Turchia Sociologia
-
Upload
barberdario -
Category
Documents
-
view
88 -
download
2
Transcript of Turchia Sociologia
TURCHIALa società multietnica e il suo
sviluppo
LE ETNIE PRESENTI SUL TERRITORIO: Turchi ( 65%) Curdi musulmani (19%) Armeni Ebrei (circa 3%) Ed altre esigue minoranze concentrate in
alcune regioni del Mar Nero come : popolo di Laz, Circassi e bulgari musulmani.
RELIGIONI PROFESSATE IN TURCHIA musulmana (94,5%), in larghissima
parte sunnita ed il resto sciita; il 2% si professa non credente il 3,5% comprende tutte le altre
religioni, prevalentemente cristiani, ma anche questi divisi fra cattolici e ortodossi.
La situazione però non è molto favorevole per le minoranze religiose, nonostante la Turchia sia uno stato laico.
http://www.youtube.com/watch?v=YYLLiD29rq0
IL MATRIMONIO PER LA LEGGE ISLAMICA
matrimonio un semplice contratto privato tra le parti, che interessa la sfera riproduttiva e non quella amorosa.
per contrarre un matrimonio è sufficiente la presenza di due testimoni maschi (uno di essi può essere sostituito da due donne)
il versamento di una dote, accordata tra le parti, deve rispettare la condizione economica di provenienza della donna
FAMIGLIA MUSULMANA ha una struttura monolitica e patriarcale esiste un sotto-universo femminile, con
le proprie gerarchie e regole la figura femminile, soprattutto quella
anziana, esercita, se pure in modo sottile e non esplicito, una grande influenza sulla sua controparte maschile.
L’UOMO NELLA FAMIGLIA La patrilinearità musulmana pone l’enfasi
sulla discendenza maschile che può essere :
sia lineare (padre, nonno, bisnonno) sia laterale (fratelli, cugini). La struttura familiare islamica rafforza
l’uomo, responsabile dell’ordinato funzionamento della ümmet, con mezzi istituzionalizzati di dominio sulla donna e di controllo sulla sua sessualità.
Se le sue condizioni economiche glielo permettono può avere fino a quattro mogli e un numero imprecisato di schiave-concubine.
La legge, però, regola questa istituzione: né la poligamia, né l’uso delle schiave, sono incoraggiati, ma solo consentiti
Nella Istanbul del tardo XIX secolo appena il 2% circa degli uomini sposati risultava poligamo, generalmente con due mogli e con la netta tendenza a farle vivere in sedi separate
Nonostante gli studiosi segnalino profonde
differenze tra le famiglie passando da una regione ad un’altra, dalle città alle zone rurali, da una classe sociale all’altra, nel contesto turco-ottomano la famiglia multipla risulta essere un fenomeno riservato all’élite che, sia nelle zone rurali sia in quelle urbane, viveva in grandi case, che ospitavano più di una generazione.
LEGGE DEL 1917 PORTÒ DIVERSI CAMBIAMENTI
ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA Introduceva dei cambiamenti vantaggiosi
per la donna: al posto del ripudio, metteva la
possibilità, per entrambi, di richiedere lo scioglimento dell’unione di fronte all’autorità giudiziaria.
Per la poligamia, la donna può richiedere al marito, nel contratto matrimoniale, di non prendere una seconda moglie
gli strumenti di violenza fisica e sessuale detenuti dall’uomo nel vecchio tipo di famiglia sono aboliti
La poligamia viene abolita e obbliga l’uomo ad accontentarsi di una sola moglie
pone limiti di età per il matrimonio e vietava il matrimonio tra parenti stretti
In caso di divorzio, le parti devono aspettare 300 giorni prima di risposarsi e il giudice può obbligare la parte più forte economicamente a versare un assegno in favore della parte più debole.
All’uomo rimane il diritto di decidere il luogo della residenza familiare, la potestà sui figli ed ha il diritto di dare o meno il permesso alla moglie d’intraprendere un’attività lavorativa.
1923: Mustafà Kemal Ataturk sceglie il Codice civile svizzero
per apportare modifiche all’istituzione familiare:
DATE IMPORTANTI PER I DIRITTI FEMMINILI
Nel 1923 le donne turche ( tra le prime in
Europa) ottengono tutti i formali diritti
politici.
Nel 1934 si riesce ad ottenere il diritto di
suffragio delle donne
Nel 1937, durante le elezioni generali, furono
elette deputate 18 donne, rappresentando
così il 4,5% dell’Assemblea Nazionale.
MOVIMENTO FEMMINISTA
Le donne hanno voluto affrancarsi da un marchio politico e hanno deciso di lottare al di fuori di un canale prestabilito per far emergere problemi comuni a tutte.
Una delle più grandi manifestazioni, a cui parteciparono oltre 3.000 donne, si tenne ad İstanbul nel 1987 per protestare contro la violenza fisica (spesso bastonate) sulle mogli.
Nel 1989 ad Ankara si tenne il Primo Congresso Femminista, che stilò un documento, in cui si affermava che l’oppressione femminile è molteplice e che tutte le istituzioni sociali dominate dall’uomo – famiglia, scuola, stato e religione – hanno soggiogato il potere delle donne, i loro corpi e le loro identità
È uno dei principali ambiti in cui solitamente si esercita il controllo sociale e culturale.
Nel 1989 il 32% del personale accademico era costituito da donne, mentre la loro rappresentanza nell'amministrazione era al 16%;.
Nel 1990 il 44% degli insegnanti erano donne, la posizione di preside era occupata per il 93% da uomini.
Nel 1992 solo l'11% dei presidi erano donne e dal 1983 al 1997 solo 3 donne sono state rettori di Università
La Turchia è una delle nazioni che vanta la maggior quantità di professoresse universitarie al mondo.
Il sistema scolastico e le donne
DONNE E LE VARIE PROFESSIONI
La presenza di donne ad alti livelli professionali è tuttora scarsa e loro non cercano di entrare in conflitto con l'establishment maschile
ES. Tansu Çiller, parlamentare del Partito della giusta via, che nel 1993 divenne la prima donna eletta a primo ministro in Turchia. I deputati del partito che la candidarono erano per il 99,8% uomini
Gli altri partiti sostenevano che una donna non può essere primo ministro
La didascalia presenta Demirel come Papà (baba) e Tansu Çiller come sua figlia (kiz): Demirel le dice infatti Figlia mia, non ti ho mai detto che non avresti potuto essere primo ministro, bensì che non avresti potuto essere una donna.
Questo scambio di battute sembra quasi un espediente, usato per tranquillizzare i contrari alla sua candidatura: con tali dichiarazioni la Çiller ridimensionava se stessa agli occhi dei colleghi uomini. Dopo la candidatura, in qualità di primo ministro, aggiunse che le donne avrebbero dovuto solo imparare ad usare i diritti che vengono loro dati.
Il Kemalismo non riuscì a soddisfare il bisogno di auto-identificazione delle donne a livello generale, per cui vi fu lo sviluppo di un movimento islamista nuovo.
le conseguenze per le donne furono di due tipi: quelle più istruite occuparono posti abbandonati dagli uomini nell'area del business e del commercio estero, mentre quelle di classi sociali più basse furono costrette ad entrare nel mercato del lavoro come domestiche o operaie generiche a basso salario
Il centro del cambiamento proposto dalla nuova ideologia fu comunque, ancora una volta, la donna fulcro della famiglia e punto di partenza per l'introduzione di qualsiasi cambiamento nel campo delle politiche di costruzione di un'identità.
il nuovo movimento islamista:
I nuovi movimenti islamisti diffusisi a partire dagli anni Ottanta sembrarono incontrare problemi con i legami tradizionali : condizione femminile in Turchia rispecchiano una realtà complessa, nella quale la sopravvivenza del patriarcato pone la donna turca dinnanzi a molte difficoltà.
L'inserimento nella società turca per le numerose ragazze di estrazione più umile, appartenenti alla prima o seconda generazione di immigranti nelle grandi città o membri di famiglie povere, è ovviamente ancor più difficile.
Le donne, in particolare, che si sono sicuramente
rivelate un mezzo efficace per la diffusione
dell'ideologia del nuovo movimento islamico, non ne
sono state semplici strumenti, ma hanno preso parte
attiva alla crescita del movimento. Esse definiscono
se stesse come musulmane consce.
Le attiviste islamiche, infatti, sono indubbiamente
una conseguenza della sono addirittura in contrasto,
rispetto all'atteggiamento tradizionale della donna
musulmana.
le islamiste turche iniziano così a lavorare al di fuori
dell'ambito domestico, sono spinte a studiare,
sostengono anche di non sentirsi discriminate nei
confronti degli uomini.
La politica di rispetto ferreo dei principi
kemalisti, rafforzata da leggi come quella che
bandisce velo e barba (simboli tipicamente
distintivi degli islamisti) in cerimonie ed uffici
pubblici e nelle università, hanno invece spinto
ampie fasce della popolazione, che
mantenevano stretti legami con la religione
islamica, a sentirsi escluse ed in parte estranee
alla società laica.
Il problema del velo:
Le donne che indossano il turban e nascondono le forme del proprio corpo sono simboli di un' elite alternativa a quella kemalista
le pratiche della segregazione dei sessi sono percepite dalle attiviste come importanti simboli politici, utili alla creazione di un'identità alternativa e di concrete possibilità per le donne
Mentre la pratica di portare il velo era tradizionalmente attribuita in Turchia a donne di bassa estrazione sociale ed origini rurali, ora le più ferventi sostenitrici di questa pratica sono studentesse universitarie delle grandi citta.
decidono coscientemente di rispettare i dettami della religione in Turchia lo fanno dunque con orgoglio, desiderose di distinguersi in qualità di appartenenti al movimento islamista, ma si trovano spesso a confrontarsi con le restrizioni imposte dalla legge o con pregiudizi e discriminazioni da parte della popolazione laica.
Alcune donne intervistate hanno dimostrato come, nell'ambito lavorativo, esse siano state penalizzate a causa della loro scelta di rendere evidente la loro fede religiosa
Le donne, in qualità di simboli ma ormai anche di attive e coscienti protagoniste delle loro scelte, sono e saranno al centro di questo problema per lungo tempo