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SUSSIDIO PER GRUPPI ADOLESCENTI

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SUSSIDIOPER GRUPPI ADOLESCENTI

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Introduzione

«Sì, cari amici, Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto. Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio. Rimanere nel suo amore significa quindi vivere radicati nella fede, perché la fede non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo che ci porta ad aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio.»

(Benedetto XVI nella Veglia a Cuatro Vientos-GMG Madrid 2011)

Carissimi, il sussidio che vi trovate tra le mani è il primo di un percorso che andrà ad affrontare le tre virtù teologali: FEDE, SPERANZA

E CARITA’. Il nostro desiderio è quello di offrire uno strumento per la crescita spiritule dei nostri adolescenti. Le virtù

teologali rappresentano il cammino verso la maturità cristiana. L’incontro con il Signore Gesù risorto , apre alle scelte e chiama

ciascuno a vivere nella carità la propria vita.

Questo primo sussidio accompagnerà gli adolescenti nel comprendere come la fede non sia un’esperienza astratta ma un

incontro con la persona di Gesù che ci ha promesso la sua presenza (Mt28,20). La FEDE è vita vissuta , è relazione che ti apre

l’orizzonte dell’ identità di Figli di Dio amati e chiamati a vivere il comandamento dell’amore.

L’incontro con il Signore Gesù farà comprendere come la fede sia affascinante e attuale, che l’esperienza di fede testimoniata

sarà di garanzia per una risposta libera gioiosa e coraggiosa alla chiamata all’amore, scelta a cui ciascuno è orientato.

La preghiera reciproca sia la fonte inesauribile di unità e forza per quanti guardano oggi con speranza alle nuove generazione

impegnandosi con fiducia in questo grande compito di annunciare Gesù Risorto ai nostri carissimi ADOLESCENTI.

Buon lavoro e buon cammino!Gli amici di “Casa Serena” del Centro di Pastorale Adolescenti e Giovani della diocesi di Verona

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16. Di fronte ai nodi che oggi caratterizzano la sfida educativa, ci mettiamo ancora una volta alla scuola di Gesù. Lo facciamo

con grande fiducia, sapendo che egli è il «Maestro buono» (Mc 10,17), che ha parlato e ha agito, mostrando nella vita il suo

insegnamento. Nel gesto della lavanda dei piedi dei suoi discepoli, nell’ora in cui li amò sino alla fine, egli si presenta ancora

come colui che ci educa con la sua stessa vita (cfr Gv 13,14).

Gesù è per noi non “un” maestro, ma “il” Maestro. La sua autorità, grazie alla presenza dinamica dello Spirito, raggiunge il

cuore e ci forma interiormente, aiutandoci a gestire, nei modi e nelle forme più idonee, anche i problemi educativi.

«Si mise a insegnare loro molte cose»

17. «Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno

pastore, e si mise ad insegnare loro molte cose… E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a

gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li

dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro» (Mc 6,34.39-41). Questa pagina del Vangelo secondo Marco è un testo

ricco di risonanze antico testamentarie: ci mostra Gesù nell’atteggiamento del pastore che raccoglie le sue pecore e se ne

prende cura mediante l’insegnamento e, con una prodigiosa frazione del pane, sfama cinquemila persone.

La folla segue Gesù mossa dalla speranza di ricevere qualcosa di decisivo. Pur provenendo da città e situazioni diverse, appare

animata da un desiderio comune. Gesù stesso si fa interprete delle attese profonde dei presenti. Lo sguardo che rivolge loro

non è distaccato, ma partecipe, perché non scorge una folla anonima, bensì persone, di cui coglie il bisogno inespresso. Gesù

vede in loro «pecore che non hanno pastore»: è una metafora che rivela la situazione di un popolo che soffre per la mancanza

di una guida autorevole o è disorientato da maestri inaffidabili.

Lo smarrimento della folla suscita in Gesù una “compassione”, che non è un’emozione superficiale, ma è lo stesso sentire con

cui Dio, nella vicenda dell’esodo, ha ascoltato il gemito del suo popolo e se ne è preso cura con vigore e tenerezza. Il bisogno

delle persone interpella costantemente Gesù, che risponde ogni volta manifestando l’amore compassionevole del Padre.

18. La prima azione di Gesù è l’insegnamento: «si mise a insegnare loro molte cose». Potrebbe sorgere spontanea la domanda

se non sarebbe stato più opportuno provvedere subito al nutrimento di tanta gente. Gesù, però, è cosciente di essere anzitutto

il Maestro: per questo, con l’autorevolezza che viene dal Padre, comincia con l’indicare le vie della vita autentica. Egli rivela

il mondo nuovo voluto da Dio e chiama a esserne parte, sollecitando ciascuno a cooperare alla sua edificazione nella pace. Il

popolo che egli pasce è invitato ad ascoltare la sua parola, che conduce e fa riposare su pascoli erbosi (cfr Sal 23,2). Gesù non

smetterà di insegnare, parlando al cuore, neppure di fronte all’incomprensione della folla e dei suoi stessi discepoli.

Il dono della parola si completa in quello del pane: «spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero». L’ascolto

della parola costituisce la premessa indispensabile della condivisione. Si vede già, in filigrana, la prassi eucaristica della

comunità cristiana. Nello stesso tempo, Gesù si prende cura dei bisogni concreti delle persone, preoccupandosi che tutti

abbiano da mangiare.

Nel gesto della moltiplicazione dei pani e dei pesci è condensata la vita intera di Gesù che si dona per amore, per dare pienezza

di vita. Neppure il suo corpo ha tenuto per sé: «prendete», «mangiate». L’insegnamento del Maestro trova compimento nel

dono della sua esistenza: Gesù è la parola che illumina e il pane che nutre, è l’amore che educa e forma al dono della propria

vita: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37).

Dio educa il suo popolo

19. Non mancano, certo, nel Vangelo altri episodi in cui Gesù mostra il suo volto di educatore. Anche nel racconto dei due

discepoli di Emmaus, ad esempio, Gesù è il Maestro che apre la mente dei discepoli e scalda loro il cuore spiegando «in tutte

le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,27). Nella prima moltiplicazione dei pani, però, Gesù è presentato come il pastore

del tempo ultimo, il depositario della premura di Dio per il suo popolo. Alla luce di Cristo, compimento di tutta la rivelazione,

possiamo leggere nella storia della salvezza il progetto di Dio che educa il suo popolo. Ripercorriamone le tappe fondamentali.

L’esodo dall’Egitto è il tempo della formazione d’Israele, perché, accogliendo e mettendo in pratica i comandamenti di Dio,

diventi il popolo dell’alleanza (cfr Dt 8,1). Il cammino nel deserto ha un carattere esemplare: le crisi, la fame e la sete, sono

descritte come atti educativi, «per sapere quello che avevi nel cuore… per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane,

ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,2-3). L’esortazione divina crea la consapevolezza interiore:

Gesù, il Maestro(cfr. Educare alla vita buona del Vangelo)

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«Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te» (Dt 8,5).

Anche nell’annuncio dei profeti la storia è intesa come un cammino educativo, segnato da conflitti e riconciliazioni, perdite e

ritrovamenti, tensioni e incontri. Come negli scritti sapienziali, Dio è presentato attraverso le figure del padre, della madre e

del maestro.

L’immagine paterna è proposta dal profeta Osea. Il Signore ama e perciò chiama il suo figlio, Israele: gli insegna a camminare,

lo prende in braccio e lo cura, lo attrae a sé con legami di bontà e vincoli d’amore, lo solleva alla guancia e si china per nutrirlo,

mettendo in conto anche i fallimenti (cfr Os 11,3-4).

Isaia, a sua volta, propone un’immagine materna di toccante tenerezza: «Voi sarete allattati e portati in braccio, e sulle ginocchia

sarete accarezzati. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; a Gerusalemme sarete consolati» (Is 66,12-13).

Nel libro del Siracide, infine, Dio appare come educatore attraverso la mediazione degli uomini, specialmente nella relazione

fra maestro e discepolo. Il maestro si sente padre del discepolo, che chiama «figlio mio»; gli si presenta anzitutto come

innamorato della sapienza e gli si propone come modello (cfr Sir 24,30-34), esortandolo a seguirlo con zelo e a frequentarlo

ogni giorno, fino a consumare la soglia della sua casa (cfr Sir 51,23-27). Nell’opera d’insegnamento egli genera il giovane

discepolo, aiutandolo a diventare adulto, capace di giudicare e di scegliere.

Nella storia della salvezza, dunque, si manifestano la guida provvidenziale di Dio e la sua pedagogia misericordiosa, che

raggiungono la pienezza in Gesù Cristo; in lui trovano compimento e risplendono la legge e i profeti (cfr Mc 9,2-10). «È Lui

il Maestro alla cui scuola riscoprire il compito educativo come un’altissima vocazione alla quale ogni fedele, con diverse

modalità, è chiamato»

Gesù Cristo è la via, che conduce ciascuno alla piena realizzazione di sé secondo il disegno di Dio. È la verità, che rivela l’uomo

a se stesso e ne guida il cammino di crescita nella libertà. È la vita, perché in lui ogni uomo trova il senso ultimo del suo esistere

e del suo operare: la piena comunione di amore con Dio nell’eternità.

Prima di ritornare al Padre, Gesù promette ai suoi discepoli il dono dello Spirito Santo, attraverso il quale continuerà la sua

opera educativa. Lo Spirito di verità è mandato per aiutare coloro che lo riceveranno a comprendere e interiorizzare tutto

quello che Gesù ha detto e insegnato e per parlare delle cose future (cfr Gv 16,13)

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Ciao animatore/animatrice! Pronto per questa grande avventura?

QUESTIONE DI FEDE dirai tu ;) ed anche noi lo ripetiamo!!

Le schede che ti trovi tra le mani sono espressione di un percorso sulla fede sicuramente impegnativo, ma altrettanto

arricchente che vi permetterà di far incontrare Gesù ai vostri ado!

La nostra esperienza di animatori ci dice quanto sia importante tenere a mente alcune parole chiave nel modo stesso in cui

accostarsi al sussidio e agli Ado, per questo ecco alcune chiavi di lettura utili!

Per prima cosa ti ricordiamo che la struttura del sussidio è a schede anche per facilitarne l’utilizzo. Ogni scheda ha una

parte dedicata agli animatori (con obiettivi, suggerimenti per l’approfondimento con dinamiche o domande ed alcune tracce

per verificare) e una parte dedicata agli Ado (dove troveranno i contenuti a loro misura, ricordatevi che potete fotocopiarne

sempre una copia per ciascuno per ogni incontro).

Il percorso è composto da quattro grandi blocchi, che ti aiuteranno a far compiere ai tuoi ado un cammino graduale e

progressivo:

Il primo capitolo ha l’intento di aiutare a far chiarezza sulle questioni di fede, per aiutarli a far emergere pre-comprensioni ,

difficoltà e dubbi. È lo spazio nel quale raccontare e raccontarsi la vita.

Il secondo capitolo presenta la figura di Gesù, attraverso l’incontro con dei brani di Vangelo. È in qualche modo lo spazio del

confronto con qualcuno, non con idee o immagini ma con una persona.

Il terzo capitolo attraverso l’incontro con dei testimoni, mostra come persone assolutamente “normali” hanno saputo insaporire

la loro vita con la fede e provano a viverla con fatiche, cadute e ripartenze. È lo spazio della fiducia che fa entrare in relazione

con la vita dove poter provare che… si può fare.

Il quarto capitolo è quello che scommette sugli ado, vuole aiutarli a rendere “vivo” quanto hanno maturato dal cammino

compiuto, concretizzandolo nella vita di ogni giorno. È lo spazio della crescita, il diventare grandi lasciando che quanto visto,

sentito, toccato trasformi la mia vita aprendomi alla comunione.

Per chi inizia a far l’animatore e per chi vuol rinfrescarsi le idee:

Anche noi come gli ado ci mettiamo in cammino, quindi in gioco, in questo tema.

All’inizio di ogni capitolo trovate una scheda biblica, l’abbiamo pensata come momento formativo del gruppo, possiamo

trasmettere un “contenuto” agli ado, solo se siamo arricchiti dalla Parola. In questa occasione possiamo lasciare spazio sia ad

un momento di condivisione che poi alla programmazione del capitolo.

Ogni capitolo prevede circa tre-quattro incontri, ogni incontro ha bisogno di essere preparato, leggete con attenzione la

scheda dedicata agli animatori. Discutetela insieme, fate vostro l’obiettivo e decidete chi fa cosa, come distribuirvi i ruoli ed il

materiale da recuperare e preparare.

Iniziate pregando insieme una breve sequenza allo Spirito Santo. Ricordate che l’esito di un incontro dipende in buona parte

da come lo preparate praticamente e spiritualmente!

E’ utile che gli ado quando arrivano trovino già gli ambienti pronti, accoglienti e con tutto il materiale necessario a portata di

mano, magari eliminando il superfluo (o quanto può essere fonte di distrazione).

Visto che il tema della fede ci impegna e ci vede tutti sempre in cammino, ricordate che potete sempre fare riferimento oltre

ai vostri sacerdoti, ai documenti della Chiesa (vedi YOUCAT1) e non da ultimo agli Amici del Centro di Pastorale.

Istruzioni per l’uso

Note tecniche per animatori

1 YouCat - Sussidio al catechismo della Chiesa cattolica per i giovani, dono del Santo Padre a Madrid per tutti i giovani.

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Alcune indicazioni prettamente tecniche:

-Le schede sono pensate per essere fatte in sequenza, perchè seguono un certo filo logico ed una gradualità, ma potete

scegliere di farle in ordine diverso, perché in genere non riportano riferimenti alla scheda precedente (salvo in qualche caso,

dove è esplicitamente indicato);

-Molte schede contengono sia una dinamica breve che una lunga: la prima richiede un tempo minore, la seconda è adatta a

delle uscite, a qualche incontro particolare (un ritiro,una domenica pomeriggio in cui avete più tempo a disposizione…) o se

avete voglia di approfondire maggiormente l’argomento.

-Ogni scheda riporta il tempo necessario per eseguirla e tutto il materiale che vi servirà, comprese le indicazioni per film,

canzoni etc.;

-Alcune schede riportano varie opzioni, sono per poterle adattare meglio alle esigenze del vostro gruppo;

-Alla fine di ogni incontro ricordatevi di effettuare la verifica (trovate il modulo negli allegati), è importantissima ed utile per

poter capire a che punto siete del cammino, come sta andando, come i ragazzi recepiscono l’argomento etc…);

- Ogni scheda ado contiene una preghiera o una riflessione per aiutarvi a concludere l’incontro

-Ogni scheda contiene delle domande, sono degli “aiuti” per permettervi di favorire la rielaborazione e discussione del tema,

nel caso il discorso si arenasse;

-In fondo del sussidio trovate tutta una serie di allegati (sia il materiale necessario indicato nelle schede, sia approfondimenti

per poter affrontare meglio il tema);

-In allegato al sussidio trovate un dvd con alcuni clip, che vogliono introdurre inizialmente l’intero cammino e successivamente

i vari capitoli. E’ stato pensato per dare slancio e supporto agli animatori, agevolandoli nell’introdurre i vari blocchi.

Non resta che augurarvi…buona strada!!!

‎“Cari amici, non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza. Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo nome in tutta la terra”

Benedetto XVI

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FINALITA’ GENERALE DEL SUSSIDIOL’incontro con Gesù vero uomo e vero Dio genera in noi la fede.Questo incontro ci apre a conoscerlo nella sua identità storica e nella sua identità divina e ci chiama ad essere consapevoli della nostra stessa identità di figli di Dio.

OBIETTIVO GENERALE DEL SUSSIDIOL’adolescente intuirà il gusto e la bellezza del vivere il proprio cammino di fede attraverso le piccole grandi scelte quotidiane (discernimento).

CAPITOLO N. 1FINALITÀAiutare l’adolescente a prendere coscienza a che punto è il suo incontro con Gesù, il suo cammino di fede.

OBIETTIVII. l’ado farà memoria del suo cammino di fede (il narrare)II. l’ado esprimerà cosa intende quando parla di Dio, Gesù, la chiesa e la fedeIII. l’ado proverà ad esprimere cosa significa vera fede (preconcetti) confrontandosi con l’immagine di Gesù vero uomo e vero Dio

CAPITOLO N. 2FINALITÀAttraverso l’annuncio della Buona Novella permettere all’adolescente di rimanere affascinato dalla bellezza della persona di Gesù e di scoprire che il suo messaggio è vero, attuale e concretizzabile.

OBIETTIVII. l’ado si confronterà con le fatiche ed i dubbi del Gesù storicoII. l’ado comprenderà, attraverso la vita di Gesù, cosa significa intraprendere un cammino di fede, vivere da figli di Dio.III. l’ado percepirà come seguendo Gesù, si può dar sapore e gusto alla propria vita per farla diventare vera, buona e bella.

CAPITOLO N. 3 FINALITÀConoscendo alcuni testimoni della fede aprire l’ado al desiderio di perseguire la vita buona del Vangelo.

OBIETTIVII. l’ado indagherà sul valore del credere nella realtà in cui viveII. l’ado rifletterà su quali esperienze di fede può aver conosciuto nella sua vitaIII. l’ado si confronterà con un’esperienza di vita (testimonianza) che avrà affrontato dubbi, fatiche, gioie e speranze realizzate nel proprio cammino di fedeIV. l’ado sarà invitato in prima persona a compiere un’esperienza concreta di fede vissuta

CAPITOLO N. 4FINALITÀAiutare l’ado a comprendere che realizzare il Regno di Dio nella comunità è possibile, rispondendo così alla propria vocazione nella sequela di Gesù.

OBIETTIVII. l’ado rifletterà a quale vocazione è chiamato a rispondere nell’ottica di una vita colorata dalla vera fede II. l’ado sperimenterà soluzioni concrete per provare ad intraprendere/proseguire il suo cammino di fedel’ado sceglierà di vivere la fede. Farà esperienza di Chiesa: una comunità che attraverso la comunicazione diventa testimonianza di comunione.

SCHEMA GENERALE DEL SUSSIDIO

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Capitolo uno

MOLLIAMO GLI ORMEGGI

Finalità specifica:

Aiutare l’adolescente a comprendere a che punto è giunto il suo incontro con Gesù ed il suo cammino di fede.

Obiettivi specifici:

1. L’ado farà memoria del suo cammino di fede (il narrare).2. L’ado esprimerà cosa intende quando parla di Dio, Gesù, la Chiesa e la fede.3. L’ado proverà ad esprimere cosa significa vera fede (preconcetti) confrontandosi con l’immagine di Gesù vero uomo e vero Dio.

L’incontro con Gesù è difficile per tutti, specialmente per un adolescente di oggi.In questo capitolo affronteremo la loro storia di fede per fargli capire a che punto si trovano; non ci sono pretese di “indottrinare” i ragazzi, ma solo fargli capire che anche Gesù può essere un amico nella strada della vita.Attraverso il narrare avranno la possibilità di sciogliere dubbi e perplessità su questo grande dogma che è la FEDE.Come animatori dobbiamo tenere presente ciò che è riportato negli Orientamenti Pastorali ( educare alla vita buona del Vangelo) :“così sostenuti, vogliamo prendere coscienza, insieme a tutti gli educatori, di alcuni aspetti problematici della cultura contemporanea- come la tendenza a ridurre al bene all’utile, la verità a razionalità empirica, la bellezza a godimento effimero- cercando di riconoscere anche le domande inespresse e le potenzialità nascoste, e di far leva sulle risorse offerte dalla cultura stessa”.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Aiutare l’adolescente a comprendere a che punto è giunto il suo incontro con Gesù ed il suo cammino di fede.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado farà memoria del suo cammino di fede (il narrare).

Capitolo uno: MOLLIAMO GLI ORMEGGI

Dinamica breve (50’):

L’animatore consegna ad ogni adolescente un foglio con sopra disegnata una linea del tempo con già inserite le tappe fondamentali per ogni cristiano come il Battesimo, la Confessione, l’Eucarestia e la Confermazione. Oltre a questi punti fissi sono indicate anche i periodi del catechismo e del gruppo adolescenti. L’adolescente sotto ognuna di queste tappe deve ripensare a questi momenti e scrivere come li ha vissuti. (5’)L’animatore consegna a ciascun ragazzo un foglio con delle immagini ( vedi allegato) che vogliono aiutare l’adolescente a far riemergere avvenimenti, esperienze e sensazioni che in qualche modo possono aver influenzato, cambiato e condizionato il proprio cammino di fede (es. immagine di un funerale = il dolore provato può aver consolidato e avvicinato l’ado alla fede, ma anche può averlo allontanato. L’ado ritaglia le immagini scelte e le incolla sulla propria linea del tempo. (15’)Ogni adolescente illustra il risultato della propria linea del tempo raccontando la propria esperienza di fede vissuta fino ad ora. (30’)

Dinamica lunga (1h 35’):

L’animatore consegna ad ogni adolescente un foglio con sopra disegnata una linea del tempo con già inserite le tappe fondamentali per ogni cristiano come il Battesimo, la Confessione, l’Eucarestia e la Confermazione. Oltre a questi punti fissi sono indicate anche i periodi del catechismo e del gruppo adolescenti. L’adolescente sotto ognuna di queste tappe deve ripensare a questi momenti e scrivere come li ha vissuti. (5 min)L’animatore consegna a ciascun ragazzo un foglio con delle immagini ( vedi allegato) che vogliono aiutare l’adolescente a far riemergere avvenimenti, esperienze e sensazioni che in qualche modo possono aver influenzato, cambiato e condizionato il proprio cammino di fede (es. immagine di un funerale = il dolore provato può aver consolidato e avvicinato l’ado alla fede, ma anche può averlo allontanato.L’ado ritaglia le immagini scelte e le incolla sulla propria linea del tempo. (15’)Ora si dividono gli adolescenti in piccoli sottogruppi e ognuno illustra al gruppetto il risultato della propria linea del tempo. (10’)Ogni gruppetto riassume quanto emerso e attraverso la modalità che ritiene più opportuna (scenetta, canzone, balletto, cartellone, …) lo rappresenta a tutto il gruppo. (1h)

ConclusioneIn questa prima scheda la preghiera conclusiva è un “optional”, in quanto se ritieni che i ragazzi ne sentano il bisogno, dopo i discorsi emersi FALLA! Altrimenti lancia la provocazione : Perché preghiamo? ( per abitudine o perché ne sentiamo i lbisogno o per imposizione?)Consegna loro la scheda Ado perché possano rifletterci a casa.Le risposte arriveranno con il tempo e proseguendo con il sussidio.

N.B.:Se segui l’ordine del sussidio sappi che la prossima scheda prevede compiti per casa che dovrai assegnare al termine di questo incontro.

Past it - 1

Materiale: Fogli con linea del tempo, fogli con immagini stilizzate, penne, forbici, colla, cartelloni.

Verifica:

Oltre alla griglia in allegato puoi aiutarti con queste domande:• Gli ado hanno partecipato con interesse alla dinamica?• Gli ado hanno iniziato a prendere coscienza del loro cammino di fede?

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Obiettivo:

Ripenso e racconto le tappe importanti del mio cammino di fede.

Contenuti:

Caro/a ado a “fede”, come sei messo? Sì dai, la fede e tutti quei discorsi sui preti, la Chiesa, il Papa… E se vuoi tiriamo in ballo le preghierine prima di dormire, il rosario della nonna, la supplica al Signore perché il prof non ti interroghi.. ma la tua fede centra qualcosa con tutto que-sto? Spesso è difficile parlare con gli/le amici/che della fede, è un argomento che non tira, non è cool; però, quando nella tua vita succede qualcosa che ti mette in crisi, ecco che all’improvviso c’è bisogno di quell’appiglio chiamato Dio, torna di moda parlare di Lui. O forse ne senti il bisogno. O semplicemente vai in Chiesa perché i tuoi genitori ti costringono o frequenti il gruppo ado perché ci vanno i tuoi migliori amici. Ma allora la tua fede è Fede?Un modo per capirlo è narrare, raccontare la propria di fede, ripercorrere le tappe che hanno segnato il tuo rapporto con Dio e la Chiesa.

Capitolo uno: MOLLIAMO GLI ORMEGGI

Domande:

• Quali sono le tappe della tua esperienza di fede?• C’è qualche avvenimento che ha segnato positivamente o negativamente il tuo cammino di crescita?• E adesso che fine hai fatto?

Preghiera:

Signore, io credo: io voglio credere in Te.O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane.O Signore, fa che la mia fede sia libera: cioè abbia il concorso personale della mia adesione, accetti le rinunce ed i doveri che essa comporta e che esprima l’apice decisivo della mia personalità: credo in Te, o Signore.O Signore, fa che la mia fede sia certa; certa d’una sua esteriore congruenza di prove e d’una interiore testimonianza dello Spirito Santo, certa di una sua luce rassicurante, d’una sua conclusione pacificante, d’una sua assimilazione riposante.O Signore. fa che la mia fede sia forte; non tema le contrarietà dei problemi, onde è piena l’esperienza della nostra vita avida di luce; non tema le avversità di chi la discute, la impugna, la rifiuta, la nega; ma si rinsaldi nell’intima prova della Tua verità, resista alla fatica della cri-tica, si corrobori nella affermazione continua sormontante le difficoltà dialettiche e spirituali, in cui si svolge la nostra temporale esistenza.O Signore, fa che la mia fede sia gioiosa e dia pace e letizia al mio spirito, e lo abiliti all’orazione con Dio e alla consacrazione con gli uomini, così che irradi nel colloquio sacro e profano l’interiore beatitudine del suo fortunato possesso.O Signore, fa che la mia fede sia operosa e dia alla carità le ragioni della sua espansione morale, così che sia vera amicizia con Te e sia in Te nelle opere, nelle sofferenze, nell’attesa della rivelazione finale, una continua testimonianza, un alimento continuo di speranza.O Signore, fa che la mia fede sia umile e non presuma fondarsi sull’esperienza del mio pensiero e del mio sentimento; ma si arrenda alla testimonianza dello Spirito Santo, e non abbia altra migliore garanzia che nella docilità alla Tradizione e all’autorità del Magistero della santa Chiesa. Amen.

(Paolo VI)

Past it - 1

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Aiutare l’adolescente a comprendere a che punto è giunto il suo incontro con Gesù ed il suo cammino di fede.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado esprimerà cosa intende quando parla di Dio, Gesù, la Chiesa e la Fede.

Capitolo uno: MOLLIAMO GLI ORMEGGI

Dinamica breve (55’):

Gli adolescenti vengono divisi in gruppetti di 3-4 persone e ad ogni gruppo si consegna un cartellone diviso in quattro colonne, ognuna con un titolo: “Dio, Gesù, Chiesa, Fede”. I ragazzi devono scrivere, di getto, ciò che evocano in loro queste parole. (20’).Terminato il lavoro in gruppetti, ogni gruppo presenta il proprio cartellone e se ne crea uno riassuntivo per far emergere il pensiero dei ragazzi sui temi proposti. (E’ opportuno conservare il materiale nell’eventualità che si voglia poi completare il lavoro durante l’incontro successivo). (15’)Vengono ora consegnate ai ragazzi le fotocopie della scheda Ado per quest’incontro, riportante un disegno ( in allegato)sul quale, discutendo con i loro, si cerca di “dare un ruolo” ad ognuna delle quattro parole proposte. (10’) L’animatore guiderà poi la conclusione seguendo la spiegazione del disegno ( contenuta nella scheda animatore). Si può terminare l’incontro con la lettura della storia “Strategia dell’anatra” e con la preghiera. (10’)

Dinamica lunga (90’ di incontro più i compiti a casa):

Per quest’incontro gli ado, a gruppetti di 3-4, dovranno preparare durante la settimana alcune interviste possibilmente video utilizzando i cellulari(altrimenti cartacee), a dei loro coetanei nelle realtà in cui i ragazzi sono inseriti (sport, paese, scuola, scout ecc..), evitando di intervistare i compagni del gruppo adolescenti. Le domande da porre nelle interviste saranno le seguenti:• “Se ti dico Dio, cosa ti viene in mente?”• “Se ti dico Gesù, cosa ti viene in mente?”• “Se ti dico Chiesa, cosa ti viene in mente?”• “Se ti dico Fede, cosa ti viene in mente?”Non serve fare le cose in grande, l’importante è che emerga il pensiero (a caldo) dei ragazzi su queste quattro parole. Le interviste devono essere brevi, circa 15 secondi per domanda, non di più.

N.B.:Per la forma lunga è necessario “dare i compiti” ai ragazzi al termine dell’incontro precedente.

Gli adolescenti divisi negli stessi gruppetti di 3-4 persone riceveranno un cartellone diviso in quattro colonne, ognuna con un titolo: “Dio, Gesù, Chiesa, Fede”. I ragazzi devono scrivere, di gettociò che evocano in loro queste parole. (20’) Terminato il lavoro in gruppetti, ogni gruppo presenta il proprio cartellone e si ne crea un cartellone riassuntivo per far emergere il pensiero dei ragazzi sui temi proposti. (15’)A questo punto si guardano, tramite pc/proiettore, i filmati preparati dai ragazzi con i cellulari e nel frattempo si riportano su un cartellone a quattro colonne le risposte per ogni parola. (20’). Finito questo momento si cerca insieme ai ragazzi di fare un “quadro” della situazione in cui loro sono inseriti: cosa pensano gli adolescenti di ognuna di queste parole? E’ utile sfruttare i due cartelloni ( quello riassuntivo e quello fatto durante le proiezioni) ed effettuare così un confronto che mette in luce la loro realtà. (15’)L’animatore mostra ora il disegno ( dell’allegato ingrandito) sul quale, discutendo con i ragazzi, si cerca di “dare un ruolo” ad ognuna delle quattro parole proposte. L?animatore guiderà poi la conclusione seguendo la spiegazione del disegno contenuta nella scheda animatore. Si può terminare l’incontro con la lettura delle “ Strategie dell’anatra” e cobn la preghiera . (10’)

Spiegazione del disegno (per entrambe le modalità)La macchina davanti, con il pilota, è la macchina di Gesù ed è Lui al volante. E’ proprio Lui la nostra guida lungo la strada (fede): ad ogni bivio è Lui ad indicarci il percorso da seguire, prestando attenzione alle indicazioni del navigatore (Dio). Il pullman pieno di gente dietro alla Gesù-mobile è la Chiesa comunità che sta ad indicare il fatto che nell’affrontare questo viaggio non siamo soli ma siamo accompagnati da una comunità viva di persone. Vi sono raffigurate alcune fermate e delle persone che salgono e scendono dal pullman: non è detto che siano già sulla strada della fede, c’è chi è già a bordo del pullman, chi decide di salire “alla prossima”, chi non crede che quella strada sia quella giusta e decide di scendere..

Che storia è la vita! - 2

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Materiale: Cartelloni, penne e pennarelli, fotocopie scheda adolescenti, fotocopia ingrandita dell’allegato. Ed in più per la modalità lunga: interviste, pc ed eventualmente proiettore

Verifica:

Oltre alla griglia in allegato puoi aiutarti con queste domande:• Gli ado hanno partecipato con interesse alla dinamica?• Gli ado sono riusciti a far emergere i dubbi riguardanti la Fede?

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Obiettivo:

Cerco di esprimere quello che intendo quando parlo di Dio, Gesù, Fede e Chiesa.

Contenuti:

Quante volte in una giornata tiri in “ballo” Dio nei tuoi discorsi, senza chiederti però che cosa significa... E non solo Dio, ma anche Gesù, la Chiesa, la Fede. E’ facile parlare di cose che conosciamo poco senza entrarne in profondità! E’ vero, sono tutte “belle parole” e probabil-mente ne hai sentito parlare molte volte.. Forse è arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza su questi temi e chiedersi per davvero cosa significhino per te.. Ti sei mai chiesto/a cosa significa far parte della Chiesa, cosa vuol dire Fede? E in tutto questo dove metti Gesù e Dio? Prova a prenderti del tempo per sistemare questi quattro concetti e mettere un po’ in ordine le idee..

“Le domande crescono di fronte all’allargarsi delle esperienze ed all’approfondirsi del senso critico. La fede può apparire come un vestito ormai stretto di fronte all’aprirsi di orizzonti e di esperienze nuove. Non sarà forse che il nostro mondo religioso è rimasto infantile e non ha saputo o potuto crescere al ritmo della nostra vita? Non può allora valere la pena di riprendere pazien-temente il filo della ricerca di fede, confrontandolo coraggiosamente con la nostra nuova realtà? Chi smette di ricercare ha già perso una di-mensione essenziale della vita umana. A chi ricerca con apertura possono spalancarsi orizzonti insperati e possibilità inattese.”(C.d.G1 Pg.16)

Capitolo uno: MOLLIAMO GLI ORMEGGI

Domande:

• Chi è Dio per te? Lo percepisci nella tua vita? Come lo percepisci? Che tipo di figura è? • Chi è Gesù per te? Prova a descriverlo con le conoscenze che hai..• Cosa significa per te la parola Chiesa? Come la identifichi? Influenza il tuo modo di essere, di pensare?• Cosa significa per te la parola fede? Ha un senso nella tua vita? E’ una tua necessità? Come la vivi?

Storia:

Strategia dell’Anatra (Bruno Ferrero - La vita è tutto ciò che abbiamo)

Tre giovani avevano compiuto diligentemente i loro studi alla scuola di grandi maestri. Prima di lasciarsi fecero una promessa: avrebbero percorso il mondo e si sarebbero ritrovati, dopo un anno, portando la cosa più preziosa che fossero riusciti a trovare.Il primo non ebbe dubbi: partì alla ricerca di una gemma splendida ed inestimabile. Attraversò mari e deserti, salì montagne e visitò città sin-ché non l’ebbe trovata: era la più splendida gemma che avesse mai rifulso sotto il sole. Tornò allora in patria in attesa degli amici. Il secondo tornò dopo poco tenendo per mano una ragazza dal volto dolce ed attraente. “Ti assicuro che non c’è nulla di più prezioso di due persone che si amano”, disse. Si misero ad aspettare il terzo amico.Molti anni passarono prima che questi arrivasse. Era infatti partito alla ricerca di Dio. Aveva consultato i più celebrati maestri di tutte le contrade, ma non aveva trovato Dio. Aveva studiato e letto, ma senza trovare Dio. Aveva rinunciato a tutto, ma Dio non lo aveva trovato.Un giorno, spossato per il tanto girovagare, si abbandonò nell’erba sulla riva di un lago. Incuriosito seguì le affannate manovre di un’anatra che in mezzo ai canneti cercava i piccoli che s’erano allontanati da lei. I piccoli erano numerosi e vivaci, e sino al calar dei sole l’anatra cercò, nuotando senza posa tra le canne, finché non ebbe ricondotto sotto la sua ala l’ultimo dei suoi nati. Allora l’uomo sorrise e fece ritorno al paese.Quando gli amici lo rividero, uno gli mostrò la gemma e l’altro la ragazza che era diventata sua moglie, poi pieni di attesa, gli chiesero:“E tu, che cos’hai trovato di prezioso? Qualcosa di magnifico, se hai impiegato tanti anni. Lo vediamo dal tuo sorriso “.“Ho cercato Dio”, rispose il terzo giovane.“E lo hai trovato?”, chiesero i due, sbalorditi.“Ho scoperto che era Lui che cercava me”.

Tu non devi fare molto… Solo lasciarti trovare da Dio. Lui ti sta cercando!

Che storia è la vita! - 2

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Preghiera:

Signore,donaci la forza e il coraggiodi continuare il nostro camminolungo la strada della Fede.Fa’ che, aiutati dalla Comunità Cristiana,riusciamo a seguire gli insegnamenti di Gesù,percorrendo così la strada che porta a Te,fonte autentica di Amore e Gioia.

Che storia è la vita! - 2

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Aiutare l’adolescente a comprendere a che punto è giunto il suo incontro con Gesù ed il suo cammino di fede.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado proverà ad esprimere cosa significa Vera Fede (preconcetti) confrontandosi con l’immagine di Gesù vero uomo e vero Dio

Capitolo uno: MOLLIAMO GLI ORMEGGI

Dinamica (55’):

Preparazione dell’ambiente:L’animatore pone su ogni tavolo (massimo tavoli da 10/12 ado) una tovaglia di carta chiara, un pennarello, dei giornali, diverse forbici, una colla stick per tavolo.

Tecnica:Si fanno accomodare i ragazzi attorno ai tavoli; singolarmente cercano tra le immagini dei giornali quella che rappresenta meglio per loro la Vera Fede (chiedere fantasia). Ognuno ne deve ritagliare e tenersene vicino almeno due. (15’).Togliere dal tavolo i giornali avanzati e le forbici.Spiegare agli ado che ora verrà passato fra loro un pennarello e che solo chi ne è in possesso potrà parlare.Ogni ado dovrà ora, a giro, spiegare la motivazione della scelta delle proprie immagini e identificare un parola (al massimo una frasetta) che riassuma ogni concetto. Quindi scriverà, sulla tovaglia di carta la parola/frase espressa davanti a sé.Al termine del giro l’animatore pone la domanda: “Cosa c’entra Gesù?”. Lasciate i ragazzi liberi di rispondere anche a salto, ma sempre rispettando la tecnica del pennarello che dovrebbe condizionarli a mantenere un certo ordine. Se i ragazzi fossero poco reattivi, stimolarli; se dovessero invece prolungarsi nelle risposte. ( 15’).L’animatore prende ora il pennarello e traccia un segno obliquo che divida in due la tovaglia. Scrive quindi su un lato “Gesù vero uomo!” e sull’altro “Gesù vero Dio!”.Chiedere ora ai ragazzi di dividere le immagini e/o le parole in base a tale suddivisione, nonché di trascriverle e/o attaccarle sul lato corretto.(15’)

Nel compiere questa suddivisione dovrebbe manifestarsi la “difficoltà” nel distinguere nettamente le due parti, in quanto ci si accorgerà che molte parole/frasi/immagini potranno stare in entrambe le divisioni, cercando così di dimostrare che la divinità e l’umanità di Cristo non si escludono reciprocamente ma (al contrario) si uniscono per formare il piano di salvezza di Dio per l’uomo.

N.B.:E’ fondamentale guardare gli approfondimenti!!

ConclusioneSi ritorna in assemblea plenaria dove verrà letto il Vangelo (sceglierne uno tra quelli in allegato) e il sacerdote o l’animatore deputato tirerà le somme preparandosi prima tramite il materiale in allegato.(attenzione a non dare risposte preconfezionate) ( 10’)

2 in 1 - 3

Materiale: Tovaglia di carta, pennarelli, giornali, forbici, colla.

Verifica:

Oltre alla griglia in allegato puoi aiutarti con queste domande:• Gli ado hanno partecipato con interesse alla dinamica?• Hanno fatto un “esame di coscienza” rispetto alla propria fede e alla fede ideale?• Hanno iniziato a confrontarsi con Gesù uomo-Dio?

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Obiettivo:

Provo ad esprimere cos’è per me la vera fede confrontandomi con Gesù vero uomo e vero Dio.

Contenuti:

Caro ado,so che non deve essere facile per te, in quest’età ed in questo tempo, parlare di fede, ma in realtà qualche domanda sicuramente te la sarai posta… ed anche senza domande esplicite, senti nascere in te il bisogno di cercare in profondità qualcosa di impalpabile… di spirituale… un po’ mistico magari… che a volte si confonde con superstizione, esoterismo, scaramanzia, magia, fantasia… è un bisogno della tua anima ed è normale che tu lo percepisca e senta il desiderio di incanalarlo verso le proposte attuali della società e dei media. Ma cos’è la vera fede? Già riuscire a interrogarsi così è un buon punto di partenza!

Capitolo uno: MOLLIAMO GLI ORMEGGI

Domande:

Weh, vecchio! Che ne dici di cercare di definire che cos’è la vera fede (magari quella Cristiana !!!)? Fatto? Bene, che differenza c’è fra ciò che hai appena definito e ciò che vivi tutti i giorni? Siamo tanto lontani?Che dici, che ci sia un collegamento, un nesso fra fede Cristiana e Gesù? Chi era costui? Era semplicemente un uomo vissuto 2000 anni fa’ o qualcosa di più?

Storia:

Il grillo e la moneta(Bruno Ferrero – Il canto del grillo)

Un saggio indiano aveva un caro amico che abitava a Milano. Si erano conosciuti in India, dove l’italiano era andato con la famiglia per fare un viaggio turistico. L’indiano aveva fatto da guida agli italiani, portandoli a esplorare gli angoli più caratteristici della sua patria.Riconoscente, l’amico milanese aveva invitato l’indiano a casa sua. Voleva ricambiare il favore e fargli conoscere la sua città. L’indiano era molto restio a partire, ma poi cedette all’insistenza dell’amico italiano e un bel giorno sbarcò da un aereo a Malpensa.Il giorno dopo, il milanese e l’indiano passeggiavano per il centro della città. L’indiano, con il suo viso color cioccolato, la barba nera e il turbante giallo attirava gli sguardi dei passanti e il milanese camminava tutto fiero d’avere un amico così esotico.Ad un tratto, in piazza San Babila, l’indiano si fermò e disse: “Senti anche tu quel che sento io? “.Il milanese, un po’ sconcertato, tese le orecchie più che poteva, ma ammise di non sentire nient’altro che il gran rumore del traffico cittadino. “Qui vicino c’è un grillo che canta”, continuò, sicuro di sé, l’indiano.“Ti sbagli”, replicò il milanese “io sento solo il chiasso della città. E poi, figurati...se ci sono grilli da queste parti”. “Non mi sbaglio. Sento il canto di un grillo”, ribatté l’indiano e decisamente si mise a cercare tra le foglie di alcuni alberelli striminziti. Dopo un po’ indicò all’amico che lo osservava scettico un piccolo insetto, uno splendido grillo canterino che si rintanava brontolando contro i disturbatori del suo concerto.“Hai visto che c’era un grillo? “, disse l’indiano.“È vero”, ammise il milanese. “Voi indiani avete l’udito molto più acuto di noi bianchi... “.“Questa volta ti sbagli tu”, sorrise il saggio indiano. “Stai attento... “.L’indiano tirò fuori dalla tasca una monetina e facendo finta di niente la lasciò cadere sul marciapiede.Immediatamente quattro o cinque persone si voltarono a guardare.“Hai visto? “, spiegò l’indiano. “Questa monetina ha fatto un tintinnio più esile e fievole del trillare del grillo. Eppure hai notato quanti bianchi lo hanno udito? “.

Ti ci vorrebbe un momento di attenzione per quelle voci che hai dimenticato di ascoltare.Quelle voci e quei canti che abbiamo dentro e che ci parlano di cieli azzurri e aria pulita, di sogni e di batticuori, di voglia di abbracciarsi e piangere insieme, di un Dio sconvolgente che è venuto a chiederci di lasciarci salvare da Lui.

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Preghiera:

Signore,tu conosci me e anche la mia piccola fede!Donami la consapevolezzache posso viverla nella semplicità e nella concretezza del mio essere uomo!

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Capitolo due

GESÙ IL GRANDE AMMIRAGLIO

Finalità specifica:

Attraverso l’annuncio della Buona Novella permettere all’adolescente di rimanere affascinato dalla bellezza della persona di Gesù e di scoprire che il suo messaggio è vero, attuale e concretizzabile.

Obiettivi specifici:

1. L’ado si confronterà con le fatiche ed i dubbi del Gesù storico.2. L’ado comprenderà, attraverso la vita di Gesù, cosa significa intraprendere un cammino di fede e vivere da figli di Dio.3. L’ado percepirà come seguendo Gesù, si può dar sapore e gusto alla propria vita per farla diventare vera, buona e bella.

“Fino ad oggi ci siamo messi in discussione, e abbiamo provato a tirar fuori tutto quello che pensiamo di questo strano e bellissimo mistero che è la Fede...Bene ora sappiamo a che punto siamo!!!!! Abbiamo voglia di metterci in gioco e scorprire chi era veramente Gesù!?!?? E che il suo messag-gio è tuttoggi attuale e vero?!?!?!?In questo capitolo, cammineremo insieme per confrontarci con le fatiche che il Gesù storico ha dovuto affrontare, iniziando a percorrere quella strada di Fede che ci porta a vivere come figli di Dio così da dar un gusto nuovo e genuino alla nostra vita.Seguendo il Capo, riusciremo ad avere una vita buona, vera e bella.”

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Attraverso l’annuncio della Buona Novella permettere all’adolescente di rimanere affascinato dalla bellezza della persona di Gesù e di scoprire che il suo messaggio è vero, attuale e concretizzabile.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado si confronterà con le fatiche e i dubbi del Gesù storico.

Capitolo due: GESÙ IL GRANDE AMMIRAGLIO

Dinamica breve (60’):

L’incontro prevede lo svolgimento di una ricerca riguardo il Gesù storico.La ricerca si svolge tramite immagini/info trovate in documenti, internet, libri, giornali che l’animatore cerca e porta all’incontro.Si dividono i ragazzi a gruppi di max 10 persone e si può dare inizio alla ricerca. Ogni gruppo deve rappresentare su un cartellone una presentazione/carta d’identità (con info di base come nome, cognome, data e luogo di nascita, professione ...) del Gesù storico. (20’)Al termine ci si riunirà tutti assieme e ogni gruppo mostrerà e spiegherà la propria presentazione.(10’)Dopo che ogni gruppo avrà esposto il proprio lavoro, l’animatore pone agli ado queste domande:• Chi è per te Gesù?• Chi è stato per te Gesù?• È vero o è un mito?

Segue un confronto/dibattito sulla ricerca svolta.(20’) Si conclude l’incontro con la spiegazione del don o dell’animatore dove viene mostra-ta la carta d’identita del Gesù storico preparata precedentemente dagli animatori/don (questa non vorrà sminuire il lavoro dei ragazzi, ma dare una visione veritiera del Gesù storico).(10’)

Dinamica lunga (1h 20’)

Questa dinamica si svolge come quella breve con questa differenza: prima della spiegazione finale l’animatore dividerà la stanza a metà (con spago/corda/schotch/filo/..) per favorire il dibattito sulle tre domande e formare due schieramenti: Gesù vero da un parte e Gesù mito dall’altra. I ragazzi saranno incitati a prendere posizione in base a ciò che pensano di Gesù, spostandosi in uno dei due lati,motivando le loro scelte.(20’)

PropostaPuò essere d’aiuto leggere il vangelo Mc 8, 27-30 oppure Gv 8,1-11 oppure Mt 14,22-33.

6 un mito! - 4

Materiale: Carta d’identità già fatta dagli animatori, cartelloni, penne, pennarelli,schotch,spago/corda, documenti su Gesù

Materiale aggiuntivoSignificato della parola Cristo http://www.sangiovanniapostoloedevangelista.it/download/dufour.pdf Confutazione di Zeitgeist http://umbradei.wordpress.com/zeitgeist-confutato/Film: i giardini dell’EdenFilm: the Passion (parte della crocifissione)Card Biffi, Identikit del festeggiato, Novembre 1999, EllediciBruno Maggioni, Era veramente un uomo. Rivisitando la figura di Gesù nei Vangeli. 2001, Ancora

Verifica:

Oltre alla griglia in allegato puoi aiutarti con queste domande:• Gli ado hanno partecipato con interesse alla dinamica?• Gli ado hanno iniziato a prendere coscienza del loro cammino di fede?

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Obiettivo:

Mi confronto con le fatiche e i dubbi riguardo Gesù storico.

Contenuti:

Ciao! Come stai?Allora sei pronto per l’interrogazione di domani o inizi a “fartela sotto”? E con la compagnia come va? Sei riuscito a chiarire quel discorso in sospeso col tuo migliore amico?Hai trovato il coraggio di chiedere a quella/o ragazza/o di uscire o sei ancora lì che aspetti che lo faccia lei/lui?Ma che dura che è ‘sta vita!! Quante emozioni diverse provi nello stesso momento..Rabbia, sconforto, delusione, ma anche felicità, gioia, voglia di spaccare il mondo o di lasciare tutto!Hai mai pensato che anche i tuoi amici potrebbero vivere le tue stesse emozioni, ma ancor prima che l’abbiano fatto i tuoi genitori, i tuoi nonni e, 2000 anni fa, anche Gesù??

Capitolo due: GESÙ IL GRANDE AMMIRAGLIO

Domande:

• Chi è per te Gesù?• Chi è stato per te Gesù?• È vero o è un mito?

Storia:

Alla fine dei tempi(Bruno Ferrero - Solo il Vento lo sa)

Alla fine dei tempi, miliardi di persone furono portate su di una grande pianura davanti al trono di Dio. Molti indietreggiarono davanti a quel bagliore. Ma alcuni in prima fila parlarono in modo concitato. Non con timore reverenziale, ma con fare provocatorio.“Può Dio giudicarci? Ma cosa ne sa lui della sofferenza?”, sbottò una giovane donna. Si tirò su una manica per mostrare il numero tatuato di un campo di concentramento nazista. “Abbiamo subìto il terrore, le bastonate, la tortura e la morte!”.In un altro gruppo un giovane nero fece vedere il collo. “E che mi dici di questo?”, domandò mostrando i segni di una fune. “Linciato. Per nessun altro crimine se non per quello di essere un nero”.In un altro schieramento c’era una studentessa in stato di gravidanza con gli occhi consumati. “Perché dovrei soffrire?” mormorò. “Non fu colpa mia”.Più in là nella pianura c’erano centinaia di questi gruppi. Ciascuno di essi aveva dei rimproveri da fare a Dio per il male e la sofferenza che Egli aveva permesso in questo mondo.Come era fortunato Dio a vivere in un luogo dove tutto era dolcezza e splendore, dove non c’era pianto né dolore, fame o odio. Che ne sapeva Dio di tutto ciò che l’uomo aveva dovuto sopportare in questo mondo? Dio conduce una vita molto comoda, dicevano.Ciascun gruppo mandò avanti il proprio rappresentante, scelto per aver sofferto in misura maggiore. Un ebreo, un nero, una vittima di Hi-roshima, un artritico orribilmente deformato, un bimbo cerebroleso. Si radunarono al centro della pianura per consultarsi tra loro. Alla fine erano pronti a presentare il loro caso. Era una mossa intelligente.Prima di poter essere in grado di giudicarli, Dio avrebbe dovuto sopportare tutto quello che essi avevano sopportato. Dio doveva essere condannato a vivere sulla terra.“Fatelo nascere ebreo. Fate che la legittimità della sua nascita venga posta in dubbio. Dategli un lavoro tanto difficile che, quando lo intra-prenderà, persino la sua famiglia pensi che debba essere impazzito. Fate che venga tradito dai suoi amici più intimi. Fate che debba affron-tare accuse, che venga giudicato da una giuria fasulla e che venga condannato da un giudice codardo. Fate che sia torturato. Infine, fategli capire che cosa significa sentirsi terribilmente soli. Poi fatelo morire. Fatelo morire in un modo che non possa esserci dubbio sulla sua morte. Fate che ci siano dei testimoni a verifica di ciò”.Mentre ogni singolo rappresentante annunciava la sua parte di discorso, mormorii di approvazione si levavano dalla moltitudine delle per-sone riunite.Quando l’ultimo ebbe finito ci fu un lungo silenzio. Nessuno osò dire una sola parola. Perché improvvisamente tutti si resero conto che Dio aveva già rispettato tutte le condizioni.

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Preghiera:

(recita come preghiera silenziosa le parole di questa canzone:)

Un Artista genialemi volle donare un omaggio specialequando mi creò!Mise dentro di meuna grande valigia chepiena di colori descriver non so!poi mi diede un’enorme teladisegnata da Lui apposta per meè la mia vita (è la tua vita).Una strada disegnata in matitada colorare o cancellarein piena libertà (in piena libertà).Una strada che continuamentes’intreccia con le strade altruie la trama della mia telacon altre tele si tesse già!

Allora capisco cheI miei colori non sono solo per medipingo anche le tele di chi incontroe la mia prende vita con i loro colori.

è tempo di portare (parte di me)nel mondo quei colori (parte di me)che sono parte di me.per sentirlo più mio (parte di me)per volergli più bene (per volermi più bene)per realizzare un sogno che...quel grande Artista ha fatto su me!!!

Grazie Signore!

Sei un mito! - 4

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Attraverso l’annuncio della Buona Novella permettere all’adolescente di rimanere affascinato dalla bellezza della persona di Gesù e di scoprire che il suo messaggio è vero, attuale e concretizzabile.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado comprenderà, attraverso la vita di Gesù, cosa significa intraprendere un cammino di fede, vivere da figli di Dio.

Capitolo due: GESÙ IL GRANDE AMMIRAGLIO

Dinamica breve (50’):

Questa dinamica consiste nella lettura di un brano di Vangelo, che i ragazzi comprenderanno attraverso la dinamica.Si inizia leggendo il seguente brano di Vangelo Gv 9, 1-12 (5’).

L’animatore divide il gruppo in due sottogruppi uno attivo e l’altro osserva; prepara un percorso (fatto di persone, oggetti etc..), lo mostra al gruppo e successivamente un adolescente alla volta lo percorre bendato.(prima volta)La seconda volta gli stessi lo ripeteranno guidati da una voce fuori campo che indicherà loro il percorso da compiere, in modo da far sperimentare la fiducia nell’altro. Infine, la terza volta, (ancora bendati) lo ripeteranno portando in spalle un compagno.L’altro gruppetto “spettatore” osserverà quanto accade e lo annoterà su dei fogli (15’).Segue la discussione:l’animatore fa raccontare le sensazioni che hanno provato gli adolescenti durante il percorso, e le osservazioni e sensazioni degli spettato-ri. Si cerca di far emergere qualche paragone tra il Vangelo e le sensazioni appena espresse.Da una parte il cieco (l’ado bendato) che si è fidato di quello che gli ha detto Gesù e dall’altra la curiosità della gente (quelli che guardano).( 30’).Ripensando al percorso si vuole far emergere:percorso bendati e non guidati: la difficoltà di intraprendere e di realizzare un cammino che segua gli insegnamenti di Gesù quando si ha la vista oscurata e non c’è nessuno che ti guida sulla retta via;percorso bendati ma guidati: anche di fronte alle difficoltà della vita un aiuto che arriva dall’esterno può essere determinante per seguire quanto il Vangelo ci insegna, ma è fondamentale fidarsi e lasciarsi guidare;percorso con un compagno a spalle: non sempre scegliere la strada indicata da Gesù è semplice anzi talvolta può diventare difficoltoso.

Dinamica lunga

Visione del film Koda fratello orso. (82’)Spunti per la discussione:• Elenca le differenze e le somiglianze tra il cieco nato e Kenai.• In quale dei due ti rispecchi di più?• Nella vita ti lasci guidare e ti fidi di Gesù o fai di testa tua?Seguendo le fila della discussione , far emergere che nell nostro cammino di fede è necessario fidarsi.( il cieco nato si fida di Gesù , Kenai si fida della saggia e di Koda)Lettura del Vangelo sopra indicato e discussione del film. (30 min.)

Fidati! - 5

Materiale: Testo del Vangelo, ostacoli, birilli, tavoli, panche, bende, film, schermo, proiettore, cartellone, penne e pennarelli.

Verifica:

Vedi griglia in allegato

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Contenuti:

Capacità di interpretare la realtà e lucidità nello scegliere sono lo zaino che occorre sempre portare in spalla quando si intraprende con decisione il cammino della vita. Ma soprattutto occorre avere una spiritualità centrata sull’amore di Gesù, vero ed unico Signore della vita; una spiritualità fatta di ricerca, disponibilità e paziente attesa.Comprendere lo stile di vita di Gesù ci farà scoprire la responsabilità di scegliere e di agire. [C.d.G. 1 p. 281]

Capitolo due: GESÙ IL GRANDE AMMIRAGLIO

Domande:

• Quali sensazioni ho vissuto nelle varie fasi della dinamica?• Sono riuscito a fidarmi fino in fondo?• Quali sono state le difficoltà nel fidarmi?• Ci si può fidare di uno come Gesù?

Storia:

(Bruno Ferrero - Il canto del grillo)

“C’era una volta un uomo che stava scalando una montagna. Stava facendo una salita piuttosto complicata, in un luogo dove c’era stata un’abbondante nevicata. Aveva passato la notte in un rifugio e, il mattino seguente, la neve aveva coperto tutta la montagna, il che rendeva la scalata ancora più difficile. Ma l’uomo non era voluto tornare indietro, cosicché, in un modo o nell’atro, con fatica e coraggio, continuò ad arrampicarsi sempre più su, scalando questa altissima montagna. Finché, ad un certo punto, forse per un calcolo sbagliato, forse perché la situazione era davvero difficile, un gancio della sua corda di sicurezza cedette. L’alpinista scivolò e cominciò a cadere a picco a lato della montagna, sbattendo selvaggiamente contro le pietre in mezzo ad una valanga di neve. Tutta la vita gli passò davanti agli occhi e, mentre inerme aspettava il peggio, sentì che una fune gli accarezzava il viso. Senza pensarci vi si aggrappò istintivamente. Forse la fune era rimasta appesa a qualche appiglio... Se era così, era possibile che reggesse e arrestasse la caduta. Guardò in alto, ma era tutto coperto di neve che, tra l’altro, gli cadeva addosso. Ogni secondo sembrava un secolo in questa discesa accelerata e interminabile. All’improvviso, la corda si fermò con uno strattone e resistette. L’alpinista non riusciva a vedere nulla, ma sapeva che, per il momento era salvo. La neve cadeva intensamente e lui stava lì, inchiodato alla fune, sentendo moltissimo freddo ma appeso a quel pezzo di lino che gli aveva impedito di morire schiantandosi sul fondo della valle tra le montagne. Cercò di guardarsi intorno, ma non c’era verso, non si vedeva niente. Gridò due o tre volte, ma si rese conto che nessuno poteva sentirlo. La sua possibilità di salvarsi era molto remota: anche se avessero notato la sua assenza, nessuno avrebbe potuto cercarlo prima che avesse smesso di nevicare e, anche allora, come avrebbero fatto a sapere che l’alpinista era appeso in qualche punto del burrone. Però se non avesse fatto subito qualcosa, sarebbe stata la fine.Ma che fare? Pensò di arrampicarsi lungo la corda per cercare di raggiungere il rifugio ma si rese immediatamente conto che era impossibi-le. All’improvviso sentì la voce. Una voce dentro di sé che gli diceva: “Salta”. Forse era la voce della sua saggezza interiore, forse di qualche spirito maligno, forse un’allucinazione ... E sentì che la voce insisteva: “Salta... salta...”. Pensò che saltare significasse morire sul colpo. Pensò alla tentazione di scegliere la morte per smettere di soffrire. E per tutta risposta la voce si ostinò con ancora più forza: “Salta, non soffrire più, questo è un dolore inutile, salta!”.E, di nuovo ebbe l’impulso di aggrapparsi ancora più forte, mentre si diceva coscientemente che la voce che lo incitava a saltare, senza dubbio non poteva essere quella che gli aveva salvato la vita.La lotta continuò per ore, ma l’alpinista rimase aggrappato a quella che pensava fosse la sua unica possibilità. La leggenda racconta che, il mattino seguente, la pattuglia di ricerca e salvataggio trovò lo scalatore quasi morto. Gli restava appena un soffio di vita. Qualche minuto in più e l’alpinista sarebbe moro congelato, paradossalmente aggrappato alla sua corda... a meno di un metro da terra...“

Fidati! - 5

Obiettivo:

Comprendo attraverso la figura di Gesù cosa significa intraprendere un cammino di Fede.

Preghiera:

Salmo 62.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Attraverso l’annuncio della Buona Novella permettere all’adolescente di rimanere affascinato dalla bellezza della persona di Gesù e di scoprire che il suo messaggio è vero, attuale e concretizzabile.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado percepirà come seguendo Gesù, si può dar sapore e gusto alla propria vita per farla diventare vera, buona e bella.

Capitolo due: GESÙ IL GRANDE AMMIRAGLIO

Dinamica (50’):

Un animatore, o la mamma di uno dei ragazzi, prepara (durante la settimana) due torte: nella prima torta si toglie un ingrediente fondamen-tale in modo tale che la torta risulti senza gusto (es: zucchero, eventualmente aggiungendo qualcosa che renda la torta poco piacevole, come la paprika..), mentre la seconda torta, che sarà identica alla prima, viene preparata in modo normale.Si fanno entrare i ragazzi nella stanza uno alla volta, e si danno da mangiare le due torte: l’adolescente mangia prima una fetta della torta senza gusto e appena mastica la torta si scatta una foto. Poi mangia una fetta della seconda torta, quella buona e ancora si scatta una foto. Terminato di mangiare le torte, si guardano le foto insieme ai ragazzi su di un computer, senza commentarle. (20’)

Ci si divide a questo punto in gruppetti, tanti quanti i brani del vangelo proposti Mt 5,13-16; Mc 7,31-37; Mc 8, 22-25 ; Mc, 4,10-25; Mc 10,46-52 (se i brani sono troppi, toglierne qualcuno, in modo da avere gruppetti da 2-3 persone massimo). Ad ogni gruppo viene consegnato un foglio con disegnato uno smile sorridente, un foglio con uno smile triste ed uno dei brani del vangelo. Si chiede ad ogni gruppo, leggendo il proprio brano, di cercare di capire quando nel brano i protagonisti hanno fatto una faccia come quella fatta da loro nell’assaggiare la torta: “in che momento i personaggi del brano si sono trovati soddisfatti o insoddisfatti della loro situazione?” I ragazzi riportano poi queste situazioni scrivendole sui due smile (10’) e poi le condividono davanti a tutto il gruppo (10’).

L’animatore conclude l’incontro discutendo con i ragazzi sulle situazioni che hanno provocato nei personaggi e nella loro vita un’espressione di stupore e di gioia, servendosi in particolare degli smile sorridenti. Si cercherà di far capire loro che è l’incontro con Gesù a portare nella loro vita la vera Gioia, come lo è stato per i protagonisti dei racconti. (10’)

La prova del cuoco - 6

Materiale: Torte, macchina fotografica, fotocopie degli smile tristi e felici, brani del vangelo.

Verifica:

Oltre alla griglia in allegato puoi aiutarti con queste domande:• Gli Ado hanno partecipato con interesse alla dinamica?

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Contenuti:

“Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi: rimanete nel mio amore!Se metterete in pratica i miei comandamenti, sarete radicati nel mio amore; allo stesso modo io ho messo in pratica i comandamenti del Padre mio e sono radicato nel suo amore.”Vi ho detto questo, perché la mia gioia sia anche vostra, e la vostra gioia sia perfetta. (GV 14, 9-11)”

Scegliere Gesù come amico, ti fa vedere la realtà che ti circonda con occhi diversi, ti fa percepire la persone che incontri come fratelli da amare… ti sembrerà impossibile, ma tutto questo ti farà vivere con una marcia in più. Ti accorgerai che sarai arricchito da una grande gioia interiore, che diventerà giorno dopo giorno contagiosa…

Gesù passa. Non ci viene detto né dove, né perché. Ancora oggi egli può passare accanto a noi. Non possiamo prevedere né il momento, né il luogo, né il modo di questa sua presenza decisiva per la nostra vita.E’ dunque importante che si mantenga un cuore aperto e disponibile, per non sciupare spiragli di luce che possono improvvisamente aprirsi nelle nostre giornate L’incontro con Gesù può avvenire in diversi modi.Camminare insieme a Gesù nasce un’esigenza nuova: entrare in amicizia con lui!Da questo ci si può attendere sempre che il suo futuro ne risulti trasformato.E’ suggestivo che dopo aver trovato Gesù si sente il bisogno di doverlo dire agli altri, di invitare altri a far esperienza di questo incontro. Una scoperta così decisiva non può rimanere nel segreto del cuore.(dal CdG1 pag.252-255)

Capitolo due: GESÙ IL GRANDE AMMIRAGLIO

Domande:

• Quando nella tua vita hai sperimentato una sensazione di gioia forte? • Rileggendo i brani di Vangelo suggeriti quali sentimenti/sensazioni rilevi dai vari personaggi?• Secondo te cosa cambia per i personaggi dei brani del Vangelo dopo l’incontro con Gesù? E per te…?

La prova del cuoco - 6

Obiettivo:

Comprendo attraverso la figura di Gesù come posso dar sapore e gusto alla mia vita.

Preghiera:

Dio Padre della vita, la cui Misericordia è infinita e in cui il tesoro della compassione è inesauribile, rivolgi a noi tuoi figli uno sguardo di bontà. Moltiplica in noi la Tua clemenza, affinché, nei momenti difficili non ci perdiamo d’animo.Donaci la speranza e una massima fiducia per poter confidare nella Tua provvidenza.Fa che ci sottomettiamo alla Tua Santa volontà, la quale è amore e comprensione. Amen.

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Capitolo tre

COMPAGNI D’AVVENTURA

Finalità specifica:

Attraverso l’incontro con alcuni testimoni della fede aprire l’ado al desiderio di perseguire la vita buona del Vangelo.

Obiettivi specifici:

1. L’ado indagherà sul valore del credere nella realtà in cui vive.2. L’ado rifletterà su quali esperienze di fede può aver conosciuto nella sua vita.3. L’ado si confronterà con un’esperienza di vita (testimonianza) che avrà affrontato dubbi, fatiche, gioie e speranze realizzate nel proprio cammino di fede.4. L’ado sarà invitato in prima persona a compiere un’esperienza concreta di fede vissuta.

RICEVI E PASSA IL TESTIMONE! La finalità di questo capitolo è quella di dar voce alla testimonianza, in modo che questa stimoli l’ado, nella concretezza di ogni giorno, a cercar di realizzare la proposta di Gesù.Il primo passo sarà quello di far scoprire e conoscere quello che ci sta attorno, quelle realtà del proprio territorio che rendono concreta e vissuta la fede, attraverso il servizio nei vari ambiti.Si passerà poi ad analizzare la propria vita, ricercando quelle persono, esperienze, incontri che, nei piccoli gesti e scelte, nella semplicità della quotidianità, possono esser/esser stati esempi di fede, messaggeri di Gesù.In seguito si prevede l’incontro (anche attraverso mass-media) con un’altra persona, un testimone che abbia fatto una scelta di un certo spessore e che possa raccontare il suo cammino di fede.Infine l’ado verrà invitato a calarsi nella pratica dandogli la possibilità di vivere un’esperienza concreta di fede.La testimonianza può essere un esempio trascinante, come anche un incontro che resta impresso e a tempo debito dare i suoi frutti.E’ un SEGNO tangibile, che tocca il cuore e che ci può mostrare che NE VALE LA PENA..SEMPRE!

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Conoscendo alcuni testimoni della fede aprire l’ado al desiderio di perseguire la vita buona del Vangelo.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado indagherà sul valore del credere nella realtà in cui vive.

Capitolo tre: COMPAGNI D’AVVENTURA

Dinamica:

In preparazione all’incontro: l’animatore ricerca, con l’aiuto del don, varie tipologie di servizio a sfondo cristiano , presenti nella propria comunità parrocchiale ( cooperative, centri d’ascolto, case di riposo, centri diurni…)Preparare dei tavoli con fogli e penne per l’attivita di gruppo e cartelloni o fogli con la brochure dei vari centri scelti.

Tramite una brochure si presentano le varie realtà parrocchiali scelte. Che può essere un cartellone o un foglio dove vengono inserite le info più importanti:• nome del centro• ubicazione• data di nascita• tipologia di servizioFinita la presentazione, ogni ado ( con la supervisione degli animatori) sceglierà il servizio a cui preferisce aderire. Ci si suddividerà poi in gruppi e si formuleranno le domande che si andranno a porre al coordinatore della realtà.

Organizzazione degli orari e dei giorni per andare a visitare il luogo scelto.Si ritorna tutti in gruppo ( sedie messe a cerchio) e di legge la storia presente sulla scheda ado.Conclusione con una preghiera.Consegnare la scheda ado.

Osservazioni:Durante la scelta del servizio l’ animatore sarà attento che i ragazzi scelgano in base alle proprie inclinazioni e non in base a dove vanno gli amici ( anche per evitare possibili situazioni di confusione durante il servizio).Dire ai ragazzi di munirsi di macchina fotografica o videocamera per documentare la visita e stampare le foto che serviranno per l’incontro successivo.

Traccia per le domande (per l’animatore):• Perché è nata questa realtà?• Che valori si pone?• Questo lovoro/servizio ha influito sulla tua fede?• La tua fede si è modificata nel tempo?• La tua fede nell’ambito lavorativo la vivi individualmente e/o la condividi con i colleghi? Se si come?

E tu di che servizio 6? - 7a

Materiale: Carte di indentità (già preparata). Pennarelli, carta e penne.

Verifica:

La verifica si effettua al termine dell’incontro successivo (1b).

N.B.: Se seguite l’ordine del sussidio quest’incontro prevede un’uscita , quindi la prossima scheda è legata a quest’attività.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Conoscendo alcuni testimoni della fede aprire l’ado al desiderio di perseguire la vita buona del Vangelo.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado indagherà sul valore del credere nella realtà in cui vive.

Capitolo tre: COMPAGNI D’AVVENTURA

Dinamica:

Preparazione dell’ambiente:Preparare tanti tavoli quanti sono i gruppi dei ragazzi, su ogni tavolo sistemare un cartellone, colla, forbici, colori.

Tecnica:In ragazzi suddivisi nei gruppi prepareranno il cartellone per presentare agli altri la realtà che ahnno visitato tramite le foto e le risposte alle domande.Finita questa prima parte ci si mette tutti insieme i si presentano gli elaborati.

Conclusione:L’animatore o il don trae le fila dell’incontro leggendo il Vangelo di Lc 10,25-37 del buon samaritano e spiegando i 12 verbi presenti nel testo del prendersi cura del prossimo. (vedi approfondimenti)

E tu di che servizio 6? - 7b

Materiale: Cartellone, forbici, colla, colori. Pc o proiettore per eventuali video, fotografie realizzate dai ragazzi durante il servizio.

Verifica:

Oltre alla griglia in allegato puoi aiutarti con queste domande:• Gli ado hanno partecipato con interesse al servizio?• Si sono misurati in maniera positiva con le diverse realtà incontrate?• Sono riusciti a presentare l’esperienza valorizzando il valore del credere nella loro realtà?

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Contenuti:

Caro ado,sai che c’è qualcun’altro, oltre a te e ai tuoi amici, al mondo?Hai mai provato ad uscire dalla porta di casa e vedere quante persone credono? No? Allora, forse, è arrivato il momento di iniziare ad uscire e scoprire che anche nella tua parrocchia ci sono diverse realtà che non conosci e, che nel loro ambito, promuovono i valori cristiani.

Capitolo tre: COMPAGNI D’AVVENTURA

Domande:

• Hai aspettative per l’esperienza che andrai a vivere?• Sei pronto e aperto ad ascoltare testimonianze di persone di cui non conosci il pensiero?• Pensi che quest’esperienza possa cambiare il tuo modo di vedere le cose?

E tu di che servizio 6? - 7a/b

Obiettivo:

Indago sul valore del credere nella realtà in cui vivo.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Conoscendo alcuni testimoni della fede aprire l’ado al desiderio di perseguire la vita buona del Vangelo.

Obiettivo dell’incontro:

L’adolescente rifletterà su quali esperienze di fede può aver conosciuto nella sua vita.

Capitolo tre: COMPAGNI D’AVVENTURA

Dinamica breve (55’):

1. Leggere insieme agli adolescenti la seguente lettera scritta da una giovane animatore. Giacomo racconta inizialmente le esperienze di fede che ha vissuto nel periodo dell’adolescenza segnate anche da eventi significativi che hanno cambiato la propria vita. Successivamente racconta del suo essere semplice testimone di fede nei confronti degli adolescenti facendo il servizio dell’animatore in parrocchia (10 min.).(VEDI ALLEGATO: lettera agli Ado)

2. Si chiede ai ragazzi di esprimere le loro impressioni in riferimento alla lettera, si cerca di far emergere cosa li ha colpiti, cosa ha trasmesso loro questa testimonianza. (15’.)

3. Attraverso la risposta alle seguenti domande si fanno riflettere gli adolescenti su quali esperienze di fede incontrano nella loro quotidianità (30’)

• Noi tutti nella nostra vita abbiamo conosciuto dei testimoni eccezionali del messaggio di Gesù. Prova a ripensare e a raccontare quali persone hai incontrato nella tua quotidianità che con semplici gesti hanno testimoniato la loro fede .• In che modo oggi, secondo te, è possibile testimoniare la fede? Che difficoltà si possono incontrare nel fare questo?• Anche tu oggi puoi essere testimone di Cristo, anche tu sei chiamato a dare la buona notizia. Nella tua quotidianità ti senti esempio di fede per qualcuno? Quando e in che modo? Dove puoi ancora fare di più?

Dinamica lunga:

Si seguono i tre punti della dinamica breve e si completa con il quarto punto:4. Dopo aver riflettuto e discusso insieme sull’essere testimoni nella quotidianità, ogni adolescente scrive una lettera di risposta a Giacomo, il protagonista della lettera letta insieme all’inizio. Lui scriveva che non necessariamente Dio lo si incontra al catechismo o al gruppo adole-scenti, ma la cosa importante è lasciare la porta aperta ed essere pronti ad incontrarlo in qualsiasi momento anche quello più inaspettato. Tu adolescente sei disposto, anche nei momenti di difficoltà, a lasciare la porta aperta per accogliere Dio, per incontrarlo, per testimoniarlo? (20 min.)

C’è posta per te! - 8

Materiale: Copia della lettera per ogni adolescente, fogli bianchi, penne.

Verifica:

Vedi la griglia in allegato.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Contenuti:

Caro ado, hai ragione sai..non è facile capire, spiegare la Fede Cristiana, non è proprio così semplice! Una dottrina (questo si fa e quest’altro no), un rito (andare a Messa, confessarsi, fare la comunione), una pratica (recitare le preghiere)..ma è tutto qui? Si , hai ragione..non basta, non è sufficiente..l’esperienza cristiana non è solo questo!..è qualcosa in più! E’ un incontro che tu puoi sperimentare ogni giorno attraverso persone che conducono una vita normale e che sono davvero il riflesso della luce di Gesù. Uomini e donne semplici, che magari non sono sotto i riflettori della notorietà, che non compaiono sulle pagine del giornale, ma che nella loro quotidianità sono straordinari. E’ questa sai la cosa incredibile del mistero di Cristo che si svela poco alla volta: la capacità di arrivare ovunque attraverso uomini e donne unici, perché in loro parlano gli occhi ed i fatti, anche quando non dicono niente. Se ci pensi un po’ su..quante testimonianze di fede hai ricevuto in dono nella tua seppur breve esperienza di vita. Testimonianze bellissime, magari nate in situazioni di sofferenza o di difficoltà dove è facile vacillare, ma che poi hanno dimostrato una forza e una fede a dir poco contagiosa. E per te adolescente, queste storie, queste vite, sono come dei tasselli che tu metti nei momenti cruciali del cammino della tua vita e che ti svelano poco alla volta il progetto di Dio. Un progetto che si realizza ogni giorno attraverso le parole del Vangelo, attraverso i riti celebrati, ma anche grazie a uomini e donne che ti stanno davanti e ti mostrano semplicemente come fare a seguire Gesù.

Capitolo tre: COMPAGNI D’AVVENTURA

Domande:

• In che modo, secondo te, ogni giorno è possibile testimoniare la fede?• Quali difficoltà si possono incontrare nel fare questo?• Finora hai mai conosciuto persone che con gesti semplici hanno testimoniato la loro fede? Qualche esempio?• ... e tu, nella tua quotidianità, sei esempio di fede per qualcuno? In che modo?

C’è posta per te! - 8

Obiettivo:

Rifletto su quali esperienze di fede posso aver conosciuto nella mia vita.Penso ad esempi quotidiani che incontro ogni giorno, riflettendo anche sulle fatiche che si possono incontrare.

Storia:

Alberto il mo ragazzo, ha influito moltissimo sulla mia fede. Io non frequentavo la parrocchia, lui sì; io preferivo starmene a letto la domenica mattina, lui sempre pronto all’appuntamento con Gesù in chiesa. La fede per lui è parte integrante della sua vita, per me invece, cose di altri tempi, e se anche di questi tempi, solo per anziani, per coloro che dalla vita non possono avere più altro. Ma Alberto mi piaceva troppo, gli volevo bene, ne ero veramente cotta. E allora nell’amare e nel desiderare tutto quello che di lui mi attraeva e mi piaceva, ho accettato, ed ora ne sono veramente felice, anche quella parte di lui che prima rifiutavo: la fede. (Enrica 95)

Tutto ciò che fino ad ora tu hai vissuto in famiglia è stato il tuo mondo, il tuo Credo, il tuo riferimento. Adesso, che sei adolescente, non più: come per osservare bene un quadro ci si allontana, ora prendi un po’ di distanza dalla famiglia confrontandoti con realtà diverse. Ma ciò che la famiglia ti ha dato non è perduto, forse un po’ messo da parte, un po’ sepolto, ma…tutti i semi per germogliare hanno bisogno di staccarsi dalla pianta e finire in un po’ di terra. (La tua mamma)

Fede? Forse ne abbiamo parlato poco o mai in casa ma…tutte le nostre scelte di vita, a cominciare dalle più piccole, sottintendevano il nostro Credo. Certamente ci saranno state delle contraddizioni, ma so che con la vita di tutti i giorni ti abbiamo parlato di Fede. (Chiara e Paolo, i tuoi genitori) Caro ragazzo, quanto importanti sono la Messa e la preghiera! Attraverso questi due incontri con il Signore lui ti ascolta e ti guida. Quando eri piccolo era facile trasmetterti questo, ma ora sei tu a scegliere, sei tu a decidere della tua vita!Affidati anche all’Angelo Custode. Lui è solo per te! Se lo vuoi al tuo fianco lo devi chiamare, devi fare tu il primo passo e chiedere che cammini vicino a te!Ricordati inoltre che è bello affidarsi al Signore anche nei nostri bisogni più concreti..Dio vede, Dio provvede! (La tua nonna, Maria)

Preghiera:

La vera preghiera siamo noi: i nostri gesti d’amore, i nostri pensieri, i nostri sorrisi.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Conoscendo alcuni testimoni della fede aprire l’ado al desiderio di perseguire la vita buona del Vangelo.

Obiettivo dell’incontro:

L’adolescente si confronterà con un’esperienza di vita (testimonianza) che avrà affrontato dubbi, fatiche, gioie e speranze realizzate nel proprio cammino di fede.

Capitolo tre: COMPAGNI D’AVVENTURA

Dinamica breve (55’):

1. Viene invitato un adulto che sta vivendo un’esperienza forte di fede. Il testimone deve essere in grado di ripercorrere il suo cammino nella gioia della fede, sottolineando anche le fatiche e i dubbi che ha avuto o sta incontrando (30 min.). Attenzione: il testimone scelto per l’incontro deve essere importante e conosciuto per aver fatto una scelta di fede di un certo spessore.2. L’animatore invita l’adolescente a scrivere delle domande su un foglietto (5 min).3. L’animatore presenta le domande all’ospite e inizia il dibattito/confronto (20 min).

Dinamica lunga:

Visione del filmato proposto sul dvd allegato al sussidio ( dall’inizio fino al minuto 2:13) (oppure un video racconto fatto da noi)Tavola rotonda partendo dalle domande presenti nella scheda adolescenti. A conclusione della tavola rotonda l’animatore propone la se-guente domanda/provocazione:“Cosa mi fa dire che vale la pena credere?” (30’)

Incontro con... il testimone - 9

Materiale: Video proiettore, fogli di carta, penne.

Verifica:

Vedi griglia in allegato.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Contenuti:

Guardiamo anche attorno a noi. Quali testimonianze offre il mondo degli adulti? C’è chi ha realizzato la propria vita secondo un progetto deciso e chi, a parole o nei fatti, manifesta il proprio disagio: divisioni in famiglia, insoddisfazioni in famiglia, incapacità di rapporti di dialogo con gli altri, sfisucia nella società… Molti, adagiati in una mediocrità senza slanci, danno lì’impressione più che altro di subire la vita e accon-tentarsi di catturare, come surrogato, quelle occasioni e quei piacere che sembrano rendere, giorno per giorno, la vita meno insopportabile.Ma, se guardiamo bene intorno a noi, ci sono tante persone che, pur in mezzo a fatiche e magari nel dolore, riescono a vivere in una profon-da serenità interiore, a dare senso non solo alla loro vita, ma anche a quella degli altri: persone che vivono con coraggio la loro avventura umana. (C.d.G 1 pag.41)

Capitolo tre: COMPAGNI D’AVVENTURA

Domande:

E se parlassimo di Fede?• Cosa ti ha colpito di più della testimonianza? in che modo la fede ha orientato la vita del testimone?• Quali valori sono emersi?li condivido?• Quali dubbi e difficoltà ha incontrato il testimone nel suo cammino di fede?quali fatiche incontro io?

Una vita da mediano - 9

Obiettivo:

Incontro un testimone importante conosciuto per aver fatto una scelta di fede di un certo spessore e che nel suo cammino può aver avuto dei dubbi e dei momenti di difficoltà.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Conoscendo alcuni testimoni della fede aprire l’ado al desiderio di perseguire la vita buona del Vangelo.

Obiettivo dell’incontro:

L’adolescente sarà invitato in prima persona a compiere un’esperienza concreta di fede vissuta.

Capitolo tre: COMPAGNI D’AVVENTURA

Dinamica breve:

L’animatore insieme agli ado prepara:• Una veglia di preghiera,• Luogo particolare della parrochia oppure in un luogo esterno alla parrocchia.

Dinamica lunga:

Uscita tipo pellegrinaggio o residenziale in un eremo o presso comunità monastiche del territorio che facciano testimonianza e condivisione di momenti di preghiera.

Pellegrinando - 10

Verifica:

Vedi griglia in allegato.

N.B.: In questo capitolo non è prevista la scheda ADO.

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Capitolo quattro

A VELE SPIEGATE

Finalità specifica:

Attraverso l’incontro con alcuni testimoni della fede aprire l’ado al desiderio di perseguire la vita buona del Vangelo.

Obiettivi specifici:

1. L’ado indagherà sul valore del credere nella realtà in cui vive.2. L’ado rifletterà su quali esperienze di fede può aver conosciuto nella sua vita.3. L’ado si confronterà con un’esperienza di vita (testimonianza) che avrà affrontato dubbi, fatiche, gioie e speranze realizzate nel proprio cammino di fede.4. L’ado sarà invitato in prima persona a compiere un’esperienza concreta di fede vissuta.

E adesso…scommettici la vita!Eccoci qua, giunti quasi al termine del sussidio, ma non per questo arrivati, anzi pronti a mettere in pratica quanto abbiamo maturato grazie a questo cammino compiuto insieme.Insomma, è proprio ora, che comincia il “bello”: il passare dalla teoria alla pratica, dai discorsi fatti in gruppo al provare ad attuarli nella vita di ogni giorno.Da questa ultima unità di lavoro, desidereremmo che l’Ado comprendesse che il Regno di Dio non è qualcosa di astratto e lontano, ma una realtà concreta e già presente in mezzo a noi, per la quale tutti dobbiamo metterci del nostro, per riuscire a migliorarlo, impegnandoci ciascuno secondo le nostre capacità ed i nostri carismi.Nella prima parte proveremo ad analizzare le modalità concrete a cui siamo chiamati per vivere la Fede scoperta durante il percorso che stiamo concludendo, e che ci vogliamo impegnare a far crescere.Nella seconda e terza parte l’Ado, memore di quanto maturato nel cammino fin qui compiuto, s’impegna a provar a vivere esperienze di servizio e preghiera all’interno della Comunità, insaporite dalla Fede che ci viene donata da Dio.Allora dai, rimbocchiamoci…mente, cuore e mani!!!

Buon cammino!!!

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Aiutare l’ado a comprendere che realizzare il Regno di Dio nella comunità è possibile, rispondendo così alla propria vocazione sui passi di Gesù.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado rifletterà a quale vocazione è chiamato a rispondere alla luce di quanto scoperto.

Capitolo quattro: A VELE SPIEGATE

Dinamica breve (60’):

Gli animatori rappresentano 3 possibili “vocazioni” (famiglia, volontariato, lavoro) attraverso delle scenette che evidenzino la loro scelta in base alle propensioni personali, la vocazione intesa come quell’ambito dove una persona può spendersi al meglio, dove può dare il meglio di sè.(10’)Al termine gli ado sono chiamati a scegliere quale tra queste realtà sentono più vicina a loro e nella quale possono giocarsi in prima persona per investire in modo efficace i talenti che sanno di possedere. A questo punto si formeranno 3 sottogruppi, nei quali si andrà a discutere la motivazione della scelta degli ado, cercando di far emergere la loro possibile vocazione cioè quello per cui al momento si sentono più portati. (10’).Successivamente si chiede agli ado di riflettere su come e quanto può influire la fede sulla loro vocazione, cercando di trasmettere che in questo ambito vocazione significa scegliere Cristo, partendo dalle piccole e concrete scelte di ogni giorno.Con l’aiuto di immagini e riviste ( che gli animatori procureranno) esprimeranno su un cartellone la vocazione scelta facendo emergere il valore aggiunto che da la vera fede, quello spessore in più che questa dona alle proprie scelte di vita (30’). Al termine ci si riunisce tutti e ogni gruppo spiegherà il significato del proprio cartellone agli altri (10’).

Domande:(vedi domande sulla scheda adolescente)

Dinamica lunga:

L’animatore proporrà ai ragazzi di organizzare qualcosa per gli altri come una festa, un aperitivo, una serata in compagnia... Premessa per fare tutto ciò: organizzare il tutto da cristiani! Un pre incontro può svolgersi ricercando nei Vangeli lo stile di Gesù nel fare le cose e cercando poi di orientare l’organizzazione dell’attività con questo stile.Organizzata e proposta l’attività l’incontro successivo a quest’evento verrà dedicato alla verifica/rilettura dove sarà fondamentale soffermar-si su come sono stati gestiti questi punti durante l’organizzazione:• Relazioni• Motivazioni• Organizzazione, suddivisione dei compiti, materiali, tempistiche, luoghi• Stile adottato

Domande utili per la discussione:• Vale la pena prendere come esempio Gesù e il suo stile? Perché?• Sei riuscito a seguire la scia di Gesù?• Sarebbe cambiato qualcosa se non avessi adottato questo stile?

Jesus Style - 11

Materiale:

Dinamica breve: Cartelloni, riviste, immagini, pennarelli, forbici, colla.Dinamica lunga: L’occorrente per quanto deciso con i ragazzi.

Verifica:

Vedi griglia in allegato.

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Approfondimenti per animatore:

Il NegozioBruno Ferrero

Un giovane sognò di entrare in un grande negozio. A far da commesso, dietro il bancone c’era un angelo. “Che cosa vendete qui?”, chiese il giovane. “Tutto ciò che desidera”, rispose cortesemente l’angelo. Il giovane cominciò ad elencare: “Vorrei la fine di tutte le guerre nel mondo, più giustizia per gli sfruttati, tolleranza e generosità verso gli stranieri, più amore nelle famiglie, lavoro per i disoccupati, più comunione nella Chiesa e... e...”. L’angelo lo interruppe: “Mi dispiace, signore. Lei mi ha frainteso. Noi non vendiamo frutti, noi vendiamo solo semi”.

Una parabola di Gesù comincia così: “Il regno di Dio è come la buona semente che un uomo fece seminare nel suo campo...”. Il Regno è sempre un inizio. Un minuscolo, quasi trascurabile inizio. Dio stesso è venuto sulla terra come un seme, un fermento, un minu-scolo germoglio. Un seme è un miracolo. Anche l’albero più grande nasce da un seme piccolissimo. La tua anima è un giardino in cui sono seminate le im-prese e i valori più grandi. Li lascerai crescere?

Vangelo:La parabola dei talenti Mt 23, 14-30

Per approfondire:http://www.thenjoy.tk

Jesus Style - 11

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Contenuti:

Se la nota dicesse: non è una nota che fa la musica …non ci sarebbero le sinfonieSe la parola dicesse: non è una parola che può fare una pagina …non ci sarebbero i libriSe la pietra dicesse: non è una pietra che può alzare un muro …non ci sarebbero le caseSe la goccia d’acqua dicesse: non è una goccia d’acqua che può fare il fiume …non ci sarebbe l’oceanoSe il chicco di grano dicesse: non è un chicco di grano che può seminare il campo …non ci sarebbe il paneSe l’uomo dicesse: non è un gesto d’amore che può salvare l’umanità …non ci sarebbero mai né giustizia né pace, né dignità né felicità nella terra degli uomini..Come la sinfonia ha bisogno di ogni notaCome il libro ha bisogno di ogni parolaCome la casa ha bisogno di ogni pietraCome l’oceano ha bisogno di ogni goccia d’acquaCome la messe ha bisogno di ogni chiccoL’umanità intera ha bisogno di te, qui dove sei, unico, e perciò insostituibile

Capitolo quattro: A VELE SPIEGATE

Domande:

• Quali talenti senti di possedere? Hai mai fatto delle scelte in base a questi?• E rispetto al tuo futuro, hai mai pensato a come poter investire in modo efficace i talenti che hai scoperto di possedere?• La tua fede, potrà aiutarti nella scelta di vita che andrai a fare? Sia dal punto di vista affettivo che lavorativo?• Il tuo essere cristiano potrà influire sul tuo modo di lavorare, di essere parte di una famiglia, di fare attività di volontariato etc..?

Jesus Style - 11

Obiettivo:

Sperimento soluzioni concrete per provare ad intraprendere/proseguire il mio cammino di fede.

Storia:

La nuvola e la duna(Bruno Ferrero)

Una nuvola giovane giovane (ma, è risaputo, la vita delle nuvole è breve e movimentata) faceva la sua prima cavalcata nei cieli, con un branco di nuvoloni gonfi e bizzarri. Quando passarono sul grande deserto del Sahara, le altre nuvole, più esperte, la incitarono: “Corri, corri! Se ti fermi qui sei perduta”. La nuvola però era curiosa, come tutti i giovani, e si lasciò scivolare in fondo al branco delle nuvole, così simile ad una mandria di bisonti sgroppanti. “Cosa fai? Muoviti!”, le ringhiò dietro il vento. Ma la nuvoletta aveva visto le dune di sabbia dorata: uno spettacolo affascinante. E planò leggera leggera. Le dune sembravano nuvole d’oro accarezzate dal vento. Una di esse le sorrise. “Ciao”, le disse. Era una duna molto graziosa, appena formata dal vento, che le scompigliava la luccicante chioma. “Ciao. Io mi chiamo Ola”, si presentò la nuvola. “Io, Una”, replicò la duna. “Com’è la tua vita lì giù?”. “Bé... Sole e vento. Fa un po’ caldo ma ci si arrangia. E la tua?”. “Sole e vento... grandi corse nel cielo”. “La mia vita è molto breve. Quando tornerà il gran vento, forse sparirò”.

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Preghiera:

“Signore, fa’ di me una lampada. Brucerò me stesso, ma darò luce agli altri”.

Jesus Style - 11

“Ti dispiace?”. “Un po’. Mi sembra di non servire a niente”. “Anch’io mi trasformerò preso in pioggia e cadrò. E’ il mio destino”. La duna esitò un attimo e poi disse: “Lo sai che noi chiamiamo la pioggia Paradiso?”. “Non sapevo di essere così importante”, rise la nuvola. “Ho sentito raccontare da alcune vecchie dune quanto sia bella la pioggia. Noi ci copriamo di cose meravigliose che si chiamano erba e fiori”. “Oh, è vero. Li ho visti”. “Probabilmente io non li vedrò mai”, concluse mestamente la duna. La nuvola rifletté un attimo, poi disse: “Potrei pioverti addosso io...”. “Ma morirai...”. “Tu però, fiorirai”, disse la nuvola e si lasciò cadere, diventando pioggia iridescente. Il giorno dopo la piccola duna era fiorita.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Aiutare l’ado a comprendere che realizzare il Regno di Dio nella comunità è possibile, rispondendo così alla propria vocazione nella seque-la di Gesù.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado sperimenterà soluzioni concrete per provare ad intraprendere/proseguire il suo cammino di fede.

Capitolo quattro: A VELE SPIEGATE

Dinamica (2h 10’):

Preparazione ambiente:abbiamo qui allegato la scheda di approfondimento del film “Un sogno per domani” per permettere agli animatori di averne una visione d’insieme, anche per facilitarne l’eventuale selezione delle scene in caso si scegliesse di presentarne una versione ridotta.E’ necessario procurare il film di cui sopra nonché tutto ciò che sia necessario per la visione assieme ai ragazzi (es.: videoproiettore, vide-oregistratore, lettore dvd…).Preparare la sala o la stanza dove avverrà la visione in maniera che i ragazzi non siano distratti (es. disposizione oppurtuna delle sedie…)

Diverse proposte:• Visione del film dalle 17.00 alle 19.00 con l’opportunità poi di cenare assieme (es.: pizzeria /cinese / tigelleria /convivialità in parrocchia…)• Una seconda proposta potrebbe essere quella di far visionare il film dopo cena. Facciamo attenzione in questo caso a non sforare con i tempi: il film dura 123 minuti. Una valida alternativa potrebbe essere scegliere le parti più salienti del film.

Questo incontro non prevede ulteriori approfondimenti in quanto il lavoro continuerà nell’incontro seguente.

Passa il favore - 12a

Materiale: Dvd , videoproiettore.

Verifica:

Oltre alla griglia in allegato puoi aiutarti con questa domanda:• Il film ha appassionato i ragazzi?

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Aiutare l’ado a comprendere che realizzare il Regno di Dio nella comunità è possibile, rispondendo così alla propria vocazione nella sequela di Gesù.

Obiettivo dell’incontro:

L’ado sperimenterà soluzioni concrete per provare ad intraprendere/proseguire il suo cammino di fede.

Capitolo quattro: A VELE SPIEGATE

Dinamica breve:

In questo incontro vogliamo recuperare: la mentalità corrente, la mentalità/valori che emergono dal film, la mentalità di Cristo.Dividere un grande cartellone in 3 colonne. All’inizio dell’incontro scrivete sulla prima colonna “cos’è importante per la gente”. Lasciate che i ragazzi dicano liberamente parole che si colleghino significativamente a ciò che avete scritto. Gestite gli interventi in maniera che abbiate il tempo di scriverli nella prima colonna. Quando ritenete che gli interventi siano sufficienti (massimo 5 minuti), interrompete. Scrivete ora sulla seconda colonna “quali valori principali emergono dal film” (facciamo naturalmente riferimento a quanto visionato nell’incontro prece-dente). Diamo pure il via ai ragazzi per “sparare” anche qui tutti i vocaboli che vengono loro in mente (sempre tempo massimo 5 minuti). Ora proviamo a scrivere sulla terza colonna “mentalità/valori di Gesù”. Ancora una volta attendiamo che i ragazzi esprimano i loro collegamenti attraverso delle parole significative e riportiamole quanto più fedelmente possibile (tempo massimo sempre 5 minuti). Questa è la classica tecnica del brain storming (letteralmente: tempesta di cervelli) che consiste proprio nel far esprimere le persone in maniera molto istintiva, immediata, quindi non lasciate che i ragazzi ci pensino troppo, lo stretto necessario.Terminato il cartellone fate partire la discussione in base a ciò che ne è uscito, si cerca di iniziare un dialogo su quali siano le differenze e le affinità tra le varie situazioni. Al termine cosegnate ai ragazzi la scheda ado e leggetela insieme.

Dinamica lunga:

Per prima cosa è bene ricordare, con un piccolo riassunto, la storia del film visto nell’incontro precedente. Fatto questo, si procede con il dividere i ragazzi in 3 gruppi omogenei per numero. Ad ogni gruppo viene assegnata uno di questi tre aspetti:• valori che emergono dalla nostra società, dalla quotidianità;• valori che emergono dal protagonista del film;• valori che emergono dai racconti del vangelo;Si chiede quindi ad ogni gruppo di organizzare in circa 30 minuti una scenetta (evitando di scopiazzare dal film) in modo tale da presentare poi agli altri gruppi il lavoro svolto, e presentare a tutti i valori che caratterizzano i tre aspetti. Dopo che ogni gruppo si è espresso, si cerca di iniziare un dialogo su quali siano le differenze e le affinità tra le varie situazioni, seguendo in partcolare la dinamica 1 e concludendo con quanto li indicato.

Guida per gli animatori:Nella prima colonna i ragazzi cercheranno di esprimere, se la frase da noi scritta avrà raggiunto l’obiettivo, i valori predominanti nella società di oggi. In realtà i valori passati dai mass-media sono quelli per tutti, ma le famiglie da cui provengono i ragazzi possono essere molto diverse fra loro ed i valori comunicati ai ragazzi altrettanto di conseguenza. Sarà comunque facile che in questa prima colonna le voci preponderanti siano: “consumismo”, “denaro”, “potere”, “bellezza”… Nella seconda colonna, se hai ragazzi sono stati attenti durante la visione del film, do-vrebbero venir fuori valori quali “gratuità”, “generosità”, “dono”… Per quanto riguarda la terza colonna, i ragazzi potrebbero trovarsi anche un po’ in difficoltà (soprattutto se estrapolate questa tecnica dal cammino di questo sussidio, ma vedrete che se riescono a sbloccarsi, i valori non si allontaneranno molto dalla seconda colonna. Fate ragionare i ragazzi su come Gesù abbia vissuto pienamente la propria vita per noi fino al pieno sacrificio (meglio ancora “dono”) di sé. Noi come cristiani (quindi discepoli di Gesù) possiamo prendere l’esempio del film come un primo esercizio per imparare a concretizzare piccole esperienze di dono gratuito. È la palestra dell’Amore, più si dona e più si prova gusto a donare, ma attenzione che il dono non si trasformi o si mascheri in forme di baratto o compravendita, queste ultime due non danno la stessa soddisfazione. Aiutati i ragazzi a saper cogliere, a percepire quel dolce solletico del cuore che nasce da questo tipo di azioni (tratto dai discepoli di Emmaus: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?”).

Passa il favore - 12b

Materiale: Cartelloni, penne.

Verifica:

Vedi griglia in allegato.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Contenuti:

Caro ado,magari a quest’età la parola vocazione ti sembra così lontana o così strana. Forse ti evoca solamente le suore o i preti e di conseguenza non ha niente a che fare con te e con la tua vita. Però ti sei mai fermato a pensare che vocazione non è solo questo?Ti assicuro che è molto di più, è la chiamata che Dio ci fa nella nostra vita! Il tuo cammino di fede è appena inizaito, non devi preoccuparti adesso di ciò che” diventerai da grande” però puoi inizare fin da subito ad ascolatare ciò che il Signore ti vuole dire sperimentandoti con la vita della tua comunità per provare a vedere cosa succede…fidati, avrai grosse sorprese.

Capitolo quattro: A VELE SPIEGATE

Domande:

• Qual’è, secondo te, il valore più importante per la società moderna? Qual’è il tuo valore più importante?• Quali sono i valori che emergono dal film, dal protagonista?• Quali i valori che la figura di Gesù propone nel vangelo?• Che differenze trovi tra quelli proposti da Gesù e quelli del film?

Passa il favore - 12b

Obiettivo:

Sperimento soluzioni concrete per provare ad intraprendere/proseguire il mio cammino di fede.

Storia:

Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio. Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno di quegli oggetti esposti. Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri.“E’ per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?”.Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese:“Quanti soldi hai?”.Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. e vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina.“Bastano?” disse con orgoglio. “Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c’è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per sè stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi”. L’uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l’astuccio. “Prendilo” disse alla bambina. “Portalo con attenzione”.La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo. Un’ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chio-ma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò:“Questa collana è stata comprata qui?”.“Si, signorina”.“E quanto è costata?”“I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me”.“Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo!”.Il gioielliere prese l’astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza.“Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva”.

L’amore è l’unico tesoro che si moltiplica per divisione: è l’unico dono che aumenta quanto più ne sottrai. E’ l’unica impresa nella quale più si spende, più si guadagna; regalalo, buttalo via, spargilo ai quattro venti, vuotati le tasche, scuoti il cesto, capovolgi il bicchiere e domani ne avrai più di prima.

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Preghiera:

La scalata della vita

La vita,per chi vuole viverla con purezzaè come una montagna altissimaimpossibile.Se vuoi scalarlaDevi scommettere la tua vitaE il SignoreNei tratt impossibiliSe tu non ti arrenderaiTi farà dei regali inaspettati.

(Ernesto Olivero)

Passa il favore - 12b

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Finalità:

Aiutare l’ado a comprendere che realizzare il Regno di Dio nella comunità è possibile, rispondendo così alla propria vocazione sui passi di Gesù.

Obiettivo dell’incontro:

L’adolescente sceglierà di vivere la fede. Farà esperienza di Chiesa: una comunità che attraverso la comunicazione diventa testimonianza di comunione.

Capitolo quattro: A VELE SPIEGATE

Dinamica breve:

Si prepara un cartellone con la griglia riportata di seguito. Gli ado, dopo un breve confronto, di comune accordo sceglieranno degli “appun-tamenti” per far sì che quanto appreso dal cammino fatto attraverso il sussidio, possa diventare quotidianità. Infatti la scelta di almeno tre mesi di impegno suddivisi in due incontri al mese è per aiutare l’ado a scoprire la preghiera come stile di vita.

Alcuni esempi di impegno potrebbero essere:• Veglia adolescenti• Celebrazioni varie (penitenziale,ecc)• Preparazione di momenti liturgici forti (Avvento, quaresima, corpus domini)• Via crucis animata (giovanile con canti e rappresentazioni)• Meditazione di testo biblico

Finita la compilazione, il cartellone verrà appeso nella stanza/sede dove si tiene il gruppo affinchè tutti gli ado possano vederlo e che sia verificabile la costanza nell’impegno preso.Coinvolgendo, quando possibile, la comunità parrocchiale.

Primo mese Secondo mese Terzo mese

Primo incontro

Secondo incontro

Passo dopo passo - 13

Materiale: Cartelloni, pennarelli.

Verifica:

Vedi griglia in allegato.

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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………

Contenuti:

Il cammino fatto si prolunga, in forme diverse, nel cammino che dobbiamo fare. Avremo però sempre bisogno della Parola che illumina, del Pane che nutre, del fratello con cui condividere l’Amore. Abbiamo una grande certezza: Dio è un Padre che ci ama e che ci chiama ad amarlo per essere veramente liberi. E’ una certezza che non può più abbandonarci, mentre ci avviamo verso nuove esperienze e nuove scelte. Gesù il Figlio di Dio fatto nostro fratello, ci accompagna con la forza del Suo Spirito, riempendo la nostra vita del suo Amore. (C.d.G 1 pag.346)

Non possiamo tacere, davanti a Te, il nostro timore:Che ne sarà del nostro futuro??Risponderà alla nostra buona volontà di oggi!??!Ancora una volta è Gesù, morto e risorto, il garante e la nostra guida.(C.d.G. 1 pag.342)

“Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto ed il vostro frutto rimanga” (Gv 15,16)

Capitolo quattro: A VELE SPIEGATE

Passo dopo passo - 13

Obiettivo:

Sono testimone perché scelgo di credere,cammino nella fede confrontandomi con gli adulti e con la comunità.

Storia:

L’adolescente scriveva i suoi propositi chino sul tavolo, mentre la mamma stirava la biancheria. «Se vedessi qualcuno in procinto di annegare», scriveva l’adolescente «mi butterei subito in acqua per soccorrerlo. Se si incendia la casa salverei i bambini. Durante un terremoto non avrei certo paura a buttarmi tra le macerie pericolanti per salvare qualcuno. Poi dedicherei la mia vita per aiutare tutti i poveri del mondo...». La mamma: «Per piacere, vammi a prendere un po’ di pane qui sotto». «Mamma, non vedi che piove?».

Quanti «vorrei» nella vita spirituale... Una bambina di 12 anni ha scritto: «Siamo noi gli uomini del futuro, tocca a noi migliorare la situazione. La cosa più grave è star lì a far niente, a guardare questo povero mondo che si sbriciola. Noi diciamo viva la pace e facciamo la guerra, abbasso la droga e ne aumentiamo il commercio, basta col terrorismo e uccidiamo i giusti. Però non è detto che a ciò non si possa mettere fine. Io volevo dire questo: se sei triste per l’odio nel mondo, non piangere e non perdere la speranza, ma fa’ qualcosa, anche di piccolo». Fa’ qualcosa, anche di piccolo...

Preghiera:

Padre,tu ci affidi il giorno,ogni giorno.Lo deponi nelle nostre maniaffinché noi lo rendiamobello,utile, ricco.

Padre,ogni giorno è un donoche Tu ci fai per la nostra gioia.Tu, infatti non hai bisogno di nienteperché non potresti essere più grande,perché non potresti essere più felice.

Il tuo unico desiderio è che noi siamo felici,ed è anche il nostro,Padre:

noi inseguiamo la felicità,la cerchiamo ovunque,a volte nei posti sbagliati,dove altri vogliono farcela vedere, ma dove non c’è e non possiamo trovarla.

Padre, aiutaci a riconoscere la vera gioia là dov’è:là dove sei tu nelle cose, nelle persone, nei fatti.Padre,aiutaci a conquistare la nostra gioia,perché ogni momento possiamo lodarti,perché ogni giorno possiamo ringraziarti.

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Allegati

MATERIALE PER L’APPROFONDIMENTOscheda 3

In questa prima parte del capitolo 11 di Giovanni traspare evidente l’umanità di Gesù che ama e soffre per i propri amici, come pure la sua vicinanza con Dio tanto da dominare la morte.

Vangelo di Giovanni Capitolo 11Risurrezione di Lazzaro

1 Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. 2 Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3 Le sorelle mandarono dunque a dirgli: “Signore, ecco, il tuo amico è malato”. 4 All’udire questo, Gesù disse: “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato”. 5 Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. 6 Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 7 Poi, disse ai discepoli: “Andiamo di nuovo in Giudea! ”. 8 I discepoli gli dissero: “Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo? ”. 9 Gesù rispose: “Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10 ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce”. 11 Così parlò e poi soggiunse loro: “Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo”. 12 Gli dissero allora i discepoli: “Signore, se s’è addormentato, guarirà”. 13 Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. 14 Allora Gesù disse loro apertamente: “Lazzaro è morto 15 e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui! ”. 16 Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui! ”. 17 Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. 18 Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia 19 e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. 20 Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21 Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22

Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”. 23 Gesù le disse: “Tuo fratello risusciterà”. 24 Gli rispose Marta: “So che risusciterà nell’ultimo giorno”. 25 Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo? ”. 27 Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”. 28 Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: “Il Maestro è qui e ti chiama”. 29 Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. 30 Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31 Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: “Va al sepolcro per pian-gere là”. 32 Maria, dunque, quando giunse dov’era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! ”. 33 Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34 “Dove l’avete posto? ”. Gli dissero: “Signore, vieni a vedere! ”. 35 Gesù scoppiò in pianto. 36 Dissero allora i Giudei: “Vedi come lo amava! ”. 37 Ma alcuni di loro dissero: “Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse? ”. 38 Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39 Disse Gesù: “Togliete la pietra! ”. Gli rispose Marta, la sorella del morto: “Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni”. 40 Le disse Gesù: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio? ”. 41 Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42 Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato”. 43 E, detto questo, gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori! ”. 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”.

Gesù intuendo il Suo destino, chiede al Padre ciò che umanamente si può chiedere: “liberaci dal male!”… sa che dovrà soffrire e affrontare la morte…Mt 26, 36-46 36 Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. 37 E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38 Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”. 39 E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu! ”. 40 Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? 41 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. 42 E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”. 43 E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. 44 E lasciatili, si allontanò di nuovo e

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pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45 Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: “Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. 46 Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina”.

Mc 14, 32-42 32 Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: “Sedetevi qui, mentre io prego”. 33 Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34 Gesù disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. 35 Poi, andato un pò innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora. 36 E diceva: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu”. 37 Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: “Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un’ora sola? 38 Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. 39 Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. 40 Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli. 41 Venne la terza volta e disse loro: “Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42 Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino”.

La nostra anima cerca la Sua presenza anche se fatichiamo a darGli un nome.

Fango (2008)

“Io lo so che non sono soloanche quando sono soloio lo so che non sono soloio lo so che non sono soloanche quando sono solosotto un cielo di stelle e di satellititra i colpevoli le vittime e i superstitiun cane abbaia alla lunaun uomo guarda la sua manosembra quella di suo padrequando da bambinolo prendeva come niente e lo sollevava suera bello il panorama visto dall’altosi gettava sulle cose prima del pensierola sua mano era piccina ma afferrava il mondo interoora la città è un film straniero senza sottotitolile scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoliil ghiaccio sulle cosela tele dice che le strade son pericolosema l’unico pericolo che sento veramenteè quello di non riuscire più a sentire nienteil profumo dei fiori l’odore della cittàil suono dei motorini il sapore della pizzale lacrime di una mamma le idee di uno studentegli incroci possibili in una piazzadi stare con le antenne alzate verso il cieloio lo so che non sono soloio lo so che non sono soloanche quando sono soloio lo so che non sono soloe rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fangoio lo so che non sono soloanche quando sono soloio lo so che non sono soloe rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fangola città un film straniero senza sottotitoliuna pentola che cuoce pezzi di dialoghicome stai quanto costa che ore sonoche succede che si dice chi ci credee allora ci si vedeci si sente soli dalla parte del bersaglioe diventi un appestato quando fai uno sbaglioun cartello di sei metri dice tutto è intorno a tema ti guardi intorno e invece non c’è nienteun mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli chehanno ancora il coraggio di innamorarsie una musica che pompa sangue nelle vene

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e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsismettere di lamentarsiche l’unico pericolo che senti veramenteè quello di non riuscire più a sentire nientedi non riuscire più a sentire nienteil battito di un cuore dentro al pettola passione che fa crescere un progettol’appetito la sete l’evoluzione in attol’energia che si scatena in un contattoio lo so che non sono soloanche quando sono soloio lo so che non sono soloe rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fangoio lo so che non sono soloanche quando sono soloio lo so che non sono soloe rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fangoe mi fondo con il cielo e con il fangoe mi fondo con il cielo e con il fango”

Lorenzo Jovanotti

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica (464-469)

III. Vero Dio e vero uomo 464 L’evento unico e del tutto singolare dell’Incarnazione del Figlio di Dio non significa che Gesù Cristo sia in parte Dio e in parte uomo, né che sia il risultato di una confusa mescolanza di divino e di umano. Egli si è fatto veramente uomo rimanendo veramente Dio. Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. La Chiesa nel corso dei primi secoli ha dovuto difendere e chiarire questa verità di fede contro eresie che la falsificavano. 465 Le prime eresie più che la divinità di Cristo hanno negato la sua vera umanità (docetismo gnostico). Fin dall’epoca apostolica la fede cristiana ha insistito sulla vera Incarnazione del Figlio di Dio “venuto nella carne” [Cf 1Gv 4,2-3; 2Gv 1,7 ]. Ma nel terzo secolo, la Chiesa ha dovuto affermare contro Paolo di Samosata, in un Concilio riunito ad Antiochia, che Gesù Cristo è Figlio di Dio per natura e non per adozio-ne. Il primo Concilio Ecumenico di Nicea nel 325 professò nel suo Credo che il Figlio di Dio è “generato, non creato, della stessa sostanza [“homousios”] del Padre”, e condannò Ario, il quale sosteneva che “il Figlio di Dio veniva dal nulla” [Concilio di Nicea I: Denz. -Schönm., 130] e che sarebbe “di un’altra sostanza o di un’altra essenza rispetto al Padre” [Concilio di Nicea I: Denz. -Schönm., 130]. 466 L’eresia nestoriana vedeva in Cristo una persona umana congiunta alla Persona divina del Figlio di Dio. In contrapposizione ad essa san Cirillo di Alessandria e il terzo Concilio Ecumenico riunito a Efeso nel 431 hanno confessato che “il Verbo, unendo a se stesso ipostaticamente una carne animata da un’anima razionale, si fece uomo” [Concilio di Efeso: ibid. , 250]. L’umanità di Cristo non ha altro soggetto che la Per-sona divina del Figlio di Dio, che l’ha assunta e fatta sua al momento del suo concepimento. Per questo il Concilio di Efeso ha proclamato nel 431 che Maria in tutta verità è divenuta Madre di Dio per il concepimento umano del Figlio di Dio nel suo seno; “Madre di Dio. . . non certo perché la natura del Verbo o la sua divinità avesse avuto origine dalla santa Vergine, ma, poiché nacque da lei il santo corpo dotato di anima razionale a cui il Verbo è unito sostanzialmente, si dice che il Verbo è nato secondo la carne” [Concilio di Efeso: ibid., 250]. 467 I monofisiti affermavano che la natura umana come tale aveva cessato di esistere in Cristo, essendo stata assunta dalla Persona divina del Figlio di Dio. Opponendosi a questa eresia, il quarto Concilio Ecumenico, a Calcedonia, nel 451, ha confessato: Seguendo i santi Padri, all’unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e di corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consostanziale a noi per l’umanità, “simile in tutto a noi, fuorché nel peccato” (Eb 4,15), generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi, per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo l’umanità.Un solo e medesimo Cristo, Signore, Figlio unigenito, che noi dobbiamo riconoscere in due nature, senza confusione, senza mutamento, senza divisione, senza separazione. La differenza delle nature non è affatto negata dalla loro unione, ma piuttosto le proprietà di ciascuna sono salvaguardate e riunite in una sola persona e una sola ipostasi [Concilio di Calcedonia: Denz. -Schönm., 301-302]. 468 Dopo il Concilio di Calcedonia, alcuni fecero della natura umana di Cristo una sorta di soggetto personale. Contro costoro, il quinto Concilio Ecumenico, a Costantinopoli, nel 553, ha confessato riguardo a Cristo: vi è “una sola ipostasi [o Persona].. ., cioè il Signore nostro Gesù Cri-sto, Uno della Trinità ” [Concilio di Costantinopoli II: Denz. -Schönm., 424]. Tutto, quindi, nell’umanità di Cristo deve essere attribuito alla sua Persona divina come al suo soggetto proprio, [Cf già Concilio di Efeso: Denz. -Schönm., 255] non soltanto i miracoli ma anche le sofferenze [Cf Concilio di Costantinopoli II: Denz. -Schönm., 424] e così pure la morte: “Il Signore nostro Gesù Cristo, crocifisso nella sua carne, è vero Dio, Signore della gloria e Uno della Santa Trinità” [Cf Concilio di Costantinopoli II: Denz.- Schönm., 424]. 469 La Chiesa così confessa che Gesù è inscindibilmente vero Dio e vero uomo. Egli è veramente il Figlio di Dio che si è fatto uomo, nostro fratello, senza con ciò cessare d’essere Dio, nostro Signore: “Id quod fuit remansit et quod non fuit assumpsit - Rimase quel che era e quel che non era assunse”, canta la Liturgia romana [Liturgia delle Ore, I, Ufficio delle letture di Natale, cf San Leone Magno, Sermones, 21, 2-3: PL 54, 192A]. E la Liturgia di san Giovanni Crisostomo proclama e canta: “O Figlio Unigenito e Verbo di Dio, tu, che sei immortale, per la nostra salvezza ti sei degnato d’incarnarti nel seno della santa Madre di Dio e sempre Vergine Maria; tu, che senza mutamento sei diventato uomo e sei stato crocifisso, o Cristo Dio, tu, che con la tua morte hai sconfitto la morte, tu che sei Uno della santa Trinità, glorificato con il Padre e lo Spirito Santo, salvaci!” [Liturgia bizantina, Tropario “O Monoghenis”].

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Allegati

IL PRENDERSI CURAscheda 7b

v. 29: “Volendo giustificare se stesso”. La Legge è giusta e vuole render giusti. Per questo non giustifica, ma accusa chi la conosce. Pone nell’alternativa di volersi giustificare o di essere giustificati da Dio. Il legista sceglie la prima soluzione. Gesù cercherà di farlo passare alla seconda, raccontando per lui, mezzo morto, questa parabola. “a me chi è vicino?”. Sembra che si possa tradurre meglio così la sua domanda. La risposta di Gesù la volge comunque in tal senso. Il problema del legista non è quello di individuare chi è da amare: tutti sono da amare, vicini e lontani (cf. 6,27-38).La questione non è “chi devo amare” (quis diligendus), bensì di “chi mi ama” (quis diligens). Infatti nessuno può amare né sé né l’altro né Dio se prima non ha sperimentato la vicinanza di chi lo ama. E’ da notare che lo sposo e la sposa del Cantico si chiamano reciprocamente col nome di “vicino”, tradotto in italiano con la parola “amico/a” (1,9.15; 2,2.10.13; 4,1.7; 5,2.16; 6,3s). Si potrebbe anche tradurre: “Chi è il mio amico, colui che ama e che amerò con tutto il cuore?”. Gesù ci presenta se stesso come il samaritano: “Questo è il mio diletto, il mio amico” (Ct 5,16).

v. 30: “Un uomo discendeva da Gerusalemme”. E’ il cammino di Adamo che va lontano e si nasconde da Dio. Se l’uomo è fuggiasco, il Figlio dell’uomo è pellegrino. Egli percorre la stessa strada, in senso inverso; è l’esule che torna in patria, perché ama e brama gli altri del Signore (Sal 84,3).“incappò nei briganti”. In questa fuga, l’uomo cade nelle mani del nemico, il menzognero e omicida fin dal principio, per la cui invidia entrò la morte nel mondo (Sap 2,24). La sua menzogna ci fa fuggire da Dio e quindi cadere nella morte. “spogliatolo”. Chi ha una cattiva opinione di Dio, non si accetta più come una sua creatura. Si sente quindi fragile e indifeso; avverte il proprio limite non più avvolto dal suo amore, ma aggredito da lui e insidiato dal bisogno. L’uomo non solo “ha” dei bisogni; “è” bisogno dell’Altro per essere se stesso: senza di lui, è spoglio di sé. “riempito di colpi”. La nudità non accettata è vulnerabilità. Il nostro limite diventa mancanza di vita e prodromo di morte, che di continuo ci colpisce in attesa del colpo finale. “si allontanarono”. Il nemico, una volta colpito, se ne va. Ha raggiunto il suo fine, che è semplicemente quello di nuocere, per invidia (Sap 2,24). “lasciandolo semimorto”. L’uomo, che non accetta di essere creatura di Dio, vive il vuoto di se stesso, l’angoscia e la paura della morte (cf. Eb 2,14ss). Con-duce una vita mezza morta, che poi sarà morte piena.

v. 31: “ un sacerdote discendeva in quella stessa via”: Il sacerdote è il custode della Legge. Qualunque religione ne presenta una, come via per raggiungere Dio e così guarire dal male di vivere. Ma nessuna legge è in grado di fare ciò! Infatti se è sbagliata, accresce il male e ce lo fa pagare; se è giusta, lo denuncia e ce ne fa soffrire! Per questo anche il sacerdote “discende” da Gerusalemme, si allontana da Dio seguendo la “stessa via” di ogni uomo. “vistolo”. La Legge evidenzia la caduta dell’uomo, “vede” il male nella sua malizia. Senza Legge infatti il peccato resta occulto. “Ma, sopraggiunto il comanda-mento, il peccato ha preso vita, e io sono morto; la Legge che doveva servire per la vita, è divenuta per me motivo di morte” (Rm 7,9s). “deviò oltre”. La legge vede, ma non provvede. Anzi denuncia e segrega il male, descrivendo un cerchio di isolamento attorno al malato. Dicendo che bisogna andare oltre, lo uccide sanzionandone la morte!

v. 32: “similmente, anche un levita”. Il levita è l’addetto al culto. Si ribadisce che nessuna legge e nessun culto, per quanto giusti, sono in grado di salvare l’uo-mo. Giungono sul luogo del male, toccano il problema, fanno la diagnosi precisa e lo lasciano com’era, per di più con la cattiva coscienza! D’altronde questa è la loro funzione, per altro positiva e necessaria, di distinguere il bene dal male, il puro dall’impuro. Se si fermassero per solidarizzare e aiutare cesserebbero di essere ciò che sono: dichiarazione del male e dell’impuro. E sarebbe peggio, perché dominerebbe la stupidità di chi non distingue la destra dalla sinistra: la semplice animalità, mossa dal bisogno e dal piacere immediato, diventerebbe legge, senza più il minimo di ragionevolezza. La denuncia del male è pedagogo a Cristo (Gal 3,24).

v. 33: “un samaritano”. E’ una persona non gradita ai custodi della Legge e del tempio. Rappresenta l’empietà pagana nel cuore di Israele. E’ Gesù, che dalla Samaria ha indurito il volto verso Gerusalemme (9,51). Egli è “mangione e beone”,trasgredisce la Legge dei padri (7,34; cf. Dt 21,20), bestemmia (5,21), mangia e beve con i peccatori e i pubblicani (5,30; 15,1s), tocca il lebbroso e si lascia toccare dalla peccatrice (5,13; 7,36ss), ha cambiato la legge di santità e la perfezione di Dio in misericordia per tutti i miseri (6,36)! A buona ragione lo chiamano: “Samaritano” (Gv 8,48). Non conosce la spada dei cherubini che gli vietano l’accesso al volto di Dio (Gn 3,24)? “viaggiando”. Egli sta andando in direzione opposta all’uomo che scende da Gerusalemme: compie il viaggio dalla Samaria a Gerusalemme, nel quale si svolge la seconda parte del Vangelo. E chi è costui che ascende, se non “ il Figlio dell’uomo che è disceso” (Gv 3,13)? Egli infatti è disceso in tutte le zone di perdizione, le Samarie dell’uomo, per condurre gli esuli in patria, portando a tutti l’amore del Padre. In lui, che si fa carico di noi, entriamo come figli nel Padre. La sua danza per la compiacenza del Padre di avere a casa tutti i figli (10,21s), passa attraverso la sua passione di Figlio perduto e ritrovato, morto e tornato in vita! Il suo viaggio a Gerusalemme è l’esodo di cui parlano con lui Mosè ed Elia sul monte della trasfigurazione (9,30s). “venne presso di lui”. La carne di Gesù è la venuta di Dio a visitare il suo popolo. Viene a noi, perché noi non possiamo andare a lui. In lui vediamo, ascoltiamo e tocchiamo l’amore del Padre per il Figlio rivolto a noi, suoi fratelli perduti.“visto”. E’ la stessa azione del sacerdote e del levita. Ma là fu inefficace: solo constatò e sanzionò il male. Qui invece è come l’occhio del Dio dell’esodo: “Vide” la miseria del suo popolo, “conobbe” i suoi dolori e “scese” per liberarlo (Es 3, 7ss).“si commosse”. E’ la caratteristica fondamentale di Dio: le sue viscere materne si muovono di commozione alla vista del male dell’uomo, suo figlio, che non può non amare. Il viaggio del samaritano – la missione di Gesù – è la compassione stessa di Dio per i suoi figli. Questa espressione, oltre che a Gesù quando “vede” la vedova madre del figlio morto (7,13), è applicata al padre del figlio perduto, quando lo vede tornare da lontano (15,20). L’occhio e il cuore del Padre è lo stesso del samaritano, il Figlio che si perde per amore dei fratelli.

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v. 34: “avvicinatosi” (alla lettera: “fattosi avanti”). Dio si fa avanti: si candida nostro prossimo, vuol restarci vicino nel nostro male. Fa il contrario del sacerdote e del levita. Se il figlio cade nel burrone, il padre scende a cercarlo. Se case nel pozzo e l’acqua gli arriva sopra la testa, si mette sotto di lui. Il farsi vicino è una decisione del cuore buono. L’occhio cattivo vede e devia; l’occhio buono vede e si avvicina.“fasciò le sue ferite”. Attraverso le ferite si perde il sangue; la vita; come l’emorroissa. La vicinanza e il tocco della sua carne rimarginano la ferita mortale dell’uomo.“versando sopra olio e vino”. Gesù ci cura con l’olio, che fa splendere il volto (Sal 104,15). E’ la sua parola, il cui ascolto fa risplendere sul nostro il suo volto. Luca pone in stretta connessione ascolto della Parola e guarigione (6,18). Come il male viene dall’ascolto della menzogna, così la salvezza dell’ascolto della verità. Se la disobbedienza produsse la morte, Gesù, Parola fatta carne e obbedienza al Padre fatto uomo, ci ridona la vita. Quest’olio è anche l’unzione della sua umanità che guarisce la nostra disumanità. Il vino è il dono del suo Spirito, l’ebbrezza della nuova vita dei figli.“caricatolo su ciò che si era acquistato”. La parola greca, più che “giumento” (cf. At 23,24), indica “proprietà, bene acquistato”. E cos’è che si è acquistato a caro prezzo (1Cor 6,20; 7,23), se non il proprio corpo? Infatti gli costò tutto ciò che era, lo “svuotamento” e la rinuncia alla forma di Dio per prendersi quella del servo (Fil 2,6ss): da ricco che era si è fatto povero, per acquistare un corpo su cui caricare il peso della nostra miseria e arricchirci con la sua povertà (2Cor 8,9). Questo “giumento” è l’umanità di Gesù, la sua miseria di piccolissimo e di servo ( 9,48; 22,27), l’asinello su cui il “Signore” fece l’ingresso nel suo regno ( 19,38 = 2,14!). Infatti egli “portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce”, perché noi vivessimo (1Pt 2,24). Veramente la sua umanità, nuda e ferita a morte, si è caricata di ogni nostra spogliazione e percossa. La croce di Gesù è il luogo in cui Dio si fa prossimo a noi, nella nostra stessa maledizione. Noi la meritiamo e non la vogliamo; lui non la merita, ma la vuole per starci vicino. Luca ci presenta un messia crocifisso, giusto giustiziato (cf. 23,50): è l’Emmanuele, che vuol subire la nostra stessa condanna per stare con noi, perché ci vuol bene. Così ci è aperto il Regno (23,40ss). “lo condusse nel tutti-accoglie”. L’albergo che “accoglie-tutti” è figura di Gesù che, nel suo cammino a Gerusalemme, raccoglie e ospita tutti gli esclusi dalla Legge e dalla vita. Dopo la sua dipartita e nell’attesa del suo ritorno, è anche figura della comunità di coloro che fanno come lui. E’ la casa di Maria ( 10,38ss) posta tra Gerico e Gerusalemme, dove è accolto lui stesso, povero e pellegrino. Lì i fratelli si raccolgono nel Figlio, lo ascoltano e imparano a dire: “Abbà” (cf. 11,1ss). In questa casa chiunque è nel bisogno trova ospitalità, pagata in anticipo dal samaritano. In essa, accogliendo il fratello nel bisogno, si accoglie colui che si è fatto piccolissimo, schiacciato da tutta la debolezza del mondo. Nel fratello bisognoso si accoglie il proprio Signore generoso. Nessun male escluderà mai dall’accoglienza. Nella croce del Figlio ha già trovato rifugio tutto il male del mondo. Ogni miseria sarà solo misura della misericordia.

“e si prese cura”. Il verbo esprime, nella sua forma greca (aoristo), la cura che Gesù si è accollato nel tempo determinato della sua vita terrena. Dopo di lui, e come lui, faranno nel suo nome quelli che da lui sono stati curati: diventeranno “albergatori”, ossia “tutti-accoglienti” (vedi Paolo in At 28,30s).

v. 35: “l’indomani”. Il soggiorno del Samaritano con noi fu breve. “Oggi domani e dopodomani bisogna che io vada per il mio cammino” dice Gesù, “il terzo giorno avrò finito” (13,33.32). Il primo giorno è quello della preparazione e della realizzazione della sua venuta: si estende dalla creazione alla sua ascensione, che la conclude. Il secondo giorno è tutto il tempo che segue: il tempo della chiesa che ascolta e vive nella storia il suo oggi. Il terzo sarà il giorno senza fine della gloria, quando sopraggiungerà. In questi tre giorni, che abbracciano tutto il tempo, egli è sempre in cammino. Nell’eucaristia ci è donato di riviverli: proclamando la sua morte, viviamo nel secondo il primo giorno; annunciando la sua risurrezione, nell’attesa della sua venuta, anticipiamo con trepidazione la festa del terzo.“due denari”. Prima di andarsene, il Samaritano ci ha lasciato ciò con cui vivere, oggi e domani: la capacità di amare. Dopo che lui ci ha amati per primo, anche noi ora possiamo amare Dio e il prossimo, e così ereditare la vita (vv. 28.25). I due denari, oltre che i due comandamenti, possono rappresentare anche le promesse e il compimento, la legge e l’evangelo. Certamente Gesù ha pagato di persona tutto il prezzo dell’amore del Padre e dei fratelli. E’ quanto basta per vivere fino al suo ritorno.“Prenditi cura”. Questi due denari li spendiamo prendendoci cura del prossimo, amandoci come e perché lui ci ha amati. Questo “prendersi cura” è la missione della chiesa che continua quella del samaritano ormai assente. È l’ordine di Gesù (vv. 28.37).“quanto spenderai di più”. Il sovrappiù verrà abbondantemente ripagato al suo ritorno. L’amore deve moltiplicarsi e produrre frutto come il denaro investito. Chi non l’investe perde tutto (cf. la parabola delle mine: 19,11ss). Infatti chi accetta di essere amato e perdonato, a sua volta ama e perdona (11,4). Se siamo generosi nel dispensare quanto ci è stato dato, siamo accolti nelle dimore eterne (16,1-11). Donando, ci viene data la nostra vera ricchezza (16,12): diventiamo come lui, misericordiosi come il Padre (6,36). Questo è il frutto centuplo della Parola (8,8.15).“al mio sopraggiungere”. Il suo sopraggiungere non sarà quello del ladro indesiderato, ma del Signore atteso, che viene a servirci nel banchetto del Regno (12,35-48; cf. 17,7ss; 22,27). “Sopraggiungere” in Luca è usato solo qui e in 19,15. Indica il ritorno del Messia, investito della sua autorità regale. Ritornerà all’improvviso per dare il premio ai suoi servi fedeli che hanno fatto fruttare le mine ricevute. È la sua seconda venuta, nella gloria.“renderò a te”. Questa restituzione è insieme un dono e un debito di giustizia (2Tm 4,8): è il premio che la sua promessa ha stabilito per chi vince. Il premio è un debito, perché è dovuto secondo la promessa a chi l’ha meritato; ma è anche un dono, perché sorpassa ogni merito. Infatti la sua promessa è più grande di ogni fama (Sal 138,2). Questo dono è Dio stesso che si offre come premio a chi lo accoglie. È la grande “mercede”, la “misura” sovrabbondante data a chi dona per amore (6,35.38).

v. 36: “Chi...vicino?”. Il vicino nel v. 27 è colui che bisogna amare come se stesso. Qui il vicino è colui che mi ama più di se stesso: è il Signore. Se lui mi è cosi vicino, e mi ha amato e ha dato se stesso per me, anch’io posso amarlo con tutto il cuore e vivere per lui, che è morto per me (Gal 2,20).Vedere in Gesù l’amore del Padre per me è il vangelo, passaggio della lettera che uccide allo Spirito che dà vita (2Cor 3,6). Gesù è il Dio che si è fatto prossimo all’uomo, per amarlo ed essere riamato. Beati quindi gli occhi che vedono il Samaritano, e ascoltano il lui la tenerezza di Dio!

v. 37:“Chi fece misericordia”. “Far misericordia”, sintesi di tutta l’azione storica di Dio verso l’uomo (cf. Sal 136), è il senso della missione di Gesù. Egli infatti “passò benedicendo e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui” (At 10.38). Con lui è scesa sulla terra la misericordia stessa del Padre. Vicino a ogni uomo che scende da Gerusalemme c’è ormai uno che vede e fa misericordia. Ora anche il legista, vedendolo e sentendolo, è in grado non solo di sapere cosa “è scritto”, ma anche di “riconoscerlo” realizzato (cf. vv. 26; 4,16-21). La Legge si fa vangelo sotto i suoi occhi.“Va’, e anche tu fa’ lo stesso”. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi (1Gv 4,16). Questo ci fa uomini nuovi , capaci di metterci in cammino (“va’”) e compiere la sua stessa missione (“fa’ lo stesso”). Durerà fino alla fine del tempo, quando tutti i fratelli saranno portati nel pandocheion. Allora sarà il ritorno in gloria del Figlio, ancora perduto e da ritrovare tra gli ultimi fratelli perduti. Egli infatti è il primo che si è fatto ultimo di tutti, l’unico che non volle restare solo, per essere il primogenito tra numerosi fratelli (Rm 8,29).Ora anche il legista, che ha chiesto :”a me chi è vicino?”, sa la risposta. Vicino a lui, mezzo morto sulla strada che scende da Gerusalemme, c’è uno. Come Paolo, può vedere in lui la compassione di Dio che lo porta al pandocheion. Da lì può partire e fare altrettanto, dando ciò che lui stesso ha ricevuto. I vari personaggi del racconto, anche i più disparati, alla fine sono le mille sfaccettature di un unico colto bellissimo e misterioso: quello del Figlio che è lo stesso del Padre. Dio è realmente tutto in tutti attraverso la misericordia. Il rapporto chiesa-mondo è definito da queste parole di Gesù, che invia la chiesa a continuare la sua stessa missione di Samaritano: “Va’, e anche tu fa’ lo stesso”.

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LETTERA PER GLI ADOscheda 8

Ciao ragazzi,mi chiamo Giacomo, ho 22 anni e una vita abbastanza normale. Che poi, cosa vuol dire normale? Studio giornalismo e faccio il pendolare su e giù da Milano; di sera lavoro in una pizzeria per essere un po’ autonomo; ho tanti amici con i quali condivido la mia vita; mi piace la musica e leggo tanti libri. La mia vita, come quella di tanti, è ed è sempre stata piena di momenti belli e momenti più tristi. Una matassa densa di fatti, avvenimenti e persone che sono arrivate alcune per restarci a lungo, altre per andarsene dopo un poco, che comunque l’han-no indirizzata, condizionata e resa ciò che è ora. Come dicevo ho ventidue anni, una vita davanti e alcune certezze. Ora ve la racconto.Sono cresciuto in un paese fuori Verona, in una famiglia stupenda. Io, mia mamma e mio papà. Dei primi anni ho pochi ricordi, un po’ offuscati dal tempo. Ma ogni tanto alcune immagini ritornano: fotogrammi presi da stralci della mia infanzia. Ricordo l’asilo con le suore, le recite di fine anno con il caldo e le estati al mare. Ricordo l’odore della vecchia Golf e le canzoni che cantavamo in macchina noi tre. Come spesso succede però la vita ti mette davanti delle prove da superare. Una continua sfida per vedere se sei all’altezza.Il 31 luglio del 1995 avevo sei anni e sarei andato in prima elementare a settembre. Era una giornata limpida e come spesso succedeva facevamo gite in montagna con tanti amici. La montagna era e nella mia storia sarà sempre il luogo della pace e della vita anche se i fatti di quel giorno forse possono farvi credere diversamente. Arrivati al rifugio, dopo un buon pranzo siamo ripartiti con il tempo in cambiamento. In montagna, sulle Dolimiti, succede spesso. Parti col sole e torni con una pioggia scrosciante. Noi bambini con le mamme siamo tornati per un sentiero, i papà su un’altro, un po’ piu difficile. Ricordo solo tre parole che mio papà mi ha detto prima di partire: “Ci vediamo dopo”. Le ricordo in modo così nitido e chiaro anche perché ora sono scritte su un piccolo pezzo di marmo col suo nome molti metri più sotto, nel punto in cui è caduto. Quel giorno di tanti anni fa l’ho perso per sempre. Ho tanti flash di quel giorno. L’arrivo, l’elicottero giallo che passa sopra di noi, il mio zainetto trovato all’arrivo che, ironia della sorte, mi era caduto dalla seggiovia salendo verso il sentiero. La mia vita, da quel giorno d’estate ha preso una piega diversa. Ogni tanto mi chiedo come sarei ora se il mio papà ci fos-se ancora. Che giovane sarei? Come la penserei su tante cose? Domande per lo più inutili. La mia vita risente molto di una mancanza, uno scarto, un gradino mancante, nonostante l’ottimo lavoro che mia mamma ha fatto con me. Nonostante la sua grandissima forza di volontà, nonostante il suo coraggio, la sua dedizione al lavoro e alla nostra piccola famiglia. A tante persone è successa una cosa simile a quella che è capitata a me e le reazioni sono diverse per ognuno. Io mi sono trovato ad essere un bambino di colpo senza papà con dalla mia parte però l’aiuto di tante persone, e anche, di qualcosa in più.Mi facevo spesso una domanda: “Signore, perché è successo questo alla mia famiglia? Perché ? Perché? Perché?”. La doman-da più difficile a cui rispondere in assoluto. La domanda che comporta sempre più problemi. La mia risposta a quel perché è stata semplice e complessa insieme. Semplice in quegli anni in cui mi bastavano le parole della mia mamma “Il signore l’ha voluto più vicino a se, ora è la”. Ma è diventata più complessa man mano che crescevo, man mano che le domande, come sempre succede, si facevano più pressanti, costanti e ostinate nella mia testa. Ero cresciuto in un attimo. In una giornata ero diventato un bambino responsabile con addosso un peso che mi ero scelto di portare senza dirlo a nessuno. Il peso di una responsabilità verso un adulto, la mia mamma. Ora non so quanto sia servito, quanto sia stato utile ma sentivo davvero di doverla proteggere. Ciò che so è che molte scelte, anche piccole che facevo, dipendevano sempre dal peso che avevo sulle spalle. Tornavo a casa prima la sera, rimanevo con lei. Sapevo che il dolore nel suo cuore era cento volte più grande del mio. Aveva perso l’uomo della sua vita, l’amore della sua vita. Ricordo la solidarietà degli amici, l’aiuto di persone che tutt’ora sono parte della mia vita e che non ne usciranno più. Ricordo quegli anni e tutti i cambiamenti che sono avvenuti con un sorriso perché dopotutto ora sono qui, sto bene, la mia mamma anche. La cicatrice brucia e brucerà sempre ma la vita corre e noi non ci tiriamo indietro.In quegli anni ho cominciato ad andare al catechismo con i miei amici di sempre. Alle medie, anche grazie a persone stupen-de che hanno incrociato la mia strada, professori e amici, ho cominciato a pormi di fronte ai miei interrogativi ancora senza risposta in modo intransigente, categorico, ricercando risposte chiare. Queste risposte, che adesso sono le mie certezze sono arrivate tutte anche grazie al dialogo con Dio. Con la preghiera, con lo scontro.Vi chiederete come si può scontrarsi con Dio e la mia risposta è semplice. Non accontentarsi ma provare sempre a capire. C’è un ordine. Nulla succede per caso e ve lo garantisco prima o poi ne avrete la prova concreta.

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Qualche anno dopo, appena iniziato il liceo classico ho cominciato a frequentare i gruppi adolescenti. Un periodo poco felice forse, ma nel quale continuavo dentro di me a covare le risposte alle domande a cui nessuno mi aveva mai risposto. C’erano ancora dei perché nella mia testa. I gruppi adolescenti mi hanno aiutato a sciogliere tanti dubbi che avevo. Se ripenso alle serate con gli Ado ricordo grandi discussioni che finivano anche dopo il termine della serata e che si trascinavano anche la volta dopo. Durante quelle discussioni ho capito quanto davvero contano il confronto e l’apertura agli altri. Ho capito quanto conta nella vita non ascoltare solo la propria voce ma fermarsi e stare in silenzio per ascoltare quella degli altri e , soprattutto quella di Dio. Ora so che la mia storia, quel giorno di fine luglio ha determinato la persona che sono ora. Ogni scelta, ogni decisione impor-tante è passata dal dialogo con Dio e ovviamente, come tanti anni prima mi avevo detto mia mamma, con il mio papà che era là, seduto con lui a guardarmi. Una presenza che ho sempre sentito in modo forte, anche con gli alti e bassi di un’adolescenza turbolenta fatta degli infinti problemi che tutti, anche voi credo, bene conoscete. Ho sentito in modo tangibile la sua presenza, l’ho toccata con mano, l’ho vissuta. La preghiera in tutto questo è stata fondamentale. Il mio rapporto con Dio è cresciuto lentamente ed esponenzialmente.Tutto questo, alla fine del percorso dei gruppi adolescenti, mi ha portato a scegliere di diventare un animatore. Facevo già da qualche anno l’animatore nel campeggio estivo della parrocchia, un luogo stupendo che racchiude, in quella piccola valle con le tende, alcuni tra i ricordi più belli della mia vita. Animavo i bambini delle elementari e solo dopo un paio d’anni ho deciso che ero pronto ad affrontare una sfida più impegnativa, quella che vivo tutt’ora e cioè quella di animatore dei gruppi adolescenti. E’ un impegno che dura tutto l’anno e che da, credetemi, soddisfazioni grandissime. Vedo nei ragazzi che ho davanti l’ado-lescente che ero qualche anno fa e appena parte una discussione faccio fatica a trattenermi dall’inserirmi come ero abituato stando dall’altra parte. E’ un servizio, una testimonianza, un continuo mettersi in gioco. Provo in tutti i modi a comunicare loro la cosa più importante che ho imparato in questi anni e cioè che il rapporto con Dio, che a tanti fa paura perché non l’hanno mai cercato, è qualcosa di unico nel suo genere. E’ un dialogo d’amore nel quale ci si può lasciare andare senza paura. E’, almeno per me, il momento in cui ci svuota di tutto quanto. E’ catarsi e liberazione, purificazione e tranquillità.Adesso che è passato tanto tempo da quel giorno in montagna posso dire con sicurezza tre cose. La prima è che è fondamen-tale cercare le risposte ai perché della vita e non portarsi dietro questioni irrisolte. Tutto torna prima o poi. La seconda è che mi sento davvero testimone di qualcosa e questo qualcosa è un messaggio. Ognuno di noi, che abbia avuto una vita facile o meno facile, può trovare pace e verità nel confronto con Dio. La terza e ultima è quella che le unisce tutte. Perché non è detto che l’incontro con Dio debba succedere durante il catechismo o durante i gruppi adolescenti. Può succedere sempre, basta lasciare la porta aperta, o se è chiusa, avere la forza di aprirla. Perché, come ho imparato sulle Dolomiti molti anni fa, e con questo vi saluto, un “Ci vediamo dopo” non è per forza una chiusura definitiva, ma un regalo, una possibilità in più.

Giacomo

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UN SOGNO PER DOMANIscheda 12a

Scheda Film:

UN SOGNO PER DOMANI

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Titolo originale Pay It ForwardPaese USAAnno 2000Durata 122 minColore coloreAudio sonoroGenere drammatico, romanticoRegia Mimi LederSceneggiatura Catherine Ryan Hyde (libro), Leslie DixonFotografia Oliver StapletonMontaggio David RosenbloomMusiche Thomas NewmanScenografia Mark Friedberg

Interpreti personaggiHaley Joel Osment Trevor McKinneyHelen Hunt Arlene McKinneyKevin Spacey Eugene SimonetJay Mohr Chris ChandlerJames Caviezel JerryJon Bon Jovi Mr. McKinneyMarc Donato GraceNico Matinata AdamZack DuhameLoren D. Baum

« Questo sono io, e queste sono tre persone, a cui darò il mio aiuto, ma deve essere qualcosa di importante, una cosa che non possono fare da sole, perciò io la faccio per loro... e loro la fanno per altre tre persone... »(Trevor McKinney, presenta alla lavagna la sua idea)

--------Un sogno per domani (Pay It Forward) è un film del 2000 diretto da Mimi Leder, ispirato al libro La formula del cuore di Catherine Ryan Hyde.--------

TRAMA:Trevor è un bambino molto intelligente di undici anni che vive una vita difficile con la madre ex alcolizzata di nome Arlene in un modesto quartiere di Las Vegas. La donna durante il giorno lavora come cameriera in un locale di striptease e casinò. Il padre, invece, violento nei

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confronti di lei e con problemi di alcolismo, è sempre assente.Trevor vive una sorta di confuso idealismo, finché un giorno a scuola alla prima lezione del corso di scienze sociali arriva il professor Eugene Simonet che lo stimola a mettere in moto l’innata bontà d’animo.Il professore ad una lezione domanda in maniera critica alla classe: “Vi piace il mondo così com’è?”. Da quell’istante Trevor idealizza un modo per cambiare in meglio il mondo e comincia a compiere delle buone azioni, chiedendo a chi le riceve di compiere a loro volta un importante favore a tre persone differenti.Trevor allora per il suo primo favore si dedica ad una persona in difficoltà, un poverotossicodipendente che decide di portare a casa, dandogli ospitalità. Il tossicodipendente si sdebiterà aggiustando il motore dell’automobile ad Arlene. Arlene, dal canto suo, ricevuto il favore dallo sconosciuto, decide di passarlo a sua madre, anch’essa barbona e alcolizzata, che non vede da più di tre anni. E così questo meccanismo dal nome “passa il favore” prende vita e in breve tempo si espande a macchia d’olio fino a raggiungere le più grosse città statunitensi. Finché un giorno un giornalista decide di indagare sulla vicenda per scoprire la fonte di tanta bontà.Trevor, nel frattempo, insiste nelle buone azioni e, dopo aver capito lo stato di necessità e solitudine in cui incorrono la madre e il professore, decide di farli incontrare. I due in effetti incominciano a frequentarsi, ma Eugene, che ha sempre vissuto da solo portandosi nella mente e nel corpo i traumi dell’infanzia dovuta ad un padre violento, al momento di stringere un vero legame con la donna si defila. A peggiorare la situazione c’è il ritorno del padre, che rientra a casa e dà sfogo al proprio carattere iracondo e violento.La mamma però trova la forza per cacciare il marito. Così Trevor cerca di riportare a casa propria Eugene. Intanto il giornalista indaffarato a ricostruire la “catena della bontà” incontra prima un ricco imprenditore, poi un delinquente e, infine, giunge sulle tracce della nonna di Trevor. Da lì il passo è breve e, ricostruita l’intera catena, individua il primo anello della catena in Trevor e decide di intervistarlo.L’episodio permette a Eugene e Arlene di riunirsi, concretizzando così la seconda buona azione di Trevor. Ma il terzo favore conduce il ra-gazzino verso un destino infausto. Infatti, Trevor interviene in una rissa in difesa di un compagno di classe ma sfortunatamente ha la peggio e muore accoltellato.

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scheda 1

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Scheda di verifica

COS’È?

È lo sguardo globale: aspetti positivi, problematici, negativi; senza giudicare.• Descrive il vissuto personale e quello del gruppo;• Da un’interpretazione dei fatti, delle interazioni, delle connessioni tra conoscenze ed esperienza;• Dice l’importanza che l’apprendimento ha per i soggetti.

Resistenze:• Dubbio che la verifica sia una perdita di tempo• Paura di scoprire ciò che non è ben riuscito• Non sapere come fare• Domanda di fondo sulla valutabilità della fede

Vantaggi:- interesse ad essere efficaci (tempo guadagnato)- questione di onestà e di rispetto verso le persone- conversione evangelica: una catechesi è cristiana, se mette in discussione.

PERCHÉ VALUTARE?

Vantaggi per:

Destinatari• Aiuto ad autovalutarsi• Permette di identificare i risultati ottenuti• Permette di conoscere il proprio modo relazione, i ritmi di apprendimento, i talenti

Animatori• Aiuto a migliorarsi• Modificare il contenuto di un’attività o di una serie di incontri• Migliora gli strumenti pedagogici, i metodi, il clima• Perfeziona i suoi interventi.

COSA VALUTARE (ambiti)?

per areesapere = conoscenzesaper fare = competenze, abilità, comportamentisaper essere = atteggiamenti

ASPETTI PRINCIPALI: tema - finalità - raggiungimento degli obiettivi - soddisfazione dei soggetti - metodi impiegati - modo di intervenire - clima che si è stabilito - ritmi, orari, ambiente - modo di utilizzare i talenti e le risorse disponibili nel gruppo.

QUANDO VALUTARE (momenti)?all’inizio: valutazione di tipo diagnostico; “cosa sanno i membri del gruppo rispetto a quello che si vuole proporre?”. Ciò si avvicina molto al rilievo dei bisogni. durante: valutazione intermedia per confermare o modificare il cammino.alla fine: valutazione finale o sommativa.

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