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SO.MA. RICICLA Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi Pagina 1 1.0 Progetto A seguito del notevole incremento della raccolta differenziata in Sardegna che ha portato a recuperare quantitativi di rifiuti fino a qualche tempo addietro inimmagi- nabili, la presente relazione ha per oggetto la variante di uno stabilimento industriale con modifiche integrative al processo produttivo che parzialmente modificano la distribuzione degli spazi interni nello stabilimento industriale sito nel Comune di As- semini in agglomerato CASIC in località Macchiareddu, traversa C Quinta Strada. Attualmente nello stabilimento si svolge l’attività, in regime di procedura sem- plificata ai sensi degli artt. 214/216 del D.Lgs 152/06, di operazioni di recupero dei ri- fiuti non pericolosi, prevalentemente plastica e carta/cartone provenienti dalla raccol- ta differenziata attivata dai vari Comune tramite Consorzi. L’ampliamento dell’impianto produttivo (già potenziato per macchinari e attrezzature) permette di la- vorare in tempi rapidi un quantitativo superiore di rifiuto (plastica) rispetto a quello at- tuale. Per consentire un ingresso maggiore di rifiuto (plastica) al fine di operare se- condo le capacità produttive dell’impianto è necessario chiedere l’autorizzazione per la procedura ordinaria, in quanto nella procedura semplificata è previsto un quantita- tivo max di rifiuto plastico di t 7700/annue, mentre le previsioni sono, a regime, di almeno il 60.000, precisando che il quantitativo di rifiuto lavorato in stoccaggio provvisorio rimane invariato. Le previsioni sono: ingresso di rifiuto plastico al giorno max 270t, all’anno max 60.000 t Stoccaggio istantaneo max 400T 2.0 Ubicazione Il Capannone è stato realizzato conformemente alle Concessioni Edilizie n° 99 del 07.06.2001 e n° 22 del 12/02/2003, è stato rilasciato il C.P.I. in data 11 Agosto 2003 pratica n° 18824, è stata inoltrata richiesta di Agibilità in data 12 Maggio 2003 al Comune di Assemini. Il Capannone risulta censito al N.C.E.U. al foglio 54 mappale 878 sub 1 Cat. D/7, sub 2 (cabina enel) cat. D/1 e sub 3 alloggio custode cat. A/2.

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Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 1 

1.0 Progetto A seguito del notevole incremento della raccolta differenziata in Sardegna che

ha portato a recuperare quantitativi di rifiuti fino a qualche tempo addietro inimmagi-

nabili, la presente relazione ha per oggetto la variante di uno stabilimento industriale

con modifiche integrative al processo produttivo che parzialmente modificano la

distribuzione degli spazi interni nello stabilimento industriale sito nel Comune di As-

semini in agglomerato CASIC in località Macchiareddu, traversa C Quinta Strada.

Attualmente nello stabilimento si svolge l’attività, in regime di procedura sem-

plificata ai sensi degli artt. 214/216 del D.Lgs 152/06, di operazioni di recupero dei ri-

fiuti non pericolosi, prevalentemente plastica e carta/cartone provenienti dalla raccol-

ta differenziata attivata dai vari Comune tramite Consorzi. L’ampliamento

dell’impianto produttivo (già potenziato per macchinari e attrezzature) permette di la-

vorare in tempi rapidi un quantitativo superiore di rifiuto (plastica) rispetto a quello at-

tuale. Per consentire un ingresso maggiore di rifiuto (plastica) al fine di operare se-

condo le capacità produttive dell’impianto è necessario chiedere l’autorizzazione per

la procedura ordinaria, in quanto nella procedura semplificata è previsto un quantita-

tivo max di rifiuto plastico di t 7700/annue, mentre le previsioni sono, a regime, di

almeno il 60.000, precisando che il quantitativo di rifiuto lavorato in stoccaggio

provvisorio rimane invariato.

Le previsioni sono:

ingresso di rifiuto plastico al giorno max 270t, all’anno max 60.000 t

Stoccaggio istantaneo max 400T

2.0 Ubicazione

Il Capannone è stato realizzato conformemente alle Concessioni Edilizie n° 99 del

07.06.2001 e n° 22 del 12/02/2003, è stato rilasciato il C.P.I. in data 11 Agosto

2003 pratica n° 18824, è stata inoltrata richiesta di Agibilità in data 12 Maggio

2003 al Comune di Assemini.

Il Capannone risulta censito al N.C.E.U. al foglio 54 mappale 878 sub 1 Cat. D/7,

sub 2 (cabina enel) cat. D/1 e sub 3 alloggio custode cat. A/2.

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Confina con Quinta strada Traversa C , con proprietà Granu. Plast. S.r.l. , con pro-

prietà Cartiera Papiro Sarda e Società Linea Sud Ovest. Assemini località Macchia-

reddu Quinta strada traversa C;

La struttura si articola di un capannone di forma rettangolare ubicato centralmente

al lotto , di due pensiline ubicate sul lato sx del capannone e di un fabbricato esterno

adiacente al capannone posto nel prospetto principale adibito ad uffici e servizi .

All’interno del capannone si svolge la lavorazione dei rifiuti recuperabili ed inoltre

viene depositato per breve periodo il materiale lavorato, oltre che nelle pensiline e-

sterne e piazzale esterno. La superficie del lotto è pari a mq 10666, la superficie co-

perta dell'intero intervento è di mq 4255.84 rimasta invariata con la variante, la su-

perficie di sfruttamento è pari a mq 4561.55 rimasta invariata con la variante, il vo-

lume realizzato è pari a mc 33276.76 e con la variante proposta sarà pari a mq

33323.95 con un incremento del 0.14% , la superficie del piazzale destinata a par-

cheggio/deposito è di mq 6380.

2.1 Dati aziendali

Ditta : SO.MA RICICLA S.R.L. partita IVA 02362010924

Sede legale: via Montanaru 10 09047 Selargius (CA);

Responsabile legale: Sotgiu Gigliola nata a Cagliari il 08.08.1964 in qualità di pre-

sidente del consiglio di amministrazione ;

Attività Complesso industriale per il recupero, la preparazione al riciclaggio e il rici-

claggio stesso di imballaggi vari , cascami, rottami non metallici, materie plastiche, ri-

fiuti urbani, industriali (scarti della lavorazione della carta, plastica, legno etc. esclusi

gli scarti pericolosi) e biomasse, nonché attività di autotrasporto sia per conto proprio

che conto terzi.

All’interno dell’azienda opera anche la Ditta Sotgiu Ignazio, (socio della SOMA Rici-

cla) che svolge la stessa attività della SO.MA. Ricicla.

Per contratto è stata assegnata un’area, alla Ditta Sotgiu Ignazio, per svolgere la

propria attività con annessi servizi operai e segreteria, e all’interno dello stabilimento,

in caso di emergenza, può utilizzare tutti i sistemi di antincendio con i proprio addetti

all’emergenza, i quali sono stati formati per operare insieme agli addetti della

SO.MA. Ricicla.

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2.2 Descrizione della strutture

Il capannone è realizzato con strutture prefabbricate delle dimensioni totali

85.92x46.33 con altezza utile di m 9.00, all’interno è così suddiviso :

1. ZONA 4 , ampio locale di mq 2583 destinato allo scarico rifiuti, lavorazione e

deposito temporaneo prodotto finito (prevalentemente cartaceo) dove sono

ubicati gli impianti e le attrezzature, al quale si accede tramite due ampi porta-

li di 6.00x4.65. Dotato di adeguate uscite di sicurezza e finestre di aerazione.

La variante prevede, in detta zona, l’ampliamento della cabina di sele-

zione, intese come impianti/attrezzature, cabina H e cabina N.

2. ZONA 5 dove avviene lo scarico di materie grezze (prevalentemente rifiuti

plastici) di mq 578 circa, con apertura libera su tutta la parete posteriore per

consentire ai mezzi pesanti di accedere e scaricare agevolmente, collegata

alla zona 4 attraverso due portoni e una porta tagliafuoco. La variante consi-

ste, in detta zona, nell’ubicare nuovi impianti/attrezzature, cabina di pre-

selezione B, Vaglio D e sistema automatico del recupero metallo e allu-

minio, con la necessità di ridurre le dimensioni dei portali esistenti, oltre

all’attraversamento di vari nastri nella zona 5.

3. Un locale adibito ad officina, ZONA 1/2 con relativo soppalco di totali mq 297

circa, occorrente per la manutenzione e riparazione automezzi ed attrezzatu-

re, con accesso diretto dall’esterno con portone di 4.00x4.30, e collegata alla

zona lavorazione tramite porta pedonale tagliafuoco. La variante prevede

che nel soppalco venga realizzata una piccola sala ristoro e un bagno

per il personale della sola officina, max 2.

4. Una sala alimentazione muletti, ZONA 3, di mq 34 circa , anch’essa con in-

gresso indipendente dall’esterno.

Ubicate sul lato sinistro del capannone ci sono n. 2 pensiline che hanno la funzione

di deposito delle materie lavorate finite, realizzate in struttura prefabbricate di altezza

utile m. 5.00 e pavimentate in bitume e tappetino di chiusura.

Anteriormente al capannone esiste il corpo uffici e servizi, sviluppato su due piani:

5. il piano terra è composto di porticato esterno, atrio d’ingresso, n. 2 uffici se-

greteria con annesso bagno, e di una zona destinata agli operai : spogliatoio,

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sala ristoro, ambulatorio, n. 9 servizi igienici e disimpegni. La variante preve-

de:

• ampliamento dello spogliatoio , pari a mq 14.96, verso l’interno dello

stabilimento, con struttura in muratura pesante e solaio in c.a. con

caratteristiche REI 120,

• realizzazione di un bagno da ricavare all’interno dello spogliatoio delle

donne (vano 11).

• Ampliamento dell’ufficio di segreteria , vano 3 a/b, verso il loggiato

per mq 14.52.

6. il piano primo, al quale si accede tramite scala interna, è composto di due uf-

fici amministrativi con relativo bagno e deposito cancelleria, la variante in

detto piano consiste nel modificare la destinazione d’uso dell’alloggio

custode in zona ufficio senza modifiche interne ricavando una sala ri-

storo o riunioni, angolo scalda vivande, ufficio amministrativo, inferme-

ria, bagno, disimpegno e balcone.

Il corpo uffici e servizi ha una superficie utile totale di mq 331 circa, di cui 29.48

mq in ampliamento e non residenziale di mq 49.72. Le strutture sono realizzate

in muratura portante. Il loro dimensionamento è conforme alle norme igienico sa-

nitarie.

3 ALTRE INFRASTRUTTURE

Il lotto è delimitato in parte da una recinzione in muratura e parte in elementi di ferro

lavorato. L’ingresso al lotto avviene attraverso un ampio cancello scorrevole, ed in-

torno al capannone ci sono ampie corsie di manovre per gli automezzi.

Frontalmente all’edificio c’è una pesa ponte con portata max di 60 t con rampe in cls

di accesso.

Un’area sotto le pensiline è destinata al lavaggio degli automezzi ed attrezzature,

opportunamente pavimentata in cls e quarzo, con griglie di raccolta acque che con-

fluiscono nel depuratore e desolatore.

La variante prevede:

La realizzazione di un altro ingresso carrabile con un cancello scorrevole di

lunghezza m 8.00xh.2.00 con le stesse tipologie di quelle esistente, posto lun-

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go la recinzione fronte strada, ed in corrispondenza verrà realizzato un cavalca

fosso di m 10.00.

3.1 REQUISITI Igienico sanitario .

Dal punto di vista igienico sanitario , l'opera così come realizzata e progettata è ido-

nea all'uso cui è destinata , in quanto sono stati rispettati i requisiti di legge , quali :

- dimensionamento dei vani,

- superfici finestrate,

- altezze dei vani,

- altezze di m 2.00 dei rivestimenti dei bagni ,

- areazione forzata in mancanza di infissi.

Per lo smaltimento dei reflui fognari nulla è cambiato rispetto al progetto approvato e

realizzato : ci sono pozzetti di ispezione sia all'interno del lotto che in prossimità della

recinzione, nella quale è stata realizzata una rientranza dove è stato posizionato un

pozzetto d'ispezione per consentire agli organi di controllo di accedere dall'esterno

in qualsiasi momento. Esiste una vasca di depurazione e un desoleatore prima del-

l'immissione delle acque nere nella rete consortile, alla vasca di depurazione ven-

gono conferite le acque di lavaggio del pavimento interno dello stabilimento e le ac-

que di raccolta della zona dedicata al lavaggio dei mezzi e attrezzature.

Il ciclo produttivo non produce scarichi di acque industriali.

Il pavimento interno al capannone e parte del piazzale esterno è realizzato in cls

con rete elettrosaldata del tipo industriale e spolvero al quarzo. Il restante piazzale

esterno è realizzato con pavimentazione in asfalto di bitume con tappetino d'usura

chiuso.

4. DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO. 4.1. DATI OCCUPAZIONALI : Lavoratori Uomini Donne __________________ operai 21 5 suddivisi in due turni impiegati 0 1 __________________ Amministratori 0 1 __________________

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4.2 Ciclo di Lavorazione Il ciclo di lavorazione avviene attraverso il recupero dei rifiuti ricuperabili prodotti da-

gli imballaggi quali carta, cartone, plastica, polistirolo, pallets in legno, pneumatici

etc.(tutti materiali da riciclare), attraverso mezzi di trasporto, attrezzature e macchi-

nari specifici, quali containers e compattatori, appositamente localizzati nei siti più

idonei (industrie, centri commerciali, uffici etc.). Su ogni sito esterno, presso i quali

si recuperano i materiali da riciclare, sono installati dei containers o compattatori,

per consentire direttamente sul luogo di produzione del rifiuto la precernita manuale

tra rifiuto ricuperabile e quello non ricuperabile. Solo i containers o compattatori con-

tenente i rifiuti recuperabili sono conferiti in stabilimento industriale per la loro lavora-

zione, mentre i rifiuti non ricuperabili sono conferiti direttamente nei siti autorizzati

(termovalorizzatori). Ma gran parte di questi conferimenti provengono dalla raccolta

differenziata (attraverso i CONSORZI), attivata dai vari Comuni.

Nella sede operativa della SO.MA. avviene lo scarico dei materiali grezzi all’interno

dell’area delimitata per tale operazione, ZONA 4 materiale prevalentemente cartaceo

(saltuariamente plastico), ZONA 5 materiale plastico.

Nella ZONA 5 un operatore con il muletto convoglia al nastro trasportatore “A” tutto

il materiale/rifiuto che viene trasportato sino alla cabina di precernita “B”(nuovo im-

pianto), all’interno della quale lavorano 4 operatori (con un max di 6) per selezionare

tre tipologie di materiale (taniche, cassette, nylon) da convogliare nei sottostanti tre

box di stoccaggio. Il materiale non prelevato continua attraverso il nastro “C” il per-

corso sino al Vaglio “D” (nuova attrezzature) che automaticamente senza l’ausilio

degli operatori seleziona ulteriormente il materiale recuperabile eliminando il 90% del

rifiuto non più recuperabili, oltre al film, materiale lungo nylon, che viene ulteriormen-

te selezionato. Dal vaglio, sempre attraverso i nastri trasportatori il materiale viene

fatto attraversare al Deferrizzatore a magnete e al sistema per alluminio “E” per re-

cuperare le lattine e i materiali metallici. Il materiale rimanente sul nastro (esclusiva-

mente plastico) prosegue la sua corsa verso il nastro di carico “F” che arriva sino alle

cabine di selezione, cabina “G” già esistente dove operano 8 addetti e la nuova ca-

bina “H” in ampliamento, all’interno della quale lavorano altrettanto 8 addetti alla

cernita definitiva del materiale plastico. Sottostante le cabine ci sono i box di stoc-

caggio del materiale selezionato, il quale, alternativamente, viene conferito con i mu-

letti al nastro di carico “I” (esistente) per l’invio all’impianto “L” di pressatura (esisten-

te) per la fase definitiva della pressatura del materiale e confezionamento in balle,

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anche il materiale selezionato nella prima cabina di precernita viene pressato e con-

fezionato in balle.

Nella ZONA 4 il rifiuto scaricato (prevalentemente cartaceo) viene o conferito diret-

tamente, attraverso i muletti, nell’impianto di pressatura “P” esistente, oppure confe-

rito nella tramoggia di carico “M” (nuovo impianto) per essere selezionato nella cabi-

na “N” (nuovo impianto) all’interno della quale lavorano 6 addetti per selezionare tre

tipologie di materiale da convogliare nei sottostanti tre box di stoccaggio.

Il materiale così selezionato, alternativamente, viene conferito con i muletti al nastro

di carico “O” (esistente) per l’invio all’impianto “P” di pressatura (esistente) per la fa-

se definitiva della pressatura del materiale e confezionamento in balle.

Le balle che fuoriescono dalle presse sono prelevate dai muletti ed accatastate

provvisoriamente, sia internamente nella ZONA 4, in aree ad esse dedicate, sia nelle

pensiline A e B che nel piazzale esterno (con cumuli regolari distanziati fra loro) per

un breve periodo di stoccaggio sino alla loro commercializzazione (che avviene tra-

mite i Consorzi Nazionali).

Nel piazzale esterno viene lavorato del materiale omogeneo (principalmente pneu-

matici usati e pedane in legno) che viene triturato per una riduzione volumetrica e

conferito direttamente nei cassoni o semirimorchi, pronto da conferire nelle diverse

industrie per il proseguimento della lavorazione.

Nell’officina ZONA 1/2 vengono effettuate le manutenzioni ordinarie delle macchine e

attrezzature e all’occorrenza anche lavori di carpenteria per la manutenzione straor-

dinaria dei cassoni.

4.3 IMPIANTI - ATTREZZATURE.

Le attrezzature utilizzate per la raccolta o recupero del materiale da rifiuto sono i

containers e compattatori entrambi scarrabili, ed a tenuta stagna, di capacità di circa

20 mc.

La compattazione è alimentata elettricamente con motore da 7,5 KW e su ogni sito

(centri di produzione delle materia da recuperare) è predisposto un impianto elettrico

idoneo secondo normative CEI . I compattatori sono provvisti di dispositivi di sicu-

rezza e bloccaggi ad ogni evenienza.

Gli impianti completi esistenti in numero di due per la lavorazione dei materiali recu-

perati sono composti di :

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- 1 presse oleodinamica orizzontale automatica con vari dispositivi di legatura auto-

matica, di antibloccaggio sul taglio, di controllo elettronico del piano pressante, di

strozzatura automatica anteriore e di n. 5 coltelli sul piano pressante.

- 1 tunnel per caricamento materiale con doppia fotocellula per il dispositivo di trop-

po pieno.

- 1 slitta uscita colli completamente chiuso della lunghezza di 3 m.

- 1 porta bobine a 5 stazioni per filo bobinato.

- 5 porta bobine mono stazione per filo matassato.

- 1 nastro trasportatore rinforzato a tapparelle d'acciaio di lunghezza 10 m.

- 1 tramoggia di carico.

Il tutto dotato di quadro comandi elettrici conforme alle normative CEE.

Gli impianti hanno vari motori per una potenza totale di circa KW 100 con una capa-

cità produttiva massima di 80Ton/G.

- Potenza elettrica per forza motrice e illuminazione Kwatt/h 50.

- Tensione Volt. 220/380.

- N. 1 cabina di preselezione della dimensione m 16.00x5.00xh.3.00.

Altre attrezzature utilizzate:

- N. 4 carrelli elevatori ad alimentazione Diesel, motore a scoppio di 120 HP, fornito

di pinze e forche con capacità di sollevamento fino a 4 metri per un peso di 30 q, a

sei ruote antiribaltamento con trazione anteriore.

- N. 1 Bob cat per la movimentazione dei rifiuti.

- N. 1 trituratore.

Nuovi Impianti e attrezzature:

A. B.(rifer. progetto allegato) ALIMENTAZIONE e PRE-SELEZIONE

7. Nastro estrazione tapparelle metalliche ricoperte di gomma “MG 1400” ,passo

1.25, larghezza m 1.40 e lunghezza m 10.20;

8. Nastro di elevazione larghezza m 1.40, lunghezza m 6.70

9. PIATTAFORMA e CABINA DI PRE-SELEZIONE, Larghezza m 4.60, Lun-

ghezza m 10.18, Mq 46,82, Tramogge n. 6, Separazioni alveolo n. 4,

10. NASTRO di pre-selezione Larghezza m 1.40 e Lunghezza m 10.60

11. By-pass alveolo/aprisacco

12. APRISACCO

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C.D.E.(rifer. progetto allegato) SELEZIONE AUTOMATICA (balistica-

magnetica e amagnetica)

NASTRO di elevazione • Larghezza m 1.20 • Lunghezza m 16.30 VAGLIO BALISTICO SPC 4200 Supporto per regolazione e inclinazione vaglio Copertura vaglio Supporto vaglio in acciaio TRAMOGGIA INFERIORE SCARICO FINE NASTRO DI RACCOLTA BOTTIGLIE • Larghezza m 0.60 • Lunghezza m 6.40 NASTRO di elevazione BOTTIGLIE • Larghezza m 0.60 • Lunghezza m 17.40 Deferrizzatore a magneti permanenti 1000 Supporto deferrizzatore (su piattaforma) Sistema per alluminio ECS 1000 con separatrici NASTRO di evacuazione bottiglie • Larghezza m 0.60 • Lunghezza m 9.50 NASTRO reversibile • Larghezza m 0.60 • Lunghezza m 5.40 Sistema per scorrimento nastro

H. .(rifer. progetto allegato) SECONDA LINEA DI SELEZIONE ampliamento cabina

By-pass per alimentare o no la seconda linea NASTRO di trasferimento • Larghezza m 0.60 • Lunghezza m 5.300 NASTRO di selezione • Larghezza m 1.20 • Lunghezza m 15.20 By-pass (su piattaforma) NASTRO ritorno sotto nastro (32) • Larghezza mm 1000 • Lunghezza mm 13.900 PIATTAFORMA DI SELEZIONE • Larghezza m 3.80 • Lunghezza m 19.86

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• Mq 75.45 • Tramogge n. 12 • Separazioni alveolo n. 6 CABINA DI SELEZIONE • Larghezza m 3.80 • Lunghezza m 15.00 • Mq 57

M.N. .(rifer. progetto allegato) LINEA DI SELEZIONE (zona 1)

Tramoggia di carico NASTRO di trasferimento • Larghezza m 12.50 • Lunghezza m 1.40 NASTRO di selezione • Larghezza m 1.20 • Lunghezza m 10.50 NASTRO ritorno sotto nastro • Larghezza m 1.00 • Lunghezza m 9.20 PIATTAFORMA DI SELEZIONE • Larghezza m 5.95 • Lunghezza m 12.50 • Mq 74.37 • Tramogge n. 7 • Separazioni alveolo n. 4 CABINA DI SELEZIONE • Larghezza mm 5.95 • Lunghezza mm 10.000 • Mq 59.50

5. CODICI CER DEI RIFIUTI DA AVVIARE AL RECUPERO

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DM 05/02/98 NUOVI CODICI

OPERAZIONE DI RECUPERO

STOCCAGGIO ISTANTANEO

STOCCAGGIO T/a

1. RIFIUTI DI CARTA, CARTONE. E PRODOTTI DI CARTA

1.1 Tipologia: rifiuti di carta, cartone e car-toncino, inclusi poliaccoppiati anche di im-ballaggi.

[150101] R3 – R13

300t

10.000

[150105] R3 – R13 300t 10.000

[150106] R3 – R13 300t 10.000

[200101] R3 – R13 300t 10.000

2. RIFIUTI DI VETRO IN FORMA NON DISPERSIBILE.

2.1 Tipologia: imballaggi, vetro di scarto ed altri rifiuti e frammenti di vetro; rottami di ve-tro.

[170202] R13

10T

100

[200102] [150107] [191205]

R13 10T 100

[160120] R13 10T 100

3.3 Tipologia: sfridi o scarti di imballaggio in alluminio, e di accoppiati carta, plastica e metallo

[150104] [191203]

R13

10 T

1500 T

[150105] R13 10 T 1500 T

[150106] R13 10 T 1500 T

3.5 Tipologia: rifiuti costituiti da imballaggi, fusti, latte, vuoti, lattine di materiali ferrosi e non ferrosi e acciaio anche stagnato

[150104]

R13

10 T

1500 T

[200140] R13 100 T 15000 T

6. RIFIUTI DI PLASTICHE

6.1 Tipologia: rifiuti di plastica; imballaggi usati in plastica compresi i contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori per fi-tofarmaci e per presidi medico-chirurgici

[020104]

R13

400 T

30.000

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Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 12 

[150102] R13 400 T 30.000

[200139] [191204]

R13 400 T 30.000

[200139] [191204]

R13 400 T 30.000

6.2 Tipologia: sfridi, scarti, polveri e rifiuti di materie plastiche e fibre sintetiche

[070213]

R13

100 T

3000

[120105] R13 100 T 3400

[160119] R13 100 T 3200

[160119], [160216]

R13 100 T 3100

[160306] R13 100 T 3000

6.5 Tipologia: paraurti e plance di autovei-coli in materie plastiche

[070213]

R13

100 T

900

[160119], [120105]

R13 100 T 900

6.6Tipologia: imbottiture sedili in poliure-tano espanso

[070213]

R13

100 T

900

[160119], [120105]

R13 100 T 900

6.11 Tipologia: pannelli sportelli auto [070299] [070213]

R13

100 T 400

[160119] [120105]

R13 100 T 400

9. RIFIUTI DI LEGNO E SUGHERO

9.1 Tipologia: scarti di legno e sughero, imballaggi di legno

[030101]

R3 R13

10 T

3000

[030105] R3 R13 10 T 3000

[150103] R3 R13 10 T 3000

[030105] R3 R13 10 T 3000

[170201] R3 R13 10 T 3000

[200138] [191207]

R3 R13 10 T 3000

[200301] R3 R13 10 T 3000

[030101] 10 T

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Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 13 

9.2 Tipologia: scarti di legno e sughero, imballaggi di legno

R13

3000

[030105] R13 10 T 3000

[030105] R13 10 T 3000

10. RIFIUTI SOLIDI IN CAUCCIU’ E GOMMA

10.1 Tipologia: cascami e scarti di pro-duzione, rifiuti di polvere e granuli

[160306] R13 25T

1000

10.2 Tipologia: pneumatici non ricostrui-bili, camere d’aria non riparabili e altri scarti di gomma

[160103] R13 25 T 7000

5. 1 CODICI CER DEI RIFIUTI DA AVVIARE A SMALTIMENTO

TIPOLOGIA RIFIUTO NUOVI CODICI

OPERAZIONE DI

SMALTIMENTO

STOCCAGGIO ISTANTANEO

STOCCAGGIO T/a

pneumatici non ricostruibili, camere d’aria non riparabili e altri scarti di gomma

[160103] D15

300t

10.000

plastica e gomma [191204] D15

300t 10.000

altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11 [191212]

D15

300t

10.000

5.1.1 INDICAZIONE DEL TIPO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA E DELLA

PROVENIENZA DEL RIFIUTO

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SO.MA. RICICLA 

La raccolta avviene a seguito di contratti stipulati con grandi produttori di carta, car-

tone, plastica di scarto quali industrie della Provincia di Cagliari, città mercato, iper-

mercati ect. e dai contratti con i Consorzi che stanno già effettuando la raccolta diffe-

renziata, nonché con produttori di scarti di legno (falegnamerie), di gomme ect.

Attraverso mezzi di trasporto si localizzano nei siti, presso i quali si produce il rifiuto

(industrie, centri commerciali, uffici et.), le attrezzature e macchinari specifici, quali

containers e compattatori. Su ogni sito sono installati dei containers o compattatori,

per consentire direttamente sul luogo di produzione del rifiuto la selezione tra rifiuto

ricuperabile e quello non ricuperabile. La frazione organica dei rifiuti è avviata diret-

tamente a discarica e/o incenerimento.

Nello stabilimento vengono conferiti soprattutto i materiali COREPLA di tutti i Comuni

provinciali che hanno aderito al Consorzio.

5.2 CARATTERISTICHE DEI MATERIALI DI BASE DEL RIFIUTO E SUE IMPUREZZE 1.1 Residui e avanzi di carta e cartone non selezionati;

Cartaccia mista non selezionata Le impurezze sono costituite dai materiali non utilizzabili quali vetro, materiali ferrosi, plastiche e non rispondenti alle norme CEPAC – CEPI.

1.2 Residui non selezionati misti d’imballaggi e contenitori, cartone o carta kraft ondulata non imbian-chita, cartone o carta kraft increspata, cartoni laminati Le impurezze sono costituite da percentuali rilevanti di autocopiante e contaminanti occasionali non rispondenti alle norme CEPAC – CEPI.

1.3 Residui di tabulato con autocopiante. Le impurezze sono costituite da percentuale rilevante di autocopiante e contaminanti occasionali non rispondenti alle norme CEPAC - CEPI.

1.4 Residui di carta autocopiante. Le impurezze sono costituite da percentuali rilevanti di autocopiante e contaminanti occasionali non rispondenti alle norme CEPAC – CEPI.

1.5 Frazione plastica da RSU e da raccolta differenziata. Le impurezze sono costituite da residui di altra natura.

6. Schemi di flusso attività – impatti ambientali tà – impatti ambientali

Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 14 

LAVAGGIO

CONTROLLI ASPETTI ASPETTI CONTROLLI Scarichi idrici Analisi acque di scarico Contaminazione del

suolo Controllo sistemi di con-

tenimento

ASPETTI

Consumo energetico

CONTROLLI

Controllo consumo ener-

Controllo pavimentazione

Controllo differenziazione ed etichettatura

Manipolazione so-stanze pericolose

Controllo manutenzione agli impianti di depura-

zione Consumo risorse i-

driche Controllo consumo risorse idriche

Deposito ri- Controllo quantitativi

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SO.MA. RICICLA  7.0 Potenziali fonti di impatto

Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 15 

La responsabilità dell’individuazione degli aspetti ambientali significativi e della

conduzione dell’analisi ambientale è del Responsabile Tecnico, che si avvale di ri-

sorse interne ed esterne idonee all’effettuazione di tali attività. La procedura di in-

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SO.MA. RICICLA 

Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 16 

dividuazione degli aspetti ambientali prende in esame e valuta gli aspetti e gli im-

patti ambientali dei processi caratteristici della SO.MA. ricicla srl. Questi sono stati

individuati grazie ad un’accurata analisi ambientale iniziale

La pianificazione nella SO-MA- Ricicla ha preso in considerazione l’insieme delle at-

tività svolte, degli aspetti ambientali e le possibili condizioni operative: normale, a-

nomala e di emergenza.

Il processo di identificazione degli aspetti ambientali significativi associati alle attività

svolte in azienda ha tenuto conto delle seguenti fonti di impatto:

• emissioni atmosferiche;

• rumore;

• gestione rifiuti (trattamento, stoccaggio provvisorio rifiuti , trasporto rifiuti conto

terzi)

• scarichi idrici;

• consumo di risorse naturali ed energetiche;

• Utilizzo di sostanze pericolose;

• Traffico indotto

• Contaminazione del suolo

• eventi accidentali.

Ogni fonte di impatto è stato analizzato secondo quattro profili:

1. conformità alla normativa ambientale

2. gravità intesa come capacità di produrre conseguenze negative sull’ambiente

3. rilevabilità intesa come capacità di rilevare gli effetti ambientali

4. frequenza di accadimento dell’evento.

SO.MA. Ricicla ha instaurato anche con i fornitori che hanno influenza sugli aspetti

ambientali aziendali, un vero e proprio rapporto di partnership. Essi sono, infatti,

coinvolti nel funzionamento del Sistema di Gestione dell’azienda attraverso una ade-

guata informazione, non solo iniziale, in fase di avvio del rapporto, ma anche suc-

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Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 17 

cessivamente, sulle necessità e sulle aspettative di questa, sulla filosofia e sugli o-

biettivi che questa si prefigge.

I fornitori che possono determinare effetti sull’ambiente, tramite la loro prestazione e

sui quali la SO.MA Ricicla può esercitare una determinata influenza, sono nella fatti-

specie:

Ditte che eseguono le prove di tenuta del serbatoio del gasolio per autotrazio-

ne (rischio di effetto sull’ambiente:contaminazione del suolo)

Ditte che eseguono il trasporto per conto della SO.MA. Ricicla di rifiuti e/o

mps (rischio di effetto sull’ambiente:contaminazione del suolo - emissione di

gas di scarico)

Eventuali trasportatori terzi e/o terzisti (rischio di effetto

sull’ambiente:contaminazione del suolo – emissione di gas di scarico)

Ditte che eseguono la manutenzione degli impianti (rischio di effetto

sull’ambiente)

A tal riguardo l’Organizzazione Aziendale tramite il RT agisce fornendo le linee guida

per la prestazione che i fornitori andranno ad effettuare con indicazione degli accor-

gimenti che dovranno adottare al fine di garantire il rispetto ambientale.

SERVIZIO FORNITO EFFETTO SULL’AMBIENTE

IMPEGNO DELLA SO.MA. RICICLA

Prove di tenuta del serbatoio del gasolio per autotrazione

Contaminazione del suolo Avviso al fornitore di comunicare tempestiva-mente eventuali difformità del sistema di conte-nimento alla Direzione – Divieto di abbandono di eventuali scarti di lavorazione (stracci contami-nati)

Ritiro e smaltimento/recupero dei rifiuti prodotti

Contaminazione del suolo – Emissione di gas di sca-

rico

Distribuzione al fornitore di istruzione operativa per attività da eseguirsi in caso di sversamento di rifiuti liquidi e divieto di abbandono di eventuali scarti di lavorazione (stracci contaminati) – sot-toscrizione del fornitore all’impegno di utilizzare per il trasporto dei rifiuti mezzi con efficiente ma-nutenzione e adeguatamente e regolarmente revisionati. Richiesta al fornitore e scrupolosa verifica delle autorizzazioni al Trasporto e al recupe-ro/smaltimento a garanzia del rispetto delle pre-scrizioni legali.

Trasportatori terzi e/o terzisti Emissione di gas di scarico

Distribuzione al fornitore di istruzione operativa per attività da eseguirsi in caso di sversamento di rifiuti liquidi e divieto di abbandono di eventuali scarti di lavorazione (stracci contaminati) – sot-toscrizione del fornitore del trasporto con proprio mezzo all’impegno di utilizzare mezzi con effi-ciente manutenzione e adeguatamente e rego-larmente revisionati. Richiesta al fornitore e scrupolosa verifica delle

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autorizzazioni al Trasporto a garanzia del rispet-to delle prescrizioni legali.

Manutenzione degli impianti Contaminazione del suolo – Emissione di gas di sca-

rico

Distribuzione al fornitore di istruzione operativa per attività da eseguirsi in caso di sversamento di rifiuti - divieto di abbandono di eventuali scarti di lavorazione

8 Valutazione delle fonti di impatto

Il RT in collaborazione con i consulenti esterni, dopo aver effettuato l’analisi detta-

gliata degli aspetti ambientali, connessi alle fasi del processo produttivo compilando

la Check list “individuazione fonti di impatto ambientali” ha proceduto con la valuta-

zione del livello di significatività di ciascun aspetto ambientale valutati come significa-

tivi e ha formalizzato i risultati attraverso il “Registro valutazioni impatti ambientali”

che costituirà il punto di partenza per la strutturazione del Sistema di Gestione e la

definizione degli obiettivi e programmi ambientali.

In esso vengono calcolati due indici: il primo indice (FIP, Fattore di impatto primario)

ha valore 0 oppure 1 a seconda delle risposte che si danno ad una serie di doman-

de. Il secondo indice invece si chiama IPR (indice di Priorità di Rischio) e viene cal-

colato come il prodotto di tre fattori che indicano la gravità, la probabilità di accadi-

mento e la rilevabilità dell’impatto ambientale associato all’aspetto ambientale.

Il fattore di Impatto Primario dell’impatto sottoposto a valutazione, viene individuato

in funzione delle risposte che vengono date alle domande sotto riportate. Il FIP ha

valore 0 se a tutte le domande viene data risposta negativa, assume al contrario va-

lore 1 se almeno ad una domanda viene data risposta affermativa. Le domande pro-

poste nel metodo nel metodo vogliono essere un mezzo per valutare l’impatto in re-

lazione alla normativa ambientale ed ai limiti imposti da questa e per prendere in

considerazione eventuali incidenti e lamentele già verificatesi.

Sostanzialmente si considera condizione sufficiente per considerare l’impatto signifi-

cativo e quindi a priorità elevata di intervento se si verificano le situazioni proposte.

Quindi l’impatto è significativo se:

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Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 19 

1. sono state registrate lamentele da parte della popolazione;

2. si sono raggiunti in passato livello prossimi al limite di legge (ad esempio il li-

vello di attenzione potrebbe essere posto al 90% del limite imposto, ma ogni

azienda può spostare i limite a seconda delle situazioni e delle esigenze); nel

caso la normativa non riporti limiti quantitativi imposti la risposta è Non appli-

cabile;

3. l’azienda ha subito in passato procedimenti giudiziari o sono stati trovati pa-

rametri al di fuori dei limiti a seguito di un controllo da parte delle autorità pre-

poste al controllo;

4. sono avvenuti incidenti in passato che hanno portato al verificarsi dell’impatto

ambientale in questione.

Il secondo indice utilizzato per la valutazione dell’impatto ambientale è formato dalla

valutazione di tre caratteristiche dell’impatto:

• G = la gravità

• P = la probabilità con la quale l’impatto avviene

• R = la rilevabilità dell’impatto.

La gravità dell’impatto è identificata in funzione della vastità dell’impatto, della severi-

tà dell’impatto e della durata dello stesso; il valore attribuito è compreso tra 1 e 10 in

maniera proporzionale alla gravità.

INDICE DI GRAVITA’ (G)

Criterio Punteggio

Ininfluente Il manifestarsi dell’aspetto ambientale non provoca un effetto significativo né rilevabile dall’esterno 1

Minima Il manifestarsi dell’aspetto ambientale provoca un effetto non significativo appena rilevabile dall’esterno 2

Minore Il manifestarsi dell’aspetto ambientale provoca un effetto non significativo ma rilevabile dall’esterno 3

Molto bassa Il manifestarsi dell’aspetto ambientale provoca un effetto di natura minore, rilevabile dall’esterno, ma senza noie 4

Bassa Il manifestarsi dell’aspetto ambientale provoca un effetto di natura minore, causante una leggera noia dall’esterno 5

Moderata Il manifestarsi dell’aspetto ambientale provoca insoddisfazione nella popolazione esterna, non è a rischio la conformità alle leggi 6

Alta Il manifestarsi dell’aspetto ambientale provoca effetti rilevanti sull’ambiente esterno ma che non incidono sulla sicurezza delle persone, la conformità alle leggi è a rischio 7

Molto alta Il manifestarsi dell’aspetto ambientale provoca effetti rilevanti sull’ambiente esterno ma che non incidono sulla sicurezza delle persone, la conformità alle leggi è compromessa 8

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Pericolosa con preavvi-

so

Il manifestarsi dell’aspetto ambientale provoca effetti che incidono sulla sicurezza delle per-sone esterne e ad una non conformità alle leggi. L’aspetto si manifesta con un preavviso 9

Pericolosa senza pre-

avviso

Il manifestarsi dell’aspetto ambientale provoca effetti che incidono sulla sicurezza delle per-sone esterne e ad una non conformità alle leggi. L’aspetto si manifesta senza preavviso 10

La probabilità dell’impatto è la possibilità che esso avvenga o si verifichi a seguito

dell’attività dell’azienda; il valore attribuito è compreso tra 1 e 10 in maniera propor-

zionale alla probabilità.

INDICE DI PROBABILITA’ (P)

Criterio Punteggio

Remota È inverosimile che l’aspetto ambientale si presenti 1

Minima L’aspetto ambientale si presenta sporadicamente e non ciclicamente 2

Minore L’aspetto ambientale si presenta più di una volta all’anno 3

Molto bassa L’aspetto ambientale si presenta alcune volte all’anno, ma meno di una volta al mese 4

Bassa L’aspetto ambientale si presenta una volta al mese 5

Moderata L’aspetto ambientale si presenta più di una volta al mese, ma meno di una volta alla setti-mana. 6

Elevata L’aspetto ambientale si presenta una volta alla settimana 7

Alta L’aspetto ambientale si presenta più una volta alla settimana, ma meno di una volta al gior-no 8

Molto alta L’aspetto ambientale si presenta con frequenza giornaliera 9

Altissima L’aspetto ambientale si presenta più volte all’interno di una stessa giornata 10

La rilevabilità dell’impatto ambientale tiene conto della facilità con cui l’impatto può

essere rilevato; ad esempio una fuga di gas inodore ed incolore avrà una rilevabilità

molto bassa mentre l’emissione di un gas colorato e/o odoroso avrà una rilevabilità

più elevata. Il valore attribuito a questo fattore deve essere compreso tra 1 a 10 in

maniera inversamente proporzionale di rilevabilità.

INDICE DI RILEVABILITA’ (R)

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Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 21 

Criterio Punteggio

Certa Il programma di monitoraggio e controllo è in grado di rilevare certamente il manifestarsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale. 1

Molto alta Il programma di monitoraggio e controllo ha una probabilità molto alta di rilevare il manife-starsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale. 2

Alta Il programma di monitoraggio e controllo ha un’alta probabilità di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale. 3

Moderatamen-te alta

Il programma di monitoraggio e controllo ha una probabilità moderatamente alta di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale.. 4

Moderata Il programma di monitoraggio e controllo potrebbe rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale. 5

Bassa Il programma di monitoraggio e controllo non è facilmente in grado di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale. 6

Molto bassa Il programma di monitoraggio e controllo ha una probabilità molto bassa di rilevare il mani-festarsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale.. 7

Remota Il programma di monitoraggio e controllo ha una remota possibilità di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale. 8

Molto remota Il programma di monitoraggio e controllo una possibilità molto remota di rilevare il manife-starsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale. 9

Assoluta in-certezza

Il programma di monitoraggio e controllo non può rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall’aspetto ambientale o non esiste. 10

L’indice di priorità di rischio si calcola come prodotto dei tre fattori:

IPR = G x P x R

L’IPR può assumere valori compresi tra 1 e 1000. A seconda del valore risultante

può essere inserito in tre livelli di significatività che si traducono in tre livelli di priorità

d’intervento:

IPR Criterio

1-100 Non rilevante

101-200 Rilevante

201-1000 Molto rilevante

Una volta calcolati i due fattori si può valutare la significatività dell’impatto ambientale

e determinarne quindi le priorità.

Il FIP con valore uguale a 1 si è detto essere condizione sufficiente a che la priorità

dell’intervento sia considerata elevata. Nel caso di valore del FIP uguale a 0 si passa

a considerare l’IPR.

La valutazione deve essere fatta per ogni aspetto ed i risultati inseriti nel modulo do-

ve sono riportati l’aspetto ambientale e l’impatto correlato, il calcolo del FIP e

dell’IPR ed il livello di significatività rilevato.

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Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 22 

La valutazione degli impatti ambientali ha prodotti i seguenti risultati:

ASPETTO AMBIENTALE EFFETTO SULL’AMBIENTE

IPR – SIGNIFICATIVITA’

serbatoio del gasolio per autotrazio-ne Contaminazione del suolo 200 – rilevante

Stoccaggio Rifiuti Contaminazione del suolo 49 – non rilevante

Trasporto Emissione di gas di scarico Traffico indotto 70 – non rilevante

Lavorazioni officina Emissioni atmosferiche 6 – non rilevante

Attività officina e movimentazione mez-zi Rumore esterno 20 – non rilevante

Impianto di autolavaggio Scarichi idrici 140 – rilevante

Attività produttiva – uffici - lavaggio – officina

consumo di risorse naturali ed energetiche 150 - rilevante

Impiego di sostanze pericolose Contaminazione del suolo 18 – non rilevante

Eventi accidentali Contaminazione del suolo 100 – non rilevante

La non rilevanza della significatività non esonera la SO.MA Ricicla al monitoraggio

dei requisiti, delle prescrizioni legali e dagli obiettivi di miglioramento, in quanto nel

risultato del calcolo ha inciso soprattutto l’esistenza nell’Organizzazione di metodi di

monitoraggio.

9 Misure di sicurezza e mitigazione degli impatti ambientali :

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Attività di trattamento e recupero rifiuti non pericolosi  Pagina 23 

L'accesso alla zona 4 dell'impianto industriale avviene attraverso n. 2 ampi cancelli

posti in corrispondenza di spazi a cielo aperto, oltre a due ingressi diretti dal corpo

uffici-servizi; quest'ultimi del tipo resistenti al fuoco , con caratteristiche REI 120. An-

che la porta di collegamento con l’officina ha caratteristiche di resistenza al fuoco

REI 120.

Alla zona 5 si accede facilmente in quanto la parete posteriore non è stata realizzata

per consentire ai mezzi di accede agevolmente per lo scarico dei materiali.

La sala alimentazione muletti, zona 3, è compartimentata, indipendente in quanto si

accede solo dall’esterno tramite un cancello grigliato e una porta. Attualmente

l’azienda non è dotata di carrelli elevatori elettrici, e la sala viene utilizzata tempora-

neamente per piccole lavorazioni di carpenteria sui cassoni in dotazione all’azienda.

Resta inteso che qualora l’azienda si doti di carrelli elevatori elettrici la sala avrà di

nuovo la sola funzione per cui è stata progettata e realizzata.

9.1 VIE DI ESODO :

Le aperture di cui è dotato l'edificio industriale, sono per numero ed ubicazione ido-

nee a consentire un rapido ed agevole esodo dall'opificio; da qualunque punto all'in-

terno dello stabilimento è possibile raggiungere un'apertura di uscita con percorsi in-

feriori a 25 m, mentre dalla cabina di selezione N con percorsi inferiori a 35m, e dalla

cabina G/H con percorsi inferiori a 45m con doppia alternativa.

Le uscite di sicurezza sono di larghezza minima di 1.20 m munite di maniglione an-

tipanico e consentono una capacità di deflusso inferiore a 50, sono opportunamente

segnalate con apparecchi di illuminazione autonomo.

9.2 SEGNALETICA di SICUREZZA :

All'interno dello stabilimento è installata una segnaletica di sicurezza espressamente

finalizzata alla sicurezza antincendio, di cui al D.P.R. 08.06.82 n. 524 (G.U. n. 218

del 10.08.82) e D. Lgs n° 493 del 14 Agosto 1996.

In particolare sono installati i cartelli indicanti le uscite di sicurezza, il divieto di fuma-

re, il divieto di usare fiamme libere, il divieto di depositare sostanza infiammabili, il

divieto di usare acqua in caso di incendio su quadri elettrici, nonché cartelli di segna-

lazione dei mezzi di estinzione.

9.3 ATTREZZATURE MOBILI di ESTINTORI :

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All'interno dello stabilimento sono installati estintori a CO2 da kg 5 cad e a polvere

da Kg 6 cad. Gli estintori, installati nei punti indicati nella planimetria allegata, sono in

numero tale da consentire un primo efficace intervento su un principio di incendio ; i

relativi agenti estinguenti sono compatibili con le sostanze presenti nei locali.

10 Misure di prevenzione ( mitigazione degli impatti )

Le misure adottate sono

- significativa riduzione dei materiali facilmente combustibili ad un quantitativo richie-

sto per la normale conduzione dell'attività;

- sistemazione dei materiali combustibili in piazzole di limitate dimensione con corsie

laterali ben distinte fra loro;

- utilizzazione di materiali di rivestimento che non favoriscono la propagazione del-

l'incendio;

- controllo del luogo di lavoro e provvedimenti per l'eliminazione dei rifiuti e degli

scarti.

- modalità di carico e scarico dei materiali presenti secondo idonee procedure.

- Ubicazione della cisterna del gasolio in una zona lontano da ogni possibile sor-

gente di innesco con procedure idonee impartite agli addetti del rifornimento, i quali

devono sempre spegnere il mezzo durante il rifornimento, è vietato fumare, non de-

vono disperdere il liquido durante il rifornimento.

- Misure per ridurre i pericoli causati da sorgenti di calore

Le misure che sono adottate sono:

- utilizzazione di sorgenti di calore più sicure (attrezzature dell’officina marcati

CEE );

- installazione e mantenimento in efficienza dei dispositivi di protezione;

- realizzazione degli impianti elettrici in conformità alle normative tecniche vi-

genti;

- controllo costante alla corretta manutenzione delle apparecchiature elettriche

e meccaniche,

- controllo costante alla corretta manutenzione dei mezzi di trasporto,

- è proibito fumare in tutte le aree di lavorazione e non.

- divieto dell'uso di fiamme libere nelle aree ad alto rischio.

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11 PIANO DI DISMISSIONE AREA A CONCLUSIONE DELL’ATTIVITÀ

Si provvede ad indicare quali sono gli interventi che verranno adottati in caso di cessata attività.

- I macchinari e le attrezzature verranno bonificati e smontati e successiva-

mente commercializzati. In caso che questi saranno considerati obsoleti, si

provvederà alla demolizione e/o rottamazione.

- Le aree di stoccaggio e deposito verranno ripulite ed il materiale presente

(materiale invenduto) inviati in discarica o ad altri centri di messa in riserva.

- I rifiuti presenti verranno inviati agli impianti di smaltimento.

- La pavimentazione dell’impianto verrà completamente ripulita. In particolare

quella realizzata in asfalto bituminoso, verrà scorticata fino ad una profondità

di 5-10 cm. La terra di scortico verrà smaltita in discarica, come gli altri rifiuti

prodotti nel corso della dismissione dell’impianto. L’area sottoposta a scortico

verrà ripristinata con misto-granulometrico e successivamente sottoposta a

rullatura.

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