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RUBRICHE: Editoriale Mondo filiali Attualità C’era una volta Cinema e cultura Flash SPAZIO LIBERO SPAZIO LIBERO Numero 39 – agosto 2007 Anno IV

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SPAZIO LIBERO. Giornalino mensile della. Sanpaolo Banco di Napoli. Anno IV. Numero 39 – agosto 2007. RUBRICHE: Editoriale Mondo filiali Attualità C’era una volta Cinema e cultura Flash. Spazio libero. EDITORIALE. L’ACCORDO PIU’ DIFFICILE NEL MOMENTO PIU’ DELICATO (PER ORA) - PowerPoint PPT Presentation

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Editoriale Mondo filiali Attualità C’era una volta Cinema e cultura Flash

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Numero 39 – agosto 2007 Anno IV

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EDITORIALEL’ACCORDO PIU’ DIFFICILE NEL MOMENTO PIU’ DELICATO (PER ORA)

Il primo di agosto è stato siglato l’ accordo che proroga la possibilità di accesso al fondo esuberi su base volontaria e incentivata.

L’intesa arriva dopo che l’Azienda aveva avviato le procedure, previste del CCNL, per le tensioni occupazionali (eccedenze) che, a suo giudizio, derivavano dal processo di fusione.

La comunicazione, giunta il 21 giugno, era strumentalmente posizionata solo qualche giorno prima della chiusura della possibilità di inoltro delle domande di adesione all’esodo prevista per il 30 giugno; il messaggio aziendale era chiaro, “mancano pochi giorni alla possibilità di uscire, il numero delle persone che vorrei andassero via non è ancora soddisfacente, andatevene prima che vi sia qualcosa di più traumatico”.

Ed infatti l’Azienda, nel corso delle trattative, ha teso a drammatizzare la situazione, non ritenendo sufficienti le circa 4000 richieste pervenute e cercando gli strumenti per raggiungere comunque l’obiettivo di 6500 persone in uscita, come da piano industriale; l’accento è stato posto sui lavoratori che, pur avendo già i requisiti pensionistici, non avevano aderito all’esodo, proponendo l’obbligatorietà in uscita.

A complicare ulteriormente la fase c’era stato il confronto con l’ABI sul contratto collettivo nazionale, dove il padronato affermava che il possibile motivo di ostacolo per il contratto di tutti i bancari era costituito dalle eccedenze di personale nei supergruppi (Intesa San Paolo – Unicredit Capitalia), problema la cui soluzione era propedeutica al contratto nazionale.

La tensione era altissima e lo sbocco non era né semplice né scontato, anche per alcune divisioni (non nella Fisac/Cgil) sul fronte sindacale, che alla fine con senso di responsabilità ha elaborato una controproposta:nuovo piano di esodo volontario incentivato valido fino al 31.12.2009;assunzioni aggiuntive nella fase di migrazione procedurale;ripristino organico nella rete;soluzioni idonee per i figli dei dipendenti che hanno superato la selezione e che sono in sovrannumero rispetto alle disponibilità su base provinciale/regionale, come pure per quelli che risiedono in regioni nelle quali non è stata recepita la normativa sull’apprendistato professionalizzante;

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EDITORIALEsegue:”L’ACCORDO PIU’ DIFFICILE NEL MOMENTO PIU’ DELICATO (PER ORA)”

riapertura dell’incentivazione per i colleghi che matureranno il requisito AGO nel secondo semestre 2007.

Il risultato, in una certa fase insperato, ha portato ad un accordo qualificato ed in particolare:possibilità di accesso al fondo su base volontaria e incentivata (incentivi come per l’accordo di dicembre 2006) per coloro che matureranno i requisiti pensionistici entro il 1’ gennaio 2015, con le domande di adesione all’esodo che potranno essere inoltrate fino al 30 giugno 2009 e ulteriore premio di “tempestività” per quelle pervenute entro il 29 febbraio 2008mantenimento dell’assistenza sanitaria, così come dei versamenti per la previdenza complementare per tutto il periodo di permanenza nel Fondo di Solidarietàcoloro i quali diverranno pensionabili entro il 2007 potranno chiedere di andare via entro fine anno e avranno comunque l’incentivo di una annualitàassunzione di apprendisti nella misura di 1 ogni 2 uscite in ambito commerciale e assunzioni a tempo determinato per sostituzione di maternità e migrazioni proceduraliconferma anticipata a tempo indeterminato per la metà degli attuali apprendisti in servizio al 1’ agostosuperamento del discrimine verso i figli dei dipendenti, in servizio o esodati, che potranno partecipare come qualunque altro cittadino alle selezioniassunzione in regioni limitrofe per coloro i quali pur superando le selezioni non troverebbero collocazione nelle regioni di pertinenza.verifica dell’andamento dell’esodo entro il 29 febbraio 2009 ed eventuale nuova procedura se numero di adesioni non soddisfacente: 1500 uscite nel 2008 e ulteriori 800 nel 2009

La vastità dei processi, lo scenario nazionale, le tensioni evidenti sono state efficacemente governate, attraverso un percorso sofferto, con un accordo di valore che conferma tutti i cardini dell’impostazione sindacale.

A settembre, conclusa questa fase delicatissima, riprenderà il confronto sulla armonizzazione contrattuale per coloro i quali “rimangono” in azienda.

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MONDO FILIALIRAPPORTI UMANI?

Quanti direttori, consulenti gestori, vengono chiamati o contattati quotidianamente per collocare prodotti, per “darsi una mossa”, per riportar quanto stanno facendo per il raggiungimento dei budget? Immagino tutti; quanti, nelle lettere a consuntivo dei risultati di un anno vengono definiti “indomiti guerrieri” le cui virtù di combattenti vengono magnificate con dannunziana retorica? Credo tutti;. quanti quindi sono continuamente ricondotti alla loro unica condizione di “commerciali” il cui fine è vendere? Ancora tutti.

Che quella commerciale sia l’unica dimensione, l’unico profilo che interessi, che non esista altra condizione, altro rapporto umano, è fatto di questi settimane e spiego perché.

C’é una brutale recrudescenza del fenomeno delle rapine, dove sta aumentando anche il “contatto fisico” tra i colleghi - spesso percossi - e i rapinatori, con maggiore trauma in un evento già di per sé traumatico.

Ebbene nei giri che chi scrive va spesso a fare per comprendere, nell’Area Napoli, come stiano i colleghi, sempre di più si legge negli occhi e si sente dalle parole - oltre alla paura vissuta - una disillusione, un disincanto verso l’Azienda. Il perché è presto detto: quei capi, capetti, capini che chiamano a capocchia per il minimo dis-allineamento commerciale o che sputano tronfia retorica per i risultati raggiunti - ringraziando “gli uomini” che travalicano cotante mete - quegli stessi, non alzano mai la cornetta per chiamare e dire, dopo una rapina, “né stronzi.. ma come state?”

Neanche troppi anni fa era direttamente il Capo Area ad andare sul posto a sincerarsi dell’accaduto; ora nemmeno l’ultimo della ridondante e catena di comando che provvede a “vigilare” l’osservanza dell’ortodossia del “vendere ad ogni costo” si fa sentire, chiuso nel suo corto circuito mentale, per cui nulla esiste oltre il commerciale nei rapporti umani (umani?).

Però, tranquilli, come dicono gli amministratori “la risorsa umana è centrale in questo Gruppo”.

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SCIOPERO FISCALE?Che l’Italia sia un paese strano, atipico, dove i valori vengono capovolti, credo sia un fatto

certo ma, ciò nonostante, vi sono cose che riescono ancora a meravigliarmi: è il caso dell’iniziativa leghista circa lo “sciopero fiscale”.

Come è possibile che nel paese occidentale che “vanta” il primato di nascondere al fisco almeno il 25% della ricchezza prodotta (€ 120.000.000.000- centoventi milardi di euro all’anno) ci sia qualcuno che proclami lo sciopero fiscale??

I “proclamatori” poi, per l’insediamento territoriale (settentrione) e per la tipologia di elettorato (lavoratori autonomi, piccoli industriali, professionisti), sono proprio coloro i quali dovrebbero per primi vergognarsi dell’evidente egoismo sociale che caratterizza i propri rappresentati.

Sono questi, infatti, che conducono, senza quartiere e da anni, una vera e propria lotta di classe per espropriare quanto più possono i lavoratori dipendenti e i pensionati attraverso l’aumento incontrollato dei prezzi (commercianti), delle tariffe (professionisti), dei valori immobiliari, approfittando tutti dell’introduzione dell’euro (cambio lire 1000 per € 1 anziché lire 2000 per € 1), e soprattutto attraverso la sistematica, scientifica, pubblicizzata. predicata, incoraggiata, eversiva evasione fiscale.

A questa gigantesca re-distribuzione di ricchezza a vantaggio di chi già ha si aggiunge la diversa tassazione sui redditi: è possibile che il reddito da capitale (azioni, obbligazioni) venga tassato al 12,5% e il reddito da lavoro venga tassato anche oltre il 40%?? E’ possibile che una stock-option milionaria sia tassata un quarto rispetto a uno stipendio?? Sì. In Italia ciò è possibile per la mancanza di valori civici, per il malcostume, l’egoismo dei ceti abbienti, antropologicamente avversi a qualsiasi logica re-distributiva e di equità sociale, chiusi semplicemente nel loro orizzonte da bottegai, pronti allo sciopero per avversare anche i timidissimi segnali di ancor più timide inversioni di tendenza nei controlli.

Questa, secondo chi scrive, è sovversione, è terrorismo sociale, perché si mettono in discussione le fondamenta dello stare insieme, e stare insieme significa che ciascuno è tenuto alla responsabilità del proprio agire per l’interesse di tutti, non solo per il proprio.

 

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C’ERA UNA VOLTA….e c’è oggiPERICOLO NUCLEARE E NATURA TERRIFICANTE

Quarantacinque anni fa, nella seconda metà del 1962, il Mondo intero entrò in uno stato di terrore per la possibilità di una guerra nucleare, quando si scatenò la crisi dei missili nucleari sovietici istallati a Cuba. Le persone di tutto il mondo furono spaventate dalla prospettiva di una apocalisse nucleare, tanto che esercitazioni di emergenza si tennero in molte grandi città del globo.

Soprattutto dopo l’esplosione atomica avvenuta in Giappone a Hiroshima e Nagasaki, alla fine della 2a guerra mondiale - quando si vide cosa significava in termini di distruzione sia per le persone fisiche che per la natura del mondo – la paura di un’apocalisse atomica ha attraversato universalmente le popolazioni ed i governi della terra per molti decenni, almeno fino a quando è esistito un mondo bi-polare, nel quale due blocchi politici, economici e militari si sono fronteggiati per il dominio sulla terra.

Gli effetti devastanti dell’esplosione nucleare sono poi stati drammaticamente confermati dalla tragedia, avvenuta nel 1986, della rottura del reattore nucleare a Chernobyl in Ucraina, che determinò grandissime preoccupazioni per la contaminazione nucleare, soprattutto in Europa.

Dalla caduta dell’Unione Sovietica in poi e con la conseguente esistenza di un mondo uni-polare, dominato principalmente dal potere militare ed economico degli Stati Uniti (almeno fino a quando un altro blocco non lo fronteggierà), la paura è andata progressivamente scomparendo o è scivolata in secondo piano nella coscienza delle persone.

Al contrario, invece, è andata sempre più aumentando la preoccupazione per il riscaldamento del pianeta dovuto all’effetto serra e al buco dell’ozono nell’atmosfera. Dati geologici e meteorologici che hanno significato il cambiamento repentino del clima generale del pianeta, con il riscaldamento degli oceani che produce spaventosi uragani e cicloni, in quantità e “qualità” prima imprevisti.

La paura della natura terrificante ha progressivamente sostituito la paura della devastazione nucleare.

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segue:”C’ERA UNA VOLTA….e c’è oggi PERICOLO NUCLEARE E NATURA TERRIFICANTE”

La natura in sé è sempre stata anche terrificante. Infatti, molte sono state le ere geologiche che il nostro pianeta ha vissuto nel tempo, con cambiamenti a volte anche repentini, ma nei quali, però, la natura non è stata mai distrutta, ma si è evoluta perché la Terra è un pianeta “geologicamente vivo”.

Invece, nell’epoca attuale sia la paura nucleare che la nuova paura della natura terrificante, per il cambiamento climatico del pianeta, sono un prodotto dalla civiltà umana, dei suoi modi di produzione e della sua organizzazione sociale e politica e che è compito, quindi, della civiltà umana porvi rimedio.

Serve soprattutto un cambio estremo che ponga in primo piano il benessere dell’uomo (ovunque egli viva e chiunque egli sia) e il benessere della natura del pianeta e non, invece, il profitto e l’interesse dei paesi, delle classi e dei ceti sociali dominanti, responsabili primari dell’ enorme situazione di degrado ambientale che ora subiamo.

Questo compito è estremamente difficile, è anche immane per le resistenze che ci sono, che ci saranno e per gli scontri anche terrificanti (e forse peggiori delle devastazioni della natura) che queste produrranno, ma è un compito assolutamente imprescindibile se si vuol garantire alle generazioni future una vita non peggiore di quelle che le hanno precedute.

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INGMAR BERGMAN E MICHELANGELO ANTONIONI

CINEASTI CHE CI LASCIANOAd inizio di agosto, un giorno dopo l’altro, hanno lasciato la vita terrena prima lo svedese

INGMAR BERGMAN e poi l’italiano MICHELANGELO ANTONIONI. Sia Bergman che Antonioni hanno avuto una grande fama internazionale tra gli addetti

del mondo del cinema e sono stati molto spesso beniamini della critica cinematografica giornalistica, oltre che di schiere di appassionati frequentatori di “cineclub” a partire da quando questi si costituirono ad inizio anni ’60.

E’ vero che ci hanno lasciato opere cinematografiche illustri:Bergman già dagli inizi con “Il Settimo Sigillo” e “il Posto delle Fragole”, opere nelle

quali è illustrata con grande evidenza e maestria la eterna lotta tra la morte e la vita, attraverso la caratterizzazione di queste due condizioni in personaggi in carne ed ossa - come ha fatto nel primo film citato – o nel raccontare il viaggio deciso, malinconico, ma sereno, di una persona in età avanzata verso la fine della sua vita, come nel secondo. Il cineasta svedese ha poi continuato, sempre con grande clamore, con film riguardanti l’intimità delle persone (Sussurri e Grida) o della coppia (Scene da un matrimonio) o con film sull’iniziazione alla vita e alla maturità (Fanny & Alexander). Si è poi ritirato dal cinema volendo lavorare solo per il teatro.

Antonioni si fa notare subito con “Cronaca di un amore” e continua il suo percorso, tra la fine degli anni 50 e gli inizi dei ’60, con un trittico (L’Avventura – la Notte – l’Eclisse) tutto centrato sull’ analisi introspettiva della donna contemporanea. Ha proseguito poi con film che hanno sempre suscitato grande dibattito come “Blow up”, “Professione Reporter”, “Zabriskie Point”, prima di subire una trombosi che, anche se gli ha tolto l’uso della parola, non gli ha impedito di girare, fino a alla fine della sua vita, altri film che però non hanno aggiunto niente a ciò che aveva espresso in precedenza.

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segue: INGMAR BERGMAN E MICHELANGELO ANTONIONI CINEASTI CHE CI LASCIANO

Come detto, i due sono stati beniamini della critica cinematografica giornalistica e di intellettuali di varia specie, però non si possono considerare cineasti bagnati dalla fama del grande pubblico in quanto i loro film, pur creando sempre grande scalpore, sono stati visti poco o niente da chi normalmente affolla le sale cinematografiche.

Per noi la ragione di ciò è chiara.A parte gli intellettualismi (e la personale presunzione di creare “opera d’arte” a

priori, presente in entrambi i due) con cui molto spesso i loro film erano girati, i due registi giravano sempre con “poca (o niente) sceneggiatura”. Per loro la scrittura delle storie aveva poca importanza. Infatti, chi non li apprezza come maestri di cinema ha affermato che Bergman faceva del teatro filmato e che Antonioni fotografava dei personaggi che parlavano. Noi non arriviamo a tanta crudeltà in un giudizio di valore nei loro confronti. Riteniamo però che la povertà di scrittura cinematografica, nella stragrande maggioranza dei film che hanno girato, è (e resta) un limite vero alla loro maestria. La scrittura cinematografica, per noi, è fondamentale per dare struttura, corpo ed anima (cinematografica e anche letteraria, nel senso più generale del termine) alle storie ed ai personaggi che si vogliono rappresentare sullo schermo.

Al di là ciò, riteniamo che sia Bergman che Antonioni restino comunque due autori che hanno scritto pagine importanti nella storia del cinema.

Cosi desideriamo salutarli.

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FLASH

Il nostro “artista” vignettista è in ferie: al prossimo mese

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