Sviluppare il welfare della Sardegna
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Ricerca realizzata da
A cura di Daniela Fantozzi
Maggio 2004
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Il welfare regionale: un’analisi del welfare state in Sardegna Le trasformazioni in atto del sistema di welfare in Italia hanno comportato una ridefinizione dei
diversi pilastri che compongono questo modello, dalla sanità, al lavoro, al settore socio-assistenziale attraverso la Legge quadro Nazionale 328/00, fino al sistema pensionistico riformato nel 1995. Queste tendenze evidenziano le diverse fasi di un processo caratterizzato, in termini generali, da un governo centrato sul welfare state ad un insieme di politiche ispirate al welfare communty.
Tale processo è anche il frutto di un dibattito, che, a partire dagli anni ’80, si è incentrato sull’esigenza di trasformare un sistema di welfare teso a proteggere quasi esclusivamente i lavoratori (di tipo occupazionale) in uno più dinamico e inclusivo a favore della cittadinanza nella sua globalità (di tipo universalistico).
Soltanto di recente, tuttavia, si assiste ad una transizione da un sistema a carattere
centralistico ad uno fondato sul federalismo e sul decentramento alle Regioni e agli Enti Locali (Province e Comuni), che possa promuovere lo sviluppo di una programmazione e di una gestione territoriale delle politiche, degli interventi e dei servizi. Questo assetto imperniato sulla sussidiarietà e sul decentramento corrisponde al dettato costituzionale, soprattutto dopo le modifiche apportate al Titolo V.
Dunque la dimensione territoriale si pone al centro dell'attenzione delle forze sociali e delle istituzioni, sia per quanto riguarda le strategie di sviluppo sia per una nuova impostazione delle politiche di welfare. In questo contesto il territorio, quale volano dello sviluppo qualitativo della comunità locale, diventa punto e sede centrale al fine di costruire una rete e un tessuto di inclusione e di identità sociale attraverso la valorizzazione delle risorse civili, culturali e dei saperi locali.
Fornire informazioni con dettaglio territoriale attraverso un sistema di indicatori sul welfare a
livello regionale che tenga conto dei diversi ambiti del “sociale” in cui si esplicano le azioni di policy dei governi regionali è utile per disporre e diffondere informazioni rivolte a tutti gli operatori del settore (istituzioni locali, associazioni, enti di ricerca, ecc.) impegnati nell’attività di programmazione e valutazione delle politiche. Inoltre un’adeguata definizione delle linee di politica sociale può contribuire ad evitare la dispersione delle politiche di welfare, sia tra i vari livelli di governo, sia nei diversi ambiti territoriali in cui esse possono trovare attuazioni.
Sulla base delle considerazioni svolte, l’Associazione Nuovo Welfare ha individuato i seguenti
settori del sociale per i quali saranno analizzati alcuni indicatori per la regione Sardegna:
• Assistenza sociale
• Sanità
• Formazione, Istruzione e Ricerca
• Qualità della vita (ambiente, sport e cultura) Sono stati considerati settori che contribuiscono a fornire una definizione più allargata del
sistema di welfare, che tenga conto dei mutamenti socio-economici degli ultimi anni e del quadro istituzionale, nazionale e regionale.
Di seguito saranno analizzati alcuni indicatori, selezionati da una lista più ampia
predisposta per il confronto dei sistemi di welfare regionale, al fine di descrivere in modo sintetico il sistema di welfare della regione Sardegna, osservato prevalentemente dal punto di vista dell’offerta sul territorio delle strutture e dei servizi. Gli ambiti del “sociale” trattati sono quelli indicati dal gruppo di ricercatori dell’Associazione Nuovo Welfare e precedono, come già detto, una definizione “allargata” di stato sociale.
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Si premette che gli indicatori analizzati, di tipo quantitativo, rispondono ad un criterio oggettivo di scelta che non esaurisce l’analisi sul sistema di welfare regionale. E’ opportuno per completare l’analisi affiancare ai seguenti indicatori anche altri indicatori di tipo “soggettivo” che descrivono la misura della percezione da parte dei cittadini e dei beneficiari delle politiche sociali regionali della funzionalità dei servizi sociali, delle strutture di assistenza, della qualità dei corsi formativi, ecc.
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Assistenza Sociale La regione Sardegna presenta un alto numero di presidi socio-assistenziali1, pari a 15,2 presidi
per 100.000 abitanti, sia rispetto al dato del Mezzogiorno che al valore Italia, pari rispettivamente a 9,2 e 13,4.
Le strutture rilevate sul territorio regionale sono 250 nel 2000, con circa 7.500 posti letto che
ospitano persone che per motivi diversi si trovano in stato di bisogno o abbandono. Complessivamente sono 5.817 gli ospiti dei presidi socio-assistenziali sardi, in particolare il 72,2% degli ospiti che ricevono assistenza sono anziani, il 18,3% adulti e il 9,5% minori. Il dato degli anziani è molto elevato rispetto allo stesso dato per il Mezzogiorno (pari al 58,9%), mentre è più vicino alla media Italia (del 76,3%).
Tale valore è in parte spiegato dalla struttura per età della popolazione sarda, in particolare
l’indice di vecchiaia2 della regione Sardegna è molto elevato e pari a 109,3 ovvero per ogni bambino ci sono 9,3 anziani. Quello del Mezzogiorno nel complesso è pari invece a 91,5.
Un valido supporto all’attività di assistenza è offerto anche dalle strutture del terzo settore3
pari, secondo l’ultimo censimento del 19994, a 54,3 ogni 100.000 abitanti. Un dato molto significativo soprattutto se confrontato con il Mezzogiorno e il valore Italia, rispettivamente pari al 25,4 e al 33,6 per cento. Anche il numero di volontari, che costituiscono la risorsa umana più consistente delle istituzioni non profit, è molto elevato. La Sardegna è infatti la regione del Mezzogiorno che presenta il numero più alto di volontari su 1.000 abitanti rispetto alle altre regioni del sud e il cui valore è pari a 12,5 mentre in media nel Mezzogiorno operano nei servizi per l’assistenza circa 5 volontari ogni 1.000 abitanti.
Anche se gli indicatori scelti offrono un quadro sintetico del settore dell’assistenza sociale dal
lato dell’offerta (strutture, servizi e operatori del terzo settore), possiamo comunque affermare che la regione Sardegna presenta sotto questo profilo una situazione soddisfacente soprattutto in relazione alla popolazione complessiva.
1 I presidi residenziali socio-assistenziali sono stati classificati dall’Istat secondo una nomenclatura che armonizza le diverse tipologie regionali: centri di pronta accoglienza; centri di accoglienza notturna; comunità familiari o case famiglia; comunità educativa per minori; comunità socio-riabilitativa; comunità alloggio; istituti per minori; residenza assistenziale per anziani; centro di accoglienza immigrati. L’elemento che accomuna tutti i presidi residenziali è il carattere prevalentemente assistenziale, anche se spesso, fra le prestazioni offerte, è compresa l’assistenza medica e sanitaria. Il soggiorno può avere anche finalità di recupero per alcolisti, tossicodipendenti e persone con problemi psichiatrici, mentre i bambini e i ragazzi possono fruire di corsi scolastici e formativi all’interno delle strutture. Tuttavia, data la natura prevalentemente assistenziale delle strutture rilevate, sono escluse dal campo di osservazione le istituzioni strettamente sanitarie o scolastiche (ad esempio le case di cura, le comunità per tossicodipendenti, i collegi di istruzione). Cfr. I presidi residenziali socio-assistenziali, ISTAT, 2000. 2 L’indice di vecchiaia e calcolato come il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni.
3 Per istituzione non profit si intende, secondo la classificazione Istat, l’unità giuridico-economica dotata o meno di personalità giuridica, di natura pubblica o privata, che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni diversi dalla remunerazione del lavoro prestato ai soggetti che la hanno istituita o ai soci. Costituiscono esempi di istituzione non profit privata: le associazioni, riconosciute e non riconosciute, le fondazioni, le organizzazioni non governative, le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali e le altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), i partiti politici, i sindacati, gli enti religiosi civilmente riconosciuti, le organizzazioni religiose ivi comprese diocesi e parrocchie. 4 Cfr. Istituzioni nonprofit in Italia, ISTAT, 1999.
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Sanità Gli indicatori del settore della Sanità offrono delle buone informazioni di sintesi soprattutto dal
lato dell’offerta dei servizi e delle strutture sanitarie che hanno conosciuto negli ultimi anni un sensibile processo di riorganizzazione in seguito alle più ampie trasformazioni del sistema sanitario nazionale che si muove ormai nella direzione di un contenimento della presenza dei servizi ospedalieri a favore di quelli territoriali e residenziali con una diversa velocità di adeguamento da parte delle regioni.
Complessivamente il Ministero della Salute rileva, nel 2000, 46 istituti di cura5 sul territorio
della regione Sardegna. La disponibilità dei posti letto, nel 2000, è superiore alla media del Mezzogiorno e dell’Italia. Il
dato della Sardegna standardizzato per 1.000 abitanti è di un punto più alto rispetto a quello del Sud nel complesso, rispettivamente 5 e 4 posti letto ogni mille abitanti; superiore anche al dato medio del Paese che è pari a 4,6.
Nel 2000, la Sardegna presenta un numero di degenze medie pari a 7,2: dato inferiore alla
media nazionale uguale a 7,7. Considerato come indicatore di efficienza del sistema sanitario il dato sulle degenze sembrerebbe positivo se letto anche insieme ad altri indicatori.
Il tasso di ospedalizzazione, ovvero il rapporto tra degenze e popolazione media residente, presenta una valore pari a 153,5 in Sardegna, 164,9 e 163,5 rispettivamente nel Mezzogiorno e per l’Italia nel complesso; la percentuale dei posti letto per acuti sul totale dei posti letto utilizzati in regime di day hospital6 è pari nel 2000 a 14,9 in Sardegna, 9 e 10,6 per cento nel Mezzogiorno e nell’Italia in complesso.
Un tasso di ospedalizzazione non troppo elevato non implica che la domanda di salute da
parte dei cittadini sardi sia disattesa ma può significare, in senso positivo, che il numero dei ricoveri sia adeguato alle esigenze del paziente in base alle cause del ricovero.
Inoltre la degenza media, che indica il rapporto tra le giornate di degenza e il numero delle degenze, è considerato nel campo della ricerca sociale un indicatore dell’efficienza ospedaliera anche se è sempre meglio, trattandosi di indicatori sociali, tener conto anche di altri dati relativi ai servizi e alle strutture sanitarie e assistenziali per una lettura più attenta.
Tuttavia il valore della Sardegna, più vicino alla media dell’Italia che del Mezzogiorno, lascia pensare ad uso più appropriato dei ricoveri e ad un uso meno frequente dei cosiddetti “ricoveri impropri” che si riscontrano soprattutto nel Mezzogiorno in cui, essendo meno presenti sul territorio strutture specializzate, l’ospedalizzazione avviene anche per gli interventi meno gravi facendo ridurre la media delle giornate di degenza e incidendo anche sul tasso di ospedalizzazione.
Tale considerazione è avvalorata dal numero elevato di utilizzo dei posti letto in regime di day hospital che in Sardegna è superiore rispetto a tutte le regioni del Mezzogiorno. Tale valore conferma anche la tendenza generale alla razionalizzazione delle risorse e delle attività del sistema ospedaliero, accompagnata da un costante aumento al ricorso a forme alternative quali appunto i servizi di day hospital.
5 Con l'espressione istituto di cura si indica una delle seguenti tipologie specifiche:
- Ospedale a gestione diretta, costituito in azienda ai sensi dell'art. 4, comma 1 del D.L. 502/92 (Vedi Azienda ospedaliera); - Ospedale a gestione diretta, presidio della Asl; - Policlinico universitario (art. 39 legge 833/78); - Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (art. 42 legge 833/78); - Ospedale classificato o assimilato ai sensi dell'articolo 1, ultimo comma, legge 132/68 (art. 41 legge 833/78); - Casa di cura (provvisoriamente accreditata o non); - Istituto psichiatrico residuale (art. 64 legge 833/78); - Istituto sanitario privato qualificato presidio Asl (art. 43, comma 2, legge 833/78 e DPCM 20/10/1988); - Ente di ricerca.
Ogni entità ospedaliera è costituita dall'insieme di tutte le divisioni, sezioni e servizi, autonoma o dipendente da una struttura pubblica (ad es. Asl) o privata. Ogni istituto è individuato da un codice�ai sensi del D.M. 6.9.1988 del Ministero della salute. 6 I posti letto standard per acuti sono i posti letto previsti dalla normativa vigente pari a 4,5 ogni 1.000 abitanti.
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All’interno del processo di razionalizzazione e privatizzazione del sistema sanitario un ruolo importante è svolto dalle istituzioni non profit e dal volontariato che operano nel campo sanitario.
Gli indicatori al riguardo sono molti positivi per la regione Sardegna: per ogni 100.000 abitanti
sono attive 25,5 istituzioni, dato ben al di sopra del Mezzogiorno (pari a 10,1) e della media Italia (pari a 16,8); mentre sono operativi sul territorio 9,5 volontari per 1.000 abitanti contro i 3 e i 5,5 del Mezzogiorno e dell’Italia nel complesso. Sia i volontari che le associazioni offrono servizi ospedalieri generali e riabilitativi, per lungodegenti, e servizi per psichiatrici ospedalieri e non ospedalieri, integrando così l’attività ordinaria degli istituti di cura e contribuendo all’attuazione della legge quadro sull’assistenza socio-sanitaria.
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Tasso di disoccupazione giovanile femminile 2003
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Nel campo delle politiche attive del lavoro, la formazione e l’istruzione svolgono un ruolo
importante sia per chi è già inserito nel mercato del lavoro sia per chi è in cerca di occupazione o del primo impiego.
Gli ambiziosi obiettivi in materia di istruzione e formazione sono enunciati nel Consiglio
europeo di Lisbona (2000) e ratificati in quello di Barcellona (2002). Entro il 2010, infatti, l'Europa dovrà essere il sistema economico basato sulla conoscenza più competitivo e dinamico al mondo, in condizioni di dar luogo ad una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale; per centrare tale obiettivo i Governi hanno stabilito dei risultati che i sistemi formativi ed educativi dei diversi Paesi devono conseguire, nell'ottica di un
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apprendimento che si snodi lungo tutto l'arco della vita, allo scopo di facilitare a tutti l'accesso ai sistemi di istruzione e formazione, di aprire questi sistemi al mondo esterno e, infine, di aumentarne qualità ed efficacia, fino a renderli un punto di riferimento qualitativo a livello mondiale.
Nel Mezzogiorno i dati relativi alla disoccupazione e in particolare a quella giovanile e
femminile sono ancora preoccupanti e mostrano come i governi centrali e locali debbano impegnarsi a lungo per aiutare i giovani e le donne ad entrare nel mondo del lavoro e a conciliare occupazione ed impegni familiari.
In Sardegna il tasso di disoccupazione giovanile, calcolato sulla popolazione nella fascia di età
15-24 anni, è pari al 43,6 per cento, mentre il tasso di disoccupazione giovanile femminile è del 53,3 per cento. Nel complesso il tasso di disoccupazione per la fascia di età 15 e oltre è pari al 16,9 per cento. I tassi sono tutti al di sotto della media del Mezzogiorno, pari rispettivamente al 49,1 per cento per quello giovanile, al 58,3 per cento per quello giovanile femminile e, infine, al 17,7 per cento per il tasso di disoccupazione complessivo. Tuttavia i valori rimangono comunque allarmanti.
Anche il tasso di occupazione per l’Italia e per la regioni del Mezzogiorno è ancora molto
basso. La Sardegna presenta un tasso di occupazione calcolato sulla popolazione nella fascia di età 15-64 anni pari al 47 per cento, lo stesso valore è più basso per il Mezzogiorno 44,1% e più elevato per il totale Italia 56%.
Le politiche messe in atto per la formazione e l’istruzione sul territorio presentano dei valori
significativi che lasciano sperare ad un miglioramento delle possibilità per gli occupati e per le persone in cerca di lavoro di poter trovare con più facilità un altro impiego, di poter migliorare la propria condizione professionale all’interno dell’azienda/ente o di poter trovare un primo impiego corrispondente alle proprie capacità e attitudini.
Secondo l’indagine che svolge annualmente l’Isfol sulla formazione professionale7, il numero di
corsi attivati dalla regione Sardegna nell’anno 2001/02 sono 209 a fronte di un numero di allievi iscritti di 3.076. L’indicatore sul numero di adulti (età 25-64 anni) occupati che partecipano ad attività formative e di istruzione del 2003 è pari in percentuale a 4,3 punti contro l’1,8 del Mezzogiorno e il 3,2 per L’Italia. Lo stesso indicatore calcolato per i “non occupati” è pari a 8,9 per cento per la Sardegna, 6,5 per il Mezzogiorno e 6,6 per l’Italia nel complesso. Entrambi gli indicatori mostrano una partecipazione abbastanza ampia alle attività di formazione, di istruzione presenti sul territorio di gran lunga superiore ai valori delle altre regioni del Mezzogiorno.
Per quanto riguarda invece i servizi offerti a supporto dell’attività formativa universitaria, i dati
rilevati dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR) sugli enti per il diritto allo studio che erogano determinati servizi mostrano degli indicatori sicuramente positivi sia rispetto ai valori medi del Mezzogiorno che dell’Italia in generale: in Sardegna nel 2002, il numero dei posti mensa per ogni 100 iscritti è pari a 3,2 rispetto a 2,5 del Mezzogiorno e 2,7 dell’Italia; il numero degli alloggi per ogni 100 iscritti è pari a 2,5 contro 1,5 e 2 rispettivamente del Mezzogiorno e dell’Italia.
I servizi per lo studio sono dunque soddisfacenti a fronte anche di un buon numero di laureati che escono dagli atenei sardi.
Il numero di laureati per 100 immatricolati 6 anni prima è nel 2002 di 43,4, più alto dello stesso
valore per il mezzogiorno 39,5, ma più basso della media Italia pari a 47,9. Più rilevante è invece l’indicatore che misura i laureati in discipline tecnico-scientifiche sul totale dei laureati8: in Sardegna nel 2002 è del 39,4 per ogni 100 laureati mentre lo stesso dato per il Mezzogiorno è del 32,3 e del 32,7 per l’Italia. Ciò dimostra come sia significativo l’investimento in capitale umano che può svolgere attività di ricerca e di diffusione della conoscenza scientifica.
7 Cfr. Statistiche sulla formazione professionale 2003. Le strutture, le attività e la spesa, ISFOL. 8 Sono stati considerati i laureati nelle seguenti facoltà: Ingegneria, Medicina e Chirurgia, Veterinaria, Agraria, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Farmacia, Chimica Industriale.
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Qualità della vita: Ambiente, Cultura, Sport In una definizione più allargata e moderna di stato sociale rientrano anche gli aspetti relativi
alla qualità della vita che possono essere sintetizzati da alcuni indicatori relativi all’ambiente, alla cultura e allo sport.
L’indicatore sulla percentuale delle aree protette, riserve e parchi naturali e marini in relazione
al totale della superficie territoriale indica un valore per la Sardegna del 7,7 per cento; non molto elevato se confrontato con il dato del Mezzogiorno pari a 13,4 e della media Italia pari a 10,1.
L’indicatore sulla raccolta differenziata, che può misurare quanto sia diffusa tra imprese e
cittadini del meridione una cultura della sostenibilità ambientale nel rispetto del territorio9, è pari in Sardegna all’1,7 per cento, valore più basso del Mezzogiorno pari a 2,4 e molto inferiore rispetto alla media Italia del 14,4 per cento.
Di contro la diffusione e la fruizione culturale, misurabile attraverso l’indicatore sulla diffusione
territoriale delle biblioteche, indica come la Sardegna sia nel 2002 in una buona posizione rispetto alle altre regioni dell’Italia e del Mezzogiorno: i valori per ogni 100.000 abitanti sono rispettivamente 29,6 in Sardegna, 22,2 nel Sud e 17,3 nell’Italia nel complesso.
E’ positivo anche l’indicatore sulla pratica sportiva che può essere una misura della qualità
della vita delle persone: esso è uguale al 30,2 per cento in Sardegna, valore ampiamente superiore a quello del Mezzogiorno pari a 22,8 e moderatamente più alto della media nazionale pari a 29,8.
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9 Nel 2001, il Consiglio europeo di Goteborg ha approvato la strategia per lo Sviluppo Sostenibile considerando le politiche ambientali
uno degli elementi chiave della strategia di Lisbona per lo sviluppo economico e sociale dell’Unione europea. Tutte le politiche dell’Ue mirano a creare un “circolo virtuoso” in cui la crescita delle regioni avvenga da un lato riducendo le disparità economiche e sociali e dall’altro migliorando e rispettando l’ambiente (Terzo Rapporto sulla coesione economica e sociale, 2003 Commissione europea).
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Ricerca realizzata da
A cura di Daniela Bucci
Febbraio 2004
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1. La Legge Regionale di riordino dei servizi socio-assistenziali
La Sardegna ha iniziato il proprio percorso di riordino del sistema dei servizi socio-assistenziali con
la L.R. n. 4/88 “Riordino delle funzioni socio-assistenziali” ed il regolamento di attuazione DPGR
n.12 del 14 febbraio 1989 “Regolamento di attuazione della legge regionale 25 gennaio 1988, n. 4”.
All’interno della Regione, la riorganizzazione dei servizi socio-assistenziali è stata condotta al fine
di favorire la realizzazione dei seguenti obiettivi:
a) prevenire e concorrere a rimuovere le cause di ordine economico, sociale e psicologico che
possono provocare situazioni di bisogno e di emarginazione nella vita sociale e produttiva;
b) promuovere e sostenere tutte le iniziative destinate alla tutela e all’integrazione nella comunità
di appartenenza dei soggetti non autosufficienti, limitando l’istituzionalizzazione ai soli casi di
assoluta impossibilità a provvedere altrimenti;
c) assicurare ed incentivare i servizi e gli interventi che garantiscono ai cittadini il mantenimento,
l’inserimento e il reinserimento nella vita familiare, sociale, scolastica e lavorativa;
d) favorire, in accordo con gli organismi competenti, l’integrazione dei servizi socio-assistenziali
con i servizi sanitari, educativi, culturali e scolastici, nonché con tutti gli altri servizi che
operano nel territorio, al fine di assicurare una risposta organica e complessiva ai bisogni della
popolazione;
e) promuovere ed assicurare un ordinato sviluppo sociale, stimolando e sostenendo le iniziative
favorevoli che nascono all’interno delle stesse comunità territoriali.
L’assetto istituzionale disegnato dalla L.R. n. 4/88 e dalle successive modifiche ed integrazioni1
assegna alla Regione le funzioni di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo. Ad essa
è affidato il compito di predisporre ed approvare il Piano Regionale Socio-Assistenziale e di
valutare i programmi d’intervento messi a punto dai Comuni.
Nel dettato della legge, la Regione assicura l’impiego coordinato di tutte le risorse destinate, a
qualsiasi titolo, ad interventi nel settore dei servizi socio-assistenziali; ripartisce, tenuto conto delle
indicazioni e delle proposte formulate dalle Amministrazioni provinciali e comunali, il Fondo
Regionale per gli interventi nel settore e determina gli orientamenti generali per il concorso dei
cittadini in stato di bisogno al costo delle prestazioni erogate. Favorisce e promuove la costituzione
di associazioni fra più Comuni per la gestione congiunta degli interventi socio-assistenziali e
determina gli indirizzi generali per l’individuazione dei servizi che possono essere gestiti in forma
1 L.R. 26/02/1999 n.8. “Disposizioni in materia di programmazione e finanziamenti per i servizi socio-assistenziali. Modifiche e integrazioni alla
legge regionale 25 gennaio 1988, n.4 “Riordino delle funzioni socio-assistenziali”.
3
integrata dalle strutture sociali e sanitarie, predisponendo lo schema tipo delle relative convenzioni.
Cura la tenuta dei registri regionali dei soggetti privati e delle associazioni di volontariato che
operano nel settore; promuove la formazione e l’aggiornamento professionale del personale
impiegato nei servizi socio-assistenziali, attraverso apposite iniziative. Disciplina le modalità e i
criteri di vigilanza sulle attività e sulle strutture socio-assistenziali che operano, a qualsiasi titolo,
nel territorio regionale ed attua le forme di verifica idonee a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei
servizi e degli interventi erogati.
Gli ambiti territoriali considerati adeguati alla realizzazione degli obiettivi indicati dalla legge
coincidono con i distretti sanitari delle Aziende Usl2.
All’interno degli ambiti territoriali, i compiti e le attività socio-assistenziali sono esercitate dai
Comuni, singoli o associati, nel rispetto dei criteri e delle direttive contenuti nel Piano Regionale.
Le Amministrazioni comunali hanno il compito di coordinare ed integrare i propri servizi socio-
assistenziali con quelli sanitari esistenti nel territorio, e con gli altri servizi di sviluppo e di
intervento sociale.
La legge di riordino prevede inoltre l’esistenza di presidi e servizi multizonali, come forma di
gestione a carattere sovra-comunale degli interventi socio-assistenziali. A questo proposito, nel
Piano Regionale devono essere indicati i presidi ed i servizi che possono essere utilizzati anche dai
cittadini residenti in ambiti territoriali diversi da quello in cui detti presidi sono ubicati.
I Comuni sono i titolari delle funzioni amministrative nel settore socio-assistenziale. A loro è
affidata in particolare:
- la gestione degli asili nido;
- la gestione dei centri di aggregazione sociale e di pronto intervento;
- la gestione delle strutture residenziali e semi-residenziali;
- l’erogazione degli interventi economici a qualsiasi titolo corrisposti;
- l’erogazione degli interventi socio-assistenziali a favore dei soggetti portatori di handicap;
- l’erogazione degli interventi socio-assistenziali a favore degli emigrati;
- l’erogazione degli interventi per soggiorni climatici;
- l’assistenza domiciliare a qualsiasi titolo corrisposta;
- le forme di socializzazione dell’anziano;
- l’inserimento o il reinserimento lavorativo dei soggetti esposti a gravi rischi di emarginazione;
- l’abolizione delle barriere architettoniche;
- l’affidamento familiare di minori, anziani, tossicodipendenti, interdetti e inabilitati.
2 Nell’articolazione attualmente definita dal dettato dell’articolo 16 della L.R. 26/01/1995 n.5 “Norme di riforma del servizio sanitario regionale”.
4
Allo scopo di favorire lo svolgimento delle funzioni ad essi spettanti in modo efficiente e
coordinato e di consentire la realizzazione di interventi che interessino congiuntamente la
popolazione ed il territorio di più Comuni, le Amministrazioni comunali hanno la facoltà di dare
vita a forme di collaborazione ed intese, da effettuarsi sulla base delle indicazioni regionali.
Le Province concorrono, all’interno degli ambiti territoriali, allo svolgimento delle funzioni socio-
assistenziali, ma possono affidare l’organizzazione e la gestione degli interventi (loro attribuiti da
leggi dello Stato) ai Comuni, singoli o associati, regolamentando i reciproci rapporti mediante
apposite convenzioni.
Alle Aziende Usl è affidato l’esercizio delle funzioni socio-assistenziali concernenti:
- la prevenzione, la cura e la riabilitazione degli stati di tossicodipendenza ed alcolismo;
- l’assistenza sociale a: maternità, infanzia, età evolutiva e alla famiglia;
- la riabilitazione dei soggetti portatori di handicap;
- la riabilitazione e il reinserimento sociale dei sofferenti mentali;
- l’assistenza familiare e la tutela psico-affettiva dei minori ricoverati nei presidi sanitari pubblici
e privati convenzionati.
Le Asl svolgono le attività loro attribuite per mezzo di un apposito “Servizio per le attività psico-
sociali”, ricercando l’integrazione ed il coordinamento con i servizi socio-assistenziali di
competenza comunale3. Esse sono tenute a trasmettere ai Comuni e all’Assessore regionale
competente una relazione sull’andamento della gestione delle funzioni socio-assistenziali, sui
risultati ottenuti e sulle eventuali proposte innovative. I Comuni, a loro volta, possono in ogni
momento procedere alla verifica delle concrete modalità attuative dei servizi, degli interventi e dei
programmi, anche allo scopo di migliorarne i livelli qualitativi e quantitativi di erogazione.
Gli strumenti che la legge di riordino mette a disposizione degli Enti locali per la programmazione
degli interventi sul territorio sono il Piano Regionale Socio-Assistenziale ed i Programmi
comunali di intervento.
La Regione provvede, con il concorso delle Province, alla predisposizione di un Piano pluriennale
degli interventi, articolato in progetti-obiettivo ed azioni programmatiche, coordinato con il Piano
Regionale Sanitario.
Il Piano Regionale Socio-Assistenziale deve obbligatoriamente contenere:
- la specificazione degli obiettivi generali e settoriali che si intendono realizzare e le aree socio-
assistenziali oggetto di progetti-obiettivo e di azioni programmatiche;
- i riferimenti ai dati di carattere economico e sociale;
3 Art.11 comma 5 L.R. 26/01/1995 n.5.
5
- l’analisi delle risorse finanziarie e del personale disponibili;
- l’analisi dei livelli di interazione e di integrazione con i programmi ed i progetti, regionali e
locali, di altri settori di intervento;
- i criteri e gli indirizzi ai quali devono riferirsi i Comuni per la formulazione dei programmi di
intervento;
- la tipologia di ciascun servizio e la relativa metodologia di intervento;
- gli standard di funzionalità e di organizzazione dei servizi e delle strutture socio-assistenziali;
- l’ammontare delle risorse finanziarie destinate, a qualsiasi titolo, ad interventi nel settore,
determinando le quote indirizzate al finanziamento dei progetti-obiettivo e delle azioni
programmatiche e specificando le entità rispettivamente assegnate ai Comuni e alle Aziende Usl;
- gli indici e gli standard da assumere per la ripartizione del Fondo socio-assistenziale, individuati
in relazione alle caratteristiche del territorio e all’entità della popolazione residente e finalizzati al
riequilibrio nella distribuzione delle risorse.
Inoltre, il Piano Regionale deve specificare le forme e le modalità di coordinamento che si
intendono realizzare con i servizi sanitari, educativi, culturali, scolastici e con ogni altro servizio
operante nel territorio della Regione.
Il Piano pluriennale e gli aggiornamenti annuali4 sono predisposti tenendo conto delle indicazioni,
delle proposte e delle richieste avanzate dalle Province e dai Comuni, singoli o associati, nonché
dalle Aziende Usl. Alla programmazione regionale deve inoltre essere garantita la partecipazione
dei soggetti non istituzionali che svolgono la loro attività nel settore socio-assistenziale.
I Comuni predispongono i Programmi triennali5 d’intervento in conformità agli indirizzi e alle
direttive del Piano Regionale Socio-Assistenziale.
I Programmi comunali, da verificare ed aggiornare ogni anno6, devono essere articolati in progetti-
obiettivo ed azioni programmatiche. Essi devono indicare:
- dimensione e caratteristiche del bacino di utenza;
- individuazione delle risorse esistenti nel territorio in ordine alle strutture, al personale e alle
disponibilità finanziarie;
- individuazione dei servizi e degli interventi che si intendono attivare.
Per favorire le funzioni di programmazione e di gestione degli interventi socio-assistenziali, la legge
di riordino assegna alla Regione il compito di provvedere alla rilevazione ed elaborazione di dati
demografici, economici, sociali e relativi all’attività dei servizi socio-assistenziali, nonché di
4 Necessari al fine di adeguarlo alle nuove eventuali esigenze e di ricostituirne l’estensione temporale.
5 Art.2 L.R. 26/02/1999 n.8.
6 Ibidem.
6
provvedere alla realizzazione di studi e ricerche sulle cause economiche, sociali e psicologiche che
possono determinare situazioni di bisogno e di emarginazione sociale. A tal fine, viene istituito7
presso l’Assessorato Igiene e Sanità e Assistenza Sociale l’Osservatorio per le politiche sociali
con compiti di studio, ricerca, informazione ed assistenza tecnica agli Enti pubblici e privati che
operano nel settore.
Un ulteriore strumento di supporto all’attività di programmazione è la Consulta regionale per i
servizi socio-assistenziali8
che svolge una funzione di consulenza generale in materia sociale ed
esprime pareri su: la proposta di Piano Regionale, l’aggiornamento annuale e la relazione sociale9
che il Presidente della Giunta è tenuto a presentare ogni anno al Consiglio Regionale. La Consulta
può formulare proposte e suggerimenti per assicurare una maggiore funzionalità ed economicità dei
servizi assistenziali. Inoltre, concorre a formulare le linee generali di indirizzo e le priorità annuali
dell’attività dell’Osservatorio per le politiche sociali10
.
La legge di riordino salvaguarda il diritto dei cittadini di scegliere liberamente, all’interno
dell’ambito territoriale di appartenenza, se usufruire delle strutture pubbliche o rivolgersi a quelle
convenzionate, nonché il diritto di far ricorso, previa autorizzazione, a strutture o a servizi privati
non convenzionati, a condizione che i soggetti gestori risultino regolarmente iscritti nei registri
regionali.
La Regione, dal canto suo, s’impegna a garantire, promuovere e coordinare l’attività delle
Associazioni o Fondazioni private, con o senza personalità giuridica, anche di carattere
cooperativo, che perseguono finalità di assistenza o di servizio sociale nell’ambito del territorio
regionale. I soggetti privati che intendono stabilire rapporti di collaborazione con i soggetti
istituzionalmente titolari delle funzioni socio-assistenziali devono avere preventivamente ottenuto
l’iscrizione nell’apposito registro regionale, dimostrando di possedere i seguenti requisiti:
- legale rappresentanza nel territorio regionale;
- assenza di fini di lucro;
- livelli di prestazioni e qualificazione del personale rispondenti agli standard individuati da
apposito regolamento.
7 Art.3, comma 1 L.R. 26/02/1999 n.8.
8 Istituita presso l’Assessorato Igiene e Sanità e Assistenza Sociale.
9 Sullo stato di attuazione della L.R., sulla qualità delle prestazioni erogate, sui risultati acquisiti dagli studi e nelle ricerche effettuate, sulla diffusione
di fattori di rischio e sulla dinamica di fenomeni sociali di particolare rilievo, nonché sulle attività di volontariato che si svolgono nel territorio
regionale.
10 Art.3 comma 2 L.R. 26/02/1999 n.8.
7
Le forme di collaborazione con le associazioni o fondazioni regolarmente iscritte nel registro
regionale devono essere regolate da apposite convenzioni.
La Regione, all’interno dell’organizzazione dei servizi socio-assistenziali, riconosce e valorizza
anche la funzione del Volontariato, ne favorisce l’autonoma formazione e ne agevola l’impiego e
lo sviluppo. I rapporti tra i soggetti istituzionalmente titolari delle funzioni socio-assistenziali e le
associazioni iscritte nella sezione socio-assistenziale del registro regionale del volontariato devono
essere regolati da apposite convenzioni.
Per il conseguimento delle finalità indicate nella legge di riforma, la Regione istituisce nel proprio
bilancio un fondo denominato Fondo regionale per i servizi socio-assistenziali distinto in due
diversi capitoli di spesa: uno riferito alle assegnazioni statali ed uno alle risorse regionali. Il Fondo
viene ripartito annualmente fra i soggetti titolari delle funzioni socio-assistenziali, tenuto conto
delle indicazioni e dei criteri stabiliti nel Piano Regionale.
2. Il Piano Regionale Socio-Assistenziale
Alla data di approvazione della riforma nazionale dei servizi sociali (lex 328/2000) la Sardegna
aveva all’attivo ben due Piani Socio-Assistenziali.
Il primo assumeva come obiettivo di carattere generale la costruzione di un sistema socio-
assistenziale che fosse attestato non soltanto sul versante operativo. Si trattava, in primo luogo, di
introdurre, fra gli operatori e fra i cittadini, una cultura dei servizi sociali, una consapevolezza
diffusa dei fattori economici, sociali e psicologici che ostacolano la partecipazione dell’individuo
alla vita sociale e l’instaurarsi di relazioni soddisfacenti. Per poi costruire, su questa base culturale,
delle modalità d’intervento più incisive.
Il secondo si inserisce in un contesto molto differente: ha di fronte una realtà molto ampia di servizi
e di interventi che necessitano di un coordinamento e di una finalizzazione, rispetto al complesso
delle priorità assunte, e di risposte puntuali, rispetto agli emergenti problemi attuativi e gestionali.
Esso si configura come un “piano-strumento”, proprio per la sua scelta di formulare risposte
precise, modalità di realizzazione sufficientemente definite, proposte concrete ed attuabili,
fortemente aderenti alle problematiche da regolare.
Le priorità e i destinatari individuati dal Piano Sociale Nazionale per il triennio 2001-2003 risultano
in larga parte sovrapponibili a quelli indicati dai due Piani socio-assistenziali approvati dalla
8
Regione, ed in particolare dal 2° Piano (Piano Socio-Assistenziale per il triennio 1998-200011
), la
cui validità risulta prorogata a tutto il 200312
.
Attraverso il Piano Regione 1998-2000, la Sardegna promuove un sistema organico di servizi socio-
assistenziale volto a tutelare il benessere fisico, psichico e sociale della popolazione, superando gli
squilibri nella distribuzione delle risorse e degli interventi, sostenendo e valorizzando le risposte di
solidarietà sociale, creando condizioni che favoriscano la collaborazione tra operatori ed utenti, tra
comunità ed Istituzioni.
Il Piano Regionale definisce in primo luogo gli obiettivi generali, che vengono individuati nella:
- valorizzazione della famiglia, in quanto soggetto che eroga autonomamente servizi di cura per i
suoi componenti e come partner attivo del sistema degli interventi sociali;
- lotta alla povertà e all’esclusione sociale, attraverso azioni ed interventi volti a promuovere
l’integrazione sociale, che favoriscano: l’accesso alle risorse, alle opportunità ed ai servizi pubblici,
la piena partecipazione alla vita sociale, il superamento della disuguaglianza nel godimento dei
diritti fondamentali;
- promozione di rapporti collaborativi fra le Istituzioni ed il terzo settore, nel suo complesso, e
valorizzazione delle risorse di solidarietà e disponibilità presenti nella comunità in cui si opera;
- ricerca di sinergie fra i servizi e le Istituzioni che concorrono al benessere collettivo, con
particolare riferimento al coordinamento dei servizi socio-assistenziali con i servizi sanitari,
scolastici ed educativi.
Gli obiettivi generali orientano il complesso delle azioni e degli interventi, la formulazione e
l’implementazione dei progetti-obiettivo e delle azioni programmatiche, rappresentando il quadro di
riferimento complessivo nell’ambito del quale si formulano e si perseguono gli obiettivi specifici.
I due progetti-obiettivo, che il Piano individua, sono:
- “Adolescenti”, le cui dinamiche e i cui conflitti sono riportati sul piano della normalità e della
crescita ed affrontati attraverso un impegno comune delle famiglie, dei servizi socio-assistenziali,
delle Istituzioni scolastiche e culturali. Nell’ambito della condizione giovanile, considerata nel suo
insieme, il Piano individua l’adolescenza come fascia d’età che assume valenza prioritaria nella
formulazione ed attuazione dei progetti, mentre il complesso delle problematiche che riguardano i
giovani viene affrontato nell’ambito della specifica azione programmatica.
11 Approvato dal Consiglio Regionale nella seduta del 29 Luglio 1998.
12 Art.15, comma 12 L.R. del 29-04-2003 n.3 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria
2003)”.
9
- “La tutela e la promozione della qualità della vita degli anziani”, che promuove azioni
preventive volte al mantenimento di adeguati livelli di autosufficienza ed interventi di recupero e di
deistituzionalizzazione. Tale progetto rappresenta e sviluppa il versante sociale di un unico progetto
di intervento formulato nell’ambito del Piano Sanitario e del Piano Socio-Assistenziale.
Le azioni programmatiche previste sono rivolte a:
Infanzia. L’azione è volta a sostenere i genitori nell’assolvimento dei loro compiti educativi e di
cura, nonché a promuovere misure di supporto alle famiglie in difficoltà al fine di prevenire
provvedimenti di allontanamento. Nell’ambito di tale azione vengono aggiornati anche gli standard
relativi agli asili nido.
Lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Vengono considerati, in particolare sotto quest’ultimo
profilo, gli interventi volti a fronteggiare gli effetti sociali di: una mancata partecipazione alle
attività lavorative, condizioni abitative inadeguate, insufficiente istruzione, insoddisfacente tutela
del proprio stato di salute.
Aree a più alto rischio di esclusione sociale. Tale azione programmatica si affianca alla precedente,
identificando come obiettivo prioritario di intervento tre aree soggettive: sofferenti mentali,
tossicodipendenti e portatori di handicap. Obiettivo per cui é indispensabile la promozione di uno
stretto coordinamento con le attività sanitarie facenti capo alle Aziende Usl ed ospedaliere.
Protagonismo sociale dei giovani. Quest’ultima azione programmatica rappresenta il contesto più
generale nel cui ambito si colloca e si sviluppa il progetto-obiettivo “Adolescenti”.
Il Piano socio-assistenziale promuove una complessa ed articolata strategia di mutamento, secondo
specifiche linee d’intervento correlabili, nel loro complesso, agli obiettivi generali e ad essi
comuni. Tali linee percorrono infatti trasversalmente ogni programma e ne orientano la
formulazione, l’attuazione e la valutazione, costituendo il quadro generale di riferimento operativo e
metodologico, nel cui ambito possono svilupparsi le azioni settoriali rivolte ad obiettivi specifici.
Esse riguardano:
• la ricomposizione delle politiche sociali, così da garantire una maggiore unità e coerenza al
complesso degli interventi;
• la valorizzazione delle risorse comunitarie, attraverso la creazione di momenti aggregativi
diffusi, luoghi di mediazione sociale nei quali comporre le esigenze dei singoli in progetti e istanze
comuni;
• la promozione delle reti di solidarietà primaria, favorendo una considerazione più attenta della
famiglia e delle sue esigenze, e valorizzando le risorse in essa presenti;
• la tutela delle fasce deboli, attraverso la definizione di principi di trasparenza, di criteri
d’accesso e di democraticità;
10
• la promozione dell’imprenditorialità sociale, con il superamento delle procedure di affidamento
fondate esclusivamente sul criterio del massimo ribasso;
• la pluralità degli interlocutori del Piano: amministratori, operatori, servizi pubblici e privati,
Istituzioni scolastiche, volontariato, associazionismo e cooperazione sociale, famiglie;
• la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, attraverso strategie di integrazione;
• la promozione del coordinamento e dell’integrazione dei servizi e degli interventi;
• l’adeguamento degli assetti organizzativi dei servizi sociali negli Enti locali e dei servizi sanitari
nelle Asl e nelle Aziende Ospedaliere;
• l’adeguamento degli strumenti operativi;
• la predisposizione di un adeguato quadro conoscitivo, che supporti i processi decisionali
privilegiando la valutazione dell’efficienza, efficacia e qualità dei servizi erogati;
• la connessione tra strategia organizzativa e formazione;
• il riequilibrio nella distribuzione delle risorse.
Infine, nell’ottica di fornire strumenti puntuali e risposte concrete ai problemi attuativi e gestionali,
il Piano Regionale precisa i seguenti aspetti:
�� indica le forme e le modalità di collaborazione per favorire la gestione associata dei servizi;
�� formula piani operativi a stralcio del Piano triennale di formazione regionale e non si limita ad
individuare fabbisogni generali di formazione;
�� individua i servizi multizonali, regolandone le procedure di costituzione e le modalità di
finanziamento;
�� definisce i livelli e le funzioni del Sistema informativo socio-assistenziale e le modalità di
collegamento, in particolare, con l’Osservatorio epidemiologico regionale.
3. Le lacune esistenti e i propositi di riforma
Da questa breve disamina delle vicende regionali in materia assistenziale, è possibile affermare
come la strada intrapresa dalla Regione, già precedentemente all’approvazione della legge
nazionale, si ispiri ad alcuni principi poi sanciti dalla riforma assistenziale. Tuttavia, sebbene la
Sardegna abbia all’attivo ben due Piani sociali Regionali, essa fa riferimento ad una normativa
ormai datata (L.R. n. 4/1988) che presenta, per alcuni aspetti particolari, delle lacune significative.
In questa direzione, la Regione, avvalendosi della competenza esclusiva in materia sociale13
,
intende aggiornare:
13 Sancita dalla legge costituzionale n. 3/2001.
11
- la propria legislazione sociale, alla luce di alcune importanti indicazioni provenienti dalla legge
328/2000, quali il Piano di Zona e l’accreditamento degli enti e dei servizi. L’evoluzione del
sistema dovrà infatti prevedere che i Comuni lavorino in modo associato non più su progetti-
obiettivo (come volevano i programmi comunali di intervento) ma su Piani sociali di Zona. E allo
stesso modo si renderà necessario introdurre l’istituto dell’accreditamento, in grado di garantire
determinati livelli di qualità dei servizi erogati;
- il proprio Piano Regionale, per armonizzarlo al Piano Nazionale e per intensificare e migliorare
gli interventi a favore delle famiglie e per la valorizzazione delle responsabilità genitoriali, a favore
delle persone in condizioni di handicap grave e degli anziani non autosufficienti, a favore delle
persone che rischiano l’emarginazione e l’esclusione sociale anche a causa delle condizioni di
povertà.
A questo scopo, l’Assessorato competente ha dato incarico alla Consulta regionale per i servizi
socio-assistenziali di formulare un documento di indirizzo per l’adeguamento della legislazione
regionale e del Piano Socio-Assistenziale (in funzione, appunto, delle innovazioni introdotte dalla
normativa e dalla programmazione nazionale), da cui deriveranno i conseguenti adempimenti
amministrativi, legislativi e programmatici.
A questo punto è possibile quindi analizzare più nel dettaglio lo stato di attuazione della legge
quadro 328/2000 nella Regione Sardegna.
In proposito, pur riconoscendo, come premesso, il carattere anticipatorio della legislazione
regionale e la produzione di due Piani sociali, non possiamo non riconoscere l’esistenza di
significative lacune rispetto alla programmazione nazionale, di cui risulta consapevole la stessa
amministrazione regionale.
In particolare, occorre:
- adottare nuove indicazioni per regolamentare i rapporti tra Enti locali e terzo settore, tenendo
conto dell’atto d’indirizzo e coordinamento del Governo;
- completare la disciplina del ruolo delle Province, legiferando sulle funzioni relative alla raccolta
dei dati sui servizi e sulle risorse ed alla promozione di iniziative di formazione. Le Province
devono inoltre cedere ai Comuni le funzioni socio-assistenziali relative ai minori ex ONMI, agli
illegittimi, agli audiolesi e non vedenti;
- prevedere l’attivazione delle procedure di consultazione degli EE.LL. e delle Aziende Usl per
verificare se gli attuali ambiti territoriali distrettuali siano ancora ottimali o vadano rideterminati;
- definire legislativamente le figure sulle quali ha competenza formativa la Regione;
- prevedere l’introduzione nella legislazione regionale del sistema di accreditamento delle
strutture e dei servizi;
12
- introdurre una regolamentazione più soddisfacente dei requisiti di qualità dei servizi in vista del
sistema di accreditamento;
- aggiornare il limite di reddito che individua il minimo vitale ed il calcolo dei redditi da
considerare per stabilire lo stato di bisogno.
Da introdurre e disciplinare completamente, nella legislazione regionale, risultano invece:
- la definizione dei criteri per la concessione dei titoli per l’acquisto di servizi sociali;
- la determinazione dei criteri per la definizione delle tariffe da corrispondere ai soggetti
accreditati;
- la disciplina delle procedure amministrative e delle modalità per la presentazione dei reclami da
parte degli utenti, nonché l’eventuale istituzione di uffici di tutela dei cittadini;
- l’esercizio dei poteri sostitutivi;
- l’adeguamento ai principi del decreto legislativo di riordino delle IPAB;
- la disciplina delle modalità per il rilascio delle autorizzazioni all’erogazione di servizi
sperimentali e innovativi;
- la definizione dei livelli essenziali per le prestazioni in ambiti territoriali.
4. Il nuovo Disegno di Legge Regionale
Da quanto finora emerso, appare evidente che il sistema dei servizi sociali esistente nella Regione
Sardegna necessita di una profonda revisione, e di un adeguamento urgente e significativo al dettato
della legge 328/2000.
In questa direzione si attesta il DDL “Sistema Regionale Integrato di Servizi Sociali e
Sociosanitari”, approvato dalla Giunta Regionale14
su proposta dell’Assessorato Igiene e Sanità e
Assistenza Sociale. Il disegno di legge si compone di 73 articoli, suddivisi in 7 Titoli, che
recepiscono i caratteri innovati della normativa nazionale, nel segno di una continuità con gli aspetti
anticipatori contenuti nella preesistente legislazione regionale.
Dal confronto tra la L.R. 4/1988 e la legge 328/2000, si confermano come linee ispiratrici del DDL:
la risposta universalistica ai problemi/bisogni della cittadinanza; la tutela dei soggetti deboli; la
solidarietà; la priorità verso le famiglie ed i singoli che vivono in condizioni di esclusione e di
emarginazione sociale; l’attenzione alle domande delle comunità locali.
Vengono assunti invece come elementi di innovazione:
14 Nella seduta del 9 dicembre 2003.
13
�� un obiettivo generale di benessere sociale e di tutela della salute, nella sua più ampia accezione,
da perseguire non solo nelle situazioni di disagio conclamato ma anche in quelle riferibili alla
“normalità”;
�� una visione del cittadino quale soggetto individuale e collettivo al quale riconoscere la
possibilità di scelta nei servizi, ossia la possibilità di essere protagonista attivo nella
programmazione degli interventi e dei servizi sociali e nella conseguente adozione delle scelte
strategiche, di concorrere all’elaborazione, alla produzione e all’offerta di beni sociali, e quindi
di affermarsi nel passaggio dall’autodeterminazione all’autorealizzazione;
�� il transito da un modello di welfare mix a un modello di welfare society, e con esso l’attuazione
dei principi di sussidiarietà e di decentramento, attraverso i quali i “livelli inferiori” (quali gli
utenti, le famiglie, i sindacati, il terzo settore, il privato sociale, le Province, i Comuni, i
Distretti) sono nella condizione di interagire per programmare una rete di servizi locale che
accentui le “buone diversità” dei singoli territori, meglio di quanto possano fare gli organismi
centrali;
�� la preferenza per la forma associata nella gestione dei servizi sociali, costruita secondo lo
strumento e il metodo del Piano di Zona, favorendo l’integrazione tra socio-sanitario e
assistenziale e sviluppando un sistema di finanziamento plurimo, che non escluda
l’autofinanziamento dei soggetti partecipanti;
�� i diritti di cittadinanza come chiave di lettura del nuovo sistema di welfare, intesi come
l’insieme di facoltà e poteri che consentono alla persona di accrescere e tutelare la propria sfera
di autonomia;
�� la garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni socio-sanitarie.
Il Titolo I descrive i principi ed i criteri generali che disciplinano il sistema integrato di interventi e
servizi sociali, traendo ispirazione dalla Carta Costituzionale e dalla Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione Europea.
Gli obiettivi da perseguire vengono indicati in:
• rispettare la dignità della persona e riconoscere la sua centralità come destinataria degli
interventi e dei servizi sociali;
• riconoscere e promuovere il ruolo della famiglia nella formazione e nella cura della persona,
nella promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale, attraverso il suo
coinvolgimento e la sua responsabilizzazione, il sostegno e la valorizzazione della cooperazione, del
mutuo-aiuto e dell’associazionismo;
• promuovere ed assicurare un ordinato sviluppo sociale, stimolando e sostenendo le iniziative
favorevoli che nascono all’interno delle stesse comunità territoriali;
14
• coordinare ed integrare gli interventi sociali con quelli sanitari e dell’istruzione, con le politiche
attive di formazione, di avviamento e di reinserimento al lavoro, del tempo libero, nonché con i
servizi di ogni tipo che operano nel territorio, al fine di assicurare una risposta organica e
complessiva ai bisogni della popolazione;
• promuovere la concertazione e cooperazione tra i diversi soggetti istituzionali e tra questi e gli
organismi non lucrativi di utilità sociale che partecipano anche con proprie risorse alla realizzazione
della rete, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, nonché le Aziende Usl per le
prestazioni socio-sanitarie e ad elevata integrazione sanitaria comprese nei livelli essenziali del
Servizio Sanitario Nazionale;
• sviluppare la domiciliarità, preferendo interventi e servizi finalizzati al mantenimento e al
reinserimento della persona nel contesto familiare, sociale, scolastico e lavorativo, limitando
l’istituzionalizzazione ai soli casi di assoluta impossibilità a provvedere altrimenti;
• promuovere politiche per l’infanzia e l’adolescenza;
• sostenere le persone a rischio di esclusione totale;
• promuovere politiche di prevenzione dei nuovi rischi sociali.
Il Titolo II descrive l’assetto istituzionale del sistema integrato e individua le funzioni dei soggetti
chiamati, a vario titolo, alla programmazione degli interventi sul territorio.
Il DDL conferma e potenzia il ruolo della Regione nelle funzioni di programmazione, indirizzo,
coordinamento e controllo degli interventi sociali, nonché di verifica della loro attuazione a livello
locale. Il Piano Sociale viene ribadito come strumento fondamentale della pianificazione regionale
e si confermano le funzioni assegnate alla Regione dall’esistente normativa socio-assistenziale. Ma
vengono anche introdotti compiti inediti, in materia di accreditamento, concessione dei titoli per
l'acquisto di servizi sociali, esercizio dei poteri sostitutivi, disciplina delle procedure e delle
modalità per la presentazione dei reclami, eventuale istituzione di uffici di tutela degli utenti,
definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali.
Alle Province viene assegnato un ruolo di accompagnamento e supporto alla programmazione del
sistema integrato, attraverso la partecipazione alla programmazione locale, la promozione di
iniziative formative, l’assolvimento di un servizio informativo per l’analisi dei bisogni, dell’offerta
assistenziale e dell’evoluzioni dei fenomeni sociali.
Nel sistema integrato di interventi e servizi, i Comuni acquistano un pieno ruolo di regia: sono
titolari delle funzioni di programmazione e governo delle politiche socio-assistenziali territoriali e
hanno il compito di promuovere la partecipazione delle risorse presenti nelle comunità locali. Di
concerto con la Regione, definiscono gli ambiti territoriali ottimali per la gestione unitaria degli
interventi (di norma coincidenti con i distretti sanitari) e adottano il Piano di Zona quale strumento
15
privilegiato per conseguire forme di integrazione fra i vari servizi, mediante l’analisi dei bisogni, la
definizione delle priorità di intervento e delle relative risposte, la collaborazione dei soggetti
istituzionali e sociali. Dalle indicazioni del DDL, il PdZ viene adottato con accordo di programma,
che deve essere sottoscritto da tutti i Comuni dell’ambito, dalle Ausl, dalle Province e dagli altri
soggetti pubblici eventualmente coinvolti nella programmazione. I rappresentanti del terzo settore
sono chiamati ad esprimere la loro adesione a tale accordo, manifestando in questo modo
l’intendimento a far coincidere i propri interventi con quanto previsto dalla programmazione zonale.
In coerenza con gli indizi del Piano Sociale Regionale e del Piano di Zona, i Comuni predispongono
inoltre Programmi triennali di intervento, articolati in progetti obiettivo ed azioni programmatiche,
che devono essere aggiornati annualmente.
Al fine di considerare la persona umana nella sua globalità, il DDL prevede il superamento della
settorializzazione delle risposte, incentivando la cooperazione e l’integrazione tra sociale e
sanitario, a livello istituzionale, organizzativo e professionale. Nell’ambito dei PdZ e degli accordi
di programma, i Comuni e le Ausl, in un’ottica di corresponsabilizzazione e di migliore
distribuzione delle risorse sul territorio, hanno il compito di individuare i modelli organizzativi e
gestionali più funzionali alla realizzazione di attività socio-sanitarie integrate, con particolare
attenzione agli aspetti inerenti l’accesso alla rete e la valutazione dei casi.
Il DDL riconosce anche il ruolo degli organismi non lucrativi di utilità sociale che perseguono
finalità di assistenza o servizio sociale, favorendone la partecipazione alla programmazione,
progettazione e erogazione degli interventi e dei servizi del sistema integrato. Valorizza inoltre la
funzione del volontariato, delle associazioni di promozione sociale e l’attività delle reti informali di
persone e famiglie, come espressione di solidarietà sociale. Definisce le modalità di relazione con i
privati, il volontariato e le imprese sociali. E stabilisce le norme per la trasformazione delle IPAB in
aziende pubbliche di servizi alla persona o in enti morali di diritto privato.
Nel Titolo III sono indicate le procedure di programmazione, inerenti appunto il Piano sociale
Regionale e i Piani di Zona. In questa sezione sono anche individuati importanti strumenti di
supporto all’attività di pianificazione territoriale messi a disposizione degli organi istituzionali:
viene affidato alla Regione il compito di istituire il Sistema Informativo dei Servizi Sociali e viene
ribadito il ruolo dell’Osservatorio e della Consulta regionale per le politiche sociali. Viene inoltre
confermata la presentazione al Consiglio Regionale di una relazione annuale del Presidente della
Giunta, inerente lo stato di attuazione della legge in oggetto e del Piano sociale Regionale, la qualità
delle prestazioni erogate, i risultati acquisiti dagli studi e dalle ricerche effettuate, la diffusione dei
fattori di rischio e la dinamica dei fenomeni sociali di particolare rilievo, le attività di volontariato
che si svolgono sul territorio.
16
Il Titolo IV definisce i livelli essenziali delle prestazioni sociali, seguendo il dettato della legge
328/2000, e delinea gli orientamenti regionali di politica sociale.
La famiglia viene ad assume un ruolo ed una funzione di estrema rilevanza, sia come luogo di
espressione del disagio e del bisogno, che come fonte di risorse. La Regione ha quindi il compito di
promuovere una politica organica ed integrata volta a sostenere e valorizzare i molteplici compiti
che le famiglie assolvono, nella quotidianità e nei momenti critici, e a favorire l’associazionismo
familiare, nonché le esperienze di auto-organizzazione e di mutuo-aiuto.
La Regione deve promuovere anche il diritto di cittadinanza e la qualità della vita dei minori, e
tutelarne il diritto alla salute psicofisica, all’educazione e alla socializzazione, privilegiando la
famiglia quale ambito prioritario di crescita e prevedendo risposte mirate, rivolte sia alla prima
infanzia che all’adolescenza.
Le politiche di tutela dei disabili sono indirizzate a favorire la piena integrazione, in via prioritaria
dei portatori di handicap grave, nel tessuto sociale, sviluppando l’autonomia delle persone non
autosufficienti attraverso la valorizzazione delle loro abilità e capacità.
A sostegno delle situazioni di disagio psichico e di disturbo mentale, la Regione deve impegnarsi,
da un lato, sul versante della prevenzione, attraverso l’attuazione di programmi di educazione
sanitaria ed iniziative di socializzazione ed aggregazione rivolte in particolare al mondo giovanile e
alle culture a rischio, e dall’altro lato sul versante del recupero, attraverso la riabilitazione e il
reinserimento nel contesto socio-ambientale di riferimento dei soggetti con gravi patologie
psichiatriche.
Gli interventi e i servizi rivolti alle persone anziane sono finalizzati, nella logica della domiciliarità
e del sostegno alla vita di relazione, a valorizzarne le risorse positive e l’apporto alla vita familiare e
sociale.
La Regione deve promuovere iniziative volte a contrastare la povertà, ed in particolare le povertà
estreme, e a restituire alle persone la capacità di condurre una vita dignitosa, attraverso forme di
sostegno al reddito, la sperimentazione di misure analoghe al R.M.I., lo sviluppo di azioni di
accompagnamento sociale e di integrazione personalizzate.
Per la prevenzione delle dipendenze da droghe, farmaci, alcool e tabacco, la Regione deve
impegnarsi in azioni di sostegno alle persone a rischio, mirate al coinvolgimento e alla
responsabilizzazione del contesto familiare, educativo e formativo di appartenenza, così da
potenziarne le risorse e la capacità di risposta positiva.
Per l’inclusione degli immigrati, la Regione ha il compito di garantire la tutela dei diritti dei minori,
idonee condizioni abitative, l’accesso ai servizi e l’inserimento lavorativo. Riconosce, inoltre, il
17
diritto al nomadismo, salvaguardando la cultura nomade, favorendo l’insediamento nel contesto
sociale e garantendo l’accesso e la fruizione dei servizi.
Infine, la Regione concorre a tutelare sotto il profilo economico, sociale e culturale i cittadini sardi
che si siano trasferiti all’estero per motivi di lavoro (emigrati).
Il DDL passa poi ad indicare le tipologie di interventi e servizi da garantire in ogni zona del
territorio regionale:
• Servizio sociale professionale e Segretariato sociale;
• Servizi di assistenza economica;
• Servizi di assistenza domiciliare:
�� di natura socio-assistenziale;
�� di natura socio-assistenziale e sanitaria integrati.
• Servizi per l’affidamento;
• Servizi residenziali;
�� Centri di pronto intervento;
�� Case albergo/Comunità alloggio per anziani;
�� Case protette;
�� Residenze sanitarie assistenziali;
�� Comunità alloggio per adulti;
�� Comunità socio-riabilitative;
�� Comunità familiari;
�� Comunità alloggio per minori;
�� Comunità educative e di reinserimento sociale.
• Servizi semiresidenziali:
�� asili nido e micronidi;
�� micronidi familiari;
�� nidi e micronidi aziendali;
�� centri diurni per disabili;
�� centri socio-educativi per disabili;
�� centri diurni per anziani.
• Servizi di aggregazione:
�� baby parking;
�� ludoteche;
�� centri di aggregazione sociale;
�� centri di aggregazione giovanile.
18
• Servizio di pronto intervento.
L’accesso al sistema locale degli interventi e dei servizi sociali è organizzato in modo da garantire
agli utenti pari opportunità di fruizione e da favorire la pluralità di offerta dei servizi, assicurando il
diritto di scelta tra li stessi. Per fornire interventi appropriati e personalizzati, nonché per stabilire
l’eventuale concorso degli utenti al costo delle prestazioni si procede alla valutazione del bisogno,
che nel caso dei servizi a valenza socio-sanitaria deve essere svolta d’intesa con le Aziende Usl
attraverso apposite Unità Valutativa presenti a livello zonale.
Per tutelare le posizioni soggettive degli utenti, assicurare l’informazione e la partecipazione degli
stessi, il DDL prevede che i soggetti erogatori adottino la carta dei servizi. E affida alla Regione e
agli Enti locali il compito di favorire la partecipazione dei cittadini al controllo della qualità degli
interventi erogati.
Il Titolo V tratta delle modalità di gestione dei servizi sociali. Ai Comuni, singoli o associati, viene
riconosciuta la possibilità di ricorrere a diverse modalità di organizzazione, scegliendo la forma
gestionale più opportuna, secondo criteri riferiti al tipo di servizio, al bisogno sociale espresso, alle
disponibilità finanziarie, alla presenza di soggetti privati e del privato sociale in grado di erogare
servizi e ad altre eventuali variabili significative. Gli Enti locali che intendano affidare a soggetti
terzi l’erogazione dei servizi possono fare ricorso sia allo strumento dell’affidamento che a quello
dell’accreditamento dei soggetti erogatori.
La Giunta Regionale, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, deve proporre al Consiglio,
per l’approvazione, un disegno di regolamento contenente:
- i criteri generali per la misura della partecipazione al costo delle prestazioni;
- le condizioni e l’indicatore della situazione economica per l’accesso alle prestazioni di sostegno
economico;
- i criteri e le procedure relative all’autorizzazione al funzionamento delle strutture e dei servizi;
- gli standard per i servizi;
- i requisiti e le procedure per l’accreditamento dei soggetti gestori e per l’affidamento;
- i criteri generali per un’omogenea applicazione della disciplina relativa alla rilevazione
dell’indicatore della situazione economica equivalente;
- i criteri per la concessione da parte dei Comuni dei titoli per l’acquisto di servizi sociali e per
l’accesso agli stessi;
- le procedure amministrative, le modalità per la presentazione dei reclami da parte degli utenti
delle prestazioni sociali, il funzionamento degli uffici di tutela;
- lo schema delle convenzioni;
- lo schema della carta dei servizi;
19
- le modalità di funzionamento dei campi sosta e degli altri servizi;
- le condizioni di accesso, la tipologia e le modalità di erogazione delle prestazioni sociali rivolte
agli emigrati sardi.
Il Titolo VI contiene le norme relative alle risorse umane.
Infine, il Titolo VII disciplina il funzionamento del Fondo Regionale per i servizi socio-
assistenziali.
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Elaborazione ed approfondimenti regionali per l’Associazione
Elaborazione e realizzazione grafica Francesca Guttigliere
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Oggetto del sondaggio: Quale welfare per l’Italia delle Regioni
Estensione territoriale: nazionale
Universo di riferimento: popolazione elettorale residente nelle regioni italiane (fonte: ISTAT e Ministero dell’Interno)
Tipo di campione: rappresentativo dell’universo di riferimento di ciascuna regione
Criteri di calcolo ed articolazione del campione:
campione regionale stratificato a uno stadio
- 1° stadio: sesso (maschi/femmine) e classe di età (18-34 anni, 35-54, 55 anni e oltre).
campione nazionale stratificato a due stadi
- 1°stadio: ampiezza demografica del Comune di residenza (6 classi)
- 2° stadio: sesso (maschi/femmine) e classe di età (18-34 anni, 35-54, 55 anni e oltre).
Criteri di estrazione e scelta dei nominativi da intervistare: estrazione casuale delle famiglie dagli elenchi abbonati al telefono nei
Comuni estratti. Creazione di 4 elenchi analoghi come criteri di estrazione (ordinamento progressivo degli abbonati all’interno di ciascun
elenco, susseguente scelta di un numero casuale e calcolo del coefficiente di salto). All’interno di ogni famiglia è stata effettuata una sola
intervista con la persona che rispondeva alle caratteristiche di quota (sesso per età).
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Numero totale persone contattate,
interviste complete e margine di errore
delle principali variabili
v.a.% su
contattiv.a.
% su
contattiv.a.
% su
contattiPiemonte 3.123 100,0% 1.154 37,0% 1.969 63,0% 3%
Valle d'Aosta 2.055 100,0% 773 37,6% 1.282 62,4% 4%
Lombardia 3.170 100,0% 1.177 37,1% 1.993 62,9% 3%
Liguria 2.632 100,0% 956 36,3% 1.676 63,7% 3%
Trentino A.A. 2.141 100,0% 773 36,1% 1.368 63,9% 4%
Veneto 3.190 100,0% 1.146 35,9% 2.044 64,1% 3%
Friuli V.G. 2.718 100,0% 971 35,7% 1.747 64,3% 3%
Emilia R. 3.162 100,0% 1.169 37,0% 1.993 63,0% 3%
Toscana 3.244 100,0% 1.146 35,3% 2.098 64,7% 3%
Umbria 2.733 100,0% 971 35,5% 1.762 64,5% 3%
Marche 2.722 100,0% 952 35,0% 1.770 65,0% 3%
Lazio 3.322 100,0% 1.143 34,4% 2.179 65,6% 3%
Abruzzo 2.741 100,0% 963 35,1% 1.778 64,9% 3%
Molise 2.234 100,0% 769 34,4% 1.465 65,6% 4%
Campania 3.350 100,0% 1.146 34,2% 2.204 65,8% 3%
Puglia 3.338 100,0% 1.150 34,5% 2.188 65,5% 3%
Basilicata 2.191 100,0% 769 35,1% 1.422 64,9% 4%
Calabria 2.757 100,0% 956 34,7% 1.801 65,3% 3%
Sicilia 3.420 100,0% 1.146 33,5% 2.274 66,5% 3%
Sardegna 2.854 100,0% 952 33,4% 1.902 66,6% 3%
NORD OVEST 10.980 100,0% 4.060 37,0% 6.920 63,0% 2%
NORD EST 11.211 100,0% 4.059 36,2% 7.152 63,8% 2%
CENTRO 12.021 100,0% 4.212 35,0% 7.809 65,0% 2%
SUD 16.611 100,0% 5.753 34,6% 10.858 65,4% 1%
ISOLE 6.274 100,0% 2.098 33,4% 4.176 66,6% 2%
TOTALE ITALIA 57.097 100,0% 20.182 35,3% 36.915 64,7% 1%
MASCHI 12.021 100,0% 9.683 80,6% 7.809 65,0% 1%
FEMMINE 11.663 100,0% 10.499 90,0% 7.635 65,5% 1%
18-34 ANNI 11.647 100,0% 5.885 50,5% 7.626 65,5% 1%
35-54 ANNI 11.706 100,0% 6.979 59,6% 7.685 65,7% 1%
> 54 ANNI 11.222 100,0% 7.318 65,2% 7.399 65,9% 1%
contatti
margine di
errore (livello di affidabilità
95%)
+/-
interviste complete
mancati contatti(cadute per fuori quota -
mancato contatto con la
famiglia -
non risponde, occupato, fax,
numero errato, ecc.)
v.a.% su
contattiv.a.
% su
contattiv.a.
% su
contattiPiemonte 3.123 100,0% 1.154 37,0% 1.969 63,0% 3%
Valle d'Aosta 2.055 100,0% 773 37,6% 1.282 62,4% 4%
Lombardia 3.170 100,0% 1.177 37,1% 1.993 62,9% 3%
Liguria 2.632 100,0% 956 36,3% 1.676 63,7% 3%
Trentino A.A. 2.141 100,0% 773 36,1% 1.368 63,9% 4%
Veneto 3.190 100,0% 1.146 35,9% 2.044 64,1% 3%
Friuli V.G. 2.718 100,0% 971 35,7% 1.747 64,3% 3%
Emilia R. 3.162 100,0% 1.169 37,0% 1.993 63,0% 3%
Toscana 3.244 100,0% 1.146 35,3% 2.098 64,7% 3%
Umbria 2.733 100,0% 971 35,5% 1.762 64,5% 3%
Marche 2.722 100,0% 952 35,0% 1.770 65,0% 3%
Lazio 3.322 100,0% 1.143 34,4% 2.179 65,6% 3%
Abruzzo 2.741 100,0% 963 35,1% 1.778 64,9% 3%
Molise 2.234 100,0% 769 34,4% 1.465 65,6% 4%
Campania 3.350 100,0% 1.146 34,2% 2.204 65,8% 3%
Puglia 3.338 100,0% 1.150 34,5% 2.188 65,5% 3%
Basilicata 2.191 100,0% 769 35,1% 1.422 64,9% 4%
Calabria 2.757 100,0% 956 34,7% 1.801 65,3% 3%
Sicilia 3.420 100,0% 1.146 33,5% 2.274 66,5% 3%
Sardegna 2.854 100,0% 952 33,4% 1.902 66,6% 3%
NORD OVEST 10.980 100,0% 4.060 37,0% 6.920 63,0% 2%
NORD EST 11.211 100,0% 4.059 36,2% 7.152 63,8% 2%
CENTRO 12.021 100,0% 4.212 35,0% 7.809 65,0% 2%
SUD 16.611 100,0% 5.753 34,6% 10.858 65,4% 1%
ISOLE 6.274 100,0% 2.098 33,4% 4.176 66,6% 2%
TOTALE ITALIA 57.097 100,0% 20.182 35,3% 36.915 64,7% 1%
MASCHI 12.021 100,0% 9.683 80,6% 7.809 65,0% 1%
FEMMINE 11.663 100,0% 10.499 90,0% 7.635 65,5% 1%
18-34 ANNI 11.647 100,0% 5.885 50,5% 7.626 65,5% 1%
35-54 ANNI 11.706 100,0% 6.979 59,6% 7.685 65,7% 1%
> 54 ANNI 11.222 100,0% 7.318 65,2% 7.399 65,9% 1%
contatti
margine di
errore (livello di affidabilità
95%)
+/-
interviste complete
mancati contatti(cadute per fuori quota -
mancato contatto con la
famiglia -
non risponde, occupato, fax,
numero errato, ecc.)
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Ponderazione: all’universo di riferimento (nazionale e regionale)
Metodo di intervista: intervista telefonica (C.A.T.I.)
Tipo di questionario: strutturato
Testo integrale delle domande rivolte agli intervistati: presente nei risultati del sondaggio
Percentuale di persone che hanno risposto a ciascuna domanda: informazione presente nei risultati del sondaggio
Controlli e verifica delle coerenze: controllo preventivo effettuato tramite CATI, controlli on-line sugli intervistatori, controlli ex-post.
Date e orario di realizzazione delle interviste: 3 febbraio – 10 marzo 2003 – fascia oraria di effettuazione delle interviste 18.30-21.30
Committente: Nuovo Welfare – Unicab
Autore: UNICAB ITALIA SPA
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Percezione della qualità della vitaDomanda: In complesso come si vive nella Sua Regione?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza bene 79% 73% 83%
Molto/abbastanza male 16% 25% 14%
Non indica 5% 2% 3%
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I cittadini sardi hanno espresso in misura maggiore un giudizio positivo sulla qualità della
vita nella propria Regione, in coerenza con il dato nazionale e con quello delle Isole.
Tuttavia, in Sardegna, la differenza registrata tra i giudizi positivi e quelli negativi è più
alta di quella relativa alle Isole, mentre è più bassa rispetto al dato dell’Italia in
complesso. Infatti, pur confermando una tendenza che caratterizza le Isole in generale, in
Sardegna, la percentuale di coloro che hanno una percezione negativa della qualità della
vita è pari al 16% (rispetto al 25% del dato delle Isole in generale e al 14% del dato
nazionale).
A differenza della situazione dell’Italia in complesso, nella Sardegna la percentuale dei
giudizi positivi è espressa:
� Più dalle donne (+5%);
� Più dalle persone con diploma superiore, seguiti da quelli con un più basso
livello di scolarizzazione;
Percezione della qualità della vitaDomanda: In complesso come si vive nella Sua Regione?
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� Più da coloro che vivono nei centri medi (il 96% di coloro che vivono nelle
città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000);
� Più dagli appartenenti al Centro sinistra (87%).
I giudizi negativi, invece, sono espressi:
� Dagli uomini (+13%);
� Dalle persone anziane (il 24% tra coloro che hanno un’età superiore ai 54 anni);
� Dagli intervistati con un alto livello di scolarizzazione (il 42% dei laureati);
� Da coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000
e 100.000;
� Dagli intervistati che non sanno indicare la propria appartenenza politica;
� Dalle persone che hanno dichiarato di frequentare qualche volta le funzioni
religiose.
Percezione della qualità della vitaDomanda: In complesso come si vive nella Sua Regione?
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Sardegna 79 76 81 88 85 63 75 73 96 53 95
Italia 83 84 82 87 82 81 86 82 82 83 89
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
Percezione della qualità della vitaIN SARDEGNA SI VIVE BENEBase: gli intervistai che hanno risposto molto/abbastanza bene
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Sardegna 79 52 88 75 84 87 84 79 53 86 76 81
Italia 83 86 86 81 77 84 86 78 79 83 82 84
in com-
plesso
laurea/di
pl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro sxcentro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
Percezione della qualità della vitaIN SARDEGNA SI VIVE BENEBase: gli intervistai che hanno risposto molto/abbastanza bene
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Soddisfazione rispetto al tenore di vitaDomanda: Lei è soddisfatto del suo tenore di vita?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza soddisfatto 73% 75% 81%
Poco/per nulla soddisfatto 25% 24% 18%
Non indica 2% 1% 1%
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Riguardo il tema della soddisfazione rispetto al tenore di vita, la situazione della Sardegna
non si discosta molto da quella generale dell’Italia e delle Isole: la percentuale dei
soddisfatti è più alta di quella degli insoddisfatti del proprio tenore di vita.
A dichiararsi soddisfatti del proprio tenore di vita sono:
� Più i maschi (+5%);
� Più le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni;
� Più i cittadini con un alto livello di scolarizzazione (l’81% di coloro che sono
in possesso di diploma superiore, mentre, nel dato nazionale, la percentuale è più
alta tra i laureati seguiti dai diplomati e dalle persone con un basso livello di
scolarizzazione);
� Più coloro che vivono nelle città medio – grandi;
� Più gli intervistati che non appartengono né al Centro destra, né al Centro
sinistra, gli elettori del Centro Sinistra e coloro che non sanno definire la
propria collocazione politica (mentre, nell’Italia in complesso, la
percentuale è più alta tra gli appartenenti al Centro destra);
Soddisfazione rispetto al tenore di vitaDomanda: Lei è soddisfatto del suo tenore di vita?
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Rispetto ai dati delle Isole, la Sardegna conferma l’alta percentuale degli insoddisfatti del
proprio tenore di vita (tra l’altro, con un punto percentuale in più rispetto alla media delle
Isole).
A dichiararlo sono:
� Più le donne (+1%);
� Più i giovani;
� Più le persone con un basso livello di scolarizzazione (il 41% di chi ha la licenza
media);
� Più gli abitanti delle piccole città (il 34% di coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000);
� Più gli intervistati del Centro destra.
Domanda: Lei è soddisfatto del suo tenore di vita?
Soddisfazione rispetto al tenore di vita
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Sardegna 73 76 71 72 78 70 69 67 85 74 75
Italia 81 84 78 86 80 78 83 82 80 79 84
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
I SARDI SONO MOLTO/ABBASTANZA SODDISFATTI DEL PROPRIO TENORE DI VITABase: gli intervistai che hanno risposto molto/abbastanza soddisfatto
Soddisfazione rispetto al tenore di vita
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Sardegna 73 79 81 58 71 74 72 74 74
Italia 81 91 85 76 69 83 85 74 73
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
I SARDI SONO MOLTO/ABBASTANZA SODDISFATTI DEL PROPRIO TENORE DI VITABase: gli intervistai che hanno risposto molto/abbastanza soddisfatto
Soddisfazione rispetto al tenore di vita
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Soddisfazione rispetto al tenore di vitaDomanda: Il suo tenore di vita, in questi ultimi anni è migliorato o peggiorato?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Migliorato 43% 34% 34%
Peggiorato 27% 30% 30%
Invariato 30% 36% 35%
Non indica 0% , 1%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Migliorato 43% 34% 34%
Peggiorato 27% 30% 30%
Invariato 30% 36% 35%
Non indica 0% , 1%
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Soddisfazione rispetto al tenore di vitaDomanda: Il suo tenore di vita, in questi ultimi anni è migliorato o peggiorato?
Riguardo le valutazioni sul miglioramento o peggioramento del tenore di vita espresse dai
cittadini, la Sardegna è la regione che su scala nazionale registra la percentuale più alta
della media di giudizi positivi. Infatti, pur confermando un atteggiamento già evidenziato
sia a livello nazionale sia nelle Isole (il 43% dei cittadini sardi ha dichiarato di aver
percepito un miglioramento del proprio tenore di vita negli ultimi anni), la percentuale dei
giudizi negativi è pari al 27% rispetto al 30% relativo sia all’Italia in complesso, sia alle
Isole.
Dall’analisi dei dati non emergono sostanziali differenze dalla situazione generale
dell’Italia. In particolare, giudizi positivi sono stati espressi:
� Più dai maschi (+1%);
� Più dai giovani (la percentuale è pari al 77% tra chi ha un’età compresa tra i 18 e
i 34 anni e scende in relazione all’età degli intervistati);
� Più dalle persone con un alto livello di scolarizzazione (il 62% dei diplomati);
� Più dagli abitanti delle grandi città rispetto a quelli dei piccoli centri (dove si
registra la percentuale più elevata a livello nazionale);
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Soddisfazione rispetto al tenore di vitaDomanda: Il suo tenore di vita, in questi ultimi anni è migliorato o peggiorato?
� Più da coloro che appartengono al Centro sinistra (nell’Italia in complesso, il
valore è, invece, più alto tra gli elettori di Centro destra).
Il tenore di vita è invece peggiorato per il 27% degli intervistati.
Rispetto ai dati nazionali, la differenza più rilevante si registra nella variabile
dell’ampiezza dei centri abitati. In particolare, il dato percentuale dei giudizi negativi
registrato nell’Italia in complesso, è più alto nelle grandi città, mentre in Sardegna è più
alto nei piccoli centri: rispettivamente il 35% degli intervistati che vivono nelle città con
un numero di abitanti superiore a 250.000 e il 33% di coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000.
Per ciò che concerne le altre variabili, la distribuzione del dato relativo ai giudizi positivi è
articolata nel modo seguente:
� Più donne (+9%);
� Più anziani (la differenza percentuale rispetto alle altre due fasce di età è molto
più alta di quella registrata su scala nazionale);
� Più le persone in possesso di licenza elementare (39%);
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� Più gli intervistati non appartenenti né al Centro destra né al Centro sinistra
(+16% rispetto alla media);
Infine, per il 30% dei cittadini della Sardegna, il proprio tenore di vita è rimasto invariato.
Dall’analisi della distribuzione del dato non emergono sostanziali differenze rispetto a
quella dell’Italia in complesso, tranne che per la variabile dell’ampiezza centri.
In particolare, i valori sono più alti della media tra:
� I maschi (+7%);
� Le persone anziane;
� Gli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (il 44% dei laureati);
� Le persone che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000
e 100.000 (mentre, a livello nazionale, il dato è più elevato nelle grandi città);
� Gli intervistati che non sanno indicare la propria collocazione politica, seguiti da
coloro che non appartengono né al Centro Destra né al Centro sinistra
(rispettivamente il 49% e il 31%).
Soddisfazione rispetto al tenore di vitaDomanda: Il suo tenore di vita, in questi ultimi anni è migliorato o peggiorato?
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Soddisfazione rispetto al tenore di vitaIL TENORE DI VITA NEGLI ULTIMI ANNI E’ MIGLIORATOBase: gli intervistai che hanno risposto migliorato
Sardegna 43 43 42 77 31 23 47 48 38 19 56
Italia 34 34 33 52 32 21 40 35 33 31 36
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
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Soddisfazione rispetto al tenore di vitaIL TENORE DI VITA NEGLI ULTIMI ANNI E’ MIGLIORATOBase: gli intervistai che hanno risposto migliorato
Sardegna 43 26 62 31 25 56 47 26 28
Italia 34 38 40 28 21 33 40 26 28
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
������������
Il tenore di vita nei prossimi anniDomanda: Lei pensa, che nei prossimi anni il suo tenore di vita migliorerà o peggiorerà?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Migliorerà 45% 41% 38%
Peggiorerà 19% 19% 24%
Ne migliorerà, ne peggiorerà 15% 17% 21%
Non indica 22% 23% 17%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Migliorerà 45% 41% 38%
Peggiorerà 19% 19% 24%
Ne migliorerà, ne peggiorerà 15% 17% 21%
Non indica 22% 23% 17%
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Il tenore di vita nei prossimi anniDomanda: Lei pensa, che nei prossimi anni il suo tenore di vita migliorerà o peggiorerà?
Per il 45% dei sardi, il proprio tenore di vita migliorerà nei prossimi anni. Tale prospettiva,
trova un riscontro a livello nazionale e, ancora una volta, la Sardegna conferma, la più alta
percentuale dei giudizi positivi su scala nazionale, seguita dalle regioni del Sud.
Analizzando la distribuzione del dato regionale tra le differenti variabili, emerge che, come
per il dato nazionale, la prospettiva di miglioramento del proprio tenore di vita è presente
più tra gli uomini che tra le donne (con uno scarto maggiore rispetto al dato nazionale);
molto più tra i giovani che tra le persone più anziane; in misura nettamente maggiore, tra
coloro che sono in possesso di diploma superiore; più tra gli elettori del Centro destra
(57%).
A differenza dell’Italia in complesso, i giudizi positivi sul proprio tenore di vita
provengono più dagli abitanti delle grandi città (il 56% vive nei centri con un numero di
abitanti compreso tra 100.000 e 250.000).
Inoltre, rispetto sia al dato nazionale, sia a quello delle Isole, la percentuale di quanti
affermano che il proprio tenore di vita rimarrà invariato è più basso. A dichiararlo sono i
maschi; gli anziani; le persone con un basso livello di scolarizzazione (il 20% tra chi ha la
licenza elementare); gli abitanti delle medie città; e le persone non appartenenti né al
Centro destra, né al Centro sinistra.
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Il tenore di vita nei prossimi anni
Sardegna 45 50 41 80 39 18 38 54 46 37 56
Italia 38 40 35 66 35 18 43 38 35 37 38
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
IL TENORE DI VITA NEI PROSSIMI ANNI MIGLIORERÀBase: gli intervistai che hanno risposto migliorerà
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Il tenore di vita nei prossimi anniIL TENORE DI VITA NEI PROSSIMI ANNI MIGLIORERÀBase: gli intervistai che hanno risposto migliorerà
Sardegna 45 27 60 44 22 48 57 30 33
Italia 38 33 48 33 19 36 45 31 28
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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In quali regioni si vive meglioDomanda: Pensando alla qualità della vita, dei servizi, eccetera in quali regioni d’Italia, secondo Lei, si vive meglio
rispetto alla sua?
Lombardia 31%
Emilia Romagna 18%
Toscana 17%
Veneto 15%
Piemonte 10%
Lazio 9%
Friuli V. G. 6%
Trentino A.A. 4%
Umbria 4%
Sicilia 2%
Liguria 2%
Valle D'Aosta 2%
Puglia 1%
Molise 1%
Marche 0%
Nessun'altra - Non indica 39%
SARDEGNA
Lombardia 31%
Emilia Romagna 18%
Toscana 17%
Veneto 15%
Piemonte 10%
Lazio 9%
Friuli V. G. 6%
Trentino A.A. 4%
Umbria 4%
Sicilia 2%
Liguria 2%
Valle D'Aosta 2%
Puglia 1%
Molise 1%
Marche 0%
Nessun'altra - Non indica 39%
SARDEGNA
Emilia Romagna 21%
Lombardia 19%
Toscana 19%
Veneto 11%
Piemonte 8%
Trentino A.A. 8%
Lazio 7%
Umbria 6%
Valle D'Aosta 5%
Friuli V.G. 4%
Liguria 3%
Marche 3%
Sicilia 1%
Abruzzo 1%
Sardegna 1%
Campania 1%
Altra regione 2%
Nessun'altra - Non indica 34%
ITALIA
IN COMPLESSO
Emilia Romagna 21%
Lombardia 19%
Toscana 19%
Veneto 11%
Piemonte 8%
Trentino A.A. 8%
Lazio 7%
Umbria 6%
Valle D'Aosta 5%
Friuli V.G. 4%
Liguria 3%
Marche 3%
Sicilia 1%
Abruzzo 1%
Sardegna 1%
Campania 1%
Altra regione 2%
Nessun'altra - Non indica 34%
ITALIA
IN COMPLESSOLombardia 35%
Emilia Romagna 22%
Toscana 19%
Veneto 14%
Piemonte 14%
Lazio 12%
Umbria 6%
Friuli V.G. 4%
Trentino A.A. 3%
Valle D'Aosta 3%
Liguria 2%
Marche 1%
Sicilia 1%
Abruzzo .
Sardegna .
Campania .
Altra regione 2%
Nessun'altra - Non indica 36%
ISOLE
Lombardia 35%
Emilia Romagna 22%
Toscana 19%
Veneto 14%
Piemonte 14%
Lazio 12%
Umbria 6%
Friuli V.G. 4%
Trentino A.A. 3%
Valle D'Aosta 3%
Liguria 2%
Marche 1%
Sicilia 1%
Abruzzo .
Sardegna .
Campania .
Altra regione 2%
Nessun'altra - Non indica 36%
ISOLE
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In quali regioni si vive meglioDomanda: Pensando alla qualità della vita, dei servizi, eccetera in quali regioni d’Italia, secondo Lei, si vive meglio
rispetto alla sua?
ITALIA IN COMPLESSO
21%19% 19%
11%8% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 3%
1% 1% 1% 1% 2%
34%
SARDEGNA
31%
18% 17%15%
10% 9%6%
4% 4%2% 2% 2% 1% 1% 0%
33%
ISOLE
35%
22%19%
14% 14%12%
6%4% 3% 3% 2% 1% 1% 0% 0% 0%
2%
36%
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In quali regioni si vive meglioDomanda: Pensando alla qualità della vita, dei servizi, eccetera in quali regioni d’Italia, secondo Lei, si vive meglio
rispetto alla sua?
La regione in cui, secondo i cittadini sardi, si vive meglio per la qualità della vita e dei
servizi è la Lombardia, seguita dall’Emilia Romagna. Il dato conferma i risultati registrati
nelle Isole, mentre, rispetto all’Italia in complesso, la classifica è, invertita nelle prime due
posizioni. Inoltre, rispetto alle Isole, scendono nella graduatoria delle preferenze, le
Marche, l’Umbria e la Valle D’Aosta, mentre sale la Sicilia e sono anche segnalate la
Puglia e il Molise.
Ad esprimere la preferenza per la Lombardia sono:
� Più i maschi;
� Più le persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni;
� Più gli intervistati in possesso di licenza media;
� Più coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000
e 250.000;
� Più i cittadini non appartenenti né al Centro sinistra, né al Centro destra.
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La fiducia nelle istituzioni: il ComuneDomanda: Quanto giudica affidabile il Comune?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 41% 38% 58%
Poco/Per nulla 50% 58% 39%
Non indica 9% 4% 3%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 41% 38% 58%
Poco/Per nulla 50% 58% 39%
Non indica 9% 4% 3%
������������
La fiducia nelle istituzioni: il ComuneDomanda: Quanto giudica affidabile il Comune?
Se a livello nazionale la maggior parte dei cittadini ha espresso la propria fiducia nei
confronti del Comune, il dato, a livello di singola area geografica e a livello regionale,
scende progressivamente dal Nord al Centro, fino ad arrivare ai valori più bassi della media
al Sud e soprattutto nelle Isole, dove sono presenti le regioni con il livello più alto di
sfiducia nei confronti di tale Istituzione. La Sardegna conferma il dato, collocandosi agli
ultimi posti della graduatoria nazionale, insieme alla Campania, alla Calabria e alla Sicilia
(anche se, rispetto a quest’ultima, la percentuale dei giudizi negativi è inferiore).
Il Comune è considerato poco/per nulla affidabile:
� Più dalle donne;
� Più dalle persone con un’età media, seguite dai giovani (il 57% tra chi ha un’età
compresa tra 35 e 54 anni);
� Più dai cittadini con un basso livello di scolarizzazione (il 65% di coloro che
hanno la licenza media);
� Più dagli abitanti delle grandi città (il 74% tra coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);
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La fiducia nelle istituzioni: il ComuneDomanda: Quanto giudica affidabile il Comune?
� Più dagli elettori di Centro sinistra e da coloro che non si identificano né nel
Centro sinistra, né nel Centro destra (rispettivamente il 54% e il 53%).
Considerano molto o abbastanza affidabile il Comune:
� Più i maschi delle donne (+7%);
� Più i giovani;
� Più i cittadini con un elevato livello di scolarizzazione (il 48% di quanti hanno il
diploma superiore, mentre, a livello nazionale, il valore è più alto tra i laureati);
� Più gli abitanti delle città di media grandezza (il 47% tra coloro che vivono nei
centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000, a differenza del
dato nazionale, dove la percentuale è più alta della media nelle piccole città);
� Più coloro che appartengono al Centro destra (a livello nazionale, i valori sono
più alti tra le persone di Centro sinistra).
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La fiducia nelle istituzioni: il ComuneIL COMUNE È POCO/PER NULLA AFFIDABILEBase: gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla affidabile
Sardegna 50 44 55 48 57 43 39 55 52 36 74
Italia 39 37 41 38 41 37 32 40 38 42 38
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
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La fiducia nelle istituzioni: il ComuneIL COMUNE È POCO/PER NULLA AFFIDABILEBase: gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla affidabile
Sadegna 50 23 50 65 50 54 48 53 40
Italia 39 35 40 40 41 35 39 46 42
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
������������
La fiducia nelle istituzioni: la ProvinciaDomanda: Quanto giudica affidabile la Provincia?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 38% 40% 51%
Poco/Per nulla 56% 55% 41%
Non indica 6% 5% 8%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 38% 40% 51%
Poco/Per nulla 56% 55% 41%
Non indica 6% 5% 8%
������������
Anche per quanto riguarda la fiducia manifestata dai cittadini sardi nei confronti della
Provincia, la percentuale di coloro che la giudicano poco o per nulla affidabile è più alta
rispetto a chi la considera, al contrario, molto o abbastanza affidabile. Si tratta di un dato
che, ancora una volta, conferma l’andamento delle percentuali nazionali relative ai giudizi
positivi che, nelle regioni delle Isole e in quelle del Sud registrano i valori più bassi della
media. In particolare, rispetto ai valori delle Isole, la Sardegna ha la percentuale dei giudizi
negativi più alta.
Giudicano poco o per nulla affidabile la Provincia:
� Più le donne dei maschi, contrariamente al dato nazionale (+10%);
� Più i giovani (il 66%, mentre su scala nazionale, il valore è più alto tra la
popolazione con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni);
� Più le persone in possesso di diploma superiore, seguite da quelle con un basso
livello di scolarizzazione;
� Più gli abitanti delle grandi città (il 74% di coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);
La fiducia nelle istituzioni: la ProvinciaDomanda: Quanto giudica affidabile la Provincia?
������������
� Più coloro che non appartengono a nessuna delle due aree politiche (66%).
Invece, ad esprimere un giudizio positivo sono:
� Più gli uomini delle donne;
� Più gli intervistati con un’età media (il 42% tra chi ha un’età compresa tra 35 e 54
anni, mentre, nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta tra i giovani);
� Più le persone in possesso della laurea (60%);
� Più gli abitanti dei centri medi (il 54% tra coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000, a differenza del dato nazionale,
dove la percentuale è più alta nelle piccole città);
� Più coloro che appartengono al Centro destra.
La fiducia nelle istituzioni: la ProvinciaDomanda: Quanto giudica affidabile la Provincia?
������������
La fiducia nelle istituzioni: la Provincia
Sardegna 56 51 61 66 50 53 53 67 49 41 74
Italia 41 43 39 38 45 39 34 41 42 42 49
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA PROVINCIA É POCO/PER NULLA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
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La fiducia nelle istituzioni: la ProvinciaLA PROVINCIA É POCO/PER NULLA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
Sardegna 56 40 65 50 54 52 54 66 57
Italia 41 41 43 39 38 40 38 54 39
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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La fiducia nelle istituzioni: la RegioneDomanda: Quanto giudica affidabile la Regione?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 42% 38% 55%
Poco/Per nulla 53% 57% 38%
Non indica 5% 5% 7%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 42% 38% 55%
Poco/Per nulla 53% 57% 38%
Non indica 5% 5% 7%
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La fiducia nelle istituzioni: la RegioneDomanda: Quanto giudica affidabile la Regione?
La Regione è considerata poco o per nulla affidabile dai cittadini sardi e, più in generale
dalla popolazione delle Isole, dove, ancora una volta, le percentuali dei dati positivi su base
nazionale assumono dei valori inferiori alla media, raggiungendo i valori più bassi nel Sud.
Tuttavia, rispetto al dato delle Isole, in Sardegna sono più alte le percentuali di quanti
manifestano nella Regione una maggiore fiducia. Infatti, la Sicilia è la regione con la più
alta percentuale di giudizi negativi registrata su scala nazionale.
Ad esprimere giudizi negativi sono il 53% degli intervistati. Si tratta, come per il dato
nazionale:
� Più di uomini (nel dato nazionale i valori sono di più alti nelle donne);
� Più di persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni;
� Più di coloro che hanno la licenza media (nell’Italia in complesso, la percentuale
è più alta della media tra le persone con un elevato livello di scolarizzazione);
� Più degli abitanti delle grandi città (il 59% tra coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);
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La fiducia nelle istituzioni: la RegioneDomanda: Quanto giudica affidabile la Regione?
� Più degli intervistati che non appartengono a nessuna delle due aree
politiche.
Giudizi positivi sono, invece, espressi: dagli uomini; dai giovani, dalle persone con licenza
media; indifferentemente da coloro che appartengono al Centro sinistra, al Centro destra e
dagli intervistati che non sanno indicare la propria appartenenza politica (mentre, a livello
nazionale il valore è più alto tra gli elettori di Centro destra); dai cittadini che vivono nelle
città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 (nell’Italia in complesso, la
percentuale è più alta nelle piccole città).
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La fiducia nelle istituzioni: la RegioneLA REGIONE È POCO/PER NULLA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
Sardegna 53 54 52 51 55 52 58 40 47 54 59
Italia 38 38 39 33 42 38 31 38 39 39 41
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
������������
La fiducia nelle istituzioni: la RegioneLA REGIONE È POCO/PER NULLA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
Sardegna 53 39 53 64 50 48 50 71 35
Italia 38 41 39 34 40 39 33 49 38
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
������������
La fiducia nelle istituzioni: lo StatoDomanda: Quanto giudica affidabile lo Stato?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 46% 47% 48%
Poco/Per nulla 50% 50% 49%
Non indica 4% 3% 3%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 46% 47% 48%
Poco/Per nulla 50% 50% 49%
Non indica 4% 3% 3%
������������
La fiducia nelle istituzioni: lo StatoDomanda: Quanto giudica affidabile lo Stato?
Per ciò che concerne lo Stato, nella Sardegna, la percentuale di persone che giudica
poco/per nulla affidabile tale Istituzione è più alta di quella corrispondente ai giudizi
positivi, coerentemente al dato relativo alle Isole e a quello nazionale.
Lo Stato è considerato molto o abbastanza affidabile:
� Più dagli uomini (+16%);
� Più dalle persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (52%);
� Più da coloro che hanno un alto livello di scolarizzazione (il 70% dei laureati);
� Più dagli abitanti dei centri medi (al contrario, a livello nazionale, la percentuale
sale tra gli abitanti delle piccole città);
� Più dagli intervistati appartenenti al Centro destra (52%).
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La fiducia nelle istituzioni: lo StatoDomanda: Quanto giudica affidabile lo Stato?
Giudizi negativi sono, invece, espressi :
� Più dalle donne (+5%);
� Più dai giovani (53%) e dalle persone anziane (52%);
� Più dalle persone con licenza media;
� Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
100.000 e 250.000;
� Più da coloro che non appartengono né al Centro sinistra né al Centro destra
(53%), seguiti dagli elettori di Centro sinistra (52%).
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La fiducia nelle istituzioni: lo StatoLO STATO È POCO/PER NULLA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
Sardegna 50 45 55 53 46 52 58 54 42 26 62
Italia 49 45 52 48 48 48 44 51 49 48 46
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
������������
La fiducia nelle istituzioni: lo Stato
Sardegna 50 29 47 62 60 52 48 53 48
Italia 49 42 48 49 55 51 41 60 50
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
LO STATO È POCO/PER NULLA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
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La fiducia nella famigliaDomanda: Quanto giudica affidabile la famiglia?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 97% 96% 96%
Poco/Per nulla 2% 2% 3%
Non indica 1% 2% 1%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 97% 96% 96%
Poco/Per nulla 2% 2% 3%
Non indica 1% 2% 1%
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La fiducia nella famigliaDomanda: Quanto giudica affidabile la famiglia?
La fiducia nella famiglia è confermata anche nella Sardegna: 97 intervistati su 100
considerano molto o abbastanza affidabile la famiglia.
I giudizi positivi sono espressi:
� Indifferentemente dagli uomini e dalle donne (97%);
� Più dai giovani e da coloro che hanno un’età compresa tra 35 e 54 anni;
� Più dalle persone con un elevato livello di scolarizzazione (ma i valori sono alti
anche tra le persone con licenza elementare);
� Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
10.000 e 30.000, seguiti dagli abitanti delle piccole città (è tra quest’ultime che la
percentuale assume i valori più alti su scala nazionale);
� Più dagli appartenenti al Centro destra (nell’Italia in complesso la percentuale è
più alta tra coloro che non si identificano in nessuna delle due aree);
� Più dagli intervistati che hanno dichiarato di partecipare qualche volta alle
funzioni religiose (a livello nazionale, i valori sono alti anche tra coloro che
frequentano spesso le funzioni religiose).
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La fiducia nella famiglia
Sardegna 97 97 97 100 99 92 98 97 100 95 94
Italia 96 97 96 99 97 93 98 96 96 96 95
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA FAMIGLIA È MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
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La fiducia nella famiglia
Sardegna 97 96 99 94 96 96 98 95 97 96 98 95
Italia 96 94 97 97 93 96 96 95 94 92 97 97
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
LA FAMIGLIA È MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
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La fiducia negli amiciDomanda: Quanto giudica affidabile gli amici?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 84% 76% 81%
Poco/Per nulla 14% 22% 17%
Non indica 2% 2% 2%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 84% 76% 81%
Poco/Per nulla 14% 22% 17%
Non indica 2% 2% 2%
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La fiducia negli amiciDomanda: Quanto giudica affidabile gli amici?
La maggioranza dei cittadini sardi considera molto o abbastanza affidabili gli amici,
confermando l’andamento dei valori delle Isole e dell’Italia in complesso. In particolare,
rispetto alla media delle Isole, la percentuale dei giudizi positivi registrata nella Sardegna è
più alta. Infatti, la Sicilia, figura tra gli ultimi posti della graduatoria nazionale.
Gli amici sono considerati molto o abbastanza affidabili:
� Più dagli uomini (+14%);
� Più dai giovani, seguiti da coloro che hanno un’età compresa tra i 34 e i 54 anni;
� Più dalle persone con un elevato livello di scolarizzazione (i valori evidenziano
una significativa relazione tra livello di scolarizzazione e fiducia, come per
l’Italia in complesso);
� Più dai cittadini che vivono nei centri medi (il 98% di quanti vivono nelle città
con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 );
� Più dagli appartenenti al Centro sinistra;
� Più da coloro che hanno dichiarato di non partecipare alle funzioni
religiose.
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La fiducia negli amici
Sardegna 84 91 77 91 83 78 82 87 81 98 77
Italia 81 83 77 91 80 73 78 82 79 78 83
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
GLI AMICI SONO MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
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La fiducia negli amici
Sardegna 84 95 91 84 56 93 80 85 74 90 85 79
Italia 81 91 85 76 60 88 78 74 70 85 79 79
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
GLI AMICI SONO MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
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La fiducia nella chiesaDomanda: Quanto giudica affidabile la chiesa?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 60% 76% 70%
Poco/Per nulla 34% 20% 27%
Non indica 6% 4% 3%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 60% 76% 70%
Poco/Per nulla 34% 20% 27%
Non indica 6% 4% 3%
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La fiducia nella chiesaDomanda: Quanto giudica affidabile la chiesa?
Il 60% dei cittadini sardi considera molto o abbastanza affidabile la Chiesa coerentemente
ai valori delle Isole e dell’Italia in complesso. Tuttavia, rispetto a quest’ultima, i valori dei
giudizi positivi sono più bassi. La Sardegna, infatti, è, a livello nazionale, la regione con la
più alta percentuale di giudizi negativi.
Le valutazioni positive sono espresse:
� Più dalle donne;
� Più da coloro che hanno un’età superiore ai 54 anni;
� Più dalle persone in possesso di laurea, seguiti da coloro che hanno la licenza
media ed elementare (a livello nazionale, le percentuali sono superiori alla media
tra i laureati, seguiti dalle persone con licenza elementare);
� Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (mentre, su base nazionale il dato e maggiore della media nelle
piccole città);
� Più dagli intervistati che non sanno definire una propria collocazione politica;
� Più da coloro che hanno dichiarato di partecipare spesso alle funzioni religiose .
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La fiducia nella chiesaDomanda: Quanto giudica affidabile la chiesa?
Giudizi negativi, invece, provengono:
� Più dagli uomini;
� Più dai giovani;
� Più dalle persone in possesso di diploma superiore;
� Più dagli abitanti delle grandi città (il 52% di coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);
� Più dagli aderenti al Centro destra (su scala nazionale, la percentuale è maggiore
tra gli intervistati di Centro sinistra).
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La fiducia nella chiesa
Sardegna 60 56 63 52 62 65 59 54 66 73 46
Italia 70 68 72 64 69 75 72 70 69 70 70
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA CHIESA È MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
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La fiducia nella chiesa
Sardegna 60 77 51 65 60 53 54 62 78 30 57 81
Italia 70 75 67 69 74 67 69 70 76 40 68 87
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
LA CHIESA È MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
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La fiducia nel non profitDomanda: Quanto giudica affidabile le associazioni di volontariato e il non-profit?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 83% 86% 85%
Poco/Per nulla 14% 10% 11%
Non indica 3% 4% 4%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 83% 86% 85%
Poco/Per nulla 14% 10% 11%
Non indica 3% 4% 4%
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La fiducia nel non profitDomanda: Quanto giudica affidabile le associazioni di volontariato e il non-profit?
La fiducia nelle associazioni di volontariato e nel non profit è espressa dalla maggior parte
dei sardi, confermando l’andamento delle percentuali nazionali relative ai giudizi positivi
che, nelle regioni delle Isole registrano il valore più alto della media dopo il Nord Ovest.
Tuttavia, rispetto alle Isole e all’Italia in complesso, la differenza tra la percentuale relativa
ai giudizi positivi e quella delle valutazioni negative assume un valore minore. In
Sardegna, infatti, è molto più elevata la percentuale di giudizi negativi rispetto, sia ai dati
peninsulari, sia a quelli insulari.
L’83% dei cittadini sardi considera molto o abbastanza affidabile le associazioni di
volontariato e il non profit. Si tratta:
� Più di maschi (+5%, mentre, a livello nazionale la differenza percentuale tra
uomini e donne è meno accentuata);
� Molto più di persone con un’età medio-alta rispetto ai giovani (su base nazionale
le differenze tra le tre fasce sono meno elevate);
� Più di laureati;
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La fiducia nel non profitDomanda: Quanto giudica affidabile le associazioni di volontariato e il non-profit?
� Più di cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
5.000 e 10.000);
� Più degli intervistati che non aderiscono né al Centro destra, né al Centro sinistra
(mentre, a livello nazionale, le percentuali sono superiori alla media tra gli
elettori di Centro sinistra);
� Più di coloro che hanno dichiarato di partecipare spesso alle funzioni religiose.
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La fiducia nel non profit
Sardegna 83 86 81 77 86 85 86 87 80 85 77
Italia 85 86 85 88 86 82 86 88 86 81 84
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LE ASS. DI VOLONTARIATO E IL NON PROFIT SONO MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
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La fiducia nel non profit
Sardegna 83 93 80 88 75 81 85 90 77 86 80 88
Italia 85 87 87 85 78 90 81 83 83 82 85 87
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
LE ASS. DI VOLONTARIATO E IL NON PROFIT SONO MOLTO/ABBASTANZA AFFIDABILIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
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La fiducia nei sindacatiDomanda: Quanto giudica affidabili i sindacati?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 32% 27% 37%
Poco/Per nulla 60% 64% 56%
Non indica 8% 9% 7%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 32% 27% 37%
Poco/Per nulla 60% 64% 56%
Non indica 8% 9% 7%
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La fiducia nei sindacatiDomanda: Quanto giudica affidabili i sindacati?
Sindacati e partiti fanno registrare un saldo negativo tra giudizi positivi e negativi, e,
rispetto all’Italia in complesso, le percentuali dei giudizi negativi aumentano nel Sud e
nelle Isole. Infatti, in Sardegna, solo il 32% degli intervistati giudica affidabili le
associazioni sindacali, mentre il 60% esprime una valutazione negativa. Quest’ultimo
dato è più basso di quello registrato nelle Isole giacché, la percentuale più alta dei giudizi
negativi si registra, dopo la Campania, in Sicilia.
Le percentuali dei giudizi negativi sono più alte della media tra:
� I maschi (66%);
� Le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni;
� Gli intervistati con un basso livello di scolarizzazione, a differenza dei dati
peninsulari (il 67% di coloro che sono in possesso di licenza elementare);
� Gli abitanti delle grandi città;
� Gli appartenenti al Centro destra e gli intervistati che non sanno definire la
propria collocazione politica;
� Coloro che partecipano qualche volta alle funzioni religiose.
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I sindacati, sono considerati molto o abbastanza affidabili:
� Dalle donne (+1%);
� Molto più dai giovani rispetto alle altre fasce di età (su base nazionale le
differenze tra le tre fasce sono meno accentuate);
� Più dalle persone con un elevato livello di scolarizzazione (a livello nazionale le
percentuali sono più elevate tra coloro che sono in possesso di licenza media);
� Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti inferiore a
5.000;
� Da coloro che non frequentano le funzioni religiose.
La fiducia nei sindacatiDomanda: Quanto giudica affidabili i sindacati?
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La fiducia nei sindacati
Sardegna 60 66 55 45 65 69 42 71 69 59 76
Italia 56 60 53 50 62 56 53 57 56 57 58
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
I SINDACATI SONO POCO/PER NULLA AFFIDABILIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
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La fiducia nei sindacati
Sardegna 60 53 62 57 67 44 69 65 68 44 66 57
Italia 56 60 58 55 48 44 68 65 53 52 56 60
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
I SINDACATI SONO POCO/PER NULLA AFFIDABILIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
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La fiducia nei partitiDomanda: Quanto giudica affidabili i partiti?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 15% 15% 17%
Poco/Per nulla 82% 81% 77%
Non indica 3% 4% 6%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 15% 15% 17%
Poco/Per nulla 82% 81% 77%
Non indica 3% 4% 6%
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La fiducia nei partitiDomanda: Quanto giudica affidabili i partiti?
Decisamente più bassa la fiducia nei confronti dei partiti, già riscontrata a livello
nazionale: la Sardegna è tra le regioni in cui si registrano le percentuali più alte di giudizi
negativi. Infatti, solo il 15% ha espresso un giudizio positivo.
Giudizi negativi sono stati espressi:
� Dagli uomini (a livello nazionale, le percentuali sono lievemente più alte tra le
donne);
� Dalle persone con un’età medio-alta (l’84% tra coloro che hanno un’età compresa
tra i 35 e i 54 anni e oltre i 54 anni);
� Da coloro che sono in possesso di licenza media, ovvero hanno un basso livello
di scolarizzazione (mentre, su base nazionale, la percentuale è più alta tra le
persone con diploma superiore);
� Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
10.000 e 30.000 e tra 30.000 e 100.000 (mentre, su base nazionale il dato è
maggiore della media, nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000
e 250.000);
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La fiducia nei partitiDomanda: Quanto giudica affidabili i partiti?
� Dagli intervistati che hanno dichiarato di non appartenere a nessuna delle due
aree politiche indicate (94%)
� Da coloro che frequentano qualche volta le funzioni religiose (85%).
Giudizi positivi sono stati espressi:
� Dai maschi (+4%);
� Molto più dai giovani che dalla popolazione anziana, con uno scarto percentuale
maggiore rispetto al dato dell’Italia in complesso (il 22% di chi ha un’età
compresa tra 18 e 34 anni);
� Dalle persone con un elevato livello di scolarizzazione (il 20% dei
laureati e di diplomati);
� Più dai cittadini che vivono nelle grandi città (mentre, su base nazionale, il dato
è maggiore della media nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000
e 30.000);
� Da coloro che non frequentano le funzioni religiose.
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La fiducia nei partiti
Sardegna 82 82 81 76 84 84 84 77 88 88 70
Italia 77 76 77 79 80 73 75 77 74 77 80
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
I PARTITI SONO POCO/PER NULLA AFFIDABILIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
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La fiducia nei partiti
Sardegna 82 77 77 92 83 77 76 94 87 76 85 78
Italia 77 77 79 77 70 75 75 86 78 74 78 76
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
I PARTITI SONO POCO/PER NULLA AFFIDABILIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
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La partecipazione politicaDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
I politici sono tutti uguali 37% 36% 31%
Bisogna interessarsi più di politica per scegliere
politici onesti e capaci56% 55% 61%
Non indica 7% 9% 8%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
I politici sono tutti uguali 37% 36% 31%
Bisogna interessarsi più di politica per scegliere
politici onesti e capaci56% 55% 61%
Non indica 7% 9% 8%
������������
La partecipazione politicaDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
Bisogna interessarsi più di politica: anche in Sardegna le percentuali lo confermano. Dal
confronto con il dato nazionale, emerge che, in Sardegna, il bisogno di politica è espresso:
� Più dai maschi (+10%);
� Più dalle persone con un’età medio-alta, contrariamente all’Italia in complesso;
� Dagli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (il 93% dei laureati);
� Più dagli abitanti dei piccoli centri, a differenza del dato nazionale;
� Più da coloro che appartengono al Centro sinistra.
Una maggiore sfiducia è, invece, manifestata:
� Più dalle donne (con uno scarto percentuale maggiore all’Italia in complesso);
� Più dai giovani, a differenza dei valori nazionali;
� Più dagli intervistati con un basso livello di scolarizzazione;
� Più da coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra
10.000 e 30.000;
� Più dai cittadini che non aderiscono a nessuna delle due aree politiche indicate.
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La partecipazione politica
Sardegna 56 61 51 51 59 57 41 74 45 69 72
Italia 61 64 58 66 61 57 60 59 61 61 64
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
BISOGNA INTERESSARSI PIÙ DI POLITICA PER SCEGLIERE POLITICI ONESTI E CAPACIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna interessarsi più di politica
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La partecipazione politicaBISOGNA INTERESSARSI PIÙ DI POLITICA PER SCEGLIERE POLITICI ONESTI E CAPACIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna interessarsi più di politica
Sardegna 56 93 60 44 28 65 55 34 65
Italia 61 76 66 53 42 71 61 44 48
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Le tasseDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
E' meglio pagare più tasse e avere più servizi 70% 64% 64%
E' meglio pagare meno tasse e avere meno servizi 16% 18% 22%
Non indica 14% 18% 14%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
E' meglio pagare più tasse e avere più servizi 70% 64% 64%
E' meglio pagare meno tasse e avere meno servizi 16% 18% 22%
Non indica 14% 18% 14%
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Le tasseDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
Il bisogno di usufruire di più servizi è particolarmente evidente in Sardegna, dove, a livello
nazionale, si registra la percentuale più alta di coloro che affermano la disponibilità a
pagare più tasse pur di avere accesso a più servizi. A dichiararlo è il 70% dei cittadini
sardi, mentre solo il 16% sostiene che è meglio pagare meno tasse ed avere meno servizi
(quest’ultimo valore sale nella regione della Sicilia).
Ad affermare che è meglio pagare più tasse ed avere più servizi sono:
� Più i maschi (+13%);
� Più i giovani, contrariamente al dato nazionale, dove la percentuale è più alta tra
le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni;
� Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione (l’85% dei laureati e,
come per l’Italia in complesso, il valore scende al diminuire del livello di
scolarizzazione);
� Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
100.000 e 250.000 (84%);
� Più gli elettori del Centro sinistra;
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Le tasseDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
� Più coloro che hanno dichiarato di partecipare qualche volta alle funzioni
religiose (mentre, su scala nazionale, i valori sono superiori alla media tra i non
frequentatori).
Rispetto al dato nazionale, coloro che esprimono una maggiore preferenza per la riduzione
delle tasse e dei servizi sono:
� Più le persone con oltre 54 anni (a livello nazionale sono più i giovani);
� Più gli intervistati che non aderiscono né al Centro sinistra né al Centro destra
(su base nazionale la percentuale è maggiore tra gli elettori di Centro destra e tra
coloro che non sanno dare indicazione della propria collocazione politica).
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Le tasse
Sardegna 70 77 64 83 72 56 60 65 71 81 84
Italia 64 68 59 64 66 60 60 63 63 63 68
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
È MEGLIO PAGARE PIÙ TASSE ED AVERE PIÙ SERVIZI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che è meglio pagare più tasse ed avere più servizi
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Le tasseÈ MEGLIO PAGARE PIÙ TASSE ED AVERE PIÙ SERVIZI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che è meglio pagare più tasse ed avere più servizi
Sardegna 70 86 81 59 44 81 68 58 67 66 75 62
Italia 64 75 68 58 46 71 62 57 52 66 64 62
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
������������
La sanitàDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Sanità pubblica gestita dalle Regioni 76% 76% 80%
Sanità privata,
alle Regioni controllo e programmazione18% 17% 14%
Non indica 6% 7% 6%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Sanità pubblica gestita dalle Regioni 76% 76% 80%
Sanità privata,
alle Regioni controllo e programmazione18% 17% 14%
Non indica 6% 7% 6%
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La sanitàDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
Il dato della Sardegna conferma la preferenza che tutti i cittadini a livello nazionale, hanno
espresso per il servizio sanitario pubblico (anche se, la distribuzione del dato nazionale tra
le singole aree geografiche, raggiunge i valori più bassi nelle Isole): 76 sardi su 100
dichiarano che il servizio sanitario deve essere fondamentalmente pubblico, gestito dalle
regioni.
Rispetto all’Italia in complesso, ad esprimere una maggiore preferenza per la sanità
pubblica sono:
� Più le donne (+3%);
� Più le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni seguiti dai giovani (a
livello nazionale, le percentuali sono decisamente più alte tra i giovani);
� Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta della media
tra le persone che vivono nelle grandi città);
� Più coloro che hanno dichiarato di partecipare spesso o mai alle funzioni
religiose (nei dati nazionali, il valore è molto più alto tra i non frequentatori).
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La sanitàDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
A differenza dei dati nazionali, i sardi che preferiscono il servizio sanitario privato sono:
� I cittadini che vivono nelle piccole città e nei centri medi (rispettivamente il 21%
tra coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e
10.000 e il 20% tra gli intervistati che abitano nei centri con un numero di
abitanti compreso tra 10.000 e 30.000, rispetto all’Italia in complesso, dove la
percentuale è più alta della media nelle città con meno di 5.000 abitanti);
� Molto più coloro che hanno dichiarato di partecipare qualche volta alle funzioni
religiose (mentre, nei dati nazionali, i valori sono più alti della media anche tra
coloro che partecipano spesso alle funziono religiose).
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La sanità
Sardegna 76 74 77 77 77 73 69 73 78 84 82
Italia 80 80 79 82 79 78 74 79 81 81 82
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA SANITÀ DEVE ESSERE PUBBLICA, GESTITA DALLE REGIONI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto la sanità deve essere pubblica, gestita dalle Regioni
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La sanitàLA SANITÀ DEVE ESSERE PUBBLICA, GESTITA DALLE REGIONIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto la sanità deve essere pubblica, gestita dalle Regioni
Sardegna 76 96 74 70 72 91 59 76 81 79 73 79
Italia 80 82 80 78 80 91 68 81 77 85 79 78
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
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La scuolaDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Bisogna destinare risorse per la scuola pubblica 88% 91% 86%
Bisogna destinare risorse per la scuola privata 4% 4% 6%
Non indica 8% 5% 8%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Bisogna destinare risorse per la scuola pubblica 88% 91% 86%
Bisogna destinare risorse per la scuola privata 4% 4% 6%
Non indica 8% 5% 8%
������������
La scuolaDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
L’88% dei sardi sostiene che bisognerebbe destinare le risorse fondamentalmente alla
scuola pubblica, mentre solo il 4% ha dichiarato che è preferibile destinare risorse
fondamentalmente alla scuola privata. Il dato conferma le considerazioni già emerse sia a
livello nazionale sia a livello insulare. In particolare, su scala nazionale, la percentuale di
quanti esprimono la preferenza per la scuola pubblica raggiunge il valore più elevato della
media nelle Isole. La distribuzione dei dati tra le differenti variabili rispecchia quella su
base nazionale, tranne che per la variabile del sesso. La preferenza per la scuola pubblica è,
infatti espressa:
� Più dagli uomini (+6%);
� Più dai giovani (95%);
� Più da coloro che sono in possesso di diploma superiore, seguiti dalle persone
con licenza media (rispettivamente il 90% e l’89%);
� Più dai cittadini che vivono nei centri medi (nell’Italia in complesso, la
percentuale è alta anche nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000
e 10.000);
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La scuolaDomanda: Con quale frase è più d’accordo?
� Più dagli appartenenti al Centro sinistra;
� Più dagli intervistati che hanno dichiarato di non partecipare mai alle funzioni
religiose.
Rispetto all’Italia in complesso, i cittadini sardi che preferiscono la scuola privata sono:
� Le persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni (a livello nazionale sono più i
giovani);
� Gli intervistati con un basso livello di scolarizzazione;
� Coloro che hanno dichiarato di partecipare spesso alle funzioni religiose, a
differenza del dato peninsulare, dove non emergono differenze tra le tre modalità
indicate.
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La scuola
Sardegna 88 92 86 95 90 80 83 79 96 95 92
Italia 86 85 87 90 88 80 84 87 87 85 84
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
BISOGNA DESTINARE RISORSE PER LA SCUOLA PUBBLICABase: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna destinare risorse per la scuola pubblica
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La scuolaBISOGNA DESTINARE RISORSE PER LA SCUOLA PUBBLICABase: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna destinare risorse per la scuola pubblica
Sardegna 88 89 90 89 84 95 82 85 93 92 90 83
Italia 86 84 87 87 82 94 76 87 85 88 87 82
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
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La sanita' 18%
Il lavoro 14%
La scuola 12%
Le pensioni, la
previdenza7%
L'assistenza agli anziani 6%
Gli aiuti e i supporti a chi
vive un disagio ec. 6%
Gli aiuti e i supporti
per handicap3%
Le strutture di supporto
alle famiglie3%
La sicurezza personale 3%
L'assistenza ai malati 2%
La formazione
professionale2%
Lo sport e il tempo libero 2%
L'Università 1%
La cura e la tutela dell'amb 1%
Le iniziative culturali 1%
I trasporti 1%
Altro 8%
Non indica 56%
ISOLE
La sanita' 18%
Il lavoro 14%
La scuola 12%
Le pensioni, la
previdenza7%
L'assistenza agli anziani 6%
Gli aiuti e i supporti a chi
vive un disagio ec. 6%
Gli aiuti e i supporti
per handicap3%
Le strutture di supporto
alle famiglie3%
La sicurezza personale 3%
L'assistenza ai malati 2%
La formazione
professionale2%
Lo sport e il tempo libero 2%
L'Università 1%
La cura e la tutela dell'amb 1%
Le iniziative culturali 1%
I trasporti 1%
Altro 8%
Non indica 56%
ISOLE
La sanita' 27%
La scuola 15%
Il lavoro 12%
Le pensioni, la
previdenza9%
L'assistenza agli anziani 7%
Gli aiuti e i supporti
a chi vive un disagio ec.5%
Gli aiuti e i supporti
per handicap4%
L'assistenza ai malati 4%
Le strutture di supporto
alle famiglie3%
L'Università 2%
La formazione
professionale2%
La cura e la tutela
dell'ambiente2%
La sicurezza personale 2%
Le iniziative culturali 1%
Lo sport e il tempo libero 1%
I trasporti 1%
Altro 8%
Non indica 55%
ITALIA
IN COMPLESSO
La sanita' 27%
La scuola 15%
Il lavoro 12%
Le pensioni, la
previdenza9%
L'assistenza agli anziani 7%
Gli aiuti e i supporti
a chi vive un disagio ec.5%
Gli aiuti e i supporti
per handicap4%
L'assistenza ai malati 4%
Le strutture di supporto
alle famiglie3%
L'Università 2%
La formazione
professionale2%
La cura e la tutela
dell'ambiente2%
La sicurezza personale 2%
Le iniziative culturali 1%
Lo sport e il tempo libero 1%
I trasporti 1%
Altro 8%
Non indica 55%
ITALIA
IN COMPLESSO
Cosa è il Welfare
Domanda: A suo avviso quando si parla di politiche sociali e di welfare a cosa ci si riferisce?
La sanita' 22%
Il lavoro 15%
Le pensioni, la
previdenza9%
La scuola 8%
Gli aiuti e i supporti a chi
vive un disagio ec.5%
La sicurezza personale 4%
Lo sport e il tempo libero 3%
L'assistenza agli anziani 2%
L'assistenza ai malati 3%
La formazione
professionale2%
La cura e la tutela
dell'ambiente2%
Gli aiuti e i supporti
per handicap2%
L'Università 1%
Le strutture di supporto
alle famiglie1%
Le iniziative culturali 0%
Altro 7%
Non indica 55%
SARDEGNA
La sanita' 22%
Il lavoro 15%
Le pensioni, la
previdenza9%
La scuola 8%
Gli aiuti e i supporti a chi
vive un disagio ec.5%
La sicurezza personale 4%
Lo sport e il tempo libero 3%
L'assistenza agli anziani 2%
L'assistenza ai malati 3%
La formazione
professionale2%
La cura e la tutela
dell'ambiente2%
Gli aiuti e i supporti
per handicap2%
L'Università 1%
Le strutture di supporto
alle famiglie1%
Le iniziative culturali 0%
Altro 7%
Non indica 55%
SARDEGNA
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Cosa è il Welfare
Domanda: A suo avviso quando si parla di politiche sociali e di welfare a cosa ci si riferisce?
Anche in questo caso, i dati della Sardegna confermano che non c’è un singolo elemento
che traina l’idea di welfare, poiché il sociale è ciò che viene sperimentato quotidianamente:
dalla sanità alla scuola, dallo sport alla cultura. La sanità, la scuola, il lavoro e la
previdenza occupano i primi posti nella classifica risultante da ciò che i cittadini hanno
indicato con il termine welfare. Rispetto al dato nazionale, il lavoro occupa la seconda
posizione anziché la terza, mentre, rispetto sia al dato insulare, sia a quello peninsulare, la
previdenza e le pensioni salgono dal quarto al terzo posto. Infatti, il 22% dei sardi dichiara
che con il termine welfare ci si riferisce alla sanità, il 15% al lavoro, il 9% alla previdenza
e l’8% alla scuola. E via, fino ad arrivare al tempo libero e allo sport, alla cura e alla tutela
dell’ambiente, ovvero ai nuovi bisogni collettivi.
Tuttavia, il 55% degli intervistati non ha saputo dare alcuna indicazione: la percentuale,
coincide con la media nazionale e conferma la tendenza dei dati relativi ai non “indica”
che, dopo il Sud e il Centro, assumono i valori più alti nelle Isole.
Si tratta, rispetto al dato nazionale:
� Più di uomini;
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Cosa è il Welfare
Domanda: A suo avviso quando si parla di politiche sociali e di welfare a cosa ci si riferisce?
� Più di giovani e di persone anziane (mentre, a livello nazionale, il dato è
maggiore solo tra gli anziani);
� Più di coloro che sono in possesso di licenza media, seguiti dai diplomati e dai
laureati e, infine dalle persone con licenza elementare;
� Più degli intervistati che vivono nelle città con un numero di abitanti inferiore a
5.000 (a livello nazionale, i valori sono alti tra i cittadini che abitano nei centri
con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000) ;
� Più delle persone non aderenti né al Centro sinistra, né al Centro destra (mentre,
su scala nazionale, le percentuali sono superiori alla media tra coloro che non
sanno definire la propria collocazione politica)
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Cosa è il Welfare
LE PRIME QUATTRO POSIZIONI DELLA CLASSIFICA
22
15
98
18
14
7
12
27
12
9
15
Sardegna Isole Italia
sanità
lavoro
pensioni,previdenza
la scuola
������������
Cosa è il Welfare
Sardegna 55 63 60 55 49 55 62 50 40 58 49
Italia 55 44 59 51 46 59 53 56 49 53 55
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
GLI INTERVISTATI CHE NON SANNO DARE INDICAZIONE SU COSA È IL WELFAREBase: tutti gli intervistati che non indicano cosa è il welfare
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Cosa è il Welfare
GLI INTERVISTATI CHE NON SANNO DARE INDICAZIONE SU COSA È IL WELFAREBase: tutti gli intervistati che non indicano cosa è il welfare
Sardegna 55 47 72 83 56 53 60 61 17
Italia 55 26 48 62 77 46 55 53 66
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
������������
La sanita' 24%
La scuola 20%
Il lavoro 15%
I supporti a chi vive
un disagio economico9%
L'assistenza agli anziani 8%
Gli aiuti e supporti
per handicap5%
La formazione
professionale5%
L'assistenza ai malati 3%
Le strutture di supporto
alle famiglie3%
La cura e la tutela
dell'ambiente2%
L'Università 1%
Le pensioni,
la previdenza1%
Lo sport e il tempo libero 1%
La sicurezza personale 1%
I trasporti 1%
Le iniziative culturali 1%
Altro 7%
Non indica 43%
SARDEGNA
La sanita' 24%
La scuola 20%
Il lavoro 15%
I supporti a chi vive
un disagio economico9%
L'assistenza agli anziani 8%
Gli aiuti e supporti
per handicap5%
La formazione
professionale5%
L'assistenza ai malati 3%
Le strutture di supporto
alle famiglie3%
La cura e la tutela
dell'ambiente2%
L'Università 1%
Le pensioni,
la previdenza1%
Lo sport e il tempo libero 1%
La sicurezza personale 1%
I trasporti 1%
Le iniziative culturali 1%
Altro 7%
Non indica 43%
SARDEGNA
La sanita' 24%
Il lavoro 18%
La scuola 17%
L'assistenza agli anziani 10%
I supporti a chi vive
un disagio economico9%
Le strutture di supporto
alle famiglie5%
Gli aiuti e i supporti per
handicap4%
Lo sport e il tempo libero 4%
La cura e la tutela
dell'ambiente3%
L'assistenza ai malati 3%
Le pensioni, la previdenza 3%
La formazione professional 2%
L'Università 2%
I trasporti 2%
La sicurezza personale 1%
Le iniziative culturali 1%
Altro 7%
Non indica 38%
ISOLE
La sanita' 24%
Il lavoro 18%
La scuola 17%
L'assistenza agli anziani 10%
I supporti a chi vive
un disagio economico9%
Le strutture di supporto
alle famiglie5%
Gli aiuti e i supporti per
handicap4%
Lo sport e il tempo libero 4%
La cura e la tutela
dell'ambiente3%
L'assistenza ai malati 3%
Le pensioni, la previdenza 3%
La formazione professional 2%
L'Università 2%
I trasporti 2%
La sicurezza personale 1%
Le iniziative culturali 1%
Altro 7%
Non indica 38%
ISOLE
La sanita' 31%
La scuola 19%
L'assistenza agli anziani 14%
Il lavoro 13%
I supporti a chi vive
un disagio economico7%
Gli aiuti e supporti
per handicap6%
Le strutture di supporto
alle famiglie5%
La cura e la tutela
dell'ambiente4%
L'assistenza ai malati 4%
Le pensioni, la previdenza 4%
La formazione
professionale3%
L'Universita' 2%
I trasporti 2%
La sicurezza personale 2%
Le iniziative culturali 1%
Lo sport e il tempo libero 1%
Altro 8%
Non indica 35%
ITALIA
IN COMPLESSO
La sanita' 31%
La scuola 19%
L'assistenza agli anziani 14%
Il lavoro 13%
I supporti a chi vive
un disagio economico7%
Gli aiuti e supporti
per handicap6%
Le strutture di supporto
alle famiglie5%
La cura e la tutela
dell'ambiente4%
L'assistenza ai malati 4%
Le pensioni, la previdenza 4%
La formazione
professionale3%
L'Universita' 2%
I trasporti 2%
La sicurezza personale 2%
Le iniziative culturali 1%
Lo sport e il tempo libero 1%
Altro 8%
Non indica 35%
ITALIA
IN COMPLESSO
La nuova frontiera del Welfare
Domanda: A suo avviso quali sono i settori di cui le politiche sociali si dovrebbero occupare di più, a quali
dovrebbero dedicare più attenzione?
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La nuova frontiera del Welfare
Domanda: A suo avviso quali sono i settori di cui le politiche sociali si dovrebbero occupare di più, a quali
dovrebbero dedicare più attenzione?
Se, con la precedente domanda l’idea di welfare è apparsa per molti sfumata, la situazione
cambia quando si fa riferimento a cosa dovrebbe essere il welfare, quali sono i settori per i
quali bisognerebbe investire di più in termini di risorse e di attenzioni. Infatti, pur
rimanendo elevata la percentuale delle mancate risposte rispetto alla media nazionale e a
quella insulare, anche in Sardegna una quota più elevata di cittadini che non si è espressa
precedentemente tende ad identificare dei settori specifici e la percentuale delle mancate
risposte scende dal 55% al 43%.
Rispetto alla classifica precedente e alla situazione delle Isole, nella graduatoria della
Sardegna, il lavoro scivola dal secondo al terzo posto. Tuttavia, rimane in una posizione
più alta rispetto all’Italia in complesso, confermando la territorialità dei bisogni sociali già
emersa nell’analisi della distribuzione del dato nazionale tra le diverse aree geografiche.
L’emergenza della questione lavoro è avvertita soprattutto:
� Dagli uomini (+14%);
� Dai giovani e dalle persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni;
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La nuova frontiera del Welfare
Domanda: A suo avviso quali sono i settori di cui le politiche sociali si dovrebbero occupare di più, a quali
dovrebbero dedicare più attenzione?
� Dai laureati, seguiti dagli intervistati in possesso di licenza media;
� Dagli abitanti delle piccole città (il 29% di coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000);
� Dagli elettori di Centro destra (29%);
� Da coloro che non frequentano le funzioni religiose (28%)
Nel complesso, la graduatoria dei settori da privilegiare cambia. Al primo posto rimane la
sanità; la scuola sale dal quarto al secondo posto (ovvero, la stessa posizione della
graduatoria nazionale); le questioni legate ai disagi economici salgono dal quinto al quarto
posto (conquistando una posizione rispetto sia alle Isole, sia all’Italia in complesso);
l’assistenza agli anziani guadagna tre posizioni collocandosi al quinto posto (ma le perde
rispetto sia alle Isole, sia all’Italia in complesso). Infine le pensioni scendono dal terzo al
dodicesimo posto (ovvero, una posizione ancora più bassa di quella occupata a livello
nazionale e nelle Isole), precedute dalla cura e tutela dell’ambiente.
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La nuova frontiera del Welfare
24
20
15
98
24
1718
910
31
19
13
7
14
Sardegna Isole Italia
sanità
scuola
lavoro
supporti perdisagio ec.
assistenzaanziani
LE PRIME CINQUE POSIZIONI DELLA CLASSIFICA
������������
Le garanzie sociali
Domanda: Chi ha redditi bassi, o si trova in particolari situazioni di disagio ha l’esenzione dai ticket sanitari. Lei
ritiene giusto che ci sia questa forma di garanzia sociale?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Si 89% 92% 91%
No 11% 8% 9%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Si 89% 92% 91%
No 11% 8% 9%
������������
Le garanzie sociali
Domanda: Chi ha redditi bassi, o si trova in particolari situazioni di disagio ha l’esenzione dai ticket sanitari. Lei
ritiene giusto che ci sia questa forma di garanzia sociale?
L’89% degli intervistati sardi considera giusto che chi ha redditi bassi o si trova in delle
situazioni di disagio economico deve avere l’esenzione dai ticket sanitari. Ciò conferma
ulteriormente, il superamento di una visione individualistica, a vantaggio di un’idea del
welfare come modello di crescita sociale generale. A sostenere l’esenzione dai ticket per le
persone con difficoltà sono:
� Più gli uomini (+10%);
� Più i giovani (a livello nazionale la percentuale è alta anche tra le persone con
un’età compresa tra 35 e 54 anni);
� Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione;
� Più gli elettori di Centro sinistra;
� Più coloro che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e
30.0000 (nel dato peninsulare, le percentuali superano il valore medio anche tra
gli abitanti delle grandi città);
� Più gli intervistati che non frequentano le funzioni religiose.
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Le garanzie sociali
Sardegna 89 94 84 93 87 87 81 96 98 89 89
Italia 91 92 90 92 92 91 89 90 92 92 91
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
ESENZIONE DAI TICKET SANITARI PER CHI SI TROVA IN CONDIZIONE DI DISAGIO Base: tutti gli intervistati che hanno risposto Si
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Le garanzie sociali
Sardegna 89 97 92 83 81 92 89 82 89
Italia 91 94 92 90 87 92 90 91 90
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
ESENZIONE DAI TICKET SANITARI PER CHI SI TROVA IN CONDIZIONE DI DISAGIO Base: tutti gli intervistati che hanno risposto Si
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I tagli alle politiche sociali
Domanda: Qual è il suo parere?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Bisogna tagliare anche la parte dei finanziamenti
destinata alle politiche sociali18% 14% 14%
Non tagliare la parte dei finanziamenti destinata
alle politiche soiciali72% 74% 75%
Non indica 10% 12% 11%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Bisogna tagliare anche la parte dei finanziamenti
destinata alle politiche sociali18% 14% 14%
Non tagliare la parte dei finanziamenti destinata
alle politiche soiciali72% 74% 75%
Non indica 10% 12% 11%
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I tagli alle politiche sociali
Domanda: Qual è il suo parere?
L’importanza rivestita dalle politiche sociali è confermata dalla risposta relativa ai tagli dei
finanziamenti destinati a quest’ultime: il 72% risponde negativamente. Contrariamente, il
18% risponde positivamente e, tale valore risulta, dopo quello del Trentino Alto Adige, il
più alto, confermando l’andamento delle percentuali nazionali relative a quanti non
ritengono giusto tagliare i finanziamenti, che, nelle regioni del Sud e in quelle delle Isole
registrano i valori più bassi della media. A sostenere che non bisogna tagliare la parte dei
finanziamenti destinata alle politiche sociali sono:
� Più i maschi;
� Più le persone con oltre 54 anni, contrariamente al dato nazionale, dove la
percentuale più alta si ottiene tra i giovani;
� Più i cittadini con un elevato livello di scolarizzazione;
� Più gli elettori di Centro sinistra;
� Più gli abitanti dei centri medi (su scala nazionale anche quelli delle grandi città);
� Più gli intervistati che frequentano spesso le funzioni religiose (nell’Italia in
complesso, la percentuale è maggiore tra i non frequentatori).
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I tagli alle politiche sociali
Sardegna 72 74 69 69 71 75 68 73 67 80 75
Italia 75 78 72 79 77 70 73 71 77 72 77
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
NON DEVONO ESSERE TAGLIATI I FINANZIAMENTI DESRTINATI ALLE POLITICHE SOCIALI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che non bisogna tagliare i finanziamenti delle politiche sociali
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I tagli alle politiche sociali
NON DEVONO ESSERE TAGLIATI I FINANZIAMENTI DESRTINATI ALLE POLITICHE SOCIALI Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che non bisogna tagliare i finanziamenti delle politiche sociali
Sardegna 72 96 78 55 59 80 69 60 74 65 71 77
Italia 75 83 81 71 54 83 72 73 62 79 75 73
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
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Il coinvolgimento del non profit
Domanda: A suo parere le Istituzioni dovrebbero coinvolgere le associazioni di volontariato nelle decisioni da
prendere in merito alle politiche sociali o è meglio che le valutazioni rimangano competenza esclusiva degli
Assessori competenti?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Coinvolgere le associazioni di volontariato 64% 63% 66%
Le decisioni le devono prendere gli assessori competenti 28% 28% 26%
Non indica 8% 9% 9%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Coinvolgere le associazioni di volontariato 64% 63% 66%
Le decisioni le devono prendere gli assessori competenti 28% 28% 26%
Non indica 8% 9% 9%
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Il coinvolgimento del non profit
Domanda: A suo parere le Istituzioni dovrebbero coinvolgere le associazioni di volontariato nelle decisioni da
prendere in merito alle politiche sociali o è meglio che le valutazioni rimangano competenza esclusiva degli
Assessori competenti?
Il ruolo del terzo settore, in una prospettiva di maggiore coinvolgimento nella definizione
delle politiche sociali è sostenuto dal 64% dei cittadini sardi, mentre solo il 28% sostiene il
contrario. In particolare, quest’ultimo dato è maggiore rispetto al corrispondente nazionale,
dal momento che le Isole rappresentano l’area geografica con la minore percentuale di
giudizi a favore del coinvolgimento del non profit. Ad essere favorevole al coinvolgimento
delle associazioni di volontariato e del non profit sono:
� Molto più le donne (contrariamente al dato nazionale);
� Più le persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni;
� Più i cittadini con un elevato livello di scolarizzazione;
� Più gli elettori che non sanno definire la propria collocazione politica (nell’Italia
in complesso, la percentuale è più alta tra gli elettori di Centro sinistra);
� Più coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (su base nazionale, il valore è più alto nelle grandi città);
� Più gli intervistati che frequentano spesso o qualche volta le funzioni religiose.
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Il coinvolgimento del non profit
Domanda: A suo parere le Istituzioni dovrebbero coinvolgere le associazioni di volontariato nelle decisioni da
prendere in merito alle politiche sociali o è meglio che le valutazioni rimangano competenza esclusiva degli
Assessori competenti?
A sostenere che, al contrario, le decisioni le devono prendere gli assessori competenti
sono:
� Più gli uomini;
� Più i giovani (nei dati peninsulari, le percentuali sono maggiori tra la popolazione
anziana);
� Più le persone in possesso di licenza media (in Italia, la percentuale è maggiore
tra coloro che hanno la licenza elementare);
� Più gli elettori di Centro sinistra (nell’Italia in complesso sono più gli aderenti al
Centro destra);
� Più coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e
10.000 (mentre, su base nazionale, il valore è più alto nelle grandi città);
� Più gli intervistati che non frequentano le funzioni religiose (a livello nazionale, i
valori sono maggiori anche tra i frequentatori).
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Il coinvolgimento del non profit
Sardegna 64 58 70 54 74 64 58 59 66 77 68
Italia 66 66 65 69 71 58 66 67 66 63 62
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
COINVOLGERE LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO IN MERITO ALLE POLITICHE SOCIALIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna coinvolgere le associazioni di volontariato
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Il coinvolgimento del non profit
Sardegna 64 81 68 57 50 62 63 62 73 50 67 68
Italia 66 73 71 61 48 73 60 66 57 66 67 63
in com-
plesso
laurea/d
ipl. univ
diploma
sup.
media
inf.
element
are/senz
a tit.
centro
sx
centro
dx
nessuna
delle
due
non sa maiqualche
voltaspesso
COINVOLGERE LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO IN MERITO ALLE POLITICHE SOCIALIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto che bisogna coinvolgere le associazioni di volontariato
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Elaborazione ed approfondimenti regionali per l’Associazione
Elaborazione e realizzazione grafica Francesca Guttigliere
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SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 39% 45% 36%
% di voti positivi 52% 46% 52%
Non indica 9% 9% 12%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 39% 45% 36%
% di voti positivi 52% 46% 52%
Non indica 9% 9% 12%
39
52
9
4546
9
36
52
12
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Le strutture di supporto alle famiglieDomanda: Qual è il suo voto sulle strutture di supporto alle famiglie?
Voto medio: 6Voto medio: 6 Voto medio: 5,5Voto medio: 5,5 Voto medio: 5,9Voto medio: 5,9
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Sul tema degli aiuti alle famiglie, i cittadini sardi hanno espresso in misura maggiore un
voto positivo, in coerenza con il dato nazionale e con quello delle Isole.
Se nell’Italia in complesso il servizio non ottiene un voto sufficiente e nelle aree
geografiche delle Isole e del Sud la percentuale dei voti positivi si abbassa
significativamente rispetto alla media nazionale, la Sardegna si caratterizza, invece, per
un voto medio sufficiente. In Sardegna, infatti, la differenza tra la percentuale dei voti
positivi e quella dei voti negativi è più alta rispetto ai dati relativi alle Isole.
Rispetto all’Italia in complesso, nella Sardegna la percentuale dei giudizi positivi è
espressa:
� Più dalle donne (+3%, contrariamente al dato nazionale);
� Più dagli intervistati con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (66%, mentre su
scala nazionale la percentuale è maggiore tra i giovani);
� Più dalle persone con licenza media (60%);
� Più dagli appartenenti al Centro destra (59%, mentre nel dato nazionale sono
indifferentemente gli aderenti al Centro destra o al Centro sinistra).
Le strutture di supporto alle famiglieDomanda: Qual è il suo voto sulle strutture di supporto alle famiglie?
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� Più da coloro che vivono nelle grandi città, ma anche nei piccoli centri (il 60%
di coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000
e 250.000 e tra 5.000 e 10.000);
I giudizi negativi, invece, sono espressi:
� Dagli uomini (+5%);
� Dalle persone anziane (il 53% tra coloro che hanno un’età superiore ai 54 anni,
mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore nella fascia di età media);
� Dagli intervistati con un alto livello di scolarizzazione (il 60% dei laureati);
� Dai cittadini che non sanno indicare la propria appartenenza politica seguiti
dagli elettori di Centro sinistra (rispettivamente il 53% e il 41%, mentre su scala
nazionale il valore è alto tra gli aderenti al Centro sinistra e tra le persone che
non si autocollocano);
� Da coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000
e 100.000 (55%, invece nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore della
media nei comuni con più di 250.000 abitanti).
Le strutture di supporto alle famiglieDomanda: Qual è il suo voto sulle strutture di supporto alle famiglie?
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Sardegna 52 51 54 52 66 37 53 60 51 37 60
Italia 52 53 51 60 50 48 54 55 51 51 54
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
Le strutture di supporto alle famiglieIL SERVIZIO DI SUPPORTO ALLE FAMIGLIE E’ VALUTATO POSITIVAMENTEBase: gli intervistai che hanno espresso un voto positivo
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Le strutture di supporto alle famiglieIL SERVIZIO DI SUPPORTO ALLE FAMIGLIE E’ VALUTATO POSITIVAMENTEBase: gli intervistai che hanno espresso un voto positivo
Sardegna 52 38 55 60 47 54 59 51 37
Italia 52 51 52 54 49 53 53 49 49
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicap Domanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti ai portatori di handicap fisici o mentali ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 46% 41% 34%
% di voti positivi 45% 50% 54%
Non indica 9% 9% 12%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 46% 41% 34%
% di voti positivi 45% 50% 54%
Non indica 9% 9% 12%
4645
9
41
50
9
34
54
12
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 5,6Voto medio: 5,6 Voto medio: 5,7Voto medio: 5,7 Voto medio: 6,1Voto medio: 6,1
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Il servizio offerto dalla regione Sardegna in tema di aiuti e supporti ai disabili non ha
ottenuto nel complesso la sufficienza, contrariamente all’Italia in complesso. Il dato
regionale, conferma il valore registrato nelle Isole, dove, a livello nazionale, si
raggruppano le percentuali di voti negativi più alte della media.
A valutare negativamente il servizio sono:
� Più i maschi (+16%, mentre su scala nazionale sono indifferentemente i maschi
e le femmine);
� Più le persone con un’età superiore ai 54 anni (51%, mentre a livello nazionale
la percentuale è maggiore tra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54
anni);
� Più i cittadini con un alto livello di scolarizzazione (il 74% dei laureati);
� Più gli intervistati che non sanno definire la propria collocazione politica
seguiti dagli elettori di Centro sinistra (rispettivamente il 50% e il 49%, mentre,
nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta tra chi non si
autocolloca);
Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicapDomanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti ai portatori di handicap fisici o mentali ?
������������
� Più coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e
100.000 (55%, contrariamente al dato peninsulare dove la percentuale più alta
della media si registra nei comuni con un numero di abitanti superiore a
250.000).
Valutazioni positive sono invece espresse:
� Più dalle donne (+13%, contrariamente all’Italia in complesso, dove la
percentuale è più alta della media tra gli uomini);
� Più dai giovani e dagli intervistati con un’età media (rispettivamente il 49% e il
48%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore solo tra i primi);
� Più dalle persone con licenza elementare (52%, invece su scala nazionale il
valore aumenta tra chi ha la licenza media);
� Più da coloro che non si collocano né al Centro sinistra, né al Centro destra
(mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra gli aderenti al Centro destra);
� Più dagli abitanti dei centri medi, come per l’Italia in complesso (il 53% di coloro
che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra10.000 e 30.000).
Domanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti ai portatori di handicap fisici o mentali ?
Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicap
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Sardegna 46 54 38 44 42 51 46 40 38 55 50
Italia 34 34 34 33 37 31 34 34 32 32 35
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
IL SERVIZIO DI SUPPORTO AI PORTATORI DI HANDICAP E’ VALUTATO NEGATIVAMENTEBase: gli intervistai che hanno espresso un voto negativo
Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicap
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Sardegna 46 74 44 42 30 49 47 35 50
Italia 34 37 36 31 28 35 32 40 29
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
IL SERVIZIO DI SUPPORTO AI PORTATORI DI HANDICAP E’ VALUTATO NEGATIVAMENTEBase: gli intervistai che hanno espresso un voto negativo
Gli aiuti e i supporti ai portatori di handicap
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Gli aiuti a chi vive un disagio economicoDomanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti a chi vive un disagio economico ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 45% 49% 41%
% di voti positivi 44% 39% 44%
Non indica 11% 12% 15%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 45% 49% 41%
% di voti positivi 44% 39% 44%
Non indica 11% 12% 15%
4544
11
49
39
12
4144
15
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 5,5Voto medio: 5,5 Voto medio: 5,3Voto medio: 5,3 Voto medio: 5,5Voto medio: 5,5
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Gli aiuti a chi vive un disagio economicoDomanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti a chi vive un disagio economico ?
Riguardo le valutazioni sugli aiuti e sui supporti a chi vive un disagio economico, la
Sardegna totalizza un voto abbondantemente al di sotto della sufficienza, coerentemente al
dato nazionale e a quello insulare. Tuttavia, nell’Italia in complesso, la percentuale dei
giudizi positivi è, se pur di poco, superiore a quella nei giudizi negativi, e scende al di
sotto della media nell’area geografica del Sud e delle Isole. In tal senso, la Sardegna, pur
confermando questo andamento si distingue, insieme all’Abruzzo e alla Puglia, per il
miglior giudizio e il voto medio più alto (5,5 per la Sardegna e la Puglia; 5,6 per
l’Abruzzo).
L’analisi dei dati evidenzia che i giudizi negativi sono stati espressi:
� Più dai maschi (+17%);
� Più dagli anziani (54%, mentre a livello nazionale la percentuale è più alta tra
coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni);
� Più dalle persone con un alto livello di scolarizzazione (il 59% dei laureati);
� Più da coloro che non sanno definire la propria collocazione politica (63%,
nell’Italia in complesso, il valore è, invece, più alto tra chi non si colloca né al
Centro destra, né al Centro sinistra).
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Gli aiuti a chi vive un disagio economicoDomanda: Qual è il suo voto sugli aiuti e sui supporti a chi vive un disagio economico ?
� Più dagli abitanti delle medie e grandi città rispetto a quelli dei piccoli centri
(nell’Italia in complesso, il dato è alto solo nelle grandi città).
Rispetto ai dati nazionali, giudizi positivi sono espressi:
� Più dalle donne (+11%, contrariamente al dato peninsulare);
� Più dai giovani e dalla popolazione con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni
(50%, mentre a livello nazionale il valore più alto della media si registra solo tra i
giovani);
� Più dalle persone con un basso livello di scolarizzazione (il 50% di chi ha la
licenza media, coerentemente al dato nazionale);
� Più dagli elettori di Centro sinistra (58%), contrariamente all’Italia in complesso,
dove la percentuale dei giudizi positivi raggiunge il valore più alto della media
tra gli aderenti al Centro destra;
� Più da coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
10.000 e 30.000 (51%, mentre, a livello nazionale la percentuale sale nelle
piccole città).
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Gli aiuti a chi vive un disagio economicoIL SERVIZIO DI SUPPORTO A CHI VIVE UN DISAGIO ECONOMICO È VALUTATO NEGATIVAMENTEBase: gli intervistai che hanno espresso un voto negativo
Sardegna 45 54 37 46 37 54 41 52 32 56 54
Italia 41 41 40 37 44 40 39 38 39 39 40
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
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Gli aiuti a chi vive un disagio economicoIL SERVIZIO DI SUPPORTO A CHI VIVE UN DISAGIO ECONOMICO È VALUTATO NEGATIVAMENTEBase: gli intervistai che hanno espresso un voto negativo
Sardegna 45 59 49 36 37 36 47 43 63
Italia 41 43 43 35 40 41 38 49 40
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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L’assistenza agli anzianiDomanda: Qual è il suo voto sull'assistenza agli anziani ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 38% 41% 33%
% di voti positivi 55% 53% 58%
Non indica 7% 6% 9%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 38% 41% 33%
% di voti positivi 55% 53% 58%
Non indica 7% 6% 9%
38
55
7
41
53
6
33
58
9
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6Voto medio: 6 Voto medio: 5,9Voto medio: 5,9 Voto medio: 6,2Voto medio: 6,2
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L’assistenza agli anzianiDomanda: Qual è il suo voto sull'assistenza agli anziani ?
Per il 55% dei sardi, il giudizio sul servizio di assistenza agli anziani è positivo. La regione
Sardegna registra un voto medio sufficiente, coerentemente al dato nazionale, mentre a
livello insulare, il voto medio scende, se pur di poco, al di sotto della sufficienza.
Analizzando la distribuzione del dato regionale tra le differenti variabili, emerge che, come
per il dato nazionale, le valutazioni positive sono espresse:
� Più dalle donne che dagli uomini (con uno scarto maggiore rispetto al dato
nazionale);
� In misura nettamente maggiore, da coloro che sono in possesso di licenza media
(65%);
� Più dagli abitanti delle piccole città (72% di chi vive nei comuni con un numero
di abitanti inferiore a 5.000).
A differenza dell’Italia in complesso, i giudizi positivi sul servizio di assistenza agli
anziani provengono:
� Più dalle persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (65%, mentre su scala
nazionale la percentuale è maggiore della media tra i giovani);
.
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L’assistenza agli anzianiDomanda: Qual è il suo voto sull'assistenza agli anziani ?
� In misura maggiore dagli elettori di Centro sinistra (62%, invece nell’Italia in
complesso il valore è superiore tra gli aderenti al Centro destra).
Tra quanti esprimono un giudizio negativo, percentuali più alte della media si registrano:
� Più tra i maschi (+13%);
� In misura nettamente maggiore, tra la popolazione anziana (56%, mentre
nell’Italia in complesso la percentuale è alta anche nella fascia di età media);
� Più tra i laureati (61%);
� In misura maggiore tra le persone che non sanno definire la propria
appartenenza politica (44%, invece su scala nazionale si tratta più di persone che
non si collocano né al Centro sinistra, né al Centro destra);
� Più tra gli abitanti delle grandi città (52% di chi vive nei comuni con un numero
di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000, mentre nell’Italia in complesso la
percentuale è maggiore nelle città con un numero di abitanti superiore a
250.000).
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L’assistenza agli anziani
Sardegna 55 48 63 62 65 39 72 55 52 40 42
Italia 58 57 59 62 56 56 62 62 61 58 61
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
IL SERVIZIO DI ASSISTENZA AGLI ANZIANI E’ VALUTATO POSITIVAMENTEBase: gli intervistai che hanno espresso un giudizio positivo
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L’assistenza agli anzianiIL SERVIZIO DI ASSISTENZA AGLI ANZIANI E’ VALUTATO POSITIVAMENTEBase: gli intervistai che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 55 37 57 65 53 62 55 51 48
Italia 58 53 57 62 59 58 60 56 54
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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L’assistenza ai malatiDomanda: Qual è il suo voto sull'assistenza ai malati ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 34% 42% 32%
% di voti positivi 58% 53% 60%
Non indica 8% 5% 8%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 34% 42% 32%
% di voti positivi 58% 53% 60%
Non indica 8% 5% 8%
34
58
8
42
53
5
32
60
8
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6Voto medio: 6 Voto medio: 5,8Voto medio: 5,8 Voto medio: 6,2Voto medio: 6,2
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L’assistenza ai malatiDomanda: Qual è il suo voto sull'assistenza ai malati ?
Il 58% dei cittadini sardi esprime un giudizio positivo in merito al servizio di assistenza ai
malati, coerentemente al dato nazionale. Infatti, se dall’analisi della distribuzione dei dati
nazionali a livello di singola area geografica, emerge che la percentuale dei voti positivi
tende ad abbassarsi al di sotto della media al Centro, al Sud e nelle Isole, la Sardegna è,
insieme all’Abruzzo e alla Basilicata, la regione più premiata, con un voto medio
sufficiente.
Il confronto con l’Italia in complesso non evidenzia significative differenze. Il servizio di
assistenza ai malati è valutato positivamente:
� Più dagli uomini (+3%);
� Più dai giovani (il 70% tra chi ha un’età compresa tra 18 e 34 anni);
� Più dai cittadini con un elevato livello di scolarizzazione (il 69% dei laureati);
� In misura nettamente maggiore dagli elettori di Centro sinistra (71% mentre, a
livello nazionale la differenza significativa è tra chi si autocolloca e chi non si
colloca nei due schieramenti, quest’ultimi caratterizzati da una percentuale di
giudizi positivi al di sotto della media);
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L’assistenza ai malatiDomanda: Qual è il suo voto sull'assistenza ai malati ?
� Più dagli abitanti delle grandi città (il 68% tra coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000) e dei centri medi (il 67% di
chi vive nelle città con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000).
D’altra parte, valutazioni negative sono espresse:
� Indifferentemente da maschi e femmine;
� Più dalle persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni (41%);
� Più dai cittadini con un basso livello di scolarizzazione (il 38% di quanti hanno la
licenza media, e il 37% di chi ha la licenza elementare);
� Più da coloro che appartengono al Centro destra (il 43%, mentre a livello
nazionale, i valori sono più alti tra gli intervistati che non si collocano
politicamente);
� Più dagli abitanti delle piccole città (il 41% tra coloro che vivono nei centri con
un numero di abitanti inferiore a 5.000, a differenza del dato nazionale, dove la
percentuale è più alta della media nelle città con un numero di abitanti superiore
a 250.000).
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L’assistenza ai malatiIL SERVIZIO DI ASSISTENZA AI MALATI E’ VALUTATO POSITIVAMENTEBase: gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 58 60 57 70 50 56 54 50 58 67 68
Italia 60 61 59 67 57 57 61 61 61 61 62
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
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L’assistenza ai malatiIL SERVIZIO DI ASSISTENZA AI MALATI E’ VALUTATO POSITIVAMENTEBase: gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sadegna 58 69 64 51 47 71 53 41 65
Italia 60 65 59 60 58 62 61 54 57
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Le politiche per il lavoroDomanda: Qual è il suo voto sulle politiche per il lavoro ?
63
35
2
62
35
3
35
61
4
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 63% 62% 35%
% di voti positivi 35% 35% 61%
Non indica 2% 3% 4%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 63% 62% 35%
% di voti positivi 35% 35% 61%
Non indica 2% 3% 4%
Voto medio: 5,2Voto medio: 5,2 Voto medio: 5Voto medio: 5 Voto medio: 6,2Voto medio: 6,2
������������
In tema di politiche rivolte al lavoro e all’occupazione in genere, se a livello nazionale la
percentuale dei giudizi positivi è di gran lunga superiore a quella dei giudizi negativi e il
voto medio si attesta al di sopra della sufficienza, la regione Sardegna totalizza, invece, un
voto insufficiente (5,2), coerentemente al dato insulare (5). Infatti, rispetto a l’Italia in
complesso, l’area geografica delle Isole è, insieme a quella del Sud, quella con la
percentuale più alta di voti negativi. In particolare, rispetto ai valori delle Isole, la Sardegna
ha la percentuale dei giudizi negativi più alta.
Giudicano negativamente la Regione per ciò che concerne le politiche per il lavoro:
� Più i maschi delle donne, contrariamente al dato nazionale (+7%);
� Più la popolazione anziana (il 67%, mentre su scala nazionale, il valore è più alto
tra la gli intervistati con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni);
� Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione (il 67% dei laureati e dei
diplomati, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore tra i secondi e tra
chi ha la licenza media);
� Più coloro che non sanno definire la propria appartenenza politica e chi non si
colloca né al Centro sinistra né al Centro destra (rispettivamente il 74% e il 73%);
Le politiche per il lavoroDomanda: Qual è il suo voto sulle politiche per il lavoro ?
������������
� Più gli abitanti delle grandi città (il 74% di coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000, mentre nel dato peninsulare la
percentuale più alta si determina tra i comuni con più di 250.000 abitanti);
Invece, ad esprimere un giudizio positivo sono:
� Più le donne degli uomini, contrariamente al dato nazionale;
� Più gli intervistati con un’età media e i giovani (rispettivamente il 37% e il 38%,
mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore della media solo tra i
giovani);
� Più le persone in possesso di licenza media (42%);
� Più coloro che si collocano politicamente o al Centro sinistra (42%) o al Centro
destra (40%), rispetto sia a chi non si colloca (22%) sia a coloro che non sanno
collocarsi (23%);
� Più gli abitanti delle piccole città e dei centri medi.
Le politiche per il lavoroDomanda: Qual è il suo voto sulle politiche per il lavoro ?
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Le politiche per il lavoro
Sardegna 63 66 59 61 60 67 60 59 54 69 74
Italia 35 33 37 32 38 34 32 33 35 37 33
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LE POLITICHE PER IL LAVORO E L’OCCUPAZIONE SONO VALUTATE NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che espresso un giudizio negativo
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Le politiche per il lavoroLE POLITICHE PER IL LAVORO E L’OCCUPAZIONE SONO VALUTATE NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che espresso un giudizio negativo
Sardegna 63 67 67 57 56 57 56 73 74
Italia 35 33 36 33 37 34 31 42 41
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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La Sanità: l’informazione dei cittadiniDomanda: Se dovesse avere bisogno di prenotare una visita specialistica sa già a chi rivolgersi e cosa deve fare?
Si sente informato sotto questo punto di vista?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza informato 68% 68% 72%
Poco/Per nulla informato 30% 28% 27%
Non indica 2% 4% 1%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza informato 68% 68% 72%
Poco/Per nulla informato 30% 28% 27%
Non indica 2% 4% 1%
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La Sanità: l’informazione dei cittadiniDomanda: Se dovesse avere bisogno di prenotare una visita specialistica sa già a chi rivolgersi e cosa deve fare?
Si sente informato sotto questo punto di vista?
Nel complesso, i cittadini sardi si dichiarano molto/abbastanza informati su come
prenotare una visita specialistica, su cosa fare e a chi rivolgersi, coerentemente al dato
insulare e quello nazionale. Tuttavia, rispetto a quest’ultima, la percentuale dei giudizi
positivi è più bassa, giacché, le Isole, insieme all’area geografica del Centro e del Sud,
registrano la percentuale più alta della media di valutazioni negative.
A dichiararsi molto/abbastanza informati sono il 68% degli intervistati. Si tratta:
� Più di uomini (+8%);
� Più di anziani (il 73% tra quanti hanno un’età superiore ai 54 anni, mentre, a
livello nazionale, la percentuale è maggiore tra le persone con un’età compresa
tra i 35 e i 54 anni);
� Più di coloro che hanno la laurea (83%);
� Più degli intervistati che non sanno definire la propria appartenenza politica,
contrariamente al dato nazionale, dove la percentuale è alta sia tra chi si
autocolloca, sia tra chi non si colloca politicamente;
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La Sanità: l’informazione dei cittadiniDomanda: Se dovesse avere bisogno di prenotare una visita specialistica sa già a chi rivolgersi e cosa deve fare?
Si sente informato sotto questo punto di vista?
� Più degli intervistati che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso
tra 30.000 e 100.000 (l’ 89%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è alta
tra gli abitanti delle piccole città e tra coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000).
Giudizi negativi sono, invece, espressi: dalle donne; dai cittadini con un’età compresa tra i
35 e i 54 anni; dalle persone con un basso livello di scolarizzazione; indifferentemente da
coloro che appartengono al Centro sinistra e al Centro destra (mentre, a livello nazionale il
valore è più alto tra quanti non sanno definire la propria appartenenza politica); dai
cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000
(nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta nelle città con un numero di abitanti
superiore a 30.000 ma anche nelle città con un numero di abitanti superiore a 250.000).
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La Sanità: l’informazione dei cittadini
SANITA’: I CITTADINI SONO MOLTO/ABBASTANZA INFORMATIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
Sardegna 68 73 65 71 62 73 60 66 60 89 78
Italia 72 72 71 71 72 71 74 74 75 67 73
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
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La Sanità: l’informazione dei cittadini
SANITA’: I CITTADINI SONO MOLTO/ABBASTANZA INFORMATIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto molto/abbastanza
Sardegna 68 83 71 66 54 67 67 66 78
Italia 72 75 72 71 65 72 73 72 66
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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La Sanità: le valutazioni dei cittadiniDomanda: Lei ritiene che il sistema sanitario, della sua regione, risponda alle esigenze dei cittadini ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 27% 29% 52%
Poco/Per nulla 71% 69% 46%
Non indica 2% 2% 2%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Molto/abbastanza 27% 29% 52%
Poco/Per nulla 71% 69% 46%
Non indica 2% 2% 2%
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La Sanità: le valutazioni dei cittadiniDomanda: Lei ritiene che il sistema sanitario, della sua regione, risponda alle esigenze dei cittadini ?
A differenza dell’Italia in complesso, il 71% dei cittadini sardi dichiara che il sistema
sanitario della regione corrisponde poco/per nulla alle esigenze dei cittadini. Il dato
conferma i risultati ottenuti a livello nazionale nell’area geografica delle Isole che, insieme
al Sud, fanno registrare la percentuale più alta della media di giudizi negativi. In
particolare, la Sardegna e la Calabria sono le regioni con la percentuale più alta di
insoddisfatti su scala nazionale.
Tra coloro che definiscono il sistema sanitario inadeguato alle esigenze dei cittadini,
percentuali più alte della media si registrano:
� Più tra gli uomini (+2%, mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra le
donne);
� Più tra le persone con un’età superiore ai 54 anni (78%, mentre su scala
nazionale il valore è alto nella fascia di età media);
� Più tra coloro che hanno un alto livello di scolarizzazione (il 76% dei laureati,
contrariamente al dato dell’Italia in complesso, dove la percentuale di
insoddisfatti è particolarmente elevata tra coloro che hanno un basso livello di
scolarizzazione);
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La Sanità: le valutazioni dei cittadiniDomanda: Lei ritiene che il sistema sanitario, della sua regione, risponda alle esigenze dei cittadini ?
� Più tra gli intervistati che non sanno definire la propria collocazione politica
(85%, al contrario, nell’Italia in complesso, la percentuale è alta tra chi non si
autocolloca in nessuna delle due aree politiche);
� Più tra le persone che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (84%).
Giudizi positivi sono, invece, espressi :
� Indifferentemente dagli uomini e dalle donne;
� Più da coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (35%, mentre
nell’Italia in complesso il dato è maggiore tra i giovani);
� Più dalle persone con un basso livello di scolarizzazione, contrariamente al dato
nazionale (il 33% di chi ha la licenza elementare);
� Più dagli elettori di Centro destra (36%);
� Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
10.000 e 30.000 (41%, mentre, su scala nazionale, il valore è maggiore nelle
piccole città).
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La Sanità: le valutazioni dei cittadini
IL SISTEMA SANITARIO E’ POCO/PER NULLA CORRISPONDENTE ALLE ESIGENZE DEI CITTADINIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
Sardegna 71 72 70 71 65 78 74 64 57 84 76
Italia 46 43 49 41 49 46 40 42 46 50 44
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
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La Sanità: le valutazioni dei cittadini
Sardegna 71 76 73 71 63 68 64 76 85
Italia 46 41 45 48 50 47 41 55 48
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
IL SISTEMA SANITARIO E’ POCO/PER NULLA CORRISPONDENTE ALLE ESIGENZE DEI CITTADINIBase: tutti gli intervistati che hanno risposto poco/per nulla
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La fiducia nelle strutture pubbliche e privateDomanda: Lei ha più fiducia nelle strutture sanitarie private o nelle strutture pubbliche ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Strutture sanitarie private 38% 34% 33%
Strutture sanitarie pubbliche 49% 51% 55%
Non indica 13% 15% 12%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Strutture sanitarie private 38% 34% 33%
Strutture sanitarie pubbliche 49% 51% 55%
Non indica 13% 15% 12%
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La fiducia nelle strutture pubbliche e privateDomanda: Lei ha più fiducia nelle strutture sanitarie private o nelle strutture pubbliche?
La fiducia nelle strutture sanitarie pubbliche è confermata anche in Sardegna: lo dichiarano
49 intervistati su 100. Tuttavia, resta elevata anche la percentuale dei sardi che esprime una
maggiore fiducia nel modello privato di sanità. Ancora una volta, infatti, l’analisi del dato
nazionale per singola area geografica evidenzia una maggiore diffidenza nelle strutture
pubbliche nell’area del Sud e in quella delle Isole. In particolare, rispetto al dato insulare,
la Sardegna registra la percentuale più alta di persone che preferiscono le strutture sanitarie
private perché più affidabili.
Ad esprimere una maggiore fiducia nelle strutture sanitarie pubbliche sono:
� Più gli uomini delle donne (+9%);
� Più la popolazione anziana (59%);
� Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione (72% dei laureati);
� Più gli elettori di Centro sinistra (62%);
� Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (il 72%, mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra coloro
che vivono nelle grandi città).
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La fiducia nelle strutture pubbliche e privateDomanda: Lei ha più fiducia nelle strutture sanitarie private o nelle strutture pubbliche?
Invece, sono più fiduciosi nelle strutture sanitarie private:
� Gli uomini (+3%, mentre a livello nazionale sono indifferentemente uomini e
donne);
� I giovani (44%);
� Le persone con un basso livello di scolarizzazione (il 45% di chi possiede la
licenza elementare, mentre a livello nazionale la percentuale è più alta della
media tra chi ha il diploma superiore);
� Coloro che non si collocano né al Centro sinistra, né al Centro destra (50%,
mentre su scala nazionale il dato è maggiore tra gli elettori di Centro destra);
� I cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e
10.000 (55%).
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La fiducia nelle strutture pubbliche e private
Sardegna 49 53 44 47 41 59 54 28 47 72 37
Italia 55 56 54 43 55 64 52 53 55 53 57
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
I CITTADINI SARDI HANNO PIÙ FIDUCIA NELLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHEBase: tutti gli intervistati che hanno risposto strutture sanitarie pubbliche
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La fiducia nelle strutture pubbliche e privateI CITTADINI SARDI HANNO PIÙ FIDUCIA NELLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHEBase: Base: tutti gli intervistati che hanno risposto strutture sanitarie pubbliche
Sardegna 49 72 45 46 41 62 41 33 57
Italia 55 60 53 53 55 65 45 53 52
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Sanità: la professionalità dei mediciDomanda: Qual è il suo voto sulla professionalità dei medici ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 14% 19% 15%
% di voti positivi 78% 76% 81%
Non indica 8% 5% 4%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 14% 19% 15%
% di voti positivi 78% 76% 81%
Non indica 8% 5% 4%14
78
8
19
76
5
15
81
4
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6,8Voto medio: 6,8 Voto medio: 6,6Voto medio: 6,6 Voto medio: 6,9Voto medio: 6,9
������������
Sanità: la professionalità dei mediciDomanda: Qual è il suo voto sulla professionalità dei medici ?
La maggioranza dei cittadini sardi esprime un voto positivo riguardo la professionalità dei
medici, confermando l’andamento dei valori delle Isole e dell’Italia in complesso. In
particolare, rispetto alla media delle Isole, la percentuale dei giudizi positivi registrata nella
Sardegna è più alta. Il voto medio finale è 6,8.
Valutano positivamente la professionalità dei medici:
� Più gli uomini (+9%);
� Più coloro che hanno un’età compresa tra i 34 e i 54 anni (81%, mentre nell’Italia
in complesso la percentuale è maggiore tra i giovani);
� Più le persone con un elevato livello di scolarizzazione (i valori evidenziano
una significativa relazione tra livello di scolarizzazione e fiducia, come per
l’Italia in complesso);
� Più gli intervistati che non sanno definire la propria appartenenza politica (l’83%,
invece, nell’Italia in complesso il dato è superiore alla media tra le persone che si
collocano indifferentemente al Centro sinistra e al Centro destra).
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Sanità: la professionalità dei mediciDomanda: Qual è il suo voto sulla professionalità dei medici ?
� Più i cittadini che vivono nelle piccole città (l’88% di quanti vivono nelle città
con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000, invece, su scala nazionale
non si notano significative differenze tra piccoli e grandi centri).
Giudizi negativi sono invece espressi indifferentemente dai maschi e dalle femmine; più
dai giovani; più dagli abitanti delle grandi città; in misura maggiore dagli elettori di Centro
sinistra e dagli intervistati con un basso livello di scolarizzazione.
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Sanità: la professionalità dei medici
Sardegna 78 83 74 78 81 75 76 88 77 81 74
Italia 81 83 79 84 80 79 83 80 82 79 83
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA PROFESSIONALITÀ DEI MEDICI È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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Sanità: la professionalità dei mediciLA PROFESSIONALITÀ DEI MEDICI È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 78 93 80 73 66 74 79 79 83
Italia 81 84 82 79 75 83 82 74 78
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Sanità: la professionalità del personale paramedicoDomanda: Qual è il suo voto sulla professionalita' degli infermieri e personale paramedico ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 19% 30% 21%
% di voti positivi 72% 65% 74%
Non indica 9% 5% 5%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 19% 30% 21%
% di voti positivi 72% 65% 74%
Non indica 9% 5% 5%
19
72
9
30
65
5
21
74
5
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6,4Voto medio: 6,4 Voto medio: 6Voto medio: 6 Voto medio: 6,6Voto medio: 6,6
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Sanità: la professionalità del personale paramedicoDomanda: Qual è il suo voto sulla professionalita' degli infermieri e personale paramedico ?
Anche per quanto riguarda la professionalità del personale paramendico, le valutazioni dei
cittadini sardi sono positive e il voto medio è abbondantemente sopra la sufficienza,
coerentemente al dato nazionale. In particolare, rispetto alle le Isole che, insieme al Sud
registrano su scala nazionale la percentuale più elevata di giudizi negativi, la Sardegna di
distingue come la regione con il voto medio più alto.
Le valutazioni positive sono espresse:
� Più dagli uomini (+7%);
� Più dai giovani e da coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (74%,
mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore tra i secondi);
� Più dalle persone in possesso di laurea, (86% e, come per l’Italia in complesso, la
percentuale varia in relazione al livello di scolarizzazione, diminuendo tra quanti
hanno la licenza media o elementare);
� Più dagli intervistati che non sanno definire una propria collocazione politica
(79%, mentre su scala nazionale la percentuale è più alta della media tra gli
elettori di Centro sinistra);
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Sanità: la professionalità del personale paramedicoDomanda: Qual è il suo voto sulla professionalita' degli infermieri e personale paramedico ?
� Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (mentre, su base nazionale il dato è maggiore della media nelle
piccole città e nei centri con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e
250.000).
Giudizi negativi, invece, provengono:
� Indifferentemente dagli uomini e dalle donne;
� Più dai giovani;
� Più dalle persone con un basso livello di scolarizzazione;
� Più dagli abitanti delle piccole città (il 24% di coloro che vivono nei centri con un
numero di abitanti inferiore a 5.000, a differenza dell’Italia in complesso, dove il
dato è maggiore nelle grandi città);
� Più da coloro che non si collocano né al Centro destra, né al Centro sinistra
(25%).
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Sanità: la professionalità del personale paramedico
Sardegna 72 76 69 74 74 70 62 79 70 85 78
Italia 74 75 72 73 75 72 77 74 75 70 77
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA PROFESSIONALITÀ DEL PERSONALE PARAMEDICO È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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Sanità: la professionalità del personale paramedico
LA PROFESSIONALITÀ DEL PERSONALE PARAMEDICO È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 72 86 80 63 54 71 73 68 79
Italia 74 78 75 72 67 77 74 66 69
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Sanità: i tempi di attesa per i ricoveriDomanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per i ricoveri ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 47% 51% 45%
% di voti positivi 45% 41% 42%
Non indica 8% 8% 13%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 47% 51% 45%
% di voti positivi 45% 41% 42%
Non indica 8% 8% 13%
4745
8
51
41
8
4542
13
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 5,4Voto medio: 5,4 Voto medio: 5,0Voto medio: 5,0 Voto medio: 5,3Voto medio: 5,3
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Sanità: i tempi di attesa per i ricoveriDomanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per i ricoveri ?
In tema di tempi di attesa, anche in Sardegna si registra un forte grado di insoddisfazione:
le valutazioni sul funzionamento e sulla fruibilità del sistema sanitario risultano negative e
i voti medi tendono ad abbassarsi molto al di sotto della sufficienza. Riguardo i tempi di
attesa per i ricoveri, il 47% dei cittadini sardi esprime un giudizio negativo, mentre il 45%
esprime un voto positivo. Il dato è coerente alla situazione dell’Italia in complesso e a
quella delle Isole che, su scala nazionale si caratterizzano, insieme all’area geografica del
Sud, ancora una volta per l’alta percentuale di giudizi negativi. Tuttavia la Sardegna è,
rispetto al dato insulare, la regione con la percentuale più alta di giudizi positivi.
Associano un voto negativo alla sanità per ciò che concerne i tempi di attesa per i ricoveri:
� Più i maschi (+9%, mentre, a livello nazionale si tratta indifferentemente di
uomini e donne);
� Molto più i giovani delle persone anziane (il voto medio passa da 4,7 nei primi
fino ad arrivare alla sufficienza tra le persone con un’età superiore a 54 anni);
� Più le persone in possesso di diploma superiore (57%);
� Più gli intervistati che non aderiscono né al Centro destra, né al Centro sinistra
(63%);
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Sanità: i tempi di attesa per i ricoveriDomanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per i ricoveri ?
� Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
100.000 e 250.000 (59%).
Giudizi positivi sono invece espressi più dalle donne (nell’Italia in complesso la
percentuale è più alta tra gli uomini) e dalla popolazione adulta; in misura maggiore dalle
persone con un elevato livello di scolarizzazione (su scala nazionale la percentuale è
elevata anche tra coloro che hanno la licenza media) e dagli abitanti delle città di media
grandezza (mentre nel dato nazionale la percentuale è più alta nelle piccole città); più dagli
elettori di Centro sinistra e da coloro che non sanno definire la propria appartenenza
politica (su scala nazionale il voto sale tra gli aderenti al Centro destra).
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Sanità: i tempi di attesa per i ricoveri
Sardegna 47 52 43 63 41 38 50 53 41 31 59
Italia 45 46 45 50 42 44 40 42 44 45 44
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
I TEMPI DI ATTESA PER I RICOVERI SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
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Sanità: i tempi di attesa per i ricoveriI TEMPI DI ATTESA PER I RICOVERI SONO VALUTATI NEGATIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
Sardegna 47 36 57 46 34 45 46 63 36
Italia 45 39 47 44 45 44 45 50 44
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Sanità: i tempi di attesa per le visiteDomanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per le visite specialistiche ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 77% 71% 64%
% di voti positivi 21% 27% 32%
Non indica 2% 2% 4%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 77% 71% 64%
% di voti positivi 21% 27% 32%
Non indica 2% 2% 4%
77
21
2
71
27
2
64
32
4
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 4,2Voto medio: 4,2 Voto medio: 4,2Voto medio: 4,2 Voto medio: 4,5Voto medio: 4,5
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Sanità: i tempi di attesa per le visiteDomanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per le visite specialistiche ?
4,2 è il voto medio dato dai cittadini sardi alla sanità per quanto riguarda i tempi di attesa
per le visite specialistiche. Si tratta di un valutazione coerente a quella registrata a livello
nazionale, dove emerge una maggiore insoddisfazione tra le regioni del Sud e delle Isole.
Infatti, in Sardegna, solo il 21% degli intervistati giudica positivamente il servizio,
mentre il 77% esprime una valutazione negativa. In tal senso, la Sardegna si caratterizza
per la più alta percentuale di giudizi negativi rispetto alla media nazionale.
Le percentuali dei voti negativi sono più alte della media tra:
� I maschi (87%);
� Le persone con un’età superiore ai 54 anni (80%);
� Gli intervistati con un basso livello di scolarizzazione (l’82% di coloro che sono
in possesso di licenza media, a differenza dei dati peninsulari, dove la
percentuale è alta sia tra quanti hanno il diploma, sia tra chi la la licenza
elementare);
� Coloro che non si collocano né al Centro destra, né al Centro sinistra (92%);
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� Gli abitanti delle piccole città contrariamente al dato nazionale (88% di chi vive
nei centri con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000).
I tempi di attesa per le visite, sono valutate positivamente:
� Più dalle donne (+15%);
� Più dalle persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (su base nazionale la
percentuale sale tra la popolazione anziana);
� Più dagli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (a livello nazionale
le percentuali sono elevate anche tra coloro che sono in possesso di licenza
media);
� In misura maggiore dagli appartenenti al Centro sinistra, contrariamente al dato
peninsulare, dove si registra una percentuale più alta della media tra gli elettori di
Centro destra;
� Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
10.000 e 30.000 (29%).
Sanità: i tempi di attesa per le visiteDomanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per le visite specialistiche ?
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Sanità: i tempi di attesa per le visite
Sardegna 77 87 67 76 74 80 74 88 67 76 84
Italia 64 64 64 64 67 61 64 63 63 63 65
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
I TEMPI DI ATTESA PER LE VISITE SPECIALISTICHE SONO VALUTATI NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
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Sanità: i tempi di attesa per le visiteI TEMPI DI ATTESA PER LE VISITE SPECIALISTICHE SONO VALUTATI NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
Sardegna 77 71 76 82 75 68 76 92 77
Italia 64 59 66 63 66 64 63 68 62
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Sanità: i tempi di attesa per la diagnosticaDomanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per la diagnostica e le analisi clin iche ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 64% 65% 55%
% di voti positivi 31% 31% 41%
Non indica 5% 4% 4%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 64% 65% 55%
% di voti positivi 31% 31% 41%
Non indica 5% 4% 4%
64
31
5
65
31
4
55
41
4
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 4,6Voto medio: 4,6 Voto medio: 4,5Voto medio: 4,5 Voto medio: 5Voto medio: 5
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Sanità: i tempi di attesa per la diagnosticaDomanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per la diagnostica e le analisi clin iche ?
Come già riscontrato a livello nazionale, anche rispetto ai tempi di attesa per la diagnostica
e le analisi cliniche, la percentuale dei giudizi negativi è decisamente più alta delle
valutazioni positive. In particolare, dall’analisi della distribuzione del dato peninsulare tra
le aree geografiche, emerge il primato delle Isole in termini di voti negativi espressi.
Valutazioni negative sono evidenziate dal 64% dei cittadini sardi e il voto medio scende a
4,6.
Giudizi negativi sono stati espressi:
� In misura maggiore dagli uomini (+10%);
� Più dalle persone con un’età superiore ai 54 anni (il 70%, mentre nell’Italia in
complesso, la percentuale è maggiore della media tra coloro che hanno un’età
compresa tra i 35 e i 54 anni);
� Indifferentemente da coloro che sono in possesso di diploma e di licenza
elementare, ovvero hanno un basso livello di scolarizzazione (mentre, su base
nazionale, la percentuale è più alta solo tra i secondi);
� Più dai cittadini che vivono nelle grandi città (il 72% di coloro che risiedono nei
comuni con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);
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Sanità: i tempi di attesa per la diagnosticaDomanda: Qual è il suo voto sui tempi di attesa per la diagnostica e le analisi clin iche?
� Più dagli intervistati aderenti al Centro destra (70%, contrariamente al dato
nazionale dove il valore è più alto della media tra chi non si autocolloca).
Giudizi positivi sono stati espressi:
� Più dalle donne (+6%);
� Molto più dalle persone con un’età media (il 40% di chi ha un’età
compresa tra 35 e 54 anni, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è
maggiore tra gli anziani, anche se la differenza tra le tre fasce è meno
accentuata);
� Più dagli intervistati in possesso di licenza media (37%, nel dato peninsulare il
valore è alto anche tra i laureati);
� In misura maggiore dagli elettori di Centro sinistra (40%, contrariamente al dato
peninsulare dove si registra una percentuale più alta della media tra gli
appartenenti al Centro destra);
� Più dai cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
5.000 e 10.000 e tra 10.000 e 30.000 (mentre, su base nazionale, il dato è
maggiore della media nelle città con un numero di abitanti inferiore a 5.000).
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Sanità: i tempi di attesa per la diagnostica
Sardegna 64 69 59 65 56 70 67 58 54 65 72
Italia 55 56 54 54 57 54 51 57 55 57 52
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
I TEMPI DI ATTESA PER LA DIAGNOSTICA SONO VALUTATI NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
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Sanità: i tempi di attesa per la diagnosticaI TEMPI DI ATTESA PER LA DIAGNOSTICA SONO VALUTATI NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
Sardegna 64 65 67 55 67 55 70 68 65
Italia 55 53 56 52 59 56 53 60 52
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Sanità: il servizio di pronto soccorsoDomanda: Qual è il suo voto sul servizio di pronto soccorso e di primo intervento ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 37% 36% 25%
% di voti positivi 58% 61% 70%
Non indica 5% 3% 5%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
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% di voti negativi 37% 36% 25%
% di voti positivi 58% 61% 70%
Non indica 5% 3% 5%
37
58
5
36
61
3
25
70
5
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 5,9Voto medio: 5,9 Voto medio: 5,9Voto medio: 5,9 Voto medio: 6,5Voto medio: 6,5
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Sanità: il servizio di pronto soccorsoDomanda: Qual è il suo voto sul servizio di pronto soccorso e di primo intervento ?
Il servizio di pronto soccorso e di primo intervento ottiene un voto quasi sufficiente.
Tuttavia si tratta del voto più basso registrato a livello nazionale, giacché le Isole
confermano, ancora una volta, il primato in termini di giudizi negativi espressi, con in testa
proprio la Sardegna. A valutare positivamente il servizio è il 58% dei cittadini sardi. Dal
confronto con il dato nazionale, emerge che, si tratta:
� Più di femmine (+3%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore
tra gli uomini);
� In misura nettamente maggiore della popolazione anziana e con uno scarto
maggiore di quello registrato su scala nazionale;
� Indifferentemente degli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione e di
coloro che hanno un basso livello di scolarizzazione (69% dei laureati e di chi ha
la licenza elementare, mentre a livello nazionale il valore è maggiore solo tra i
primi);
� Più di coloro che non sanno definire la propria collocazione politica (68%,
mentre nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore anche tra chi si
colloca sia al Centro sinistra, sia al Centro destra);
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Sanità: il servizio di pronto soccorsoDomanda: Qual è il suo voto sul servizio di pronto soccorso e di primo intervento ?
� Più degli abitanti dei centri di media grandezza, a differenza del dato nazionale
dove la percentuale più alta si registra tra le piccole città.
Un giudizio negativo è, invece, espresso:
� Più dai maschi, contrariamente al dato peninsulare;
� Molto più dai giovani rispetto alle altre due fasce di età;
� Più dagli intervistati con un basso livello di scolarizzazione (il 43% di chi ha la
licenza media, mentre a livello nazionale la percentuale è alta anche tra chi ha il
diploma superiore);
� Indifferentemente dai cittadini che non aderiscono a nessuna delle due aree
politiche indicate e dagli elettori di Centro sinistra;
� Più da coloro che vivono nelle grandi città (nell’Italia in complesso la percentuale
è più alta della media nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 10.000
e 30.000).
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Sanità: il servizio di pronto soccorso
Sardegna 58 57 60 45 53 79 56 56 64 67 52
Italia 70 72 68 67 70 73 75 73 68 66 73
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
IL SERVIZIO DI PRONTO SOCCORSO E DI PRIMO INTERVENTO È VALUTATO POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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Sanità: il servizio di pronto soccorsoIL SERVIZIO DI PRONTO SOCCORSO E DI PRIMO INTERVENTO È VALUTATO POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 58 69 56 50 69 55 63 48 68
Italia 70 76 70 68 68 71 71 64 71
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Sanità: disponibilità e cortesiaDomanda: Qual è il suo voto sulla cortesia e disponibilita’ ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 37% 37% 28%
% di voti positivi 61% 60% 69%
Non indica 2% 3% 3%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 37% 37% 28%
% di voti positivi 61% 60% 69%
Non indica 2% 3% 3%
37
61
2
37
60
3
28
69
3
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 5,8Voto medio: 5,8 Voto medio: 5,7Voto medio: 5,7 Voto medio: 6,3Voto medio: 6,3
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Sanità: disponibilità e cortesiaDomanda: Domanda: Qual è il suo voto sulla cortesia e disponibilita’ ?
In tema di disponibilità e cortesia, il voto medio registrato nella regione Sardegna è stato di
5,8, coerentemente a quello delle Isole. Si tratta di un voto medio più basso rispetto
all’Italia in complesso, giacché la percentuale dei voti positivi è più bassa nell’area
geografica delle Isole e del Centro Sud.
Ad esprimere un voto positivo sono:
� Più le donne (+11%, mentre a livello nazionale sono indifferentemente donne e
uomini);
� Più la popolazione con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (68%, mentre
nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore tra gli anziani);
� Più le persone in possesso di diploma superiore (il 66%, mentre su scala
nazionale la percentuale è maggiore della media tra coloro che hanno un livello
medio-alto di scolarizzazione e si abbassa tra chi ha la licenza elementare);
� Contrariamente al dato nazionale, indifferentemente coloro che si collocano
politicamente o al Centro sinistra (69%) o al Centro destra (68%), rispetto a chi
non si autocolloca (mentre nell’Italia in complesso la percentuale è elevata tra
gli elettori di Centro sinistra);
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Sanità: disponibilità e cortesiaDomanda: Domanda: Qual è il suo voto sulla cortesia e disponibilita’ ?
� Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
10.000 e 30.000 (71%, invece nella penisola il valore più alto si raggiunge nelle
piccole città).
Rispetto al dato nazionale, coloro che giudicano negativamente il servizio sanitario in tema
di disponibilità e cortesia sono:
� Più gli uomini (a livello nazionale sono indifferentemente uomini e donne);
� Più i giovani e le persone con oltre 54 anni (nell’Italia in complesso la
percentuale è maggiore solo tra i primi);
� Più i laureati (45%, mentre su scala nazionale sono più i diplomati seguiti dai
laureati e da chi la la licenza media);
� Più gli intervistati che non sanno definire la propria collocazione politica (su base
nazionale la percentuale è maggiore tra chi non si autocolloca);
� Più coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (52%).
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Sanità: disponibilità e cortesia
Sardegna 61 55 66 60 68 54 62 60 71 48 59
Italia 69 69 68 67 68 71 73 71 69 64 70
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA DISPONIBILITÀ E LA CORTESIA È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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Sanità: disponibilità e cortesiaLA DISPONIBILITÀ E LA CORTESIA È VALUTATA POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 61 54 66 55 60 69 68 55 39
Italia 69 69 69 69 67 73 69 63 64
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Sanità: igiene ed accoglienzaDomanda: Qual è il suo voto sull’igiene e sull’accoglienza ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 36% 46% 27%
% di voti positivi 62% 52% 70%
Non indica 2% 2% 3%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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�������
% di voti negativi 36% 46% 27%
% di voti positivi 62% 52% 70%
Non indica 2% 2% 3%
36
62
2
46
52
2
27
70
3
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6Voto medio: 6 Voto medio: 5,6Voto medio: 5,6 Voto medio: 6,3Voto medio: 6,3
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Sanità: igiene ed accoglienzaDomanda: Qual è il suo voto sull’igiene e sull’accoglienza ?
Rispetto al dato insulare, il voto medio registrato nella Sardegna per ciò che concerne
l’igiene e l’accoglienza è sufficiente, coerentemente all’Italia in complesso. 62 sardi su 100
esprimono un giudizio positivo, mentre il 36% valuta negativamente il servizio .
Percentuali di voti positivi più alte della media si registrano:
� Più tra le donne (+4%);
� Più tra le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni seguiti dai giovani (a
livello nazionale, le percentuali sono più alte tra i giovani);
� Più tra gli intervistati in possesso di diploma superiore (72%);
� Più tra gli elettori di Centro destra (72%) e, coerentemente il voto medio tende ad
abbassarsi tra coloro che non si collocano politicamente, mentre nell’Italia in
complesso la percentuale dei voti positivi è maggiore della media
indifferentemente tra gli aderenti al Centro destra e gli elettori di Centro sinistra;
� Più tra i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
10.000 e 30.000 (nell’Italia in complesso, la percentuale è più alta della media
tra le persone che vivono nelle piccole città).
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Sanità: igiene ed accoglienzaDomanda: Qual è il suo voto sull’igiene e sull’accoglienza ?
A differenza dei dati nazionali, i sardi che esprimono un voto negativo sono:
� I maschi;
� Coloro che hanno un’età superiore ai 54 anni (40%, invece, su scala nazionale il
valore è più alto nella fascia di età media);
� I laureati (57%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è alta anche tra chi
è in possesso di licenza media);
� Le persone che non sanno definire la propria collocazione politica (62%, mentre a
livello nazionale la percentuale è maggiore tra coloro che non si autocollocano).
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Sanità: igiene ed accoglienza
Sardegna 62 60 64 64 66 55 60 67 69 51 63
Italia 70 70 69 72 68 70 75 74 70 67 70
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
L’IGIENE E L’ACCOGLIENZA SONO VALUTATE POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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Sanità: igiene ed accoglienzaL’IGIENE E L’ACCOGLIENZA SONO VALUTATE POSITIVAMENTE Base: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 62 42 72 57 58 66 72 62 35
Italia 70 69 72 67 67 73 72 60 64
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Sanità: l’assistenza domiciliareDomanda: Qual è il suo voto sull'assistenza domiciliare ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 43% 42% 32%
% di voti positivi 33% 39% 43%
Non indica 24% 19% 25%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 43% 42% 32%
% di voti positivi 33% 39% 43%
Non indica 24% 19% 25%
43
33
24
42 39
19
32
43
25
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 4,9Voto medio: 4,9 Voto medio: 5,1Voto medio: 5,1 Voto medio: 5,6Voto medio: 5,6
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Sanità: l’assistenza domiciliareDomanda: Qual è il suo voto sull'assistenza domiciliare ?
A differenza dell’Italia in complesso, il servizio di assistenza domiciliare riscuote una più
alta percentuale di giudizi negativi tra i sardi. Il voto medio registrato dalla regione è pari a
4,9 (cioè il più basso rispetto alle Isole). Il 43% si esprime negativamente, mentre il 33%
valuta positivamente il servizio. Considerazioni negative sono presenti:
� Indifferentemente tra gli uomini e tra le donne (anche se il voto medio è più alto
tra quest’ultime come per il dato nazionale);
� Più tra i giovani e tra coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni
(mentre su scala nazionale la percentuale è alta solo tra i primi e si abbassa
all’aumentare dell’età);
� Più tra coloro che sono in possesso di licenza elementare seguiti dalle persone
con diploma superiore (rispettivamente il 51% e il 50%);
� In misura maggiore tra gli elettori di Centro destra (54%, mentre nell’Italia in
complesso la percentuale è più alta tra chi non si autocolloca);
� Più tra i cittadini che vivono nei piccoli centri e nelle grandi città (nell’Italia in
complesso, la percentuale è alta anche nelle città di media grandezza e nei grandi
comuni).
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Sanità: l’assistenza domiciliareDomanda: Qual è il suo voto sull'assistenza domiciliare ?
Rispetto all’Italia in complesso, i cittadini sardi che esprimono un giudizio positivo sono:
� Più le donne;
� I giovani (a livello nazionale la percentuale è alta anche nella fascia media di
età);
� Gli intervistati con un alto livello di scolarizzazione (nell’Italia in complesso il
valore è maggiore tra chi ha la licenza media);
� Gli aderenti al Centro sinistra (su scala nazionale la percentuale è più alta della
media tra gli elettori di Centro destra);
� Le persone che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000
e 30.000, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore nei comuni con
meno di 5.000 abitanti.
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Sanità: l’assistenza domiciliare
Sardegna 43 44 43 45 45 40 42 55 41 23 55
Italia 32 34 31 35 33 29 29 31 30 35 34
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE È VALUTATO NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
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Sanità: l’assistenza domiciliareIL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE È VALUTATO NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
Sardegna 43 12 50 44 51 36 54 52 25
Italia 32 32 35 29 29 42 44 39 43
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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L’utilizzo del pronto soccorsoDomanda: Le è successo di rivolgersi ad un pronto soccorso (per Lei o un suo familiare) senza che fosse evidente il
carattere di urgenza ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Si 42% 32% 36%
No 58% 68% 64%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Si 42% 32% 36%
No 58% 68% 64%
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L’utilizzo del pronto soccorsoDomanda: Le è successo di rivolgersi ad un pronto soccorso (per Lei o un suo familiare) senza che fosse
evidente il carattere di urgenza ?
Come già evidenziato a livello nazionale, il bisogno di rassicurazione sullo stato di salute
trova un primo fondamentale riferimento nelle strutture pubbliche anche nella Sardegna,
data l’alta percentuale di quanti utilizzano il pronto soccorso anche in caso di non effettiva
necessità. In particolare, la Sardegna è tra le regioni con la percentuale più alta di quanti
affermano di utilizzare il pronto soccorso senza carattere di urgenza: lo dichiara il 42% dei
cittadini.
Si tratta, rispetto al dato nazionale:
� Più di donne (+4%);
� In misura maggiore di giovani (64%, mentre su scala nazionale la percentuale è
maggiore della media tra coloro che hanno un’età compresa tra 35 e 54 anni);
� Più di intervistati in possesso di diploma superiore (51%, mentre a livello
nazionale la percentuale è più alta della media tra chi è in possesso di licenza
media);
� Più degli abitanti delle grandi città (61% di quanti vivono nelle città con un
numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000);
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L’utilizzo del pronto soccorsoDomanda: Le è successo di rivolgersi ad un pronto soccorso (per Lei o un suo familiare) senza che fosse
evidente il carattere di urgenza ?
� In misura maggiore degli elettori di Centro sinistra, mentre, nell’Italia in
complesso la percentuale è più alta indifferentemente tra gli aderenti al Centro
destra e coloro che appartengono al Centro sinistra.
Il 57% dei cittadini sardi, dichiara, invece, di non utilizzare il pronto soccorso se non in
caso di effettiva necessità. Dall’analisi dei dati non emergono sostanziali differenze
rispetto all’Italia in complesso. Ad affermarlo sono:
� Più i maschi (+5%);
� Più le persone anziane (72%);
� Più i laureati, seguiti da coloro che hanno un basso livello di scolarizzazione;
� Più coloro che non sanno definire la propria collocazione politica (81%);
� Più gli intervistati che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso
tra 5.000 e 10.000 (74%, su scala nazionale il dato è maggiore tra coloro che
vivono nei comuni con meno di 5.000 abitanti).
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L’utilizzo del pronto soccorsoGLI INTERVISTATI CHE DICHIARANO DI UTILIZZARE IL PRONTO SOCCORSO ANCHE IN CASO DI NON EFFETTIVA NECESSITÀBase: tutti gli intervistati che hanno risposto Si
Sardegna 42 40 44 64 36 28 37 26 49 37 61
Italia 36 35 36 38 40 30 33 37 35 37 39
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
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L’utilizzo del pronto soccorsoGLI INTERVISTATI CHE DICHIARANO DI UTILIZZARE IL PRONTO SOCCORSO ANCHE IN CASO DI NON EFFETTIVA NECESSITÀBase: tutti gli intervistati che hanno risposto Si
Sardegna 42 28 51 39 34 53 45 40 19
Italia 36 29 36 39 35 36 37 34 33
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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L’ assistenza domiciliareDomanda: Secondo Lei è meglio che un paziente affetto da un tumore venga seguito direttamente in ospedale o
è meglio che l’assistenza e le cure necessarie gli siano garantite presso la propria casa ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Meglio in ospedale 28% 31% 26%
Meglio a casa 62% 58% 62%
Non indica 10% 11% 12%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Meglio in ospedale 28% 31% 26%
Meglio a casa 62% 58% 62%
Non indica 10% 11% 12%
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L’ assistenza domiciliareDomanda: Secondo Lei è meglio che un paziente affetto da un tumore venga seguito direttamente in ospedale o
è meglio che l’assistenza e le cure necessarie gli siano garantite presso la propria casa ?
In Sardegna, coerentemente al dato nazionale, è diffusa la considerazione che un malato di
tumore deve avere assistenza e cure necessarie presso la propria casa. Ad affermarlo è il
62% dei cittadini, ovvero una percentuale molto più alta rispetto al dato insulare. Infatti, le
Isole, a livello nazionale, rappresentano l’area geografica con la percentuale più alta di
persone che indicano l’assistenza in ospedale come soluzione migliore per curare un
malato di tumore. Dall’analisi della distribuzione del dato tra le diverse variabili, non
emergono sostanziali differenze rispetto alla situazione dell’Italia in complesso.
Percentuali più alte della media si registrano:
� Più tra le donne (+2%);
� Più tra le persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni (64%, mentre su scala
nazionale il dato è alto anche tra i giovani);
� Più tra gli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (84% di laureati);
� In misura maggiore tra chi non si autocolloca e gli elettori di Centro sinistra
(rispettivamente il 68 e il 67%, mentre nell’Italia in complesso la percentuale è
alta solo tra i primi);
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L’ assistenza domiciliareDomanda: Secondo Lei è meglio che un paziente affetto da un tumore venga seguito direttamente in ospedale o
è meglio che l’assistenza e le cure necessarie gli siano garantite presso la propria casa ?
� Più tra i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (il 79%, coerentemente al dato nazionale dove la percentuale è
alta anche nei centri con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000)
Il 28% degli intervistati dichiara, invece, che un malato di tumore deve avere assistenza e
cure in ospedale. Si tratta:
� Più di uomini (+7%);
� Più di giovani (31%, mentre a livello nazionale la percentuale è decisamente più
alta tra gli anziani);
� In misura maggiore di intervistati in possesso di licenza media e di
diploma superiore (rispettivamente il 33% e il 32%, mentre su scala nazionale la
percentuale sale al diminuire del livello di scolarizzazione);
� Più degli elettori di Centro destra, coerentemente al dato nazionale (36%);
� Più di coloro che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra
10.000 e 30.000 (38%, mentre nell’Italia in complesso il dato è maggiore nelle
grandi città).
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L’ assistenza domiciliare
Sardegna 62 61 63 61 64 61 64 50 54 79 63
Italia 62 60 64 64 64 58 59 61 64 64 62
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
UN MALATO DI TUMORE DEVE AVERE ASSISTENZA E CURE PRESSO LA PROPRIA CASABase: tutti gli intervistati che hanno risposto “Meglio a casa”
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L’ assistenza domiciliareUN MALATO DI TUMORE DEVE AVERE ASSISTENZA E CURE PRESSO LA PROPRIA CASABase: tutti gli intervistati che hanno risposto “Meglio a casa”
Sardegna 62 84 61 55 57 67 54 68 63
Italia 62 71 65 58 50 66 60 62 57
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Assistenza domiciliare e non profitDomanda: A suo avviso i servizi di assistenza domiciliare delle associazioni e delle imprese non profit devono
essere considerati parte integrante dell’offerta sanitaria nel suo complesso o un servizio importante ma non
fondamentale ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Parte integrante dell'offerta sanitaria 75% 67% 70%
Importante ma non fondamentale 22% 27% 24%
Non indica 3% 6% 6%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Parte integrante dell'offerta sanitaria 75% 67% 70%
Importante ma non fondamentale 22% 27% 24%
Non indica 3% 6% 6%
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Assistenza domiciliare e non profitDomanda: A suo avviso i servizi di assistenza domiciliare delle associazioni e delle imprese non profit devono
essere considerati parte integrante dell’offerta sanitaria nel suo complesso o un servizio importante ma non
fondamentale ?
L’ importanza e il ruolo del terzo settore e del volontariato trova conferma nel dato
regionale. La Sardegna è tra le regioni che, a livello nazionale, fanno registrare la
percentuale più alta della media, di quanti sostengono che i servizi resi dalle associazioni e
dalle imprese non profit, devono essere considerate parte integrante dell’offerta sanitaria. Il
dato è particolarmente significativo se si considera che, nell’Italia in complesso, l’area
geografica delle Isole insieme a quella del Centro, fanno registrare la più alta percentuale
di quanti affermano che l’assistenza domiciliare e il non profit sono servizi importanti ma
non fondamentali. A sostenere il ruolo del non profit nell’offerta sanitaria complessiva è il
75% dei cittadini. Percentuali più alte della media si registrano:
� Più tra le donne (+6%);
� Più tra i giovani e tra la popolazione anziana (a livello nazionale la percentuale è
alta solo tra i primi ed è in relazione all’età);
� Più tra le persone con un elevato livello di scolarizzazione (87% dei laureati,
mentre su scala nazionale il dato è maggiore tra i diplomati);
� Più tra gli elettori di Centro sinistra (82%);
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Assistenza domiciliare e non profitDomanda: A suo avviso i servizi di assistenza domiciliare delle associazioni e delle imprese non profit devono
essere considerati parte integrante dell’offerta sanitaria nel suo complesso o un servizio importante ma non
fondamentale ?
� Più tra gli abitanti delle piccole città (l’80% di coloro che vivono nei centri con
un numero di abitanti inferiore a 5.000, mentre a livello nazionale la percentuale
è superiore nelle città con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000);
Al contrario, il 22% dei sardi sostiene che i servizi delle associazioni di volontariato sono
importanti ma non fondamentali. Si tratta:
� Più di uomini (+8%);
� Più di persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (26%);
� Più di intervistati in possesso di licenza media inferiore (29%, mentre nell’Italia
in complesso la percentuale è maggiore tra gli intervistati con un alto livello di
scolarizzazione);
� Più di coloro che non si collocano né al Centro sinistra, né al Centro destra
(29%);
� Più di cittadini che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra
5.000 e 10.000 (il 27% mentre nell’Italia in complesso il dato è maggiore nelle
grandi città).
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Assistenza domiciliare e non profit
Sardegna 75 72 78 78 70 77 80 71 73 75 72
Italia 70 68 73 75 71 65 68 73 71 71 68
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
L’ASSISTENZA DOMICILIARE DELLE ASSOCIAZIONI E DELLE IMPRESE NON PROFIT DEVONO ESSERE CONSIDERATE PARTE INTEGRANTE DELL’OFFERTA SANITARIA Base: tutti gli intervistati che hanno risposto “Parte integrante dell’offerta sanitaria”
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Assistenza domiciliare e non profit
Sardegna 75 87 75 69 74 82 70 70 77
Italia 70 71 73 70 61 74 70 65 67
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
L’ASSISTENZA DOMICILIARE DELLE ASSOCIAZIONI E DELLE IMPRESE NON PROFIT DEVONO ESSERE CONSIDERATE PARTE INTEGRANTE DELL’OFFERTA SANITARIA Base: tutti gli intervistati che hanno risposto “Parte integrante dell’offerta sanitaria”
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I tagli alla sanitàDomanda: A suo avviso eventuali tagli alla sanità devono riguardare il servizio sanitario nel suo complesso o è
meglio cominciare a ridurre le risorse destinate all’assistenza domiciliare offerta dalle associazioni di
volontariato e dalle imprese no-profit ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Devono riguardare il sistema nel suo complesso 62% 65% 63%
Cominciare riducendo le risorse destinate al non profit 14% 12% 12%
Non indica 24% 23% 25%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
ITA
LIA
IN C
OM
PL
ES
SO
Devono riguardare il sistema nel suo complesso 62% 65% 63%
Cominciare riducendo le risorse destinate al non profit 14% 12% 12%
Non indica 24% 23% 25%
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I tagli alla sanitàDomanda: A suo avviso eventuali tagli alla sanità devono riguardare il servizio sanitario nel suo complesso o è
meglio cominciare a ridurre le risorse destinate all’assistenza domiciliare offerta dalle associazioni di
volontariato e dalle imprese no-profit ?
L’importanza rivestita dalle associazioni di volontariato e delle imprese non profit e la loro
totale integrazione nel sistema sanitario è confermata dalla risposta relativa ai tagli della
sanità: il 62% risponde che i tagli devono riguardare il sistema sanitario in complesso,
confermando l’andamento delle percentuali nazionali che, nelle aree geografiche delle
Isole del Nord Est registrano i valori più alti della media. E coerentemente, in Sardegna,
solo il 14% dichiara che i tagli devono cominciare proprio dalle risorse destinate al non
profit. Ad affermare che i tagli devono riguardare il sistema sanitario nel complesso, sono:
� Indifferentemente uomini e donne;
� Più i giovani (75%);
� Più le persone in possesso di diploma superiore seguiti da chi ha la licenza media
(in Italia, il valore è alto tra chi ha un alto livello di scolarizzazione);
� Più gli elettori di Centro sinistra (77%, invece su scala nazionale sono
indifferentemente gli aderenti al Centro sinistra e al Centro destra);
� Più gli abitanti delle grandi città (su scala nazionale anche quelli dei centri con un
numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000).
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I tagli alla sanità
Sardegna 62 63 62 75 63 48 57 67 69 44 77
Italia 63 63 63 72 64 56 63 62 66 62 65
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
I TAGLI ALLA SANITÀ DEVONO RIGUARDARE IL SERVIZIO SANITARIO IN COMPLESSO Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che i tagli devono riguardare il sistema in complesso
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I tagli alla sanità
I TAGLI ALLA SANITÀ DEVONO RIGUARDARE IL SERVIZIO SANITARIO IN COMPLESSO Base: tutti gli intervistati che hanno risposto che i tagli devono riguardare il sistema in complesso
Sardegna 62 57 71 58 49 77 64 62 32
Italia 63 68 68 61 49 66 65 61 53
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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La scuolaDomanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione.
Qual è il suo voto sulla scuola ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 22% 23% 20%
% di voti positivi 73% 72% 73%
Non indica 5% 5% 7%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 22% 23% 20%
% di voti positivi 73% 72% 73%
Non indica 5% 5% 7%
22
73
5
23
72
5
20
73
7
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6,6Voto medio: 6,6 Voto medio: 6,6Voto medio: 6,6 Voto medio: 6,7Voto medio: 6,7
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La scuolaDomanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione.
Qual è il suo voto sulla scuola ?
La regione Sardegna ottiene un voto più che sufficiente per ciò che concerne la scuola,
coerentemente al dato nazionale e a quello insulare. Ad esprimere un voto positivo è il
73% dei cittadini. Si tratta:
� Molto più di uomini (+10%);
� Più di persone con un’età compresa tra 35 e 54 anni e di giovani (il voto medio
più alto si registra tra quest’ultimi come per l’Italia in complesso);
� Più di intervistati con un elevato livello di scolarizzazione (80% di diplomati);
� Più di elettori di Centro destra (nell’Italia in complesso, la percentuale è alta
indifferentemente tra gli aderenti al Centro sinistra e al Centro destra);
� Più di coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
100.000 e 250.000 (86%, su base nazionale, il valore è più alto nelle piccole
città).
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La scuolaDomanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione.
Qual è il suo voto sulla scuola ?
Il 22% dei sardi, al contrario, valuta negativamente la scuola. Percentuali più alte della
media si registrano:
� Più tra le donne (+8%, mentre su scala nazionale il dato è maggiore tra gli
uomini);
� Più tra i giovani e nella fascia di età media (nei dati peninsulari, le percentuali
sono maggiori solo tra chi ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni);
� Più tra le persone in possesso di licenza media (in Italia, la percentuale è
maggiore tra coloro che hanno un elevato livello di scolarizzazione);
� Più tra gli elettori di Centro sinistra e tra coloro che non si autocollocano
(nell’Italia in complesso sono più quest’ultimi);
� Più tra gli abitanti delle piccole città (mentre, su base nazionale, il valore è più
alto nelle città con un numero di abitanti maggiore di 250.000);
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La scuola
Sardegna 73 78 68 74 75 70 62 74 75 79 86
Italia 73 74 72 81 70 70 78 78 72 73 75
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA SCUOLA È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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La scuolaLA SCUOLA È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 73 78 80 65 62 72 80 65 70
Italia 73 71 75 73 68 76 75 68 67
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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L’universitàDomanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione.
Qual è il suo voto sull’università ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 18% 20% 16%
% di voti positivi 64% 65% 66%
Non indica 18% 15% 18%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 18% 20% 16%
% di voti positivi 64% 65% 66%
Non indica 18% 15% 18%
18
64
18 20
65
15 16
66
18
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6,6Voto medio: 6,6 Voto medio: 6,5Voto medio: 6,5 Voto medio: 6,9Voto medio: 6,9
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L’UniversitàDomanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione.
Qual è il suo voto sull’università ?
Sempre in tema di servizi allo studio, l’Università registra in Sardegna un valore medio
pari a 6,6. Si tratta del valore più alto registrato nelle Isole dove, su scala nazionale, si
ottiene il voto medio più basso. Il 64% dei cittadini sardi valuta positivamente l’Università,
mentre il 18% esprime un voto negativo. Percentuali più alte della media si ottengono:
� Molto più tra gli uomini (+14%);
� Più tra i giovani (il voto medio varia in relazione all’età fino a raggiungere i
valori minimi tra la popolazione anziana);
� Più tra gli intervistati con un elevato livello di scolarizzazione;
� Più tra gli elettori di Centro sinistra (nell’Italia in complesso, la percentuale è alta
indifferentemente tra gli aderenti al Centro sinistra e al Centro destra);
� Più tra coloro che vivono nei comuni di media grandezza (su base nazionale, la
percentuale è più alta della media tra coloro che vivono nelle città con un numero
di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000).
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L’universitàDomanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione.
Qual è il suo voto sull’università ?
Tra quanti esprimono un voto negativo, le percentuali più alte della media si registrano:
� Più tra gli uomini (+2%);
� Più tra i giovani (21%, mentre su scala nazionale il valore è più alto nella fascia
di età media);
� Più tra gli intervistati in possesso di licenza media (al contrario nel dato
peninsulare la percentuale è più alta tra i laureati);
� Più tra chi non si colloca né al Centro sinistra, né al Centro destra (nell’Italia in
complesso, la percentuale è alta anche tra gli aderenti al Centro destra);
� Più tra coloro che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra
5.000 e 10.000 (su base nazionale, la percentuale è alta anche tra coloro che
vivono nelle città con un numero di abitanti superiore a 250.000).
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L’universitàL’UNIVERSITÀ È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 64 71 57 71 60 62 57 57 72 72 68
Italia 66 70 63 76 66 59 67 62 68 67 69
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
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L’universitàL’UNIVERSITÀ È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 64 76 75 46 50 76 67 46 58
Italia 66 75 71 63 49 69 68 61 58
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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La formazione professionaleDomanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione.
Qual è il suo voto sulla formazione professionale ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 36% 39% 27%
% di voti positivi 56% 51% 61%
Non indica 8% 10% 12%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 36% 39% 27%
% di voti positivi 56% 51% 61%
Non indica 8% 10% 12%
36
56
8
39
51
10
27
61
12
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 5,8Voto medio: 5,8 Voto medio: 5,7Voto medio: 5,7 Voto medio: 6,3Voto medio: 6,3
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La formazione professionaleDomanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione.
Qual è il suo voto sulla formazione professionale ?
Il 56% dei cittadini sardi ha espresso un voto positivo in tema di formazione professionale,
ma il voto medio è nel complesso inferiore alla sufficienza, coerentemente al valore
registrato nelle Isole. Infatti, dall’analisi nazionale emerge che nell’area geografica
insulare le percentuali dei voti positivi si abbassano al di sotto della media e il voto medio
passa da 6,3, relativo all’Italia in complesso, a 5,7. Ad esprimere un voto positivo sono:
� Più gli uomini (+4%);
� Più le persone con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (61%, mentre su scala
nazionale il valore è maggiore tra i giovani);
� Più i laureati (66%, nell’Italia in complesso la percentuale è più alta tra i
diplomati);
� Più chi non sa definire la propria collocazione politica (nel dato peninsulare,
la percentuale è alta sia tra gli aderenti al Centro destra che tra gli elettori di
Centro sinistra);
� Più coloro che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (su base nazionale, la percentuale è alta nelle grandi città).
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La formazione professionaleDomanda: Le leggerò ora alcuni temi o servizi di particolare rilevanza per la qualità della vita di una Regione.
Qual è il suo voto sulla formazione professionale ?
Al contrario, il 36% dei sardi valuta negativamente la regione per ciò che riguarda la
formazione professionale. Si tratta:
� Più di uomini (+5%);
� Più di giovani (45%, mentre su scala nazionale il valore è maggiore nella fascia
di età 35-54);
� Più di diplomati (41%, mentre, nel dato peninsulare la percentuale è più alta tra
i laureati);
� Più degli aderenti al Centro destra (46%, invece nell’Italia in complesso la
percentuale è più alta della media tra chi non si autocolloca);
� Più degli intervistati che vivono nelle grandi città (su base nazionale, la
percentuale è alta nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e
10.000).
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La formazione professionale
Sardegna 56 58 54 52 61 55 48 62 57 76 51
Italia 61 62 60 69 60 56 61 57 62 61 67
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA FORMAZIONE PROFESSIONALE È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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Sardegna 56 66 60 51 46 60 51 54 64
Italia 61 58 66 62 49 64 64 52 56
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
La formazione professionaleLA FORMAZIONE PROFESSIONALE È VALUTATA POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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La sanitàDomanda: Qual è il suo voto sulla sanità ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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�������
% di voti negativi 50% 49% 36%
% di voti positivi 49% 50% 62%
Non indica 1% 1% 2%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 50% 49% 36%
% di voti positivi 49% 50% 62%
Non indica 1% 1% 2%
5049
1
49 50
1
36
62
2
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 5,7Voto medio: 5,7 Voto medio: 5,7Voto medio: 5,7 Voto medio: 6,1Voto medio: 6,1
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La sanitàDomanda: Qual è il suo voto sulla sanità ?
Il voto medio che la regione Sardegna registra in tema di sanità è pari a 5,7, contrariamente
alla sufficienza raggiunta a livello nazionale. In particolare, rispetto all’Italia in complesso,
l’area geografica delle Isole risulta avere la percentuale di voti negativi più alta della
media. In particolare, in Sardegna, il 50% dei cittadini esprime un voto negativo, mentre il
49% un voto positivo. A differenza dei dati peninsulari, ad esprimere un voto negativo
sono:
� Più gli uomini (+4%);
� Più gli anziani (63%, mentre su scala nazionale il valore è maggiore tra coloro
che hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni);
� Più i laureati, seguiti da chi ha la licenza elementare (mentre, in Italia, la
percentuale è più alta solo tra chi ha un basso livello di scolarizzazione);
� Più le persone che non sanno definire la propria appartenenza politica (64%,
invece a livello nazionale la percentuale è più alta della media tra chi non si
colloca né al Centro sinistra, né al Centro destra);
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La sanitàDomanda: Qual è il suo voto sulla sanità ?
� Più i cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (60%, su base nazionale, la percentuale è alta nelle città con un
numero di abitanti maggiore di 250.000).
Percentuali di voti positivi più alti della media si ottengono:
� Indifferentemente tra gli uomini e tra le donne (su scala nazionale il valore è
maggiore tra gli uomini);
� Più tra i giovani (58%, e, come per l’Italia in complesso diminuisce in relazione
all’età);
� Più tra i diplomati, seguiti da chi ha la licenza media (mentre, nella penisola, la
percentuale è più alta tra chi ha un alto livello di scolarizzazione);
� Più tra gli elettori di Centro sinistra (59%, mentre su base nazionale il valore è
maggiore della media tra gli appartenenti al Centro destra);
� Più nelle città con un numero di abitanti compreso tra 10.000 e 30.000, ma anche
nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (nell’Italia in
complesso la percentuale è alta anche tra i comuni con un numero di abitanti
compreso tra 100.000 e 250.000).
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La sanità
Sardegna 50 52 48 41 46 63 49 47 45 60 50
Italia 36 34 38 31 39 37 36 35 34 36 34
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
IL SERVIZIO SANITARIO È VALUTATO NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
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La sanitàIL SERVIZIO SANITARIO È VALUTATO NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
Sardegna 50 58 47 46 57 40 45 61 64
Italia 36 35 35 34 45 36 32 46 36
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Le iniziative culturaliDomanda: Qual è il suo voto sulle iniziative culturali ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 36% 32% 24%
% di voti positivi 58% 61% 68%
Non indica 6% 7% 8%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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�������
% di voti negativi 36% 32% 24%
% di voti positivi 58% 61% 68%
Non indica 6% 7% 8%
36
58
6
32
61
7
24
68
8
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6,1Voto medio: 6,1 Voto medio: 6,1Voto medio: 6,1 Voto medio: 6,5Voto medio: 6,5
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Le iniziative culturaliDomanda: Qual è il suo voto sulle iniziative culturali ?
In tema di iniziative culturali, la regione Sardegna è promossa con un voto sufficiente: il
58% dei sardi esprime un giudizio positivo, mentre il 36% dei cittadini valuta
negativamente il servizio. Dall’analisi della distribuzione del dato, non emergono
differenze rispetto all’Italia in complesso. Percentuali superiori alla media tra quanti
esprimono un giudizio positivo, si registrano:
� Più tra gli uomini (+7%);
� Più tra i giovani (65%, e, come per l’Italia in complesso, la percentuale, e
coerentemente il voto medio, diminuiscono in relazione all’età);
� Più tra i laureati (74%);
� Più tra gli elettori di Centro sinistra (76%);
� Più nelle città con un numero di abitanti compreso tra 100.000 e 250.000 (79%).
Considerazioni negative sono, invece, presenti indifferentemente tra uomini e donne; tra le
persone con un’età medio alta (nell’Italia in complesso la percentuale è più alta della
media solo tra i primi); in misura maggiore tra chi è diplomato (su base nazionale il dato è
elevato tra coloro che hanno un basso livello di scolarizzazione); più tra gli elettori di
Centro destra e tra chi non si autocolloca; più tra gli abitanti delle piccole città.
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Le iniziative culturaliLE INIZIATIVE CULTURALI SONO VALUTATE POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 58 62 55 65 59 50 49 38 60 71 79
Italia 68 71 66 75 68 63 66 63 66 68 69
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
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Le iniziative culturaliLE INIZIATIVE CULTURALI SONO VALUTATE POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 58 74 63 47 48 76 50 45 57
Italia 68 76 71 67 53 71 69 63 61
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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La cura e la tutela dell’ambienteDomanda: Qual è il suo voto sulla cura e sulla tutela dell'ambiente ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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�������
% di voti negativi 29% 45% 35%
% di voti positivi 68% 53% 62%
Non indica 3% 2% 3%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 29% 45% 35%
% di voti positivi 68% 53% 62%
Non indica 3% 2% 3%
29
68
3
45
53
2
35
62
3
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6,3Voto medio: 6,3 Voto medio: 5,7Voto medio: 5,7 Voto medio: 6,1Voto medio: 6,1
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La cura e la tutela dell’ambienteDomanda: Qual è il suo voto sulla cura e sulla tutela dell'ambiente ?
Per ciò che riguarda la cura e la tutela dell’ambiente sono stati espressi il 68% di voti
positivi, e il 29% di voti negativi. Il voto medio è stato pari a 6,3, coerentemente al dato
nazionale. In tal senso, la regione Sardegna si distingue insieme all’Abruzzo per il voto
medio più alto, rispetto alle altre regioni delle Isole e del Sud, dove, a livello nazionale, si
raggiungono le percentuali più alte della media di voti negativi. Percentuali superiori alla
media tra quanti esprimono un giudizio positivo, si registrano:
� Indifferentemente tra gli uomini (ai quali corrisponde il voto medio più basso) e
tra le donne (su scala nazionale la percentuale è maggiore tra i primi);
� Più tra i giovani (82%);
� Più tra i laureati (80%, mentre su scala nazionale la percentuale è maggiore tra
chi è in possesso di licenza media);
� Più tra gli elettori di Centro sinistra e tra coloro che non sanno definire la propria
collocazione politica (77% contrariamente, nell’Italia in complesso, la
percentuale è alta tra gli aderenti al Centro destra);
� Più nei comuni con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e 100.000 (83%,
mentre su scala nazionale la percentuale sale nelle piccole città).
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La cura e la tutela dell’ambienteDomanda: Qual è il suo voto sulla cura e sulla tutela dell'ambiente ?
Ad esprimere un voto negativo, invece, sono:
� Più gli uomini (+4%, mentre nell’Italia in complesso sono indifferentemente
donne e uomini);
� Più gli intervistati con un’età medio alta;
� Più le persone con licenza elementare (39%, mentre su scala nazionale la
percentuale è maggiore tra i laureati);
� Più gli elettori di Centro destra e tra coloro che non appartengono né al Centro
sinistra né al Centro destra (nel dato peninsulare, la percentuale è alta tra i
secondi);
� Più i cittadini che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra
5.000 e 10.000 (40%, mentre su scala nazionale la percentuale sale nelle grandi
città).
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La cura e la tutela dell’ambiente
Sardegna 68 68 69 82 64 60 66 58 67 83 70
Italia 62 63 61 68 62 58 67 65 61 63 60
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LA CURA E LA TUTELA DELL’AMBIENTE SONO VALUTATE POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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La cura e la tutela dell’ambienteLA CURA E LA TUTELA DELL’AMBIENTE SONO VALUTATE POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 68 80 72 64 53 77 62 57 77
Italia 62 60 63 64 60 62 66 52 63
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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Lo sport e il tempo liberoDomanda: Qual è il suo voto sullo sport e sul tempo libero ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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�������
% di voti negativi 22% 32% 21%
% di voti positivi 73% 60% 71%
Non indica 5% 8% 8%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 22% 32% 21%
% di voti positivi 73% 60% 71%
Non indica 5% 8% 8%
22
73
5
32
60
8
21
71
8
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6,5Voto medio: 6,5 Voto medio: 6Voto medio: 6 Voto medio: 6,7Voto medio: 6,7
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Lo sport e il tempo liberoDomanda: Qual è il suo voto sullo sport e sul tempo libero ?
Lo sport e il tempo libero fanno registrare un voto medio più che sufficiente alla regione
Sardegna, coerentemente al dato nazionale, mentre rispetto alle Isole il valore è maggiore.
Infatti, anche per ciò che concerne questo servizio, le Isole e il Sud fanno registrare, a
livello nazionale, le percentuali di voti negativi più alte della media. Ad esprimere giudizi
positivi è il 73% dei sardi. Si tratta:
� Più degli uomini (+5%);
� Più dei giovani (86%);
� Più delle persone con un elevato livello di scolarizzazione (82% di laureati);
� Più degli elettori di Centro sinistra (80%, nel dato peninsulare, la percentuale è
alta sia tra gli aderenti al Centro sinistra, sia tra gli appartenenti al Centro destra);
� Più di coloro che vivono nei comuni con un numero di abitanti compreso tra
100.000 e 250.000 (87%,).
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Lo sport e il tempo libero
Il 22% dei cittadini esprime, al contrario, un voto negativo. Le percentuali sono maggiori
della media:
� Indifferentemente tra gli uomini e tra le donne (a livello nazionale il valore è
maggiore tra i primi);
� Più tra la popolazione anziana (29%, invece, nell’Italia in complesso, il valore è
maggiore in corrispondenza della fascia media di età);
� Più tra gli intervistati con un basso livello di scolarizzazione contrariamente al
dato peninsulare;
� Più tra coloro che non appartengono né al Centro sinistra, né al Centro destra;
� In misura maggiore tra le persone che vivono nelle città con un numero di
abitanti inferiore a 5.000 (29%, mentre su scala nazionale la percentuale è
maggiore nei comuni con un numero di abitanti superiore a 250.000, ma anche
nelle piccole città e nei centri con un numero di abitanti compreso tra 30.000 e
100.000).
Domanda: Qual è il suo voto sullo sport e sul tempo libero ?
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Lo sport e il tempo libero
Sardegna 73 76 71 86 74 60 61 75 83 70 87
Italia 71 73 68 79 71 63 70 71 70 70 75
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
LO SPORT E IL TEMPO LIBERO SONO VALUTATI POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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Lo sport e il tempo liberoLO SPORT E IL TEMPO LIBERO SONO VALUTATI POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
Sardegna 73 82 79 70 54 80 73 61 77
Italia 71 74 74 70 55 73 74 63 62
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
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I trasporti pubbliciDomanda: Qual è il suo voto sui trasporti pubblici ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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�������
% di voti negativi 49% 45% 34%
% di voti positivi 47% 48% 61%
Non indica 4% 7% 5%
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
����������
�������
% di voti negativi 49% 45% 34%
% di voti positivi 47% 48% 61%
Non indica 4% 7% 5%
4947
4
4548
7
34
61
5
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 5,5Voto medio: 5,5 Voto medio: 5,5Voto medio: 5,5 Voto medio: 6,1Voto medio: 6,1
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In tema di trasporti pubblici, la Sardegna è tra le regioni che a livello nazionale registrano
la percentuale più elevata di giudizi negativi, giacché le Isole sono l’area geografica con la
percentuale più bassa della media per ciò che concerne le valutazioni positive. Il 49% dei
cittadini esprime un voto negativo. Si tratta:
� In misura maggiore di uomini (+18%);
� Più di intervistati con un’età compresa tra 35 e 54 anni (57%);
� Più di persone in possesso di licenza media (61%, mentre a livello nazionale la
percentuale è maggiore tra i laureati);
� Più di coloro che non sanno definire la propria appartenenza politica (63%,
invece nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore della media tra quanti
non appartengono né al Centro sinistra, né al Centro destra);
� In misura maggiore di cittadini che vivono nelle città con un numero di abitanti
compreso tra 100.000 e 250.000 e nei comuni con un numero di abitanti
compreso tra 30.000 e 100.000 (mentre su scala nazionale la percentuale è
maggiore nelle città con un numero di abitanti superiore a 250.000).
I trasporti pubbliciDomanda: Qual è il suo voto sui trasporti pubblici ?
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Al contrario, il 47% dei sardi valuta positivamente il servizio dei trasporti pubblici.
Percentuali superiori della media si registrano:
� Più tra le donne (+13%, mentre su scala nazionale sono indifferentemente uomini
e donne ad esprimersi positivamente);
� Più tra i giovani e la popolazione adulta (nell’Italia in complesso la percentuale
è più alta tra i primi);
� Più tra le persone in possesso di licenza elementare (63%, mentre a livello
nazionale la percentuale è maggiore tra chi ha la licenza media);
� Più tra gli elettori di Centro destra (59%, invece nell’Italia in complesso la
percentuale è maggiore della media anche tra gli aderenti al Centro sinistra);
� In misura maggiore tra coloro che vivono nelle città con un numero di
abitanti compreso tra 10.000 e 30.000 e tra gli abitanti dei piccoli centri (mentre
su scala nazionale la percentuale è maggiore nelle grandi città e nei comuni
piccoli).
I trasporti pubbliciDomanda: Qual è il suo voto sui trasporti pubblici ?
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I trasporti pubbliciI TRASPORTI PUBBLICI SONO VALUTATI NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
Sardegna 49 58 40 47 57 42 44 56 31 61 62
Italia 34 37 32 34 40 29 31 36 33 33 31
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
������������
Sardegna 49 59 48 61 23 45 39 59 63
Italia 34 38 36 33 27 35 33 40 29
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
I trasporti pubbliciI TRASPORTI PUBBLICI SONO VALUTATI NEGATIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio negativo
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La sicurezza personaleDomanda: Qual è il suo voto sulla sicurezza personale ?
SA
RD
EG
NA
ISO
LE
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% di voti negativi 26% 35% 33%
% di voti positivi 71% 61% 63%
Non indica 3% 4% 4%
26
71
3
35
61
4
33
63
4
Sardegna Isole Italia
%di voti negativi % di voti positivi Non indica
Voto medio: 6,8Voto medio: 6,8 Voto medio: 6,2Voto medio: 6,2 Voto medio: 6,2Voto medio: 6,2
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La sicurezza personaleDomanda: Qual è il suo voto sulla sicurezza personale ?
Per ciò che concerne le politiche della sicurezza, la regione Sardegna è premiata con un
voto medio abbondantemente al di sopra della sufficienza (6,8). Si tratta di un valore più
alti rispetto al voto medio nazionale e a quello insulare, pari, in entrambi i casi, a 6,2. In
particolare, la Sardegna è, anche in questo caso, tra le regioni più premiate nell’area
geografica del Sud e delle Isole caratterizzate, ancora una volta a livello nazionale, dalla
percentuale più bassa della media di voti positivi. Il 71% dei cittadini esprime un voto
positivo. Percentuali più alte della media si registrano:
� Più tra le donne (+4%, mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra gli
uomini);
� Più tra gli anziani e tra gli intervistati con un’età compresa tra 35 e 54 anni,
contrariamente al dato nazionale (77%, anche se il voto medio è più alto tra
quest’ultimi);
� Più tra i laureati (84%, mentre a livello nazionale la percentuale è maggiore tra i
diplomati);
� Più tra gli elettori di Centro destra (76%, invece nell’Italia in complesso la
percentuale è maggiore della media tra gli aderenti al Centro sinistra);
������������
La sicurezza personaleDomanda: Qual è il suo voto sulla sicurezza personale ?
� Più tra i cittadini che vivono nei centri con un numero di abitanti compreso tra
30.000 e 100.000 (79%, invece su scala nazionale la percentuale è maggiore tra
gli abitanti delle piccole città).
Ad esprimere un voto negativo è il 26% dei cittadini sardi. Si tratta:
� Più di uomini (+7%, mentre a livello nazionale il dato è maggiore tra le donne);
� Più di giovani (40%), contrariamente al dato nazionale;
� Più di intervistati in possesso di licenza media (36%, a livello nazionale il dato è
in relazione al titolo di studio e la percentuale è maggiore tra chi ha un basso
livello di scolarizzazione);
� In misura maggiore di cittadini che non appartengono né al Centro sinistra, né
al Centro destra (31%);
� Più di coloro che vivono nelle città con un numero di abitanti compreso tra
100.000 e 250.000, seguiti dalle persone che vivono nei comuni con un numero
di abitanti compreso tra 5.000 e 10.000 (rispettivamente il 36% e il 35%, mentre
nell’Italia in complesso la percentuale è maggiore nelle città con un numero di
abitanti maggiore di 250.000).
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La sicurezza personale
Sardegna 71 69 73 59 77 77 73 65 74 79 63
Italia 63 66 61 69 65 58 70 62 65 63 67
in com-
plessouomini donne
18-34
anni
35-54
anni
oltre i
54< 5.000
5.000-
10.000
10.000-
30.000
30.000-
100.000
100.000-
250.000
I SERVIZI PER LA SICUREZZA PERSONALE SONO VALUTATI POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo
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La sicurezza personale
Sardegna 71 84 77 58 65 72 76 59 74
Italia 63 65 67 61 56 68 64 55 60
in com-
plesso
laurea/dip
l. univ
diploma
sup.media inf.
elementar
e/senza
tit.
centro sx centro dxnessuna
delle duenon sa
I SERVIZI PER LA SICUREZZA PERSONALE SONO VALUTATI POSITIVAMENTEBase: tutti gli intervistati che hanno espresso un giudizio positivo