Test Di Rorshach

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LETTURA DEL TEST DI RORSCHACH Romeo Lucioni La “struttura percettiva” di ognuna delle 10 tavole che compongono questo famoso e importantissimo “test proiettivo”, da alle “risposte” emesse dal soggetto, la possibilità di una interpretazione. Attraverso queste letture, possiamo evidenziare: - modelli difensivi specifici; - strutture adattive verso la realtà; - possibilità organizzative dei processi mentali; - elementi proiettivi; - immagini interne (inconsce). Tutto questo crea un “valore simbolico” che deve essere valutato nei suoi aspetti di: - adeguatezza - efficacia funzionale nei riguardi dell’equilibrio del funzionamento psico- mentale (psico-affettivo e psico-cognitivo). Di fronte a questa lettura, bisogna per lo meno essere sicuri che il “valore simbolico” risulti sufficientemente affidabile. Questo principio non è ancora del tutto assolto proprio perché ci sono profonde differenze tra le attribuzioni simbolico-funzionali adottate dai diversi autori. Ciò avviene anche perché sono diverse le attribuzioni concettuali alle differenti espressioni, per es. maternità e paternità. Riassumendo, possiamo asserire che il significato simbolico delle tavole non è rigido e determinato, fatta eccezione forse per le tavole: IV e VII, V e III. In tutte le tavole si evidenziano le problematiche del transfert che, per altro, rappresentano le dinamiche della “visibilità”, che includono il sentirsi in se stessi e, soprattutto, il sentirsi di fronte all’Altro. Il “vedersi e l’essere visto” impone dinamiche di realtà e di verità che richiedono una risposta e, proprio per questo, generano tensioni e la mobilizzazione dei “meccanismi di difesa”, tra cui la mentalizzazione e le difese operative. Va ricordato come “gli affetti” possono generare dei blocchi psichici: - riducendo il potenziale personale e le mete che il soggetto potrebbe raggiungere; - arrivando a generare situazioni pericolose oltre che di tipo masochista, ed anche portare a cercare sicurezza attraverso l’auto-riferimento. TAVOLA I° Viene normalmente riferita alla immagine che il soggetto ha di se stesso: la tavola viene presentata a lui (lei) che, a sua volta, si presenta alla tavola. La risposta “COMUNE” riguarda “pipistrello o farfalla” o qualsiasi altro animale alato visto globalmente. La farfalla rispecchia “elementi narcisistici” (… più femminili), mentre il pipistrello riguarda sfumature riferibili ad entrambi i generi.

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Il famoso libro di Rorshach

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LETTURA DEL TEST DI RORSCHACH

Romeo Lucioni

La “struttura percettiva” di ognuna delle 10 tavole che compongono questo famoso e importantissimo “test proiettivo”, da alle “risposte” emesse dal soggetto, la possibilità di una interpretazione. Attraverso queste letture, possiamo evidenziare:

- modelli difensivi specifici; - strutture adattive verso la realtà; - possibilità organizzative dei processi mentali; - elementi proiettivi; - immagini interne (inconsce).

Tutto questo crea un “valore simbolico” che deve essere valutato nei suoi aspetti di:

- adeguatezza - efficacia funzionale nei riguardi dell’equilibrio del funzionamento psico-

mentale (psico-affettivo e psico-cognitivo). Di fronte a questa lettura, bisogna per lo meno essere sicuri che il “valore simbolico” risulti sufficientemente affidabile. Questo principio non è ancora del tutto assolto proprio perché ci sono profonde differenze tra le attribuzioni simbolico-funzionali adottate dai diversi autori. Ciò avviene anche perché sono diverse le attribuzioni concettuali alle differenti espressioni, per es. maternità e paternità. Riassumendo, possiamo asserire che il significato simbolico delle tavole non è rigido e determinato, fatta eccezione forse per le tavole: IV e VII, V e III. In tutte le tavole si evidenziano le problematiche del transfert che, per altro, rappresentano le dinamiche della “visibilità”, che includono il sentirsi in se stessi e, soprattutto, il sentirsi di fronte all’Altro. Il “vedersi e l’essere visto” impone dinamiche di realtà e di verità che richiedono una risposta e, proprio per questo, generano tensioni e la mobilizzazione dei “meccanismi di difesa”, tra cui la mentalizzazione e le difese operative. Va ricordato come “gli affetti” possono generare dei blocchi psichici:

- riducendo il potenziale personale e le mete che il soggetto potrebbe raggiungere;

- arrivando a generare situazioni pericolose oltre che di tipo masochista, ed anche portare a cercare sicurezza attraverso l’auto-riferimento.

TAVOLA I°

Viene normalmente riferita alla immagine che il soggetto ha di se stesso: la tavola viene presentata a lui (lei) che, a sua volta, si presenta alla tavola. La risposta “COMUNE” riguarda “pipistrello o farfalla” o qualsiasi altro animale alato visto globalmente. La farfalla rispecchia “elementi narcisistici” (… più femminili), mentre il pipistrello riguarda sfumature riferibili ad entrambi i generi.

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La maggio parte degli autori da alla tavola un “valore di identità” che va ricercato anche nelle altre tavole, proprio per il “… suo specifico legame con le diverse esperienze relazionali”. È paradigmatica la definizione di Ofelia Vàzquez che tiene in conto l’atteggiamento abituale ed i cambiamenti di fronte ad una esperienza del tutto nuova. In una “linea evolutiva” possiamo riconoscere “difese comuni” e atteggiamenti di fronte a situazioni nuove. Juan Portuondo considera il riferimento centrale della tavola come legato alla figura materna, mentre le parti periferiche lo sono con quella paterna. Per Coosli-Usteri la tavola analizza il “… conflitto con l’autorità paterna”. Alicia M. Passalacqua (et.All) proietta il simbolismo della tavola sulla discriminante “… così sono Io” e quindi è un riferimento alla situazione triangolare relativa al superamento o meno della questione edipica. TAVOLA II°

È la prima nella quale appare “il rosso” e il colore può mobilizzare vissuti e sentimenti relazionati con la aggressività e l’impulsività. Secondo O. Vàzquez fa riferimento alla domanda “… come sono nel mio intimo?” Per Bohm vengono mobilizzati vissuti e sentimenti infantili, ma anche associazioni di tipo sessuale, soprattutto nel dettaglio rosso inferiore. Questa tavola ci permette di proporre una “analisi globale” (valida per ognuna delle tavole) dal momento che considera:

- l’emotività (tensione-ansia-ecc.) - l’affettività - nei suoi aspetti positivi e negativi; - la cognizione – creatività e problem-solving; - la dimensione intuitivo-immaginaria.

Vanno anche tenute in conto le valenze orali, anali e genitali: - la sessualità - il senso di sé - la realtà - il valore dell’altro - il padre - la madre In questo valutiamo la posizione di Portuondo che chiama la tavola “… della colpevolezza sessuale”. Da qui il riconoscimento di:

- il buco centrale; - il pene = dettaglio centrale superiore; - genitali femminili = centrale inferiore; - il sangue (rosso) = integrato nella persona o animale come qualcosa che è

successo, che sta per succedere; che può succedere. Per Vera Campo si trova una combinazione di sesso e di aggressione. Possiamo considerare una “cattiva risposta” il segno di una reazione poco controllata (scatenamento di una emotività fragile e libera); una “buona risposta” nell’autocontrollo ed una sufficiente capacità di sublimazione. La tavola ha una “pregnanza affettiva” nella “… figura di due orsacchiotti che si strofinano il muso” e nelle “… mani che si toccano”. È importante anche l’aspetto “esplosivo anale” evidenziato nel rosso in basso: lampi di fuoco emessi da un razzo o, girando la tavola, “… esplosione vulcanica”.

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TAVOLA III°

Per dimostrare la difficoltà di conciliare le diverse interpretazioni suggerite dagli esperti delle “divine macchie” (Vera lampo), prendiamo T. Alcock che lega questa tavola alla “… capacità di sovvertire la frustrazione generata dalla difficoltà di combinarsi il rosso nel nero del contesto, organizzandolo logicamente. Questa “imposizione ideologica” perturba chi pretende di dominare la situazione strutturando tutte le espressioni insite in una sola immagine. Portuondo la vede come “tavola della normalità”. Se si dimostra una difficoltà a percepire la figura umana (o dei pupazzi) si piò pensare ad una difficoltà se non ad una patologia. Per Loosli-Usteri si può evidenziare la “virilità” in una connotazione morale e sessuale. Ofelia Vàzquez mette l’accento sulle modalità di stabilire vincoli con l’altro. A.M. Passalqcqua sottolinea il contenuto organico-popolare (un aspetto del “senso comune”) come “indice di realtà”, discriminazione del sesso (gli omosessuali entrerebbero in confusione) e, quindi, di una “auto-identificazione”. C’è anche un aspetto di identificazione con l’Altro, che può essere utile per indagare perturbazioni nelle relazioni sociali. Per noi, la tavola, dà informazioni importanti sulle possibilità serene e non traumatiche, di relazionarsi con l’altro (maschi-femmina, madre-padre). Ciò indica anche la possibilità di integrazione e di collaborazione, per cui si possono scoprire conflitti en le figure genitoriali che spesso generano blocchi o limitazioni comportamentali ed anche di elaborazione simbolica TAVOLA IV°

La tavola viene per lo più riferita all’immagine paterna e suscita spesso reazioni di ansietà, angoscia, timore, minaccia, oppressione, persecuzione. Potremmo parlare di “Super-Io-ancestrale e pericoloso”, simbolo del potere e dell’autorità indiscutibile. T. Alcock parla di “immagine edipica”, mentre Bohm sottolinea aspetti di attività e di passività. Per A.M. Passalacqua, indaga l’idealizzazione ed il rifiuto dell’elemento maschile (anche se questi elementi si proiettano in tutte le aree del test). Per questo diventa utile nella “selezione del personale” perché permette di estrarre indicazioni su come il soggetto si relaziona con l’autorità. Crediamo che sia importante sottolineare l’ambiguità della figura per la presenza di:

- elementi svalorizzanti e denigratori (testa piccola; braccia distrofiche); - forme di “potere-potenza” (piedi grossi; voluminoso apparato centrale che

ha riferimenti con la potenza sessuale).

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TAVOLA V°

T. Alcock sottolinea come la pregnanza formale verso un “oggetto alato” sia tale da poter dire che, se non viene percepita, siamo di fronte a disturbi nel rapporto con la realtà. Un intellettuale può trovare stimoli per una analisi più sofisticata e Bohm parla di mobilizzazione di fantasie e ricordi atavici e delle scene primarie. Klopfer sottolinea la possibilità di “analizzare in profondità il mondo del reale” per scoprire espressioni aggressive (il coccodrillo: d. laterale). La tavola ha una tale evidenza formale che per O. Vazquez permette un rapido “… lavoro di ristrutturazione delle forze che permettono di abbordare il mondo, la cui mancanza diventa quindi assiomatica per evidenziare qualche difficoltà psichica. È interessante ricordare come diversi autori vedano in questa lamina la possibilità di scoprire elementi legati alla castrazione. Sebbene in tutte le tavole si possano individuare questi aspetti, è proprio questa lamina la più indicata, proprio perché l’elemento formale è predominante (realtà ed evidenza). L’imposizione di una “realtà indiscutibile” non solo permette la strutturazione di un “senso di verità”, ma si lega anche ad un “idealismo del Super-Io” appella al “senso di realtà”. Per questo, vari autori fanno riferimento alle “problematiche della castrazione” come “mancanza nella figura di dettagli”, mutilazione nei lati o nelle parti superiori ed inferiori. Il predominio del “senso del reale” sottolinea le “valenze adattive” che vanno vagliate nella dimensione di una “… mancanza di creatività e di senso di sé indipendente e volitivo”. TAVOLA VI°

Secondo T. Alcock lo stimolo percettivo chiaroscurale implica sensazioni tattili, corporali ed anche legate all’organo sessuale maschile. Tutto ciò attiva combinazioni , nel piano inconscio, di sentimenti conflittivi della sfera sex. Questi si attivano nella prima tappa della relazione madre-figlio (secondo la teoria freudiana) quando le sensazioni tattili sovrastano la percezione che resta relegata nell’ordine oggettuale. Questi “oggetti parziali” generano ansie profonde che verranno annodatealle dinamiche sessuali. Bohm parla di relazione tra l’Io e la sessualità, ma sottolinea anche l’emergere di “idee religiose” strettamente legate alle dinamiche totemiche. M. Passalacqua vede nella linea centrale un segno di “… capacità di insight, di livello intellettivo e profondo, di elaborazione psicologica. Robert Allen ritiene questa tavola come continuazione della IV° nella rappresentazione della figura paterna e del “simbolo del potere”.

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Ofelia Vàzqeuz fa riferimento ad una sequenzialità: T.IV= tuo padre; T.V°= ti mostro la realtà che non potrai trasformare; T.VI°= darà testimonio del tuo essere sessuato. Viene chiamata “tavola della sessualità” tanto maschile quanto femminile, in quella dualità ? in alto e ? in basso. Questa sessualità duplice genera possibilità simboliche che portano anche alla sublimazione. L’aspetto tattile percettivo permette di valutare le prime esperienze infantili che danno senso di piacere e di soddisfazione. Un aspetto molto frequente è quello legato alla percezione di “pelle d’animale distesa per terra”. Il nesso con la …………. È “sublimazione della sessualità” che ha anche un valore di “… superamento dei conflitti profondi legati alle valenze della sottomissione, della ribellione, della trasformazione come … passaggio nelle catena di comando. TAVOLA VII°

Per Alcock è segno dei riflessi della relazione e dell’accoglimento. Questa è la tavola della Madre, riferita al legame madre-figlio/a. Bohm la utilizza per misurare la relazione tra l’Io e l’aggressività, mentre per Robert Allen serve a misurare la sicurezza emotiva e l’insicurezza. Per Ofelia Vàzquez il riferimento non è con la “madre biologica” (riferimento specifico della T- IX), ma il “femminino” nella relazione interpersonale. Anche se la figura materna può avere referimenti in tutte le tavole, in questa è più pregante ed anche più complessa nel senso dell’accettazione (utero materno) seppure ci siano anche riferimenti (dettaglio basso centrale) alla forma sessuale ? (la vagina). TAVOLA VIII°

Ofelia Vàzquez lega questa tavola all’atteggiamento ed allo stato d’animo del soggetto messo nella situazione transferenziale. Queste problematiche intersoggettive fanno riferimento ai modelli ed alle caratteristiche vincolari infantili. La presenza dei colori e della facile risposta comune (animali quadrupedi) permette di evidenziare la capacità di adattamento sociale ed affettivo, sostenute da meccanismi generali ed istintivi. Si possono apprezzare le aspirazioni e le ambizioni personali, oltre che l’atteggiamento verso le riconosciute difficoltà insite nel mondo esterno. Il livello di aggressività posta negli animali, indica il grado di capacità del soggetto di esprimere i propri impulsi istintivi. In questo modo, la tavola aiuta a discriminare gli adattamenti e le dinamiche disadattive di fronte alla realtà. TAVOLA IX°

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Portuondo mette in evidenza come i colori diffusi e mescolati portino a difficoltà interpretative ed elaborative. Accenniamo anche agli elementi “aggressivi” che contraddicono le espressioni accoglienti caratteristiche del seno materno. Secondo Bohm la tavola si relazione con i conflitti repressi della tappa anale dello sviluppo, proprio per la confusione e la mescolanza dei colori. L’aspetto di “artigli”, nella parte arancione superiore, è sufficientemente forte per fare emergere gli atteggiamenti di tipo difensivo. Bohm sottolinea la ricerca sugli atteggiamenti, le abitudini e le modalità caratteriali poste nell’applicazione lavorativa. La relazione latente con la “figura materna” attiva fantasie sulle dimensioni repressive di n rincontro con l’utero e con il seno materno. Ofelia Vàzquez vede la rappresentazione del mistero femminile racchiuso nel “materno-accogliente” e della “riproduzione”. Rappresenta la “madre fetale primitiva” della quale desideriamo l’essere accettati ed anche desiderati. Sono elementi regressivi (quasi biologici) che si legano anche ai “rosa inferiori” che suscitano associazioni con le relazioni con i propri figli. Viene indicata come tavola:

- della trasferenza; - della sublimazione; - dell’insicurezza e della sicurezza affettive; - della madre arcaica; - del rendimento intellettivo per le difficoltà di elaborazioni G con una buona

forma interpretativa globale; - utile per la misurazione della frustrazione - e per fare sorgere immagini legate alla nascita.

TAVOLA X°

Attiva l’analisi sulla relazione con il mondo esterno, con la vita reale, con lo “spazio vitale” (Kurt Lewin). Dà un senso di familiarità per i numerosi oggetti riconoscibili e, di conseguenza, un certo grado di sicurezza sociale. Il soggetto dimostra le sue capacità di relazione, i problemi pratici della vita e, una buona risposta, è legata alla “capacità di recupero” dopo la perturbazione provocata dai colori e dai contenuti delle tavole anteriori. T. Alcock vede qui la possibilità di un pronostico, dato che appaiono fantasie di cura e di superamento delle problematiche personali. Portuondo ne riconosce l’utilità per valutare la sensibilità e le difficoltà del soggetto di fronte al mondo esterno e della vita reale. Ofelia Vàzquez si sofferma sull’analisi delle D:

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- i grigi – con la coppia genitoriale ed il dettaglio lungo centrale = il soggetto in relazione con i genitori;

- l’arancione centrale = il soggetto che si relaziona con il mondo ed il suo sentirsi nell’ambito sociale;

- gli azzurri centrali con la “coppia attuale”; - i gialli esterni = con la coscienza globale, inclusa quella della guarigione; - i dettagli rosa = la sessualità, l’Eros e l’aggressione.

COMMENTI: +++ Se accettiamo l’idea che la prima tavola permette di indagare “l’immagine che il soggetto ha di se stesso”, bisognerebbe considerare la possibilità di offrirla per ultima in modo da permettere una serie di adattamenti nel rapporto con le immagini genitoriali, della realtà, ecc. ecc. +++ SENSO DELLE TAVOLE:

a) I, II, III = mobilizzazione di aggressività e angoscia; b) IV, V, VI, VII = relazioni edipiche e sessualità; c) VIII. IX, X = inter-relazione

+++