurgo, collegata alla linea da 1” con terminazione fuori del bacino .
b) Connessioni di strumentazioni
Ogni serbatoio è dotato di strumentazione, con indicazione locale e remota (sia su
quadro in campo che a video in sala controllo), come nel seguito dettagliato:
� n. 1 trasmettitore elettronico di livello (LT) del tipo a dislocatore. Tale
trasmettitore fornisce una indicazione (LI) locale ed una indicazione remota del
livello ed un allarme di basso livello (LLA a protezione della pompa);
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 28
� n. 1 interruttore di alto ed altissimo livello (LS) elettronico che fornice un
allarme di alto livello (HLA) ed un allarme e blocco di altissimo livello (HHLA).
Il blocco di altissimo livello comanda automaticamente la chiusura della valvola
pneumatica ON/OFF posta sul manifold di immissione prodotto liquido al
serbatoio, fornendo pertanto un’ulteriore protezione da sovrariempimento;
� n.1 trasmettitore elettronico di pressione (PT) con indicazione (PI) locale ed una
indicazione remota. Dallo stesso segnale del trasmettitore, attraverso una
soglia, è realizzato un allarme di alta pressione (HPA). Dalla stessa connessione
è realizzato uno stacco provvisto di valvola e flangia regolamentare, per il
collegamento del manometro campione;
� n.1 trasmettitore di temperatura. Tale trasmettitore fornisce una indicazione
locale e remota della temperatura ed un allarme di alta temperatura (HTA);
� n. 1 livello a bindella per misure fiscali.
1.B.1.2.4.3.1.2 Coibentazione dei serbatoi
I serbatoi cilindrici orizzontali sono stati rivestiti con uno strato di malta cementizia
supportata con rete metallica al fine di garantire la resistenza strutturale del
serbatoio agli incendi ed evitare il raggiungimento di condizioni critiche di
temperatura.
In particolare la coibentazione dei serbatoi è stata progettata secondo le specifiche
previste al punto 4.4.1 dell’Appendice II del DM 15/05/96.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 29
È stato pertanto utilizzato il prodotto Fendolite MII fornito dalla Mandoval Coatings
Limited in quanto è tra quelli che hanno superato i tests di prova, di cui al
programma GASAFE.
L’installazione è stata eseguita dalla Aaronite Italia Srl, azienda nazionale qualificata
dalla Mandoval.
Ai fini del controllo sull’insorgenza di eventuali fenomeni corrosivi, ogni serbatoio è
stato dotato di tronchetti ispettivi coibentati.
1.B.1.2.4.3.2 Area pompe e compressori GPL
Trattasi di un locale, aperto sui 4 lati e dotato di copertura, situato fra i punti di
travaso ed i serbatoi di GPL.
La dimensione in pianta del locale è di circa 42 m2. Al suo interno, sono sistemate n.
3 pompe e n. 2 compressori, di cui uno di riserva, per movimentazione di GPL.
Le caratteristiche di tale macchinario sono descritte nella tabella seguente.
Tutte le pompe sono provviste di valvole di bypass sulla mandata che ricircolano il
prodotto ai serbatoi in caso in cui il salto di pressione tra aspirazione e mandata sia
superiore ad una soglia fissata.
Ciascun compressore è dotato di separatore con dispositivo antiliquido.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 30
Tabella pompe e compressori ubicati nella sala pompaggio
Sigla
Tipo di
macchina
Costruttore
Sigla
Portata (mc/h)
Servizio
P1
E/P
SIHI
UEAY 8006
60
Riempimento botticelle
P2
E/P
SIHI
CEHA 5107
15,6
Riempimento bombole
P3
E/P
TRAVAINI
BT 506
12
Riempimento bombole
C1
E/C
TIGHT
A 668 E
60*
Scarico ATB
C2
E/C
CORKEN
691
75 *
Scarico ATB
* Portata di liquido equivalente
Nella sala pompe e compressori è inoltre installata la pompa di vuoto.
1.B.1.2.4.3.2.1 Dislocamento
Con riferimento all’allegato n. 5, vi è la possibilità di poter travasare un serbatoio
verso un altro.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 31
1.B.1.2.4.3.3 Punti di travaso
Nel deposito sono installati due punti di travaso per GPL (n. 1 e n. 2), equipaggiati
con tubo flessibile di carico/scarico per ciascuna linea di fase gas, e di braccio rigido
per la fase liquida.
Ciascun punto di travaso è dotato di tre punti di carico ed è collegato attraverso due
linee (4”) di fase liquida, e due linee (2”) di fase gas.
In radice ad ogni manifold per il travaso di GPL in fase gassosa e fase liquida è posta
una valvola di eccesso di flusso.
Lato impianto, sono presenti per ciascuna linea, una valvola di intercettazione
manuale ed una valvola pneumatica a comando remoto, mentre sull’estremità di ogni
braccio è installata una valvola di sicurezza antistrappo del tipo FLIP-FLAP.
Ciascun punto di travaso è, infine, corredato di cavi dotati di pinza per la messa a
terra delle autobotti e di pulsanti di avvio ed arresto di compressori e pompe.
Il punto di travaso n. 1, posizionato più internamente al deposito rispetto al PT2, è
dotato di pesa a bilico interamente al di sopra del piano di campagna.
Il punto di travaso n. 2 è invece dotato di contatore volumetrico con testata
elettronica e predisposizione del carico da impostare.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 32
In radice della linea fase liquida di alimentazione GPL di entrambi i punti di travaso è
posta una valvola parzializzatrice di flusso Masoneilan, in grado di ridurre nel tempo,
nell’ultima fase del riempimento, la portata erogata.
Ciascun punto di travaso è dotato di muro di schermo in cemento armato, a
protezione dall’attiguo punto di travaso e dai serbatoi.
Il contenuto residuo a fine travaso del tratto terminale sia di braccio che manichetta,
viene convogliato ad una quota superiore ai 2 m, al di sopra delle aree di lavoro.
La quantità rilasciata è pari al volume di linee compreso tra la valvola terminale del
braccio ed il dispositivo Flip-Flap.
1.B.1.2.4.3.4 Locale adibito alle operazioni di riempimento e deposito
temporaneo delle bombole
Le operazioni di riempimento avvengono in un apposito capannone di area pari a
circa 480 m2 realizzato con una struttura in c.a. ed avente un piano di lavoro
sopraelevato a 1,00 m sulla quota del piazzale per facilitare le operazioni di carico e
scarico delle bombole.
Le bombole riempite sono avviate, mediante catena a terra, ad un sistema di
stoccaggio dove le bombole vengono stivate in gabbie.
Le gabbie vengono depositate, mediante carrelli elevatori, nell’area di stoccaggio
bombole piene e vuote.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 33
Si fa presente che per tutto il capannone di imbottigliamento è realizzato un impianto
di raffreddamento ad acqua nebulizzata.
Nel capannone si possono distinguere le seguenti zone :
� zona arrivo bombole vuote. In questa area si effettua anche la cernita delle
bombole e l’eventuale smistamento alla manutenzione;
� zona di stivaggio in gabbie delle bombole piene situata sul lato opposto a quello
di ricevimento;
� zona di imbottigliamento e prova rubinetti e corpo bombole situata nella parte
opposta al carico bombole;
� zona di svuotamento bombole difettose.
Nel locale sono sistemate le seguenti attrezzature :
� la giostra di imbottigliamento automatico composta da 12 bilance per il
riempimento delle bombole da 10 e 25 Kg;
� la vasca prove bombole piene e dispositivo prova tenuta rubinetti bombole;
� la rampa di svuotamento bombole difettose con 5 postazioni;
� una catena a nastro trasportatore per la movimentazione bombole situata sul
pavimento del capannone;
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� una catena aerea per il trasporto delle bombole che collega il capannone di
imbottigliamento con l’edificio manutenzione;
� una macchina pallettrizzatrice;
L’imbottigliamento del GPL si realizza tramite le seguenti fasi di lavorazione:
a) ricezione bombole vuote da automezzi in gabbie;
b) separazione delle bombole idonee al riempimento immediato da quelle destinate
a manutenzione e/o collaudo;
c) le bombole idonee al riempimento immediato vengono avviate alle postazioni di
riempimento;
d) riempimento su bilance automatiche e controllo tenuta con scarto bombole non
idonee;
e) applicazione sulle bombole idonee di tappi sigillo;
f) stivaggio delle bombole piene in gabbie;
g) invio delle gabbie alla zona di pallettizazione per il deposito area pallets, o
direttamente al carico su automezzi;
h) svuotamento, su apposita rampa, delle bombole non idonee;
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i) collaudo delle bombole scartate al punto b), previa granigliatura e successiva
verniciatura in apposita cabina. Il collaudo avviene secondo le disposizioni
ISPESL e alla presenza di un funzionario;
j) manutenzione delle bombole scartate al punto b) per necessità di manutenzione
e, quindi, collaudo, se necessario, come al punto i).
1.B.1.2.4.3.5 Descrizione delle apparecchiature utilizzate per
l’imbottigliamento GPL
L’imbottigliamento del GPL avviene su bilance semiautomatiche.
La giostra a 12 bilance semiautomatiche utilizza pistole di riempimento ad aggancio
pneumatico e contatto pneumatico a quadrante sull’ago della bilancia per il controllo
del grado di riempimento.
L’energia elettrica viene utilizzata solamente per la rotazione della giostra.
Caratteristiche bilance
Per le n. 12 bilance, il blocco automatico del riempimento della bombola avviene sulla
base del controllo della tara, del peso netto del GPL eventualmente presente al
momento nel recipiente e del peso finale desiderato, operazione fatta dall’operatore
mediante cursori rotanti sul quadrante della bilancia che attivano relais pneumatici.
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Il sistema di blocco di dette bilance è costituito da una valvola a comando
pneumatico posta alla radice della manichetta di carico comandata dai relais attivati
dall’indice della bilancia al raggiungimento del peso impostato.
L’apertura iniziale della valvola erogatrice del GPL per la giostra è attuata da un relais
che interviene dopo che la postazione porta bombola ha percorso circa 1/9 della
giostra, a partire dal punto di ingresso bombole.
In caso di mancanza di aria compressa, la valvola pneumatica erogatrice del GPL,
chiude.
Caratteristiche pistole automatiche di riempimento bombole
Ciascuna postazione di carico della giostra è equipaggiata con una pistola pneumatica
per agganciare le valvole a chiusura manuale di cui sono equipaggiate le bombole.
Le pistole sono montate all’estremità di tubi flessibili per GPL che fungono anche da
supporto al tubicino in plastica dell’aria compressa di azionamento.
L’aggancio e lo sganciamento della pistola si effettua manualmente mediante
l’azionamento di due pulsanti.
Ad ogni sganciamento quindi la quantità di GPL che può fuoriuscire è molto esigua, di
circa 1 – 2 cm3.
In caso di mancanza aria compressa, la presenza di una valvola di non ritorno posta
sull’immissione aria compressa, impedisce il distacco della pinza dal rubinetto
bombole.
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Controllo peso e tenuta bombole piene
Il controllo del grado di riempimento delle bombole è dato dall’indicazione della
bilancia di pesatura tenuta sotto osservazione dall’operatore addetto; inoltre vengono
effettuati operazioni di taratura sulle bilance con cadenza periodica.
La prova di tenuta viene effettuata sul rubinetto di erogazione mediante apposita
apparecchiatura a controllo elettronico.
Rampa di svuotamento bombole scartate ai controlli
E’ un sistema al quale sono collegabili le bombole da svuotare, mediante flessibile in
gomma, posizionate capovolte allo scopo di garantire il completo svuotamento del
liquido.
La rampa è posizionata sul capannone imbottigliamento lato serbatoi di stoccaggio.
Il collettore di attacco delle bombole è collegato con una pompa situata in prossimità
della rampa che provvede all’invio del liquido a serbatoio come indicato nello schema
di flusso in allegato n. 5.
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1.B.1.2.4.3.6 Verniciatura, granigliatura e collaudo bombole
Le operazioni di verniciatura, granigliatura e collaudo bombole sono effettuate in un
apposito capannone posto nell’area ovest del deposito.
In tale capannone trovano anche posto l’impianto di depurazione acqua e la parte
terminale della catena aerea di collegamento col capannone di imbottigliamento.
1.B.1.2.4.3.7 Locale pompe antincendio e riserva idrica
Il locale pompe antincendio è ubicato in posizione defilata rispetto ai punti pericolosi
dell’impianto nella zona N.O. del deposito. La riserva idrica è costituita da due
vasche interrate da 415 m3 cadauna e da una vasca interrata da 100 m3 sottostante
il locale officina.
1.B.1.2.4.3.8 Deposito vernici
Il locale deposito vernici, occupa un’area di circa 16 mq ed è individuabile nella
planimetria in allegato n. 4
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1.B.1.2.4.3.9 Palazzina uffici e abitazione custode
È sistemata in prossimità dell’ingresso ed ha una superficie di circa 110 m2.
Nel locale trovano posto gli uffici commerciali e l’abitazione del custode.
1.B.1.2.4.3.10 Altri edifici
Nel deposito sono anche presenti :
� una cabina elettrica;
� locale compressori aria;
Si rimanda, per ulteriori dettagli, alla planimetria in allegato n. 4 e relativa legenda.
1.B.1.2.4.3.11 Viabilità interna
Le strade destinate al transito dei veicoli sono pavimentate e delimitate da aiuole e
muretti.
Il traffico veicolare avviene secondo i sensi di marcia individuati nella planimetria in
allegato n. 4.
Esistono due varchi di ingresso/uscita dal deposito dotati di cancello scorrevole, a
comando elettrico.
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1.B.1.2.4.3.12 Distanze di sicurezza
Per l’analisi delle distanze di sicurezza esterne ed interne al deposito, si fa riferimento
alle norme del DM del 13/10/94 del Ministero dell’Interno e si rimanda alle
planimetrie di allegato n. 3 e n. 4.
1.B.1.2.4.3.13 Cabina elettrica e diesel generatore di emergenza
Il posizionamento è rilevabile dalla planimetria in allegato n. 4.
1.B.1.2.5 CAPACITÀ PRODUTTIVE DELL'IMPIANTO
Le quantità massima di GPL stoccabile corrisponde al quantitativo detenuto nei
serbatoi fissi, nei serbatoi e recipienti mobili e nelle tubazioni e apparecchiature del
deposito.
Per quanto relativo allo stoccaggio in serbatoi fissi, il quantitativo massimo stoccabile
è nel seguito valutato sulla base del grado di riempimento dei serbatoi e delle miscele
commerciali di GPL così come definite dalla 13a Serie di Norme Integrative del
28/02/1960 Regolamento approvato con DM 22 luglio 1930 ed in particolare:
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MISCELA "A" (Butano commerciale): tensione di vapore a 70°C non superiore a
10,79 bar e densità a 50°C non inferiore a 0,525.
MISCELA "AO": tensione di vapore a 70°C non superiore a 15,69 bar e densità a
50°C non inferiore a 0,495.
MISCELA "A1": tensione di vapore a 70°C non superiore a 20,6 bar e densità a 50°C
non inferiore a 0,485.
MISCELA "B": tensione di vapore a 70°C non superiore a 25,5 bar e densità a 50°C
non inferiore a 0,450.
MISCELA "C": (Propano commerciale): tensione di vapore a 70°C non superiore a
30,4 bar e densità a 50°C non inferiore a 0,440.
Stante le indicazioni fornite, la quantità stoccata in serbatoi fissi, calcolata per la
miscela A e la miscela C del deposito, risultano come da tabelle seguenti.
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Gradi di riempimento dei serbatoi fuori terra e recipienti mobili
Tipo di prodotto
Grado di riempimento
(kg/mc)
Propano 420
Propilene 430
Butano 510
Isobutano 490
Butilene 520
Isobutilene 520
Miscela A 500
Miscela A0 470
Miscela A1 460
Miscela B 430
Miscela C 420
La tabella riproduce le indicazioni fornite al punto 1.3 e) “Grado di riempimento” di
cui all’allegato del DM 15/05/96.
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Quantità di GPL in stoccaggio
Serbatoio Capacità
geometrica (mc)
Grado riempimento (Kg/mc)
Quantità stoccate (t)
Miscela A Miscela C Miscela A Miscela C S1
150
500
420
75
63
S2
150
500
420
75
63
S3
150
500
420
75
63
S4
100
500
420
50
42
S5
100
500
420
50
42
TOTALE
650
NA
NA
325
273
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A tale quantità sono da sommare le seguenti :
� stoccaggio max in recipienti mobili nel locale imbottigliamento : 5 t
� stoccaggio max in recipienti mobili nella area di stoccaggio pallets : 60 t
� quantità in tubazioni ed apparecchiature (stima) : 1 t
Pertanto la quantità massima stoccabile nel deposito risulta di :
325 + 65 + 1 = 391 t
In relazione al movimentato annuo previsto per il deposito, si precisa quanto segue:
MOVIMENTAZIONE G.P.L. ANNO 2009
In entrata
ton
In uscita
ton
Autobotti
7.400
4.600
Bombole
2.800
Totale
7.400
7.400
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1.B.1.2.6 INFORMAZIONI RELATIVE ALLE SOSTANZE TRATTATE
1.B.1.2.6.1 / 1.B.1.2.6.1.1 Identificazioni e dati delle sostanze
Le informazioni di interesse sono riportate in allegato n. 6.
1.B.1.2.6.2 Fasi dell'attività in cui le sostanze possono intervenire
Il GPL è presente in tutte le fasi di travaso, trasporto interno, stoccaggio e
miscelazione.
1.B.1.2.6.3 Quantità massime effettive previste
Le quantità massime effettive previste possibili nel deposito sono esposte al punto
1.B.1.2.5.
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1.B.1.2.6.4 Comportamento fisico-chimico nelle condizioni di normale
utilizzazione
Il GPL non dà luogo a fenomeni di instabilità nelle condizioni di temperature e
condizioni di esercizio.
1.B.1.2.6.5 Forme in cui il GPL può presentarsi o trasformarsi in caso di
anomalia
Nel deposito non vengono effettuati processi di lavorazione del GPL, ma unicamente
operazioni di movimentazione e miscelazione. In tali condizioni il GPL non dà luogo a
trasformazioni in caso di anomalia di funzionamento.
1.B.1.2.6.6 ALTRE SOSTANZE IN DEPOSITO E LORO COMPORTAMENTO
Altre sostanze in deposito, al fine di assicurare attività collaterali, sono :
� gasolio per motopompe e gruppo elettrogeno in modeste quantità;
� vernici.
Pur essendo il gasolio, classificato come un inquinante ambientale, in particolare per
l’ambiente acquatico, le quantità sono tali da non modificare, sostanzialmente, il
rischio potenziale del deposito.
Di questi prodotti vengono riportate in allegato n. 7 le schede di sicurezza.
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1.B.1.3 ANALISI PRELIMINARE PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE
CRITICHE
Ai fini di tale analisi si è fatto riferimento al Decreto del Ministero dell’Ambiente del
15/05/96 ed in particolare all’Appendice II “Metodo Indicizzato per la
categorizzazione dei depositi di GPL”.
In accordo a quanto definito al punto 3.1, l’impianto è stato suddiviso nelle seguenti
unità logiche:
� stoccaggio GPL in serbatoi fuori terra;
� punti di travaso;
� imbottigliamento;
� sala pompe e compressori GPL;
� stoccaggio pallettizzato bombole piene.
L’unità punti di travaso è stata suddivisa, nell’ambito dell’analisi indicizzata, in due
sottounità, trovandosi le stesse a distanza superiore a quella indicata al punto 3.1
App. III del DM 15/05/96.
I due punti di travaso presentano inoltre caratteristiche impiantistiche diverse,
essendo solo il PT n. 1 dotato di sistema di pesatura.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 48
Metodo Indicizzato per la
categorizzazione dei depositi di GPL
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 49
METODO INDICIZZATO PER LA CATEGORIZZAZIONE
DEI DEPOSITI DI GPL
SOCIETÀ : Ultragas C.M. S.p.A.
IMPIANTO : deposito di GPL
LOCALITÀ : Lecce
UNITÀ : Stoccaggio in serbatoi fuori terra
coibentati
SOSTANZE : Propano, Butano
INFORMAZIONI : Pressione : 18 bar
SUPPLEMENTARI Temperatura : -10/+50 oC
SOSTANZA : Propano
PREDOMINANTE
FATTORE SOSTANZA : B = 21
V.N.A. : Valore non applicabile
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 50
Dati riferiti all’unità: Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
3.4.1 Rischi specifici delle sostanze (M)
Riferim. Paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.1.1
Caratteristiche di miscelazione e
dispersione
m=30
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 51
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
3.4.2 Rischi generali di processo (P)
Riferim. Paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.2.1
Manipolazione
10
3.4.2.2
Trasferimento delle
sostanze
0
V.N.A.
3.4.2.3
Contenitori trasportabili
0
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 52
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. Paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.3.1
Alta pressione
p = 36
Serbatoi fuori terra
coibentati
3.4.3.2
Bassa temperatura
15
3.4.3.3
Temperatura
elevata
25
3.4.3.4
Corrosione ed erosione
0
Presenza di tronchetti
ispettivi e uso di metodologie non
distruttive
3.4.3.5
Perdite da giunti e guarnizioni
0
Costruzione saldata per
la maggior parte dei giunti con
accoppiamenti flangiati
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 53
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.3.6
Vibrazioni,
carichi ciclici etc.
0
3.4.3.7
Funzionamento entro campo di infiammabilità
0
V.N.A.
3.4.3.8
Rischio di esplosione
superiore alla media
40
3.4.3.9
Rischi
Elettrostatici
30
3.4.3.10
Rischio di
utilizzazione intensiva
-30
Nota n.1
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 54
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
3.4.4 Rischi dovuti alle quantità (Q)
Riferim. Paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
Totale sostanze in tonnellate
K = 273,5
Nota n. 2
Fattore quantità
Q = 105
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 55
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
3.4.5 Rischi connessi al lay-out (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.5.1
Altezza in metri
H = 3,6
Altezza da suolo del serbatoio ∼2,2 m
Altezza baricentro del serbatoio di maggiore
diametro = 1,4 m
3.4.5.2
Area di lavoro in metri quadrati
N = 640
• superficie in pianta dei serbatoi e della trincea tubazioni : 320 m2
• presenza di un sistema di allontanamento e raccolta rilasci
• Area N = 320 x 2 = 640 mq
3.4.5.3
Progettazione
struttura
-20
Capacità massima di un
serbatoio : 150 mc
3.4.5.4
Effetto domino
0
H minore di 15 m
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 56
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
3.4.5 Rischi connessi al lay-out (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.5.5
Conformazione sotto il suolo
0
Assenza di pozzetti adiacenti a bacini di drenaggio entro i 20
metri
3.4.5.6
Drenaggio superficie
0
Presenza di pavimentazione in
pendenza >1% con drenaggio all’esterno
dell’area.
3.4.5.7
Altre
caratteristiche
0
Area inferiore a 900
mq
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 57
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
B Fattore sostanza 21
K Quantità totale sostanza 273,5
N Area normale di lavoro 640
M Rischi specifici delle sostanze 30
P Rischi generali di processo 10
S Rischi particolari di processo 116
M Caratteristiche miscelazione e dispersione 30
p Alta pressione 36
Q Fattore quantità 105
H Altezza 3,6
t Temperatura 40
L Rischi connessi al lay-out -20
D Indice di DOW 90,39
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 58
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
INDICE DI INCENDIO
F = B * K/N 8,97
INDICE DI ESPLOSIONE CONFINATA
C = 1+(M + P + S)/100 2,56
INDICE DI ESPLOSIONE IN ARIA
A = B (1+m/100) (1+p) (Q*H*C/1000) (t+273)/300 1019,81
INDICE DI RISCHIO GENERALE
G = D (1+0,2 C A F* ) 4517
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 59
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
4.1 Contenimento (K1)
Riferim. Paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.1.1
Apparecchi a
pressione
1
4.1.2
Condotte di
trasferimento
0,900
Saldature radiografate
al 100%
4.1.3
Sistemi di
contenimento supplementari
1
V.N.A.
4.1.4
Sistemi di
rilevamento perdite
0,595
• 0,70 rete di rilevatori di gas con blocco valvole pneumatiche ed allarme riportato in sala controllo
• 0,85 i rilevatori di gas attivano automaticamente gli impianti fissi di irrorazione acqua
4.1.5
Scarichi di
emergenza e funzionali
0,900
Collettore degli spurghi
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 60
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
4.2 Controllo del processo (K2)
Riferim. Paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.2.1
Sistemi di allarme e blocco
0,438
• 0,80 sistema indipendente di allarme e blocco per altissimo livello che comanda la chiusura delle valvole pneumatiche;
• 0,95 il sistema di blocco agisce anche sull’arresto dei sistemi di pompaggio;
• 0,80 esiste un secondo sistema indipendente per il controllo del livello
• 0,90 doppia fonte di energia per i sistemi di blocco
• 0,80 sistemi di blocco verificati con studio di rischio
4.2.2
Controllo
centralizzato
0,720
• 0,80 parametri di interesse riportati in Sala Controllo;
• 0,90 gestione centralizzata logiche di blocco.
4.2.3 Istruzioni operative
0,700 Nota n.3
4.2.4
Sorveglianza dell’impianto
0,810
• 0,90 Efficaci sistemi antiaccensione e controllo movimento veicoli
• 0,90 Sistemi di radio bidirezionali.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 61
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
4.3 Atteggiamento nei riguardi della sicurezza (K3)
Riferim. Paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.3.1
Gestione della sicurezza
0,654
Nota n. 4
4.3.2
Addestramento alla
sicurezza
0,810
Programma regolare di corsi addestramento
per i dipendenti esteso anche alle ditte
appaltatrici
4.3.3
Procedure di
manutenzione e sicurezza
0,855
• 0,95 Controlli non
distruttivi eseguiti dalla società
• 0,90 Procedura permessi di lavoro a norme UNI
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 62
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
4.4 Protezioni antincendio (K4)
Riferim. Paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.4.1
Protezione delle strutture
0,630
Serbatoi fuori terra
coibentati
4.4.2
Barriere
1
V.N.A.
4.4.3
Protezione delle apparecchiature
dagli incendi
0,630
• 0,90 sistema di irrorazione attivabile dai rilevatori di incendio
• 0,70 sistema Fail-Safe
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 63
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
4.5 Isolamento ed eliminazione delle sostanze (K5)
Riferim. Paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.5.1
Sistemi di drenaggio
0,80
Sistema di
allontanamento e raccolta rilasci
4.5.2
Sistemi a valvole
0,63
• 0,95 presenza di
valvole di eccesso di flusso
• 0,95 presenza di valvole con teleindi-cazione del proprio stato
• 0,70 sistema di iniezio-ne acqua ai serbatoi
4.5.3
Ventilazione e diluizione
1
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 64
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
4.6 Operazioni antincendio (K6)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.6.1
Allarmi per incendio
0,810
• 0,90 Rete di rileva-
tori di incendio • 0,90 Allarmi riportati
in sala controllo
4.6.2
Impianti fissi di estinzione
0,700
Prove periodiche con
cadenza almeno mensile degli impianti
4.6.3
Estintori portatili
0,810
• 0,90 Disponibilità di apparecchiature carrellate
• 0,90 Disponibilità di bobine di manichette antincendio
4.6.4
Assistenza dei Vigili del fuoco
1
4.6.5
Cooperazione di
stabilimento
0,810
• 0,90 Esercitazioni
semestrali con richie-sta di partecipazione dei VV.F.
• 0,90 Prove a fuoco con frequenza annuale
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 65
Calcolo indici compensati
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio in serbatoi fuori terra coibentati
K1 = 0,482
K2 = 0,179
K3 = 0,453
K4 = 0,397
K5 = 0,504
K6 = 0,372
Indice generale di rischio compensato :
G’ = G (K1 * K2 * K3 * K4 * K5 * K6) = 13
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 66
METODO INDICIZZATO PER LA CATEGORIZZAZIONE
DEI DEPOSITI DI GPL
SOCIETÀ : Ultragas C.M. S.p.A.
IMPIANTO : deposito di GPL LOCALITÀ : Lecce UNITÀ : Punti di travaso ATB SOTTOUNITÀ : Punto di travaso n. 1 SOSTANZE : Propano, Butano INFORMAZIONI :Pressione : 18 bar
SUPPLEMENTARI Temperatura : -10/50 °C
SOSTANZA : Propano
PREDOMINANTE FATTORE SOSTANZA : B = 21 V.N.A. : Valore non applicabile
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 67
Dati riferiti all’unità: Punto di travaso n. 1
3.4.1 Rischi specifici delle sostanze (M)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.1.1
Caratteristiche di miscelazione e
dispersione
m=30
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 68
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
3.4.2 Rischi generali di processo (P)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.2.1
Manipolazione
0
V.N.A.
3.4.2.2
Trasferimento delle
sostanze
25
3.4.2.3
Contenitori trasportabili
100
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 69
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.3.1
Alta pressione
p=46
3.4.3.2
Bassa temperatura
15
3.4.3.3
Temperatura
elevata
25
3.4.3.4
Corrosione ed erosione
0
Programma di
manutenzione superfici esterne
3.4.3.5
Perdite da giunti e guarnizioni
0
Costruzione saldata per
la maggior parte dei giunti con
accoppiamenti flangiati tali da garantire
un’adeguata tenuta.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 70
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.3.6
Vibrazioni,
carichi ciclici etc.
30
Presenza di braccio
rigido sulla fase liquida e manichetta su quella
gassosa
3.4.3.7
Funzionamento entro campo di infiammabilità
0
V.N.A.
3.4.3.8
Rischio di esplo-
sione superiore alla media
40
3.4.3.9
Rischi
elettrostatici
30
3.4.3.10
Rischio di
utilizzazione intensiva
0
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 71
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
3.4.4 Rischi dovuti alle quantità (Q)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
Totale sostanze in tonnellate
K = 20,3
N. 1 ATB da 20 t Rilascio : • Diametro equivalente : 2”
(unità in categoria A) • Tempo di rilascio : 20 s
(valvole ad azionamento automatico)
• Portata di rilascio : 15 Kg/s
• Quantità totale : 15 Kg/s x 20 s = 300 Kg
Fattore quantità
Q = 52
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 72
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
3.4.5 Rischi connessi al lay-out (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.5.1
Altezza in metri
H = 0,95
3.4.5.2
Area di lavoro in metri quadrati
N = 75
Superficie in pianta dei vettori : ATB da 20 t = 25 mq Aumentate di 1,5 volte per tener conto dell’area potenzialmente impegnata dagli organi di collegamento. Impianto fisso antin-cendio a copertura degli organi di collegamento
3.4.5.3
Progettazione struttura
0
3.4.5.4
Effetto domino
0
Distanza di circa 34 m dai serbatoi fuori terra e presenza di muro di
schermo
3.4.5.5
Conformazione sotto il suolo
0
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 73
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
3.4.5 Rischi connessi al lay-out (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.5.6
Drenaggio superficie
100
3.4.5.7
Altre
Caratteristiche
0
Area di lavoro inferiore
a 900 mq
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 74
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
B Fattore sostanza 21
K Quantità totale sostanza 20,3
N Area normale di lavoro 75
M Rischi specifici delle sostanze 30
P Rischi generali di processo 125
S Rischi particolari di processo 186
M Caratteristiche miscelazione e dispersione 30
p Alta pressione 46
Q Fattore quantità 52
H Altezza 0,95
t Temperatura 50
L Rischi connessi al lay-out 100
D Indice di DOW 269,04
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 75
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
INDICE DI INCENDIO
F = B * K/N 5,68
INDICE DI ESPLOSIONE CONFINATA
C = 1+(M + P + S)/100 4,41
INDICE DI ESPLOSIONE IN ARIA
A = B (1+m/100) (1+p) (Q*H*C/1000) (t+273)/300 300,96
INDICE DI RISCHIO GENERALE
G = D (1+0,2 C A F* ) 10080
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 76
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
4.1 Contenimento (K1)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.1.1
Apparecchi a
pressione
0,800
Bracci metallici sulla fase
liquida
4.1.2
Condotte di
trasferimento
0,900
Saldature radiografate
al 100 %
4.1.3
Sistemi di
contenimento supplementari
1
V.N.A.
4.1.4
Sistemi di
rilevamento perdite
0,595
• 0,70 rete di rilevatori
gas con chiusura valvole pneumatiche ed allarme riportato in sala controllo
• 0,85 i rilevatori di gas attivano automati-camente gli impianti fissi di irrorazione
4.1.5
Scarichi di
emergenza e funzionali
1
Gli scarichi sono convogliati ed emessi all’atmosfera a quota superiore ai 2 m di altezza e direzionati
verso l’alto
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 77
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
4.2 Controllo del processo (K2)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.2.1
Sistemi di allarme e blocco
0,490
• 0,85 Operazioni di travaso inibite in caso di mancata messa a terra del veicolo
• 0,90 doppia fonte di energia
• 0,8 sistema di pesatura con bascula al di sopra del piano campagna
• 0,8 sistemi di blocco verificati con studio di rischio
4.2.2
Controllo centralizzato
0,720
• 0,80 parametri di interesse riportati in Sala Controllo
• 0,90 gestione centralizzata logiche di blocco
4.2.3
Istruzioni operative
0,700
Nota n.3
4.2.4
Sorveglianza dell’impianto
0,810
• 0,90 Efficaci sistemi
antiaccensione e controllo del movi-mento dei veicoli
• 0,90 Sistema di radio bidirezionali
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 78
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
4.3 Atteggiamento nei riguardi della sicurezza (K3)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.3.1
Gestione della sicurezza
0,654
Nota n. 4
4.3.2
Addestramento alla
sicurezza
0,810
Programma regolare di corsi di addestramento per i dipendenti esteso
anche alle ditte appaltatrici
4.3.3
Procedure di manutenzione e
sicurezza
0,855
• 0,95 Controlli non
distruttivi eseguiti dalla Società
• 0,90 Procedura permessi di lavoro a norme UNI
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 79
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
4.4 Protezioni antincendio (K4)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.4.1
Protezione delle strutture
1
V.N.A.
4.4.2
Barriere
0,900
Parete di separazione dall’adiacente punto di
travaso n. 2
4.4.3
Protezione delle apparecchiature
dagli incendi
0,630
• 0,90 Sistema di
irrorazione attivabile dai rilevatori di incendio
• 0,70 sistema Fail-safe
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 80
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 1
4.5 Isolamento ed eliminazione delle sostanze (K5)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.5.1
Sistemi di drenaggio
1
4.5.2
Sistemi
a valvole
0,476
• 0,85 Presenza di valvole di eccesso di flusso
• 0,70 metodi per l’intercettazione a distanza di eventuali rilasci del vettore in travaso
• 0,80 collegamenti dotati di accoppiamenti auto-sigillanti
4.5.3
Ventilazione e diluizione
0,90
Rilevatori gas tarati al
25% LIE
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 81
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n.1
4.6 Operazioni antincendio (K6)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.6.1
Allarmi per incendio
0,810
• 0,90 Rete di
rilevatori incendio • 0,90 Allarmi
riportati in sala controllo
4.6.2
Impianti fissi di
estinzione
0,700
Prove periodiche con
cadenza almeno mensile degli impianti
4.6.3
Estintori portatili
0,810
• 0,90 disponibilità di
apparecchiature carrellate
• 0,90 disponibilità di bobine di manichet-te
4.6.4
Assistenza dei Vigili del fuoco
1
4.6.5
Cooperazione di
stabilimento
0,810
• 0,90 Esercitazioni semestrali con richie-sta di partecipazione dei VV.F.
• 0,90 Prove a fuoco con frequenza an-nuale
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 82
Calcolo indici compensati
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n.1
K1 = 0,428
K2 = 0,200
K3 = 0,453
K4 = 0,567
K5 = 0,428
K6 = 0,372
Indice generale di rischio compensato :
G’ = G (K1 * K2 * K3 * K4 * K5 * K6) = 35
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 83
METODO INDICIZZATO PER LA CATEGORIZZAZIONE DEI DEPOSITI DI GPL
SOCIETÀ : Ultragas C.M. S.p.A.
IMPIANTO : deposito di GPL LOCALITÀ : Lecce UNITÀ : Punti di travaso ATB SOTTOUNITA’ : Punto di travaso n. 2 (*) SOSTANZE : Propano, Butano INFORMAZIONI :Pressione : 18 bar
SUPPLEMENTARI Temperatura : -10/50 °C
SOSTANZA : Propano
PREDOMINANTE FATTORE SOSTANZA : B = 21 V.N.A. : Valore non applicabile
(*)a differenza del PT n° 1 il PT n° 2 non è dotato di pesa a bascula ma di contatore volumentrico
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 84
Dati riferiti all’unità: Punto di travaso n. 2
3.4.1 Rischi specifici delle sostanze (M)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.1.1
Caratteristiche di miscelazione e
dispersione
m=30
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 85
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
3.4.2 Rischi generali di processo (P)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.2.1
Manipolazione
0
V.N.A.
3.4.2.2
Trasferimento delle
sostanze
25
3.4.2.3
Contenitori trasportabili
100
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 86
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.3.1
Alta pressione
p=46
3.4.3.2
Bassa temperatura
15
3.4.3.3
Temperatura
elevata
25
3.4.3.4
Corrosione ed erosione
0
Programma di
manutenzione superfici esterne
3.4.3.5
Perdite da giunti e guarnizioni
0
Costruzione saldata per
la maggior parte dei giunti con
accoppiamenti flangiati tali da garantire
un’adeguata tenuta.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 87
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.3.6
Vibrazioni,
carichi ciclici etc.
30
Presenza di braccio
rigido sulla fase liquida e manichetta su quella
gassosa
3.4.3.7
Funzionamento entro campo di infiammabilità
0
V.N.A.
3.4.3.8
Rischio di esplo-
sione superiore alla media
40
3.4.3.9
Rischi
elettrostatici
30
3.4.3.10
Rischio di
utilizzazione intensiva
0
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 88
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
3.4.4 Rischi dovuti alle quantità (Q)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
Totale sostanze in tonnellate
K = 20,3
N. 1 ATB da 20 t Rilascio : • Diametro equivalente : 2”
(unità in categoria A) • Tempo di rilascio : 20 sec
(valvole ad azionamento automatico)
• Portata di rilascio : 15 Kg/s
Quantità totale : 34 Kg/s x 20 s = 300 Kg
Fattore quantità
Q=52
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 89
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
3.4.5 Rischi connessi al lay-out (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.5.1
Altezza in metri
H = 0,95
3.4.5.2
Area di lavoro in metri quadrati
N = 75
Superficie in pianta dei vettori : ATB da 20 t = 25 mq Aumentate di 1,5 volte per tener conto dell’area potenzialmente impegnata dagli organi di collegamento. Impianto fisso antin-cendio a copertura degli organi di collegamento.
3.4.5.3
Progettazione struttura
0
3.4.5.4
Effetto domino
0
Distanza di circa 40 m dai serbatoi fuori terra e presenza di muro di
schermo
3.4.5.5
Conformazione sotto il suolo
0
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 90
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
3.4.5 Rischi connessi al lay-out (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.5.6
Drenaggio superficie
100
3.4.5.7
Altre
caratteristiche
0
Area di lavoro inferiore
a 900 mq
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 91
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
B Fattore sostanza 21
K Quantità totale sostanza 20,3
N Area normale di lavoro 75
M Rischi specifici delle sostanze 30
P Rischi generali di processo 125
S Rischi particolari di processo 186
M Caratteristiche miscelazione e dispersione 30
p Alta pressione 46
Q Fattore quantità 52
H Altezza 0,95
t Temperatura 50
L Rischi connessi al lay-out 100
D Indice di DOW 269,04
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 92
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
INDICE DI INCENDIO
F = B * K/N 5,68
INDICE DI ESPLOSIONE CONFINATA
C = 1+(M + P + S)/100 4,41
INDICE DI ESPLOSIONE IN ARIA
A = B (1+m/100) (1+p) (Q*H*C/1000) (t+273)/300 300,96
INDICE DI RISCHIO GENERALE
G = D (1+0,2 C A F* ) 10080
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 93
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
4.1 Contenimento (K1)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.1.1
Apparecchi a
pressione
0,800
Bracci metallici sulla linea fase liquida
4.1.2
Condotte di
trasferimento
0,900
Saldature radiografate
al 100%
4.1.3
Sistemi di
contenimento supplementari
1
V.N.A.
4.1.4
Sistemi di
rilevamento perdite
0,595
• 0,70 rete di rilevatori
gas con blocco valvole pneumatiche ed allarme riportato in sala controllo
• 0,85 i rilevatori di gas
attivano automati-camente gli impianti fissi di irrorazione acqua
4.1.5
Scarichi di
emergenza e funzionali
1
Gli scarichi sono convogliati ed emessi all’atmosfera a quota superiore ai 2 m dall’area di rilascio e direzionati verso l’alto
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 94
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
4.2 Controllo del processo (K2)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.2.1
Sistemi di allarme e blocco
0,612
• 0,85 operazioni di
travaso inibite in caso di mancata messa a terra del veicolo
• 0,90 doppia fonte di energia.
• 0,80 sistemi di blocco verificati con studio di rischio
4.2.2
Controllo
centralizzato
0,720
• 0,80 parametri di interesse riportati in sala controllo
• 0,90 gestione centralizzata delle logiche di blocco
4.2.3
Istruzioni operative
0,700
Nota n.3
4.2.4
Sorveglianza dell’impianto
0,810
• 0,90 Efficaci sistemi antiaccensione e controllo del movi-mento dei veicoli
• 0,90 Sistemi di radio bidirezionali
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 95
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
4.3 Atteggiamento nei riguardi della sicurezza (K3)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.3.1
Gestione della sicurezza
0,654
Nota n. 4
4.3.2
Addestramento alla
sicurezza
0,810
Programma regolare di corsi di addestramento per i dipendenti esteso
anche alle ditte appaltatrici
4.3.3
Procedure di manutenzione e
sicurezza
0,855
• 0,95 Controlli non distruttivi eseguiti dalla Società
• 0,90 Procedura permessi di lavoro a norme UNI
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 96
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
4.4 Protezioni antincendio (K4)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.4.1
Protezione delle strutture
1
V.N.A.
4.4.2
Barriere
0,900
Parete di separazione dal punto di travaso attiguo e dai serbatoi
4.4.3
Protezione delle apparecchiature
dagli incendi
0,630
• 0,90 sistema di
irrorazione attivabile dai rilevatori di incendio
• 0,70 sistema Fail-safe
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 97
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
4.5 Isolamento ed eliminazione delle sostanze (K5)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.5.1
Sistemi di drenaggio
1
4.5.2
Sistemi
a valvole
0,476
• 0,85 Presenza di valvole di eccesso di flusso
• 0,70 metodi per l’intercettazione a distanza di eventuali rilasci del vettore in travaso
• 0,80 collegamenti dotati di accoppiamenti autosigillanti
4.5.3
Ventilazione e diluizione
0,900
Rilevatori gas tarati al
25 % LIE
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 98
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
4.6 Operazioni antincendio (K6)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.6.1
Allarmi per incendio
0,810
• 0,90 Rete di
rilevatori incendio • 0,90 Allarmi
riportati in sala controllo
4.6.2
Impianti fissi di
estinzione
0,700
Prove periodiche con
cadenza almeno mensile
4.6.3
Estintori portatili
0,810
• 0,90 disponibilità di
apparecchiature carrellate
• 0,90 disponibilità di bobine di manichet-te antincendio
4.6.4
Assistenza dei Vigili del fuoco
1
4.6.5
Cooperazione di
stabilimento
0,810
• 0,90 Esercitazioni semestrali con richie-sta di partecipazione dei VV.F.
• 0,90 Prove a fuoco con frequenza an-nuale
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 99
Calcolo indici compensati
Dati riferiti all’unità : Punto di travaso n. 2
K1 = 0,428
K2 = 0,250
K3 = 0,453
K4 = 0,567
K5 = 0,428
K6 = 0,372
Indice generale di rischio compensato :
G’ = G (K1 * K2 * K3 * K4 * K5 * K6) = 44
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 100
METODO INDICIZZATO PER LA CATEGORIZZAZIONE
DEI DEPOSITI DI GPL
SOCIETÀ : Ultragas C.M. SpA
IMPIANTO : deposito di GPL
LOCALITÀ : Lecce
UNITÀ : Imbottigliamento
SOSTANZE : Propano, Butano
INFORMAZIONI : Pressione : 18 bar
SUPPLEMENTARI Temperatura:10/50°C
SOSTANZA : Propano
PREDOMINANTE FATTORE SOSTANZA : B = 21 V.N.A. :Valore non
applicabile
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 101
Dati riferiti all’unità: Imbottigliamento
3.4.1 Rischi specifici delle sostanze (M)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.1.1
Caratteristiche di miscelazione e
dispersione
m=30
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 102
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
3.4.2 Rischi generali di processo (P)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.2.1
Manipolazione
10
Deposito temporaneo bombole nel locale imbottigliamento superiore a 3000 Kg
3.4.2.2
Trasferimento delle
sostanze
25
3.4.2.3
Contenitori trasportabili
40
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 103
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.3.1
Alta pressione
p=46
3.4.3.2
Bassa temperatura
15
3.4.3.3
Temperatura
elevata
25
3.4.3.4
Corrosione ed erosione
0
Manutenzione periodica
bombole
3.4.3.5
Perdite da giunti
e guarnizioni
0
Costruzione saldata per
la maggior parte dei giunti
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 104
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.3.6
Vibrazioni,
carichi ciclici etc.
50
3.4.3.7
Funzionamento entro campo di infiammabilità
100
3.4.3.8
Rischio di esplo-
sione superiore alla media
40
3.4.3.9
Rischi
Elettrostatici
30
3.4.3.10
Rischio di
utilizzazione intensiva
0
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 105
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
3.4.4 Rischi dovuti alle quantità (Q)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
Totale sostanze in tonnellate
K =5,3
• Unità categoria A • Rottura tubo di
diametro equivalente da 2” Q = 15 Kg/s (fig. III/5b) t = 20 s (presenza valvole pneumatiche) Quantità rilasciata = 15 x 20 = 300 Kg
• Stoccaggio massimo 5 t
Fattore quantità
Q = 30
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 106
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
3.4.5 Rischi connessi al layout (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.5.1
Altezza in metri
H = 3,0
Stima su altezza
tubazioni
3.4.5.2
Area di lavoro in metri quadrati
N = 480
Area del locale ad uso
dell’attività
3.4.5.3
Progettazione
struttura
0
V.N.A.
3.4.5.4
Effetto domino
0
Distanza di 20 metri fra i serbatoi fuori terra e l’area di stoccaggio
bombole
3.4.5.5
Conformazione sotto il suolo
75
Presenza di vano giostra a quota
inferiore a quella della pavimentazione
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 107
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
3.4.5 Rischi connessi al layout (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.5.6
Drenaggio superficie
0
V.N.A.
3.4.5.7
Altre
caratteristiche
0
Area normale di lavoro
inferiore a 900 mq
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 108
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
B Fattore sostanza 21
K Quantità totale sostanza 5,3
N Area normale di lavoro 480
M Rischi specifici delle sostanze 30
P Rischi generali di processo 75
S Rischi particolari di processo 306
M Caratteristiche miscelazione e dispersione 30
p Alta pressione 46
Q Fattore quantità 30
H Altezza 3
t Temperatura 50
L Rischi connessi al lay-out 75
D Indice di DOW 244,13
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 109
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : imbottigliamento
INDICE DI INCENDIO
F = B * K/N 0,23
INDICE DI ESPLOSIONE CONFINATA
C = 1+(M + P + S)/100 5,11
INDICE DI ESPLOSIONE IN ARIA
A = B (1+m/100) (1+p) (Q*H*C/1000) (t+273)/300 635,34
INDICE DI RISCHIO GENERALE
G = D (1+0,2 C A F* ) 3260
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 110
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
4.1 Contenimento (K1)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.1.1
Apparecchi a
pressione
1
V.N.A.
4.1.2
Condotte di
trasferimento
0,900
Saldature radiografate
al 100 %
4.1.3
Sistemi di
contenimento supplementari
1
V.N.A.
4.1.4
Sistemi di
rilevamento perdite
0,595
• 0,70 rete di rile-vatori gas con chiusura valvole pneumatiche e allarme riportato in Sala Controllo
• 0,85 i rilevatori di gas attivano gli impianti fissi di irrorazione
4.1.5
Scarichi di
emergenza e funzionali
1
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 111
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
4.2 Controllo del processo (K2)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.2.1
Sistemi di allarme e blocco
0,720
• 0,80 sistemi di blocco verificati con studio di rischio
• 0,90 Presenza di una doppia fonte di energia
4.2.2
Controllo centralizzato
0,720
• 0,80 parametri di interesse riportati in sala controllo
• 0,90 gestione cen-tralizzata logiche di blocco
4.2.3
Istruzioni operative
0,700
Nota n. 3
4.2.4
Sorveglianza dell’impianto
0,810
• 0,9 Efficaci sistemi
antiaccensione e controllo del movi-mento dei veicoli;
• 0,9 Sistema di radio bidirezionali;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 112
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
4.3 Atteggiamento nei riguardi della sicurezza (K3)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.3.1
Gestione della sicurezza
0,654
Nota n. 4
4.3.2
Addestramento alla
sicurezza
0,810
Programma regolare di corsi addestramento
per i dipendenti esteso anche alle ditte
appaltatrici
4.3.3
Procedure di
manutenzione e sicurezza
0,855
• 0,95 Controlli non distruttivi eseguiti dalla Società.
• 0,9 Procedura per-messi di lavoro a norme UNI
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 113
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
4.4 Protezioni antincendio (K4)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.4.1
Protezione delle strutture
1
4.4.2
Barriere
1
V.N.A.
4.4.3
Protezione delle apparecchiature
dagli incendi
0,630
• 0,90 sistema di irrorazione attivabile dai rilevatori di incendio
• 0,70 Sistema del tipo fail-safe
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 114
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
4.5 Isolamento ed eliminazione delle sostanze (K5)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.5.1
Sistemi di drenaggio
1
V.N.A.
4.5.2
Sistemi
a valvole
1
4.5.3
Ventilazione e diluizione
0,900
Rilevatori gas tarati al
25% LIE
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 115
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
4.6 Operazioni antincendio (K6)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.6.1
Allarmi per incendio
0,810
• 0,90 Rete di rileva-
tori di incendio • 0,90 Allarmi riporta-
ti in sala controllo
4.6.2
Impianti fissi di estinzione
0,700
Prove periodiche con
cadenza almeno mensile
4.6.3
Estintori portatili
0,810
• 0,90 Disponibilità di apparecchiature car-rellate
• 0,90 Disponibilità di bobine di manichet-te antincendio
4.6.4
Assistenza dei Vigili del fuoco
1
4.6.5
Cooperazione di
stabilimento
0,810
• 0,90 Esercitazioni semestrali con ri-chiesta di parteci-pazione dei VV.F.
• 0,90 Prove a fuoco con frequenza an-nuale
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 116
Calcolo indici compensati
Dati riferiti all’unità : Imbottigliamento
K1 = 0,540
K2 = 0,294
K3 = 0,453
K4 = 0,630
K5 = 0,900
K6 = 0,372
Indice generale di rischio compensato :
G’ = G (K1 * K2 * K3 * K4 * K5 * K6) = 49
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 117
METODO INDICIZZATO PER LA CATEGORIZZAZIONE DEI DEPOSITI DI GPL
SOCIETÀ : Ultragas C.M. SpA IMPIANTO : deposito di GPL LOCALITÀ : Lecce UNITÀ : Sala
pompe/compressori GPL
SOSTANZE : Propano, Butano
INFORMAZIONI : Pressione : 18 bar SUPPLEMENTARI Temperatura:10/50°C SOSTANZA : Propano PREDOMINANTE FATTORE SOSTANZA : B = 21 V.N.A. : Valore non
applicabile
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 118
Dati riferiti all’unità: Sala pompe/compressori GPL
3.4.1 Rischi specifici delle sostanze (M)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.1.1
Caratteristiche di miscelazione e
dispersione
m=30
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 119
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
3.4.2 Rischi generali di processo (P)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.2.1
Manipolazione
0
V.N.A.
3.4.2.2
Trasferimento delle
sostanze
0
V.N.A.
3.4.2.3
Contenitori trasportabili
0
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 120
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.3.1
Alta pressione
p=46
3.4.3.2
Bassa temperatura
15
3.4.3.3
Temperatura
elevata
25
3.4.3.4
Corrosione ed erosione
0
V.N.A.
3.4.3.5
Perdite da giunti e guarnizioni
20
Tenute pompe
presumibilmente soggette a qualche
perdita di lieve entità
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 121
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.3.6
Vibrazioni,
carichi ciclici etc.
50
Presenza di
compressori alternativi
3.4.3.7
Funzionamento entro campo di infiammabilità
0
V.N.A.
3.4.3.8
Rischio di esplo-
sione superiore alla media
40
3.4.3.9
Rischi
Elettrostatici
30
3.4.3.10
Rischio di
utilizzazione intensiva
0
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 122
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
3.4.4 Rischi dovuti alle quantità (Q)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
Totale sostanze in tonnellate
K = 0,8
Unità cat. A • Rottura tubo di diametro
equivalente a 2” Q = 15 Kg/s (Fig III/5b) t=20 secondi (presenza valvole di sezionamento)
Quantità rilasciata = 15 x 20 s = 300 Kg
• Contenuto pompe/ compressori circa 1 mc
Fattore quantità
Q = 6
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 123
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
3.4.5 Rischi connessi al layout (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.5.1
Altezza in metri
H = 1,5
3.4.5.2
Area di lavoro in metri quadrati
N = 42
3.4.5.3
Progettazione
struttura
-10
Costruzione
completamente aperta con sola tettoia di
copertura
3.4.5.4
Effetto domino
15
Distanza dai serbatoi
di circa10 m
3.4.5.5
Conformazione sotto il suolo
0
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 124
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
3.4.5 Rischi connessi al layout (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione Parametri scelti
3.4.5.6
Drenaggio superficie
100
Pavimentazione senza pendenza apprezzabile
3.4.5.7
Altre Caratteristiche
0
Area normale di lavoro
inferiore a 900 mq
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 125
Calcolo indici intrinseci
B Fattore sostanza 21
K Quantità totale sostanza 0,8
N Area normale di lavoro 42
M Rischi specifici delle sostanze 30
P Rischi generali di processo 0
S Rischi particolari di processo 226
M Caratteristiche miscelazione e dispersione 30
p Alta pressione 46
Q Fattore quantità 6
H Altezza 1,5
t Temperatura 50
L Rischi connessi al lay-out 105
D Indice di DOW 119,30
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 126
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : Pompe e compressori GPL
INDICE DI INCENDIO
F = B * K/N 0,40
INDICE DI ESPLOSIONE CONFINATA
C = 1+(M + P + S)/100 3,56
INDICE DI ESPLOSIONE IN ARIA
A = B (1+m/100) (1+p) (Q*H*C/1000) (t+273)/300 44,26
INDICE DI RISCHIO GENERALE
G = D (1+0,2 C A F* ) 477
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 127
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
4.1 Contenimento (K1)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
4.1.1
Apparecchi a
pressione
1
4.1.2
Condotte di
trasferimento
0,900
Saldature radiografate
al 100%
4.1.3
Sistemi di
contenimento supplementari
1
V.N.A.
4.1.4
Sistemi di
rilevamento perdite
0,700
Rete di rilevatori gas con chiusura valvole pneumatiche e allarme riportato in sala controllo
4.1.5
Scarichi di
emergenza e funzionali
1
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 128
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
4.2 Controllo del processo (K2)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.2.1
Sistemi di allarme e blocco
0,720
• 0,80 sistemi di blocco verificati con studio di rischio
• 0,90 Presenza di una doppia fonte di energia
4.2.2
Controllo centralizzato
1
V.N.A.
4.2.3
Istruzioni operative
0,700
Nota n. 3
4.2.4
Sorveglianza dell’impianto
0,810
• 0,90 Efficaci sistemi
antiaccensione e controllo del movimento dei veicoli
• 0,90 Sistema di radio bidirezionali.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 129
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
4.3 Atteggiamento nei riguardi della sicurezza (K3)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.3.1
Gestione della sicurezza
0,654
Nota n. 4
4.3.2
Addestramento alla
sicurezza
0,810
Programma regolare di corsi addestramento
per i dipendenti esteso anche alle ditte
appaltatrici
4.3.3
Procedure di
manutenzione e sicurezza
0,855
• 0,95 Controlli non
distruttivi eseguiti dalla Società
• 0,90 Procedura permessi di lavoro a norme UNI
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 130
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
4.4 Protezioni antincendio (K4)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.4.1
Protezione delle strutture
1
4.4.2
Barriere
1
V.N.A.
4.4.3
Protezione delle apparecchiature
dagli incendi
0,700
Sistema FAIL-SAFE
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 131
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
4.5 Isolamento ed eliminazione delle sostanze (K5)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione Parametri scelti
4.5.1
Sistemi di drenaggio
1
V.N.A.
4.5.2
Sistemi
a valvole
1
V.N.A.
4.5.3
Ventilazione e diluizione
0,900
Rilevatori gas tarati al
25% LIE
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 132
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
4.6 Operazioni antincendio (K6)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.6.1
Allarmi per incendio
0,810
• 0,90 Rete di rilevatori
incendi • 0,90 Allarmi riportati
in sala controllo
4.6.2
Impianti fissi di estinzione
0,700
Prove periodiche con
cadenza almeno mensile
4.6.3
Estintori portatili
0,810
• 0,90 Disponibilità di
apparecchiature carrellate
• 0,90 Disponibilità di bobine di manichette antincendio
4.6.4
Assistenza dei Vigili del fuoco
1
4.6.5
Cooperazione di
stabilimento
0,810
• 0,90 Esercitazioni
semestrali con richie-sta di partecipazione dei VV.F.
• 0,90 Prove a fuoco con frequenza annuale
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 133
Calcolo indici compensati
Dati riferiti all’unità : Sala pompe/compressori GPL
K1 = 0,630
K2 = 0,408
K3 = 0,453
K4 = 0,700
K5 = 0,900
K6 = 0,372
Indice generale di rischio compensato :
G’ = G (K1 * K2 * K3 * K4 * K5 * K6) = 13
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 134
METODO INDICIZZATO PER LA CATEGORIZZAZIONE
DEI DEPOSITI DI GPL
SOCIETÀ : ULTRAGAS C.M. SpA IMPIANTO : deposito di GPL LOCALITÀ : Lecce UNITÀ : Stoccaggio pallettizzato bombole piene SOSTANZE : Propano, Butano INFORMAZIONI : Pressione : 18 bar SUPPLEMENTARI Temperatura : -10/50 °C SOSTANZA PREDOMINANTE : Propano FATTORE SOSTANZA : B = 21 V.N.A. : Valore non applicabile
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 135
Dati riferiti all’unità: Stoccaggio pallettizzato bombole piene
3.4.1 Rischi specifici delle sostanze (M)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.1.1
Caratteristiche di miscelazione e
dispersione
m=30
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 136
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
3.4.2 Rischi generali di processo (P)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.2.1
Manipolazione
10
3.4.2.2
Trasferimento delle
sostanze
0
3.4.2.3
Contenitori trasportabili
40
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 137
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.3.1
Alta pressione
p = 46
3.4.3.2
Bassa temperatura
15
3.4.3.3
Temperatura
elevata
25
3.4.3.4
Corrosione ed erosione
0
Manutenzione periodica
bombole
3.4.3.5
Perdite da giunti e guarnizioni
0
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 138
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
3.4.3 Rischi particolari di processo (S)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.3.6
Vibrazioni,
carichi ciclici etc.
20
3.4.3.7
Funzionamento entro campo di infiammabilità
0
V.N.A.
3.4.3.8
Rischio di esplo-
sione superiore alla media
40
3.4.3.9
Rischi
elettrostatici
0
V.N.A.
3.4.3.10
Rischio di
utilizzazione intensiva
0
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 139
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
3.4.4 Rischi dovuti alle quantità (Q)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
Totale sostanze in tonnellate
K = 60
Fattore quantità
Q = 71
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 140
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
3.4.5 Rischi connessi al layout (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.5.1
Altezza in metri
H = 0,1
3.4.5.2
Area di lavoro in metri quadrati
N = 300
Area in pianta della zona
stoccaggio bombole
3.4.5.3
Progettazione
struttura
0
V.N.A.
3.4.5.4
Effetto domino
0
Distanza dal più vicino serbatoio di stoccaggio
pari a circa 30 m
3.4.5.5
Conformazione sotto il suolo
0
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 141
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
3.4.5 Rischi connessi al layout (L)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
3.4.5.6
Drenaggio superficie
100
Assenza di
pavimentazione con pendenza
3.4.5.7
Altre caratteristiche
0
Area di lavoro inferiore a
900 mq
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 142
Calcolo indici intrinseci
B Fattore sostanza 21
K Quantità totale sostanza 60
N Area normale di lavoro 300
M Rischi specifici delle sostanze 30
P Rischi generali di processo 50
S Rischi particolari di processo 146
M Caratteristiche miscelazione e dispersione 30
p Alta pressione 46
Q Fattore quantità 71
H Altezza 0,1
t Temperatura 50
L Rischi connessi al lay-out 100
D Indice di DOW 170,76
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 143
Calcolo indici intrinseci
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
INDICE DI INCENDIO
F = B * K/N 4,20
INDICE DI ESPLOSIONE CONFINATA
C = 1+(M + P + S)/100 3,26
INDICE DI ESPLOSIONE IN ARIA
A = B (1+m/100) (1+p) (Q*H*C/1000) (t+273)/300 31,97
INDICE DI RISCHIO GENERALE
G = D (1+0,2 C A F* ) 1641
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 144
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
4.1 Contenimento (K1)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore adottato
Giustificazione parametri scelti
4.1.1
Apparecchi a
pressione
1
V.N.A.
4.1.2
Condotte di
trasferimento
1
V.N.A.
4.1.3
Sistemi di
contenimento supplementari
1
V.N.A.
4.1.4
Sistemi di
rilevamento perdite
0,595
• 0,70 Esistenza di rilevatori fughe gas con blocco valvole e allarme
• 0,85 I rilevatori gas attivano automatica-mente l’impianto fisso di raffreddamento
4.1.5
Scarichi di
emergenza e funzionali
1
V.N.A.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 145
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
4.2 Controllo del processo (K2)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.2.1
Sistemi di allarme e blocco
0,720
• 0,90 sistemi di blocco alimentati da doppia fonte di energia
• 0,80 sistemi di blocco verificati con studio di rischio
4.2.2
Controllo centralizzato
1
4.2.3
Istruzioni operative
0,700
Nota n. 3
4.2.4
Sorveglianza dell’impianto
0,810
• 0,9 Efficaci sistemi
antiaccensione e controllo del movimento dei veicoli
• 0,90 Sistema di radio bidirezionali
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 146
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
4.3 Atteggiamento nei riguardi della sicurezza (K3)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.3.1
Gestione della sicurezza
0,654
Nota n. 4
4.3.2
Addestramento alla
sicurezza
0,810
Programma regolare di
corsi addestramento per i dipendenti esteso anche
alle ditte appaltatrici
4.3.3
Procedure di
manutenzione e sicurezza
0,855
• 0,90 procedure di
permessi di lavoro a norme UNI
• 0,95 controlli non distruttivi eseguiti dalla Società
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 147
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
4.4 Protezioni antincendio (K4)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.4.1
Protezione delle strutture
0,900
Unità completamente
aperta
4.4.2
Barriere
1
V.N.A.
4.4.3
Protezione delle apparecchiature
dagli incendi
0,630
• 0,90 sistema di
irrorazione attivabile dai rilevatori di incendio
• 0,70 Sistema del tipo fail-safe
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 148
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
4.5 Isolamento ed eliminazione delle sostanze (K5)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.5.1
Sistemi di drenaggio
1
V.N.A.
4.5.2
Sistemi
a valvole
1
V.N.A.
4.5.3
Ventilazione e diluizione
0,900
Rilevatori gas tarati al
25 % LIE
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 149
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
4.6 Operazioni antincendio (K6)
Riferim. paragrafo
Argomento Fattore Adottato
Giustificazione parametri scelti
4.6.1
Allarmi per incendio
0,810
• 0,90 Rilevatori di incendio in grado di intervenire entro 1 min
• 0,90 allarmi riportati in Sala Controllo
4.6.2
Impianti fissi di
estinzione
0,700
Prove periodiche degli
impianti
4.6.3
Estintori portatili
0,810
• 0,90 Disponibilità di apparecchiature carrellate
• 0,90 Disponibilità di bobine di manichette antincendio
4.6.4
Assistenza dei Vigili del fuoco
1
4.6.5
Cooperazione di
stabilimento
0,810
• 0,90 Esercitazioni
semestrali con richie-sta di partecipazione dei VV.F.
• 0,90 Frequenza an-nuale a prove a fuoco
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 150
Calcolo indici compensati
Dati riferiti all’unità : Stoccaggio pallettizzato bombole piene
K1 = 0,595
K2 = 0,408
K3 = 0,453
K4 = 0,567
K5 = 0,900
K6 = 0,372
Indice generale di rischio compensato :
G’ = G (K1 * K2 * K3 * K4 * K5 * K6) = 30
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 151
NOTA 1
ATB
t/a
� Movimentato annuo = 7.400 t/a
� Ki = 7.400 t/a
� Ku = 4.600 + 2.800/2 = 6.000 t
� K’i = 0
� K’u = 0
� Quantità massima stoccabile = 273 t
Movimentazione annua 6.000 � = = 21,98 Quantità massima stoccabile 273 � Numero di serbatoi : 4 (per i serbatoi fuori terra);
� Fattore di utilizzazione = -30
K’i + K’u � 1 + = 1 Ki + Ku
� Fattore adottato = -30
7.400
DEPOSITO
GPL
/
4.600
2.800
ATB
BOMBOLE
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 152
NOTA 2
Quantità totale :
� serbatoi fuori terra : 650 x 0,42= 273 t
� trincea tubazioni circa 0,5 t
NOTA 3
Il fattore compensativo è stato ottenuto considerando i seguenti fattori ponderali :
� procedure specifiche e dettagliate per ogni singola operazione (f.p. =
5);
� procedure per arresto d’emergenza e successiva rimessa in marcia (f.p. = 4);
� procedura per rimessa in marcia dopo manutenzione (f.p. = 4);
� procedura per bonifica tubazioni e serbatoi (f.p. = 4);
� procedure di controllo per modifica di apparecchi o linee (f.p. = 3);
� procedure di controllo per modifica di istruzioni operative (f.p. = 3);
� procedure d’emergenza dettagliate per ciascuna ipotesi incidentale prevedibile
(f.p.=7).
NOTA 4
Il fattore compensativo è ottenuto dal prodotto dei seguenti:
� 0,90 organizzazione centrale aziendale di sicurezza;
� 0,95 struttura aziendale centrale e responsabile delegato nello stabilimento per
la sicurezza;
� 0,85 vengono effettuate regolari verifiche da parte di strutture centrali aziendali
� 0,90 procedura di registrazione ed analisi dei guasti ed incidenti;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 153
1.B.1.3.1 CLASSIFICAZIONE DEL DEPOSITO E OSSERVAZIONI SUI
RISULTATI DELL’APPLICAZIONE DEL METODO INDICIZZATO
La tabella di seguito riportata riassume le risultanze derivanti dall’applicazione di
quanto previsto in Appendice II del DM 15/05/96.
Il deposito è classificato di 1a classe poiché tutte le unità logiche risultano di
categoria A.
UNITÀ
Indice di rischio
intrinseco
Indice di rischio
compensato
Categoria
Serbatoi fuori terra coibentati
4517
13
A
Punto di travaso n. 1
10080
35
A
Punto di travaso n. 2
10080
44
A
Imbottigliamento
3260
49
A
Sala pompe/compressori GPL
477
13
A
Stoccaggio pallettizzato bombole piene
1461
30
A
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 154
SEZIONE 1.C.1
SICUREZZA DELL'IMPIANTO
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 155
1.C.1.1 SANITÀ E SICUREZZA DELL’IMPIANTO
La Valutazione del Rischio del deposito è nel seguito sviluppata in accordo ai
contenuti dell’Allegato I del DPCM 31/03/89 e, come già anticipato al punto A.2, è
altresì sviluppata secondo i contenuti dell’Appendice III del D. Min. Ambiente
15/05/1996 ed in merito si rinvia all’Appendice I.
Tutto quanto sopra per omogeneizzare con i contenuti del RdS con quanto al SGS in
particolare in relazione all’art. 7 “Identificazione e Valutazione dei Pericoli Rilevanti”
del D. Min Ambiente 09/08/2000.
Più specificamente la Sezione 1.C.1 del presente RdS unitamente all’Appendice I
“Valutazione del Rischio ai sensi del D. Min. Ambiente 15/05/1996” ed alla “Verifica di
Compatibilità Territoriale” sono parte integrante del SGS della Ultragas CM SpA e
costituiscono aggiornamento dello stesso documento.
1.C.1.1.1 PROBLEMI NOTI DI SANITÀ E SICUREZZA
Gli impianti in esame presentano specifiche problematiche di sicurezza correlate ai
rilasci di energia risultando il GPL classificato come “estremamente infiammabile”,
come da Schede di Sicurezza in allegato n. 6.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 156
Dalle stesse Schede di Sicurezza si rileva che il GPL ha inoltre caratteristiche
esclusivamente asfissianti per cui minore risulta il rischio sanitario associato al rilascio
di tale sostanza.
Si riporta comunque nel seguito un elenco esaustivo circa il rischio associato ai rilasci
di GPL.
1.C.1.1.1.1 Odorizzazione e denaturazione
I GPL devono avere un odore caratteristico tale da poterne rilevare la presenza prima
che si creino condizioni di esplosività. Le operazioni di odorizzazione non vengono
svolte nel deposito in quanto il GPL vi giunge già odorizzato.
Anche l’operazione di denaturazione, da effettuare solo su GPL per combustione, è
già effettuata da parte del fornitore.
1.C.1.1.1.2 Rischio per tossicità
Dalle informazioni riportate sul Propano e Butano (allegato n. 6), questi risultano non
tossici, ma “asfissianti semplici”.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 157
1.C.1.1.1.3 Rischi di asfissia
L'accumulo dei vapori di GPL in ambiente può produrre asfissia.
Non si tratta di un fenomeno di asfissia totale ma di carenza di ossigeno i cui primi
sintomi sono (proposta di revisione 2004 dell'ACGIH "American Conference of
Industrial Hygienists) l'incremento della respirazione (fame d'aria) e dei battiti
cardiaci.
Tali fenomeni sono reversibili, ripristinando le condizioni normali, e si verificano
quando la pressione parziale dell'ossigeno nei capillari dei polmoni si riduce a meno
di 60 torr a cui corrisponde una pressione parziale dell'ossigeno nell'aria ambiente di
120 torr.
Il limite di sicurezza, raccomandato dall'ACGIH, è di 132 torr a cui corrisponde una
percentuale d'ossigeno aria secca a livello del mare, del 16%.
Affinché l'ossigeno nell'aria si riduca dal 21% al 16% è necessaria una
concentrazione di GPL pari al 24%.
Considerato che l'impianto ha attrezzature completamente all'aperto, concentrazioni
di GPL così elevate riguardano volumi, in corrispondenza dei punti di perdita,
talmente piccoli da non costruire un rischio per le persone.
Inoltre gli ambienti confinati si trovano a distanze tali dalle possibili fonti di rilascio
che non è ragionevole prevedere il raggiungimento di simili concentrazioni.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 158
1.C.1.1.1.4 Rischio criogenico
I GPL sono stoccati sotto pressione, a temperatura ambiente.
In caso di rilascio di GPL lo stesso tende a vaporizzare determinando i seguenti
fenomeni (fonte TNO EFFECTS) :
� Flash-off: il fenomeno è legato alla ebollizione spontanea del liquido per
riduzione alla pressione atmosferica. Il liquido si raffredderà raggiungendo la
sua temperatura di ebollizione alla pressione atmosferica (-42°C per il propano);
� Miscelazione con aria: il rilascio di GPL genera un getto costituito da goccioline
di GPL. Tali goccioline si mescolano con l’aria ed il calore presente nell’aria
causerà l’evaporazione delle gocce. In tal caso, la temperatura della miscela
aria/vapore diminuirà al di sotto della sua temperatura di ebollizione.
Le persone coinvolte in tali incidenti possono, quindi, subire lesioni da congelamento.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 159
1.C.1.1.1.5 Rischio da prodotti di combustione
La combustione del GPL produce CO2 (anidride carbonica), gas asfissiante ed, in
carenza di ossigeno, può produrre CO (monossido di carbonio), gas fortemente
tossico.
Il rischio a cui è esposto il personale è limitato in quanto gli eventuali rilasci di GPL
incendiato avvengono all'aperto, sono di breve durata, ed il personale può
autoproteggersi ponendosi sopravento rispetto all'incendio.
1.C.1.1.2 DATI STORICI SU IMPIANTI SIMILARI
L’identificazione delle ipotesi incidentali, ragionevolmente prevedibili per
l’installazione in esame, è stata effettuata ricorrendo alle “Banche dati Incidenti” e
consultando non solo gli archivi relativi ai depositi di GPL ma anche quelli di impianti
ove sono manipolati idrocarburi liquidi, in particolare il GPL.
Le risultanze dell’analisi storica sono raccolte in schede, di cui all’allegato n. 8,
estratte dalle banche dati informatizzate nel seguito elencate :
� SONATA (Summary Of Notable Accidents in Technical Activities) del gruppo ENI;
� FACTS sviluppata ed aggiornata dal TNO olandesi.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 160
E' da sottolineare che le schede si riferiscono al periodo 1940-1990.
Per l'aggiornamento dell'analisi storica è stata consultata la banca dati TNO/FRIENDS
2001 " Explore chemical accidents" che ha evidenziato gli ulteriori scenari di interesse
di cui alla tabella di pagina successiva.
Ai fini di quanto al seguito non è effettuata alcuna valutazione statistica nel merito
delle informazioni contenute nelle schede ritenendo tale prassi affetta da grossolani
errori dovuti a quanto segue :
� le banche dati non riportano la famiglia di riferimento e pertanto mancano gli
elementi base al fine di una corretta valutazione probabilistica dei singoli eventi;
� le banche dati registrano soltanto incidenti le cui conseguenze sono di una certa
gravità. I parametri di gravità sono sostanzialmente il danno economico ed il
numero di decessi/infortuni.
Ne consegue che non esiste traccia storica degli incidenti che non hanno superato la
soglia di danno economico e/o di decessi/infortuni definita da ogni singola banca;
� l’archiviazione e la catalogazione dei “near misses” è attività recente per cui non
solo mancano dati relativi ad un congruo periodo di tempo ma soprattutto tali
informazioni non sono archiviate nelle banche dati bensì esistono solo dati
parziali riferiti a singole aziende.
Per i motivi di cui sopra sono nel seguito analizzati tutti gli incidenti elencati nelle
schede mentre le valutazioni di tipo probabilistico sono rinviate ai punti successivi
sulla base delle metodologie di volta in volta indicate.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 161
BANCA DATI TNO - FRIENDS / ANALISI STORICA
N° ANNO EVENTO INCIDENTALE CAUSA INIZIATRICE
1 1991 L’autista perdeva le flange cieche dell’autobotte provocando il rilascio dalle flange
Errore umano
2 1992 Rottura tubazione e rilascio di prodotto
Urto da fork-lift
3 1992 Rottura tubazione e rilascio di prodotto
Errore umano
4 1993 Rilascio da flangia Esecuzione di operazioni non autorizzate
5 2000
Rilevazione di una perdita di propano da parte di una squadra di sorveglianza con evacuazione del deposito
Non identificata
6 1995 Incendio ed esplosione di un serbatoio di propano
Urto di fork-lift
7 1995 Tre FC incendiate ed esplose durante il riempimento, con propagazione delle fiamme a 18 FC attigue
Non identificata
8 1996 Rilascio durante lo scarico di 5 ATB Non identificata
9 1996 Rilascio durante lo scarico di ATB in serbatoio di stoccaggio, per distacco della manichetta
Non identificata
10 1997 Rilascio di prodotto da una tubazione interrata
Corrosione
11 1998 Rilascio per rottura manichetta durante lo scarico
Operazione non custodita
12 1998 Incendio durante delle operazioni di verifica in stoccaggi sotterranei
Non identificata
13 1998 Incendio di un serbatoio di propano per automobile che perdeva il controllo
Urto
14 1998 Rilascio di butano da una incrinatura originatasi in un’attrezzatura
Errore di costruzione e/o nella scelta dei materiali
15 1998
Perforazione di una tubazione di butano, durante lavori di manutenzione, con rilascio di prodotto
Errore umano
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 162
Con riferimento alle schede e relative a depositi/impianti si riporta nel seguito
l’elencazione degli incidenti maggiormente significativi e relative cause/conseguenze.
� Rottura di collegamento fondo serbatoio stoccaggio da 16,3 m3. Fuoriuscita di
gas con formazione di nube con diametro di 400 m;
� Fuga di GPL da serbatoio con sviluppo incendio dopo 2 min. Tutto bruciato in un
raggio di 90 m;
� Fuga di gas butano da serbatoio stoccaggio. Innesco esplosione a 37 m dal
serbatoio. Distribuzione di edifici adiacenti;
� Rottura tubazione da 50 mm genera nube di vapori che si incendiano dopo 1,5
min. Incendio provoca intervento valvola di sicurezza su serbatoio adiacente con
conseguente fiammata che si estende per 31 m;
� Serbatoio di stoccaggio butano modificato per ricevere GPL da autocisterne.
Aggiunta linea alimentazione aria per facilitare trasferimento in stagione fredda.
GPL penetra in tubazione arriva basamento provoca esplosione. Nessun
incendio;
� Fuoriuscita di butano da serbatoio di 36 m3 a seguito rottura tubazione scarico
di fondo per congelamento acqua raccolta. Mancato funzionamento valvola per
eccesso di flusso;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 163
� Rottura tubo da 200 mm che urta altra tubazione in stazione pompaggio GPL.
Distrutti da esplosioni 70 serbatoi di propano, schegge danneggiano adiacenti
serbatoi contenenti infiammabili. Incendio. Distrutto distributore benzina a 800 m;
� Serbatoio stoccaggio interrato. Non tappato bocchello 19 mm. Dopo
riempimento gas fuoriesce insinuandosi in fogne e cunicoli per linee telefoniche.
Innesco esplosioni quando i vapori escono nell’ambiente esterno;
� Terremoto causa rottura tubazioni di collegamento serbatoio stoccaggio con
fuoriuscita butano. Apparecchiatura elettrica innesca incendio. Nube diffusa su
area 2 ettari;
� Un serbatoio da 3,79 m3 cade da fondazioni rompendo tubazione di scarico da
51 mm. Innesco vapori in magazzino costruito in legno. Assenza di valvole per
eccesso di flusso;
� Dilatazione tubo collegamento 2 serbatoi, provoca rottura componente
tubazione con fuoriuscita di gas ed esplosione;
� Rottura manometro. Stima errata livello butano liquido in sfera stoccaggio da
820 m3. Fuoriuscita butano. Formazione di nube vapori. Innesco a 180 m.
Sviluppo incendio che si estende ad area stoccaggio. Esplosione di serbatoi con
tetto divelto;
� Sovrariempimento dovuto a guasto della strumentazione. La fuoriuscita di
butano provoca una nube esplosiva che innescatasi causa il Bleve di due sfere;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 164
� Sovrapressione in serbatoio butano ne provoca rottura. Rilascio di nube vapori
con innesco incendio presso centrale elettrica. Violento incendio. Incidente
generato da insufficiente sistema di sfiato;
� Fuga di GPL da serbatoio di stoccaggio a seguito rottura tubazione provoca
incendio;
� Rottura componente tubazione di drenaggio da serbatoio stoccaggio. Fuoriuscita di
GPL da tubazione alla pressione di 7 Kg/cm2. Incendio vapori dopo 1 min presso
motore a gas. Distruzione serbatoio spezzoni scagliati a 700 m;
� Serbatoio propano esploso per sovrapressione. Sviluppo incendio ad altri
serbatoi propano e butano. Impianto refrigerante fermo per ispezione. Operante
autorefrigerazione con scarico vapori a blow-down. Malfunzionamento valvola di
intercettazione;
� Errata rimozione di flangia ceca genera spillamento di quantità sconosciuta.
Incendio innescato da riscaldatore distante da 18 m;
� A seguito di rottura tubazione fuoriuscita di propano in area stoccaggio.
Conseguenti esplosioni che distruggono serbatoi stoccaggio propano.
� Errata manovra campionatura in sfera stoccaggio provoca spillamento propano.
Vapori raggiungono strada dove sono innescati da motore veicolo. Incendio
serbatoio. Spezzoni metallici fino a 100 t scagliati a 400 m;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 165
� Durante rimozione condotto drenaggio da serbatoio ritenuto vuoto violenta
fuoriuscita di gas. Nube formatasi si incendia a contatto con pareti calde di un
evaporatore;
� Vapori propano rilasciati da serbatoio trascinati a 180 m e accesi da torre
raffreddamento acqua. Vetri rotti per miglia da onda d’urto. 5000 persone
evacuate;
� Serbatoio di GPL si rompe dopo due mesi di attività a causa corrosione cricche
nei cordoni di saldatura;
� Esplosione bombole GPL causa incendio molto esteso diffuso ad altri serbatoi
stoccaggio e edifici vicini. Molte esplosioni con lanci di frammenti. Distrutti 4000
bombole GPL, 6 ossigeno, 6 acetilene, 7 edifici industriali, 6 case, 1 serbatoio 2 m3;
� Durante operazioni di bonifica a un serbatoio questi esplode in un impianto
imbombolamento GPL;
� Perdita da serbatoio di propano è innescata da sorgente sconosciuta. Effetto
domino causa il Bleve di serbatoi di stoccaggio cilindrici;
� Valvola drenaggio acqua lasciata aperta da operatore il quale non fu più in
grado di richiuderla. Formazione grande nube innescata e incendio a ritroso fino
a interessare la sfera. Esplosione della sfera. Forte onda d’urto. 21 serbatoi
distrutti;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 166
� Incendio in stoccaggio propano. Intervento immediato pompieri. Un idrante non
operativo. 25 min dopo inizio incendio si ha bleve del serbatoio causa
rovesciamento di altro serbatoio. Frammenti trovati a 378 m;
� Causa rottura tubo su serbatoio stoccaggio fuga di GPL durante normali
operazioni di campionamento. Perdita arrestata in pochi minuti. Nube non
innescata. Ustioni a freddo sui feriti;
� Fulmine provoca caduta di linea elettrica di potenza sopra uno stoccaggio
incendio che causa il bleve delle bombole presenti nell’area;
� Incendio distrugge impianto di GPL. Si pensa che l’urto di un camion con una
linea collegata a un serbatoio interrato sia stato l’origine dell’incidente;
� A seguito errore di calcolo, uno stoccaggio sotterraneo di GPL fu riempito
troppo. Rilascio all’aria. Nube di 2 Km diametro. 2 esplosioni aeree. La 2^ a
250-300 m di quota. Incendio per 5 ore. Case danneggiate fino a 275 m. Vetri
rotti a 11 Km;
� Tubo lungo 45 m a 10 atm collegato a serbatoio sotterraneo da 3600 m3 scarica
all’aria per 7 ore prima di sviluppo incendio;
� GPL rilasciato da serbatoio stoccaggio. Nube prodotta dispersa senza innescarsi;
� Rottura tubo provoca perdita propano da serbatoio. Nube spinta su linea
ferroviaria. Circolazione treni interrotta fino a quando tutte le valvole sul
serbatoio intercettate e la nube dispersa. Nessun innesco;
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� A seguito perdite da valvola su serbatoio stoccaggio propano formazione nube
(250 persone evacuate). Nube non accesa;
� A causa rottura tubo di bocchello su serbatoio stoccaggio di butadiene rilascio di
circa 4 m3 di gas. Cortine d’acqua attivate manualmente. Nessuna accensione;
� A seguito rottura linea di collegamento serbatoio stoccaggio formazione nube
che s’incendia a contatto con motore di condizionatore d’aria. Sviluppo incendio
che provoca bleve di 2 serbatoi con fireball di 46-61 m. Pezzi serbatoi a 366-475
m;
� Rottura di saldatura provoca rilascio di 2000 ton in terrapieno. Concentrazione
in campo infiammabilità osservata 46 m avanti. L’evaporazione della fuoriuscita
dura 3 giorni. Nessuna accensione;
� Per uno smottamento causato da forti piogge si è verificata la rottura di una
bombola di GPL con rilascio che innescato da scintilla di motore ha provocato
un’esplosione seguita da incendio. 2000 persone evacuate;
� La rottura di un tubo del circuito di ritorno di una pompa di movimentazione
prodotto ha causato la formazione di una nube di propano che trovato innesco è
esplosa provocando danni ingenti nelle immediate vicinanze;
� L’esplosione di un serbatoio di propano causa un violento incendio in uno
stabilimento di imbottigliamento GPL;
� Piccola esplosione ha provocato una perdita da un serbatoio da 302 mc
contenente GPL, a cui ha fatto seguito un incendio presto domato;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 168
� Perdita di GPL da un bocchello superiore di un serbatoio. Non c’è stato innesco;
� Serbatoi di propano distrutti da un vasto incendio in un deposito di stoccaggio;
� L’esplosione, per cause sconosciute, di serbatoio di GPL causa una pioggia di
detriti su una vasta zona limitrofa.
� Per perdita da tubazione, formazione di una nube che trova innesco in una
fiamma pilota. L’esplosione coinvolge serbatoi vicini e causa Bleve a catena con
lancio frammenti metallici a grande distanza.
� Valvola su sommità sfera resta aperta per ghiaccio formato da acqua non
drenata da tubo di sfiato. Rilascio prolungato di prodotto ha formato nube che,
trovato innesco a 100 m di distanza, provoca esplosione e rottura serbatoio
sferico.
� Per cause sconosciute si verifica incendio che provoca il Bleve di serbatoio
butano. I frammenti nell’esplosione si spargono in un raggio di più di 100 m.
Deposito andato a fuoco.
� Per cause sconosciute si verifica rottura di serbatoio da 2000 m3 a cui segue
rilascio di GPL stoccato.
� Errore umano di operaio che si dimentica d’installare tappo nel sistema
drenaggio di serbatoio. Ciò causa rilascio GPL fortunatamente non innescato.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 169
� Clima particolarmente caldo abbinato a non corretto montaggio valvola di
sicurezza consente rilascio di GPL da serbatoio vicino a linea ferroviaria. Traffico
interrotto per 1 ora per dispersione nube infiammabile.
� Mal funzionamento di valvola sicurezza (mancata chiusura) causa rilascio 1 m3
di propano. Deposito ed alcune vicine abitazioni evacuate e traffico bloccato.
� Un fulmine tronca una connessione flessibile su condotta di propano tra uno
stoccaggio interrato ed uno fuori terra, fireball di 75 m di diametro.
� Una perdita di butano ha causato due esplosioni. La prima ha distrutto una
parte dell’impianto. Dopo l’esplosione le fiamme si sono sviluppate nel
capannone. Si sono rotti i vetri delle finestre nel raggio di 2000 m. Pare che un
operaio abbia visto esplodere una caldaia e successivamente l’incendio.
� Una violenta esplosione ha distrutto un capannone, in cui il gas veniva
decantato in un piccolo serbatoio. Causa dell’incidente sconosciuta.
1.C.1.1.2.1 Cause iniziatrice di eventi incidentali
Dall'elencazione di cui in precedenza, e da ulteriori elementi presenti nelle banche
dati incidente, le cause iniziatrici di eventi incidentali più frequenti risultano:
1. errori di tipo procedurale (errata esecuzione di operazione gestionale);
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 170
2. errori di progettazione (uso di materiale non idoneo, pianificazione tempi di
manutenzione errati, etc);
3. operazioni di manutenzione errata (mancata bonifica, rimozione flange cieche,
etc);
4. urti accidentali da automezzi in manovra;
5. guasti tecnici (perdite da accompagnamenti, da valvole, rottura saldatura,
guasti nelle apparecchiature, etc.);
6. cause naturali (terremoto, inondazioni, fulmini, etc.).
Oltre agli incidenti precedentemente riportati sono da annoverare anche quelli
recentemente occorsi in Italia.
Tali incidenti hanno interessato i punti di travaso e sono dovuti:
� ad errore umano (Porcari / Lucca) : la perdita di GPL si è verificata alla flangia
di accoppiamento braccio rigido / autobotte in quanto non tutti i perni della
flangia erano accuratamente serrati;
� ad urto accidentale di autobotte in manovra (Supino / Frosinone) : una
autobotte ha impegnato la pesa al punto di travaso ove era collegata un’altra
autobotte. Durante la manovra di retromarcia, l’autobotte ha urtato un braccio
rigido causando il rilascio di GPL;
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� a mancata osservanza di procedure (Paese / Treviso) : un autobotte
presentante difficoltà in fase di discarica prodotto è stata collegata, per prova,
ad un punto di travaso.
L’intervento di un operatore sulla valvola di fondo dell’autobotte ha causato il
rilascio di GPL.
Per quanto relativo agli eventi più significativi, si riportano le seguenti modalità:
1. Rilasci per rottura da piping e valvole
Costituisce la causa primaria di rilascio essendo associati circa la metà degli eventi
incidentali riportati nell’analisi storica allegata (46 casi su 81).
Tra le cause note di rilascio si evidenziano le seguenti:
a) sovrapressione (schede nn. 42, 56, 16);
b) congelamento valvole/linee (schede nn. 9, 30, 41);
c) da organi di collegamento con i serbatoi (schede nn. 11, 55, 66);
d) cause naturali (schede nn. 12, 49, 75, 62);
e) urto automezzi (schede nn. 20, 50, 77);
f) difetto valvole (schede nn. 28, 59, 61);
g) rimozione flange e linee (schede nn. 29,32);
h) vibrazioni (scheda n. 78);
i) rottura saldatura (scheda n. 60).
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2. Rilasci per rottura serbatoio (schede nn. 6, 8, 35, 38)
Tali rilasci sono dovuti alle seguenti cause:
a) cedimento strutturale per sovrapressioni;
b) ingresso aria serbatoi o mancata bonifica;
c) errata saldatura.
3. Rilasci da serbatoio per scarico PSV (schede nn. 31, 73, 74, 51)
Tali rilasci sono dovuti alle seguenti cause:
a) sovrariempimento;
b) montaggio difettoso;
c) mancata richiusura.
4. Rilasci da serbatoio per rottura strumenti (schede nn. 18, 21)
Dovuti a:
a) cattivo funzionamento della strumentazione di controllo serbatoi.
5. Rilasci da ATB ai punti di travaso
Dovuti a :
a) sovrariempimento (scheda n. 3);
b) scarico PSV (schede nn. 13, 14);
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c) rottura collegamento mezzo mobile/impianto (schede nn. 23, 24, 43, 45, 47,
64).
1.C.1.1.2.2 Eventi principali all’origine dei rilasci
Alla luce di quanto fin’ora articolato in merito alle risultanze dell’analisi storica, le
ipotesi incidentali ragionevolmente prevedibili per l’installazione in esame risultano:
� Unità Stoccaggio
1. Rilascio di GPL vapore per perdita da organi sulla generatrice superiore del
serbatoio;
2. Rilascio di GPL liquido per perdita da organi in zona liquida del serbatoio;
3. Rilascio di GPL liquido da drenaggio;
4. Rilascio di GPL vapore per bloccaggio PSV;
5. Rilascio di GPL vapore per scatto PSV da sovrapressione;
6. Rilascio di GPL liquido per scatto PSV per sovrariempimento;
7. Rilascio per rottura maggiore di serbatoio a freddo;
8. Collasso termico con Bleve del serbatoio.
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� Unità Travaso
9. Rilascio di GPL vapore per rottura del braccio e/o manichetta in zona
vapore;
10. Rilascio di GPL liquido per rottura del braccio in zona liquido;
11. Rilascio di GPL per rottura del mezzo mobile;
12. Collasso termico con Bleve del serbatoio mobile.
� Unità Sala Pompe/Compressori GPL
13. Rilascio di GPL vapore per rottura compressore;
14. Rilascio di GPL liquido per rottura pompa.
Si sottolinea inoltre che l'analisi storica non evidenzia incidenti che abbiano coinvolto
lo stoccaggio bombole e/o il locale imbottigliamento.
Consultando la banca dati MHIDAS si rilevano alcuni incidenti che hanno coinvolto lo
stoccaggio bombole quali lo scoppio dei recipienti mobili e/o l'incendio.
Si ritiene inoltre che tale tipologia di scenari incidentali possa essere prudenzialmente
associata ai locali imbottigliamento sia per la presenza dello stoccaggio temporaneo
delle bombole sia, ove applicabile, per la presenza della pallettizzatrice che a causa di
movimenti bruschi può indurre rilasci di GPL.
Considerato i modesti quantitativi di GPL associabili ad ogni bombola, le risultanze
dell'analisi storica che evidenziano al più, quali conseguenze, incendi localizzati e le
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 175
misure di sicurezza in essere presso l'installazione, tali eventi saranno nel seguito
trascurati.
1.C.1.1.2.3 Identificazione delle ipotesi incidentali mediante metodi
deduttivi
Come si è già avuto modo di anticipare, nell’istallazione in esame non avvengono
operazioni di processo ma unicamente di movimentazione del prodotto a temperatura
ambiente.
La tipologia impiantistica è pertanto tale che le ipotesi incidentali di riferimento sono
da ricercarsi con particolare riguardo agli aspetti componentistici ed umani e pertanto
le tecniche di analisi mediante metodi deduttivi non forniscono contributi per
l’individuazione di ipotesi incidentali.
Peraltro l’elevato numero di depositi di GPL e soprattutto l’elevato grado di uniformità
degli impianti rendono disponibile una copiosa analisi storica che ha consentito di
individuare le ipotesi incidentali di riferimento per l’installazione in esame.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 176
1.C.1.2 REAZIONI INCONTROLLATE
Il propano ed il butano sono prodotti stabili alle condizioni normali di esercizio e
durante le operazioni le sostanze non subiscono processi di trasformazione.
Diversamente per i rilasci di GPL all'atmosfera, nel qual caso i rischi di reazioni
fortemente esotermiche sono numerosi e nel seguito dettagliati.
1.C.1.2.1 I FENOMENI CONNESSI CON IL RISCHIO GPL
Sia il propano che il butano hanno una temperatura di ebollizione inferiore alla
temperatura ambiente.
Pertanto, nel caso di rilasci di GPL in fase liquida, una parte dello stesso vaporizza
(flash), mentre l’eventuale liquido rimanente, in dipendenza dell’entità del rilascio,
può formare una pozza mantenendo l'ebollizione, sfruttando il calore assorbito
dall'ambiente.
Sulla base di tale scenario gli eventi possibili sono nel seguito descritti.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 177
1.C.1.2.1.1 Flash Fire e esplosioni da nubi di vapori
Il vapore generato dal flash e dall'ebollizione si mescola con l'aria generando una
nube di vapore.
Se la nube non trova alcuna sorgente di innesco, la stessa si disperde nell'atmosfera
fino a diluirsi al di sotto del Limite Inferiore di Esplosività (L.I.E.).
Se trova una sorgente di innesco, in corrispondenza di parte della nube con
concentrazione nei limiti di esplosività, si potrà originare un FLASH FIRE o una
esplosione (UVCE).
Nel caso di flash fire, la fiamma potrà propagarsi fino alla sorgente del rilascio
causando l'accensione della pozza/rilascio e incendi secondari se il ritorno di fiamma
incontra sul suo percorso materiali combustibili.
Esiste inoltre la possibilità che la nube possa esplodere (U.V.C.E. = Unconfined
Vapour Cloud Explosion) causando danni non solo per effetto termico ma anche
conseguenti alla sovrapressione prodotta dalla esplosione.
Le condizioni perché si verifichi l'esplosione e non la semplice accensione della nube
sono molteplici ed in particolare non è stato ancora ben compreso il processo
correlato allo sviluppo di un'onda di sovrapressione dovuto all'accensione di una nube
di vapori.
Le ricerche e le analisi condotte hanno evidenziato che l'esplosione dipende, tra
l'altro, dall'accelerazione del fronte di fiamma.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 178
La velocità di fiamma è pari alla somma della velocità di combustione e della velocità
della porzione di gas combusti ed incombusti in corrispondenza del fronte di fiamma.
In particolare lo sviluppo di un'onda di sovrapressione richiede velocità di fiamma
dell'ordine di 300 m/s a fronte di una velocità di combustione di 10 m/s.
L'accelerazione a valori così elevati necessita pertanto di condizioni di turbolenza che
possono verificarsi e a causa della presenza di ostacoli (tubazioni, strutture, serbatoi,
etc.) e alla miscelazione dei gas combusti con quelli incombusti.
Un secondo fattore correlato ad accelerazioni così sostanziali, è la quantità di
combustibile presente nella nube esplosiva.
La correlazione tra condizioni di confinamento che generano turbolenza e la quantità
di combustibile è definita in Appendice III del DM 15/05/96 che determina le
seguenti condizioni in cui il rischio di UVCE non è trascurabile:
1. ambienti essenzialmente chiusi;
2. quantità di vapore entro i limiti di infiammabilità maggiore di 1,5 t se in
ambienti parzialmente confinati;
3. quantità di vapore entro i limiti di infiammabilità maggiore di 5 t se in ambiente
non confinato.
1.C.1.2.1.2 Incendi da pozza (pool-fire)
Un rilascio in fase liquida di sufficiente grandezza provoca normalmente un accumulo
di liquido sul suolo.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 179
L'incendio risultante dalla sua eventuale accensione è noto come "pool-fire", incendio
da pozza.
L'accensione può avvenire sul luogo della pozza (sia immediatamente, sia dopo un
certo tempo) oppure per effetto del ritorno di fiamma proveniente dalla nube di
vapore generata dalla stessa pozza.
Va peraltro evidenziato che il fenomeno perdura per il tempo limitato alla
combustione del prodotto contenuto in pozza per il quale vale la seguente relazione
(fonte “Yellow Book”) :
m = 10-3 hc/hv
dove :
m = è il rateo di combustione per unità di superficie (Kg/s m2);
hc = è il calore di combustione pari a 46,01 x 106 J/Kg per il propano;
hv = è il calore di vaporizzazione pari a 3,5 x 105 J/Kg per il propano a 25 °C.
Con i dati di cui sopra risulta m = 0,140 Kg/s m2 .
1.C.1.2.1.3 Dardi di fuoco (jet-fire)
In caso di rilasci in fase vapore si ha la formazione di un jet turbolento di vapori
infiammabili, con forte trascinamento di aria.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 180
Nel caso che il jet incontri una sorgente di innesco, in una zona in cui i vapori sono
nel range di infiammabilità, si ha l'insorgenza di un dardo di fuoco (jet-fire).
1.C.1.2.1.4 Bleve e fireball
Il termine BLEVE (Boiling Liquid Expanding Vapour Explosion) sta a significare
l'esplosione di vapori che si espandono per il bollire di un liquido.
L'esplosione, a cui può seguire un fireball, è dovuta alla rapida vaporizzazione del
GPL causata dalla rottura del recipiente che lo contiene.
Affinché si abbia il BLEVE, è necessario che si verifichino tre circostanze:
� che il liquido, a pressione atmosferica, sia surriscaldato ovvero che la tempera-
tura di ebollizione sia sufficientemente più bassa della temperatura alla quale si
trova la massa del GPL;
� che si produca un immediato abbassamento della pressione all'interno del reci-
piente. Tale situazione può verificarsi per rottura della lamiera di cui è costituito
il recipiente;
� che le condizioni di pressione e temperatura siano tali da determinare il
fenomeno della "nucleazione spontanea", ovvero di una evaporazione
rapidissima, che scateni l'esplosione del recipiente.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 181
Le condizioni di nucleazione spontanea ricorrono, per il propano, ad una temperatura
superiore a 53°C.
Nella pratica, al termine BLEVE viene comunque associato anche lo "scoppio" di un
recipiente ovvero il collasso catastrofico dello stesso dovuto ad espansione dei vapori.
Va comunque evidenziato al riguardo che le conseguenze tra il BLEVE e lo “scoppio"
sono notevolmente diverse tra loro, così come i tempi, affinché si verifichino i due
fenomeni.
In particolare il BLEVE richiede tempi notevolmente più lunghi, rispetto allo scoppio,
necessari per portare il contenuto liquido del serbatoio alla temperatura di
nucleazione spontanea.
A seguito del BLEVE di un recipiente, il liquido rilasciato vaporizza, formando una
nube di vapori infiammabili che, se innescata dalla probabile presenza di fiamma,
genera una palla di fuoco (fire-ball).
Le caratteristiche che identificano la palla di fuoco sono il diametro e la durata,
funzioni entrambe della quantità di GPL rilasciato.
Va, peraltro, evidenziato che la palla di fuoco mantiene costanti le sue dimensioni,
dal momento dell'innesco fino al collasso, generando flussi termici notevolmente più
elevati rispetto a quelli associati ad una fiamma, sebbene per tempi estremamente
limitati (alcuni secondi).
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 182
1.C.1.3 DATI METEOROLOGICI E PERTURBAZIONI GEOFISICHE,
METEOMARINE E CERAUNICHE
1.C.1.3.1 DATI METEOROLOGICI
In accordo ai contenuti del D.Min. Ambiente 15/05/96, sono state assunte a
riferimento le condizioni meteo D/5 e F/2.
La temperatura ambientale imposta è di 20° C con UR = 70 %.
1.C.1.3.2/1.C.1.3.2.1 DATI SULLE PERTURBAZIONI NATURALI
� Terremoti - La zona in cui è ubicato lo stabilimento è classificata come 4 zona
sismica, secondo l’ultima classificazione sismica.
� Fulminazioni a terra - La frequenza media delle fulminazioni a terra nella
zona in cui è ubicato lo stabilimento è di 2,5 fulmini/anno per km2, come risulta
dalla classificazione del territorio nazionale secondo le norme CEI 81-1.
� Inondazioni e trombe d’aria - Nel recente periodo non si sono verificate
inondazioni e trombe d’aria che abbiano interessato la zona in cui è ubicato lo
stabilimento.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 183
1.C.1.4 INTERAZIONE CON ALTRI IMPIANTI
Per quanto riguarda le possibili interazioni fra attività industriali secondarie, svolte
presso l’impianto, si rimanda alla descrizione delle attività di cui al punto 1.B.1.2.4.
In particolare, nell’ambito dello stabilimento possono individuarsi le seguenti attività
secondarie :
Cabine di verniciatura recipienti mobili
La cabina per la verniciatura dei recipienti mobili è sistemata sotto tettoie in
un’apposita area del capannone granigliatura e collaudo ed è separata dalle
apparecchiature di collaudo bombole da un muro divisorio.
Deposito di vernici e solventi
Il deposito di vernici è situato a ridosso del perimetro del deposito, sul lato ovest ed è
distante più di 20 metri dalla più vicina zona critica dell’impianto (zona di
imbottigliamento).
Le quantità che sono solitamente immagazzinate risultano di scarsa entità.
Zona di bonifica di recipienti mobili
La bonifica dei recipienti mobili è effettuata esternamente al capannone di
imbottigliamento, nell’area adibita alla granigliatura / verniciatura / collaudo bombole.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 184
Le rampe di svuotamento e la svalvolatrice si trovano addossate al divisorio in
muratura, tra il locale imbottigliamento e la sala pompe/compressori GPL.
Granigliatura delle bombole
La granigliatura viene effettuata in un’apposita area a più di 20 m dalla zona di
imbottigliamento
1.C.1.4.1 INTERAZIONE IMPIANTO – ALTRE AREE
In prossimità del deposito non sono presenti altre attività industriali, come riportato
nella mappa di allegato n. 3.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 185
1.C.1.5 ANALISI DELLA SEQUENZA DEGLI EVENTI INCIDENTALI
1.C.1.5.1 STIMA DELLA PROBABILITA’ DI OCCORRENZA DELLE IPOTESI
INCIDENTALI
1.C.1.5.1.1 Gli eventi incidentali marginali
In accordo ai contenuti dell’Appendice III del D. Min. Ambiente 15/05/96 è da
evidenziare che alcune tipologie di eventi incidentali, pur non essendo escludibili in
termini deterministici per impossibilità fisica di accadimento, possono essere
ragionevolmente escluse dal novero di quelli da prendersi a riferimento purché siano
verificate determinate condizioni puntuali di carattere impiantistico e gestionale.
In tali casi tali eventi incidentali mostrano un eventualità così remota da costituire un
contributo marginale al rischio globale del deposito ed in tal senso possono essere
ritenuti trascurabili.
Per quanto al seguito non saranno pertanto più considerati i seguenti scenari
incidentali:
� Collasso termico con Bleve dei serbatoi di stoccaggio: i serbatoi sono infatti del
tipo coibentati in accordo ai contenuti del DM 13/10/94 e l’ unità di stoccaggio è
in categoria A.
1.C.1.5.1.2 Gli eventi incidentali non credibili
Taluni eventi incidentali mostrano una probabilità di accadimento estremamente
bassa e pertanto, al pari degli eventi incidentali marginali di cui al punto precedente,
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 186
possono essere esclusi dal novero di quelli da prendersi a riferimento al fine della
valutazione delle conseguenze.
Sebbene non sia prevista nell’ambito delle vigenti norme una soglia di accettabilità
del rischio è comunque universalmente riconosciuta una probabilità di 10-6 quale
soglia di credibilità di un determinato evento.
Al riguardo si riporta nel seguito uno standard di valutazione diffusamente adottato in
sede europea che conferma la soglia prima espressa.
Inoltre nell’ambito della direttiva Seveso I alcuni paesi europei hanno adottato curve
di accettabilità del rischio espresse correlando la frequenza dell’evento al numero di
decessi.
La zona di accettabilità del rischio varia da nazione a nazione evidenziando, per un
numero di decessi tendenti a zero, le seguenti probabilità:
- Svizzera : 10-6;
- Olanda : 10-5;
- Gran Bretagna : 10-5.
a dimostrazione che il valore di 10-6 è conservativo paragonato ai criteri di
accettabilità di altri Paesi europei.
Una ulteriore conferma del valore scelto è riscontrabile dalla curva di accettabilità del
rischio riportata nel “Manual for the classification and prioritization of risk from major
accidents in process and related industries” che individua ancora in 10-6 la soglia di
accettabilità del rischio.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 187
Ne consegue che ai fini della valutazione delle conseguenze verranno presi in esame
solo quegli eventi incidentali la cui frequenza di accadimento è superiore a 10-6 o/a.
Definizione
Probabilità
Estremamente Improbabile < 1 x1 0-6 o/a
(extremely unlikely)
Molto Improbabile 1 x 10-6 ÷ 1 x 10-5 o/a
(very unlikely)
Improbabile 1 x 10-5 ÷ 1 x 10-4 o/a
(unlikely)
Abbastanza Improbabile 1 x 10-4 ÷ 1 x 10-3 o/a
(quite unlikely)
Piuttosto Improbabile 1 x 10-3 ÷ 1 x 10-2 o/a
(somewhat unlikely)
Abbastanza Probabile 1 x 10-2 ÷ 1 x 10-1 o/a
(fairly probable)
Probabile > 1 x 10-1 o/a
(probable)
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 188
1.C.1.5.1.3. Dati statistici
I dati nel seguito riportati sono stati desunti dalle seguenti fonti:
� The Cremer and Warner Report: “Risk Analysis of six potentially hazardous
industrial objects in the Rijnmond area, a pilot study- A report to the Rijnmond
Public Authority”- 1982 nel seguito riferito come “Rijnmond”;
� Committee for the Prevention of Disasters/CPR 12 E “Red Book: Methods for
determining and processing probabilities” – Second edition/1997.
Tale ultimo testo fornisce ratei di guasto e modalità di guasto di uno svariato numero
di componenti desunti da n° 9 diverse banche dati che risultano più aggiornate
rispetto al Rijnmond.
In particolare dal testo del Dicembre 1995:
“Auditing and Safety Management for Safe Operations and Land Use Planning: A
Cross-national comparison and validation exercise. A Report for the Commission of
the European Communities, Contract EV5V-CT92-0068, Environmental Programme,
sono nel seguito desunti i dati riferiti alla rottura tubazioni e serbatoi.
E’ peraltro da sottolineare che i dati statistici sono presentati in termini di “media”,
“mediana”, “Upper bound” e “Lower bound” dove quest’ultimi termini rappresentano
rispettivamente la probabilità associata al 95% degli eventi e la probabilità associata
al 5% degli eventi.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 189
Ne consegue che, in quanto dati statistici, gli stessi sono da relazionare a variabili
stocastiche riferite alla popolazione di interesse e quindi ad un elevato numero di
installazioni a cui, presumibilmente, sono da associare più standars progettuali,
diverse politiche di manutenzione, differenti condizioni operative ed ancora diversi
tempi di funzionamento.
Quindi la "mediana" è da riferirsi all'intera popolazione senza alcuna distinzione
mentre è intuitivo associare alle probabilità comprese tra la mediana ed il 95
percentile la quota parte della popolazione che ha come riferimento standards
qualitativi bassi e alle probabilità comprese tra mediana ed il 5 percentile la quota
parte di popolazione con standards qualitativi elevati.
Alla luce di quanto articolato in precedenza in merito alla completezza delle
informazioni riportate dall'analisi storica, soprattutto in termini di "cause" correlate
allo scenario incidentale, è lecito assegnare una probabilità corrispondente al 5
percentile laddove risultano individuate le cause di rilascio ed adottate le misure atte
ad eliminarle/contenerle.
Si riportano nel seguito i dati statistici maggiormente rappresentativi rinviando ai
singoli paragrafi dell’analisi probabilistica per la definizione di ulteriori parametri di
interesse.
A. Errore umano : è stato posto pari a 10-3/D secondo le indicazioni fornite da The
Institution of Chemical Engineers.
B. Guasto valvole di sicurezza (Pressure Safety Valves): Bandaff riferisce un rateo
di guasto di 10-2 o/a per valvola. Cremer/Warner un rateo di guasto di 10-3 o/a
per valvola dovuto a difetto di taratura.
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Il Red Book, per il guasto di interesse, “spurious opening”, riporta un rateo di
8,6 ⋅ 10-7/h;
C. Guasto misuratore di livello serbatoio: dal Red Book risulta un rateo di guasto di:
� fails to operate 6,9 ⋅ 10-7/h
� spurious operation 5,2 ⋅ 10-7/h
Totale 1,21 ⋅ 10-6/h = 1,06 ⋅ 10-2/a
per cui l’MTBF risulta di 94 anni.
Considerato che lo strumento è fornito di sistema di autodiagnosi
computerizzata con indicazione degli eventuali guasti del sistema, lo stesso è
classificabile tra quelli a “guasto autodenunciante” per cui il Fractional dead
Time (FdT) o indisponibilità del sistema risulta:
MTBFMTTR
FdT =
Assumendo un tempo medio di riparazione (MTTR) pari a 2 gg, per tener conto
dell’intervento di un tecnico specializzato per la riparazione, risulta:
510 x 5,83 =94 x 365
2=FdT -
D. Guasto blocco alto livello serbatoio : A fronte dei dati di cui al punto
precedente può ancora porsi in MTBF = 94 anni.
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Il Fractional dead Time (FdT) o indisponibilità dell’apparecchio, risulta:
2τ xf
=FdT
dove:
f = rateo di guasto pari all’inverso dell’MTBF (guasti/anno)
τ = intervallo di test (anno)
Sulla base di tests, eseguiti portando al massimo livello il serbatoio in modo da
verificare la funzionalità del blocco, su base semestrale, risulta:
f = 1/MTBF = 1/94 = 1,06 x 10-2 guasti/anno;
τ = 6 mesi = 6/12 = 5 x 10-1 /anno.
FdT = 10 x 2,65 = 2
10 x x510 x 1,06=
2τ x f 3
12-
--
E. Guasto rilevatore di esplosività : Il guasto dei rilevatori di gas è di tipo
autodenunciante in quanto l’elettronica di controllo fornisce un allarme sia in
caso di guasto dell’elettronica sia qualora si abbia una deriva dello zero,
rappresentativa della non taratura della singola testina di campionamento.
Posto:
� (MTBF) = 2 anni - L’MTBF così modesto è giustificato dal principio termico
di funzionamento dei rilevatori catalitici;
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� (MTTR) = 1 gg - Si ipotizza tale il tempo di intervento per la riparazione,
risulta :
a/o101,4=2 x 365
1=
MTBFMTTR
=Fdt 3- x
F Rottura catastrofica dei bracci di carico : 3 ⋅ 10-8/h (fonte: Rijnmond);
G. Rottura catastrofica della manichetta al PT : 4 ⋅ 10-6/h (fonte: Rijnmond);
H. Rottura catastrofica pompa : 1 ⋅ 10-4/y (fonte: Rijnmond);
I. Mancata chiusura valvola pneumatica : dal Red Book risulta:
� fails to operate 1,7 ⋅ 10-5/h
� spurious operation 1,7 ⋅ 10-6/h
Totale 1,87 ⋅ 10-5/h = 1,64 ⋅ 10-1/a
Considerato che le valvole sono chiuse alla fine di ogni giornata lavorativa e
pertanto è possibile giornalmente verificare il loro stato, risulta:
f = 1,64 ⋅ 10-1 guasti/anno
τ = 1 giorno
Fdt = 10 x 2,25 = 2 x 365
1x 10• 1,64 =
2τ f 4
-1-
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L. Rilascio da piping (Red Book) :
Media Upper bound Lower bound
D < 75 mm
Perdita 5,7 x 10-10 2,1 x 10-9 2,1 x 10-11
Rottura 1,1 x 10-10 4,0 x 10-10 4,5 x 10-13
D > 75 mm
Perdita 2,3 x 10-10 8,6 x 10-10 8,6 x 10-12
Rottura 3,4 x 10-11 1,2 x 10-10 1,3 x 10-13
Le probabilità risultano espresse in h.
Alla luce dei dati sopra riportati, e per quanto al seguito, presenta particolare
interesse valutare la probabilità di intercettazione dei rilasci.
Stante la logica dei sistemi di blocco, di cui al seguito, risulta infatti che i rilasci
possono essere automaticamente intercettati per intervento di un rilevatore di gas
che comanda in automatico la chiusura delle valvole pneumatiche ON/OFF.
Alla luce di quanto indicato in precedenza risulta:
� Guasto rilevatore di esplosività (rif. voce E precedente) = 1,4 x 10-3
� Mancata chiusura valvole pneumatiche (rif. voce I precedente) = 2,25 x 10-4
Ne consegue che la probabilità di guasto del sistema automatico di intercettazione è
pari a:
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1,4 x 10-3 + 2,25 x 10-4 = 1,62 x 10-3
Qualora l’intervento automatico dovesse fallire, si rammenta che è possibile operare
con comando remoto, per la chiusura della valvola pneumatica ON/OFF, azionando
un pulsante di emergenza.
Secondo il Red Book il pulsante di emergenza (assimilabile al relay) mostra un rateo
di guasto :
� fails to operate 3,5 ⋅ 10-8/h
� spurious operation 2,0 ⋅ 10-7/h
Totale 2,35 ⋅ 10-7/h = 2,06 ⋅ 10-3/a
Considerato che i pulsanti di emergenza hanno frequenza di prova trimestrale, come
per la taratura dei rilevatori gas, risulta:
43
10x57,2=21x2
3x10x06,2=
2τf
=FdT --
Alla luce di quanto sopra la mancata intercettazione del rilascio dovuta al guasto
combinato dei rilevatori di gas e dei pulsanti di emergenza, risulta:
1,4 ⋅10-3 x 2,57 ⋅ 10-4 + 2,25 ⋅ 10-4 = 2,25 ⋅ 10-4
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1.C.1.5.1.4 STIMA DELLE PROBABILITA'
1.C.1.5.1.4.1 Rilascio da piping
Le probabilità di rilascio dal piping sono nel seguito valutate considerando che le
tubazioni possono considerarsi impegnate per 8 h/giorno per tutti i giorni lavorativi
dell'anno con esclusione di week-ends ovvero per 2.100 h/a.
Considerato che il piping in fase liquida del deposito ha prevalentemente size
maggiore di 3", risulta che :
Perdita = 2,3 x 10 -10 x 2.100 = 4,8 x 10-7 o/a;
Rottura = 3,4 x 10 -11 x 2.100 = 7,1 x 10-8 o/a.
Quindi l'evento del rilascio del piping non risulta statisticamente credibile e per
l'attività in esame il dato probabilistico è suffragato dalle seguenti considerazioni:
� il GPL è una sostanza non corrosiva e pertanto non sono prevedibili rilasci
dovuti a corrosione interna delle tubazioni;
� il piping è esercito a pressioni limitate rispetto alla pressione di progetto di 40
bar;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 196
� il piping e relativi accessori sono stati collaudati dal fornitore/costruttore a 60
bar, ovvero a pressioni notevolmente superiori a quelle di esercizio;
� le tubazioni sono protette dall’urto di mezzi mobili;
� le operazioni di sollevamento di carichi pesanti e l’accesso di autogrù in
prossimità delle singole unità è consentito solo con le tubazioni intercettate;
� tutti i tratti di linea intercettabili in fase liquida sono protetti da valvole di
sicurezza contro le sovrapressioni originate da dilatazioni termiche;
� i compressori sono collegati al piping con flessibili ad evitare vibrazioni;
� a completamento lavori il piping è stato testato idraulicamente.
Si omette la valutazione probabilistica del rilascio per tubazioni a riposo in quanto le
stesse sono intercettate e quindi modesti i quantitativi rilasciati e le loro
conseguenze.
1.C.1.5.1.4.2 Rilascio da PSV
A tale ipotesi incidentale sono correlabili le seguenti anomalie delle PSV’s:
� scatto intempestivo;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 197
� mancata richiusura.
Lo scatto intempestivo delle PSV è evento credibile a fronte dei dati statistici
presentati mentre in merito alla mancata richiusura è da sottolineare che l'evento è
da correlare ad intervento delle PSV o per sovrapressione o per sovrariempimento.
1.C.1.5.1.4.3 Rilascio PSV per sovrapressione
Risultando marginale il rischio per collasso termico del serbatoio si può ritenere
parimenti marginale il rischio dovuto allo scatto delle PSV per sovrapressione.
1.C.1.5.1.4.4 Rilascio PSV per sovrariempimento
Il caso esaminato è relativo all'overfilling di un serbatoio, per discarica ATB e/o
travasi interni.
In questi casi le operazioni sono normalmente eseguite con il compressore che
aspirando i gas dal serbatoio ricevente li comprime in quello di aspirazione creando la
necessaria differenza di pressione che consente il travaso del liquido.
Ne consegue che l’eventuale sovrariempimento del serbatoio ricevente non causa
una sovrapressione nello stesso in quanto il liquido tenderà a traboccare lungo la
tubazione in fase gas raggiungendo il compressore.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 198
Pertanto l’evento di sovrariempimento del serbatoio può al più comportare la rottura
del compressore.
Tale evento viene nel seguito analizzato.
1.C.1.5.1.4.5 Rottura compressore per sovrariempimento serbatoio
Come anticipato al punto precedente l’evento può essere riferito al sovrariempimento
del serbatoio per cui si rinvia all’albero di guasto della pagina seguente.
Per quanto relativo all’evento E2 la probabilità di guasto del sistema è stata posta
pari a quella valutata per il blocco di alto livello dei serbatoi pari a 2,6 x 10-3 o/a.
Per quanto relativo agli eventi E4, e E5 risulta:
� evento E4 = 2,6 x 10-3 o/a;
� evento E5 = 2,2 x 10-4 o/a.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 199
Albero dei guasti per rottura compressore dovuto a
sovrariempimento serbatoio
AND
Guasto valvola pneumatica
E5
Guasto HHLA
serbatoio E4
Guasto dispositivo antiliquido
compressore
E2
Guasto compressore
Overfilling serbatoio
E1
AND
Mancato arresto manuale delle
operazioni da parte operatore
E3
OR
Guasto dispositivo di protezione
overfilling serbatoio
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 200
Per quanto relativo all’evento E3 può porsi un rateo di 10-3/D.
Considerato che l’operatore è chiamato ad intervenire in caso di guasto dei dispositivi
di blocco:
E3 = 10-3/D x (2,6 x 10-3 + 2,2 x 10-4) = 2,8 x 10-6 o/a
Con le frequenze di cui sopra il Top Event mostra una probabilità di 2,0 x 10-11 o/a
ovvero, per quanto riferito, risulta non credibile.
1.C.1.5.1.4.6 Rilascio dal serbatoio per rottura a freddo
Premessa
Dal punto di vista della fenomenologia della rottura, un materiale è definito fragile
quando, sottoposto a sollecitazione (applicata con una ben definita legge di
variazione del carico in funzione del tempo), si rompe senza una deformazione
plastica apprezzabile.
La fragilità rappresenta dunque il contrario della duttilità ed è una condizione
strutturale per cui non è possibile deformare un oggetto senza provocarne la rottura.
Analogamente alla duttilità, la fragilità non è definibile univocamente attraverso un
numero; tuttavia in certi casi è possibile correlare l’attitudine di un materiale a
comportarsi in modo fragile con alcune grandezze ricavabili dalle normali prove
meccaniche.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 201
In ogni caso la fragilità non implica necessariamente una bassa resistenza
meccanica: certi materiali, possono essere più resistenti del migliore acciaio, ma la
rottura avviene senza deformazione misurabile.
La fragilità è condizionata dalla struttura del materiale: qualunque tipo di vincolo allo
scorrimento reciproco di atomi o di molecole è un contributo al comportamento
fragile, così come esso può essere favorito da una temperatura bassa, da un’elevata
velocità di applicazione della sollecitazione, dalla presenza di effetti d’intaglio
geometrici e strutturali.
Per quanto inerente il fenomeno della fragilità dei metalli per bassa temperatura è da
sottolineare che molte leghe diventano fragili quando la temperatura scende sotto
zero. Esiste una temperatura caratteristica, detta temperatura di transizione, in
corrispondenza della quale c’è un irrigidimento strutturale, cui corrisponde a sua volta
un repentino aumento di fragilità e ciò pare legato a certe strutture cristalline, come
la cubica a corpo centrato, mente gli altri tipi di struttura non sono soggetti a questo
fenomeno.
Per quanto inerente i serbatoi, il materiale utilizzato (ferro) ha una struttura cubica a
corpo centrato ed è pertanto soggetto a fenomeni di fragilizzazione per bassa
temperatura sebbene, come anticipato, non è possibile definire univocamente la
temperatura di transizione.
Per quanto di interesse è comunque da sottolineare che per la rottura catastrofica a
freddo sono necessari due fenomeni indipendenti e tra loro diversificati nel tempo,
ovvero:
� una fragilizzazione del metallo per bassa temperatura;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 202
� una sollecitazione sul mantello fragilizzato di entità tale da provocarne la
rottura.
Serbatoio di stoccaggio
L’evoluzione di uno scenario incidentale che può causare in linea di principio la
rottura catastrofica a freddo di un serbatoio è sufficientemente nota ma in sostanza
non si riscontrano incidenti con conseguenze rilevanti aventi causa nella
fragilizzazione da freddo dei serbatoi.
A riguardo si cita:
1. rotture catastrofiche a freddo non sono riportate, per il GPL, nella banca dati
SONATA;
2. quanto sopra vale anche con riferimento alla consultazione delle banche dati
FACTS e FRIENDS del TNO;
3. le API 2510 A riportano una probabilità di 10-5 o/a come rateo di guasto di un
serbatoio, escludendo le rotture causate da incendio esterno ed esplosione. Le
stesse API sottolineano che il dato è conservativo se riferito agli stoccaggi di
GPL in quanto relativo alle caldaie di produzione vapore o comunque a recipienti
di processo che operano in condizioni severe;
4. a conferma di quanto sopra il “The Cremer and Warner Report” (Rijnmond)
sottolinea che i recipienti di processo mostrano ratei di guasto di 3 – 10 volte
superiori rispetti a recipienti non interessati a operazioni di processo e
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 203
comunque, per quest’ultimi, si può assegnare un rateo di rottura di almeno 10
volte inferiore rispetto alle caldaie di produzione vapore;
5. un’indagine sulla rottura catastrofica a freddo dei serbatoi di stoccaggio GPL,
effettuata dalla Shell agli inizi degli anni ’90 su depositi europei di GPL, ha
evidenziato una probabilità di rottura catastrofica a freddo di 10-8 o/a per i
serbatoi progettati, eserciti e manutenzionati secondo gli standards europei;
6. infine con riferimento ai dati riportati dal TNO/Red Book risulta una probabilità
di rottura catastrofica a freddo di 5,0 ⋅ 10-7 o/a ovvero non credibile.
Ne consegue, per quanto descritto in precedenza, che la rottura catastrofica a freddo
del serbatoio si colloca nel campo di non credibilità dell’evento.
Per quanto ai serbatoi di stoccaggio è inoltre da precisare :
� i serbatoi hanno una temperatura minima di progetto di –10 °C, notevolmente
più bassa rispetto alla temperatura del prodotto stoccato e normalmente
movimentato a temperatura ambiente;
� le operazioni di movimentazione del GPL sono sempre eseguite con linee di
ritorno fase gas e pertanto non vi è evaporazione di GPL nel serbatoio di
aspirazione dovuta ad estrazione del liquido risultando il volume di vapori
immessi nel serbatoio attraverso la linea di ritorno, pari al volume di liquido
aspirato;
� le fasi di depressurizzazione del serbatoio sono sempre eseguite immettendo
acqua nello stesso ed aspirando con i compressori la fase gas.
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Il calore latente di vaporizzazione sottratto da un’eventuale presenza di liquido
che tende a vaporizzare è controbilanciato dalla capacità termica dell’acqua
immessa;
� le operazioni di messa in servizio del serbatoio sono eseguite immettendo
vapori nello stesso e spurgando contemporaneamente, dal fondo, l’acqua.
L’operazione è eseguita molto lentamente monitorando con costanza la
temperatura del serbatoio di aspirazione dei vapori di GPL.
Per quanto alla perdita dai serbatoi a pressione il Red Book evidenzia frequenze di
rilascio da un foro del diametro equivalente di 10 mm con una media di 9,64 x 10–6
o/a ed un Lower Bound di 3,60 x 10-7 o/a.
Considerato :
� che i serbatoi di GPL sono oggetto di verifiche ispettive e collaudi decennali;
� che i serbatoi operano costantemente a temperatura ambiente;
� che le pressioni di progetto dei serbatoi di GPL sono modeste;
� che il GPL non è una sostanza corrosiva;
� chi i serbatoi sono equipaggiati con allarme di minima temperatura,
si può ritenere non credibile l’evento di perdita dai serbatoi di stoccaggio.
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Serbatoi mobili
Per quanto infine relativo alla rottura a freddo del serbatoio mobile è da precisare che
tali ipotesi incidentale è da associare a fenomeni di fragilizzazione da freddo subiti dal
serbatoio mobile e possibili solo a seguito di errate operazioni e/o guasti che hanno
causato rilasci di prodotto in fase vapore.
In sostanza infatti le corrette operazioni di travaso, sia di riempimento che di
svuotamento, non causano sostanziali variazioni termiche in quanto eseguite con
collegamenti in fase liquida e fase gas dei serbatoi ricevente ed in svuotamento.
Ne consegue che solo consistenti rilasci in fase vapore possono provocare riduzioni
delle temperature in quanto, in tale caso, il calore latente di vaporizzazione viene
assorbito dalla massa liquida che quindi tende a raggiungere la temperatura di
ebollizione.
Nelle normali operazioni presso i depositi tali situazioni si verificano esclusivamente
per rottura degli organi di collegamento in fase vapore durante le operazioni di
travaso.
In tale circostanza e tenuto conto che i tempi di rilascio risultano estremamente
limitati, risulta insignificante il conseguente abbassamento di temperatura del
serbatoio mobile.
Pertanto il rischio di fenomeni di fragilizzazione da freddo del serbatoio mobile può
essere ritenuto non credibile se correlato alle operazioni svolte nel deposito.
Può invece verificarsi la rottura del serbatoio mobile a causa di fragilizzazione da
freddo subita per operazioni all’esterno del deposito ove possono o non essere
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 206
presenti i dispositivi di sicurezza sul terminale dei bracci/manichette ovvero applicate
procedure di movimentazione non idonee.
Nei confronti di tale rischio tutti i vettori che operano nel deposito rilasciano,
all’ingresso, apposita dichiarazione che le operazioni esterne al deposito sono
correttamente eseguite e che il serbatoio mobile non ha subito fenomeni di
fragilizzazione da freddo.
1.C.1.5.1.4.7 Rilascio dagli organi di collegamento con i serbatoi mobili ai
PT
Si premettono nel seguito alcune informazioni necessarie per poter valutare la
probabilità di rilascio ai punti di travaso.
Valvole di fondo serbatoi mobili
Tutti i vettori stradali che accedono ai depositi di interesse hanno le cisterne
equipaggiate con valvole di fondo sulla fase liquida e sulla fase vapore.
In particolare le autobotti montano valvole tipo FISHER che constano dei seguenti
elementi (rif. figura n. 1):
� un corpo valvola differenziato in n. 2 settori : uno che si trova all’interno della
cisterna e l’altro all’esterno.
Il corpo valvola è dotato di una linea di frattura che separa i due settori in modo
tale che se il settore esterno è soggetto a sollecitazione anomala, il corpo
valvola si rompe intercettando comunque la cisterna per chiusura del tappo
conico collegato al settore interno;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 207
� un tappo conico di chiusura, con inserti a tenuta sul corpo valvola, posizionato
in testa al settore interno alla cisterna, azionato da due sistemi:
- un comando a leva con camma di apertura e relativa molla. Manovrando
la leva, è possibile portare la valvola in condizioni di apertura o di chiusura
sollevando o meno il tappo conico;
- un comando a molla tarata, posta sotto il tappo conico, che assicura la
richiusura automatica della valvola per eccesso di flusso/non ritorno.
Pertanto anche con leva in posizione di apertura, se la differenza di
pressione a monte e valle del tappo conico è tale da superare la soglia di
taratura della molla, la valvola si richiude automaticamente;
� un sistema di manovra della valvola, agente sulla leva di comando della stessa,
attraverso il quale è possibile operare l’apertura/chiusura della valvola (rif.
figura n. 2). Il comando è sia di tipo meccanico che pneumatico utilizzando l’aria
freni dell’autobotte; in entrambi i casi sul circuito di comando valvola è inserito
un elemento fusibile che in caso d’incendio porta le valvole in condizioni di
chiusura.
Ne consegue che i dispositivi descritti sono da assimilare a :
- valvole d’intercettazione;
- valvole di eccesso di flusso;
- valvole di non ritorno.
Non risultando disponibili i dati di affidabilità forniti dai costruttori e tenuto conto che,
per quanto alla successiva valutazione del rischio, ha interesse la funzionalità delle
valvole di fondo come valvole di non ritorno è stato assunto una frequenza di guasto
di 3,0 x 10-4 /D corrispondente a quanto il Rijnmond riferisce per il bloccaggio delle
valvole.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 208
Figura n. 1
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 209
Figura n. 2
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 210
Valvola a blocco meccanico tipo FLIP-FLAP
Tale tipo di valvola è installata alla estremità dei bracci rigidi e delle manichette ai
punti di travaso (rif. figura n. 3).
Il dispositivo è costituito essenzialmente da due valvole a piattello, una lato ATB
l’altra lato impianto, che comprendono un giunto di accoppiamento tenuto chiuso da
perni a rottura calibrata.
Durante il funzionamento normale, i piattelli delle valvole sono sulla posizione di
apertura in quanto bloccati meccanicamente dal giunto di accoppiamento.
Se i perni dell’accoppiamento sono sollecitati a valori superiori a quelli di taratura, gli
stessi si rompono facendo aprire il giunto e quindi liberando i piattelli delle valvole
che si portano in condizioni di chiusura.
Il sistema pertanto consente l’intercettazione automatica sia lato impianto che lato
ATB per sollecitazioni anomale del braccio/manichetta.
Per quanto inerente l’affidabilità del dispositivo FLIP-FLAP, in assenza di dati forniti
dal Costruttore, è stato ipotizzato un rateo di 3 x 10-4/D per mancata chiusura,
all’occorrenza, delle valvole del dispositivo corrispondente al valore riportato dal
Rijnmond per il bloccaggio delle valvole manuali.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 211
Figura n. 3
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 212
Caratterizzazione dei punti di travaso
Come già anticipato, il deposito è dotato di n. 2 punti di travaso autobotti.
A fronte di un movimentato annuo di 7.400 t si stima :
autobotti in ingresso : 7.400 t/20 t/ATB = 370 ATB/anno;
autobotti in uscita : 4.600 t/5,5 t/ATB = 840 ATB/anno.
Considerato un rateo medio di movimentazione di 30 t/h ne risulta un rateo medio
per punto di travaso di 600 ATB/ anno e di 200 ore/anno di funzionamento.
Rilasci dovuti a partenza del mezzo mobile prima del completamento delle operazioni:
Si ipotizza in tale caso che a causa di errore umano il mezzo mobile si avvii prima di
essere scollegato.
Ne conseguirà una sollecitazione dei perni di sgancio del dispositivo FLIP-FLAP e la
conseguente apertura dello stesso con intercettazione del rilascio lato autobotte e
lato impianto.
Le probabilità di rilascio possono pertanto essere valutate come segue:
� Il rilascio lato autobotte dipende dal mancato funzionamento della valvola di
fondo ( 3 x 10-4/D ).
Considerato che le operazioni al punto di travaso risultano di 550/anno, la
partenza anticipata del mezzo mobile risulta di:
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 213
10-3/D (errore umano) x 600= 6,0٠ 10-1 o/a
quindi il rilascio lato autobotte avrà frequenza di:
- mancato intervento valvola di fondo = 3 x 10-4 x 6,0٠ 10-1 =1,8 x 10-4 o/a;
- mancato intervento FLIP-FLAP = 3 x 10-4 x 6,0٠ 10-1 = 1,8 x 10-4 o/a;
ovvero una frequenza globale di 3,2 x 10-8 o/a e pertanto non risulta credibile;
� Il rilascio lato impianto dipende dal mancato funzionamento della valvola del
FLIP-FLAP (3 x 10-4/D), dalla mancata intercettazione del sistema rilevatore di
gas/valvola pneumatica.
Per quanto anticipato ai dati statistici la mancata intercettazione lato impianto
risulta di :
1,4 x 10-3 (guasto rilevante di gas) + 2,2 x 10-4 (guasto valvola pneumatica) = 1,6 x 10-3 o/a
e quindi il rilascio lato impianto mostra una frequenza di :
3 x 10-4 x 6,0٠ 10-1 x 1,6 x 10-3 = 2,9 x 10-7 o/a.
e pertanto risulta non credibile.
Rottura catastrofica braccio per causa intrinseche :
La probabilità di rottura catastrofica del braccio rigido è pari, secondo il Rijnmond, a
3 x 10-8 /h.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 214
Quindi, per quanto anticipato, la probabilità di rottura catastrofica del braccio è
pertanto di:
3 x 10-8 x 200 = 6,0٠ 10-6 o/a
Risulta quindi :
� Mancata intercettazione automatica lato impianto :
6,0٠ 10-6 x 1,6 x 10-3 = 9,6 x 10-9 o/a;
� Mancata intercettazione lato autobotte :
6,0٠ 10-6 x 3 x 10-4 = 1,8 x 10-9 o/a.
Quindi non risulta credibile la mancata intercettazione dei rilasci in caso di rottura
catastrofica del braccio.
Per quanto alla rottura catastrofica delle manichette in fase gas si può assumere, alla
luce delle odierne tecnologie e delle periodiche prove di collaudo, che il rateo di
rottura catastrofica sia di un ordine di grandezza superiore a quello mostrato dai
bracci rigidi.
Ne consegue, per quanto anticipato in merito alle probabilità di rilascio per i bracci
rigidi, che risulta non credibile la mancata intercettazione per rottura delle
manichette.
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1.C.1.5.1.4.8 Bleve del serbatoio mobile
Il Bleve del serbatoio mobile, è determinato dalla contemporaneità di fiamme
persistenti e mancato funzionamento e/o efficacia del sistema di protezione
antincendio.
Per quanto inerente la persistenza delle fiamme si rinvia a quanto anticipato al punto
1.C.1.5.1.4.7 in merito ai rilasci ai punti di travaso sottolineando che la frequenza di
un rilascio di GPL non intercettato si colloca intorno a 10-7 o/a.
Si può quindi assegnare una probabilità di 10-8 o/a per la presenza di fiamme
persistenti al punto di travaso avendo assegnato una probabilità di 10-1 all’innesco del
rilascio.
Per quanto attiene alla funzionalità ed efficienza del sistema idrico di raffreddamento
si può ritenere del tutto marginale la probabilità di mancata erogazione idrica
considerato che la centrale di pompaggio è dotata di pompe di riserva.
Per quanto attiene l’efficienza dell’impianto fisso antincendio si sottolinea che
l’erogazione specifica di 10 l/min/mq prevista dal D.M. 13/10/94 per i punti di travaso
è adeguata a contrastare l’insorgere del fenomeno di Bleve.
Si citano a riguardo :
� API Standard 2510 “Design and Construction of LPG Installation” : l’erogazione
specifica fissata dallo standard citato è di :
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− 4,1 l/min/mq di superficie esposta per la difesa del serbatoio da pool –
fire;
− 10,2 l/min/mq per proteggere il serbatoio lambito dalle fiamme.
� NFPA “LP – Gas Code Handbook” : rinviano alle NFPA 15 che fissano in 10,2
l/min/mq l’erogazione specifica di acqua per proteggere dal Bleve i serbatoi.
Ne consegue che la mancata efficienza dell’ impianto di raffreddamento può essere
imputata solo a scarsa manutenzione (riduzione dell’erogazione per sporcizia degli
ugelli) che statisticamente si colloca nell’ambito di una probabilità di 10-2 / 10-3.
In definitiva il Bleve del serbatoio mobile mostra una probabilità di almeno 10-10 o/a e
pertanto risulta non credibile.
1.C.1.5.1.4.9 Rilascio per rottura catastrofica macchinario di
movimentazione
I dati probabilistici riferiti al punto 1.C.1.5.1.3 portano a considerare credibile la
rottura catastrofica della pompa.
La stessa nel seguito è assimilata alla sola rottura significativa della tubazione di
aspirazione considerato che il rilascio di GPL dovuto alla rottura del corpo pompa non
viene alimentato dalla tubazione di mandata per la presenza di valvola di non ritorno.
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1.C.1.5.1.4.10 Riepilogo delle frequenze di accadimento
L'analisi probabilistica intesa a stimare le frequenze di accadimento delle ipotesi
incidentali ragionevolmente prevedibili per l'installazione in esame ha consentito di
evidenziare la marginalità e la non credibilità degli eventi a cui risultano associabili le
più estese aree di danno a conferma dei notevoli miglioramenti impiantistici e
gestionali posti in essere della Ultragas C.M. SpA, nel corso degli ultimi anni.
Ripercorrendo e riassumendo quanto anticipato nei punti precedenti, gli scenari
incidentali credibili, le cui conseguenze saranno valutate al successivo punto, possono
così identificarsi:
� Unità di stoccaggio
- Rilascio da PSV per scatto intempestivo. Il rilascio perdurerà fino ad
intercettazione della valvola di sicurezza.
- Rilascio per perdita da tenuta sulla linea di fondo serbatoio a monte delle
valvole di intercettazione. Sebbene l'analisi affidabilistica abbia evidenziato
la non credibilità di rottura catastrofica e/o significativa del piping è
ragionevole ipotizzare la perdita di tenuta da una flangia per guasto della
guarnizione.
Nella fattispecie il rilascio è considerato perdurante per 20 minuti per dar modo
alla squadra di emergenza di mettere in atto la procedura di iniezione d'acqua.
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� Unità di travaso. Risulta non credibile la mancata intercettazione automatica
dei rilasci e pertanto si valuteranno le aree di danno conseguenti al rilascio più
gravoso in fase liquida (rottura braccio) perdurante per 20 s, tempo necessario
per l'intervento dell'automatismo di intercettazione.
� Unità sala pompe /compressori GPL. Per tale unità il rischio credibile è
dovuto alla rottura del macchinario.
Considerato che l’unità è in categoria A il rilascio sarà valutato a fronte di una
sezione di efflusso circolare del diametro di 2”.
1.C.1.5.2 UBICAZIONE DEI PUNTI CRITICI DELL’IMPIANTO
Possono considerarsi punti critici dell’impianto tutti quei punti a diretto contatto con il
GPL e le canalizzazioni da esso in arrivo e/o partenza.
Sono tali:
� serbatoi di stoccaggio GPL;
� punti di travaso ATB ;
� locale imbottigliamento;
� zona deposito bombole piene/vuote non bonificate;
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� sale pompe/compressori GPL;
� cunicoli e trincea tubazioni.
Detti punti critici sono mostrati nella planimetria generale del Deposito e nello
schema di flusso.
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1.C.1.5.3 COMPORTAMENTO IN CASO DI INDISPONIBILITÀ DELLE
RETI DI SERVIZIO
1.C.1.5.3.1 Mancanza energia elettrica
In caso di mancanza di energia elettrica, vengono interrotte tutte le attività
produttive. La ripresa delle stesse è subordinata alla disponibilità della potenza
elettrica erogata dal gruppo elettrogeno, una volta assicurata l’alimentazione elettrica
alle elettropompe antincendio.
Inoltre la consolle, relativa al comando remoto del sistema antincendio (motopompa,
valvole pneumatiche) e dei sistemi di gestione centralizzata delle logiche di blocco ed
allarme, viene alimentata da un sistema UPS.
1.C.1.5.3.2 Indisponibilità aria compressa
Il deposito è dotato di due elettrocompressori, di cui uno alimentato dal gruppo
elettrogeno e da un serbatoio di accumulo della capacità di 1500 lt
Pertanto l’indisponibilità di aria compressa è da considerare un evento remoto,
comunque in caso di mancanza dell’aria compressa, le valvole pneumatiche ON/OFF
sulla rete movimentazione GPL si portano in condizioni di chiusura, le pinze di
imbottigliamento non si sganciano essendo dotate di VNR sull’aria, mentre le valvole
pneumatiche ON/OFF sulla rete antincendio si aprono.
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1.C.1.5.3.3 Indisponibilità acqua di processo
L’acqua viene utilizzata per la verniciatura ed il collaudo bombole.
La quantità occorrente viene ricircolata attraverso un sistema di depurazione.
1.C.1.5.3.4 Altre reti di servizio
Presso l’impianto non esistono altre reti di servizio (vapore d’acqua, azoto, etc).
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1.C.1.6 STIMA DELLE CONSEGUENZE DEGLI EVENTI INCIDENTALI
Viene nel seguito precisata la metodologia utilizzata per la stima delle conseguenze
associate alle ipotesi incidentali credibili valutate in precedenza.
1.C.1.6.1 CRITERI DI VALUTAZIONE DEL DANNO
I criteri di valutazione del danno, esplicitati nel seguito, sono riferiti al contenuto del
Decreto Ministero dell’Ambiente 15/05/96.
Più in dettaglio sono state assunte le soglie riportate nella tab. III/1 “Valori di
riferimento per le valutazioni degli effetti (GPL)” di cui all’Appendice III del DM citato,
riportate, per pronto riferimento, nella pagina successiva.
Come già anticipato, il GPL non è tossico per inalazione ma, unicamente, asfissiante.
Le concentrazioni di GPL necessarie affinchè si instauri un rischio respiratorio sono
difficilmente raggiungibili in ambienti aperti e naturalmente ventilati e pertanto non
viene eseguita alcuna valutazione del danno conseguente a tale rischio.
1.C.1.6.2 MODELLISTICA INFORMATIZZATA
Salvo quando diversamente specificato, la valutazione della conseguenze è stata
effettuata con il software TNO/EFFECTS “ Modelling the effects of accidental release
of hazardous substances” versione 4/2002.
In particolare la dispersione dei rilasci di GPL è stata valutata con il software "Dense
gas dispersion" in quanto il GPL è più pesante dell’aria. Tale modello fornisce aree di
danno più contenute rispetto a quelle di cui all'Appendice III del D. Min. Ambiente
15/05/96.Si rimettono in merito le valutazioni di cui al seguito.
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Valori di riferimento per la valutazione degli effe tti
Soglie di danno a persone e strutture
scenario incidentale Elevata letalità Inizio
letalità
Lesioni
irrevers
Lesioni
revers
Danni alle
strutture
Effetti domino
incendio
(radiazione termica
stazionaria)
12,5 kw/m2 7 kw/m2 5 kw/m2 3 kw/m2 12,5 kw/m2
bleve/fireball
(radiazione termica
variabile)
raggio fireball 350 kJ/m2 200 kJ/m2 125 kJ/m2
100 m da
parco bombole
600 m da stoc.
in sfere 800 m
da stoc. in
cilindri
flash-fire
(radiazione termica
istantanea)
LFL 0,5 LFL / /
UVCE (sovrapressione di
picco) 0,6 bar (0,3 bar)* 0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar
Riferimento : Tab III/1 di cui al Decreto Ministero Ambiente del 15/05/96
* da assumere in presenza di edifici o altre strutture il cui collasso possa determinare letalità indiretta
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1.C.1.6.2.1 La dispersione di gas neutri e pesanti
La modulistica computerizzata oggi disponibile, consente di valutare la dispersione di
gas pesanti o neutri e risulta, anche per i gas neutri, notevolmente più precisa
rispetto a quella disponibile negli anni trascorsi.
E’ da sottolineare che le metodologia di calcolo tra gas pesanti e neutri è
completamente diversa.
La dispersione dei gas neutri è valutata considerando che, a causa della turbolenza
atmosferica, il gas si disperde, sia orizzontalmente che verticalmente, secondo una
distribuzione gaussiana in cui i parametri (ovvero le concentrazioni) variano in
funzione delle distanze, come rappresentato nella figura che segue.
Il modello gaussiano presenta alcune limitazioni:
� è applicabile solo ad aree “piatte” ed aperte;
� è difficile tenere conto della presenza di ostacoli;
� è applicabile, in linea di principio, ai soli gas con la stessa densità dell’aria.
In sostanza la dispersione gaussiana non tiene conto delle eventuali differenze della
densità dell’aria ambiente con quella della sostanza rilasciata ed inoltre la direzione
del rilascio è sempre considerata orizzontale nella direzione del vento.
I modelli di dispersione per i gas pesanti sono notevolmente più complessi in quanto
la dispersione atmosferica del rilascio viene calcolata risolvendo le equazioni di
conservazione della massa, momento, energia e specie.
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S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 226
Le sopra citate equazioni sono mediate nello spazio e pertanto la nube è trattata
come piuma stazionaria, puff o combinazione dei due stati a secondo del tempo di
calcolo rispetto al tempo di rilascio.
Le equazioni di conservazione tengono conto sia dell’influenza della gravità del
rilasciato che della riduzione di miscelazione in regime turbolento nonchè degli effetti
termodinamici del suolo per i rilasci a temperatura inferiore a quelle ambiente.
Quanto sopra consente quindi di tener conto anche della direzionalità del getto
(orizzontale o verticale) così come, per peso della forza di gravità, di avere
concentrazioni sopravento rispetto al punto di rilascio.
Il paragone tra la figura che segue, che evidenzia la configurazione geometrica della
dispersione di rilasci di gas pesanti, con la figura precedene, lascia chiaramente
intuire le differenze tra i due modelli.
Per tutto quanto sopra, a parità di portata di rilascio e condizioni atmosferiche, la
dispersione atmosferica sviluppata con il software relativo ai gas pesanti determina
distanze di danno (LIE a 50% LIE) più contenute rispetto a quelle risultanti
applicando la modellistica per gas neutri.
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1.C.1.6.3 DETERMINAZIONE DELL’ENTITA’ DEI RILASCI
1.C.1.6.3.1 Premessa
Vengono nel seguito valutati i rilasci correlati alle varie ipotesi incidentali credibili
come riassunto al precedente punto 1.C.1.4.9
1.C.1.6.3.2 Rilascio da PSV per scatto intempestivo
La singola PSV ha un efflusso del diametro di 53,1 mm.
Il i FC n. 1 evidenzia una portata di rilascio di 4,0 Kg/s e pertanto il quantitativo
rilasciato risulta di:
� 4,0 Kg/s x 1200 s
Il tempo di intercettazione della PSV è stato stimato considerando la necessità di
intercettazione manuale del cassetto di distribuzione da parte del personale del
deposito.
1.C.1.6.3.3 Rilascio per perdita da tenuta flangia
Le perdite da tenuta possono essere valutate secondo le indicazioni delle norme CEI
31-35/1999 “Guida alla classificazione dei luoghi pericolosi”.
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Foglio di calcolo n. 1
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 230
In merito le CEI citate evidenziano :
� le emissioni strutturali, la cui entità è di 3 x 10-9 Kg/s ovvero estremamente
modesta e tale da costituire un rischio solo in presenza di un notevole numero
di flange in ambienti poco ventilati;
� i guasti iniziali delle guarnizioni corrispondenti a sezioni di rilascio di 0,25 mm2
per le guarnizioni in ondulato metallico;
� i guasti gravi delle guarnizioni che si verificano quando il guasto iniziale non
viene tempestivamente evidenziato e riparato.
Con guarnizioni in ondulato metallico il guasto grave corrisponde ad una sezione
di rilascio di spessore 0,05 mm lunga quanto la sezione di guarnizione compresa
tra due fori di serraggio.
Risultando il size massimo delle tubazioni di 6” con pressioni di progetto PN 40,
risulta:
� diametro della guarnizione = 151 mm ;
� n. di fori =8.
Ne consegue, per rilasci gravi, una sezione massima di efflusso di 3,0 mmq.
La portata di efflusso può essere calcolata (rif. CEI 31-35) :
w= C x A x [ 2 x ρ (P – Pa )] 0,5
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 231
c = coefficiente di efflusso posto pari a 0,8;
A = sezione di efflusso (m2);
ρ = densità del propano, pari a 501 Kg/m3 ( a 20° C );
P = pressione assoluta posta pari a 23 E5 Pa corrispondente alla pressione massima
attesa di mandata macchinario di movimentazione;
Pa = pressione atmosferica pari a 101.300 Pa.
Ne risulta W = 0,11 Kg/s.
Il rilascio più gravoso da tenuta è ipotizzabile sulle linee di fondo dei serbatoi a
monte delle valvole di intercettazione.
In tali casi il rilascio è stimato perduri per 20 min, tempo necessario per l’intervento
del sistema di iniezione d’acqua.
1.C.1.6.3.4 Rilasci al punto di travaso
Per quanto al seguito è da considerare che le operazioni di caricamento delle
autobotti vengono eseguite prevalentemente con le pompe del deposito mentre le
operazioni di discarica sono normalmente eseguite con i compressori.
In caso di rottura del braccio in fase liquida, e fino ad intervento dell’intercettazione
automatica, si assisterà ad un rilascio lato impianto così determinato :
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� l’incremento della portata della pompa, per riduzione della contropressione a
causa della rottura del braccio, è bilanciato dall’instaurarsi, nella tubazione di
alimentazione del braccio, di un flusso bifasico.
Si può quindi assumere in prima approssimazione (rif. Yellow Book/TNO) che il
rilascio sia corrispondente alla portata nominale della pompa.
Ne consegue un rilascio massimo di 60 mc/h e quindi di 8,3 Kg/s x 20s.
� nel caso di discarica con compressore la rottura del braccio, in fase liquida,
provoca una inversione del flusso con rilascio alimentato dal serbatoio di
stoccaggio.
Il FC n. 2 evidenzia una portata di rilascio di 4,9 Kg/s x 20 s.
Ne consegue che il rilascio più gravoso per i punti di travaso risulta quello
precedentemente calcolato.
1.C.1.6.3.5 Rilasci per rottura pompa.
Si ipotizza la rottura, in corrispondenza della pompa, della tubazione di aspirazione,
con rilascio alimentato dai serbatoi di stoccaggio.
Si rinvia al FC n. 3 evidenziante un rilascio di 6,3 Kg/s x 20 s.
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Foglio di calcolo n. 2
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Foglio di calcolo n. 3
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1.C.1.6.4 STIMA DELLE AREE DI DANNO
1.C.1.6.4.1 Rilascio da PSV da serbatoi di stoccaggio
Il rilascio è in fase vapore ed a quota elevata. Anche ipotizzando un innesco, il jet-fire
che ne deriverebbe sarebbe indirizzato verso l’alto senza coinvolgere obiettivi
vulnerabili e senza provocare irraggiamenti pericolosi al suolo.
La dispersione dei rilasci attesi, valutata in condizioni meteo D/5 e F/2, evidenzia che
non sono attese al suolo concentrazioni pericolose.
1.C.1.6.4.2 Rilasci per perdita da tenuta da flangia
I rilasci attesi sono talmente modesti (0,11 Kg/s) da poter ritenere marginali le
conseguenze agli stessi associati.
Nel caso di rilascio della linea di fondo serbatoi si potrebbe generare un iet-fire della
durata di 20 min che potrebbe colpire obiettivi vulnerabili provocando seri danni.
Si evidenzia comunque che i serbatoi sono intrinsecamente sicuri in quanto
coibentati; eventuali collassi del piping investito dal iet-fire non provocherebbero un
escalation dell’emergenza in quanto, al manifestarsi del rilascio, le linee verrebbero
completamente intercettate per azionamento di uno dei pulsanti di emergenza.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 236
1.C.1.6.4.3 Rilasci ai punti di travaso
I modesti tempi di rilascio consentono di escludere conseguenze dovute ad
irraggiamento stazionario da jet.fire.
Considerato che il getto più gravoso ai fini della dispersione è quello orizzontale, il FC
n. 4 evidenzia che l’intero rilascio vaporizza per cui non sono attesi pool-fire.
Lo stesso foglio di calcolo evidenzia che il getto ha una temperatura di –79 °C a
conferma quindi che lo stesso è più pesante dell’aria ambiente circostante.
Per quanto inerente la dispersione del rilascio si sottolinea che il LIE a 20°C è pari a
41.370 mg/m3 (2,1% con γ = 1,97 mg/m3) e quindi il 50% LIE mostra una
concentrazione di 20.685 mg/m3.
Si rinvia quindi :
� ai FC nn. 5 e 6 che evidenziano che la massa esplosiva risulta al massimo di 45
Kg e pertanto è marginale il rischio di UVCE ;
� ai FC nn. 7 e 8 che evidenziano che il 50% del LIE viene raggiunto ad una
distanza massima di 43 m;
� ai FC nn. 5 e 6 che evidenziano che il LIE viene raggiunto ad una distanza
massima di 30 m.
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Foglio di calcolo n. 4
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Foglio di calcolo n. 5
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 239
Foglio di calcolo n. 6
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 240
Foglio di calcolo n. 7
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Foglio di calcolo n. 8
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 242
1.C.1.6.4.4 Rilasci in sala pompe / compressori
Similmente a quanto anticipato al punto precedente si rimettono le seguenti
valutazioni :
� il FC n. 9 evidenzia la vaporizzazione dell’ intero rilascio;
� i FC nn. 10 e 11 evidenziano una massa esplosiva massima di circa 35 Kg per
cui risulta marginale il rischio di UVCE ;
� i FC nn. 12 e 13 evidenziano che il 50% LIE viene raggiunto ad una distanza
massima di 33 m;
� I FC nn. 10 e 11 evidenziano che il LIE viene raggiunto ad una distanza
massima di 26 m.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 243
Foglio di calcolo n. 9
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 244
Foglio di calcolo n. 10
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 245
Foglio di calcolo n. 11
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 246
Foglio di calcolo n. 12
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 247
Foglio di calcolo n. 13
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 248
1.C.1.6.5 COMPATIBILITÀ TERRITORIALE
In allegato n. 9 è riportata una planimetria dell’impianto individuante le aree di danno
associate ad ogni singola unità pericolosa del deposito e gli elementi circostanti il
deposito ricadenti all’interno delle stesse.
Si precisa che per quanto già anticipato nella Premessa, le aree di danno riportate in
allegato n. 9 sono quelle desunte dall’ Appendice ovvero valutate secondo i contenuti
dell’ Appendice III del DM 15/05/96 in quanto di maggiore estensione rispetto a
quelle valutate secondo i criteri del DPCM 31/03/89.
Si rammenta che la favorevole verifica del deposito con il territorio circostante è già
stata valutata nel corso della precedente Istruttoria.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 249
1.C.1.7 DESCRIZIONE DELLE PRECAUZIONI ASSUNTE PER
PREVENIRE GLI INCIDENTI
1.C.1.7.1 PRECAUZIONI IMPIANTISTICHE E OPERATIVE
Le misure impiantistiche ed operative adottate sono rivolte a ridurre il rischio offerto
dalle installazioni e indirizzate, in particolare, alla riduzione dei rilasci in fase liquida.
Al fine del raggiungimento di tale obiettivo sono state previste le misure nel seguito
precisate.
1.C.1.7.1.1 Organi di intercettazione
Sono previsti i sistemi nel seguito elencati.
1.C.1.7.1.1.1 Valvole manuali di intercettazione
Tali valvole a sfera sono poste ad isolamento di ogni singola
apparecchiatura/componente (serbatoi, pompe, punti di travaso, imbombolamento,
strumentazione), come risulta dallo schema di flusso in allegato n. 5.
Tutte le valvole sono del tipo tale da non consentire apprezzabili perdite verso
l’esterno, se investite dal fuoco.
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1.C.1.7.1.1.2 Valvole di non ritorno
Le valvole di non ritorno hanno la funzione di bloccare il flusso del GPL quando
questo inverte la sua direzione.
Esse sono installate sulla mandata di tutte le pompe GPL e sul sistema di iniezione
acqua ai serbatoi.
1.C.1.7.1.1.3 Valvole di eccesso di flusso
Sono valvole la cui chiusura è automatica se la portata supera di 2,5 volte la portata
nominale.
Sono installate sulla linea di movimentazione GPL liquido da/a serbatoio e ai punti di
travaso sulle linee fase gassosa e fase liquida, come da schema di flusso (allegato n.
5).
1.C.1.7.1.1.4 Valvole pneumatiche ON/OFF GPL
Tutte le linee di GPL sono intercettabili con valvole pneumatiche con comando
locale e remoto del tipo “mancanza di aria chiude.
Tali valvole sono singolarmente comandabili dalla Sala Controllo, dal pannello di
campo posto alle spalle della Sala pompe/compressori GPL, e per quelle
d’intercettazione dei punti di travaso anche dagli stessi PT. Quelle sulle linee di
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 251
alimentazione all’imbottigliamento sono azionabili da Sala Controllo e dal piano di
imbottigliamento.
Tutte le valvole pneumatiche sono inoltre simultaneamente comandate in chiusura,
per intervento della soglia di allarme di un rilevatore di esplosività o incendio,
azionamento di un pulsante di emergenza e del blocco di altissimo livello del
serbatoio (unicamente per quelle connesse al serbatoio interessato).
Inoltre tutte le valvole di intercettazione pneumatiche sono dotate di fine-corsa,
indicante valvola aperta/chiusa, collegato con il sistema centrale di controllo.
Tutte sono inoltre operabili localmente con volantino.
1.C.1.7.1.1.5 Valvole pneumatiche su sistema antincendio
Le valvole pneumatiche di attivazione degli impianti fissi di irrorazione sono del tipo
“mancanza aria apre” con comando remoto in prossimità della Sala Pompe
Antincendio e della Sala Controllo.
Le valvole sono dotate di fine-corsa per l’acquisizione della segnalazione
aperta/chiusa sia in campo che nella Sala Controllo.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 252
1.C.1.7.1.1.7 Valvole a blocco meccanico tipo Flip-Flap
Tale tipo di valvole sono individuate nello schema di flusso alle estremità dei bracci
rigidi e delle manichette dei punti di travaso .
Il dispositivo è costituito essenzialmente da due valvole a piattello che comprendono
un giunto di accoppiamento tenuto chiuso da perni a rottura calibrata.
Durante il funzionamento normale, i piattelli delle valvole sono sulla posizione di
apertura in quanto bloccati meccanicamente dal giunto di accoppiamento.
Se i perni dell’accoppiamento sono sollecitati a valori superiori a quelli di taratura, gli
stessi si rompono facendo aprire il giunto e quindi liberando i piattelli delle valvole
che si portano in condizioni di chiusura.
Il sistema pertanto consente l’intercettazione automatica sia lato impianto che lato
ATB per sollecitazioni anomale del braccio rigido e della manichetta.
Il sistema pertanto consente l’intercettazione automatica sia lato impianto che lato
vettore mobile per sollecitazioni anomale del braccio rigido.
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1.C.1.7.1.1.8 Valvole a blocco meccanico tipo “dead man”
Sono valvole di intercettazione a leva il cui comando di chiusura è fornito da una
molla collegata con il dispositivo di manovra.
Per quanto sopra, l’apertura delle valvole è possibile meccanicamente attraverso
l’intervento dell’operatore ovvero, per cessazione di quest’ultimo, la valvola si porta
automaticamente in condizione di chiusura.
Tali valvole sono installate sui terminali degli spurghi.
1.C.1.7.1.1.9 Valvola di fondo installate sui vettori
Tale tipo di valvola è installata su tutte le autobotti che accedono al deposito al fine
di garantire, in caso di rilascio, la rapida intercettazione a distanza dell’autobotte.
La valvola consta essenzialmente dei seguenti elementi :
� un corpo valvola differenziato in n. 2 settori : uno che si trova all’interno del
vettore mobile e l’altro all’esterno.
Il corpo valvola è dotato di una linea di frattura che separa i due settori in modo
tale che se il settore esterno è soggetto a sollecitazione anomala, il corpo
valvola si rompe intercettando comunque la cisterna per chiusura del tappo
conico collegato al settore interno;
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� un tappo conico di chiusura con inserti a tenuta sul corpo valvola posizionato in
testa al settore interno al vettore mobile, azionato da due sistemi ;
� un comando a leva con camma di apertura e relativa molla. Manovrando la leva,
è possibile portare la valvola in condizioni di apertura o di chiusura sollevando o
meno il tappo conico;
� un comando a molla tarata posto sotto il tappo conico che assicura la richiusura
automatica della valvola per eccesso di flusso. Pertanto anche con leva in
posizione di apertura se la differenza di pressione a monte e valle del tappo
conico è tale da superare la soglia di taratura della molla la valvola si richiude
automaticamente.
� un doppio sistema di manovra della valvola, agente sulla leva di comando della
stessa, attraverso il quale è possibile operare l’apertura/chiusura della valvola.
Il comando primario è posto nel cassonetto di collegamento in modo da
semplificare le normali operazioni
Un comando secondario è posto all’altezza della cabina di guida, ovvero distante
dall’area di potenziale rilascio, ed è manualmente azionabile in caso di
emergenza.
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1.C.1.7.1.2 Pulsanti di emergenza
I pulsanti di emergenza si trovano nei punti significativi di tutto lo stabilimento ed il
loro posizionamento è riscontrabile dalla planimetria in Allegato n. 11.
L’attivazione di un pulsante provoca :
� il sezionamento delle linee di GPL fase liquida e fase gas ai serbatoi, ai punti di
travaso e all’imbottigliamento;
� l’apertura dell’interruttore principale di alimentazione elettrica della sala
pompe/compressori GPL, (fermata di tutto il macchinario di movimentazione);,
l’azionamento di un sistema ottico ed acustico di segnalazione;
� l’attivazione dell’impianto di raffreddamento alle diverse unità.
1.C.1.7.1.3 Controllo automatizzato
Per la gestione operativa del deposito esiste il monitoraggio continuo dei parametri,
operativi e di sicurezza acquisite in Sala Controllo le informazioni di seguito riportate.
La sala controllo è ubicata in un locale della palazzina uffici. Vi sono installati i quadri di comando dei sistemi di controllo e delle logiche di
controllo di tutti i sistemi elettropneumatici.
Nel sala controllo sono riportati i seguenti segnali e comandi :
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� comando remoto di apertura / chiusura valvole pneumatiche GPL;
� pulsante di emergenza;
� quadro di controllo dei rilevatori gas/incendio;
� quadro marcia/ pompe antincendio e comando delle valvole pneumatiche sul
circuito antincendio;
� quadro elettrico generale;
� quadro comando di valvole pneumatiche GPL e del sistema di iniezione acqua
(valvola pneumatica di sfioro e valvole pneumatiche di immissione acqua);
� allarmi di altissimo livello, alta pressione, incendio, gas.
Il sistema di gestione delle logiche di blocco permette le seguenti sequenze:
a) Blocco per altissimo livello serbatoi :
� Allarme ottico/acustico;
� Chiusura attuatore GPL valvola pneumatica di fase liquida;
� Fermata del macchinario di movimentazione.
b) Intervento di rilevatore fughe gas (soglia di allarme):
� Allarme ottico/acustico;
� Distacco energia elettrica di alimentazione sala pompa/compressori GPL e
imbottigliamento;
� Chiusura di tutte le valvole pneumatiche GPL;
� Apertura impianti di raffreddamento alla unità interessata.
c) Intervento dei rilevatori di incendio:
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Stessa sequenza logica prevista per i rilevatori fughe gas.
d) Pulsanti di emergenza:
Stessa sequenza logica prevista per i rilevatori fughe gas.
e) Pinze di messa a terra autobotti:
La mancata applicazione della pinza di messa a terra all’autobotte non abilita le
pulsantiere di avviamento pompe e/o compressori da quel punto di travaso.
1.C.1.7.1.4 Sistema di iniezione acqua ai serbatoi
Ogni serbatoio è dotato di un punto di iniezione acqua sulla tubazione di fondo, come
rilevabile dallo schema di flusso in Allegato 5.
All’eliminazione delle perdite in tale linea a monte delle valvole pneumatiche di
intercettazione si perverrà pertanto iniettando acqua ad una portata pari almeno a
quella della perdita.
Il circuito di iniezione acqua nei serbatoi, è alimentato direttamente dalla riserva
idrica antincendio da 100 m3 , da cui aspira la pompa di iniezione acqua P4.
Le caratteristiche di tale pompa sono riportate al punto 1.D.1.10.1.1.
Dalla linea di mandata della pompa iniezione acqua (φ 3”) si stacca una linea per il
ricircolo verso il serbatoio di riserva idrica.
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In corrispondenza delle trincee tubazioni sono presenti stacchi da 3” che si collegano
a ciascuna linea di movimentazione GPL liquido a monte delle valvole pneumatiche
ON/OFF.
Il sistema è provvisto di valvola di non ritorno, di valvola pneumatica ON/OFF e di
valvola di intercettazione a sfera.
La regolazione della portata d’acqua, in funzione delle diverse esigenze avviene
ricircolando verso la riserva idrica l’eccesso di portata mediante un’apposita valvola
regolatrice, posta sulla mandata pompa (dove è installato anche un misuratore di
portata).
1.C.1.7.1.5 Misure operative
Affinché non si verifichino rilasci di GPL a causa di errate operazioni da parte degli
operatori, nel Sistema di Gestione della Sicurezza, di cui in allegato n. 1 si riporta
l’indice, sono state descritte le procedure operative sia in condizioni normali di
esercizio che in condizioni anomale e di emergenza.
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1.C.1.7.2 MISURE PER PREVENIRE RISCHI DOVUTI AD ERRORE UMANO
Oltre ai programmi di addestramento di cui al punto 1.B.1.1.3, sono adottate le
seguenti misure per prevenire il verificarsi di errore umano:
� Per la zona serbatoi:
- installazione di sistema di rilevazione locale dei parametri operativi
(pressione, temperatura, livello e volume);
- dettagliate procedure riguardanti le operazioni di riempimento,
svuotamento e spurgo dei serbatoi;
- sistema di blocco automatico del riempimento dei serbatoi al
raggiungimento della soglia dell’altissimo livello.
� Per le zone di travaso :
- consenso all’avviamento delle operazioni di caricamento solo dopo il
collegamento a terra della autobotte;
- procedure dettagliate sulle modalità di collegamento delle autobotti e
successivo distacco dei flessibili;
- possibilità di intercettazione del serbatoio mobile;
- procedure atte ad evitare il fenomeno della rottura a freddo del vettore
mobile.
� Per la zona di imbottigliamento
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- norme e procedure relative alle operazioni di riempimento e svuotamento
bombole.
Tutte le procedure sono descritte chiaramente nel Manuale Operativo.
1.C.1.7.3 PRECAUZIONI E COEFFICIENTI DI SICUREZZA ASSUNTI
NELLA PROGETTAZIONE DELL’IMPIANTO IN PREVISIONE
DEGLI EVENTI DI CUI AL PUNTO 1.C.1.3.2.
CRITERI DI PROGETTAZIONE DI COMPONENTI CRITICI
1.C.1.7.3.1 Premessa
La progettazione dell’impianto è stata eseguita secondo standards qualificati e più in
particolare :
� norme UNI per la parte GPL e antincendio;
� norme CEI per l’impianto elettrico e strumenti.
Per dettagli sui criteri particolari adottati, si rimanda ai punti successivi.
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1.C.1.7.3.2 Perturbazioni geofisiche
In sede di progettazione si è tenuto conto dei correnti criteri considerato che la zona
non è classificata sismica.
1.C.1.7.3.3 Perturbazioni meteomarine
I calcoli delle strutture sono stati eseguiti tenendo conto delle forze dovute alla spinta
del vento.
1.C.1.7.3.4 Perturbazioni cerauniche
Il deposito è dotato di un impianto di protezione contro le scariche atmosferiche, la
cui verifica è stata effettuata dall’ASL competente.
1.C.1.7.3.5 Inondazioni
L’area del deposito non è stata oggetto di inondazioni e pertanto non sono state
previste specifiche misure progettuali.
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1.C.1.7.3.6 Criteri di progettazione per la protezione al fuoco
Va precisato che l’analisi delle conseguenze, di cui al punto 1.C.1.6, ha evidenziato
che le conseguenze di irraggiamento termico stazionario nel caso di un rilascio non
confinato sono notevolmente contenute, in quanto estremamente brevi i tempi di
combustione attesi.
Ciò nonostante, sono state adottate alcune protezioni al fuoco, di seguito elencati :
� coibentazione dei serbatoi;
� muri di schermo ai punti di travaso.
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1.C.1.8 PRECAUZIONI PROGETTUALI E COSTRUTTIVE
1.C.1.8.1 CRITERI DI PROGETTAZIONE DI IMPIANTI ELETTRICI, DI
STRUMENTAZIONE, CONTRO SCARICHE ATMOSFERICHE ED
ELETTROSTATICHE
a) Impianti elettrici e di strumentazione
Tutti gli impianti sono stati progettati secondo le norme CEI e sottoposti alle verifiche
della ASL.
b) Impianti di messa a terra - Impianti contro le scariche atmosferiche
Sono anch’essi progettati secondo le norme CEI.
Per gli impianti di cui alle voci a) e b) i progetti sono stati realizzati e collaudati
secondo le norme vigenti.
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1.C.1.8.2 CRITERI DI PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI SCARICO
DELLA PRESSIONE
1.C.1.8.2.1 Valvole di sicurezza dei serbatoi
Ogni serbatoio è dotato di due/quattro valvole di sicurezza separatamente
intercettabili.
Le valvole hanno la funzione di proteggere i serbatoi da sovrapressioni conseguenti a
condizioni anomale di esercizio.
La portata di scarico è stata calcolata dal fornitore della valvola, in accordo alle
norme ANCC, rilasciandone la certificazione omologata ISPESL.
1.C.1.8.2.2 Valvole di sicurezza per tubazioni
Sull’intero piping del deposito sono installate tali valvole a protezione delle tubazioni
dalle sovrapressioni conseguenti ad escursioni termiche.
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1.C.1.8.3 UBICAZIONE DEGLI SCARICHI FUNZIONALI
Gli scarichi funzionali, la cui ubicazione è riportata sulla planimetria in allegato n. 11,
sono costituiti da :
� valvole di sicurezza dei serbatoi di GPL;
� scarico all’atmosfera dei serbatoi;
� linee di drenaggio dei serbatoi/prelievo campioni;
� valvole e/o linee di scarico delle pompe e compressori;
� scarichi da TRV su linee;
� linea di scarico della pompa per il vuoto bombole;
� linea di scarico tronchetto finale braccio e manichetta ai punti di travaso;
� pinze del locale imbottigliamento.
a) Scarichi delle valvole di sicurezza
Le quantità di GPL che possono essere singolarmente emesse all’atmosfera sono
quelle calcolate dal fornitore con la formula riportata al punto E.1.D.2 della “Raccolta
E - Specificazioni tecniche del DM 21/05/74”, ad una quota di emissione di circa 6 m
dal suolo.
b) Scarichi al vento da serbatoi
Gli scarichi al vento dei serbatoi si ottengono sflangiando un tronchetto valvolato
sulla parte superiore serbatoi. Questa operazione consente di ultimare la
depressurizzazione e completare la bonifica dei serbatoi stessi in occasione della loro
messa fuori esercizio per i controlli ispettivi.
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Per completare la bonifica di un serbatoio, il GPL residuo viene recuperato in altro
serbatoio, riempiendo completamente di acqua il serbatoio da mettere fuori servizio.
Le quantità quindi che saranno scaricate all’atmosfera sono irrilevanti e le quote di
emissione sono quelle dello scarico di sicurezza.
c) Linee di prelievo drenaggio campioni
È possibile prelevare campioni di prodotto delle linee dell’impianto attraverso uno
spurgo.
Le quantità scaricate all’atmosfera, per questa operazione, sono trascurabili.
Le quote di emissione sono a circa 20 cm dal suolo.
d) Scarichi di pompe e compressori
Gli scarichi dei barilotti dei compressori sono effettuati prima della loro messa in
esercizio per accertare che nelle linee non vi sia presenza di GPL liquido.
Gli scarichi delle pompe sono effettuati solo per manutenzione.
Le quantità scaricate sono modeste e le quote di emissione sono a circa 30 cm dal
suolo.
e) Linee di scarico fase liquida presso il punto di travaso
Prima dello scollegamento delle manichette dalle autobotti, queste vengono
depressurizzate in atmosfera. La quota del rilascio è a circa 4 m dal suolo, la quantità
di gas scaricata è irrisoria poiché viene intercettata la valvola dell’autobotte e la
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valvola posta sul terminale della manichetta per cui il volume scaricato è quello
compreso fra le due valvole.
1.C.1.8.4 POSSIBILITÀ DI CONTROLLO DELLE VALVOLE DI SICUREZZA
Lo stabilimento è dotato di un sistema di valvole di blocco telecomandate per
l’isolamento delle singole apparecchiature e sezioni d’impianto.
Il funzionamento delle singole valvole può essere verificato con l’apparecchiatura in
esercizio senza compromettere la sicurezza in quanto :
� i singoli serbatoi sono protetti, se isolati, dalle PSV prescritte dalla normativa
ISPESL;
� i singoli tratti di tubazione sono protetti dalle valvole di sicurezza (TRV).
A loro volta i serbatoi di GPL sono dotati di PSV escludibili singolarmente, senza
compromettere l’esercizio in sicurezza del serbatoio stesso, stante la prevista
installazione di una PSV di riserva.
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1.C.1.8.5 CRITERI DI PROGETTAZIONE SERBATOI, RECIPIENTI E TUBAZIONI
1.C.1.8.5.1 Progettazione dei serbatoi
Il dimensionamento dei serbatoi è stato effettuato secondo la normativa ISPESL in
vigore all’epoca della loro costruzione.
Periodicamente sono stati esaminati e dichiarati idonei dai competenti organi di
controllo.
1.C.1.8.5.2 Altri recipienti a pressione
� Presso l’impianto, oltre ai recipienti a pressione già descritti, è installato n. 1
polmone per aria compressa da 1500 litri, protetto da una valvola di sicurezza,
calcolata secondo le norme vigenti all’epoca dell’installazione e verifica degli
organi competenti;
1.C.1.8.5.3 Progettazione delle tubazioni
Il sistema di tubazioni di GPL e di altri accessori è stato progettato secondo gli
standard attualmente in uso.
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1.C.1.8.6 PROTEZIONE DEI CONTENITORI DA AZIONI DI SOSTANZE
CORROSIVE
Come è noto, la sostanza GPL non ha particolari proprietà corrosive.
Per gli eventuali fenomeni corrosivi che possono verificarsi nel corso degli anni, sono
previste periodiche visite interne e controlli degli spessori da parte delle competenti
ASL, con frequenza decennale.
1.C.1.8.7 DEPOSITO DI SOSTANZE CORROSIVE
Presso l’impianto non sono immagazzinate sostanze corrosive.
1.C.1.8.8 SOVRASPESSORI DI CORROSIONE
Si veda quanto indicato al precedente punto 1.C.1.8.6.
1.C.1.8.9 CONTROLLO DELLE APPARECCHIATURE PER SOSTANZE CORROSIVE
Si veda quanto indicato al precedente punto 1.C.1.8.6.
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1.C.1.8.10 DESCRIZIONE DEI SISTEMI DI BLOCCO PER LA MESSA IN
SICUREZZA DELL’IMPIANTO
I sistemi di blocco di sicurezza, installati nello stabilimento, sono i seguenti:
� sistema di blocco automatico del riempimento dei serbatoi;
� sistema di blocco comandato dai rilevatori fughe gas;
� sistema di blocco comandato dai pulsanti di emergenza;
� sistema di blocco comandato dai rilevatori incendio;
� sistema FLIP - FLAP sul braccio rigido e manichetta, al punto di travaso;
� sistema di blocco di messa a terra al punto di travaso.
L’intervento di ciascun blocco attiva una serie di azioni tendenti a mettere in
sicurezza l’unità interessata all’operazione o l’intero impianto.
1.C.1.8.10.1 Sistemi di blocco automatico del riempimento
Tutti i serbatoi sono asserviti da un sistema di blocco del riempimento che attiva
automaticamente la chiusura della valvola posta sulla linea di adduzione liquido al
serbatoio al raggiungimento del 80% in volume del serbatoio. Viene altresì interrotta
l’alimentazione elettrica al sistema di movimentazione del GPL.
Tale sistema è munito di preallarme, tarato all’75% del volume che provvede
all’attivazione di un allarme ottico acustico in sala controllo.
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1.C.1.8.10.2 Blocco per presenza fughe gas
L’attivazione dell’allarme gas (50% LIE) di uno dei sensori provoca,
automaticamente, la seguente logica di intervento:
� segnalazione ottico acustica in Sala Controllo;
� intercettazione di tutte le valvole pneumatiche sulle linee di GPL;
� attivazione impianti di raffreddamento;
� blocco macchinari di movimentazione;
� distacco alimentazione elettrica al piano imbottigliamento.
1.C.1.8.10.3 Blocco per intervento pulsanti di emergenza
L’azionamento di uno dei pulsanti di emergenza installati in tutte le zone critiche dello
stabilimento provoca la sequenza di blocco appresso riportata:
� sezionamento delle linee di GPL fase liquida ai serbatoi e all’imbottigliamento;
� apertura dell’interruttore principale di alimentazione elettrica della sala
pompe/compressori GPL, (fermata di tutto il macchinario di movimentazione);
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� l’azionamento di un sistema ottico ed acustico di segnalazione;
� attivazione dell’impianto di raffreddamento alle diverse unità.
1.C.1.8.10.4 Blocco per rilevazione incendio
Si attua la stessa logica di blocco dei rilevatori di gas.
1.C.1.8.10.5 Sistema Flip-Flap
Si rimanda al punto 1.C.1.7.1.1.7.
1.C.1.8.10.6 Blocco di messa a terra al punto di travaso
Il punto di travaso è dotato di un blocco di messa a terra.
La mancanza dell’operazione di messa a terra delle ATB ad inizio travaso, non
consente la partenza delle pompe/compressori GPL.
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1.C.1.8.10.7 Frequenza di prova dei sistemi di blocco
I sistemi di blocco, descritti ai punti precedenti, sono sottoposti a prove di
funzionalità periodica secondo quanto definito nel SGS al fine di garantire
un’adeguata affidabilità dei sistemi.
1.C.1.8.11 PRECAUZIONI PER LUOGHI CHIUSI
Presso lo stabilimento non esistono luoghi chiusi in cui siano installati impianti o
depositi della sostanza in esame.
1.C.1.8.12 VENTILAZIONE INTERNA DEI FABBRICATI
Non esiste nessuna ventilazione forzata dei fabbricati.
1.C.1.8.13 PROTEZIONE CONTRO URTO DI VEICOLI
I serbatoi di stoccaggio sono ubicati su di un’area delimitata dalle aree di transito da
cordoli costituenti la platea di convogliamento dei rilasci liquidi di GPL.
Le apparecchiature di imbottigliamento sono installate all’interno di un apposito locale
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 274
sopraelevato di un metro sul piano stradale.
Le tubazioni di collegamento tra serbatoi e la sala pompe/compressori sono installate
fuori terra, disposti sulla platea dei serbatoi e successivamente interrate sino alla sala
pompe /compressori, mentre le tubazioni di collegamento ai punti di travaso sono
interrate in cunicolo, fuoriuscendo solo in prossimità di ciascun punto di carico, alle
spalle del muro di protezione.
Le tubazioni al locale imbottigliamento sono posate in cunicolo nell’attraversamento
delle strade di transito.
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1.C.1.9 SISTEMI DI RILEVAMENTO
1.C.1.9.1 SISTEMI DI RILEVAMENTO DI GAS INFIAMMABILI
Presso il deposito è installato un sistema fisso di controllo dell'atmosfera costituito da
testine di campionamento a sensore catalitico ubicati come da planimetria in allegato
n.10.
Ogni testina è collegata ad una scheda di controllo/allarme che fornisce le seguenti
indicazioni:
� contatto di preallarme : tarato al 25% del LIE.
� contatto di allarme : tarato al 50% del LIE.
� contatto di malfunzionamento.
1.C.1.9.1.1 Allarme gas
I vari contatti di preallarme e allarme sono riportati in Sala Controllo. L’attivazione dell’allarme gas di uno dei sensori provoca, automaticamente, la
sequenza logica riportata al punto 1.C.1.8.10.2.
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1.C.1.9.1.2 Sistemi di rilevazione incendi
Il sistema di rilevatori di incendio è costituito dal tubicino termofondente di adduzione
aria alle valvole pneumatiche ON/OFF poste sul circuito GPL fase liquida nonché da
una rete di rilevatori di incendio localizzati come da planimetria in allegato n. 10.
L’intervento di un allarme da un rilevatore di incendio provoca la stessa sequenza
logica di cui al punto precedente.
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SEZIONE 1.D.1
SITUAZIONI CRITICHE, CONDIZIONI DI
EMERGENZA E RELATIVI APPRESTAMENTI
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1.D.1.1 SOSTANZE EMESSE IN CASO DI ANOMALIE DI
FUNZIONAMENTO O D’INCIDENTE
1.D.1.1.1 SOSTANZE EMESSE IN CASO DI PERDITA O DI ANOMALIE DI
FUNZIONAMENTO
Date le caratteristiche della sostanza in esame, non risulta che esista la possibilità di
emissione di particolari sostanze tossiche in caso di anomalie di funzionamento o di
incidente che interessino lo stabilimento.
Le emissioni sono costituite dallo stesso GPL, e precisamente da propano, propilene,
butani, butileni e le loro miscele, in genere allo stato gassoso dovuto alla sua veloce
evaporazione.
1.D.1.1.2 SOSTANZE EMESSE IN CASO DI INCENDIO
In caso di incendio le emissioni sono costituite dai prodotti della combustione
incompleta della sostanza GPL.
La combustione completa degli idrocarburi di cui è composto il GPL produce CO2 e
vapore acqueo.
Fenomeni di combustione incompleta con produzione di CO ed anche di residui
carboniosi quali fumo e fuliggine possono determinarsi sia per effetto della
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 279
dissociazione dovuta alle alte temperature, sia a causa di carenza di ossigeno
determinata dalle modalità particolari dell’incendio.
Inoltre alla elevata temperatura di combustione, dall’azoto atmosferico vengono
prodotte esigue concentrazioni di ossido di azoto.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 280
1.D.1.2/1.D.1.2.1 INTERAZIONI TRA GLI EFFETTI DELL’INCENDIO O
ESPLOSIONE E LE ZONE DI DEPOSITO GPL
La valutazione delle conseguenze, di cui al punto 1.C.1.6, ha evidenziato le aree di
vulnerabilità riferite alle ipotesi incidentali credibili stimando le aree di danno
conseguenti.
Al fine delle interazioni tra i vari elementi del deposito si rimanda al punto 1.C.1.7.3.6
per le protezioni al fuoco dei vari elementi evidenziando peraltro che tutte le valvole
pneumatiche sul GPL sono di tipo fire-safe e dotate di tubicino termofondente di
alimento.
Pertanto, se investite dal fuoco si porteranno automaticamente, per mancanza aria,
nelle condizioni di chiusura.
Per quanto riguarda la protezione da sovrapressione, l’analisi delle conseguenze ha
evidenziato che l’UVCE non è un evento ritenuto credibile, e pertanto marginale ai fini
della valutazione delle ipotesi incidentali.
1.D.1.3 SISTEMI DI CONTENIMENTO
I sistemi di contenimento previsti per limitare le fuoriuscite di GPL consistono
essenzialmente in:
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 281
a) valvole di non ritorno;
b) valvole di eccesso di flusso;
c) valvole pneumatiche ON/OFF sul circuito GPL fase liquida;
d) pulsanti di emergenza;
e) sistema di allontanamento e raccolta rilasci liquidi GPL provenienti dai serbatoi
di stoccaggio;
f) sistema di iniezione acqua ai serbatoi.
I sistemi, di cui ai punti a), b), c), d), ed f), sono stati trattati al punto 1.C.1.7.1,
mentre si rimanda al punto successivo per la descrizione del punto e).
1.D.1.3.1 SISTEMA DI ALLONTANAMENTO E RACCOLTA RILASCI
LIQUIDI DI GPL
Il sistema è realizzato per allontanare dall’area di stoccaggio e contenere in un
opportuna vasca eventuali rilasci di GPL liquido interessanti i serbatoi.
Tale sistema è realizzato in accordo con quanto precisato al punto 4.5 “Isolamento ed
eliminazione delle sostanze” di cui all’Appendice II del D.M. 15/05/96.
In particolare la platea ha una pendenza dell’1,1% nella direzione sud ed è delimitata
da un cordolo di altezza pari a 30 cm.
La vasca di raccolta rilasci ha una superficie in pianta di 25 m2.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 282
1.D.1.4 MANUALE OPERATIVO
Il manuale operativo è stato redatto prendendo in considerazione anche il
Regolamento di Sicurezza Aziendale predisposto dal Centro Italiano Gas di Petrolio
Liquefatti.
1.D.1.4.1 Contenuti del manuale operativo
I contenuti del Manuale Operativo sono parte integrante del Sistema di Gestione della
Sicurezza, il cui indice è riportato in allegato n. 1.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 283
1.D.1.5 SEGNALETICA DI EMERGENZA
1.D.1.5.1 Segnalazioni delle zone pericolose
Per la segnalazione delle zone pericolose si adotta l’uso di indicazioni specifiche:
� prodotti infiammabili;
� divieto dell’uso di fiamme libere;
� divieto di fumare;
� obbligo dell’uso di parafiamma;
� limite di velocità.
1.D.1.5.2 Segnalazione dei fluidi nelle tubazioni
Le tubazioni adoperate per il trasporto del GPL fase liquida e fase gassosa sono
verniciate in bianco.
Le tubazioni del circuito antincendio sono verniciate in rosso.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 284
1.D.1.5.3 Segnalazione degli impianti per l’emergenza
Sono adottate le seguenti segnalazioni per gli apparecchi ed impianti in caso di
emergenza :
� riquadri di colore rosso per la segnalazione degli idranti;
� pitturazione blu per le linee aria.
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1.D.1.6 FONTI DI RISCHIO MOBILI
1.D.1.6.1 TIPI DI FONTE DI RISCHIO
Presso lo stabilimento sono usualmente presenti le seguenti fonti di rischio mobili:
� autobotte al carico / allo scarico;
� autobotti in sosta;
� automezzi per recipienti mobili pieni/vuoti.
Ai punti seguenti sono fornite indicazioni circa la posizione delle citate fonti di rischio
ed i quantitativi massimi contenuti in autobotti.
Per quanto riguarda i quantitativi massimi di sostanza che possono essere
complessivamente presenti all’interno dello stabilimento in autobotti e bombole, si
rimanda ai quantitativi in Decreto.
1.D.1.6.2 RECIPIENTI MOBILI PIENI
I recipienti mobili pieni sono presenti nel capannone di imbottigliamento per un
quantitativo massimo di 3000 Kg ed un massimo di 65 t sono disposte presso l’area
di stoccaggio pallettizzato.
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1.D.1.6.3 AUTOCISTERNE SOTTO TRAVASO OPPURE IN ATTESA DI
TRAVASO
Le autobotti all’interno del deposito potranno trovarsi collegate ai punti di travaso per
le operazioni prevalentemente di carico, oppure vuote in sosta temporanea.
La sosta temporanea delle autobotti in attesa di carico è in un’apposita area di
parcheggio ATB, protetta da monitori, ove si può trovare una autobotte piena.
Il numero massimo di autocisterne presenti contemporaneamente nel deposito può
essere pari a :
� n. 1 autoarticolato in operazione di scarico al punto di travaso n. 2;
� n. 1 botticella in operazione di carico al punto di travaso n. 1;
� n. 1 autoarticolato vuoto e n. 4 botticelle vuote in sosta.
1.D.1.6.4 FONTI SECONDARIE MOBILI DI RISCHIO
Seppure in misura secondaria, sono fonti di rischio anche i recipienti mobili vuoti ma
contenenti gas e le autocisterne vuote ma contenenti gas.
Recipienti mobili e autocisterne con tali caratteristiche possono trovarsi normalmente
presenti negli impianti.
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1.D.1.7 PRECAUZIONI CONTRO CEDIMENTI CATASTROFICI
1.D.1.7.1 Distanze di sicurezza interne
Si rimanda alla planimetria in allegato n. 4 per le distanze di sicurezza interne e di
protezione.
1.D.1.7.2 Muri di schermo
I punti di travaso sono dotati di muro di schermo verso il parco serbatoi GPL.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 288
1.D.1.8/1.D.1.8.1 SISTEMI DI PREVENZIONE ED EVACUAZIONE IN CASO
DI INCIDENTE
Nella planimetria in allegato n. 4 sono individuabili i varchi del deposito.
La Ultragas C.M. Spa ha disponibile un Piano di emergenza comprendente anche le
misure di sfollamento del personale da attuarsi in caso di emergenza che è parte
integrante del Sistema di Gestione della Sicurezza (Rif. allegato n. 1).
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1.D.1.9 RESTRIZIONI PER L’ACCESSO ALL’IMPIANTO
1.D.1.9.1 NORME DI ACCESSO
Nel recinto del deposito è segnalato, con appositi cartelli, il divieto di accesso alle
persone non autorizzate.
Inoltre per evitare l’accesso negli impianti di estranei, sono adottate misure di
sicurezza specifiche le cui formalità devono essere espletate all’ingresso dell’impianto.
1.D.1.9.2 GUARDIANIA
Durante l'attività del deposito, la guardiania è assicurata dal personale dipendente
della Ultragas C.M. SpA.
Durante le ore silenti, è assicurata la presenza, all’interno del deposito, di un
dipendente che usufruisce di un alloggio.
1.D.1.9.3 RECINZIONI
Lo stabilimento è recintato da muri di isolamento con l’esterno.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 290
1.D.1.9.4 ILLUMINAZIONE
L’impianto è provvisto di sistema di illuminazione che provvede a fornire luminosità
sufficiente durante le ore notturne in corrispondenza dei singoli edifici.
1.D.1.9.5 IMPIANTO DI ALLARME ESTERNO
L’impianto è collegato con n. 2 linee telefoniche esterne.
Per l’allarme interno è installata una sirena comandata dalla palazzina uffici.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 291
1.D.1.10 MISURE CONTRO L’INCENDIO
1.D.1.10.1 DESCRIZIONE IMPIANTI, ATTREZZATURE ED
ORGANIZZAZIONE ANTINCENDIO
1.D.1.10.1.1 Impianto di pompaggio
L’impianto di pompaggio antincendio comprende le pompe le cui caratteristiche sono
come da tabella seguente.
Le pompe antincendio sono ubicate in un locale in prossimità del confine Ovest del
deposito, come da planimetria in allegato n. 12.
Caratteristiche delle pompe antincendio
Funzione della pompa
Alimentazione
Ditta costruttrice pompa
Portata m3/h
Prevalenza bar
Aliment. imp. antincendio
Motopompa (MP1)
Diesel
CAPRARI
MEC MR 100/2F
223/150
68/91
Aliment. imp. antincendio
Motopompa (MP2)
Diesel
CAPRARI
MEC MR 100/2F
223/150
68/91
Aliment. imp. antincendio
(EP1)
Elettrica
CAPRARI
MEC MR 125S/2D
288/108
66/90
Pompa di pressurizzazione
imp. Antincendio (EPJ)
Elettrica
CAPRARI
HFUT 18S/5A
21,6
95
Iniezione acqua ai serbatoi
(MPIN)
Diesel
VARISCO
HMU 50-1/6/VM3105-3
15/40
170/140
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1.D.1.10.1.2 Riserva idrica
Come evidenziato nello schema di principio in allegato n. 13, le pompe dell’impianto
antincendio aspirano tutte da due vasche di riserva idrica da 415 m3 cad., cui sono
collegate attraverso n. 2 linee da 10”. La linea di mandata di tali pompe è collegata
ad una linea di 8” da cui vengono alimentati la rete idranti e tutte le unità.
La motopompa di immissione acqua nei serbatoi è invece alimentata dalla vasca
interrata da 100 m3 posta al disotto del locale officina.
La riserva idrica antincendio è reintegrata automaticamente da pozzo, mediante
pompa sommersa per intervento del basso livello nel serbatoio stesso.
1.D.1.10.1.3 Rete idrica antincendio
Come evidenziato in allegato n. 12, la rete idrica antincendio è costituita da una rete
idranti da 6” ad anello, da cui vengono alimentati n. 10 idranti e cinque monitori. La
rete idranti è dotata di valvole manuali a sfera che ne permettono il sezionamento e
la manutenzione, permettendo di tenerne sempre una parte in servizio.
Dall’anello idranti si diparte inoltre la linea da 3” per la erogazione di schiumogeno
alla vasca di raccolta rilasci, dotata di valvola pneumatica di radice, due linee da 4”
destinati a proteggere lo stoccaggio pallettizzato bombole piene, dotati di valvola
pneumatica di radice, nonché tre linee da 4” per l’alimentazione di tre monitori per
l’area di parcheggio delle ATB in attesa di travaso.
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La pressurizzazione della rete è fornita dalla pompa di pressurizzazione EPJ con
partenza in automatico per intervento della soglia di bassa pressione sulla rete
stessa.
Gli idranti ed i monitori sono alimentati dall’anello idranti e la loro posizione è
individuabile dalla planimetria in allegato n. 12.
1.D.1.10.1.4 Impianti fissi di irrorazione acqua
Dal manifold da 8” di mandata pompe antincendio si diramano le varie linee per la
distribuzione dell’acqua di raffreddamento alle seguenti unità :
� serbatoi di stoccaggio GPL fuori terra coibentati;
� punti di travaso di GPL;
� capannone di imbottigliamento;
Ciascuna delle suddette linee è dotata di valvola pneumatica di radice.
Il disegno in allegato n. 13 riporta le dimensioni ed il percorso degli impianti fissi di
raffreddamento, nonché il numero degli ugelli disposti per la distribuzione dell’acqua
di raffreddamento.
1.D.1.10.1.5 Verifica proporzionamento sistema idrico antincendio
Per una verifica dell’impianto antincendio si sono assunti i requisiti minimi di
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 294
prestazione indicati dal Decreto del Ministero dell’Interno del 13/10/94 e dal Decreto
del Ministero dell’Ambiente del 15/05/96.
� 3 l/min/m2 sui serbatoi coibentati fuori terra;
� 10 l/min/m2 sulla superficie totale del vettore mobile in travaso;
� 20 l/min/m2 sulla superficie in pianta dell’area impegnata dagli organi di
collegamento ai punti di travaso;
� 10 l/min/m2 sulla proiezione orizzontale alle apparecchiature di imbottigliamento;
� 3 l/min/m2 sulla proiezione orizzontale dell’intero locale imbottigliamento sede di
operazioni di stoccaggio temporaneo bombole;
� 5 l/min/m2 sulla superficie in pianta dei vettori mobili in sosta.
1.D.1.10.1.5.1 Caratteristiche degli impianti fissi di raffreddamento
Sulla base di quanto esposto al punto precedente vengono nel seguito definite le
caratteristiche degli impianti fissi di raffreddamento.
Nella tabella che segue sono esplicitate le portate teoriche dei singoli impianti.
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a) Serbatoi di stoccaggio
Tenuto conto della superficie totale dei serbatoi come di seguito definita:
Serbatoio. Capacità Superficie Erogazione Portata
geom. totale spec. d'acqua (m3) (m2) (l/min/m2) (l/min) 1 150 226 3 6782 150 226 3 6783 150 226 3 6784 100 167 3 5015 100 167 3 501 totale 3036
b) Locale di imbottigliamento
In particolare per la giostra imbottigliamento si è incrementata la superficie reale in
pianta di 2 m per lato e pertanto :
giostra bombole (n. 12 postazioni) :
� diametro reale = 7 m
� diametro virtuale = 9 m
� superficie in pianta = 65 m2.
È stato inoltre previsto il raffreddamento di una superficie di 300 m2 del locale
imbottigliamento che è dedicata al deposito temporaneo di bombole piene e/o vuote
non bonificate per un quantitativo massimo di 5000 t.
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c) Area sosta ATB
Si può ragionevolmente ipotizzare che per l’area di sosta temporanea delle ATB il
massimo incidente ipotizzabile può coinvolgere due ATB contemporaneamente
presenti.
Considerando la portata specifica di 5 l/min/m2 stabilita dai decreti prima richiamati,
si ottiene per:
� Superficie totale area = 280 m2
� Portata totale = 280 x 5 = 1400 l/min
L’area di sosta ATB è, protetta da tre monitori idrici brandeggiabili da 1000 l/min/cad.
d) Protezione vasca di raccolta rilasci liquidi di GPL
Le vasche di raccolta di rilasci liquidi di GPL sono protette da un impianto fisso di
erogazione di miscela schiumogena al 6% proporzionato sulla base di una erogazione
specifica di 4,1 l/min/m2 in accordo a quanto previsto dalle NFPA per incendi da
pozza.
Il citato impianto è attivato automaticamente dal rilevatore di esplosività posto a
protezione della vasca ed avrà anche lo scopo di limitare la vaporizzazione del GPL
raccolto nella stessa.
La vasca ha un consumo d’acqua di :
4,1 l/min/mq x 25 mq x 0,94 = 96,35 l/min = 5,8 m 3/h
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 297
Impianti di raffreddamento
Area Portata
spec.
(l/min/m2)
Superficie
(m2)
Portata
d’acqua
(l/min)
• Parco Serbatoi
3 1012 3036
• Punto di travaso n. 1
- superficie tot. ATB (Ltot = 12,3 m, ∅ = 2,0 m)
- superficie in pianta organi di collegamento 2 m
x 1 m (n. 3 punti di carico/scarico)
10
20
78
6
780
120
• Punto di travaso n. 2
- superficie tot. ATB (Ltot = 12,3 m, ∅ 2,0 m)
- superficie in pianta organi di collegamento 2 m
x 1 m (n. 3 punti di carico/scarico)
10
20
78
6
780
120
• Locale imbottigliamento
- area bombole
- giostra bombole
3
10
300
65
900
650
• Area stoccaggio bombole
- area complessiva
3
300
900(1)
• Area sosta ATB
- superficie tot. area 10 x15 = 150 m2
5
280
1400(2)
(1) L’area stoccaggio bombole è protetta in pianta da due monitori brandeggiabili (Q= 1000
l/min). (2) L’area di sosta autobotti è protetta da 3 monitori brandeggiabili (Q = 1000 l/min).
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 298
1.D.1.10.1.5.2 Definizione della massima portata d’acqua e del sistema di
pompaggio
Come da D.M. 13/10/94, la portata d’acqua antincendio che l’impianto idrico deve
assicurare, deve essere valutata considerando il funzionamento contemporaneo di
tutti gli impianti di raffreddamento degli elementi pericolosi posti nel raggio di 30m
da quello che richiede la maggiore portata.
In base alla valutazione di cui al punto precedente l’unità che richiede la maggiore
portata d’acqua è il parco serbatoi GPL.
Nel raggio di 30 m dal parco serbatoi GPL si trova:
� la vasca di raccolta del GPL eventualmente rilasciato dai serbatoi;
� la zona di stoccaggio temporaneo bombole al di sotto del capannone di
imbottigliamento;
Impianti da alimentare Portata d’acqua (l/min)
Parco Serbatoi
Vasca raccolta GPL
Stocc. Temp. bombole
3036
96
900
totale 4032 A tale quantitativo è da sommare l’erogazione acqua per l’alimentazione degli idranti
pari a 500 l/min. ( 30 m3 come da 2° capoverso punto 11.5.1. D.M. 13.10.94)
La portata d’acqua totale richiesta è pari a : 4532 l/min = 271,9 m3/h.
Con la sola pompa elettrica o con le due motopompe antincendio di cui il deposito è
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 299
dotato si assicura ampiamente tale portata. Per quanto riguarda la riserva idrica, il
sistema risulta adeguato a fornire acqua per circa 3 ore, senza che i serbatoi
vengono reintegrati.
1.D.1.10.1.6 Automazione e supervisione rete antincendio
L’avviamento della pompe antincendio è in automatico per intervento dei pressostati
disposti sulla rete e remoto dalla sala controllo e dalla stessa sala pompe antincendio.
Le valvole ubicate su ciascuna linea di adduzione acqua di raffreddamento alle unità
critiche, sono pneumatiche del tipo “mancanza aria apre” con comando locale e
remoto di apertura e chiusura.
L’apertura inoltre di tali valvole è anche gestita dal sistema di logica di controllo
realizzato per intervento dei dispositivi di emergenza.
La supervisione dell’impianto è affidato al personale della Ultragas C.M. SpA.
Il comando remoto delle valvole pneumatiche è consentito dalla sala controllo e dalla
stessa sala pompe antincendio e vengono acquisite nella sala controllo le
informazioni riportate di seguito:
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 300
PI indicatore pressione rete acqua antincendio;
LPA bassa pressione rete acqua antincendio;
LR livello vasca accumulo acqua antincendio;
LLA allarme basso livello vasca accumulo acqua;
PI Indicatore di pressione mandata pompe antincendio;
START comando avviamento pompe acqua antincendio (uno per pompa) e pompa immissione acqua ai serbatoi;
OPEN/CLOSE comando apertura/chiusura valvole ON/OFF su rete antincendio e sulla rete di immissione acqua;
LLA basso livello recipiente aspirazione pompe;
LLA basso livello aspirazione pompe;
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 301
1.D.1.10.1.7 Programma di addestramento degli operatori e degli addetti
all’emergenza e verifiche periodiche delle attrezzature
antincendio
La società organizza periodicamente esercitazioni antincendio, coinvolgenti tutto il
personale di stabilimento.
In tali occasioni vengono verificati gli impianti fissi antincendio, gli idranti, la partenza
delle motopompe antincendio, la funzionalità del gruppo elettrogeno e attuate le
procedure di emergenza e messa in sicurezza dell’impianto.
Vengono inoltre effettuate prove con fiamme, presso i depositi esterni,
opportunamente attrezzati.
Per quanto riguarda i mezzi di estinzione mobili, la verifica degli estintori, sia portatili
che carrellati, è effettuata con cadenza semestrale e in tale fase si effettuano i
seguenti controlli affidati a ditta specializzata:
� stato di conservazione esterno;
� funzionamento;
� polvere estinguente e pressione di erogazione e sistemi di tenuta e di comando;
� validità collaudi periodici;
� presenza istruzioni d’uso.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 302
1.D.1.10.2 DRENAGGIO ACQUA ANTINCENDIO
Il drenaggio dell’acqua antincendio si realizza a perdersi nel terreno e parzialmente
convogliata alla rete delle acque pluviali per una non adeguata pendenza verso la
rete di canalizzazione delle acque.
1.D.1.10.3 RISERVA IDRICA ED ESTINGUENTI
1.D.1.10.3.1 Riserva idrica e fonti di approvvigionamento
La riserva idrica è costituita da due vasche interrate da 415 m3 e una da 100 m3 , e
garantisce circa tre ore di autonomia nel caso più gravoso si impegno di sostanza
estinguente così come previsto dal punto 11.5 del D.M. 13.10.94
Il reintegro dell’acqua è effettuato con prelievo dalla rete di acqua industriale gestita
dal consorzio ASI con la possibilità ulteriore di emungere acqua da un pozzo dotato di
pompa elettrica sommersa.
1.D.1.10.3.2 Attrezzatura mobile di estinzione
Il deposito è dotato di attrezzatura mobile di estinzione costituita da estintori portatili
e carrellati.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 303
1.D.1.10.4 CERTIFICATO DI PREVENZIONE INCENDI
La Società è in possesso del certificato di prevenzione incendi relativo all’attuale
configurazione con validità fino al 27/10/2013 .
1.D.1.10.5 ALTRI IMPIANTI DI ESTINZIONE
Presso lo stabilimento non sono installati impianti di estinzione del tipo a vapore
d’acqua o a gas inerte.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 304
1.D.1.11 SITUAZIONI DI EMERGENZA
Gli elementi fondamentali per la predisposizione dei piani di emergenza esterni sono
quantificati al punto 1.C.1.6.
1.D.1.11.1 PLANIMETRIA DI RIFERIMENTO
Nei disegni allegati n. 12 e n. 4 sono rappresentate la posizione di impianti,
attrezzature e servizi che sono in relazione con le possibili situazioni di emergenza in
particolare:
� pompe antincendio e relativi comandi;
� impianti di irrorazione e relativi comandi;
� idranti;
� viabilità e vie d’uscita.
1.D.1.11.2 MEZZI DI COMUNICAZIONE
Oltre alle linee telefoniche per le comunicazioni ordinarie, è presente una linea
telefonica specificatamente dedicata alle comunicazioni in emergenza. Per le
comunicazioni interne, ordinarie ed in emergenza, sono inoltre presenti radio
ricetrasmittenti portatili. Le segnalazioni acustiche di emergenza interne sono
effettuate mediante sirena a suoni variabili come indicato nel PEI.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 305
1.D.1.11.3 PRESIDI SANITARI
Un presidio sanitario con cassetta di pronto soccorso è ubicato nella palazzina uffici.
1.D.1.11.4 PROGRAMMA DI ADDESTRAMENTO PER L’EMERGENZA
La Società organizza dei corsi riguardanti l’attuazione del Piano di Emergenza interno.
I programmi dei corsi prevedono corsi teorici ed esercitazioni pratiche su emergenza
simulate.
1.D.1.11.5 VIE DI FUGA ED USCITE DI SICUREZZA
Le vie di fuga sono costituite dalle strade interne e dai due cancelli carrabili, il tutto
come rilevabile dalla planimetria in allegato n. 4.
1.D.1.11.6 PIANO DI EMERGENZA INTERNO
Presso il deposito è disponibile il Piano di Emergenza Interno.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 306
1.D.1.11.7 IDENTIFICAZIONE DEI RESPONSABILI IN CASO DI EMERGENZA
Il responsabile dell’attuazione del Piano di Emergenza interno incaricato anche di
dare eventuale comunicazione dello stato d’emergenza alle Autorità competenti per
l’attuazione dei piani di emergenza esterni, è il responsabile dello stabilimento .
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 307
SEZIONE 1.E.1
IMPIANTI DI TRATTAMENTO, SMALTIMENTO
E ABBATTIMENTO
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 308
1.E.1.1 TRATTAMENTO E DEPURAZIONE ACQUA
1.E.1.1.1 RACCOLTA ACQUE E IMPIANTO DI DEPURAZIONE
� Acque meteoriche ed antincendio
Le acque piovane ed antincendio sono convogliate, in un canale di scolo esterno,
tramite la rete fognaria interna delle acque bianche.
� Acque industriali
Le acque industriali provenienti dalla cabina di verniciatura e collaudo idraulico
bombole vanno all’impianto di trattamento e, una volta depurate, sono riutilizzate
come acqua di servizio per lo stabilimento.
� Fanghi
I fanghi, considerati rifiuti speciali, vengono raccolti in apposito deposito per poi
essere affidati per lo smaltimento ad una ditta specializzata ed autorizzata.
� Acque biologiche
Le acque biologiche provenienti dai servizi igienici confluiscono nel collettore
comunale direttamente.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 309
1.E.1.1.2 RETE FOGNARIA E SBOCCHI
Nel disegno allegato n. 14 è rappresentato il sistema fognario del deposito.
In esso sono evidenziati tutti gli allacciamenti, la posizione dei pozzetti di raccolta
acque, nonché lo sbocco verso l’esterno al canale di scolo.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 310
1.E.1.2 SMALTIMENTO E STOCCAGGIO RIFIUTI
1.E.1.2.1 SMALTIMENTO RIFIUTI TOSSICI E NOCIVI
Le operazioni di verniciatura e di sabbiatura comportano la produzione di residui, che
a seguito di analisi effettuate hanno caratterizzato i residui come “rifiuto speciale”, e
pertanto, sottoposti alle norme della temporanea conservazione e successivo
smaltimento.
Lo smaltimento, sempre in accordo con la normativa vigente viene effettuato tramite
le ditte specializzate opportunamente autorizzate.
La movimentazione dei rifiuti viene annotata su apposito registro.
1.E.1.2.2 STOCCAGGIO PROVVISORIO
Per i rifiuti speciali prodotti nello stabilimento non è necessaria autorizzazione per lo
stoccaggio provvisorio nei limiti e con gli obblighi previsti dall’attuale normativa.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 311
1.E.1.3 ABBATTIMENTO EFFLUENTI GASSOSI
La cabina di verniciatura delle bombole è dotata di sistema a velo d’acqua, mentre la
sabbiatrice è provvista di filtri per l’abbattimento polveri.
Uno è installato nella cabina di verniciatura dei bidoni e consiste nel lambimento su
velo d’acqua del flusso d’aria che trasporta vapori di solvente e aerosol prima del suo
scarico in atmosfera.
L’altro è ubicato presso la cabina di granigliatura che è dotata di un estrattore con
scarico in camino e di un classificatore che separa le scorie della vernice dalla
graniglia metallica che viene riutilizzata.
L’effluente gassoso che si produce durante tale lavorazione viene invece depurato e
avviato in atmosfera mediante un ciclone (prefiltro) e un successivo filtro a maniche.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 312
SEZIONE 1.F.1
MISURE ASSICURATIVE DI GARANZIA PER I RISCHI
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce - RdS/2010 313
1.F.1.1 MISURE ASSICURATIVE E DI GARANZIA PER I RISCHI
La Società ULTRAGAS C.M. S.p.A. ha stipulato un’assicurazione per i danni che
possono essere cagionati a terzi ed all’attività svolta nello stabilimento la cui polizza
del contratto è riportata in allegato n. 15.
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – Appendice RdS/2010 1
APPENDICE I
“Valutazione del rischio ai sensi del D.M.
15/05/96”
S.r.l Ultragas C.M. SpA - Dep. GPL di Lecce – Appendice RdS/2010 2
1.0) PREMESSA
È nel seguito articolata la Valutazione del Rischio del deposito di GPL della Ultragas
CM SpA di Lecce sviluppata in accordo ai contenuti del D.M. 15/05/96.
Le informazioni raccolte nel seguito sono state desunte dal RdS/Ottobre 2010.
2.0) ANALISI PRELIMINARE PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE
CRITICHE
Ai fini di tale analisi si è fatto riferimento al Decreto del Ministero dell’Ambiente del
15/05/96 ed in particolare all’Appendice II “Metodo Indicizzato per la
categorizzazione dei depositi di GPL”.
In accordo a quanto definito al punto 3.1, l’impianto è stato suddiviso nelle seguenti
unità logiche:
� stoccaggio GPL in serbatoi fuori terra;
� punti di travaso;
� imbottigliamento;
� sala pompe e compressori GPL;
� stoccaggio pallettizzato bombole piene.
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L’unità punti di travaso è stata suddivisa, nell’ambito dell’analisi indicizzata, in due
sottounità, trovandosi le stesse a distanza superiore a quella indicata al punto 3.1
App. III del DM 15/05/96.
I due punti di travaso presentano inoltre caratteristiche impiantistiche diverse,
essendo solo il PT n. 1 dotato di sistema di pesatura.
I dettagli in merito al calcolo degli indici intrinseci e compensati associati alle singole
unità di cui sopra sono riportati al punto 1.B.1.3 dell’RdS/2010.
Il deposito è classificato di 1a Classe, come da Appendice IV del DM 15/05/96, in
quanto tutte le unità logiche sono in categoria A.
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ANALISI INDICIZZATA
UNITÀ
Indice di rischio
intrinseco
Indice di rischio
compensato
Categoria
Serbatoi fuori terra coibentati
4517
13
A
Punto di travaso n. 1
10080
35
A
Punto di travaso n. 2
10080
44
A
Imbottigliamento
3260
49
A
Sala pompe/compressori GPL
477
13
A
Stoccaggio pallettizzato bombole piene
1461
30
A
Tabella n. 1
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3.0) ANALISI E VALUTAZIONE DEGLI EVENTI INCIDENTALI
ASSOCIATI AL DEPOSITO DI GPL
È nel seguito sviluppata la Valutazione del rischio associata al deposito articolata sulla
base dei contenuti dell’Appendice III del D.M. 15/05/96.
3.1) SEQUENZE INCIDENTALI
3.1.1) Rilascio di GPL per rottura tubazione/macchinario
In merito a tale ipotesi e con riferimento ai contenuti dell’Appendice III del
DM 15/05/96, risultando tutte le unità categorizzate in A, si può ritenere marginale il
rischio associato ad un rilascio da una sezione con un diametro equivalente superiore
a 2”.
Risultano infatti soddisfatte le condizioni previste dalla norma citata in quanto :
� i serbatoi di stoccaggio sono protetti dall’urto di mezzi mobili poiché collocati in
area distante dal transito veicolare;
� quanto sopra vale anche per le tubazioni in quanto o posate in trincea aperta e
cordolata nell’area prospiciente i serbatoi o in cunicolo;
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� le operazioni di sollevamento di carichi pesanti e l’accesso di autogrù in
prossimità delle singole unità è consentito solo con le tubazioni intercettate.
Oltre a quanto sopra, e con riferimento alle risultanze dell’analisi storica, si segnala :
� tutti i tratti di linea intercettabili sono protetti da valvole di sicurezza contro le
sovrapressioni originate da dilatazioni termiche;
� le uniche sorgenti di vibrazioni sono dovute ai compressori che sono collegati al
piping attraverso opportuni smorzatori;
� tutte le connessioni ai serbatoi sono protette da valvole di intercettazione;
� a completamento dei lavori il piping è stato testato idraulicamente.
3.1.2) Rilascio PSV per sovrapressione
Risultando marginale il rischio per collasso termico serbatoio (v. successivo punto
3.1.5) si può ritenere parimenti marginale il rischio dovuto allo scatto delle PSV per
sovrapressione in quanto i serbatoi di stoccaggio GPL sono dotati di protezione
passiva ed attiva nei confronti dell’irraggiamento termico.
In particolare i serbatoi sono coibentati ed equipaggiati con impianto fisso di
raffreddamento nonché dotati di pista di allontanamento dei rilasci liquidi che
pertanto impedisce l’accumulo di prodotto nella proiezione in pianta degli stessi.
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3.1.3) Rilascio PSV per sovrariempimento
Il caso esaminato è relativo a sovrariempimento del serbatoio durante la discarica
autobotti o per travasi interni.
Ambedue le operazioni citate sono eseguite con l’ausilio dei compressori che
prelevano i vapori dal serbatoio ricevente e li inviano nel serbatoio in svuotamento
favorendo il travaso del prodotto in fase liquida a causa della sovrapressione
generata nel serbatoio in svuotamento.
Ne consegue che il serbatoio in ricezione è permanentemente collegato, durante tali
operazioni, con il compressore e pertanto il sovrariempimento dello stesso comporta
il traboccamento della fase liquida nella linea di aspirazione del compressore.
In tali casi il compressore andrà in blocco per alto livello nel separatore di aspirazione
ovvero, in caso di malfunzionamento del blocco, potrà dare origine a rilasci come
valutati al punto 3.1.1).
3.1.4) Rilascio istantaneo del contenuto del serbatoio per rottura a
freddo
Le indagini condotte dal gruppo Shell su un numero selezionato di stoccaggi di GPL in
Europa hanno evidenziato la marginalità del rischio di rottura a freddo di un serbatoio
di GPL se progettato, esercito e manutenzionato secondo gli standards europei.
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Per quanto relativo all’attività in esame il rischio di rottura a freddo si presenta
ancora marginale in quanto :
� i serbatoi hanno una temperatura minima di progetto di –10 °C, notevolmente
più bassa rispetto alla temperatura del prodotto stoccato normalmente
movimentato a temperatura ambiente;
� le operazioni di movimentazione del GPL sono sempre eseguite con linee di
ritorno fase gas e pertanto non vi è evaporazione di GPL nel serbatoio di
aspirazione dovuta ad estrazione del liquido risultando il volume di vapori
immessi nel serbatoio attraverso la linea di ritorno, pari al volume di liquido
aspirato;
� le fasi di depressurizzazione del serbatoio sono sempre eseguite immettendo
acqua nello stesso ed aspirando con i compressori la fase gas.
Il calore latente di vaporizzazione sottratto da un’eventuale presenza di liquido
che tende a vaporizzare è controbilanciato dalla capacità termica dell’acqua
immessa;
� le operazioni di messa in servizio del serbatoio sono eseguite immettendo
vapori nello stesso e spurgando contemporaneamente, dal fondo, l’acqua.
L’operazione è eseguita molto lentamente monitorando con costanza la
temperatura del serbatoio di aspirazione dei vapori di GPL.
Oltre a quanto sopra :
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� nel caso di presenza di formazione di ghiaccio sulle parti visibili del serbatoio e
delle apparecchiature allo stesso collegate, il serbatoio sarà messo fuori servizio
ed ispezionato per rilevare l’eventuale presenza di criccature.
3.1.5) Collasso termico con Bleve del serbatoio di stoccaggio GPL
Il rischio è da ritenersi marginale sulla base dei contenuti dell’Appendice III del DM
15/05/96 risultando l’unità di stoccaggio in Categoria A e i serbatoi coibentati.
3.1.6) Rilascio GPL per rottura del mezzo mobile
È adottata una procedura intesa a rendere marginale il rischio connesso con la
rottura a freddo del serbatoio mobile.
In particolare la procedura è così articolata :
� verifica dello stato attuale dei serbatoi mobili intesa ad evidenziare l’eventuale
presenza di criccature.
La verifica è estesa anche alle ATB di terzi che certificano i risultati
dell’ispezione;
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� adozione di procedure operative specifiche a salvaguardia dell’eccessivo
abbassamento di temperatura sia in fase di messa in servizio sia in fase di
depressurizzazione;
� le ATB di terzi si presentano all’ingresso del deposito munite di attestazione che
l’ATB stessa non ha subito fenomeni di abbassamento della temperatura
durante le operazioni svolte all’esterno precedentemente.
3.1.7) Collasso termico con Bleve dell’ATB
Tale rischio può ritenersi marginale in quanto risultano soddisfatte le condizioni al
riguardo previste dall’Appendice III del DM 15/05/96 ed in particolare :
� il punto di travaso ATB è dotato di muro di schermo;
� non possono accedere alle operazioni di carico/scarico le ATB non dotate di
dispositivo di intercettazione rapido a distanza;
� i bracci sono dotati di valvola pneumatica ON/OFF di intercettazione, lato
impianto e di sistema di intercettazione tipo flip-flap;
� il punto di travaso è dotato di impianto fisso di raffreddamento.
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3.2) STIMA DELLE CONSEGUENZE DEGLI EVENTI INCIDENTALI
Viene nel seguito precisata la metodologia utilizzata per la stima delle conseguenze
associate alle sequenze incidentali credibili individuate al punto 3.1).
3.2.1) Criteri di valutazione del danno
I criteri di valutazione del danno, esplicitati nel seguito, sono riferiti ai contenuti del
Decreto Ministero dell’Ambiente 15/05/96.
Più in dettaglio sono state assunte le soglie riportate nella tab. III/1 “Valori di
riferimento per le valutazioni degli effetti (GPL)” di cui all’Appendice III del DM citato,
riportate, per pronto riferimento, nella pagina successiva.
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Valori di riferimento per la valutazione degli effetti
Soglie di danno a persone e strutture
Scenario incidentale Elevata
letalità Inizio letalità
Lesioni irrevers.
Lesioni revers.
Danni alle strutture Effetti domino
Incendio (radiazione termica stazionaria)
12,5 kW/m2
7 kW/m2
5 kW/m2
3 kW/m2
12,5 kW/m2
Bleve/fireball
(radiazione termica variabile)
Raggio fireball
350
kJ/m2
200
kJ/m2
125 kJ/m2
100 m da parco bombole 600 m da stoc. in sfere 800 m da stoc. in cilindri
Flash-fire (radiazione termica istantanea)
LFL
0,5 LFL
/
/
UVCE (sovrapressione di picco)
0,6 bar (0,3 bar)*
0,14 bar
0,07 bar
0,03 bar
0,3 bar
Riferimento : Tab III/1 di cui al Decreto Ministero Ambiente del 15/05/96
* da assumere in presenza di edifici o altre strutture il cui collasso possa determinare letalità indiretta.
Tabella n. 2
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3.2.2) Determinazione dell’entità dei rilasci
3.2.2.1) Premessa
Vengono nel seguito valutati i rilasci correlati alle varie ipotesi incidentali credibili
trattate al punto 3.1.8.
3.2.2.2) Portata di rilascio
Le analisi delle varie ipotesi di rilascio, di cui al punto 3.1), hanno evidenziato che,
risultando in categoria A tutte le unità del deposito, i rilasci sono quantificabili con
portate da sezioni di diametro equivalente di 2”, pari a 15 Kg/s.
3.2.2.3) Tempi di rilascio
I tempi di rilascio sono stati assunti conformemente a quanto indicato in Appendice
III del DM 15/05/96 e pertanto :
� per tutti i rilasci a valle delle valvole pneumatiche ON/OFF di intercettazione si è
assunto un tempo di rilascio di 20 s considerato che le citate valvole sono
comandate in automatico dai rilevatori di gas e tutte le unità sono in categoria
A;
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� per i rilasci a monte delle valvole pneumatiche ON/OFF di intercettazione è
stato assunto un tempo di rilascio di 20 minuti.
Si rammenta che tale caso è relativo esclusivamente a rilasci dalla flangia sulla
linea di fondo dei serbatoi di stoccaggio a monte delle valvole di intercettazione,
laddove l’unità è in categoria A ed all’eliminazione della perdita si perviene
azionando il sistema manuale di iniezione acqua;
� per i rilasci alimentati da serbatoi mobili si è assunto un tempo di 20 s in quanto
l’unità è in categoria A e all’intercettazione del rilascio lato ATB si perverrà per
azionamento automatico della valvola di fondo.
3.2.2.4) Quantificazione dei rilasci
Per quanto anticipato ai punti precedenti risulta :
A) rilasci da unità in categoria A, a valle degli organi di intercettazione automatici :
15 kg/s x 20 s
B) rilasci dalla flangia di fondo dei serbatoi di stoccaggio :
15 Kg/s x 1200 s
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3.2.2.5) Stima delle conseguenze
���� Radiazione termica stazionaria : è conseguenza di scenari incidentali quali il
pool-fire ed il jet-fire.
Gli eventuali pool-fire saranno estremamente contenuti nel tempo in quanto
sono stati resi marginali tutti gli scenari connessi con il rilascio istantaneo di
considerevoli quantità di GPL (rif. punto 3.1).
I rilasci continui evidenziati ai punti precedenti tenderanno sostanzialmente a
vaporizzare e pertanto non vi saranno esposizioni ad irraggiamenti di lunga
durata.
Per quanto relativo ai jet-fires un irraggiamento significativo si presenta solo
nella direzione del getto in quanto in direzione trasversale rispetto alla fiamma
gli irraggiamenti decadono rapidamente con la distanza.
Ne consegue un rischio marginale per le persone.
Per quanto attiene ai danni alle strutture i tempi di rilascio evidenziati non sono
correlabili con irraggiamenti stazionari.
L’evento più gravoso risulta il jet-fire da rilascio dalla flangia della linea di fondo
dei serbatoi che perdura per 20 minuti.
In tale situazione il jet-fire potrebbe colpire obiettivi vulnerabili provocando seri
danni. Si evidenzia comunque che i serbatoi sono intrinsecamente sicuri in
quanto coibentati; eventuali collassi del piping investito dal jet-fire non
provocherebbero un escalation dell’emergenza in quanto, al manifestarsi del
rilascio, le linee verrebbero completamente intercettate per azionamento di uno
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dei pulsanti di emergenza;
���� Radiazione termica variabile : è associata a fenomeni di Bleve /Fireball che
risultano marginali per l’attività in esame;
���� Radiazione termica istantanea : è conseguenza di flash-fire dovuti a dispersione
dei rilasci evidenziati al punto 3.2.2.4).
Al fine di valutare le aree di danno conseguenti al fenomeno di flash-fire è
necessario definire se le condizioni di rilascio sono da ritenersi “continue” o
“istantanee”.
Ciò in quanto, per punti prossimi ad un rilascio perdurante per tempi modesti, è
possibile raggiungere condizioni di stazionarietà tali da considerare, ai fini
esposti, il rilascio continuo.
Allo scopo, con riferimento allo Yellow Book/TNO, risulta che la sorgente è da
trattare come istantanea se :
x > 18 � v � t
ovvero continua se :
x < 1,8 � v � t
avendo indicato con :
X = la distanza (m) dal punto di rilascio nella direzione del vento;
v = la velocità del vento (m/s);
t = il tempo di rilascio (secondi).
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In accordo ai contenuti dell’Appendice III del DM 15/05/96 , risulta :
v = 5 m/s
t = 20 s ÷ 1200 s
e quindi :
Xi > 1800 m ÷ 108.000 m
Xc < 180 m ÷ 10.800 m
Quanto sopra, unitamente ai dati contenuti in Appendice III del DM 15/05/96,
porta a considerare il rilascio di tipo continuo e pertanto, risultano le seguenti
aree di danno (rif. Tab. III/5b) :
� elevata letalità (D a LFL) = 70 m;
� inizio letalità (D a ½ LFL) = 110 m.
� Sovrapressioni : dalla Tab. III/5b dell’Appendice III del DM 15/05/96 e per
quanto sopra anticipato risulta una massa esplosiva di 200 Kg e pertanto sono
da ritenere marginali i rischi di sovrapressioni conseguenti a U.V.C.E. per i quali
il DM 15/05/96 fissa una soglia minima di 1500 Kg di massa esplosiva in
ambienti parzialmente confinati.