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Tunisia Febbraio 2008

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Tunisia

Febbraio 2008

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Informazioni Generali

Superficie: 162.155 Km2 Capitale: Tunisi (728.000 abitanti). Altre città principali Arianna (153.000 ab.); Sfax (271.000 ab.); Gabes (116.000 ab.); Sousse (173.000 ab.); Kairouan (118.000 ab.); Bizerte (114.000). Popolazione 9.930.000 abitanti, luglio 2004 - Istituto Nazionale di Statistica (densità 60,4 ab. per km2). 10.100.000 abitanti , luglio 2005 - stima del FMI Lingua: la lingua ufficiale è l’arabo. Particolarmente diffuso il francese. Mentre, di minor rilievo risulta l’uso dell’inglese. Religione: Musulmani (99%) Moneta L’unità monetaria della Tunisia è il Dinaro Tunisino (TND), diviso in 1.000 millimes. Il tasso di cambio ufficiale del Dinaro Tunisino a novembre 2007 è di 1.79419 TND per 1 euro. Il tasso di cambio annuale per il 2006 è di 1.66907 TND per 1 euro. Sistema politico La Tunisia è una Repubblica Presidenziale basata sulla Costituzione del 1959. Gli organi principali sono l’Assemblea Nazionale, composta da 189 membri eletti a suffragio universale per un periodo di 5 anni e il Consiglio dei Ministri che detiene il potere esecutivo ed è presieduto dal Capo dello Stato. Il Presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale per un termine massimo di 5 anni rinnovabile per altre due volte, detiene tutti i maggiori poteri, compreso il controllo delle forze armate. La Costituzione garantisce l’indipendenza del potere giudiziario, la libertà di coscienza ed il libero esercizio dei culti e consacra il pluralismo politico. Il Consiglio Costituzionale garantisce il rispetto della costituzionalità delle leggi. Un’ampia riforma costituzionale, adottata nel giugno 2002, ha rinforzato maggiormente i diritti e la libertà in Tunisia, ha permesso la creazione di una seconda camera di consiglieri, ha allargato i poteri del Consiglio Costituzionale e ha rinforzato il controllo dell’azione governativa attraverso la Camera dei Deputati. Nel 2002 è stata pertanto istituita una camera alta, la Camera dei Consiglieri. Tale camera è formata da rappresentanti delle regioni e delle organizzazioni nazionali, per un totale di membri non superiore a due terzi di quelli dell’Assemblea Nazionale. Sempre nel 2002, un ulteriore emendamento costituzionale ha disposto che un presidente possa essere riconfermato anche per più di cinque mandati consecutivi. Inoltre l’età massima dei candidati alla presidenza del Paese è stata alzata da 70 a 75 anni. Attualmente, la situazione politica è stabile, grazie alla netta supremazia politica del partito del presidente, il Rassemblement Constitutionnel Démocratique (RCD), e il largo accentramento di poteri nelle mani di quest’ultimo. Il presidente Ben Ali conserva un forte controllo dell’attività parlamentare e di tutte le leve del potere; l’opposizione ha scarso appiglio e sostegno politico e i partiti di ispirazione religiosa non sono ammessi.

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Le prossime elezioni legislative e presidenziali sono previste per il 2009; in seguito ad un emendamento della costituzione il presidente potrà ricandidarsi per il quinto mandato consecutivo. Presidente: Zine el Abidine Ben Ali, 68 anni è al potere dal 1987, ha vinto per la quarta volta le elezioni presidenziali, tenutesi il 24 Ottobre 2004, ottenendo, secondo i risultati ufficiali diffusi dal governo, il 94,5 % dei voti. Durante la stessa giornata si è votato anche per il rinnovo del Parlamento in cui il partito del Presidente, l’RCD (Rassemblement Constitutionel Démocratique), ha ottenuto (sempre secondo i dati ufficiali) l’87,7 % dei voti, con il conferimento di 152 seggi su 189. Il suo partito (RCD) è stato riconfermato anche alle elezioni municipali dell’8 maggio 2005. Primo Ministro: Mohamed Ghannouchi Partiti politici Il partito politico attualmente al Governo è il Rassemblement Constitutionnel Démocratique (RCD). Altri partiti sono: - Mouvement des démocrates socialistes (MDS); - Parti de l’unité populaire (PUP); - Rassemblement socialiste progressiste (RSP); - Harakat Ettajdid (HE, Renewal Movement, precedentemente Parti communiste tunisien); - Parti social liberale (PSL); - Union démocratique unioniste (UDU); - Hizb al-Nahda (Party of Re-wakening, non ufficialmente riconosciuto, sebbene i suoi candidati si presentarono nelle elezioni del 1989 come indipendenti). La vita associativa si è nettamente sviluppata, circa 7.000 associazioni ed ONG sono attive in Tunisia in diversi campi: scientifico, culturale, sportivo, artistico, sociale e di sviluppo. Governatore della Banca Centrale: Taoufik Baccar.

Principali indicatori economici Indicatore 2003 2004 2005 2006

PIL a prezzi correnti (in miliardi di DT) 32.2 35.1 37.2 39.6 PIL a prezzi correnti (in miliardi di US$) 25.0 28.2 28.7 29.7 Tasso di crescita reale (%) 5.6 5.8 4.0 5.1 Inflazione % 2.7 3.6 2.1 4.5 Bilancia commerciale (miliardi di US$) Esportazioni fob 8,027.0 9,679.0 10,488.0 11,507.7 Importazioni fob 10,297.0 12,110.0 12,456.0 14,033.7 Saldo Riserve straniera, escluso oro (in milioni di US$)

2,945.4 3,935.7 4,436.7 6,773.2

Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report novembre 2007 Rischio paese La SACE colloca la Tunisia nella categoria OCSE 3 su 7 (dove 0 rappresenta il rischio minore e 7 il rischio massimo). Condizioni di Assicurabilità: Nessuna Restrizione (apertura per tutti i tipi di operazione).

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Congiuntura

La Tunisia ha realizzato significativi progressi verso l’obiettivo di raggiungere il livello economico dei Paesi della fascia inferiore dell’OCSE. Dal 2000 in poi, il reddito reale pro capite è aumentato di circa il 20%, il tasso di disoccupazione continua ad abbassarsi e gli equilibri macro economici rimangono sotto controllo, grazie alla capacità di rapido adattamento delle politiche di bilancio, monetarie e dei tassi di cambio nei differenti momenti e shock economici. Nel corso degli ultimi anni, la situazione macro-economica tunisina ha registrato un miglioramento significativo, soprattutto grazie all’attuazione positiva da parte del Governo di programmi di riforma progressiva, che hanno interessato tutti i settori dell’economia. Il debito estero della Tunisia è relativamente alto, avendo raggiunto i 19,2 miliardi di dollari nel 2005 e nel 2006, circa il 69,5% del PIL. Questa tendenza risulta migliorata alla fine del 2007, tenuto conto della forte crescita economica e dei programmi di privatizzazione previsti dal governo. Le autorità hanno adottato politiche fiscali e monetarie prudenti per mantenere la stabilità macroeconomica. La crescita del PIL reale dovrebbe attestarsi quest’anno al 5,6%, grazie al recupero della produzione agricola e all’andamento positivo del settore turistico. L’attuazione di graduali riforme sociali ha recentemente fatto diminuire il tasso di disoccupazione, che tuttavia rimane molto elevato soprattutto se si considera la rapida crescita della popolazione. Malgrado le buone performance sul piano economico e sociale, alcuni programmi di governo dovranno essere rivisti. I settori produttivi soffrono ancora di inadeguatezze fra il quadro legislativo e le esigenze della liberalizzazione, del bisogno di modernità di alcune infrastrutture e del livello elevato dei loro costi, nonché al livello della mano d'opera ancora inadeguato. Il settore agricolo si deve ancora confrontare con l'inadeguatezza delle risorse idriche, alle difficoltà di accesso al credito ed alla debole organizzazione dei produttori agricoli. I dati preliminari e le stime ufficiali del Governo Tunisino e del Fondo Monetario Internazionale indicano che la crescita reale del PIL nel 2006 si è attestata al 4%, al di sotto di quanto previsto. La crescita modesta della produzione agricola (in particolare dei cereali), nel 2006, è dovuta principalmente alla siccità. Considerando l'andamento medio della produzione agricola, si può stimare una ripresa della crescita reale del PIL per il biennio 2008-2009, registrando rispettivamente il 5.3% e il 5.4%. La crescita sarà, in parte, dovuta all'aumento del volume delle esportazioni grazie anche alla ripresa dei mercati della zona euro. L'economia tunisina dovrà affrontare tre grandi sfide: - la crescita economica, - la crescita dell'impiego, - la competitività, in vista dell'entrata in vigore dell'accordo di libero scambio con la UE il 1°

gennaio 2008. Resta comunque il fatto che la Tunisia costituisce un esempio di successo economico e sociale nel Nordafrica, reso ancora più importante dalla considerazione che all’inizio del suo sviluppo il Paese non possedeva grandi ricchezze naturali al di fuori del talento dei suoi abitanti. Il Paese, negli anni 2000, ha raggiunto uno sviluppo economico e sociale equilibrato, con la conseguenza che il livello di vita dei tunisini è oggi il più elevato del Maghreb. La Tunisia ha realizzato una buona performance nell’ambito del processo di Barcellona e dell’Accordo d’Associazione, aprendo la sua economia al libero scambio, ed ha utilizzato in modo ottimale sia i fondi messi a disposizione dall’Unione tramite il programma MEDA che i fondi della BEI. La Tunisia, che conta soltanto il 6% della popolazione sotto la soglia della povertà, un’alfabetizzazione dell’85%, una speranza di vita di 71 anni per gli uomini e 75 per le donne

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(insieme alla Libia la più alta del nord-Africa), un reddito pro-capite di 2.240 dollari statunitensi, anch’esso il più alto del nord-Africa, una crescita media annua negli ultimi dieci anni sempre al di sopra del 5% e un’inflazione oscillante intorno al 2%, può considerarsi un Paese con un relativo benessere economico e sociale. Sebbene le autorità mirino a conseguire una determinata stabilità fiscale, il governo rimane restio a limitare la crescita dei lavori nel settore pubblico per paura di un generale malcontento. La Banca Centrale della Tunisia (BCT), cercherà di mantenere una politica monetaria sufficientemente contenuta per assicurare che l’espansione monetaria sia sempre attiva. Dopo il taglio di 0,875 punti percentuali ai tassi minimi, all’interno del mercato monetario non si sono verificati altre variazioni e si è registrata una determinata stabilità. Sono previsti per i prossimi mesi leggeri aumenti ma che non porteranno i tassi del mercato monetario oltre il 6% entro la fine del 2007. Il problema della disoccupazione non è ancora risolto; attualmente si attesta su valori del 13,5%. Della lotta contro tale piaga, il Presidente Ben ali ne ha fatto una priorità nel suo programma di governo per i prossimi cinque anni.

Prospettive future

La Tunisia continuerà ad essere caratterizzata dalla stabilità politica, sotto la guida del presidente Ben Ali. L'XI° programma nazionale di sviluppo (2007-2011) punta al rafforzamento delle precedenti azioni governative ed al raggiungimento del programma elettorale del 2004. Le priorità del piano sono l'accelerazione della crescita economica, intorno al 6,5% all'anno e la creazione di posti di lavoro, soprattutto per i giovani diplomati, riducendo il tasso di disoccupazione dal 14,39% nel 2005 al 10-11% nel 2011. Le prospettive economiche di medio termine sono ottimistiche. Tuttavia la Tunisia ha di fronte due grandi sfide. Con l'apertura dei mercati europei dal 1° gennaio 2008, la prima sfida è la competitività della propria economia rispetto ai paesi europei. Malgrado le recenti riforme, il settore produttivo resta in mano allo Stato e la concorrenza, europea o dell'est europeo, o ancora asiatica, si intensificherà, soprattutto nel settore tessile. La seconda sfida è l'occupazione, con un tasso di disoccupazione molto elevato e l'arrivo sul mercato del lavoro di un numero considerevole di donne e di diplomati. Anche in presenza di uno sviluppo economico e sociale e del livello di crescita relativamente elevato, l'economia tunisina è ancora vulnerabile, sia a causa della scarsa elasticità del mercato del lavoro, sia per l'insufficienza degli investimenti privati, sia per l'eccessiva dipendenza dalle condizioni climatiche. In questo contesto, delle riforme e nuove misure si impongono per il nuovo piano governativo del 2007-2011, di cui alcune sono in corso di realizzazione: il miglioramento dell'ambiente degli affari (rispetto ad altri paesi con il medesimo sviluppo economico, il tasso degli investimenti privati, nonché gli investimenti esteri diretti, restano deboli); il rafforzamento del sistema bancario e finanziario; la crescita della liberalizzazione dell'economia (promozione degli investimenti e delle iniziative private); la razionalizzazione del consumo di energia. Altri obiettivi riguardano il miglioramento della produttività ed un adeguamento delle infrastrutture. Il Governo ha comunque intenzione di procedere con cautela riguardo alla riforma fiscale al fine di evitare agitazioni sociali. Dal punto di vista dei settori economici produttivi, nel 2008-2009 l’industria dovrebbe realizzare una crescita più robusta, grazie in particolare agli insediamenti industriali più recenti nei settori della meccanica e nel settore elettrico, che bilanceranno la debolezza dell’industria tessile. Il nuovo rafforzamento delle vicine economie europee dovrebbe inoltre avere effetti benefici sulla crescita tunisina. Il turismo, terzo settore economico di assorbimento della forza lavoro del Paese, dovrebbe continuare a crescere. Già in passato la bilancia commerciale del Paese ha assistito a notevoli miglioramenti e nel corso del biennio 2008-2009 sono previsti ulteriori progressi. Sono previsti aumenti nel settore delle esportazioni, così come in quello delle importazioni.

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E’ previsto, inoltre, che la crescita della domanda europea nei confronti dei manufatti tunisini aumenti considerevolmente nel prossimo biennio. Il Fondo Monetario Internazionale, che si dichiara generalmente soddisfatto delle performance macroeconomiche del governo tunisino, esorta il governo a una prudenza fiscale e monetaria ed allo stesso tempo a sveltire i tempi di attuazione delle riforme strutturali. Il Fondo Monetario resta inoltre in attesa di registrare un’ulteriore liberalizzazione dei prezzi interni tunisini e del commercio multilaterale, ma soprattutto sottolinea al governo tunisino l’importanza di avviare una riduzione del costo del pubblico impiego. In particolare, il Fondo Monetario ritiene che il processo di aggiustamento fiscale potrebbe essere meglio realizzato attraverso l’accelerazione delle privatizzazioni e il riconoscimento al settore privato di un ruolo più vasto nella fornitura di pubblici servizi.

2008 2009 PIL (var.%) 5.3 5.4 Inflazione (%) 3.1 2.7 Bilancia Commerciale (miliardi di US$)Esportazioni fob 17.1 17.2 Importazioni fob 19.9 20.0

Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit : Country Report novembre 2007

Settori produttivi

L’economia tunisina si presenta relativamente diversificata con una spiccata rilevanza dei settori agricolo, manifatturiero, energetico e dei servizi. Gran parte della produzione agricola è destinata alle esportazioni, e il Paese rimane sostanzialmente dipendente dalle importazioni alimentari. Tra i principali produttori di fosfati, la Tunisia produce inoltre piccoli quantitativi di petrolio e di gas. Oltre il 54% del PIL è rappresentato dai servizi, mentre il contributo dell’industria manifatturiera, che comprende l’industria tessile e del cuoio, si aggira intorno al 20%. Di particolare importanza è il contributo del turismo per l’economia del Paese, non solo in termini di incidenza sulla formazione del PIL, ma anche come settore di occupazione. Contributo dei diversi settori alla formazione del PIL (composizione %)

Settori 2005 (%)

Agricoltura e pesca 13.3 Servizi 54.6 Manifatturiero 19.7 Costruzioni 6.1 Elettricità, gas e acqua 5.6 Altro 0.6

Fonte: EIU, Economist Intelligence Unit: Country Report novembre 2007 Materie prime Per quanto concerne le risorse minerarie, la Tunisia è uno dei maggiori produttori mondiali di fosfati provenienti da 8 miniere situate nel sud-ovest del Paese, nella regione di Gafsa, ed a nord-ovest, a Kef Eschafair, Kef Eddour e Jellabia, in parte trasformati localmente in fertilizzanti e acido fosforico. Rilevanti, sebbene meno intensivi, i giacimenti di ferro, piombo, zinco, barite e fluorite concentrati nelle regioni costiere del nord e del nord-ovest.

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Di minor rilievo è invece la produzione petrolifera, iniziata nel 1966 ad El-Borma, il maggiore giacimento della Tunisia che fino a poco tempo fa forniva un terzo dell’intera produzione di petrolio del Paese, ma la cui produzione appare oggi in declino. Il secondo giacimento petrolifero per importanza è Ashtart, nel Golfo di Gabes, che fornisce il 20% dell’intera produzione. Il settore è stato caratterizzato da una progressiva contrazione della produzione nei grandi giacimenti, solo in parte compensata dai nuovi giacimenti di Ezzaouia e Belli, per cui già a partire dal 1993 la Tunisia è divenuta importatrice di petrolio e derivati. Tuttavia un nuovo piccolo giacimento petrolifero è stato recentemente impiantato in mare aperto nel Golfo di Gabes, l’impianto di Didon, di proprietà di una partnership tra la francese Medex Petroleum France e la statunitense Soco International. Vi sono molti nuovi piccoli giacimenti, in particolare a Tazarka, Sidi Kilani e Ezzaouia. Le riserve recuperabili sono stimate intorno a circa 400 milioni di barili (55 milioni di tonnellate). La crescita nella produzione riflette la vivace attività di esplorazione, incoraggiata da un regime fiscale che rende possibile le esplorazioni di piccoli giacimenti. Circa 20 giacimenti sono in produzione, più di 40 permessi di esplorazione sono in azione, mentre nel 1999 sono stati trivellati 13 pozzi di esplorazione. La produzione di gas naturale, per la quale il maggiore giacimento è Miskar nel Golfo di Gabes, offre un potenziale di sviluppo (riserve stimate intorno ai 100 miliardi di m3) maggiore dell’industria petrolifera, e rappresenta per la Tunisia la possibilità di riequilibrare la bilancia commerciale energetica e sostituire il petrolio con il gas naturale nel consumo industriale e interno. In tale ambito si colloca il gasdotto transtunisino realizzato dalla SNAM Progetti, che convoglia in Italia il gas algerino attraverso la Tunisia. Il transito del gas è gravato da una royalty forfetaria, e sostitutiva di ogni imposta, del 5,25% sul valore trasportato. La Tunisia ha recentemente firmato un Accordo con l’Algeria per cooperare nelle esplorazioni di petrolio e gas, ma anche nella produzione e distribuzione. L’Algeria sembrerebbe interessata ad acquisire una partecipazione nella società tunisina di trasporto petrolifero TRAPSA, che opera sulla sezione tunisina di 513 km dell’oleodotto che trasporta il petrolio grezzo algerino verso il porto di Sakhira. Il governo tunisino pianifica ulteriori investimenti nel settore, che saranno finalizzati in parte a nuove trivellazioni ed in parte alla costruzione di un gasdotto per il trasporto di gas dalla Libia. Agricoltura Il settore agricolo è fortemente dipendente dal fattore climatico. Nel periodo 2001-2005 il settore ha rappresentato circa il 12,1% del PIL con un tasso di crescita medio annuale del 2,1%. Questa evoluzione media riflette la deformazione strutturale dell'economia tunisina in favore dei settori secondario e terziario. In ogni caso, la crescita del settore agricolo è un evoluzione altalenante, con un tasso di crescita negativo negli anni di siccità ed un tasso positivo negli anni con forti precipitazioni, malgrado l'esistenza di infrastrutture idrauliche e lo sviluppo costante dei piani di irrigazione, i quali hanno contribuito a ridurre notevolmente l'impatto dei cambiamenti climatici. Al di fuori delle problematiche climatiche, le principali difficoltà del settore sono rappresentate dai problemi di accesso al credito, dalla debole autonomia delle organizzazioni degli agricoltori, dalla parcellizzazione delle terre, dalla bassa valorizzazione dei prodotti agricoli e dalla commercializzazione dei prodotti. La popolazione rurale rappresenta un terzo della popolazione totale ed un quarto della popolazione attiva lavora nel settore primario. Il settore agricolo tunisino si caratterizza per l’elevato grado di diversificazione delle produzioni; circa un terzo dell’intera superficie coltivabile è destinato alla cultura dei cereali, in particolare del frumento, e un terzo agli ulivi. La Tunisia è uno dei maggiori produttori e il secondo esportatore al mondo di olio di oliva, dopo l’Unione Europea. Parte della produzione olearia è ancora soggetta al controllo dell’Ufficio Nazionale dell’Olio d’Oliva (ONH-Tunisian Olive Oil Office). Un Accordo sull’agricoltura raggiunto con l’Unione Europea ed entrato in vigore il 1° gennaio 2001, ha aumentato la quota annuale di esportazioni di olio d’oliva in regime di esenzione

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verso l’Unione Europea da 46.000 a 56.000 tonnellate nel 2005, e ha fissato anche altre quote per i pomodori, le patate, i fichi e la carne di struzzo. In cambio, la Tunisia si è accordata per la rimozione dei dazi sulle importazioni dall’Europa di grano e di olio vegetale. Al di là delle quote di esportazione verso l’Unione Europea, la produzione di olio d’oliva in Tunisia si aggira intorno ad un valore annuo stimato in circa 152.000 tonnellate che, oltre a coprire il fabbisogno interno, è esportato anche verso altri mercati quali l’America e l’Australia. Al riguardo può considerarsi che la Tunisia, nonostante alcuni blocchi della quota di olio d’oliva in traffico di perfezionamento attivo imposti dall’Italia, potrebbe rappresentare un ottimo partner nel campo delle tecniche di raccolta, di condizionamento e di produzione di olio per la successiva riesportazione verso il mercato americano e dell’estremo oriente. Considerevole è anche la produzione di agrumi, barbabietole da zucchero, frutta ed ortaggi, che a causa delle differenti condizioni del clima e del suolo, sono diversamente distribuite sul territorio: produzioni di cereali nel nord, agrumi e frutta (datteri, pesche, albicocche) lungo le coste settentrionali e olive nelle pianure orientali. L’impiego di 26 dighe di eccezionale grandezza, si è rivelato prezioso per la raccolta di circa 2 miliardi di metri cubi di acqua, soprattutto se comparato col miliardo e mezzo di metri cubi del 2004. La raccolta estiva di patate, pomodori, peperoni, cipolle, angurie e meloni si sta rivelando ottima. Il settore lattiero-caseario costituisce uno dei maggiori punti di forza dell’agricoltura e dell’industria della trasformazione alimentare tunisina. L’allevamento di bestiame da latte, portato avanti sia dai piccoli allevatori che da aziende agricole più grandi, le cosiddette SMVDA (Sociétés de mise en Valeur des Domaines Agricoles), si concentra soprattutto in due zone: il nord, dove si colloca circa il 73% dell’allevamento totale ed il centro, dove, invece, si raggiunge una cifra del 24%. Industria della lavorazione del latte Questa grande produzione di latte ha portato allo sviluppo di industrie di lavorazione e trasformazione dello stesso: la Tunisia conta, infatti, ben 11 centrali del latte che raggiungono una capacità produttiva (latte sterilizzato) di oltre due milioni di litri al giorno. Tra le principali centrali: STIAL (possiede una quota di mercato del 40% circa), Centrale del Latte di Mahdia e la Centrale Beldi, assorbita recentemente da Agromed e SFBT. Per quanto riguarda la produzione dei formaggi, sono ben 20 gli stabilimenti esistenti in territorio tunisino, con una produzione di circa 14.200 tonnellate all’anno (dato 2003). Notevole è anche l’industria di produzione dello yogurt che ha raggiunto i 97 milioni di litri di latte lavorato. La produzione di yogurt impiega diverse società, tra queste la maggiore in assoluto è rappresentata dalla DELICE-DANONE. Di notevole interesse sono, anche, la produzione di burro con un risultato di 5.700 tonnellate, e la produzione di semifreddi e dessert da tavola portata avanti da grandi gruppi quali: SELJA, NESTLE e MIKO. Opportunità di investimento del settore lattiero-caseario Vista l’importanza che ricopre all’interno dell’economia tunisina e visti i risultati positivi di crescita raggiunti negli ultimi anni, il settore lattiero-caseario offre notevoli opportunità di investimento attuabili a diversi livelli: - fornitura di attrezzature per la mungitura e per il raffreddamento del latte; - fornitura di alimenti per animali (mangimi, foraggi); - fornitura di materiale genetico al fine di migliorare il potenziale produttivo; - fornitura di attrezzature per impianti della lavorazione del latte; - fornitura di materie prime per la lavorazione agro-alimentare (e.g. polvere di latte). L’allevamento costituisce una delle voci più importanti del settore agricolo tunisino con una produzione di ben 29 chilogrammi di carne pro-capite. I principali tipi di allevamento sono bovino, caprino e ovino. L’allevamento dei bovini è particolarmente sviluppato al nord ed al centro; così come per la produzione lattiera anche in questo settore ai piccoli allevatori si affiancano le SMVDA.

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Tra gli ovini particolarmente intenso è l’allevamento delle pecore. Voci minori sono costituite dall’allevamento di pollame, tacchini e camelidi. Opportunità di intervento nel settore dell’allevamento Proprio perché una delle voci più importanti dell’economia tunisina, notevole è la necessità di interventi nel settore dell’allevamento, tra questi si evidenziano, soprattutto, la necessità di importazione di animali e di strutture per lo sviluppo dell’allevamento. A fronte di una progressiva diminuzione del numero di bestiame è stato attivato per il biennio 2004-2005 un piano di importazione di ben 12.000 vacche; inoltre, in accordo con quanto previsto dal “X Piano quinquennale di sviluppo economico e sociale” (2002/2006), la Tunisia intende aumentare sia la produzione di latte pro-capite che quella di carne. Proprio per rispondere a tale esigenza risulta necessaria l’importazione di materiale genetico per il miglioramento della razza. Ugualmente necessaria è l’importazione di attrezzature da impiegare nel settore. Buone opportunità di intervento sono quelle fornite dal settore degli alimenti per animali, necessari per incrementare la quantità e la qualità della produzione. Un altro processo che si dimostrerà molto importante nel breve futuro è quello che comprende tutte le attività relative al controllo di qualità delle carni, la tracciabilità delle stesse e tutte le misure volte a garantire standard qualitativi e di sicurezza adeguati. Con specifico riferimento alla tracciabilità della carne il Governo tunisino ha attuato un programma che prevede, entro il 2008, l’identificazione di tutto il bestiame bovino presente nel Paese. Tale processo è solo il punto di partenza di un’opera maggiore che andrà ad interessare tutti i tipi di produzione. Possibilità di esportazione - Viste le dimensioni del settore dell’allevamento e della lavorazione delle carni e dei prodotti lattiero- caseari, la Tunisia sarebbe quasi in grado di raggiungere l’autosufficienza in questi due comparti dell’economia. Tuttavia due particolari fenomeni contribuiscono a creare un clima favorevole all’esportazione in questi settori. L’elevata presenza di turisti ed il particolare regime alimentare che la popolazione tunisina segue durante il periodo di Ramadan rendono, infatti, necessaria un’integrazione con prodotti provenienti dall’estero, soprattutto latte, carne bovina e ovina. Le aziende agricole hanno generalmente dimensioni ridotte e, nonostante la superficie arabile sia di circa 9 milioni di ettari, la terra irrigata risulta non superiore ai 250.000 ettari. Considerate le condizioni climatiche e morfologiche, il problema delle risorse idriche costituisce uno dei fattori chiave per lo sviluppo del settore. A settembre del 1999, come parte del programma decennale (1990-2000) di miglioramento delle risorse idriche del Paese, finora realizzato all’incirca al 70%, è stato inaugurato il condotto idrico di 6,8 km che trasporta acqua dalla diga berbera nel nord della Tunisia. Il nuovo tratto dovrebbe non solo aver migliorato notevolmente la qualità delle acque da bere, ma in prospettiva dovrebbe anche provvedere all’irrigazione di circa 3.000 ettari di terra. Il governo, già da qualche tempo, aveva peraltro individuato gli obiettivi per incrementare le risorse idriche disponibili durante il periodo di previsione del Piano di Sviluppo Quinquennale 2002-2006. Gli obiettivi includono: - la costruzione di 11 dighe con una capacità totale di 350 milioni di metri cubi, la cui

localizzazione non è stata ancora fissata; - il collegamento delle principali dighe del Paese attraverso una rete di condutture per

permettere all’acqua di essere trasferita dalle dighe piene a quelle più vuote; - la costruzione di 50 nuove dighe di collina. All’incirca un quarto del territorio tunisino (cioè 4,3 milioni di ettari) è coltivato, un altro quarto è riservato alla pastorizia o occupato da boscaglia, il restante territorio è desertico o semidesertico. Nel 1998 la Tunisia ha lanciato un programma di anti-desertificazione del costo di 3 miliardi di TND per 20 anni. Il programma comprende azioni di riforestazione, fissaggio di dune, preservazione del terreno e delle acque e gestione delle oasi. In particolare, un certo numero di nuove oasi è stato realizzato attraverso la perforazione fino a raggiungere alcuni zampilli e attraverso la piantagione di alberi da palma. Tuttavia, le poche centinaia di ettari che in questo

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modo sono state strappate al deserto, non riescono a compensare le perdite che altrove si verificano a seguito dell’avanzare della desertificazione. La pesca continua ad essere considerata una priorità dal Governo tunisino che ha in programma di sviluppare circa 20 nuovi porti. L’industria della pesca, localizzata principalmente a Sfax, dà lavoro a circa 25.000 persone. Per lo sviluppo del settore, il Governo ha ottenuto notevoli finanziamenti stranieri ed ha stanziato nell’ambito del programma 92-96 un investimento annuo di circa 50 milioni di TND. Il settore, tuttavia, contribuisce minimamente alla formazione del PIL e alle esportazioni, soprattutto perché le tecniche di pesca sono piuttosto arcaiche e non esistono impianti di congelamento e conservazione del pescato. Una nuova strategia di rilancio del settore della pesca è stata individuata dal governo anche nel 1999 da portare avanti negli anni successivi. Le misure principali sono: - completamento della valutazione scientifica delle risorse ittiche, - modernizzazione dei porti e delle flotte, - riforma del sistema assicurativo per i pescherecci, - incoraggiamento allo sviluppo della pesca in alto mare, - introduzione del sistema satellitare per il controllo della pesca nelle acque territoriali

tunisine. Industria Nel 1963 la Tunisia era un paese essenzialmente agricolo. Il settore industriale rappresentava solo il 6% del PIL. Oggi, il settore rappresenta circa il 30% del PIL. Questo cambiamento è dovuto, oltre che alla vicinanza sia geografica che culturale con la UE, alla politica fiscale favorevole instaurata con il Codice degli Investimenti del 1993 ed alla formazione di mano d'opera qualificata a basso costo. Il simbolo di questo sviluppo industriale è stato lo sviluppo del tessile. Ma, con la fine degli accordi multifibre e la concorrenza dell'Asia, in questi ultimi anni c'è stato un riequilibrio tra i vari settori industriali, a favore del settore dell'industria meccanica. Per il periodo 2001-2005 il settore industriale è stato in media il 28% del PIL, con un tasso di crescita annuale medio del 3%. Ciò nonostante e malgrado tutte le misure governative, gli investimenti privati nel settore non crescono ad un ritmo soddisfacente. Il settore industriale, caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese (oltre il 60% impiega meno di 20 lavoratori), ha comunque mostrato un elevato grado di dinamismo negli ultimi anni. Attualmente, il settore impiega circa 450.000 persone pari al 18% della popolazione attiva, contribuendo per oltre il 30% alla formazione del PIL e per oltre 2/3 agli introiti da esportazioni. Vi sono oltre 60 siti industriali nel Paese, mentre è in programma lo sviluppo di ulteriori 19 siti per complessivi 400 ettari. Tessile, abbigliamento, calzature sono i comparti nei quali è stato finora registrato il maggiore sviluppo. Con una forza lavoro di quasi 220.000 persone, il tessile impiega circa la metà degli addetti del settore manifatturiero. Da annoverare anche l’industria agroalimentare che dal 1990 ha registrato un aumento, in particolare, nella produzione di farina, mangime per animali, formaggio, olio, birra e vino ed una contrazione invece nella produzione di frutta, verdura e pesce in scatola. L’industria chimica e della gomma, prevalentemente centrata sulla trasformazione dei fosfati, ha registrato una crescita della produzione insieme al mercato interno di farmaci, anch’esso in crescita. L’industria elettronica è particolarmente attiva. I prodotti che presentano un forte potenziale di sviluppo sono: filtri, componenti magnetici, interruttori, circuiti stampati, parti audio e video. L’industria elettrica si è particolarmente sviluppata nel corso degli ultimi anni grazie anche all’investimento in Tunisia di molte industrie internazionalmente note, quali Electrolux, Ericsson, General Electric, Gec Alshtom, Schnider Electric, Philips, Whirlpool.

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Nell’industria automobilistica più di 30 aziende producono pezzi originali ed hanno ottenuto la certificazione ISO 9002 o altra certificazione da industrie automobilistiche. Il mercato interno è in espansione (320.000 auto private) e molte sono le imprese straniere che operano in Tunisia, tra le quali Fiat Iveco, General Motors, Isuzu, NHK Springs, Pirelli, Purflux, Renault, Valeo. Tra i più recenti investimenti nel settore, nel corso del 2004 la Automotive Components Tunisia (ACT), una sussidiaria della Casgo, la statunitense produttrice di componenti per auto, ha aperto un’industria nel parco tecnologico di Bizerte. LA ACT fornisce componenti per produttori di automobili come la Mercedes, la BMW, la Jaguar, la Ferrari, la Nissan e la Peugeot. Nel settore dell’acciaio, la acciaieria italiana Riva ha stabilito nel 2004 un impianto nel parco tecnologico di Bizerte, nel nord-est, per la produzione di fogli metallici galvanizzati e laminati. L’impianto è predisposto per dare occupazione a circa 320 persone, inclusi 100 laureati. La Riva si afferma come la più importante acciaieria in Italia e come la quinta per estensione in Europa. Costruzioni Piuttosto vivace è il settore delle costruzioni. Si segnala in merito, che la società privata del cemento Societe des ciments d’enfida, che era stata venduta da parte dello Stato alla spagnola Uniland nel 1998 (la Societé des ciments d’enfida è uno dei quattro cementifici la cui vendita è stata avviata nello stesso anno), aveva minacciato di abbandonare i propri piani di espansione per 180 milioni di TND, se il governo avesse fatto retromarcia rispetto all’accordo di liberalizzare il prezzo del cemento a maggio del 2002. La cessazione del prezzo fissato d’ufficio era una condizione chiave stabilita in occasione della vendita dell’impianto. La mancanza di cemento è stata legata in particolare alla corsa per il completamento dei progetti pubblici prima della fine del piano quinquennale 1997-2001, quali la vasta rinnovazione del centro di Tunisi e la costruzione delle infrastrutture necessarie ai Giochi del Mediterraneo ospitati dalla capitale Tunisi nel settembre del 2001. Questi ultimi hanno riguardato in particolare la “Cité sportive de Rades”, per un’estensione di 166 ettari nella periferia di Tunisi, dove per il solo campo di calcio sono stati consumati 70.000 metri cubi di calcestruzzo, e il rinnovo della “Cité sportive d’El Menzah”. C’è stata, inoltre, un’ondata di costruzioni di case private, ed in genere un cambiamento di destinazione negli investimenti privati, spostatisi dai beni mobili ai beni immobili. Molti vasti progetti turistici sono anche in costruzione. Servizi Il settore dei servizi è il più rilevante nell’economia tunisina con un contributo al PIL attorno al 54%-55% e un assorbimento della forza lavoro intorno al 55%. In tale ambito gran parte della percentuale è coperta dai servizi turistici. I servizi finanziari devono ancora raggiungere ad adeguato grado di sviluppo; i servizi alle imprese stanno crescendo rapidamente; molto vivaci sono anche i servizi commerciali. Continuano i colloqui con l’Unione Europea per la liberalizzazione delle attività commerciali all’interno dei servizi. Infrastrutture Rete stradale La rete stradale ha uno sviluppo complessivo di circa 30.000 Km ed è particolarmente sviluppata ed efficiente nelle regioni settentrionali del Paese. Tuttavia, ancora scarsa è l’infrastruttura autostradale, con una autostrada a quattro corsie, di 140 km, che collega Tunisi a Msaken vicino Sousse, aperta alla fine del 1996 e una autostrada di 63 km tra Tunisi e Hammamet. Nel 2000 è stata però avviata la costruzione di un’altra autostrada, di 51 km con pedaggio a pagamento, da Tunisi a Bizerte, mentre già nel 1998 era stata annunciata anche la costruzione della sezione da Bizerte a Menzel Bourguiba (15 km). Attualmente sono infatti in corso vari progetti di estensione e miglioramento delle strade, alcuni avviati altri solo pianificati, come l’autostrada Trans-Maghreb, dalla Mauritania alla Libia, che interesserebbe anche la Tunisia per 670 km.

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Il settore privato è stato più volte invitato dal governo a prendere parte ai progetti di costruzione delle strade sulla base di accordi di concessione, ma ha finora mostrato scarso interesse. Il numero dei veicoli circolanti in Tunisia è cresciuto ad una media annuale del 6-7%, fino a raggiungere 880.222 veicoli alla fine del 2000, di cui circa il 50% concentrati nella grande Tunisi. A luglio 2006 è stato pubblicato il rapporto finale sul progetto finanziato dalla BAD (Gruppo Banca Africana di Sviluppo) approvato nel 1999 e terminato nel 2004. Il progetto di sviluppo della rete stradale prevedeva la costruzione ed il miglioramento di 981 km di strade, in cui hanno beneficiato 21 distretti tunisini. Tutti gli obiettivi del progetto sono stati raggiunti ed ha contribuito alla creazione di posti di lavoro ed allo sviluppo del settore privato facilitando la commercializzazione dei prodotti agricoli nelle regioni interessate alla nuova rete stradale. A seguito del successo del suddetto progetto, è in fase di attuazione (Phase III del BAD) un nuovo prestito di circa 150 milioni di dollari per 1025 km di strade; una IV Phase è stata lanciata per ulteriori 1256 km con un prestito di 200 milioni di dollari. Rete ferroviaria La rete ferroviaria, che si estende per circa 2.190 Km, ed è gestita dalla SNCFT (Société nationale des chemins de fer tunisiens), rappresenta il principale mezzo di comunicazione via terra e svolge una funzione prevalentemente commerciale collegando la costa con l’interno del Paese ed, in particolare, con le regioni interne agricole e minerarie. In particolare, nel Paese sono attive la linea costiera nord-sud, e quattro diramazioni verso Jendouba, Le Kef, Kasserine and Tozeur. Il trasporto passeggeri è cresciuto in particolare sulle rotte di breve distanza all’interno dell’area della grande Tunisi. La linea da Tunisi a Cedria, nei sobborghi meridionali, per la quale si registra un vasto utilizzo, ha cominciato ad essere elettrificata, mentre è stata avviata anche l’estensione della metropolitana leggera di Tunisi. Il sistema portuale tunisino è costituito da 8 porti commerciali (Tunisi-La Goulette, Radès, Bizerte, Menzel Bourguiba, SFax, Zarzis, Gabes e Sousse) attraverso i quali passa praticamente tutto il traffico internazionale, e da 22 porti minori, a cui si aggiunge un porto petrolifero a La Shkira. Tutti i porti tunisini sono ostacolati nella loro efficienza da ritardi nel transito delle merci, scarsi collegamenti navali, stradali e ferroviari, e da lente procedure doganali. Porti Sei porti commerciali: La Goulette – Rades, Bizerta – Menzel Burghiba, Sussà, Sfax – Sidi Youssef, Gabès, Zarzis e un terminale petroliero a Skhira. Linee regolari di trasporto di merci (porto di Radès) assicurano ogni settimana: 8 collegamenti verso Marsiglia 4 collegamenti verso Genova e Valenza 3 collegamenti verso la Valletta, Barcellona e Gioia Tauro 2 collegamenti verso Livorno 1 collegamento verso Istanbul, Izmir, Pozzallo, Napoli, Cagliari, Taranto, Algeri, Limassol e Linea nord. I porti di La Goulette e Rades sono al centro di programmi di miglioramento, con la costruzione di nuove banchine e l’introduzione di sistemi di gestione computerizzata, grazie a fondi provenienti in parte dalla Banca Europea per gli Investimenti. Il governo tunisino pianifica anche di realizzare miglioramenti nella capacità dei container, pianificando anche la cessazione del monopolio sulla gestione portuale, sebbene nessuna data sia stata indicata in proposito. Aeroporti Esistono sette aeroporti internazionali. Ogni regione della Tunisia è così servita : Tunisi (nord – est); Tabarka ( nord – ovest ); Monastir e Sfax (littorale e centro ); Jerba (sud – est ); Tozeur e Gafsa ( sud – ovest ). La capacità aeroportuaria è attualmente di 10,550 milioni di

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passaggeri. 76 compagnie aeree estere rappresentano 28 paesi e assicurano 1417 voli settimanali verso l'Europa. E’ in progetto l’espansione della capacità di passeggeri di questi aeroporti e l’installazione di un nuovo sistema radar nazionale. La costruzione di nuovi aeroporti è stata pianificata a Gabes, nel centro-est del Paese ed a Enfidha, che una volta ultimato potrebbe essere il più grande aeroporto della Tunisia. La linea aerea tunisina ha trasportato circa 3,5 milioni di passeggeri nel 2000, anno in cui ha anche provveduto alla introduzione di tre boeing 737-600, due airbus 300-600 e un airbus 320, in sostituzione di quattro vecchi boeing ritirati nel 1999. La flotta della compagnia di bandiera è così aumentata da 28 a 30 aerei. Una nuova compagnia aerea privata, Tuninter, fondata nel 1991, effettua rotte nazionali e mediterranee. Una compagnia aerea privata, la Nouvelair, dovrebbe aver stretto una partnership con la francese EADS Sogerma Service per istituire una società per la manutenzione degli aerei, EADS Sogerma Tunisie. La nuova società è finalizzata a provvedere alla manutenzione dei Boeing MD 80 e degli Airbus 324 e fornire anche i servizi di engineering e logistica, in prospettiva per le compagnie aeree dell’intera regione. La joint venture, che ha un valore di 6,5 milioni di TND, dovrebbe aver sede a Monastir, sulla costa orientale. La EADS Sogerma Service è una sussidiaria della European Aeronautic Defence and Space Company (EADS), gruppo aeronautico guidato dall’Europa. Il traffico aereo appare al momento in crescita. Il vettore nazionale tunisino, la Tunisair, collega il Paese con le maggiori destinazioni dell’Europa e del Medio Oriente, escluso Israele, e gode di accordi con la Air France. La Tunisair ha dichiarato per il 2004 un profitto netto di 22.6 mln/TND per una crescita totale del fatturato del 234%, mentre il traffico passeggeri è cresciuto del 22%; tale crescita si spiega soprattutto in virtù dell’incremento del settore turistico. Grazie a questo andamento positivo la Tunisair ha, inoltre, annunciato di aver ridotto il proprio debito. Telecomunicazioni Nel settore delle telecomunicazioni, si stanno compiendo molti sforzi per mantenere il Paese al passo con la tecnologia più avanzata. Sono in programma ambiziosi progetti per promuovere lo sviluppo della rete delle telecomunicazioni ed in particolare, l’estensione alle aree rurali, che costituisce una delle priorità del Governo. La densità telefonica, benché ancora bassa rispetto agli standard di sviluppo della nazione, sta mostrando negli ultimi anni una crescita costante passando da 15 linee telefoniche ogni cento abitanti nel 2001 a 54,52 linee telefoniche ogni cento abitanti nel 2005. Ugualmente aumentato il numero degli abbonati ai servizi di telefonia mobile, nel mese di marzo 2005 risultano 4.249.045 utenti. La gestione dei servizi telefonici è affidata alla Tunisia Telecom, di cui il governo pianifica di vendere una quota minoritaria. Tra le principali caratteristiche del settore delle telecomunicazioni vi sono: collegamenti satellitari con Intelsat, Arabsat, Immersat ed Eutelsat; rete videotel secondo gli standard X500; connessione alla rete INTERNET sotto l’egida dell’Agence Tunisienne Internet; possibilità di trasmissione dati standard X25 con 4.500 punti accesso; collegamenti sottomarini in fibre ottiche con America, Sud Est asiatico, Medio Oriente ed Europa. Anche in riferimento all’uso di internet, si registrano veloci tassi di crescita, con un dato di circa 840.000 utilizzatori al mese di gennaio del 2005. Il governo ha ridotto il canone di utilizzazione e le tasse sulle connessioni ed ha anche abolito i dazi sulla importazione di computer. Al fine di sviluppare il settore delle telecomunicazioni, il Ministero delle Comunicazioni, Tecnologie e Trasporti ha concesso nel 2004 quattro contratti per la realizzazione di un “progetto pilota” incentrato sulla costruzione di networks di telecomunicazione mobile di terza generazione (3G) a Tunisi, Sousse ed altre città. I contratti sono stati formalizzati a luglio del 2004 con la francese Alcatel e con due società cinesi, Zhonhxing Telecom Equipments (ZTE), che ha annunciato di aver installato ed inaugurato il proprio sistema nel settembre 2004, e Huawei Technologies, ed ancora con la svedese Ericsson. Questo progetto pilota darà la

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possibilità al centro di ricerche sulle Telecomunicazioni del governo, Centre des études et recherches en Telécommunications, di stimare le differenti tecnologie per l’offerta di servizi 3G, incluse le video conferenze, la trasmissione di segnali audio-video in tempo reale e la lettura di documenti su internet. Sempre la Alcatel ha inoltre vinto il contratto per la digitalizzazione del sistema di televisione terrestre e radiodiffusione, finalizzato ad aprire la strada a maggiori canali televisivi privati. Il sistema comprenderà 40 stazioni ripetitrici. La Telecom Orascom egiziana ha aumentato del 50% la sua partecipazione alla Telecom Orascom tunisina, l’importante azienda di telefonia mobile. La compagnia ha affermato che ci sono state 230.000 nuove sottoscrizioni di abbonamenti telefonici durante i primi 4 mesi del 2005, il 54% in più rispetto allo stesso periodo del 2004. La Tunisine Telecom ha migliorato il proprio sistema di connessione rapida ad internet tramite ADSL, capace di supportare 120.000 linee. Nella prima parte del 2005 ha venduto circa 7.000 sottoscrizioni di linea ADSL, riducendo le tariffe di connessione da TD 200 a TD 50 per le famiglie e TD 100 per le aziende. I progetti della Telecom saranno di supporto all’obiettivo ambizioso del Governo che prevede l’esistenza di un computer con relativa connessione in ogni classe scolastica, che ogni tunisino possegga un indirizzo di posta elettronica e che almeno la metà delle abitazioni tunisine abbia una connessione ad internet; il tutto entro il 2009. Per far fronte alla caduta nella produzione interna di energia elettrica e all’aumento dei consumi, alcuni investimenti sono previsti per il sostegno del settore dell’energia elettrica, ed in particolare per la costruzione di nuova capacità di generazione di energia a Feriana nell’ovest del Paese, a Tina nel nord e a La Goulette nei dintorni di Tunisi. Continuano inoltre i lavori per collegare la rete elettrica tunisina con la Libia, per il completamento della rete che corre nel Nord Africa dall’Egitto al Marocco. Turismo Il settore del turismo, a partire dagli anni ‘70 ha avuto uno sviluppo costante come crescita del numero di turisti e di alberghi, ad eccezione del 1991 (anno della crisi del Golfo). Tutto il settore tra il 2001 e il 2002 ha scontato gli effetti negativi dell’escalation del terrorismo a livello mondiale, registrando notevoli perdite. Ancora nel 2003, l’attacco militare statunitense verso l’Iraq, ha costituito un deterrente alla scelta della Tunisia come meta turistica. Tuttavia, a partire dal 2004 il settore del turismo ha ripreso a registrare una forte crescita che ha raggiunto i livelli massimi nel 2005, anno che ha fatto registrare, con riferimento ai primi otto mesi, ben 4.5 milioni di turisti; il 10% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e ben il 15% in più rispetto al 2001. La crescita nel settore turistico è stata supportata da un’imponente azione di promozione del Paese e dal rafforzamento dei servizi legati al turismo, come ad esempio i collegamenti aerei, rafforzati sia verso l’Europa che verso i Paesi del Golfo, l’Asia e l’Africa. Il maggior numero di turisti proviene dalla Libia, seguita da Francia, Algeria e Germania. Il Governo tende a favorire notevolmente l’affluenza di turisti provenienti dai Paesi europei in quanto inclini a spendere di più rispetto ai turisti provenienti da Libia ed Algeria. Il settore del turismo si conferma, così, come uno dei più importanti dell’economia tunisina, contribuendo sempre più alla crescita del PIL nazionale, e consentendo alla Tunisia di essere la seconda meta turistica africana, subito dopo il Sud Africa.

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Flusso turistico 2000 5.179.100 2001 5.387.200 2002 5.063.600 2003 5.114.300 2004 5.998.100 2005

(dato calcolato fino al mese di agosto)

4.492.00

Fonte: elaborazione Eiu-Economist Intelligence Unit su fonte Institut national de la statistique

Privatizzazioni

La prima fase di privatizzazioni in Tunisia ha interessato la vendita delle piccole aziende in perdita nei settori del turismo, trasporti, alimentare e materiali da costruzione. Dal 1987 al 1994 sono state così cedute 48 società, totalmente o solo in parte, per un totale di circa 195 milioni di TD, incluso il collocamento sul mercato anche di una quota del vettore aereo nazionale Tunisair. Dal 1995 le privatizzazioni hanno registrato una forte accelerazione, ma è stato solo a partire dal 1998 che il governo tunisino ha cominciato a cedere anche le società più grandi e redditizie, cominciando con la vendita a società spagnole e portoghesi di due cementifici, mentre altri due cementifici sono stati ceduti a società portoghesi ed italiane nel 2000. Osservando più da vicino le importanti privatizzazioni nel settore del cemento, dopo la vendita nel 1998 della Societé des ciments de Jebel Oust e della Societé des ciments d’Enfidha (entrambe con una capacità di un milione di tonnellate/anno), rispettivamente alla portoghese Cimpor e alla spagnola Uniland Cementera, è stata venduta all’inizio del 2000 la Societé des ciments de Gabes (ugualmente con una capacità di un milione di tonnellate/anno) alla portoghese Secil per 311 milioni di dinari tunisini. Sempre nel 2000, si è poi proceduto alla collocazione sul mercato della Societé des ciments artificiels de Tunis (CAT), che è stata venduta all’italiana Colacem per 50,5 milioni di dinari tunisini alla fine di maggio. In tali privatizzazioni normalmente i compratori non sono scelti semplicemente in base all’offerta, ma sulla base dei loro piani di sviluppo a lungo termine. Il governo tunisino non ha invece preso in considerazione nessuna delle offerte avanzate nel corso del 2000 per la quinta industria del cemento, la Societé des ciments d’Oum el-Khelil (CIOK, con una capacità di 800.000 tonnellate/anno) per la quale si attende ancora il rilancio di una offerta internazionale. La sesta industria del cemento, la Societé des ciments de Bizerte, sembra invece destinata a rimanere in mani governative. Le privatizzazioni sono continuate anche nel 2001, con la definizione di un elenco di società che tuttavia ha sollevato alcuni dubbi, in quanto non parlava esplicitamente di privatizzazione. Sembrerebbe che la maggior parte delle compagnie inserite nella lista siano state infatti semplicemente ammesse, almeno in un primo momento, ad un processo di valutazione finalizzato alla loro ristrutturazione per prepararle alla vendita. Inoltre, molte società che il Governo aveva precedentemente destinato alla privatizzazione non compaiono né nella lista ufficiale delle società vendute, né nella nuova lista. Le privatizzazioni del 2001 hanno interessato la compagnia statale di assicurazioni, Lloyd Tunisien, venduta per circa 4 milioni di TND ad un consorzio che comprende la Tunisie Profilati di Alluminio e la Nefissa (che insieme detengono il 70% delle quote), e, come ulteriori consorziati, la compagnia di assicurazioni Best-Re (una sussiduaria del gruppo Saudi Arabian Dalla El-Baraka (20%), e la Srab Tunisian Bank (10%). La compagnia Lloyd tunisien è classificata all’ottavo posto tra le 18 assicurazioni tunisine e detiene circa il 5% del mercato. Anche la Best-Re è compresa tra le negoziazioni alla borsa di Tunisi. In seguito al processo di privatizzazione, il ruolo del settore pubblico nel sistema bancario si è notevolmente ridotto, a vantaggio degli operatori privati e internazionali. La banca di stato Societé tunisienne de banque (STB) ha venduto il 57% delle quote di un hoTel e tour operator, Tourgueness, alla Libyan Arab Foreign Investment Company, il braccio

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degli investimenti esteri del governo libico. Il produttore di ceramiche Manufacture tunisien de ceramique (MTC), è stato venduto ad una società di ceramiche locale, Les ceramiques de Bizerte. La stazione termale Hammam Bourguiba è stata venduta per 2,8 milioni di TND ad un imprenditore locale, Naji Mhiri, mentre una società turistica, la Societé de Mise en Valeur des Iles Kerkennah (SOVMIK), è stata venduta per 3 milioni di TND ad un altro imprenditore locale, Mohamed Belajouza. Il centro sanitario Polyclinique Taoufik, è stato venduto ad una società locale Societe de Gestion des Cliniques, per 2 milioni di TND. Ed infine il governo ha anche richiesto offerte di acquisto per il centro turistico Hannibal Park, che è parte del villaggio turistico integrato Port el-Kantaoui vicino Hammam Sousse, e per due hotel, Hotel Molka e Hotel Julus. Nonostante tali progressi però, il passo delle privatizzazioni tunisine resta ancora piuttosto lento. La lista stilata per il 2001 è rimasta pertanto indicativa prevalentemente della strategia di breve e medio periodo che il Governo tunisino intende perseguire. In questa linea, nel corso del 2002, sembrerebbero invece essere state cedute altre tre holding dello Stato: il Polyclinique de Tunis, l’Hotel Molka e la Societé tunisienne des industries de pneumatiques. Offerte internazionali sono state inoltre lanciate, nello stesso anno, per altre sette società di proprietà statale: la Union internationale de banques; il Sahara Palace hoTel, con una capacità di 100 stanze, situato a Nafta nel sud-ovest del Paese; il Complexe sucrier de Tunisie, raffineria di zucchero situata a Ben Bechir, nella provincia di Jendouba nel nord-ovest della Tunisia, e che occupa 342 lavoratori per un giro d’affari di circa 9 milioni di TD e beni per 18 milioni di TD; l’Hotel Suffetula; la Societe tunisienne de trefilage "Maklada", società di conduttori e cavi situata a El Jem nella parte centro-est della Tunisia, con 180 impiegati e beni per 15 milioni di TND; l’Ateliers mecaniques du Sahel (AMS), società produttrice di acciaio inossidabile situata a Sousse, leader nella produzione di rubinetti ed altri accessori per la casa, con 757 impiegati ed un giro d’affari di 20 milioni di TND nel 2001 e beni per 27 milioni di TND; la Skanes meubles, società produttrice di mobili con sede a Monastir, sulla costa est del Paese, con 452 impiegati e beni per 8 milioni di TND. Alla fine di maggio del 2002, risultavano totalmente o parzialmente privatizzate 160 imprese pubbliche (oppure risultavano dismesse e i loro beni venduti), fruttando circa 1,5 miliardi di TND (pari a circa 1,5 miliardi di US$), provenienti per il 65% da parte di investitori stranieri, grazie in particolare alle vendite dei cementifici. La strategia perseguita dal 2003 ha visto la privatizzazione di altre aziende distribuite in tutti i settori economici, dall’industria alle banche, mentre nel 2004 sembrerebbe essere stata inserita nell’elenco delle privatizzazioni anche la Tunisie Telecom, almeno per quanto riguarda una quota minoritaria.

Investimenti esteri

La Tunisia si pone, tra i Paesi del Mediterraneo, come uno dei più attraenti per gli investimenti. Il Paese presenta un buon grado di apertura nei confronti degli investimenti esteri, anche se mantiene alcune restrizioni nei settori considerati strategici (es. finanza, raffinazione e produzione petrolifera, aeronautica nazionale, settori idroelettrico e delle telecomunicazioni), nonché alcune limitazioni ai movimenti di capitali. Tali restrizioni continuano comunque ad essere oggetto di continua revisione e di progressiva eliminazione. In tutti gli altri settori sono previsti numerosi benefici di natura fiscale e finanziaria. La Tunisia offre vantaggi molto importanti per gli investitori esteri (mano d’opera qualificata, abbondante e a basso costo, procedure amministrative semplificate del tipo “sportello unico” per le imprese, legislazione favorevole, infrastrutture funzionali ed in costante miglioramento). Dopo il 1996 sono sensibilmente aumentati anche gli afflussi di investimenti diretti al paese che attualmente hanno raggiunto una dimensione in grado di coprire circa i 4/5 del deficit delle partite correnti. Da maggio 2005 è consentito agli investitori stranieri l’acquisto di terreni ed edifici industriali, così come di terreni ed edifici destinati ad attività economiche di carattere turistico, senza la previa autorizzazione delle autorità di governo. La Tunisia ha firmato accordi di promozione e di protezione reciproca degli investimenti con la Francia e l’Italia.

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Il codice degli investimenti entrato in vigore a gennaio 2004 (Legge 93-120 del 27 dicembre 1993), stabilisce il principio della libertà d’investimento nel settore dell’agricoltura, dell’industria, e dei servizi non finanziari. I promotori sono tenuti soltanto ad una dichiarazione di investimento da depositare presso le autorità competenti. L’investimento straniero è trattato alla stessa stregua dell’investimento nazionale. Sono previsti vantaggi fiscali per le società totalmente esportatrici (esenzione dall’imposta sui benefici per i primi 10 anni d’esercizio, riduzione o esonero dei diritti di dogana per i beni di investimento relativi al progetto, contributi statali agli investimenti nelle regioni sotto sviluppate). I principali investitori stranieri sono la Francia (23,9%), l’Italia (22,6%), la Spagna (8,5%), la Germania (8,3%), la Gran Bretagna (5,5%) e gli USA (4,3%). Principali società italiane presenti in Tunisia: Gruppo ENI, FIAT, Pirelli, Gruppo Miroglio, Manifattura Italiana Cucirini, Gruppo Marzotto, Gruppo Benetton e Riva. Permane l’interesse delle aziende italiane verso questo Paese, testimoniato sia da numerose delegazioni di imprenditori in visita, che da molteplici iniziative private e pubbliche che vi si realizzano. Nel corso del 2005 gli investimenti italiani diretti in Tunisia sono ammontati a 66,5 milioni di Dinari (42 Milioni si € circa) per un totale di 60 nuovi progetti realizzati dei quali 31 rappresentati da estensioni di progetti d’investimento. Principali società estere presenti in Tunisia: Air Liqude, Alcatel, British Gas, Coats, ViYella, C.P.C., DMC, Elf Aquitaine, Ericsson, General Motors, Hoechst, Marion Roussel, Klopman, Lee Cooper, Marathon Petroleum, Nabisco, Nestlé, N.H.K. Springs, Northern Telecom, Philips, Pirelli, RVI, Scania, Siemens, Sony, Thomson, Valeo, Whirlpool.

Zone franche

La Tunisia ha creato da qualche anno due zone franche con la Legge 92/81 del 3 agosto 1992: una vicino a Biserta, nel nord-est, e l’altra nel porto di Zarzis, nel sud-est. Le imprese che sorgono nelle zone franche beneficiano degli stessi vantaggi riservati alle società totalmente esportatrici (off-shore), ma il vantaggio aggiuntivo rispetto alle tipologie di impresa esaminate consiste nella possibilità di usufruire di infrastrutture efficienti, ma soprattutto di un pacchetto di servizi amministrativi e commerciali interamente gestiti dall’Autorità gerente della zona. Il vantaggio reale dell’investimento in tali zone, consiste pertanto nel fatto di avere come unico interlocutore di erogazione dei servizi l’autorità che gestisce le rispettive zone. Tra i vantaggi operativi vi è, ad esempio, la possibilità di avvalersi di una notevole flessibilità dell’impiego, attraverso l’utilizzo anche di contratti a durata determinata. Particolarmente avvantaggiate risultano poi le imprese industriali esportatrici autorizzate ad operare in queste zone, poiché esse non sono tenute a presentare anticipatamente per ogni operazione doganale contratti di vendita, disponendo di un controllo doganale interno allo stabilimento che verifica quantità e valori delle merci importate per la lavorazione e la riesportazione a fase terminata. Fin dal 1992, inoltre, con la Legge n. 92/81, la Tunisia incoraggia le industrie manifatturiere totalmente esportatrici che possono sorgere ovunque sul territorio tunisino e possono operare sotto il regime di Zona franca.

Normativa societaria

In Tunisia tutte le società, comprese quelle aventi partecipazione straniera al capitale, vengono considerate come aziende appartenenti al settore privato tunisino. Il riferimento legislativo è dunque al Codice Civile, che ricalca, nella sua impostazione di base, quello francese. Ogni aspetto del contratto societario e della responsabilità contrattuale, sia della società in generale sia dei soci in particolare, è dunque regolato dalle disposizioni del Codice Civile, integrato per le parti non espressamente disciplinate dal Codice di Commercio Tunisino.

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Il 3 novembre 2000 è stato promulgato, con la legge n.2000/93, il Codice Commerciale delle Società, che si pone come obiettivo la “modernizzazione dell’attuale legge societaria, alla luce della sua armonizzazione con gli standard internazionali”. Le principali forme societarie sono rappresentate da: - società per azioni o a responsabilità limitata (società di capitali); - filiale aziende straniere; - partnership; - joint venture. - Società per azioni Società per azioni Le Società per azioni possono emettere titoli sul mercato. Il numero dei soci non può essere inferiore a sette, mentre non sono stabilite limitazioni al numero massimo. Non esistono disposizioni precise circa l’entità minima del capitale che, tuttavia, specie per le società operanti nel settore industriale, deve rappresentare almeno il 30% dell’investimento globale per ragioni operative. Le azioni sono liberamente trasferibili. Alle società quotate in Borsa è consentita l’acquisizione sul mercato di propri titoli, a condizione che ciò sia stato espressamente autorizzato dall’Assemblea degli azionisti. Nel 1996 la Tunisia ha adottato un nuovo codice di compatibilità per le società quotate in Borsa, in virtù di un adeguamento alla disciplina internazionale auspicato dalla Federazione Internazionale delle Borse Valori. Il Paese ha scelto il sistema di compatibilità anglosassone, che prevede un sistema di controllo della gestione orientato all’investitore, contrariamente a quello europeo che invece prevede una gestione delle informazioni prevalentemente diretta alle Banche. Questo sistema costringerà le imprese a stabilire un sistema affidabile di gestione e controllo. Il nuovo regolamento prevede la presentazione da parte delle società quotate in Borsa del bilancio (soggetto a revisione contabile), della dichiarazione dei redditi, della rendicontazione finanziaria e di una nota esplicativa. La quotazione in Borsa prevede anche l’adempimento dei seguenti obblighi: - designazione di un esperto contabile (revisore dei conti) iscritto all’albo; - presentazione, almeno un mese prima della chiusura di ogni semestre, del rapporto

finanziario semestrale, approvato da una società di revisione sotto la responsabilità del Consiglio di Amministrazione, al CMF, il Conseil du Marché Financier (l’organo indipendente di controllo creato nel 1994 dal governo) ed alla Borsa.

A tutela dell’azionariato di minoranza sono previste norme che regolano le azioni di controlling block (tentativi da parte di persone fisiche o giuridiche di acquisire il pacchetto di maggioranza) attraverso dichiarazioni ed autorizzazioni da parte del CMF e della Borsa. Inoltre, qualora una persona fisica o giuridica detenga più del 5% delle azioni è tenuta a dichiararlo alla società stessa, al CMF ed alla Borsa. Società a responsabilità limitata Se la società è a responsabilità limitata non può vendere azioni al pubblico; può essere invece costituita anche da solo due soci. Il capitale minimo richiesto è di 10.000 TND. I bilanci non sono soggetti a revisione. Tra le nuove forme societarie introdotte dal Codice del Commercio del 2000 è prevista la società a responsabilità limitata uninominale. Società in nome collettivo É quella in cui gli associati sono solidamente e illimitatamente responsabili dei debiti societari e le quote sociali non sono liberamente cedibili ai terzi, salvo clausola contraria.

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Società in Accomandita Semplice o Per Azioni Sono caratterizzate dal diverso regime di responsabilità dei soci accomandanti ed accomandatari. I primi sono responsabili solidamente ed illimitatamente dei debiti sociali, i secondi solo nell’ambito del loro rapporto. Filiali di aziende straniere Un’impresa straniera può operare in Tunisia tramite una filiale. Per costituire una filiale è necessario fornire la seguente documentazione al registro delle imprese: - copia autenticata dello Statuto della Società e del Memorandum o atti costitutivi

equivalenti; - indirizzo dell’impresa o ufficio principale. Partnership Il numero dei partners non è limitato. Ogni partner è solidalmente responsabile per i debiti contratti dall’impresa. La legge non obbliga la revisione dei conti delle aziende che operano in partnership così come non prevede la pubblicazione dei bilanci. La morte, le dimissioni o il ritiro di ogni partner individuale non dissolve la partnership, a meno che l’accordo di partnership non lo preveda espressamente. Joint venture Sono incoraggiate le Joint venture con agenzie governative; possono essere costituite come partnership o come società di capitali in cui tutte le parti sono azioniste. Società totalmente esportatrici Sono società la cui produzione è destinata totalmente all’estero, o società che forniscono prestazioni di servizi all’estero, che possono anche essere realizzati in Tunisia, ma in vista del loro utilizzo all’estero. Lo stesso regime è applicabile a quelle società che lavorano esclusivamente con società totalmente esportatrici o che si trovano nelle zone franche economiche, così come agli istituti bancari che lavorano, essenzialmente, con non residenti. Società parzialmente esportatrici Sono società per le quali l’esportazione non costituisce lo scopo sociale esclusivo, ma che comunque, tra le altre attività, compiono anche delle operazioni export, quali: - vendita di merci all’estero; - prestazioni di servizi all’estero; - servizi realizzati in Tunisia ma destinati all’estero; - vendita di merci e prestazione di servizi alle imprese totalmente esportatrici, alle imprese

che operano nelle zone franche economiche, nonché istituti finanziari che lavorano essenzialmente con non residenti.

É riconosciuta, inoltre, la libertà di trasferimento di profitti e capitali, grazie all’adesione della Tunisia alla Convenzione sugli Arbitrati di New York, alla MIGA e agli accordi firmati da vari paesi sulla protezione degli investimenti e sull’esenzione dalla doppia tassazione dei profitti. La proprietà intellettuale è protetta in Tunisia dalle leggi interne e dagli accordi internazionali. Tra questi la Convenzione di Parigi per la difesa della proprietà industriale e la Convenzione di Berna concernente le opere artistiche e letterarie. La legislazione regolamenta i diritti di autore comprese le licenze, i software, brevetti industriali e marchi. La legislazione tunisina considera come non residente qualsiasi società il cui capitale sia detenuto per almeno il 60% da stranieri o da tunisini non residenti. É stata concessa agli

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stranieri la possibilità di acquistare fino al 10% di una società quotata in borsa e fino al 30% di una non quotata senza bisogno dell’autorizzazione della Banca Centrale. Tuttavia, molti potenziali investitori stranieri ritengono che il mercato tunisino sia sovraquotato. Inoltre, il Codice Commerciale del 2000 prevede norme in materia di riorganizzazione societaria, quali le fusioni, le divisioni e le trasformazioni di società. É previsto anche un nuovo regime legale e fiscale per i gruppi societari proprio al fine di incoraggiare la formazione di gruppi più grandi e consolidati, che possano meglio competere con il mercato estero al quale la Tunisia si sta aprendo, in seguito agli accordi stretti con l’Unione Europea e l’Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO). La società a capo del gruppo dovrà essere quotata in un mercato azionario locale.

Mercato del lavoro

L’attuazione di graduali riforme sociali ha recentemente fatto diminuire il tasso di disoccupazione, che tuttavia rimane molto elevato soprattutto se si considera la rapida crescita della popolazione. Il tasso di disoccupazione in Tunisia è ancora piuttosto alto; nel 2006 si è raggiunta una percentuale pari al 14.2%, comunque positivi segnali giungono dall’economia tunisina. Infatti, la legge finanziaria del 2007, mira a diminuire la pressione fiscale sugli utili delle aziende (dal 35% al 30%) e l’Iva sui prodotti di lusso (dal 29% al 18%), sostituita dalla tassa sul consumo (10%). La finanziaria mira anche a realizzare obiettivi di sviluppo economico per raggiungere un tasso di crescita del 6% (attualmente è del 5.5%) e la creazione di 80.000 posti di lavoro. Rapporto di lavoro Le relazioni tra il datore di lavoro e i lavoratori sono regolate dal Codice del Lavoro e dagli Accordi Quadro e Accordi di Settore. Il Codice del Lavoro, le cui disposizioni sono state definite tra il 1994 ed il 1996, determina lo statuto legale dei rapporti di lavoro e affida all’Ispettorato del lavoro il controllo sulla corretta applicazione di questa normativa. Tutte le aziende di nuova creazione devono procedere, entro un mese dall’avvio dell’attività, a fare una dichiarazione all’Ispettorato del lavoro, che deve essere ripetuta ogni volta che si verificano variazioni rilevanti nella società, come il mutamento di attività o il cambiamento della sede sociale. Il contratto di lavoro, che è preferibile redigere per iscritto, può essere di due tipi: a tempo determinato o a durata illimitata. La ricerca di manodopera è effettuata attraverso l’Office National de l’Emploi e a livello locale attraverso i Bureaux de l’Emploi. L’assunzione in alcuni settori fondamentali per lo sviluppo del Paese di neo diplomati locali e l’assunzione di manodopera in particolari aree destinate allo sviluppo danno diritto a riduzioni di contributi. Le imprese la cui produzione è destinata totalmente all’esportazione possono assumere senza autorizzazioni fino a quattro quadri di nazionalità straniera, dovendo invece per ulteriori assunzioni richiedere l’autorizzazione al Ministero della Formazione Professionale e dell’Impiego. Il trattamento salariale dei lavoratori è determinato sulla base di tre modalità alternative: - per le società statali o parastatali si ha riguardo allo Statuto della funzione pubblica; - per il settore privato si fa riferimento alla contrattazione collettiva del settore d’interesse; - attraverso la libera negoziazione tra le parti, salvo il rispetto del minimo salariale fissato

dalla legge in base al decreto n° 247 del 26 maggio 1973. Il governo stabilisce dunque i minimi salariali per i lavoratori, sia in agricoltura, il salaire minimum agricole garanti (SMAG), che nell’industria, il salaire minimum interprofessionel garanti (SMIG). Gli incrementi per entrambi sono negoziati tra il governo, i lavoratori e l’Union generale des travailleurs tunisiens (UGTT) e sono normalmente mantenuti al passo con l’inflazione. Per quanto riguarda le ulteriori condizioni che regolano i rapporti di lavoro, si riportano alcune indicazioni: - giorni festivi retribuiti da 6 a 13 (di norma 9);

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- ferie annuali da 12 a 30 giorni. É possibile fare ricorso al lavoro straordinario, per il quale sono previste maggiorazioni sul salario: - per la settimana di lavoro di 48 ore, la maggiorazione è del 75%; - per la settimana di lavoro di 40 ore, le prime 8 ore hanno una maggiorazione del 25%, le

successive del 50%; - nel settore agricolo la maggiorazione è del 25%. Esistono diversi organismi rappresentativi sia degli imprenditori sia dei lavoratori. I principali sono: UTICA - Union Tunisien de l’Industrie, du Commerce et de l’Artisanat; UTAP - il sindacato degli agricoltori; UGTT - sindacato di rappresentanza del mondo operaio. Educazione e formazione professionale L’obbligo scolastico in Tunisia riguarda i ragazzi dai 9 ai 15 anni. Oggi la Tunisia registra un tasso di alfabetizzazione dell’85%. Particolare attenzione viene dedicata alla formazione professionale. Nell’ambito del Programma EQIP - Education Quality Improvement Program II, sostenuto dalla Banca Mondiale, il governo tunisino riceverà supporto per aumentare la forza lavoro ben qualificata attraverso lo sviluppo di collegamenti con la scuola secondaria, l’istruzione professionale e la predisposizione di istituzioni di formazione superiore. Il programma prevede anche la diversificazione della formazione secondaria in modo da renderla più in sintonia con le esigenze dalla società e dell’economia tunisina.

COSTO MANODOPERA (indicativi) Salario Minimo Interprofessionale Garantito (SMIG)

Salari mensili: 48 ore settimanali: 218,2 TND 40 ore settimanali: 189,9 TND

Salario minimo garantito in agricoltura (SMAG) Salario giornaliero lavoratore qualificato 7,16 TND

Salari mensili dei quadri (indicativi) Direttore tecnico: 550-710 TND Ingegnere: 450-577 TND Aiuto Ingegnere: 400-450 TND Tecnici: 300 TND Contabili: 280 TND

CONTRIBUTI PREVIDENZIALI (indicativi) Tasse per la formazione professionale 1,00% Quota del datore di lavoro alla Cassa di previdenza CNSS

16,00%

Fondo speciale da versare alla CNSS 0,50% Foprolos 1,00% Altri (ferie retribuite, medicine, indumenti, assicurazioni)

15,30%

Totale 35,50%

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Costi industriali

TELEFONO (tariffe di comunicazione in TND/minuto per Paesi di destinazione-IVA inclusa)

Unione del Maghreb Arabo

tariffa normale 0,340 tariffa ridotta 0,305 (*)

Medio Oriente, Europa Occidentale e del Nord Ovest

tariffa normale 0,550 tariffa ridotta 0,495*

America Latina, Europa dell’Est, Africa, Asia, altri Paesi

tariffa normale 0,680 tariffa ridotta 0,610*

(*) la tariffa ridotta si applica alle chiamate effettuate dalle ore 20,00 alle ore 7,00 dal lunedì al sabato e durante tutta la giornata di domenica

ACQUA

(tariffa in TND/m3) uso industriale 0,605 TND per i primi 150 m3

0,740 TND per consumi oltre i 150 m3

uso turistico alberghi: 0,740 TND/m3

ELETTRICITÀalta tensione

canone mensile 2,500 TND/KW tariffa consumi giorno 0,04

ora di punta 0,08 media tensione

canone orario ( mensile) 3 TND/KW giorno 0,047 ora di punta 0,092

uniforme (mensile) 0,300 TND/KW giorno 0,06 ora di punta 0,06

uso agricolo giorno 0,047 bassa tensione

fascia economica (mensile) 0,100 TND/KW tariffa consumi: 0,061

fascia normale (mensile) 0,100 TND/KW tariffa consumi 0,083

Disciplina doganale

Nella legge di bilancio 2005 sono state adottate misure tese a semplificare il sistema tariffario, riducendo il numero delle tariffe doganali da 54 a 17 e favorendo il ravvicinamento dei diritti doganali applicabili ai prodotti provenienti dalle nazioni più favorite, a quelli previsti dall’Accordo di Associazione con l’UE. Tali misure consentiranno anche un miglioramento dell’azione amministrativa delle dogane. Attualmente, in Tunisia, si verificano una serie di ostacoli all’importazione di prodotti europei che non rivestono un carattere tariffario. Per molti prodotti, infatti, è necessario ottenere una licenza d'importazione; questa tipologia di protezionismo ostacola nella pratica la circolazione delle merci configurandosi come "barriera non tariffaria" all'esportazione. Importazioni Documenti richiesti (redatti in francese e autenticati dalle autorità consolari tunisine):

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- fattura commerciale in 5 copie, firmata dall’esportatore, contenente una descrizione dettagliata delle merci spedite;

- fattura proforma (per le merci che necessitano licenza); - certificato d’origine, se richiesto (legalizzato dalla Camera di Commercio); - polizza di carico; - lista di carico (se la spedizione comprende più colli separati); - certificati sanitari, per animali vivi, carne, frutta e verdura. Secondo la legge tunisina è l’importatore che si occupa della procedura di sdoganamento. Nel caso dello sdoganamento di beni destinati alla vendita sul territorio tunisino, il suo compito consiste nella presentazione agli uffici doganali di una copia delle fatture delle merci e di una copia della autorizzazione all’importazione che viene rilasciata a tutti quei commercianti che intendono commercializzare prodotti di provenienza estera. Tali documenti, vistati dall’ufficio doganale competente, permettono lo sdoganamento delle merci dopo il pagamento dei diritti doganali e delle tasse d’effetto. Di regola in Tunisia vige la libera importazione e le limitazioni concernono solo alcuni beni. La legge tunisina prevede i seguenti regimi per le importazioni: - merci ammesse liberamente, che devono essere accompagnate da certificato di

importazione; - prodotti suscettibili ad interdizione (frattaglie di carne, prodotti chimici, tappeti etc.); - prodotti esclusi a titolo provvisorio, per i quali è necessaria una autorizzazione

all’importazione; - merci vietate, definite dal Codice doganale, che impedisce in senso assoluto l’importazione

nel Paese di prodotti contro la morale e la salute, le armi (ad esclusione di quelle da caccia), le munizioni e gli esplosivi (ad eccezione di quelli destinati ad uso civile), gli stupefacenti e tutti i prodotti recanti abusivamente il marchio di fabbrica “Prodotto in Tunisia”.

É vietata l’importazione di carni bovine e derivati a causa del pericolo di infezione da BSE. É inoltre vietata l’importazione di verdure sotto aceto perché contengono un colorante alimentare, il Tartazine. Regimi preferenziali Le società che operano nelle due Zone Franche istituite con la Legge n°. 81 del 3 agosto 1992, una vicino a Biserta, nel nord-est, e l’altra nel porto di Zarzis, nel sud-est, beneficiano degli stessi vantaggi riservati alle società totalmente esportatrici (off-shore), ed in aggiunta, hanno come unico interlocutore di erogazione dei servizi l’autorità che gestisce le rispettive zone. Particolarmente avvantaggiate risultano le imprese industriali esportatrici autorizzate ad operare in queste zone, poiché esse non sono tenute a presentare anticipatamente per ogni operazione doganale contratti di vendita, disponendo di un controllo doganale interno allo stabilimento che verifica quantità e valori delle merci importate per la lavorazione e la riesportazione a fase terminata. Controlli Alcuni prodotti possono essere sottoposti ad un controllo tecnico obbligatorio, teso a verificare la conformità dei prodotti alle norme tecniche nazionali o internazionali in vigore e particolarmente quelle relative alla sicurezza e alla salute dei consumatori. Le modalità sono fissate con decreto n° 94-1744 del 1994. Le operazioni di controllo sono intraprese sul luogo di sdoganamento del prodotto e prima che la dogana ne autorizzi il prelievo. Va osservato lo sviluppo di nuove esigenze in materia di conformità che sono spesso impreviste e poco chiare nelle loro modalità. Queste misure fanno parte di ostacoli non tariffari destinati a proteggere il mercato locale e a frenare una crescita troppo rapida delle importazioni. Gli esportatori devono dunque informarsi precisamente presso i propri clienti

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tunisini, soprattutto se il pagamento della merce non è assicurato tramite un credito documentario irrevocabile. Al contrario, l’acquisto da parte di società straniere di beni presso fornitori tunisini necessita di un pagamento prima della spedizione. I ritardi di realizzazione dei controlli tecnici possono rallentare lo sdoganamento delle merci di diverse settimane o addirittura di mesi. Regimi preferenziali sono previsti anche per le importazioni di prodotti originari di una trentina di Paesi africani e mediorientali come Algeria, Arabia Saudita, Costa d’Avorio, Emirati Arabi, Iraq, Giordania, Kuwait, Libia, Marocco, Senegal, Sudan, Siria, ecc. Le facilitazioni daziarie concesse alle importazioni in Tunisia da detti paesi sono stabilite sulla base di accordi commerciali stipulati con i vari paesi e possono prevedere franchigia doganale o riduzione daziaria fino al 50%.

Sistema fiscale

L’attuale sistema prevede la distinzione tra imposte dirette (nelle quali sono fatte rientrare l’imposta sul reddito delle persone fisiche, giuridiche e l’imposta per la formazione professionale) ed indirette (imposta sul valore aggiunto, imposta al consumo, sui viaggi all’estero e sull’assicurazione). Una legge fiscale del 1988 ha riformato il sistema fiscale tunisino, introducendo nel Paese l’imposta sul valore aggiunto. Imposta sulle Persone Fisiche L’imposta grava sui redditi ritratti annualmente da ciascuna persona fisica residente. Si considerano residenti le persone che hanno la residenza abituale nel Paese oppure le persone che, continuativamente o discontinuamente, risiedono in Tunisia per almeno 183 giorni in un anno pur senza possedere una residenza abituale. Relativamente ai redditi prodotti in Tunisia, sono soggetti a tassazione sia le persone fisiche residenti sia quelle non residenti. Costituiscono redditi tassabili le rendite derivanti da proprietà immobiliari, i guadagni di capitale, le rendite vitalizie, i redditi derivanti da prestazioni di lavoro, i redditi derivanti dall’esercizio di imprese in Tunisia nonché qualunque altro reddito prodotto in Tunisia. Tra i redditi esenti devono essere menzionati i dividendi e gli altri redditi assimilati, gli interessi sui conti di deposito e di risparmio, gli interessi maturati sui conti di risparmio degli studenti, nonché le plusvalenze derivanti dall’esercizio dell’opzione di sottoscrizione di capitale di società operanti nel settore delle tecnologie. Il personale di staff assunto da una società di esportazione o da una società offshore può scegliere di essere assoggettato all’aliquota unica del 20 per cento. Dal 1° gennaio di ogni anno l’imposta sul reddito è dovuta in relazione ai redditi prodotti nel precedente periodo di imposta. Per quanto concerne l’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’aliquota applicata va dallo 0 al 35%, in funzione del reddito dichiarato (per redditi superiori a 50.000 TND l’imposta è pari al 35%): - da 0 a 1.500 TND 0%; - da 1.500 a 5.000 TND 15%; - da 5.001 a 10.000 TND 20%; - da 10.001 a 20.000 TND 25%; - da 20.001 a 50.000 TND 30%; - oltre 50.000 TND 35%. Regime Forfettario È applicabile, a determinate condizioni, alle piccole imprese che esercitano un’attività industriale, artigianale, commerciale o di prestazione di servizi e il cui volume d’affari non supera 30.000 dinari annui. Tale limite è elevato a 100mila dinari annui relativamente a quei soggetti che scelgono il pagamento di un’imposta annuale uguale a 1.500 dinari. La misura dell’imposta forfetaria è determinata secondo scaglioni di volume d’affari cui corrispondono le somme dovute a titolo di imposta (ad esempio, da 9mila a 12mila dinari sono dovuti 120 dinari

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mentre da 24 a 27mila sono dovuti 580 dinari). Gli scaglioni previsti di volume d’affari sono dieci (da 0 a 30mila) e prevedono imposte da un minimo di 25 ad un massimo di 700, rispettivamente per lo scaglione minimo e per quello marginale. Imposta sulle Società Sono soggetti all’imposta sulle società le società di capitali e assimilate residenti in Tunisia, qualsiasi ente pubblico non amministrativo a scopo lucrativo nonché le persone giuridiche non stabilite in Tunisia che realizzano redditi di fonte tunisina. Sono esonerati dall’imposta determinati enti morali come le cooperative di servizi agricoli e di pesca, le mutue assicurazioni e le persone giuridiche non domiciliate in Tunisia per quanto riguarda i dividendi e gli interessi. Il reddito imponibile è determinato a partire dal risultato contabile al quale devono apportarsi le variazioni previste dalla legislazione fiscale. L’aliquota ordinaria che grava sui redditi della generalità delle società è del 30% (per i redditi del 2006 da dichiarare nel 2007) mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, sarà del 10% per le società operanti nel settore agricolo, della pesca, dell’artigianato e per quelle la cui attività consiste esclusivamente nell’esportazione. Sono invece assoggettate all’aliquota del 35% le società operanti nel settore finanziario, degli idrocarburi e delle telecomunicazioni. Infine, per le società quotate in borsa l’aliquota è del 20% per i primi cinque anni. L’imposta annuale non può essere inferiore allo 0,1% del volume d’affari. Tale ammontare minimo non si applica alle nuove imprese durante il periodo di realizzazione di un progetto con durata massima di tre anni, né alle imprese che operano nelle zone di sviluppo regionale. Si applica invece alle imprese in liquidazione se non hanno presentato la dichiarazione di cessazione dell’attività. Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) Sono operazioni soggette all’Iva le importazioni, le operazione di produzione a carattere industriale, le prestazioni di servizi, il commercio all’ingrosso escluso quello riguardante i prodotti alimentari, il commercio al dettaglio dei commercianti che realizzano un volume d’affari superiore a 100mila dinari escluso quello riguardante i prodotti alimentari, farmaceutici e i medicamenti. Il meccanismo applicativo si fonda sul principio della deduzione: l’imposta che ha effettivamente gravato sul prezzo di una operazione imponibile è deducibile dall’imposta applicabile alle operazioni tassabili. L’imposta è aggiunta al prezzo di vendita con le seguenti aliquote: 6 per cento per i prodotti attinenti l’area medica, sociale e dell’istruzione; 12 per cento per le attrezzature informatiche e la produzione di macchinari; 18 per cento per gli altri prodotti e servizi. Per i più comuni prodotti alimentari è prevista l’esenzione.

Sistema creditizio e finanziario

In seguito al processo di privatizzazione avviato nel 2002, il ruolo del settore pubblico nel sistema bancario si è notevolmente ridotto, a vantaggio degli operatori privati e internazionali. Il rilancio degli investimenti è condizionato dal miglioramento del clima degli affari. La Banca Mondiale ha raccomandato di migliorare trasparenza e certezza del quadro legislativo, ritenendo questi criteri piu’ importanti della politica di promozione degli investimenti in determinati settori. Nonostante i progressi realizzati in materia di riforme, soprattutto nel risanamento delle banche di sviluppo e la promulgazione di leggi contro il riciclaggio, il sistema finanziario costituisce ancora un freno agli investimenti, per carenze nell’accesso al finanziamento e nell’allocazione efficiente delle risorse. Se l’adozione del nuovo codice d’investimenti rappresenta un progresso reale, la sua applicazione si rivela talvolta difficoltosa perché prevede numerose eccezioni, e si scontra con decreti non abrogati, in particolare nelle attività di servizi. Il sistema bancario della Tunisia comprende 14 banche commerciali (di cui 6 statali, che dominano il mercato), 6 banche di sviluppo, 2 merchant banks e 8 banche offshore. Vi sono

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inoltre 9 compagnie di leasing, una borsa valori ed un numero crescente di società e fondi di investimento. In particolare, tra gli altri organismi specializzati in campo finanziario si annoverano 139 società d’investimento a capitale fisso ed a capitale variabile, società di factoring, di leasing e di gestione di portafoglio. Tutto il settore è regolato dalla Banca Centrale (BCT) che, fondata nel 1958, detiene tutte le funzioni proprie di una banca centrale. Una sorta di accordo di non concorrenza stipulato tra tutti i principali attori del sistema bancario ha finora prodotto una forte rigidità dei tassi di interesse. Così, il divario tra i tassi sottoposti al controllo diretto della BCT e quelli di mercato è in pratica costante. La nuova legge del 2001, incoraggia le banche ad impegnarsi in un’ampia gamma di operazioni finanziarie, incluso il settore delle assicurazioni, e crea inoltre un sistema di garanzia che offrirà ai possessori di depositi maggiori protezioni. La nuova legge è l’ultima di una serie di riforme del settore finanziario cominciate negli anni ‘90, dietro incoraggiamento della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, mentre altre riforme ancora in ulteriori comparti del settore finanziario, incluse le assicurazioni, costituiranno aspetti importanti della politica economica dei prossimi cinque anni. Le riforme già implementate hanno in qualche modo reso il settore più forte, sebbene non tutte le banche abbiano soddisfatto i più alti standard di prudenza richiesti. La competizione è in genere limitata dal dominio statale. Sebbene ci siano partecipazioni estere già nella maggior parte delle banche commerciali, il settore resta dominato dalle banche di proprietà statale, che contano per circa il 65% del settore. Il peso dei prestiti inesigibili limita invece l’abilità del settore bancario a reperire moneta all’estero. Il Governo ha inoltre previsto fusioni e privatizzazioni. L’obiettivo è di trasformare il settore proprio attraverso una serie di fusioni bancarie, mirate a rimpiazzare il vasto numero di banche specialistiche con un numero più piccolo di forti ed efficienti istituzioni multi-funzionali, in grado di affrontare la futura competizione estera. Il processo di fusione è già cominciato. La prima fusione fra tre banche parzialmente di proprietà statale è stata completata nel dicembre 2000, e ha riguardato una banca commerciale, Societe Tunisienne de banque (STB), e due banche di sviluppo, la Banque de developpement economique de Tunisie (BDET) e la Banque nationale de developpement touristique (BNTND). La banca nata dalla fusione, che porta il nome di STB, è la più grande banca della Tunisia e la quarta più grande banca dell’Africa, e probabilmente sarà anch’essa privatizzata. La speranza del governo è che tale banca abbia le dimensioni, lo spessore di esperienza e la capacità di investimenti necessarie a fronteggiare la competizione estera. In generale, può affermarsi che le banche tunisine siano oggetto di interesse per i movimenti che a livello internazionale spingono verso operazioni di fusione, vaste acquisizioni, nonché apertura al privato; mentre per comprimere i costi, la soluzione più pratica resta quella di raggruppare le banche. Una nuova legge bancaria, finalizzata, da una parte, a liberalizzare l’intero settore finanziario e, dall’altra, a fissare chiari criteri operativi e a migliorare la gestione ed il controllo delle istituzioni finanziarie, è stata approvata dalla Camera dei Deputati a giugno del 2001. La normativa valutaria tunisina prevede la possibilità per i non-residenti di aprire conti esteri, presso una banca autorizzata, sia in valuta straniera che in dinari convertibili, ma non in dinari ordinari. Possono detenere conti in dinari ordinari, esclusivamente per coprire spese locali, le società estere vincitrici di un contratto di appalto autorizzate dalla Banca Centrale. Nel novembre del 1994 il Governo ha privatizzato la Borsa dei Cambi (Bourse des valeurs mobilières - BVM) e ha creato un organo di controllo indipendente, il «Conseil du marché financier». Per tutto il 1994 la Borsa ha registrato un fortissimo aumento del volume d’affari (+228%), con una crescita dell’indice di cambio del 102%. Nel marzo ‘95, al fine di limitare le speculazioni, è stata introdotta una legge che regola il movimento di prezzo giornaliero. Tra le Banche italiane presenti nel Paese, la Banca Commerciale Italiana (oggi nel gruppo Intesa), il Monte dei Paschi di Siena, e l’Istituto Bancario San Paolo di Torino ed il Credito Emiliano che hanno acquisito partecipazioni in Banche locali.

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Nel settore assicurativo sono presenti 20 compagnie, di cui 15 sono tunisine e 5 straniere tra cui società francesi ed italiane. Quattro delle società tunisine sono interamente e parzialmente di proprietà statale, compresa la più grande, la STAR, che detiene un terzo del mercato. Una totale riorganizzazione del settore è ormai imminente.

Principali trattati

Convenzione per evitare la doppia imposizione Firmata il 16.05.79 e ratificata con Legge n. 388 del 25.05.1981 (S.O. della G.U. n. 202 del 24.07.81) Accordo sulla promozione e la protezione degli investimenti Firmato il 17 ottobre 1985 e ratificato con Legge n. 16 del 02.01.1989 (S.O. della G.U. n. 23 del 28.0189)

Strumenti comunitari di cooperazione

L’inizio delle relazioni tra l’Unione Europea e la Tunisia risale al marzo del 1969, anno in cui è stato firmato un accordo riguardante il regime degli scambi, sostituito poi nel 1976 con un accordo di cooperazione e successivamente nel luglio del 1995 con un accordo di associazione che la UE si è apprestata a concludere con tutti i partner mediterranei nel quadro del nuovo Partenariato Euro-Mediterraneo (contraddistinto da una partnership politica, sicurezza, economica, finanziaria, sociale e culturale) sancito in occasione della Conferenza di Barcellona del novembre del 1995. La Tunisia è stato il primo Paese a firmare con l’UE un Accordo di Associazione assumendosi il ruolo di coordinatore all’interno del gruppo dei Paesi arabi. L'accordo configura la struttura istituzionale per la creazione di un’area di libero scambio tra i partner del Mediterraneo e l’UE (prevista per il 2010) ed una cooperazione in vari settori (commercio, industria, tecnologia, ricerca e sviluppo ecc.). Con la Tunisia, l'accordo è stato firmato a luglio 1995 ed è entrato in vigore a marzo 1998 anche se le tariffe ivi previste sono entrate in vigore dal 1° gennaio 1996. Il Protocollo n.1 riguarda il regime applicabile all'importazione nella UE dei prodotti agricoli tunisini; il Protocollo n.2 riguarda i prodotti della pesca tunisini; il Protocollo n.3 riguarda l'importazione in Tunisia dei prodotti agricoli della UE; il Protocollo n.4 riguarda la definizione della nozione di "prodotti originali" ed i metodi di cooperazione amministrativa; il Protocollo n.5 riguarda la reciproca assistenza in materia doganale tra le autorità. La Tunisia ha realizzato una buona performance nell’ambito del processo di Barcellona e dell’Accordo d’Associazione, aprendo la sua economia al libero scambio ed ha utilizzato in modo ottimale sia i fondi messi a disposizione dall’Unione tramite il programma MEDA (2000-2006), che i fondi della BEI, ha sostenuto la transizione economica dei Paesi terzi mediterranei e l’istituzione di una zona euromediterranea di libero scambio appoggiando le riforme economiche e sociali per l’ammodernamento delle imprese e lo sviluppo del settore privato. Attualmente, la Tunisia è tra i Paesi terzi che partecipano alla politica europea di vicinato (ENPI 2007-2013). Il programma ENPI va a sostituire il programma MEDA e, in parte, il programma TACIS. Il regolamento n. 1638/2006 del 24 ottobre 2006 adottato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, istituisce uno strumento di vicinato e partenariato volto a fornire un’assistenza comunitaria finalizzata alla creazione di una zona di prosperità e di buon vicinato tra l’Unione Europea e i Paesi ed i territori destinatari del programma. L'assistenza comunitaria sarà utilizzata a beneficio dei Paesi partner. Essa può altresì essere utilizzata a beneficio comune degli Stati membri e dei Paesi partner e delle loro regioni, allo scopo di promuovere la cooperazione transfrontaliera e transregionale. L'assistenza comunitaria incentiverà il consolidamento della cooperazione e la progressiva integrazione economica tra l'Unione europea e i paesi partner e, in particolare, l'attuazione di

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accordi di partenariato e di cooperazione, di accordi di associazione o di altri accordi presenti o futuri. Essa incoraggerà altresì gli sforzi dei Paesi partner volti a promuovere il buon governo e un equo sviluppo sociale ed economico. L’assistenza comunitaria sarà utilizzata per sostenere misure nell'ambito dei seguenti settori di cooperazione: a) promozione del dialogo politico e della riforma in campo politico; b) promozione del ravvicinamento delle legislazioni e delle regolamentazioni verso standard

più elevati in tutti i settori di pertinenza, in particolare per incoraggiare la progressiva partecipazione dei paesi partner al mercato interno e l'intensificazione degli scambi;

c) consolidamento delle istituzioni e degli organismi nazionali preposti all'elaborazione e all'attuazione effettiva delle politiche nei settori coperti dagli accordi di associazione, di partenariato e di cooperazione, nonché da altri accordi multilaterali di cui la Comunità e/o i suoi Stati membri e i paesi partner siano parti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi definiti nel presente articolo;

d) promozione dello Stato di diritto e del buon governo, in particolare rafforzando l’efficienza dell'amministrazione pubblica e l'imparzialità e l’efficienza del potere giudiziario, e sostegno alla lotta contro la corruzione e le frodi;

e) promozione, sotto tutti gli aspetti, dello sviluppo sostenibile; f) proseguimento degli sforzi per lo sviluppo regionale e locale, nelle zone rurali e urbane, allo

scopo di ridurre gli squilibri e migliorare la capacità di sviluppo regionale e locale; g) promozione della protezione ambientale, della conservazione della natura e della gestione

sostenibile delle risorse naturali, tra cui le acque dolci e le risorse marine; h) sostegno alle politiche volte alla riduzione della povertà, al fine di contribuire al

raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio dell'ONU; i) sostegno alle politiche volte a promuovere lo sviluppo sociale, l'inclusione sociale, la parità

tra i sessi, la non discriminazione, l'occupazione e la protezione sociale, inclusa la protezione dei lavoratori migranti, il dialogo sociale e il rispetto dei diritti sindacali e delle norme fondamentali in materia di lavoro, comprese quelle relative al lavoro infantile;

j) sostegno alle politiche a favore della salute, dell’istruzione e della formazione, incluse non soltanto misure atte a combattere le più gravi forme di malattie trasmissibili e di malattie e patologie non trasmissibili, ma anche a garantire l'accesso, da parte delle ragazze e delle donne, ai servizi e all'educazione in materia sanitaria, comprese la salute riproduttiva e infantile;

k) promozione e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresi i diritti delle donne e dei bambini;

l) sostegno alla democratizzazione, anche mediante il rafforzamento del ruolo delle organizzazioni della società civile e la promozione del pluralismo dei media, nonché mediante il monitoraggio e l'assistenza in occasione delle elezioni;

m) sostegno allo sviluppo della società civile e delle organizzazioni non governative; n) incentivazione dello sviluppo dell'economia di mercato, comprese le misure volte a

sostenere il settore privato e lo sviluppo delle piccole e medie imprese, ad incoraggiare gli investimenti e a promuovere gli scambi mondiali;

o) promozione della cooperazione nei settori dell'energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti, soprattutto per quanto riguarda le interconnessioni, le reti e il relativo sfruttamento, miglioramento della sicurezza nel settore dei trasporti internazionali e dello sfruttamento delle fonti di energia e promozione di fonti di energia rinnovabili, dell'efficienza energetica e di trasporti non inquinanti;

p) sostegno ad azioni mirate ad una maggiore sicurezza alimentare per i cittadini, segnatamente nel settore sanitario e fitosanitario;

q) gestione delle frontiere efficace e sicura; r) sostegno al processo di riforma e rafforzamento delle capacità in materia di giustizia e

affari interni, comprese questioni quali il diritto d'asilo, la migrazione e la riammissione, e le azioni volte a combattere e a prevenire il traffico di esseri umani nonché il terrorismo e la criminalità organizzata, incluso il suo finanziamento, il riciclaggio del denaro e la frode fiscale;

s) sostegno alla cooperazione amministrativa in vista del miglioramento della trasparenza e di uno scambio più intenso di informazioni in materia fiscale, al fine di combattere la frode e l’evasione;

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t) promozione della partecipazione ad attività comunitarie nel settore della ricerca e dell’innovazione;

u) promozione della cooperazione tra gli Stati membri e i paesi partner nel settore dell’insegnamento superiore e della mobilità degli insegnanti, dei ricercatori e degli studenti;

v) promozione del dialogo multiculturale, dei contatti tra i popoli e dei legami con le comunità di immigrati che vivono negli Stati membri, della cooperazione tra le società civili, delle istituzioni culturali nonché degli scambi tra i giovani;

w) sostegno alla cooperazione finalizzata a tutelare il patrimonio storico e culturale e a promuoverne le potenzialità di sviluppo, anche attraverso il turismo;

x) sostegno alla partecipazione dei paesi partner ai programmi e alle agenzie della Comunità; y) sostegno alla cooperazione transfrontaliera attraverso iniziative locali congiunte nell'intento

di promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile delle regioni frontaliere e lo sviluppo territoriale integrato lungo le frontiere esterne della Comunità;

z) promozione della cooperazione e dell'integrazione regionale e subregionale, comprendendo, se del caso, i paesi che non hanno diritto all'assistenza comunitaria a norma del presente regolamento;

aa) offerta di sostegno nelle situazioni susseguenti alle crisi, incluso il sostegno ai profughi e agli sfollati, e assistenza alla preparazione a reagire di fronte alle catastrofi;

bb) promozione della comunicazione e degli scambi tra i partner per quanto riguarda le misure e le attività finanziate nell’ambito dei programmi;

cc) risposta a sfide tematiche comuni nei settori di interesse reciproco e perseguimento di qualsiasi altro obiettivo compatibile con il campo di applicazione del presente regolamento.

Gli accordi di partenariato e di cooperazione, gli accordi di associazione e altri accordi presenti o futuri che stabiliscono rapporti con i paesi partner, nonché le pertinenti comunicazioni della Commissione e le conclusioni del Consiglio che individuano le linee guida delle politiche dell’Unione europea nei confronti di questi stessi paesi formeranno il quadro generale delle politiche ai fini della programmazione dell'assistenza comunitaria nell'ambito del presente regolamento. I piani d’azione definiti di comune accordo o altri documenti equivalenti costituiranno un elemento di riferimento essenziale per individuare le priorità dell’assistenza comunitaria. Laddove tra l'Unione europea e i paesi partner non esistano suddetti accordi , l’assistenza comunitaria potrà essere fornita qualora risulti utile per perseguire gli obiettivi delle politiche dell'Unione europea. Essa sarà programmata in base a tali obiettivi. Complementarità, partenariati e cofinanziamenti L'assistenza comunitaria nell'ambito del presente regolamento sarà, di regola, complementare o ausiliare alle corrispondenti strategie e misure nazionali, regionali o locali. L’assistenza comunitaria prevista dal presente regolamento sarà stabilità, di regola, in un partenariato tra la Commissione e i beneficiari. Il partenariato coinvolgerà, come opportuno, autorità nazionali, regionali e locali, partner economici e sociali, la società civile nonché altri organismi competenti. I paesi beneficiari provvederanno, come opportuno, a rendere partecipi i partner interessati al livello territoriale idoneo, segnatamente su scala regionale e locale, nelle fasi di preparazione, attuazione e monitoraggio dei programmi e dei progetti. L’assistenza comunitaria sarà cofinanziata, di regola, dai paesi beneficiari tramite fondi pubblici, contributi provenienti dai beneficiari o altre fonti. Si può derogare al requisito in materia del cofinanziamento in casi debitamente giustificati e ove ciò sia necessario a sostenere lo sviluppo della società civile e degli attori non statali per misure volte a promuovere i diritti umani e libertà fondamentali, nonché a sostenere il processo di democratizzazione. Coerenza, compatibilità e coordinamento I programmi e i progetti finanziati ai sensi del presente regolamento saranno coerenti con le politiche dell'Unione europea. Essi saranno conformi agli accordi conclusi dalla Comunità e dagli Stati membri con i paesi partner e rispetteranno gli impegni assunti dai medesimi in base

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ad accordi multilaterali e convenzioni internazionali di cui sono parti, compresi impegni in materia di diritti umani, democrazia e buon governo. La Commissione e gli Stati membri garantiranno la coerenza tra l’assistenza comunitaria fornita nell'ambito del presente regolamento e l’assistenza finanziaria fornita dalla Comunità e dagli Stati membri tramite altri strumenti finanziari interni ed esterni, nonché dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). La Commissione e gli Stati membri garantiranno il coordinamento dei rispettivi programmi di assistenza nell’intento di rendere maggiormente efficace ed efficiente la fornitura degli aiuti conformemente agli orientamenti stabiliti per il rafforzamento del coordinamento operativo nell'ambito dell'assistenza esterna e per l'armonizzazione delle politiche e delle procedure. Il coordinamento comporterà consultazioni regolari e scambi frequenti di informazioni rilevanti durante le diverse fasi del ciclo di assistenza, soprattutto sul campo, ed assumerà un ruolo centrale nei processi di programmazione degli Stati membri e della Comunità. PROGRAMMAZIONE E ASSEGNAZIONE DEI FONDI L’assistenza comunitaria viene attuata attraverso: a) documenti di strategia nazionali, multinazionali e transfrontalieri e programmi indicativi

pluriennali, che riguardano: - programmi nazionali o multinazionali che concernono l'assistenza a un paese partner o

trattano la cooperazione regionale e subregionale tra due o più paesi partner, nei quali è possibile la partecipazione degli Stati membri;

- programmi di cooperazione transfrontaliera che concernono la cooperazione tra uno o più Stati membri e uno o più paesi partner, da attuare nelle rispettive regioni confinanti con la parte comune delle frontiere esterne della Comunità;

b) programmi operativi congiunti per la cooperazione transfrontaliera , programmi d’azione annuali e misure speciali.

I programmi multinazionali possono includere misure di cooperazione transregionale. Ai fini del presente regolamento, per cooperazione transregionale si intende la cooperazione tra gli Stati membri e i paesi partner, volta ad affrontare sfide comuni, a loro comune vantaggio e posta in essere ovunque sul territorio degli Stati membri e dei paesi partner. Ai fini dei programmi nazionali o multinazionali saranno adottati dei documenti di strategia, i quali copriranno un arco di tempo compatibile con le priorità individuate nel quadro delle politiche e conterranno programmi indicativi pluriennali, inclusi i relativi stanziamenti e obiettivi prioritari per ogni paese o regione. Possono beneficiare di un finanziamento finalizzato all’attuazione dei programmi d’azione, dei programmi congiunti di cooperazione transfrontaliera o delle misure speciali ai sensi del presente regolamento: - i paesi e le regioni partner e relative istituzioni; - gli enti decentrati dei paesi partner quali regioni, dipartimenti, province e comuni; - gli organismi misti istituiti dai paesi e dalle regioni partner e dalla Comunità; - le organizzazioni internazionali, tra cui le organizzazioni regionali, le organizzazioni, i servizi

o le missioni che rientrano nel sistema delle Nazioni Unite, le istituzioni finanziarie internazionali e le banche di sviluppo, nella misura in cui esse contribuiscano agli obiettivi previsti dal regolamento in questione;

- le istituzioni e gli organi della Comunità unicamente nel quadro dell’esecuzione delle misure di sostegno;

- le agenzie dell’Unione europea; - i seguenti enti e organismi degli Stati membri, dei paesi e delle regioni partner o di

qualsiasi altro Stato terzo, che ottemperino alle disposizioni in materia di accesso all'assistenza esterna della Comunità, nella misura in cui essi contribuiscano agli obiettivi del presente regolamento:

o enti pubblici o parastatali, amministrazioni o autorità locali e relativi consorzi; o società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati; o istituzioni finanziarie dedite alla concessione, alla promozione e al finanziamento

degli investimenti privati nei paesi e nelle regioni partner; o attori non statali quali definiti alla lettera h);

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o persone fisiche; - i seguenti attori non statali:

o organizzazioni non governative; o organizzazioni che rappresentano minoranze nazionali e/o etniche; o associazioni professionali e gruppi d’iniziativa locali; o cooperative, sindacati, organizzazioni rappresentative degli attori economici e

sociali; o organizzazioni locali (comprese le reti) che operano nel settore della

cooperazione e dell’integrazione regionali decentrate; o associazioni di consumatori, associazioni di donne o di giovani, organizzazioni di

insegnamento, culturali, di ricerca e scientifiche; o università; o chiese e associazioni o comunità religiose; o mass media; o associazioni transfrontaliere, associazioni non governative e fondazioni

indipendenti.

L’assistenza comunitaria può inoltre essere finalizzata: - al finanziamento di misure di assistenza tecnica e di misure amministrative mirate,

comprese quelle misure di cooperazione che implichino la partecipazione di esperti del settore pubblico provenienti dagli Stati membri e dalle loro autorità regionali e locali coinvolte nel programma;

- al finanziamento di investimenti e di attività ad essi connesse; - alla contribuzione a beneficio della BEI o di altri intermediari finanziari, per il

finanziamento di prestiti, acquisizioni partecipative, fondi di garanzia o fondi di investimento;

- a programmi di sgravio del debito in casi eccezionali, nel quadro di un programma di sgravio del debito concordato a livello internazionale;

- a sostegni diretti al bilancio, settoriali o generali, qualora il paese partner dia prova di sufficiente trasparenza, affidabilità ed efficacia nella gestione della spesa pubblica e ove siano state poste in essere politiche settoriali o macroeconomiche ben formulate, elaborate dal paese partner e approvate dai suoi principali donatori, incluse eventualmente le istituzioni finanziarie internazionali;

- a contributi in conto interesse, in particolare per i prestiti nel settore ambientale; - alla sottoscrizione di assicurazioni contro i rischi non commerciali; - alla partecipazione a un fondo istituito dalla Comunità, dai suoi Stati membri, da

organizzazioni internazionali e regionali, da altri donatori o paesi partner; - alla partecipazione al capitale di istituzioni finanziarie internazionali o di banche di

sviluppo regionali; - al finanziamento dei costi necessari all'efficiente gestione e supervisione di progetti e

programmi da parte dei paesi che beneficiano dell’assistenza comunitaria; - al finanziamento di microprogetti; - a misure in materia di sicurezza alimentare. Il finanziamento comunitario può inoltre coprire le spese relative alle azioni di preparazione, monitoraggio, controllo, audit e valutazione, direttamente necessarie all’attuazione del presente regolamento e al conseguimento dei relativi obiettivi, segnatamente studi, riunioni, azioni di informazione, di sensibilizzazione, di pubblicazione e formazione, incluse misure di formazione per i partner che consentano loro di partecipare alle varie fasi del programma, spese afferenti alle reti informatiche finalizzate allo scambio di informazioni, nonché qualsiasi altra spesa di assistenza tecnica o amministrativa a carico della Commissione per la gestione del programma. Sono altresì comprese le spese di supporto amministrativo sostenute dalle delegazioni della Commissione, necessarie per assicurare la gestione delle azioni finanziate ai sensi del presente regolamento. Dette misure di sostegno non sono necessariamente soggette ad una programmazione pluriennale e possono essere pertanto finanziate al di fuori dei documenti di strategia e dei programmi indicativi pluriennali. Il loro finanziamento può comunque rientrare anche nell’ambito dei programmi indicativi pluriennali.

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Le misure finanziate ai sensi del presente regolamento possono essere oggetto di un co-finanziamento, fra l'altro, da parte di: a) Stati membri, loro autorità regionali e locali e relativi enti pubblici e parastatali; b) paesi SEE, Svizzera e altri paesi donatori, in particolare i relativi enti pubblici e

parastatali; c) organizzazioni internazionali, tra cui quelle regionali, in particolare le istituzioni

finanziarie internazionali e regionali; d) società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati, nonché altri attori

non statali; e) paesi e regioni partner beneficiari dei fondi. I programmi di cooperazione transfrontaliera possono riguardare tutte le seguenti regioni frontaliere: a) tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo le

frontiere terrestri tra Stati membri e paesi partner; b) tutte le unità territoriali corrispondenti al livello NUTS 3 o equivalente, situate lungo

bracci di mare di importanza significativa; c) tutte le unità territoriali costiere corrispondenti al livello NUTS 2 o equivalente, che si

affacciano su un bacino marino comune agli Stati membri e ai paesi partner. Al fine di assicurare la continuazione della cooperazione esistente e in altri casi giustificabili, alle unità territoriali confinanti può essere concesso di partecipare ai programmi di cooperazione transfrontaliera alle condizioni stabilite nei documenti di strategia. Paesi partner: Algeria; Armenia; Autorità palestinese della Cisgiordania e di Gaza; Azerbaigian; Bielorussia; Egitto; Federazione russa; Giordania; Georgia; Israele; Libano; Libia; Marocco; Moldova; Siria; Tunisia; Ucraina. La dotazione finanziaria per l’attuazione del presente regolamento nel periodo 2007-2013 ammonta a 11 181 000 EUR ripartiti come segue: a) un minimo del 95 % della dotazione finanziaria è assegnato ai programmi nazionali e

multinazionali; b) fino al 5 % della dotazione finanziaria è assegnato ai programmi di cooperazione

transfrontaliera.

Progetti multilaterali

La Tunisia è destinataria di finanziamenti da parte dei seguenti organismi internazionali: Banca Mondiale, Banca Africana di Sviluppo e BEI. Gruppo Banca Mondiale Dal 1958, anno in cui la Tunisia è entrata nell'organismo internazionale, a luglio 2005, la Banca Mondiale ha finanziato 128 operazioni, con promesse iniziali di investimento per un totale di 5.470 milioni di dollari. La strategia di cooperazione della Banca Mondiale per il periodo luglio 2004/giugno 2008 propone di aiutare il governo Tunisino nel raggiungimento dei seguenti tre principali obiettivi strategici: (1) sviluppare l'ambiente degli affari per sostenere lo sviluppo di un settore privato più competitivo e maggiormente integrato sulla scena internazionale e migliorare la competitività dell'economia tunisina; (2) migliorare le qualifiche e gli impieghi dei diplomati; (3) migliorare la qualità dei servizi sociali grazie ad una maggiore efficacia della spesa pubblica. La Banca Mondiale, attraverso la IBRD - International Bank for Reconstruction and Development - finanzia pertanto progetti e fornisce assistenza tecnica ai paesi in via di

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sviluppo (PVS). I prestiti IBRD hanno in genere un periodo di garanzia di 5 anni, sono rimborsabili in un arco di tempo compreso fra i 15 e i 20 anni e vengono accordati al governo o a entità pubbliche. Il tasso di interesse richiesto dalla banca è calcolato sulla base del costo medio della raccolta, fonte primaria di finanziamento delle operazioni di prestito. I prestiti IBRD si indirizzano prevalentemente verso alcuni settori:

- programmi per lo sviluppo umano (istruzione, sanità, nutrizione, settore demografico, settore sociale);

- protezione dell’ambiente; - sviluppo del settore privato e del settore finanziario; - sostegno alle riforme economiche.

Per l’assistenza ai paesi più poveri la Banca Mondiale opera attraverso l’IDA - International Development Association - che rappresenta la maggior fonte finanziaria per i 78 paesi più poveri del mondo, il cui reddito pro capite non supera gli 895 dollari USA (nel 1998). I crediti IDA vengono concessi a condizioni molto vantaggiose: senza interessi, hanno una durata di 35 o 40 anni e un periodo di tolleranza di dieci anni. Obiettivi prioritari dell’assistenza finanziaria IDA sono:

- i servizi sociali di base (nutrizione, sanità, istruzione primaria, risorse idriche, ammortizzatori sociali di base);

- l’allargamento della base della crescita economica (sostegno alle riforme macroeconomiche e strutturali, sostegno al settore privato: piccole-medie imprese e settore finanziario);

- il sostegno alla corretta amministrazione del settore pubblico; - la protezione dell’ambiente, anche attraverso iniziative trasversali in settori quali lo

sviluppo rurale, urbano e dei trasporti. L’IFC - International Finance Corporation - è un’istituzione del Gruppo Banca Mondiale, ma ha una sua entità giuridica e finanziaria. Ruolo primario dell’IFC è promuovere lo sviluppo del settore privato nei Paesi in via di sviluppo, a tal fine concede prestiti direttamente alle imprese private, agisce come investitore diretto nel capitale di rischio e offre una vasta serie di servizi di consulenza alle imprese private e ai governi. L’IFC concentra la propria attività sui seguenti obiettivi:

- assistenza alle piccole e medie imprese, da attuarsi soprattutto attraverso intermediari finanziari.

- sviluppo dei mercati nazionali di capitale; - privatizzazione e ristrutturazione delle imprese statali; - sostegno agli investimenti privati nelle infrastrutture (in particolare telecomunicazioni e

settore energetico); - maggiore equilibrio nella distribuzione regionale degli investimenti; - potenziamento dei servizi di consulenza.

I principali prodotti offerti dall’IFC sono:

- prodotti finanziari (finanziamenti a lungo termine, partecipazioni azionarie, finanziamenti in quasi capitale, servizi finanziari);

- mobilizzazione di risorse (cofinanziamenti, fondi di investimento, sottoscrizioni); - servizi di consulenza (finanziari, settoriali, tecnico-legali, ricerca partner nei paesi in via

di sviluppo). Le iniziative dell’IFC possono vedere coinvolte anche le imprese dei Paesi sviluppati come partners in accordi di collaborazione imprenditoriale, joint-ventures o come fornitrici di beni e servizi. Per quanto riguarda le operazioni del 2006, il 15 giugno scorso è stato deliberato un prestito di 76 milioni di dollari, destinati al secondo progetto per la riforma dell'insegnamento scolastico superiore in Tunisia. E, il 6 luglio scorso, è stato approvato un prestito per 66,8 milioni di dollari per appoggiare il progetto di risanamento di Tunisi Ovest. Quest'ultimo sostiene gli obiettivi strategici del governo tunisino per l'accesso e la qualità del risanamento, quale fattore determinante per promuovere lo sviluppo economico e sociale.

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Gruppo Banca Africana (BAD) É formato dalla Banca Africana di Sviluppo, dal Fondo africano e dal Fondo Speciale della Nigeria. La Banca, creata nel 1964, riunisce 53 membri regionali (RMC – Regional Member Countries) e 24 Paesi non regionali tra cui l’Italia. Obiettivo dell’istituzione è promuovere lo sviluppo economico e sociale del continente africano attraverso la concessione di crediti e programmi di assistenza tecnica. Gli interventi sono indirizzati verso i principali settori economici quali l’agricoltura, l’industria e i trasporti, ma interessano anche la pubblica amministrazione, il settore socio-sanitario, la protezione dell’ambiente. A partire dal 1990 la Banca ha elaborato uno speciale programma di sostegno al settore privato che unisce agli strumenti tradizionali di intervento (concessione di crediti e partecipazione al capitale di rischio), strumenti innovativi (garanzie, investimenti quasi equity, underwriting, linee di credito agli intermediari finanziari privati). Il Fondo Africano di Sviluppo è stato istituito nel 1972 per finanziare, a condizioni agevolate, progetti e programmi in favore dei Paesi più poveri che non hanno il merito di credito per accedere ai prestiti della Banca. I crediti sono concessi a tasso zero con una commissione pari all’1% circa e prevedono un periodo di rimborso fino a un massimo di 50 anni, inclusi 10 di grazia. Il Fondo finanzia progetti, interventi di assistenza tecnica e studi. Il BAD ha organizzato dal 22 al 24 novembre prossimo a Tunisi, la prima conferenza economica annuale la quale riunirà gli esperti sullo sviluppo economico in Africa. La BAD ha inoltre adottato una nuova struttura organizzativa nell'ottica di posizionarsi come un istituzione del sapere. I progetti finanziati dal Gruppo Banca Africana in essere sono il Progetto di appoggio all'istruzione secondaria, il 3° programma di appoggio alla competitività dell'agosto 2005 ed il programma di sviluppo agricolo integrato. BEI - Banca europea per gli investimenti Nel corso del 2004, la BEI ha concesso un prestito per lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente in Tunisia. Il finanziamento di 34 milioni di euro, proviene dal fondo per gli investimenti e il partenariato euro-mediterranei (Femip). In particolare il prestito è destinato alla riqualificazione ambientale di Taparura, una zona costiera vicino a Sfax, la maggiore città industriale della Tunisia del Sud e si inserisce in un più ampio piano anti-inquinamento delle autorità governative del Paese nordafricano. La pulizia del litorale, nel quale sorgevano un tempo alcune delle industrie del distretto di Sfax, e del tratto di mare prospiciente, infatti, punta a creare un clima favorevole per gli investimenti pubblici e privati in attività turistiche, ricreative e culturali, oltre a consentire lo sviluppo di programmi di edilizia popolare. Progetti in essere della Banca Mondiale – 30 giugno 2006 Denominazione e date di approvazione e chiusura dei progetti:

- progetto di dimostrazione per l'eliminazione sostanze inquinanti/ozono: 14/6/1994 - 31/12/2010

- progetto di investimenti nel settore delle acque: 22/6/2000 - 31/12/2007 - miglioramento del sistema educativo - PAQSET I: 27/6/2000 - 30/8/2006 - secondo progetto di investimenti nei trasporti: 19/4/2001 - 30/6/2009 - gestione del patrimonio culturale : 12/6/2001 - 30/6/2007 - di sostegno alle infrastrutture agricole: 26/6/2001 - 30/6/2007 - FEM- Progetto di gestione zone aeree protette: 27/6/2002 - 31/8/2008 - sviluppo zona montagna e foreste del Nord-Ovest: 31/10/2002 - 31/12/2008 - progetto di sviluppo municipale - III: 5/12/2002 - 30/6/2008 - secondo progetto di miglioramento del sistema educativo - PAQSET II: 3/8/2004 -

30/6/2008 - secondo progetto di sviluppo delle esportazioni: 29/6/2004 - 31/3/2010

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- FEM- Rendimento energetico del settore industriale: 04/11/2004 - 31/12/2009 - FEM- Protezione delle risorse costiere e marittime del Golfo di Gabès: 10/03/2005 -

30/6/2010 - FEM- Programma africano per lo stoccaggio dei pesticidi usati: 18/9/2005 - 30/11/2009 - Progetto di approvvigionamento delle acque nei centri urbani: 17/11/2005 - 30/6/2012 - quarto prestito per le politiche di sviluppo della competitività economica - PACE IV:

09/06/2005 - 30/6/2007 - secondo progetto per la riforma dell'insegnamento superiore: 15/6/2006 - 30/11/2011

Informazioni di viaggio

Prefisso internazionale 00 216 prefisso per il Paese; 71 Tunisi; 72 Hammamet Fuso orario 1 ora avanti rispetto all’orario del Meridiano di Greenwich; stesso orario del Meridiano rispetto all’Italia (anche in Tunisia vige l'ora legale). Documenti Passaporto o carta d’identità valida per l’espatrio (quest'ultima solo in caso di viaggi organizzati o di prenotazione alberghiera documentata), libretto di navigazione per i marittimi. Per soggiorni fino a tre mesi non occorre visto. E’ richiesta la sola compilazione a bordo dell’aereo o della nave di un modulo recante dati anagrafici e motivazioni del viaggio che viene ritirato dalla polizia di frontiera. Formalità valutarie E’ necessario dichiarare su apposito modulo la valuta straniera importata superiore all’equivalente di 1000 dinari (non vi è un limite massimo). E’ severamente vietato esportare dinari tunisini. Si sottolinea l’opportunità di rispettare rigorosamente le direttive locali in materia valutaria; si sono infatti lamentati episodi spiacevoli che hanno avuto italiani come protagonisti per non essersi attenuti scrupolosamente alle vigenti normative. Settimana lavorativa UFFICI AMMINISTRATIVI: dal Lunedì al Giovedì dalle ore 8.30 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.30; il Venerdì e il Sabato dalle ore 8.00 alle ore 13.00 BANCHE: dal Lunedì al Giovedì dalle ore 8.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00; il Venerdì dalle ore 8.00 alle ore 11.30 e dalle ore 13.00 alle ore 16.00 NEGOZI: dal Lunedì al Venerdì (talvolta anche il Sabato) dalle ore 8.30 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00 Carte di credito: Tutte le principali Festività nazionali 1 Gennaio (Capodanno); 20 Marzo (Festa Nazionale - Festa dell’indipendenza) 21 Marzo (Festa della Gioventù) 9 Aprile (Giorno dei martiri) 1° Maggio (Festa del lavoro) 25 Luglio (Festa della Repubblica) 13 agosto (giornata delle donne) Per quanto riguarda le festività islamiche esse variano ogni anno secondo il calendario lunare. Dal momento che il calendario lunare Hijra è più corto di 11 giorni rispetto al calendario

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Gregoriano, ogni anno le feste islamiche cadono approssimativamente 11 giorni prima dell’anno precedente. Le date precise sono comunque conosciute solo poco prima della loro celebrazione, dal momento che dipendono dalle fasi lunari. Le principali feste islamiche sono: Eid al Fitr anche conosciuta come al-Eid al-Sagheer – 3 giorni di celebrazioni che segnano la fine del Ramadan-mese del digiuno; Eid Al-Adha, comunemente conosciuta come al-Eid al-Kabeer - la grande festa che commemora l’offerta del profeta Abramo per il sacrificio e che dura quattro giorni alla fine del mese del Hajj -pellegrinaggio alla Mecca; Hijra New Year – Nuovo Anno Islamico; Mawlid al-Nabi - Anniversario della nascita del profeta Maometto; al-Isràwàal Mi’raj – la festa che celebra la visita notturna del Profeta Maometto in paradiso. Nel 2006 le principali feste islamiche dovrebbero essere nelle seguenti date: 13 gennaio 2006 (Eid Al-Adha- Festa del sacrificio); 31 gennaio 2006 (Muslim New Year); 11 aprile 2006 (compleanno profeta Mouled); 22-24 ottobre 2006 (Eid Al-Fitr - fine del Ramadan) 7 novembre 2006 (New Era Day).

Principali indirizzi utili

«Gli indirizzi ed i numeri di telefono riportati in questa sezione sono tratti da fonti ufficiali italiane e/o da fonti ufficiali del Paese. E’ tuttavia possibile un certo margine di non corrispondenza dovuto al lento aggiornamento delle fonti da parte delle diverse istituzioni ed al frequente variare delle numerazioni telefoniche nei paesi di riferimento.» GENOVA – CONSOLATO Indirizzo Via XX Settembe, 2/13 - 16121 Genova Tel. 0105702102 0105702091 - Fax 0105702117 E-mail [email protected] Circoscrizione: Valle d'Aosta, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria Signor ABDERRAHMANE BEN MANSOUR, Console (Exequatur 3 ottobre 2003) MILANO - CONSOLATO Indirizzo Via Larga 19 - - 20122 Milano Tel. 0254100500 0254100475 - Fax 0254100400 E-mail [email protected] Circoscrizione: Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia Signor IMED RAHMOUNI, Console (dal 10 febbraio 2005) NAPOLI - CONSOLATO Indirizzo Centro Direzionale - Isola F 10 - 80143 Napoli Tel. 0817345161 0817345171 - Fax 0817345163 E-mail [email protected] Circoscrizione: Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria ANPE-Agence nationale de protection de l’environnement Rue du Cameroun, BP 52, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216) 71 847 122 Fax: (216) 71 848 069 Ambasciata di Tunisia e Ufficio commerciale AmbasciatoreStraordinario e Plenipotenziario: Habib Mansour (dal 10/03/05) Via Asmara, 7 - 00199 Roma Tel. (06) 8603060-8 - Fax (06) 86218204 [email protected]

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Consolato a Roma Via delle Egadi, 13 - 00141 Roma Tel. (06) 87183159 / 87188006 - Fax (06) 87188002 Consolato Generale a Palermo Piazza Ignazio Florio, 24 - 90139 Palermo Tel. (091) 328996 / 321231 - Fax (091) 6111733 [email protected] Ambasciate e Consolati all'estero Ambasciata d’Italia e Ufficio commerciale Ambasciatore: Arturo Olivieri 37, Rue Jamel Abdelnaceur 1000 -Tunisi Tel. (+216 7 1) 321811 Fax (+216 7 1) 324155 Ufficio Commerciale: 7, Rue Ibn Bassam El Menzah IV - Tunisi Tel. (+216 71) 754133 / 237755 [email protected] [email protected] http://www.ambtunisi.esteri.it/ambasciata_tunisi Vice Consolato Onorario d'Italia a Biserta A. Cons. On. Kamel Ouaddour 10, Rue de Russie Tel (+216) 72 436086 Fax: (+216) 72 436086 Vice Consolato Onorario d'Italia a Susa V. Cons. On. Mohamed Moncef Kaboudi Km 6.5 - Acouda - Susa Zaoui Neubles Tel. (+216 7 3) 256939 / 270535 Fax: (+216 7 3) 256556 Istituto Nazionale per il Commercio Estero - I.C.E Delegation Commerciale d'Italie SEZ. PROMOZIONE SCAMBI C/O AMBASCIATA D'ITALIA 3 RUE DE RUSSIE1001 TUNISI Tel: (00216 71) 320999 Fax: (00216 71) 322040 - 322134 [email protected] http://www.ice.it/estero2/tunisi/default2.htm Rappresentanza Unione Europea Immeuble Europe, Berges du Lac Nord, croisement rue du Lac Malâren - rue du Lac Oubeira B.P. 150, 1053 Les Berges du Lac, Tunis Tel. (+216-1) 960 330 Fax (+216 7 1) 960 302 [email protected] http://www.ce.intl.tn/i_bien.htm Ministeri Ministere de l’Agricolture et des Ressources Hydrauliques 30, rue Alain Savary , 1002 Tunisi Tel : (+216-71) 786833 [email protected] Ministère de l’Industrie et de l’Energie et des Petites et Moyennes Entreprises Immeuble Beya, 40 rue 8011, Montplaisir , 1002 Tunisi .tel: (+216-71) 791132/842343/894216 fax:(+216-71) 782742

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[email protected] Ministère du Developpement et de la Cooperation Internationale Place Ali Zouaoui,1069 Tunisi Tel. (+216-71) 240133/350753 [email protected] Ministere du Commerce et de l’Artisanat 37, av.Keireddine Pacha, 1002 Tunisi Tel: (+216-71)337890 [email protected] Secrétariat d’Etat chargé de la Coopération Internationale et de l’Investissement Extérieur 98, avenue Mohamed V, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216) 71 798 522 Fax: (216) 71 799 069 [email protected] Camere di Commercio locali BAT-Banque d’Affaires de Tunisie Immeuble Palmier, centre Babel2045 Tunisi-El Bouhaira Tel.: (216-71) 860 080 Fax: (216-71) 861 710 Camera Italo-Tunisina di Commercio ed Industria Segretario Generale:Fabio Ghia 67 Rue Alain Savary - Voie X2 - Résidence Jardin 2 - Bloc A - 6eme Étage 1002 Tunis Belvédère Tel : (+216) 71 283 510 (LG) Fax : (+216) 71 283 787 [email protected] [email protected] www.ctici.org.tn Chambre de Commerce et d’Industrie de Tunis 1, Rue des Entrepreneurs 1000 Tunis Tel. (+216-71) 350300 - Fax (+216-71) 41354744 [email protected] www.ccitunis.org.tn/ Chambre de Commerce et d’Industrie du Centre Rue Chadly Khaznadar 4000 Sousse Tel. (+216 ) 73 225 044 / 182 - Fax (+216) 7 3 224227 [email protected] www.ccicentre.org.tn Istituti e Enti AFI-Agence foncière industrielle 2, rue Badii Ezzaman HamadhaniCité Mahrajène, BP 275, 1082 Tunisi-Belvédère Tel. : (216) 71 797 795 Fax : (216) 71 782 303 [email protected] AFT-Agence foncière touristique 36, rue de Cologne, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216) 71 781 277 Fax: (216) 71 780 918 [email protected]

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Agence pour la Promotion des Investissement Agricoles (APIA) 62, Rue Alain Savary Cité El Khadra –1003 Tunisi Tel. (+216-71) 771300 - Fax (+216-71) 796453 [email protected] www.Tunisie.com/APIA Agence pour la Promotion Industrielle (API) 63, rue de Syrie 1002 Tunisi Belvédère Tel. (+216 7 1) 792144 - Fax (+216 7 1) 782482 [email protected] www.tunisianindustry.nat.tn Agenzia di Promozione degli Investimenti Esteri (F.I.P.A.) Centre Urbain Nord , 1004 Tunis Tel. : (216) 71 703 140 (lignes groupées) Fax : (216) 71 702 600 [email protected] http://www.investintunisia.tn/site/fr/home.php?id_article=90 ANETI-Agence nationale de l’emploi et du travail indépendant 19, rue Asdrubal, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216) 71 781 200 Fax: (216) 71 783 236 [email protected] www.emploi.nat.tn ATCT-Agence Tunisienne de coopération technique Centre urbain nord, BP N° 34 Cedex, 1080 Tunisi Tel.: (216) 71 704 220 Fax: (216) 71 703 010 [email protected] www.Tunisie-competences.nat.tn ATFP - Agence Tunisienne de la formation professionnelle 22, rue de libye 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216) 71 830 151 Fax: (216) 71 832 462 [email protected] www.fp.edunet.tn ATI-Agence Tunisienne d’Internet 13, rue Jughurta, Mutuelleville , 1002 Tunisi-Belvédère Tel: (216) 71 846 100 Fax: (216) 71 846 600 [email protected] www.ati.tn Bureau des entreprises exportatrices 5, avenue de la République , 1001 Tunisi-Marine Tel: (216) 71 349 053 Fax: (216) 71 259 320 CENAFFIF-Centre national de Formation de Formateurs et d’Ingénierie de Formation 6, avenue de France, 2040 Radès Tunisia Tel.: (216) 71 443 963 Fax: (216) 71 441 375 [email protected] www.fp.edunet.tn Centro di Promozione per le Esportazioni Centre Urbani Nord, BP25 Tunisi-1080 Tel: (+216-71)234200 Fax: (+216-71)237325 [email protected] www.cepex.nat.tn

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CETTEX -Centre technique du textile Avenue des Industries -BP 279, ZI Bir El Kassâa, 2013 Ben Arous Tel.: (216-71) 381 133 Fax: (216-71) 382 558 [email protected] CNSS-Caisse nationale de sécurité sociale 49, avenue Taieb M’hiri1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216) 71 796 744 Fax: (216) 71 790 178 [email protected] www.cnss.nat.tn COTUNACE-Compagnie Tunisienne pour l’Assurance du commerce extérieur Rue 8006, cité Monplaisir, 1002 Tunisi Tel: (216) 71 783 000 Fax: (216) 71 782 539 [email protected]@Email.ati.tn www.cotunace.com.tn CTAA-Centre technique de l’agro-alimentaire Z.I Charguia II, 2080 Ariana Tel.: (216-71) 705 261 Fax: (216-71) 706 513 [email protected] CTN - Compagnie Tunisienne de Navigation 5, rue Dag Hammarskjoed, 1001 Tunisi Tel: (216) 71 341 777 Fax: (216) 71 336 540 [email protected] www.ctn.com.tn Direction de la Douane 5, rue Ichbilia1002 Tunisi-Belvédère Tel: (216) 71 333 700 Fax: (216) 71 336 434 [email protected] www.douane.gov.tn Fédérations UTICA - Agro-alimentare 17, rue Abderrahman El Jaziri, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216-71) 783 432 Fax: (216-71) 280 227 FEDEX 17, rue Abderrahman El Jaziri, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216-71) 793 586 Fax: (216-71) 780 582 INNORPI-Institut national de la normalisation et de la propriété industrielle R.A. Savary,BP 23, 1003 Tunisi-El Khadra Tel.: (216) 71 785 922 Fax: (216) 71 781 563 [email protected] http://www.inorpi.ind.tn/ INS-Institut National de la Statistique 70,rue Ech-cham, BP. 265 Cedex Tunisi Tel.: (216) 71 891 002 Fax: (216) 71 795 559 [email protected] www.ins.nat.tn Istituto Italiano di cultura a Tunisi Dott.ssa Paola Procaccini 80, Avenue Mohamed V, Tunisi-Belvédère, 1002 Tunisi

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Tel : (+216-71) 282552 Fax : (216-71) 282499 [email protected] http://ambitalia-tn.bo.cnr.it/ OACA-Office de l’Aviation Civile et des Aeroports Boulevard 7 novembre 1987, 2035 Carthage Tel.: (216) 71 754 000/ 71 755 000 / 71 288 000 [email protected] www.oaca.nat.tn ONAS-Office national de l’assainissement 32, rue Hédi Nouira, 1001 Tunisi Tel.: (216) 71 343 200 Fax: (216) 71 350 411 [email protected] www.onas.tn ONH-Office national de l’huile 10, avenue Mohamed V, 1001 Tunisi Tel.: (216) 71 339 093 Fax: (216) 71 351 883 [email protected] www.onh.tn PACKTEK-Centre technique de l’emballage et du conditionnement Cité el Khadra, 1003 Tunisi-El Khadra Tel.: (216-71) 772 755 Fax: (216-71) 772 681 [email protected] SONEDE-Société nationale d’Exploitation et de Distribution des Eaux 23, rue Jewaher Nehru -Montfleury , 1008 Bab Manera Tel : (216) 71 887 000 Fax : (216) 71 871 000 [email protected] www.sonede.com.tn STEG-Société Tunisienne d’Électricité et du Gaz 38, rue Kamel Ataturk BP 190 Tunisi Cedex Tel.: (216) 71 341 311 Fax: (216) 71 349 981 [email protected] www.steg.com.tn TUNISIAIR Boulevard 7 novembre 1987 ,2035 Carthage Tel.: (216) 71 700 545 Fax: (216) 71 700 008 [email protected] www.Tunisiair.com.tn TUNISIE TELÉCOM 41, rue Asdrubal, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216) 71 845 845 Fax: (216) 71 847 477 www.TunisieTelecom.tn UTAP-Union Tunisienne de l’agriculture et de la pêche 6, Rue Alain Savary , Cité el Khadra, 1003 Tunisi Tel.: (216-71) 800 800 Fax: (216-71) 797 292 [email protected] UTICA Union Tunisienne de l'Industrie, commerce et artisanat 103, avenue de la Liberté, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216-71) 780 366 Fax: (216-71) 782 143

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[email protected] www.utica.org.tn Zone Franche Parc d’activités économiques de Bizerte 241-243, avenue Habib Bourguiba 7000 Bizerte Tel.: (216) 72 417 477 Fax: (216) 72 417 925 [email protected] www.bizertaeconomicpark.com.tn Parc d’activités économiques de Zarzis Port de Zarzis - 4137 Zarzis - Tunisie Tel: (+216) 75 694 800 - 75 694 856 / Fax: (+ 216) 75 692 630 [email protected] www.zfzarzis.com.tn Principali Istituti Bancari locali Banque Centrale de Tunisie 25 rue Hédi Nouira, BP 777, 1080 Tunisi Cedex Tel.: (216-71) 254 000 Fax: (216-71) 340615 [email protected] www.bct.gov.tn BCMA-Banque de coopération du Maghreb arabe immeuble BNTND, Cité MontplaisirAvenue Mohamed V, BP 46, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216-71) 780 311 Fax: (216-71) 781 056 BTKD-Banque Tunisio-Koweïtienne de développement Direction Identification Promotion Partenariat et Privatisation10 bis, avenue Mohamed V, BP 49, 1001 Tunisi Tel.: (216-71) 340 000 Fax: (216-71) 343 106 [email protected] [email protected] www.btkd-bank.com STB-Société Tunisienne de Banque 1, rue Hédi Nouira, 1001 Tunisi Tel.: (216-71) 340 477 Fax: (216-71) 340 009 Département Commercial : (216 71) 337 533 Département International : (216 71) 340 009 [email protected] www.stb.com.tn STUSID-Société Tunisio-Saoudienne d’Investissement et de Développement 32, rue Hédi Karray, BP 20, 1002 Tunisi-Belvédère Tel.: (216-71) 718 233 Fax: (216-71) 719 233 [email protected]