Storie, paesaggi, attraversamenti

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STORIE PAESAGGI AVERSAMENTI lungo la via francigena con wu ming 2

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Storie, paesaggi, attraversamenti è un lavoro collettivo scaturito dal workshop itinerante curato da Wu Ming 2 lungo il tratto della Variante Cimina della Via Francigena nell’aprile 2014. Il testo, le immagini e il progetto grafico sono stati realizzati dai partecipanti al workshop, che sono stati (qui in ordine sparso): Alfonso Prota, Stefano Frateiacci, Andrea Noceti, Andrea Bennati, Andrea Marziano, Roberta Perticaroli, Maria Sole Benigni, Mariella Sto, Emanuela Moroni, Stefania Buoni, Flavia De Girolamo, Riccardo Muzzi, Tothi Folisi, Danilo Confuorto, Margherita Giuffrè, Clio Nicastro, Vincenzo Di Siena, Wu Ming 2, Marco Trulli, Stefano Pifferi. Storie, paesaggi, attraversamenti è stato realizzato nell’ambito di “Reimmaginare la Via Francigena” un progetto di ARCI Viterbo a cura di Marco Trulli con il sostegno della Regione Lazio L.R. 19/06 e in collaborazione con il Centro Interdipartimentale di Ricerca sul Viaggio (CIRIV) e il dipartimento DISUCOM dell'Università della Tuscia.

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STORIEPAESAGGI

ATTRAVERSAMENTIlungo la via francigena con wu ming 2

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Storie, paesaggi, attraversamenti è un lavoro collettivo scaturito dal workshop itinerante curato da Wu Ming 2 lungo il tratto della Variante Cimina della Via Francigena nell’aprile 2014.

Il testo, le immagini e il progetto grafico sono state realizzate dai partecipanti al workshop:Alfonso Prota, Stefano Frateiacci, Andrea Noceti, Andrea Bennati, Andrea Marziano, Roberta Perticaroli, Maria Sole Benigni, Mariella Sto, Emanuela Moroni, Stefania Buoni, Flavia De Girolamo, Riccardo Muzzi, Tothi Folisi, Danilo Confuorto, Margherita Giuffrè, Clio Nicastro, Vincenzo Di Siena, Wu Ming 2, Marco Trulli, Stefano Pifferi.

Storie, paesaggi, attraversamentiè stato realizzato nell’ambito di “Reimmaginare la Via Francigena” un progetto di ARCI Viterbo a cura di Marco Trullicon il sostegno della Regione Lazio L.R. 19/06e in collaborazione conCIRIV e DISUCOM.

ISBN 978-88-940431-5-0

D I S U C O M p r e s sUniversità degli Studi della TusciaVia S. Maria in Gradi, 4 01100 , Viterbo (VT) - ITwww.disucom.unitus.it

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Paradossale scrivere qualche riga a margine di qualcosa scritto in margine a un viaggio, ma nemmeno tanto in realtà. Perché in primo luogo di “margini” è stata piena l’avventura – uso il termine avventura non a caso, perché anche di “ventu-ra” parla tra le righe la narrazione collettiva e multidisciplinare affidata a queste pagine – sulla Via Francigena; piena zeppa di attraversamenti di “terzi paesaggi”, di limiti imposti e superati, di mondi di qua e mondi di là divisi da una striscia invisibile tra l’asfalto e l’erba, tra la civiltà e il selvaggio, tra il quotidiano e l’extra-ordinario e tra il conosciuto e il non noto. In secondo luogo, perché ogni viaggio privo della sua riduzione scritta, più o meno orientata e più o meno (ri)elaborata, pensata, filtrata a seconda dei canoni culturali vigenti o delle finalità autoriali, si riduce a mero esercizio individuale perdendo una rilevante parte di sé: quella che definirei informativa e pubblica, atta cioè a fornire un ponte visibile e tangibile tra una alterità ignota a chi legge e una quotidianità abbandonata da chi scrive, tra una esperienza vissuta in prima persona e una esperienza (ri)vissuta per in-terposta persona.

Fornire una definizione soddisfacente e totalizzante sulla e della scrittura di viag-gio è prova ardua, specie in questa sede, oltre che argomento su cui la critica acca-demica si accapiglia da qualche decennio nel tentativo di fornire una collocazione accettabile ad un “genere” letterario instabile, sfuggente e borderline come l’ode-porica. Un ambito, quello della narrazione di viaggio, che è per sua natura gene-ticamente trasversale, insieme multidisciplinare per esigenza, transnazionale per elezione e tematicamente di confine tra esperienze ed ambiti tra i più diversi e in cui trovano riparo epopee come quella di Gilgamesh e memorie come quelle di

Marco Polo, avventure verisimili come quelle affidate da Kerouac al suo On The Road o totalmente fantastiche come quelle di Verne o Gulliver, i memoriali dei pellegrini come i diari di bordo o gli itinerari.

In questa sede a noi importa rendere pubblica l’esperienza di viaggio “reale” – staccata cioè dal “fiction travel”, secondo la semplicistica ma utile bipartizione settecentesca – legata ad un tratto della Francigena, quel tragitto che, usufruendo dell’antica rete viaria d’origine romana, permetteva ai viaggiatori, da Sigerico in poi, di raggiungere la Città Eterna e che oggi giace semi-dimenticato in attesa di una sua rivalutazione più ampia e non legata esclusivamente agli sforzi di singole associazioni, strutture o congreghe di “viaggiatori lenti” o “pellegrini” più o meno sui generis. Una esperienza rifratta negli occhi, nelle aspettative, nel bagaglio culturale, nella curiosità di un eterogeneo gruppo di viaggiatori, tutti indistinta-mente pronti a mettersi in gioco al fine di restituire di quella esperienza, insieme individuale e collettiva, un caleidoscopio di informazioni, dati, sensazioni, umori, riflessioni, dubbi, introspezioni, osservazioni e quant’altro finalizzato a riattivare uno dei tanti percorsi possibili della Francigena, ormai non più “via” identificata e identificabile come fu al tempo della mappatura di Sigerico, quanto reticolo di potenziali traiettorie, itinerario magmatico e “fluviale” verso Roma.

Una “restituzione”, quella affidata alle pagine che seguono, che ogni lettore avrà modo di ricompattare e riassemblare in un nuovo viaggio, stavolta sedentario e su carta, perché, come notava argutamente Saramago nel suo Viaggio in Portogallo, “Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: ‘non c’è altro da vedere’ sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro...”.

Viaggiare sì, ma senza scrivere?Stefano Pifferi

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Se il nostro cammino fosse un romanzo d’avventura, allora i personaggi sarebbero quelli che ti vengono incontro mentre calchi l’erba di un campo lungo traiettorie im-previste, disegni abbozzati coi piedi per afferrare il racconto che si srotola davanti a te. Durante il cammino, senza farci caso, si condensa l’essenza di tutte le tappe attraversa-te in un elemento tangibile e materiale del percorso, assecondando così un bisogno di sintesi che somiglia al mappare. Monti, laghi, chiese e boschi sono personaggi turbo-lenti e singolari. Chiedono attenzione, mostrano facce diverse e profili altezzosi. Se neghi loro lo sguardo, si ritirano indispettiti.

Noi abbiamo provato ad ascoltarli.

STORIEPAESAGGIATTRAVERSAMENTI

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n o

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on

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ni.

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i e

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l'a

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pie

nze

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ch

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ge

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Gio

rgio

B.

ne

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i q

ua

nti

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su

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o.

Gio

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pro

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zio

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da

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ezz

e.

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me

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pri

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po

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com

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rgio

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Ma

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er

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rni

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a

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re.

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rim

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ragi

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B.

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izio

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ere

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o t

rag

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gra

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mi

ge

og

rafi

ci d

i p

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me

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.

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ma

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va

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sta

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rag

gio

di

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eg

li s

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nti

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ici

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.

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Gio

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Gio

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n t

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o V

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min

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arc

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di

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co

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rco

Vil

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o c

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tern

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cu

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un

sil

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ass

olu

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Fin

zio

ni

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azio

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itu

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ni.

Ma

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Vil

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ni

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Pa

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No

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str

um

en

to

che

re

gis

tri

ciò

ch

e M

arc

o V

illa

asc

olt

a.

Gio

rgio

B.

an

cora

no

n s

a

che

il

loro

pro

ced

ere

ne

cess

ita

ed

è f

on

te

de

l p

rog

ett

o

di

un

nu

ov

o s

tru

me

nto

ch

e s

om

ma

corp

i

est

ern

i

e

inte

rni.

__

__

__

__

__

__

__

_

Il s

eg

no

La p

aro

la

L'a

stra

zio

ne

La s

com

pa

rsa

La d

eli

be

rata

ca

nce

lla

zio

ne

La

man

ipo

lazi

on

e

Il c

on

tro

llo

La p

art

itu

ra i

n s

eq

ue

nze

ma

tem

ati

che

de

ll'a

pp

are

nte

ca

os

de

l cl

ust

er

di

ba

ttu

te

201

40

42

0

La sta

nza

:

letto

ad

un

a p

iazza

e m

ezzo

libre

ria co

lma

su p

iù file

tav

olo

riba

ltab

ile ch

e h

a fa

ticato

a m

on

tare

su cu

i ma

ngia

scrive

dise

gn

a

lav

ora

.

Se

die

div

erse

du

e

sga

be

llo

vin

ili imp

ilati su

cu

i po

ggia

il girad

ischi

vin

ili imp

ilati su cu

i no

n p

og

gia

il gira

disch

i

fine

stre ch

e d

an

no

sulla

strad

a

su d

ue

pa

reti

un

a p

er p

are

te

di fro

nte

e a

lato

de

lla p

orta

.

Letto

a sin

istra

frigo

rifero

vu

oto

o q

ua

si

forn

ello

a g

as d

a cam

pe

gg

io so

pra

arm

ad

io a

mu

ro

po

chi v

estiti

ma

glie

tte o

rdin

ate

pe

r gra

da

zion

e d

i colo

re

qu

alch

e ca

micia

du

e n

ere

.

Ma

pp

e

ov

un

qu

e

di o

gn

i pa

rte d

el m

on

do

a tu

tte le

scale

inv

en

tate

o so

lo im

ma

gin

ate

top

og

rafich

e

idro

ge

olo

gich

e

po

litiche

na

utic

he

catasti

di d

op

o la

gu

erra

di p

rima

de

lla g

ue

rra

ale

ssan

drin

i

gre

go

rian

i.

Ma

pp

e d

i tutte

le fo

rme

su o

gn

i sup

po

rto

lun

ghe

co

me

strad

e

mo

rbid

e

spe

sse

bia

nch

e

com

ple

tam

en

te n

ere

con

gra

ffi

con

fini

pro

nti p

er e

ssere

trasfe

riti

su ca

rta

o a

ltro

do

po

imp

ressio

ni d

i luce

.

Ma

pp

e

diste

se su

l pa

vim

en

to

ap

po

gg

iate

sul le

tto

attaccate

alle

pa

reti

arro

tolate

in tu

bi

più

o m

en

o stre

tti

racco

lti in ce

ste

in liste

lli di ca

rta e

ad

esiv

o

lascia

te lib

ere

di a

rran

gia

rsi

da

form

e cin

etich

e a

d in

erti.

Ma

pp

e

libe

re

pie

ne

di se

gn

i

line

e

croci

pu

nti

più

o m

en

o g

ran

di

strap

pi

cucitu

re

inta

rsi

sov

rap

po

sizion

i.

Ma

pp

e

un

ite a

form

arn

e p

iù g

ran

di.

Gio

rgio

B.

son

o g

iorn

i che

no

n m

ette

pie

de

fuo

ri da

lla sta

nza

scrive

seg

na

traccia

con

torn

i con

fini

con

fron

ta ca

nc

ella

inca

stra

ap

po

gg

ia a

i ve

tri de

lle fin

estre

un

o d

ue

tre q

ua

ttro

fog

li

alcu

ni stro

piccia

ti can

cella

ti riscritti

foto

gra

fa so

vra

pp

osizio

ni

stam

pa

e rico

mp

on

e

ing

rand

isce fin

o a sp

arire

i seg

ni

i po

chi ch

e re

stan

o

larg

hi co

me

ma

tite in

orizzo

nta

le

rimp

icciolisce

fino

a fo

rma

re

pu

nti ch

e co

nte

ng

on

o in

tere

na

zion

i.

Og

gi a

scolta

in sile

nzio

na

sco

sto d

a cu

ffie e

rme

tiche

.

Pa

ssi attra

versa

me

nti so

spiri sfre

ga

me

nti.

Ma

rco V

illa lo

sa.

L'acco

rdo

:

lui h

a le

chia

vi.

L'ultim

a v

olta

ha

atte

so

grid

an

do

fra u

n co

lpo

e l'a

ltro

alla p

orta

un

po

me

rigg

io in

tero

ve

nu

to d

a tre

gio

rni d

i cam

min

o

inin

terro

tto.

Ab

ile so

no

ne

i pie

di e

in u

na

ma

no

l'altra

carica

di sch

ed

e

di v

arie

cap

ien

ze

straco

lme

di d

ati ch

e

trad

otti d

alle

ma

cchin

e

ritorn

an

o su

on

i.

L'acco

rdo

:

Gio

rgio

B. re

sta a

casa

e a

scolta

le p

asse

gg

iate

Ma

rco V

illa ca

mm

ina

con

tecn

olo

gia

sem

plice

leg

ge

ra.

No

n se

rve

qu

alità

Gio

rgio

B. n

ece

ssita

en

orm

i qu

an

tità d

i cam

min

o

trad

otto

in su

on

o.

Gio

rgio

B. è

certo

solo

così riu

scirà l'im

pre

sa.

Ha

pro

va

to e

ripro

va

to

ha

cerca

to in

og

ni d

ov

e

ha

spe

rpe

rato

risparm

i

ha

con

cord

ato

acq

uisti im

po

ssibili

ha

affitta

to d

ron

i elico

tteri

ha

foto

gra

fato

inte

re v

ie e

pia

zze.

Ag

en

zie o

rga

nizza

zion

i gru

pp

i di a

ma

tori

pe

r ripre

se fo

tog

rafich

e g

eo

stazio

na

rie.

Sca

tti da

tutte

le a

ltezze

.

Griglie

corn

ici tela

i

po

sti sui se

lciati

mo

ssi me

ticolo

sam

en

te

pa

lmo

a p

alm

o

con

pre

cision

e te

od

olitica

.

Sa

gg

iare

inte

re su

pe

rfici

prim

a fra

tte p

oi rico

mp

oste

acco

state

.

Do

po

nu

me

rose

fatich

e

giu

nte

a me

ticolo

sità e

gizie

disfa

tte a

gli o

cchi

com

e fo

gli so

ttili di zu

cche

ro

Do

po

av

er a

ssistito a

d o

gn

i disfa

tta

Do

po

av

er a

ccolto

og

ni rich

iesta

Do

po

esse

rsi de

dica

to p

erp

etu

o

al su

o la

vo

ro d

i scud

iero

Ma

rco V

illa p

rop

on

e n

uo

vi esp

erim

en

ti

l'ultim

o h

a sa

ncito

l'ac

cord

o.

Gio

rgio

B.

me

ticolo

so a

scolta

pe

rcorsi se

ntie

ri strad

e sm

arrim

en

ti di M

arco

Villa

Ma

rco V

illa

og

ni g

iorn

o e

an

che

pe

r più

gio

rni

cam

min

a

co

n u

n re

gistra

tore

in m

ano

racco

glie

tutto

ciò ch

e in

con

tra.

A g

ua

rda

r be

ne

lo sg

ua

rdo

no

n è

sufficie

nte

ve

rticale

na

scon

de

i bo

rdi e

ciò ch

e li a

ttrav

ersa

che

pa

ssa o

ltre.

Il prim

o tra

gitto

il pe

rime

tro d

el p

ala

zzo ch

e co

ntie

ne

la sta

nza

.

Gio

rgio

B. h

a d

etta

to u

na

con

dizio

ne

:

sette

vo

lte o

gn

i pe

rcorre

re

misu

ran

do

trag

itti

gra

zie a

sistem

i ge

og

rafici d

i po

sizion

am

en

to.

Prim

a p

rov

a:

stab

ilire il ra

gg

io d

i azio

ne

de

gli stru

me

nti

la dista

nza d

ei ce

rchi co

nc

en

trici

og

ni ce

rchio

pe

r sette

vo

lte.

Qu

an

do

Ma

rco V

illa è

fuo

ri da

lla sta

nza

ne

llo sp

azio

che

sep

ara

il corp

o ch

e ca

mm

ina

da

l corp

o ch

e sta

Gio

rgio

B. im

pa

zien

te rile

gg

e a

pp

un

ti e d

iseg

ni d

ell'a

scolto

.

Og

gi

Ma

rco V

illa sp

ala

nc

a la po

rta.

Gio

rgio

B. a

ssorto

no

n se

nte

.

Fin

ché

asco

lta

Ma

rco V

illa d

ov

reb

be

cam

min

are

.

La co

nv

en

zion

e d

el se

tte

è a

l serv

izio d

i Gio

rgio

B.

L'asco

lto rip

etu

to

sorg

ev

a attese

accu

mu

li ina

scolta

ti.

Ma

rco V

illa n

on

de

ve

ferm

arsi m

ai.

Rip

ete

re p

erco

rsi

gu

ad

ag

na

an

ticipi.

Inte

rrom

pe

re le

on

de

con

cen

triche

imp

on

e rip

arte

nze

.

Fuo

ripro

gram

ma d

i qu

alsia

si tipo

scara

ve

nta

a te

rra co

n u

n so

ffio

il caste

llo d

ella

carta

in sca

la 1

:1

di G

iorg

io

B.

__

__

__

__

__

__

__

_

PR

IMO

GIO

RN

O:

In cu

i Ma

rco V

illa è

an

cora

il suo

corp

o

La p

orzio

ne

di m

on

do

lo a

ttrav

ersa

pe

r attrito

I suo

i pie

di a

far m

uo

ve

re il m

on

do

Ma

rco V

illa re

sta fe

rmo

sul p

osto

Il mo

nd

o sco

rre so

tto il co

rpo

di M

arco

Villa

Co

n o

gn

i pa

sso n

e sp

ing

e u

n tra

tto in

die

tro

Il corp

o d

i Ma

rco V

illa è

an

cora

tutto

ne

lla te

sta

Qu

ello

che

ne

è fu

ori si rib

ella

Re

ag

isce co

n te

nsio

ne

E d

olo

re

Il prim

o g

iorn

o M

arco

Villa

pe

nsa

al suo

corp

o

e il co

rpo

di rib

ella

.

SE

CO

ND

O G

IOR

NO

:

In cu

i Ma

rco V

illa p

rov

a a

rea

gire

alla

disd

etta

de

l corp

o

Sch

iva

nd

o la

pa

ura

de

lla sta

si

So

rta d

al d

olo

re

Ch

e sv

an

isce co

n l'im

mo

bilità

Vin

to il q

ua

le

Rip

ren

de

a ca

mm

inare

Il corp

o d

i Ma

rco

Villa

è sp

ostato

Da

lla te

sta a

lle g

am

be

Il seco

nd

o g

iorn

o è

solo

cam

min

o.

TE

RZ

O G

IOR

NO

:

In cu

i il corp

o d

i Ma

rco V

illa sce

nd

e fin

o a

i pie

di

Inizia

a co

mb

acia

re co

n il ca

mm

ino

Il corp

o d

i Ma

rco V

illa to

cca il co

rpo

de

l mo

nd

o.

Il terzo

gio

rno

è u

na

spe

ran

za.

__

__

__

__

__

__

__

_

Ma

rco V

illa so

ffre g

li acu

fen

i

che

falsan

o l'a

scolto

mig

liorato

da

freq

ue

nze

e to

ni so

vra

pp

osti

ad

an

nu

llarsi o

am

plifica

rsi.

I bra

ni d

i Pa

esa

gg

io

di M

arco

Villa

son

o a

rmo

nie

ign

ote

ai p

o co

ntro

fasi fra

on

de

inte

rne

ed

este

rne

da

cui so

rge

un

silen

zio asso

luto

.

Fin

zion

i falsificazio

ni so

stituzio

ni s

ele

zion

i.

Ma

rco V

illa

ripo

rta fe

de

le

bra

ni d

i Pa

esa

gg

io.

No

n e

siste p

erò

strum

en

to

che

reg

istri

ciò ch

e M

arco

Villa a

scolta

.

Gio

rgio

B.

an

cora

no

n sa

che

il loro

pro

ced

ere

ne

cessita

ed

è fo

nte

de

l pro

ge

tto

di u

n n

uo

vo

strum

en

to

che

som

ma

corp

i

este

rni

e

inte

rni.

__

__

__

__

__

__

__

_

Il seg

no

La p

aro

la

L'astra

zion

e

La sco

mp

arsa

La d

elib

era

ta ca

nce

llazio

ne

La ma

nip

olazio

ne

Il con

trollo

La p

artitu

ra in

seq

ue

nze

ma

tem

atich

e

de

ll'ap

pa

ren

te ca

os

de

l cluste

r

di b

attu

te

Page 9: Storie, paesaggi, attraversamenti

Il viaggio comincia da un bosco.Spazio accessibile, non recintato, libero. Si scorgono squarci di panorama lontano.

Attenti a dove mettere i piedi, per non inciampare.

2 01

40

42

0

La s

tan

za:

lett

o a

d u

na

pia

zza

e m

ezz

o

lib

reri

a c

olm

a s

u p

iù f

ile

tavo

lo r

ibal

tab

ile

ch

e h

a f

ati

cato

a m

on

tare

su c

ui

ma

ng

ia

scri

ve

dis

eg

na

lav

ora

.

Se

die

div

ers

e

du

e

sga

be

llo

vin

ili i

mp

ila

ti s

u c

ui

po

ggi

a i

l gir

ad

isch

i

vin

ili

imp

ila

ti s

u c

ui

no

n p

og

gia

il

gir

ad

isch

i

fin

est

re c

he

da

nn

o s

ull

a s

tra

da

su d

ue

pa

reti

un

a p

er

pa

rete

di

fro

nte

e a

la

to d

ell

a p

ort

a.

Lett

o a

sin

istr

a

frig

ori

fero

vu

oto

o q

ua

si

forn

ell

o a

ga

s d

a c

am

pe

ggio

so

pra

arm

ad

io a

mu

ro

po

chi

ve

stit

i

ma

gli

ett

e o

rdin

ate

pe

r g

rad

azi

on

e d

i co

lore

qu

alc

he

ca

mic

ia

du

e n

ere

.

Ma

pp

e

ov

un

qu

e

di

og

ni

pa

rte

de

l m

on

do

a t

utt

e l

e s

cale

inv

en

tate

o s

olo

im

ma

gin

ate

top

og

rafi

che

idro

ge

olo

gic

he

po

liti

che

na

uti

che

cata

sti

di

do

po

la

gu

err

a

di

pri

ma

de

lla

gu

err

a

ale

ssa

nd

rin

i

gre

go

ria

ni.

Ma

pp

e d

i tu

tte

le

fo

rme

su o

gn

i su

pp

ort

o

lun

gh

e c

om

e s

tra

de

mo

rbid

e

spe

sse

bia

nch

e

com

ple

tam

en

te n

ere

con

gra

ffi

con

fin

i

pro

nti

pe

r e

sse

re t

rasf

eri

ti

su c

art

a

o a

ltro

do

po

im

pre

ssio

ni

di

luce

.

Ma

pp

e

dis

tese

su

l p

av

ime

nto

ap

po

gg

iate

su

l le

tto

att

acc

ate

all

e p

are

ti

arro

tola

te i

n t

ub

i

più

o m

en

o s

tre

tti

racc

olt

i in

ce

ste

in l

iste

lli

di

cart

a e

ad

esi

vo

lasc

iate

lib

ere

di

arr

an

gia

rsi

da

fo

rme

cin

eti

che

ad

in

ert

i.

Ma

pp

e

lib

ere

pie

ne

di

seg

ni

lin

ee

cro

ci

pu

nti

più

o m

en

o g

ran

di

stra

pp

i

cuci

ture

inta

rsi

sov

rap

po

sizi

on

i.

Ma

pp

e

un

ite

a f

orm

arn

e p

iù g

ran

di.

Gio

rgio

B.

son

o g

iorn

i ch

e n

on

me

tte

pie

de

fu

ori

da

lla

sta

nza

scri

ve

se

gn

a t

racc

ia

co

nto

rni

con

fin

i

con

fro

nta

ca

nce

lla

in

cast

ra

ap

po

gg

ia a

i v

etr

i d

ell

e f

ine

stre

un

o d

ue

tre

qu

att

ro

fog

li

alc

un

i st

rop

icci

ati

ca

nce

lla

ti r

iscr

itti

foto

gra

fa s

ov

rap

po

sizi

on

i

stam

pa

e r

ico

mp

on

e

ing

ran

dis

ce f

ino

a s

pa

rire

i se

gn

i

i p

och

i ch

e r

est

an

o

larg

hi

com

e m

ati

te i

n o

rizz

on

tale

rim

pic

cio

lisc

e f

ino

a f

or m

are

pu

nti

ch

e c

on

ten

go

no

in

tere

na

zio

ni.

Og

gi

asc

olt

a

in s

ile

nzi

o

na

sco

sto

da

cuff

ie e

rme

tich

e.

Pa

ssi

att

rav

ers

am

en

ti s

osp

iri s

fre

gam

en

ti.

Ma

rco

Vil

la l

o s

a.

L'a

cco

rdo

:

lui

ha

le

ch

iav

i.

L'u

ltim

a v

olt

a h

a a

tte

so

gri

da

nd

o f

ra u

n c

olp

o e

l'a

ltro

all

a p

ort

a

un

po

me

rigg

io in

tero

ve

nu

to d

a t

re g

iorn

i d

i ca

mm

ino

inin

terr

ott

o.

Ab

ile

so

no

ne

i p

ied

i e

in

un

a m

an

o

l'a

ltra

ca

rica

di

sch

ed

e

di

va

rie

ca

pie

nze

stra

colm

e d

i d

ati

ch

e

tra

do

tti

da

lle m

acc

hin

e

rito

rna

no

su

on

i.

L'a

cco

rdo

:

Gio

rgio

B.

rest

a a

ca

sa e

asc

olt

a l

e p

ass

eg

gia

te

Ma

rco

Vil

la c

am

min

a

con

te

cno

log

ia s

em

pli

ce

leg

ge

ra.

No

n s

erv

e q

ua

lità

Gio

rgio

B.

ne

cess

ita

en

orm

i q

ua

nti

tà d

i ca

mm

ino

tra

do

tto

in

su

on

o.

Gio

rgio

B.

è c

ert

o

solo

co

sì r

iusc

irà

l'i

mp

resa

.

Ha

pro

va

to e

rip

rov

ato

ha

ce

rca

to i

n o

gn

i d

ov

e

ha

sp

erp

era

to r

isp

arm

i

ha

co

nco

rda

to a

cqu

isti

im

po

ssib

ili

ha

aff

itta

to d

ron

i e

lico

tte

ri

ha

fo

tog

rafa

to i

nte

re v

ie e

pia

zze

.

Ag

en

zie

org

an

izza

zio

ni

gru

pp

i d

i a

ma

tori

pe

r ri

pre

se f

oto

gra

fich

e g

eo

sta

zio

na

rie

.

Sca

tti

da

tu

tte

le

alt

ezz

e.

Gri

gli

e c

orn

ici

tela

i

po

sti

sui

selc

iati

mo

ssi

me

tico

losa

me

nte

pa

lmo

a p

alm

o

con

pre

cisi

on

e t

eo

do

liti

ca.

Sa

gg

iare

in

tere

su

pe

rfic

i

pri

ma

fra

tte

po

i ri

com

po

ste

acc

ost

ate

.

Do

po

nu

me

rose

fa

tich

e

giu

nte

a m

eti

colo

sità

eg

izie

dis

fatt

e a

gli

occ

hi

com

e f

og

li s

ott

ili

di

zucc

he

ro

Do

po

av

er

ass

isti

to a

d o

gn

i d

isfa

tta

Do

po

av

er

acc

olt

o o

gn

i ri

chie

sta

Do

po

ess

ers

i d

ed

ica

to p

erp

etu

o

al

suo

la

vo

ro d

i sc

ud

iero

Mar

co V

illa

pro

po

ne

nu

ov

i e

spe

rim

en

ti

l'ult

imo

ha

sa

nci

to l

'acc

ord

o.

Gio

rgio

B.

me

tico

loso

asc

olt

a

pe

rco

rsi

sen

tie

ri s

tra

de

sm

arr

ime

nti

di

Ma

rco

Vil

la

Ma

rco

Vil

la

og

ni

gio

rno

e a

nch

e p

er

più

gio

rni

cam

min

a

con

un

re

gis

tra

tore

in

man

o

racc

og

lie

tutt

o c

iò c

he

in

con

tra

.

A g

ua

r da

r b

en

e l

o s

gu

ard

o n

on

è s

uff

icie

nte

ve

rtic

ale

na

sco

nd

e i

bo

rdi

e c

iò c

he

li

att

rav

ers

a

che

pa

ssa

olt

re.

Il p

rim

o t

ragi

tto

il p

eri

me

tro

de

l pa

lazz

o c

he

co

nti

en

e la

sta

nza

.

Gio

rgio

B.

ha

de

tta

to u

na

co

nd

izio

ne

:

sett

e v

olt

e o

gn

i p

erc

orr

ere

mis

ura

nd

o t

rag

itti

gra

zie

a s

iste

mi

ge

og

rafi

ci d

i p

osi

zio

na

me

nto

.

Pri

ma

pro

va

:

sta

bil

ire

il

rag

gio

di

azi

on

e d

eg

li s

tru

me

nti

la d

ista

nza

de

i ce

rch

i co

nce

ntr

ici

og

ni

cerc

hio

pe

r se

tte

vo

lte

.

Qu

an

do

Ma

rco

Vil

la è

fu

ori

da

lla

sta

nza

ne

llo

sp

azi

o c

he

se

pa

ra i

l co

rpo

ch

e c

am

min

a

da

l co

rpo

ch

e s

ta

Gio

rgio

B.

imp

azi

en

te r

ile

gg

e a

pp

un

ti e

dis

eg

ni

de

ll'a

sco

lto

.

Og

gi

Mar

co V

illa

sp

ala

nca

la

po

rta

.

Gio

rgio

B.

asso

rto

no

n s

en

te.

Fin

ché

asc

olt

a

Ma

rco

Vil

la d

ov

reb

be

ca

mm

ina

re.

La c

on

ve

nzi

on

e d

el

sett

e

è a

l se

rviz

io d

i G

iorg

io B

.

L'as

colt

o r

ipe

tuto

sorg

ev

a at

tese

acc

um

uli

in

asc

olt

ati

.

Ma

rco

Vil

la n

on

de

ve

fe

rma

rsi

ma

i.

Rip

ete

re p

erc

ors

i

gu

ad

ag

na

an

tici

pi.

Inte

rro

mp

ere

le

on

de

co

nce

ntr

ich

e

imp

on

e r

ipa

rte

nze

.

Fu

ori

pro

gra

mm

a d

i q

ual

sias

i ti

po

sca

rav

en

ta a

te

rra

co

n u

n s

off

io

il c

ast

ell

o d

ell

a c

art

a

in s

cala

1:1

di

Gio

rgio

B.

__

__

__

__

__

__

__

_

PR

IMO

GIO

RN

O:

In c

ui

Ma

rco

Vil

la è

an

cora

il

suo

co

rpo

La p

orz

ion

e d

i m

on

do

lo

att

rav

ers

a p

er

att

rito

I su

oi

pie

di

a f

ar

mu

ov

ere

il

mo

nd

o

Mar

co V

illa

re

sta

fe

rmo

su

l p

ost

o

Il m

on

do

sco

rre

so

tto

il

corp

o d

i M

arc

o V

illa

Co

n o

gn

i p

ass

o n

e s

pin

ge

un

tra

tto

in

die

tro

Il c

orp

o d

i M

arc

o V

illa

è a

nco

ra t

utt

o n

ell

a t

est

a

Qu

ell

o c

he

ne

è f

uo

ri s

i ri

be

lla

Re

ag

isce

co

n t

en

sio

ne

E d

olo

re

Il p

rim

o g

iorn

o M

arc

o V

illa

pe

nsa

al

suo

co

rpo

e il

co

rpo

di

rib

ella

.

SEC

ON

DO

GIO

RN

O:

In c

ui

Ma

rco

Vil

la p

rov

a a

re

ag

ire

all

a d

isd

ett

a d

el

corp

o

Sch

iva

nd

o l

a p

au

ra d

ell

a s

tasi

So

rta

da

l d

olo

re

Ch

e s

va

nis

ce c

on

l'i

mm

ob

ilit

à

Vin

to i

l q

ua

le

Rip

ren

de

a c

am

min

are

Il c

orp

o d

i M

arc

o V

illa

è s

po

sta

to

Da

lla

te

sta

all

e g

am

be

Il s

eco

nd

o g

iorn

o è

so

lo c

am

min

o.

TE

RZ

O G

IOR

NO

:

In c

ui

il c

orp

o d

i M

arc

o V

illa

sce

nd

e f

ino

ai

pie

di

Iniz

ia a

co

mb

aci

are

co

n i

l ca

mm

ino

Il c

orp

o d

i M

arc

o V

illa

to

cca

il

corp

o d

el

mo

nd

o.

Il t

erz

o g

iorn

o è

un

a s

pe

ran

za.

__

__

__

__

__

__

__

_

Ma

rco

Vil

la s

off

re g

li a

cufe

ni

che

fa

lsa

no

l'a

sco

lto

mig

liora

to d

a f

req

ue

nze

e t

on

i so

vra

pp

ost

i

ad

an

nu

lla

rsi

o a

mp

lifi

cars

i.

I b

ran

i d

i P

ae

sag

gio

di

Ma

rco

Vil

la

son

o a

rmo

nie

ig

no

te a

i p

o c

on

tro

fasi

fra

on

de

in

tern

e e

d e

ste

rne

da

cu

i so

rge

un

sil

en

zio

ass

olu

to.

Fin

zio

ni

fals

ific

azio

ni

sost

itu

zio

ni

se

lezi

on

i.

Ma

rco

Vil

la

rip

ort

a f

ed

ele

bra

ni

di

Pa

esa

gg

io.

No

n e

sist

e p

erò

str

um

en

to

che

re

gis

tri

ciò

ch

e M

arc

o V

illa

asc

olt

a.

Gio

rgio

B.

an

cora

no

n s

a

che

il

loro

pro

ced

ere

ne

cess

ita

ed

è f

on

te

de

l p

rog

ett

o

di

un

nu

ov

o s

tru

me

nto

ch

e s

om

ma

corp

i

est

ern

i

e

inte

rni.

__

__

__

__

__

__

__

_

Il s

eg

no

La p

aro

la

L'a

stra

zio

ne

La s

com

pa

rsa

La d

eli

be

rata

ca

nce

lla

zio

ne

La

man

ipo

lazi

on

e

Il c

on

tro

llo

La p

art

itu

ra i

n s

eq

ue

nze

ma

tem

ati

che

de

ll' a

pp

are

nte

ca

os

de

l cl

ust

er

di

ba

ttu

te

201

40

42

0

La sta

nza

:

letto

ad

un

a p

iazza

e m

ezzo

libre

ria co

lma

su p

iù file

tav

olo

riba

ltab

ile ch

e h

a fa

ticato

a m

on

tare

su cu

i ma

ngia

scrive

dise

gn

a

lav

ora

.

Se

die

div

erse

du

e

sga

be

llo

vin

ili imp

ilati su

cu

i po

ggia

il girad

ischi

vin

ili imp

ilati su cu

i no

n p

og

gia

il gira

disch

i

fine

stre ch

e d

an

no

sulla

strad

a

su d

ue

pa

reti

un

a p

er p

are

te

di fro

nte

e a

lato

de

lla p

orta

.

Letto

a sin

istra

frigo

rifero

vu

oto

o q

ua

si

forn

ello

a g

as d

a cam

pe

gg

io so

pra

arm

ad

io a

mu

ro

po

chi v

estiti

ma

glie

tte o

rdin

ate

pe

r gra

da

zion

e d

i colo

re

qu

alch

e ca

micia

du

e n

ere

.

Ma

pp

e

ov

un

qu

e

di o

gn

i pa

rte d

el m

on

do

a tu

tte le

scale

inv

en

tate

o so

lo im

ma

gin

ate

top

og

rafich

e

idro

ge

olo

gich

e

po

litiche

na

utic

he

catasti

di d

op

o la

gu

erra

di p

rima

de

lla g

ue

rra

ale

ssan

drin

i

gre

go

rian

i.

Ma

pp

e d

i tutte

le fo

rme

su o

gn

i sup

po

rto

lun

ghe

co

me

strad

e

mo

rbid

e

spe

sse

bia

nch

e

com

ple

tam

en

te n

ere

con

gra

ffi

con

fini

pro

nti p

er e

ssere

trasfe

riti

su ca

rta

o a

ltro

do

po

imp

ressio

ni d

i luce

.

Ma

pp

e

diste

se su

l pa

vim

en

to

ap

po

gg

iate

sul le

tto

attaccate

alle

pa

reti

arro

tolate

in tu

bi

più

o m

en

o stre

tti

racco

lti in ce

ste

in liste

lli di ca

rta e

ad

esiv

o

lascia

te lib

ere

di a

rran

gia

rsi

da

form

e cin

etich

e a

d in

erti.

Ma

pp

e

libe

re

pie

ne

di se

gn

i

line

e

croci

pu

nti

più

o m

en

o g

ran

di

strap

pi

cuc

iture

inta

rsi

sov

rap

po

sizion

i.

Ma

pp

e

un

ite a

form

arn

e p

iù g

ran

di.

Gio

rgio

B.

son

o g

iorn

i che

no

n m

ette

pie

de

fuo

ri da

lla sta

nza

scrive

seg

na

traccia

con

torn

i con

fini

con

fron

ta ca

nc

ella

inca

stra

ap

po

gg

ia a

i ve

tri de

lle fin

estre

un

o d

ue

tre q

ua

ttro

fog

li

alcu

ni stro

piccia

ti can

cella

ti riscritti

foto

gra

fa so

vra

pp

osizio

ni

stam

pa

e rico

mp

on

e

ing

rand

isce fin

o a sp

arire

i seg

ni

i po

chi ch

e re

stan

o

larg

hi co

me

ma

tite in

orizzo

nta

le

rimp

icciolisce

fino

a fo

rma

re

pu

nti ch

e co

nte

ng

on

o in

tere

na

zion

i.

Og

gi a

scolta

in sile

nzio

na

sco

sto d

a cu

ffie e

rme

tiche

.

Pa

ssi attra

versa

me

nti so

spiri sfre

ga

me

nti.

Ma

rco V

illa lo

sa.

L'acco

rdo

:

lui h

a le

chia

vi.

L'ultim

a v

olta

ha

atte

so

grid

an

do

fra u

n co

lpo

e l'a

ltro

alla p

orta

un

po

me

rigg

io in

tero

ve

nu

to d

a tre

gio

rni d

i cam

min

o

inin

terro

tto.

Ab

ile so

no

ne

i pie

di e

in u

na

ma

no

l'altra

carica

di sch

ed

e

di v

arie

cap

ien

ze

straco

lme

di d

ati ch

e

trad

otti d

alle

ma

cchin

e

ritorn

an

o su

on

i.

L'acco

rdo

:

Gio

rgio

B. re

sta a

casa

e a

scolta

le p

asse

gg

iate

Ma

rco V

illa ca

mm

ina

con

tecn

olo

gia

sem

plice

leg

ge

ra.

No

n se

rve

qu

alità

Gio

rgio

B. n

ece

ssita

en

orm

i qu

an

tità d

i cam

min

o

trad

otto

in su

on

o.

Gio

rgio

B. è

certo

solo

così riu

scirà l'im

pre

sa.

Ha

pro

va

to e

ripro

va

to

ha

cerca

to in

og

ni d

ov

e

ha

spe

rpe

rato

risparm

i

ha

con

cord

ato

acq

uisti im

po

ssibili

ha

affitta

to d

ron

i elico

tteri

ha

foto

gra

fato

inte

re v

ie e

pia

zze.

Ag

en

zie o

rga

nizza

zion

i gru

pp

i di a

ma

tori

pe

r ripre

se fo

tog

rafich

e g

eo

stazio

na

rie.

Sca

tti da

tutte

le a

ltezze

.

Griglie

corn

ici tela

i

po

sti sui se

lciati

mo

ssi me

ticolo

sam

en

te

pa

lmo

a p

alm

o

con

pre

cision

e te

od

olitica

.

Sa

gg

iare

inte

re su

pe

rfici

prim

a fra

tte p

oi rico

mp

oste

acco

state

.

Do

po

nu

me

rose

fatich

e

giu

nte

a me

ticolo

sità e

gizie

disfa

tte a

gli o

cchi

com

e fo

gli so

ttili di zu

cche

ro

Do

po

av

er a

ssistito a

d o

gn

i disfa

tta

Do

po

av

er a

ccolto

og

ni rich

iesta

Do

po

esse

rsi de

dica

to p

erp

etu

o

al su

o la

vo

ro d

i scud

iero

Ma

rco V

illa p

rop

on

e n

uo

vi esp

erim

en

ti

l'ultim

o h

a sa

ncito

l'ac

cord

o.

Gio

rgio

B.

me

ticolo

so a

scolta

pe

rcorsi se

ntie

ri strad

e sm

arrim

en

ti di M

arco

Villa

Ma

rco V

illa

og

ni g

iorn

o e

an

che

pe

r più

gio

rni

cam

min

a

co

n u

n re

gistra

tore

in m

ano

rac

cog

lie

tutto

ciò ch

e in

con

tra.

A g

ua

rda

r be

ne

lo sg

ua

rdo

no

n è

sufficie

nte

ve

rticale

na

scon

de

i bo

rdi e

ciò ch

e li a

ttrav

ersa

che

pa

ssa o

ltre.

Il prim

o tra

gitto

il pe

rime

tro d

el p

ala

zzo ch

e co

ntie

ne

la sta

nza

.

Gio

rgio

B. h

a d

etta

to u

na

con

dizio

ne

:

sette

vo

lte o

gn

i pe

rcorre

re

misu

ran

do

trag

itti

gra

zie a

sistem

i ge

og

rafici d

i po

sizion

am

en

to.

Prim

a p

rov

a:

stab

ilire il ra

gg

io d

i azio

ne

de

gli stru

me

nti

la dista

nza d

ei ce

rchi co

nc

en

trici

og

ni ce

rchio

pe

r sette

vo

lte.

Qu

an

do

Ma

rco V

illa è

fuo

ri da

lla sta

nza

ne

llo sp

azio

che

sep

ara

il corp

o ch

e ca

mm

ina

da

l corp

o ch

e sta

Gio

rgio

B. im

pa

zien

te rile

gg

e a

pp

un

ti e d

iseg

ni d

ell'a

scolto

.

Og

gi

Ma

rco V

illa sp

ala

nc

a la p

orta

.

Gio

rgio

B. a

ssorto

no

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Se il nostro cammino fosse un romanzo d’avventura, il personaggio più misterioso sarebbe il Monte Venere. Devi camminarci attorno, devi fermarti ad ascoltare la voce dei faggi “depressi”, se vuoi scoprire la sua identità segreta.

Il Monte era un’isola.

Poi gli Etruschi e in seguito i Farnese hanno abbassato il livello delle acque e l’isola è diventata un bernoccolo del cratere.

Fermi sulle pendici immaginiamo i tavoli da pic nic come zattere alla deriva, i noccioli come piante acquatiche e la faticata che avremmo dovuto fare per attraversare a nuoto questo lembo di terra.

Salvi ed asciutti, d’istinto ci rifugiamo sulle pendici del Monte, a distanza di sicurezza dalla riva del lago che c’era e ben lontani dalla cavità del Pozzo del Diavolo che incombe in cima al vulcano.

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Ascoltare il suono del picchio che rompe il silenzio e che i nostri occhi non vedono. Toccare con mano i solchi che un altro esemplare ha scavato su un tronco. Sederci, tra gli altri, sotto un albero secolare a raccontarci storie di viandanza. Di un cammino che, cullandoci, lentamente ci consola.

Oggi come ieri. In un eterno divenire.

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Se il nostro cammino fosse un romanzo d’avven-tura, il personaggio più triste sarebbe la faggeta depressa. Quella di Monte Venere, di Monte Fo-gliano e del Lago di Vico. Ma sarà depressa per via che si trova ad un’altitudine più bassa della norma, o perché una norma sul taglio degli alberi rischia di sfoltirla peggio di una chemioterapia?

Un campo di alberi radi, in discesa. Non c’è un sentiero, lo inventiamo noi, dobbiamo “orientarci” con lo sguardo.

Se il nostro cammino fosse un romanzo d’av-ventura, il personaggio più presente sarebbero i noccioleti.

Quelli puliti come un salotto e quelli invasi dai rovi, quelli di razza pura e quelli meticci, quelli ingialli-ti dal diserbante e quelli a mollo nell’erba, quelli in piano e quelli in pendenza, quelli meccanizzati e quelli in abbandono, quelli sfalciati di fresco e quelli in sverzura, quelli chiusi con le griglie me-talliche e quelli aperti, quelli nemici dei cinghiali e quelli nemici dei cinghiali, quelli di origine con-trollata e quelli della Turchia, quelli che un tempo erano pascoli e quelli che sono bosco di nuovo.

Dicono che il giardino rappresenta l’ideale di pae-saggio accarezzato da una comunità. Dicono di scru-tare dentro i giardini per capire come l’uomo vuole trasformare e architettare l’ambiente. Ne abbiamo incontrati pochi, di giardini, ma in uno di quei po-chi, oltre il cancello e la rete che lo separava da un noccioleto, c’erano schierate altre piante di nocciolo.

Camminiamo in spazi “di mezzo”, lungo il bordo di un fosso, in piccoli sentieri tra una recinzione e l’al-tra. Lo spazio è ristretto, diversificato. La visuale è ridotta agli elementi appena circostanti. Non ci sono panorami.

Se il nostro cammino fosse un romanzo d’avven-tura, il personaggio più schivo sarebbe il Lago di Vico.

Scendiamo per mezza giornata lungo il cratere che gli fa da scodella, ma quello non si mostra, se non come antico miraggio, o barlume in estrema lontananza. Percorriamo la strada asfaltata che lo costeggia, ma niente acqua, solo castagni, noccioli e cancelli. Infine, all’ora di pranzo, raggiungiamo la riva e lo staniamo: ma è poco invitante, per via delle recinzioni, delle canoe e del vento.

Un lago reticente a partire dal nome. Di solito gli specchi d’acqua prendono il nome dal paese più importante che sta sulle rive. Sul lago di Garda c’è Garda, sul lago di Como c’è Como, sul Lago di Bolsena c’è Bolsena, sul Lago d’Iseo c’è Iseo. E Vico? Dove cazzo è, Vico? Dove l’avete nascosta?

Eppure, dietro quell’aria timida, si nasconde una disgrazia antica. “La prima tragedia del Novecen-to” - come rivendica orgoglioso il custode della chiesa di Santa Lucia. Il vittimismo come autobio-grafia di una nazione, strategia per eludere la criti-ca ed entrare nel Guinness dei primati.

http://www.archiviolastampa.it/

Page 16: Storie, paesaggi, attraversamenti

CI TELEGRAFANO DA ROMA, 15, ORE 8,50:GIUNGE NOTIZIA DA RONCIGLIONE DI UNA GRAVE DISGRAZIA

ACCADUTA IERI. PER FESTEGGIARE SANTA LUCIA, DA TUTTI I

COMUNI CIRCUMVICINI DEL LAGO DI VICO ACCORREVA GENTE

PRESSO LA CHIESETTA CHE SORGE A METÀ DEL LAGO. ALCUNE

BARCHE DI RITORNO, CARICHE DI UOMINI E DONNE, I QUALI

AVEVANO PARTECIPATO ALLA FESTA, SI CAPOVOLSERO A CIRCA

TRECENTO METRI DALL’APPRODO. LE GRIDA STRAZIANTI DEI

CADUTI GIUNSERO FINO ALLA RIVA.

CI TELEGRAFANO DA ROMA, 16, ORE 0,25UN SUPERSTITE, GIUNTO QUI DA RONCIGLIONE, RACCONTA CHE

L’ANNEGAMENTO SI VERIFICÒ IN QUESTO MODO: DOPO COMPIUTI

I GIOCHI IN ACQUA, ALCUNE BARCHE PESCHERECCE, PIENE DI

GENTE, SI MISERO IN MOTO PER UNA GITA DI PIACERE SUL LAGO.

UNA DELLE BARCHE ERA GREMITISSIMA E PERICOLAVA. ALLORA

UN’ALTRA IMBARCAZIONE VICINA LE SI ACCOSTÒ PER RECARE

SOCCORSO. INTANTO LE PERSONE, SPECIALMENTE GIOVANI, CHE

ERANO NELLA PRIMA BARCA, PRESE DA UN PANICO INDICIBILE,

COMINCIARONO AD URLARE, SMANIARE E PIANGERE. GIUNTA

L’ALTRA BARCA PRESSO LA PRIMA, TUTTI COLORO CHE ERANO

DENTRO QUEST’ULTIMA ISTINTIVAMENTE SI GETTARONO ENTRO

L’ALTRA, PROVOCANDO L’AFFONDAMENTO DELL’IMBARCAZIONE

E RIMANENDO TUTTI AFFOGATI. SECONDO UN’ALTRA VERSIONE,

IL DISASTRO PARE DEBBA ATTRIBUIRSI ALLE ESCANDESCENZE

DI UNO DELLA COMITIVA SOVERCHIAMENTE AVVINAZZATO.

OGGI I PALOMBARI MANDATI DAL MINISTERO DELLA MARINA

CONTINUERANNO I LAVORI. SI SCORGONO ANCORA TRAVERSO

L’ACQUA LIMPIDA DIVERSI CADAVERI GIACENTI SUL FONDO DEL

LAGO. OGNI TANTO SI RACCOLGONO CAPPELLI, SCIALLETTI E

ALTRI EFFETTI CHE GALLEGGIANO. SI CONFERMA CHE LE VITTIME

SONO UNA QUARANTINA!

Usciti da Santa Lucia, lo guardiamo tutti con un’a-ria diversa, il lago: lui e la sua continua smania di fare nuove amicizie. 

A Ronciglione, la visuale si chiude di nuovo. Fronti stradali fitti, persone, negozi, macchine, rumori. Si apre in terrazze, belvedere, punti di vista antropi-ci, scorci. Lo sguardo è guidato dall’architettura e dal costruito. I punti di vista privilegiati sono sele-zionati. Scattiamo foto da cartolina.Una rapida deviazione e siamo di nuovo nello spa-zio naturale, accanto a filari di noccioleti, campi coltivati, un folto cespuglio di bambù. Poi, la sen-sazione di perdersi. Con le dita sfioriamo l’erba alta che spostiamo al passaggio. A pochi passi, il Rio Vicano continua a seguirci, tracciando la via.

Se il nostro cammino fosse un romanzo d’avventu-ra, il personaggio più memorabile sarebbe la chiesa di Sant’Eusebio.

Sant’Eusebio si svela all’improvviso in mezzo ad una radura. Sembra una visione, un arbusto millenario nato insieme alla terra, una pieve per grilli di campagna, un’oasi spirituale a 200 metri dal Festival Bar. 

La chiesa guarda dritta al Monte Soratte, quello col profilo di Mussolini smozzicato, neanche fosse la Maga Circe. Che poi chissà se il Duce lo sape-va, che negli USA c’è un tipo che da una vita sta cercando di modellare una montagna enorme col profilo di Toro Seduto. Una storia prima o poi fi-

nisce e, chissà perché, impone al paesaggio - che sta lì da un pezzo- di continuare a raccontare ciò che accadde in un fazzoletto di anni. Sovrapposi-zioni, riscritture, palinsesti secolari. Sant’Eusebio sta sopra la tomba di un Eusebio che non ha niente a che vedere col santo vescovo di Sutri. Poi scopri che la chiesa è stata restaurata e riportata alla sua anima romanica solo dopo interventi invasivi che l’hanno spogliata di decorazioni, per riportare alla luce i dipinti originali.

Stratificazioni spirituali e architettoniche che traducono in pietra ciò che il cammino produce nella realtà. L’odore di muffe antiche nascoste sotto il colore vivo degli affreschi sopravvissuti, si mischia alla violenza ineliminabile della sovrap-posizione.

Ma il mescolarsi di tempi e di simboli non riguarda solo l’edificio. La schiuma ribolle e tracima oltre i muri. Il cerchio di querce che circonda la chie-sa - vecchio di sessant’anni - è una specie di Linea Gotica camuffata da ameno boschetto. Intorno alla pieve si combatte una guerra di confine che sa di Medioevo. Proprietà privata contro bene comune. Vecchie bolle papali, contee sorte dal nulla, pietre spostate e ricollocate.

Un pugno di volontari difende la chiesa dalle pre-tese del “signorotto” di turno, da vandali e ignoti ladri e dall’imperizia delle istituzioni, a costo del proprio tempo e denaro e delle proprie energie.

Chi sono i custodi di un territorio? E perché hanno scelto di custodirlo?

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Perché non è solo senso civico, il loro. C’è di più. Forse il ricordo di un bambino che ascoltava, per-correndo quegli stessi luoghi che oggi difende, le storie e i ricordi di un padre, di una madre, di un nonno o di una nonna. O, forse, venuti da un altro-ve da cui sono fuggiti, hanno infine scelto di resti-tuire alla terra che li ha accolti un po’ del calore che ne hanno ricevuto.

Ed è un custodire che non è possesso, ma condivi-sione. Che non è solo scelta etica, o il perseguire un

nobile ideale. È difesa, per amore, di qualcosa che si percepisce come parte di sé e che, al contempo, non si vuole tenere soltanto per sé.

È, insieme, la gioia di mostrare, per far conosce-re. Per far nascere negli occhi di chi ascolta quel-la stessa scintilla che li muove ogni volta, ad ogni nuovo viandante che passa e domanda. Che forse dimenticherà, domani, o ricorderà soltanto qual-che piccolo dettaglio, da aggiungere ai tanti altri, accumulati durante il cammino.

Gli alberi disegnano un cerchio e bisogna tender l’orecchio per ascoltare un piccolo mondo dove passato e presente fanno girotondo. Stanno tutt’insieme a ricordareChe il presente il passato non può abbandonare.

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Se il nostro cammino fosse un romanzo d’avven-tura, l’asfalto sarebbe l’antagonista, il cattivo, l’om-bra dell’eroe. Chi organizza viaggi a piedi lo teme, cerca di evitarlo, si scusa quando non se ne può fare a meno. Per i viandanti della Francigena, l’incubo asfaltato si chiama Strada Cimina. I tecnici della Regione Lazio ce la sconsigliano inorriditi, ma io dico che un pellegrinaggio non è completo, sen-za qualche chilometro a piedi nel regno dell’auto. Giusto il tempo di rendersi conto che quello, per il pedone, non è soltanto un pianeta ostile: è uno spa-zio che respinge l’essere umano senza volante. Te lo dice la velocità, lo spostamento d’aria, il rumore. Da pedone, sull’asfalto, sei davvero di fronte al ne-mico: e come ogni nemico che si rispetti, quello sei tu, anche se adesso vorresti dimenticarlo, nel tuo bucolico autoinganno, e proprio per questo fuggi l’incontro.

L’asfalto, però, è soltanto il più spaventoso dei mille volti che assume l’avversario: sbarramenti, cancelli, staccionate, muri, fili spinati, confini. Se l’essenza del camminare è la libertà di muoversi

sul territorio, allora le recinzioni sono il veleno, la criptonite del viandante.

In Svezia, il diritto di passare su un terreno, sen-za recar danno, si chiama allemansrätten, ovvero “diritto di ogni uomo”, ed è garantito dalla Costi-tuzione. Da queste parti, su recinzioni stile Alca-traz, trovi cartelli che ritraggono cani feroci e la scritta:

Io ci metto 2,5 secondi per arrivare al recinto. E tu?

Se il nostro cammino fosse un romanzo d’avventu-ra, l’autore dovrebbe rendere conto anche di quei personaggi che l’occhio non ritiene importanti. Odori di piante calpestate, raccolte, strofinate sul palmo della mano: il timo che ti afferra mentre at-traversi una radura; l’erba alliaria, che custodisce il suo segreto finché non la cogli; l’ailanto fetido e invasore, che trasforma lo spazio indeciso in un angolo di giungla; la menta che da piccino ti face-va pensare al dentifricio, e adesso ti fa pensare al mojito.

Riprendiamo l’asfalto per raggiungere Fonte Vivola. Lo sguardo è serrato sulla strada, fiato corto, stanchezza, mal di piedi, non c’è più nulla.

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Se il nostro cammino fosse un romanzo d’avventu-ra, il paesaggio sarebbe il protagonista.

Personaggio meticcio, affastellato e in crescita. Mondo minerale, vegetale e animale che interdi-pendono in allegria. Nesso evidente tra libertà e responsabilità. Continuo trascorrere di elementi di mezzo, tra questo e quello, guazzabuglio di ca-sualità cucito insieme dai sensi e dai piedi. Cam-minarci attraverso è un modo per coglierne la co-erenza in movimento, la stessa sostanza di cui si nutre il pensiero. Vertigine che non si può catalo-gare. Costellazione di senso che poco si adatta alle categorie geometriche.

C’è morte? Sì, c’è anche la morte. Perché al fon-do, il paesaggio è uno specchio. Siamo noi gli eroi dell’avventura. Noi che attraversiamo il territorio e che ne siamo attraversati, come dentro una galleria del vento che ci stacca di dosso piccole convenzio-ni, abitudini non aerodinamiche, ma senza scollar-ci dalla realtà.

Il paesaggio è un teatro, palcoscenico dove l’uomo rappresenta sé stesso. Ma il verbo “rappresentare” non è esclusivo di attori o pittori. È anche un ver-bo politico. Il paesaggio rappresenta l’uomo come un teatro, ma pure come un parlamento (e forse, in questi giorni stanchi, ancora più di un parlamen-to). Non a caso, rivolte e battaglie sociali nascono sempre più spesso intorno al paesaggio: Gezi Park e la Val Susa, lo sviluppo urbano di Addis Abeba e quello di Londra. Qui, in soli due giorni di cam-mino, si passa dall’ospedale di Viterbo al gigante interrato di Valle Faul, dalla faggeta depressa alla centrale di Montalto, dalle pale eoliche in distanza al ristorante La Bella Venere, dal divieto di balne-azione nel lago di Vico alle liti di confine intorno a un’antica chiesa, dai pesticidi per i noccioleti all’ar-cheologia industriale di Ronciglione.

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Il percorso verso Caprarola è vario, a volte ci sono visuali più ampie, a volte lo sguardo si ferma a po-chi metri. La stanchezza prevale.

L’attenzione non è più concentrata sul dove mettere i piedi. Siamo sicuri del nostro passo, pensiamo ad altro, il cammino diventa interiore.

Il paesaggio è dentro ognuno di noi.

Se il nostro cammino fosse un romanzo d’avventu-ra, non potrebbero mancare i doni magici.

Solo al viandante capita di vedersi regalare dalla fruttivendola un sacchetto di fave.

Solo al viandante, cittadino spogliato, capita di chiedere alla fruttivendola di regalargli due fave.

E poi una torta di mele divisa in 24 pezzetti, uno per ogni camminatore.

Il paesaggio come la torta di mele: un pezzetto, uno sguardo; un pezzetto, un oggetto; un pezzet-to, una mappa mentale del sentiero; un pezzetto, un’impronta a terra della persona che ti precede con scritto Salomon.

Il possesso di un luogo, di uno spazio, attraverso l’atto del mangiare.

Mangiare i luoghi: con lo sguardo, con i sensi. Mangiare, assaporare e non essere mai sazi di uno spazio.

Pollicino e le briciole di pane lasciate lungo il tra-gitto per ritrovare la strada di casa. Hansel e Gretel e la casetta di marzapane…

Digerire il paesaggio: il mangiare come metafora del possesso e della conoscenza, ma anche come atto concreto del masticare e assimilare cibo, pre-parato e pensato per quel luogo, per quelle perso-ne, per quel paesaggio, per quel momento.

Si mangia e si è sazi; si digerisce e si è affamati di nuovo.

E ancora sentieri, vicoli e attraversamentiun grande puzzle di frammenti.

Se il nostro cammino fosse un romanzo giallo, l’as-sassino sarebbero gli Etruschi.

In un modo o nell’altro, è tutta colpa loro.

Quando non sai cosa dire, sono stati gli Etruschi.

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Caprarola è di nuovo un paesaggio antropico, sia oggetto di osservazione, sia progetto di vi-suali per il territorio circostante.

Siamo in alto, lo sguardo spazia in tutte le di-rezioni, ci sono riferimenti, torri, case, si perce-pisce la grandezza del vuoto e la misura ridotta dell’essere umano.

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Se il nostro cammino fosse un romanzo d’av-ventura, allora il finale non sarebbe l’arrivo, ma il ricordo.

Ancora a due settimane di distanza, puoi ripercor-rere con la memoria l’intero percorso. Rivedi fiori, soste, alberi, pietre, crinali, strade, svolte, chiese e torrenti con la stessa nitidezza delle foto che non hai fatto e che non hai ancora sfogliato.

Camminare è aderire alle parole, all’affetto per sé e per le altre figure che a turno incrociano il tuo passo, mentre sbucci i paesaggi contaminato dalle loro suggestioni: le faggete, i castagneti, gli affre-schi medievali, le pietre, i volti, le pietanze, i rovi, i regni di mezzo tra fiori e cemento, le variazioni climatiche tra sole bruciante e palle di grandine.

Sarà per questo che al liceo, quando mandavi a memoria le pappardelle per l’interrogazione del giorno dopo, ti veniva sempre da passeggiare per la stanza?

Le neuroscienze dovrebbero indagare meglio il rapporto che c’è tra camminare e ricordare.

E il rapporto che c’è tra un paese senza memoria come l’Italia e la diffusione delle automobili (62 ogni 100 abitanti, uno dei paesi più motorizzati del mondo).

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