Tesi di Laurea in SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARI · ambientale, prevedendo l’uso razionale e la...
Transcript of Tesi di Laurea in SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARI · ambientale, prevedendo l’uso razionale e la...
1
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEL SUOLO DELLA PIANTA E DEGLI
ALIMENTI CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARI
Tesi di Laurea in SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARI
PRODUZIONE, COMMERCIALIZZAZIONE
E CERTIFICAZIONE DI PRODOTTI DA FORNO
Relatore: Chiar.mo Prof. Francesco CAPONIO
Tutor aziendale: Sig. Giuseppe COLELLA
Laureanda
Francesca SCAGLIUSI
Anno Accademico 2015-2016
1
INDICE
1 Introduzione
2 Il concetto di Qualità
2.1 La Qualità degli alimenti
2.2 Qualità “Oggettiva” e Qualità “Percepita”
3 L’azienda Puglialimentari
3.1 Profilo aziendale
3.2 Lo Scaffale di Puglialimentari
4 I prodotti da forno e i processi produttivi
4.1 Aspetti microbiologici
4.2 Dalla materia prima al prodotto finito
5 Packaging
5.1 Confezionamento e dosaggio
6 Commercializzazione dei prodotti
6.1 Marchi
6.2 Sagre e Fiere
6.3 Esportazioni
Conclusioni
Bibliografia
Siti web consultati
2
1. INTRODUZIONE
Sempre più frequentemente il consumatore richiede prodotti tradizionali e tipici
regionali aventi funzione d’uso ed elevate proprietà nutrizionali e salutistiche. La qualità
è il requisito fondamentale perché un alimento possa essere utilizzato dall’uomo per il
suo sostentamento. Produrre alimenti che non rispettano questo requisito rappresenta un
danno economico per la società, per il servizio sanitario nazionale e per lo stesso
produttore. Il mio percorso di tirocinio pertanto ha avuto come obiettivo quello di
valutare la qualità dei prodotti da forno tipici della tradizione regionale, partecipando
attivamente al processo produttivo. L’azienda che mi ha permesso tutto ciò, in
collaborazione con l’università, è la Puglialimentari, un’azienda che dal 1987, ha inteso
rinnovare il carattere tradizionale, simbolo della migliore tradizione fornaia pugliese,
con una vasta gamma di prodotti da forno tipici della Terra di Bari.
Durante tutto il periodo di tirocinio i miei tutors, il professor Francesco Caponio e il sig.
Giuseppe Colella, rispettivamente tutor universitario e tutor aziendale, mi hanno guidata
e mi hanno permesso di portare a termine i miei obiettivi e di affacciarmi al mondo del
lavoro.
3
2. IL CONCETTO DI QUALITÀ
La qualità è definita come “l’insieme delle proprietà e caratteristiche di un prodotto o
servizio che gli conferiscono l’attitudine a soddisfare bisogni espressi o impliciti”
(norma UNI EN ISO 8402).
2.1. La Qualità degli alimenti
La definizione di qualità non è, né può essere, univoca, in quanto è ormai noto che essa
deve essere definita rispetto alla capacità di un dato bene o servizio di soddisfare i
bisogni, espressi o latenti, dei consumatori e/o dei clienti.
Pertanto, la qualità alimentare riveste, senza ombra di dubbio, un ruolo centrale non solo
in ambito politico economico ed imprenditoriale, ma anche nel vissuto quotidiano dei
consumatori. Di fatto durante il corso degli anni il concetto di qualità degli alimenti ha
subito una profonda evoluzione. Per quanto riguarda i consumatori, richiedendo prodotti
salubri, nutrienti ed ottenuti nel rispetto dell’ambiente, hanno contribuito a definire
parametri che caratterizzano una qualità “percepibile o soggettiva” (da un punto di vista
qualitativo), mentre i produttori e la grande distribuzione organizzata (GDO) hanno
contribuito nel corso degli anni allo sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi sistemi atti
a tutelare il consumatore garantendo standard di sicurezza alimentare sempre più
elevati. Pertanto, quando andiamo a valutare la “qualità di un alimento” dobbiamo
rapportarci all’insieme dei diversi fattori che concorrono a determinare la qualità totale
dell’alimento e quindi ad una serie di parametri e di dinamiche multipli.
2.2. Qualità “Oggettiva” e Qualità “Percepita”
Possiamo distinguere quindi una Qualità “Percepita” o “Soggettiva” ed una Qualità
“Oggettiva”.
La prima è richiesta dai consumatori e si focalizza su parametri qualitativi, la cui
valutazione non è affatto semplice, in quanto la difficoltà nasce dal concetto
multidimensionale di qualità, derivante dalla moltitudine di caratteristiche e attributi che
un bene (alimento) possiede: ne consegue che diversi gruppi di consumatori, in
situazioni di consumo differenti, possano avere opinioni discordanti sulla qualità dello
4
stesso prodotto. È importante, quindi, riflettere sulla percezione della qualità e sui
metodi utilizzati per indagarla.
La seconda è un tipo di qualità richiesta dalle industrie e dalla grande distribuzione
organizzata (GDO) è un tipo di qualità ben definita, misurabile e verificabile, rispetto a
determinati parametri standard e ed è molto legata al concetto di “Sicurezza
Alimentare”, resa obbligatoria dalla normativa vigente.
Oltre a definire una qualità oggettiva ed una qualità soggettiva occorre definire i diversi
ambiti/caratteri/aspetti del concetto di qualità:
1) qualità igienico-sanitaria,
2) qualità chimico-nutrizionale,
3) qualità legale,
4) qualità organolettica,
5) qualità di origine.
La Qualità igienico/sanitaria
La qualità igienico-sanitaria di un alimento è data dalla rispondenza a requisiti d’igiene
minimi, stabiliti per legge, relativi al “contenuto” in sostanze di natura chimica, di
microrganismi e di loro metaboliti (tossine). Secondo il Reg. CE 852/2004 per “igiene
degli alimenti” si intendono le misure e le condizioni necessarie per controllare i
pericoli e garantire l’idoneità al consumo umano di un prodotto alimentare tenendo
conto dell’uso previsto.
I residui chimici presenti in un alimento possono derivare da una:
contaminazione primaria, e cioè a monte del processo produttivo, dovuta alla
presenza di residui di pesticidi (utilizzati normalmente in agricoltura), alla
presenza di metalli pesanti (specie per le coltivazioni poste lungo le strade),
all’uso eccessivo di farmaci in allevamento, reso ancora più grave dal non
rispetto dei tempi di sospensione previsti per legge;
contaminazione secondaria, che può avvenire durante il trasporto, lo stoccaggio
o la vendita dei prodotti alimentari se non sono rispettate le normali norme
igieniche.
5
La presenza di microrganismi all’interno degli alimenti oltre a determinare alterazioni
quali putrefazione, irrancidimento, fermentazione degli zuccheri, con conseguente
variazione delle caratteristiche organolettiche, può anche causare:
intossicazioni alimentari, si hanno in seguito al consumo di alimenti contenenti
tossine prodotte da microrganismi che si sono moltiplicati nell’alimento prima
del suo consumo, quindi, il microrganismo può non essere più vivo e vitale,
quello che determina l’intossicazione è la tossina da esso prodotta;
infezioni alimentari, si hanno in seguito al consumo di alimenti contenenti
microrganismi vivi, che raggiunto l’intestino si moltiplicano determinando
appunto l’infezione;
tossinfezioni alimentari, si hanno in seguito al consumo di alimenti contenenti
microrganismi vivi e le loro tossine.
Per garantire la qualità igienico/sanitaria degli alimenti, un ruolo fondamentale è
rivestito dall’operatore del settore alimentare, sia esso produttore, che distributore, che
venditore: “la sicurezza degli alimenti va garantita lungo tutta la catena alimentare, a
cominciare dalla produzione primaria (Reg. CE 852/2004). Uno strumento a garanzia
della salute del cittadino, adottabile da tutti gli operatori del settore alimentare è il
sistema HACCP (Hazard Analysis Critical Control Points). L’HACCP è uno strumento
di autocontrollo igienico, che mira all’analisi dei rischi e dei punti critici di controllo
delle varie fasi del ciclo produttivo, per ogni alimento sono individuati e valutati i
pericoli specifici, che mirano all’igiene e alla sanità, e sono stabilite le misure atte a
prevenire tali rischi.
La Qualità chimico/nutrizionale
La qualità chimico/nutrizionale di un alimento è data dal suo contenuto in proteine,
lipidi e carboidrati ed è, quindi, la capacità nutritiva dell’alimento stesso. La qualità
nutrizionale di un alimento può essere intesa sotto l’aspetto:
quantitativo, che è dato dalla quantità di energia chimica che esso apporta;
qualitativo, che è dato dalla combinazione degli elementi nutritivi in esso
contenuti.
La qualità nutrizionale degli alimenti va garantita a ogni livello del processo produttivo,
a partire dalla scelta delle materie prime; alcuni trattamenti, poi, possono influenzare il
6
contenuto in elementi nutritivi di un alimento, il calore ad esempio denatura le proteine,
con conseguente perdita delle proprietà biologiche delle stesse; anche un corretto
processo di conservazione/distribuzione ha un ruolo fondamentale nella garanzia della
qualità chimico/nutrizionale degli alimenti.
La Qualità legale
La qualità legale è quella garantita dall’insieme di norme che interessano il settore
alimentare: per essere definito di qualità un alimento deve rispondere a determinati
requisiti minimi di legge. La legislazione Italiana tutela, con un elevato numero di leggi,
la salute del cittadino. Accanto alla normativa che abbraccia tutto il settore alimentare,
vi è una normativa più specifica, riguardante un determinato settore alimentare, ed una
ancora più specifica che riguarda un particolare alimento nell’ambito di quel settore.
La Qualità Organolettica
La qualità organolettica di un alimento e data dalla valutazione, da parte del
consumatore, di alcune caratteristiche dell’alimento stesso, quali l’aspetto, l’aroma e la
consistenza, percepite attraverso gli organi di senso (qualità sensoriale). Si tratta
pertanto di valutazioni soggettive del consumatore, che sono notevolmente influenzate
da fattori psicologici, sociali e culturali.
Con la vista l’alimento è valutato per il suo colore, la sua forma, la sua dimensione ed
anche per il modo in cui è presentato. La vista è, tra i cinque sensi, quella che
maggiormente influenza la scelta di un alimento e che condiziona a sua volta gli altri
organi di senso.
Con l’olfatto è percepito l’aroma e l’odore di un alimento, che può essere gradevole o
sgradevole.
Con il tatto è percepita la consistenza o texture (compattezza, durezza, densità, ecc.) di
un prodotto alimentare e, nel caso di alimenti freschi, lo stato di conservazione e/o
maturazione.
Con il gusto sono percepiti l’amaro, il salato, il dolce e l’acido di un alimento.
Con l’udito sono percepite caratteristiche particolari che possono indicate la freschezza,
attraverso il rumore collegato alla masticazione, di alcuni prodotti alimentari (biscotti,
cereali, ecc.).
7
La Qualità di Origine
Nel 1992 la Comunità Europea ha creato alcuni sistemi noti come DOP
(Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG
(Specialità Tradizionale Garantita) per promuovere e tutelare i prodotti agro-alimentari.
Data la forte sensibilità dei consumatori finali, in particolare rispetto a talune delle
caratteristiche qualitative, c’è una considerazione del tutto particolare rispetto ai
prodotti alimentari: si pensi ai contenuti nutrizionali e salutistici degli alimenti, oltre ai
più noti aspetti igienici e di sicurezza sanitaria, solo per fare solo alcuni esempi.
Ciò perché, nel tempo, la società ha aumentato notevolmente le sue richieste di qualità
all’agricoltura, sotto il profilo:
alimentare, chiedendo sempre più di produrre alimenti con caratteristiche
positive;
sociale, applicando le nuove concezioni di multifunzionalità;
ambientale, prevedendo l’uso razionale e la valorizzazione delle risorse naturali.
In questo contesto, la qualità del prodotto alimentare, richiesta dal consumatore, può
essere “declinata” in una serie di modalità, riassumibili nelle cinque “S”:
sensi (qualità “organolettica”): gusto, sapore, profumo, vista;
servizio (qualità “industriale-commerciale”): preparazione, confezione,
conservazione, ecc.;
sicurezza (qualità “igienico-sanitaria”): igiene alimentare, assenza di sostanze
nocive;
salute (qualità come “salubrità”): caratteristiche dietetiche e nutrizionali;
storia (qualità “tipica”): zona di produzione, prodotto agricolo, composizione,
metodi di produzione, ecc.; si tratta di elementi riconducibili all’origine del
prodotto, che è possibile valorizzare, in termini di valore aggiunto, attraverso
una chiara ed adeguata etichettatura obbligatoria degli alimenti (freschi e
trasformati).
La qualità igienico-sanitaria (sicurezza alimentare) è garantita dalla legislazione in
materia e da un adeguato sistema di controlli. Essa è oggi governata da una molteplicità
di standard, nel cui ambito i principi HACCP (Hazard Analysis and Critical Control
Point) rivestono certamente un ruolo di rilievo. La relativa certificazione di conformità,
8
ove esistente, si configura come vera e propria certificazione cogente. I principi del
sistema HACCP sono stati introdotti in Europa inizialmente con la direttiva 43/93/CEE
(recepita in Italia con il decreto legislativo D. Lgs 155/97), che prevedeva l'obbligo di
applicazione del protocollo HACCP per tutti gli operatori del settore alimentare, poi
sostituita con il Reg CE 852/2004, entrato in vigore dal 01.01.2006, che all'art. 5 par. 3
chiarisce che si applica agli operatori del settore alimentare che intervengono nelle fasi
della produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti successiva alla
produzione primaria. Di conseguenza nel D. Lgs 193/07 viene definitamente abrogato il
D. Lgs. 155/97 e vengono decretate le sanzioni per inadempienza al Reg CE 852/04.
Alle esigenze di tipicità, tradizione, abitudine dei consumatori, il legislatore ha risposto
con l’emanazione dei Regolamenti Comunitari in materia di prodotti a Denominazione
di Origine Protetta (DOP), Indicazione Geografica Protetta (IGP), Specialità
Tradizionale Garantita (STG), e, con riferimento ai vini, Vini di Qualità Prodotti in
Regioni Determinate (in Italia DOC, DOCG e IGT, che oggi rientrano anch’essi tra le
DOP e IGP dopo la modifica introdotta nella OCM vino dal Reg. Ce 479/2008).
Alle domande di tutela dell’ambiente e di sviluppo sostenibile, provenienti dal mercato,
si è data una risposta con l’introduzione del sistema di produzione biologica, anch’esso
definito da apposito Regolamento Comunitario, e in parte anche con la produzione
integrata (PI), anche se definita, per ora, sulla base di disciplinari assai diversi nel
contesto sia nazionale che europeo.
Con l’introduzione dei prodotti DOP e IGP e delle produzioni da agricoltura biologica si
sono creati dei “marchi di qualità” regolamentati, a cui il produttore accede per scelta
volontaria, ma per i quali i criteri normativi di riferimento ed i procedimenti di
valutazione della conformità/certificazione sono definiti da regole cogenti. Tali
certificazioni regolamentate vengono rilasciate da Organismi appositamente autorizzati
dall’Autorità competente.
Nell’ambito della certificazione di prodotto, particolare importanza riveste la cosiddetta
certificazione di rintracciabilità di filiera che si configura, di fatto, come certificazione
di processo, che garantisce la rintracciabilità del prodotto alimentare in tutti i passaggi
del processo produttivo – “from farm to fork” – ed è anch’essa effettuata da competenti
Organismi di Certificazione di parte terza.
9
A complemento e integrazione delle forme, più o meno dirette, di assicurazione della
qualità (certificazione) dei prodotti agro-alimentari sopra richiamate, si sono affermate,
sia pur in gradi diversi, anche forme indirette di assicurazione, rappresentate dalla
certificazione dei sistemi di gestione, che pure rivestono considerevole importanza per
la produzione agricola e l’industria agro-alimentare in genere, quali la certificazione di
sistema di gestione per la qualità (SGQ) (regolata dalla Norma ISO 9001:2000) e la
certificazione dei sistemi di gestione ambientale (SGA) (regolata dalla norma ISO
14001:2004).
Commentato [C1]:
10
3. L’AZIENDA PUGLIALIMENTARI
3.1. Profilo Aziendale
Anticamente mani semplici e generose erano capaci di unire pochi genuini ingredienti:
uova, farina, acqua, sale e farina, in forme attraenti per la vista e gustose per il palato.
Incantata dal rituale familiare che accompagnava la preparazione di questi prodotti la
Puglialimentari, dal 1987, ha inteso rinnovare il carattere tradizionale, simbolo della
migliore tradizione fornaia pugliese, con una vasta gamma di prodotti da forno tipici
della Terra di Bari. L'utilizzo di materie prime di ottima qualità sono indici della sua
adesione alla tradizione casalinga, arricchita dalla continua ricerca e rinnovazione delle
attrezzature impiegate nella produzione e completata dal minuzioso controllo delle fasi
di lavorazione. I prodotti di grande qualità, che restituiscono intatti i sapori semplici e
pieni di un tempo e il rispetto della salute, grazie all'utilizzo di ingredienti genuini,
11
selezionati all'origine e lavorati ancora in modo naturale, garantiscono il successo
dell'azienda da oltre 25 anni.
La sapiente unione di antico e moderno e la capacità di interpretare i gusti dei
consumatori con varianti di prodotto sempre nuove, sono il contributo di
Puglialimentari S.r.l. alla diffusione sempre più ampia delle specialità tipiche dell'antica
arte fornaia di Puglia. Non solo, la Puglialimentari S.r.l., in virtù di un'organizzazione
aziendale flessibile, produce e confeziona anche per conto di marchi "terzi", in Italia e
all'estero.
3.2. Lo Scaffale di Puglialimentari
Sulle mensole di Puglialimentari è possibile trovare la vasta gamma di tesori di un’alta
tradizione fornaia.
Croccanti tarallucci, gustosi taralli fatti a mano, tradizionali friselle, soavi bignè
caserecci, ci riportano indietro nel tempo, ad epoche in cui tutto veniva preparato in
casa, secondo ricette tramandate per generazioni. Ingredienti semplici, combinati con
Commentato [C2]: riporterei foto
Commentato [F3R2]:
12
estro e fantasia, ed ecco, come per incanto, piccole delizie. Puglialimentari sceglie la
sicurezza della tradizione, utilizza ingredienti altamente selezionati e sicuri, che
provengono da coltivazioni e lavorazioni assolutamente naturali. Una scelta di campo
decisa, che mette al primo posto il rispetto per le varietà delle specie agroalimentari e,
soprattutto, la difesa della salute dei consumatori.
13
4. I PRODOTTI DA FORNO E I PROCESSI PRODUTTIVI
Sin dal primo giorno di tirocinio ho subito fatto la conoscenza di tutto il personale, ho
esplorato l’azienda che si compone di una prima parte amministrativa al cui interno vi
sono gli uffici, ed una seconda parte che è il vero e proprio cuore dell’azienda, ovvero il
laboratorio, la zona di produzione. All’esterno troviamo un ampio parcheggio dove
avviene il carico/scarico di merci, materie prime e prodotti finiti.
Il mio percorso di tirocinio è, quindi, partito dal laboratorio di produzione, dove ho
seguito i diversi processi di produzione dei vari prodotti, in particolare ho seguito il
processo di produzione dei fagottini, tarallini, snack, crostini e tarallucci glassati.
4.1. Aspetti microbiologici
Prima di approfondire i vari processi e le operazioni svolte è utile caratterizzare i
prodotti da forno così da averne una conoscenza più completa.
Il pane ed i prodotti lievitati da forno sono alimenti ottenuti per cottura di impasti
fermentati, gli ingredienti basilari di tali impasti sono: farina, acqua, lievito e sale.
Questi alimenti trovano largo consumo in Europa ed in altre parti del mondo dove sono
stati importati dagli stessi europei (Australia, Nuova Zelanda, America del nord e gran
parte dell’America del sud). Per altri continenti i cereali autoctoni e tradizionalmente
coltivati sono: il riso in Asia, il sorgo in Africa ed il mais in America (Zambonelli et al.
2001).
14
Quindi, sono alimenti ottenuti per cottura di una pasta o di un impasto preparato con
sfarinati di frumento (grano tenero, grano duro, orzo, segale, ecc.), acqua e con
l’aggiunta eventuale di altri ingredienti come, una componente lievitante, sale comune
da cucina, canditi, uvetta, olive, spezie semi di lino ecc.
I cereali sono, quindi, l’ingrediente base per la produzione di prodotti da forno,
presentano caratteristiche tali da renderli particolarmente idonei all'alimentazione
umana fin dall'antichità infatti possono essere coltivati in un'ampia fascia di condizioni
climatiche e ambientali e danno una buona resa di sostanze nutritive per unità di
superfice coltivata.
Inoltre, i semi maturi hanno un'umidità relativamente bassa (13-16%) in confronto agli
altri alimenti di origine vegetale (80-90%) e quindi si conservano anche per un lungo
periodo senza richiedere particolari accorgimenti.
L’impasto o pasta è il risultato dalla miscelazione ovvero l’unione uniforme ed intima di
due o più componenti per dispersione degli uni negli altri.
Tra gli ingredienti il più diffuso è sicuramente il grano o frumento.
Distinguiamo due tipologie principali di frumento:
Triticum aestivum ovvero il frumento tenero (esaploide) da cui si producono
farine per pane, biscotti, dolci, panettoni ecc.;
15
Triticum durum ovvero il frumento duro (tetraploide) da cui si produce la semola
per pasta.
Composizione della cariosside:
13% pericarpo e tegumenti seminali (involucri) ovvero CRUSCA (aleurone
compreso);
2% embrione;
85% endosperma.
Composizione analitica:
amido: 60-70%;
proteine: 14-14,5% (grani teneri di forza) 10-10,5% (grani teneri da biscotti) 11-
15% (grani duri);
fibra: 2-2,5%;
lipidi: 1,5-2%;
ceneri: 1,5-2,2%.
Classificazione di Osborne delle proteine del frumento (in base alla solubilità):
albumine: solubili in acqua;
globuline: solubili in soluzioni saline;
gliadine: solubili in soluzioni alcoliche;
glutenine: solubili in soluzioni acide;
Albumine e globuline sono proteine enzimatiche (embrione e aleurone; ricche in
aminoacidi essenziali).
Gliadine e glutenine sono le proteine che formano il glutine in presenza di acqua
(proteine di riserva, si trovano nell’endosperma). Il glutine è una sostanza viscoelastica,
cioè con proprietà intermedie tra viscosità (dei liquidi) ed elasticità (dei solidi).
CARATTERI QUALITATIVI DEL FRUMENTO
Dipendono dagli utilizzi (pane, pasta, biscotti, crakers, dolci, panettoni, …).
1. qualità commerciale (umidità, impurità, pregerminazione, massa critica);
2. qualità molitoria (peso specifico/ettolitrico, peso 1000 semi, bianconatura,
volpatura);
3. qualità tecnologica (attitudine alla trasformazione in prodotto alimentare);
4. qualità dietetica e nutrizionale.
16
Oltre al grano, molti altri cereali possono essere utilizzati per produrre prodotti da forno,
dopo essere stati ridotti in sfarinati. Per esempio l’orzo, che ha un sapore dolce e
profumato. Il mais, sia giallo che bianco, molto usato in America, il farro, ricco di
proteine e dal profumo di frutta secca. Il miglio anch’esso ricco di proteine e vitamine.
Il frumento orientale o grano khorasan, più conosciuto col suo nome commerciale,
Kamut.
È fondamentale però tenere presente che per ottenere una produzione qualitativamente
standardizzata è indispensabile valutare sempre la qualità e le proprietà tecnologiche di
qualsiasi tipo di sfarinato utilizzato.
Dopo aver visto i cereali è indispensabile trattare la lievitazione dei prodotti da forno.
Con il terminare lievitare si intende "l’aumento di volume per azione dei gas durante la
fermentazione dovuta al lievito" (Devoto-Oli, 1990).
I diversi tipi di agenti lievitanti che possono essere utilizzati per produrre i prodotti
lievitati da forno sono:
lievitanti chimici, come bicarbonato di sodio ed acido tartarico, che a contatto
con l’acqua liberano anidride carbonica mediante un processo istantaneo,
estremamente rapido. La produzione di anidride carbonica avviene per via
chimica, e non biologica;
lievitanti biologici, la cui attività lievitante è dovuta a processi fermentativi
operati da microrganismi, ve ne sono di due tipi, il lievito di birra e il lievito
naturale;
lievito di birra, o lievito compresso (colture prevalentemente costituite da cellule
di Saccharomyces cerevisiae) introdotta nell'industria panaria dopo che fu chiaro
il ruolo dei saccaromiceti nella lievitazione. In un primo tempo veniva utilizzato
il residuo della fabbricazione della birra lavato delle impurezze. Oggi, viene
prodotto ad hoc e si trova in commercio o come lievito in pani compresso, con
un contenuto in acqua del 60-75%, o essiccato, conservabile a lungo con un
contenuto in acqua del 4-10%. Al momento dell'uso va rinvigorito. Per questo si
stempera in poca acqua tiepida, meglio in acqua zuccherata che viene aggiunta
alla farina, per fare un impasto.
Per fermentazione con lievito naturale si intende invece un impasto formato da farina ed
acqua lasciato fermentare, senza l'ausilio di lieviti incorporati volontariamente, per un
17
periodo di tempo più o meno lungo. Il risultato dell'evoluzione biologica dell'impasto è
una coltura di lieviti e batteri lattici indigeni che aggiunta a farina ed acqua è in grado di
causarne la lievitazione. Il lievito naturale viene aggiunto in quantità pari al 5-20%
dell'impasto totale ed è ottenuto attraverso aggiunte successive di farina ed acqua. Nella
pratica si preferisce operare due o tre rinfreschi successivi. A questo punto il lievito, che
viene chiamato “di tutto punto”, presenta l'aspetto di una pasta elastica ed estensibile
pronta per l'utilizzo. Delle tre tipologie di lievitazione: la chimica, quella mediante l’uso
del lievito di birra e quella con il lievito naturale è quest’ultima la migliore in quanto
avremo prodotti con caratteristiche sensoriali, strutturali e nutrizionali migliori.
I prodotti da forno quindi comprendono un vasto insieme di alimenti cotti, sia lievitati
che non, sia dolci che salati, sia semplici che addizionati in: sale, zucchero, oli o grassi,
altri cereali, altri ingredienti, ecc.
In merito agli aspetti nutrizionali, le differenze maggiori risiedono nella:
densità energetica (variabile in base alla quantità d'acqua, presenza di lipidi
aggiunti, presenza di saccarosio aggiunto, presenza di altri ingredienti aggiunti,
ecc.);
raffinatezza delle farine (che determina notevoli differenze nella quantità di
fibre, sali minerali, vitamine, ecc.);
livello di idratazione (acqua libera che contribuisce alla sazietà e al
raggiungimento della razione raccomandata quotidiana);
se presenti, qualità dei grassi aggiunti (saturi, monoinsaturi, polinsaturi,
idrogenati, colesterolo e relativo impatto metabolico).
se presente, quantità di sale aggiunto (a volte così elevato da renderli inadatti al
consumo degli ipertesi);
se presente, quantità di saccarosio aggiunto (a volte così elevato da renderli
inadatti al consumo del diabetico e dell'obeso, e comunque nocivo per la salute
dentale);
se presente, tipo di agente lievitante (a volte oggetto di intolleranze alimentari,
allergie e cross-over con altre allergie).
Alcuni prodotti da forno, come per esempio i biscotti e i dolci, vengono preparati
utilizzando alte dosi di zucchero. Una concentrazione zuccherina elevata inibisce lo
18
sviluppo dei lieviti, pertanto in questi casi si ricorre alla lievitazione chimica. L’agente
lievitante più utilizzato è il bicarbonato di sodio, sostanza che al calore, per reazione
chimica con sali acidi, libera l’anidride carbonica responsabile della lievitazione.
La componente acida facilita e rende completa la produzione di anidride carbonica; gli
acidi hanno diverse velocità di solubilizzazione e quindi provocano lo sviluppo di gas in
tempi diversi.
Quindi, si possono distinguere le polveri lievitanti lente e polveri lievitanti rapide. Più la
polvere lievitante è veloce e più rapidamente dovranno essere condotte le operazioni di
colatura e infornamento.
I risultati migliori si ottengono comunque da miscele di più agenti di acidi;
generalmente i lieviti ad uso domestico contengono acidificanti molto solubili, perché
non interessa la velocità di sviluppo dell’anidride carbonica, in quanto la torta appena
preparata viene immediatamente infornata. In una produzione industriale, o come
processi di più strutturati, si impiegano componenti acidi all’azione molto più lenta.
Anche i grassi svolgono un ruolo chiave nei prodotti da forno. La scelta dei grassi per la
preparazione di prodotti da forno è guidata non solo dalle esigenze nutrizionali dei
consumatori, ma anche dalla necessità di ottenere le proprietà reologiche desiderate e il
contributo delle specifiche proprietà sensoriali (aroma, sapore, morbidezza, volume,
appetibilità, apparenza luminosa), nonché a stabilizzare i prodotti verso reazioni di
ossidazione, stantio, e la migrazione di umidità.
Dunque, gli aspetti nutrizionali dei prodotti da forno variano in base agli ingredienti e
alla lavorazione. Sono prodotti dall'elevato potere energetico quindi, sono prodotti
altamente calorici e tutti apportano notevoli quantità di carboidrati semplici e soprattutto
complessi.
Individuate le caratteristiche generali dei prodotti da forno possiamo entrare nello
specifico e analizzare il processo produttivo dei prodotti da forno da me analizzati.
L’azienda presso cui ho svolto il tirocinio produce un’ampia gamma di prodotti da
forno, di questi ne ho selezionati solo alcuni di cui andrò a descrivere il processo di
produzione.
4.2. Dalla materia prima al prodotto finito
PRODUZIONE DEI FAGOTTINI
19
I “fagottini” insieme ai “tarallini” rappresentano il cuore della produzione della
Puglialimentari, sono dei dolcetti dalla forma particolare come si vede in foto,
apprezzatissimi (ovunque), rappresentano infatti la quota maggiore dei prodotti
esportati.
In origine si preparavano spesso a Natale, perché realizzati con la stessa pasta delle
cartellate, un dolce tipico pugliese. Derivano probabilmente da un dolce introdotto in
Puglia dagli Arabi tra il IX e il X secolo. Tracce dei “calzoni”, sono presenti nella
tradizione gastronomica popolare di tutte le aree dell'Italia soggette alle incursioni
saracene: in particolare dell'Italia meridionale e della Toscana. In Puglia, si sono
arricchiti con l'aggiunta di prodotti tipici locali che ne hanno diversificato i gusti. Ne
troviamo di salati (ripieni di formaggio, latticini, verdure, peperoncino), oppure dolci
(ripieni di mandorle tritate, confetture di ogni gusto e di creme al cioccolato) come nel
caso dei fagottini prodotti dall’azienda.
INGREDIENTI
Farina di grano tenero tipo “00”, zucchero, oli e grassi vegetali non idrogenati, lattosio,
amido di mais, emulsionante E322, aromi. Zucchero semolato, margarina senza grassi
idrogenati, acqua, emulsionante (E471), correttore di acidità (E330), aromi, uova
fresche, latte scremato in polvere, agente lievitante, bicarbonato di ammonio e vanillina.
20
INFORMAZIONI NUTRIZIONALI
Valori medi per 100 g:
- Kcal 472
- Kj 1722
- Proteine 5,2 g
- Grassi 13,5 g
- Carboidrati 67,2 g
Varianti
Fagottini ripieni di crema al cacao-nocciole
Fagottini ripieni con confettura di limoni
Fagottini ripieni con confettura di albicocche
Fagottini ripieni con confettura di amarene
Fagottini ripieni con confettura ai frutti di bosco a pezzi
Fagottini ripieni con confettura di mela
Fagottini ripieni con crema di cioccolato bianco
Appena entrata nel laboratorio di produzione ciò che mi ha subito colpita è stato il
delizioso profumo al suo interno. Ho subito assaggiato i fagottini provando tutte le
diverse varianti e scegliendo cosi le mie preferite. Fin da subito quindi ho deciso di
concentrarmi sul loro processo di produzione.
21
Le fasi originarie a cui si riconducono i diversi prodotti da forno sono la pesatura e la
miscelazione degli ingredienti, la preparazione dell’impasto grazie alle impastatrici, la
laminazione, la trafilatura e la formatura, la lievitazione, la cottura, la cernita, ovvero la
separazione dei pezzi scartati, e il confezionamento.
A queste fasi standard si aggiungono quelle relative alle preparazioni delle farciture
dolci o salate (creme, a base di frutta e confetture, pasta di nocciole e cioccolato, a base
di verdure e formaggi, a base di prosciutto, a base di pomodoro) che possono essere
aggiunte prima o dopo la cottura.
La prima fase da me osservata è stata la scelta degli ingredienti selezionati e genuini,
questi vengono tenuti in appositi locali in condizioni igieniche tali da minimizzare al
massimo la possibilità di contaminazione delle materie prime da parte di agenti fisici
chimici e biologici.
Successivamente gli operatori pesano, utilizzando bilance analitiche, i vari ingredienti e
li introducono all’interno dell’impastatrice.
22
L’impastamento è il processo attraverso il quale gli ingredienti base vengono mescolati
in modo più o meno lento a seconda che il processo sia manuale o con impastatrice.
Lo scopo primario di questa operazione è quello di formare il glutine: una massa
elastica e modellabile formato dall'unione delle proteine del frumento, la gliadina e la
glutenina. Durante l'impastamento il glutine si dispone in modo tale da formare un
reticolo ordinato che si intreccia tra i granuli di amido. Nelle maglie di questo reticolo
rimangono intrappolate bolle d'aria, che verranno alimentate con l'anidride carbonica
prodotta dalla fermentazione. La struttura elastica e resistente del reticolo non fa
fuoriuscire il gas, determinando l'aumento del volume dell'impasto.
Le macchine impastatrici esercitano una sollecitazione molto maggiore sulla farina, si
alternano quindi fasi di impastamento a fasi di riposo per favorire l'idratazione e la
formazione del glutine. Viene utilizzata una impastatrice a forcella ovvero un sistema
adatto per qualsiasi tipo di impasto, con prevalenza per quelli duri (32-35% di acqua), o
medio duri (45-50% di acqua). Tenendo in considerazione il volume di pasta che
otteniamo con questo sistema, vi è la necessità di un motore a due velocità per rendere
la macchina più versatile, soprattutto per paste molli (60-65% di acqua). Con questo
sistema di impasto, la massa subisce un incremento di temperatura pari a 0 a 2 °C.
L’operazione dell’impastamento dura circa 25 minuti al termine dei quali l’operatore
estrae dall’impastatrice l’impasto, a questo punto seziona l’impasto per dargli la perfetta
pezzatura per il macchinario successivo. Quindi, inserisce l’impasto, della dimensione
idonea, nella macchina formatrice-riempitrice che attempera a diverse funzioni, la prima
funzione è quella di stendere l’impasto e di renderlo omogeneo liscio e dello spessore di
pochi centimetri, la seconda funzione è quella di dare la forma primaria al dolcetto. Ciò
avviene mediante degli estrusori, infine la terza funzione è quella di riempire, ovvero il
macchinario riempie la forma primaria con le diverse confetture o creme mediante degli
ulteriori estrusori secondari. Il macchinario termina con un nastro trasportatore pertanto
gli operatori prelevano i vassoi dal nastro trasportatore e li posizionano sulla postazione
di lavoro adibita alla formazione finale del fagottino.
La fase successiva è quella più delicata, a questo punto gli operatori stessi andranno
manualmente a ripiegare un prodotto alla volta dando origine alla forma finale, cioè
ripiegando il dolcetto su se stesso e chiudendolo molto precisamente in modo tale da
non far fuoriuscire la farcitura. In questa fase gli operatori andranno a scartare tutti quei
23
prodotti danneggiati nella forma, o contaminati da agenti fisici e quindi non idonei alla
cottura.
Una volta ottenuta la forma definitiva i vassoi contenti i fagottini vengono predisposti
sui carrelli trasportatori che verranno messi all’interno dei forni. La cottura dei fagottini
avviene a circa 240 °C per circa quindici minuti, permettendo così la totale distruzione
dei microrganismi patogeni e deterioranti e dei loro enzimi eventualmente presenti.
Una volta cotti i prodotti sono sottoposti a raffreddamento naturale, ossia sostano per il
tempo necessario a temperatura ambiente sempre all’interno del laboratorio di
produzione. Durante questo tempo gli operatori sono alle prese con la decorazione dei
fagottini già raffreddati che dopo esser ispezionati verranno subito spolverati con dello
zucchero in polvere e posti all’interno della confezione, in quantità di sei per confezione
manualmente dall’operatore. A questo punto i fagottini vengono confezionati
ulteriormente ma dalla macchina confezionatrice e vengono etichettati da una macchina
etichettatrice.
Dopo il confezionamento sono sottoposti ad una verifica e se risultano conformi ben
confezionati ed etichettati sono commerciabili.
24
25
PRODUZIONE DEI TARALLINI
INGREDIENTI
Farina di grano tenero tipo “00”, vino bianco, oli e grassi vegetali non idrogenati, con
l’8% di olio extra vergine di oliva (sul totale 5%), olio di oliva e sale.
INFORMAZIONI NUTRIZIONALI
Valori medi per 100 g:
- Kcal 469
- Kj 1960
- Proteine 7,7%
- Grassi 17,4%
- Carboidrati 70,4%
Varianti:
Tradizionali
Integrali
Finocchio
Pizza
Aglio-olio e peperoncino
Sesamo
Pepe
Cacio e pepe
Peperoncino
Rosmarino
Patate e rosmarino
Olive
Cipolla
Bacon
Anice
Il processo di produzione dei tarallini prevede come prima fase la scelta degli
ingredienti, in base alle varianti richieste. Anche in questo caso le materie prime sono
26
contenute in magazzino, rispettando le opportune condizioni igieniche atte a prevenire
ed impedire la contaminazione delle materie prime da parte di agenti chimici fisici e
biologici.
Dopo aver selezionato gli ingredienti l’operatore li pesa utilizzando una bilancia
analitica, a questo punto li inserisce all’interno dell’impastatrice che è diversa rispetto a
quella utilizzata per la produzione dei fagottini, di fatto questa è una impastatrice a
spirale ovvero impastatrici molto diffuse nei panifici, conferiscono morbidezza
all’impasto e permettono di ottenere un prodotto ben sviluppato e di fi ne porosità.
Possono essere a piantone fisso, senza piantone o con piantone solidale con la struttura
della macchina. L’impasto viene effettuato grazie al movimento di una spirale in acciaio
intorno al suo asse verticale. Il movimento della vasca avviene nei due sensi di
direzione per mezzo di un motore indipendente da quello della spirale. È un sistema
adatto per paste tenere (60-70% di acqua) e medio dure (45-50% di acqua). In questo
sistema, l’organo impastatore agisce provocando una pressione dell’impasto dall’alto
verso il basso. Si ha una minore aerazione della pasta ed un maggiore riscaldamento,
cioè maggiore cessione di calore (pari a circa. 9-10 °C). Questo è dovuto alla alta
velocità di rotazione dell’organo impastatore ed alla sua maggior pressione sulla massa.
Dopo circa 25 minuti l’impasto è pronto, l’operazione successiva prevede l’utilizzo di
una macchina taralla-formatrice automatica. L’operatore preleva l’impasto
27
dall’impastatrice, lo seziona, e inserisce il quantitativo necessario nella tramoggia di
carico della macchina tarallatrice, che mediante diversi tipi di estrusori permette la
trasformazione dell’impasto prima in pasta liscia uniforme e sottile ed infine in tarallini
in brevissimo tempo. Durante questa fase gli operatori devono esser molto attenti e
valutare se i tarallini hanno tutti la stessa forma, intervenire prontamente in caso di mal
funzionamento del macchinario, recuperare i vassoi contenti i tarallini prontamente dal
nastro trasportatore e verificare che tutti i tarallini siano idonei al passaggio successivo,
scartando quelli non idonei.
I tarallini una volta formati fuoriusciti dalla tarallatrice subiscono un processo di
bollitura ovvero sostano per circa 1 minuto in una macchina bollitrice ad una
temperatura di circa 90-100 °C ciò è fondamentale per il mantenimento delle condizioni
igieniche sanitarie atte a prevenire ogni fonte e forma di contaminazione.
Dopo aver sostato un minuto nella macchina bollitrice i vassoi contenenti i tarallini
vengono predisposti nei carrelli e inseriti nei forni. La cottura avviene ad una
temperatura di circa 240 °C per circa 25 minuti.
Terminata la fase di cottura i carrelli contenti i vassoi con i tarallini vengono sottoposti
al raffreddamento naturale, per un breve periodo. Successivamente vengono ispezionati
e vengono scartati i prodotti non idonei al confezionamento, mentre per il resto dei
28
prodotti avviene il confezionamento per mezzo di macchine confezionatrici. In base alle
diverse destinazioni, ai diversi dosaggi si scegli l’adeguato packaging.
Durante tutti i processi di produzione non solo quelli descritti ma anche il processo di
produzione dei crostini, degli stuzzichini e dei tarallucci glassati stando in laboratorio io
stessa e gli operatori abbiamo rispettato le corrette norme igieniche, non venendo mai a
contatto con il prodotto, indossando sempre i guanti, camici e scarpe idonee e cuffiette
per i capelli. I pavimenti e le macchine vengono lavati appositamente mentre i
macchinari vengono smontati periodicamente.
29
5. PACKAGING
Il termine Packaging letteralmente significa imballaggio o confezione. Attualmente gli
imballaggi possono essere classificati in primari, secondari e terziari in base al tipo di
contatto con il prodotto. L’imballaggio primario rappresenta il materiale o il contenitore
a diretto contatto con il prodotto, può essere definito anche come imballaggio di vendita
o di presentazione.
L’imballaggio secondario è quello utilizzato per contenere uno o più imballaggi primari,
quindi questo tipo di imballaggio non è a diretto contatto con il prodotto, viene definito
anche come imballaggio multiplo. Se il prodotto viene rimosso dal suo contenitore
secondario, non vengono modificate né le sue caratteristiche né il suo valore
commerciale. Infine, vi è l’imballaggio terziario che rappresenta l'insieme di più
contenitori primari o secondari, viene utilizzato specificatamente per il trasporto e la
movimentazione del prodotto per cui è detto anche imballaggio di trasporto.
Il packaging, oggigiorno, è molto più di un semplice imballaggio, non ha più come
unica funzione quella di salvaguardare l’alimento ma è diventato fondamentale perché
in grado di attemperare a molteplici funzioni e ruoli.
Alcuni considerano il packaging come il quinto elemento del marketing mix, rispetto ai
quattro tradizionali (le così dette quattro P: product, price, place, promotion) su cui agire
per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Vediamo adesso i diversi ruoli del packaging in campo alimentare:
funzione di contenimento dell’alimento che è, storicamente, la più antica ed
originale ed oggi appare talmente scontata da risultare persino sottovalutata;
funzione di protezione dell’alimento, ovvero l’imballaggio deve proteggere
l’alimento da sollecitazioni meccaniche, luce, umidità, ossigeno, contaminazioni
chimiche o biologiche, manipolazioni indesiderate, ecc. Va calibrata in relazione
alle specifiche esigenze dell'alimento;
funzione logistica, serve a favorire il flusso dei prodotti e, con essi, del valore
economico che rappresentano, è diventata molto importante per le aziende;
funzione commerciale, ossia l’imballaggio è stato definito il «silent seller», deve
dare l’informazione commerciale (l’etichetta, la decorazione, lo sconto, il
gadget, ecc.) ma anche di utilità per il consumatore (informazioni nutrizionali,
30
consigli d’uso, ricette, ecc.), di conformità alle normative (marchi, contrassegni,
date, indicazioni metrologiche, ecc.) e di ausilio per l’identificazione (codici a
barre, ologrammi, ecc.);
funzione di servizio, una delle funzioni più recenti, subito divenuta di grande
importanza per la possibilità di attemperare alle esigenze del consumatore.
Imballaggi easy-peel, confezioni richiudibili, confezioni per microonde, ecc;
funzione ecologica, ovvero imballaggi che tutelano l’ambiente attraverso la
scelta del materiale e della forma, si cerca di rispondere ad obiettivi di
protezione ambientale, con particolare riferimento alle problematiche di
inquinamento legate sia alla produzione che allo smaltimento degli imballaggi
usati.
L’impulso allo sviluppo di nuove tecnologie di packaging e di conservazione è collegato
anche all’affermazione di uno stile di vita nuovo e all’aumento del consumo dei pasti
fuori casa. Questo ha favorito la formazione di imprese di catering, l’aumento dei fast-
food, delle tavole calde, dei ristoranti e delle mense, importanti consumatori di
ingredienti e di prodotti alimentari semi cotti o già pronti da cucinare.
Durante il mio periodo di tirocinio ho potuto assistere alla nascita della linea Premium
una linea di packaging del tutto nuova. La LINEA PREMIUM è una linea pensata per
racchiudere all'interno tutti i sapori e i profumi della nostra amata terra di Puglia e per
chi ricerca nella nostra terra le tradizioni, i gusti e gli aromi originali di un tempo.
Durante il tirocinio ho partecipato alla valutazione dei diversi materiali, dei diversi
colori, ho eseguito alcuni scatti per la promozione online e per il sito.
La nuova confezione più colorata e simpatica, permette al prodotto di essere notato
maggiormente sugli scaffali dei supermercati. Inoltre, la finestrella trasparente, permette
31
a chi acquista di vedere il prodotto contenuto all'interno, una politica basata sulla
trasparenza e sulla scelta di non fuorviare i consumatori. Attualmente vi è un nuovo
packaging anche per le confezioni dei Tarallini, Stuzzichini e Quadrotti disponibili ora
nei secchielli da 2 kg o 3 kg.
Questo nuovo formato che Puglialimentari ha deciso di sperimentare rientra nella
categoria Ho.Re.Ca il cui acronimo sta per Hotellerie-Restaurant-Cafè (anche se la terza
parola viene a volte identificata con Catering) ed è un termine commerciale che si
riferisce al settore dell'industria alberghiera e alle imprese e viene usato per indicare la
distribuzione di un prodotto presso hotel, ristoranti, caffetterie/catering, distinguendola
dalla distribuzione attraverso la GDO (grande distribuzione organizzata). Così il
prodotto si presta ad essere utilizzato molto bene in Bar, Ristoranti e in tutti quei luoghi
dove il prodotto è servito al banco o al tavolo.
32
Infine, sempre in questi mesi l’azienda ha sviluppato il nuovo packaging per i tarallini
multipack da 240 g.
5.1. CONFEZIONAMENTO E DOSAGGIO
Per il confezionamento ed il dosaggio dei prodotti vengono utilizzate macchine
confezionatrici ed etichettatrici. Le macchine confezionatrici utilizzate dall’azienda
sono tre. Due sono di tipo verticale, inclinate, e vengono utilizzate per confezionare i
prodotti da forno fragili, come taralli e stuzzichini, le inclinazioni variano da 40° e 55°
per rispondere a tutte le esigenze. Sono corredate di una pesatrice, di un elevatore di
carico, di una tramoggia vibrante a terra e di un nastro trasportatore in uscita.
La terza macchina confezionatrice è, invece, di tipo orizzontale più piccola delle
precedenti ed è utilizzata prevalentemente per il confezionamento dei fagottini.
In queste tabelle sono specificati il confezionamento in base al peso, il numero di pezzi
e cartoni contenuti il numero di cartoni per pallet ed il materiale utilizzato.
33
FAGOTTINI
CONFEZIONE IMBALLO PESO
NETTO
PZ ×
CT
PESO
LORDO
CT ×
PALL
CT ×
STRATO
SACCHETTO
TERMOSALDATO C 2 180 g 16 3,320 kg 72 9
TARALLINI
CONFEZIONE IMBALLO PESO
NETTO
PZ ×
CT
PESO
LORDO
CT ×
PALL
CT ×
STRATO
SACCHETTO
TERMOSALDATO C 2 400 g 15 6,440 kg 72 9
SACCHETTO
TERMOSALDATO C 2 250 g 20 5,440 kg 72 9
CARTONE C 3 10 kg 1 10,610 kg 48 8
34
CROSTINI
CONFEZIONE
IMBALLO PESO
NETTO
PZ
×
CT
PESO
LORDO
CT ×
PALL
CT ×
STRATO
SACCHETTO
TERMOSALDATO C 3 250 g 16 4,610 kg 48 6
SECCHIELLO SECCHIELLO 1,200 kg 1 1,440 kg 96 12
CARTONE C 3 5 kg 1 5,610 kg 48 6
MULTIPACK 240 g (Una confezione con 6 bustine monodose da 40 g)
MULTIPACK
- TARALLINI TRADIZIONALI / FINOCCHIO
- STUZZICHINI PIZZA / FINOCCHIO
- QUADROTTI BACON / PATATE E ROSMARINO
PRODOTTI IMBALLO PESO
NETTO
PZ ×
CT
PESO
LORDO
CT ×
PALL
CT ×
STRATO
SACCHETTO
TERMOSALDATO C 30
240 g
(6 × 40 g) 9 2,500 kg 100 10
MULTIPACK 400 g (Una confezione con 10 bustine monodose da 40 g)
MULTIPACK
- TARALLINI TRADIZIONALI / FINOCCHIO
- STUZZICHINI PIZZA / FINOCCHIO
- QUADROTTI BACON / PATATE E ROSMARINO
PRODOTTI IMBALLO PESO
NETTO
PZ ×
CT
PESO
LORDO
CT ×
PALL
CT ×
STRATO
SACCHETTO
TERMOSALDATO C
400 g
(10 × 40 g) 9
3,800
kg 72 9
35
6. COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI
Oltre a produrre utilizzando il marchio Puglialimentari l’azienda possiede anche altri
due marchi e produce anche per conto di terzi.
36
Durante il mio periodo di tirocinio dopo aver assistito e partecipato ai vari processi
produttivi, ho lasciato il laboratorio per partecipare ad alcune riunioni negli uffici. In
queste riunioni si è parlato molto dei vari Marchi di Qualità e di Tipicità attualmente in
uso in Italia ed Europa, mi è stato chiesto di documentarmi e di individuare le procedure
per l’ottenimento di un marchio di tipicità o di qualità.
6.1. Marchi
L’azienda si è mostrata molto interessata all’ottenimento del marchio in quanto il
consumatore oggigiorno è sempre più consapevole del ruolo dell’alimentazione nella
salute umana ed è sempre più proiettato verso alimenti certificati, sicuri e garantiti.
Secondo un’indagine svolta da Accredia e Conal, gli italiani attribuiscono grande
importanza ai marchi di certificazione di qualità agroalimentare. Sigle come DOP,
DOCG, IGP e BIO sono note alla maggior parte dei consumatori, tanto che un
intervistato su tre ne sa addirittura elencare le caratteristiche, ma ancora più evidente è
l’importanza associata: la maggior parte dei consumatori ricorda su quali prodotti li ha
trovati e attribuisce una garanzia di affidabilità.
Il marchio DOP: è uno dei marchi più conosciuti e si riferisce alla Denominazione di
Origine Protetta. È un marchio attribuito dall’Unione Europea a quei prodotti agricoli o
alimentari le cui peculiari caratteristiche qualitative sono strettamente interdipendenti
dalla zona geografica in cui avviene tutto il processo produttivo. Secondo il
regolamento CE 510/06, art. 2 comma 1 a), è il nome di una regione, di un luogo
determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto
agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese,
la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un
particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione,
trasformazione e elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.
Il marchio IGP: acronimo di Indicazione Geografica Protetta, è il marchio di origine
attribuito dall’Unione europea a quei prodotti agricoli e alimentari per i quali una
determinata qualità, la reputazione o altre caratteristiche dipendono dall’origine
geografica. Secondo il Regolamento CE n. 510/06, art. 2 comma 1 b), è il nome di una
regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare
un prodotto agricolo o alimentare come originario di tale regione, di tale luogo
determinato o di tale paese e del quale una determinata qualità, la reputazione o altre
37
caratteristiche possono essere attribuite a tale origine geografica e la cui produzione e/o
trasformazione e/o elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.”
Il marchio STG: acronimo di Specialità Tradizionale Garantita, è un marchio che tutela
a livello comunitario le produzioni agricole o alimentari tradizionali la cui specificità,
intesa come elemento o insieme di elementi che distinguono nettamente un prodotto
agricolo o alimentare da altri prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla stessa
categoria, è riconosciuta dalla Comunità come tradizionale, sottintendono con ciò che
tale riconoscimento può essere concesso solo laddove possa essere attestato un uso del
prodotto o alimento, sul mercato comunitario, da un periodo di tempo che denoti un
passaggio generazionale; questo periodo di tempo dovrebbe essere quello generalmente
attribuito ad una generazione umana, cioè almeno 25 anni. Questa certificazione,
disciplinata dal regolamento CE n. 509/2006, si rivolge pertanto a prodotti agricoli che
abbiano una specificità, in termini di metodo di produzione, piuttosto che di
composizione, legata alla tradizione di una zona, ma che non vengono necessariamente
prodotti in tale zona.
Il marchio PAT (Prodotti Alimentari Tradizionali), è un marchio che ha valenza solo in
Italia, sigla italiana coniata per identificare quei prodotti agroalimentari le cui metodiche
di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo, ovvero
praticate sul territorio interessato in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e
protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore ai 25 anni (decreto
ministeriale n. 350/1999).
Spesso si confonde la normazione di una determinata attività o di un prodotto con la sua
certificazione. In realtà la norma definisce i requisiti da rispettare e la certificazione
attesta che effettivamente quella determinata attività, o quello specifico prodotto,
rispetta i requisiti della norma. La certificazione è una procedura con cui una terza parte
indipendente dà assicurazione scritta che un prodotto, un servizio, un processo o una
persona è conforme ai requisiti specificati. La certificazione di prodotto è una forma di
"assicurazione diretta", con cui si accerta la rispondenza di un prodotto ai requisiti
applicabili. I precedenti marchi sono certificazioni di prodotto di qualità e tipicità,
richiedere la certificazione di prodotto è un processo molto lungo e complesso, mentre,
la certificazione di sistema, assicura la capacità di un'organizzazione di strutturarsi e
gestire le proprie risorse ed i propri processi in modo da riconoscere e soddisfare i
38
bisogni dei clienti e le esigenze della collettività, impegnandosi al miglioramento
continuo. È una forma di "assicurazione indiretta" e riguarda in particolare i sistemi di
gestione per la qualità (UNI EN ISO 9001); per l'ambiente (UNI EN ISO 14001); per la
sicurezza delle informazioni (UNI CEI ISO IEC 27001); per la sicurezza alimentare
(UNI EN ISO 22000).
La credibilità delle certificazioni dipende dalle organizzazioni che le emettono: la
qualificazione degli organismi di certificazione viene indicata con il termine
"accreditamento". Si tratta di procedure eseguite da enti di parte terza (l'ente di
accreditamento in Italia è ACCREDIA) che si assumono l'onere di accertare l'oggettiva
aderenza da parte degli organismi di certificazione alle prescrizioni indicate dalle
diverse norme che ne regolano l'attività.
Oggi, dopo una maturata e consolidata realtà, e grazie ad una costante, continua ed
attenta ricerca della qualità del prodotto, hanno portato Puglialimentari all’ottenimento
di un’importante certificazione. Pur non essendo in Italia obbligatoria per legge, e
nonostante, l’efficacia dei processi produttivi ed organizzativi raggiunti, l’azienda ha
voluto certificare il proprio Sistema di Qualità, secondo la norma UNI EN ISO 9001:
2008, considerato il più funzionale mezzo gestionale di pianificazione e verifica dello
sviluppo aziendale. Tale sistema di qualità è stato integrato con il “Piano di
autocontrollo dell’igiene e della sicurezza del prodotto” in ottemperanza della Legge
852/2004 CE, assicurando una maggiore sicurezza igienica dei suoi prodotti.
6.2. Sagre e fiere
L’azienda Puglialimentari si impegna attivamente per promuovere i suoi prodotti
partecipando a numerose fiere e sagre, sia a livello nazionale che internazionale, è
infatti stata presente al Salone Internazionale dell’Alimentazione “CIBUS 2016” presso
il parco fiere di Parma dal 9 al 12 Maggio. Il Cibus si conferma la piattaforma per
eccellenza dell’industria alimentare italiana per incrementare gli scambi con i mercati
esteri. Sulla scia del dopo Expo, Cibus si è dimostrato essere un evento in continua
crescita sia per il volume d’affari che genera, sia per notorietà internazionale. I numeri
di Cibus sono da record: 3 mila espositori su un’area di 130mila metri quadri, 70mila
visitatori, di cui 15mila dall’estero.
39
Puglialimentari ha colto questa splendida opportunità per continuare il suo processo di
internazionalizzazione. Presso il Padiglione 7 allo Stand D064, Puglialimentari ha
ospitato ed accolto numerosi visitatori, nazionali ed internazionali, deliziandoli con i
sapori e gli odori della nostra terra, grazie alla vastissima gamma di prodotti presentata.
CIBUS è stata la vetrina anche per il nuovissimo ed elegante packaging che caratterizza
la Linea Premium e che risalta la bontà, la freschezza e la genuinità dei nostri prodotti.
Il 22-23-24 luglio, invece, io stessa ho partecipato alla sagra “VINO POSSIBILE” a
Polignano a Mare, dove tra le stradine e le piazzette del centro storico, Puglialimentari è
stata presente con i suoi prodotti, i suoi sapori e le sue tradizioni da gustare. Ho
partecipato a quello che è stato un vero e proprio percorso enogastronomico, ho
partecipato all’allestimento dello Stand ed alla vendita dei prodotti, sono state tre serate
dedicate alla sensibilizzazione e alla promozione del vino e delle eccellenze culinarie
tipiche regionali. Un viaggio nella cultura del vino, attraverso la degustazione della
tradizionale gastronomia pugliese così da trasmettere il rispetto di un tempo antico che
non si piega al volere del commercio, ma esprime nei sapori dei nostri prodotti il suo
massimo risultato.
Dal giorno 12 al 15 settembre 2016 PUGLIALIMENTARI si è presentata anche al
mercato agroalimentare russo grazie alla partecipazione alla 25° edizione del WORLD
FOOD MOSCOW presso L’EXPOCENTRE di Mosca.
L’Italia è diventato il 7° fornitore in assoluto della Federazione (recuperando una
posizione rispetto al 2015), con ottime performance per vini e pasta e derivati (1°
40
posto), olio (2° posto) e caffè (3° posto). Puglialimentari ha avuto così l'onere di prender
parte alla più importante manifestazione leader a livello internazionale per
l’agroalimentare in Russia e Paesi limitrofi per proporsi in uno dei mercati
internazionali più importanti del mondo. Tra le attività di sostegno delle imprese
programmate durante in giorni del WORLD FOOD, Puglialimentari a preso parte a
programmi di degustazioni di prodotti tipici con dimostrazioni di chef italiani e
cooking-show.
6.3. Esportazioni
Oltre a promuovere i prodotti con le varie partecipazioni a fiere ed eventi, l’azienda da
diversi anni ha già inserimenti nei mercati Nord Americani, in Canada e da una decina
d’anni, in Australia. A seguito di una proficua visita di buyers cinesi presso la sede nel
mese di Aprile, Puglialimentari ha iniziando il suo cammino per approdare in Cina con
tutta la sua varietà di prodotti, dai tarallini agli stuzzichini, dai quadrotti ai crostini, dai
fagottini alla pasticceria fresca. In questo bellissimo ed interessante cammino di
internazionalizzazione, Puglialimentari sta trasmettendo tutti i valori e le tradizioni che
il marchio Puglialimentari porta in giro per l’Italia e per il mondo con la bontà dei suoi
prodotti.
Il mercato estero è un mercato in cui investire per chi produce prodotti di qualità che
rispecchiano il vero Made in Italy, il loro valore è praticamente raddoppiato negli ultimi
dieci anni, facendo segnare un aumento record del 79% nelle esportazioni che hanno
raggiunto il massimo storico di 36,8 miliardi di euro nel 2015. Ciò è quanto emerge da
un’analisi Coldiretti sul commercio estero sulla base dei dati Istat. I 2/3 del fatturato
agroalimentare all’estero si ottengono con l’esportazione di prodotti agroalimentari
verso i paesi dell’Unione Europea, ma il Made in Italy va forte anche fuori dai confini
europei a partire dagli Usa, che sono il principale mercato di sbocco extracomunitario e
dove la crescita stimata per l’alimentare è stata del 71% nel decennio.
41
CONCLUSIONI
Il lavoro di tesi unito al periodo formativo di tirocinio, durato alcuni mesi, ha permesso
di confrontarmi non solo in maniera teorica, ma anche pratica con un’azienda
agroalimentare (Puglialimentari), applicando ciò che ho duramente studiato durante
questi tre anni universitari e mettendolo al servizio dell’azienda stessa.
Tutto ciò è stato reso possibile grazie a tutto il personale dell’azienda, che ha soddisfatto
ogni mia domanda, ogni mia curiosità e perfino ogni mia perplessità, ma soprattutto
grazie al mio Tutor aziendale il sig. Giuseppe Colella dirigente dell’azienda stessa, che
mi ha resa partecipe, mi ha stimolata ad interagire con l’azienda, con i prodotti e con i
clienti.
Allo stesso modo il mio Tutor universitario il Professore Francesco Caponio mi ha
spronata sin da subito ad impegnarmi al massimo durante il periodo di tirocinio per
apprendere il più possibile, mi ha guidata durante tutto il percorso e l’iter burocratico, e
mi ha seguita durante tutta la stesura della tesi.
Sin dall’inizio ho potuto analizzare l’importanza della Qualità di un alimento per
giungere alle varie fasi della produzione dell’alimento stesso. Ho avuto modo di
constatare come il concetto di qualità di un alimento sia fondamentale, oggi più che
mai, non solo per i produttori, i fornitori e la grande distribuzione organizzata, ma anche
per i consumatori sempre più attenti e consapevoli.
La qualità di un alimento è funzionale a molteplici ruoli, pertanto è molto complessa da
analizzare, ma è necessario farlo per produrre sempre più prodotti ad elevate proprietà
nutrizionali e salutistiche, prodotti che tutelano i consumatori. Ho avuto modo di
osservare l’interesse crescente dei consumatori nei confronti sia di prodotti certificati: a
marchio DOP, STG, IGP e BIO, che di prodotti a basso impatto ambientale e che siano
sempre più tracciabili. Ho analizzato i prodotti sin dalle prime fasi, ovvero dalla scelta
di materie prime locali, genuine e sempre più ecosostenibili, dalla scelta di macchinari
sempre più all’avanguardia, fermo restante il ruolo fondamentale dell’uomo come
operatore professionalmente qualificato e costantemente aggiornato riguardo gli
standard attuali, in continuo cambiamento ed in continuo miglioramento.
Ancora ho sottoposto ad attenta valutazione i prodotti seguendone ogni più piccola fase,
descrivendo il ruolo del packaging e la sua evoluzione e approfondendo l’importanza
42
della scelta del packaging sia da parte dell’azienda che del consumatore. Un ruolo
chiave per il settore agroalimentare è attribuito alle esportazioni a livello mondiale ma è
evidente che l’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare
da una più efficace tutela nei confronti dell’agropirateria internazionale che fattura quasi
il doppio del valore delle esportazioni agroalimentari, utilizzando impropriamente
parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia.
Pertanto, si evince come è molto complesso parlare di qualità, di sicurezza alimentare,
anche se le continue evoluzioni nel campo delle tecnologie alimentari, le continue
scoperte a livello scientifico, la crescente fame d’informazioni da parte di sempre più
consumatori fa sì che si possa sperare che in futuro si avranno ancora più elevati
standard di qualità e sicurezza in campo alimentare.
Questa esperienza di tirocinio è stata fondamentale in quanto mi ha permesso di
approcciarmi al mondo del lavoro e in maniera concreta al mondo aziendale della
Puglialimentari, dal laboratorio di produzione, allo studio dei macchinari che ne fanno
parte, interagendo con gli operatori e l’amministrazione e rispettando le misure igienico-
sanitarie vigenti.
43
BIBLIOGRAFIA
Bianco L., M. Marucchi. (1991). Farine pane e miglioratori: determinazione deli
acidi in HPLC. Industrie alimentari 295: 625-634.
Decreto ministeriale n. 350/1999.
Esposti R. (2005), “Cibo e tecnologia: scenari di produzione e consumo
alimentare tra tradizione, convenienza e funzione”, Agriregionieuropa.
Foschino R., A. Galli. (1997) . Italian style of life: pane, amore e … lievito
naturale! Tecnologie alimentari.
Franco Lucisano Editore (2012) - Servizi e tecniche di Enogastronomia –
Cucina-Aspetti tecnologici di panetteria e pasticceria.
Gabbai M., Rocchi B., Stefani G. (2003), “Pratiche alimentari e prodotti tipici:
un’indagine qualitativa sui consumatori”, Rivista di economia agraria, LIX (4),
pp. 511-552.
Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.
Grunert K.G. (2007), “How consumers perceive food quality”, in Frewer, L.And
Van Trijp, H. (a cura di), Understanding consumers of food products,
Woodhead publishing ltd, Cambridge, UK, pp. 181-199.
M. Gobbetti, A. Corsetti (2010), “Biotecnologia dei prodotti lievitati da forno”.
Quaglia G. (1984). Scienza e tecnologia della panificazione. Ed. Chirotti.
Regolamento (CE) n. 852/2004 del parlamento europeo e del consiglio del 29
aprile 2004.
Regolamento CE n. 509/2006.
Regolamento CE n. 510/06.
44
Stefani G., Romano D., Cavicchi A. (2005), “Regione di origine e disponibilità a
pagare per prodotti alimentari tipici: un approccio di economia sperimentale
applicato a tre prodotti toscani”, Rivista di Economia Agraria, LX, No. 1.
Talia: Trend dei consumi e nuove tecnologie. Esposti R., Lucatelli S, Peta E.A.
Numero 16 - Anno (2007) Strategie di innovazione e trend dei consumi in Italia:
Il caso dell’agro-alimentare R. Esposti, S. Lucatelli. E.A. Peta N.
Ufficio Stampa ACCREDIA Adnkronos Comunicazione Fabrizio Galassi
Roberto Scalise (2011).
Siti web consultati
http://www.sicurezzaalimentare.it/qualita/Pagine/default.aspx
http://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/15/qualita-alimentare-e-
percezione-del-consumatore
http://www.orva.it/food_information/?article_id=21&titolo=Aspetti-
Nutrizionali-del-Grano
https://www.accredia.it/UploadDocs/2188_Guida_ACCREDIA_Indagine_sui_m
archi_qualit__food_12_2011_12.pdf
http://cird.unive.it/dspace/bitstream/123456789/263/13/Lab_1.pdf
http://online.scuola.zanichelli.it/enogastronomiacucina/wp-
content/uploads/Aspetti%20tecnologici%20di%20panetteria%20e%20pasticceri
a.pdf
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaArticolo?art.progressiv
o=0&art.idArticolo=1&art.versione=1&art.codiceRedazionale=00A14504&art.d
ataPubblicazioneGazzetta=2000-12-
45
20&art.idGruppo=0&art.idSottoArticolo1=10&art.idSottoArticolo=1&art.flagTi
poArticolo=2
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/cittadino-e-
consumatori/qualita-di-prodotti-e-servizi/marchi-di-qualita
http://www.trapaninostra.it/libri/atlante-
pane/la_lievitazione_il_ruolo_dei_microorganismi.htm
http://www.macchinealimentari.it/2016/06/21/linee-per-prodotti-da-forno/
http://www.uni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=157&Ite
mid=877
http://www.accredia.it/context.jsp?ID_LINK=1230&area=6
http://eur-
lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2004:139:0001:0054:it:PDF
http://giovanimpresa.coldiretti.it/pubblicazioni/attualita/pub/made-in-italy-
agroalimentare-allestero-%C3%A8-record-nellexport/
46
«Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità ma planare
sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore». Italo Calvino
47
RINGRAZIAMENTI
Al termine di questo percorso sento di dover ringraziare molte persone, a cominciare dal
mio relatore, il professor Francesco Caponio, per esser stato sempre presente e per
avermi guidata nella stesura della tesi, ringrazio inoltre il mio tutor aziendale il sig.
Giuseppe Colella e tutto lo staff di Puglialimentari per avermi accolta in azienda, per
aver soddisfatto ogni mia piccola curiosità e per avermi resa partecipe di una realtà
lavorativa a me nuova.
Ringrazio l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e tutti i miei colleghi che hanno
reso questi tre anni indimenticabili, in particolare ringrazio la mia amica Marica con la
quale ho condiviso tutto il mio percorso fino ad oggi, grazie per i numerosi pranzi
insieme, per le lunghissime chiacchierate al Vergnano, grazie per esserci stata nei
momenti difficili e soprattutto in quelli felici.
Vorrei ringraziare soprattutto la mia Famiglia, il mio posto nel mondo, per non avermi
mai fatto mancare niente, per avermi permesso di intraprendere questo percorso e per
avermi tramandato la passione per lo studio e la conoscenza.
Ringrazio mia madre per il suo amore smisurato, per la sua positività, la sua forza e il
suo sostegno continuo, senza il quale non ce l’avrei fatta, ringrazio mio padre per
avermi trasmesso con il suo costante esempio valori fondamentali come la
determinazione e l’onestà.
Ringrazio mia sorella, il mio punto di riferimento, la mia migliore amica, per tutti i
consigli, le ansie placate, le paure superate, ma soprattutto grazie per esserci sempre, per
tutti i momenti felici vissuti insieme, perché essere sorelle vuol dire condividere tutto, e
non c’è niente di meglio dell’avere qualcuno con cui condividere tutto per il resto della
vita.
Ringrazio inoltre tutta la mia famiglia, in particolar modo mio nonno che ha saputo
insegnarmi molte più cose di alcuni professori.
Un grazie va a Piero, Francesca, Irene e Aurora che nonostante i mille impegni trovano
sempre il modo di essere presenti per me.
Ringrazio i miei migliori amici Mariateresa e Nicola, perché gli amici sono la famiglia
che uno sceglie, e voi due siete la mia famiglia, grazie per esserci sempre, per la
pazienza dimostrata, per le nostre serate infinite e per tutte quelle che verranno.
48
Infine voglio ringraziare il mio Angelo, la persona che non ha mai smesso per un istante
di credere in me, durante questo percorso di studi e soprattutto nella vita, grazie per
avermi sempre ascoltata, per le colazioni insieme prima di andare a lezione, per tutte le
volte in cui ti ho chiesto di non venirmi a prendere e tu invece eri già lì, per tutte le
serate passate insieme prima di un esame, per avermi sempre spronata a dare il
massimo, per avermi consolata nei momenti di sconforto e per aver festeggiato con me
nei momenti di felici, ma soprattutto grazie per avermi insegnato ad Amare.
Un grazie va anche a tutta la tua bellissima famiglia che mi fa sentire a casa, da sempre.
GRAZIE a tutti voi, perché ognuno di voi ha dato un contributo unico e indispensabile
per farmi diventare la persona che sono oggi.
«Ogni persona che conosci nella vita è una foglia che arricchisce il tuo albero.
Molte si perdono col vento, altre non si staccheranno mai. »
49