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Studio Tecnico Michele Per.Ind. Modolo Progettazione Impianti Tecnologici Via G. Marconi 19 - 33070 - Caneva PN Phone: +39 0434 1750002 Fax: +39 0434 1750001 Mobile: +39 340 6606627 E-mail: [email protected] Skype contact: Studio Tecnico Michele P.I. Modolo P.I.: 01647630936
Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 1
1. Oggetto ................................................................................................................................................. 2 2. Zone Territoriali Omogenee influenti sul PRIC ..................................................................................... 2 3. Apparecchi illuminanti e sostegni ......................................................................................................... 3 4. Criteri di scelta sul tipo di sorgenti luminose ........................................................................................ 5
4.1. Cromaticità della luce ....................................................................................................................... 5
4.2. Le sorgenti luminose previste .......................................................................................................... 6
5. Classificazione illuminotecnica delle aree ............................................................................................ 8 5.1. Classificazione delle strade .............................................................................................................. 8
5.2. Classificazione ambiti particolari .................................................................................................... 12
5.3. Illuminazione monumentale ........................................................................................................... 17
5.4. Illuminazione sportiva ..................................................................................................................... 17
6. Indicazioni per la sostenibilità e il risparmio energetico ..................................................................... 18 6.1. Adeguamento di impianti esistenti mediante l’installazione di lampade a LED ............................. 18
6.2. Riqualificazione di porzioni di impianti con apparecchi al sodio ad alta pressione ........................ 19
6.3. Riqualificazione di porzioni di impianti mediante adeguamento dell’installazione ......................... 20
7. Il telecontrollo e la telegestione degli impianti .................................................................................... 21 8. La pianificazione degli interventi ......................................................................................................... 23 9. I nuovi impianti previsti ....................................................................................................................... 24 10. L’analisi dei rischi e le priorità di intervento.................................................................................... 26 11. Modifica della rete elettrica esistente ............................................................................................. 28 12. Analisi economica ed energetica ................................................................................................... 29
12.1. Analisi economica ...................................................................................................................... 29
12.2. Analisi energetica ....................................................................................................................... 31
13. Indice di prestazione energetica degli impianti di illuminazione .................................................... 32
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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 2
1. Oggetto
La presente relazione descrive le modalità di classificazione delle strade e degli ambiti particolari
secondo la normativa vigente, in particolare secondo la norme UNI 11248 e UNI EN 13201 per
l’illuminazione esterna e UNI12193 per l’illuminazione sportiva; descrive altresì la pianificazione
degli interventi inseriti nel PRIC.
2. Zone Territoriali Omogenee influenti sul PRIC
Le Zone Territoriali Omogenee (ZTO) di cui al Piano Regolatore Comunale (PRG) del Comune che
interessano il PRIC sono indicate nella tabella seguente, nella quale vengono indicati i tipi di
traffico (veicolare/ciclabile/pedonale) che sono stati utilizzati in aggiunta alla definizione della
viabilità fornita dall’Ufficio Tecnico Comunale e che dovranno in futuro essere considerati per la
classificazione definitiva in fase di progettazione degli stralci di lavori:
ZTO DESTINAZIONE PRG TIPO DI TRAFFICO AI FINI
ILLUMINOTECNCI
A Zone di interesse storico e artistico, centri storici Traffico misto (veicolare/pedonale)
B Aree residenziali Traffico veicolare a bassa densità
C Aree miste (residenziale/presenza attività
commerciali/presenza di attività artigianali e uffici)
Traffico veicolare di media densità in tratti di collegamento tra punti diversi del
territorio
D Aree industriali/artigianali/direzionali
Traffico veicolare a media o alta densità, anche di tipo pesante, con flussi di traffico
variabili a seconda del momento della giornata o del giorno della settimana
(feriale o festivo)
E Zone agricole o di interesse agricolo paesaggistico
Traffico veicolare a bassa densità, anche di tipo pesante, con flussi di traffico
variabili a seconda del momento della giornata o del giorno della settimana
(feriale o festivo), traffico ciclabile
H Zone commerciali
Traffico veicolare a media o alta densità, anche di tipo pesante, con flussi di traffico
variabili a seconda del momento della giornata o del giorno della settimana
(feriale o festivo)
P Zone pubbliche per attrezzature e servizi collettivi
(parcheggi) Traffico pedonale e veicolare solo per
attività di parcheggio
P Zone pubbliche per attrezzature e servizi collettivi
(parchi pubblici/aree a verde ecc.) Traffico prevalentemente pedonale
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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 3
A qualsiasi cambio di destinazione d’uso delle aree verrà applicato il PRIC nei termini sopra
esposti.
3. Apparecchi illuminanti e sostegni
Il PRIC, nella previsione dei corpi illuminanti, adotta le linee guida della norma UNI 10819 e della
Legge Regionale n° 15/07, indirizzando la scelta su apparecchi certificati di tipo CUT-OFF, in grado
di contenere l’emissione luminosa entro i 90°.
Questo tipo di apparecchi assicura un elevato controllo dell'abbagliamento e consente di ottenere
una distribuzione luminosa ottimale in funzione della destinazione dell'area urbana considerata.
Nella scelta dei componenti è stato fatto riferimento oltre che alla normativa nazionale, anche alle
prescrizioni dettate dall’art. 8 della L.R. 15/07, in particolare al comma 2, lettere:
a) costituiti da apparecchi illuminanti, aventi un'intensità luminosa massima di 0 cd per 1.000
lumen a 90° e oltre, con un rendimento di almeno il 55 per cento;
b) equipaggiati di lampade al sodio ad alta e bassa pressione, ovvero di lampade con almeno
analoga efficienza in relazione allo stato della tecnologia e dell'applicazione e una
temperatura di colore massima pari a 4000 K;
c) realizzati in modo che le superfici illuminate non superino il livello minimo di luminanza
media mantenuta o di illuminamento medio mantenuto previsto dalla CEN/TR 13201-1, o,
in assenza di norme di sicurezza specifiche, non superino 1 cd/mq; i valori minimi di
sicurezza possono venire superati con una tolleranza del 15 per cento;
d) provvisti di appositi dispositivi in grado di ridurre, entro le ore ventitre nel periodo di ora
solare ed entro le ore ventiquattro nel periodo di ora legale, l'emissione di luci degli
impianti in misura non inferiore al 30 per cento rispetto al pieno regime di operatività; la
riduzione non va applicata solo qualora le condizioni d'uso della superficie illuminata siano
tali che la sicurezza ne venga compromessa; la riduzione di luminanza in funzione dei livelli
di traffico è obbligatoria per i nuovi impianti d'illuminazione stradale.
La stabilità dei pali deve essere conforme alla norma UNI EN 40-5 "Pali per illuminazione pubblica -
Specifiche per pali per illuminazione pubblica di acciaio".
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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 4
La loro scelta deve essere fatta in modo che possano inserirsi in modo armonioso nell’ambiente di
installazione.
Le figure seguenti riassumono le modalità di non corretta e di corretta installazione degli
apparecchi illuminanti.
INSTALLAZIONI NON CONFORMI
INSTALLAZIONI CONFORMI
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4. Criteri di scelta sul tipo di sorgenti luminose
4.1. Cromaticità della luce
L’apparenza cromatica di un oggetto dipende dalle caratteristiche cromatiche e di riflessione
dell’oggetto stesso e dalle peculiarità della sorgente luminosa che lo sta illuminando.
Il cambiamento della tonalità di colore della luce influenza pertanto l’apparenza cromatica degli
oggetti illuminati.
Esistono dei limiti entro i quali i fotorecerettori dell’organismo umano riescono a compensare
questi cambiamenti fornendo un’apparenza cromatica degli oggetti secondo l’aspettativa della
persona, oltrepassati i quali la risposta a oggetti e ambienti illuminati risulta considerevolmente
alterata.
Le luci apparentemente bianche si inseriscono in realtà in una gamma di varianti, influenzate dalla
quantità delle tre componenti fondamentali (rosso, verde e blu); prendendo come riferimento il
sole a mezzogiorno, esso si presenta come una sorgente luminosa ideale, la sua luce è
perfettamente bilanciata e contiene le componenti fondamentali in quantità praticamente uguali
con il risultato di una luce bianca; considerando però la luce del sole al mattino o alla sera
l’apparenza degli oggetti muta sensibilmente.
Tale mutazione è dovuta al diverso bilanciamento dei colori primari nell’emissione luminosa, se la
predominanza dello spettro luminoso è dei colori blu si parla di “luce a tonalità fredda”, se la
predominanza dello spettro luminoso è dei colori rosso/arancio/giallo si parla di “luce a tonalità
calda”.
Analogamente al sole, anche le sorgenti luminose elettriche per natura costruttiva presentano
diverse tonalità di luce.
Parallelamente al concetto di tonalità di colore della sorgente luminosa si pone il concetto di
indice di resa cromatica dei colori (Ra). Tale indice viene indicato come il grado di accordo tra il
colore psico-fisico di un oggetto illuminato dalla sorgente luminosa in prova rapportato al colore
dello stesso oggetto illuminato dalla sorgente luminosa di riferimento, in altre parole l’indice Ra
indica il grado di restituzione dei colori caratteristico della sorgente luminosa, è quindi un valore
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numerico da 0 a 100. Quanto più tale indice si avvicina a 100, tanto maggiore è l’attitudine della
sorgente luminosa a consentire l’apprezzamento delle sfumature di colore.
La sorgente luminosa é uno dei componenti elettrici fondamentali che determina il rendimento
dell'impianto, misurabile dal grado di benessere o comfort visivo che l'illuminazione assicura agli
utenti e dal rapporto tra energia assorbita ed il flusso luminoso emesso (efficienza luminosa),
pertanto nella scelta di una sorgente luminosa è necessario valutare le caratteristiche della
sorgente utilizzata quali l'indice di resa cromatica, la temperatura di colore, l'efficienza luminosa e
il costo della lampada stessa.
4.2. Le sorgenti luminose previste
Come detto, la sorgente luminosa è uno dei componenti elettrici fondamentali che determina il
rendimento dell'impianto, misurabile dal grado di benessere o comfort visivo che l'illuminazione
assicura agli utenti e dal rapporto tra energia assorbita ed il flusso luminoso emesso (efficienza
luminosa).
Pertanto nella scelta occorre valutare attentamente, in relazione all’ambiente di installazione, le
caratteristiche della lampada utilizzata quali la potenza assorbita, l'indice di resa cromatica, la
temperatura di colore, l'efficienza luminosa e il costo della lampada stessa, mirando ad ottenere
impianti efficienti, oltre che dal punto di vista illuminotecnico, in particolare sotto l’aspetto
energetico, utilizzando sorgenti ad elevata efficienza luminosa (lm/W).
L’illuminazione pubblica stradale deve permettere agli utenti della strada di circolare nelle ore
notturne con facilità e sicurezza, l’analisi delle esigenze visive che caratterizzano le diverse
categorie di utenti costituisce pertanto una condizione necessaria per uno sviluppo corretto dello
studio illuminotecnico.
Per l’automobilista si tratta di percepire distintamente, localizzandoli con certezza ed in tempo
utile, i punti singolari del percorso (incroci, curve, ecc.) e gli ostacoli eventuali. Per il pedone, sono
essenziali la visibilità distinta dei bordi del marciapiede, dei veicoli e degli ostacoli nonché l’assenza
di zone d’ombra troppo marcate.
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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 7
Il PRIC deve prendere in considerazione non solo la sicurezza, sia delle installazioni sia nei
confronti del traffico veicolare, ma anche il pregio di ambienti particolari e caratteristici, quali
centri storici, luoghi di interesse ecc..
In base alla destinazione d’uso dell’area, si possono distinguere diversi tipi di necessità e
opportunità in fatto di colore della luce:
- Zone a traffico veicolare esterne a centri storici o di pregio: essendo i requisiti da
soddisfare prevalentemente legati alla sicurezza del traffico veicolare, sono adatte fonti
luminose anche con basso indice di resa cromatica (es. lampade al sodio ad alte pressione
con Ra = 20); sono altresì adatte lampade con resa cromatica superiore e temperatura di
colore naturale (fino a 4000° K)
- Zone di pregio: si preferiscono fonti luminose con indice di resa cromatica superiore (Ra >
80), in quanto garantiscono una migliore resa dei colori naturali, a luce calda (3000 °K)
perchè rendono l’ambiente di notte più piacevole e accogliente.
- Zone a traffico misto (veicolare/ciclabile/pedonale): si preferiscono fonti luminose con
indice di resa cromatica superiore (Ra > 60), in quanto garantiscono una migliore resa dei
colori naturali, possibilmente a luce calda (3000 °K) perchè rendono l’ambiente di notte più
piacevole e accogliente; sono altresì adatte comunque lampade con indice di resa
cromatica inferiore (Ra > 20), oppure con indice di resa cromatica superiore e luce naturale
(fino a 4000° K).
In ogni caso sono prescritti, per i progetti futuri e per le varie ZTO individuate, i seguenti valori di
temperatura di colore, indice di resa cromatica e tipologia di lampade:
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ZTO DESTINAZIONE PRG TEMP. DI COLORE INDICE Ra NOME
A Centri storici MAX 3200° K >80 LED
IOD
B Aree residenziali 2800° K – 4000° K Ra > 20
SAP
LED
IOD
C Aree miste (residenziale/presenza attività
commerciali/presenza di attività artigianali e uffici)
2800° K – 4000° K Ra > 20
SAP
LED
IOD
D Aree industriali/artigianali/direzionali 2800° K – 4000° K Ra > 20
SAP
LED
IOD
E Zone agricole o di interesse agricolo paesaggistico MAX 3200° K Ra > 80 LED
IOD
H Zone commerciali 2800° K – 4000° K Ra > 20
SAP
LED
IOD
P Zone pubbliche per attrezzature e servizi
collettivi(parcheggi) 2800° K – 4000° K Ra > 20
SAP
LED
IOD
P Zone pubbliche per attrezzature e servizi collettivi
(parchi pubblici/aree a verde ecc.) MAX 3200° K Ra > 80
LED
IOD
Le prescrizioni contenute nella tabella di cui sopra sono da ritenersi vincolanti.
Eventuali deroghe dovranno essere concesse dall’Ufficio Tecnico Comunale.
Fatti salvi i casi in cui gli impianti sono già adeguati o è possibile adeguarli solo con la sostituzione
della fonte luminosa esistente con altra della stessa tipologia a potenza minore, nel caso di
adeguamento di impianti esistenti oppure per impianti di nuova realizzazione il PRIC punta a
sfruttare la tecnologia LED, per i motivi esposti ai capitoli seguenti.
5. Classificazione illuminotecnica delle aree
5.1. Classificazione delle strade
Il Piano Regolatore dell’Illuminazione Comunale prende in considerazione le norme tecniche
applicabili (UNI 11248 e UNI EN 13201) e i provvedimenti di legge (L.R. 15/07), al fine di
determinare la classificazione illuminotecnica dell’intero territorio comunale.
Classificazione della viabilità come segue:
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C: strada extraurbana secondaria
Fe: strada extraurbana locale
E1: strada urbana interquartiere
E2: strada urbana di quartiere
F1: strada interzonale primaria
F2: strada interzonale secondaria
F3: strada interzonale complementare
F4: strada urbana locale
Strada privata di interesse pubblico
I dati sopra espressi costituiscono la base di partenza per la classificazione illuminotecnica.
Dal prospetto 1 della norma UNI 11248 si individua il tipo di strada, determinando la categoria
illuminotecnica di ingresso.
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In base ai dati forniti dal Comune, le categorie individuate sono le seguenti:
- C: strada extraurbana secondaria, limite di velocità 70/90 km/h, categoria illuminotecnica
di ingresso ME2;
- C Fe: strada extraurbana locale, limiti di velocità: 50/70 km/h, categoria illuminotecnica di
ingresso ME2;
- F: strada urbana di quartire, limite di velocità 50 km/h, categoria illuminotecnica di
ingresso: ME3b;
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- F1: strada interzonale primaria, limiti di velocità: 70/90 km/h, categoria illuminotecnica di
ingresso ME2;
- F2: strada interzonale secondaria, limiti di velocità: 70/90 km/h, categoria illuminotecnica
di ingresso ME2;
- F3: strada interzonale complementare, limite di velocità 50 km/h, categoria illuminotecnica
di ingresso: ME3b;
- F4: strada urbana locale, limite di velocità 50 km/h, categoria illuminotecnica di ingresso:
ME3b.
Dopo aver individuato la categoria illuminotecnica di ingresso, si effettua l’analisi dei rischi
secondo il prospetto 3 della norma UNI 11248:
Tale prospetto fornisce i vari parametri di influenza che possono interessare le aree ed essere in
grado di determinare variazioni alla categoria illuminotecnica di riferimento, giungendo alla
categoria illuminotecnica di progetto.
Tale categoria è quella utilizzata per la classificazione illuminotecnica finale e per le verifiche di
rispondenza degli impianti.
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Nei parametri di rischio sono considerati i valori dei flussi di traffico massimi nelle varie vie (forniti
dall’Ufficio Tecnico Comunale) e le conseguenti variazioni rispetto alle portate nominali di cui al
DM 5/11/2001.
Eventuali variazioni ai flussi di traffico (ad esempio negli orari notturni), potranno determinare nei
progetti esecutivi ulteriori categorie di esercizio.
Le classificazioni sono funzionali al PRIC ed hanno lo scopo di fornire una linea guida per la
realizzazione e la messa a norma degli impianti di illuminazione.
Ogni stralcio esecutivo dovrà comunque essere soggetto a progettazione, previa obbligatoria
valutazione delle condizioni dell’area e analisi dei rischi da parte del progettista.
5.2. Classificazione ambiti particolari
Per gli ambiti particolari la classificazione viene effettuata a completamento della classificazione
stradale.
Trattasi di tutte quelle zone in cui per la conformazione dell’area non sono applicabili le classi di
luminanza ME, in alternativa alle quali si applicano le categorie di illuminamento CE ed S di cui alla
norma UNI EN 13201-2 (es. rotatorie, parcheggi, parchi pubblici ecc.).
La classificazione di tali aree è elaborata prendendo come riferimento la categoria illuminotecnica
di progetto della strada più adiacente ed eseguendo una ulteriore valutazione dei parametri di
influenza (valutazione dei rischi, ad esempio presenza di zone di conflitto).
Non sembra esserci nei vari ambiti un particolare rischio di aggressione (ad esempio parcheggi o
parchi pubblici); in caso nei progetti esecutivi venga determinato tale rischio occorrerà individuare
le corrispondenti categorie di illuminamento semicilindrico (EV) necessarie per il riconoscimento
dei volti.
Le classi CE, S vengono scelte per corrispondenza rispetto alla categoria stradale di progetto,
secondo i prospetti della norma UNI EN 13201-2 e successivamente all’analisi delle influenze
esterne.
Di seguito sono riportati i prospetti della norma contenenti le categorie illuminotecniche, i relativi
valori e le modalità di confronto tra categorie.
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Gli ambiti particolari classificati sono individuati nell’apposito elaborato grafico.
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DEFINIZIONI:
- tipo di utente;
categoria di persone o di veicoli presenti in una zona di circolazione pubblica all’esterno
- traffico motorizzato;
veicoli con propulsore a motore diverso dai veicoli lenti sotto descritti
- veicoli lenti;
veicoli con propulsore a motore od a trazione animale ed animali montati, con velocità limitata a
40 Km/h
- ciclisti;
persone su velocipede o su ciclomotore con velocità limitata a 50 Km/h
- pedoni;
pedoni a piedi o su sedia a rotelle
- velocità tipica dell’utente principale;
velocità stimata dell’utente principale per lo spazio preso in considerazione
- luminanza media mantenuta (Lm);
zona di studio nella quale si incrociano dei diversi flussi di traffico motorizzato o si sovrappongono
delle zone frequentate da diversi tipi di utenti
- traffico giornaliero medio (TGM);
traffico totale su un dato periodo, durante tutta la giornata, diviso per il numero di giorni inclusi in
detto periodo
- difficoltà del compito di navigazione;
Livello di impegno da parte dell’utente, dipendente dalle informazioni che riceve, necessario per
scegliere la direzione e la corsia, e per mantenere o cambiare velocità e posizione sulla
carreggiata.
Nota. La guida visiva fornita dalla strada fa parte di queste informazioni.
- complessità del campo visivo
È l’insieme di tutti gli elementi, luminosi e visivi, presenti nel campo visivo dell’utente della strada
che fuorviano, distraggono, disturbano o infastidiscono l’utente.
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Nota. Anche se la guida visiva fornita dalla strada e dall’ambiente circostante è adeguata, alcuni
elementi possono rendere difficoltosa la percezione di oggetti ad elevata priorità, quali semafori e
altri utenti che cambiano direzione. Esempi di tali elementi sono edifici illuminati, cartelloni
pubblicitari, insegne luminose, l’illuminazione di impianti sportivi .
- luminanza media della superficie della strada (di una carreggiata);
indica il valore che assume la luminanza media (espressa in cd/m2) del manto stradale nelle
condizioni più sfavorevoli di invecchiamento e insudiciamento dell'impianto di illuminazione
- rapporti di uniformità - generale (U0);
indica il rapporto fra la luminanza minima e media su tutta la strada
- rapporti di uniformità - longitudinale (UL);
indica il rapporto fra la luminanza minima e massima lungo la mezzaria di ciascuna corsia
- incremento relativo della soglia di percezione (Ti);
misura della perdita di visibilità a causa dell’abbagliamento debilitante dei centri luminosi di una
installazione di illuminazione pubblica
- rapporto di contiguità (SR);
rapporto tra l’illuminamento medio delle fasce situate appena all’esterno delle carreggiata e
l’illuminamento medio delle corsie situate appena all’interno del bordo della carreggiata
- categoria illuminotecnica;
categoria che identifica una condizione di illuminazione in grado di soddisfare i requisiti per
l’illuminazione di una data zona di studio
- categoria illuminotecnica di esercizio;
categoria illuminotecnica che descrive la condizione di illuminazione prodotta da un dato impianto
in uno specifico istante della sua vita o in una definita o prevista condizione operativa
- categoria illuminotecnica di progetto;
categoria illuminotecnica ricavata, per un dato impianto, modificando la categoria illuminotecnica
di riferimento in base al valore dei parametri di influenza considerati nella valutazione del rischio
- categoria illuminotecnica di riferimento;
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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 17
categoria illuminotecnica determinata, per un dato impianto, considerando esclusivamente la
classificazione delle strade
5.3. Illuminazione monumentale
Per l’illuminazione monumentale non esistono norme unificate, ci si deve quindi affidare a degli
standard attendibili e verificati derivanti da prescrizioni CIE e sintetizzati nella tabella seguente:
Materiale della facciata
Illuminamento (lux) Fattori di correzione
Luminosità ambiente Tipo lampada Stato della superficie
Bassa Media Alta Mercurio, Alogenuri
Sodio Poco
sporco Sporco
Molto sporco
Pietra chiara, marmo bianco
20 30 60 1 0.9 3 5 10
Pietra media, cemento, marmo chiaro
40 60 120 1.1 1 2.5 5 8
Pietra scura, granito grigio, marmo scuro
100 150 300 1 1.1 2 3 5
Mattoni gialli 35 50 100 1.2 0.9 2.5 5 8
Mattoni marrone chiaro
40 60 120 1.2 0.9 2 4 7
Mattoni marroni, granito rosa
55 80 160 1.3 1 2 4 6
Mattoni rossi 100 150 300 1.3 1 2 3 5
Mattoni scuri 120 180 160 1.3 1.2 1.5 2 3
Calcestruzzo 60 100 200 1.3 1.2 1.5 2 3
Alluminio non trattato
200 300 600 1.3 1 1.5 2 2.5
Tinte scure 120 180 360 1.3 1 1.5 2 2.5
Tinte medie 40 60 120 1.2 1 2 4 7
Tinte pastello 20 30 60 1.1 1 3 5 10
Resta inteso che l’illuminazione monumentale dovrà rispettare quanto previsto dalla L.R. 17/09.
5.4. Illuminazione sportiva
La norma per la classificazione illuminotecnica degli impianti sportivi è la UNI EN 12193, oltre che a
prescrizioni aggiuntive federazioni e organismi specifici, come ad esempio le prescrizioni del CONI.
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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 18
Qualunque nuovo impianto o riqualificazione di impianto esistente dovrà essere classificato e
realizzato secondo suddetta norma, a seconda delle caratteristiche, della presenza o meno di
riprese televisive, al livello di competizione e comunque partendo dalla scelta della classe di
illuminazione secondo la tabella di partenza indicata al prospetto 1 della norma:
6. Indicazioni per la sostenibilità e il risparmio energetico
6.1. Adeguamento di impianti esistenti mediante l’installazione di lampade a LED
La scelta di consigliare gli apparecchi a LED è giustificata dalla convenienza economica, oltre che di
risparmio energetico, nel medio periodo, in quanto a fronte di un maggior costo di acquisto
iniziale permettono grazie ad una minore potenza assorbita di abbattere i costi di esercizio.
E’ evidente che nei casi in cui sono installati apparecchi già conformi alla L.R. 15/07, per i quali è
sufficiente modificare l’inclinazione e/o agire sulla fonte luminosa sostituendola con una a potenza
minore, sostituire tali apparecchi con altri a LED sarebbe controproducente e privo di sostenibilità
economica.
Nei casi invece di impianti obsoleti che necessitano di adeguamento il LED presenta una serie di
innegabili vantaggi:
- Riduzione drastica dei costi di manutenzione;
- Possibilità di controllo interno (dimmerazione punto-punto), con maggior facilità di
telecontrollo e telegestione grazie a driver integrati negli apparecchi (è possibile
programmare la regolazione del flusso punto per punto in base alle situazioni di traffico e
del momento);
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Piano regolatore per l’Illuminazione Comunale (PRIC) 19
- Elevata vita utile e basso indice di mortalità.
Inoltre il LED, essendo dotato di una luce chiara con indice di resa cromatica Ra > 60, permette in
conformità alla norma UNI 11248 di declassare, sempre che la valutazione dei rischi lo consenta,
l’area di una categoria illuminotecnica, consentendo la riduzione della potenza da installare.
Allo stato attuale della tecnologia gli apparecchi a LED hanno raggiunto un notevole livello di
affidabilità, sia in termini di riduzione dell’indice di mortalità sia in termini di distribuzione
luminosa e rendimento ottico.
Infatti, il LED ha raggiunto oggi un livello di efficienza luminosa dell’ordine dei 130 lm/W e gli
apparecchi per illuminazione stradale e urbana hanno raggiunto rendimenti ottici superiore al
limite minimo del 55% imposto Legge Regionale 15/07, in molti casi anche vicini al 100%.
Gli apparecchi a LED avranno driver con dimmerazione pre-programmata, oppure programmabile
da remoto, in base alla scelta dell’Amministrazione comunale di dotarsi o meno di un sistema di
telecontrollo e telegestione dei punti luce.
6.2. Riqualificazione di porzioni di impianti con apparecchi al sodio ad alta pressione
Alcune porzioni di impianti obsolete, nei casi in cui allo stesso quadro sono collegati centri
luminosi al sodio ad alta pressione non conformi alla L.R. 15/07 per installazione ma che possono
essere adeguati in quanto dotati di apparecchi di tipo cut-off (come si vedrà meglio al paragrafo
successivo), potranno essere riqualificate con nuovi apparecchi al sodio ad alta pressione, purche il
loro rendimento sia superiore al limite della L.R. 17/05.
Il PRIC considera in questi casi l’installazione di nuovi regolatori di flusso, rispettando il vincolo
imposto dalla L.R. 15/07 all’art. 8 comma 2 lettera d), oltre a garantire una migliore sostenibilità
ambientale ed economica degli interventi.
Quando la soluzione adottata sarà di questo tipo, nel caso di linee miste sodio – LED si procederà
come segue:
- impianti misti sodio – LED con le due tipologie di fonti alimentate da linee indipendenti: in
tale caso le linee di alimentazione delle linee a LED saranno svincolate dall’uscita del
regolatore (i LED non sono compatibili con la riduzione di tensione);
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- impianti misti sodio – LED con linee miste: ove non sia possibile, per la conformazione
dell’architettura di rete, suddividere i due tipi di fonti su linee diverse, le stesse potranno
essere collegate sulla stessa linea, prevedendo per i LED appositi driver in grado di sentire
la riduzione della tensione elettrica imposta dal regolatore e variare di conseguenza la
corrente di alimentazione dei LED, mantenendo invariata la regolazione punto – punto
degli stessi.
6.3. Riqualificazione di porzioni di impianti mediante adeguamento dell’installazione
Come anticipato al paragrafo precedente, gli impianti presentano alcune situazioni in cui il
complesso illuminante non è rispondente ai criteri contro l’inquinamento luminoso e di efficienza
di cui alla L.R. 15/07 (apparecchi cut-off installati inclinati rispetto all’orizzonte).
In tali situazioni le prestazioni illuminotecniche sono prevalentemente idonee e si potrà procedere
all’adeguamento degli impianti mediante orientamento dell’apparecchio o installazione su
sbraccio/sbraccetto con inclinazione a 0°.
E’ il caso prevalente dei numerosi apparecchi tipo Fael mod. Mira VTP: tale modello, pur essendo
fuori produzione è certificato di tipo cut-off da ben prima dell’entrata in vigore della L.R. 15/07,
purchè installato a 0°; inoltre ha la peculiarità di assumere l’inclinazione di 10° se installato a testa
palo, mentre se installato su sbraccio laterale assume l’inclinazione dello sbraccio stesso.
Pertanto la soluzione proposta è quella di modificare tali installazioni rimontando gli apparecchi su
sbraccio laterale.
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7. Il telecontrollo e la telegestione degli impianti
Viste le opere di riqualificazione previste interessanti in modi diversi gran parte del parco
apparecchi esistente, può essere opportuno pensare di dotare gli impianti di un sistema di
telecontrollo e telegestione punto-punto, in grado di indicare puntualmente ed in tempo reale lo
stato di funzionamento di ogni punto luce e di forzarne lo stato.
I vantaggi di un sistema di questo tipo sono importanti, quali principalmente:
- Controllo costante del livello di qualità dell’impianto, con segnalazione tempestiva e
localizzazione certa ed immediata di eventuali guasti o malfunzionamenti;
- conseguente ottimizzazione dei costi di manutenzione;
- possibilità di gestione e controllo da remoto, attraverso la trasmissione dei dati da ogni
centralino e lettura su software dedicato da installare su postazione fissa nella sede
comunale.
L’architettura di sistema comprenderà le centraline di telecontrollo in ogni quadro elettrico con
trasmissione dei dati on line via GSM, la suddetta piattaforma dedicata ed un modulo di
telecontrollo - telegestione per ogni punto luce, che sarà posto in dialogo con la relativa centrale a
bordo quadro tramite protocollo di comunicazione ad onde convogliate (utilizzando quindi la
stessa rete elettrica per la trasmissione dei dati senza bisogno di ulteriori linee aggiuntive).
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Esempio di telecontrollo dei punti luce su postazione dedicata
Schema indicativo telecontrollo - telegestione
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8. La pianificazione degli interventi
A seguito delle premesse di cui sopra, la pianificazione è effettuata considerando di installare
apparecchi a LED nei casi di adeguamento totale, nei casi di adeguamento parziale (necessità di
riduzione della potenza installata con apparecchio conforme/solo modifica dell’inclinazione) è
stata considerata la tipologia di fonte luminosa esistente.
Nel caso di tratti misti (apparecchi in parte conformi e in parte non conformi) è stata data
precedenza all’installazione con fonti a LED, mentre il rifacimento completo del punto luce (palo
più apparecchio) è stato pianificato in corrispondenza di sostegni insufficienti sotto il punto di vista
della stabilità.
In caso di sostituzione con apparecchi a LED di apparecchi già conformi, questi potranno
convenientemente essere reimpiegati in altre situazioni di difformità (ad esempio un corpo
illuminante idoneo sostituito con altro a LED può essere reimpiegato al posto di uno con lampada
a mercurio installata su linea con regolatore di flusso).
Il PRIC mira quindi a riqualificare il più possibile i centri luminosi esistenti uniformandone le
caratteristiche degli apparecchi per ogni tratto, visto che in caso di infrastruttura in condizioni
generali buone può avere più senso la sola sostituzione del corpo illuminante che il rifacimento
dell’intera linea.
La pianificazione interna al PRIC è generale e fornisce le linee guida per l’ammodernamento a
regola d’arte dell’illuminazione comunale, non può quindi analizzare per evidenti motivi ogni
singolo intervento puntualmente e in modo esecutivo, anche perché molto dipende dalle
disponibilità di spesa dell’Amministrazione a dal modo in cui intenderà strutturare gli interventi
(relamping, rifacimento linee elettriche, rifacimento completo di impianti ecc.).
Infatti in molti casi potrebbe risultare utile o auspicabile programmare piccoli interventi completi,
per via o tratto di via, che mirino al completo ammodernamento di un impianto o di una parte di
esso, consistenti congiuntamente in messa a norma delle linee elettriche e adeguamento
illuminotecnico e che per questo prevedano la completa rimozione dei sostegni esistenti e la
nuova posa di centri luminosi con nuovi blocchi di fondazione e nuove interdistanze.
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In quest’ultimo caso il rapporto tra interdistanza e altezza del centro luminoso deve essere pari ad
almeno 3,7, come imposto dalla L.R. 15/07, ad eccezione di situazioni particolari come zone di
conflitto (ad esempio rotatorie) e dei casi in cui ciò sia sfavorevole dal punto di vista del risparmio
energetico per l’elevata potenza dei corpi illuminanti necessaria a soddisfare il parametro imposto.
Pertanto le tipologie e le modalità degli interventi saranno attuate dall’Amministrazione Comunale
tenendo conto delle proprie capacità di spese e di considerazioni interne, previa realizzazione di
un progetto esecutivo completo a firma di soggetto abilitato per le specifiche competenze
richieste per ogni nuovo intervento.
9. I nuovi impianti previsti
L’Amministrazione comunale non ha in programma interventi significativi di ampliamento
dell’illuminazione pubblica esistente.
L’unico intervento previsto riguarda l’installazione di un nuovo impianto di illuminazione a servizio
di nuova rotatoria da realizzarsi da parte della Provincia di Pordenone lungo la S.P. 7 al confine con
il Comune di Pordenone; tuttavia per tale intervento non c’è ancora alcuna previsione tecnica.
Per quanto riguarda le tipologie di apparecchi previsti, di seguito viene riportato il dettaglio delle
soluzioni tecniche ed estetiche proposte (nella parte sinistra le soluzioni esistenti, nella destra
quelle di progetto):
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10. L’analisi dei rischi e le priorità di intervento
Le priorità di intervento sono suddivise e strutturate in 5 macro aree:
- Quadri elettrici;
- Sostegni;
- Corpi illuminanti;
- Linee elettriche;
- Globali di impianto
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Tengono conto dello stato di conservazione e dei rischi per la sicurezza, sia di natura elettrica che
di sicurezza stradale e vengono loro attributi valori di priorità decrescenti da 1 a 3 (dala più
urgente alla meno urgente).
Tale affinamento dei livelli di priorità consente all’Amministrazione di verificare puntualmente le
necessità e programmare step by step piccoli interventi di adeguamento.
La scala delle priorità viene definiti in base ad una valutazione dei rischi, secondo la matrice di
rischio:
4 4 8 12 16
3 3 6 9 16
2 2 4 6 12
1 1 2 3 8
0 1 2 3 4
Il rischio è definito dal prodotto
R= P x D
dove:
- P: è la probabilità che un pericolo si verifichi;
- D: il danno conseguente al verificarsi del pericolo.
Tali fattori sono così definiti:
P Livello di P Definizione
1 Improbabile Il verificarsi di tale evento richiederebbe la concomitanza di più eventi poco probabili. Il verificarsi di tale evento susciterebbe incredulità
2 Poco probabile Il verificarsi di tale evento richiederebbe circostanze non comuni Il verificarsi di tale evento susciterebbe grande sorpresa
3 Probabile Il verificarsi di tale evento susciterebbe moderata sorpresa
4 Molto probabile Il verificarsi di tale evento non susciterebbe particolare sorpresa
D Livello di D Definizione
1 Lieve Situazione sotto controllo. Non si possono determinare conseguenze nell’immediato.
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2 Medio Situazione da monitorare. Nel tempo, se trascurata, può portare a conseguenze gravi.
3 Grave Situazione per la quale è necessario intervenire al più presto.
4 Gravissimo Situazione non tollerabile con probabile conseguenza di infortunio mortale. Intervento immediato.
Ai valori di rischio individuati corrispondono i seguenti livelli di priorità:
- rischio 1: nessuna priorità;
- rischio da 2 a 4: priorità 3;
- rischio da 6 a 12: priorità 2;
- rischio oltre 12: priorità 1.
Per quanto riguarda le priorità riferite agli apparecchi illuminanti, esse sono correlate al rischio
risultante dal confronto tra la prevalenza di rischio per prestazioni illuminotecniche scadenti e
rischio per vetustà degli apparecchi stessi; quando i secondi prevalgono sui primi, la priorità è più
elevata rispetto al caso opposto, a causa dei rischi elettrici.
Per i sostegni si considera invece il solo rischio statico, mentre per le linee elettriche i rischi di
natura elettrica; in quest’ultimo caso le priorità vanno da 1 per le linee insufficienti a 2 per tutti gli
altri stati di conservazione, anche se la linea si trova in buono stato o ottimo e non sono previsti
interventi, in quanto il rischio di natura elettrica deve essere sempre monitorato.
Le tempistiche di adeguamento proposte sono tarate secondo i livelli di priorità; l’Amministrazione
può comunque individuare tempistiche diverse, in base anche alle disponibilità economiche.
11. Modifica della rete elettrica esistente
Vengono indicati alcuni interventi da effettuare per il raggruppamento di alcune linee alimentate
da quadri elettrici vicini e con fornitura di energia propria.
Trattandosi prevalentemente di linee e quadri che necessitano di ammodernamento, è prevista
l’unione di alcuni di essi tramite la realizzazione di un quadro elettrico centralizzato per zona.
Queste operazioni porteranno benefici sotto l’aspetto della sicurezza elettrica e andranno in
direzione di un risparmio economico in quanto potranno essere dismesse forniture elettriche di
fatto inutili, con risparmio sui costi gestione.
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L’elaborato 2.13.1 individua le zone per le quali viene previsto questo tipo di intervento.
Inoltre nel PRIC sono pianificati gli adeguamenti di tratti di linea da rieseguire a regola d’arte.
12. Analisi economica ed energetica
12.1. Analisi economica
Nell’analisi economica si considerano:
- Il costo dell’energia;
- I costi medi della manutenzione;
- La differenza tra la potenza installata attuale e quella di progetto;
- Il risparmio sul consumo elettrico con la soluzione di progetto.
Per quanto riguarda i consumi attuali, si è fatto riferimento ai dati forniti dal Comune (vedasi
elaborato 1.2.1).
Per quanto riguarda i costi di manutenzione si è fatto riferimento, in mancanza di dati puntuali, su
dati statistici riportati nella seguente tabella:
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CALCOLO DEGLI ONERI ANNUI DI MANUTENZIONE PER PUNTO LUCE
A1 - Onere per la manutenzione di linee e sostegni
A1 = € 1,35
B1 - Ricambio lampade fuori programma
B1 = € 15,23
B2 - Ricambio lampade fuori servizio occasionali
B2 = € 3,81
B3 - Ricambio apparecchiature accessorie (si considera una durata di 15 anni media)
B3 = € 5,92
B4 - Onere per la manutenzione degli apparecchi
B4 = € 13,86
B5 - Onere per la manutenzione del quadro comando
B5 = € 0,58
B6 - costo lampade per ricambio a programma
B6 = € 15,00
T -TOTALE DEL CORRISPETTIVO PER LA MANUTENZIONE DI OGNI PUNTO LUCE
T = € 55,75
L’importo sopra indicato di 55,75 € a punto luce vale per gli apparecchi con lampada a scarica.
Gli apparecchi a LED, non subendo il cambio lampade hanno un costo che passa a 25,52 € al punto
luce.
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Il Comune di Roveredo in Piano ha una spesa annua documentata per il 2015 per usi di pubblica
illuminazione di € 179.108,27 IVA compresa, per un totale di consumo annuo pari a circa 771.489
kWh.
L’incidenza calcolata della spesa energetica è pari a circa € 161.908,12 + IVA (0,17 €/kWh + IVA).
Si sono a tal punto analizzati i seguenti scenari:
- Scenario 1 – soluzione senza telecontrollo e telegestione dei punti luce: a fronte di un costo
stimato di intervento pari a € 2.240.384,99, il risparmio sulla spesa energetica e sui costi di
manutenzione permette un rientro in circa 12 anni;
- Scenario 2 – soluzione con telecontrollo e telegestione dei punti luce: a fronte di un costo
stimato di intervento pari a € 2.455.773,59, il risparmio sulla spesa energetica e sui costi di
manutenzione permette un rientro in circa 13 anni, leggermente più alto rispetto alla
soluzione precedente ma con i vantaggi descritti in precedenza.
Negli importi stimati indicati sono inclusi l’IVA sugli interventi e i costi di progettazione
comprensivi dei relativi oneri fiscali e previdenziali.
12.2. Analisi energetica
Di seguito si riportano le tabelle relative alla situazione energetica pre e post interventi pianificati
dal PRIC.
CONSUMI ENERGETICI COMPLESSIVI
Stato di Fatto Stato post-interventi
Potenza totale installata (kWh) 210,73 42,98
Consumo energetico annuo (kWh) 771.489,20 175.993,17
Consumo energetico annuo per abitante (kWh) 129,40 29,52
Costo energetico annuo per abitante (€) 27,16 17,18
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EFFICIENZA GLOBALE IMPIANTI
Stato di Fatto Stato post interventi
N Eff.
media N
Eff. media
Sodio Alta Pressione 1252 103 661 103
Sodio Bassa Pressione 1 50 0 50
Ioduri Metallici 17 98 17 98
LED 29 130 1.140 130
Vapori di Mercurio 491 50,4 0 50,4
Alogene 2 22,5 2 22,5
Efficienza media sorgenti (lm/W) 88,86 119,78
13. Indice di prestazione energetica degli impianti di illuminazione
Il DM 23 dicembre 2013 impone che gli impianti di illuminazione pubblica abbiano un indice di
prestazione energetica (IPEI) maggiore o uguale a quello corrispondente alla classe B.