Tanti auguri a - Casa di Riposo MonticelloLa mucca Martina e Betty l’oca parlarono con dei buffi...

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Tanti auguri a :

Baseggio Maria 5 gennaio

Brambilla Annamaria 3 gennaio

Crotta Aurora 26 gennaio

Fumagalli Luigi 16 gennaio

Grasselli Umberta 15 gennaio

Mapelli Ambrogia 4 gennaio

Mapelli Giuseppe 24 gennaio

Sala Antonio 1 gennaio

Sala Irma 3 gennaio

Tommasi Lionello 18 gennaio

Trapanelli Giuseppina 1 gennaio

Vigano Piera 27 gennaio

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Ricordando… I festeggiamenti per il Natale sono durati quasi tutto il mese di Dicembre ed

hanno visto l’avvicendarsi di un gran numero di eventi, organizzati anche da

volontari appartenenti a diversi sodalizi del territorio.

La tombolata dell’associazione

Domenica 18 Dicembre l’Associazione Amici, familiari e volontari della Casa

di Riposo ha organizzato una grande tombolata di Natale. Hanno partecipato

molti ospiti e parenti, contribuendo a creare un’atmosfera di festa. La presiden-

te dell’Associazione, Agnese, con il super aiuto di Ivana, Angela, Silva-

na ,Francesca e Carla e altri membri dell’associazione,hanno pensato ad anima-

re l’estrazione dei numeri, interrotta dalla merenda a base di panettone (di ben

5 kg) spumante e bibite.

Inoltre a rallegrare il pomeriggio è intervenuto il coro della parrocchia formato

da bambine della scuola elementare, che hanno voluto portare i loro auguri ai

nonni dedicandogli i tradizionali canti di Natale.

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L’Auser di paterno

Giovedì 22 Dicembre i gentilissimi membri dell’associazione Auser di Pader-

no, sono venuti a trovarci per rallegrare il nostro pomeriggio. Hanno organizza-

to una bellissima tombolata con dei bellissimi premi, inoltre i loro musicisti

hanno coinvolto i nostri ospiti facendoli cantare . Hanno poi offerto panettone

e bibite, oltre che omaggiare ogni ospite con un piccolo presente di Natale.

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I Pastori di Missaglia nei reparti

E’ ormai una tradizione che dura da parecchi anni : i pastori di Missaglia, han-

no fatto visita agli ospiti esibendosi in ogni reparto della struttura con canti del

loro repertorio, appartenenti non solo alla tradizione popolare, ma anche natali-

zia. Erano accompagnati da Babbo Natale che ha regalato caramelle e sorrisi a

tutti.

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I bambini dell’asilo di Monticello

Mercoledì 21 Dicembre i bambini della scuola materna di Monticello sono ve-

nuti a trovare i nostri ospiti.I nonni ,con l’aiuto degli educatori, hanno voluto

raccontare e animare una piccola storia, insegnando ai bambini il valore di stare

insieme e di essere amici.Dopo la lettura della storia fatta dalla nonna Federi-

ca , il nonno Franco ha fatto gli auguri a nome di tutti e ha invitato ad addob-

bare il nostro albero di Natale, collocato in salone, con dei cuoricini rossi che

portavano ciascuno il nome di ogni bambino!

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Nella pagina seguente il racconto che gli educatori hanno preparato per i bam-

bini

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C’era una volta in una piccola fattoria un simpatico topolino di nome Serafino a cui

piaceva tanto stare con i suoi più cari amici, la mucca Martina, l’oca Betty, il cavallo

Charlie, la gallina Diana, il gallo Ferdinando e il maiale Alberatone.

Un giorno tutti gli animali della fattoria decisero di partire per una avventura molto

importante: un viaggio alla ricerca della felicità.

Nessuno dei simpatici animali sapeva bene cosa fosse la felicità, ma tutti la desidera-

vano e per trovarla decisero di seguire ognuno la propria strada.

Durante il cammino ognuno trovò un personaggio a cui chiedere cosa fosse la felicità.

Serafino il topolino, incontrò un gruppo di api che ronzavano e svolazzavano nell’a-

ria, gli si avvicinò e chiese a loro se conoscevano la felicità, loro risposero che la feli-

cità è un cespuglio di rose profumate.

La mucca Martina e Betty l’oca parlarono con dei buffi fiori e gli spiegarono che la

felicità è la rugiada del mattino.

Il cavallo Charlie e il maiale Albertone incontrarono una volpe che decisa disse a loro

che la felicità è una tenera gallinella.

Infine il gallo Ferdinando e la gallina Diana udirono un favoloso uccellino che cin-

guettando disse che la felicità è un campo dorato di chicchi di grano.

Era giunta ormai la notte di Natale e nessuno degli animali aveva capito cosa fosse

questa felicità e così un po’ tristi e amareggiati decisero di tornare alla loro fattoria. Il

viaggio era finito e tutti erano delusi per la mancata scoperta.

Serafino il topo, la mucca Martina, l’oca Betty, il cavallo Charlie, la gallina Diana, il

gallo Ferdinando e il maiale Alberatone si ritrovarono nel giardino dei cuori, di nuovo

tutti insieme e… sorpresa! Scoprirono proprio in quel momento di essere davvero fe-

lici: felici di essersi ritrovati, di volersi bene e di volersi prendere cura uno dell’altro.

Tutti pensarono che era la notte di natale più bella che avessero trascorso insieme:

erano felici di essere amici…

…”Anche noi nonni siamo felici oggi perché voi bambini siete venuti a trovarci e a

donarci il vostro sorriso. Noi vi regaliamo un piccolo cuoricino, da appendere al vo-

stro albero di Natale, per farvi sapere che vi vogliamo bene! Grazie…”

Auguri di Buon Natale dai nonni della Casa di Riposo

La Notte di Natale

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L’angolo degli ospiti

Massimo Giussani

Ul Munistè de Massaioula

E’ una vecchia struttura

simile nell’insieme al

rifugio dei viandanti

che c’è al ponte di

Missaglia: la Cà del

Punt; perché Missaglia

era uno svincolo per la

frontiera.

Esiste ancora appena

sulla collina l’Albergo

Posta, luogo per il

cambio dei cavalli, l’-

officina per la ripara-

zione delle diligenze e

gli alloggi per i passeggeri; inoltre ospitava anche l’Ufficio Postale che è tuttora

funzionante, naturalmente riadattato.

A quanto mi hanno raccontato quando ero piccolo, a poco più di quattro anni, e

precisamente da Nerino del Punt, ferrareza e ferracavai, adattatosi a ciclista, mi

disse:

“Una volta nel Munistè gheren i Frà besascinni bastrozz me mai vist. I gent s’e-

ren stufì e l’hann sarà denter e ciapà a legnatt e poi l’hann fa scapà e gheven dì:

se turnì indrè ve cupum.”.

Il monastero è ubicato a sud di Missagliola, frazione di Missaglia, verso Casa-

tenovo; è costruito con pietra a vista con una tecnica antica; tali strutture in

Brianza si contano sulle dita.

Il prevosto di allora Don Pasquale ne rivendicava la proprietà, dato che Missa-

glia è una Prepositura, mentre la Cà del Punt era propenso a lasciarla al Comu-

ne.

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Le poesie di Federica

Nella vita tutto si ripete. Stare

Eternamente giovani è solo fantasia

Solo quello che non è avvenuto

mai e in nessun luogo, non

Invecchia mai.

Federica

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L’angolo delle curiosità

COSTRUZIONI VECCHIE E NUOVE

La statua della Libertà sovrasta il porto di New York: è la statua gigantesca di

una donna, alta 93 metri, che rappresenta la figura della Libertà e tiene solleva-

ta nella mano destra una torcia che di notte viene accesa.

La Statua della Libertà fu donata dal popolo francese agli Stati uniti nel 1884.

Fu trasportata per nave in grossi pezzi e ricostruita a New York sull’isola dove

attualmente si trova. All’interno della statua c’è una lunga scala a chiocciola

che porta fino alla corona sulla testa della statua.

La Torre Eiffel è stata costruita nel 1889 come ornamento per la città di Parigi.

Prende il nome dall’ingegnere che la progettò per una grande esposizione inter-

nazionale. La grande torre d’acciaio destò enorme meraviglia all’epoca della

costruzione e molti si recarono a Parigi per vederla. La torre è alta 300 metri,

pesa oltre 7000 tonnellate e oggi, in cima, ospita antenne radio, oltre che un ri-

storante. Si può salire in cima alla Torre Eiffel con una scala composta da ben

1652 scalini oppure salire con uno dei comodi ascensori.

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La torre di Pisa viene chiamata anche torre Pendente perché è tanto inclinata

che sembra cadere da un momento all’altro. Questa torre è il campanile della

cattedrale di Pisa; la sua costruzione ebbe inizio nel 1173 e quando cominciò a

pendere era alta solo dieci metri. I costruttori la completarono dopo parecchio

tempo.

La sua inclinazione continua ad aumentare nonostante i tentativi di frenare lo

spostamento. La torre di Pisa attira moltissimi turisti.

La Sfinge di Giza si trova in Egitto ed è una scultura che rappresenta un leone

con la testa di una donna; venne realizzata oltre 4000 anni fa dagli antichi Egi-

zi. Secondo una famosa leggenda, la sfinge distruggeva chiunque non avesse

saputo risolvere il suo indovinello e cioè: “Quale è quell’animale che al mattino

va a quattro zampe, al mezzogiorno a due e la sera a tre zampe?”. Edipo, un e-

roe greco, risolse l’indovinello rispondendo: “Quell’animale è l’uomo, che nel-

l’infanzia va a gattoni, quando è adulto sta sulle due gambe, e quando è vecchio

usa il bastone, quindi tre gambe”.

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L’angolo della natura I NIDI DEGLI UCCELLI Gli uccelli usano materiali diversi per costruirsi il nido: fango, erba secca e ra-metti sono i più comuni, ma molti uccelli usano anche piume, foglie e muschio. Certi usano le ragnatele per tenere il tutto saldamente legato. Di solito usano tutto ciò che trovano alla loro portata, ma ci sono uccelli che volano per chilo-metri alla ricerca dei materiali adatti. Esistono tante forme di nido: la forma più comune è quella rotonda o ovale, ma certi uccelli costruiscono dei nidi quasi piatti. Il tipo di nido che un uccello co-struisce dipende dal luogo in cui esso vive e dal tipo di uova che depone. Alcu-ni uccelli, come il pinguino imperatore, non costruiscono nidi, ma tengono a turno le uova tra le zampe e il corpo per proteggerle e tenerle calde. La maggior parte degli uccelli però costruisce un nido tra gli alberi, sugli arbusti o sul terre-no, in modo da proteggere le proprie uova. I pivieri costruiscono il nido sul terreno: il maschio gira attorno a sé stesso nel-la sabbia fino a quando, con questo movimento, non ha scavato un buco. La femmina riveste poi il buco con conchiglie e sassolini. Alcuni uccelli di mare costruiscono il nido sugli scogli; spesso è poco profondo e costruito solo con rametti: le uova, dalla forma a pera, non hanno così biso-gno di qualcosa che impedisca loro di rotolare. La cannaiola costruisce il suo nido sulle canne tra le quali vive: è un nido robu-sto, difficile da vedere. Ma quante volte un uccello costruisce un nuovo nido? Le rondini però tornano spesso allo stesso nido anno dopo anno. Invece la mag-gior parte degli uccelli costruisce un nido nuovo ogni anno, nel momento in cui sono pronti a deporre le uova. Il nido offre alle uova e ai piccoli protezione dai pericoli fino a quando non saranno in grado di volare e di badare a se stessi.

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L’angolo de “El casciaball” Parch de Moscia

Quanta nev

quel dì al parch de Moscia.

Legor che corren sora al praa innevata

e duu amis

che per on quart d’ora

tornen bagai.

Te vegn in ment

quand la nev voleva dì

‘ndà no a scola.

La gent in coa sora al vial Cavriga

e numm che vardom incantaa

la nev che quatta el parch.

Savor de campagna e de temp passaa

per fortuna che gh’è anmò

la voeuja de giugà al parch.

L’usell che ‘l sgora

tra i alber sbiancaa

el fiolett che scia

tra i praa innevaa.

Parco di Monza

Quanta neve

quel giorno al parco di Monza.

Lepri che corrono sul prato innevato

e due amici

che per un quarto d’ora

tornano bambini.

Ti viene in mente

quando la neve voleva dire

non andare a scuola.

La gente in coda sul viale Cavriga

e noi che guardiamo incantati

la neve che copre il parco.

Sapore di campagna e di tempi passati

per fortuna che c’è ancora

la voglia di giocare al parco.

L’uccello che vola

tra gli alberi imbiancati

il bambino che scia

tra i prati innevati.

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L’angolo delle risate

Un tale parte per i Carabi. Arrivato a destinazione scrive un messaggio alla mo-

glie che lo deve raggiungere il giorno dopo, ma sbaglia il numero e lo invia ad

una signora alla quale è appena morto il marito. La vedova lo legge e cade sve-

nuta. Sul messaggio c’è scritto: “Cara moglie, sono arrivato e ti aspetto per do-

mani! Non vedo l’ora di essere ancora con te! P.S. Qui fa un caldo terribile!”.

- Quante donne hai avuto? - Mah... una trentina... - Così tante?!? - No... era di Trento

Un tale parla con un amico trapezista: - Sai, non mi posso proprio lamentare... La salute va bene, il lavoro mi piace e poi non ho problemi economici! E il trapezista: - Invece io per arrivare alla fine del mese devo fare i salti mortali...

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L’angolo dei personaggi

Charles Darwin

Charles Darwin nasce nel 1809. Fin da piccolo la sua vera

passione erano le scienze naturali. Fu proprio un viaggio

intorno al mondo, al quale lui partecipò come naturalista,

che pose le basi per la sua teoria evoluzionistica.

Grazie ai lavori di precedenti scienziati egli arrivò a pensa-

re che sulla supeficie terrestre agiscono perennemente del-

le forze naturali che la modificano continuamente. A con-

fermare questa teoria fu il ritrovamento (sempre durante il

suo viaggio) sulle Ande di fossili marini.

Così al ritorno in Inghilterra, dopo aver raccolto le infor-

mazioni necessarie, Darwin pubblicò il suo libro

"L'origine delle Specie" nel quale esponeva la sua teoria

evoluzionistica. Tale teoria afferma che tutti i gli essere viventi sono correlati

tra loro attraverso un comune progenitore, di una specie sconosciuta e vissuto

in un epoca remota. Egli ipotizzò che i discendenti dei primi organismi viventi

si fossero diffusi nel corso di milioni di anni in diversi habitat e che per SELE-

ZIONE NATURALE avessero sviluppato degli adattamenti o modifiche indi-

spensabili per vivere nei diversi luoghi.

La storia della vita assomiglierebbe così a un cespuglio con molte diramazioni

che, partendo da un tronco comune, raggiungono la sommità con i ramoscelli

più sottili. A ogni biforcazione dell'albero si trova un antenato che è comune a

tutti i ramoscelli che partono da quel punto. (es. il cane e il lupo derivano dallo

stesso antenato).

Questa teoria è un caposaldo delle scienze naturali.

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L’angolo di Padre Pio Il 10 Agosto 1910 fra Pio fu ordinato sacer-

dote nella cappella dei canonici del Duomo,

alla presenza di don Salvatore, don Peppi-

no, mamma Peppa, le sorelle ed un numero

impressionante di parenti e paesani.

Domenica 14 agosto padre Pio celebrò la

sua prima messa nella Chiesa Madre di Pie-

tralcina. Mamma Peppa con le figlie ed i

parenti organizzò una calorosa festa in Vico

Storto di Valle e rimpinzò di leccornie tutti i

paesani che volevano congratularsi con lei.

A Pietralcina padre Pio cercò ancora una

volta di recuperare le forze che gli venivano

sottratte dalla malattia. Intanto aiutava il

parroco svolgendo numerose attività reli-

giose: visitava i compaesani gravemente

malati e organizzò un coro di quindici ragazzi ai quali insegnava gli inni per la

messa domenicale. E naturalmente pregava molto, una vita quieta insomma, al-

meno in apparenza.

Un giorno alcuni paesani andarono dal parroco a lamentarsi: “Padre, di notte si

sentono degli strani rumori provenienti dalla casa di padre Pio: voci, grida, la-

menti, colpi e botte sui muri.. C’è qualcosa di strano e noi non riusciamo a dor-

mire!”. Allora il parroco, Don Tore, andò a chiedere cosa gli stava succedendo

a padre Pio, che rispose: “Don Tore, in certi momenti poco manca che non mi

si spacchi la testa per la violenza che debbo farmi per non cedere al demonio

che fa di tutto per strapparmi dalle braccia di Gesù. Non riesco a dormire la

notte perché il male mi tormenta. Inoltre debbo confessarvi che mi è successo

qualcosa di inspiegabile..” e padre Pio mostrò le mani al parroco. Su entrambe

le palme erano comparse delle piaghe: Don Tore non sapeva più cosa pensare.

Il giorno dopo portò padre Pio da un medico che però non riuscì a capire di che

genere fossero tali segni e disse che gli ci volevano dei giorni per studiare per

bene il caso.Don Tore era visibilmente allarmato e padre Pio profondamente

sconvolto.

Nel giro di qualche giorno le piaghe scomparvero, per ricomparire un anno do-

po.

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L’angolo dei giochi

Cerchia le parole

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L’angolo delle ricette

LONZA RIPIENA

Ingredienti:

1kg di lonza di maiale,

1/2 kg di frutta secca tra fichi, albicocche, prugne e pistacchi,

aglio,

un cucchiaio di miele,

un bicchiere di marsala secco.

Prendere la lonza e praticare un profondo taglio, una specie di tasca, senza bu-

care l’altra estremità. Mettere a marinare nel marsala la frutta secca una mezz’-

ora e poi inserirla, sgocciolata, nella tasca della lonza, riempirla bene e chiude-

re cucendo l’apertura con filo bianco. A questo punto tagliare uno spicchio d’a-

glio a fettine sottili, fare delle piccole incisioni con un coltello sulla superficie

della lonza e infilare dentro l’aglio.

Mettere la carne in una teglia, sciogliere un cucchiaio di miele nel marsala usa-

to per la frutta e versarlo sulla lonza, aggiungere sale, pepe e qualche fiocchetto

di burro. Infornare a 180° per 50 minuti. Bagnare ogni tanto la carne con il suo

sughetto, e controllate che sia davvero cotta infilate un coltello nella carne pri-

ma di sfornarla.

Al momento di servire eliminate la cucitura e presentate l’arrosto a fette bagna-

to con il suo fondo di cottura e accompagnato da patate arrosto.